Abdul Ahad Momand e Endecasillabo: differenze tra le pagine

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Nella [[metrica italiana]], l<nowiki>'</nowiki>'''endecasillabo''' (dal [[lingua greca antica|greco]] ἐνδεκασύλλαβος ''hendecasýllabos'', letteralmente "(verso) di undici sillabe")<ref>M. Cortelazzo - P. Zolli, ''Dizionario etimologico della lingua italiana'', vol. 2, Bologna, N. Zanichelli, 1980, p. 384).</ref> è il [[verso]] in cui l'ultimo [[accento (linguistica)|accento]], tonico e ritmico, cade obbligatoriamente sulla decima sillaba.<ref>Pietro G. Beltrami, ''La metrica italiana'', Bologna, Il Mulino, 1991, p. 156 e p. 343.</ref>
{{s|astronauti}}
{{Astronauta
|nome = Abdul Ahad Momand
|tipo = Cosmonauta dell'[[Intercosmos]]
|nazionalita= {{AFG}}
|status = Ritirato
|morte =
|scelta = 1992
|primo_lancio =
|ultimo_atterraggio =
|altra_occupazione = Pilota
|N_EVA =
|durata_EVA =
|missioni = <div>
* {{simbolo|Soyuz_TM-5_mission_patch.gif}} [[Soyuz TM-5]]
* {{simbolo|Soyuz_TM-6_patch.svg}} [[Soyuz TM-6]]
</div>
|ritiro = 1988
}}
{{Bio
|Nome = Abdul Ahad
|Cognome = Momand
|Sesso = M
|LuogoNascita = Afghanistan
|GiornoMeseNascita = 1º gennaio
|AnnoNascita = 1959
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = cosmonauta
|Nazionalità = afghano
|NazionalitàNaturalizzato = tedesco
|Categorie = no <!-- sennò viene "cosmonauti tedeschi", errato -->
}}
 
È il metro principale e più utilizzato della [[poesia]] italiana: si trova in tutte le [[strofe]] e le strutture metriche più importanti, come la [[terza rima]], o [[terzina dantesca]], l'[[Ottava rima|ottava]], la [[Ballata (poesia)|ballata]], la [[Canzone (metrica)|canzone]], il [[sonetto]]. È sempre stato usato anche da solo in sequenze di endecasillabi [[Verso sciolto|sciolti]].
È stato il quarto [[musulmano]] ad andare nello spazio.
 
Le sedi degli accenti sono varie. Tuttavia di norma gli endecasillabi presentano un accento fisso o sulla quarta o sulla sesta sede (qui evidenziate in arancione e in giallo).
Laureato nell'Università politecnico di Kabul, ha volato nel [[1988]] sulla missione [[Sojuz TM-6]] verso la [[stazione spaziale]] [[Mir (stazione spaziale)|Mir]], facendo il suo ritorno sulla terra con [[Sojuz TM-5]]. È stato decorato come [[Eroe dell'Unione Sovietica]].
 
==Le origini==
Nel [[1992]] si è spostato in [[Germania]] chiedendo asilo. Nel [[2003]] ha ottenuto la cittadinanza.
Non è escluso, come già ipotizzava [[Pietro Bembo]], che all'origine dell'endecasillabo ci siano influenze [[Poesia trobadorica|provenzali]] e, come trova il critico [[Francesco D'Ovidio]]<ref>Francesco D'Ovidio, ''Versificazione romanza. Poetica e poesia medioevale''. 3 voll, Guida, Napoli 1932</ref> esistono «affinità con il [[décasyllabe]], una derivazione dall'[[endecasillabo saffico]] attraverso la [[latino medievale|poesia mediolatina]] con la mediazione del [[trimetro giambico]]».
 
==Endecasillabi comuni (piani, tronchi e sdruccioli)==
== Onorificenze ==
=== Onorificenze afghane ===
{{Onorificenze
|immagine=Solnce svobody rib.png
|nome_onorificenza=Ordine del Sole e della libertà
|collegamento_onorificenza=Ordine del Sole e della libertà
|motivazione=
}}
 
