Galleria nazionale di palazzo Spinola e Storia dell'Iran: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
 
Pil56-bot (discussione | contributi)
m smistamento lavoro sporco e fix vari
 
Riga 1:
{{fU|architetturacommento=|pagina=Persia|argomento=storia|data=ottobre 20152016}}
La '''storia dell'[[Iran]]''', comunemente noto nel [[Civiltà occidentale|mondo occidentale]] anche come [[Persia]], si intreccia con la storia di una regione più ampia, anche nota come Grande Iran, che comprende un'area situata tra l'[[Anatolia]], il [[Bosforo]] e l'[[Egitto]] a ovest, sino ai confini dell'[[India]] antica e [[Syr Darya]] a est e verso il [[Caucaso]] e la [[steppa eurasiatica]] a nord, fino al [[golfo Persico]] e il [[Golfo di Oman|golfo dell'Oman]] a sud.
{{Museo
 
|Nome = Galleria nazionale di palazzo Spinola
L'Iran è sede di una delle più antiche grandi civiltà del mondo, con insediamenti storici e urbani risalenti fin dal [[4000 a.C.]]<ref name=":2">{{Cita web|url=http://news.xinhuanet.com/english/2007-08/10/content_6508609.htm|titolo=New evidence: modern civilization began in Iran|sito=news.xinhuanet.com|accesso=16 luglio 2016}}</ref> L'occidente ed il sud-occidente del [[Altopiano iranico|Plateau iraniano]] fu testimone della nascita delle prime civilità del [[Vicino Oriente antico]], con la cultura prima degli [[Elam]], dalla precoce [[Età del bronzo]], e poi attraverso altri popoli, come i [[Cassiti]], i [[Mannei]] e i [[Gutiani]]. [[Georg Wilhelm Friedrich Hegel]] nominò i persiani come il ''primo popolo storico''.<ref>{{cita libro|cognome=Azadpour |nome=M |titolo=HEGEL, GEORG WILHELM FRIEDRICH |pubblicazione=Encyclopædia Iranica |accesso=11 aprile 2015|url=http://www.iranicaonline.org/articles/hegel-georg-wilhelm-friedrich}}</ref> Nel 625 a.C., i [[Medi]] unificarono l'Iran come nazione ed impero. L'[[impero achemenide]] (550-330 a.C.), fondato da [[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]], fu il primo impero persiano a governare da [[Persepoli]], dai [[Balcani]] al [[Nord Africa]] ed anche in [[Asia centrale]], estendendosi su ben tre continenti. Fu il più grande impero mai visto e il primo impero mondiale.<ref>{{Cita libro|autore= David Sacks, Oswyn Murray, Lisa R. Brody|autore2=Oswyn Murray |autore3=Lisa R. Brody |titolo= Encyclopedia of the ancient Greek world|url= https://books.google.com/?id=gsGmuQAACAAJ|anno= 2005|editore= Infobase Publishing| ISBN = 978-0-8160-5722-1|pp= 256 (in corrispondenza della parte destra della pagina)}}</ref> Il [[Persia|Primo Impero Persiano]] fu l'unica civiltà, in tutta la storia, collegare, nel [[480 a.C.|480 a.C]]., oltre il 40% della popolazione mondiale di allora, pari a circa il 49,4 milioni di persone, su un totale complessivo 112,4 milioni.<ref>{{Cita web|url=http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/largest-empire-by-percentage-of-world-population/|titolo=Largest empire by percentage of world population|sito=Guinness World Records|accesso=10 giugno 2016}}</ref> Successivamente dominarono i [[Dinastia seleucide|Seleucidi]], poi i [[Parti]], e l'[[Sasanidi|Impero sasanide]], che governò l'Iran per quasi 1000 anni rendendo ancora una volta l'Iran una potenza leader mondiale. Rivale storico della Persia fu l'[[impero romano]] e poi il suo successore, l'[[Impero bizantino|Impero Bizantino]].
|Tipologia = Dipinti, arredi, affreschi, ceramiche
 
|Immagine = Genova-Palazzo Spinola-DSCF7485.JPG
L'impero persiano inizia a svilupparsi dall'[[Età del ferro|età del Ferro]], grazie alla migrazione di popolazioni iraniane. Nel corso dell'[[antichità classica]], il popolo iraniano ha contribuito alla formazione degli imperi: dei [[Medi]], [[Dinastia achemenide|Achemenide]], dei [[Impero partico|Parti]] e [[Sasanidi|Sasanide]].
|Larghezza = <!-- per l'immagine -->
 
|Didascalia = <!-- per l'immagine -->
Una volta raggiunta la dimensione di [[superpotenza]]<ref>{{Cita web|url=http://www.encyclopedia.com/doc/1G1-155920057.html|titolo=Greek-Persian Wars (490 bce–479 bce) - Gale Encyclopedia of World History: War {{!}} Encyclopedia.com|sito=www.encyclopedia.com|accesso=16 luglio 2016}}</ref>, l'Iran ha subito l'influenza di diverse culture: [[greci|greca]], [[arabi|araba]], [[turchi|turca]] e [[mongoli|mongola]]. Nel corso dei secoli ha comunque e sempre ribadito la propria identità nazionale sviluppandosi come entità politica-culturale distinta.
|Data di fondazione = 1958
 
|Data di chiusura =
La [[Conquista islamica della Persia|conquista musulmana della Persia]], avvenuta tra il [[633]] ed il [[656]], pose fine all'impero Sasanide. Fu un punto di svolta della storia iraniana. L'[[islamizzazione della Persia]] ha avuto luogo dal VIII al X secolo conducendo verso il declino lo [[Zoroastrismo]], così come molte religioni derivate. Tuttavia, le conquiste culturali delle precedenti civiltà persiane non vennero perdute, ma in gran parte furono assorbite sia dal nuovo sistema politico che dalla civiltà islamica.
|Fondatori =
 
|Indirizzo = Piazza di Pellicceria, 1 - Genova - Italia
L'Iran venne ancora una volta riunificato come stato indipendente nel [[1501]] dalla dinastia [[Safavidi|Safavide]], che convertì all'[[Sciismo|Islam sciita]]<ref name=":8">R.M. Savory, ''Safavids'', [[Encyclopedia of Islam]], 2ª edizione</ref> l'Iran, imponendola come religione ufficiale dell'impero, e segnando uno dei più importanti punti di svolta nella [[storia dell'Islam]]. Con vicino l'[[Impero ottomano]], il loro rivale per secoli, l'Iran venne dominato dalla dinastia Safavide, una monarchia governata da un imperatore quasi ininterrottamente dal 1501, fino alla [[rivoluzione iraniana]] del [[1979]], quando divenne ufficialmente una [[repubblica islamica]] dal [[1º aprile]] [[1979]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/event/Iranian-Revolution-of-1978-1979|titolo=Iranian Revolution of 1978-79|accesso=17 luglio 2016}}</ref>
|Latitudine = 44.410776
 
|Longitudine = 8.93024
Nel corso della prima metà del [[XIX secolo]] perse molti dei suoi territori nel [[Caucaso]],<ref name=":14">Fisher et al. 1991, pp. 329-330</ref> quali la moderna [[Georgia]] orientale, il [[Daghestan]], l'[[Azerbaigian]] e l'[[Armenia]]. In seguito delle guerre russo-persiane tra il [[Guerra russo-persiana (1804-1813)|1804-1813]] e il [[Guerra russo-persiana (1826-1828)|1826-8]]<ref>Timothy C. Dowling, pp 729</ref> è emerso il vicino rivale, l'[[Impero russo]].
|Direttore = Farida Simonetti
 
|Visitatori = 25.118 <ref>Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, [http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1452786836128_2015MuseiPerSito.pdf Visitatori e introiti dei musei]</ref>.
== Preistoria ==
|Anno visitatori = 2015
[[File:Marlik cup iran.jpg|miniatura|Coppa d'oro del [[Museo Nazionale dell'Iran]], risalente alla prima metà del 1° millennio a.C.]]
|Sito = [http://www.palazzospinola.beniculturali.it/ www.palazzospinola.beniculturali.it]
{{Vedi anche|Tepe Siyalk|Civiltà di Jiroft|Shahr-i Sokhta|Preistoria dell'Iran}}
 
=== Paleolitico ===
I primi reperti archeologici persiani sono stati ritrovati principalmente nei siti di [[Kashafrud]] e [[Ganj Par]], risalenti al [[Paleolitico medio]], approssimativamente a 100.000 anni fa .<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/place/ancient-Iran|titolo=ancient Iran|accesso=17 luglio 2016}}</ref> Sono stati ritrovati strumenti in pietra [[Musteriano|musteriani]] costruiti dagli uomini di [[Homo neanderthalensis|Neanderthal]].<ref name=":0">{{Cita web|url=https://secure2.pbase.com/k_amj/tehran_museum|titolo=ANCIENT IRAN MUSEUM by Ali Majdfar|sito=PBase|accesso=17 luglio 2016}}</ref> Nella regione di Zagros si concentra il maggior numero di resti dell'uomo di Neanderthal, anch'essi risalenti al Paleolitico medio. Ritrovamenti minori sono stati individuti anche nel centro dell'Iran in siti come Kobeh, Kunji, [[Grotta di Bisitun|Bisitun]], Tamtama, [[Warwasi]], e la [[Yafteh|Grotta di Yafteh]].<ref>J.D. Vigne, J. Peters and D. Helmer, ''First Steps of Animal Domestication'', Proceedings of the 9th Conference of the International Council of Archaeozoology, Durham, August 2002, ISBN 1-84217-121-6</ref> Nel [[1949]], venne scoperto nella Grotta di Bisitun, un [[Radio (anatomia)|radio]] dell'uomo di Neanderthal da parte del ricercatore, [[Carleton Stevens Coon|Carleton S. Coon]].<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/224543/Trinkaus_E_and_F._Biglari_2006_Middle_Paleolithic_Human_Remains_from_Bisitun_Cave_Iran_Paleorient_32.2_105-1|titolo=Trinkaus, E and F. Biglari (2006) Middle Paleolithic Human Remains from Bisitun Cave, Iran, Paleorient: 32.2: 105-1|accesso=17 luglio 2016}}</ref> Reperti del [[Paleolitico superiore]] e dell'[[Mesolitico|Epipaleolitico]] sono stati invidiuati principalmente sui monti Zagros, nelle grotte di [[Regione di Kermanshah|Kermanshah]], di [[Khorramabad (Mazandaran)|Khorramabad]], e di [[Alborz (regione)|Alborz]], nell'Iran centrale.
 
=== Dal Neolitico al Calcolitico ===
[[File:Ganj Darreh.jpg|sinistra|miniatura|Ganj Darreh]]
Nel sito di '''Tepe Sarab''', nella regione di [[Kermanshah]], sono stati individuate sia figure umane e animali, che manufatti antichi risalenti a 10.000 anni.<ref name=":0" /> Notevoli sono anche le prime comunità agricole, dello stesso periodo, come [[Chogha Golan]].<ref>{{Cita web|url=https://www.nbcnews.com/science/science-news/early-humans-iran-were-growing-wheat-12-000-years-ago-f6C10536898|titolo=Early humans in Iran were growing wheat 12,000 years ago - NBC News|accesso=17 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|nome=Simone|cognome=Riehl|data=5 luglio 2013|titolo=Emergence of Agriculture in the Foothills of the Zagros Mountains of Iran (Supplement)|accesso=17 luglio 2016|url=https://www.researchgate.net/publication/259041065_Emergence_of_Agriculture_in_the_Foothills_of_the_Zagros_Mountains_of_Iran_Supplement|nome2=Mohsen|cognome2=Zeidi|nome3=Nicholas J|cognome3=Conard}}</ref> Insieme all' insediamento di [[Chogha Bonut]], è il primo villaggio [[Elam]], risalente all'[[IX millennio a.C.|8000 a.C.]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Excavation at Chogha Bonut: the earliest village in Susiana, Iran|url=http://oi.uchicago.edu/sites/oi.uchicago.edu/files/uploads/shared/docs/nn153.pdf}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/neolithic-age-in-iran|titolo=NEOLITHIC AGE IN IRAN – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=17 luglio 2016}}</ref> tutti siti che hanno iniziato a fiorire culturalmente, all'interno e intorno alla regione dei [[Monti Zagros]], nell'Iran occidentale.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.metmuseum.org/toah/ht/02/wai.html|titolo=Iran, 8000–2000 B.C. {{!}} Chronology {{!}} Heilbrunn Timeline of Art History {{!}} The Metropolitan Museum of Art|sito=The Met’s Heilbrunn Timeline of Art History|accesso=17 luglio 2016}}</ref> Nello stesso periodo, a [[Ganj Dareh]], l'essere umano più antico conosciuto ha modellato vasi di argilla e figurine in terracotta di animali.<ref name=":1" />
 
La parte sud-occidentale dell'Iran era parte integrante della [[Mezzaluna Fertile]], nella quale le prime grandi culture dell'umanità sono cresciute in villaggi come [[Susa (Elam)|Susa]], dove venne fondato un insediamento già nel 4395 a.C., ed insediamenti, come [[Chogha Mish]], risalente al 6800 a.C..<ref name=":2" /> Delle vere e proprie giare di vino, risalenti a 7000 anni fa sono state trovate nei pressi dei Monti Zagros,<ref>{{Cita web|url=http://www.museum.upenn.edu/new/research/Exp_Rese_Disc/NearEast/wine.shtml|titolo=Penn Museum - University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology|sito=www.museum.upenn.edu|accesso=17 luglio 2016}}</ref><ref>Ora in mostra presso l'[[Università della Pennsylvania]].</ref> ed infine, le rovine degli insediamenti di 7000 anni fa di [[Tepe Siyalk|Tepe Sialk]]. Per quanto riguarda il neolitico, i due principali insediamenti iraniani fanno riferimento sia alla [[Cultura del fiume Zaiandé|cultura del Fiume Zayandeh]] che al sito di [[Ganj Dareh]].
 
=== Età del Bronzo ===
{{Vedi anche|Tepe Siyalk|Civiltà di Jiroft|Elam|Cultura Kura-Araxes|Impero di Akkad|Cassiti|Mannei}}
 
Parti di ciò che è il moderno nord-ovest dell'Iran faceva parte della [[cultura Kura-Araxes]], fiorita tra il 3.400 a.C. ed il 2.000 a.C. Tale cultura si estendeva fino alle regioni limitrofe del [[Caucaso]] e dell'[[Anatolia]].<ref>{{Cita libro|nome=K. Kh|cognome=Kushnareva|titolo=The Southern Caucasus in Prehistory: Stages of Cultural and Socioeconomic Development from the Eighth to the Second Millennium B.C.|url=https://books.google.com/books?id=e1PNO7urjHQC|accesso=17 luglio 2016|data=1º gennaio 1997|editore=UPenn Museum of Archaeology|lingua=en|ISBN=978-0-924171-50-5}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Antonio|cognome=Sagona|nome2=Paul|cognome2=Zimansky|titolo=Ancient Turkey|url=https://books.google.com/books?id=SsLKBgAAQBAJ|accesso=17 luglio 2016|data=24 febbraio 2015|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=978-1-134-44027-6}}</ref>
 
In Iran, la città di [[Susa (Elam)|Susa]] è uno dei più antichi insediamenti conosciuti. Sulla base della [[Metodo del carbonio-14|datazione al Carbonio 14]], la fondazione della città avverrebbe nel 4395 a.C.,<ref name=":3">''The Archaeology of Elam: Formation and Transformation of an Ancient Iranian State'' - D. T. Potts, Cambridge University Press, 29/07/1999 - pp. 45-46 - ISBN 0-521-56358-5
</ref> un tempo precedente alle tutte le civiltà in [[Mesopotamia|mesopotamiche]]. La percezione generale tra gli archeologi è che Susa fosse un'estensione dello Stato [[Sumeri|sumero]] della città di [[Uruk]].<ref>Algaze, Guillermo. 2005. The Uruk World System: The Dynamics of Expansion of Early Mesopotamian Civilization</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Robert A. Carter|titolo=Beyond the Ubaid|url=http://oi.uchicago.edu/sites/oi.uchicago.edu/files/uploads/shared/docs/saoc63.pdf|autore2=Graham Philips}}</ref> Nella sua storia successiva, Susa divenne la capitale di [[Elam]], emersa come Stato nel [[4000 a.C.]]<ref name=":3" /> Vi sono inoltre decine di siti preistorici in tutto l'altopiano iranico che attestano l'esistenza di antiche culture e insediamenti urbani già nel quarto millennio a.C.<ref name=":2" /> Una delle prime civiltà dell'altopiano iranico fu la [[Civiltà di Jiroft|cultura di Jiroft]] nel sud-est dell'Iran, nella provincia di [[Regione di Kerman|Kerman]].
 
Si tratta di uno dei più ricchi siti archeologici del [[Medio Oriente]]. Gli scavi archeologici a [[Jiroft (città)|Jiroft]] hanno condotto alla scoperta di diversi oggetti appartenenti al [[IV millennio a.C.]]<ref>{{Cita web|url=https://archaeologynewsnetwork.blogspot.it/2011/01/archaeologists-may-have-found-5000-year.html#lycLEVWP0oZ1Rvt0.97|titolo=Archaeologists may have found 5,000-year-old civilization in southern Iran|accesso=17 luglio 2016}}</ref> Sono stati ritrovati una grande quantità di oggetti decorati con incisioni di animali, figure mitologiche e motivi architettonici. Gli oggetti e la loro [[iconografia]] sono diverse da qualsiasi cosa mai vista prima dagli archeologi. Molti sono costituiti da [[clorito]], una pietra morbida grigio-verde; altri sono in rame, bronzo, [[Ceramica|terracotta]] e anche [[lapislazzuli]]. Recenti scavi nei siti hanno scoperto la più antica iscrizione al mondo, che retrodata le iscrizioni mesopotamiche.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/iran-ii1-pre-islamic-times|titolo=IRAN ii. IRANIAN HISTORY (1) Pre-Islamic Times – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=17 luglio 2016}}</ref>
 
Anche sull'[[Altopiano iranico|altopiano iraniano]] vi sono registrazioni di numerose altre civiltà antiche, prima della comparsa delle tribù iraniane del primo periodo dell'[[età del ferro]]. La prima età del bronzo Fvide l'ascesa dell'urbanizzazione in città-stato e, nel corso del periodo di [[Uruk]], dell'invenzione della scrittura. Mentre nell'età del Bronzo di [[Elam]] della scrittura si era già fatto uso da molto tempo, anche se la scrittura proto-Elamita rimane indecifrata, e i reperti di [[Sumer]] relativi a Elam sono scarsi.
 
Lo storico russo [[Igor' Michajlovič D'jakonov|Igor M. Diakonoff]] afferma che la popolazione moderna del plateau iraniano discende da gruppi prevalentemente non-persiani: "''Sono popoli autoctoni dell'altopiano iranico e non tribù di proto-indoeuropei d'Europa, nel complesso antenati, nel senso fisico della parola, degli odierni iraniani''".<ref>Diakonoff, I., M., “Media”, Cambridge History of Iran, II, Cambridge, 1985, p.43 [within the pp.36-148]. [http://www.federatio.org/joes/EurasianStudies_0309.pdf This paper is cited in the Journal of Eurasian Studies at page 51.]</ref>
 
=== Prima Età del Ferro ===
{{Vedi anche|Assiria|Urartu}}I reperti diventano più tangibili con l'ascesa dell'[[impero neo-assiro]] e le sue incursioni nelle pianure iraniane. Già nel [[XX secolo a.C.]], diverse tribù giunsero sull'altopiano iranico dalle [[Steppe pontico-caspiche|steppe Pontico-Caspiche]]. L'arrivo degli iraniani sull'altopiano iranico costrinse gli [[Elamiti]] a cedere porzioni del loro impero per rifugiarsi a Elam, nel [[Khūzestān|Khuzestan]] e nelle zone circostanti, solo allora divenute coincidenti con Elam.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/elam-vii|titolo=ELAM vii. Non-Elamite texts in Elam – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=18 luglio 2016}}</ref> Lo storico dell'Iran, Bahman Firuzmandi, afferma che gli iraniani del sud potrebbero essersi mescolati con gli [[elamiti]] che vivevano sull'altopiano.<ref>Bahman Firuzmandi ''Mad, Hakhamanishi, Ashkani, Sasani'' pp. 20
</ref> Entro la metà del [[I millennio a.C.]], i [[Medi]], i [[Persiani]], e i [[Parti]] popolarono l'altopiano iraniano. Fino all'apogeo dei Medi, tutti rimasero sotto la dominazione assira, come il resto del [[Vicino Oriente]]. Nella prima metà del I millennio a.C., parti di quello che oggi è l'[[Azerbaigian persiano|Azerbaigian iraniano]] sono state inserite nel regno di [[Urartu]].
 
== Antichità classica ==
=== Impero Medio e Achemenide (650-330 a.C.) ===
{{Vedi anche|Medi|Impero achemenide|Guerre persiane}}
<gallery mode="packed">
Map of the Achaemenid Empire.jpg|Mappa dell'impero Achemenide
Map achaemenid empire en.png|L'impero Achemenide e la sua grande estensione
Cyrus tomb.jpg|La tomba di Ciro il Grande
Persepolis T Chipiez.jpg|Rappresentazione del palazzo di Dario I a Persepoli (T.Chipiez)
</gallery>Nel [[646 a.C.|646 a.C]]., il re assiro [[Assurbanipal]] saccheggiò [[Susa (Elam)|Susa]] ponendo termine alla supremazia elamita nella regione.<ref name=":4">{{Cita web|url=http://www.metmuseum.org/toah/ht/04/wai.html|titolo=Iran, 1000 B.C.–1 A.D. {{!}} Chronology {{!}} Heilbrunn Timeline of Art History {{!}} The Metropolitan Museum of Art|sito=The Met’s Heilbrunn Timeline of Art History|accesso=18 luglio 2016}}</ref> Era da oltre 150 anni che i re assiri della vicina [[Mesopotamia]] settentrionale cercavano di conquistare le tribù medie dell'Iran occidentale<ref>{{Cita web|url=http://search.proquest.com/openview/74f438fcfb2ab0d408eabba42ddc5854/1?pq-origsite=gscholar|titolo=The Rise and Fall of Media - ProQuest|sito=search.proquest.com|accesso=18 luglio 2016}}</ref>. Sotto la pressione dell'Assiria i piccoli regni dell'Iran occidentale si fusero in stati sempre più grandi e centralizzati.<ref name=":4" />
 
Nella seconda metà del [[VII secolo a.C.]], i Medi guadagnarono la loro indipendenza e vennero uniti da Re Deioce. Nel [[612 a.C.|612 a.C]]., [[Ciassare]], nipote di Deioce, ed il re babilonese [[Nabopolassar]] invasero l'[[Assiria]], assediarono e alla fine distrussero [[Ninive]], la capitale, portando alla caduta dell'impero neo-assiro.<ref>Sicker, Martin pp. 68/69</ref> [[Urartu]] fu in seguito conquistata e sciolta dai Medi,<ref>{{Cita web|url=http://www.arasartgallery.com/urartu-lost-kingdom-of-van.html|titolo=Urartu Lost Kingdom of Van|sito=Ara's art and news|accesso=18 luglio 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.allaboutturkey.com/urartu.htm|titolo=Urartu civilization - All About Turkey|sito=www.allaboutturkey.com|accesso=18 luglio 2016}}</ref> i quali hanno avuto il merito di fondare l'Iran come nazione e impero, stabilendone il primo impero, il più grande del suo tempo, fino a quando [[Ciro II di Persia|Ciro il grande]] ha formato l'impero unificato dei Medi e dei Persiani, che infine condurrà alla formazione dell'[[impero achemenide]] (550-330 a.C.).
 
[[Ciro II di Persia|Ciro il Grande]] rovesciò, a sua volta, gli imperi dei [[Medi]], [[Lidi]]o e neo-babilonese creandone uno molto più grande dell'Assiria. Ciro fu in grado, attraverso un maggior uso della diplomazia, di conciliare le esigenze dei diversi attori e soggetti del dominio persiano. La longevità del suo impero fu uno dei risultati. Il re persiano, come l'Assiro, era anche "[[Re dei Re]]",<ref>''Xšāyaθiya xšāyaθiyānām'' (''shāhanshāh'' in Persiano moderno)</ref> - "grande re," noto ai Greci come, ''Megas Basileus.''
 
