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{{nd}}
{{Avvisounicode}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Sicilia
|Nome ufficiale = Regione Siciliana
|Panorama = 20091007-italy2-full.jpg
|Didascalia = Immagine satellitare dell'isola
|Bandiera = Sicilian Flag.svg
|Voce bandiera = Bandiera siciliana
|Stemma = Coat of arms of Sicily.svg
|Voce stemma = Bandiera siciliana
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 1
|Tipo = [[Regioni d'Italia|regione]] [[Regione a statuto speciale|a statuto speciale]]
|Capoluogo = [[File:Palermo-Stemma uff.png|20px]] [[Palermo]]
|Amministratore locale = [[Rosario Crocetta]]
|Partito = [[Partito Democratico|PD]]|Data elezione = [[10 novembre|10/11]]/[[2012]]
|Lingue ufficiali =
|Data istituzione = 15 maggio [[1946]]
|Latitudine decimale = 37.55982
|Latitudine NS = N
|Longitudine decimale = 14.139404
|Longitudine EW = E
|Altitudine = media: 391<ref>[http://it.db-city.com/Italia/Sicilia db-city.com]</ref> massima: 3340 minima 0
|Superficie = 25832.39
|Note superficie = {{cita web|url=http://www.istat.it/it/archivio/82599|titolo=Dati Istat 2011|accesso=22 maggio 2014}}
|Abitanti = 5089437
|Note abitanti = {{cita web|http://www.demo.istat.it/bilmens2014gen/index02.html|titolo=Dato Istat al 30-04-2014}}
|Aggiornamento abitanti = 31-05-2014
|Sottodivisioni = [[#Suddivisione amministrativa|9]]
|Sottosottodivisioni = [[Comuni della Sicilia|390]]
|Divisioni confinanti = nessuna (regione insulare)
|Lingue = [[Italiano regionale della Sicilia|italiano]], [[Lingua siciliana|siciliano]], [[Lingua arbëreshë|arbëreshë]]<ref>Nei comuni di [[Contessa Entellina]], [[Piana degli Albanesi]] e [[Santa Cristina Gela]]; la minoranza albanofona è tutelata in base alla L.N. 482/99 e dalla L.R. 26/1998.</ref>, [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|gallo-italico]]<ref>In alcuni comuni della [[provincia di Enna]] ([[Nicosia (Italia)|Nicosia]], [[Sperlinga]], [[Aidone]], [[Piazza Armerina]]) e della [[provincia di Messina]] ([[San Fratello]], [[Novara di Sicilia]]). [http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/dirbenicult/info/news/rei/parlata-alloglotta.html Parlata alloglotta gallo italico nel Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia, Regione Sicilia].</ref>, [[Lingua greca|greco]]<ref>Nel solo comune di [[Messina]]. Delibera del [[consiglio provinciale]] N. 44-C-2012 del 10/02/2012 «[http://comunitaellenicadellostretto.files.wordpress.com/2013/02/delibera-delimitazione-territoriale-ceds.pdf Delimitazione ambito territoriale tutela delle minoranze linguistiche ai sensi della L. 482 del 15/12/1999]».</ref>, [[Lingua dei segni italiana|LIS]]<ref>[http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g11-47o/g11-47o.pdf Legge Regionale 4 novembre 2011 numero 23]</ref>
|Fuso orario = +1
|Codice ISO=[[ISO 3166-2:IT|IT-82]]
|Codice statistico = 19
|Nome abitanti = siciliani
|PIL =
|PIL procapite =
|PIL PPA = 68.741,0 [[Milione|mln]] [[Euro|€]]
|PIL procapite PPA = 17.488 [[Euro|€]]<ref>[http://www.qds.it/8291-sicilia-17-488-euro-il-pil-pro-capite-2010.htm Dati relativi al 2010]</ref>
|Inno = ''[[Madreterra]]''<ref>{{cita web|url=http://www.regione.sicilia.it/presidenza/ufficiodelcerimoniale/musiche.htm|titolo=Inno ufficiale Regione Siciliana|accesso=31 luglio 2012}}</ref>
|Immagine localizzazione = Sicily in Italy.svg
|Mappa = Map of region of Sicily, Italy, with provinces-it.svg
|Didascalia mappa = Mappa della regione con le sue province
|Sito=http://pti.regione.sicilia.it/
}}
La '''Sicilia''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|IPA]]: {{IPA|[siˈʧiːlja]}}, ''Sicìlia'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]<ref>Scritto anche ''Sixilia''; in lingua siciliana antica è attestata inoltre la forma ''Sichilia''.</ref>, ''Siçillja'' in [[Lingua arbëreshë|arbëreshë]], ''Səcəlia'' in [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|gallo-italico]], Σικελία in [[Lingua greca|greco]]), ufficialmente '''Regione Siciliana''', è una [[Regioni d'Italia|regione italiana]] [[Autonomia speciale|autonoma]] a [[statuto speciale]] di {{formatnum:5090639}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>, con capoluogo [[Palermo]].
Il territorio della regione è costituito quasi interamente dall'[[Isola di Sicilia|isola omonima]], la più grande [[Lista di isole dell'Italia|isola dell'Italia]] e del [[Isole del mar Mediterraneo|Mediterraneo]]; la parte rimanente è costituita dagli arcipelaghi delle [[Isole Eolie|Eolie]], delle [[Isole Egadi|Egadi]] e delle [[Isole Pelagie|Pelagie]] e dalle isole di [[Isola di Ustica|Ustica]] e [[Isola di Pantelleria|Pantelleria]]. È la [[Regioni dell'Italia#Dati demografici e geografici|regione più estesa]] d'Italia<ref>Misura comprensiva della superficie degli arcipelaghi e delle isole minori.</ref> e il suo territorio è ripartito in [[Comuni della Sicilia|390 comuni]] a loro volta costituiti in nove province. È l'unica regione italiana ad annoverare due città fra le [[Comuni italiani per popolazione|dieci più popolose del Paese]]: [[Palermo]] e [[Catania]]. È bagnata a nord dal [[Mar Tirreno]], a sud dal [[Mar di Sicilia]], a est dal [[Mar Ionio]] e a nord-est dallo [[stretto di Messina]] che la separa dalla [[Calabria]].
Le più antiche tracce umane nell'isola risalgono al 12.000 a.C. circa. In era protostorica fiorirono culture dette di [[Thapsos]], di [[Castelluccio di Noto|Castelluccio]], di [[Stentinello]]. Popoli provenienti dal continente o dal Mediterraneo vi si insediarono successivamente: tra essi i [[Sicani]], i [[Siculi]] e gli [[Elimi]]. L'VIII secolo a.C. vide la Sicilia colonizzata dai fenici e dai greci e nei successivi 600 anni divenire campo di battaglia delle guerre greco-puniche e romano-puniche. L'isola venne così assoggettata dai romani e fu parte dell'[[Impero romano d'Occidente|impero]] fino alla sua caduta nel V secolo d.C. Fu quindi terra di conquista e, durante l'Alto Medioevo, assoggettata dai Vandali, dagli Ostrogoti, dai Bizantini, dagli Arabi e dai Normanni. Sotto i normanni nacque il [[Regno di Sicilia]] che durò dal 1130 al 1816, subordinato successivamente agli Aragonesi, al Sacro Romano Impero e, infine, ai Borbone sotto i quali si trasformò in [[Regno delle Due Sicilie]]. La Sicilia fu unita al Regno d'Italia nel 1860 con un referendum, in seguito alla [[Spedizione dei Mille]] guidata da [[Giuseppe Garibaldi]] durante il [[Risorgimento]]. Nel 1946 la Sicilia, costituita in regione autonoma a statuto speciale, ha nuovamente un proprio parlamento, ancor prima della nascita della Repubblica italiana.
== Geografia fisica ==
{{vedi anche|Geografia della Sicilia|Isola di Sicilia}}
[[File:Altimetria Sicilia.svg|thumb|Grafico con le altimetrie della Sicilia]]
La [[Isola di Sicilia|Sicilia]] è l'isola più grande del [[mar Mediterraneo]]. Si affaccia a nord sul [[mar Tirreno]], a nord-est è divisa dalla [[penisola italiana|penisola]] dallo [[stretto di Messina]] ed è bagnata a est dal [[mar Ionio]], a sud-ovest è divisa dall'[[Africa]] dal [[canale di Sicilia]]. L'isola ha una forma che ricorda approssimativamente quella di un triangolo i cui vertici sono:
* [[Capo Peloro]] (o Punta del Faro) a Messina, al vertice nord-orientale
* [[Capo Lilibeo|Capo Boeo]] (o Lilibeo) a Marsala, al vertice nord-occidentale
* [[Capo Passero]] a [[Portopalo]], al vertice sud-orientale.
Capo Peloro, inoltre, rappresenta l'estremità orientale della regione; le isole di [[Strombolicchio]], [[Isola di Pantelleria|Pantelleria]] e [[Isola di Lampedusa|Lampedusa]], invece, rappresentano rispettivamente le estremità settentrionale, occidentale e meridionale.
=== Geologia ===
[[File:Stromboli animiert 800x600.gif|thumb|left|Eruzione dello Stromboli]]La Sicilia appartiene alla placca Siculo Iblea, a sua volta parte della [[placca africana]]<ref>[http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/12_maggio_11/placca-sicilia-foresta-martin_ecf3b14a-9b72-11e1-81bc-34fceaba092f.shtml Tra Europa e Africa spunta la micro-placca siculo-iblea - Corriere.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, con l'eccezione della parte [[Sicilia orientale|nord-orientale]] che appartiene alla [[placca euroasiatica]]. Lo scorrimento della placca africana che per subduzione si immerge sotto quella euroasiatica ha determinato la creazione dei rilievi montuosi della regione, nonché la presenza di frequenti [[sisma|attività sismiche]] sia di origine tettonica che vulcanica.
Tra 5,96 e 5,3 milioni di anni, durante il [[Messiniano]] (ultima fase del periodo [[Miocene]]), il Mediterraneo rimase isolato dall'[[oceano Atlantico]] probabilmente a causa di un aumento dell'attività tettonica. Ciò portò alla [[crisi di salinità del Messiniano|crisi di salinità]]: il mar Mediterraneo iniziò ad evaporare più velocemente e la concentrazione del [[sale]] aumentò. [[Carbonati]] e [[solfati]] vennero depositati in grandi quantità sui fondali e ne è rimasta traccia a lungo nelle [[miniera|miniere]] di [[salgemma]] e [[gesso (minerale)|gesso]] che si possono trovare tuttora nelle province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna<ref>Stefano Zanoli. [http://www.villasmunta.it/oceanografia/Non_pubblicabili/inaridimento_adriatico.htm ''Quando s'inaridì il Mediterraneo''] in ''TuttoScienze'', 29 settembre 1999.</ref>.
Un fenomeno geologico peculiare è il ''[[vulcanesimo sedimentario]]'' delle [[Riserva naturale integrale Macalube di Aragona|Macalube]], in provincia di Agrigento. Questo raro fenomeno ha creato la cosiddetta collina dei Vulcanelli, un'area brulla, di colore dal biancastro al grigio scuro, popolata da una serie di [[vulcani di fango|vulcanelli di fango]], alti intorno al metro. Il fenomeno è legato alla presenza di terreni [[argilla|argillosi]] poco consistenti, intercalati da livelli di acqua salmastra, che sovrastano bolle di gas [[metano]] sottoposto ad una certa pressione. Il gas, attraverso discontinuità del terreno, affiora in superficie, trascinando con sé sedimenti argillosi ed acqua, che danno luogo ad un cono di fango, la cui sommità è del tutto simile ad un [[cratere vulcanico]]. Il fenomeno assume talora carattere esplosivo, con espulsione di materiale argilloso misto a gas ed acqua scagliato a notevole altezza.<ref>[http://web.tiscalinet.it/legambientesicilia/riserve/riserva_naturale_macalube_di_ara.htm ''Riserva naturale Macalube di Aragona]</ref>
=== Vulcani ===
A causa della sua posizione, la regione e le isole circostanti sono interessate da un'intensa attività vulcanica. I vulcani più importanti sono: [[Etna]], [[Stromboli]] e [[Vulcano (vulcano)|Vulcano]]. Essi hanno la singolarità di appartenere a tre tipologie differenti: eruzioni di lave basaltiche intervallate a periodi di calma il primo; eruzioni continue, e fontane di lava, il secondo, le cui caratteristiche sono state prese come modello tipologico dagli scienziati del settore, che hanno coniato il termine ''Tipo stromboliano'' per designare le attività similari dei vulcani terrestri; infine di tipo esplosivo o ''pliniano'' il terzo, caratterizzato da lunghi periodi di apparente calma ed eruzioni violente.
Infine si ricorda l'attività eruttiva che nell'[[XIX secolo|Ottocento]], nella zona del canale di Sicilia oggi denominata banco di Graham, ha portato alla nascita dell'effimera [[isola Ferdinandea]].
=== Isole minori ===
[[File:MyBlue.jpg|thumb|Tipica via dell'[[isola di Panarea]], con abitazioni in stile mediterraneo]]
{{vedi anche|Isole della Sicilia}}
La Sicilia è una regione totalmente insulare: è costituita, oltre che dall'isola principale, da un insieme di [[Arcipelago|arcipelaghi]] e di [[Isole della Sicilia|isole minori]] che formano circa l'1,11% di tutta la superficie regionale (circa 285,4 km² su 25.711 km² totali). Compresa l'[[isola di Sicilia]], vi sono 19 isole abitate (33.172 abitanti nelle sole isole minori)<ref>{{cita web|url=http://www.demo.istat.it/bilmens2011gen/query1.php?lingua=ita&Pro=84&allrp=2&periodo=5&submit=Tavola|titolo=Dato Istat al 31/08/2011|accesso=24 gennaio 2012}}</ref>.
I principali gruppi di isole del grande arcipelago della Sicilia sono le [[Isole Eolie|Eolie]], le [[Isole Egadi|Egadi]] e le [[Isole Pelagie|Pelagie]]; le [[isole dello Stagnone]] e le [[isole Ciclopi]], invece, costituiscono due piccoli arcipelaghi rispettivamente a ovest e a est dell'isola siciliana, di fronte le coste di [[Marsala]], nel [[Provincia di Trapani|trapanese]], e di [[Aci Castello]], nel [[Provincia di Catania|catanese]].
[[Ustica]] e [[Pantelleria]], nel [[mar Tirreno]] e nel [[canale di Sicilia]], formano due distinti comuni delle [[Provincia di Palermo|province di Palermo]] e Trapani. I centri storici di [[Siracusa]] e [[Augusta (Italia)|Augusta]], nel [[Provincia di Siracusa|siracusano]], sono situati su due isole collegate alla terraferma.
Sono collegate all'arcipelago siciliano, da un punto di vista prettamente geografico, anche le [[isole Calipsee]], formanti la [[Repubblica di Malta]]; al contrario, le Pelagie (in particolare le isole di [[Lampedusa]] e [[Isola di Lampione|Lampione]]) rappresentano un territorio periferico della [[Repubblica Italiana]], trovandosi, geograficamente, nel [[Africa|continente africano]].
=== Rilievi montuosi ===
È una regione prevalentemente [[collina]]re (per il 61,4% del territorio), mentre per il 24,5% è [[montagna|montuosa]] e per il restante 14,1% è [[pianura|pianeggiante]] (la pianura più grande è quella di [[piana di Catania|Catania]]). Il rilievo è vario e, mentre nella Sicilia orientale si può riconoscere nell'[[Appennino siculo]], l'ideale continuazione dell'[[Appennino calabro]], la Sicilia centrale e occidentale ospitano massicci isolati. Si trova nelle [[Madonie]] la seconda vetta più alta dell'isola: il [[pizzo Carbonara]] (1979 metri).
Al [[Sicilia centrale|centro della Sicilia]] vi sono i [[Monti Erei]] su cui si trova, a 948 metri di altezza, la città di [[Enna]]; mentre nella fascia sud-orientale tra la provincia ragusana e quella siracusana troviamo i [[monti Iblei]] la cui cima più alta, il [[monte Lauro]], arriva ad un'altezza di 986 m. Ad ovest sorgono altri monti dall'altezza variabile, come i [[monti Sicani|Sicani]], la cui cima più alta è il [[monte Cammarata]] (1578 metri), e i monti che circondano la [[Conca d'Oro]], la pianura dove, affacciata sul mare, si estende [[Palermo]], città capoluogo di questa regione.
Ad est si erge, visibile dallo [[Stretto di Messina]], nonché dalla cima calabrese dell'[[Aspromonte]], la cima innevata dell'[[Etna]], alto 3.343 metri. Con le sue frequenti eruzioni, l'Etna ha ricoperto il territorio circostante della sua lava nera. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, però, la vicina piana di [[Catania]] non è di origine vulcanica, bensì di origine alluvionale, essendo stata creata dai detriti trasportati nei secoli dai fiumi Dittaino, Gornalunga e Simeto.
{| style="width:100%; background:transparent; font-size:90%"
[[File:Sicily-mountains-map-bjs.jpg|thumb|I gruppi montuosi in Sicilia.]]
| style="background:#e0f0ff; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topleft:12px; -webkit-border-top-left-radius:12px; border-top-left-radius:12px; width:20%; height:30px" | [[File:Help-browser.svg|18px|link=Aiuto:Benvenuto]] [[Aiuto:Benvenuto|Benvenuto]]
{|class="wikitable"
| style="background:#6495ed; color:white; padding:0.5em 0.5em 0.5em 1em; font-size:140%; border:1px solid silver; -moz-border-radius-topright:12px; -webkit-border-top-right-radius:12px; border-top-right-radius:12px; width:80%" | '''Benvenuto/a su Wikipedia, <span style="color:white"><nowiki></nowiki>SterlingPickrell</span>!'''
|+
|- bgcolor=lightgrey
! Gruppo montuoso || Cima più alta || Altezza
|-
| style="background:#e0e6ff; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps ksig-vector.svg|18px|link=Aiuto:Guida essenziale]] [[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]]
| [[Madonie]] || [[Pizzo Carbonara]] || 1.979 m
| rowspan="8" style="background:#fffff0; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomright:12px; -webkit-border-bottom-right-radius:12px; border-bottom-right-radius:12px; padding:0.5em 1em;" |<div style="font-size:105%">Con le tue conoscenze puoi migliorare l'enciclopedia [[Wikipedia:LIBERA|libera]]. Scrivi nuove voci o modifica quelle esistenti, ma non inserire [[Aiuto:Cosa non mettere su Wikipedia|contenuti inadatti]]. '''Il tuo contributo è prezioso'''!<br />
|-
<p style="font-size:105%">Wikipedia ha solo alcune regole inderogabili, <span style="white-space:nowrap">i [[Wikipedia:Cinque pilastri|'''cinque pilastri''']]</span>. Per un primo orientamento, puoi guardare la '''[[:File:Wikipedia_ridotto.ogv|WikiGuida]]''', leggere la '''[[Aiuto:Guida essenziale|Guida essenziale]]''' o consultare la pagina di '''[[Aiuto:Aiuto|aiuto]]'''.</p></div>
| [[Nebrodi]] || [[Monte Soro]] || 1.847 m
|-
| [[Monti Sicani]] || [[Rocca Busambra]] || 1.613 m
|-
| [[Peloritani]] || [[Montagna Grande]] || 1.347 m
|-
| [[Monti di Palermo]] || [[Monte Cuccio]] || 1.050 m
|-
| [[Monti Erei]] || [[Monte Altesina]] || 1.142 m
|-
| [[Monti di Trapani]] || [[Monte Sparagio]] || 1.110 m
|-
| [[Monti Iblei]] || [[Monte Lauro]] || 986 m
|-
|}
Se '''contribuisci a Wikipedia su commissione''' si applicano '''[[Wikipedia:Avvertenze sulla contribuzione su commissione#Le nostre condizioni d'uso|condizioni d'uso particolari]]'''.
