Ladislao III di Polonia e Palazzo di Majo: differenze tra le pagine

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{{Edificio civile
{{Monarca
| nome edificio = LadislaoPalazzo IIIdi Majo
| immagine =Palazzo ToruńDi -Majo Władysław III.(2)portale.jpgJPG
|didascalia = Il portale
| legenda =
|paese = ITA
| titolo = [[Re di Polonia]]
|indirizzo =
| regno = [[1434]] - [[1444]]
|città = Napoli
| predecessore = [[Jogaila|Ladislao II Jagellone]]
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è disambigua -->
| successore = [[Casimiro IV di Polonia|Casimiro IV]]
|stato =
| titolo1 = [[Re d'Ungheria]]
|periodo regno1costruzione = [[1440]]XVIII - [[1444secolo]]
|inaugurazione =
| predecessore1 = [[Alberto II d'Asburgo|Alberto II]]
|stato completamento =
| successore1 = [[Ladislao il Postumo]]
|demolito =
| data di nascita = 31 ottobre [[1424]]
|distrutto =
| luogo di nascita = [[Cracovia]]
|uso = residenziale
| data di morte = 10 novembre [[1444]]
|architetto =
| luogo di morte = [[Varna]]
| sepolturaingegnere =
|appaltatore =
| luogo di sepoltura =
| casa realecostruttore =
|proprietario =
| dinastia = [[Jagelloni]]
| padre = [[Jogaila|Ladislao II]]
| madre = [[Sofia di Halshany]]
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| figli =
| religione =
| motto reale =
| firma =
}}
{{Bio
|Nome = Ladislao III Jagellone
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Ladislao 03 di Polonia
|Sesso = M
|LuogoNascita = Cracovia
|GiornoMeseNascita = 31 ottobre
|AnnoNascita = 1424
|LuogoMorte = Varna
|LuogoMorteLink = Varna (Bulgaria)
|GiornoMeseMorte = 10 novembre
|AnnoMorte = 1444
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = fu [[re di Polonia]] dal [[1434]] al 1444, [[re d'Ungheria]] dal [[1440]] al 1444 con il nome di '''Ulászló I'''
}}
[[File:Palazzo di Majo (Napoli).JPG|alt=La facciata su Santa Teresa|miniatura|La facciata su Santa Teresa degli Scalzi[[File:Palazzo di Majo. 1026.jpg|alt=La scala di Sanfelice|miniatura|La scala di Sanfelice]]]]
'''Palazzo di Majo''' è un palazzo di [[Napoli]] situato all'inizio del [[rione Sanità]] nel quartiere [[Stella (Napoli)|Stella]]; l'ingresso è ubicato in discesa Sanità 68, mentre da [[via Santa Teresa degli Scalzi]] è visibile il cortile.
 
==Cenni storici e descrizione==
== Biografia ==
L'edificio venne eretto nel [[XVIII secolo]] su volontà del nobile Bartolomeo di Majo. Da fonti cartografiche e documentali si è appurato che l'edificio esisteva già nel [[1718]]<ref name="Ferraro">Italo Ferraro, ''Napoli: atlante della città storica, Volume 5'', CLEAN, 2007</ref> e che nel [[1726]]<ref name="Ferraro"/> [[Ferdinando Sanfelice]] vi lavorasse per eseguirne una ristrutturazione, ricreando una suggestiva abitazione [[Barocco napoletano|barocca]] al di fuori delle mura urbane.
Era figlio di [[Jogaila]] (Ladislao II) e della sua terza moglie [[Sofia di Halshany]].
 
Il Sanfelice realizzò maestosamente il portale con arco mistilineo, su modello delle decorazioni [[Francesco Borromini|borrominiane]]. Al di sopra del portale, un cartiglio reca la volontà del di Majo di realizzare un palazzo al di fuori della città:
Ladislao III fu conosciuto per la sua importante campagna contro i Turchi [[Ottomani]] nei [[Balcani]].
{{quote|BARPTOLEMAEUS MAJUS<br>PATRICIUS NEAPOLITANUS<br>SUBURBANUM HOC<br>SUORUM GENTILIUM EXTERNORUM<br>CUI FORS OBTULERIT<br>USUI NO[N] VOLUPTATI PARAVIT}}
 
Il punto più pregevole è la scala tipicamente barocca: a pianta [[romboidale]], ha una struttura a sbalzo dove sui ballatoi di riposo sono posti gli ingressi ai locali interni (che ripetono lo stesso disegno del portale), su di esse sono posizionati dei busti. La scala è posta sulla sinistra del cortile.
Successe al padre, ma il potere effettivo rimase nelle mani del suo capo consigliere, il magnate [[Zbigniew Oleśnicki]], vescovo di [[arcidiocesi di Cracovia|Cracovia]]. Intanto, alla morte di [[Alberto II d'Asburgo]], avvenuta il 27 ottobre 1439, la trentenne vedova [[Elisabetta di Lussemburgo]] era incinta di cinque mesi. Numerosi esponenti di spicco della nobiltà magiara, in particolare [[János Hunyadi]] di [[Hunedoara]], ritenevano che la minaccia ottomana richiedesse una reggenza forte, per cui vollero che Elisabetta sposasse il quindicenne Ladislao III di Polonia. Elisabetta, contraria a tale proposta, riuscì a posporre il proposto matrimonio.
 
