Arquata del Tronto e Discussione:Michele Guerrisi: differenze tra le pagine

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==Cremona==
{{Divisione amministrativa
Il Caramel-Pirovano, che ho usato come fonte per la Biennale del '36 e per la Galleria d'arte moderna di Milano, parla del ''Ritratto di <span style="text-decoration: underline">S.</span> Cremona'', mentre in voce si parla di "Italo Cremona", che immagino, sia [http://www.treccani.it/enciclopedia/italo-cremona_(Dizionario-Biografico)/ costui]. E' un refuso nel testo? E' possibile sciolgliere questo dubbio? Nel dubbio ho lasciato "Italo", dato che chi ha scritto la voce ne sa più di me e che il Caramel-Pirovano, pur essendo un'ottima pubblicazione, non è nuovo a refusi di questo tipo. --[[Utente:Carlomartini86|Carlomartini86]]<sup>[[Discussioni_utente:Carlomartini86|<span style="color:#32CD32">('''''Dlin-Dlon''''')</span>]]</sup> 14:27, 6 gen 2015 (CET)
|Nome=Arquata del Tronto
|Panorama=Rocca di Arquata del Tronto - panorama.jpg
|Didascalia=
|Bandiera=Arquata del Tronto - gonfalone comunale.jpg
|Voce bandiera=
|Stemma=Arquata del Tronto-Stemma.png
|Voce stemma=
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=3
|Divisione amm grado 1=Marche
|Divisione amm grado 2=Ascoli Piceno
|Amministratore locale=Domenico Pala
|Partito=Insieme per Arquata
|Data elezione=16/05/2011
|Data istituzione=
|Latitudine gradi=42
|Latitudine minuti=46
|Latitudine secondi=19.02
|Latitudine NS=N
|Longitudine gradi=13
|Longitudine minuti=17
|Longitudine secondi=36.24
|Longitudine EW=E
|Altitudine=777
|Superficie=92.56
|Note superficie=
|Abitanti=1302
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2010.
|Aggiornamento abitanti=31-12-2010
|Sottodivisioni=[[Borgo di Arquata]], [[Camartina]], [[Capodacqua (Arquata del Tronto)|Capodacqua]], [[Colle di Arquata]], [[Faete]], [[Pescara del Tronto]], [[Piedilama]], [[Pretare]], [[Spelonga]], [[Trisungo]], Tufo, Vezzano
|Divisioni confinanti=[[Accumoli]] (RI), [[Acquasanta Terme]], [[Montegallo]], [[Montemonaco]], [[Norcia]] (PG), [[Valle Castellana]] (TE)
|Codice postale=63096
|Prefisso=[[0736]]
|Fuso orario=+1
|Codice statistico=044006
|Codice catastale=A437
|Targa=AP
|Zona sismica=2
|Gradi giorno=2549
|Diffusività=
|Nome abitanti=arquatani
|Patrono=[[Santissimo Salvatore]]<ref>[http://www.arquatadeltronto.com/it/news/221-festa-del-ss-salvatore-patrono-di-arquata Festa del SS. Salvatore, Patrono di Arquata<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|Festivo=prima domenica di settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Arquata del Tronto (province of Ascoli Piceno, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Arquata del Tronto nella provincia di Ascoli Piceno
|Sito=http://www.comune.arquatadeltronto.ap.it/
}}
 
:Una fonte di Cittanova dice la stessa cosa della Treccani, espose alle Biennali di Venezia del '34 (con l'opera “Nuotatrice”, ora Galleria Civica d'Arte Moderna, di Torino), del '36 (con “Ritratto di Italo Cremona”, ora Galleria d'Arte Moderna, di Milano), del '38. Guarda la fonte '''Tutte le chiese di Cittanova''' (Chiesa Matrice di Cittanova, la chiesa più importante di Cittanova, Michele Guerrisi, statua della Vergine opera in bronzo) '''http:// bettylafeaecomoda.forumcommunity.net/?t=51676153'''. Guarda pure Galleria d'Arte il Triangolo - Cosenza Guerrisi [http://www.galleriailtriangolo.com/800_calabrese.htm]. Sono le uniche informazioni, poi se hai ancora dubbi, un giorno guardo ancora meglio ciao :)--[[Utente:Guerrisi&#39;79|Guerrisi&#39;79]] ([[Discussioni utente:Guerrisi&#39;79|msg]]) 20:44, 6 gen 2015 (CET)
'''Arquata del Tronto''' è un [[comune italiano]] di 1&nbsp;302<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ascoli Piceno]] nella regione [[Marche]], appartenente alla [[Comunità Montana del Tronto]], noto per la presenza della storica [[Rocca di Arquata del Tronto|rocca medioevale]] che sovrasta il suo panorama.
 
== Collegamenti esterni modificati ==
È l'unico comune d'[[Europa]] racchiuso all'interno di due [[aree naturali protette]]: il [[Parco Nazionale del Gran Sasso|Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]], a [[sud]], ed il [[Parco Nazionale dei Monti Sibillini]] a [[nord]].<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 7.</ref>
 
Gentili utenti,
== Territorio ==
Il territorio dell'arquatano, prevalentemente [[montagna|montuoso]], è caratterizzato dalla presenza del [[monte Vettore]], del [[monte Ceresa]], del massiccio dei [[Sibillini]] e della catena dei [[monti della Laga]]. Il paesaggio varia tra alpestri pareti scoscese che si avvicendano a fitti [[bosco|boschi]] di [[castagno]], [[faggio]] e [[conifera|conifere]]; tra pendii e ampie balconate naturali, verdi campi e [[pascolo|aree pascolive]]. Dalle cime più alte si scorgono i profili del [[Gran Sasso d'Italia]] e del [[mare Adriatico]]. Questa è l'area del cosiddetto "''versante magico''" dei Sibillini, intriso sin dal [[medioevo]] di credenze, tradizioni e storie fantastiche, animate da presenze misteriose, che ancora oggi vi aleggiano. [[Guido Piovene]] li descrive come i «''monti più leggendari d'Italia''».<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 29.</ref> Sui fianchi di queste montagne vi erano gli antichi [[sentiero|sentieri]] che conducevano alla ''Strada delle fate'', alla [[Grotta della Sibilla]], [[Sibilla Appenninica|profetessa Appenninica]], e al [[Lago di Pilato]], dove si crede sia sprofondato il carro condotto dai buoi che trasportava, ingovernato, il corpo di [[Ponzio Pilato]].<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 8.</ref>
 
ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina [[Michele Guerrisi]]. Per cortesia controllate la [https://it.wikipedia.org/w/index.php?diff=prev&oldid=93864182 mia modifica]. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a [[:m:InternetArchiveBot/FAQ|queste FAQ]]. Ho effettuato le seguenti modifiche:
Il centro urbano di Arquata è stato costruito a cavallo di un'altura nella zona dell'[[Valle del Tronto|Alta valle del Tronto]], lungo il versante sinistro dell'[[Tronto|omonimo fiume]] che attraversa la zona, alle falde delle montagne che lo circondano, tra il corso stesso del fiume e il Fosso di Camartina. L'autore Adalberto Bucciarelli individua le ragioni della scelta di edificazione dell'insediamento nella favorevole e strategica posizione topografica a vocata difesa naturale, legandola anche questioni d'igiene come la peculiare [[vento|ventosità]] del luogo.<ref name= "Bucciarellip13" > A. Bucciarelli, op. cit., p.13. </ref> Il [[paese (geografia)|paese]] dista circa 30&nbsp;km dal capoluogo [[Ascoli Piceno]], 55 km dall’Adriatico e 30 km da [[Norcia]]. Il suo territorio comunale, solcato dalla [[Salaria]], (strada rilevante già in epoca romana, attraverso gli snodi della consolare era possibile raggiungere l'entroterra marchigiano, [[Norcia]], [[Roma]] e [[L'Aquila]].<ref>B. Carfagna, ''op. cit.,'' p. 59.</ref>) comprende una superficie di circa 92&nbsp;km² spaziando dai 580 ai 2.476&nbsp;m [[s.l.m.]]<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 14.</ref> Il suo comprensorio si estende fino all'estremo sud-occidentale delle Marche, confinando con tre regioni, (caratteristiche che in [[Italia]] condivide col solo comune confinante di [[Accumoli]]), quali: [[Abruzzo]], con la [[provincia di Teramo]], [[Lazio]], con la [[provincia di Rieti]], ed [[Umbria]], con la [[provincia di Perugia]].
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20141006132047/http://www.circoloartistitorino.it/index.asp?IDCAT=69 per http://www.circoloartistitorino.it/index.asp?IDCAT=69
 
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==Clima ==
Il clima di Arquata e del suo territorio comunale è quello tipico di media montagna. Gli [[inverno|inverni]] sono freddi con precipitazioni prevalentemente [[neve|nevose]], le temperature possono scendere di diversi gradi sotto lo zero e restarci anche per molti giorni. Le [[estate|estati]] risultano miti e mai troppo calde. Le precipitazioni sono distribuite equamente durante tutto l'arco dell'anno, con maggiore frequenza nei mesi freddi.
 