Il figlio di Ciro, [[Cambise II di Persia|Cambise II]], conquistò l'ultima grande potenza della regione, l'[[antico Egitto]], provocando il crollo della [[XXVI dinastia egizia]]. Dal momento che si ammalò prima e poi morì lasciando l'Egitto, come riferito da [[Erodoto]], venne colpito per [[empietà]] contro le antiche divinità egizie. Il vincitore, [[Dario I di Persia|Dario I]], basa la sua affermazione sull'appartenenza a una linea collaterale dell'Impero achemenide.[[File:PersepolisPanorama2007.jpg|centro|thumb|upright=3.6|Panorama di [[Persepoli]].]]La prima capitale di [[Dario I di Persia|Dario]] fu [[Susa (Elam)|Susa]], inoltre iniziò il programma della costruzione di [[Persepoli]]. Ha ricostruìto anche un canale tra il [[Nilo]] e il [[Mar Rosso]], un precursore del moderno [[canale di Suez]]. Ha migliorato il vasto sistema stradale, ed è durante il suo regno che si ha la prima menzione di una [[Via Reale di Persia|Strada Reale]], una grande strada che va da Susa a [[Sardi (città)|Sardi]] con stazioni situate ad intervalli regolari. Importanti riforme hanno avuto luogo sotto Dario. Contemporaneamente venne standardizzato il conio, nella forma del ''daric'' (moneta d'oro) e lo [[Siclo|shekel]] (moneta d'argento)<ref>Le monete erano già state inventate più di un secolo prima in [[Lidia]] c. [[660 a.C.]], ma non vennero standardizzate.</ref>, e l'efficienza amministrativa migliorata.
 
L'[[Lingua persiana antica|antica lingua persiana]] appare nelle iscrizioni reali, scritte in una versione appositamente adattata della scrittura cuneiforme. Sotto [[Ciro il Grande]] e [[Dario I di Persia|Dario I]], il persiano divenne il più grande impero della storia umana fino a quel momento in grado di governare e amministrare su gran parte del mondo conosciuto di allora<ref>{{Cita web|url=http://richard-hooker.com/sites/worldcultures/MESO/PERSIANS.HTM|titolo=The Persians|sito=richard-hooker.com|accesso=21 luglio 2016}}</ref>, oltre al fatto di estendersi su tre continenti: vale a dire l'[[Europa]], l'[[Asia]], e l'[[Africa]]. L'impero persiano ha rappresentato la prima [[Superpotenza|superpotenza mondiale]]<ref>{{Cita web|url=http://www.encyclopedia.com/article-1G2-3048700004/greek-persian-wars-490.html|titolo=Greek-Persian Wars (490 bce–479 bce) - Gale Encyclopedia of World History: War {{!}} Encyclopedia.com|sito=www.encyclopedia.com|accesso=21 luglio 2016}}</ref> della storia, fondandosi su un modello di tolleranza e rispetto per le altre culture e religioni.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Fariborz Rahnamoon|titolo=Benevolent Persian Empire|url=http://ahura.homestead.com/files/IranZaminOne/F_Benevolent_P_Empire.pdf}}</ref>
[[File:Map Greco-Persian Wars-it.svg|sinistra|miniatura|La mappa mostra le città chiave durante le invasioni persiane della Grecia|300x300px]]
Alla fine del [[VI secolo a.C.]], Dario lanciò la sua campagna europea, in cui sconfisse i [[Peoni]], conquistò la [[Tracia]], e sottomise tutte le città greche della costa, così come sconfisse gli [[Sciti]] europei nei pressi al [[Danubio]].<ref name=":5">{{Cita libro|nome=Joseph|cognome=Roisman|nome2=Ian|cognome2=Worthington|titolo=A Companion to Ancient Macedonia|url=https://books.google.com/books?id=QsJ183uUDkMC|accesso=21 luglio 2016|data=7 luglio 2011|editore=John Wiley & Sons|lingua=en|ISBN=978-1-4443-5163-7}}</ref> Tra il [[512 a.C.|512]] ed [[511 a.C.|511 a.C]]., la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] divenne un regno vassallo della Persia.<ref name=":5" />
 
Nel [[499 a.C.]], Atene sostenne la rivolta di [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]], durante la quale avvenne il cosiddetto ''[[Sardi (sito archeologico)|sacco di Sardi]]''. Questo evento fece reagire gli [[Dinastia achemenide|achemenidi]] che si contrapposero alla [[Grecia classica|Grecia]] continentale attraverso le [[guerre persiane]], nella prima metà del [[V secolo a.C.]], note come una delle guerre più importanti della [[Storia dell'Europa|storia europea]]. Durante la [[Prima guerra persiana|prima invasione persiano della Grecia]], il generale [[Mardonio (generale)|Mardonio]] soggiogò la [[Tracia]] e la [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]], divenute successivamente, e a pieno titolo, parte integrante della Persia.<ref name=":5" /> Nel [[480 a.C.|480 a.C]]., i persiani distrussero [[Atene]]. Ma la guerra, alla fine, si trasformò in una sconfitta. [[Serse I di Persia|Serse I]], il successore di Dario, diede avvio la [[Seconda guerra persiana|seconda invasione persiana della Grecia]]. In un momento cruciale del conflitto, quasi tutti i territori della Grecia continentale vennero invasi dai Persiani, tra cui tutti i territori a nord dell'[[Istmo di Corinto]].<ref>{{Cita libro|nome=Brian Todd|cognome=Carey|nome2=Joshua|cognome2=Allfree|nome3=John|cognome3=Cairns|titolo=Warfare in the Ancient World|url=https://books.google.com/books?id=3OSfBwAAQBAJ|accesso=21 luglio 2016|data=19 gennaio 2006|editore=Pen and Sword|lingua=en|ISBN=978-1-84884-630-2}}</ref> Tuttavia, dopo le [[Battaglia di Platea|battaglie di Platea]] e [[Battaglia di Salamina|Salamina]], la Persia perse i suoi punti d'appoggio in Europa, e alla fine si ritirarono.<ref>Roisman & Worthington 2011, pp. 135-138, 342-345</ref> La lotta continuò per diversi decenni dopo la cacciata greca della seconda invasione con numerose città-stato greche che formarono la [[Lega delio-attica|lega di Delo]], che alla fine si concluse nel [[449 a.C.]] con la [[pace di Callia]], la quale pose fine alle guerre greco-persiane. Nel [[404 a.C.]], dopo la morte di [[Dario II di Persia|Dario II]], l'Egitto si ribellò sotto [[Amirteo]]. I successivi [[Faraone|faraoni]] resistettero con successo ai tentativi persiani di riconquistare l'Egitto, fino al [[343 a.C.]], quando venne riconquistato da [[Artaserse III di Persia|Artaserse III]].
 
=== La conquista ellenica e la dinastia seleucide (312 - 248 a.C.) ===
[[File:Seleucid-empire-323BCE.png|miniatura|L'impero seleucide nel 323 a.C.]]
{{Vedi anche|Impero seleucide}}Tra il [[334 a.C.|334]] ed il [[331 a.C.]] [[Alessandro Magno]],<ref>Noto anche nel libro zoroastriano [[Il libro di Arda Viraf|''Arda Wiraz Nâmag'']] come "''il maledetto Alessandro''".</ref> sconfitto [[Dario III di Persia|Dario III]] nelle [[Battaglia del Granico|battaglie di Granico]], [[Battaglia di Isso|Isso]] e [[Battaglia di Gaugamela|Gaugamela]], conquistò rapidamente l'impero persiano. L'impero di Alessandro si sciolse poco dopo la sua morte, e il generale di Alessandro, [[Seleuco I]], cercò di prendere il controllo dell'Iran, della [[Mesopotamia]], e poi della [[Siria]] e dell'[[Anatolia]]. Il suo impero venne conosciuto come l'[[Impero seleucide]]. Seleuco I venne ucciso nel [[281 a.C.]] da [[Tolomeo Cerauno]].
 
La lingua greca, la filosofia e l'arte giunsero con i coloni. Durante l'epoca seleucide, il greco divenne la lingua comune della diplomazia e della letteratura in tutto l'impero
 
=== L'impero dei Parti (248 a.C. - 224 d.C.) ===
[[File:Arm_less_man_edit_3.jpg|sinistra|thumb|Statua di bronzo di un principe dei Parti, Museo Nazionale dell'Iran.<br />
]]{{Vedi anche|Impero partico|Guerre romano-partiche}}
[[File:BagdatesI290-280BCEPersia.jpg|miniatura|[[Bagadate I]], il primo sovrano persiano nativo dopo il dominio greco.]]
L'[[Impero partico|impero dei Parti]] fu il regno della dinastia [[Arsacidi di Partia|Arsacide]], che riunì e governò l'altopiano nel tardo [[III secolo a.C.|III secolo a.C]], dopo aver sconfitto l'[[impero seleucide]]. In modo intermittente controllò la Mesopotamia tra il [[150 a.C.]] e il [[224]] d.C. L'impero dei Parti, attraverso le sue conquiste, incluse rapidamente anche l'Arabia orientale.
 
I [[Impero partico|Parti]] furono un nemico acerrimo dell'[[Impero romano|Impero Romano]], riuscendo a limitare l'espansione di Roma nell'Anatolia centrale, al di là della [[Cappadocia]]. Gli eserciti dei Parti comprendevano due tipi di cavalleria: i [[Catafratto|catafratti]] pesantemente armati e corazzati e gli [[arcieri a cavallo]], dotati di armamento leggero ed estremamente mobili.
 
Per i romani, attraverso la fanteria pesante, era troppo difficile sconfiggere l'esercito dei Parti, in quanto entrambi i tipi di cavalleria erano molto più veloci e più mobili dei soldati a piedi. Il [[tiro alla partica]] utilizzato dalla cavalleria dei Parti era una strategia di combattimento particolarmente temuta dai soldati romani, rivelatasi fondamentale nella schiacciante sconfitta romana nel corso della [[battaglia di Carre]]. D'altra parte, i Parti hanno trovarono difficoltà ad occupare le aree conquistate essendo inesperti in [[Assedio|assedi]]. A causa di queste debolezze, né i Romani né i Parti furono in grado di annettersi totalmente i corrispettivi territori. L'impero dei Parti sopravvisse per cinque secoli, più che la maggior parte degli imperi orientali. La sua fine avvenne nel [[224 a.C.|224 d.C.]], quando l'organizzazione dell'impero si era allentata e l'ultimo re sconfitto da uno dei popoli vassalli dell'impero: i [[Sasanidi]]. Tuttavia, la dinastia [[Arsacidi d'Armenia|Arsacide]] ha continuato ad esistere per secoli in [[Armenia]], in Iberia e nell'[[Albania caucasica]], essendo tutti i rami eponimi della dinastia.
 
=== L'impero Sasanide (224-651 d.C.) ===
{{Vedi anche|sasanidi|Guerre romano-sasanidi (224-363)|Guerre romano-sasanidi (363-628)}}
[[File:Naqsh i Rustam. Shapour.jpg|miniatura|Un bassorilievo a [[Naqsh-e Rostam]] dell'imperatore iraniano [[Sapore I]] (a cavallo) che cattura l'imperatore romano [[Valeriano]] (ginocchio) e [[Filippo l'Arabo]] (in piedi).]]
Il primo scià dell'[[Sasanidi|impero sasanide]], [[Ardashir I]], iniziò a riformare il paese sia economicamente che militarmente. Per un periodo di oltre 400 anni, l'Iran fu, ancora una volta, una delle potenze leader nel mondo, accanto alla sua rivale vicina, l'[[impero romano]] e successivamente l'[[impero bizantino]].<ref>Norman A. Stillman ''The Jews of Arab Lands'' pp 22 Jewish Publication Society, 1979 ISBN 0-8276-1155-2</ref><ref>International Congress of Byzantine Studies''Proceedings of the 21st International Congress of Byzantine Studies, London, 21–26 August 2006, Volumes 1-3'' pp 29. Ashgate Pub Co, 30 sep. 2006 ISBN 0-7546-5740-X</ref> Il territorio dell'impero, al suo apice, comprendeva tutto dell'Iran di oggi, l'[[Iraq]], l'[[Azerbaigian|Azerbaijan]], l'[[Armenia]], la [[Georgia]], l'[[Abcasia|Abkhazia]], il [[Daghestan]], [[Israele]], [[Libano]], la [[Giordania]], la [[Palestina]], parti dell'[[Afghanistan]], la [[Turchia]], la [[Siria]] e parti del [[Pakistan]], l'[[Asia centrale]], l'Arabia Orientale e parti dell'[[Egitto]].
 
La maggior parte della vita dell'impero sassanide venne oscurata dalle frequenti ''guerre bizantino-sasanidi'', una continuazione delle [[guerre romano-partiche]] e delle [[guerre romano-persiane]]; l'ultimo è stato il conflitto più lungo nella storia umana. Iniziato nel [[I secolo a.C.]] dai loro predecessori, i Parti e i Romani, gurreggiarono fino al [[VII secolo]]. I Persiani sconfissero i Romani nella [[battaglia di Edessa]] nel [[260]] dove l'imperatore [[Valeriano]] venne fatto prigioniero per il resto della sua vita.
 
Nella fase iniziale venne conquistata l'Arabia Orientale. Tra il 590 ed il 628, durante il governo di [[Cosroe II]], vennero annessi all'impero: l'Egitto, la Giordania, la Palestina e il Libano. I Sassanidi chiamavano il loro impero con la parola: '''''Erânshahr'''''<ref>"Dominatore degli Ariani", cioè degli iraniani.</ref><ref>Garthwaite, Gene R., ''The Persians'', p. 2</ref>[[File:The Sasanian Empire from 600 A.D.-620 A.D.png|sinistra|thumb|upright=2.1|L'espansione dell'impero sasanide dal 600 al 620 d.C.]]
In 600 anni di conflitto conflitto con l'impero romano. gli eserciti sassanidi e Romano-bizantini si sono scontrati per il controllo sull' [[Anatolia]], il [[Caucaso occidentale]]<ref>Soprattutto i territori della [[Lazica]], della [[Iberia Caucasica|Iberia caucasica]], la moderna [[Georgia]] e [[Abcasia|Abkhazia]].</ref> la [[Mesopotamia]], l'[[Armenia]] e il Levante. Sotto [[Giustiniano I]], la guerra giunse ad una pace precaria con il pagamento di un tributo ai Sassanidi.
 
Tuttavia i Sassanidi usarono la deposizione dell'imperatore bizantino dell'imperartore [[Maurizio (imperatore)|Maurizio]] come ''[[casus belli]]'' per attaccare l'Impero. Dopo molte vittorie sugli eserciti dell'impero Romano, i Sassanidi furono sconfitti a Isso, [[Costantinopoli]] e infine a [[Ninive]], sconfitte che li spinsero a stipulare un trattato di pace. Con la conclusione degli oltre 700 anni di durata guerre romano-persiane attraverso il culmine della guerra romano-persiana del 602-628, che includeva l'[[Assedio di Costantinopoli (626)|assedio della capitale bizantina di Costantinopoli]], i Persiani esausti di guerreggiare persero la [[Battaglia di al-Qadisiyya|battaglia di al-Qādisiyyah]] (nel 632) a [[Hilla]] (oggi [[Iraq]]) contro le forze di invasione musulmane.
 
L'epoca sasanide, che comprende anche la [[tarda antichità]], è considerato uno dei più importanti e influenti periodi storici in Iran, e ha avuto un grande impatto sul mondo. In molti modi il periodo sassanide ha testimoniato la più alta realizzazione della civiltà persiana, e costituisce l'ultimo grande impero iraniano prima dell'adozione dell'[[Islam]]. La Persia ha influenzato la civiltà romana notevolmente durante i periodi Sassanidi, la loro influenza culturale che si estendeva ben oltre i confini territoriali dell'impero, raggiunse l'[[Europa occidentale]], l'[[Africa]],<ref>{{Cita web|url=http://www.transoxiana.com.ar/0104/sasanians.html|titolo=Compareti - Sasanians in Africa - Transoxiana 4|sito=www.transoxiana.com.ar|accesso=28 luglio 2016}}</ref> la [[Cina]] e l'[[India]] e giocò anche un ruolo di primo piano nella formazione dell'[[Arte occidentale|arte medievale europea]] e asiatica.<ref>{{Cita web|url=http://www.artarena.force9.co.uk/sass2.htm|titolo=Iransaga - Persian Art, The Sassanians|sito=www.artarena.force9.co.uk|accesso=28 luglio 2016}}</ref>
 
Questa influenza portò avanti il [[Mondo islamico|mondo musulmano]]. Una dinastia unica e una cultura aristocratica trasformò la conquista islamica e la distruzione dell'Iran in un rinascimento persiano. Gran parte di quello che più tardi divenne noto come la cultura islamica, l'architettura, la scrittura e altri contributi alla civiltà, sono stati presi dai persiani sassanidi nel più vasto mondo musulmano.
 
== L'Iran medievale ==
=== Sultanato e califfato ===
[[File:Map_of_expansion_of_Caliphate.svg|thumb|upright=2|Fasi della conquista islamica:<p style="margin:0px;font-size:100%;text-align:left"></p> {{legend|#a1584e|Espansione sotto Maometto, 622–632}} {{legend|#ef9070|Espansione sotto il Califfato Patriarcale, 632–661}} {{legend|#fad07d|Espansione sotto il Califfato Omayade, 661–750}}]]
 
==== Conquista islamica della Persia (633–651) ====
{{Vedi anche|Conquista islamica della Persia}}
 
Nel [[633]], quando il re sasanide [[Yazdgard III]] regnava in Iran, i musulmani sotto [[ʿUmar ibn al-Khaṭṭāb|Omar]] hanno invaso il paese subito dopo una sanguinosa [[guerra civile]]. Parecchi nobili e famiglie come il re Dinar della Casa di Karen, e più tardi [[Kanarang]] del [[Khorasan]], si ammutinarono contro i loro padroni sasanidi. Anche se la [[Casato di Mehrān|casa di Mihran]] aveva rivendicato il trono sasanide sotto i due importanti generali [[Bahram VI]] e [[Shahvaraz]], rimasero reali per i Sassanidi durante la loro lotta contro gli arabi, ma i Mihran sono stati poi traditi e sconfitti dai propri parenti, il [[Casato di Ispahbudhan]], sotto il loro capo [[Farrukhzad]], che si era ammutinato contro Yazdgard III.
 
Yazdgard III fuggì da un distretto all'altro fino a quando un mugnaio locale lo ha ucciso per la sua borsa a Merv nel [[651]].<ref>{{Cita web|url=http://p2.www.britannica.com/oscar/print?articleId=106324&fullArticle=true&tocId=9106324|titolo=Britannica Academic|sito=p2.www.britannica.com|accesso=30 luglio 2016}}</ref> Nel [[674]], i musulmani avevano conquistato il [[Grande Khorasan]] (che comprendeva la moderna regione iraniana del Khorasan, l'Afghanistan moderno e parti di [[Transoxiana]]).
 
La conquista musulmana della Persia pose fine all'impero sasanide e portò al declino della religione [[Zoroastrismo|zoroastriana]] in Persia. Nel corso del tempo, la maggioranza degli iraniani si convertì all'Islam. La maggior parte degli aspetti delle precedenti civiltà persiane non sono stati cancellati, ma assorbiti dal nuovo sistema politico islamico. [[Bernard Lewis]] ha commentato:
{{citazione|Questi eventi sono stati percepiti in modo diverso in Iran: da alcuni come una benedizione, l'avvento della vera fede, la fine dell'epoca dell'ignoranza e del paganesimo; da altri come una sconfitta nazionale umiliante, la conquista e la sottomissione del paese agli invasori stranieri. Entrambe le percezioni sono naturalmente valide, a seconda del proprio punto di vista.|<ref>{{Cita web|url=https://www.academia.edu/3878421/Iran_in_History_by_Bernard_Lewis|titolo=Iran in History by Bernard Lewis|accesso=30 luglio 2016}}</ref>}}
 
==== Il califfato omayyade e le sue incursioni sulla costa del Caspio ====
{{Vedi anche|Omayyadi}}
 
Dopo la caduta della dinastia sasanide nel [[651]], gli arabi Omayyadi adottarono molte usanze persiane in particolare l'amministrazione e il cerimoniale di corte. I governatori provinciali arabi erano senza dubbio [[Aramei]] persianizzati o Persiani di altre etnie; certamente il persiano rimase la lingua della missione ufficiale del califfato fino all'adozione della lingua araba verso la fine del VII secolo<ref>Hawting G., ''The First Dynasty of Islam. The Umayyad Caliphate AD 661–750'', (London) 1986, pp. 63–64</ref>, quando nel [[692]] il [[conio]] è stato avviato nella capitale califfale, [[Damasco]]. Le nuove monete islamiche si sono evolute imitando quelle sassanidi (così come quelle bizantine), e la [[scrittura Pahlavi]] sulle monete è stata sostituita con l'[[alfabeto arabo]].
 
Durante il califfato omayyade, i conquistatori arabi hanno imposto l'arabo come lingua principale dei popoli assoggettati in tutto il loro impero. [[Al-Hajjaj ibn Yusuf]], che non era felice della prevalenza della lingua persiana, ha ordinato che la lingua ufficiale delle terre conquistate dovesse essere sostituita con l'[[Lingua araba|arabo]], anche con la forza.<ref>''Cambridge History of Iran'', by [[Richard Nelson Frye]], [[Abdolhosein Zarrinkoub]], et al. Section on The Arab Conquest of Iran and . Vol 4, 1975. London. p.46</ref> [[Al-Biruni]] da I segni rimanenti dei secoli passati, per esempio ha scritto:
 
{{Citazione|Quando Qutaibah bin musulmano sotto il comando di Al-Hajjaj bin Yousef è stato inviato a Khwarazmia con una spedizione militare e l'ha conquistata per la seconda volta, ha rapidamente ucciso chiunque avesse scritto in lingua madre conosciuta nella cultura Khwarazmian. Egli ha poi ucciso tutti i loro sacerdoti zoroastriani e bruciato e gettato i loro libri, fino a che rimanessero solo gli analfabeti, che non sapevano nulla della scrittura, e quindi la loro storia è stata per lo più dimenticata.|Al-Biruni. الآثار الباقية عن القرون الخالية, p.35,36,48|وقتی قتبیه بن مسلم سردار حجاج، بار دوم بخوارزم رفت و آن را باز گشود هرکس را که خط خوارزمی می نوشت و از تاریخ و علوم و اخبار گذشته آگاهی داشت از دم تیغ بی دریغ درگذاشت و موبدان و هیربدان قوم را یکسر هلاک نمود و کتابهاشان همه بسوزانید و تباه کرد تا آنکه رفته رفته مردم امی ماندند و از خط و کتابت بی بهره گشتند و اخبار آنها اکثر فراموش شد و از میان رفت|lingua=Fa|lingua2=IT}}
 
Alcuni storici vedono il dominio degli Omayyadi come un modo per imporre il "''dhimmah''" e aumentare le tasse dai [[dhimmi]] a beneficio della comunità araba musulmana, scoraggiando la conversione. I governatori presentavano denunce al califfo quando egli promulgava leggi che rendevano più facile la conversione, privando le province dei ricavi.
[[File:Tabaristan-EN.svg|thumb|Mappa di Tabaristan e dei suoi territori vicini<br />
]]
Nel [[VII secolo]], quando molti non-arabi come i [[Persiani]] si convertirono all'Islam, vennero riconosciuti come [[mawlā]] e trattati come cittadini di seconda classe dalla classe dirigente araba fino alla fine della dinastia degli Omayyadi. Durante questo periodo, l'Islam è stato inizialmente associato ad un'identità etnica araba richiedendo una formale associazione alle tribù arabe e l'adozione dello stato di ''mawla''. Le tiepide politiche degli Omayyadi tolleravano i musulmani non arabi e sciiti non riuscendo tuttavia a sedare i disordini fra queste minoranze.
 
Tuttavia, tutti i popoli Iraniani non erano ancora sotto il controllo arabo, per esempio, la regione del [[Daylam]] era ancora sotto il controllo Daylamiti, mentre il [[Tabaristan]] era sotto il controllo dei Dabuyid e dei Paduspanid, e la regione [[Damavand]] sotto il controllo Masmughan. Gli arabi avevano invaso queste regioni diverse volte, senza ottenere alcun risultato decisivo a causa del terreno inaccessibile. Il sovrano più importante del Dabuyid, noto come [[Farrukhan il Grande]] (r. 712-728), riuscì a mantenere i suoi domini nel corso della sua lunga lotta contro il generale arabo [[Yazid ibn al-Muhallab]], sconfitto da un esercito combinato Daylamite-Dabuyid, poi costretto a ritirarsi dal Tabaristan.
 
Nel [[743]], con la morte del califfo [[Omayyadi|omayyade]] [[Hisham ibn 'Abd al-Malik|Hisham ibn Abd al-Malik]], il mondo islamico si avviò verso una guerra civile. [[Abu Muslim]] fu inviato nel [[Khorasan]] dal califfato abbaside inizialmente per fare propaganda, e poi per accendere una rivolta. Il generale conquistà, [[Merv]] sconfiggendo il governatore omayyade [[Nasr ibn Sayyar]]. Divenne, così, ''de facto,'' governatore abbaside del Khorasan. Nello stesso periodo, il [[Dabuyidi|Dabuyid]] capo del [[Khurshid]] dichiarò l'indipendenza dagli Omayyadi, ma fu subito costretto a riconoscere l'autorità abbaside. Nel [[750]], Abu Muslim divenne capo dell'esercito abbaside e sconfisse gli Omayyadi nella [[Battaglia del Grande Zab|battaglia di Zab]]. Abu Muslim, nel 751, prese d'assalto [[Damasco]], la capitale del califfato omayyade.
 