=== Coste ===
[[File:Spiaggia Isola dei Conigli.jpg|thumb|300px|La spiaggia dei Conigli a Lampedusa, tra le mete più apprezzate dell'isola]]
Di forma triangolare, la Sicilia ebbe nell'antichità il nome di ''Trinacria'' o [[Triquetra]]. Le coste settentrionali, alte e rocciose, si aprono sul [[Mar Tirreno]] con frequenti ed ampie insenature, come i golfi di [[Castellammare del Golfo]], di [[Palermo]], di [[Termini Imerese]], di [[Patti]], di [[Milazzo]] e molti altri minori che ospitano ampie spiagge coperte di finissima sabbia.
Ricorda di '''non copiare testi né immagini da libri o siti internet poiché <u>NON è consentito inserire materiale protetto da [[Wikipedia:Copyright|copyright]]</u>''' (nel caso sia tu l'autore/autrice, devi seguire [[Wikipedia:Copyright#Se concedi l'uso del materiale presente sul tuo sito o su altre fonti|l'apposita procedura]]), e di scrivere seguendo un '''[[Wikipedia:Punto di vista neutrale|punto di vista neutrale]]''', citando le '''[[WP:FONTI|fonti]]''' utilizzate.
Ad est la costa ionica è più varia; strette spiagge di ghiaia fin quasi a [[Taormina]] e fra la foce del [[fiume Alcantara]] e [[Riposto]]; frastagliata verso [[sud]], con insenature e [[Baia|baie]] come quella di [[Giardini Naxos]]; laviche come ad [[Acireale]], e di aspre scogliere [[basalto|basaltiche]] fino a [[Catania]]. L'ampio [[golfo di Catania]] presenta una spiaggia di [[sabbia]] dorata, ma al suo termine la costa riprende ad essere [[roccia|rocciosa]] con una serie di [[fiordo|fiordi]] tra cui quello di [[Brucoli]]. Quindi l'ampia baia di [[Augusta (Italia)|Augusta]], che ospita il più grande [[porto]] commerciale della Sicilia, e il golfo di Siracusa nel quale la costa riprende ad essere [[sabbia|sabbiosa]] fino quasi a [[Capo Passero]]. Il litorale meridionale - di fronte all'[[Africa]] - è generalmente sabbioso ed uniforme nella parte centrale formata dal golfo più vasto della regione, il [[golfo di Gela]], mentre si presenta più vario nel [[Provincia di Ragusa|ragusano]] e nel tratto [[Provincia di Agrigento|agrigentino]] e [[Provincia di Trapani|trapanese]].
<div align="center" style="font-size:130%">Buon lavoro e buon divertimento da parte di tutti i wikipediani!</div>
=== Fiumi e laghi ===
I [[fiume|fiumi]] siciliani sono tutti di portata ed estensione limitata. Quelli [[appennini]]ci a nord vengono chiamati ''[[fiumara (idrografia)|fiumare]]'', e sono a carattere [[torrente|torrentizio]] in quanto d'estate sono quasi perennemente in secca. Gli unici corsi d'acqua che raggiungono delle dimensioni apprezzabili sono l'[[Imera Meridionale]], il più lungo dell'isola, e il [[Simeto]], quello con il [[bacino idrografico]] più ampio. Sfociano nel [[Mar Ionio]] il [[Simeto]], l'[[Alcantara (fiume)|Alcantara]], l'[[Agrò (torrente)|Agrò]], il [[Ciane]] e l'[[Anapo]], nel [[Mar Tirreno]] l'[[Imera Settentrionale]] e il [[Torto (fiume)|Torto]], mentre nel canale di Sicilia il [[Platani]], l'[[Imera Meridionale]] (o Salso) e il [[Belice]].
<div style="margin:0; padding:0; font-size:105%">
Per quanto riguarda i [[lago|laghi]] naturali, fatto salvo il [[Lago Pergusa|Lago di Pergusa]] e quello semi-artificiale del [[Lago di Lentini|Lago Biviere di Lentini]], la Sicilia ne è praticamente priva. Il lago di Pergusa, di origine paleovulcanica, è celebre per gli antichissimi miti e leggende che lo riguardano e per la [[fauna]] e per la [[flora]] che lo circonda; tutt'intorno ad esso corre un [[autodromo di Pergusa|autodromo]], in passato sede di un Gran Premio di [[Formula 3000]]. Il lago è ormai a rischio di prosciugamento, non avendo [[immissario|immissari]], a causa del costante prelievo di acqua per uso civile. La costruzione di [[diga|dighe]] ha creato grandi invasi artificiali, come il [[lago dell'Ancipa]] e il [[lago Pozzillo]] (il maggiore dell'isola). Vanno ricordati anche il [[lago Arancio]], il [[lago di Piana degli Albanesi]] e il [[lago di Ogliastro]].
{{Cassetto inizio
[[File:Papiro-Ciane.jpg|thumb|Il papiro del fiume Ciane]]
|titolo = Altre informazioni
{|class="wikitable"
|+
|- bgcolor=lightgrey
! Fiume || Lungh. || Prov.
|-
| [[Imera meridionale]] || 144 km || AG - CL - EN - PA
|-
| [[Simeto]] || 113 km || CT - ME
|-
| [[Belice]] || 107 km || AG - PA - TP
|-
| [[Dittaino (fiume)|Dittaino]] || 105 km || EN - CT
|-
| [[Platani]] || 103 km || AG - CL - PA
|-
| [[Gornalunga]] || 81 km || CT - EN - SR
|-
| [[Gela (fiume)|Gela]] || 74 km || CL - EN
|-
| [[Salso Cimarosa]] || 72 km || EN
|-
| [[Torto (fiume)|Torto]] || 58 km || PA
|-
| [[Irminio]] || 57 km || RG
|-
|}
=== Clima ===
[[File:2009-03-22 03-29 Sizilien 551 Aetna.jpg|thumb|left|L'Etna, il più alto vulcano attivo d'Europa]]Il [[clima]] della Sicilia è generalmente [[clima mediterraneo|mediterraneo]], con estati calde ed inverni miti e piovosi, con stagioni intermedie molto mutevoli. Sulle coste, soprattutto quella sud-occidentale, il clima risente maggiormente delle correnti africane per cui le [[estate|estati]] possono essere torride.
Contrariamente ai luoghi comuni che vedono la Sicilia come isola del caldo anche invernale, soprattutto lungo la costa tirrenica e nelle zone interne, gli inverni possono essere anche rigidi e tipici del [[clima continentale]].
La [[neve]] cade abbondante al di sopra dei 900-1000 metri, ma le eventuali ondate fredde possono facilmente portarla in collina e persino nelle città costiere (quest'ultimo fenomeno è più comune a [[Messina]]). I monti interni, in particolare Nebrodi e Madonie e l'Etna godono di un clima pienamente [[clima alpino|alpino]]. Sulla vetta del vulcano non è infrequente vedere nevicate anche a Luglio, quando la temperatura si abbassa per le consuete correnti atlantiche che battono l'isola a fine Luglio, inizio Agosto. Nelle neviere collinari e montane la neve si mantiene bene fino a giugno e molti paesi convivono con un clima tutt'altro che mite.
Per contro, soprattutto d'estate non è raro che ci sia lo [[scirocco]], il [[vento]] proveniente dal [[Sahara]]. La piovosità è scarsa, e l'acqua si rivela deficitaria in alcune province dove possono accadere talvolta [[crisi idrica|crisi idriche]]. Questa tabella riassume i dati raccolti da tre [[meteorologia|stazioni meteorologiche]] esemplificative presenti in Sicilia:<ref>''Calendario atlante De Agostini 2004''. Novara, Istituto geografico De Agostini, 2003. I dati sono riferiti al 2000.</ref>
{| ! class="wikitable" style="margin:auto;clear:both;text-align:center;"
|-style="background:#ffff99;"
| '''Stazione<br />meteorologica''' || '''[[Altitudine]] (m)''' || '''[[Temperatura]] media annua (°C)''' || '''Temperatura media estiva (°C)''' || '''Temperatura media invernale (°C)''' || '''Precipitazioni annue (mm)''' || '''Giorni di pioggia annui'''
|-
! Enna
| 964 || 15,6 || 28,4 || 4 || 358 || 69
|-
! Messina
| 54 || 18,2 || 30,5 || 11,5 || 709 || 109
|-
!Trapani-Birgi
| 14 || 18,9 || 30,5 || 9,7 || 446 || 88
|}
== Storia ==
{{vedi anche|Storia della Sicilia}}
=== Preistoria ===
{{vedi anche|Preistoria della Sicilia}}
Le più antiche tracce umane rinvenute nell'isola si ritiene risalgano al [[XIII millennio a.C.]]. Secondo lo schema del Laplace all'epigravettiano antico risalgirebbe un complesso scavato agli inizi del [[XX secolo]] nei pressi di [[Canicattini Bagni]], alcuni ritrovamenti nell'entroterra siracusano e nella grotta Niscemi nel palermitano. In questa le pareti presentano incisioni rupestri zoomorfe. Al cosiddetto epigravettiano evoluto, la grotta di Cala dei Genovesi a Levanzo e il riparo di San Corrado nell'entroterra siracusano. All'epigravettiano finale, la grotta di San Teodoro Acquedolci, la grotta Corruggi (presso Pachino), la [[grotta Mangiapane]] e il riparo del Castello di Termini Imerese<ref>''Les subdivisions du Leptolithique italien. Étude de typologie analityque'', BPI, LXXIII, 1964, pp. 25 sgg.</ref>.
La presenza umana nell'area palermitana è attestata sin dall'epoca preistorica dai graffiti e dalle pitture rupestri delle [[grotte dell'Addaura]]: figure danzanti in un rito magico propiziatorio, forse "sciamani" di un popolo non identificato che abitò l'isola.
La [[grotta del Genovese]], nell'[[isola di Levanzo]] fu abitata dall'uomo tra i 10.000 e i 6.000 anni prima di Cristo. Altre grotte dell'isola, dei Porci, di Cala Tramontana, di Punta Capperi hanno fornito materiale risalente al paleolitico superiore. L'[[Stratigrafia (archeologia)|analisi stratigrafica]] al [[Metodo del carbonio-14|carbonio-14]] ha indicato l'anno 9230 a.C. ([[epigravettiano]] evoluto): la presenza nella sequenza stratigrafica di un frammento calcareo di notevoli dimensioni, con un bovide inciso, di stile del tutto affine alle raffigurazioni parietali sulle pareti, ha permesso di ottenere questa datazione assoluta<ref>Sebastiano Tusa, ''La Sicilia nella preistoria'' [1983], Sellerio, Palermo, 1999, p. 106.</ref>. La [[grotta dell'Uzzo]] all'interno della [[Riserva naturale orientata dello Zingaro]] presenta analoghe tracce di insediamento.
Scavi a Lipari hanno prodotto testimonianze stratificate delle civiltà che dal [[Neolitico]] (VI millennio a.C.) in poi hanno colonizzato l'isola. Lipari era un centro di produzione di [[ossidiana]] e di [[ceramica|ceramiche]]. Significative le rovine di un villaggio neolitico sul promontorio di Capo Graziano a [[Filicudi]].
Non è tuttavia ancora chiara l'identità o la provenienza dei primi abitanti dell'isola.
=== Età antica ===
Il capoluogo siciliano fu fondato come città-porto dai coloni Fenici di Tiro (l'odierno Libano) intorno al 734 a.C. Come luogo d'insediamento scelsero un promontorio di roccia prospiciente il mare contornato da due fiumi che corrisponde alla zona attualmente occupata dalla cattedrale di Palermo e dalla villa Bonanno.
[[File:Agrigent BW 2012-10-07 13-09-13.jpg|thumb|upright=1.3|left|Il Tempio della Concordia ad Agrigento]]
==== Epoca greca ====
{{vedi anche|Storia della Sicilia greca}}
[[File:Segesta-Teatre-7527panoramic2.jpg|thumb|upright=1.4|Il [[teatro di Segesta]]]]
La Sicilia entra nell'[[Storia|età storica]] con la [[colonizzazione greca]], che inizia con la fondazione di [[Naxos]] per opera dei [[Calcide]]si e di [[Siracusa]] per opera dei [[Corinti]], verso la metà dell'VIII secolo a.C.; sempre i Calcidesi, ma in data imprecisata, fondarono [[Zancle]]. Naxos, a sua volta fondò [[Katane]] e [[Leontinoi]] e i [[Megara (città)|greci megaresi]] fondarono [[Megara Hyblaea]]. Nella prima metà dell'VII secolo a.C. sorsero [[Ghelas]] per opera dei [[rodi]]o-[[Creta|cretesi]] ed poi [[Akrai]] ed [[Eloro]] per opera dei siracusani. [[Selinunte]] per opera dei [[Megara Hyblaea|megaresi di Sicilia]] ed [[Himera]], opera dei [[calcide]]si-[[zancle]]i, sorsero a metà del VII secolo. Al principio del VI secolo [[Akragas]] fu fondata dai gelesi mentre i siracusani fondarono [[Kamarina]]. Verso la metà del [[VI secolo a.C.]] greci di origine [[calcide]]se giunsero a [[Morgantina]]. Già prima dei [[Greci]] giunsero sull'isola i [[Fenici]]. Nel secolo VI la costa occidentale dell'isola apparteneva ai [[Cartagine]]si, fondatori di [[Panormo|Zyz]], [[Mozia]] e di [[Solunto]] mentre le città di [[Eryx]] e [[Segesta]] furono fondate dagli [[Elimi]].
La civiltà dei discendenti dei Greci stabilitisi in Sicilia ([[Sicelioti]]) è analoga a quella della [[Grecia antica|Grecia]] propriamente detta. La loro entità politica è la "[[polis]]", la città-stato; anche quando si formano stati più vasti, questi sono pur sempre aggregati ad essa. Non pare che nelle città siceliote (come neppure in quelle [[Italiote]]) vi sia stata mai la monarchia, sebbene prerogative monarchiche ebbero alcuni tiranni sicelioti. L'aristocrazia fondiaria mantenne generalmente il potere fino alla metà del secolo VI; gareggiò poi con essa la plutocrazia industriale e commerciale. Successivamente al periodo di egemonia aristocratica si ha la lotta tra l'aristocrazia e il popolo, mirante quest'ultimo ad ottenere l'uguaglianza dinanzi alla legge (donde le legislazioni attribuite a personaggi leggendari, tra i quali [[Caronda]]) e la partecipazione ai diritti politici. L'opposizione all'aristocrazia favorì, come in Grecia, il sorgere dei tiranni, che intorno al 500 a.C. salirono al potere in quasi tutte le città siceliote.
[[File:Sicilia Citta' V sec.jpg|thumb|Le città della Sicilia Sud-orientale nel V secolo a.C.]]
La Sicilia fu, al pari della [[Magna Grecia]], un centro di cultura greca: si ricordano [[Archimede]], [[Caronda]], [[Empedocle]], [[Epicarmo]], [[Gorgia]], [[Sofrone di Siracusa|Sofrone]] e [[Stesicoro]]. Splendida fu la fioritura artistica, specialmente nell'architettura religiosa. Tra la fine del secolo VII e il principio del VI sorsero i primi templi, ad esempio, a [[Siracusa]] e [[Agrigento]]; nel corso del [[VI secolo a.C.|VI secolo]] si ebbero le grandi costruzioni dei templi dorici. Con le costruzioni architettoniche si sviluppò la decorazione scultorea: famose sono le [[metopa|metope]] di Selinunte. Di grande valore artistico sono anche le monete delle città siceliote.
[[File:Selinunte - tempio C.jpg|thumb|Il [[Tempio C (Selinunte)|tempio C]] di Selinunte]]
[[File:Mozia Ingresso Cothon.jpg|thumb|left|Ricostruzione dell'ingresso del [[kothon]] di [[Mozia]], isola fenicia]]
Al primo posto per importanza politica in Sicilia fu Siracusa, che divenne antesignana nella lotta con Cartaginesi ed [[Etruschi]]. La sua ascesa risale al principio del [[V secolo a.C.|V secolo]] sotto il tiranno [[Gelone]], vincitore ad [[Battaglia di Imera (480 a.C.)|Imera]] (circa 480) dei Cartaginesi, mentre il fratello e successore [[Gerone I|Gerone]] sconfisse gli Etruschi a [[Cuma]] per mare (474). Dopo la sua morte si ebbe a Siracusa una rivoluzione in senso democratico, che provocò il ristabilimento dell'indipendenza delle città siciliane assoggettate dai tiranni siracusani. Siracusa tuttavia proseguì la sua attività marittima fin nell'Italia centrale. Si ebbe in Sicilia un tentativo dei Siculi di liberarsi dal dominio greco e di costituire un regno proprio sotto [[Ducezio]], che sollevò un vasto movimento di rivolta nazionalistica, una vera e propria lega sicula, tentativo che finì per fallire (460-440). Nella seconda metà del V secolo [[Atene]] venne a contrastare la potenza della dorica Siracusa, ma la grande spedizione ateniese del 415-413 a.C. finì in un disastro. Di quest'indebolimento dei Greci approfittò [[Cartagine]] per una ripresa in Sicilia, occupando nel 409 a.C. [[Selinunte]] e nel 405 a.C. [[Agrigento]]. Siracusa venne alla riscossa sotto il tiranno [[Dionisio I di Siracusa|Dionigi il Vecchio]], che però non spinse a fondo la guerra contro i Cartaginesi perché impegnato nella sottomissione delle città siceliote e nei tentativi espansionistici in Italia, ove si spinse fin nell'[[Mare Adriatico|Adriatico]] superiore. Dopo la sua morte si ebbe a Siracusa un lungo periodo di sconvolgimenti, terminato nel 343 con il ristabilimento della libertà per opera di [[Timoleonte]], il quale vinse i Cartaginesi, promosse la liberazione delle città siceliote e la loro alleanza.