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 16:09, 15 gen 2018 (CET)
== Storia ==
=== Ipotesi sulle origini ===
Sull'origine del paese si hanno notizie incerte. Alcuni storici riconducono l'odierna Arquata all'antica ''Surpicanum'', uno dei centri della [[Regio V Picenum]] del quale non è stata individuata con certezza l'ubicazione, sebbene collocata tra le ''[[Statio (guerra)|Statio]]'' della [[Tavola Peutingeriana]] ''Ad Martis'', identificabile nell'attuale frazione di Tufo, e ''Ad Aquas'', il paese di [[Acquasanta Terme]].<ref name= "GalièVecchionip.41" > N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 41.</ref> Alcuni studiosi posizionano Surpicanum nella Piana di San Salvatore del vicino centro di [[Borgo di Arquata|Borgo]] che sembra ricalcare quella dell'antica Statio sulla via Consolare Salaria situata dove si divideva il bivio che raggiungeva la città di [[Fermo]].<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 44. </ref> Un'altra ipotesi attribuisce la nascita di questo insediamento fortificato all'[[epoca romana]] e lo cita come una delle ''Statio'' dislocate sulla [[Via Salaria|Consolare Salaria]], strada che all'epoca era la via commerciale del trasporto del [[sale]] prodotto nelle [[salina|saline]] di [[Truentum]].<ref name= "GalièVecchionip.41" /> Si suppone, inoltre, che Arquata fosse un paese fondato dai [[Sabini]], correlando la vicinanza di questo popolo già presente a Norcia e ad Ascoli, originata dalla [[migrazione]] di queste genti col [[ver sacrum]], e che solo in seguito divenne dei [[Romani]]. Nel [[I secolo d.C.]] la località e tutta l'area dell'Alta valle del Tronto appartenevano alla famiglia imperiale di [[Vespasiano]], detta famiglia dei [[Dinastia Flavia|Flavi]], originaria appunto della [[Sabina]].<ref name= "GalièVecchionip.41" />
 
== Collegamenti esterni modificati ==
=== Medioevo ===
[[File:Rocca di Arquata del Tronto.jpg|thumb|left|180px|La Rocca]]
{{vedi anche|Rocca di Arquata del Tronto}}
Le prime notizie certe e documentate su Arquata si trovano nel periodo dell'[[alto medioevo]] quando, nel [[VI secolo]], era definita ''Terra Summantina''. Ulteriore e successivo riferimento storico è fornito dall'[[invasione]] del popolo [[Longobardi|longobardo]] che giunse fino a [[Spelonga]], dove forse esisteva un [[castrum]]. Ne icompare la citazione nella cronaca del viaggio intrapreso da [[Carlo Magno]] che, nell'[[800]], attraversò questi luoghi per recarsi a [[Roma]] in occasione della sua [[incoronazione]].<ref name= "GalièVecchionip.46" > N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 46.</ref> Nel [[XIII secolo]]<ref>A. Bucciarelli, ''op. cit.,'' p. 13.</ref> la città di Ascoli, con il contributo di [[Amatrice]] e Castel Trione, costruì la fortezza sulla sommità della rupe a [[nord]]<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 52.</ref> del paese e, da questo momento, la storia di Arquata si confonderà e si sovrapporrà a quella della sua Rocca, aspramente contesa tra [[Norcia|norcini]] e ascolani per circa tre secoli.<ref>B. Carfagna, ''op. cit.,'' p. 63.</ref>
Nell'anno [[1215]], si ricorda la visita di [[San Francesco d'Assisi]], qui giunto nella sua missione di apostolato.<ref name= "GalièVecchionip.46" /> Nello [[Statuto (diritto)|Statuto]] d'Arquata del [[1574]] si legge una delle frasi più note legate a questo comune: «''Che alcuno non se parta della terra d'Arquata e suo contado con animo de non ritornare a detta terra''».<ref>Statuto di Arquata del 1574, Libro I - Rubrica XLV.</ref>
 
Gentili utenti,
=== XIX secolo ===
Nel [[1809]], il territorio di Arquata tornò ad essere assoggettato allo Stato Pontificio. A seguito dell'invasione [[Francia|francese]], la prefettura di Norcia decadde ed Arquata, estremo baluardo meridionale dell'[[Impero Francese|Impero Napoleonico]], entrò con il titolo di Cantone nel [[Dipartimento del Trasimeno]].<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 61.</ref>
 
ho appena modificato 1 collegamento/i esterno/i sulla pagina [[Michele Guerrisi]]. Per cortesia controllate la [https://it.wikipedia.org/w/index.php?diff=prev&oldid=95683773 mia modifica]. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a [[:m:InternetArchiveBot/FAQ|queste FAQ]]. Ho effettuato le seguenti modifiche:
Con l'emanazione del ''[[motu proprio]]'' di [[Pio VII]] dell'anno [[1816]]<ref>[http://books.google.it/books?id=wyIsAAAAYAAJ&page=3&printsec=frontcover#v=onepage&q=&f=false Il ''motu proprio'' “Quando per ammirabile disposizione” di Pio VII]</ref> si ebbe una nuova suddivisione amministrativa dello Stato Pontificio che generò l'istituzione della [[delegazione apostolica di Ascoli]]. Il successivo editto [[Consalvi]], promulgato dall'omonimo [[cardinale]] e [[cardinale segretario di stato|Segretario di Stato]] il [[26 novembre]] [[1817]], in vigore dal [[1º gennaio]] [[1818]], eresse Arquata a Governo nel distretto di Ascoli. Il disposto sanciva così il distaccamento dei possedimenti arquatani dalla [[delegazione apostolica di Spoleto|delegazione di Spoleto]] e la loro aggregazione al territorio marchigiano, circostanza che determinò anche la rimozione dei carteggi di questo comune, conservati presso la delegazione spoletina, ed il loro trasferimento alla nuova sede di Ascoli.<ref>[http://www.maas.ccr.it/PDF/Ascolipi.pdf (a cura di Giuseppe Morìchetti) in Archvio di Stato di Ascoli Piceno pag. 397.]</ref>
*Aggiunta di {{tl|collegamento interrotto}} su http://www.comune.sangiulianodelsannio.cb.it/foto
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20141015152058/http://www.fondazionezeri.unibo.it/catalogo/scheda.jsp?decorator=layout_S2&apply=true&tipo_scheda=OA&id=84034&titolo=Guerrisi+Michele%0A%09%09%09%0A%09%09+++++%2C+Orfeo+ed+Euridice+%3B+Orfeo per http://www.fondazionezeri.unibo.it/catalogo/scheda.jsp?decorator=layout_S2&apply=true&tipo_scheda=OA&id=84034&titolo=Guerrisi+Michele%0A%09%09%09%0A%09%09+++++%2C+Orfeo+ed+Euridice+%3B+Orfeo
 
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Mantenne le competenze di ''Governo di Arquata'' anche nella successiva ripartizione amministrativa voluta da [[papa Gregorio XVI]], nell'anno [[1831]], quando Ascoli e Fermo, dopo la restaurazione dello Stato Pontificio, furono nuovamente separate e la delegazione ascolana tornò a beneficiare della sua autonomia. L'editto del cardinale Bernetti, del [[5 luglio]] 1831, stabiliva che la delegazione ascolana fosse divisa in due distretti:
*Ascoli, con i Governi di: Ascoli, Amandola e Arquata;
*Montalto, con i Governi di: Montalto, Offida e San Benedetto.<ref>[http://www.maas.ccr.it/PDF/Ascolipi.pdf (a cura di Giuseppe Morìchetti) in Archvio di Stato di Ascoli Piceno p. 398.]</ref>
 
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Nel riparto territoriale dello Stato Pontificio del [[1833]] Arquata è ''Comune di residenza del Governatore'' e comprende nella sua giurisdizione i paesi di Borgo, Camartina Colle, Faete, Pescara, Piedilama, Pretare, Spelonga, Trisungo e Vezzano.<ref>[http://books.google.it/books?id=Sn0uAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Raccolta delle leggi e disposizioni di pubblica amministrazione nello Stato Pontificio], ''op. cit.,'' p. 316.</ref>.
 