==== Il califfato abbaside e i governi iraniani semi-indipendenti ====
{{Vedi anche|Abbasidi|Tahiridi|Saffaridi|Ziyaridi|Samanidi|Sagidi|Salaridi|Buwayhidi|Kakuyidi}}
[[File:Iran circa 1000AD.png|thumb|upright=1.8|Mappa delle dinastie iraniane verso la metà del X secolo]]
L'esercito abbaside era composto principalmente da Khorasani condotti dal generale iraniano, [[Abu Muslim|Abu Muslim Khorasani]]. Conteneva due stirpi: iraniani e arabi, mentre gli Abbasidi godevano sia del sostegno iraniano che dell'appoggio arabo. Gli abbasidi nel [[750]] rovesciarono gli omayyadi.<ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.iranchamber.com/history/islamic_conquest/islamic_conquest.php|titolo=History of Iran: Islamic Conquest|sito=www.iranchamber.com|accesso=31 luglio 2016}}</ref> Secondo il professor '''Amir Arjomand''', la [[rivoluzione abbaside]] segnò, in Medio Orente, essenzialmente la fine dell'impero arabo e l'inizio di uno stato etnico più inclusivo.<ref>{{Cita web|url=https://www.jstor.org/stable/i401381|titolo=Vol. 27, No. 1/4, 1994 of Iranian Studies on JSTOR|sito=www.jstor.org|accesso=31 luglio 2016}}</ref>
 
Uno dei primi cambiamenti apportati dagli Abbasidi dopo la presa del potere degli omayadi fu quello di spostare la capitale dell'impero da [[Damasco]], nel Levante, in [[Iraq]]. Quest'ultima regione venne influenzata dalla storia e dalla cultura persiana. Nel [[762]] venne costruita sul fiume [[Tigri]], la città di [[Baghdad]], per servire come nuova capitale abbaside.<ref name=":7">{{Cita web|url=https://www.scribd.com/document/128831493/The-Islamic-World-to-1600|titolo=The Islamic World to 1600|sito=Scribd|accesso=31 luglio 2016}}</ref>
 
Gli Abbasidi, nella loro amministrazione, nominarono i [[Barmecidi]] nella posizione di [[visir]], titolo equivalente ad un "vice-[[califfo]]", o secondo in comando. Alla fine, questo cambiamento costrinse molti califfi, sotto la dominazione Abbaside, ad essere relegati ad un ruolo secondario e cerimoniale, con il Visir dipendente dal potere reale. Una nuova burocrazia Persiana iniziò così a sostituire la vecchia aristocrazia araba, e tutta l'amministrazione rifletté questi cambiamenti, dimostrando che la nuova dinastia era molto diversa dagli Omayyadi.<ref name=":7" />
[[File:Saffarids 900ad.jpg|sinistra|thumb|upright=1.4|La dinastia saffaride nel 900.]]
Con il [[IX secolo]], il controllo degli Abbasidi iniziò a declinare e, dagli angoli più remoti dell'impero, emersero capi decisi a sfidare l'autorità centrale del califfato abbaside.<ref name=":7" /> I califfi iniziarono così ad arruolare i [[mamelucchi]], guerrieri di lingua turca, deportati nel IX secolo come guerrieri-schiavi, fuori dell'Asia centrale, esattamente in [[Transoxiana]]. Poco dopo, il vero potere dei califfi abbasidi iniziò a declinare: alla fine divennero leader religiosi, mentre gli schiavi guerrieri governavano.<ref name=":6" />
 
Non appena il potere dei califfi abbasidi diminuì, una serie di dinastie emerse in diverse parti dell'Iran, alcune con notevole influenza e potere. Tra le più importanti di queste si sovrapposero: i [[Tahiridi]] nel [[Khorasan]]<ref>Tra l'821 ed l'873.</ref>, i [[Saffaridi]] nel [[Sistan]],<ref>Dal 861 al 1003. La loro leadership è durata molto a lungo, esattamente come i [[Mamelucchi]] del [[Sistan]] fino al [[1537]].</ref> e i [[Samanidi]]<ref>Dal 819 al 1005.</ref>, originariamente a [[Bukhara]]. Infine i [[Samanidi]] governerono su una zona centrale, dall'Iran al [[Pakistan]].<ref name=":6" />
 
All'inizio del [[X secolo]], gli Abbasidi persero quasi il controllo contro la crescente fazione persiana conosciuta come i [[Buwayhidi]]<ref>Dal 934 al 1062.</ref>. Dal momento che gran parte dell'amministrazione abbaside era di etnia persiana, in ogni caso, i Buwayhidi furono in grado di assumere il potere reale di Baghdad. I Buwayhidi furono sconfitti a metà dell'XI secolo dai turchi del sultano, [[Seljuk]], che continuavano a esercitare un'influenza sugli Abbasidi, mentre pubblicamente giurava fedeltà. L'equilibrio di potere a Baghdad rimase inalterato, con gli Abbasidi al potere solo nominalmente, fino a quando l'invasione mongola del [[1258]] saccheggiò la città e pose definitivamente fine alla dinastia abbaside.<ref name=":7" />
 
Durante il periodo abbaside fu operato nei confronti dei [[Mawlā]] un affrancamento, e condotto un cambiamento nella concezione politica, da quella di un impero prevalentemente arabo ad un impero musulmano, e, nel [[930]] circa fu promulgata una legge che imponeva a tutti i burocrati dell'Impero di essere musulmani.
 
==== L'età d'oro islamica, il movimento Shu'ubiyya e il processo di persianizzazione ====
{{Vedi anche|Islamizzazione della Persia|Epoca d'oro islamica|Shu'ubiyya}}
[[File:A_treatise_on_chess_2.jpg|miniatura|Manoscritto persiano che descrive come un ambasciatore in India ha portato gli scacchi alla corte persiana.<br />
]]
 
L'[[islamizzazione]] fu un lungo processo attraverso la quale la maggioranza della popolazione della Persia si era, nel corso del tempo, progressivamente adattata. La cosiddetta, "''curva di conversione''", di [[Richard Bulliet]] indica che solo il 10% dell'Iran si convertì all'Islam durante il periodo arabo-centrico [[omayyade]]. A partire dal periodo [[Abbasidi|Abasside]], con il suo mix di Persiani e governanti Arabi, la percentuale musulmana della popolazione aumentò. Quindi i persiani musulmani consolidarono il loro dominio del paese e la popolazione musulmana passò dal 40% circa della metà del [[IX secolo]] a quasi il 100% entro la fine del [[XI secolo]]. [[Hossein Nasr|Seyyed Hossein Nasr]] suggerisce che il rapido aumento della conversione venne incentivato dalla nazionalità persiana dei governanti.
 
Anche se i persiani adottarono la religione dei loro conquistatori, nel corso dei secoli lavorarono per proteggere e far rivivere la loro lingua e la cultura, un processo noto come, [[Persianizzazione]]. Anche arabi e turchi parteciparono a questo tentativo.<ref>Richard Frye, ''The Heritage of Persia'', p. 243.</ref><ref name=":9">{{Cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Seljuq|titolo=Seljuq {{!}} Turkish dynasty|accesso=31 luglio 2016}}</ref><ref>Rayhanat al- adab, (3rd ed.), vol. 1, p. 181.</ref>
 
Nel [[IX secolo|IX]] e [[X secolo]], i soggetti non-arabi della [[Umma]]h crearono un movimento chiamato [[Shu'ubiyya]]h in risposta alla condizione privilegiata degli arabi. La maggior parte di coloro partecipavano attivamente al movimento erano persiani, ma vi erano anche egiziani, [[berberi]] e [[aramei]].<ref>Enderwitz, S. "Shu'ubiyya". ''Encyclopedia of Islam''. Vol. IX (1997), pp. 513–14.</ref> Citando come base le nozioni islamiche di uguaglianza delle razze e delle nazioni, il movimento fu principalmente utile per preservare la cultura e proteggere l'identità persiana, anche se in un contesto musulmano. L'effetto più importante del movimento fu la sopravvivenza della lingua persiana fino ai giorni nostri.
 
La dinastia [[Samanidi|Samanide]] ha guidato la rinascita della cultura persiana e il primo importante poeta persiano dopo l'arrivo dell'Islam, [[Rudaki]], nacque in questo periodo, ed è stato elogiato dai re [[Samanidi]]. I Samanidi ripristinarono molte antiche feste persiane. I loro successori, i [[Ghaznavidi]], di origine turca non iraniana, divennero uno strumento per il rilancio della [[lingua persiana]].<ref>{{Cita web|url=http://www.iranchamber.com/history/samanids/samanids.php|titolo=History of Iran: Samanid Dynasty|sito=www.iranchamber.com|accesso=31 luglio 2016}}</ref>
 
L'apice culturale del movimento di Persianizzazione era rappresentato dallo [[Shāh-Nāmeh|''Shahnameh'']], il poema epico nazionale dell'Iran, scritto quasi interamente in persiano. Questo lavoro voluminoso riflette la storia dell'Iran antico, i suoi valori culturali unici, la sua religione [[Zoroastrismo|zoroastriana]] pre-islamica, e il suo senso di nazione. Secondo [[Bernard Lewis]]:
[[File:Ghotb2.jpg|sinistra|miniatura|Estratto da un manoscritto medievale di [[Qotb al-Din Shirazi]] (1236-1311), astronomo persiano. L'immagine raffigura un modello planetario epicicloidale.]]
{{Citazione|L'Iran venne effettivamente islamizzato, ma non arabizzato. I Persiani rimasero Persiani. E dopo un intervallo di silenzio, l'Iran riemerse come un elemento separato, diverso e distintivo all'interno dell'Islam, eventualmente aggiungendo un nuovo elemento, anche per l'Islam stesso. Culturalmente, politicamente e il più notevole di tutti, anche religioso, il contributo iraniano a questa nuova civiltà islamica è di immensa importanza. Il lavoro degli iraniani può essere visto in ogni campo delle attività culturali, tra cui la poesia araba, per la quale i poeti di origine iraniana composero le loro poesie in arabo dando un contributo molto significativo. In un certo qual senso, l'islam iraniano è un secondo avvento dell'Islam stesso, un nuovo Islam a volte indicato come l'Islam-i Ajam. È stato questo Islam persiano, piuttosto che l'Islam arabo originale, che ha apportato a nuove aree e nuovi popoli: ai turchi, prima in Asia centrale e poi in Medio Oriente, nel paese che venne chiamato la Turchia, e, naturalmente, in India. I Turchi Ottomani hanno portato una forma di civiltà iraniana fin sotto le mura di Vienna ... "|<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Bernard Lewis|titolo=Iran in history|lingua=EN|url=http://shahab.pe.wvu.edu/OtherFiles/IRAN-in-History.pdf}}</ref>}}
L'[[Islamizzazione della Persia|islamizzazione]] dell'Iran ha prodotto profonde trasformazioni all'interno della struttura culturale, scientifica e politica della società iraniana: la fioritura della letteratura persiana, la filosofia, la medicina e l'arte divennero elementi principali della civiltà musulmana di nuova formazione. Ereditando un patrimonio di migliaia di anni di civiltà, ed essendo al "''crocevia delle principali autostrade culturali''",<ref>Caheb C., Cambridge History of Iran, ''Tribes, Cities and Social Organization'', vol. 4, p305–328</ref> la Persia contribuì a far emergere "[[Epoca d'oro islamica|''l'epoca d'oro islamica'']]". Durante questo periodo, centinaia di studiosi e scienziati hanno contribuito notevolmente alla tecnologia, alla scienza e alla medicina, influenzando in seguito l'ascesa della scienza europea durante il [[Rinascimento]].<ref>Kühnel E., in ''Zeitschrift der deutschen morgenländischen Gesell'', Vol. CVI (1956)</ref>
 
Gli studiosi più importanti di quasi tutte le sette e scuole di pensiero islamico erano persiani o vissuti in Iran, compresi i più importanti e affidabili collezionisti di [[ʾaḥādīth|Ḥadīth]]<nowiki/>i sciiti e sunniti, come [[Shaykh Saduq|Shaikh Saduq]], [[Muhammad ibn Ya'qub al-Kulayni]], [[Hakim al-Nishaburi]], [[Muslim ibn al-Hajjaj]] e Imam Bukhari, i più grandi teologi sciiti e sunniti come [[Shaykh al-Tusi|Shaykh Tusi]], Imam [[Al-Ghazali|Ghazali]], l'Imam Fakhr al-Din al-Razi e [[Zamakhshari]], i più grandi medici, astronomi, logici, matematici, metafisici, filosofi e scienziati come [[Avicenna]], e [[Nasir al-Din al-Tusi|Nasir al-Din al -Tūsī]], il più grande Shaykh del [[sufismo]] come [[Gialal al-Din Rumi|Rumi]], [[Abd al-Qadir al-Gilani|Abdul-Qadir Gilani]].
 
==== Gli stati Persiani e le dinastie (977-1219) ====
{{Vedi anche|società persiane|Ghaznavidi|Selgiuchidi|Impero corasmio}}
[[File:Kharaghan.jpg|thumb|Le torri gemelle di Kharaghan, costruite nel [[1067]], in Persia, contengono le tombe dei principi [[Selgiuchidi]].<br />
]]Nel [[977]] un governatore turco dei [[Samanidi]], Abu Mansur Sabuktigin, conquistò [[Ghazni]], situata nell'attuale [[Afghanistan]], stabilendo una dinastia, i [[Ghaznavidi]], durati fino al [[1186]].<ref name=":6" /> L'impero Ghaznavide crebbe, nell'ultimo decennio del X secolo, conquistando tutti i territori a sud del regno [[Samanidi|Samanide]] e del fiume [[Amu Darya]], e le parti eventualmente occupate dell'Iran orientale, l'Afghanistan, il Pakistan e l'India nord-occidentale.<ref name=":7" />
 
I Ghaznavidi sono generalmente famosi per l'espansione dell'Islam nell'[[India]] [[Induismo|induista]]. L'invasione dell'India è iniziata nell'anno [[1000]] dal sovrano Ghaznavide, [[Mahmud di Ghazna|Mahmud]], e continuò per diversi anni. Furono in grado di mantenere il potere per molto tempo, soprattutto dopo la morte di Mahmud avvenuta nel [[1030]]. Fu solo che dal [[1040]] il [[Selgiuchidi]], in Iran, conquistarono le terre Ghaznavide<ref name=":7" />.
 
I Selgiuchidi, che come i Ghaznavidi, pur essendo di origine turca, si erano ''persianizzati'', e lentamente, nel corso dell'XI secolo, conquistarono l'Iran.<ref name=":6" /> La dinastia ha le sue origini nelle confederazioni tribali [[Turkmeni|turcomanne]] dell'[[Asia centrale]], segnando l'inizio del potere turco in [[Medio Oriente]]. Stabilirono inoltre, tra il XI ed il XIV secolo, un dominio musulmano sunnita sia su territori dell'Asia centrale che del Medio Oriente. Hanno creato un impero noto come Grande [[Impero selgiuchide]] che si estendeva dall' [[Anatolia]] a ovest in [[Afghanistan]] occidentale ad est, e ai confini occidentali della odierna Cina nel nord-est, e fu il bersaglio della [[prima crociata]]. Oggi sono considerati come gli antenati culturali dei turchi occidentali, gli abitanti attuali dell'[[Azerbaigian]], della [[Turchia]] e del [[Turkmenistan]], e ricordati come grandi [[Mecenatismo|mecenati]] della cultura persiana, dell'arte, della letteratura e della lingua.<ref name=":9" /><ref>M. Ravandi, ''"The Seljuq court at Konya and the Persianisation of Anatolian Cities"'', in Mesogeios (Mediterranean Studies), vol. 25–6 (2005), pp. 157–69</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/persian-manuscripts-1-ottoman|titolo=PERSIAN MANUSCRIPTS i. – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=1º agosto 2016}}</ref>
 
Il fondatore dinastico della stirpe Selgiuchide , [[Toghrul Beg|Tughril Beg]], conquistò i [[Ghaznavidi]] nel [[Khorasan]]. Si diresse poi a sud e ad ovest, conquistando le città lungo il suo percorso. Nel [[1055]] il [[califfo]] di Baghdad diede a [[Tughril Beg]] doni e il titolo di re d'Oriente. Con il successore di Tughril Beg, [[Malik Shah I|Malik Shah]]<ref>1072-1092.</ref>, l'Iran godette di una rinascita culturale e scientifica, in gran parte attribuita al suo geniale visir iraniano, [[Nizam al-Mulk]]. Questi leader fondarono l'osservatorio ove [[ʿUmar Khayyām|Omar Khayyam]] condusse gran parte della sua sperimentazione per la realizzazione di un nuovo calendario, e costruirono le [[Madrasa|Madrase]], le scuole religiose, in tutte le principali città. Convinsero [[Al-Ghazali|Abu Hamid Ghazali]], uno dei più grandi teologi islamici, e altri eminenti studiosi alla capitale selgiuchide a trasferirsi a [[Baghdad]], incoraggiando e sostenendo il loro lavoro.<ref name=":6" />
[[File:Seljuk Empire locator map.svg|sinistra|thumb|upright=1.6|Mappa dell'impero selgiuchide e della ua massima espansione]]
Quando Malik Shah I morì nel [[1092]], l'impero venne diviso tra il fratello e i quattro figli, i quali entrarono in competizione per la divisione dell'impero. In [[Anatolia]] succedette [[Qilij Arslan I]] che fondò il [[Sultanato di Rum]], mentre in [[Siria]] succedette il fratello, [[Tutush I]]. In [[Persia]] gli successe il figlio Mahmud I, il cui regno venne contestato dai suoi altri tre fratelli Barkiyaruq in [[Iraq]], [[Mehmed I (selgiuchide)|Muhammad I]] a [[Baghdad]] e [[Ahmed Sanjar]] nel [[Khorasan]]. Il potere selgiuchide in Iran si indebolì, per cui altre dinastie iniziarono a sollevarsi, tra cui un risorgente califfato [[Abbasidi|abbaside]] e l'[[Impero corasmio|Impero Corasmio]]. L'Impero Corasmio era una dinastia [[Sunnismo|sunnita]] musulmana persiana, di origine orientale turca, che aveva governato in Asia centrale. Originariamente vassalli dei [[Selgiuchidi]], approfittarono del loro declino per espandersi in Iran. Nel [[1194]] il corasmio, Ala ad-Din Tekish sconfisse in battaglia il sultano selgiuchide Toghrul III mentre l'impero selgiuchide iraniano, crollò. Del primo impero selgiuchide, sopravvisse, in Anatolia, solo il [[Sultanato di Rum]].
 
Una seria minaccia interna ai Selgiuchicidi durante il loro regno venne dagli [[Ismailismo|ismailiti]], una [[setta segreta]] con sede ad [[Alamūt|Alamut]], fra [[Rasht]] e [[Teheran]]: avevano controllato la zona circostante per più di 150 anni e furono sporadicamente inviati a rafforzare il loro dominio uccidendo funzionari importanti. Molte delle varie teorie sull'etimologia della parola [[assassino]] derivano da questa setta.<ref name=":6" /> Le parti del nord-ovest dell'Iran furono conquistate nei primi anni del [[XIII secolo]] da parte del [[Regno di Georgia|Regno della Georgia]], guidata da [[Tamara di Georgia]].<ref>Lordkipanidze, Mariam (1987), ''Georgia in the XI-XII Centuries''. Tbilisi: Ganatleba, p. 154.</ref>
 
=== L'invasione mongola (1219–1221) ===
{{Vedi anche|Invasione mongola dell'Asia centrale|Invasione mongola della Corasmia|Impero mongolo}}L'[[Impero corasmio|Impero Corasmio]] durò fino all'arrivo dei [[Impero mongolo|Mongoli]]. [[Gengis Khan]] aveva unificato il suo popolo, e, sotto il suo regno l'[[Impero mongolo]] si era rapidamente espanso in molte direzioni, finché, nel [[1218]] non giunse ai confini dell'impero Corasmio. All'epoca, era guidato da [[Muhammad II del Khwarezm|Ala ad-Din Muhammad]]<ref>1200-1220.</ref>. Muhammad, come Gengis Khan, era intenzionato ad espandere le sue terre per poter dominare sulla maggior parte dell'Iran. Pertanto si autoproclamò [[Scià]], richiedendo riconoscimento formale al califfo Abbasida [[Al-Nasir li-din Allah|an-Nasir]]. Quando il califfo rifiutò la sua richiesta, Ala ad-Din Muhammad proclamò uno dei suoi nobili califfo e cercò, ma senza successo, di deporre an-Nasir.
 
L'invasione mongola dell'Iran ebbe inizio nel [[1219]], dopo che i membri di due missioni diplomatiche, inviate da Gengis Khan nell'impero Corasmio, erano stati massacrati. Tra il [[1220]] e il [[1221]], [[Bukhara]], [[Samarcanda]], [[Herat]], [[Tus (Iran)|Tus]] e [[Nishapur]] furono rase al suolo, e le intere popolazioni massacrate. Il sovrano Corasmio fuggì per morire su un'isola nei pressi della costa del [[Mar Caspio]].<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/place/Iran/The-Mongol-invasion|titolo=Iran - The Mongol invasion {{!}} history - geography|accesso=5 agosto 2016}}</ref> Nel 1219, durante l'invasione della [[Transoxiana|Trasoxania]], un particolare tipo di unità utilizzò in battaglia la [[catapulta]], nuovamente impiegata nel 1220. I Cinesi potrebbero aver utilizzato le [[Catapulta|catapulte]] per lanciare bombe di [[polvere da sparo]], dal momento che già le possedevano in quegli anni.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=esnWJkYRCJ4C&pg=PA58&dq=transoxania+chinese+gunpowder+catapult&hl=en&ei=pvLTTs3XH8Ho0QH866g4&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC8Q6AEwAA#v=onepage&q=transoxania%20chinese%20gunpowder%20catapult&f=false|titolo=Firearms: a global history to 1700|autore=Kenneth Warren Chase|accesso=28 novembre 2011|edizione=illustrated|data=|anno=2003|editore=Cambridge University Press|città=|isbn=0-521-82274-2|p=58|citazione=Gengis Khan ha organizzato un'unità di specialisti cinesi della catapulta nel 1214, e questi uomini facevano parte del primo esercito mongolo che invase Transoxania nel 1219. Non eravamo troppo lontani all'introduzione delle vere armi da fuoco, ed è stato quasi due secoli dopo che le bombe di polvere da sparo gettate con la catapulta vennero aggiunte all'arsenale cinese. Le macchine d'assedio cinesi sono entrate in azione in Transoxania nel 1220 e nel nord del Caucaso nel 1239-1240.}}</ref>
 
