Pianello Val Tidone e Leon Feldhendler: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{Divisione amministrativa
|Nome =Pianello ValLeon TidoneFeldhendler
|PostCognome =
|Panorama=Pianello Valtidone.JPG
|PostCognomeVirgola = nato '''Lejb Feldhendler'''
|Didascalia= La Rocca Municipale
|Sesso = M
|Bandiera=Pianello Val Tidone-Gonfalone.png
|LuogoNascita = Polonia
|Voce bandiera=
|AnnoNascita = 1910
|Stemma=Pianello Val Tidone-Stemma.png
|LuogoMorte = Lublino
|Voce stemma=
|LuogoMorteLink =
|Stato=ITA
|GiornoMeseMorte = 6 aprile
|Grado amministrativo=3
|AnnoMorte = 1945
|Divisione amm grado 1=Emilia-Romagna
|Attività = partigiano
|Divisione amm grado 2=Piacenza
|Nazionalità = polacco
|Amministratore locale=Gianpaolo Fornasari
|Categorie = no
|Partito=[[lista civica]]
|PostNazionalità = , noto per essere stato uno degli artefici della famosa rivolta dei prigionieri al [[campo di sterminio di Sobibór]] nell'ottobre 1943, assieme ad [[Aleksandr Aronovič Pečerskij|Aleksandr Pečerskij]]
|Data elezione=08/06/2009
|Data rielezione=26/05/2019
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Abitanti=2220
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 marzo 2018.
|Aggiornamento abitanti=31-3-2018
|Sottodivisioni=Vedi [[#Frazioni|elenco]]
|Divisioni confinanti=[[Agazzano]], [[Alta Val Tidone]], [[Borgonovo Val Tidone]], [[Piozzano]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=
|Diffusività=
|Nome abitanti=pianellesi
|Patrono=[[San Maurizio]] e [[san Colombano]]
|Festivo=22 settembre
|PIL=
|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Pianello Val Tidone (province of Piacenza, region Emilia-Romagna, Italy).svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Pianello Val Tidone nella provincia di Piacenza
|Sito=http://www.comunepianellovaltidone.it/
}}
'''Pianello Val Tidone''' (''Pianél'' in [[dialetto piacentino]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di 2.220 abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/> della [[provincia di Piacenza]] in [[Emilia-Romagna]].
 
==Biografia==
== Geografia fisica ==
Figlio di un rabbino, Feldhendler era stato a capo del [[Judenrat]]<ref name="Crowe">{{Cita libro|autore=Crowe|nome=David M.|titolo=The Holocaust: Roots, History, And Aftermath|url=https://books.google.ca/books?id=LB_HLHJ_J64C&q=Feldhendler#v=onepage&q=Feldhendler&f=false|anno=2008|editore=Perseus Books Group|città=|pp=245–46|ISBN=978-0-8133-4325-9}}</ref> (il consiglio ebraico) nel suo villaggio di [[Żółkiewka]], [[Voivodato di Lublino]], nella [[Occupazione della Polonia|Polonia occupata dai nazisti]].
[[File:Casanova Pianello.jpg|thumb|left|La frazione di Casanova vista dalla sponda opposta del Tidone]]
Il territorio comunale si estende in una zona collinare al centro della [[val Tidone]], il paese è situato sulla riva destra del torrente [[Tidone]].
 
Fu deportato a Sobibór all'inizio del 1943. Lavorò nel magazzino e talvolta dovette dare una mano nel ''Bahnhof-kommando''. Nella primavera del 1943, Feldhendler guidò un piccolo gruppo di prigionieri di Sobibor nel formulare un piano di fuga. La loro idea iniziale era stata quella di avvelenare le guardie del campo e impossessarsi delle loro armi, ma le [[Schutzstaffel|SS]] scoprirono il veleno e spararono a cinque ebrei per rappresaglia. Altri piani includevano l'incendio del campo e la fuga durante la confusione provocata, ma l'installazione delle [[Mina terrestre|mine terrestri]] nel perimetro del campo da parte delle SS, avvenuta nell'estate del 1943, rese il piano impraticabile.
== Storia ==
Luogo di insediamenti fin dall'età neolitica situato alla confluenza dei torrenti [[Tidone]] e Chiarone ("Pianél" deriva, probabilmente, da "piana" o "spianata", a indicare il territorio pianeggiante tra i due corsi d'acqua), Pianello fu abitata ininterrottamente attraverso le [[età del ferro]] e del [[età del bronzo|bronzo]], l'età [[Civiltà romana|romana]]<ref>Elena Grossetti L'abitato di Pianello nel quadro del popolamento romano della val Tidone - Fondazione di Piacenza e Vigevano 2002</ref>, l'alto e il [[Basso Medioevo]], come testimoniano i numerosi reperti custoditi nel [[Museo archeologico della Val Tidone]].
 