== Collegamenti esterni modificati ==
Nel [[1860]], a seguito dell'emanazione del Regio decreto n. 4495<ref>[http://books.google.it/books?id=rPQGAAAAYAAJ&pg=RA1-PA89&dq=Mandamento+di+Arquata+1861&hl=it&ei=_lDvTejuHsjRsgap6I2vCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CC8Q6AEwAQ#v=onepage&q&f=false Regio decreto n. 4495 del 22 dicembre 1860] in Collezione celerifera, ''op. cit.,'' p. 89.</ref>, del 22 dicembre 1860, nella ripartizione territoriale del [[Circondario di Ascoli Piceno|circondario di Ascoli]] Arquata divenne sede del II Mandamento di Ascoli.<ref>[http://books.google.it/books?id=rPQGAAAAYAAJ&pg=RA1-PA91&dq=Mandamento+di+Arquata+1861&hl=it&ei=_lDvTejuHsjRsgap6I2vCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=2&ved=0CC8Q6AEwAQ#v=onepage&q&f=false Mandamento di Arquata nella suddivisione del Circondario di Ascoli Piceno] in Collezione celerifera, ''op. cit.,'' p. 91.</ref>.
 
Gentili utenti,
==== La sosta di Giuseppe Garibaldi nell'anno 1849 ====
[[File:Arquata del Tronto - lapide Garibaldi.jpg|thumb|left|180px|Lapide commemorativa della sosta di Garibaldi murata sulla facciata di casa Ambrosi]]
Tra gli eventi accaduti nel paese di Arquata vanno ricordati l'arrivo ed il pernottamento di [[Giuseppe Garibaldi]], nell'anno [[1849]], che qui si fermò quando partì alla volta di [[Roma]]. Questa fu la terza ed ultima tappa in territorio ascolano. La cronaca ci perviene dagli scritti di [[Candido Augusto Vecchi]], [[Fermo|fermano]], capitano del 23º di linea [[Regno di Sardegna|piemontese]] e [[storiografo]] della guerra del [[1848]], che fu tra i più fedeli e cari amici del generale. Questi, al passaggio dell'eroe dei due mondi nella città di Ascoli Piceno si unì al gruppo, ma lo seguì fino a [[Rieti]] per poi proseguire da solo e raggiungere Roma dove svolse il suo mandato di deputato partecipando ai lavori dell'Assemblea Costituente.
 
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In questo viaggio Garibaldi era già accompagnato da [[Nino Bixio]], quale ufficiale d'ordinanza, [[Gaetano Sacchi]], Marocchetti, Andrea d'Aguyar, servitore, e Guerrillo il suo piccolo cane, azzoppato da una ferita, che aveva l'abitudine di seguire il suo padrone camminando tra le zampe del suo cavallo. Durante il trasferimento da Ascoli a San Pellegrino di Norcia fu ospitato ad Arquata dal locale governatore Gaetano Rinaldi, capo della reazione clericale. Il generale dormì presso casa Ambrosi nella notte tra il [[26 gennaio|26]] e il [[27 gennaio]] [[1849]]. Giunse nel giorno di [[venerdì]] 26 quando, dopo aver lasciato la città di Ascoli, si avviò verso le zone montane attraversando la parte più alta della valle del Tronto tra gli [[Appennini]]. Egli e il suo seguito lasciarono Ascoli intorno alle dieci del mattino raggiungendo la consolare Salaria accompagnati dai [[carabinieri]] a cavallo, dalla guardia civica, dalla banda comunale, da dodici carrozze e da una folla festante. Giunti a [[Porta Gemina|porta Romana]] il generale congedò tutti e regalò una spada a [[Matteo Costantini]], (anch'egli come [[Giuseppe Costantini]], suo padre, era detto ''Sciabolone''), quale segno della sua amicizia e rifiutò, per l'ennesima volta, la sua scorta sulle strade di montagna.
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20140223113209/http://www.vicariatusurbis.org/spiov/spiov2013/index.php?option=com_content&view=article&id=21&Itemid=115 per http://www.vicariatusurbis.org/spiov/spiov2013/index.php?option=com_content&view=article&id=21&Itemid=115
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20150128113128/http://www.comune.sangiulianodelsannio.cb.it/foto per http://www.comune.sangiulianodelsannio.cb.it/foto
 
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La prima sosta di ristoro avvenne ad [[Acquasanta Terme]], dove Garibaldi, sceso da cavallo, si accomodò su un sedile di [[travertino]] per accendere un [[sigaro]]. Ripreso il cammino, la spedizione arrivò ad Arquata dove fu accolta ed ospitata con molto riguardo. Candido Augusto Vecchi racconta di un lungo pranzo che durò fino a mezzanotte. Al mattino seguente, il 27 gennaio, prima del sorgere del [[sole]], il generale e i suoi lasciarono il paese per dirigersi verso Rieti. Il governatore d'Arquata regalò loro quattro [[libbra|libbre]] di [[Tuber (genere)|tartufi]] come viatico. Si avviarono così alla volta di San Pellegrino percorrendo la strada che conduce a [[Pretare]] e quindi a [[Forca di Presta]]. Furono scortati dal figlio del governatore d'Arquata che portò con sé, e in loro onore, fin sulla cima della montagna, un [[tricolore|vessillo tricolore]] di seta.
 
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Il generale ricordò la sosta ad Arquata nelle sue ''Memorie'' scrivendo: «''(...) ed io per le via di Ascoli e la Valle del Tronto, con tre compagni per percorrere ed osservare la frontiera napoletana. Valicammo gli Appennini, per le scoscese alture della Sibilla, la neve imperversava, mi assalirono i dolori reumatici che scemarono tutto il pittoresco del mio viaggio. Vidi le robuste popolazioni della montagna, e fummo ben accolti, festeggiati dovunque, e scortati da loro con entusiasmo.''»
 
== Collegamenti esterni modificati ==
Ad Arquata quali segni di questo evento rimangono la Via Garibaldi e una lapide affissa sulla parete esterna di casa Ambrosi, qui spostata dalla primaria collocazione sul muro della torre civica, in cui si ricorda la sosta del generale. L'iscrizione recita: «''QUI - NEL 19 FEBBRAIO 1849 - TRAENDO ALLA VOLTA DI ROMA - FU - GIUSEPPE GARIBALDI - IL SUO NOME E UNA STORIA E UN'EPOCA - A PERPETUA RICORDANZA - MUNICIPIO E POPOLO D'ARQUATA - POSERO - NEL 20 AGOSTO 1882''» Corre l'obbligo di precisare che la data [[19 febbraio]], scolpita sulla pietra, è inesatta poiché Garibaldi arrivò e pernottò tra il 26 e il 27 gennaio. L'iniziativa di apporre una lapide commemorativa a ricordo dello straordinario evento fu presa da un comitato promotore e sostenuta dal locale municipio dopo la morte dell'eroe dei due mondi che avvenne il [[2 giugno]] [[1882]].
 