Contrariamente a quanto si potrebbe dedurre dal nome, è bene chiarire subito che la nota distintiva dell'endecasillabo non è il numero effettivo di sillabe, bensì il fatto che in tutti i casi l'accento dell'ultima parola del verso cada sempre sulla decima sillaba (da qui in poi segnata in verde).
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Medal For Merit in an Space Exploration (Russia 2010) ribbon.svg
|nome_onorificenza=Medaglia per i contributi alla conquista dello spazio (Russia)
|collegamento_onorificenza=Medaglia per i contributi alla conquista dello spazio
|motivazione=Per l'eccezionale contributo allo sviluppo della cooperazione internazionale in materia di volo spaziale
|luogo=12 aprile [[2011]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Hero of the Soviet Union medal.png
|nome_onorificenza=Eroe dell'Unione Sovietica (URSS)
|collegamento_onorificenza=Eroe dell'Unione Sovietica
|motivazione=Per l'efficace attuazione di un volo spaziale internazionale e per la visualizzazione di coraggio ed eroismo
|luogo=7 settembre [[1988]]
}}
{{Onorificenze
|immagine=Order of Lenin ribbon bar.png
|nome_onorificenza=Ordine di Lenin (URSS)
|collegamento_onorificenza=Ordine di Lenin
|motivazione=Per l'efficace attuazione di un volo spaziale internazionale e per la visualizzazione di coraggio ed eroismo
|luogo=7 settembre [[1988]]
}}
 
È errore comune dunque pensare che tutti gli endecasillabi debbano avere sempre e comunque undici sillabe. Ciò, se pure nella maggior parte dei casi è vero, non costituisce una regola. L'avere undici sillabe non è altro che la diretta conseguenza del fatto che la lingua italiana sia formata prevalentemente da parole piane, cioè che hanno l'accento sulla penultima sillaba.
== Voci correlate ==
* [[Programma Sojuz]]
* [[Programma spaziale sovietico]]
 
Per chiarire il concetto ecco alcuni esempi:
{{portale|astronautica|biografie}}
 
*Come già detto, nella sua più comune uscita piana esso è costituito da ''undici sillabe metriche'':
[[Categoria:Cosmonauti afghani]]
{{Citazione|Mi ritrovai per una selva '''oscura'''}}
[[Categoria:Eroi dell'Unione Sovietica]]
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 ||bgcolor="orange"| Sill 4 || Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
|mi||ri||tro||bgcolor="orange"|vai||per||u||na||sel||va os<ref name=fonema>La suddivisione sillabica, così proposta, è foneticamente corretta (anche se non ortograficamente), poiché il [[fonema]] s appartiene [[fonologia|fonologicamente]] alla sillaba che lo precede, quando si presenta come "[[esse impura]]"</ref>||bgcolor="lightgreen"|cu||ra||.
|}
 
*Nella sua uscita '''tronca''' sarà però formato '''da dieci sillabe metriche''':
{{Citazione|Ciò che 'n grembo a Benaco star non '''può'''|[[Dante Alighieri|Dante]], ''[[Inferno (Divina Commedia)|Inferno]]'', XX 74}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
|Ciò ||che'n ||grem||bo a||Be||bgcolor="yellow"|na||co||star||non||bgcolor="lightgreen"|può||.||.
|}
 
*In quella '''sdrucciola''' invece '''da dodici sillabe metriche'''.
{{Citazione|Ergasto mio, perché solingo e '''tacito'''|[[Jacopo Sannazaro|Sannazaro]], ''[[Arcadia (poema)|Arcadia]]'': 1}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Er || gas || to || mio || per ||bgcolor="yellow"| ché || so || lin || go e ||bgcolor="lightgreen"| ta || ci || to
|}
 
Come appare chiaro da questi esempi, pur mutando il numero complessivo di sillabe e la posizione degli accenti interni al verso, l'accento sulla decima sede rimane fisso in ogni caso. Nei tre esempi mostrati è inoltre chiara un'altra caratteristica fondamentale del verso non solo endecasillabo: la definizione della sillaba fonetica e non strettamente grammaticale. Vediamo quindi in ciascun esempio che una sillaba metrica è costituita da 2 sillabe di parole adiacenti pronunciate insieme.
 
===Endecasillabi "estremi"===
Lungo tutta la storia della letteratura italiana i casi di endecasillabi maggiori di dodici sillabe sono assai rari e costituiti in prevalenza da parole a cui sono state aggiunte una o più particelle àtone, come ad esempio i pronomi clitici (mi, ci, ne, si, lo). Data la loro artificiosità, la produzione di tali versi si limita in genere allo sperimentalismo della poesia burlesco/parodistica.
 