Alla fine di settembre del 1943 arrivò un trasporto di ebrei dal [[Ghetto di Minsk]]. Tra loro c'era un ufficiale dei [[Prigioniero di guerra|prigionieri]] di [[Prigioniero di guerra|guerra]] sovietico dell'[[Armata Rossa]], [[Aleksandr Aronovič Pečerskij|Aleksandr Pečerskij]], che sopravvisse alla selezione nelle camere a gas. La sua presenza ha dato nuovo slancio ai piani di fuga. Pečerskij ben presto assunse la guida del gruppo di aspiranti fuggitivi e, con Feldhendler come suo vice, elaborò un piano che prevedeva l'uccisione del personale delle SS del campo e poi la razzia delle munizioni da parte dei prigionieri di guerra sovietici.
Dall'epoca [[Longobardi|longobarda]] fu parte degli antichi possedimenti dell'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]], fondata da [[San Colombano]] nel [[614]],<ref>[http://www.pianellovaltidone.net/turismo/guida-turistica/storia Pianello Val Tidone - Storia]</ref> assieme alla ''Corte di Pecorara'' ed alla ''Corte di Nibbiano'' e le celle monastiche della Val Tidone nei possedimenti del grande [[Feudo monastico di Bobbio|feudo monastico imperiale bobbiese]] descritti nella Carta di [[Wala]], abate di Bobbio nell'[[833]].
[[File:Sobibor_Survivors.jpg|miniatura| Alcuni dei sopravvissuti al campo di sterminio di Sobibór nel 1944. Feldhendler si trova in alto a destra.]]
La rivolta fu attuata il 14 ottobre 1943.<ref name="Crowe"/> Feldhendler sopravvisse sia alla rivolta che alla guerra, nascondendosi a [[Lublino]] fino alla fine dell'occupazione tedesca. La città fu conquistata dall'Armata Rossa il 24 luglio 1944 e divenne il quartier generale temporaneo del [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale|Comitato]] comunista [[Comitato Polacco di Liberazione Nazionale|polacco di liberazione]], [[Storia della Polonia (1945-1989)|controllato]] dai [[Storia della Polonia (1945-1989)|sovietici]] e istituito da [[Iosif Stalin]]. Tuttavia, il 2 aprile 1945, Feldhendler fu ferito mortalmente da un colpo di pistola sparato attraverso la porta chiusa del suo appartamento. Trasportato all'ospedale di Lublino e operato d'urgenza, morì quattro giorni dopo. Secondo varie fonti, Feldhendler fu ucciso dai [[Nazionalismo|nazionalisti]] polacchi di destra,<ref>{{Cita web|url=http://www.sobibor.info/survivors.html|titolo=Sobibor: The Forgotten Revolt|cognome=[[Thomas Blatt]]|accesso=2009-01-29}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Yitzak Arad|titolo=Jewish Prisoner Uprisings in the Treblinka and Sobibor Extermination Camps|url=http://www.nizkor.org/hweb/orgs/israeli/yad-vashem/yvs-camps-04-03.html|anno=1984|editore=[[Yad Vashem]]|città=Gerusalemme|opera=The Nazi Concentration Camps: Proceedings of the Fourth Yad Vashem International Historical Conference}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Gerald Reitlinger|titolo=The Final Solution: The Attempt to Exterminate the Jews of Europe, 1939-1945|anno=1961|editore=A. S. Barnes|p=6}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Yad Washem Bulletin|anno=1953|editore=Yad Washem-Remembrance Authority for the Disaster and the Heroism|p=144}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Kowalski|nome=Isaac|titolo=Anthology on Armed Jewish Resistance, 1939-1945|anno=1985|editore=Jewish Combatants Publishers House|p=245}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Rashke|nome=Richard|titolo=Escape from Sobibor|anno=1995|editore=University of Illinois Press|p=357|ISBN=0-252-06479-8}}</ref> della ''Narodowe Siły Zbrojne'',<ref>{{Cita libro|autore=Joseph Tenenbaum|titolo=Underground: The Story of a People|anno=1952|editore=Philosophical Library|p=[https://books.google.com/books?id=T5m0AAAAIAAJ&q=feldhendler+nsz&dq=feldhendler+nsz&ei=PieBScCWCpWyyQTgt9z1Cw&pgis=1 264]}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Marion Mushkat & Henryk Ṡwiątkowski|titolo=Polish Charges Against German War Criminals|anno=1948|editore=Polish Main National Office for the Investigation of German War Crimes in Poland|p=[https://books.google.com/books?id=TAGgAAAAMAAJ&q=feldhendler&dq=feldhendler&lr=&ei=RRmBSY6XH52EzgSnj-nFBg&pgis=1 220]}}</ref> un'unità partigiana anticomunista e [[Antisemitismo|antisemita]].<ref>{{Cita libro|autore=Richard C. Lukas|titolo=The Forgotten Holocaust: The Poles Under German Occupation, 1939-1944|anno=1986|editore=University Press of Kentucky|p=[https://books.google.com/books?id=TNGAAAAAIAAJ&q=nsz+%22right-wing%22+%22anti-Semitic%22&pgis=1#search_anchor 81]}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Tadeusz Piotrowski|titolo=Poland's Holocaust|anno=1998|editore=McFarland|p=[https://books.google.com/books?id=hC0-dk7vpM8C&pg=PA77&dq=&source=gbs_toc_r&cad=0_0#PPA94,M1 94]}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=[[Martin Gilbert]]|titolo=Holocaust Journey: Traveling in Search of the Past|anno=1999|editore=Columbia University Press|p=[https://books.google.com/books?id=nhP_driSvFQC&pg=RA1-PA273&dq=&ei=88SBSY2fF4qUkQSYp_z8DA 273]}}</ref> Tuttavia, delle indagini più recenti hanno messo in discussione questa versione degli eventi, a causa soprattutto della scarsa documentazione a suo sostegno e delle ricerche incomplete degli storici precedenti.<ref name="Kopciowski">{{Cita web|url=http://www.zagladazydow.org/index.php?show=423&strona=481|titolo=Anti-Jewish Incidents in the Lublin Region in the Early Years after World War II|cognome=Kopciowski|nome=Adam|sito=Journal of the Polish Center for Holocaust Research|data=gennaio 2008}}</ref>
 