Gentili utenti,
La cronaca dell'evento dell'inaugurazione della pietra ci giunge dalle corrispondenze di Girolamo Rilli e di Marietta Zocchi Girardi, rispettivamente pubblicate sulla ''Gazzetta di Ascoli Piceno'' del 23 e del [[24 agosto]] del [[1882]]. Lo scoprimento della lapide avvenne il [[20 agosto]] 1882, alle dieci e trenta del mattino, seguito dall'esecuzione dell'[[Inno di Garibaldi|inno garibaldino]] e dai discorsi delle autorità e dei membri del comitato promotore. Sulle pagine della ''Gazzetta'' si leggono riportate anche la commossa ed entusiasta partecipazione di tutta la cittadinanza intervenuta e la moltitudine di drappi, bandiere e festoni che sventolavano dalle finestre del borgo affacciate sulla piazza.
 
ho appena modificato 1 {{plural:1|collegamento esterno|collegamenti esterni}} sulla pagina Michele Guerrisi. Per cortesia controllate la [https://it.wikipedia.org/w/index.php?diff=prev&oldid=105611480 mia modifica]. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a [[:m:InternetArchiveBot/FAQ/it|queste FAQ]]. Ho effettuato le seguenti modifiche:
=== Toponimo ===
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20141023161350/http://www.arteculturafotoin.it/calabresi_illustri.html per http://www.arteculturafotoin.it/calabresi_illustri.html
Assunse il nome ufficiale di Arquata del Tronto nell'anno successivo alla nascita del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], come riportato nel Regio decreto 9 novembre 1862 n. 978 e nella la delibera del consiglio comunale del [[5 agosto]] [[1862]].<ref>Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno D'Italia, Anno 1862 Dal N 409 al 1100 Volume Quinto, Torino Stamperia Reale, p. 2985.</ref>
 
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.
Il nome di ''Arquata del Tronto'' è composto dall'accostamento di due termini:
*''"Arquata"'' che deriva dal [[lemma]] [[lingua latina|latino]] ''Arx'', (arx, arcis), che vuol dire [[rocca (fortificazione)|rocca]], [[fortezza|insediamento fortificato]] o altura fortificata.<ref name= "GalièVecchionip.41" /> L'Amadio lega il signifcato del [[toponimo]] alla parola ''arcuata'', intesa come: grotta, galleria, cunicolo. L'autore, però, non spiega o specifica quale di questi significati sia collegato al paese.<ref>G. Amadio, ''op. cit.,'' p. 32.</ref>
*''"del Tronto"'' in riferimento all'omonimo fiume che scorre vicino alla località.
 
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 00:53, 12 giu 2019 (CEST)
=== Simboli ===
==== Il gonfalone civico ====
La [[blasonatura]] del gonfalone civico è riportata nel testo del vigente statuto comunale:
 
== Collegamenti esterni modificati ==
«''Di forma rettangolare, con dicitura Comune di Arquata del Tronto, è ornato da due rami, di cui uno di mirto a sinistra e l'altro di quercia a destra, riporta in oro sullo sfondo verde due stemmi, di cui quello di sinistra con descrizione REG TEB AR POT, l'altro di destra con descrizione 1572 TEPOR LAURI COLE PR, sovrastati entrambi da una corona turrita''»<ref name="Ministero dell'Interno - Statuti">[http://autonomie.interno.it/statuti/visualizza_statuti.php?cCodiProv=044007 Ministero dell'Interno - Statuti]</ref>
 
Gentili utenti,
Lo stendardo è costituito da un drappo rettangolare di seta di colore verde che termina in tre bande e reca, nella parte più alta, l'iscrizione centrata e convessa verso l'alto: ''Comune di Arquata del Tronto''. Il vessillo è completato dalla cravatta ed i nastri tricolore. Al centro sono rappresentati affiancati i due scudi araldici adottati quali simboli della municipalità. Gli stemmi sono sormontati da una [[corona muraria|corona turrita]] in argento murata di nero che indica il titolo di comune, come previsto dal regio decreto del [[1943]].<ref>[http://www.governo.it/Presidenza/cerimoniale/onorificenze_araldica/araldica/regio_decreto070643.html Art. 97, Regio Decreto 7 giugno 1943, num. 652].</ref> Il drappo è custodito ed esposto presso la Sala del Consiglio del locale Municipio.
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File:Arquata del Tronto - gonfalone comunale.jpg|thumb|Gonfalone ufficiale del Comune
File:Arquata del Tronto - Municipio.jpg|Municipio
File:Arquata del Tronto - Sala Consiliare del Municipio.jpg|Sala del Consiglio
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==== Lo stemma ====
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20150128112836/http://www.arteculturafotoin.it/palmi-_casa_della_cultura.html per http://www.arteculturafotoin.it/palmi-_casa_della_cultura.html
L'[[araldica]] dello stemma è descritta nello statuto comunale:
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20141029191913/http://www.arteculturafotoin.it/speciale_cultura_.html per http://www.arteculturafotoin.it/speciale_cultura_.html
 
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«''Presenta una figura ovoidale a strisce bianche e rosse su fondo oro sovrastato da una corona turrita''»<ref name="Ministero dell'Interno - Statuti"/>
 
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 15:53, 22 lug 2019 (CEST)
Lo [[stemma]] più antico della [[comunità]] di Arquata è datato [[XIV secolo]]. Questo mostrava all'interno di uno [[scudo araldico|scudo]] l'effigie di san Pietro, [[patrono]] del [[castello]], ritratto sopra una [[montagna]] con cinque [[vetta|cime]], munito di [[chiave (araldica)|chiavi]] e di [[Sacre Scritture]]. La rappresentazione era riproposta anche nei [[sigillo reale|sigilli]] del [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo]] ritrovati in alcuni [[atto amministrativo|atti amministrativi]] sia presso l'Archivio Storico del Comune di [[Norcia]] sia presso l'[[Archivio di Stato]] di Ascoli.
 
Nella seconda metà del [[XVI secolo]], nell'anno [[1572]], sebbene non si conoscano le ragioni [[politica|politiche]], lo stemma fu cambiato dai priori comunali che commissionarono la realizzazione di uno scudo palato che recava la rappresentazione di [[6 (numero)|sei]] pali verticali contigui e [[Attributi araldici di modifica|smaltati]] alternando i [[colore|colori]] del [[bianco]] e del [[rosso]]. Nell'anno [[1852]] lo scudo fu annoverato nel primo [[censimento]] ricognitivo degli stemmi comunali, ma nella rappresentazione grafica furono erroneamente confusi i pali con le sbarre. Il simbolo araldico fu, quindi, rappresentato con strisce [[diagonale|diagonali]] anziché verticali. Il disegno dello scudo arquatano è essenziale e propone tre pali rossi verticali in campo bianco. Non esiste nell'archivio storico del comune alcuna traccia che possa precisare la sua origine o concessione. Al di fuori dell'arma e nella riproduzione lapidea sono proposti due [[motto|motti]]: ''"Arquata Potest"'' ed ''"Arquata Reggia Terra"''. Gli amministratori arquatani equivocarono ciò che avevano trovato scolpito nella pietra dell'arma gentilizia di Regolo Tebaldeschi di Norcia. Questi condusse la [[podestà|podesteria]] arquatana durante un ignoto periodo del [[XVI secolo]]. Lo stemma conservato presso il [[palazzo]] del [[municipio]] reca l'iscrizione ''“REG TEB AR POT”'' che per esteso va interpretato come: ''"REG(OLVS) TEB(ALDESCVS) AR(QUATE) POT(ESTAS)"'' ossia ''"Regolo Tebaldeschi Podestà d'Arquata"'', la stessa epigrafe che è stata intesa anche come ''"Regia Terra Arquata Potens"''.<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 57.</ref>
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File:Arquata del Tronto-Stemma2.png|Stemma con scudo in forma aulica
File:Arquata del Tronto - Riproduzione litica dello stemma civico sulla facciata del municipio.jpg|Riproduzione litica dello stemma civico sulla facciata del Municipio
File:Arquata del Tronto - scudo gentilizio.jpg|Scudo gentilizio di Regolo Tebaldeschi
File:Arquata del Tronto - scudo palato.jpg|Scudo palato della comunità arquatana datato 1572
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== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
[[File:Arquata 2006 crocifisso.jpg|180px|right|thumb|Crocifisso ligneo policromo del XIII secolo]]
 
