Basilica di Santa Maria delle Grazie (Brescia) e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 20: differenze tra le pagine

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|Didascalia = La facciata
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|Diocesi = [[Diocesi di Brescia]]
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|AnnoConsacr = [[1539]]
|Architetto = Ludovico Barcella
|StileArchitett = [[Architettura barocca|Barocco]]
|InizioCostr = [[1522]]
|FineCostr = Ultimi rifacimenti nel [[Seicento]]
|Website = http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/
|Note =
}}
 
La '''basilica di Santa Maria delle Grazie''' è una chiesa di [[Brescia]], situata all'estremità ovest di via Elia Capriolo, all'intersezione con l'omonima via delle Grazie.
 
Costruita a partire dalla prima metà del [[Cinquecento]] e notevolmente arricchita nel [[Seicento]], custodisce varie opere di autori locali e tre tele del [[Moretto]], due delle quali sono però oggi alla [[Pinacoteca Tosio Martinengo]]. Principale caratteristica della chiesa sono gli affreschi, gli stucchi e le dorature, eseguiti con notevole cura e grandissima varietà di repertorio decorativo, che rivestono ogni superficie dell'interno dell'edificio, rendendolo il più spettacolare esempio di [[arte barocca]] in città. Alla chiesa è annesso l'omonimo [[santuario di Santa Maria delle Grazie (Brescia)|santuario di Santa Maria delle Grazie]], pregevole opera [[neogotico|neogotica]] ottocentesca.
 
==Storia==
La primitiva chiesa viene costruita dai [[Ordine di San Gerolamo|Gerolamini]], presenti a Brescia dalla metà del [[Quattrocento]], in un luogo molto lontano da qui, oggi corrispondente all'estremità nord di via Oberdan, molto a nord della città murata<ref name= pag71 >Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 71</ref>. Nel [[1517]], dopo la triste esperienza del sacco operato nel [[1512]] dai soldati di [[Gaston de Foix-Nemours]], la [[Repubblica di Venezia]], ripreso il controllo della città, ordina da cosiddetta "spianata", ovvero la distruzione di qualsiasi edificio attorno alle mura nel raggio di circa un chilometro e mezzo<ref name= pag71 />.
 
Anche la chiesa dei Gerolamini viene atterrata e, per avere una nuova sede, chiedono e ottengono di insediarsi nella chiesa di Santa Maria di Palazzolo, situata all'interno della cerchia muraria all'estremità ovest dell'attuale via Elia Capriolo<ref name= pag71 />. La chiesa, oltretutto, apparteneva già agli [[Umiliati]], i quali stavano però tenendo una bassa condotta morale e, di conseguenza, l'entrata dei Gerolamini servì anche per rinnovare il convento<ref name= pag71 />.
 
Tramite [[bolla papale|bolla]] di [[Papa Leone X]], nel [[1519]] i frati ottengono infine anche il diritto di sostituire l'antico nome del complesso religioso con quello di Santa Maria delle Grazie<ref name= pag71 />. Le minime dimensioni del luogo di culto, però, non dovettero soddisfare i nuovi abitanti del monastero e, di conseguenza, nel [[1522]] avviano il cantiere di una nuova chiesa, su progetto di frate Ludovico Barcella, immediatamente a lato dell'antico edificio, che sarà poi consacrata nel [[1539]]<ref name= pag71 />.
 
Questo nuovo luogo di culto diventa la principale chiesa di Santa Maria delle Grazie, mentre l'ex chiesa di Santa Maria di Palazzolo resta un santuario annesso. Nel [[1668]] la soppressione dell'ordine dei Gerolamini, decretata da [[Papa Clemente IX]], porta all'insediamento dei [[Padri Gesuiti]], che acquisiscono la chiesa con i chiostri annessi, istituendovi una scuola rinomata<ref name= pag71 />. Il monastero viene poi soppresso nel [[1797]] ma la chiesa rimane aperta e officiata ed è ancora oggi attiva.
 
Il 17 marzo 1963 la chiesa viene elevata al rango di [[Basilica minore]] con decreto di [[papa Giovanni XXIII]], da lui visitato più volte quando era [[Nunzio Apostolico]] e [[Patriarca di Venezia]]<ref>[http://www.santuariodellegrazie.brescia.it/storia.html Santuario Basilica di Santa Maria delle Grazie a Brescia - Storia del Santuario]</ref>.
 