Nel corso della conquista della [[Transoxiana|Transoxania]] e della Persia, Gengis Khan fece uso di esperti cinesi di polvere da sparo.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=OgQXAQAAIAAJ&q=Though+he+was+himself+a+Chinese,+he+learned+his+trade+from+his+father,+who+had+accompanied+Genghis+Khan+on+his+invasion+of+Muslim+Transoxania+and+Iran.+Perhaps+the+use+of+gunpowder+as+a+propellant,+in+other+words+the+invention+of+true&dq=Though+he+was+himself+a+Chinese,+he+learned+his+trade+from+his+father,+who+had+accompanied+Genghis+Khan+on+his+invasion+of+Muslim+Transoxania+and+Iran.+Perhaps+the+use+of+gunpowder+as+a+propellant,+in+other+words+the+invention+of+true&hl=en&ei=TgfUTtqlEZLD0AHC95QD&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDAQ6AEwAA|titolo=The Mongol Warlords: Genghis Khan, Kublai Khan, Hulegu, Tamerlane|autore=David Nicolle, Richard Hook|accesso=28 novembre 2011|edizione=illustrated|data=|anno=1998|editore=Brockhampton Press|città=|isbn=1-86019-407-9|p=86|citazione=Anche se lui stesso era un cinese, ha imparato il mestiere da suo padre, che aveva accompagnato Gengis Khan sulla sua invasione musulmana della Transoxania e Iran. Forse usò la polvere da sparo come propellente, in altre parole l'invenzione delle vere pistole, apparve prima nel Medio Oriente musulmano, considerando che l'invenzione della polvere da sparo era cinese.}}</ref> Interi [[Reggimento|reggimenti]], completamente composti da cinesi furono usati dai Mongoli per comandare macchine da guerra in grado di lanciare delle vere e proprie bombe. Gli storici ritengono che l'invasione mongola abbia portato in Persia nuove [[Arma da fuoco|armi da fuoco]]. Una di queste fu lo ''huochong'', una specie di [[mortaio]] cinese.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=AzG5llo3YCMC&pg=PA474&dq=Indeed,+it+is+possible+that+gunpowder+devices,+including+Chinese+mortar+(+huochong),+had+reached+Central+Asia+through+the+Mongols+as+early+as+the+thirteenth+century.71+Yet+the+potential+remained+unexploited;&hl=en&ei=gQrUToDEO4Hz0gHfi-SyBQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CC8Q6AEwAA#v=onepage&q=Indeed%2C%20it%20is%20possible%20that%20gunpowder%20devices%2C%20including%20Chinese%20mortar%20(%20huochong)%2C%20had%20reached%20Central%20Asia%20through%20the%20Mongols%20as%20early%20as%20the%20thirteenth%20century.71%20Yet%20the%20potential%20remained%20unexploited%3B&f=false|titolo=History of Civilizations of Central Asia: Development in contrast : from the sixteenth to the mid-nineteenth century|autore=Chahryar Adle, Irfan Habib|curatore1=Ahmad Hasan Dani|curatore2=Chahryar Adle|curatore3=Irfan Habib|accesso=28 novembre 2011|edizione=illustrated|volume=Volume 5 of History of Civilizations of Central Asia|data=|anno=2003|editore=UNESCO|città=|isbn=92-3-103876-1|p=474|citazione=Infatti, è possibile che i dispositivi a polvere da sparo, tra cui il mortaio cinese (huochong), avevano raggiunto l'Asia centrale attraverso i mongoli già a partire dal XIII secolo. Il potenziale è rimasto inutilizzato; anche l'uso del cannone da parte del sultano Husayn può essere stato ispirato dagli ottomani.}}</ref> I libri scritti intorno alla zona in cui vennero usate le armi da fuoco vennero raffigurati in maniera somigliante a quelli della Cina.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=X7e8rHL1lf4C&pg=PA46&dq=The+presence+of+these+individuals+in+China+in+the+1270s,+and+the+deployment+of+Chinese+engineers+in+Iran,+mean+that+there+were+several+routes+by+which+information+about+gunpowder+weapons+could+pass+from+the+Islamic+world+to+China,+or+vice+versa.+Thus+when+two+authors+from+the+eastern+Mediterranean+region+wrote+books+about+gunpowder+weapons+around+the+year+1280,+it+is+not+suprising+that+they+described+bombs,+rockets+and+fire-lances+very+similar+to+some+types+of+Chinese+weaponry.&hl=en&ei=93fmTojAO4Hy0gGX2uDqBQ&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CDEQ6AEwAA#v=onepage&q=The%20presence%20of%20these%20individuals%20in%20China%20in%20the%201270s%2C%20and%20the%20deployment%20of%20Chinese%20engineers%20in%20Iran%2C%20mean%20that%20there%20were%20several%20routes%20by%20which%20information%20about%20gunpowder%20weapons%20could%20pass%20from%20the%20Islamic%20world%20to%20China%2C%20or%20vice%20versa.%20Thus%20when%20two%20authors%20from%20the%20eastern%20Mediterranean%20region%20wrote%20books%20about%20gunpowder%20weapons%20around%20the%20year%201280%2C%20it%20is%20not%20suprising%20that%20they%20described%20bombs%2C%20rockets%20and%20fire-lances%20very%20similar%20to%20some%20types%20of%20Chinese%20weaponry.&f=false|titolo=Technology in world civilization: a thousand-year history|autore=Arnold Pacey|accesso=28 novembre 2011|edizione=reprint, illustrated|data=|anno=1991|editore=MIT Press|città=|isbn=0-262-66072-5|p=46|citazione=La presenza di questi individui in Cina nel 1270, e il dispiegamento di ingegneri cinesi in Iran, significa che ci sono stati diverse strade attraverso cui le informazioni sulle armi da fuoco potrebbero essere passate dal mondo islamico verso la Cina, o viceversa. Così, quando i due autori della regione mediterranea orientale hanno scritto libri sulle armi da fuoco verso l'anno 1280, non è sorprendente che abbiano descritto le bombe, i razzi e le lance da fuoco molto simili ad alcuni tipi di armi cinesi.}}</ref>
 
=== Distruzioni sotto i Mongoli ===
Prima della sua morte, nel [[1227]], Gengis Khan raggiunse l'[[Azerbaigian]] meridionale, saccheggiando e devastando città lungo il suo percorso. Per gli iraniani fu un'invasione disastrosa. Benché gli invasori mongoli si convertissero successivamente all'Islam accettando la cultura persiana, la distruzione da parte dei mongoli di una delle patrie dell'Islam segnò un grande cambio di paradigma. Più di sei secoli di istruzione islamica, cultura e infrastrutture vennero distrutte, inoltre gli invasori bruciarono le biblioteche e sostituirono le moschee con templi buddisti.
 
I mongoli uccisero molti civili. La distruzione del sistema di irrigazione dei [[qanat]] spopolò molti insediamenti creando numerose e isolate città, "[[oasi]]", in una terra in cui in precedenza erano state rare. Venne ucciso un grande numero di persone, in particolare maschi: tra il [[1220]] e il [[1258]], la popolazione totale dell'Iran è probabilmente crollata da 2,5 milioni di abitanti a 250.000, come conseguenza degli stermini di massa e della [[carestia]].<ref>{{Cita web|url=http://ibnbattuta.berkeley.edu/3iraq.html|titolo=The Travels of Ibn Battuta|sito=ibnbattuta.berkeley.edu|accesso=5 agosto 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160802124054/http://ibnbattuta.berkeley.edu/3iraq.html|dataarchivio=2 agosto 2016}}</ref>
 
=== L'Ilkhanato ===
[[File:Mongol_Empire_map.gif|thumb|upright=1.4|L'espansione dell'[[Impero mongolo]] (in rosso) e i khanati formatisi dopo la sua disgregazione.]]{{Vedi anche|Ilkhanato}}
 
Dopo la morte di Gengis Khan, l'Iran fu guidato da molti comandanti mongoli. Al nipote, [[Hulagu Khan]], fu assegnata la zona ovest dei precedenti domini. Tuttavia, da quando ascese al potere, l'impero mongolo si era già dissolto, dividendosi in differenti e distinte fazioni. Hulagu Khan, giungendo con un esercito, si stabilì nella regione, creando l'[[Ilkhanato]], uno stato staccatosi dall'impero mongolo originale, e che avrebbe guidato l'Iran per i successivi ottant'anni, e, nel corso del processo si sarebbe "''persianizzato''". Nel [[1258]] Hulagu Khan conquistò [[Baghdad]] giustiziando l'ultimo califfo abbaside. L'avanzata verso ovest delle sue truppe fu interrotta, nel [[1260]], in [[Palestina]], dai [[Mamelucchi]] nel corso della [[Battaglia di Ayn Jalut|Battaglia di Ain Jaluit]]. Le campagne del Khan contro i Musulmani coinvolsero anche [[Berke]], khan dell'[[Orda d'Oro]], convertitosi all'[[Islam]]. Hulagu e Berke si ritrovarono a combattere l'uno contro l'altro, così dimostrando l'indebolimento dell'unità dell'impero mongolo.
 
Il governo del pronipote di Hulagu, [[Ghazan Khan]] (1295-1304) vide, nell'Ilkhanato, la proclamazione dell'Islam come religione di stato. Sotto il dominio di Ghazan e del suo famoso [[visir]] iraniano, [[Rashid al-Din Hamadani|Rashid al-Din]], l'Iran fu testimone di una parziale e breve ripresa economica. I Mongoli abbassarono le tasse per gli artigiani, favorirono l'agricoltura, ricostruirono ed estesero le strutture di irrigazione e migliorarono la sicurezza delle vie commerciali.
 
Le merci dalla Cina, dall'India e dall'Iran passavano facilmente attraverso le steppe asiatiche e questi contatti arricchirono culturalmente l'Iran. Per esempio gli Iraniani svilupparono un nuovo stile pittorico basato sulla fusione dello stile solido, bidimensionale della pittura mesopotamica con leggere pennellate e altri motivi caratteristici della Cina. Dopo la morte del nipote di Ghaza, [[Abu Sa'id|Abu Said]], nel [[1335]], l'[[Ilkhanato|Ilkhanto]] collassò in una [[guerra civile]] e venne diviso fra molte piccole dinastie, le più importanti delle quali furono, i [[Jalayridi|Jalayiridi]], i [[Muzaffaridi]], gli [[Sarbadar]]i e i [[Kartidi]]. A metà del [[XIV secolo]] la [[peste nera]] uccise circa il 30% della popolazione del Paese.
 
=== Sunnismo e Sciismo nell'Iran pre-Safavide ===
[[File:Imam_reza_shrine_in_Mashhad.jpg|thumb|Il santuario dell'Imam Reza, il più grande sito religioso in Iran che fu costruito nel IX secolo e da allora fu luogo di pellegrinaggio per tutti i Musulmani.]]{{Vedi anche|islam in Iran}}
Prima dell'ascesa dell'[[Impero safavide]], l'Islam [[Sunnismo|sunnita]] fu la religione dominante, seguita dal 90% della popolazione dell'epoca. Secondo il filosofo Morteza Motahhari la maggioranza degli studiosi iraniani e le masse rimasero sunnite fino al dominio safavide.<ref name="Motahhari">{{Cita web|url=https://www.al-islam.org/al-tawhid/iran/mutual.htm|titolo=Islam and Iran: A Historical Study of Mutual Services|sito=Al-Islam.org|accesso=6 agosto 2016}}</ref> Anche se i sunniti erano la maggioranza, questo non voleva affermare che lo [[sciismo]] non avesse le proprie radici in Iran.
 
Il dominio del credo sunnita nel corso dei primi nove secoli islamici ha caratterizzato, in questo periodo, la storia religiosa dell'Iran. Vi sono state però alcune eccezioni a questa dominazione generale emersa con i [[Zaydismo|Zaiditi]] del [[Mazandaran|Tabaristan]], i [[Buwayhidi]], la Kakuyidi, la regola del sultano [[Oljeitu|Maometto Khudabandah]]<ref>r. Shawwal 703-Shawwal 716 / 1304-1316.</ref> e il [[Sarbadar|Sarbedar]].<ref>{{Cita web|url=https://www.al-islam.org/message-thaqalayn/vol4-n2-1998/four-centuries-influence-iraqi-shiism-pre-safavid-iran-rasul|titolo=Four Centuries of Influence of Iraqi Shiism on Pre-Safavid Iran|sito=Al-Islam.org|accesso=6 agosto 2016}}</ref>
 
Nonostante la dominazione sunnita, in alcune parti dell'iran, si verificò una prevalenza di inclinazioni sciite. In Iran, durante questo periodo, lo sciismo si diffuse, a [[Kufa]]h, [[Baghdad]] e più tardi a [[Najaf]] e [[Al-Hilla|Hillah]]. In molte altre parti dell'Iran le popolazioni sunnite e sciite vivevano insieme.
 
Nel corso dei secoli X e XI i [[Fatimidi]] inviarono i missionari [[Ismailismo|Ismaili]] sia in Iran che in tutto il mondo musulmano, i quali, quando si divisero in due sette, i [[Nizariti]] stabilirono la loro base in Iran. [[Ḥasan-i Ṣabbāḥ|Hassan-i Sabbah]] conquistò fortezze e catturò la fortezza di [[Alamūt|Alamut]] nel [[1090]]. I Nizariti usarono questa fortezza fino all'attacco mongolo nel [[1256]].
 
Dopo l'attacco mongolo e la caduta degli Abbasidi, le gerarchie sunnite collassarono. La loro sconfitta fu un guadagno per gli sciiti, il cui centro, all'epoca non si trovava in Iran. Molte dinastie sciite, come i [[Sarbadar]]i si stabilirono in Iran.
 
Il cambiamento principale avvenne agli inizi del [[XVI secolo]], quando [[Scià Isma'il I|Ismail I]] fondò la [[Safavidi|dinastia Safavide]] e iniziò una politica religiosa di riconoscimento dello [[Sciismo]] come religione di stato dell'[[Impero safavide]] ed inoltre, il fatto che l'Iran moderno abbia come religione di Stato l'Islam sciita è una diretta conseguenza dell'operato di Ismail I.
 
== L'Impero timuride (1370-1507) ==
[[File:Timurid_Dynasty_821_-_873_(AH).png|thumb|Una mappa dell'[[Impero timuride]]]]
{{Vedi anche|Impero timuride}}
L'Iran rimase diviso fino all'arrivo del [[Tamerlano]], condottiero di origini mongole o turche<ref>Peter B. Golden ''Central Asia in World History (New Oxford World History)'' (Oxford University Press, 2011), pagina 94: "Nacque a 100 km a sud Samarkand nel clan di [[Barlas]], discendente di una tribù mongola naturalizzata turca".</ref> appartenente alla dinastia [[Impero timuride|timurida]]. Come i suoi predecessori, l'Impero timuride faceva parte del ''Persianato''. Dopo aver stabilito una base di potere in [[Transoxiana|Transoxania]], nel 1381, il Tamerlano invase l'Iran e in seguito conquistò la maggior parte del suo territorio. Le campagne del Tamerlano erano note per la sua loro brutalità: molte persone furono massacrate e molte città distrutte.
 
Il suo regime fu caratterizzato dall'inclusione degli Iraniani nelle cariche amministrative e dalla promozione dell'architettura e della poesia. I suoi successori, i [[Timuridi]], mantennero il controllo su buona parte dell'Iran fino al [[1452]] quando lo persero in favore della confederazione di origine [[oghuz]] dei [[Kara Koyunlu]] (''Montoni Neri''). Successivamente la confederazione dei [[Ak Koyunlu]] (''Montoni Bianchi'') guidata da [[Uzun Hasan]] sconfisse i Montoni Neri nel [[1468]]. Uzun Hasan e i suoi successori regnarono sull'Iran fino all'ascesa dei [[Safavidi]].
 
== Kara Koyunlu ==
{{Vedi anche|Kara Koyunlu}}
{{...}}
 
== Ak Koyunlu ==
{{Vedi anche|Ak Koyunlu}}
{{...}}
 
== L'epoca moderna (1501-1925): dai Safavidi all'ascesa dei Pahlavi ==
La Persia visse un periodo di rinascita sotto i [[Safavidi]] (1502-1736), il cui sovrano più importante fu lo [['Abbas I il Grande|Shah Abbas I il Grande]]. Alcuni storici ritengono che i Safavidi abbiano dato un grande contributo nel formare l'Iran moderno. Infatti l'ufficializzazione dello [[Sciismo]] in Iran e alcuni segmenti degli attuali confini iraniani traggono origine da quest'epoca (ad esempio dal Trattato di Zuhab).
 
=== L'impero safavide ===
[[File:Safavid_Empire_1501_1722_AD.png|thumb|upright=1.8|L'Impero safavide all'apice della sua estensione.]]
{{See also|Impero safavide|Guerre persiano-ottomane}}I Safavidi fu una delle più influenti dinastie a regnare sull'Iran moderno, spesso considerata come "''l'inizio della moderna storia persiana''"<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/safavids|titolo=SAFAVID DYNASTY – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=7 agosto 2016}}</ref>. Governarono uno dei più grandi imperi persiani dopo la [[conquista islamica della Persia]]<ref>Helen Chapin Metz. ''Iran, a Country study''. 1989. University of Michigan, p. 313.</ref><ref>Emory C. Bogle. ''Islam: Origin and Belief''. University of Texas Press. 1989, p. 145.</ref><ref>Stanford Jay Shaw. History of the Ottoman Empire. Cambridge University Press. 1977, p. 77.</ref><ref>Andrew J. Newman, Safavid Iran: ''Rebirth of a Persian Empire'', IB Tauris (March 30, 2006).</ref> e proclamarono l'[[Sciismo|Islam sciita]]<ref name=":8" /> religione di stato, segnando uno dei più importanti punti di svolta nella [[Storia dell'Islam|Storia musulmana]]. I Safavidi governarono dal 1501 al 1722,<ref>E per un breve intervallo tra il [[1729]] ed il [[1736]].</ref> e, dalla loro altezza, hanno controllato tutti i moderni stati dell'Iran, [[Azerbaigian]] e [[Armenia]], la maggior parte della Georgia, del [[Ciscaucasia|Caucaso del Nord]], Iraq, [[Kuwait]] e in Afghanistan, così come parti della [[Turchia]], [[Siria]], [[Pakistan]], [[Turkmenistan]] e [[Uzbekistan]]. L'Iran Safavide fu uno dei cosiddetti, "''imperi polveriera''" islamici, insieme con i suoi vicini, il suo rivale e nemico principale l'[[impero ottomano]], così come l'[[Moghul|impero Moghul]].
 
La dinastia regnante safavide venne fondata da re Ismāil, che si proclamò [[Scià Isma'il I|Shāh Ismāil I]].<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/esmail-i-safawi|titolo=ESMĀʿĪL I ṢAFAWĪ – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=8 agosto 2016}}</ref> Adorato dai seguaci [[Kizilbash]], Ismāil, invase [[Shirvan]] per vendicare la morte del padre, Shaykh Haydar, ucciso durante l'assedio di [[Derbent]], in [[Daghestan]]. Ha poi continuato una campagna di conquista, e, in seguito alla conquista della città [[Tabriz]] nel luglio [[1501]], si sedette lui stesso sul trono, come fece lo Scià dell'[[Azerbaigian]],<ref>Richard Tapper. "Shahsevan in Safavid Persia",''Bulletin of the School of Oriental and African Studies'', University of London, Vol. 37, No. 3, 1974, p. 324</ref><ref>Lawrence Davidson, Arthur Goldschmid, "A Concise History of the Middle East", Westview Press, 2006, p. 153</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/topic/Safavid-dynasty|titolo=Safavid dynasty {{!}} Iranian dynasty|accesso=8 agosto 2016}}</ref> coniando monete con tale nome, e proclamando lo sciismo religione ufficiale del suo dominio.<ref name=":8" />
 
Anche se inizialmente i Safavidi erano i padroni solo dell'Azerbaigian e del sud [[Daghestan]], avevano nei fatti vinto in Persia la lotta per il potere in corso da quasi un secolo in seguito alla frammentazione del [[Kara Koyunlu]] e l'[[Ak Koyunlu]]. Un anno dopo la sua vittoria a [[Tabriz]], İsmail proclamò la maggior parte della Persia come suo dominio<ref name=":8" />, e, rapidamente conquistato e unificato l'Iran sotto il suo dominio. Poco dopo, il nuovo impero safavide conquistò in successioni diverse regioni, nazioni e popoli in tutte le direzioni, tra cui l'Armenia, l'Azerbaigian, parti della Georgia, Mesopotamia (Iraq), [[Kuwait]], Siria, Daghestan, gran parte di quello che oggi è l'Afghanistan, parti del Turkmenistan e grandi blocchi di Anatolia, ponendo le basi del suo carattere multietnico che influenzerà pesantemente l'impero stesso<ref>In particolare il Caucaso ed i suoi popoli.</ref>
 
Durante il regno di [[Scià Tahmasp I|Tahmasp]], egli svolse molteplici invasioni del Caucaso che era stato incorporato all'Impero safavide da [[Scià Isma'il I|Shah Ismail I]] e per molti secoli dopo, e ha iniziato a deportare e spostare centinaia di migliaia di [[Adighè|circassi]], [[georgiani]] e [[armeni]] nelle roccaforti dell'Iran. Inizialmente solo mettere negli [[harem]] reali, guardie reali, e minori in altre sezioni dell'Impero, Tahmasp credeva di poter eventualmente ridurre il potere del [[Kizilbash]], attraverso la creazione e la piena integrazione di un nuovo livello della società iraniana. Come afferma l'Enciclopedia Iranica, per Tahmasp, il problema girava attorno l'élite tribale dei militari dell'Impero, la Qezelbāš, che credevano che la vicinanza fisica e il controllo di un membro della famiglia safavide garantiva vantaggi spirituali, fortuna politica, e materiale avanzamento.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/tahmasp-i|titolo=ṬAHMĀSP I – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=8 agosto 2016}}</ref> Con questo nuovo livello caucasico nella società iraniana, la potenza indiscussa del [[Kizilbash]] (che ha funzionato proprio come i [[ghazi]] del vicino [[Impero ottomano]]) sarebbero stati interrogati e completamente diminuiti e la società sarebbe diventata pienamente [[Meritocrazia|meritocratica]].
[[File:ShahAbbasPortraitFromItalianPainter.jpg|sinistra|miniatura|Lo scià Abbas I in un dipinto]]
Lo [['Abbas I il Grande|Scià Abbas I]] e i suoi successori espansero in modo significativo questa politica avviata da [[Scià Tahmasp I|Tahmasp]], deportando durante il suo regno circa 200.000 georgiani, 300.000 armeni e 100.000-150.000 circassi in Iran, completando la fondazione di un nuovo livello nella società iraniana. Con ciò, e la completa disorganizzazione del Kizilbash dai suoi ordini personali, finalmente si riuscì a sostituire la potenza del [[Kizilbash]] con quella dei ghulami caucasici. Questi nuovi soggetti caucasici (i cosiddetti [[ghilman]] / غلمان / "servi"), quasi sempre dopo la conversione allo [[sciismo]], erano a differenza del Qizilbash, completamente fedeli allo Scià. Le altre masse di Caucasici sono stati dispiegate in tutte le altre possibili funzioni e le posizioni disponibili nell'impero, così come nell'harem, militari regolari, artigiani, agricoltori, ecc. Questo sistema di utilizzo di massa dei soggetti caucasici è rimasto in piedi fino alla caduta della dinastia dei [[Dinastia Qajar|Qajari]].
 
Il più grande dei sovrani safavidi, [['Abbas I il Grande|Scià Abbas I il Grande]] (1587-1629) è salito al potere nel [[1587]] a 16 anni. Abbas I ha combattuto gli [[uzbeki]], riconquistando [[Herat]] e [[Mashhad]] nel [[1598]], che erano state perse dal suo predecessore [[Mohammad Khodabanda]] durante la [[guerra ottomano-safavide (1578-1590)]]. Poi si rivolse contro gli [[Impero ottomano|Ottomani]], e i Safavidi loro arcirivali si ripresero [[Baghdad]], l'Iraq orientale e le province caucasiche e anche altro dal [[1618]]. Tra il 1616-1618, in seguito alla disobbedienza dei suoi più fedeli sudditi georgiani [[Teimuraz I]] e [[Luarsab II]], Abbas ha effettuato una campagna punitiva nei territori della Georgia, devastando [[Cachezia|Kakheti]] e [[Tbilisi]] e portando via 130.000<ref>Eskandar Beg, pp. 900-901, tr. Savory, II, p. 1116</ref> - 200,000<ref>Malekšāh Ḥosayn, p. 509</ref> prigionieri georgiani verso l'Iran. Il suo nuovo esercito, che era stato notevolmente migliorato con l'avvento di [[Robert Shirley, I conte Ferrers|Robert Shirley]] e i suoi fratelli dopo la prima missione diplomatica in Europa, snocciolò la prima schiacciante vittoria sopra gli ottomani di cui nella succitata guerra del 1603-1618, e avrebbe superato poi gli Ottomani in forza militare. Usò anche la sua nuova forza per sloggiare i portoghesi dal [[Bahrein|Bahrain]] (1602) e [[Hormuz]] (1622) con l'aiuto della [[Naval Service|marina inglese]], nel [[Golfo Persico]].
 
Ha ampliato legami i commerciali con la [[Compagnia delle Indie Orientali olandesi|Compagnia delle Indie olandesi]] e i collegamenti solidi stabiliti con le case reali europee, che erano state avviate da Ismail I dapprima con l'alleanza [[Casa d'Asburgo|Asburgo]]-persiana. Così Abbas I è stato in grado di rompere la dipendenza dal Qizilbash per la potenza militare e quindi centralizzare il controllo. La dinastia safavide si era già affermata nel corso dello Scià Ismail I, ma sotto Abbas I è diventata davvero una grande potenza del mondo lungo il suo rivale l'Impero Ottomano, contro il quale è diventato in grado di competere. Ha inoltre iniziato la promozione del turismo in Iran. Sotto il loro dominio persiano fiorì l'architettura di nuovo e sono sorti molti nuovi monumenti in diverse città iraniane, di cui [[Esfahan|Isfahan]] è l'esempio più notevole.
 
