Pentossido di diazoto e Franz Lenhart: differenze tra le pagine

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{{Composto chimico
{{Bio
|immagine1_nome = Dinitrogen-pentoxide-2D.png
|Nome = Franz
|immagine1_dimensioni = 200px
|Cognome = Lenhart
|immagine1_descrizione = Pentossido di diazoto
|Sesso = M
|immagine2_nome = Dinitrogen-pentoxide-3D-balls.png
|LuogoNascita = Bad Häring
|immagine2_dimensioni = 200px
|GiornoMeseNascita = 7 gennaio
|immagine2_descrizione = Pentossido di diazoto
|AnnoNascita = 1898
|immagine3_nome =
|LuogoMorte = Merano
|immagine3_dimensioni =
|GiornoMeseMorte = 27 marzo
|immagine3_descrizione =
|AnnoMorte = 1992
|immagine4_nome =
|Epoca = 1900
|immagine4_dimensioni =
|Attività = pittore
|immagine4_descrizione =
|Attività2 = disegnatore
|immagine5_nome =
|Nazionalità = austriaco
|immagine5_dimensioni =
|NazionalitàNaturalizzato = italiano
|immagine5_descrizione =
}}È stato uno dei maggiori esponenti della cartellonistica pubblicitaria italiana della prima metà del Novecento; gran parte di questa produzione ebbe come oggetto note località turistiche delle [[Dolomiti]], in particolare [[Cortina d'Ampezzo]] e [[Madonna di Campiglio]], raffigurate come scenari ideali dove trascorrere vacanze e praticare sport invernali. Negli anni trenta si affermò anche nel settore dell'illustrazione realizzando per le compagnie di navigazione triestine [[Opuscolo|opuscoli]] e [[dépliant]] sulla vita a bordo dei passeggeri.
|nome_IUPAC = pentossido di diazoto
|abbreviazioni =
|nomi_alternativi = anidride nitrica<br/> pentossido di azoto<br/> ossido di azoto (V)
|titolo_caratteristiche_generali =
|massa_molecolare = 108,01
|peso_formula =
|aspetto = Solido cristallino bianco
|numero_EINECS =
|titolo_proprietà_chimico-fisiche =
|densità_condensato = 2,05
|densità_gas =
|prodotto_ionico =
|indice_di_rifrazione =
|Ka =
|Ka_temperatura =
|Kb =
|Kb_temperatura =
|punto_isoelettrico =
|solubilità_acqua = Reagisce formando [[acido nitrico|HNO<sub>3</sub>]]
|Ks =
|Ks_temperatura =
|temperatura_di_fusione = 30 °C (303,15 K)
|entalpia_di_fusione =
|entropia_di_fusione =
|temperatura_di_ebollizione = 47 °C (320,15 con decomposizione K)
|entalpia_di_ebollizione =
|entropia_di_ebollizione =
|punto_triplo =
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|tensione_di_vapore =
|tensione_di_vapore_temperatura =
|sistema_cristallino =
|viscosità_cinematica =
|viscosità_cinematica_temperatura =
|viscosità_dinamica =
|viscosità_dinamica_temperatura =
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|entalpia_standard_di_formazione =
|energia_libera_standard_di_formazione =
|entropia_standard_di_formazione =
|capacità_termica =
|entalpia_standard_di_combustione =
|titolo_proprietà_tossicologiche =
|LD50 =
|flash_point =
|limiti_di_esplosione =
|temperatura_di_autoignizione =
|TLV =
|titolo_indicazioni_sicurezza = ---
|simbolo1=tossico
|simbolo2=corrosivo
|simbolo3=comburente
|frasiH = {{frasiH|270|302|314|331|335}}
|consigliP = -
}}
Il '''pentossido di diazoto''' (o '''anidride nitrica''') è un [[ossido]] di [[azoto]] con [[Formula chimica|formula]] N<sub>2</sub>O<sub>5</sub>.
 
Raccolte di suoi manifesti originali dell'epoca si trovano al Museo Nazionale Collezione Salce di Treviso<ref>https://polomusealeveneto.beniculturali.it/musei/museo-nazionale-collezione-salce</ref> e al [[Touriseum]], Museo Provinciale del Turismo di Merano<ref>http://www.touriseum.it/it/vips/castel-trauttmansdorff-merano-vips-franz-lenhart.asp</ref>.
Si tratta di un solido cristallino volatile e [[deliquescenza|deliquescente]] costituito da NO{{apici e pedici|p=+|b=2}} e NO{{apici e pedici|p=−|b=3}}, quindi è effettivamente [[nitrato]] di [[nitronio]].
 