==Struttura==
[[File:Portale della chiesa di santa maria delle grazie.jpg|thumb|right|Il portale principale.]]
La facciata della chiesa è accessibile tramite un piccolo sagrato delimitato da una cancellata in ferro battuto. A destra è presente un'alta colonna con [[capitello]] [[ordine ionico|ionico]] che sorregge la statuetta in [[bronzo]] della ''Madonna della Pace'', opera dello scultore bresciano [[Emilio Magoni]]<ref name= pag72 >Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 72</ref>. La colonna fu posizionata nel [[1921]], in luogo di una più antica abbattuta da un uragano nel [[1873]]<ref name= pag72 />.
 
La facciata della chiesa, che si innalza sullo sfondo, è ritmata da semplici lesene che dividono la superficie in tre settori, fra i quali quello centrale è il più elevato. Una fascia marcapiano la divide invece in senso orizzontale. Nel prospetto superiore, privo di elementi ornamentali, campeggia un grande [[rosone]], impreziosito da una vetrata di settecentesca di Giovanni Bertini rappresentante la ''Natività''.
 
All'interno, la chiesa presenta una struttura a tre [[navate]], con [[volta a botte]] di copertura nella navata centrale e cupolette emisferiche in successione nelle laterali, in corrispondenza dei singoli altari, sette per lato. Il profondo [[presbiterio]] è concluso da un'[[abside]] poligonale.
 
===Il portale===
{{vedi anche|Portale della basilica di Santa Maria delle Grazie}}
Al centro della facciata si apre un portale scolpito in [[marmo botticino|marmo di Botticino]] e [[marmo rosso di Verona]], proveniente dalla chiesa a nord della città demolita nel [[1517]] e qui trasferito<ref name= pag72 />. L'architrave riporta l'iscrizione "MATTHEUS LEONEUS HANC PORTAM PROPRIIS FABREFACTAM SUMPTIBUS BEATAE DEI GENITRICI GRATIARUM MARIAE DEVOTE DEDICAVIT", a ricordo quindi dell'intervento di Matteo Leoni, capitano di ventura, che sovvenzionò l'opera. La lunetta al centro del portale è arricchita da un rilievo con la ''Madonna delle Grazie e il Bambino'', fiancheggiati a destra da Matteo Leoni in vesti militari con San Gerolamo e a sinistra da un figlio del Leoni in preghiera con San Giovanni Battista. L'apparato scultoreo, decisamente innovativo nei modellati e nelle decorazioni ma ancora caratterizzato da un marcato retaggio gotico nella composizione generale, è la più rappresentativa opera della fase di transizione percorsa dall'arte lapidea bresciana nella seconda metà del XV secolo<ref name= pag72 /><ref>Vito Zani, pag. 52-54</ref>.
 
==Opere==
La volta, le pareti e tutte le cupolette laterali sono interamente rivestiti da affreschi, stucchi e dorature eseguiti con notevole cura e grandissima varietà di repertorio decorativo, che fanno di questa chiesa il più spettacolare esempio di [[arte barocca]] in città<ref name= pag73 >Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 73</ref>. L'impresa decorativa nasce dal concorso di molti artisti, fra i quali si ricordano [[Francesco Giugno]], autore dei cinque medaglioni nella volta centrale con l<nowiki>'</nowiki>''Apparizione di Cristo risorto alla Madonna'', la ''Pentecoste'', l<nowiki>'</nowiki>''Assunzione'', l<nowiki>'</nowiki>''Incoronazione'' e la ''Morte della Beata Vergine''. [[Giovanni Mauro della Rovere]] opera invece nel presbiterio, mentre [[Girolamo Muziano]] dipinge ''Episodi della vita di San Gerolamo'' nella cupoletta presso l'altare del patrono<ref name= pag73 />.
 
===Navata destra===
Il primo altare a destra, dedicato a [[santa Barbara]], è arricchito da una tela raffigurante il ''Martirio della Santa'' opera del pittore bresciano [[Pietro Rosa]], allievo di [[Tiziano]]. La cura dell'altare, come ricorda un’iscrizione presente ai lati del medesimo, spettava alla Scuola dei Bombardieri ed Artiglieri, istituita dal governo veneto nel [[1531]]<ref name= pag73 />.
 
