Attilio Cubeddu e Teofilatto: differenze tra le pagine

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{{nota disambigua}}{{Carica pubblica
{{NN|criminali|dicembre 2009}}
| nome = Teofilatto
{{S|criminali italiani}}
| carica = [[Senatore di Roma]]
{{Bio
| mandatoinizio = [[904]]
|Nome = Attilio
| mandatofine = [[924]]
|Cognome = Cubeddu
| monarca = [[Papa Sergio III|Sergio III]]<br /><small>(fino al 14 aprile [[911]])</small><br />[[Anastasio III]]<br /><small>(fino al giugno [[913]])</small><br />[[Lando]]<br /><small>(fino al marzo [[914]])</small><br />[[Papa Giovanni X|Giovanni X]]<br /><small>(fino al [[924]])</small>
| partito = Partito [[Ducato di Spoleto | "spoletino"]] e [[Papa Formoso | antiformosiano]]
| professione = funzionario pontificio
}}{{Aristocratico
| nome = Teofilatto
| titolo = Patrizio romano
| titolo1 =
| titolo2 =
| inizio reggenza2 =
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| titolo4 =
| titolo5 =
| titolo6 =
| altrititoli =
| data di nascita = 860
| data di morte = 924
| dinastia = Teofilatti
| padre = Gregorio
| consorte = [[Teodora (X secolo) | Teodora]]
| figli = [[Marozia]], Teodora II, Teofilatto II, Sergia, Bonifacio
| religione = [[cristianesimo]]
}}{{Bio
|Nome = AttilioTeofilatto
|Cognome = Cubeddu
|PreData = [[Lingua latina|latino]]: ''Theophylactus''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Arzana
|GiornoMeseNascita = 2 marzo
|AnnoNascita = 1947[[860]] circa
|LuogoMorte = Roma
|NoteNascita = <ref name=nascita>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/01/ultimo-bandito.html |titolo=L'ULTIMO BANDITO /1|autore=Attilio Bolzoni|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=1º luglio 2012|accesso=17 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190330120745/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/01/ultimo-bandito.html |dataarchivio=30 marzo 2019|urlmorto=no}}</ref>
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = [[924]] circa
|Epoca = 1900800
|Epoca2 = 2000900
|Attività = criminalenobile
|Nazionalità = italianoromano
|PostNazionalità = , che fece parte dell'[[Anonima sequestri]]. È inserito nell'[[Elenco dei latitanti di massima pericolosità|elenco dei latitanti più pericolosi d'Italia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/schede_di_approfondimento_cubeddu_attilio.pdf|titolo=Direzione centrale della Polizia Criminale - Programma Speciale di Ricerca - CUBEDDU ATTILIO|editore=[[Ministero dell'interno]]|formato=pdf|accesso=17 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180803163540/http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/schede_di_approfondimento_cubeddu_attilio.pdf|dataarchivio=3 agosto 2017|urlmorto=no}}</ref>
|Immagine =Attilio Cubeddu-2.jpg
|Didascalia = Foto segnaletica di Attilio Cubeddu da giovane
}}
Fu ''[[magister militum]]'' e ''vestararius'' e governò di fatto Roma con i titoli di ''[[Senatore di Roma|senator Romanorum]]'' e di ''gloriosissimus dux'' nel primo quarto del [[X secolo]].
 
== Biografia ==
Il [[patrizio (titolo)|patrizio]] Teofilatto apparteneva alla cerchia degli [[Optimates]] romani, ricchi latifondisti, ecclesiastici e alti funzionari che, a partire dal VII secolo, in epoca [[Impero bizantino|bizantina]] e fino a tutto l'XI secolo, si erano attribuiti le funzioni dell'antico [[Senato romano]] con il nuovo nome di ''Ordo senatorius''<ref>Girolamo Arnaldi, ''Le Origini dello Stato della Chiesa'', Torino, UTET Libreria, 1987; Valeria Beolchini, ''Tusculum II: Tuscolo, una roccaforte dinastica a controllo della valle Latina'', pp. 31-35</ref>.
Nato ad [[Arzana]] nel [[1947]]<ref name=nascita/>, noto fin da giovanissimo alle forze dell'ordine per i suoi numerosi precedenti penali, prese parte ai sequestri Rangoni Machiavelli e Bauer in [[Emilia-Romagna]], messi a segno entrambi nel [[1983]], e al sequestro [[Peruzzi]], messo a segno in [[Toscana]] nel [[1981]], e si diede alla latitanza. Arrestato nell'aprile del [[1984]] a [[Riccione]], fu condannato a 30 anni di carcere.<ref>{{Cita web|url=https://www.tp24.it/2018/12/30/inchieste/latitanti-pericolosi-italia1-boss-messina-denaro-criminale-cubeddu/128800|titolo=I latitanti più pericolosi in Italia/1. Il boss Messina Denaro e il criminale Cubeddu|editore=Tp24.it|accesso=17 luglio 2019|citazione=Arrestato nell'aprile del 1984 a Riccione, fu condannato a 30 anni di carcere.|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181230121747/https://www.tp24.it/2018/12/30/inchieste/latitanti-pericolosi-italia1-boss-messina-denaro-criminale-cubeddu/128800 |dataarchivio=30 dicembre 2018|urlmorto=no}}</ref>
 