* Chiesa della Santissima Annunziata - Chiesa [[parrocchia]]le di Arquata del Tronto. L'edificio religioso si trova all'interno del paese lungo la via che conduce alla Rocca. Di dimensioni modeste ha una facciata molto semplice con un importante [[portale]] scolpito in [[pietra arenaria]]. Il suo interno è costituito da un unico ambiente dove si trovano [[altare|altari]] [[legno|lignei]], la [[cantoria]], e collocata, sulla parete di fondo, una tela dell'[[Annunciazione]] del [[XVI secolo]]. L'arredo storico più noto di questa chiesa è costituito dal ''Crocifisso ligneo policromo'' della seconda metà del XIII secolo, esposto su di un [[capitello]] di [[tufo (roccia)|tufo]] e considerato la [[statua]] [[sacro|sacra]] più antica delle Marche. L'opera proviene dalla [[chiesa di San Salvatore di Sotto]] di Ascoli e qui portata da un gruppo di arquatani che, nell'anno [[1680]], ebbero una disputa con gli ascolani.<ref>Le Trame del Romanico, ''op. cit.,'' pp. 81-82.</ref> Il [[iconografia della Crocifissione|crocifisso]], per le sue [[dimensione|dimensioni]], è idealmente collocabile al centro di un quadrato di metri 1.45 per 1.45. Ha uno spessore medio di [[20 (numero)|20]] [[Centimetro|centimetri]] e si presenta come un'opera policroma con evidenti riferimenti allo [[Arte bizantina|stile bizantino]]. Dopo il suo [[restauro]], avvenuto nel [[1973]], si apprezza maggiormente il suo originale rivestimento [[pittura|pittorico]], prima nascosto da altri strati di ridipinture. Secondo alcuni esperti, l'opera è riferibile all'arte [[Spoleto|spoletina]] del XII secolo e del XIII secolo. Raffigura, come avveniva nell'arte popolare del tempo, un rigido [[Cristo]] [[crocifissione|crocifisso]] con [[braccio (anatomia)|braccia]] distese ed [[arto inferiore|arti inferiori]] [[parallelismo (geometria)|paralleli]]. Fu realizzato da due [[frate|frati]] [[Ordine di San Benedetto|benedettini]], ''Raniero'' e ''Bernardo'', che lo firmarono alla base. L'attuale lacunosa iscrizione riporta: «''...TER RANIERI DOM... R ...DUS T AIDA... NU TP SU''» che è stata letta, da Italo Zicari, con questa interpretazione: «''frater Ranieri dominus corpus fecit (o pinxit) frater Berardus aidavit''», traducibile come: «''Frate Raniero scalpellò (o dipinse) il corpo del Signore, Frate Berardo lo aiutò''». Sul [[testa|capo]] di [[Gesù]] è posta una [[corona (copricapo)|corona]] in [[argento]] [[sbalzo (arte)|sbalzato]], [[ex voto]] degli abitanti di Arquata, che reca inciso: «''ARQUATA COLERAE MORBO SERVATA SALVATORI SUO D.D. 1855''» Il crocifisso è sempre stato particolarmente [[venerazione|venerato]] dagli arquatani e non solo. Ancora oggi è condotto per le vie del paese in [[processione]] solenne.
 
* Chiesa di San Francesco - L'edificio religioso si eleva nella frazione [[Borgo di Arquata]], fa parte del complesso dell'omonimo [[convento]]. Di stile [[arte romanica|romanico]] conserva un [[portale (architettura)|portale]] del [[XVI secolo|Cinquecento]], la [[cantoria]], il [[pulpito]] ed [[altare|altari]] [[legno|lignei]] del [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]]. Al suo interno si trova custodita anche la cosiddetta ''"Sindone di Arquata".'' L'ambiente della chiesa è adorno di un ricco corredo sacro costituito da opere lignee. Si mostra suddiviso in due [[navata|navate]] scandite da [[colonna|colonne]], a base quadrata, elevate con conci di pietra. Il soffitto, la cui esecuzione è attribuita alla scuola di Norcia, è realizzato interamente in legno lavorato a [[cassettone|cassettoni]] modellati con forma quadrangolare recanti una decorazione circolare centrale a rilievo. Meritevole di interesse è anche la cantoria lignea, collocata all'ingresso, sostenuta da una colonna in pietra arenaria, a base [[ottagono|ottagonale]] liscia, sormontata da un capitello quadrangolare scolpito con motivi [[foglia|fogliari]]. Vi è anche un pulpito ligneo poggiato su colonne tortili. Sulla parete di fondo si trova il coro ligneo, del Quattrocento, arricchito, in alto, dalla presenza di un crocifisso. Nella parete di sinistra sono presenti un altare realizzato in [[stucco]] dedicato alla [[Madonna del Rosario]] circondata dalla rappresentazione di quindici misteri, seguito dalla [[nicchia]] scavata in cui si scorge l'[[affresco]], del [[1527]], di contesa attribuzione fra la scuola di [[Nicola Filotesio|Cola dell'Amatrice]] e la scuola di Norcia, raffigurante la [[Maria, madre di Gesù|Madonna]] con [[Bambino Gesù|Bambino]] tra due [[santi]]. A questo si trova affiancato un altro altare ligneo che ospita il reliquiario di legno dorato. La tradizione attribuisce a questa raccolta, come ad altre affini, la provenienza dalla terra della [[Palestina]]. Diametralmente opposto, sulla parete di destra, vi è ancora un altare ligneo del Seicento dedicato a [[san Carlo Borromeo]]. Al centro, tra le colonne, si trova il dipinto dell'olio su tela che ritrae la figura del santo, adoratore della Sacra Sindone, la cui copia estratta è collocata a fianco. Alle opere ricordate si aggiungono le [[statua|statue]] di san Francesco, realizzata in [[terracotta]] e legno, del [[secolo XV]] e [[sant'Antonio di Padova]], posta all'interno di un'[[edicola]] votiva del XVI secolo. Durante i lavori di restauro, del [[1980]], sono stati scoperti sotto allo strato d'[[intonaco]] esterno della facciata due bassorilievi, di pietra arenaria, del [[X secolo]]. Il primo mezzo tondo è un lavoro piuttosto ricercato, finemente [[scultura|scolpito]] e particolareggiato, che raffigura la [[Maria (madre di Gesù)|Madre di Dio]] ed il Sacrificio del Cristo per la [[redenzione (religione)|redenzione]] dell'[[umanità]]. L'umanità è rappresentata da piccole figure antropomorfe in basso. Il secondo bassorilievo reca scolpito un [[angelo]] che stringe nelle sue mani una [[bilancia (strumento)|bilancia]]. Il significato allegorico di questa rappresentazione è il riferimento al [[Giudizio Universale]] ed alla pesatura delle [[anima|anime]]. Questi due rinvenimenti sono stati posti all'interno della parete della facciata della chiesa, mantenendo le stesse caratteristiche di altezza della primaria sistemazione sulla parete esterna d'ingresso.
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File:Arquata 2006 sanfrancesco 3.JPG|Interno della chiesa di San Francesco
File:Arquata del Tronto - chiesa di San Francesco 021.jpg|Altare in stucco dedicato alla Madonna del Rosario
File:Arquata del Tronto - Chiesa di San Francesco 022.jpg|Affresco del 1527
File:Arquata del Tronto - chiesa di San Francesco 036.jpg|Reliquiario di legno dorato
File:Arquata 2006 sanfrancesco 4.JPG|Altare ligneo dedicato a san Carlo Borromeo
File:Arquata 2006 sanfrancesco 1.jpg|Interno della chiesa di San Francesco, sulla destra in fondo si vede l'estratto della Sacra Sindone
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==== La Sindone di Arquata del Tronto ====
[[File:Arquata del Tronto - Copia Sacra Sindone.jpg|thumb|right|180px|La Sindone di Arquata]]
[[File:Arquata del Tronto - Copia Sacra Sindone - particolare della scritta.jpg|thumb|right|180px|Particolare dell'iscrizione «''EXTRACTVM AB ORIGINALI''»]]
In pochi sanno che nella chiesa di San Francesco, di questa remota [[località abitata|località]] appenninica si trova una copia della [[Sacra Sindone]] custodita a [[Torino]]. Si tratta di una fedele riproduzione del sacro lino che reca il [[dipinto]]<ref>C. Ciociola e L. Castelli, ''op. cit.,'' p. 55.</ref> della stessa immagine dell'uomo sindonico, flagellato e crocifisso. Il telo si compone in un unico panno tessuto in filo di [[lino (fibra)|lino]] lavorato con [[trama (tessitura)|trama]] e [[ordito]] perpendicolari.<ref>Questo tipo di tessitura si differenzia da quello della Sindone di Torino che è a [[Saia#Spina di pesce|spina di pesce]].</ref> Il lenzuolo, di forma rettangolare, (440&nbsp;cm in lunghezza e 114&nbsp;cm in altezza), al centro, nello spazio tra le impronte del [[viso]] e della nuca, mostra la scritta in stampatello «''EXTRACTVM AB ORIGINALI''» «''estratto dall'originale''». La sindone di Arquata fu rinvenuta nel corso di lavori di conservazione e restauro della chiesa dedicata a san Francesco, eseguiti tra il [[1980]] e il [[1981]]. Il telo si trovava piegato e racchiuso all'interno di un'urna dorata nascosta dentro la nicchia di un altare.
 