Fatta eccezione per lo Scià Abbas il Grande, lo Scià Ismail I, [[Scià Tahmasp I]], e [['Abbas II|Scià Abbas II]], molti dei governanti safavidi erano inefficaci, essendo spesso più interessati alle loro donne, all'alcool e altre attività ricreative. La fine del regno di Abbas II nel [[1666]], ha segnato l'inizio della fine della [[Safavidi|dinastia safavide]]. Nonostante il calo delle entrate e le minacce militari, molti degli scià in seguito ebbero uno stile di vita sontuoso. [[Sultan Husayn|Scià Sultan Husayn]] (1694-1722), in particolare, era noto per il suo amore per il vino e il disinteresse nel governo della nazione.<ref>Mottahedeh, Roy, ''The Mantle of the Prophet : Religion and Politics in Iran'', One World, Oxford, 1985, 2000, p.204</ref>
 
Il paese in declino è stato più volte invaso dalle sue frontiere. Infine, i [[Ghilji|Ghilzai]] [[pashtun]] chiamarono a capo [[Mirwais Hotak]] ha iniziato una ribellione a [[Kandahar (città)|Kandahar]] e sconfisse l'esercito safavide sotto il governatore della [[Georgia|Georgia iraniana]], Giorgio IX di Kartli. Nel [[1722]], [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] della vicina [[Impero russo|Russia imperiale]] ha lanciato la [[guerra russo-persiana (1722-1723)]], catturando molti dei territori caucasici dell'Iran, tra cui [[Derbent]], [[Shaki]], [[Baku]], ma anche [[Gilan]], [[Mazandaran]] e [[Asterabad|Astrabad]]. Nel bel mezzo di tutto il caos, nello stesso anno [[1722]] un esercito afghano guidato dal figlio di [[Mahmud Hotak]] marciò attraverso l'Iran orientale, assediò e prese [[Esfahan|Isfahan]]. Mahmud si proclamò [[Sovrani della Persia|Scià di Persia]]. Nel frattempo, i rivali imperiali di Persia, gli Ottomani e i russi, hanno approfittato del caos nel paese per conquistare più territorio possibile.<ref>[[Michael Axworthy]], biography of Nader, The Sword of Persia (I.B. Tauris, 2006) pp. 17–56</ref> Attraverso questi eventi, la dinastia safavide aveva effettivamente concluso il suo regno. Nel [[1724]], conforme al [[Trattato di Costantinopoli (1724)|trattato di Costantinopoli]], gli Ottomani e i russi hanno deciso di dividere i territori appena conquistati dell'Iran tra di loro.<ref>Alexander Mikaberidze. [https://books.google.nl/books?id=jBBYD2J2oE4C&pg=PA1024&lpg=PA1024&dq=russo-Persian+War+1722-1723&source=bl&ots=MG6HP72DpJ&sig=I8Akh1ZL_tO-CpsYWIn6CrgVTFo&hl=nl&sa=X&ved=0CCQQ6AEwAzgKahUKEwi6hrmWvubGAhXCNxQKHVDNAt8#v=onepage&q=russo-Persian%20War%201722-1723&f=false "]''Conflict and Conquest in the Islamic World: A Historical Encyclopedia''" ABC-CLIO 2011. p 726</ref>
 
=== Lo Scià Nader e i suoi successori ===
{{Vedi anche|Afsharidi|Dinastia Zand}}
[[File:AfsharidEmpireIran.png|thumb|upright=1.6|Mappa dell'impero persiano sotto Nader]]
L'integrità territoriale dell'Iran fu ripristinata da un iraniano appartenente alla dinastia turca degli [[Afsharidi]], signore della guerra, nativo del [[Khorasan]], [[Nadir Shah]]. Sconfitto e bandito gli afghani, sconfitto gli Ottomani, e restituito il trono ai [[Safavidi]], e, sia tramite il [[Trattato di Resht]] che con il [[trattato di Ganja]] <nowiki/>ha negoziato il ritiro russo dai territori Irano-caucasici, Nel [[1736]], era diventato così potente da essere in grado di deporre i Safavidi e farsi incoronare Scià. Fu, inoltre uno degli ultimi grandi conquistatori asiatici. Per aiutare finanziariamente le sue guerre contro il rivale della Persia, l'[[Impero ottomano|Impero Ottomano]], decise di conquistare, verso est, il debole ma ricco [[Moghul|impero Mogul]]. Nel [[1739]], accompagnato dai suoi vassalli caucasici fedeli, tra cui [[Eraclio II di Georgia]],<ref>{{Cita libro|nome=David Marshall|cognome=Lang|titolo=The Last Years of the Georgian Monarchy, 1658-1832|url=https://books.google.com/books?id=ITnRAAAAMAAJ|accesso=21 agosto 2016|data=1º gennaio 1957|editore=Columbia University Press|lingua=en}}</ref> invase l'India Mogul, sconfiggendo, in meno di tre ore, un esercito numericamente superiore, saccheggiando [[Delhi]], e riportando in Persia, immense ricchezze. Sulla via del ritorno, conquistò anche tutti i [[Khanato|khanati]] [[uzbeki]], eccetto quello di [[Kokand]], rendendo suoi vassalli gli uzbeki. Inoltre ha anche fermamente ristabilito il dominio persiano su tutto il Caucaso, nel [[Bahrein|Bahrain]], così come in gran parte dell'Anatolia e della [[Mesopotamia]].
[[File:NaderShahPainting.png|sinistra|thumb|Un dipinto di Nader]]
Imbattuto da anni, la sua sconfitta nel [[Daghestan]], dopo le ribellioni della guerriglia da parte dei [[Lezgini]] e l'attentato alla sua persona nei pressi di [[Mazandaran]], fu un punto di svolta nella sua impressionante carriera. I [[daghestan]]i ricorsero alla guerriglia, così, Nader con il suo esercito fece pochissimi progressi.<ref>{{Cita libro|nome=Spencer C.|cognome=Tucker|titolo=A Global Chronology of Conflict: From the Ancient World to the Modern Middle East [6 volumes]: From the Ancient World to the Modern Middle East|url=https://books.google.com/books?id=h5_tSnygvbIC|accesso=21 agosto 2016|data=23 dicembre 2009|editore=ABC-CLIO|lingua=en|ISBN=978-1-85109-672-5}}</ref> Sia nella [[battaglia di Andalal]] che nella Battaglia di Avaria, l'esercito di Nader subì una schiacciante sconfitta, perdendo metà di tutta la sua armata, per cui fu costretto a fuggire per le montagne.<ref>{{Cita libro|nome=Ramazan Gadzhimuradovich|cognome=Abdulatipov|titolo=Russia and the Caucasus: On the Arduous Path to Unity|url=https://books.google.com/books?id=cAYhAQAAMAAJ|accesso=21 agosto 2016|data=1º gennaio 2000|editore=Edwin Mellen Press|lingua=en|ISBN=978-0-7734-3194-2}}</ref> Anche se Nader fosse riuscito conquistare la maggior parte del Daghestan, l'efficace guerriglia schierata dai [[Lezgini]], dagli [[Avari (Caucaso)|Avari]] e dei Laks rese, questa volta, la riconquista iraniana della regione del [[Ciscaucasia|Caucaso del Nord]] di breve durata. Diversi anni dopo, Nader venne costretto a ritirarsi. Quasi contemporaneamente subisce un attentato nei pressi di [[Mazandaran]], attentato che ha accelerato il corso della storia. Tra la malattia, la megalomania e la paranoia, giunse persino ad accecare i figli che sospettava avessero tentato di assassinarlo, paranoia che non escluse, sudditi e ufficiali. I suoi ultimi anni di regno sono costellati di rivolte, e, alla fine, nel [[1747]], venne assassinato .<ref>Axworthy ''Iran: Empire of the Mind'' (Penguin, 2008) pp. 152–167</ref>
 
In Iran, la morte di Nader fu seguita da un periodo di [[anarchia]]. La famiglia di Nader, gli [[Afsharidi]], si ridusse sempre di più numericamente, aggrappandosi a un piccolo dominio nel [[Khorasan]]. Molti territori caucasici si staccarono in vari [[Khanato|khanati]] caucasici. Gli [[Impero ottomano|Ottomani]] riguadagnarono territori perduti in [[Anatolia]] e Mesopotamia. I khanati dell'[[Oman]] e [[uzbeki]] di [[Bukhara]] e [[Khiva]] riacquistarono l'indipendenza. [[Ahmad Shah Durrani]], uno degli ufficiali di Nader, fondò uno stato indipendente ,che, alla fine divenne il moderno [[Afghanistan]]. [[Eraclio II di Georgia|Eraclio II]], nominato re di [[Cachezia]] da Nader stesso nel [[1744]],<ref>{{Cita libro|nome=Ronald Grigor|cognome=Suny|titolo=The Making of the Georgian Nation|url=https://books.google.com/books?id=riW0kKzat2sC|accesso=23 agosto 2016|data=1º gennaio 1994|editore=Indiana University Press|lingua=en|ISBN=0-253-20915-3}}</ref> aveva dichiarato l'indipendenza ''de facto'', conquistando pure il vicino [[Regno di Cartalia]], riunendo successivamente il [[Regno di Cartalia-Cachezia]], per diventare il nuovo re georgiano di una orientale Georgia politicamente unita, per la prima volta dopo tre secoli.<ref>{{Cita libro|nome=Ehsan|cognome=Yar-Shater|titolo=Encyclopaedia Iranica|url=https://books.google.com/books?id=FEAOAQAAMAAJ|accesso=23 agosto 2016|editore=Routledge & Kegan Paul|lingua=en}}</ref> Dalla sua capitale [[Shiraz]], Karim Khan della [[dinastia Zand]], governò "''un'isola di relativa calma e pace in un periodo altrimenti sanguinoso e distruttivo''"<ref>Axworthy p.168</ref> tuttavia la portata del potere di Zand era limitata all'Iran contemporaneo e a parti del [[Caucaso]]. Tra il [[1747]] e il [[1795]], attraverso il periodo di Zand, Eraclio quindi mutò gli eventi in Iran essendo in grado di mantenere l'autonomia della Georgia.<ref name=":10">[[History of Iran#CITEREFFisherAveryHamblyMelville1991|Fisher et al. 1991]], p. 328</ref> La morte di Karim Khan nel [[1779]] ha portato ad un'altra guerra civile nella quale ha infine trionfato la [[dinastia Qajar]] divenendo sovrani dell'Iran. Durante la guerra civile, l'Iran perse definitivamente [[Bassora]], catturaita dai persiani<ref>{{Cita libro|nome=ʻAbd al-Amīr Muḥammad|cognome=Amīn|titolo=British Interests in the Persian Gulf|url=https://books.google.com/books?id=lMkUAAAAIAAJ|accesso=23 agosto 2016|data=1º gennaio 1967|editore=Brill Archive|lingua=en}}</ref> agli Ottomani nel [[1779]] e {{Senza fonte|il [[Bahrein|Bahrain]] alla famiglia [[Al Khalifa]] dopo l'[[invasione di Bani Utbah]] nel [[1783]].
}}
La '''Galleria nazionale di palazzo Spinola''' ([[palazzo Spinola di Pellicceria]] o palazzo di Francesco Grimaldi) è un museo statale collocato in un palazzo nobiliare edificato alla fine del Cinquecento, sito nel cuore del centro storico di Genova. Al suo interno sono presenti, oltre ad affreschi e arredi sei-settecenteschi, numerosi capolavori d'arte.
 
=== Dinastia Qajar (1794–1925) ===
Si trova in piazza di Pellicceria al civico 1 ed è stata inserita il 13 luglio del 2006 nella lista dei 42 palazzi iscritti ai [[Rolli di Genova]] dichiarati in tale data dall'[[Patrimonio dell'umanità|UNESCO]] Patrimonio dell'umanità.
{{Vedi anche|Dinastia Qajar|Guerra russo-persiana (1804-1813)|Guerra russo-persiana (1826-1828)|Battaglia di Krtsanisi|Trattato di Golestan|Trattato di Turkmenchay|Rivoluzione costituzionale persiana}}
[[File:Map Iran 1900-en.png|thumb|upright=1.6|Una mappa dell'Iran sotto la dinastia Qajar nel XIX secolo.]][[Muḥammad Khān Qājār|Agha Mohammad Khan]] emerse vittorioso dalla guerra civile iniziata con la morte dell'ultimo re [[Dinastia Zand|Zand]]. Il suo regno è noto per un Iran unito e guidato centralmente. Dopo la morte di [[Nadir Shah]] e l'ultimo degli Zand, la maggior parte dei territori caucasici iraniani si erano frantumati in diversi [[Khanato|khanati]] caucasici. L'Agha Mohammad Khan, come i re [[safavidi]] e Nadir prima di lui, consideravano la regione equivalente ai territori dell'Iran centrale. Pertanto, il suo primo obiettivo, dopo aver conquistato l'Iran, fu quello di incorporare nuovamente le regioni del Caucaso.<ref name=":11">Mikaberidze 2011, p. 409</ref> La [[Georgia]] era vista come uno dei territori più integrabili.<ref name=":10" /> Per il sovrano persiano, il reinserimento della Georgia nell'Impero iraniano faceva parte dello stesso processo che aveva condotto sotto il suo dominio le città di, [[Shiraz]], [[Esfahan|Isfahan]] e [[Tabriz]].<ref name=":10" /> Come afferma il "''Cambridge History of Iran states"'', la secessione dei territori del Caucaso era inconcepibile, per cui questi dovevano essere mantenuti, esattamente come se la regione del [[Fars]] o del [[Gilan]] avessero tentato la secessione.<ref name=":10" /> Fu naturale quindi per il sovrano persiano perseguire con qualsiasi mezzo necessario la conquista del Caucaso, al fine di sottomettere e reintegrare le regioni recentemente perse, dopo la morte di Nadir e la scomparsa degli Zand, dimostrando agli occhi degli iraniani che la separazione della Georgia doveva essere considerata un tradimento da parte di [[Eraclio II di Georgia|Eraclio II]], nominato viceré della Georgia dallo stesso Nadir Shah.<ref name=":10" />
[[File:Gulistan-Treaty.jpg|sinistra|thumb|upright=1.6|La mappa mostra i confini nord-occidentali dell'Iran nel XIX secolo, che comprende la Georgia orientale, il Daghestan, l'Armenia, l'Azerbaigian e, prima di essere costretto a cedere i territori alla Russia imperiale per le due guerre russo-persiane del XIX secolo.]]
Agha Mohammad Khan successivamente chiese a Eraclio II di rinunciare al trattato con la Russia stipulato in passato, con cui, formalmente, rinunciava ad ogni dipendenza della Persia a favore di una protezione completa della Russia, pur essendo disponibile a riaccettare la sovranità persiana,<ref name=":11" /> in cambio della pace e della sicurezza del suo regno. Gli [[Impero ottomano|Ottomani]], per esempio, vicini rivali dell'Iran, assicurarono, per la prima volta dopo quattro secoli, pace e sicurezza sia alla regione della [[Cartalia]] che alla regione della [[Cachezia]].<ref name=":12">{{Cita libro|nome=Donald|cognome=Rayfield|titolo=Edge of Empires: A History of Georgia|url=https://books.google.com/books?id=PxQpmg_JIpwC|accesso=26 agosto 2016|data=15 febbraio 2013|editore=Reaktion Books|lingua=en|ISBN=978-1-78023-070-2}}</ref> Eraclio si appellò quindi al suo teorico protettore, chiedendo all l'imperatrice [[Caterina II di Russia]], almeno 3.000 truppe russe,<ref name=":12" /> ma tale appello venne ignorato, lasciando la Georgia a respingere in solitaria, la minaccia persiana.<ref name=":13">[[David Marshall Lang|Lang, David Marshall]] (1962), ''A Modern History of Georgia'', p. 38. London: Weidenfeld and Nicolson.</ref> Tuttavia, Eraclio II respinse ancora l'ultimatum del [[Khan]].<ref name="Suny 1994 p. 59">[[Ronald Grigor Suny|Suny, Ronald Grigor]] (1994), ''The Making of the Georgian Nation'', p. 59. [[Indiana University Press]], ISBN 0-253-20915-3</ref> Come risposta, l'Agha Mohammad Shah, invase la regione del Caucaso, dopo aver attraversato il [[Aras (fiume)|fiume Aras]], e, mentre si stava recando in Georgia con le sue truppe, riassoggettò i territori iraniani dei [[Khanato|khanati]] di [[Erevan]], [[Shirvan]], [[Naxçıvan (città)|Naxçıvan]], [[Gäncä|Ganja]], [[Derbent]], [[Baku]], [[Khanato taliscio|Talysh]], [[Şəki|Shaki]], [[Khanato del Karabakh|Karabakh]], territori che comprendono la moderna [[Armenia]], l'[[Azerbaigian]], il [[Daghestan]], e l'[[Iğdır|Igdir]]. Giunto in Georgia, il Khan con le sue poderose truppe venne coinvolto nella ''battaglia di Krtsanisi'', che, una volta vinta, gli consentì la conquista di [[Tbilisi]], così come l'effettiva riannessione della Georgia all'Iran.<ref name=":15">{{Cita libro|nome=Michael|cognome=Axworthy|titolo=Iran: Empire of the Mind: A History from Zoroaster to the Present Day|url=https://books.google.com/books?id=k9HyyYrPIGgC|accesso=26 agosto 2016|data=6 novembre 2008|editore=Penguin UK|lingua=en|ISBN=978-0-14-190341-5}}</ref><ref>Fisher, William Bayne (1991). ''The Cambridge History of Iran''. '''7'''. Cambridge University Press. pp. 128–129. «Agha Muhammad Khan è rimasto nove giorni nelle vicinanze di Tiflis. La sua vittoria ha proclamato il ripristino della potenza militare iraniana nella regione precedentemente sotto il dominio safavide.»</ref> Al suo ritorno dal suo successo, con circa 15.000 prigionieri georgiani deportati nell'Iran centrale,<ref name=":13" /> nel [[1796]] nel venne formalmente incoronato Scià nella piana di Mughan, proprio come avvenne sessant'anni prima, per il suo predecessore [[Nadir Shah]].
 
L'Agha Mohammad Shah venne assassinato, mentre organizzava a [[Shusha]], nel 1797, una seconda spedizione contro la Georgia<ref name=":16">[[History of Iran#CITEREFFisherAveryHamblyMelville1991|Fisher et al. 1991]], p. 329</ref><ref>Oggi parte della Repubblica dell'[[Azerbaigian]].</ref>, quasi in contemporanea della morte di re Eraclio, avvenuta nel [[1798]]. L'egemonia iraniana sulla Georgia non durò a lungo: nel [[1799]] i russi marciarono a sud, verso [[Tbilisi]],<ref>{{Cita libro|nome=Alekseĭ I.|cognome=Miller|titolo=Imperial Rule|url=https://books.google.com/books?id=_8niIYSTqToC|accesso=28 agosto 2016|data=1º gennaio 2004|editore=Central European University Press|lingua=en|ISBN=978-963-9241-98-5}}</ref> già attivamente occupati in una politica espansionistica nei confronti dei suoi imperi vicini, sia verso l'Impero Ottomano che verso i regni iraniani. I due anni successivi all'ingresso della Russia a Tbilisi furono un periodo tremendo. L'invasione indebolì e devastò il regno georgiano, con metà della capitale in rovina. Nel [[1801]] la Georgia fu facilmente conquistata dalla Russia.<ref name=":13"/><ref name="Suny 1994 p. 59"/> Poiché l'Iran non concepiva, né avrebbe potuto permettere la cessione della [[Transcaucasia]] e del [[Daghestan]], in quanto regioni che avevano fatto per secoli parte dell'Iran,<ref name=":14" /> diversi anni più tardi ebbero inizio le guerre russo-persiani, dal [[Guerra russo-persiana (1804-1813)|1804 al 1813]] e dal [[guerra russo-persiana (1826-1828)|1826 dal 1828]], terminate con la cessione forzata e irrevocabile della Georgia, del Daghestan, dell'Armenia, dell'Azerbaigian e del [[Gulistan]] alla Russia imperiale, attraverso la stipula del [[trattato di Turkmenchay|trattati di Turkmenchay]] del [[1813]] e del [[1828]].<ref name=":15" /><ref name=":16" />
Splendido esempio della civiltà dell'abitare tra Seicento e Settecento dell'aristocrazia genovese, il museo ospita opere di eccezionale valore come l<nowiki>'</nowiki>''[[Ecce Homo (Antonello da Messina Genova)|Ecce Homo]]'' di [[Antonello da Messina]], il ''Ritratto di Ansaldo Pallavicino'' di [[Antoon van Dyck]] e il ''[[Ritratto di Giovanni Carlo Doria a cavallo|Ritratto di Gio. Carlo Doria]]'' di [[Pieter Paul Rubens]].
 
La zona a nord del [[Aras (fiume)|fiume Aras]], tra il territorio della Repubblica dell'Azerbaigian, la Georgia orientale, il Daghestan e l'Armenia rimasero territori iraniani, fino a quando non vennero occupati dalla Russia nel corso del XIX secolo.<ref name="books.google.com">{{Cita libro|nome=Elena|cognome=Andreeva|titolo=Russia and Iran in the Great Game: Travelogues and Orientalism|url=https://books.google.com/books?id=FfRYRwAACAAJ|accesso=28 agosto 2016|data=18 agosto 2010|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=978-0-415-78153-4}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Stephen K.|cognome=Batalden|nome2=Sandra L.|cognome2=Batalden|titolo=The Newly Independent States of Eurasia: Handbook of Former Soviet Republics|url=https://books.google.com/books?id=WFjPAxhBEaEC|accesso=28 agosto 2016|data=1º gennaio 1997|editore=Greenwood Publishing Group|lingua=en|ISBN=978-0-89774-940-4}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Timothy C.|cognome=Dowling|titolo=Russia at War: From the Mongol Conquest to Afghanistan, Chechnya, and Beyond [2 volumes]|url=https://books.google.com/books?id=KTq2BQAAQBAJ|accesso=28 agosto 2016|data=2 dicembre 2014|editore=ABC-CLIO|lingua=en|ISBN=978-1-59884-948-6}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Robert E.|cognome=Ebel|nome2=Rajan|cognome2=Menon|titolo=Energy and Conflict in Central Asia and the Caucasus|url=https://books.google.com/books?id=-sCpf26vBZ0C&dq=Energy+and+conflict+in+Central+Asia+and+the+Caucasus|accesso=28 agosto 2016|data=1º gennaio 2000|editore=Rowman & Littlefield|lingua=en|ISBN=978-0-7425-0063-1}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Kemal|cognome=Çiçek|nome2=Ercüment|cognome2=Kuran|nome3=Nejat|cognome3=Göyünç|titolo=The great Ottoman-Turkish civilisation: Politics|url=https://books.google.com/books?id=c5VpAAAAMAAJ|accesso=28 agosto 2016|data=1º gennaio 2000|editore=Yeni Türkiye|lingua=en|ISBN=978-975-6782-18-7}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Karl Ernest|cognome=Meyer|nome2=Shareen Blair|cognome2=Brysac|titolo=Tournament of Shadows: The Great Game and the Race for Empire in Central Asia|url=https://books.google.com/books?id=Ssv-GONnxTsC&dq=Tournament+of+Shadows:+The+Great+Game+and+the+Race+for+Empire+in+Central+Asia|accesso=28 agosto 2016|data=1º gennaio 2006|editore=Basic Books|lingua=en|ISBN=0-465-04576-6}}</ref>
Il terzo piano è occupato dalla Galleria Nazionale della Liguria, dove sono esposte le acquisizioni statali, secondo la volontà degli ultimi due proprietari privati, i marchesi Paolo e Franco Spinola, che nel 1958 donarono la loro residenza allo Stato Italiano perché divenisse un sito espositivo destinato alla pubblica fruizione.
<gallery mode="packed" heights="130">
==Storia e descrizione==
File:Battle Between Persians and Russians - State Hermitage Museum.jpg|La pittura mostra la [[Battaglia di Sultanabad]] del 13 febbraio 1812. [[Museo di Stato dell'Hermitage|Ermitage]].
File:Russian troops storming Lankaran fortress, January 13th, 1813..jpg|[[Presa di Lankaran]], 1812. Dipinto da [[Franz Roubaud]].
File:Сражение под Елисаветполем.jpeg|Battaglia di Elisabethpol ([[Ganja, Azerbaijan|Ganja]]), 1828. Franz Roubaud. Una parte della collezione del Museo di Storia, [[Baku]].
</gallery>
 
==== La “fase”migrazione Grimaldidei emusulmani Pallavicinocaucasici ====
[[File:Persian Cossack Brigade.jpg|thumb|upright=1.6|Brigata cosacca persiana a Tabriz nel 1909]]
Realizzato per volontà di Francesco Grimaldi prima del 1593, viene subito inserito nei [[Rolli di Genova|Rolli]] di prima categoria (primo bussolo) e riportato ne “I [[palazzi di Genova]]” di Pier Paolo [[Pieter Paul Rubens|Rubens]], che ne inserisce il prospetto affacciato su piazza Superiore di Pellicceria. Del periodo di proprietà [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]], rimangono gli affreschi collocati sui soffitti dei saloni dei due piani nobili realizzati da [[Lazzaro Tavarone]] e raffiguranti l’''Assedio di Lisbona'' (primo piano) e il ''Trionfo di Ranieri Grimaldi'' (secondo piano).
L'Iran, a seguito della perdita dei vasti territori del Caucaso subì notevoli cambiamenti demografici. Infatti, a seguito delle due guerre russo-persiane,<ref>dal 1804 al 1813 e dal 1826 al 1828.</ref> questi territori furono testimoni di grandi migrazioni verso l'Iran Centrale, migrazioni chiamate, "''dei [[Muhajirun|Muhàjirùn]] caucasici''". Le principali etnie coinvolte in tale esodo furono: gli [[Ayrum]]i, i Qarapapaqui, i [[Adighè|Circassi]], gli sciiti [[Lezgini]], e altri musulmani [[Transcaucasia|transcaucasici]].<ref name=":17">{{Cita web|url=http://www.tandfonline.com/loi/rcau20|titolo=Caucasus Survey|sito=www.tandfonline.com|accesso=29 agosto 2016}}</ref>
 
Attraverso la Battaglia di Ganja del [[1804]] durante la [[guerra russo-persiana (1804-1813)]], diverse migliaia di Ayrumi e Qarapapaqui migrarono verso [[Tabriz]]. Successivamente, sia tra il [[Guerra russo-persiana (1804-1813)|1804 ed il 1813]], che tra il [[Guerra russo-persiana (1826-1828)|1826 ed il 1828]], la maggior parte degli Ayrumi e dei Qarapapaqui ancora presenti nei territori russi appena conquistati migrarono verso la città iraniana di [[Naqadeh]].<ref>Nella moderna provincia iraniana dell'[[Azarbaijan occidentale|Azerbaigian occidentale]].</ref><ref>Mansoori, Firooz (2008). "17". ''Studies in History,Language and Culture of Azerbaijan'' (in Persian). Tehran: Hazar-e Kerman. p. 245. [[International Standard Book Number|ISBN]] [[Speciale:BookSources/978-600-90271-1-8|978-600-90271-1-8]].</ref> Come afferma il testo, ''"Cambridge History of Iran states''": "''La costante interferenza delle truppe russe lungo la frontiera nel Caucaso, le brutali spedizioni punitive del generale [[Aleksej Petrovič Ermolov|Yermolov]] e il malgoverno, spinsero un gran numero di musulmani, ed anche alcuni cristiani georgiani, in esilio in Iran"''.<ref>[[History of Iran#CITEREFFisherAveryHamblyMelville1991|Fisher et al. 1991]], p. 336</ref>
Il palazzo ospita la famiglia Grimaldi fino al 1650, anno in cui viene venduto ad Ansaldo Pallavicino che acquista la dimora dal cognato Tommaso Grimaldi per sanare un ingente debito contratto da quest'ultimo. Si tratta dell'unico passaggio di proprietà dovuto a una compravendita. Al Pallavicino si devono alcuni interventi architettonici, tra cui la chiusura del loggiato al primo piano documentata dall'incisione di [[Pieter Paul Rubens|Rubens]], nonché un sensibile accrescimento della quadreria con i dipinti ereditati dal padre Agostino che era stato [[Doge (Repubblica di Genova)|Doge]] della Repubblica nel biennio 1637-1639, tra cui si segnalano il ''Ritratto di Ansaldo Pallavicino'' di [[Antoon van Dyck|Anton van Dyck]], diverse tele del [[Giovanni Benedetto Castiglione|Grechetto]] e il bozzetto con l’''Ultima cena'' di [[Giulio Cesare Procaccini]].
 