L'unico documento concreto trovato dagli studiosi polacchi locali è una registrazione del ricovero di Feldhendler all'ospedale ''Wincentego à Paulo'' di Lublino, dove viene descritto l'infortunio. Il dottor Kopciowski scrisse che Feldhendler fu probabilmente ucciso nel corso di una rapina a mano armata, essendo lui un gioielliere.<ref name="Bielesz" /> Inoltre, come evidenziato da Marcin Wroński, la stampa comunista nella Lublino controllata dai sovietici accusava regolarmente gli ex partigiani di [[Armia Krajowa|AK]] e WIN di crimini comuni come parte della guerra ideologica.<ref name="Bielesz">{{Cita web|url=http://lublin.gazeta.pl/lublin/1,48724,13628717,Lublin_tuz_po_wojnie__Anarchia__bieda__dostepnosc.html|titolo=Lublin tuż po wojnie. Anarchia, bieda, dostępność broni..|cognome=Marcin Wroński|sito=Interview with historian Marcin Wroński by Marcin Bielesz|editore=Gazeta.pl Lublin|data=25 marzo 2013|dataaccesso=23 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130327020719/http://lublin.gazeta.pl/lublin/1%2C48724%2C13628717%2CLublin_tuz_po_wojnie__Anarchia__bieda__dostepnosc.html|urlmorto=sì}}</ref> Feldhendler fu uno dei 118 ebrei assassinati nel distretto di Lublino tra l'estate del 1944 e l'autunno del 1946, nell'ambito di una violenta ondata criminale portata dalla cosiddetta liberazione sovietica.
Citato nei documenti con i nomi di ''Pianellae'', ''Planellis'' o ''Planitas''; le prime celle documentate sono quelle di Arcello, Azzano, Casanova, Gabbiano, Rocca Pulzana, ''Monte Altone'' (o Aldone)<ref>Valeria Polonio Felloni Il monastero di San Colombano di Bobbio dalla fondazione all'epoca carolingia, Genova 1962, pp. 136 (Fonti e studi di storia ecclesiastica, II) - Tabella II dei possedimenti limitrofi - Pag 33</ref><ref>Eleonora Destefanis ''Il Monastero Di Bobbio in Eta Altomedievale'' - Carte di distribuzione Fig. 44-44a-44b - Pag 67-70</ref><ref>[http://www.rm.unina.it/biblioteca/scaffale/Download/Autori_D/RM-Destefanis-Bobbio.pdf Eleonora Destefanis ''Dal Penice al Po: il “territorio” del monastero di Bobbionell’Oltrepò pavese-piacentino in età altomedievale'']</ref>. Successivamente attorno all'[[XI secolo]] passò ai monaci [[benedettini]] del [[monastero di San Savino]] di [[Piacenza]].
 