Esiste una [[pergamena]] datata [[1º maggio]] [[1655]], redatta ad [[Alba (Italia)|Alba]], firmata da Guglielmo Sanzia, cancelliere vescovile e notaio, e Paolo Brizio, vescovo e conte di Alba, che ne costituisce il certificato di autenticazione. Nel documento vi è scritto che nello stesso anno su petizione del [[vescovo]] Massimo Bucciarelli, segretario del cardinale [[Borromeo]], alla presenza di una commissione incaricata, nella piazza di Castelgrande di Torino, un lenzuolo di lino di egual misura è stato fatto combaciare con la Sindone. La reliquia è considerata un prezioso oggetto di venerazione per tutti i credenti arquatani poiché la sua sacralità è stata ricavata dal contatto diretto con il telo funebre che ha avvolto il corpo di Cristo.
 
Riguardo alla necessità per la Chiesa di fornirsi di una copia della Sindone, la teoria più fondata sarebbe quella secondo la quale ci si volesse tutelare da possibili incidenti che potessero accorrere all'originale che, oltretutto, era in possesso non della Chiesa ma dei [[Casa Savoia|Savoia]]. L'aver posto la copia in un luogo così remoto conforta la tesi che questa volesse essere una sorta di "copia di sicurezza". Qui i [[francescani]] l'hanno custodita gelosamente per secoli, limitando le [[Ostensione|ostensioni]] ed utilizzandola per le processioni solo in casi eccezionali, l'ultima volta in occasione della [[seconda guerra mondiale]]. Anche la copia della Sindone d'Arquata, come le altre esistenti, è stata messa di nuovo a contatto con il Sacro Lino torinese. L'ultimo accostamento dei due teli è avvenuto nell'anno [[1931]] in occasione dell'ostensione della Sindone. Questi contatti hanno lo scopo di rafforzare i poteri sacri delle copie che, secondo il credo cristiano, si trasmettono alle riproduzioni al momento della loro creazione. La [[reliquia]], in perfetto stato di conservazione, è stata protetta in una teca su iniziativa della locale Amministrazione comunale per preservarla da atti vandalici o da possibili furti e si trova permanentemente esposta all'interno della chiesa.
 
=== Architetture civili ===
[[File:Porta di Sant'Agata Arquata del Tronto.jpg|thumb|right|180px|Porta di Sant'Agata]]
* La Porta di Sant'Agata è l'unico varco del piccolo [[borgo (geografia)|borgo]] medioevale di Arquata che è giunto ai nostri giorni. Il paese, al tempo, era circondato da mura di cinta aperte da ingressi che consentivano alle strade di accesso l'entrata nel centro abitato. Sotto questa porta passava la strada che raggiungeva il paese di [[Spelonga]] passando per ''Colle Piccione''. L'edificio si eleva in posizione isolata rispetto al contesto urbano ed è raggiungibile tramite una [[scala (architettura)|scalinata]] che scende alla quota del fabbricato attraversando la vegetazione circostante. Nascoste tra il verde si osservano anche i resti delle mura che circondavano Arquata. Ben conservata, si compone di due stabili di semplice architettura che si elevano con altezze diverse, realizzati in conci irregolari di [[arenaria (roccia)|pietra arenaria]] locale. Gli unici conci regolari sono quelli che compongono l'[[arco (architettura)|arco]] a tutto sesto della costruzione più bassa. Posizionati sulla [[facciata]] esterna della porta, rispetto al borgo, si evidenziano due stemmi del XVI secolo. Quello alloggiato al di sopra dell'arco, verso il lato sinistro, si presenta a forma di [[scudo (araldica)|scudo]] e nel suo campo si vede raffigurata un'[[Aquila (genere)|aquila]] fissante un sole movente dal cantone sinistro dello scudo stesso. Questo [[simbolo]] appartenne alla [[famiglia]] norcina dei Quarantotto. L'altro stemma, sempre inciso su pietra, propone un [[castello|cassero]] [[merlo (architettura)|merlato alla ghibellina]], con torre centrale ed un sinistrocherio che esce dalla base della torre ed impugna una [[spada (araldica)|spada]] alta in palo. Quest'ultimo, probabilmente, appartenne alla famiglia norcina dei Passerini.<ref>N. Galiè G. Vecchioni, ''op. cit.,'' p. 85.</ref><ref>B. Carfagna, ''op. cit.,'' p. 68.</ref>
 
=== Architetture militari ===
{{vedi anche|Rocca di Arquata del Tronto}}
[[Immagine:Ex voto prigioniero icona passatora.jpg|thumb|right|180px|Ex Voto con ritratta l'immagine più antica della Rocca di Arquata, presso il [[Santuario dell'Icona Passatora]].]]
La Rocca è la [[fortezza]], costruita tra l'XI e il XV secolo, con blocchi di pietra arenaria locale, sulla zona più alta del paese per scopi difensivi. La costruzione rappresenta un'importante memoria di storia e di arte per Arquata ed il suo territorio. Da secoli è spettatrice e protagonista delle tante vicende, lotte, contese e fatti d'arme che hanno disegnato la sorte di questo comune, divenendo col tempo il simbolo stesso dell'identificazione dell'arquatano, delle zone a sud del Vettore e dell'Alta valle del Tronto.<ref>B. Carfagna, ''op. cit.,'' p. 63.</ref>
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Arquata del Tronto}}
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
==== Gruppo degli Alpini di Arquata del Tronto Giuseppe Crisciotti - ANA Sezione Marche ====
Nel comune di Arquata del Tronto è stata istituita, negli [[anni 1980|anni ottanta]], la sede del ''Gruppo degli alpini di Arquata del Tronto Giuseppe Crisciotti'', [[Associazione Nazionale Alpini]], Sezione Marche.
 
La sezione arquatana è ospitata nello stabile del vecchio asilo comunale sulla via Vecchia Salaria. È stata intitolata all'alpino Giuseppe Crisciotti, ([[1918]]-[[1943]]), appartenuto alla [[Divisione Julia]], IX Reggimento, Battaglione L'Aquila, caduto nella [[campagna di Russia]] durante la [[seconda guerra mondiale]] ed insignito della [[valor militare|medaglia di bronzo al valor militare]].<ref>Testo della motivazione del conferimento registrato presso la Corte dei Conti il 9 maggio 1956, Registro 21, foglio 267: «''Conducente di un reparto salmerie in ripiegamento, durante un attacco sul fianco della propria colonna, audacemente, di iniziativa, si univa ad altri alpini e con l'esempio li guidava al contrassalto, concorrendo, con audace impiego di bombe a mano, a mettere in fuga il nemico. Nel corso di una successiva azione, travolto dalle preponderanze avversarie, scompariva nella mischia. Popowka (Russia), 18 gennaio 1943''»</ref>
 
== Cultura ==
=== Media ===
==== Cinema ====
* Le riprese degli esterni del film ''[[Serafino (film)|Serafino]]'', del [[1968]], di [[Pietro Germi]] furono girate ad Arquata del Tronto, Capodacqua, Spelonga e Colle.
 
