Germania nazista e Franz Lenhart: differenze tra le pagine
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{{F|pittori italiani|luglio 2019|alcuni toni elogiativi presenti nell'incipit andrebbero dimostrati con fonti terze autorevoli}}
{{Bio
|Nome = Franz
|Cognome = Lenhart
|Sesso = M
|LuogoNascita = Bad Häring
|GiornoMeseNascita = 7 gennaio
|AnnoNascita = 1898
|LuogoMorte = Merano
|GiornoMeseMorte = 27 marzo
|AnnoMorte = 1992
|Epoca = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = disegnatore
|Nazionalità = austriaco
|NazionalitàNaturalizzato = italiano
}}È stato uno dei maggiori esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana della prima metà del Novecento; gran parte di questa produzione ebbe come oggetto note località turistiche delle [[Dolomiti]], in particolare [[Cortina d'Ampezzo]] e [[Madonna di Campiglio]], raffigurate come scenari ideali dove trascorrere vacanze e praticare sport invernali. Negli anni trenta si affermò anche nel settore dell'illustrazione realizzando per le compagnie di navigazione triestine [[Opuscolo|opuscoli]] e [[dépliant]] sulla vita a bordo dei passeggeri.
Raccolte di suoi manifesti originali dell'epoca si trovano al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso<ref>https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-collezione-salce</ref> e al [[Touriseum]], Museo Provinciale del Turismo di Merano<ref>http://www.touriseum.it/it/vips/castel-trauttmansdorff-merano-vips-franz-lenhart.asp</ref>.
==Biografia==
Nato nel 1898 a [[Bad Häring]], in [[Austria]], Franz Josef Lenhart studia prima all'Accademia delle Belle Arti di [[Vienna]] e poi all'Accademia di [[Firenze]]. Nel 1922, ottenuta una cattedra all'Istituto Tecnico Italiano, si trasferisce a [[Merano]], in Alto Adige, e ne fa la sua città di adozione. Nei due anni seguenti mette a frutto le vacanze scolastiche frequentando a Parigi i corsi estivi all'Accadémie de la Grande Chaumière, perfezionandosi così nel nudo e nel disegno di figura.<br/>La sua affermazione come cartellonista decolla presto grazie all'ENIT, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo, che acquista uno dei suoi primi manifesti, “Visitate le Dolomiti”, e lo fa affiggere in tutta la Penisola. Da quel momento, dalle località montane del [[Veneto]], del [[Trentino]] e dell'[[Alto Adige]] a vocazione turistica cominciano a fioccare commesse di manifesti e locandine, dando così a Lenhart l'opportunità di mettere a punto uno stile molto personale che rende inconfondibili le sue affiches: sullo sfondo scorci delle Dolomiti, in primo piano figure dinamiche di sportivi o di donne avvenenti. E soprattutto: una composizione in cui il lettering, il messaggio promozionale, fa da base per il disegno, finendo con l'integrarsi totalmente con esso.<br/> Un'altra stagione artistica ed esistenziale rilevante scaturisce nel 1934 dalla collaborazione con le grandi compagnie triestine di navigazione, per le quali Lenhart realizza brochures e prospetti di motonavi e transatlantici, e grazie alle quali può trascorrere lunghi periodi all'estero, alloggiando in albergo di lusso: [[Copenaghen]], [[Londra]], [[Parigi]], [[Vienna]], [[Sudamerica]] e [[Giappone]]<ref>Daniela Pancheri, ''Biografie dei principali artisti'', citato in ''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990, p. 126.</ref>. Il capolavoro grafico di Lenhart in questo speciale segmento della réclame è la brochure per il ''[[Conte di Savoia]]'', "la nave che non rolla", gioiello della cantieristica italiana varata a Trieste nel 1931 per coprire la rotta tra l'Europa e [[New York]]<ref>''Conte di Savoia. La prima classe'', Disegni originali di Franz Lenhart, Compilato a cura dell'Ufficio Pubblicità "Italia"'', Milano, 1932-X.</ref> <br/>
Un capitolo a parte nella produzione artistica è quello dei ritratti che gli vengono commissionati dai nobili d'Europa e del Giappone, a partire da [[Umberto II di Savoia]], suo compagno di sci a Cortina d'Ampezzo<ref>Lillo Gullo, ''Pittura da re'', ''Alto Adige'', 31 agosto 1990.</ref><br/>Dai primi anni Cinquanta, con la cartellonistica illustrata entrata in crisi per il cambio di gusto a favore della fotografia<ref>[[Piero Zanotto]], ''Salce. Il trevigiano dei 25 mila manifesti'', ''l'Adige'', 18 gennaio 1991.</ref>, Lenhart è costretto a rallentare la sua produzione di manifesti. Riprende allora l'attività di pittore e nel 1962 esegue il ciclo di affreschi per la “Passeggiata d'inverno” a Merano<ref>Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989, p. 28.</ref>.
Franz Josef Lenhart muore nel 1992, all'età di di 94 anni. La città di Merano gli ha reso omaggio con una scultura a firma [[Mimmo Paladino]] collocata sulla Passeggiata Lungopassirio e inaugurata il 17 ottobre del 2017.
<ref>{{cita web|''Quattro nuove sculture, omaggi a Lenhart e Jori, ''Alto Adige.it'', 17 ottobre 2017.|
http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/quattro-nuove-sculture-omaggi-a-lenhart-e-jori-1.1347262}}</ref>
== Note ==
<references />
==Bibliografia==
*Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989. ISBN 88-85198-03-1
*''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990.
*Roberto Festi, Lillo Gullo, ''Franz J. Lenhart'', Edizioni Banca di Trento e Bolzano, 2000. ISBN 88-85341-04-7
*''L'album giapponese di Franz Josef Lenhart.1936-1937'', a cura di Rosanna Pruccoli, Mairania 857, Merano, 2007.
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[[Categoria:Pittori italiani]]
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