== Nella cultura di massa ==
Al [[1250]] risale l'edificazione della chiesa parrocchiale dedicata al patrono [[San Maurizio]] e a [[San Colombano]]. La facciata barocca fu costruita nel [[1712]].
Nel film ''[[Fuga da Sobibor]]'' del 1987 è stato interpretato da [[Alan Arkin]].<ref>[[imdbtitle:0092978|IMDB database entry]]</ref> La vita di Feldhendler a Lublino è stata menzionata nel libro del 2005 ''Wyjątkowo długa linia'' di Hanna Krall, nominato per il [[Nagroda Literacka Nike|Premio Nike]].<ref>[http://www.empik.com/empikultura/aktualnosci/weekend-z-nagroda-nike-hanna-krall,24214 ''Weekend z nagrodą NIKE: Hanna Krall'']</ref>
 
==Note==
Venne poi concesso "in feudo nobile e perpetuo" nel [[1378]] dal signore di [[Milano]] [[Gian Galeazzo Visconti]] al capitano di ventura [[Jacopo Dal Verme]], che fondò lo Stato Vermesco, esteso fino a [[Bobbio]] nella vicina [[Val Trebbia]].
 
[[File:Rocca Olgisio ingresso.JPG|thumb|left|[[Rocca d'Olgisio]]]]
[[File:Pianello Comune.JPG|right|thumb|upright=1.4|Ingresso della sede comunale]]
 
A pochi chilometri dal centro del paese, su un'altura che domina le valli circostanti a 564 m s.l.m. di altitudine, sorge la '''[[Rocca d'Olgisio]]''', complesso fortificato risalente al [[IX secolo]], sede dal [[XIV secolo]] del potente casato della famiglia [[Dal Verme]] conti di [[Bobbio]] e [[Voghera]], signori di [[Borgonovo Val Tidone]], [[Castel San Giovanni]], della val Tidone e altri feudi. Nel corso della sua storia plurisecolare, la Rocca d'Olgisio fu teatro di numerosi fatti d'armi e venne ripetutamente assediata dagli eserciti che si contesero la Val Tidone nel quadro delle guerre d'Italia tra XIV e [[XVI secolo]]. I Dal Verme governarono il feudo fino al 1646. In quell'anno morì Federico Dal Verme e, per estinzione del ramo familiare diretto, Pianello passò alla Camera Ducale Farnesiana, seguendo le vicende storiche piacentine e tornando agli eredi Dal Verme.
 
Durante la [[Seconda guerra mondiale]] fu sede del comando della I brigata della I divisione [[Partigiano|partigiana]] Piacenza e per questo motivo venne fatta oggetto di tiri di artiglieria e attacchi da parte delle truppe [[Germania|tedesche]] presenti nella zona. Dal [[1979]] la rocca è di proprietà della famiglia Bengalli di Pianello Val Tidone, che ne ha avviato il recupero conservativo e garantisce l'apertura al pubblico.
 