=== Personalità legate ad Arquata del Tronto ===
 
*Francesco d'Arquata - Fu un [[frate]] laico [[predicatore]] [[francescano]] ed originario d'Arquata, vissuto nel [[XIV secolo]]. Sono scarse e lacunose le notizie che riguardano la sua vita, è noto come l'ultimo personaggio del territorio ascolano di cui si occupò l'[[Inquisizione]].<br/> Lo storico Antonio De Santis inquadra la sua figura come quella di un semplice frate predicatore, lo definisce ''torzone'', ed aggiunge che fu animato da un forte sentimento di fede nell'ideale francescano di povertà. Egli seguì il religioso fra Giovanni Castiglione nel territorio meridionale della [[Francia]] ed, insieme con questi, iterando di paese in paese, predicò gli insegnamenti di [[san Francesco d'Assisi]] contrapponendoli al lusso della Chiesa ed in particolare a quello della Corte di Avignone. I due frati scelsero per la diffusione dei loro sermoni soprattutto la città di [[Montpellier]], dove aveva sede l'università istituita dal papa ascolano [[Niccolò IV]], considerata all'epoca come un vivace centro culturale. Fu in questa cittadina francese che avvenne il loro arresto per mano dell'inquisitore mandato dal [[papa Innocenzo VI]] e, da qui, furono condotti in stato di prigionia presso l'istituto di detenzione di [[Carcassonne]]. Da questa località furono trasferiti ad [[Avignone]] da due notai incaricati del papa e due sbirri. Nell'Archivio Vaticano si trova ancora conservata la nota delle spese sostenute per la traduzione dei due frati, che ammontarono a quattro [[fiorino|fiorini d'oro]] giornalieri più il vitto. Nella città di Avignone, al cospetto del papa Innocenzo VI, senza alcun timore ripeterono e misero per iscritto le loro affermazioni sulla illegittimità dei papi succedutisi da Giovanni XXII ad Innocenzo VI, considerandoli indegni di ricoprire qualsiasi carica o ufficio ecclesiastico. Sebbene vi furono tentativi per zittire i due frati, non vi fu verso di convincerli e pertanto condannati al rogo. Alla presenza del papa furono ridotti allo stato laicale e arsi tre giorni dopo la [[Pentecoste]]. La condanna fu eseguita ad Avignone il [[3 giugno]] [[1354]]. Dalle cronache dell'epoca si apprende che affrontarono il fuoco con serenità. Mentre erano condotti al rogo e durante il divampare delle fiamme cantavano con voce ferma il [[Gloria in excelsis Deo]], fino a quando il fumo non lo impedì. La folla presente al supplizio restò attonita ed impressionata dal coraggioso comportamento dei frati, in segno di rispetto s'inginocchiò e prima che i soldati portassero via i resti dei religiosi, per gettarli nel [[Rodano (fiume)|Rodano]], tentò di prendere qualche avanzo per custodirlo come reliquia.<ref>A. De Santis, ''op. cit.,'' pp. 308-311.</ref>
 
=== Eventi ===
==== Alla corte della regina ====
[[File:Rocca di Arquata del Tronto 2007.jpg|thumb|right|220px|Altra immagine della Rocca.]]
La manifestazione è una rievocazione storica, in costume, che si tiene ogni anno ad Arquata. Ha luogo nel pomeriggio del giorno [[19 agosto]] ed è stata istituita a ricordo del soggiorno, presso la Rocca, di Giovanna d'Angiò durante la prima metà del [[XV secolo]]. Per il paese l'evento rappresenta la sintesi dell'espressione della storia e delle tradizioni legate alla fortificazione che sovrasta il borgo. Lo svolgimento della manifestazione si compone di due momenti. Il primo è costituito dalla cerimonia detta ''“la discesa della regina”'', ossia dalla sfilata in costume di molti figuranti che indossano abiti ispirati al Quattrocento. Il corteo storico inizia a comporsi dalla Rocca e, percorrendo le strette vie del borgo, giunge fino a Piazza Umberto I. L'ordine di sfilata è aperto dai musici che con le loro chiarine ed i loro tamburi annunciano l'arrivo della sovrana. Dopo questi c'è la regina, seguita dai paggetti che sostengono il lungo strascico dell'abito, accompagnata dalle sue dame di corte. Si aggiungono i notabili, le damigelle, gli armigeri, gli arcieri, i pastori e gli sbandieratori che si esibiranno mostrando abilità nelle coreografie create per maneggiare con destrezza i loro vessilli. La piazza del paese è la sede del secondo momento della rievocazione. Qui, dopo l'arrivo del corteo, si tiene una cena all'aperto presieduta dalla castellana. Il banchetto propone un menù a base di pietanze medievali. Tutti gli ospiti sono intrattenuti da danzatori, musici ed artisti che propongono giochi di strada.<ref>[http://www.arquatadeltronto.com/index.php?option=com_content&view=article&id=31&Itemid=51&lang=it Alla corte della regina, sul sito di Arquata] URL consultato il 27 ottobre 2012.</ref>
 
== Geografia antropica ==
=== Frazioni ===
* [[Borgo di Arquata|Borgo]] - Piccolo centro il cui incasato sorge quasi attaccato al paese capoluogo, anticamente dedito al [[commercio]] è rimasto sempre legato alle vicende ed al destino storico di Arquata. Ospita la chiesa dei SS. Pietro e Paolo e la chiesa ed il convento di San Francesco.
* Camartina - Piccolissimo centro abitato 706&nbsp;m [[s.l.m.]], composto da poche case, raggiungibile dalla diramazione della Vecchia Salaria nei pressi di Borgo. Il paese si trova lungo la valle dell'omonimo Fosso Camartina ed accoglie al suo interno la chiesa dedicata a [[sant'Emidio]].
* [[Capodacqua (Arquata del Tronto)|Capodacqua]] - Frazione che si trova verso il lembo estremo della regione Marche al confine con Lazio ed Umbria. Nel suo tessuto urbano vi è l'Oratorio della Madonna del Sole.
* [[Colle di Arquata|Colle]] – Paese tra i più popolati del comune arquatano conserva ancora oggi molte abitazioni in pietra. Tra le attività commerciali si ricorda la produzione del carbone vegetale da combustione. Appartiene a questo borgo la chiesa di San Silvestro.
* [[Faete]] – Piccolo centro che sorge all'interno di un bosco di [[faggio|faggi]], si presenta ben conservato e gode del panorama sul capoluogo essendo stato costruito sull'altura che fronteggia la Rocca. Accoglie nelle sue vicinanze la chiesa della [[Madonna della Neve]].
* [[Pescara del Tronto]] – Frazione che si trova a 4 [[chilometro|km]] dal capoluogo, seguendo la Vecchia Salaria verso Roma. Il centro è noto per il suo [[acquedotto]] e per avere la [[croce astile]] in [[rame]] [[sbalzo (arte)|sbalzato]] che si annovera tra le più antiche e migliori per stato di conservazione delle Marche.
* [[Piedilama]] – Frazione che si colloca prima del paese di Pretare salendo verso [[Forca di Presta]].
* [[Pretare]] – Il centro abitato sorge alle falde del monte Vettore ed è noto per la [[leggenda]] delle fate legata alla [[grotta della Sibilla|grotta]] della [[Sibilla Appenninica]]. Di particolare interesse anche i resti dell'antica fornace, poco distanti dal centro urbano.
* [[Spelonga]] - La frazione è uno dei paesi più grandi e popolosi del comune, nota per avere molte le abitazioni in pietra che spesso mostrano scalette esterne, [[loggia|loggette]] ed [[architrave|architravi]] di [[porta (architettura)|porte]] con bassorilievi. Ricorrente è l'immagine di un angelo in volo.
* [[Trisungo]] - Il paese è identificato come la ''Statio'' di ''Ad Centesimum'' della Tavola Peutingeriana. Ha l'incasato che si distribuisce lungo la riva destra del fiume Tronto ed è costeggiato dalla consolare Salaria. Accoglie un antico ponte, un cippo miliare dell'età di [[Augusto]] e la chiesa di Santa Maria delle Grazie.
* Tufo - È un piccolo borgo poco popolato che viene identificato come la ''Statio'' ''"Ad Martis"'' della Tavola Peuntigeriana.
* Vezzano - La frazione si trova fra i paesi di Arquata e di Pescara del Tronto. Conserva nel suo centro urbano parecchie abitazioni in pietra locale.
 