Esponente del partito "[[Ducato di Spoleto|spoletino]]" e [[Papa Formoso|''antiformosiano'']], il suo nome compare nelle fonti nel [[901]]<ref>Cesare Manaresi, ''I Placiti del Regnum Italiae'', vol.I, p.412; Fonti per la storia d'Italia, n.92, 1955.</ref> come partecipante in un [[placito]] dell'imperatore [[Ludovico il Cieco|Ludovico III di Provenza]] in qualità di ''judex palatinus'' insieme ad altri nobili romani<ref>Non è da escludere che essendo il primo citato nell'elenco dei ''judices'', ricoprisse sin da allora la carica di Primicero dei Notai, ritenuta da P.L. Galletti omologa a quella di [[Principe assistente al Soglio pontificio|Principe del Soglio]]. Pier Luigi Galletti e Josè Maria Fonseca de Evora, ''Del Primicero della Santa Sede Apostolica e di altri uffiziali maggiori del sacro palagio lateranense'' Roma 1776, p.14.</ref>, tra i quali [[Crescenzi]]o. In tale documento viene descritto come figlio del ''nomenclator'' Gregorio (anni 875-885)<ref>Il "nomenclatore" era una delle sette grandi cariche o uffici altrimenti definiti Giudici Palatini della [[Corte Pontificia]], il cui ufficio onorifico era quello di comunicare ai membri dell'assemblea l'invito del Papa a partecipare alla sua mensa durante le celebrazioni. Se fosse accertata questa ipotesi, attraverso questa parentela sarebbe stato il fratello di Costantino e di Costantina (donna ritenuta di facili costumi e unitasi con diversi rappresentanti dell'alta nobiltà romana), oltre che cognato del ''[[Magister Militum]]'' e ''Vestararius'' Giorgio ''de Aventino'' coinvolto nella scomunica da parte di Giovanni VIII reo tra l'altro con G. di essersi appropriati del tesoro del papa. Dizionario Biografico degli Italiani, Treccani, v. alla voce Gregorio il Nomenclatore; Pier Luigi Galletti e Josè Maria Fonseca de Evora, ''Del Primicero della Santa Sede...'' cit., pp.99-100; Catholic Encyclopedia, vol. 11, voce Palatini.</ref>, forse identificabile con l'"apocrisario"<ref>L'apocrisario era il rappresentante permanente della Santa Sede presso la corte di Costantinopoli; la carica fu istituita da [[papa Leone I]].</ref> presso la corte di [[Costantinopoli]] al tempo di [[papa Giovanni VIII]] (872-882), figlio a sua volta del ''nomenclator'' Teofilatto (a. 826). Queste importanti cariche ricoperte nella [[corte pontificia]] rivelerebbero la solida posizione e il radicamento della sua famiglia nell'ambito del ''Palatium'' o ''Patriarchium pontificium'' ([[palazzo del Laterano]]) già nella seconda metà del IX secolo.
In carcere si comportò da detenuto modello, riuscendo a ottenere numerosi [[permesso premio|permessi premio]]; durante uno di questi permessi, concessogli nel gennaio del 1997 con rientro previsto per il 7 febbraio, non tornò però al carcere di Badu 'e Carros di [[Nuoro]] e si diede alla latitanza,<ref name=unionesarda>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2019/03/05/attilio-cubeddu-l-inafferrabile-anche-lui-tra-i-tre-superlatitant-137-843360.html|titolo=Attilio Cubeddu, l'inafferrabile: è fra i tre superlatitanti dopo la cattura di Di Lauro|editore=[[L'Unione sarda]]|data=5 marzo 2019|citazione=Cubeddu, arzanese dell'Anonima sequestri sarda, è fuggito dalla giustizia nel gennaio del 1997 quando, approfittando di un permesso premio per il suo comportamento esemplare dietro le sbarre di [[Carcere di Badu 'e Carros|Badu 'e Carros]], non vi fece più rientro. Sono passati 22 anni da quel giorno e del latitante arzanese non c'è traccia.|accesso=17 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190305184345/https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2019/03/05/attilio-cubeddu-l-inafferrabile-anche-lui-tra-i-tre-superlatitant-137-843360.html|dataarchivio=5 marzo 2019|urlmorto=no}}</ref> rimanendo coinvolto nel sequestro di [[Giuseppe Soffiantini]] (fu il custode dell'ostaggio) e nell'omicidio del poliziotto dei Nocs [[Samuele Donatoni]], reati per i quali è stato condannato a 30 anni per il primo ma assolto in via definitiva nel dicembre [[2017]] per il secondo.<ref name=unionesarda/> Venne fortemente sospettato (anche se mai formalmente incriminato) anche per il sequestro di [[Silvia Melis]], rapita a [[Tortolì]], in [[Ogliastra]], nel [[1997]].<ref name=unionesarda/>
 