Nei pressi della Rocca d'Olgisio verso la fine degli [[anni 1990|anni novanta]] sono stati scoperti un notevole insediamento neolitico, comprensivo di una necropoli.
 
=== Simboli ===
Blasonatura dello stemma: ''D'argento a tre fasce di rosso''.
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
* ''Piazza Umberto I''
* ''La Rocca Municipale'': sorge nel centro del paese ed è adibita a sede degli uffici comunali, eretta nel XIV dai [[Dal Verme]] come "palazzo di città" sul luogo della precedente fortificazione risalente al X secolo distrutta dall'imperatore [[Federico Barbarossa]] nel [[1164]]. Annessa alla Rocca Municipale è la sede del [[museo archeologico di Pianello Val Tidone|Museo Archeologico della Valtidone]], fondato dell'Associazione Pandora in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e l'amministrazione comunale, che raccoglie i reperti archeologici della val Tidone e [[val Luretta]], dall'età neolitica al Medioevo<ref>[http://www.archeopandora.it/ Associazione Archeologica Pandora<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* Chiesa di [[San Maurizio]] e [[San Colombano]] venne costruita nel [[1250]], sui resti di un precedente edificio costruito dai monaci colombaniani di [[Bobbio]], nel [[1377]] fu maggiormente ampliata. La pianta della chiesa è a croce ed è divisa in tre navate. La facciata barocca in laterizi è risalente al [[1712]]. All'interno si distinguono: l'altare maggiore in marmi del [[1777]], l'affresco absidale con i santi Maurizio e Colombano, la statua della ''Madonna del Carmine'', il coro ligneo scolpito da Francesco Prefetti nel [[1747]], l'affresco sopra il battistero del ''Battesimo di Gesù'' di Luciano Richetti, autore anche delle stazioni della ''Via Crucis''. Le dieci vetrate sono opera del pittore Franco Corradini.
 
=== Rocca d'Olgisio ===
{{vedi anche|Rocca d'Olgisio}}
La Rocca d'Olgisio è un complesso fortificato posto su di una rupe scoscesa a cavallo tra la val Tidone e la Val Chiarone a 564 m di altezza, che, in questa zona di non elevati rilievi, permette una vista panoramica sulla [[pianura Padana]]. Le prime notizie pervenute riguardo l'edificio risalgono al [[1037]] quando divenne proprietà dei monaci di San Savino, una leggenda vuole che il castello fosse precedentemente di un certo Giovannato. Nel [[1378]] ne entrarono in possesso i [[Dal Verme]], che ne mantennero la proprietà fino all'estinzione della famiglia. Il castello è stato, poi, ristrutturato ad opera della famiglia Bengalli che ne era entrata in possesso rendendolo visitabile. Sei cinte murarie circondano il complesso di fabbricati di epoche diverse a cui si accede attraverso due ingressi. All'interno sono presenti il mastio, l'oratorio, il pozzo, saloni affrescati e un loggiato cinquecentesco; all'esterno si trovano, invece, alcune grotte legate ad avvenimenti leggendari e sacri: la grotta delle sante ([[Santa Faustina di Como|Faustina]] e [[santa Liberata da Como|Liberata]]) dei coscritti e del cipresso.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Pianello Val Tidone}}
 
== Cultura ==
Questo paese fa parte del territorio culturalmente omogeneo delle [[Quattro Province]] ([[Provincia di Alessandria|Alessandria]], [[Provincia di Genova|Genova]], [[Provincia di Pavia|Pavia]], [[Provincia di Piacenza|Piacenza]]), caratterizzato da usi e costumi comuni e da un importante repertorio di musiche e [[Danze delle quattro province|balli]] molto antichi. Strumento principe di questa zona è il [[piffero]] appenninico che accompagnato dalla [[fisarmonica]], e un tempo dalla [[müsa]] ([[cornamusa]] appenninica), guida le danze e anima le feste.
 