Siracusa riprese la politica egemonica intorno al 316 a.C. per opera del tiranno [[Agatocle]], che sottomise le altre città greche, assunse il titolo di re (305) e combatté contro [[Cartagine]]. Morto lui (289) Siracusa tornò in libertà. Premuta nuovamente da Cartaginesi, essa, assieme ad [[Agrigento]], invitò [[Pirro]] re dell'[[Epiro]] che era venuto in Italia su chiamata di [[Taranto]], a combattere i [[Storia romana|Romani]]. Pirro passò in Sicilia e ottenne successi; ma la discordia insorse tra lui e i suoi alleati ed egli allora fece ritorno sul continente. I Cartaginesi ristabilirono la loro potenza sull'isola, mentre Siracusa doveva difendersi dai [[Mamertini]], mercenari campani impadronitisi di Messina. Durante la guerra contro di essi si ebbe la costituzione a Siracusa della nuova tirannia di [[Gerone II]] (270) e l'intervento dei Romani, chiamati dai Mamertini. Di qui l'inizio della [[prima guerra romano-punica]].
==== Epoca romana ====
{{vedi anche|Sicilia (provincia romana)}}
[[File:Taormina 2008 IMG 1621.jpg|thumb|Il [[teatro greco-romano di Taormina]]]]
A seguito della [[prima guerra romano-punica]] ([[264 a.C.|264]]-[[241 a.C.]]) l'isola fu assoggettata a [[Roma antica|Roma]], che dopo la vittoria di [[Aulo Manlio Torquato Attico|Torquato Attico]] e [[Gaio Lutazio Catulo|Catulo]] sulle truppe cartaginesi di [[Annone (generale)|Annone]] nella [[battaglia delle Isole Egadi]], ne fece la sua prima provincia Romana: una parte del territorio venne considerato ''[[ager publicus]]'' mentre il resto fu sottoposto a tributo. Vi si mantennero tuttavia, o vi si formarono, città federate (fra cui [[Siracusa]], che mantenne per alcuni decenni una limitata autonomia) e municipi romani. Per quanto concerne l'ambito economico-produttivo il territorio siciliano fu coltivato estensivamente a frumento per approvvigionare Roma, al punto tale da definire le Sicilia stessa il ''granaio di Roma''.
[[File:Casale Bikini.jpg|thumb|left|Il mosaico delle ''fanciulle in bikini'' alla [[villa del Casale]] di [[Piazza Armerina]]]]
Durante la [[seconda guerra romano-punica]] ([[218 a.C.|218]]-[[202 a.C.]]) vi furono ribellioni siceliote contro i Romani, principalmente ad [[Agrigento]] e [[Siracusa]]. Celebre fu il lungo assedio che quest'ultima subì da parte dell'esercito romano, che culminò nel [[212 a.C.]] con l'espugnazione e il saccheggio della città. Le misure repressive che vennero adottate da parte dei vincitori recarono un grave colpo alla Sicilia. [[Siracusa]] divenne una città tributaria, mentre l'intera popolazione di [[Agrigento]] fu ridotta in schiavitù, venduta e sostituita da siciliani provenienti da zone rimaste fedeli a Roma. Le confische di beni e territori portarono allo sviluppo del [[latifondo]] e a una stagnazione della popolazione isolana, costituita in gran parte da schiavi che diedero vita alle [[guerre servili]]. Fra queste ultime rivestì una certa importanza quella scoppiata nel [[138 a.C.]], in cui emerse anche un risveglio di sentimenti d'indipendenza da parte di alcuni centri abitati dell'isola. La rivolta fu capeggiata dallo schiavo [[Euno]], una volta proclamato re arrivò a contare un esercito di 200.000 Siciliani, la rivolta venne successivamente soffocata dal [[Console (storia romana)|console]] [[Consoli repubblicani romani|Publio Rupilio]]. La feracità dell'isola fece di essa, fin da tarda età repubblicana, una delle regioni cereagricole più importanti del mondo romano. Dopo la morte di [[Giulio Cesare]], la Sicilia fu governata, per alcuni anni, insieme alla [[Sardegna]], da [[Sesto Pompeo]]. In età augustea si moltiplicarono gli stanziamenti dei veterani e dei coloni romani che favorirono il processo di latinizzazione di gran parte dell'isola. Essa, tuttavia, nell'ordinamento delle regioni augustee, era considerata come non facente parte dell'Italia. La concessione generale della cittadinanza romana fatta a suo tempo da [[Marco Antonio]] non fu tuttavia mantenuta da [[Augusto]], il quale però assegnò alle principali città lo ''status'' di municipio romano o di colonia latina.
La Sicilia godette di un relativo benessere fino ad epoca [[Imperatori adottivi|Antonina]], ma nel [[Crisi del III secolo|III secolo]] partecipò al generale processo di decadenza economica e politica dell'Impero. Con il nuovo ordinamento amministrativo ideato da [[Diocleziano]] ([[Italia (diocesi)|Diocesi d'Italia]]) e mantenuto in massima parte dagli imperatori successivi, la Sicilia, con la [[Sardegna]] e la [[Corsica]], venne unita amministrativamente all'Italia. All'effimera ripresa culturale ed economica dell'Impero durante il [[IV secolo]] l'isola non restò probabilmente estranea: di quest'epoca è la celebre villa romana del Casale di [[Piazza Armerina]], che con i suoi 3.500 m² di mosaici.<ref>Ranuccio Bianchi Bandinelli, ''Roma, La Fine dell'Arte Antica, dal II secolo d.C. alla fine dell'Impero'', Corriere della Sera e Rizzoli libri illustrati, Milano, 2005, p. 250</ref> costituisce uno dei più superbi esempi di arte romana tardoantica. Attorno alla metà del [[V secolo]] i [[Vandali]] di [[Genserico]], stabilitisi in [[Africa]], s'impadronirono dell'isola.
=== Età medievale ===
{{vedi anche|Incastellamento in Sicilia nell'Alto Medioevo}}
==== Epoca gotica e bizantina ====
{{vedi anche|Storia della Sicilia erulo-ostrogota|Storia della Sicilia bizantina|Sikelia}}
[[File:Rotari's Italy.svg|thumb|left|Nel [[662]], sotto il regno di [[Costante II]].]]
Alla [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], [[Odoacre]] ne ottenne la restituzione da [[Genserico]] dietro pagamento di tributo. Nel [[493]] [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli Ostrogoti, ne conservò il possesso senza più pagare il tributo. I [[Goti]] non fecero stanziamenti in Sicilia, rimanendo effettivamente nel dominio dei [[latifondisti]] romani (fra cui principale il [[vescovo di Roma]]) e questo facilitò la sua immediata adesione al generale imperiale [[Belisario]] quando vi sbarcò nel [[535]] d.C. iniziando la riconquista della penisola. L'isola rimase per tre secoli sotto la dominazione bizantina senza far parte né della [[Prefettura del pretorio d'Italia|circoscrizione italiana]], né di quella [[Prefettura del pretorio d'Africa|africana]], in dipendenza diretta da [[Costantinopoli]], come una specie di demanio imperiale. È nota la grandissima influenza che continuò ad avervi la [[chiesa cattolica|chiesa romana]], che possedeva numerosi possedimenti amministrati da rettori inviati direttamente dal [[Papa]]. Durante la dominazione Bizantina la Sicilia dovette subire una pesante tassazione che impoverì la popolazione. Il [[Papa Gregorio Magno]] in una lettera del [[595]] destinata all'Imperatrice Costantina scrive:<ref>{{cita|Tommaso Fazello|p. 318.}}</ref>
{{Citazione|[...] In Sicilia un certo archivista della marina, per nome Stefano, accusato viene qual autore di molte e scellerate vessazioni. Egli s'impadronisce dei beni di ciascuno, piantando degli standardi sopra tutti i terreni e sopra tutte le case<ref>Gli esattori bizantini erano soliti piantare standardi nei terreni che secondo loro appartenevano all'erario per confiscarli. Fonte: {{cita|Tommaso Fazello|p. 318}}</ref>, senza cognizione di causa[...]. Fatene dunque [...] su tosto consapevole l'imperator vostro sposo, perché tolga via dalla sua anima un sì grande e grave peso di colpa dal suo impero e dai figli suoi. Lo so ch'egli dirà che quel che si ritrae da queste isole, è impiegato nelle spese delle armate per loro difesa; ma si è questo forse il motivo del poco profitto ch'elle ricavano da tali riscossioni, essendo tolte altrui non senza mescolanza di colpa. [...]|Lettera di Papa Gregorio Magno all'Imperatrice Costantina.}}
[[File:Cuba santa domenica castiglione.jpg|thumb|Cuba di Santa Domenica ([[Castiglione di Sicilia]]).]]
Nel VII secolo, iniziarono le incursioni musulmane dall'[[Africa]], che reputavano la Sicilia come punto strategico da dove si poteva controllare tutto il [[mar Mediterraneo]]. Verso la fine del VII secolo, la Sicilia sotto il regno di Giustiniano II, divenne un [[themata]] ([[Sikelia]]) dell'Impero Bizantino<ref>Adele Cilento, Bisanzio in Sicilia e nel sud dell'Italia, Magnus Edizioni SpA, Udine, 2005, ISBN 88-7057-196-3, p. 45</ref>. La successiva disgregazione dell'Impero bizantino e la sua debolezza, alimentarono un forte malcontento in Sicilia, così tra il [[663]] e il [[668]] l'imperatore d'Oriente [[Costante II]] trasferì la capitale dell'impero da [[Costantinopoli]] a [[Siracusa]], ma, anziché portare benefici alla Sicilia e all'Impero, causò una lunga guerra tra le due città e l'indipendenza del [[thema]] di [[Sikelia]]. Il [[turmarca]] della flotta siculo-bizantina [[Eufemio di Messina]], che aveva dichiarato l'indipendenza da Costantinopoli nell'[[823]], venne cacciato dai nobili locali e sconfitto duramente dai Bizantini sotto la guida di Fotino, e costretto fuggì in [[Ifriqiya]] (all'incirca l'attuale [[Tunisia]]). Li Eufemio trovò rifugio presso l'[[Emirato|emiro]] [[Aghlabidi|aghlabide]] di [[Qayrawan|Qayrawān]], [[Ziyadat Allah I]], cui chiese aiuti per realizzare uno sbarco in Sicilia e cacciare gli odiati bizantini, i musulmani, che forse avevano già progettato un'invasione delle Sicilia, prepararono una flotta di 70 navi, chiamando al ''[[jihad|jihād]]'' marittimo il maggior numero di volontari. Eufemio assassinato a [[Enna|Castrogiovanni]] durante l'assedio dell'[[828]]-[[829]], verrà considerato come l'uomo che [[Conquista islamica della Sicilia|causò l'invasione islamica della Sicilia]] e l'inizio dei due secoli della loro dominazione sull'isola.
==== Epoca islamica ====
{{Vedi anche|Storia della Sicilia islamica|Storia dell'Islam nell'Italia medievale}}
[[File:San Giovanni degli Eremiti.jpg|thumb|left|Le cupole rosse di gusto islamico della [[chiesa di San Giovanni degli Eremiti]], Palermo]]
L'occupazione stabile dell'isola da parte dei [[musulmani]] ebbe inizio però solo con lo sbarco nell'827 a [[Mazara del Vallo]]. La conquista proseguì lentamente: nell'831 fu presa [[Palermo]], nell'843 Messina, nell'859 [[Enna|Castrogiovanni]]. Rimase ancora ai Bizantini (ma forse è meglio dire in stato di semi-anarchia, dato che le flotte bizantine lasciarono la Sicilia abbandonata a se stessa) una striscia ad oriente con [[Siracusa]], che cadde solo nell'878, e [[Taormina]], che resse ancora fino al 902. L'occupazione islamica della Sicilia e dei suoi arcipelaghi terminò con Rometta nel 965. Vari fattori assicurarono per secoli il dominio dei musulmani in Sicilia: l'efficienza del loro sistema amministrativo, fiscale ed economico (con la dissoluzione del [[latifondo]] e la facilità dei rapporti commerciali con il più avanzato e contiguo mondo [[nordafrica]]no in particolare e [[islam]]ico in genere), la forza delle strutture militari (che godevano tra l'altro della prossimità degli stanziamenti musulmani nell'Italia meridionale), la divisione politica delle potenze italiche e l'impotenza dei vari sovrani cristiani.
==== Epoca normanna ====
{{vedi anche|Regno di Sicilia|Re di Sicilia|Storia della Sicilia normanna}}
Furono invece i [[Normanni]] stabilitisi nel Mezzogiorno che, prima ancora di compiere la conquista del continente, concentrarono i propri sforzi per cacciare dall'isola i musulmani, forti del ''placet'' papalino. [[Ruggero I]] d'Altavilla iniziò l'impresa nel 1060 e la compì nel 1091 tenendo la Sicilia col titolo comitale come feudo di [[Roberto il Guiscardo]]. A lui succedette [[Ruggero II]], che alla Sicilia riunì il Mezzogiorno continentale ed ebbe nel 1130 dall'[[antipapa Anacleto II]], e poi nel 1139 da [[Innocenzo II]], la corona di Sicilia come feudo della Santa Sede. Scelse come sede reale, la cittadina di [[Cefalù]], dove fece erigere nel 1131 la Basilica Cattedrale come suo mausoleo. Gli successe il figlio [[Guglielmo il Malo]] (1154-1166), cosiddetto per la durezza con cui egli, o piuttosto il suo potente ministro, l'ammiraglio [[Maione di Bari]], represse le rivolte dei grandi, specialmente di [[Puglia]]. Questi si erano rivolti a [[Federico Barbarossa]] e all'imperatore bizantino [[Manuele I Comneno]]. Le milizie bizantine sbarcarono in Puglia, {{chiarire|occupando [[Brindisi]] e [[Trani]] e posero l'assedio a Brindisi (1156)}}. Andarono però perdute le conquiste di [[Ruggero II]].
[[File:Castello Ursino (2761235338).jpg|thumb|left|Il [[Castello Ursino]] di Catania, voluto da [[Federico II di Svevia]], fu edificato fra il [[1239]] e il [[1250]]]]
[[File:Sicilia Monreale2 tango7174.jpg|thumb|L'abside del [[Duomo di Monreale]]; domina l'immagine del Cristo Pantocratore]]
Successo a Guglielmo I il secondogenito [[Guglielmo il Buono]] (1166-1189), il regno si andò pacificando. Nella contesa tra il papato e i comuni da una parte e il Barbarossa dall'altra, Guglielmo II stette con i primi per difendersi dalle mire imperiali. Dopo [[Legnano]] egli concluse a [[Venezia]], al pari dei comuni lombardi, una tregua con il Barbarossa (1177) e la [[Pace di Costanza|pace a Costanza]] (1183).
Il che favorì un'intesa fra impero tedesco e regno normanno: Guglielmo II fidanzò l'unico discendente legittimo della dinastia, [[Costanza I di Sicilia|Costanza d'Altavilla]], figlia di Ruggero II, con il figlio dell'imperatore Enrico (1184). Il matrimonio fu celebrato a [[Milano]] nel gennaio 1186.
Morto Guglielmo II, contro [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]] si levò un forte partito che gli oppose un rampollo illegittimo della casa normanna, [[Tancredi di Sicilia|Tancredi]], conte di [[Lecce]], che fu riconosciuto da [[papa Clemente III]]. Una prima spedizione di Enrico VI (1191) non riuscì nella conquista del regno; una seconda, avvenuta dopo la morte di Tancredi (febbraio 1194), portò al successo, e alla fine del 1194 Enrico fu incoronato [[Re di Sicilia]] a Palermo. Tentativi di rivolta furono da lui ferocemente repressi. Egli intendeva fare del regno una base per una grande spedizione contro l'[[Impero bizantino]], ma la morte sopraggiunse improvvisamente a Messina nel settembre 1197.
La [[storia della Sicilia]] sotto suo figlio, [[Federico II di Svevia|Federico II]], detto ''[[stupor mundi]]'', il quale procedette ad un riordinamento generale del regno, è narrata nella voce relativa; e il seguito di essa in quella su [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]]. Caduto questi a [[Benevento]] (1266), [[Carlo I d'Angiò]], al quale il pontefice aveva trasmesso il regno, ne rimase padrone; e vana riuscì la spedizione di [[Corradino di Svevia]] (1268), che venne decapitato a [[Napoli]].
==== Epoca angioina ====
La Sicilia fu particolarmente malcontenta del governo angioino, innanzitutto per il suo fiscalismo. Alcune parziali sollevazioni in favore di Corradino vennero ferocemente domate con lo sterminio d'intere cittadinanze, e molti nobili furono spogliati per dare i loro beni ai francesi. Inoltre la Sicilia si sentiva posposta a [[Napoli]], ove Carlo aveva la sua sede. Il popolo era malcontento anche per il modo licenzioso con cui i francesi trattavano le donne siciliane: malcontento che scoppiò nell'insurrezione dei [[Vespri Siciliani]], iniziata il 31 marzo 1282, cui seguirono l'intervento di [[Pietro III d'Aragona]] acclamato re di Sicilia e la guerra cosiddetta del Vespro fra [[Angioini]] e [[Corona d'Aragona|Aragonesi]].
==== Epoca aragonese ====
{{vedi anche|Regno di Trinacria}}
[[File:Portalearabonormanno1.jpg|thumb|[[Chiesa madre chiaramontana|Portale arabo-normanno]] di [[Bivona]], prima città siciliana ad essere divenuta [[Ducato di Bivona|ducato]] ([[1554]])]]
[[File:Savoca Castello di Pentefur.JPG|thumb|Le rovine del [[Castello di Pentefur]] che dominano l'abitato di [[Savoca]]]]
Con la pace di [[Caltabellotta]] (1302) la Sicilia rimase a [[Federico III di Sicilia|Federico III di Aragona]] col titolo di re di Trinacria. Alla sua morte l'isola avrebbe dovuto tornare agli Angioini; invece Federico fece riconoscere per successore il figlio Pietro. Di qui una lunga guerra fra i due regni che fu inconcludente e assai dannosa, con incursioni reciproche e sbarchi sulle coste e con la legislazione e l'appoggio dato a re Roberto; a Pietro successe Luigi (1342-1355). Sotto di lui e il suo successore [[Federico III di Aragona|Federico III]], [[Giovanna I di Napoli]] e il marito [[Luigi di Taranto]] intervennero, chiamati da molti signori, ricevettero a Messina (1356) l'omaggio dei sudditi siciliani e per qualche tempo furono nella maggior parte dell'isola. Ben presto però Federico riprese il sopravvento; e nel 1372 fu conclusa la pace, per la quale la Sicilia rimaneva alla casa cadetta aragonese come del papa.