[[Bernardo De Dominici]], nelle sue ''Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani'', non destina la minima critica alle scelte adoperate dal Sanfelice nel rifacimento del palazzo, lodando anzi ogni minimo aspetto.
Il 22 febbraio 1440 la vedova Elisabetta si trasferì, con il figlio lattante, che verrà chiamato successivamente [[Ladislao il Postumo]], a [[Komorn]]. Nonostante la nascita di un erede di Alberto II, il partito contrario scelse Ladislao III come re dell'Ungheria proclamandolo tale l'8 marzo 1440 a [[Cracovia]]. Elisabetta a sua volta si diresse con il figlio a [[Stuhlweißenburg]], facendolo incoronare a sua volta.<ref>{{de}} Franz Theuer: ''Der Raub der Stephanskrone'' S. 114</ref> Nacque così una violenta controversia fra i due contendenti, che si sviluppò anche sul piano militare, sfociando in una guerra civile.
 
Il palazzo fu coinvolto nella creazione del ''corso Napoleone'' nei primi del [[XIX secolo]]. Infatti gli sbancamenti che investirono il cortile poligonale durante il decennio francese resero possibile la creazione di questa nuova arteria cittadina. Per permettere che questa scorresse in maniera rettilinea, il cortile venne tagliato, perdendo l'aspetto chiuso e assumendo una forma emiciclica. Inoltre la nuova strada fu realizzata ad una quota superiore rispetto a quella di calpestio del palazzo.
Nel giugno 1442 intervenne nella controversia [[papa Eugenio IV]], che inviò il suo [[legato pontificio|legato]], cardinale [[Giuliano Cesarini (1398-1444)|Cesarini]], a cercare un accordo fra i contendenti, ponendo fine allo spargimento di sangue e consentendo la formazione di un fronte contro le invasioni ottomane. Nel novembre del 1442 vi fu un incontro a [[Győr]] fra Ladislao III ed Elisabetta, con il quale fu raggiunto un accordo. Dopo soli tre giorni dalla partenza degli Jagelloni, Elisabetta morì improvvisamente il 19 dicembre e su Ladislao III rimase il sospetto che fosse stato lui a farla avvelenare.<ref>{{de}} Franz Theuer: ''Der Raub der Stephanskrone'' S. 142</ref>
 
==Note==
Iniziò quindi la guerra contro i turchi, ma dopo le vittorie del [[1439]] e del [[1442]], Ladislao fu sconfitto nella [[battaglia di Varna]] nel 1444 e morì in combattimento.
<references />
 
== Note Bibliografia==
*Aurelio De Rose, ''I palazzi di Napoli'', Newton Compton Editori, Napoli, 2001
<references/>
== Bibliografia ==
* [[Giorgio Sfranze]], ''Paleologo. Grandezza e caduta di Bisanzio'', Sellerio, Palermo 2008, ISBN 88-389-2226-8
* {{de}} Franz Theuer: ''Der Raub der Stephanskrone'' - Der Kampf der Luxemburger, Habsburger, Jagiellonen und Hunyaden im pannonischen Raum, Edition Roetzer, Eisenstadt 1994
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
==Voci correlate==
{{box successione|
*[[Palazzi di Napoli]]
tipologia=regnante|
 
precedente=[[Alberto II d'Asburgo|Alberto II]]|
==Altri progetti==
carica=[[Sovrani d'Ungheria|Re d'Ungheria]]|
{{interprogetto|commons=Category:Palazzo di Majo (Napoli)}}
periodo=[[1440]]-[[1444]]|
{{Ferdinando Sanfelice}}
successivo=[[Ladislao il Postumo]]|immagine=Coat of arms of Hungary.png
{{Palazzi di Napoli del XVIII secolo}}
}}
{{Portale|architettura|Napoli}}
{{box successione|
tipologia=regnante|
precedente=[[Jogaila]] ''regnò come'' Ladislao II Jagellone|
carica=[[Sovrani di Polonia|Re di Polonia]]|
periodo=[[1434]]-[[1444]]|
successivo=[[Casimiro IV di Polonia|Casimiro IV]] Jagellone|immagine=Herb Polski.svg
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie}}
 
[[Categoria:JagelloniPalazzi di Napoli|Majo, Palazzo di]]
[[Categoria:PoloniaRione medievaleSanità]]
[[Categoria:Re di Polonia]]
[[Categoria:Re d'Ungheria]]