Secondo alcuni storici la sua residenza si trovava nei pressi del [[Quirinale (colle)|Quirinale]], vicino alla [[Basilica dei Santi XII Apostoli|basilica dei Santi Apostoli]] (anche se secondo altri l'ipotesi apparirebbe dubbia)<ref>In questa zona abitò con certezza suo nipote [[Alberico II di Spoleto|Alberico di Roma]] (912 circa - 954).</ref>. Prese in moglie l'aristocratica romana [[Teodora (X secolo)|Teodora]]<ref>Costei secondo alcuni sarebbe stata della famiglia dei ''domini de via Lata'', quindi parente di [[papa Adriano I]], altri suppongono una discendenza in linea materna dagli [[Stefaneschi]]: Daniela Gallavotti Cavallero, ''S. Maria del Priorato'' (S. Maria in Aventino) Istituto nazionale di studi romani, 1986, p.12.</ref>.
Dal [[1998]] è ricercato in campo internazionale, anche se all'epoca si fece strada l'ipotesi che fosse morto, forse ucciso da [[Giovanni Farina (criminale)|Giovanni Farina]], un suo complice, per non dividere il denaro del riscatto per il [[Sequestro Soffiantini]].<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/24/cubeddu-gia-morto.html|titolo=Cubeddu è già morto|autore=Giovanni Maria Bellu|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=24 maggio 2000|accesso=16 luglio 2019
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180114183947/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/05/24/cubeddu-gia-morto.html|dataarchivio=14 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/06/13/news/insieme-a-farina-nel-sequestro-soffiantini-1.5258446|titolo=Insieme a Farina nel sequestro Soffiantini|editore=[[La Nuova Sardegna]]|data=13 giugno 2012|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190716212159/http://www.lanuovasardegna.it/regione/2012/06/13/news/insieme-a-farina-nel-sequestro-soffiantini-1.5258446|dataarchivio=16 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref>
 
Nel [[904]] Teofilatto sostenne la ri-elezione di [[papa Sergio III]], suo probabile parente<ref>Enciclopedia dei Papi, Ed. Treccani, v. Sergio III</ref>, e ottenne i titoli di ''[[magister militum]]'' e di ''Sacri palatii vestararius''<ref>Il ''vestararius'' custodiva le vesti preziose e gli altri tesori non in moneta del palazzo pontificale</span></ref>, a cui si aggiunsero i titoli di ''gloriosissimus dux'' e di ''[[Senatore di Roma|senator Romanorum]]''. Attraverso il primato sull'aristocrazia di Roma, Teofilatto e la sua famiglia ebbero il controllo della città: egli assunse di fatto il governo assoluto, limitando i poteri dello stesso papato e determinandone spesso la politica, ponendo le basi di un governo che sulla base delle fonti di poco successive, generalmente ostili, fu definito ''[[Saeculum obscurum]]'' (la cosiddetta "[[pornocrazia]] romana"). Tale concentrazione di potere, se non lo rese, come disse lo storico [[Pietro Fedele]], il più potente d'Europa, senz'altro gli consentì di essere uno degli uomini più ricchi e influenti dell'Occidente cristiano della sua epoca<ref>Probabilmente questa posizione egemonica consentì ai suoi eredi, i [[conti di Tuscolo]] prima e i [[Colonna (famiglia)|Colonna]] poi, di incarnare a Roma la fazione aristocratica, che in seguito si identificò con il partito [[Sarco Romano Impero|imperiale]] e [[Ghibellini|ghibellino]], tradizionalmente avversario della fazione popolare degli [[Orsini]] di parte papale e [[Guelfi|guelfa]]: Franca Allegrezza, ''Organizzazione del potere e dinamiche familiari. Gli Orsini dal Duecento agli inizi del Quattrocento'', 1998.</ref>. Il dominio di Teofilatto si protrasse per circa un ventennio, fino alla sua morte.
== Le indagini per la cattura ==
 