L'isola rimarrà indipendente e con una propria dinastia regale fino al 1410 circa.
Morto Federico III nel 1377, la successione della figlia Maria non venne riconosciuta da [[Pietro IV d'Aragona]] del ramo principale, che cedette i suoi diritti sulla Sicilia al secondogenito [[Martino il Vecchio]], il quale li trasmise al figlio [[Martino il Giovane]]. L'isola si divise in fazione aragonese e siciliana, quest'ultima dominata dai potentissimi baroni [[Chiaramonte]]. La regina Maria fu fatta prigioniera dalla fazione aragonese, condotta in [[Spagna]] e maritata a Martino il Giovane, e questi venne coronato a Palermo (1392). Pure la guerra civile continuò sin verso la fine del secolo. Morti Maria (1402) e Martino il Giovane (1409), Martino il Vecchio re d'Aragona si dichiarò erede del [[Regno di Trinacria]]; ma, morto anche lui quasi subito dopo (1410) ed estintasi la casa d'[[Aragona]], seguì un periodo d'interregno e confusione, finché i siciliani, al pari degli Aragonesi, riconobbero il figliolo della sorella di Martino il Vecchio, [[Ferdinando di Castiglia]], venendo così a riunire i due regni di Aragona e di Sicilia con l'isola che perdette l'indipendenza.
In Sicilia i primi re aragonesi emanarono molte costituzioni per difendere i diritti popolari dagli abusi feudali e fiscali, e costituirono definitivamente l'istituto del parlamento, un'assemblea d'origine normanna composta di nobili, clero e deputati delle città regie (cioè non feudali), cui fu riservato il diritto di deliberare pace e guerra, di votare le imposte, di censurare i pubblici ufficiali. I re per tener a freno la nobiltà favorirono anche le libertà municipali; ma, nonostante tutto questo, i feudatari acquistarono un potere preponderante a danno dell'autorità regia e dei comuni. Tutto ciò portò l'isola ad una profonda decadenza. Da questi eventi e dalle loro ripercussioni in Sicilia si favorì la ripopolazione e la costruzione di nuovi centri abitati, anche da colonie non siciliane.
[[File:Castello di Modica.JPG|thumb|left|Il [[castello di Modica]]]]
[[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]] re di Sicilia, figlio di [[Ferdinando di Castiglia]], acquistò anche [[Napoli]] nel 1442. Ma alla sua morte (1458) la riunione ebbe termine, perché la Sicilia passò con l'[[Aragona]] al fratello [[Giovanni II d'Aragona]], mentre Napoli fu lasciata da Alfonso, come acquisto personale, al figlio naturale legittimato, [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]].
=== Età moderna ===
Con [[Ferdinando II di Aragona|Ferdinando il Cattolico]] figlio di Giovanni, [[re di Aragona]] e di [[re di Sicilia|Sicilia]], che condivise con Isabella il governo dei [[regno di Castiglia|regni di Castiglia]] e di [[regno di Aragona|Aragona]], si ebbe la conquista del Napoletano (1501-03) da lui operata contro la [[Francia]]. Ferdinando regolamentò l'istituto del [[viceré]] rendendo la carica triennale, attuò una grande riforma fiscale che gli assicurò il consenso parlamentare alla richiesta dei donativi in cambio di una convocazione certa e regolare del Parlamento, ordinariamente ogni tre anni, ed attuò nel suo lungo regno una serie di riforme che disegnarono il sistema di governo del regno per i seguenti due secoli.
Prevalentemente a [[Palermo]] (a volte a [[Messina]]) risiedé un viceré, alter ego del sovrano lontano, che doveva attenersi nella sua azione ai poteri previsti dagli ordinamenti del [[Regno di Sicilia]]. Nel sistema imperiale degli Austrias infatti, ogni Regno o territorio che ne faceva parte (Castiglia, Aragona, [[Catalogna]], Sicilia, [[Sardegna]], [[Regno di Napoli|Napoli]], [[Ducato di Milano|Milano]], [[Paesi Bassi]] etc.) manteneva i suoi ordinamenti politici, le sue istituzioni, le sue leggi. le sue unità di misura, la sua moneta, la sua lingua, e dal punto di vista giuridico nessuno poteva 'dominare' sugli altri. Il re legittimo, che casualmente era re e principe di altri territori, poteva esercitare il potere nei modi e nelle forme stabilite dalle costituzioni del Regno e dai capitoli sottoscritti e giurati tra re e communitas Siciliae (regime pattizio). Pertanto le antiche consuetudini, immunità e i privilegi dei vari ceti (feudalità, nobiltà cittadina, clero) rappresentati nel Parlamento del Regno rimasero in vigore e la loro conservazione e salvaguardia costituì l'ideologia ufficiale dei ceti dirigenti siciliani. Sotto il governo degli [[Austrias]] ([[Carlo V|Carlo V imperatore]] e [[Carlo I di Sicilia|I di Sicilia]], [[Filippo II di Spagna|Filippo II]], [[Filippo III di Spagna|Filippo III]], [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]], [[Carlo II di Spagna|Carlo II]]) la Sicilia ebbe un periodo di grande sviluppo economico, sociale, religioso, artistico, demografico che grosso modo durò per tutto il Cinquecento sino ai primi decenni del Seicento, e fu poi coinvolta nella crisi e nel declino dell'Impero spagnolo (bellicismo, fiscalismo, tradizionalismo economico e sociale) anche a causa della grande crisi generale del Seicento e della marginalizzazione del sistema economico mediterraneo a favore della nuova economia atlantica.
Nel periodo spagnolo moderno la popolazione siciliana raddoppiò, nacquero decine di nuovi paesi nell'area interna cerealicola (colonizzazione interna), Palermo passò da 30.000 abitanti a 140.000, Messina da 25.000 a 90.000, entrando nel ristretto novero delle prime dieci città europee per popolazione, ricchezza, e bellezza urbanistica, si svilupparono l'industria dello zucchero e della seta nel [[Val Demone]], decadute nel Seicento per la concorrenza del lavoro schiavile nelle Americhe e della rivolta messinese ma sostituite dall'ampliamento dell'area vitivinicola e agrumicola.
Il bilancio della presenza spagnola nella Sicilia moderna deve tener conto dei fattori negativi, dati soprattutto dal conservatorismo sociale, dalle scelte economiche sbagliate, dall'eccessivo fiscalismo, che tuttavia furono problemi generali di tutta la società spagnola e non certo conseguenza di una inesistente dominazione sui siciliani (che a questi errori contribuirono notevolmente), ma anche dei fattori positivi tra cui i parecchi secoli di pace interna assicurati dal far parte di una grande Potenza che bloccò l'espansionismo turco ed assicurò secoli di pace interna. La forza del sistema economico siciliano, pur diretto con criteri sbagliati, tipici delle credenze economiche dell'epoca e coinvolto nell'epocale crisi mediterranea di fine Seicento, si manifestò nelle capacità di reazione e di ricostruzione seguita alle grandi catastrofi naturali del [[Eruzione dell'Etna del 1669|1669]] a [[Catania]] e in tutta l'area [[Etna|etnea]] (l'eruzione che giunse sino all'interno delle mura cittadine interrando il castello Ursino) e del [[1693]], il [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terribile terremoto]] che atterrò Catania, [[Noto (Italia)|Noto]] e distrusse in tutto o in parte una cinquantina di centri della [[Val di Noto]] provocando sul momento 60.000 vittime.
La grande crisi secentesca determinò in tutta Europa tensioni sociali e malcontento che sfociarono in episodi numerosi di sommosse, tumulti, moti, jacqueries, rivoluzioni, che non lasciarono immune neanche la Sicilia, dove si registrarono una serie di rivolte in tutti i centri dell'isola, e soprattutto a Palermo nel [[1647]] e, molto più grave, a Messina (1674-1678). I messinesi trovarono l'appoggio delle armate di [[Luigi XIV]] che vennero a combattere nella terra siciliana, ma la loro sconfitta segnò la tragica fine della loro città come grande centro mercantile e manifatturiero, e il crollo economico dell'intera area della seta (il Valdemone) che su questa attività si reggeva. L'ultimo re della dinastia degli [[Asburgo]] spagnoli, Carlo II, morì senza figli, e per i legami che Case regnanti avevano tra di loro molti sovrani e principi europei potevano avanzare pretese al trono rimasto vuoto. Ciò diede l'avvio alla guerra di successione spagnola (1701-1713) in seguito alla quale i territori italiani non ebbero più una relazione diretta con la Spagna, la cui corona era passata ai Borbone. Con la pace di [[Utrecht]] (1713) il [[Regno di Sicilia]] fu dato a [[Vittorio Amedeo II di Savoia]] il cui regno durò un quinquennio.
==== Epoca borbonica ====
{{vedi anche|Regno di Sicilia (1848-1849)|Storia della Sicilia borbonica}}
La Spagna sotto la direzione dell'Alberoni tentò di riconquistare i domini italiani e nel 1718 un esercito sbarcò in Sicilia occupandola. La formazione immediata della Quadruplice alleanza costrinse la Spagna a recedere dal suo proposito; e allora la Sicilia fu ceduta all'[[Austria]], che non aveva cessato di reclamarla, passava sotto quella potenza per la ricordata [[pace di Utrecht]]. Il figlio di secondo letto di [[Filippo V di Spagna|Filippo V]], della nuova dinastia borbonica di Spagna, Don Carlos, durante la [[guerra di Successione polacca]] compì (1734) una spedizione vittoriosa nel regno che riacquistò in lui un re indipendente, pur essendo strettamente legato politicamente alla Spagna. Sotto di lui ([[Carlo III di Spagna|Carlo III]], 1734-1759) e sotto il figlio [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]], finché fu al governo il Tanucci, si ebbe un indirizzo riformatore. Dopo il ritiro del Tanucci e soprattutto dopo l'inizio della [[Rivoluzione Francese]] prevalse un indirizzo reazionario: questo non fece che favorire nella gente colta lo sviluppo delle nuove idee (il cosiddetto [[giacobinismo]]). A Palermo si ebbe nel 1795 la congiura del repubblicano [[Francesco Paolo Di Blasi]]. Nel 1799 e poi nel 1806-1814 Ferdinando III, per le pressioni dell'[[Inghilterra]], concesse alla Sicilia nel 1812 una nuova costituzione con le due camere dei Pari e dei Comuni, di tipo inglese.
Ferdinando III era stato costretto a concedere la costituzione anche dal fatto che la nobiltà, di dubbia devozione, aveva abbandonato la monarchia. Così, il sovrano era rimasto quasi isolato e non aveva potuto resistere alle pressioni del rappresentante inglese a Palermo, Lord Bentinck. Questo spiega la soppressione del parlamento attuata dal re il 15 maggio 1815, non appena fu sicuro del suo ritorno sul trono di [[Napoli]], e il decreto dell'8 dicembre 1816 con cui ordinava che tutti i suoi domini al di là e al di qua del Faro, cioè i due regni, sino allora distinti, di Napoli e di Sicilia, dovessero formare l'unico [[Regno delle due Sicilie]]. Quasi contemporaneamente procedeva all'abolizione delle libertà e delle franchigie della Sicilia, delle sue leggi, dei suoi ordinamenti, della sua zecca e delle sue magistrature. Ma una simile condotta destò subito nell'isola una viva opposizione, che condusse alla rivolta scoppiata nel luglio del 1820, subito dopo quella di [[Napoli]]: qui la [[Carboneria]] e i militari napoleonici avevano chiesto e ottenuto la costituzione, mentre a Palermo si voleva il riconoscimento dell'indipendenza siciliana. Tuttavia questa richiesta non trovò ascolto neppure presso il nuovo parlamento napoletano, e anche i deputati videro nell'indipendenza dell'isola il perpetuarsi dei privilegi feudali più che la garanzia di una vita libera. Sicché si disposero a sottomettere con la forza Palermo e sconfessarono la convenzione firmata da [[Florestano Pepe]] il 5 ottobre, invitando [[Pietro Colletta]] che ben presto ebbe ragione della resistenza dei siciliani.
Il particolarismo palermitano non aveva affatto giovato alla rivoluzione napoletana, che si era anzi dovuta logorare nel grave e difficile problema interno. D'altronde, anche quella rivoluzione era piuttosto un ricordo del periodo napoleonico che un'anticipazione dei moti risorgimentali e, pertanto, neppure essa poté resistere a lungo all'esercito austriaco. Negli anni seguenti, che furono gli anni centrali della [[Restaurazione]], [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando I]], [[Francesco I delle Due Sicilie|Francesco I]] e, soprattutto, [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], salito al trono nel 1830, cercarono di temperare il loro governo con un paternalismo, in diverse occasioni, moderato e che voleva apparire desideroso di nuovi metodi. Ma questo non impedì che si susseguissero diverse congiure, fra le quali la più nota è quella del 1º settembre 1831, in cui gli insorti, guidati da [[Domenico di Marco]] e appartenenti in maggioranza al ceto degli artigiani (che, allora, erano legati alla nobiltà), percorsero Palermo chiedendo la costituzione. Nel 1837 un'altra rivoluzione scoppiava a Catania e a [[Siracusa]], favorita dalle condizioni in cui versavano le popolazioni colpite dalla carestia e dal colera. Meno avvertita fu in quest'ultimo moto l'esigenza dell'autonomia, che invece continuava ad essere sentita a Palermo, come dimostrò la rivoluzione del 12 gennaio 1848, una rivoluzione che precedette tutte le altre che scoppiarono in quell'anno, ma che pure non esercitò grande influenza proprio perché ancora animata dallo spirito d'indipendenza isolana.
In un primo momento la Sicilia sperò di riuscire ad ottenere da Ferdinando II una costituzione separata, ma il parlamento, radunatosi il 25 marzo, presieduto da [[Vincenzo Fardella]], dovette prendere atto del preciso rifiuto del re e allora dichiarò, nell'aprile, decaduta la monarchia borbonica e, dopo aver conferito a [[Ruggero Settimo]], capo del governo provvisorio, la reggenza, facendo uso dei diritti di “Stato sovrano e indipendente”, scelse il nuovo re nella persona di [[Ferdinando di Savoia, duca di Genova|Alberto Amedeo di Savoia]], [[Savoia-Genova|duca di Genova]] e figlio di [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]]. La Sicilia troppo apertamente trasferiva sul piano italiano le sue aspirazioni di indipendenza, mostrando d'intendere la sorte della penisola come una confederazione di liberi stati. Approfittando dell'isolamento in cui si trovava la Sicilia, fu più facile al Borbone, vittorioso a [[Napoli]] sul parlamento nella giornata del 15 maggio, condurre la lotta contro la Sicilia; nel settembre, Messina, lungamente bombardata dovette cedere ed entro il 1848 le truppe napoletane completavano l'occupazione della costa orientale, investendo poi, nel nuovo anno, Palermo. Nel 1849, la resistenza che questa città condusse per diverso tempo apparve troppo ai patrioti che ancora combattevano a [[Roma]] e a [[Venezia]] sotto una diversa luce perché tutti si sentivano legati allo stesso destino e la causa di uno era la causa di comune. Ma ormai non c'era più nulla da fare di fronte alla reazione che stava per trionfare in Italia e in Europa: il 15 maggio 1849 [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]] ritornava in possesso di Palermo e, conseguentemente, di tutta l'isola. Era stata un'amara esperienza, che però diede i suoi frutti nel decennio successivo, quando l'opinione pubblica siciliana si orientò, come avveniva nelle altre parti della penisola, verso il [[Piemonte]] e il [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]].
=== Età contemporanea ===
==== Unificazione italiana ====
{{vedi anche|Storia della Sicilia dall'Unità d'Italia}}
[[File:Teatro Massimo a Natale.JPG|thumb|Il [[teatro Massimo Vittorio Emanuele]] di Palermo, inaugurato a fine Ottocento]]
Alcune insurrezioni rivelarono qual era lo stato d'animo dei Siciliani, finché il 4 aprile 1860, scoppiò la rivolta, capeggiata da [[Francesco Riso]], che fu detta del convento della Gancia. Le truppe borboniche ne ebbero abbastanza facilmente ragione, ma essa offrì il modo a [[Francesco Crispi|Crispi]] di dimostrare a [[Garibaldi]] come l'isola fosse pronta ad accogliere la spedizione che questi aveva in animo di fare, dopo però che il popolo siciliano si fosse sollevato. La campagna nell'isola contro le forze borboniche fu molto più rapida di quanto si credesse: il 14 maggio da [[Salemi]] [[Giuseppe Garibaldi]] assumeva la dittatura della Sicilia in nome di [[Vittorio Emanuele II]]; il giorno dopo sconfiggeva il nemico a [[Calatafimi Segesta|Calatafimi]], aprendosi la via per Palermo, ove giungeva il 27 maggio. Il 2 giugno il generale formava un ministero, nel quale la figura predominante era il Crispi e, poco dopo, scacciava dall'isola l'inviato di [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], il La Farina, ma accettava la collaborazione del [[Agostino Depretis|Depretis]], pure inviato da Cavour, nominandolo anzi prodittatore. Con la battaglia di [[Milazzo]] del 20 luglio tutta la Sicilia era conquistata e la spedizione continuava nel continente.
Tuttavia una non indifferente parte della classe dirigente insulare era contraria ad un'annessione pura e semplice e avrebbe voluto conservare l'autonomia, ma Cavour, facendo votare per la fusione, infranse queste aspirazioni. Il popolo, tradito nelle promesse di riforma (soprattutto agraria) e dai sorprusi dei nuovi governanti, ebbe maggiormente a soffrire dell'unità, e, pertanto, alimentò quello che fu detto il fenomeno del [[brigantaggio]], fenomeno sociale di ribellione, appunto, al nuovo dominio. Tale situazione portò alla rivolta di Palermo del settembre del 1866, in cui si trovarono unite a combattere il governo della Destra e le due opposizioni: da un lato il clero e le classi popolari e dall'altro i democratici e repubblicani, che raccoglievano parte della borghesia delusa dell'unità. Per sette giorni Palermo fu tenuta sotto scacco dagl'insorti e si dovette mandare il generale [[Raffaele Cadorna (1815-1897)|Raffaele Cadorna]] per aver ragione della rivolta, venuta alla storia come ''del 7 e mezzo''.