Nel [[1864]], e fino agli inizi del [[XX secolo]], avvenne, a seguito della vittoria russa nella [[guerra caucasica]], un'altra espulsione di massa di musulmani caucasici. Altri semplicemente rifiutarono volontariamente di vivere sotto il dominio russo cristiano, per cui migrarono sia verso la Turchia che verso l'Iran. Questi esodi, ancora una volta, nei confronti dell'Iran, inclusero migliaia di caucasici azeri, musulmani transcaucasici, così come molti caucasici musulmani del nord, circassi, sciiti, lezgini e [[Laki (Daghestan)|Lak]]<nowiki/>i.<ref name=":17" /><ref>А. Г. Булатова. Лакцы (XIX — нач. XX вв.). Историко-этнографические очерки. — Махачкала, 2000.</ref> Molti di questi migranti svolsero un ruolo fondamentale nella storia iraniana, avendo formato la maggior parte dei ranghi della [[brigata cosacca persiana]], istituita nel tardo XIX secolo.<ref>{{Cita web|url=http://mepc.org/journal/middle-east-policy-archives/iranian-armed-forces-politics-revolution-and-war-part-one?print|titolo=The Iranian Armed Forces in Politics, Revolution and War: Part One {{!}} Middle East Policy Council|sito=mepc.org|accesso=6 settembre 2016}}</ref> I ranghi iniziali di tale brigata eran interamente composti da circassi ed altri caucasici Muhàjirùn. Tale brigata fu decisiva nei decenni successivi nella storia della [[Dinastia Qajar]].
Alla morte di Ansaldo avvenuta nel 1660, la proprietà della dimora passa al figlio Niccolò Agostino che a sua volta lascerà la cospicua eredità alla sorella Anna Maria Pallavicino sposata con Gerolamo Doria.
 
Inoltre, il [[trattato di Turkmenchay]] del [[1828]] incoraggiava lo spostamento degli armeni iraniani nei territori russi appena conquistati.<ref>«''Griboedov non solo ha esteso la protezione a quei prigionieri caucasici che cercavano di tornare a casa, ma hanno promosso attivamente il ritorno anche di coloro che non erano volontari. Un gran numero di prigionieri georgiani e armeni avevano vissuto in Iran dal 1804 o nel lontano 1795.''» Fisher, William Bayne;Avery, Peter; Gershevitch, Ilya; Hambly, Gavin; Melville, Charles. ''The Cambridge History of Iran'' Cambridge University Press, 1991. p. 339.</ref><ref>{{Cita web|url=http://feb-web.ru/feb/griboed/texts/piks3/3_4_v3.htm|titolo=ФЭБ: Грибоедов. Записка о переселении армян из Персии в наши области. — 1917 (текст)|sito=feb-web.ru|accesso=6 settembre 2016}}</ref> Questo ha favorito un notevole cambiamento demografico della regione.<ref>Bournoutian. ''Armenian People'', p. 105</ref> Il [[Trattato di Adrianopoli (1829)|trattato di Adrianopoli]] stipulato con la Turchia, conclusosi nel [[1829]], concedendo uno spostamento in massa degli [[armeni]] nei territori di nuova costituzione. Lentamente ma inesorabilmente, il numero dei cristiani, che, di fatto, nel XVII secolo venne sterminato, costituendo a quei tempi una piccola minoranza nella regione, (tranne che per la Georgia), grazie alle migrazioni, stava sempre più aumentando, soprattutto nella zona ex iraniana governata dagli armeni e dai georgiani.
==== Maddalena Doria e il passaggio agli Spinola di San Luca ====
L'erede di Anna Maria Pallavicino e di Gerolamo Doria è il primogenito Paolo Francesco Doria che muore precocemente nel 1734 e cede il patrimonio alla sorella Maddalena Doria sposata con [[Nicolò Spinola|Niccolò Spinola]] del ramo di San Luca. Divenuta proprietaria del palazzo, la nobildonna avvia un ampio programma di ristrutturazione che interessa soprattutto il secondo piano nobile, costituito da una sequenza di ambienti caratterizzati da uno sfarzoso utilizzo delle dorature in sintonia con lo stile rococò.
 
Lo storico armeno-americano George Bournoutian fornisce una sintesi della composizione etnica prima degli eventi del [[1828]] solo per il territorio della divisione amministrativa di [[Erevan]] come esempio:<ref>Bournoutian, George A. (1982). ''Eastern Armenia in the Last Decades of Persian Rule, 1807 - 1828''. Malibu: Undena Publications. pp. xxii + 165.</ref>
Maddalena provvede a ingaggiare i più rinomati quadraturisti e pittori dell'epoca ([[Lorenzo De Ferrari]], [[Giovanni Battista Natali]] e [[Sebastiano Galeotti]]) per conferire un aspetto ''à la page'' alla sua dimora con la costruzione di una Galleria degli specchi, collocata sopra la gallerietta fatta edificare da Ansaldo Pallavicino, assecondando i più aggiornati dettami della moda impartiti da Versailles.
 
{{Citazione|Nel primo trimestre del XIX secolo il Khanato di Erevan comprendeva la maggior parte dell'Armenia orientale e copriva una superficie di circa 18.129 chilometri quadrati. La terra era montagnosa e secca, la popolazione era di circa 100.000 abitati, di cui circa l'80 per cento di musulmani (persiani, azeri, curdi) ed il 20 per cento di Cristiani (armeni).}}
Il matrimonio tra Maddalena e Niccolò Spinola, Doge della Repubblica nel biennio 1740-1742, sancisce il passaggio di proprietà alla famiglia di cui ancora oggi il palazzo porta il nome.
 
Dopo l'incorporazione del [[Khanato]] di [[Erevan]] nell'impero russo, la maggioranza musulmana della zona a poco a poco diminuì. In un primo momento gli armeni rimasti in Iran vennero incoraggiati a tornare.<ref>The Cambridge History of Iran by William Bayne Fisher, Peter Avery, Ilya Gershevitch, Gavin Hambly, Charles Melville, Cambridge University Press, 1991 p. 339</ref> Come risultato si stima che 57.000 rifugiati armeni in Persia ritornarono nei territori del khanato di Erevan dopo il 1828, mentre circa 35.000 musulmani (persiani, gruppi turchi, curdi, Lezgis, ecc), per un totale di oltre 100.000 persone lasciarono la regione.<ref>{{Cita libro|nome=Tim|cognome=Potier|titolo=Conflict in Nagorno-Karabakh, Abkhazia and South Ossetia: A Legal Appraisal|url=https://books.google.com/books?id=JL9N4F1SgyYC|accesso=7 settembre 2016|data=1º gennaio 2001|editore=Martinus Nijhoff Publishers|lingua=en|ISBN=90-411-1477-7}}</ref>
==== Dagli Spinola di San Luca agli Spinola di Luccoli ====
Il figlio di Maddalena, Francesco Maria Spinola, sopravvive alla madre solo nove anni e, alla sua morte, il palazzo viene ereditato dal figlio Paolo Francesco.
 
Il regno di [[Fath Ali Shah]] fu testimone della moltiplicazione di contatti diplomatici con l'Occidente, e l'inizio, oltre all'Iran, di intense rivalità diplomatiche europee. Suo nipote [[Muhammad Shah Qajar|Mohammad Shah]], gli successe nel [[1834]], e, sotto l'influenza russa, fece due tentativi falliti di riconquistare [[Herat]]. Quando Mohammad Shah morì nel [[1848]], la successione passò al figlio [[Nasser al-Din Shah Qajar|Nasser-e-Din]], dimostrando di essere il più abile dei sovrani Qajari.
Quest'ultimo, destinato a vivere durante uno dei periodi più bui per l'aristocrazia con la [[rivoluzione francese]] prima e la fine della [[Repubblica di Genova]] in pieno periodo napoleonico poi, è suo malgrado protagonista di un'intensa fase di dispersione del patrimonio. Costretto infatti a numerose alienazioni per finanziare insieme agli altri nobili le campagne napoleoniche, non rinuncia ad alcuni importanti acquisti di opere d'arte tra cui il suo ''Ritratto'' commissionato alla pittrice [[Angelika Kauffmann|Angelica Kauffman]].
 
=== Rivoluzione costituzionale e deposizione ===
Alla morte di Paolo Francesco, deceduto senza figli nel 1824, l'eredità viene spartita tra tre cugini materni: Giovanni Battista, Ugo e Giacomo Spinola di Luccoli, a cui tocca il palazzo in oggetto, con la clausola che abbandoni la secolare dimora di via Luccoli (Palazzo della Catena) a favore di quella di Pellicceria. Si tratta di uno dei momenti più rilevanti per la storia della quadreria del palazzo che, con questo passaggio di proprietà, vede arrivare tra le proprie sale la ricchissima collezione di Giacomo Spinola che, a sua volta, aveva ereditato parte della raccolta di Costantino Balbi.
La Grande carestia persiana del 1870-1871 si stima abbia causato la morte di circa 2 milioni di persone.<ref>Okazaki, Shoko (1 January 1986). "The Great Persian Famine of 1870-71". ''Bulletin of the School of Oriental and African Studies, University of London''. '''49''' (1): 183–192. [[JSTOR]] [https://www.jstor.org/stable/617680 617680].</ref> Verso la fine del XIX secolo, emerse una nuova era nella storia della Persia con la [[Rivoluzione costituzionale persiana|rivoluzione costituzionale dell'Iran.]] Lo Scià conservò il potere, ma attraverso la concessione, nel [[1906]], di una costituzione limitata, il paese si trasformò in una [[monarchia costituzionale]]. Il primo [[Majlis]], o parlamento, venne convocato per il 7 ottobre, [[1906]].
 
Nel [[1908]], la scoperta del petrolio nel [[Khūzestān|Khuzestan]], grazie a prospezioni inglesi, ha generato, da parte dell'[[impero britannico]] un rinnovato interesse economico verso la Persia.<ref>Vedi William Knox D'Arcy e [[Anglo-Iranian Oil Company]], la società [[BP (azienda)|BP]].</ref> Il controllo della Paese fu pertanto oggetto di contesa tra il [[Regno Unito]] e la Russia, in quello che divenne noto come Il [[Grande gioco|Grande Gioco]], e sancito dalla [[Accordo anglo-russo per l'Asia|Convenzione anglo-russa]] del [[1907]], che divise l'Iran in sfere di influenza, indipendentemente dalla sua sovranità nazionale.
Si ricordano a questo proposito la ''Madonna orante'' di [[Joos van Cleve]], l’''Allegoria della Pace'' di [[Luca Giordano]] e il ''Ritratto femminile'' di [[Bernardo Strozzi]].
 
Durante la [[prima guerra mondiale]], il paese venne occupato dai britannici, dagli [[ottomani]] e dalle forze russe, ma mantenne un comportamento sostanzialmente neutrale.<ref>Vedi, [[campagna di Persia]].</ref> Nel [[1919]], dopo la [[rivoluzione russa]] e il conseguente ritiro delle forze russe in Persia, la Gran Bretagna tentò senza successo di formare in Iran un [[protettorato]].
==== Da Giacomo Spinola alla donazione di Paolo e Franco ====
A Giacomo Spinola si deve un'ampia campagna di restauri, nonché la completa ristrutturazione delle cucine storiche site nell'ammezzato tra il primo e secondo piano.
 
Nel [[1921]], con un colpo di stato militare s'impose [[Reza Khan]], un ufficiale della [[brigata cosacca persiana]], figura che risulterà dominante per i successivi venti anni. Leader e figura di primo piano fu anche ''Seyyed Zia'eddin Tabatabai'' nell'organizzazione del [[Colpo di Stato|colpo di stato]] iraniano del [[1921]], che non fu in realtà diretto contro la monarchia Qaja, ma, secondo il'''Encyclopædia Iranica'', si è rivolto contro ai funzionari allora al potere, coloro che in realtà avevano un ruolo fondamentale e sostanzialmente occulto, nel controllo del governo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranicaonline.org/articles/coup-detat-of-1299-1921|titolo=COUP D’ETAT OF 1299/1921 – Encyclopaedia Iranica|cognome=electricpulp.com|sito=www.iranicaonline.org|accesso=8 settembre 2016}}</ref> Nel [[1925]], dopo essere stato primo ministro per un paio di anni, Reza Shah divenne re dell'Iran, imponendo la dinastia Pahlavi.
Alla sua morte, 1858, il palazzo passa prima al figlio Francesco Gaetano e poi al nipote Ugo, il padre dei due donatori Paolo e Franco Spinola. Dal carattere schivo e dotati di una grande sensibilità culturale, grazie anche ai suggerimenti dell'allora Soprintendente [[Pasquale Rotondi]], i due marchesi, eredi di una secolare dimora che purtroppo durante la seconda guerra mondiale aveva perso il terzo e il quarto piano, decidono di destinare alla pubblica fruizione il palazzo con tutto il suo contenuto, frutto di un accumularsi di dipinti, mobili e decorazioni.
 
Infine, sia il ''movimento costituzionalista del [[Gilan]],'' che il vuoto di potere centrale, causato dall'instabilità del governo [[Dinastia Qajar|Qajar]], condusse all'instaurazione, nel [[1925]], della dinastia Palhavi e alla nascita di [[Reza Shah Pahlavi]].
Con una non comune lungimiranza, Paolo e Franco vincolano la donazione al “mantenimento dell'aspetto di dimora storica”, conferendo già alla nascita dell'istituzione museale il carattere di museo-dimora. Contestualmente i due fratelli donano al [[Cavalieri di Malta|Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta]] la loro residenza rivierasca di [[San Michele di Pagana]] perché diventi sede di rappresentanza.
 
== L'epoca dei Pahlavi (1925–1979) ==
==== La Galleria Nazionale della Liguria ====
{{Vedi anche|Dinastia Pahlavi}}
Data la perdita del carattere storico degli ultimi due piani, i due marchesi suggeriscono di collocare al terzo piano la Galleria Nazionale della Liguria, ovvero un sito in cui esporre le acquisizione che il [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero]] decide di destinare alla [[Liguria]]. In questi ambienti sono esposti capolavori del massimo rilievo provenienti dalla donazione Spinola ma che per ragioni conservative non potevano essere collocati negli ambienti storici, insieme a opere altrettanto di pregio acquisite negli anni dallo Stato al fine di documentare la ricchezza della pittura ligure.<nowiki/><nowiki/>
 
=== Reza Shah (1925–1941) ===
== Percorso espositivo ==
[[Reza Shah Pahlavi|Reza Shah]] governò la Nazione per quasi 16 anni, fino al [[16 settembre]] [[1941]], quando fu costretto ad [[Abdicazione|abdicare]] a causa dell'invasione anglo-sovietica dell'Iran. Il suo fu un governo autoritario che unì, nazionalismo, militarismo, secolarismo e anti-comunismo, ad una stretta censura e propaganda di stato.<ref>Michael P. Zirinsky; "Imperial Power and Dictatorship: Britain and the Rise of Reza Shah, 1921–1926", International Journal of Middle East Studies 24 (1992), 639–663, Cambridge University Press</ref> Il Re introdusse, comunque, diverse riforme socio-economiche, riorganizzando l'esercito, l'amministrazione del governo, e le finanze.<ref>The Columbia Encyclopedia, Sixth Edition: [http://www.bartleby.com/65/re/RezaShah.html Reza Shah] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090201151652/http://www.bartleby.com/65/re/RezaShah.html |data=1º febbraio 2009 }}</ref>
 
Secondo i suoi sostenitori il regno di Reza Shah ha portato "''legge ed ordine, disciplina, autorità centrale, e i comfort moderni, scuole, treni, autobus, radio, cinema, e telefoni''".<ref name=":18">Ervand, ''History of Modern Iran'', (2008), p.91</ref> Tuttavia, i suoi tentativi di modernizzazione vennero criticati dai suoi detrattori, in quanto ritenuti "''troppo veloci,''<ref>The Origins of the Iranian Revolution by Roger Homan. International Affairs (Royal Institute of International Affairs 1944–), Vol. 56, No. 4 (Autumn, 1980), pp. 673–677. [[JSTOR]] [https://www.jstor.org/stable/2618173 2618173]</ref> ''superficiali''",<ref>Richard W. Cottam, Nationalism in Iran, University of Pittsburgh Press, ISBN o-8229-3396-7</ref> e viziati da "''oppressione, corruzione, tassazione e mancanza di autenticità''", modalità tipica degli stati di polizia.<ref name=":18" />
==== Atrio ====
[[File:Genova Palazzo Spinola in Pellicceria 1.jpg|thumb|Ignoto scultore lombardo attivo nella seconda metà del XV secolo, ''Monumento funerario di Francesco Maria Spinola'', Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]Nell'atrio coperto, dove si trova la biglietteria, di fronte allo scalone monumentale è presente il ''Monumento funerario del Capitano Francesco Spinola'', realizzato nella seconda metà del Quattrocento e proveniente dalla distrutta [[Chiesa di San Domenico (Genova)|chiesa di San Domenico]]. Sempre nel cortile è possibile ammirare due esempi di portantine, utilizzate dai nobili per spostarsi tra i [[Caruggi di Genova|carruggi]] genovesi.
 
Molte delle nuove leggi e regolamenti crearono risentimenti, sia tra le comunità di musulmani devoti, che del clero. Ad esempio, le moschee vennero invitate ad utilizzare le sedie, mentre la maggior parte degli uomini avrebbero dovuto indossare abiti occidentali, tra cui un cappello a tesa, mentre le donne vennero incoraggiate a non indossare lo [[hijab]]. Inoltre uomini e donne vennero autorizzati a riunirsi liberamente, violando la regola islamica sulla mescolanza dei sessi. Le tensioni esplosero nel [[1935]], quando gli abitanti dei villaggi bazari insorsero a [[Mashhad]], nei pressi del santuario Imam Reza, scandendo slogan come "''Lo Scià è un nuovo [[Yazid ibn Mu'awiya|Yazid]]''." Quando finalmente i militari sedarono i disordini, decine di persone erano state uccise, mentre centinaia ferite.<ref>Bakhash, Shaul, ''Reign of the Ayatollahs : Iran and the Islamic Revolution'' by Shaul, Bakhash, Basic Books, c1984, p.22</ref>
==== Sala dei donatori ====
La sala è così chiamata perché conserva oggetti e fotografie antiche appartenute ai marchesi Paolo e Franco Spinola. È inoltre presente uno schema, simile a un albero genealogico, che mostra i passaggi di proprietà della dimora.
 
==== ScaloneLa monumentaleSeconda Guerra Mondiale ====
[[File:Shah with FDR.jpeg|miniatura|Mohammad Reza Pahlavi con Roosvelt alla Conferenza di Teheran del 1943|300x300px]]
Percorrendo lo scalone che conduce all'interno de museo è possibile ammirare antica carte geografiche, realizzate ad Amsterdam, nella seconda metà del Seicento, nella prestigiosa stamperia di Joan Bleau e di Frederick De Witt.
{{Vedi anche|Invasione anglo-sovietica dell'Iran|Corridoio persiano}}
Nel 1941, gli interessi [[Germania nazista|tedeschi]] erano tesi in gran parte a controllare l'economia iraniana, e per questo, avevano messo in scena un fallito colpo di stato per assumere la direzione del governo. Con le armate tedesche che avanzavano vittoriose in territorio [[Russia|Russo]], il governo iraniano, erroneamente previde che la [[Germania]] avrebbe vinto la guerra, per cui rinforzò i confini della nazione. Il paese quindi respinse le richieste inglesi e russe di espellere i tedeschi. In risposta gli alleati, nell'agosto del 1941 invasero il paese, e annientarono il debole esercito iraniano nel corso dell'[[Invasione anglo-sovietica dell'Iran|Operazione Countenance]]. L'Iran così, con tale invasione, divenne il principale canale di ''Aiuto Alleato all'Unione Sovietica''. Lo scopo fu quello di garantire sia la produzione dei campi di [[petrolio]] iraniano, che le linee di rifornimento alleate<ref>Vedi: [[Corridoio persiano]].</ref>. La Persia durante la seconda guerra mondiale rimase ufficialmente neutrale. Il suo monarca Reza Shah venne deposto durante la successiva occupazione, e sostituito con il suo giovane figlio, [[Mohammad Reza Pahlavi]].<ref>Richard Stewart, ''Sunrise at Abadan: the British and Soviet invasion of Iran, 1941'' (1988).</ref>[[File:Teheran, Iran. Polish refugee colony operated by the Red Cross has a colorful setting in the outskirts of the city.jpeg|miniatura|Campo profughi polacco alla periferia di Teheran, 1943 circa|sinistra]]Alla [[Conferenza di Teheran]] del [[1943]], gli Alleati attraverso la [[dichiarazione di Teheran]], garantirono nel dopoguerra l'indipendenza e confini dell'Iran. Tuttavia, le truppe sovietiche di stanza nel nord-ovest dell'Iran, non solo rifiutarono di ritirarsi, ma sedarono rivolte che condussero, nel [[1945]], alla formazione di stati nazionali filo-sovietici separatisti e di breve durata, nelle regioni settentrionali sia dell'Azerbaigian che del Kurdistan iraniano, attraverso il governo popolare dell'Azerbaigian, e la [[Repubblica di Mahabad|Repubblica del Kurdistan]]. Le truppe sovietiche infine non si ritirarono dall'Iran fino al maggio [[1946]], dopo aver ricevuto una promessa di concessioni petrolifere. Le repubbliche sovietiche del nord vennero presto [[Crisi dell'Azerbaijan|rovesciate]] e le concessioni petrolifere revocate.<ref>Gary R. Hess, "the Iranian Crisis of 1945-46 and the Cold War." ''Political Science Quarterly'' 89#1 (1974): 117-146. [http://azargoshnasp.com/recent_history/atoor/theiraniancriris194546.pdf online]</ref>
 
==== "AppartamentoMohammad-Reza delShah Marchese"(1941–1979) ====
{{Vedi anche|Celebrazione dei 2500 anni dell'Impero Persiano}}
Le sale collocate nel primo ammezzato sono chiamate l'"Appartamento del Marchese" poiché Paolo Spinola, sopravvissuto alla donazione del 1958 se ne era riservato l'utilizzo. Qui è esposta una eccezionale serie di sette tele di soggetto mitologico, realizzate da [[Gregorio De Ferrari]], acquisite dal Ministero nel 2012 per la loro straordinaria forza espressiva.
Dopo la guerra, vi erano delle speranze che il periodo post-occupazione trasformasse il paese in una monarchia costituzionale. Il nuovo, giovane Scià [[Mohammad Reza Pahlavi]] inizialmente assunse un ruolo marginale, lasciando al governo una notevole libertà d'azione. In quegli anni si svolsero anche delle elezioni democratiche, anche se il paese era profondamente corroso dal tarlo della corruzione. Tra il [[1947]] ed il [[1951]], il parlamento visse un periodo di cronica instabilità, e la contemporanea ascesa e caduta di sei diversi primi ministri. Di conseguenza lo Sha Pahlavi, uscendo dal suo ruolo marginale, nel [[1949]] convocò un'''assemblea Costituente'', istituendo il ''Senato dell'Iran'', una camera alta legislativa consentita nella Costituzione del [[1906]], ma mai posta in essere. I nuovi senatori erano in gran parte favorevoli allo Sha Pahlavi, come egli aveva già previsto.
[[File:Operationajax.jpg|miniatura|Teheran uomini che celebrano il colpo di stato iraniano del 1953|300x300px]]
Nel [[1951]] il primo ministro [[Mohammad Mossadeq|Mohammad Mossaddeq]] ricevette dal parlamento l'autorizzazione a [[Nazionalizzazione|nazionalizzare]] l'industria petrolifera di proprietà britannica, evento conosciuto come la [[Crisi di Abadan]]. Nonostante le pressioni inglesi, tra cui un blocco economico, la nazionalizzazione non si fermò. Mossaddeq venne rimosso nel [[1952]], ma rapidamente rinominato dallo Scià, a causa di una rivolta popolare a sostegno del premier. Lo stesso Mossaddeq costrinse lo Scià, nell'agosto del 1953, ad un breve esilio, dopo un [[Colpo di Stato|colpo di stato]] militare fallito, organizzato dalla Guardia Imperiale del colonnello Nematollah Nassiri.
 