*Un endecasillabo bisdrucciolo, composto da tredici sillabe, in cui l'accento cade sulla quartultima, sarebbe così:
{{Citazione|Se cadrò combattendo, amico, vendicami!|esempio teorico}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)|| (Sill 13)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| se || ca || drò || com || bat ||bgcolor="yellow"| ten || do a || mi || co ||bgcolor="lightgreen"| ven || di || ca || mi
|}
 
*Un endecasillabo quadrisdrucciolo, composto da quindici sillabe, in cui l'accento cade sulla sestultima, è il seguente:
{{Citazione|Ottima è l'acqua; ma le piante abbeverinosene.|[[Nicola Villani]], ''Sonetto in versi sdruccioli fantastici'', v. 14<ref>[Nicola Villani], ''Ragionamento dello academico aldeano sopra la poesia giocosa de' greci, de' latini e de' toscani con alcune poesie piacevoli del medesimo autore'', In Venetia, appresso Gio. Pietro Pinelli, 1634, p. 214.</ref>}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || bgcolor="orange"| Sill 4 || Sill 5 ||Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)|| (Sill 13) || (Sill 14)|| (Sill 15)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| ot || ti || ma è || bgcolor="orange" | l'ac || qua ||| ma || le || pian || te ab ||bgcolor="lightgreen"| be || ve || ri || no || se || ne
|}
 
*L'endecasillabo di sedici sillabe, con accento sulla settultima, è considerato il caso limite:
{{Citazione|Sotto la penna, ovvero stalagmitificanomisi.|[[Arrigo Boito]]{{senza fonte}}}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)|| (Sill 13) || (Sill 14)|| (Sill 15) ||(Sill 16)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| sot || to || la || pen || na ov ||bgcolor="yellow"| ve || ro || sta || lag ||bgcolor="lightgreen"| mi || ti || fi || ca || no || mi || si
|}
 
Ecco l'intera quartina da cui è stato tratto l'esempio precedente, formata esclusivamente da endecasillabi con quindici o sedici sillabe:
{{Citazione|Sì crudo è il gelo che le rime sdrucciolanosene<br />
Tremando, e in fondo al verso rincantucciolanosene;<br />
Le gocciole d'inchiostro stalattitificanomisi<br />
Sotto la penna, ovvero stalagmitificanomisi.|Arrigo Boito{{senza fonte}}}}
 
==Endecasillabi "a maiore" e "a minore"==
Per motivi legati alla sua genesi (l'endecasillabo nasce infatti dalla fusione di un Quinario e di un Settenario{{citazione necessaria}}) e formalizzati già da [[Pietro Bembo]], l'endecasillabo "canonico" prevede un accento secondario sulla quarta o sulla sesta sede; nel primo caso l'endecasillabo si definisce ''a minore'' (ed il primo [[emistichio]] equivale ad un [[quinario]]), nel secondo caso si definisce ''a maiore'' (ed il primo emistichio equivale ad un [[settenario]]).
 
La definizione degli accenti di un verso è spesso un concetto soggettivo; un verso può anche avere più accentazioni diverse a seconda della lettura che si vuol dare; di regola si tende a considerare atone le particelle più piccole come i ''pronomi'', ''preposizioni'', ''articoli'' e ''congiunzioni'', quando non siano in posizione evidentemente marcata.
 
[[File:Pietro Bembo - Titian.jpg|thumb|upright|[[Pietro Bembo]], uno dei primi teorici della metrica italiana in [[Ritratto di Pietro Bembo|un ritratto]] di [[Tiziano]].]]
 
L'endecasillabo ''a maiore'' è generalmente considerato più solenne:
{{Citazione|Nel mezzo del cammin di nostra vita|Dante, ''Inferno'' I - v 1 }}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Nel || mez || zo || del || cam ||bgcolor="yellow"| min || di || nos || tra ||bgcolor="lightgreen"| vi || ta ||
|}
 
Mentre l'endecasillabo ''a minore'' è più calmo pacato ed intimista:
{{Citazione|Mi ritrovai per una selva oscura|Dante, ''Inferno'' I - v 2}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 ||bgcolor="orange"| Sill 4 || Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| mi || ri || tro ||bgcolor="orange"| vai || per || u || na || sel || va os<ref name=fonema /> ||bgcolor="lightgreen"| cu || ra ||
|}
 
Questa versatilità rende l'endecasillabo uno dei versi principe della metrica italiana.
 
===Tipi di endecasillabi "a maiore"===
Nell'endecasillabo "a maiore" generalmente è tonica almeno una sillaba prima della sesta (tipicamente la 1ª, la 2ª o la 3ª).
 