Dal 1886 al 1894 le condizioni dell'isola invece di migliorare peggiorarono, soprattutto in conseguenza delle leggi economiche del governo centrale, favorente l'economia settentrionale, e della rottura dei rapporti commerciali con la [[Francia]] nel 1887 che danneggiò notevolmente l'agricoltura meridionale. Nelle campagne il disagio dei contadini era aggravato dall'occupazione dell'esercito delle terre demaniali, che destò una viva resistenza e che portò al tragico episodio di [[Caltavuturo]] (gennaio 1893), quando le truppe governative spararono sui contadini uccidendone undici, mentre nelle campagne e nelle zolfare gli operai chiedevano o lavoro o aumento dei salari. Intanto, a cominciare dal 1890-91, la propaganda socialista era penetrata nell'isola ed erano sorti, numerosi, i Fasci dei lavoratori. Il movimento, che si estendeva sempre più, favorito dalla cattiva situazione economica, fu affrontato dal secondo governo del siciliano [[Francesco Crispi]] con la forza: fu decretato lo stato d'assedio e sospesa la libertà di stampa, furono sciolti i Fasci e gli arrestati deferiti ai tribunali militari. Le condizioni dell'isola non migliorarono granché, neppure durante il decennio giolittiano che anzi, col protezionismo industriale, peggiorò la situazione del Meridione in grande prevalenza agricolo. Dopo Crispi un altro siciliano fu presidente del Consiglio: [[Antonio di Rudinì]]. Nel Novecento lo saranno anche [[Vittorio Emanuele Orlando]] e [[Mario Scelba]].
Dopo la [[prima guerra mondiale]] anche in Sicilia, come nelle altre regioni del Sud, frequenti furono le invasioni dei terreni da parte dei contadini affamati di terra e desiderosi di strapparne un pezzetto al feudatario o al grosso latifondista. Ma il regime totalitario non riuscì a risolvere nessuno dei problemi della Sicilia (nemmeno quello della mafia, che pure si vantò di aver estirpato), sicché tutti quei problemi si ritrovarono immutati dopo la [[seconda guerra mondiale]]. Gli sbarchi anglo-statunitense, nel luglio del [[1943]], provocarono danni notevoli e solo lentamente la Sicilia si risollevò. Il generale britannico [[Harold Alexander]], che nella sua veste di comandante supremo dell'armata era anche governatore militare delle zone occupate, ma il vero responsabile era il colonnello [[Charles Poletti]], capo dell'Ufficio Affari civili dell'[[Allied Military Government of Occupied Territories|AMGOT]]. Nel febbraio [[1944]] gli Alleati riconsegnarono l'isola al governo italiano del [[Regno del Sud]], che nominò un Alto commissario. Intanto, però, riprendeva forza l'antica tendenza all'indipendenza ed all'autogoverno, che nel secolo scorso aveva spinto i siciliani a chiedere il distacco dall'Italia. Si sviluppò il movimento separatista. Esso tenne agitata la vita dell'isola per diversi anni, finché si andò spegnendo, anche per l'istituzione, con il Decreto regio 15 maggio [[1946]], della Regione Siciliana, che concedeva lo statuto speciale d'autonomia. Il Regio Decreto fu uno dei pochi, ma il più importante, firmati dal nuovo re Umberto II, che rimase in carica solo 35 giorni (9 maggio - 13 giugno 1946).
Nell'aprile del [[1947]] veniva eletto il primo parlamento siciliano, che il 30 maggio eleggeva il primo governo regionale.
==== Indipendentismo e autonomismo ====
{{vedi anche|Indipendentismo siciliano|Autonomia speciale}}
Doverosa premessa è che proprio per la sua [[isola|insularità]], per la sua posizione geografica nel [[Mediterraneo]] e per la sua unicità culturale, {{Citazione necessaria|la Sicilia ha sempre goduto di larga autonomia nell'ambito di più vasti imperi, quando non inquadrata in un proprio regno, sostanzialmente indipendente per sei secoli.}}
Le origini di un movimento indipendentista moderno in Sicilia sono invece da ricercare nelle rivolte separatiste del [[1820]] e nella [[Rivoluzione indipendentista siciliana del 1848]]. La data di nascita di un sentimento indipendentista spontaneo (nell'epoca contemporanea), all'interno dello Stato Italiano, può essere considerata il 16 settembre [[1866]], in cui il popolo siciliano si ribellò, in maniera più o meno violenta, alla dominazione del neonato [[Regno d'Italia]]. Quella rivolta fu chiamata del "[[Rivolta del sette e mezzo|sette e mezzo]]", quanti furono i giorni che durò. La ribellione infiammò tutta Palermo, la quasi totalità delle città siciliane e comprendeva molte fazioni politiche nate durante il [[Risorgimento]] (repubblicani, filo-clericali, filo-borbonici). Tale rivolta fu sedata violentemente dall'[[Esercito Italiano]] e ogni intento di ribellione in nome di una ''nazione siciliana'' fu continuamente represso fino alla quasi totale scomparsa del movimento. Nel [[Primo dopoguerra]] il sentimento sicilianista rinacque e si rispense con l'avvento del fascismo, dopodiché con lo ''Sbarco degli Alleati'' assunse nuovo vigore il separatismo, si costituirono il [[Movimento Indipendentista Siciliano|MIS]] (guidato dalla figura carismatica di [[Andrea Finocchiaro Aprile]]), {{Citazione necessaria|che alla fine della [[seconda guerra mondiale]] vantava più di cinquecentomila iscritti}}, l'[[Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia|E.V.I.S.]] il suo braccio militare, (capeggiato prima da [[Antonio Canepa|Canepa]] e poi da [[Salvatore Giuliano|Giuliano]]) e altri movimenti minori. Dopo la fallita indipendenza e il compromesso autonomista raggiunto con la nuova Repubblica Italiana, l'indipendentismo siciliano andò sempre più scemando e i consensi elettorali nei confronti dei partiti separatisti furono sempre più bassi, e solo alle elezioni del 1947 per l'Assemblea regionale siciliana il MIS ottenne dieci deputati e scomparve già alle elezioni del 1951.
Movimenti autonomisti e indipendentisti si sono ripresentati nel tempo: nel 1951 la Concentrazione autonomista di [[Paolo D'Antoni]] che ottenne solo tre deputati; nel 1959 l'Unione Siciliana Cristiano Sociale di [[Silvio Milazzo]] che ottenne 10 deputati; nel 2001, la [[Nuova Sicilia]] di [[Bartolo Pellegrino]] e [[Nicolò Nicolosi]], con 5 deputati; nel 2006 il [[Movimento per l'Autonomia]] di [[Raffaele Lombardo]]. Alcuni movimenti e alcune forze extra-parlamentari chiedono anche l'indipendenza, tra questi il MIS, il [[Fronte Nazionale Siciliano|FNS]] e Terra e Liberazione oltre ai citati partiti autonomisti ma senza rappresentanti in Parlamento o all'Ars.
=== Bandiera e stemma ===
[[File:Coat of arms of Sicily.svg|left|100px|Stemma regionale]]
[[File:Sicilian Flag.svg|thumb|La bandiera siciliana, comunemente chiamata ''Trinacria'']]
{{Vedi anche|Bandiera siciliana}}
La bandiera e lo stemma della Regione Siciliana presentano ambedue i colori giallo e rosso, con al centro il [[Triscele]] e il [[Gorgoneion]].
La bandiera è utilizzata, secondo la legge regionale n. 1 del [[2000]]<ref>[https://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_PresidenzadellaRegione/PIR_UfficioRappresentanzaedelCerimoniale/PIR_7677705.780301599/PIR_LR412000n1 Adozione della bandiera della Regione L.R. 4-1-2000 n. 1]</ref>, in tutti gli edifici pubblici regionali.
=== Inno ufficiale ===
Composto da [[Vincenzo Spampinato]] ed eseguito per la prima volta dall'[[Orchestra Sinfonica Siciliana]], l'inno [[Madreterra]] adottato nel [[2003]], fu il primo inno ufficiale adottato da una regione italiana<ref>[http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_PresidenzadellaRegione/PIR_UfficioRappresentanzaedelCerimoniale/PIR_3146621.1237219553 INNO UFFICIALE DELLA REGIONE SICILIANA]</ref>. Polemiche sorsero per la decisione di scrivere un testo ufficiale in Italiano anziché in [[Lingua siciliana]]. Tuttavia siciliani con profondo spirito d'identità sicula ne hanno riproposto recentemente versioni con il testo in Siciliano<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=RF9-eh0xqa8 Inno Nazionale Siciliano Matriterra - YouTube<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
=== Gonfalone ===
{{Vedi anche|Gonfalone di Sicilia}}
[[File:Regione-Sicilia-Gonfalone.png|left|70px|Gonfalone Sicilia]]
Il [[gonfalone]] della Regione Siciliana è stato adottato con la legge regionale n. 12 del 1990, approvata dall'[[Assemblea regionale siciliana]]<ref>[http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_PresidenzadellaRegione/PIR_UfficioRappresentanzaedelCerimoniale/PIR_7677705.780301599/PIR_2620286.035730297 ''Definizione ed adozione del gonfalone della Regione siciliana.'']</ref>. Il gonfalone è costituito da uno scudo formato dal [[triscele]] e dallo stemma Normanno, Svevo e Aragonese del [[Regno di Sicilia]], collocati su un fondo azzurro, a sua volta collocati su uno scudo inquartato con i colori giallo e rosso aranciato.
=== Onorificenze ===
Conferita il 11/10/2010:
{{Onorificenze
|immagine=ProtezioneEcc1.png
|nome_onorificenza= Medaglia al merito di I classe della Protezione Civile
|collegamento_onorificenza=Attestato di pubblica benemerenza della Protezione civile
|motivazione=Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza.
|luogo=D.P.C.M. 11 ottobre 2010, ai sensi dell'art.5, comma 5, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 19 dicembre 2008.
}}
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*[[Portale:Progetti|Visualizza l'elenco]] dei '''[[Wikipedia:Progetto|progetti collaborativi]]''' riguardanti specifiche aree tematiche dell'enciclopedia: puoi partecipare liberamente a quelli di tuo interesse o chiedere suggerimenti.
=== Decorazioni regionali ===
*Identificati nelle [[Aiuto:Pagina di discussione|pagine di discussione]]: '''[[Aiuto:Firma|firma]] i tuoi interventi''' con il tasto che vedi nell'immagine.
:[[File:ValCivSic.png|70px]] ''Medaglia d'oro al valor civile della Regione Siciliana''
*Una volta consultata la Guida essenziale, prova ad ampliare le tue conoscenze sul funzionamento di Wikipedia con il '''[[Aiuto:Tour guidato|Tour guidato]]'''.
: Concessa ai "familiari dei cittadini residenti in Sicilia deceduti nel compimento di atti eroici... ai cittadini non residenti in Sicilia che siano deceduti nel compimento di atti eroici a favore del popolo siciliano... a quei cittadini che abbiano compiuto atti eroici a favore del popolo siciliano senza essere deceduti" (art. 5, Legge regionale 5 novembre 2004, n.15)<ref>{{cita web|url= http://www.solidariaweb.org/Leggi_regionali.html#LR15_04|titolo=Istituzione della "Medaglia d'oro al valore civile della Regione siciliana"|sito=solidariaweb.org|accesso=23 luglio 2011}}</ref>.
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{{-}}
:[[File:ValCivSic.png|70px]] ''Medaglia d'oro al valore sportivo della Regione siciliana''
{{Cassetto fine}}
: Concessa ai cittadini nati o residenti in Sicilia che ottengano risultati sportivi a livello internazionale. (art. 7, Legge regionale 5 novembre 2004, n.15)<ref>[http://www.ambientediritto.it/Legislazione/URBANISTICA/2004/sicilia%20lr2004%20n.15.htm Regione Siciliana - Legge Regionale n. 15 del 5 novembre ottobre 2004<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
{{Cassetto inizio
|titolo = Serve aiuto?
== Suddivisione amministrativa ==
{{vedi anche|Suddivisioni della Sicilia}}
La Sicilia è divisa in 9 province, denominate [[Consorzio di comuni|Province Regionali]]:
{| class="wikitable center" style="text-align:center; width:50%;"
|-
! Provincia
! Comuni n°
! Popolazione
! Superficie<br />(km²)
! Densità<br />(ab/km²)
|-
| {{IT-AG}}
| 43
| 448.204
| 3.042
| 149
|-
| {{IT-CL}}
| 22
| 274.194
| 2.124
| 127
|-
| {{IT-CT}}
| 58
| 1.115.696
| 3.553
| 307
|-
| {{IT-EN}}
| 20
| 171.787
| 2.562
| 67
|-
| {{IT-ME}}
| 108
| 646.902
| 3.247
| 201
|-
|-
| {{IT-PA}}
| 82
| 1.275.293
| 4.992
| 250
|-
| {{IT-RG}}
| 12
| 318.468
| 1.614
| 198
|-
| {{IT-SR}}
| 21
| 404.419
| 2.109
| 191
|-
| {{IT-TP}}
| 24
| 435.587
| 2.459
| 177
|-
! Sicilia
! 390
! 5.090.639
! 25.711
! 196
|}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Luoghi di interesse naturalistico ===
==== Parchi e riserve naturali ====
{{vedi anche|Aree naturali protette della Sicilia}}
In Sicilia sono presenti cinque Parchi naturali regionali e molte riserve naturali, Aree marine protette e zone umide che coprono complessivamente il 10,5% del territorio della regione<ref>Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana [http://www.artasicilia.it/web/vas/stato_amb/2007/scarica.php?id=RSA_2007.pdf Relazione sullo stato dell'ambiente in Sicilia- 2007]</ref>.
[[File:Tonnara di Scopello.JPG|thumb|[[Tonnara di Scopello]], ingresso sud della [[Riserva naturale orientata dello Zingaro]]]]
[[File:Isola-Finistruna 01.jpg|thumb|[[Area naturale marina protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine|AMP Capo Gallo-Isola delle Femmine]].]]
[[File:Gola di Alcantara.jpg|thumb|Le [[gole dell'Alcantara]]]]
;Parchi naturali regionali
* [[Parco dei Monti Sicani]]
* [[Parco dei Nebrodi]]
* [[Parco dell'Etna]]
* [[Parco delle Madonie]]
* [[Parco fluviale dell'Alcantara]]
;
; Alcune riserve naturali regionali
* [[Riserva naturale Fiume Ciane e Saline di Siracusa]]
* [[Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande]]
* [[Riserva naturale integrale Cava Randello]]
* [[Riserva naturale integrale Grotta Conza]]
* [[Riserva naturale integrale Macalube di Aragona]]
* [[Riserva naturale Macchia Foresta del Fiume Irminio]]
* [[Riserva naturale Oasi del Simeto]]
* [[Riserva naturale orientata Biviere di Gela]]
* [[Riserva naturale orientata Bosco di Santo Pietro]]
* [[Riserva naturale orientata Capo Gallo]]
* [[Riserva naturale orientata Cavagrande del Cassibile]]
* [[Riserva naturale Fiume Fiumefreddo|Riserva naturale orientata Fiume Fiumefreddo]]
* [[Riserva naturale orientata Serre della Pizzuta]]
* [[Riserva naturale orientata Isola Bella]]
* [[Riserva naturale orientata Monte Cofano]]
* [[Riserva naturale orientata Monte Conca]]
* [[Riserva naturale orientata Monte Pellegrino]]
* [[Riserva naturale orientata Oasi Faunistica di Vendicari]]
* [[Riserva naturale orientata Pino d'Aleppo]]
* [[Riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi]]
* [[Riserva naturale orientata dello Zingaro]]
* [[Riserva naturale regionale delle Isole dello Stagnone di Marsala]]
* [[Riserva naturale speciale Lago di Pergusa]]
;
; Aree Marine Protette
* [[Area marina protetta Isole Pelagie]]
* [[Area naturale marina protetta Capo Gallo - Isola delle Femmine]]
* [[Area marina protetta Plemmirio]]
* [[Area marina protetta Isola di Ustica]]
* [[Area marina protetta Isole Ciclopi]]
* [[Riserva naturale marina Isole Egadi]]
=== Luoghi di interesse archeologico ===
[[File:Segesta, Tempio greco (2).jpg|thumb|Il tempio di Segesta.]]La presenza di lunga data dell'uomo in Sicilia ha fatto sì che l'isola sia piena di luoghi d'interesse [[archeologia|archeologico]]. Questa è una breve lista delle aree archeologiche divise per provincia:
* '''provincia di Agrigento''': [[Valle dei Templi]], [[Eraclea Minoa]], [[monte Adranone]].
* '''provincia di Caltanissetta''': [[Vassallaggi]], [[Sabucina]], [[Gibil Gabib]], [[Gela#Archeologia|Gela (acropoli, fortificazioni, terme ed emporio greco)]].
* '''provincia di Catania''': [[collina vulcanica di Paternò]], [[Pietralunga]], [[Civita (Italia)|Civita]], [[Adranon]], [[Occhiolà]], [[monte Turcisi]], [[Xiphonia]].
* '''provincia di Enna''': [[Morgantina]] e il [[Granaio principale di Morgantina|granaio]], [[Villa del Casale]], [[Centuripe]], [[Fondaco Cuba]] di [[Catenanuova]].
* '''provincia di Messina''': [[terme di Bagnoli]], [[Alesa Arconidea]], [[Naxos (Sicilia)|Naxos]], [[villa di Patti]], [[Tauromenium]], [[Terme Vigliatore]], [[Tyndaris]].
* '''provincia di Palermo''': [[grotta dell'Addaura]], [[grotte della Gurfa]], [[Iaitas]], [[Entella (sito archeologico)|Entella]], [[Imera (colonia greca)|Himera]], [[Hippana]], [[Solunto]].
* '''provincia di Ragusa''': [[Cava d'Ispica]], [[Cava Lazzaro]], [[Castiglione (Ragusa)|Castiglione]], [[Kamarina]], [[Casmene|Kasmenai]], [[Kaukana]], [[Scornavacche]].
* '''provincia di Siracusa''': [[Akrai]], [[Cava del Rivettazzo]], [[Cozzo Collura]], [[Eloro]], [[Megara Hyblaea]], [[Neapolis (quartiere di Siracusa)|Neapolis]], [[Pantalica]], [[villa del Tellaro]], [[Thapsos]], [[Casmene]], [[Leontinoi]].
* '''provincia di Trapani''': [[Cave di Cusa]], [[grotta dell'Uzzo]], [[Lilibeo]], [[Mozia]], [[Segesta]], [[Selinunte]].