==Biografia==
Allo stato di vapore o in soluzione di solventi apolari è presente come molecola covalente.
Nato nel 1898 a [[Bad Häring]], in [[Austria]], Franz Josef Lenhart studia prima all'Accademia delle Belle Arti di [[Vienna]] e poi all'Accademia di [[Firenze]]. Nel 1922, ottenuta una cattedra all'Istituto Tecnico Italiano, si trasferisce a [[Merano]], in Alto Adige, e ne fa la sua città di adozione. Nei due anni seguenti mette a frutto le vacanze scolastiche frequentando a Parigi i corsi estivi all'Accadémie de la Grande Chaumière, perfezionandosi così nel nudo e nel disegno di figura.<br/>La sua affermazione come cartellonista decolla presto grazie all'ENIT, l'Ente Nazionale Italiano per il Turismo, che acquista uno dei suoi primi manifesti, “Visitate le Dolomiti”, e lo fa affiggere in tutta la Penisola. Da quel momento, dalle località montane del [[Veneto]], del [[Trentino]] e dell'[[Alto Adige]] a vocazione turistica cominciano a fioccare commesse di manifesti e locandine, dando così a Lenhart l'opportunità di mettere a punto uno stile molto personale che rende inconfondibili le sue affiches: sullo sfondo scorci delle Dolomiti, in primo piano figure dinamiche di sportivi o di donne avvenenti. E soprattutto: una composizione in cui il lettering, il messaggio promozionale, fa da base per il disegno, finendo con l'integrarsi totalmente con esso.<br/> Un'altra stagione artistica ed esistenziale rilevante scaturisce nel 1934 dalla collaborazione con le grandi compagnie triestine di navigazione, per le quali Lenhart realizza brochures e prospetti di motonavi e transatlantici, e grazie alle quali può trascorrere lunghi periodi all'estero, alloggiando in albergo di lusso: [[Copenaghen]], [[Londra]], [[Parigi]], [[Vienna]], [[Sudamerica]] e [[Giappone]]<ref>Daniela Pancheri, ''Biografie dei principali artisti'', citato in ''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990, p. 126.</ref>. Il capolavoro grafico di Lenhart in questo speciale segmento della réclame è la brochure per il ''[[Conte di Savoia]]'', "la nave che non rolla", gioiello della cantieristica italiana varata a Trieste nel 1931 per coprire la rotta tra l'Europa e [[New York]]<ref>''Conte di Savoia. La prima classe'', Disegni originali di Franz Lenhart, Compilato a cura dell'Ufficio Pubblicità "Italia"'', Milano, 1932-X.</ref> <br/>
Si ha quindi un [[equilibrio chimico|equilibrio]] tra le due forme:
Un capitolo a parte nella produzione artistica è quello dei ritratti che gli vengono commissionati dai nobili d'Europa e del Giappone, a partire da [[Umberto II di Savoia]], suo compagno di sci a Cortina d'Ampezzo<ref>Lillo Gullo, ''Pittura da re'', ''Alto Adige'', 31 agosto 1990.</ref><br/>Dai primi anni Cinquanta, con la cartellonistica illustrata entrata in crisi per il cambio di gusto a favore della fotografia<ref>[[Piero Zanotto]], ''Salce. Il trevigiano dei 25 mila manifesti'', ''l'Adige'', 18 gennaio 1991.</ref>, Lenhart è costretto a rallentare la sua produzione di manifesti. Riprende allora l'attività di pittore e nel 1962 esegue il ciclo di affreschi per la “Passeggiata d'inverno” a Merano<ref>Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989, p. 28.</ref>.
Franz Josef Lenhart muore nel 1992, all'età di di 94 anni. La città di Merano gli ha reso omaggio con una scultura a firma [[Mimmo Paladino]] collocata sulla Passeggiata Lungopassirio e inaugurata il 17 ottobre del 2017.
<ref>{{cita web|''Quattro nuove sculture, omaggi a Lenhart e Jori, ''Alto Adige.it'', 17 ottobre 2017.|
http://www.altoadige.it/cronaca/bolzano/quattro-nuove-sculture-omaggi-a-lenhart-e-jori-1.1347262}}</ref>
 
== Note ==
:<chem>N2O5 <=> NO2+NO3-</chem>
<references />
 
Fra tutti gli ossidi di azoto è l'unico ad avere un ossigeno a ponte tra i due atomi di azoto.
Storicamente fu sintetizzata per la prima volta da [[Henri Sainte-Claire Deville|Deville]] nel [[1840]] facendo reagire AgNO<sub>3</sub> con Cl<sub>2</sub>. Adesso viene prodotto per disidratazione dell'[[acido nitrico]]:
 
:<chem> 4HNO3 + P4O10 -> 2N2O5 + 4HPO3</chem>
 
È un forte [[ossidante]] nei confronti di [[Metallo|metalli]], [[Non metallo|non metalli]] e sostanze organiche.
Con [[acqua]] reagisce violentemente dando [[acido nitrico]]:
 
:<chem> N2O5 + H2O -> 2HNO3</chem>
 
==Bibliografia==
*Elio Baldessarelli, ''Lenhart'', Casa Editrice Pötzelberger, Merano, 1989. ISBN 88-85198-03-1
*{{Cita libro|autore=[[Ivano Bertini]]|nome2=Fabrizio|cognome2=Mani|titolo=Chimica Inorganica|editore=CEDAM|ISBN=88-13-16199-9}}
*''Le Dolomiti nei manifesti'', a cura di Roberto Festi e Eugenio Manzato, Priuli & Verlucca Editori, Ivrea, 1990.
 
*Roberto Festi, Lillo Gullo, ''Franz J. Lenhart'', Edizioni Banca di Trento e Bolzano, 2000. ISBN 88-85341-04-7
== Altri progetti ==
*''L'album giapponese di Franz Josef Lenhart.1936-1937'', a cura di Rosanna Pruccoli, Mairania 857, Merano, 2007.
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==Altri Progetti==
== Collegamenti esterni ==
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