Molto più raro il caso in cui non ci siano accenti rilevanti prima della sesta sillaba come in questo caso:
{{Citazione|de la trasfigur''a''ta mia persona .|[[Francesco Petrarca|Petrarca]], ''[[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]]'', XXIII, 42}}
 
Più raro ancora il caso in cui da un accento sulla prima si va subito all'accento sulla sesta:
{{Citazione|Sgombrimisi del p''e''tto ogni altra voglia. |[[Pietro Bembo|Bembo]], "Perché ‘l piacer", ''[[Gli Asolani|Asolani]]'', 3 VIII, 4}}
 
===Tipi di endecasillabi "a minore"===
 
L'endecasillabo ''a minore'' ha principalmente due tipi di accentazione rilevanti:
 
L'endecasillabo con accento sull<nowiki>'</nowiki>''ottava'', più comune:
{{Citazione|Non perciò d'''i''ra al flagell''a''r rov''e''nte |[[Vittorio Alfieri|Alfieri]], ''Due fere donne, anzi due furie atroci'' / Schema: 4a-8a-10a }}
{{Citazione|che 'l gran sep''o''lcro liber''ò'' di Cristo|[[Torquato Tasso|Tasso]], ''[[Gerusalemme liberata]]'', I, 2 / Schema: 4a-8a-10a }}
 
L'endecasillabo a minore "''di settima''" risulta essere più raro rispetto agli altri versi "a minore", poiché il suo ritmo in passato era considerato poco "sonoro" e perciò adatto, secondo i poeti petrarchisti, a riprodurre la prosodia del parlato:
 
{{Citazione|ch'io mi sia t''a''rdi al socc''o''rso lev''a''ta,|Dante, ''Inferno'', II, 65 / Schema: 4a-7a-10a}}
{{Citazione|l'aiuta s''ì'' ch'i' ne s''i''a consol''a''ta.|Dante, ''Inferno'', II, 69 / Schema: 4a-7a-10a}}
 
==Accenti e ritmo==
===Giambico, dattilico e anapestico===
Come in una composizione musicale, il [[ritmo]] è una delle componenti fondamentali da cui deriva l'armonia musicale che caratterizza il verso.
Data la ricchezza ritmica non esiste una classificazione universalmente riconosciuta che riesca a categorizzare tutti i tipi di ritmi che si possono dare ad un endecasillabo. Tuttavia, prendendo a prestito una terminologia proveniente dalla metrica classica, è possibile evidenziare alcuni tipi di versi a seconda del loro attacco definendoli ''[[giambo|giambici]]'', ''[[dattilo (metrica)|dattilici]]'' e ''[[anapesto|anapestici]]''.
 
Si definiscono dal ritmo
*''Giambico'' quegli endecasillabi con accento sulla 2ª, 4ª e 6ª sede:
 
{{Citazione|Al c''o''r gent''i''l remp''a''ira s''e''mpre am''o''re|[[Guido Guinizelli|Guido Guinizzelli]], ''[[Al cor gentil rempaira sempre amore]]''}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 ||bgcolor="pink"| ''Sill 2'' || Sill 3 || bgcolor="orange"| Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 || Sill 7 || bgcolor="pink"| ''Sill 8'' || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| al || bgcolor="pink"| '' cor'' || gen || bgcolor="orange"| til || rem ||bgcolor="yellow"| pai || ra || bgcolor="pink"| ''sem'' || pre_a ||bgcolor="lightgreen"| mo || re ||
|}
 
Un endecasillabo così costruito ha entrambe le sedi principali toniche (4ª e 6ª sillaba), anche per questo motivo è il ritmo più semplice e più comune nella poesia italiana.
L'andamento giambico (àtona-tònica-àtona-tònica...) fornisce al verso un ritmo cantilenante e monotono.
Questo ritmo era particolarmente adatto a componimenti che dovevano essere accompagnati da musica.
 
Tra i versi ''a minore'' si riconoscono dal ritmo:
*''Dattilico'' quelli con accento sulla 1ª 4ª 7ª 10ª o più raramente 1ª 4ª 7ª 9ª 10ª:
{{Citazione|f''a''tta di gi''o''co in fig''u''ra d'am''o''re|[[Guido Cavalcanti]], ''[[:s:Rime (Cavalcanti)|Rime]]'', XXX, v. 21}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|bgcolor="pink"| ''Sill 1'' || Sill 2 || Sill 3 || bgcolor="orange"| Sill 4 || Sill 5 || Sill 6 || bgcolor="pink"| ''Sill 7'' || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| bgcolor="pink"| ''fat'' || ta || di || bgcolor="orange"| gio || co_in ||fi ||bgcolor="pink"| ''gu'' || ra || d'a ||bgcolor="lightgreen"| mo || re ||
|}
I poeti delle origini utilizzavano questo ritmo lento e discendente (tònica-àtona-àtona-tònica...) per dare al lettore una sensazione di solennità, o per riprodurre la prosodia del parlato.
 