=== Luoghi di interesse artistico ===
{{vedi anche|Architettura normanna in Sicilia|Rinascimento siciliano}}
==== Barocco siciliano ====
[[File:San giorgio ragusa ibla italy.jpg|thumb|upright=0.7|[[Duomo di San Giorgio]] di [[Ragusa]]]]{{vedi anche|Barocco siciliano}}
In seguito al fiorire di interventi di ricostruzione succeduti al devastante [[terremoto del 1693|terremoto]] che investì il [[Val di Noto]] nel [[1693]] alcuni artisti adottarono uno stile comune che oggi ricade sotto la denominazione di ''[[barocco siciliano]]''. Prima di questa data il barocco era stato impiegato nell'isola in modo ingenuo, evoluto dall'[[architettura]] autoctona piuttosto che derivato dai grandi architetti barocchi di [[Roma]]. In seguito al sisma, molti [[architetto|architetti]] locali adottarono questo stile, che è riconoscibile non solo dalle sue tipiche linee curve e motivi decorativi barocchi ma anche dalle ghignanti [[maschera|maschere]] e [[putto|putti]], e dall'apparenza particolarmente sgargiante raramente visibile altrove. La loro interpretazione dello stile condusse ad una forma d'arte personalizzata e radicata nei vari territori come il
[[Val di Noto]] (province di [[Ragusa]] e [[Siracusa]]) e la provincia di Catania. Nel penultimo decennio del [[XVIII secolo]] lo stile finì con l'essere rimpiazzato dalle nuove mode che proponevano il [[neoclassicismo]].
=== Siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO ===
In Sicilia sei siti hanno avuto il titolo di [[patrimonio dell'umanità]] dall'[[Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura|UNESCO]] per la loro importanza storica, artistica, archeologica e naturalistica. I sei siti sono:
* La [[villa del Casale]] di [[Piazza Armerina]], in [[provincia di Enna]] ([[1997]]);
* parco archeologico e paesaggistico della [[Valle dei Templi]] di [[Agrigento]], nell'[[Provincia di Agrigento|omonima provincia]] ([[1997]]);
* Le [[isole Eolie]], in [[provincia di Messina]] ([[2000]]);
* Le città tardo barocche del [[val di Noto]], nelle province di [[Provincia di Siracusa|Siracusa]], [[Provincia di Ragusa|Ragusa]] e [[Provincia di Catania|Catania]]: [[Noto (Italia)|Noto]], [[Palazzolo Acreide]], [[Ragusa]], [[Modica]], [[Scicli]], [[Catania]], [[Caltagirone]] e [[Militello in Val di Catania]] ([[2002]]). Sono inoltre in corso di inserimento i centri storici di [[Acireale]] in [[provincia di Catania]], [[Ispica]] in [[provincia di Ragusa]] e [[Mazzarino]] in [[provincia di Caltanissetta]].
* [[Siracusa]] e la necropoli rupestre di [[Pantalica]] ([[2005]]);
* Il monte [[Etna]] ([[2013]]).
Sono in fase di candidatura altri siti<ref>[http://whc.unesco.org/en/tentativelists/state=it UNESCO World Heritage Centre - Tentative Lists<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>:
* l'itinerario arabo-normanno della città di [[Palermo]] con il [[duomo di Monreale]] e il [[duomo di Cefalù]];
* le terre degli Elimi: [[Erice]], [[Segesta]], [[Selinunte]], [[Mothia]] e [[Lilibeo]], segni della civiltà [[punici|punica]], in [[provincia di Trapani]];
* [[Taormina]] e l'[[Isola Bella (Taormina)|Isola Bella]], in [[provincia di Messina]].
Ed anche per il sito geologico della [[Scala dei Turchi]], in [[provincia di Agrigento]], sono state avviate le pratiche al fine di ottenere il prestigioso riconoscimento [[UNESCO]].
La Sicilia annovera, infine, l'iscrizione dell'[[Opera dei Pupi]] tra i [[patrimoni orali e immateriali dell'umanità]] (primo patrimonio [[italia]]no ad esser inserito in tale lista, [[2001]]) nonché il riconoscimento come ''Bene Etno Antropologico Patrimonio dell'Umanità'' della città di [[Catania]] nel mondo per la [[Festa di Sant'Agata]].
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
[[File:0415 - Siracusa - Tempio di Apollo - Foto Giovanni Dall'Orto - 21-May-2008.jpg|thumb|left|Συράκουσαι (Siracusa) fu la più grande metropoli dell'antica Grecia<ref>Alla fine del [[V secolo a.C.]] Siracusa aveva circa 300.000 abitanti.</ref>]]
L'antica suddivisione in territori consisteva in tre valli ([[val di Mazara]], [[val di Noto]] e [[val Demone]]). La Regione Siciliana è attualmente suddivisa in 9 province regionali e 390 comuni. All'inizio del [[XX secolo]] le province erano 7: Castrogiovanni - poi Enna - e Ragusa hanno raggiunto lo ''status'' di capoluoghi solo, rispettivamente, nel [[1926]] (dallo smembramento delle province di Catania e Caltanissetta) e nel [[1927]] (prendendo parte dei comuni delle provincia di Siracusa). Agrigento si chiamava Girgenti.
Le attuali nove province, chiamate "regionali", furono istituite negli [[Anni 1970|anni settanta]], con legge della Regione, come consorzi di comuni; in precedenza, nel [[1946]], lo Statuto aveva sancito l'abolizione delle amministrazioni provinciali.
La Sicilia è fra le più popolose regioni italiane (la quarta dopo [[Lombardia]], [[Campania]] e [[Lazio]]). In età classica, l'isola era fra le zone più popolate del Mediterraneo, ed alcune città rappresentavano importanti poli urbani del [[Antica Grecia|mondo greco]]. Palermo e Messina erano tra le città più prospere sia dal punto di vista demografico, sia da quello economico. D'altra parte la Sicilia accolse in epoca normanno-sveva [[Lombardi di Sicilia|coloni lombardi]], vale a dire genti provenienti dal Nord Italia; e in età aragonese gruppi proveniente dai [[Penisola balcanica|Balcani]], si stabilirono nelle zone della Sicilia occidentale, specialmente in quella montana e collinare.
Nel XVI secolo l'isola aveva più di un milione di abitanti; mentre al primo censimento del [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], nel 1861, i siciliani risultarono 2.932.000, aumentando a più di 3,5 milioni agli inizi del Novecento.
Nei decenni seguenti, si verificò l'esodo di massa verso le Americhe, dove oggi c'è una numerosa comunità [[siculoamericani|siculoamericana]] e l'Europa; mentre tra il 1961 e il 1971, i siciliani si spostarono verso il [[Nord Italia]]. Dagli anni ottanta del Novecento, la diminuzione del tasso di natalità ha contribuito a rallentare la crescita demografica. Anche il fenomeno emigratorio si è ridotto notevolmente ed è ormai equilibrato dall'immigrazione straniera, che in Sicilia è cominciata prima che nelle altre regioni italiane con l'insediamento di una colonia tunisina a [[Mazara del Vallo]].
All'interno dell'isola si registrano gli spostamenti dalle aree montane e collinari economicamente depresse, verso le zone costiere e le grandi città. Le zone di maggior addensamento demografico sono le fasce costiere delle zone cuspidi nord-occidentali (Trapani) e nord-orientali (Messina), il versante dell'Etna e le aree di Palermo e Siracusa.
=== Comuni più popolosi ===
{{vedi anche|Comuni siciliani}}
{{Città principali
|nome = Comuni siciliani per popolazione
|stato = ITA
|liv_province = 2
|fonte = [[ISTAT]], 30-04-2014
|città_1 = Palermo| div_1 = Palermo | pop_1 = 677 854
|città_2 = Catania | div_2 = Catania | pop_2 = 315 614
|città_3 = Messina | div_3 = Messina | pop_3 = 241 373
|città_4 = Siracusa | div_4 = Siracusa | pop_4 = 122 222
|città_5 = Marsala | div_5 = Trapani | pop_5 = 82 885
|città_6 = Gela | div_6 = Caltanissetta | pop_6 = 76 807
|città_7 = Ragusa | div_7 = Ragusa | pop_7 = 72 860
|città_8 = Trapani | div_8 = Trapani | pop_8 = 69 162
|città_9 = Vittoria (Italia){{!}}Vittoria | div_9 = Ragusa | pop_9 = 62 953
|città_10 = Caltanissetta | div_10 = Caltanissetta | pop_10 = 62 935
|città_11 = Agrigento | div_11 = Agrigento | pop_11 = 59 669
|città_12 = Bagheria | div_12 = Palermo | pop_12 = 55 859
|città_13 = Modica | div_13 = Ragusa | pop_13 = 54 796
|città_14 = Acireale | div_14 = Catania | pop_14 = 52 861
|città_15 = Mazara del Vallo | div_15 = Trapani | pop_15 = 51 698
|città_16 = Misterbianco | div_16 = Catania | pop_16 = {{TA|49 272}}
|città_17 = Paternò | div_17 = Catania | pop_17 = 48 651
|città_18 = Alcamo | div_18 = Trapani | pop_18 = 45 431
|città_19 = Barcellona Pozzo di Gotto | div_19 = Messina | pop_19 = 41 620
|città_20 = Sciacca | div_20 = Agrigento | pop_20 = 41 132
}}
Se hai bisogno di aiuto, chiedi allo [[Aiuto:Sportello informazioni|sportello informazioni]] (e non dimenticare che la risposta ti verrà data in quella stessa pagina). Se avessi bisogno di un aiuto ''continuativo'', puoi [[Progetto:Coordinamento/Accoglienza/Nuovi_arrivati|richiedere di farti affidare un "tutor"]].
<inputbox>
=== Etnie e minoranze straniere ===
type=commenttitle
Al 31 dicembre [[2010]] gli stranieri residenti in regione sono 141.904. I gruppi con oltre 3.000 unità sono quelli di<ref>Fonte Istat.</ref>:
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* {{ROU}} 40.301
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<div style="border-bottom:1px solid #eee; padding-top:0.17em; padding-bottom:0.5em"></div>
=== Lingue e dialetti ===
<div style="font-size:95%">[[file:Flag of the United Kingdom.svg|20px]] Hello and welcome to the Italian Wikipedia! We appreciate your contributions. If your Italian skills are not good enough, that’s no problem. We have an [[Wikipedia:Ambasciata|embassy]] where you can inquire for further information in your native language or you can contact directly [[Wikipedia:Babel/It-0|a user in your language]]. We hope you enjoy your time here!</div>
{{vedi anche|Lingua siciliana|Italiano regionale della Sicilia|Lingue e dialetti della Sicilia|Lingua siculo-araba}}
[[File:Dialetti siciliani.svg|upright=1.4|thumb|Distribuzione delle varietà siciliane secondo la ''Carta dei Dialetti d'Italia'' di Pellegrini (1977): a) occidentale (non metafonetica); b) metafonetica centrale; c) metafonetica sud-orientale; d) orientale non metafonetica; e) messinese; f) varietà delle Isole Eolie; g) dialetto di Pantelleria]]
La [[lingua (linguistica)|lingua]] ufficiale parlata in Sicilia è l'[[lingua italiana|italiano]] anche se gran parte della popolazione locale parla anche il [[lingua siciliana|siciliano]]<ref>{{cita web|url=http://www3.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20070420_00/testointegrale.pdf|titolo=La lingua italiana, i dialetti e le lingue straniere. Indagine Istat 2006|accesso=22 febbraio 2013}} {{pdf}}</ref> che, nonostante l'[[UNESCO]], l'[[Unione europea]] e altre organizzazioni internazionali riconoscano come lingua, non gode di nessuna forma di tutela né da parte della Regione Siciliana né dallo Stato Italiano. Il siciliano è ritenuto lingua regionale ai sensi della Carta europea per le lingue regionali e minoritarie, che all'Art. 1 afferma che per "lingue regionali o minoritarie si intendono le lingue che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato". La "Carta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie" è stata approvata il 25 giugno 1992 ed è entrata in vigore il 1º marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non l'ha ancora ratificata.
Nell'isola sono presenti alcune minoranze etno-linguistiche e dialettali poco numerose ma molto importanti, soprattutto dal punto di vista storico-linguistico: la minoranza albanese, detta ''[[Arbëreshë|arbëreshe]]'', della [[provincia di Palermo]]; la minoranza [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|gallo-italica]] della [[Lombardi di Sicilia|Lombardia siciliana]]<ref>[http://books.google.it/books?id=BANWhsIY3LMC&pg=PA38 Aa.Vv., ''Enna e provincia: laghi, torri e castelli: Morgantina, Piazza Armerina, la villa romana del Casale'', Touring Club Italiano, Milano 2001, p. 38.]</ref><ref>Salvatore Claudio Sgroi, ''I galli della Lombardia siciliana'', in «La Sicilia» 22 gennaio 1990, p. 3.</ref>; e quella più recente [[Minoranza linguistica greca d'Italia|greca]] di Messina.
Nel dominio delle tradizioni popolari rientrano le varianti della [[lingua siciliana]], che tra l'altro furono l'unico complesso del gruppo italo-romanzo a precedere il toscano nell'elevarsi a dignità poetica e letteraria con la [[scuola siciliana]] di [[Federico II di Svevia]], tanto da contendere al toscano, per un periodo abbastanza lungo, il primato quale lingua nazionale. In pratica, nel siciliano possono distinguersi diverse stratificazioni: a livello fonetico si hanno incontri consonantici di orizzonte prelatino e altri che sembrano apparentarsi alle moderne lingue della zona balcanica. L'etimologia, invece, rimanda alla dominazione romana, quella bizantina e soprattutto quella araba. Per esempio, l'arabo “gibel” (montagna) è componente di molti toponimi: [[Gibilrossa]], [[Gibilmanna]], [[Mongibello]], [[Gibellina]]. Si hanno inoltre diverse province idiomatiche in cui il siciliano s'infrange con caratteristiche locali, e isole etno-linguistiche autonome.
Per quanto concerne il patrimonio letterario popolare, va detto che l'ideazione spontanea isolana si muove nell'ambito letterario tanto su temi religiosi o moralistici quanto su soggetti profani, come nel caso dei testi epici del ciclo carolingio del famoso [[Opera dei Pupi|Teatro dei Pupi]], degli strambotti in ottava siciliana, e della favolistica che, per quanto appaia ristretta nella tematica, presenta sempre uno sviluppo narrativo esemplare: avvio realistico, ingresso di elementi e fattori sovrumani ben graduato o comunque verosimile, cura attenta dei dettagli, anche nei momenti più fantastici, e una vivacità d'articolazione che non viene mai meno, sia nelle più struggenti vicende amorose o in quei racconti che s'imperniano su un umorismo talvolta sfiorante il grottesco o il surreale.
=== Tradizioni e folclore ===
[[File:Tipologie costume Piana degli Albanesi.jpg|thumb|250px|Tipologie del costume tradizionale di Piana degli Albanesi. Da destra verso sinistra: costume maschile; costume del Venerdì santo ''pampinija''; costume tradizionale ''ncilona''; costume tipico maschile; costume tradizionale ''xhëllona me kurorë'']]
Una parte fondamentale della tradizione siciliana riguarda i racconti orali, raccolti nell'[[XIX secolo|Ottocento]] da [[Giuseppe Pitrè]] nella ''[[Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane]]''. Si va dai ''cunti'', alle [[fiabe]], ai [[proverbio|proverbi]], agli [[scioglilingua]]. Il personaggio stereotipato di [[Giufà]] è il protagonista della maggior parte dei racconti che terminano con una [[morale]].
Molti di questi racconti non sono ancora stati codificati del tutto. Esistono tante [[leggenda|leggende]] (come le quattro di [[Gammazita]], [[Pii fratres|fratelli Pii]], [[Uzeta]] e [[leggenda di Colapesce|Colapesce]]) che hanno una variante in ogni città (della leggenda di Colapesce esistono una trentina di versioni codificate) tale da costituire una vera e propria [[mitologia]] siciliana<ref>http://free.imd.it/Colapesce/Sommari/SommarioLeggende.htm</ref>.
{{citazione|Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra. La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perché soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo.|[[Francesco Paolo Frontini]]}}
Le tradizioni popolari sicule sono numerose e multiformi, poiché vi s'impressero non poche e divergenti colonizzazioni. È facile rammentare, infatti, che l'isola fu via via dominata da Greci, Latini, Bizantini e Arabi, spagnoli e francesi, tanto per fare gli esempi più palmari. Com'è ovvio, ciascuno di codesti influssi si esercitò sulla locale etnia in modo più o meno generalizzato, amalgamandosi e scontrandosi di volta in volta con le tradizioni preesistenti, a cominciare da quelle autoctone. La civiltà siciliana e la sua cultura spontanea appaiono perciò insulari, se paragonate agli analoghi frutti che maturano in [[Sardegna]] e in [[Corsica]], ma di una ricchezza e di una peculiarità ottimali per uno studioso. Basti ricordare che il folklorista [[Giuseppe Pitrè]] dedicò un'opera in venticinque volumi alle tradizioni popolari di quest'area, inglobandovi con pertinenza descrizioni etnografiche e prospettive storiche.
Il mondo delle credenze e delle leggende, in vario modo, si apparenta al patrimonio favolistico, poetico e musicale poco sopra delineato, costituendone non di rado la fonte prima. Come quasi in tutte le regioni italiane, si rintracciano quivi componenti pagane e cristiane, più o meno commiste, e superstizioni che toccano tutti gli aspetti della vita umana. Nell'area messinese e in quella palermitana, per esempio, è tuttora vivo il ricordo di [[Colapesce]], ma molti altri personaggi di natura acquatica ricorrono un po' in tutto il folklore isolano. A prescindere dai più noti ricordi di origine classica, si può qui segnalare la sirena che ogni anno, secondo la vecchia credenza di [[Modica]], nelle notti tra il 24 e il 25 gennaio, emerge dal fondo del mare con un canto dolcissimo e pronta a predire il futuro a chi sappia avvicinarla. Immagini e motivi più inquietanti si registrano altresì in ricorrenza o meno di date precise. Così a [[Ponte Capodarso|Capodarso]] si ritiene che almeno una volta l'anno si svolga una vera “fiera” di spiriti, nei pressi di un ponte fatto erigere da [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] e nel corso della quale si vende, fra l'altro, della frutta che è destinata a divenire d'oro, l'indomani. A [[Termini Imerese]] è radicata una leggenda secondo la quale [[Salomè (figlia di Erodiade)|Salomè]], la figlia di Erodiade, sarebbe approdata, a suo tempo, a codesti lidi in cerca d'espiazione per la morte di [[Giovanni Battista]], da lei provocata; fece perciò costruire una chiesa in memoria del martire, ma non appena essa fu terminata sarebbe scaturito dalle viscere della terra un fiume di sangue che tutto inaridiva intorno. La bella peccatrice si sarebbe allora annegata in quei flutti. Non appena ciò avvenne – prosegue la leggenda – il giume di sangue sprofondò sottoterra. Ma ogni anno, nella notte di vigilia di [[Giovanni Battista|San Giovanni]], per incantamento, Salomè e il corso di sangue riapparirebbero in superficie, fermando ogni fremito di vita, sino a quando, al mattino, il disco solare, recante la testa decollata del Battista, non costringe nuovamente Salomè e il relativo fiume a ritornare negli inferi. Similmente, a [[Noto (Italia)|Noto]] si parla di un tesoro nascosto sepolto in una grotta e custodito dai fantasmi degli “infedeli” che lì l'avevano sepolto; a [[Sciacca]], si tramanda una fosca storia di sangue che comprende la reiterata resurrezione dei morti, a scopo di vendetta, e così via. Il panorama delle credenze attive non è meno ricco di richiami a tempi precristiani. Per esempio, i doni annuali ai bambini sono recati in commemorazione del ritorno dei morti nelle prime notti novembrine. Negli stessi giorni nei locali pasticcieri sono usi confezionare dei dolci, detti appunto dei “morti”, di soggetto macabro: scheletri, teschi e ossa. L'usanza in parola e particolarmente viva nel Palermitano e nel Catanese. La festa di [[Lucia da Siracusa|Santa Lucia]] (13 dicembre), e i giorni immediatamente susseguenti, sino alla vigilia di Natale, sono tenuti propizi per trarre oroscopi sull'andamento dell'imminente anno nuovo. L'[[Epifania]], infine, è unanimemente considerata il primo giorno di carnevale. A proposito di festività merita anche d'esser ricordata la cavalcata del Gigante e della Gigantesca che si svolge a Messina nel giorno di ferragosto, festa dell'Assunta, quasi contrapponendosi alla processione della “vara”: una costruzione piramidale ornata d'immagini di angeli e che reca al vertice le statue della Madonna e di Cristo. Un'equivocabile impronta cristiana ha per contro la “diavolata” di [[Adrano]]: un dramma sacro che vede il vittorioso combattimento dell'arcangelo Michele contro legioni di diavoli e contro la stessa Morte. Naturalmente, lo stesso può dirsi per le famose celebrazioni palermitane della patrona [[Santa Rosalia]], commemorata in tre date diverse, l'11 gennaio, il 15 luglio e il 14 settembre, con imponenti processioni e con gigantesche “vare”, analoga alla “vara” messinese. Su di un alto piano, si segnalano anche le tavolette di ex voto conservate nel santuario di [[Trecastagni]] (Catania).