In particolare è ancora sentita la tradizione del [[calendimaggio]] che in val Tidone prende il nome di [[galina grisa|galëina grisa]] (gallina grigia), che rimanda alle usanze popolari delle feste di primavera durante le quali i giovani del paese giravano di cascina in cascina a chiedere uova in cambio di canti e balli.
 
=== Eventi ===
 
* Il 30 aprile-1º maggio ricorre la Fiera della ''[[Galina grisa|Galëina grisa]]''
* L'ultima domenica di agosto si celebra la Festa del Cotechino (insaccato di carne di maiale cotto alla brace o bollito, specialità del luogo).
* L'ultimo mercoledì di agosto si tiene la Fiera d'Agosto.
* La prima domenica dopo il 22 settembre si celebra la fiera del patrono, San Maurizio. Un tempo dedicate alla compravendita del bestiame, le fiere di Pianello attiravano visitatori, venditori e compratori da tutto il piacentino e dal vicino [[Oltrepò Pavese]]. Oggi le fiere del paese sono grandi mercati in cui si trovano merci di ogni tipo, con un vasto assortimento di macchinari agricoli.
* La domenica precedente il 23 novembre si celebra la festa del compatrono, San Colombano, in cui avviene anche la benedizione delle macchine agricole e dei Motociclisti.<ref>[http://www.piacenzainternet.it/news-associazioni-piacenza.php?id=3334 Pianello Val Tidone: Festa del compatrono San Colombano, Primi allo Studio e al Lavoro 3334<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
==Geografia antropica==
[[File:Case Gazzoli (PC).jpg|thumb|La frazione di Case Gazzoli]]
===Frazioni===
Arcello, Azzano, Cà del Diavolo, Casa Bruciata, Casanova, Case Comaschi, [[Case Gazzoli]], Case Gramonti, Case Rebuffi, Chiarone, Fontanese, Fravica, Gabbiano, Gadignano, Morago, Pradaglia, [[Rocca d'Olgisio]], Rocca Pulzana, Santa Giustina, Vaie, Valle
 
== Economia ==
Oltre alla tradizionale attività agricola, negli ultimi anni a Pianello si è sviluppata anche l'attività di ricezione turistica, specialmente come tappa di itinerari enogastronomici legati ai prodotti del [[Provincia di Piacenza|territorio piacentino]] (i tre [[salume|salumi]] piacentini [[Denominazione di origine protetta|D.O.P.]] quali [[Coppa Piacentina|coppa]], [[Pancetta Piacentina|pancetta]] e [[Salame Piacentino|salame]] e [[Vino|vini]] come il [[Colli Piacentini Gutturnio|Gutturnio]], l'[[Colli Piacentini Ortrugo|Ortrugo]] e la [[Colli Piacentini Malvasia|Malvasia]] protetti dal marchio [[Denominazione di Origine Controllata|D.O.C.]] [[Colli piacentini]]).
 
== Infrastrutture e trasporti ==
Dal [[1896]] al [[1938]] il comune fu servito dalla [[tranvia Piacenza-Pianello-Nibbiano]].
 
Il comune di Pianello è attraversato dalla [[Strade provinciali della provincia di Piacenza|Strada Provinciale 60]] che si dirama dalla [[Strada Statale 412 della Val Tidone|ex Strada Statale 412 di Val Tidone]] a [[Trevozzo]], frazione del comune di [[Alta Val Tidone]], situata sulla sponda opposta del torrente rispetto a Pianello e che si innesta nella strada provinciale 65 della Caldarola in comune di [[Piozzano]]<ref>{{cita web|url=http://www.provincia.piacenza.it/Allegati/Livelli/Provincia%20di%20Piacenza%20manutenzione%20strade1410852987.pdf|titolo=Provincia di Piacenza - servizio edilizia, progettazione infrastrutture e grandi opere|accesso=23 aprile 2019}}</ref>.
 