Tra i versi ''a maiore'' è possibile identificare quelli dal ritmo:
*Anapestico: Con accento sulla 3ª 6ª 10ª:
{{Citazione|Se Merc''é'' fosse am''i''ca a' miei disiri|Guido Cavalcanti, ''Rime'', XV}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
|| Sill 1 || Sill 2 || bgcolor="pink"| ''Sill 3'' || Sill 4 || Sill 5 || bgcolor="yellow"|Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
|| se || mer || bgcolor="pink"| ''cé'' || fos || se_a ||bgcolor="yellow"|mi || ca_ai || miei || de ||bgcolor="lightgreen"| si || ri ||
|}
Il ritmo anapestico (àtona-àtona-tònica...) è ascendente e dà un senso di maggiore "scorrevolezza" e velocità al verso.
 
===L'uso del ritmo e la poesia===
Volendo trovare una regola generale potremmo dire che il ritmo del verso si fa più incalzante quanto più sono numerosi e ravvicinati e gli accenti tra loro; lo sfruttare abilmente gli accenti di un verso è parte fondamentale della sensibilità artistica di un autore.
Ecco alcuni esempi che mostrano quanto il ritmo sia importante per dare "colore" al componimento poetico:
 
In questo esempio i primi accenti a disposizione dattilica, e l'accostamento di due versi con accentazione simile contribuiscono a dare un andamento da ninna-nanna e una sensazione di pace:
:L''e''nta la n''e''ve fi''o''cca, fi''o''cca, fi''o''cca. <small>(schema:1,4,6,8,10)</small>
:S''e''nti: una z''a''na d''o''ndola pi''a''n pi''a''no. <small>(Schema: 1,4,6,10)</small>
::<small>([[Giovanni Pascoli|G. Pascoli]], ''[[:s:Myricae/Creature/IV Orfano|Orfano]]'')</small>
 
[[File:VAlfieriFabre.jpg|thumb|upright=1.3|[[Vittorio Alfieri]], tragediografo italiano. È con la tragedia in "Sciolti" che il ritmo assume grande valore per dare "colore" ai versi.]]
 
In quest'altro esempio invece gli accenti sono disposti per riprodurre un ritmo calmo e meditativo.
:V''a''ghe st''e''lle dell’''O''rsa, io non cred''e''a <small>(Schema:1-3-6-10)</small>
:torn''a''re anc''o''r per ''u''so a contempl''a''rvi <small>(schema:2-4-6-10)</small>
::<small>([[Giacomo Leopardi|G. Leopardi]], ''[[:s:Canti (Leopardi)/Le ricordanze|Le ricordanze]]'')</small>
 
Oppure possono dare un ritmo solenne alla composizione:
:O che tra f''a''ggi e ab''e''ti erma su i c''a''mpi <small>(schema: 4-6-10)</small>
:smerald''i''ni la fr''e''dda orma si st''a''mpi <small>(schema: 3-6-10)</small>
::<small>([[Giosuè Carducci|G. Carducci]], ''[[Il comune rustico]]'')</small>
 
==La cesura==
Il punto che separa i due emistichi si definisce cesura (dal latino ''caedo'' = taglio). Se la cesura è particolarmente forte spezza il verso in due parti, ''ma mai una parola a metà''.
 
Tutti gli endecasillabi hanno una cesura, che può venire o meno sottolineata durante la declamazione del verso.
Esistono vari tipi di cesura:
 
*Si ha una "cesura maschile" quando cade dopo un verso tronco:
{{Citazione|Le donne i cavalier, l'arme gli amori| Ariosto - Orlando Furioso - I - 1,1}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 ||bgcolor="black"| . || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Le || don || ne i || ca || va ||bgcolor="yellow"| lier ||bgcolor="black"| . || l'ar || me || gli a ||bgcolor="lightgreen"| mo || ri ||
|}
''Secondo la metrica canonica infatti (ma non è una regola ferrea), l'incontro di due accenti consecutivi (cavali''èr'' ''l'àr''me) è infatti possibile soltanto nel punto in cui il verso presenta una cesura, poiché l'incontro di due accenti rende obbligatoria una breve pausa per una corretta lettura.''
 