Nel 2012 il procuratore [[Domenico Fiordalisi]] ha riaperto le indagini sul latitante Cubeddu, convinto che in realtà non sia morto e si nasconda insieme alla famiglia nel suo territorio, l'[[Ogliastra]], protetto da molti fiancheggiatori.<ref>{{Cita web|url=https://www.unionesarda.it/articolo/cronache_dalla_sardegna/2012/06/12/caccia_aperta_al_super_latitante_cubeddu_battute_a_tappeto_le_cam-6-276936.html|titolo=Caccia aperta al super latitante Cubeddu Battute a tappeto le campagne di Arzana|editore=[[L'Unione sarda]]|data=12 giugno 2012|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190306043023/https://www.unionesarda.it/articolo/cronache_dalla_sardegna/2012/06/12/caccia_aperta_al_super_latitante_cubeddu_battute_a_tappeto_le_cam-6-276936.html|dataarchivio=6 marzo 2019|urlmorto=no}}</ref>
Attorno al [[910]] concesse la figlia [[Marozia]] in moglie al di lui forse coetaneo [[Alberico I di Spoleto|Alberico]], [[Ducato di Spoleto|duca di Spoleto]], con il quale era alleato da circa un decennio. Come rappresentante di [[papa Giovanni X]] (914-928) ebbe il mandato di stringere accordi con i principi [[longobardi]] dell'Italia centro-meridionale, principali artefici della lega anti-araba, a cui aveva già contribuito il defunto principe [[Atenolfo I di Capua]], mediante i quali con l'appoggio militare di Alberico di Spoleto nel 915 riuscì a sconfiggere i [[Saraceni]] stanziatisi presso il [[Garigliano]], dopo aver subito per circa 40 anni i saccheggi di Roma e dei dintorni dell'Urbe<ref>Pietro Fedele, ''La battaglia del Garigliano dell'anno 915 ed i monumenti che la ricordano'', in Archivio Società Romana di Storia Patria, A. XXII (1899), p. 181 e segg.</ref>.
 
Dalla moglie Teodora ebbe numerosi figli, tra i quali noti:
*Maria detta "Mariozza" ([[Marozia]]), moglie di [[Alberico I di Spoleto|Alberico]], duca di Spoleto
*Teodora (II), sposata al romano Giovanni [[Crescenzi]]
*Teofilatto (II), ''vestararius'', premorto al padre
*Sergia e Bonifacio, scomparsi in giovane età e sepolti nella [[Basilica di Santa Maria Maggiore|chiesa di Santa Maria Maggiore]]<ref>Pietro Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel secolo X, in ''Archivio della R. Società Romana di Storia Patria'', voll. XXXIII-XXXIV, 1910-11.</ref>.
 
Non è ancora accertato se Gregorio ''de Tusculana'' (ca. 950 circa - ca. 1010), il capostipite dei [[conti di Tuscolo]] da cui discesero i [[Colonna (famiglia)|Colonna]], fosse uno dei figli di [[Alberico II di Spoleto|Alberico di Roma]], o discenda da un altro Teofilatto ''consul et dux'' e ''vestararius''<ref>Ipotesi suffragata dal necrologio del monastero dei SS. Ciriaco e Nicola in via Lata, in cui nel 949 risulta Teofilatto ''vestararius'' sposato con Marozia ''senatrix'' figlia di Teodora; v. F. Lazzari, ''I Teofilatti nel necrologio del sec. XI del monastero dei SS. Ciriaco e Nicola in via Lata'', in Annali del Lazio meridionale, XIV/2, n. 28, 2014</ref>, forse figlio di Teofilatto suo omonimo premorto al padre.<ref>v. V. Beolchini, ''Tusculum II: Tuscolo, una roccaforte dinastica a controllo della valle Latina'', Roma 2006, p.55; U. Longo, Gregorio di Tuscolo, in Dizionario Biografico degli Italiani. Secondo la più recente storiografia o parte di essa la discendenza maschile di Alberico di Spoleto si estinse nel 964. v. Chris Wikham, ''Roma medievale. Crisi e stabilità di una città, 900-1150'', Roma 2013, p.255.</ref>
 
Non comparendo altre sue notizie oltre il 915, si ritiene sia morto tra il 920 e il 924.
 