==== PrimoIl pianocolpo nobiledi stato per rimuovere Mossaddeq ====
{{Vedi anche|Operazione Ajax}}
Mantiene l'aspetto di una dimora aristocratica genovese della prima metà del Seicento.
[[File:Mohammad-reza-shah.jpg|sinistra|thumb|Mohammad Reza Pahlavi]]
Poco dopo, il 19 agosto 1953 , prese forma un colpo di stato guidato dal generale dell'esercito in pensione Fazlollah Zahedi, ed organizzato dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] e dalla [[Central Intelligence Agency|CIA]]<ref>{{Cita web|url=https://www.bbc.co.uk/news/world-middle-east-23762970|titolo=CIA documents acknowledge its role in Iran's 1953 coup|cognome=News|nome=B. B. C.|sito=BBC News|accesso=11 settembre 2016}}</ref> con il sostegno attivo dei britannici e l'[[Secret Intelligence Service|MI6]]. Questa operazione fu nota a posteriori come ''[[Operazione Ajax]]''.<ref>Kinzer, Stephen (2013). ''The Brothers: John Foster Dulles, Allen Dulles, and Their Secret World War''. New York: Times Books.</ref> Il colpo di stato venne accompaganto da una campagna di propaganda progettata per indurre la popolazione a ribellarsi al primo ministro, Mossaddeq, forzandolo alle dimissioni. Venne arrestato e processato per tradimento. Riconosciuto colpevole, la sua pena venne ridotta agli [[arresti domiciliari]] nella sua tenuta di famiglia, mentre il suo ministro degli Esteri, Hossein Fatemi, venne assassinato. Come primo ministro gli succedette, Zahedi, che riuscì a sopprimere l'opposizione allo Scià, in particolare del Fronte Nazionale e comunista, il [[Partito Iraniano del Tudeh|partito Tudeh]].
 
L'Iran, negli anni 50, era governato come un'autocrazia dello scià con il supporto americano, e questo fino alla rivoluzione islamica del 1979. Il governo iraniano stipulò, in quel periodo, un accordo con un consorzio internazionale di società estere che gestivano gli impianti petroliferi iraniani per i prossimi 25 anni dividendo i profitti a metà, accordo che non permetteva all'Iran di controllare i loro conti o avere membri nel loro consiglio di amministrazione. Nel [[1957]] venne sospesa la legge marziale, e, dopo 16 anni, aderendo al [[Patto di Baghdad]], l'Iran si avvicinò molto al mondo occidentale, ricevendo dagli Stati Uniti, sia aiuti militari che economici. Nel [[1961]], il Paese avvia una serie di riforme economiche, sociali, agrarie e amministrative per modernizzarlo, riforme note come la [[Rivoluzione bianca|Rivoluzione Bianca]] dello Scià.
===== Salone =====
Un grande affresco raffigurante l'''Assedio di Lisbona del duca d'Alba'' occupa l'intero soffitto. È opera di Lazzaro Tavarone, dipinta nel 1614 su commissione dii Tommaso Grimaldi per celebrare le gesta del padre, Francesco, il fondatore del palazzo. Le pareti sono impreziosite da decori tipici del Seicento con ornamenti ''[[Trompe-l'œil|trompe l'oeil]]'' e con riquadri a [[marmorino]]. Nel salone e nei salotti successivi, oltre ai mobili originali seicenteschi, sono esposte alcune opere acquistate o ereditate da Ansaldo Pallavicino. È il caso del ''Ritratto di Agostino Pallavicino'' di [[Domenico Fiasella]], dove compare il piccolo Ansaldo effigiato all'età di sette anni, accanto al padre raffigurato come Ambasciatore della Repubblica presso il re di Francia.
 
Nucleo di questo programma fu la riforma agraria. La modernizzazione e la crescita economica stavano procedendo ad un ritmo senza precedenti, alimentate da vaste riserve di petrolio, in quel periodo, le terze più grandi al mondo. Tuttavia le riforme, tra cui quelle della Rivoluzione Bianca, non migliorarono le condizioni economiche della popolazione, e le politiche filo-occidentali liberali alienarono sia alcuni gruppi religiosi che politici islamici. Ai primi di giugno del [[1963]], presero avvio delle proteste di massa in sostegno del [[Ruhollah Khomeyni|Ruhollah Khomeini]], a causa di un discorso da lui pronunciato in cui attaccava lo Scià.
La sala ospita anche una recente acquisizione: il ''Ratto delle Sabine'' di [[Luca Giordano]], appena restaurato.
===== Primo salotto =====
Anche questo ambiente presenta lo stesso tipo di decoro alle pareti, ma l'integrità stilistica è qui interrotta da un cornicione in stucco del Settecento, situato tra le pareti e il soffitto. Nella sala sono esposte tre grandi tele, di cui due rappresentano episodi della "[[Gerusalemme liberata|Gerusalemme Liberata]]", mentre la terza raffigura Diana e [[Endimione]].
 
Due anni più tardi, venne assassinato il premier Hassan Ali Mansur, mentre il servizio di sicurezza interno, il [[SAVAK]], inasprì le sue modalità repressiva. Nel [[1970]] nacquero i primi gruppi di guerriglia di sinistra, come i Mujaheddin-e-Khalq (MEK), che attaccarono sia il regime, che obiettivi stranieri.
===== Secondo salotto =====
Vi si trova una piccola cappella a scomparsa, aggiunta nel 1709 dal figlio di Ansaldo, Nicolò Agostino. All'interno, sopra l'altare, sono presenti una tela ovale di Anton Maria Piola e alcuni argenti da messa del Settecento. Nella sala sono presenti inoltre il ''Ritratto di Ansaldo Pallavicino'' di [[Antoon van Dyck]], dal singolare formato conseguente a un drastico taglio in seguito a una divisione ereditaria ottocentesca, e tre bozzetti raffiguranti episodi della ''Vita di san Pietro'', realizzati da [[Giovanni Battista Carlone]] come preparatori degli affreschi della navata centrale della vicina [[Basilica di San Siro (Genova)|chiesa di San Siro]], commissionati anch'essi da Ansaldo Pallavicino.
 
Nel decennio prima della rivoluzione, il SAVAK uccise quasi un centinaio di prigionieri politici iraniani , mentre molti altri vennero arrestati e torturati.<ref>Abrahamian, ''Tortured Confessions'' (1999), pp. 135–6, 167, 169</ref> Il clero islamico, con a capo l'Ayatollah [[Ruhollah Khomeyni|Ruhollah Khomeini]], esiliato nel [[1964]], iniziarono ad ''"alzare la voce''".
Anche i mobili, originali del Seicento, sono tipici delle dimore aristocratiche genovesi, tra i quali si segnalano quelli chiamati "a bamboccio" per le teste di moro intagliate negli spigoli e come pomelli dei cassetti.
 
Nel corso degli anni 60, l'Iran ha notevolmente aumentato il bilancio della difesa, e, nei primi anni '70 divenne la più forte potenza militare della regione. Le relazioni bilaterali con il vicino [[Iraq]] non erano buone, principalmente a causa di una disputa sul fiume [[Shatt al-'Arab|Shatt al-Arab]]. Nel novembre del [[1971]], le forze iraniane presero il controllo di tre isole alla foce del [[Golfo Persico]]. In risposta, l'Iraq espulse migliaia di cittadini iraniani. Dopo una serie di scontri nel mese di aprile del [[1969]], l'Iran abroga l'accordo con l'Iraq del [[1937]], richiedendone una rinegoziazione.
===== Archivio e "gallerietta" =====
La stanza successiva ospita l'archivio storico che è parte del patrimonio di Palazzo Spinola. Ci sono centinaia di libri di conto e documenti inerenti non soltanto le grandi transazioni finanziarie, ma anche l'acquisto di cibi e vestiario. La visita al piano termina con la piccola galleria ricavata nel 1650 dalla chiusura dell'originario loggiato aperto.e successivamente modificata nel Settecento con l'inserimento di una parete che divide a metà la "gallerietta".
==== Cucine ====
[[File:Palazzo spinola, antiche cucine 01.JPG|thumb|Cucine storiche, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]
Lungo lo scalone, nel “mezzanino” è situata la cucina che mantiene l'aspetto che aveva all'inizio dell'Ottocento. Il primo spazio (la “stanza della pasta”) introduce alla suggestiva cucina storica (la “stanza dei fuochi”). La grossa ruota sulla parete destra veniva utilizzata per azionare il montacarichi che serviva a far salire il cibo nella soprastante sala da pranzo al secondo piano.
 
A metà del [[1973]], lo scià restituì all'industria petrolifera il controllo nazionale. Dopo la [[Guerra arabo-israeliana del 1973|guerra arabo-israeliana]] dell'ottobre 1973, la Persia non aderì all'[[embargo]] petrolifero arabo contro l'Occidente ed [[Israele]]. Invece, ha sfruttato la situazione per aumentare i prezzi del petrolio, utilizzando il denaro guadagnato per la modernizzazione, ed aumentando le spesa per la difesa. Una controversia di confine tra Iraq e Iran venne risolta con la firma dell'[[Accordi di Algeri|accordo di Algeri]] del [[6 marzo]] [[1975]].
==== Secondo piano nobile ====
Maddalena Doria, la nipote di Ansaldo Pallavicino, ereditò il palazzo nel 1734. Essendo la moglie del doge [[Nicolò Spinola]], Maddalena legò il nome della sua famiglia al Palazzo. Fu una dama di grande gusto e cultura, e volle creare una residenza che affermasse il prestigio della sua famiglia. Per questa ragione, la decorazione fu aggiornata al più moderno stile rococò (probabilmente in occasione del matrimonio di suo figlio Francesco Maria con Lilla Fieschi). L'intero progetto fu supervisionato dal pittore [[Lorenzo De Ferrari|Lorenzo de Ferrari]], che portò avanti un completo rinnovamento tra il 1734 e il 1736 grazie a un ben organizzato team di artigiani e decoratori. Qui l'artista creò un magnifico percorso di rappresentanza che si sviluppa attorno al cortile interno del Palazzo.
 
== La Rivoluzione iraniana e la Repubblica islamica ==
===== Salone =====
{{Vedi anche|Rivoluzione iraniana}}
[[File:Palazzo spinola, secondo piano, primo salotto 01.JPG|thumb|Secondo piano nobile, salone, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]La sequenza di spazi inizia nel salone dove il seicentesco affresco di [[Lazzaro Tavarone]] – come quello del salone del primo piano – è stato completamente rinnovato per creare un aspetto omogeneo con il più aggiornato gusto settecentesco. Le quadrature ad affresco, le composizioni foloreali, i vasi e le nicchie create da Giovani Battista Natali collegano le pareti decorate nel Settecento con la volta affrescata all'inizio del secolo precedente. L'affresco celebra la storia della famiglia Grimaldi, in particolare di Ranieri Grimaldi che è raffigurato in trionfo dopo la conquista della città di [[Zierikzee|Zieriksee]] nelle Fiandre nel 1304. L'affresco è stato danneggiato al centro dai bombardamenti sulla città durante la Seconda Guerra Mondiale.
[[File:Imam Khomeini in Mehrabad.jpg|miniatura|L'Ayatollah Khomeini torna in Iran dopo 14 anni di esilio in Francia il 1º febbraio 1979.|sinistra]]La [[rivoluzione iraniana]], conosciuta anche come la rivoluzione islamica,<ref>{{Cita web|url=http://www.iranchamber.com/history/islamic_revolution/islamic_revolution.php|titolo=History of Iran: Islamic Revolution of 1979|sito=www.iranchamber.com|accesso=20 settembre 2016}}</ref> fu una rivoluzione che trasformarono l'Iran da [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]] sotto lo [[Scià]] [[Mohammad Reza Pahlavi]], a [[repubblica islamica]] sotto l'[[Ayatollah]] [[Ruhollah Khomeyni|Ruhollah Khomeini]], uno dei leader della rivoluzione e fondatore della Repubblica islamica.<ref>{{Cita web|url=https://www.britannica.com/eb/article-32981|titolo=international relations :: The Iranian revolution -- Britannica Online Encyclopedia|data=15 dicembre 2007|accesso=20 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071215140348/http://www.britannica.com/eb/article-32981|dataarchivio=15 dicembre 2007}}</ref> Si può con buona probabilità affermare che la rivoluzione abbia avuto inizio nel gennaio [[1978]], con le prime grandi manifestazioni,<ref>{{Cita web|url=http://www.fsmitha.com/h2/ch29ir.html|titolo=The Iranian Revolution|sito=www.fsmitha.com|accesso=20 settembre 2016}}</ref> conclusasi con l'approvazione della nuova Costituzione [[Teocrazia|teocratica]] della quale, nel dicembre [[1979]], Khomeini divenne il leader supremo.<ref name=":19">{{Cita web|url=https://www.britannica.com/biography/Ruhollah-Khomeini|titolo=Ruhollah Khomeini {{!}} Iranian religious leader|accesso=20 settembre 2016}}</ref>
 
Nel frattempo, nel gennaio 1979, Mohammad Reza Pahlavi lasciava il paese per l'esilio in Egitto, dopo che scioperi e manifestazioni paralizzarono il paese. Il 1º febbraio 1979 l'Ayatollah Khomeini ritornò a [[Teheran]], salutato da diversi milioni di iraniani.<ref name=":19" /> Il crollo finale della [[dinastia Pahlavi]] avviene poco dopo l'11 febbraio 1979, quando i militari iraniani si dichiararono "neutrali", dopo che guerriglieri e truppe ribelli travolsero le truppe fedeli allo Scià in combattimenti armati in strada. L'Iran divenne ufficialmente una repubblica islamica il 1º aprile 1979, quando gli iraniani approvarono in larga maggioranza un [[referendum]] nazionale.
===== Primo salotto ("salotto Galeotti") =====
[[File:Palazzo spinola, secondo piano, secondo salotto.JPG|thumb|Secondo piano nobile, secondo salotto, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]In questa stanza si può trovare uno dei più monumentali esempi di mobile Genovese del Settecento, un'imponente specchiera realizzata da Filippo Maria Mongiardino su commissione di Maddalena Doria. Il grande specchio venne acquistato a Parigi e giunse a Genova dopo un avventuroso trasporto via terra, da Parigi a Cadice, e via mare fino a Genova. Sulle pareti la quadratura realizzata da Giovanni Battista Natali ha fatto sì che molti dipinti, per adattarsi a tale decoro, vennero ingranditi o ritagliati. Sulla volta si può ammirare l'affresco raffigurante le ''Nozze di [[Amore e Psiche]]'' di [[Sebastiano Galeotti]].
 
{{Approfondimento|titolo=Ideologia della Rivoluzione iraniana|contenuto=[[File:روح‌اللّه خمینی.jpg|upright=0.7|thumb]]L'ideologia del governo rivoluzionario era populista, nazionalista e soprattutto sciita islamica. La sua costituzione unica si basava sul concetto di ''[[velayat-e faqih]]'' l'idea avanzata da Khomeini che i musulmani - in realtà tutti - richiedano "tutela", sotto forma di regola o controllo da parte del leader giurista o dei giuristi islamici<ref>Dabashi, ''Theology of Discontent'' (1993), p.419, 443</ref> Khomeini ha servito questo ruolo da giurista, o capo supremo, fino alla sua morte nel [[1989]].
===== Secondo salotto ("salotto del Valore Vincitore" o "salotto verde") =====
Sulla volta si può ammirare l'affresco di Lorenzo de Ferrari rappresentante Il Valore Vincitore e, attorno, episodi della Vita di Achille. Sulle pareti sono visibili degli spazi vuoti dovuti ad alcune vendite di dipinti effettuate nel XIX secolo dai proprietari. Le opere presenti, comunque, sono una testimonianza dell'antica quadreria, ordinata senza rispettare i soggetti o gli stili delle opere. Tra essi si possono ammirare dei veri e propri capolavori della pittura italiana tra Cinquecento e Settecento: da Luca Cambiaso a Guido Reni, da Valerio Castello a Luca Giordano, da Bernardo Strozzi alla cerchia di Anton van Dyck.
 
La rapida modernizzazione dell'Iran verso l'economia capitalistica è stata sostituita da politiche economiche e culturali populiste e islamiche. Molte industrie sono state nazionalizzate, le leggi e le scuole islamizzate e le influenze occidentali vietate. La rivoluzione islamica ha anche creato un grande impatto in tutto il mondo. Nel mondo non musulmano ha cambiato l'immagine dell'Islam, generando molto interesse per la politica e la spiritualità dell'Islam,<ref>Shawcross, William, ''The Shah's Last Ride'' (1988), p. 110.</ref> insieme a "la paura e la diffidenza verso l'Islam" e in particolare verso la Repubblica islamica e il suo fondatore.<ref>Nasr, Vali, ''The Shia Revival'', Norton, (2006), p.138</ref>}}
===== Terzo salotto ("salotto Procaccini" o "salotto d'angolo") =====
=== Khomeini prende il potere ===
Nel terzo salotto la decorazione ad affresco delle pareti è stata largamente lavata via dall'acqua utilizzata per spegnere l'incendio che distrusse i piani superiori durante l'ultima guerra. I dipinti comprendono differenti periodi e stili, dalla Vergine orante del fiammingo Joos Van Cleve all'Ultima cena del pittore emiliano Giulio Cesare Procaccini.
Il consolidamento del potere, durato pressapoco due anni, avviene tra il [[1982]] ed il [[1983]],<ref>''Encyclopedia of Islam and Muslim World'', Thomson Gale, 2004, p.357 (article by Stockdale, Nancy, L.)</ref><ref>Keddie, ''Modern Iran'', (2006), p.241</ref>. Il nuovo regime iraniano, fatto fronte ai danni alla sua economia, alle strutture militari, agli apparati di governo, inizia a sopprimere le proteste e le rivolte dei secolaristi, dei sinistroidi, dei più tradizionali musulmani-ex alleati, e dei rivoluzionari ora rivali. Molti oppositori politici vennero barbaramente assassinati e giustiziati dal nuovo regime. In seguito agli eventi della rivoluzione, in alcune regioni del [[Khūzestān|Khuzistan]], del [[Kurdistan]] e del[[Gonbad-e Kavus]]<nowiki/>i guerriglieri [[Marxismo|marxisti]] e i partiti federalisti si rivoltarono, causando gravi scontri tra i ribelli e le forze rivoluzionarie. Queste rivolte iniziarono nell'aprile del 1979, e durarono, a seconda della regione coinvolta, per diversi mesi o per più di un anno. La rivolta [[Curdi|curda]], guidata dal KDPI, fu la più violenta ed è durata fino al [[1983]] con la morte di 10.000 persone.
 
Nell'estate del 1979 una nuova costituzione assegna a Khomeini il potere di custode giurista e leader supremo.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranonline.com/iran/iran-info/Government/constitution-8.html|titolo=Iranian Goverment Constitution, English Text|cognome=Inc.|nome=Manou & Associates|sito=www.iranonline.com|accesso=21 settembre 2016}}</ref> Vennero inoltre redatte, da un [[Consiglio dei Guardiani della Costituzione]], linee guida per definire gli ambiti sulla legislazione e le elezioni. La nuova costituzione venne infine approvata con un referendum nel dicembre 1979.
===== Galleria degli specchi =====
[[File:Genova_Palazzo_Spinola_in_Pellicceria_2.jpg|thumb|Lorenzo De Ferrari, Galleria degli specchi, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]Con la galleria degli specchi si arriva al culmine del percorso di rappresentanza voluto da Maddalena Doria. Per questo spazio Lorenzo de Ferrari utilizzò una straordinaria profusione di diversi elementi decorativi in stucco dorato che creano un'eccezionale vibrazione di luce attorno alle scene dell'affresco sulla volta. I quattro reggi-torcia agli angoli con delfini e serpenti marini sono l'unico arredo originario rimasto (1734-36). L'inserimento delle console neoclassiche e delle sedie sono datati alla fine del Settecento, mentre le tende e i cuscini furono realizzati a metà Ottocento in occasione del matrimonio tra il proprietario del Palazzo, Francesco Gaetano Spinola e Teresa Centurione.
 
===== QuartoLa salottocrisi ("saladegli daostaggi pranzo"in Iran (1979-1981) =====
{{Vedi anche|Crisi degli ostaggi in Iran}}La storia dell'Iran si è macchiata di un evento che ebbe un impatto a lungo termine, la [[crisi degli ostaggi in Iran]]. Dopo che gli Stati Uniti concessero all'ex Scià di Persia il visto di ingresso negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] per una serie di terapie di trattamento per [[Tumore|cancro]], il [[4 novembre]] del [[1979]], studenti iraniani sequestrarono il personale statunitense dell'ambasciata, etichettandola come un "''covo di spie''".<ref>{{Cita web|url=http://www.pbs.org/wgbh/amex/carter/sfeature/sf_hostage.html|titolo=WGBH American Experience . Jimmy Carter {{!}} PBS|sito=American Experience|accesso=21 settembre 2016}}</ref> I 52 ostaggi furono trattenuti per 444 giorni, fino al gennaio 1981.<ref>Guests of the Ayatollah: The Iran Hostage Crisis: The First Battle in America's War with Militant Islam, Mark Bowden, p. 127, 200</ref> Un tentativo [[Operazione Eagle Claw|militare americano di salvare gli ostaggi]] fallì.<ref>{{Cita web|url=https://www.theatlantic.com/magazine/archive/2006/05/the-desert-one-debacle/4803/2/|titolo=The Desert One Debacle|cognome=Bowden|nome=Mark|lingua=en|accesso=21 settembre 2016}}</ref>
Gli arredi in questa stanza ne testimoniano l'utilizzo come sala da pranzo, uso che si affermò nell'Ottocento (probabilmente per ragioni pratiche), quando la sala venne collegata alle cucine sottostanti tramite il montavivande, che arrivava dietro la porticina nell'angolo. Sulle pareti, le figure di Dogi sono un esempio dello sviluppo del ritratto a Genova in età moderna. Sopra la porta si trova il ritratto di Agostino Pallavicino, che fu il primo Doge della Repubblica di Genova ad indossare scettro e a reggere lo scettro, le insegne del potere monarchico. Il Doge così garantiva a se stesso privilegi reali dopo aver proclamato la Vergine Maria “Regina di Genova” (nel 1637) al fine di risolvere problemi di cerimoniale che relegavano la Repubblica di Genova in una posizione secondaria rispetto alle grandi monarchie europee, che nel cinque-seicento dipendevano economicamente dai prestiti che Genova faceva loro.
 