Per quanto riguarda taluni aspetti della cultura ergologica, ben noto è il tipico carretto isolano ad alte ruote, solitamente intagliato e dipinto con scene che s'ispirano alle vicende cavalleresche, narrate dai cantastorie e dall'[[Opera dei Pupi]]. Sulle origini di questo mezzo di locomozione non mancano le discussioni fra gli specialisti dell'inizio del secolo. Giuseppe Cocchiara ha però dimostrato che il sistema viario dell'isola non poté permettere la nascita di tale mezzo se non in pieno XVIII secolo. Peraltro gli esemplari più antichi sino a noi pervenuti del carretto siciliano non risalgono, di norma, oltre la metà dello scorso secolo. Negli esemplari più addietro nel tempo le ornamentazioni d'intaglio e le pitture possono essere di soggetto sacro, anziché “carolinge”. Non è certo, tuttavia, questa distinzione iconologica a garantirne l'antichità. Per ciò che concerne l'architettura spontanea osserveremo che essa rientra pienamente nell'orizzonte dello “stile mediterraneo”, tipico di tutto il Mezzogiorno. Qua e là, tuttavia, s'individuano anche agglomerati o singoli edifici a forma di [[trulli]].
Due parole vanno infine espresse sui costumi popolari. Anche in questo settore si hanno riscontri abbastanza evidenti con le altre regioni del meridione della Penisola. L'abito femminile, infatti, per foggia e colori rassomiglia a quelli della [[Calabria]] e della [[Sardegna]], variando ovviamente secondo le età e le occasioni. Lo stesso può dirsi per il costume maschile, più severo e caratterizzato da larghe fasce colorate in funzione di cintura.
==== La sicilianità ====
{{vedi anche|Sicilianità}}
[[File:Ponycart in Agrigento.jpg|thumb|left|Il simbolo principale della sicilianità nell'immaginario collettivo: il carretto siciliano]]
Per molto tempo le [[tradizioni popolari]], frutto di una cultura millenaria e dell'uso di una lingua comune, il siciliano, sono rimaste vive, più nei paesi che nelle grandi città. Tali tradizioni, particolari e a volte pittoresche, sono state la causa per cui, nel corso dei secoli, si è creato uno stereotipo tradotto nel termine ''[[sicilianità]]'', intendendo con esso una sorta di particolarità e di differenziazione del carattere isolano rispetto a quello delle regioni confinanti.
Nei suoi scritti [[Marco Tullio Cicerone]] definiva i siciliani «''gente acuta e sospettosa, nata per le controversie''». Molti autori hanno rimarcato spesso un tratto comportamentale comune dei siciliani: l'alto senso della famiglia e dell'onore, il rispetto per la donna e per la femminilità, l'attaccamento alla propria terra, la teatralità dei gesti e degli atti e inoltre il senso dell'accoglienza ma anche la diffidenza. {{cn|Tutto ciò fa sì che alcuni studiosi considerino il popolo siciliano come un'etnia a parte, tenendo in considerazione la cultura e gli aspetti della vita quotidiana tanto diversi dal resto d'Italia}}.
La famiglia siciliana tradizionale forma di massima un gruppo molto allargato che include anche i cugini più lontani e non è chiusa su sé stessa. È diffusa l'abitudine alle grandi tavolate per pranzo o per cena, soprattutto in estate. Gli orari sono spostati un po' più avanti rispetto al nord, arrivando a pranzare anche alle due di pomeriggio e cenare verso le nove-dieci nella bella stagione. {{cn|Si tende a trattenersi un po' di più a tavola anche dopo avere consumato la cena}}.
[[Gesualdo Bufalino]] definiva la Sicilia la terra della ''luce e del lutto'', luogo di contraddizioni di estremi che si uniscono: così nell'immaginario il siciliano appare come un uomo solare e accogliente ma anche losco e sospettoso, convinto che il suo modo d'essere sia il migliore e il più giusto. [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Tomasi di Lampedusa]] dichiarava nel suo ''[[Il Gattopardo]]'' che in ''Sicilia tutto cambia affinché nulla cambi'' perché, se sono gli stessi siciliani a ricercare il cambiamento allo stesso tempo lo frenano, timorosi che esso possa spodestare le secolari abitudini e i privilegi acquisiti.
{{cn|Una terra e un luogo antropologicamente complesso e nello stesso tempo affascinante da scoprire: nel cinema, nella letteratura e nelle arti in genere}}. Il senso a volte tragico del [[destino]] ma anche dell'orgoglioso attaccamento alla propria terra e alle proprie radici è testimoniato anche nella letteratura. Notevole è il ritratto lasciatoci da [[Giovanni Verga]], capofila del [[verismo]], nel cosiddetto ''Ciclo dei vinti'' (che include ''[[I Malavoglia]]'') in cui al culto della "roba", il bene materiale ricavato dalla terra e dal lavoro si deve adeguare anche il senso pur così sacro della famiglia, i cui personaggi, che vogliono cambiare il mondo, sono puniti dalla mala sorte che li obbliga a tornare al punto di partenza, alla loro terra e alle loro radici.
Riflessioni amare del Verga sulla vita: anche lui, raggiunto il benessere, si rifugerà dal Nord nella sua amata Catania dove, disincantato dalla vita, passerà i suoi ultimi anni.
Singolarità d'atteggiamenti si riscontrano in altri siciliani, [[Mario Rapisardi]] e [[Giuseppe Aurelio Costanzo]] colpevoli, secondo [[Benedetto Croce]] di aver trasformato il [[poema]] in "saggio [[sociologico]]".
Ma la denuncia che fanno non è fine a sé stessa ma si congiunge a grandi ideali: giustizia sociale, necessità di cambiamento, ribellione contro un ordine sociale ingiusto che simbolicamente rappresenta la classe degli umili e degli oppressi che invece nell'opera di altri scrittori siciliani è solo capace di rinunce.
Il forte sentimento di appartenenza alla Sicilia, nei paesi d'emigrazione, ha prodotto la nascita di numerose comunità di immigrati siciliani e spesso ha suscitato forti ripercussioni razziste; è noto, negli [[Stati Uniti]], il caso dei nove operai siciliani linciati dalla folla a [[New Orleans]] nel 1891, pur essendo del tutto estranei ai fatti di cui erano accusati<ref>[http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Il-linciaggio-di-nove-siciliani-nella-New-Orleans-del-1891/1396533 Il linciaggio di nove siciliani nella New Orleans del 1891 | Palermo la Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://digilander.libero.it/angeladiana/tallulah.html Il linciaggio di Tallulah, un dramma dell'emigrazione<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>). Spesso, totalmente integrati nella società anglosassone, i siculo-americani sono tuttavia oggetto di discriminazione mediante stereotipi alimentati anche da film famosi e o da serie televisive. Frequente è l'accostamento alla criminalità mafiosa, quasi sinonimo di sicilianità, fino al razzismo vero e proprio.<ref>Campbell, R., “Media and Culture: An Introduction to Mass Communication, St. Martin's Press, New York, 1998</ref><ref>[http://www.italianstudies.org/iam/Gesualdi_6.htm Annotated Bibliography - p 6<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
==== Feste religiose ====
{{vedi anche|Festa di Sant'Agata|Festa di Santa Rosalia|Festa di Santa Lucia|Riti della Settimana Santa in Sicilia}}
[[File:Santa rosalia rose.jpg|thumb|upright=1.3|Il carro di S.Rosalia colmo di rose fatto sfilare per le vie di Palermo nel 2008]]
Le feste religiose cattoliche rivestono una grande importanza all'interno del [[folklore]] siciliano. Tra le feste più rappresentative si possono menzionare: la [[Festa di Sant'Agata]] (riconosciuta ''Bene Etno Antropologico Patrimonio dell'Umanità'') della Città di [[Catania]], la [[Festa di Santa Rosalia]] a [[Palermo]], la [[Festa di Santa Lucia a Siracusa]], la [[Festa di Sant'Alfio a Lentini|Festa in onore ai Santi Martiri Alfio, Filadelfo e Cirino]] a [[Lentini]], la [[Processione dei misteri di Trapani|processione dei Misteri a Trapani]], la Festa della [[Madonna della Lettera]] a [[Messina]], quella della [[Settimana Santa di Caltanissetta|Settimana Santa a Caltanissetta]], quella di [[Festa di San Giorgio|San Giorgio]] a [[Ragusa]] Ibla e le [[processione|processioni]] del [[Venerdì Santo]] a [[Settimana Santa a Enna|Enna]], la processione vivente della passione a [[Marsala]].
Altre feste importanti dell'isola:
<!-- SE LA FESTA NON HA UNA VOCE PROPRIA SU WIKIPEDIA, NON INSERIRLA, SARÀ RIMOSSA COMUNQUE DA QUESTO ELENCO. PER FAVORE NON RIMUOVERE L'AVVISO, GRAZIE. -->
* la [[Festa di San Sebastiano di Acireale|Festa di San Sebastiano]] ad [[Acireale]]
* la [[Festa di San Giacomo a Caltagirone]]
* la [[Festa della Madonna di Trapani|Festa della Madonna]] a [[Trapani]]
* la [[Festa della Madonna della Visitazione]] a [[Enna]]
* la [[Festa del Santissimo Salvatore della Trasfigurazione]] a [[Cefalù]].
* la [[Festa di Sant'Anna (Castelbuono)|Festa di Sant'Anna]] a [[Castelbuono]]
==== Feste laiche ====
Il [[Carnevale]] è festeggiato in Sicilia con manifestazioni tra le più belle e caratteristiche a livello nazionale al punto da partecipare anche al [[Carnevale di Viareggio]]; particolarmente note sono quelle di [[Paternò]], [[Valderice]], [[Acireale]], [[Misterbianco]], [[Sciacca]], [[Palazzolo Acreide]], [[Termini Imerese]] ed il [[carnevale di Regalbuto]], alte espressioni di folklore popolare e di spensieratezza.
==== Opera dei Pupi ====
{{vedi anche|Opera dei Pupi}}
[[File:PupiSiciliani.jpg|left|thumb|I Pupi siciliani]]Nel [[2001]] si annovera l'iscrizione tra i [[Patrimoni Orali e Immateriali dell'Umanità]] da parte dell'[[UNESCO]] dell'[[Opera dei Pupi]] (primo Patrimonio italiano ad esser inserito in tale lista), il [[teatro]] delle [[marionetta|marionette]] siciliano. Grazie ai ''cuntastori'', i ''pupi'', che rappresentano i personaggi del [[ciclo carolingio]], mettono in scena le storie della ''[[Chanson de Roland]]'', dell'''[[Orlando furioso]]'' e della ''[[Gerusalemme liberata]]''. Il personaggio principale è il cavaliere [[Orlando (cavaliere)|Orlando]], ma vi è anche spazio per [[Rinaldo (cavaliere)|Rinaldo]], [[Angelica (Orlando furioso)|Angelica]] e altri. Culla dell'Opera dei Pupi è Palermo dove sono presenti numerosi teatri oltre ad un museo ed una scuola famosa come quella della famiglia [[Cuticchio]] ed in particolare di [[Mimmo Cuticchio]]. Altro importante centro è [[Acireale]], cittadina barocca, che vide fiorire quest'arte grazie ai numerosi maestri pupari, fra cui il celebre [[Emanuele Macrì]], a cui è dedicato l'omonimo museo-teatro dove, quotidianamente, è possibile assistere alle rappresentazioni dei maestri pupari.
==== Gestualità ====
L'uso dei gesti è presente nella cultura siciliana sin dalla più remota antichità; il motivo probabile è da ricercare nei suoi rapporti culturali e commerciali con i popoli dell'area mediterranea dai tempi più remoti. La grande rimescolanza di lingue e popoli ha senz'altro accentuato l'uso del [[gesto]] per meglio comprendersi; è infatti abbastanza naturale, quando non ci si comprende bene tra gente di lingua diversa, usare i gesti per accentuare la comprensibilità del dialogo.
{{cn|Alcuni avanzano anche l'ipotesi che all'origine di questo [[linguaggio]] parallelo vi sia stata la necessità di comunicare tra i giovani: un tempo, le restrizioni che imponevano una distanza tra ragazzi e ragazze resero necessaria la creazione di una serie di [[segno|segni]] ben precisi che aiutassero a progettare incontri o semplicemente a poter scambiarsi delle idee. Il luogo per eccellenza di queste discussioni mute era la [[chiesa (architettura)|chiesa]]}}.
[[Giuseppe Pitrè]], tra gli altri, si occupò anche della gestualità siciliana, raccogliendo tutte le informazioni possibili in ''Usi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano'' ([[1889]]). Tra le varie informazioni, si riporta la leggenda che narra di un re che, arrivato in Sicilia, vuole mettere alla prova due suoi sudditi sulla supposta capacità di poter dialogare senza parole. I due sudditi, presi alla sprovvista, passano il test e provocano grande meraviglia nel sovrano. La gestualità si dice sia uno degli aspetti della teatralità del siciliano, uno dei tanti modi di dimostrare la necessità di recitare e dar sfogo alla grande [[creatività]]<ref>Fabio Oliveri. ''La gestualità dei siciliani''. Krea, 2002. ISBN 88-901260-9-4</ref>.
La gestualità non deve essere confusa con la [[lingua dei segni]], anche se alcuni gesti somigliano a quelli della grammatica della [[Lingua dei segni italiana|LIS]]. Un interessante [[documentario (film)|documentario]] del regista siciliano [[Luca Vullo]], ''[[La voce del corpo]]'', ne ha fatto l'oggetto di un filmato di successo internazionale<ref>[http://www.mymovies.it/film/2012/lavocedelcorpo/ MyMovies: La voce del corpo]</ref><ref>[http://www.imdb.com/title/tt2209726/ la voce del Corpo IMDb]</ref><ref>[http://www.linksicilia.it/2012/08/luca-vullo-la-gestualita-siciliana-sul-grade-schermo/ LinkSicilia: Con Luca Vullo la gestualità siciliana arriva sul grande schermo]</ref>.
=== Qualità della vita ===
Il rapporto sull'''ecosistema urbano'' stilato da [[Legambiente]] e il [[Sole 24 Ore]], riguarda la qualità ecologica dei capoluoghi italiani dall'affidabilità del sistema di trasporto urbano, dalla superficie verde per abitante, dall'efficienza del sistema idrico, dalla qualità dell'aria, dei chilometri di [[Pista ciclabile|piste ciclabili]], dalla quantità di acque reflue depurate, dalla diffusione delle [[energie rinnovabili]], dalla gestione dei rifiuti e dalla loro [[raccolta differenziata]]<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/12/qualita-vita-2009-graduatoria.shtml?uuid=44d641b0-ec7b-11de-8611-3bf5bd190b43 Qualità della vita 2008: Pagella finale] ''[[Il Sole 24 ORE]]''</ref>. Il dato per la Sicilia non è confortante poiché vede i propri capoluoghi in fondo alla classifica nazionale:
Dati del 2012<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2013/home.shtml|titolo=Classifica qualità della vita - Il Sole 24 Ore}}</ref>
{|class="wikitable"
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|- bgcolor=lightgrey
!Posizione<br />2013||Provincia||Variazione||Posizione<br />2012
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| style="background:#ffe0f1; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Accessories-text-editor.svg|18px|link=Wikipedia:Raccomandazioni e linee guida]] [[Wikipedia:Raccomandazioni e linee guida|Raccomandazioni e linee guida]]
|align="center"|'''88a'''|| Enna||align="center"|{{decrease}}1||align="center"|87
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| style="background:#ffe5e0; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Copyright-problem.svg|18px|link=Wikipedia:Copyright]] [[Wikipedia:Copyright|Copyright]]
|align="center"|'''89a'''|| Siracusa||align="center"|{{decrease}}1||align="center"|88
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| style="background:#ffefe0; border:1px solid silver; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Crystal Clear app ksirtet.svg|18px|link=Portale:Progetti]] [[Portale:Progetti|Progetti tematici]]
|align="center"|'''91a'''|| Messina||align="center"|{{increase}}3||align="center"|94
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| style="background:#fff8dc; border:1px solid silver; -moz-border-radius-bottomleft:12px; -webkit-border-bottom-left-radius:12px; border-bottom-left-radius:12px; height:30px; padding-left:1em" | [[File:Nuvola apps bookcase.svg|18px|link=Aiuto:Glossario]] [[Aiuto:Glossario|Glossario]]
|align="center"|'''96a'''|| Agrigento||align="center"|{{decrease}}1||align="center"|95
|}Naturalmente un benvenuto anche da parte mia! Se avessi bisogno di qualcosa non esitare a contattarmi. [[Utente:BohemianRhapsody|BohemianRhapsody]] ([[Discussioni utente:BohemianRhapsody|msg]]) 01:01, 25 lug 2019 (CEST)
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<!-- fine template di benvenuto -->
|align="center"|'''95a'''|| Trapani||align="center"|{{increase}}5||align="center"|101
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|}
==== Mafia ====
{{vedi anche|Cosa nostra}}
{{citazione|La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.|[[Giovanni Falcone]]<ref>{{cita web|url=http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=6a8f|titolo=Aforisma di Giovanni Falcone}}</ref>}}
[[File:Falcone borsellino-francobollo.gif|thumb|left|I magistrati Falcone e Borsellino, vittime di ''Cosa Nostra'']]
Il termine [[mafia]] o [[Cosa Nostra]] si riferiva del resto originariamente solo all'organizzazione criminale siciliana. Oggi, però, il termine mafia è associato anche ad altre organizzazioni mafiose come la [[camorra]] napoletana, la [['Ndrangheta]] calabrese, la [[Sacra Corona Unita]] pugliese o fuori dall'Italia, la [[mafia russa]], la [[mafia albanese]] o le [[Triadi cinesi]]. Le sue origini, secondo parte della ricerca storiografica {{citazione necessaria}}, vengono fatte risalire ai primi anni del [[XIX secolo]] e sono poste in relazione all'antico fenomeno del [[brigantaggio]]. Tuttavia è doveroso precisare che tale asserzione è poco condivisa; buona parte degli studiosi ritiene di retrodatare il fenomeno al [[XVI secolo]], quando in varie parti d'Italia si erano formate congregazioni paracriminali sul tipo di quella citata da [[Alessandro Manzoni]] nel suo capolavoro ''[[I promessi sposi]]'' (I "[[bravi (I promessi sposi)|bravi]]" di Don Rodrigo).<br />
A torto o a ragione la sua nascita si fa risalire all'inizio dell'[[XIX secolo|Ottocento]], quando i [[campiere|campieri]] gestivano quotidianamente i terreni della nobiltà siciliana e i [[bracciante agricolo|braccianti]] che vi lavoravano {{citazione necessaria}}. Era gente violenta, che faceva da intermediario fra i proprietari [[feudalesimo|feudali]] e i braccianti, spesso in condizioni simili a quelle dei [[servitù della gleba|servi della gleba]] che, per meglio esercitare il loro mestiere, si circondavano di violenti guardiani prezzolati. Da qui nacque la gerarchia di ''capi'' e ''picciotti'' che, nella sua logica gerarchica, esiste ancora ai giorni nostri.