L'altare successivo, originariamente intitolato a San Rocco, era sovrastato da una tela di [[Jacopo Palma il Giovane]] con il ''Redentore tra i santi Rocco, Vittoria e Corona''. I Gesuiti, subentrati ai Gerolamini nella cura della chiesa, cambiarono la dedicazione dell'altare per celebrare la figura di [[san Francesco Saverio]]. Nel [[1745]] fu collocato sull'altare un dipinto con ''San Francesco Saverio fra i giapponesi'' del pittore veronese settecentesco Pietro Antonio Rotari<ref name= pag73 />.
 
Segue l'altare delle Sante Lucia e Apollonia, arricchito da una tela del pittore vicentino [[Alessandro Maganza]] che raffigura le due ''Sante al cospetto della Madonna col Bambino attorniata da San Giuseppe e da un angelo''<ref name= pag73 />.
 
L'altare successivo è dedicato a [[sant'Antonio di Padova]], sul quale dal [[1529]] aveva il proprio [[giuspatronato]] la famiglia Lana de' Terzi. In origine vi era collocato ''[[Sant'Antonio da Padova tra i santi Antonio Abate e Nicola da Tolentino]]'', opera del [[Moretto]]: la tela, di notevole valore artistico, si trova oggi alla [[Pinacoteca Tosio Martinengo]] per ragioni conservative ed è sostituita da una copia tardo ottocentesca di Bortolo Schermini<ref name= pag73 />.
 
Sopra la porta laterale è appeso un dipinto di [[Callisto Piazza]] con la ''Natività di Gesù''<ref name= pag73 />. Segue l'altare di [[san Francesco Regis]] adornato da una tela di Simone Brentana che ritrae il santo dedicatario<ref name= pag73 />.
 
La cappella di testa della navata è infine presente un altro dipinto del [[Moretto]], la ''[[Madonna col Bambino in gloria con i santi Rocco, Martino e Sebastiano]]'', altra opera molto importante che è invece rimasta nella chiesa. Sulla parete sinistra è invece appeso un ''San Martino che risuscita il figlio della vedova'' del pittore vicentino [[Francesco Maffei]]<ref name= pag73 />.
 
===Presbiterio===
[[File:Santa maria delle grazie (brescia) interno1.jpg|thumb|right|La navata centrale.]]
Ai lati dell'arco santo si conservano le reliquie di [[San Gerolamo]] a sinistra e il mausoleo del benefattore Uberto Gambara, risalente al [[Quattrocento]], a destra<ref name= pag74 >Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 74</ref>. All'altare maggiore fa da sfondo una ''Natività'', copia moderna di un dipinto del [[Moretto]], custodito dalla fine dell'[[Ottocento]] nella Pinacoteca<ref name= pag74 />.
 
Lungo le pareti del coro sono disposte altre tele: lo ''Sposalizio di Maria'' di frate Tiburzio Baldini ([[1609]]), la ''Circoncisione di Gesù Cristo'' di [[Francesco Giugno]], l<nowiki>'</nowiki>''Adorazione dei Magi'' di [[Grazio Cossali]] ([[1610]]), la ''Purificazione della Vergine'' di [[Antonio Gandino]] ([[1660]]) e la ''Visitazione di Maria ad Elisabetta'' di frate Tiburzio Baldini<ref name= pag74 />.
 
L'[[organo (strumento musicale)|organo]] dei fratelli bergamaschi Serassi ha sostituito nel [[1844]] quello cinquecentesco realizzato da Giangiacomo [[Antegnati]], le cui ante erano decorate da Pietro Rosa con la scena della ''Sibilla Cumana in atto di profetizzare all'imperatore Augusto l'incarnazione di Cristo''<ref name= pag74 />. Ai lati dell'organo sono presenti l<nowiki>'</nowiki>''Annunciazione di Maria Vergine'' di [[Antonio Gandino]], la Strage degli innocenti di frate Tiburzio Baldini, la ''Natività di Maria Vergine'' di [[Camillo Procaccini]] e la ''Presentazione di Gesù al tempio'' nuovamente di Antonio Gandino<ref name= pag74 />.
 