Tale azione fu estremamente popolare in Iran, migliaia di persone si riunirono a sostegno dei sequestratori, di fatto rafforzando il prestigio di Khomeini, e consolidando, a livello nazionale, un già latente antimericanismo. Fu in quel momento che Khomeini iniziò a rivolgersi agli Stati Uniti d'America come il "''Grande Satana''". In America, tale posizione politica venne considerata una violazione del principio del diritto internazionale, sul fatto che i diplomatici possono essere espulsi, ma non tenuti prigionieri, creando di fatto un potente risentimento nei confronti dell'Iran. Da quell'evento, le relazioni tra i due paesi rimasero profondamente tese, e le conseguenti e successive [[Sanzioni economiche|sanzioni internazionali]] americane danneggiarono l'economia iraniana.<ref>{{Cita web|url=http://www.mafhoum.com/press3/108E16.htm|titolo=A Review Of US Unilateral Sanctions Against Iran|sito=www.mafhoum.com|accesso=21 settembre 2016}}</ref>
===== Quinto salotto ("salotto Franceschini") =====
L'ultimo salotto storico che completa il percorso circolare ospita cinque opere di Marcantonio Franceschini, un pittore classicista Bolognese del Settecento. Ai piedi della scala che porta ai piani superiori si trova un altro esempio della raffinata produzione genovese: una portiera settecentesca ricamata con l'arma Spinola al centro di volute vegetali e foglie di alloro.
 
==== TerzoLa pianoguerra Iran-Iraq (1980-1988) ====
{{Vedi anche|guerra Iran-Iraq}}
[[File:Antonello da Messina 003.jpg|thumb|Antonello da Messina, ''Ecce Homo'', Galleria Nazionale di Palazzo Spinola]]Fino al 1941 il terzo piano ospitava le camere da letto e le stanze private dei nobili, che furono distrutte da un incendio durate l'ultima guerra. Oggi ospita la Galleria Nazionale della Liguria che conserva dipinti e sculture legate alla storia dell'arte e del collezionismo in Liguria. Qui si possono ammirare anche alcuni capolavori appartenenti alla collezione Spinola, come gli argenti fiamminghi secenteschi, la cornice barocca di Filippo Parodi rappresentante il Mito di Paride e, primo fra tutti, lo straordinario Ecce Homo di Antonello da Messina, uno dei più importanti pittori italiani del Quattrocento; egli fu il primo ad utilizzare compiutamente la tecnica della pittura ad olio.
[[File:Chemical weapon1.jpg|miniatura|Un soldato iraniano con la maschera antigas durante la guerra Iran-Iraq.]]
Durante questa crisi politica e sociale, il leader iracheno [[Saddam Hussein]] ha tentato di approfittare sia del disordine della rivoluzione della debolezza delle forze armate iraniane che dell'antagonismo con i governi occidentali. La possente macchina militare iraniana fu sciolta durante la rivoluzione, e, con lo Scià spodestato, Hussein aveva l'ambizione di posizionarsi come il nuovo "uomo forte" del [[Medio Oriente]], cercando di ampliare l'accesso dell'Iraq al [[Golfo Persico]], attraverso l'acquisizione di territori che l'[[Iraq]] aveva in precedenza perso dall'Iran durante il governo dello Scià.
 
A capo degli interessi in Iraq vi era il [[Khūzestān|Khuzestan]], che non solo vantava una popolazione araba sostanziale, ma anche ricchi campi petroliferi. Anche le isole di [[Abu Musa]] e [[isole Tunb|Tunb]] divennero degli obbiettivi del dittatore iracheno. Con tali ambizioni, Hussein pianificò un assalto su vasta scala contro l'Iran, vantando che le sue forze avrebbero potuto raggiungere la capitale entro tre giorni. Il [[22 settembre]] [[1980]], l'esercito iracheno invase l'Iran del Khuzestan, aprendo la [[guerra Iran-Iraq]]. L'attacco colse i rivoluzionari dell'Iran completamente di sorpresa.
==== Quarto piano ====
In passato qui si trovavano le stanze della servitù, mentre oggi ospita le ceramiche e le porcellane degli Spinola e una sezione dedicata ai tessili.
 
Anche se le forze di Saddam Hussein all'inizio avevano fatto diversi progressi, le forze iraniane avevano nel [[1982]] respinto l'esercito iracheno. Khomeini ha cercato di esportare la sua rivoluzione islamica verso l'ovest, in particolare coinvolgendo la maggior parte degli sciiti arabi che vivevano nel paese. La guerra proseguì per altri sei anni, fino al [[1988]], quando Khomeini, nelle sue parole, "''ha bevuto il calice di veleno''" ed ha accettato una tregua mediata dalle [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]].
==== Terrazzo ====
Attraverso la scala a chiocciola si può raggiungere la moderna terrazza attraverso la quale si può godere di una meravigliosa vista sul centro storico di Genova.[[File:Rubens, Ritratto di Gio Carlo Doria, Palazzo Spinola, Genova.jpg|thumb|Pieter Paul Rubens, ''Ritratto di Gio. Carlo Doria'', Galleria Nazionale della Liguria a Palazzo Spinola]]
 
L'Iraq nel corso di questa guerra utilizzò [[armi chimiche]] che causarono decine di migliaia di morti tra i civili iraniani e militari. L'Iraq fu finanziariamente sostenuto dall'Egitto, dai paesi arabi del [[Golfo Persico]], dall'[[Unione Sovietica]] e dagli Stati del [[Patto di Varsavia]], dagli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] a partire dal 1983, dalla [[Francia]], dal [[Regno Unito]], dalla [[Germania]], dal [[Brasile]] e dalla [[Cina|Repubblica Popolare Cinese]]. {{Senza fonte|Sia gli Stati Uniti che la Repubblica Popolare Cinese hanno venduto armi all'Iran.}}
==Note==
 
Nel corso degli otto anni di guerra, a causa dell'utilizzo di armi chimiche, l'Iraq ha causato 100.000 vittime iraniane<ref>Centre for Documents of The Imposed War, Tehran. (مرکز مطالعات و تحقیقات جنگ)</ref>. Mentre le vittime totali iraniane vennero stimate tra le 500.000 ed il milione. Quasi tutte le più autorevoli agenzie internazionali hanno confermato che Saddam si era impegnato nella guerra chimica per evitare che gli iraniani facessero altrettanto. Queste agenzie hanno confermato all'unanimità che l'Iran non ha mai usato armi chimiche durante la guerra.<ref>{{Cita web|url=https://fas.org/news/iran/1997/970205-480132.htm|titolo=Iran, 'Public Enemy Number One}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://fas.org/cw/intro.htm|titolo=Introduction to Chemical Weapons}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.antiwar.com/glantz/?articleid=2804|titolo=Winter Soldier: Domingo Rosas - Antiwar.com Original|data=8 novembre 2008|lingua=en|accesso=21 settembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.nti.org/e_research/profiles/Iran/Chemical/2340_2965.html|titolo=Iran {{!}} Countries | NTI|sito=www.nti.org|accesso=21 settembre 2016}}</ref>
 
In Iran, a partire dal [[19 luglio]] [[1988]], e per la durata di circa cinque mesi, il governo ha condannato a morte sistematicamente migliaia di prigionieri politici. Questo evento viene ricordato comunemente come l'[[esecuzione dei prigionieri politici iraniani del 1988]], o il massacro iraniano del 1988. Condizione necessaria e sufficiente era l'appartenenza all'Organizzazione dei [[Mojahedin del Popolo Iraniano]] (PMOI), oppure l'appartenenza da altri gruppi di sinistra, compreso il [[Partito Iraniano del Tudeh|partito comunista iraniano del Tudeh]].<ref>Abrahamian, Ervand, ''Tortured Confessions'', University of California Press, 1999, 209–228</ref><ref>{{Cita web|url=http://peoplesworld.org/iranian-party-demands-end-to-repression/|titolo=Iranian party demands end to repression » peoplesworld|sito=peoplesworld.org|accesso=21 settembre 2016}}</ref> Le stime sul numero di condanne variano, a seconda delle fonti, da 1.400<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|titolo=Lista del massacro 1988|lingua=Farsi|url=http://holycrime.com/Images/Listof1367Massacre.pdf}}</ref> a 30.000.<ref>{{Cita web|url=http://www.iranfocus.com/modules/news/article.php?storyid=160|titolo=Iran Focus|sito=www.iranfocus.com|accesso=21 settembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.telegraph.co.uk/news/main.jhtml?xml=/news/2001/02/04/wiran04.xml|titolo=News|accesso=21 settembre 2016}}</ref>
 
=== Khamenei succede a Khomeini (1989-oggi) ===
 
==== I primi otto anni (1989-1997) ====
Nel 1989, sul letto di morte, Khomeini ha nominato 25 persone del Consiglio costituzionale per consentire la nomina dell'allora presidente [[Ali Khamenei]] come il prossimo leader supremo, portando una serie di modifiche alla ''Costituzione iraniana''.<ref>Abrahamian, ''History of Modern Iran'', (2008), p.182</ref> Dopo la morte di Khomeini, il [[3 giugno]] [[1989]], vi fu una transizione graduale<ref>Anoushiravan Ehteshami, ''After Khomeini: The Iranian Second Republic'' [1 ed.], 9780415108799, 0415108799, 0203200179, 9780203200179, 9780203297759 Routledge 1995</ref>. Khamenei mancando del "''carisma e dell'appeal clericale''" di Khomeini, ha sviluppato una rete di sostenitori sia all'interno delle forze armate iraniane che nelle potenti fondazioni religiose.<ref name=":20">"Who's in Charge?" by Ervand Abrahamian ''London Review of Books'', 6 November 2008</ref> Sotto il suo "''regno''" si dice che il regime iraniano, da almeno un osservatore, somigli più a "''Un'[[oligarchia]] clericale''" che a un'[[autocrazia]]".<ref name=":20" />
 
La successione a Khamenei come presidente fu quella del pragmatico conservatore [[Ali Akbar Hashemi Rafsanjani|Ali-Akbar Hashemi Rafsanjani]], che ha servito due mandati di quattro anni, concentrando i suoi sforzi sulla ricostruzione dell'economia dai danneggiamenti alle infrastrutture iraniane, anche se parzialmente impedito dai bassi prezzi del petrolio. Il suo regime promosse con successo il controllo delle nascite, il taglio delle spese militari, e la normalizzazione delle relazioni con i paesi vicini, come l'[[Arabia Saudita]].<ref>''Treacherous Alliance : the secret dealings of Israel, Iran and the United States'' by Trita Pasri, Yale University Press, 2007, p.145</ref> Durante la [[Guerra del Golfo]] nel [[1991]], il paese rimase neutrale, limitando la sua azione alla condanna degli Stati Uniti e permettendo la fuga degli aeromobili e dei rifugiati iracheni nel paese.
[[File:Mohammad Khatami.jpg|thumb|upright=1.2|Mohammad Khatami, il presidente riformista dell'Iran dal 1997 al 2005.]]
 
==== Riforme e conseguenze (1997-2005) ====
A Rafsanjani nel [[1997]] successe il riformista [[Mohammad Khatami]]. La sua presidenza fu presto segnata da tensioni tra il governo riformista e un clero sempre più conservatore. Questa frattura raggiunse l'apice nel luglio [[1999]], quando scoppiarono massicce proteste anti-governative nelle strade di [[Teheran]]. I tumulti sono durati più di una settimana, prima che la folla venisse dispersa dalla polizia e dai i vigilantes filogovernativi.
 
Nel giugno [[2001]] Khatami venne rieletto, ma i suoi sforzi sono stati più volte fermati dai conservatori nel parlamento. Tali elementi presenti all'interno del governo iraniano si mossero per minare il movimento riformista, che vieta i giornali liberali e squalifica i candidati per le elezioni parlamentari. Questo giro di vite sul dissenso, in combinazione con il fallimento di Khatami a riformare il governo, ha indotto, tra i giovani dell'Iran una crescente apatia politica.
 
Nel giugno 2003 a Teheran ebbero luogo proteste anti-governative di diverse migliaia di studenti.<ref>{{Cita web|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/2980102.stm|titolo=BBC NEWS {{!}} Middle East {{!}} Iranians protest against clerics|sito=news.bbc.co.uk|accesso=22 settembre 2016}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/esteri/iranstud/iranstud/iranstud.html|titolo=La Repubblica/esteri: Iran, la rivolta degli studenti "Ci batteremo fino alla morte"|sito=www.repubblica.it|accesso=22 settembre 2016}}</ref> Nel 2006, la proteste si concentrarono invece nella difesa dei diritti umani.
 
==== Elezioni presidenziali del 2005 e conseguenze (2005-2013) ====
{{Vedi anche|Proteste post-elettorali in Iran del 2009-2010|Proteste in Iran del 2011}}
[[File:Portrait of Mahmoud Ahmadinejad 2012.jpg|sinistra|thumb|
Mahmoud Ahmadinejad
]]
Nelle elezioni presidenziali iraniane del [[2005]] [[Mahmud Ahmadinejad|Mahmoud Ahmadinejad]], sindaco di Teheran, venne eletto sesto presidente dell'Iran, dopo aver vinto con il 62% dei voti contro, l'ex presidente [[Ali Akbar Hashemi Rafsanjani|Ali-Akbar Hashemi Rafsanjani]].<ref>{{Cita web|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/4740441.stm|titolo=BBC NEWS {{!}} Middle East {{!}} Iran hardliner becomes president|sito=news.bbc.co.uk|accesso=23 settembre 2016}}</ref> Durante la cerimonia di autorizzazione ha baciato la mano di Khamenei a dimostrazione della sua fedeltà.
 
In questo periodo avvenne l'invasione americana dell'Iraq ed il rovesciamento del regime. In tale contesto storico la posizione dell'Iran si era rafforzata, in particolare nel sud prevalentemente sciita dell'Iraq, dove, il 3 settembre 2006 un leader sciita ha rinnovato le richieste di una regione sciita autonoma. L'Ex [[Segretario della difesa degli Stati Uniti d'America|Segretario della Difesa]] degli Stati Uniti [[William Cohen|William S. Cohen]], ha dichiarato che, a partire dal 2009, il potere crescente dell'Iran ha eclissato l'[[antisionismo]] come il principale problema di politica estera in Medio Oriente.<ref>{{Cita web|url=https://www.washingtontimes.com/news/2009/jul/29/cohen-says-fear-of-iran-now-tops-wrath-against-isr/|titolo=Cohen: Middle East fearful of Iran|cognome=https://www.washingtontimes.com/|nome=The Washington Times|accesso=23 settembre 2016}}</ref>
 
Tra il [[2005]] e il [[2006]], il teso clima politico nella regione medio orientale suggeriva l'ipotesi che gli Stati Uniti e Israele stessero progettando di attaccare l'Iran, in ragione del [[Energia nucleare in Iran|programma energetico nucleare civile iraniano]] che gli Stati Uniti e in alcuni altri Stati temevano potesse condurre alla costruzione di [[Arma nucleare|armi nucleari]]. [[Cina]] e [[Russia]] si opposero sia ad azioni militari di qualsiasi tipo che alle sanzioni economiche. Il leader supremo [[Ali Khamenei]] emesse una ''[[fatwā]]'' che proibisce la produzione, l'immagazzinaggio e l'uso di armi nucleari. La fatwa è stata citata in una dichiarazione ufficiale da parte del governo iraniano durante una riunione dell'agosto 2005 della [[Agenzia internazionale per l'energia atomica]] (AIEA) di [[Vienna]].<ref>{{Cita web|url=http://www.ww4report.com/node/929|titolo=Iran issues anti-nuke fatwa|sito=www.ww4report.com|accesso=23 settembre 2016}}</ref>
 
Nel 2009, la [[Elezioni presidenziali in Iran del 2009|rielezione di Ahmadinejad]] fu oggetto di accese contestazioni.<ref>{{Cita web|url=http://www.latimes.com/?view=page8&feed:a=latimes_1min&feed:c=topstories&feed:i=47678542|titolo=Los Angeles Times - California, national and world news - Los Angeles Times|accesso=23 settembre 2016}}</ref> Il riformatore avversario [[Mir-Hosein Musavi|Mir-Hossein Mousavi]] e i suoi sostenitori lamentavano presunte irregolarità di voto, e, dal [[1º luglio|1 luglio]] [[2009]], 1000 persone vennero arrestate e 20 uccise in manifestazioni di piazza.<ref>{{Cita news|lingua=en|nome=Ian|cognome=Black|nome2=Middle East|cognome2=editor|url=http://www.guardian.co.uk/world/2009/jul/01/mousavi-iran-government-declared-illegitimate|titolo=Mousavi says new Ahmadinejad government 'illegitimate'|pubblicazione=The Guardian|data=1º luglio 2009|accesso=23 settembre 2016}}</ref> Il leader supremo Ali Khamenei e altri funzionari islamici sono stati accusati dalle potenze straniere di fomentare la protesta.<ref>{{Cita web|url=https://www.cnn.com/2009/WORLD/meast/06/16/iran.elections.timeline/|titolo=Timeline: 2009 Iran presidential elections - CNN.com|sito=www.cnn.com|accesso=23 settembre 2016}}</ref>
 
==== Elezioni presidenziali del 2013 e miglioramento delle relazioni con gli USA (2013) e l'inversione diplomatica di Trump ====
{{Vedi anche|Piano d'azione congiunto globale}}
[[File:Iran Talks Vienna 14 July 2015 (19067069963).jpg|thumb|I ministri degli Esteri dell'Iran e del P5+1 annunciano l'accordo a Vienna, 14 luglio 2015]]
Il [[15 giugno]] [[2013]], [[Hassan Rouhani]] vinse le elezioni presidenziali in Iran, con 36.704.156 di schede espresse. Rouhani ha vinto con 18.613.329 voti. Nella sua conferenza stampa il giorno dopo il giorno delle elezioni, il nuovo presidente ha ribadito la sua promessa di ripristinare i rapporti dell'Iran con il resto del mondo.
 
Il [[2 aprile]] [[2015]], in [[Svizzera]], dopo otto giorni di discussioni tortuose, l'Iran e sei potenze mondiali abbozzarono un'intesa per limitare i programmi nucleari iraniani. Il ministro degli Esteri iraniano, [[Mohammad Javad Zarif]] ha [[Twitter|twittato]]: "''Trovate delle soluzioni. Siamo pronti per iniziare immediatamente la stesura''". Il capo della politica estera dell'Unione europea [[Federica Mogherini]] ha twittato che avrebbe incontrato la stampa con Zarif dopo una riunione finale delle sette nazioni nei colloqui sul nucleare. Ha scritto infine: "''Buone notizie''". La lettura di una dichiarazione congiunta con il capo della politica estera dell'Unione europea Federica Mogherini è stato definito un "passo decisivo" dopo più di un decennio di lavoro. Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif ha seguito con la stessa dichiarazione in farsi. Il Segretario di Stato americano [[John Kerry]] e i diplomatici di [[Gran Bretagna]], [[Francia]] e [[Germania]] sono brevemente saliti sul palco dietro di loro. L'accordo è destinato ad fornire una bozza provvisoria per un accordo globale che non venne firmato fino alla fine di giugno, ma che incluse fatti e dati concreti, segnando una svolta significativa nella storia di 12 anni di negoziati con l'Iran per il suo programma nucleare.
 
La nuova presidenza USA di [[Donald Trump|Trump]] dal [[2017]], segna un nuovo e negativo approccio in politica estera mostrando un atteggiamento opposto alle aperture avute da [[Barack Obama|Obama]] nei confronti dell'Iran. Ne è prova la volontà di mantenere le sanzioni, attraverso una serie di dichiarazioni non concilianti.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2017/02/03/news/trump_vira_sugli_insediamenti_israeliani_non_aiutano_la_pace_-157478166/|titolo=Trump avverte l'Iran, via a nuove sanzioni. E nomina numero due della Cia una esperta in torture|pubblicazione=Repubblica.it|data=3 febbraio 2017|accesso=16 febbraio 2017}}</ref> Inoltre nel blocco all'immigrazione che riguarda 7 paesi islamici, rientrano anche i cittadini iraniani.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2017/01/28/news/trump_stretta_su_immigrazione_dai_paesi_islamici_e_rafforzamento_dell_esercito-157038245/|titolo=Profughi, Trump "congela" per 4 mesi l'immigrazione. E stop a tutti i cittadini da 7 paesi islamici|pubblicazione=Repubblica.it|data=28 gennaio 2017|accesso=16 febbraio 2017}}</ref>
 
Il [[19 maggio]] [[2017]] il presidente Rouhani viene confermato per la seconda volta con il 53,3% dei voti, confermando la volontà di mantenere un profilo moderatamente riformista nella politica del paese.<ref>{{Cita web|url=https://www.ilcaffegeopolitico.org/55729/iran-vince-rohani|titolo=Il Caffè Geopolitico - In Iran vince Rohani|sito=www.ilcaffegeopolitico.org|accesso=16 giugno 2017}}</ref>
 
Il [[7 giugno]] 2017 la capitale viene sconvolta dal più grave attentato degli ultimi anni. Un commando fa irruzione nel parlamento mentre un kamikaze si fa esplodere all'interno del mausoleo di Khomeini procurando 12 morti e alcuni feriti. L'attacco è rivendicato dall'ISIS.<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/esteri/2017/06/07/news/iran_spari_in_parlamento_e_feriti-167457272/|titolo=Teheran sotto attacco. Kamikaze nel parlamento e al mausoleo di Khomeini: almeno 12 morti. L'Isis rivendica|pubblicazione=Repubblica.it|data=7 giugno 2017|accesso=16 giugno 2017}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
==Altri progettiBibliografia ==
* {{Cita libro|autore=William Bayne Fisher|autore2=P. Avery, C. Melville|autore3=G. R. G Hambly|titolo=The Cambridge History of Iran|url=https://books.google.nl/books?id=H20Xt157iYUC&dq=agha+muhammad+khan+invade+georgia&hl=nl&source=gbs_navlinks_s|anno=1991|editore=Cambridge University Press|città=|ISBN=0-521-20095-4}}
{{Interprogetto|commons=Category:Galleria Spinola (Genoa)}}
* {{Cita libro|autore=Timothy C. Dowling|titolo=Russia at War: From the Mongol Conquest to Afghanistan, Chechnya, and Beyond|url=https://books.google.nl/books?id=KTq2BQAAQBAJ&pg=PA728&dq=russo+persian+war+1804-1813&hl=nl&sa=X&ei=QnOXVJXpCcz7UPevhPAK&ved=0CCcQ6AEwAQ#v=onepage&q=russo%20persian%20war%201804-1813&f=false|anno=2014|editore=|città=|ISBN=1-59884-948-4}}
* Sicker, Martin (2000). ''The pre-Islamic Middle East''. Greenwood Publishing Group. [[International Standard Book Number|ISBN]] [[Speciale:BookSources/978-0-275-96890-8|978-0-275-96890-8]].
* Roisman, Joseph; Worthington, Ian (2011). ''[https://books.google.nl/books?id=QsJ183uUDkMC&pg=PA345&lpg=PA345&dq=Achaemenid+Persians+ruled+balkans&source=bl&ots=K7qasgPG1K&sig=lkiajbVuNcHEbI5Lz3MnvIUBG1U&hl=nl&sa=X&ei=sb6RVP2qHoPUaqeGgZgE&ved=0CEkQ6AEwBQ#v=onepage&q=Achaemenid%20Persians%20ruled%20balkans&f=false A Companion to Ancient Macedonia]''. John Wiley and Sons. ISBN 978-1-4443-5163-7.
* {{Cita libro|cognome= Mikaberidze |nome= Alexander |titolo= Conflict and Conquest in the Islamic World: A Historical Encyclopedia |volume= 1 |editore= ABC-CLIO |anno= 2011 | isbn = 1-59884-336-2 |cid= harv}}
* {{Cita libro|cognome1=Roisman|nome1=Joseph|cognome2=Worthington|nome2=Ian|titolo=A Companion to Ancient Macedonia|editore=John Wiley and Sons|anno=2011|isbn=978-1-4443-5163-7|url=https://books.google.com/?id=QsJ183uUDkMC&pg=PA345|cid=harv}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|n=Categoria:Iran}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{CulturaItalia}}
* {{cita web | url=http://www.palazzospinola.beniculturali.it/ | titolo=Galleria Nazionale di Palazzo Spinola | sito=beniculturali.it | accesso=20 settembre 2015}}
 
{{ControlloStoria didella autoritàPersia}}
{{Storia stati dell'Asia}}
{{Portale|Genova|musei}}
{{Portale|Iran|storia}}
 
[[Categoria:GalleriaStoria nazionaledell'Iran| di palazzo Spinola]]