== Amministrazione ==
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
 
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Luigi Ricci |Inizio = 29 giugno 1985 |Fine = 27 maggio 1990 |Partito = [[Democrazia Cristiana]] |Note = <ref name=interno>http://amministratori.interno.it/</ref>}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Mario Bergomi |Inizio = 27 maggio 1990 |Fine = 22 settembre 1992 |Partito = [[Partito Comunista Italiano]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Oddi |Inizio = 22 settembre 1992 |Fine = 24 aprile 1995 |Partito = [[Partito Democratico della Sinistra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Oddi |Inizio = 24 aprile 1995 |Fine = 14 giugno 1999 |Partito = [[centro-sinistra]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Giuseppe Oddi |Inizio = 14 giugno 1999 |Fine = 14 giugno 2004 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Franco Carlappi |Inizio = 14 giugno 2004 |Fine = 8 giugno 2009 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianpaolo Fornasari |Inizio = 8 giugno 2009 |Fine = 26 maggio 2014 |Partito = [[lista civica]] |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianpaolo Fornasari |Inizio = 26 maggio 2014 |Fine = 26 maggio 2019 |Partito = [[lista civica]]: Insieme per il nostro futuro |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrec |Nome = Gianpaolo Fornasari |Inizio = 26 maggio 2019 |Fine = ''in carica'' |Partito = [[lista civica]]: Insieme per il nostro futuro |Note = <ref name=interno />}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Pianello è stato capoluogo della [[Comunità Montana valle del Tidone]], che comprendeva anche i comuni di [[Nibbiano]], [[Pecorara]] e [[Caminata]] fino al suo scioglimento, avvenuto nel [[2009]]<ref>[http://www.uncem.emilia-romagna.it/news.php?id=72 RIORDINO TERRITORIALE EX L.R. 10/2008 - DELIBERA REGIONE EMILIA-ROMAGNA 28/10/2008] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090129224959/http://uncem.emilia-romagna.it/news.php?id=72 |data=29 gennaio 2009 }}</ref>. A seguito dello scioglimento della comunità montana, il comune di Pianello è entrato a far parte dell'Unione Comune Valle del Tidone insieme ai comuni di [[Castelsangiovanni]], Nibbiano e Pecorara, a sua volta sciolta all'inizio del [[2018]]<ref>{{cita web|url=https://www.halleyweb.com/ucvaltidone/po/mostra_news.php?id=10&area=H|titolo=Avviso Importante - Scioglimento dell'Unione|data=2 gennaio 2018|accesso=23 aprile 2019}}</ref>.
 
Il comune di Pianello fa parte dell'associazione degli [[Azzano d'Italia]], undici fra comuni e frazioni che portano nel loro nome il termine Azzano e che hanno i cittadini che si chiamano azzanesi: [[Azzano d'Asti]], [[Azzano Decimo]], [[Azzano Mella]], [[Azzano San Paolo]], [[Castel d'Azzano]] e sei [[frazione geografica|frazioni]].
 
== Note ==
<references/>
 
{{Olocausto}}
== Bibliografia ==
* Carmen Artocchini ''Castelli piacentini'' - Edizioni TEP Piacenza 1967
* R. Zanussi ''San Colombano d'Irlanda Abate d'Europa'' - Ed. Pontegobbo
* A.Maestri. ''Il culto di San Colombano in Italia''. Archivio storico di Lodi. 1939 e segg.
* ''Archivum Bobiense'' Rivista annuale degli Archivi storici Bobiensi (1979-2008). Bobbio
* Elena Grossetti ''L'abitato di Pianello nel quadro del popolamento romano della val Tidone'' - Fondazione di Piacenza e Vigevano 2002
 
== Voci correlate ==
* [[Galina grisa|Galëina grisa]]
* [[Obertenghi]]
* [[Dal Verme]]
* [[Quattro province]]
* [[Piana di San Martino]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.pianellovaltidone.net/|Portale Turistico Pianellese}}
* {{cita web|http://bancadeltempo.pianellovaltidone.net/|Sito Web della Banca del Tempo di Pianello Val Tidone}}
* {{cita web|http://asdvaltidone.pianellovaltidone.net/|Sito Web dell'ASD Valtidone}}
* {{cita web|http://www.archeomuseovaltidone.it//|Museo archeologico}}
 
{{Comuni della provincia di Piacenza}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|ebraismo}}
{{portale|emilia}}
 
[[Categoria:Pianello Val Tidone|Ebrei polacchi]]
[[Categoria:Morti nel 1945]]
[[Categoria:Nati nel 1910]]
[[Categoria:Superstiti del campo di sterminio di Sobibór]]