Ecco un altro caso di cesura dopo una parola che abbia subito un troncamento (''mar'' da ''mare''):
 
(''Da notare inoltre come in questo e nel caso successivo, la cesura metrica sia funzionale a marcare una pausa di tipo sintattico.''')
 
{{Citazione|Molti i figli del mar. Tu sempre tremi,| [[Melchiorre Cesarotti|Cesarotti]] - [[Ossian|Poesie d'Ossian]] - I - 11}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 ||bgcolor="black"| . || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Mol || ti i || fi || gli || del ||bgcolor="yellow"| mar ||bgcolor="black"| . || tu || sem || pre ||bgcolor="lightgreen"| tre || mi ||
|}
 
Oppure può cadere dopo una parola che sia già tronca (come ad esempio un passato remoto, un futuro)
{{Citazione|Disfrondato lasciò: nascente luna | [[Melchiorre Cesarotti|Cesarotti]] - [[Ossian|Poesie d'Ossian]] - I - 21}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="yellow"| Sill 6 ||bgcolor="black"| . || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Dis || fron || da || to || la ||bgcolor="yellow"| sciò ||bgcolor="black"| . || na || scen || te ||bgcolor="lightgreen"| lu || na ||
|}
 
*La "cesura femminile" o "italiana" si verifica nel caso in cui l'accento cada su una parola piana. Dato che la cesura non tronca mai una parola, viene spostata alla fine della parola stessa:
{{Citazione|fu stabilita per lo loco santo| Dante - inf II - v. 22 }}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 ||bgcolor="orange"|Sill 4 || Sill 5 ||bgcolor="black"| - || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| fu || sta || bi ||bgcolor="orange"| li || ta||bgcolor="black"| - || per || lo || lo || co||bgcolor="lightgreen"| san || to ||
|}
 
*La "cesura lirica" si ha quando la terza sillaba è tonica e la quarta atona:
{{Citazione|che nel lago del cor m'era durata| Dante - Inferno}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 ||bgcolor="#b0e0e6"| Sill 3 || Sill 4 ||bgcolor="black"| . || Sill 5 ||bgcolor="yellow"|Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 || Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| che || nel ||bgcolor="#b0e0e6"| la || go ||bgcolor="black"| . || del || bgcolor="yellow"|cor || m'e || ra || du ||bgcolor="lightgreen"| ra || ta ||
|}
 
Tuttavia in italiano la cesura non è una regola matematica.
È però buona norma sottolineare tale pausa metrica quando è in corrispondenza delle pause sintattiche (identificate dai [[segni di interpunzione]]), e quando è utilizzata volutamente ''ad hoc'' per creare un qualche tipo di effetto metrico.
 
== Endecasillabi non comuni ==
Esistono una serie di endecasillabi "insoliti" che sono considerati canonici pur essendone al limite.{{citazione necessaria}}
 
===Endecasillabo epico===
 
*La cesura epica
Un tipo di cesura molto particolare è la cesura epica reintrodotta da [[Giovanni Pascoli]] per i suoi endecasillabi epici nell'800 sul calco del decasillabo francese.
[[File:Giovanni Pascoli.jpg|thumb|upright|[[Giovanni Pascoli]] reintrodusse la cesura epica per la sua traduzione della ''[[Chanson de Roland]]''.]]
Tale verso, benché rientri in questa categoria, non è propriamente un endecasillabo.
La sua forte cesura non permette in nessun caso la [[sinalefe]], ed è caratterizzato da una forte pausa tra il primo e secondo emistichio.
 
Contrariamente a quanto succede nell'endecasillabo canonico, le ultime sillabe atone del primo emistichio non si contano nel computo del secondo indipendentemente se sia tronco, piano o addirittura sdrucciolo.
 
Esempio:
{{Citazione|ché pur a retro sempre il guida il suo remo |Monte Andrea, VI, 96}}
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
| Sill 1 || Sill 2 || Sill 3 ||bgcolor="yellow"| Sill 4 || ... || ... ||bgcolor="black"|.|| Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 ||Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"| Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| ché || pur || a ||bgcolor="yellow"| re || ''tro'' || ||bgcolor="black"|.|| sem || preil || gui || dail || suo ||bgcolor="lightgreen"| re || mo ||
|}
Di fatto perciò l'endecasillabo epico'' equivale alla semplice giustapposizione di un quinario e un settenario.
 