===Navata sinistra===
Nella cappella absidale che chiude la navata sinistra, ornata dalla ''Deposizione'' e dalla ''Crocifissione'' di frate Tiburzio Baldini, è conservato un prezioso [[Crocifisso]] in legno degli inizi del [[Cinquecento]], affiancato dalle statue in stucco dipinto della ''Vergine Maria'' e di ''San Carlo Borromeo''<ref name= pag74 />. Presso l'altare del Crocefisso è presente anche il mausoleo di Tommaso Caprioli, eretto nel [[1620]] e riconducibile probabilmente alla scuola dei [[Carra (famiglia)|Carra]], costituito da una lunga iscrizione commemorativa bordata da ampie [[lesene]] decorate con festoni ed armature a rilievo, sovrastate da un sarcofago con la rappresentazione del giovane conte, colto nel sonno eterno e coronato dal proprio sontuoso stemma gentilizio<ref name= pag74 />. È qui conservato solo il cuore del condottiero, morto a [[Praga]] nel [[1608]]<ref name= pag74 />.
 
Sopra la porta laterale che immette nel [[chiostro]] è appesa una ''Adorazione dei pastori'' con due figure di gesuiti, riconducibile a un pittore bresciano seguace di [[Pietro Maria Bagnadore]]<ref name= pag74 />.
 
L'altare successivo è dedicato all'[[Immacolata Concezione]] e presenta una ricca decorazione a stucco della seconda metà del [[Cinquecento]], a cornice di una tela di Pietro Maria Bagnadore con i ''Santi Anna e Gioacchino'', alla quale [[Giuseppe Tortelli]] aggiunse la figura dell'Immacolata affiancata da angeli<ref name= pag74 />.
 
Segue l'altare di [[San Luigi Gonzaga]], un tempo intitolato ai Santi Giorgio e Gottardo e curato dalla corporazione degli armaioli, arricchito da un dipinto di [[Antonio Paglia]] che riproduce la ''Vergine con i Santi Luigi Gonzaga e Stanislao Kostka'', protettori del Collegio dei nobili retto dall'ordine<ref name= pag75 >Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 75</ref>.
 
L'altare seguente è intitolato a [[San Giuseppe]] e presenta un dipinto della scuola del Moretto con la ''Madonna della Misericordia circondata dai santi Michele, Giovanni Battista, Bernardo e Maddalena''<ref name= pag75 />.
 
Conclude l'altare di [[san Gerolamo]], dedicato al santo protettore dei primi fondatori della chiesa, ornato da un dipinto di [[Paolo Caylina il Giovane]] con la ''Madonna delle Grazie con San Gerolamo, Sant'Eusebio e le Sante discepole Eustochio e Paola''. Nella nicchia dell'altare si conserva, come preziosa reliquia, il calcagno di San Gerolamo donato al convento delle Grazie dalla nobildonna Giulia Fenaroli<ref name= pag75 />. Sulla controfacciata è visibile un grande dipinto di fra Tiburzio Baldini, rappresentante la ''Strage degli Innocenti''<ref name= pag75 />.
 
La chiesa conserva anche un ricco patrimonio di suppellettili liturgiche, fra le quali spicca un prezioso [[reliquiario]] cinquecentesco in [[ebano]] e [[avorio]] con statuette della Giustizia e della Temperanza, dono del [[cardinale]] Uberto Gambara<ref name= pag75 />.
 
==Il santuario==
{{vedi anche|Santuario di Santa Maria delle Grazie (Brescia)}}
Il piccolo santuario, molto sentito e frequentato dalla popolazione, è ciò che rimane dell'antica chiesa di Santa Maria di Palazzolo, costruita nel [[Duecento]] degli Umiliati. L'edificio è stato variamente ricostruito nei secoli, in particolare alla fine dell'[[Ottocento]], quando è stato eseguito un rifacimento radicale degli interni su progetto di [[Antonio Tagliaferri]], aiutato da numerosi decoratori, pittori e scultori<ref>Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 65</ref>. Il santuario è oggi il maggior esempio di arte e architettura [[neogotico|neogotica]] ottocentesca in città<ref>Marina Braga, Roberta Simonetto, pag. 64</ref>.
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
*Marina Braga, Roberta Simonetto (a cura di), ''Il quartiere Carmine'' in ''Brescia Città Museo'', Sant'Eustacchio, Brescia 2004
*Vito Zani, ''Maestri e cantieri nel Quattrocento e nella prima metà del Cinquecento'' in Valerio Terraroli (a cura di), "Scultura in Lombardia. Arti plastiche a Brescia e nel Bresciano dal XV al XX secolo", Skira, Milano 2011
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Chiese dedicate alla Madonna delle Grazie|Brescia]]