=== Altre località del territorio ===
* [[Forca Canapine]] - Valico appenninico tra Marche ed Umbria, parte del suo comprensorio ricade nel territorio del comune di Arquata.
* [[Forca di Presta]] - Valico appenninico alle falde del monte Vettore che divide le Marche dall'Umbria.
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File:Arquata 2006 sanfrancesco 2.jpg|Interno della Chiesa di San Francesco di Borgo di Arquata del Tronto, cappella della Sindone
File:Interno 015 tempietto di Capodacqua.jpg|Oratorio della Madonna del Sole di Capodacqua, affresco interno
File:Antica fornace di Pretare AP.jpg|L'antica fornace di Pretare
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== Amministrazione ==
===Sindaci del Comune di Arquata dal 1946 ad oggi===
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1952]]
|Cataldi Mario
|[[...]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1952]]
|[[1960]]
|Petrucci Ennio
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1960]]
|[[1966]]
|Fede Luigi
|[[...]]
|Sindaco
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}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1966]]
|[[1971]]
|Giammiro Augusto
|[[...]]
|Sindaco
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}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1971]]
|[[1977]]
|Piermarini Alberto
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1977]]
|[[1982]]
|Giammiro Augusto
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1982]]
|[[1987]]
|Piermarini Alberto
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1987]]
|[[1988]]
|Di Cola Francesco
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1988]]
|[[2001]]
|Franchi Guido
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2001]]
|[[2011]]
|Petrucci Aleandro
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2011]]
|in carica
|Domenico Pala
|[[...]]
|Sindaco
|
}}
 
== Sport ==
=== Sport invernali ===
Nel territorio arqutano, a carattere prevalentemente montuoso, nei mesi invernali si può praticare lo [[sci]] sulle piste della stazione di [[Forca Canapine]].
 
=== Impianti sportivi ===
Nel vicino paese di Borgo, lungo la via Vecchia Salaria, si trova il locale campo sportivo comunale, che misura&nbsp;m 100 x 63, che ha il terreno da gioco di erba naturale.
== Galleria fotografica ==
<gallery>
File:Arquata del Tronto - epigrafi e lunetta.jpg|Portale con epigrafi e lunetta (dipinto della Crocifissione)
File:Arquata del Tronto - torre civica.jpg|Torre civica in piazza Umberto I
File:Arquata del Tronto - Piazza Umberto I - fontana.jpg|Fontana di Piazza Umberto I
File:Arquata del Tronto - affreschi 036.jpg|Affreschi all'interno del paese
File:Arquata del Tronto - affreschi 023.jpg|Affreschi all'interno del paese
File:Arquata del Tronto - lapide ai caduti.jpg|Lapide commemorativa dedicata ai Caduti, sulla facciata del Municipio
</gallery>
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* Statuto di Arquata del 1574, libro I - Rubrica XLV
*''Moto proprio della Santità di Nostro Signore papa Pio VII sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica''. 1816;
* Raccolta delle leggi e disposizioni di pubblica amministrazione nello Stato Pontificio, Vol. VI, Camerlengato di S. Chiesa, Santità, Amministrazione Comunale e Provinciale, nella Stamperia della R.C.A., Roma, anno 1833;
* Candido Augusto Vecchi, ''La Italia: storia di due anni, 1848-1849'', Tipografia Scolastica di Sebastiano Franco e figli e Comp, Torino, anno 1856;
*Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1866 ed altre anteriori, anno XLV, parte prima, Enrico Dalmazzo Editore, Firenze 1866;
* Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno D'Italia, Anno 1862 Dal N 409 al 1100 Volume Quinto, Torino Stamperia Reale, p.&nbsp;2985;
* Giulio Amadio, ''Toponomastica marchigiana,'' vol. I, Collana di pubblicazioni Storiche Ascolane, Montalto Marche, Stabilimento Tipografico "Sisto V", anno 1951, p.32;
* Adalberto Bucciarelli, ''Dossier Arquatano'', Grafiche D'Auria di Ascoli Piceno, febbraio 1982, pp. 7, 13, 48-53;
* Dario Nanni ed Enrico Cucchiaroni ''"Arquata del Tronto"'' Amministrazione Comunale di Arquata del Tronto, ivi 1993.
* Bernardo Nardi e Lucia Pellei, ''Ascoli dimenticata: San Salvatore di Sotto'', Edizioni la Rapida di Fermo, 1976, pp.&nbsp;62, 63, 64;
* Bernardo Carfagna, ''Rocche e castelli dell'ascolano'', Edizione La Sfinge Malaspina - Ascoli Piceno, Stampa Editoriale Eco srl-S. Gabriele (TE), 1996, pp.&nbsp;59–69;
* Antonio De Santis, ''Ascoli nel Trecento'', Vol. II (1350 - 1400), Collana di Pubblicazioni Storiche Ascolane, Grafiche D'Auria, ottobre 1999, Ascoli Piceno, pp.&nbsp;14&nbsp;–16, 308-311;
* AA.VV., ''La Provincia di Ascoli Piceno - dallo Stato Unitario all'Europa Unita'', Edito dall'Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno, D'Auria Industrie Grafiche S.p.A, Ascoli Piceno, marzo 2004, p.&nbsp;444;
* Narciso Galiè e Gabriele Vecchioni ''Arquata del Tronto - il Comune dei due Parchi Nazionali'', Società Editrice Ricerche s. a. s., Via Faenza 13, Folignano (AP), Stampa D'Auria Industrie Grafiche s.p.a., Sant'Egidio alla Vibrata (TE), Edizione marzo 2006, pp 18, 44, 52-55, 57, 63-65, 80-87, 96-97, ISBN 88-86610-30-0;
* Dario Nanni ''"Spelonga, storia -arte- tradizioni"'' Associazione Culturale Festa Bella Spelonga di Arquata del Tronto AP. Stampa Arti Grafiche Picene. Edizione agosto 2007.
* ''Le Trame del Romanico, Tesori Medioevali nella Città del Travertino'', Provincia di Ascoli Piceno - Assessorato alla Cultura, Fast Edit di Acquaviva Picena, 2007, pp.&nbsp;81–82;
* Serafino Castelli, ''Garibaldi in Ascoli (25 – 26 gennaio 1849)'', Centro Stampa Piceno, Ascoli Piceno, 4 luglio 2007;
* Carolina Ciociola e Laura Castelli, ''La Sindone di Arquata del Tronto tra storia e leggenda'', FAS Editore, Stampa Tipografia DA.SA, Ascoli Piceno, luglio 2010, pp.&nbsp;55–57;
*Sergio Scacchia, ''Un gioiello marchigiano a pochi passi da noi. Un tesoro immerso tra due parchi.'', in [[L'araldo abruzzese]], Anno CVIII, n. 2, 29 gennaio 2012, p. 14;
 
== Voci correlate ==
* [[Provincia di Ascoli Piceno]]
* [[Comunità Montana del Tronto]]
 
== Altri progetti ==
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[[File:Arquata del Tronto - Riproduzione litica dello stemma civico sulla facciata del municipio.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - lapide ai caduti.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - torre civica.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - via interna 064.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - via interna 049.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - affreschi 036.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - affreschi 023.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - Piazza Umberto I - fontana.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Arquata del Tronto - epigrafi e lunetta.jpg|thumb|Aggiungi la didascalia qui]]
[[File:Rocca di Arquata del Tronto.jpg|thumb|right|220px|La Rocca di Arquata del Tronto]]
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== Collegamenti esterni ==
*[http://www.arquatadeltronto.com Arquata del Tronto] Portale informativo del Comune di Arquata del Tronto
*[http://www.sindonearquata.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1&Itemid=3 La Sindone di Arquata del Tronto]
*[http://books.google.it/books?id=JwQNAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1866 ed altre anteriori, anno XLV, parte prima]
 
{{Provincia di Ascoli Piceno}}
{{Comuni del Parco Nazionale dei Monti Sibillini}}
{{Comuni del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga}}
{{Comunità montana del Tronto}}
{{Portale|Marche}}
 
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[[Categoria:Castelli delle Marche]]
 
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