===Endecasillabo crescente===
Un ultimo tipo di endecasillabo a metà tra il canonico e il non canonico è quello detto "crescente". Questo tipo di metrica, già presente in epoca precedente, è stata resa famosa da [[Giovanni Pascoli|Pascoli]] che ne fa uso in diversi casi e non solo usando l'endecasillabo.
Grazie a questo espediente il verso riesce in qualche modo a rientrare nella categoria dei "canonici" pur essendone al limite, come si può vedere in questo caso:
{{Citazione|E non vedeva che a sé stesso il fiato<br />
cerulo, ognuno, e s'ascoltava il ''g''emi''to''<br />
arido, nel silenzio inabitato.<br />
A pini e cerri i pionieri estr''emi''<br />
davan la scure per la lor capanna<br />
e i nuovi aratri, e per la nave e i r''emi.''|Pascoli, Gli emigranti della luna, III, 10-13}}
 
Nonostante il secondo verso sdrucciolo dell'esempio (gemito) sembri apparentemente una [[Rima (linguistica)|rima ipermetra]], in fase di lettura diviene una rima perfetta con gli altri due (estremi e Remi) perché l'ultima sillaba "-to" di “gemito” è assorbito per episinalefe dalla a- di “arido” nel verso dopo.''
 
Un altro caso è quello in cui la sillaba atona del verso precedente va a colmare la sillaba mancante nel verso ipometro seguente: questa tecnica è stata ripresa dai crepuscolari.
 
==Endecasillabi non canonici==
Esistono poi una serie di endecasillabi considerati "errati" dai teorici.{{citazione necessaria}}
Non sono ammessi nella poesia classica tutti quei tipi di versi dove non è possibile riconoscere i due emistichi principali del quinario e del settenario; che abbiano cioè sia la quarta che la sesta sede atone.
Gli endecasillabi di Dante sono ''quasi'' tutti canonici. Quelli di Petrarca e dei petrarchisti lo sono tutti.
Endecasillabi non canonici si possono trovare nei primi esperimenti di poesia italiana (più di un caso nella [[Divina Commedia]]) e in alcuni poeti successivi volutamente "stravaganti" ([[Pietro Aretino]] ad esempio), ma ne viene generalmente deprecato l'uso.
 
Un esempio di endecasillabo con la quarta e la sesta atone, accentato sulla seconda e sull'ottava:
{{Citazione|la vipera che Melanesi accampa,|Dante - Purgatorio VIII - 80}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Sill 1 ||bgcolor="red"|Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 ||Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 ||bgcolor="red"| Sill 8 ||| Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| la ||bgcolor="red"| vi || pe || ra || che || Me || la ||bgcolor="red"| ne || si ac ||bgcolor="lightgreen"| cam || pa ||
|-
|}
 
===Endecasillabi ''di quinta''===
 
Tra gli endecasillabi non canonici, i più comuni sono i cosiddetti "endecasillabi di quinta", che presentano appunto la quinta sillaba tonica e sia la quarta che la sesta atone.
 
Ecco un esempio di endecasillabo di quinta in Dante
 
{{Citazione|vestito di novo d'un drappo nero|Dante - Rime 25 - 9}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Sill 1 ||Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 ||bgcolor="red"| Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 ||| Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| ve || sti || to || di ||bgcolor="red"| no || vo || d'un || drap || po ||bgcolor="lightgreen"| ne || ro ||
|-
|}
 
===Endecasillabo rolliano===
 
Nel [[Secolo XVIII|Settecento]] [[Paolo Rolli]] tentò di trasporre l'endecasillabo falecio dalla metrica classica.<br />
Ne uscì un quinario doppio, con uscita sdrucciola nel primo emistichio, e piana nel secondo:
 
{{Citazione|Più non sfavillano quegli occhj neri|Paolo Rolli, ''Endecasillabi'', 4, v. 22, in ''Rime'', 1717, p. 12}}
 
{| class="wikitable" style="text-align:center;"
! Sill 1 ||Sill 2 || Sill 3 || Sill 4 ||bgcolor="red"| Sill 5 || Sill 6 || Sill 7 || Sill 8 ||| Sill 9 ||bgcolor="lightgreen"|Sill 10 || Sill 11 || (Sill 12)
|- bgcolor="#EFEFEF"
| Più|| non || sfa|| bgcolor="red" | vil || la || no || que || gli oc || chj || bgcolor="lightgreen" | ne || ri ||
|-
|}
 
Questo tipo di endecasillabo non è considerato canonico, perché di regola in un endecasillabo canonico l'accento sulla quarta sillaba può essere quello di una parola monosillabica tronca o polisillabica piana, ma non di una polisillabica sdrucciola. Il verso, chiamato "endecasillabo rolliano", prende nome dal poeta che lo portò in auge.
 