==Albero genealogico==
{{Albero genealogico/inizio}}
{{Albero genealogico | | | | | | | | Tpl |v| The |The=[[Teodora (X secolo)|Teodora]] |Tpl=Teofilatto,<br />c. 860–924}}
{{Albero genealogico | | | | | | | | | |,|^|-|-|-|-|-|-|-|.|}}
{{Albero genealogico | Hui | | Al1 |v| Maz |-|v| Se3 | | Th2 |-|v| Gra |Al1=[[Alberico I di Spoleto|Alberico di Spoleto]]<br />d. 925 |Maz=[[Marozia]]<br />890–937 |Se3='''[[Papa Sergio III]]'''<br />904–911 |Hui=[[Ugo d'Italia]]<br />887-948<br />(sposato con Marozia) |Th2=Teodora | Gra=Graziano<br />''(Console)''}}
{{Albero genealogico | |!| | | |,|-|^|.| | | |!| | | | | |,|-|-|'|}}
{{Albero genealogico | Ald |v| Al2 | |unk | | J11 | | |Th3 |-|v| Gio |Al2=[[Alberico II di Spoleto|Alberico di Roma]]<br />905–954 |Ald=Alda di Vienne |J11='''[[Papa Giovanni XI]]'''<br />931–935 |unk=''Davide'' o ''Deodato'' |Th3=Teodora (II) |Gio = Giovanni Crescenzi}}
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{{Albero genealogico | Tp2 | | J12 | | Be7 | |,|-|Ma2| | | J13 | | | Cre ||Tp2=Teofilatto (?) |J12='''[[Papa Giovanni XII]]'''<br />955–964 |Be7='''[[Papa Benedetto VII]]'''<br />974-983 |J13='''[[Papa Giovanni XIII]]'''<br />965–972 |Cre=[[Crescenzio il Vecchio]] |Ma2=Marozia}}
{{Albero genealogico | |!| | | | | | | | | | |!|}}
{{Albero genealogico | Ge1 |-|-|v|-|-|-|-|-|-|'|Ge1=[[Gregorio I, conte di Tuscolo]]<br />c. 950–1010}}
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{{Albero genealogico | Be8 | | Al3 | | J19 |Al3=[[Alberico III, conte di Tuscolo]]<br />d. 1044 |J19='''[[Papa Giovanni XIX]]'''<br />1024–1032 |Be8='''[[Papa Benedetto VIII]]'''<br />1012–1024}}
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{{Albero genealogico |P1 | |Ga | |Oc | |Be9 |P1=[[Pietro, duca dei Romani]] |Ga=Gaio |Oc=Ottaviano |Be9='''[[Papa Benedetto IX]]'''<br />1032–1048}}
 
{{Albero genealogico/fine}}
 
== Note ==
<references />
 
==Bibliografia==
*George L. Williams, ''Papal Genealogy. The Families and Descendants of the Popes'', 2004.
 
==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Anonima sardaCrescenzi]]
* [[Battaglia del Garigliano (915)]]
* [[Sequestro Soffiantini]]
* [[Saeculum obscurum]]
* [[Pornocrazia]]
 
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamento interrotto|1=http://giornaleonline.unionesarda.ilsole24ore.com/Articolo.aspx?Data=19970211&Categ=16&Voce=3&IdArticolo=165134 |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}
* {{Cita web|url=http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/schede_di_approfondimento_cubeddu_attilio.pdf|titolo=Direzione centrale della Polizia Criminale - Programma Speciale di Ricerca - CUBEDDU ATTILIO|editore=[[Ministero dell'interno]]|formato=pdf|accesso=17 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160327074325/http://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/schede_di_approfondimento_cubeddu_attilio.pdf|dataarchivio=27 marzo 2016|urlmorto=no}}
* {{Cita web|url=http://www.lanuovasardegna.it/nuoro/cronaca/2017/12/19/news/cubeddu-non-uccise-l-ispettore-dei-nocs-donatoni-1.16257873 |titolo=Cubeddu non uccise l'ispettore dei Nocs Donatoni|editore=[[La Nuova Sardegna]]|data=19 dicembre 2017|accesso=17 luglio 2019
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171222084017/http://www.lanuovasardegna.it:80/nuoro/cronaca/2017/12/19/news/cubeddu-non-uccise-l-ispettore-dei-nocs-donatoni-1.16257873|dataarchivio=22 dicembre 2017|urlmorto=no}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:NatiPersonalità addello ArzanaStato Pontificio]]
[[Categoria:Storia di Roma nel Medioevo]]