== Forme poetiche in endecasillabi ==
 
La maggior parte della poesia italiana è versificata in endecasillabi.
 
L'endecasillabo è usato da solo in sequenze di [[Verso sciolto|versi sciolti]], come nella traduzione dell'<nowiki/>''[[Eneide (Caro)|Eneide]]'' di [[Annibale Caro|Annibal Caro]] e dell'<nowiki/>''[[Iliade (Monti)|Iliade]]'' del [[Vincenzo Monti|Monti]], oppure in [[Strofa|strofe]], soprattutto in terzine come nella ''[[Divina Commedia]]'' di [[Dante Alighieri|Dante]] e in ottave come nell'''[[Orlando furioso]]'' dell'[[Ludovico Ariosto|Ariosto]] e nella ''[[Gerusalemme liberata]]'' del [[Torquato Tasso|Tasso]].
 
Le strofe tipiche costituite da endecasillabi sono :
 
*Il [[distico]], formato da due versi a rima baciata (''AA'', ''BB'', ...);
*La [[terzina dantesca]], o [[terza rima]], formata da tre versi a rima incatenata (''ABA, BCB, ...'');
*La [[Quartina (metrica)|quartina]], formata da quattro versi variamente rimati (''AABB'', o ''ABAB'', o ''ABBA'');
*La [[sestina]], formata da sei versi variamente rimati (solitamente: ''ABABAB'', o ''ABABCC'');
*L'[[ottava rima|ottava]], formata da otto versi variamente rimati (''ABABABAB'' detta "ottava siciliana", oppure ''ABABABCC'' detta "ottava toscana");
*Il [[sonetto]], formato da quattordici versi variamente rimati (due quartine + due terzine).
 
Sporadici sono i casi di strofe diverse da quelle qui elencate, ma è possibile trovare stanze di cinque versi (pentastiche) e di sette versi (eptastiche), solitamente endecasillabi e settenari, tutt'altro che rare nella poesia italiana.
 
== Metrica classica ==
 
Nella [[metrica classica]] esistono alcune varietà di endecasillabo:
 
*''[[Endecasillabo alcaico|Alcaico]]''
*''[[Endecasillabo saffico|Saffico]]''
*''[[Endecasillabo falecio|Falecio]]'' o ''Catulliano''
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Pietro G. Beltrami, ''Gli strumenti della poesia'', Bologna, il Mulino, 2002 - ISBN 8815086471
* Aldo Menichetti, ''Metrica italiana'', Padova, Antenore, 1993 (vedi indice, p.&nbsp;663) - ISBN 88-8455-073-4
* Enzo Ramazzina, ''Conoscere la metrica, vol. II. L'arte della versificazione e le proposte dei poeti classici contemporanei'', Padova, Vincenzo Grasso Editore, 2011 (seconda edizione) - ISBN 978-88-95352-37-4
* Enzo Ramazzina, ''L'endecasillabo, un verso che va sempre di moda'', in ''La Nuova Tribuna Letteraria'', anno XXIII, n. 111, Padova, Venilia Editrice, 3º trimestre 2013, pagg. 36-37
*Enzo Ramazzina, ''Prosodia e Metrica italiana per le Scuole Superiori e le Università. Con numerosi esempi tratti dagli autori classici'', Padova, Vincenzo Grasso Editore, 2016 - ISBN 978-88-95352-58-9
 
==Voci correlate==
*[[rima (linguistica)|Rima]]
*[[Strofa]]
*[[Schema metrico]]
*[[Metrica italiana]]
*[[Endecasillabo frottolato]]
*[[Verso sciolto]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichetta=endecasillabo|wikt=endecasillabo}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{Treccani|endecasillabo_(Enciclopedia-dell'Italiano)|endecasillabo}}
* {{Treccani|endecasillabo_(Enciclopedia-Dantesca)|endecasillabo}}
* {{cita web|http://www.metrica-italiana.it/endecasillabo/|"Endecasillabo" in "Breviario di metrica italiana"}}
 
{{Portale|letteratura}}
 
[[Categoria:Versi]]