Solo dall'[[Unità d'Italia]] però la mafia ha cominciato ad evolversi nella forma attuale, venendo messa in ginocchio grazie all'operato del "prefetto di ferro" [[Cesare Mori]] -inviato dal [[regime fascista]]- e venendo poi potentemente sostenuta dal governo statunitense prima e dopo lo sbarco degli Alleati nella [[seconda guerra mondiale]]. Dagli [[anni 1950|anni cinquanta]] in poi, la mafia si aggancia sempre più strettamente alla politica: da [[Vito Ciancimino]] in poi alcuni esponenti della politica siciliana sono stati indicati come collusi. E c'è stato anche il periodo delle guerre interne: la [[prima guerra di mafia|prima]] (nel [[1962]]) e la [[seconda guerra di mafia]] (nel [[1978]]).
Il periodo fra gli [[anni 1980|anni ottanta]]-[[anni 1990|novanta]] è la stagione delle grandi [[strage|stragi]]: [[strage di Capaci|Capaci]], [[strage di via d'Amelio|via d'Amelio]], [[strage di via dei Georgofili|via dei Georgofili]]... ma è stato anche il periodo del [[maxiprocesso di Palermo]]: [[Giovanni Falcone]] e [[Paolo Borsellino]] guidano la carica contro le cosche, venendo poi vigliaccamente uccisi nel [[1992]], dopo gli omicidi, tra gli altri, di [[Cesare Terranova]], [[Carlo Alberto dalla Chiesa]], [[Antonino Saetta]], [[Rosario Livatino]] e [[Ninni Cassarà]], martiri della mafia. Successivamente, il fenomeno si nasconde, e diventano eclatanti solo gli arresti, da [[Totò Riina]] a [[Leoluca Bagarella|Bagarella]] a [[Giovanni Brusca|Brusca]]. Gli ultimi, nel [[2006]], quello di un capo storico della mafia [[Bernardo Provenzano]] e nel [[2007]] l'arresto di [[Salvatore Lo Piccolo]] suo successore. Oggi gli esperti di antimafia indicano [[Matteo Messina Denaro]] come il successore di [[Salvatore Lo Piccolo|Lo Piccolo]] e [[Bernardo Provenzano|Provenzano]] al vertice di [[Cosa Nostra]].
;Collusioni tra politica e mafia
[[File:Cattura di Provenzano - Questura di Palermo.jpg|thumb|[[Bernardo Provenzano]] dopo l'arresto (aprile 2006)]]
La prima volta che si parlò apertamente dei rapporti che legano la politica e la mafia in Sicilia fu a inizio secolo in occasione dell'omicidio dell'ex sindaco di Palermo [[Emanuele Notarbartolo|Notarbartolo]], il cui mandante era il parlamentare [[Raffaele Palizzolo]], rimasto impunito<ref>Sebastiano Giaquinta, ''[http://fermicorsoa.blog.excite.it/permalink/362736 L'Omicidio Notarbartolo]''.</ref>. Dopo la fine del [[fascismo]] gli Alleati nominarono sindaci esponenti di primo piano della mafia, come [[Calogero Vizzini]]. Numerosi furono poi i legami tra mafia ed esponenti del [[separatismo siciliano]].
Tra le vittime più illustri che caddero nella lotta contro la mafia furono il [[Carlo Alberto dalla Chiesa|generale Dalla Chiesa]], i giudici [[Gaetano Costa|Costa]], [[Cesare Terranova|Terranova]], [[Paolo Borsellino|Borsellino]] e [[Giovanni Falcone|Falcone]]. Tuttavia i frutti di queste indagini e l'appoggio della solidarietà popolare che a più riprese è scesa in piazza contro la [[cupola mafiosa]] hanno portato a decapitare, dal [[1993]] in poi, i vertici di [[Cosa Nostra]].
Nel tempo il legame tra politica e mafia è continuato ad essere un aspetto essenziale del controllo e della gestione di [[appalto|appalti]] e fondi pubblici. Sfruttando la leva di complicità e [[omertà]], in molte province della Sicilia le scelte politiche avvengono a volte per convenienze mafiose. Innumerevoli i casi di appalti pilotati a ditte controllate dalla mafia, di speculazioni legate ai [[piano regolatore generale|piani regolatori]] comunali, di leggi regionali a favore di talune categorie, ecc. Per questo motivo sono sorte alcune leggi antimafia volte a limitare le collusioni. Ogni anno però continua lo scioglimento di diversi [[consiglio comunale|consigli comunali]] sparsi nel territorio siciliano per infiltrazione mafiosa.
Fuori dalla Sicilia si sono spesso alimentati cliché derivati dagli stereotipi [[hollywood]]iani sul genere de ''[[Il padrino (film)|Il padrino]]'' che ritraggono la Sicilia come un paese dominato quotidianamente dalla violenza, mentre l'influenza della [[mafia|piovra]] è in realtà più sotterranea di quanto non si creda. Non solo sono stati dati per scontati gli stereotipi cinematografici, ma facili generalizzazioni estese dei siciliani generano talvolta ingiuste discriminazioni sociali nel resto dell'Italia così come all'estero. A questo scopo sono sorte numerose associazioni culturali in Italia e all'estero volte a salvaguardare e a fare conoscere la ricca realtà artistica, linguistica e umana dell'Isola.
In molte aree viene tacitamente sfruttato il [[voto di scambio]], senza un'apparente mobilitazione da parte dello Stato.<br />
Con la [[globalizzazione]] e l'afflusso di emigrati clandestini in Sicilia guidati da scafisti senza scrupoli, la mafia ha esteso le sue alleanze verso i paesi in via di sviluppo e alle mafie provenienti da questi.
Eclatanti i casi di politici e magistrati collusi con la mafia: il caso che forse ha fatto parlare di più è stato quello di [[Giulio Andreotti]] (che i giudici hanno ritenuto assolto con sentenza definitiva per quanto riguarda i reati successivi al [[1980]], sostenendo comunque, per i reati prescritti, «Una autentica, stabile ed amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»<ref>[http://www.diritto.net/content/view/709/8/ La sentenza del processo di Palermo contro Andreotti].</ref>) e l'ex presidente della Regione [[Salvatore Cuffaro]], condannato in via definitiva a sette anni per rivelazione di segreto istruttorio, e ancora sotto indagine per concorso esterno in [[associazione di tipo mafioso]].
{{citazione|Ma la mafia era, ed è, altra cosa: un sistema che in Sicilia contiene e muove interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel vuoto dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma dentro lo Stato. La mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta.|[[Leonardo Sciascia]], [[1972]]; da Avvertenza scritta in occasione dell'uscita del "[[Il giorno della civetta|Giorno della Civetta]]" nella collana "Letture per la scuola media" - Einaudi}}
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Università ====
[[File:Catania ExmonasteroBenedetti.jpg|thumb|Facciata dell'ex monastero dei Benedettini, che ospita due facoltà dell'Università di Catania]]
Nel [[1434]] sorse la prima [[università]] della Sicilia: il ''Siciliae Studium Generale'', oggi [[Università degli Studi di Catania]]. Il padre della cultura universitaria siciliana è [[Alfonso V d'Aragona]], che patrocinò la nascita dello studio catanese. Fu invece [[Ignazio di Loyola]] a fondare, nel [[1548]] l'[[Università degli Studi di Messina]]. È di più recente istituzione l'[[Università degli Studi di Palermo]] ([[1805]]) cui si è aggiunta l'[[Università Kore di Enna|Enna-Kore]] ([[2005]]) semiprivata. Inoltre presenti, a Palermo e a [[Caltanissetta]] due sedi distaccate della [[LUMSA]]. Il polo territoriale universitario più giovane è di certo quello di Trapani, che rientra nelle attività dell'Università degli studi di Palermo. A [[Trapani]] hanno sede cinque facoltà: Agraria, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Matematiche. In totale, i tre [[Università|atenei]] pubblici più il semipubblico di Enna contano circa 180.000 iscritti.
I livelli dell'università siciliana non sono alti. Uno studio [[Censis]]-''[[la Repubblica]]'' del 2005 (che non include Enna perché ancora in via di istituzione) classifica Palermo (63.400 iscritti) e Catania (50.700 iscritti) tra i mega atenei, cioè con oltre 40.000 iscritti, mentre Messina (39.600 iscritti) viene posta tra gli atenei medi, tra 40.000 e 20.000 iscritti. Lo studio porta avanti una serie di valutazioni basate su quattro campi (i servizi offerti agli studenti, le borse di studio, le strutture e il [[web]]) per stilare una classifica di ogni gruppo di atenei. Palermo è classificato 7º (a pari merito con l'[[Università di Bari]]), mentre Catania è 10º su undici mega atenei. Messina invece è 15º su 18. Nei primi due casi, sono le strutture a determinare la bassa classifica (i voti, in centodecimi, sono rispettivamente 71 e 76, i più bassi del gruppo), mentre Messina è carente soprattutto per quanto riguarda i servizi (74).
Si è seguito lo stesso criterio per ogni singola [[facoltà universitaria|facoltà]], la cui classifica però coinvolge tutti gli atenei. Se si escludono quelle non valutate, le facoltà siciliane ricorrono spesso negli ultimi posti: tutte e tre per quanto riguarda l'[[Economia]] (Catania, Palermo e Messina), Messina e Catania per [[Medicina]] e [[chirurgia]], la sola Messina per [[Scienze della formazione]], ancora la coppia Messina-Catania per [[matematica|Scienze matematiche, fisiche e naturali]], Palermo per [[Scienze politiche]] e Messina per [[statistica|Scienze statistiche]]. La facoltà migliore sembra Scienze della formazione di Palermo, che è al sesto posto nazionale con 89.4/110<ref>''Università. La grande guida. Anno accademico 2005-2006''. «la Repubblica»-Censis, 2005.</ref>.
==== Musei ====
{{vedi anche|Musei della Sicilia}}
=== Media ===
Si pubblicano, e hanno sede, in Sicilia tre quotidiani nazionali: [[Giornale di Sicilia]], [[La Sicilia]], e la [[Gazzetta del Sud]]. La RAI ha una [[Rai#Sicilia|redazione siciliana]] con sede principale a Palermo e succursale a Catania. Si editano inoltre, e possono essere acquistati in tutte le edicole siciliane, il [[Quotidiano di Sicilia]] e il settimanale [[Centonove (settimanale)|Centonove]].
Le principali Tv regionali, visibili su tutto il territorio dell'isola, sono: [[Antenna Sicilia]], [[Telecolor]], [[TRM Tele Radio del Mediterraneo]] e [[TGS Tele Giornale di Sicilia]].
Numerosi infine sono i media on line come la [[PalermoReport]], [[MessinaWeb]], [[CataniaOggi]], [[Il Fatto Nisseno]], sono alcuni maggiormente seguite.
==== Cinema ====
{{vedi anche|Cinema in Sicilia}}
Il [[cinema]] in Sicilia ha inizio già nei primi anni del [[XX secolo]] e nel tempo ha registrato opere cinematografiche, case di produzione e cineasti di rilievo. Nel corso dei decenni inoltre l'isola è stata sfruttata come [[set cinematografico]] per molte opere.
Nel [[1913]] a Catania nacque la [[Morgana film]], dal commediografo [[Nino Martoglio]]. Pochi mesi dopo sempre a Catania fu costituita la [[Etna film]]. Va ricordato in particolare il film muto del 1914 ''[[Sperduti nel buio (film 1914)|Sperduti nel buio]]'', con gli attori [[Giovanni Grasso]] e [[Virginia Balistrieri]], considerato la prima pellicola realista della storia.
I film in bianco e nero interpretati negli anni trenta da [[Angelo Musco]] e dal suo gruppo teatrale furono tra i primi lungometraggi di successo girati in Sicilia.
Anche [[Luigi Pirandello]] seguì con interesse l'evolversi della cinematografia, partecipando alle sceneggiature di alcuni film intorno al 1933.
A Palermo, la [[Panaria Film]] è stata una casa di produzione cinematografica di rilievo. Fu fondata nella seconda metà degli anni quaranta dal nobile [[Francesco Alliata di Villafranca]], insieme a Pietro Moncada di Paternò, Renzo Avanzo e [[Fosco Maraini]]. Dopo alcuni cortometraggi subacquei, in 35 mm, nelle [[isole Eolie]] (i primi girati in Italia), produsse ''[[Vulcano (film 1950)|Vulcano]]'', con [[Anna Magnani]], e ''[[La carrozza d'oro]]'' di [[Jean Renoir]]. Chiuse oberata dai debiti nel [[1956]]. Notevole è stata inoltre la produzione del documentarista [[Vittorio De Seta]].
Oggi vi sono affermati registi siciliani, come il premio Oscar [[Giuseppe Tornatore]], [[Pasquale Scimeca]], [[Aurelio Grimaldi]], [[Marco Amenta]], [[Emma Dante]], [[Roberto Andò]], [[Emanuele Crialese]] e la coppia [[Ciprì e Maresco]].
=== Letteratura ===
{{vedi anche|Letteratura siciliana}}
[[File:Pirandello Verga Quasimodo Sciascia.jpg|thumb|In senso orario, [[Giovanni Verga]], [[Luigi Pirandello]], [[Leonardo Sciascia]] e [[Salvatore Quasimodo]]]]
La produzione letteraria è stata molto viva nel corso dei secoli, inizialmente grazie alla corte di [[Federico II di Svevia|Federico II]] con la sua [[scuola siciliana]]. Tra il [[1230]] e il [[1266]] sotto la corte sveva si sviluppò il primo [[volgare]] illustre degno di questo nome. Per quanto il suo uso restasse confinato alle corti italiane e alla letteratura, dopo gli svevi venne ripreso dagli scrittori toscani che ne vennero fortemente influenzati anche grazie al prestigio letterario della Scuola, al cui capofila, [[Giacomo da Lentini]], è attribuita l'invenzione del [[sonetto]]. Grazie anche allo stile poetico dei Siciliani, tra cui anche [[Cielo d'Alcamo]], molte delle loro parole ed espressioni passarono nel toscano illustre, base della lingua italiana.
Il Siciliano ha trovato alti esempi letterari grazie a grandi poeti quali [[Giovanni Meli]], [[Domenico Tempio]], [[Mario Rapisardi]] e [[Ignazio Buttitta]], scrittori come [[Gesualdo Bufalino]] o [[Andrea Camilleri]] e drammaturghi come [[Pier Maria Rosso di San Secondo]], [[Nino Martoglio]], [[Luigi Pirandello]] (Premio Nobel) e [[Luigi Capuana]]. Da ricordare anche romanzieri del calibro di [[Giovanni Verga]] e lo stesso Capuana per il [[verismo]], così come anche [[Federico De Roberto]], nativo di Napoli ma che visse a Catania (città d'origine della sua famiglia dove è ambientato il suo capolavoro, ''[[I Viceré]]''), mentre una menzione speciale va a Pirandello, [[Leonardo Sciascia]], [[Vitaliano Brancati]] ed [[Ercole Patti]] per avere rivoluzionato il romanzo del [[XX secolo|Novecento]]. [[Salvatore Quasimodo]] (Premio Nobel) fu inoltre un pioniere dell'[[Ermetismo (letteratura)|ermetismo]]. Ricordiamo anche [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa]], famoso per il suo romanzo storico ''[[Il Gattopardo]]'', ritratto della Sicilia risorgimentale, ed [[Elio Vittorini]], [[Vincenzo Consolo]], [[Mario Gori]], [[Salvatore Camilleri]], [[Alessio Di Giovanni]], [[Vito Mercadante]], [[Stefano D'Arrigo]], [[Ercole Patti]], [[Luigi Natoli]], [[Vanni Pucci]], [[Vann'Antò]], [[Antonino Pino Balotta]], [[Lionardo Vigo]], [[Santo Calì]], [[Mariannina Coffa]], [[Simonetta Agnello Hornby]], [[Santo Piazzese]], [[Gesualdo Manzella Frontini]], [[Luca Matranga]], [[Giuseppe Schirò]], [[Vincenzo Navarro]], [[Eduardo Giacomo Boner]], [[Girolamo Ragusa Moleti]], [[Maria Occhipinti]], [[Tommaso Aversa]], [[Ortensio Scammacca]], [[Antonio Veneziano]], [[Ruggero Vasari]], [[Enrico Cardile]], [[Guglielmo Jannelli]], [[Stefano Lanuzza]], [[Giovanni Formisano]], [[Giambattista Spampinato]].
=== Musica ===
{{vedi anche|Musica siciliana}}
[[File:Francesco Paolo Frontini.jpg|thumb|left|upright=0.6|[[Francesco Paolo Frontini]]]]
Negli ultimi quattro secoli la Sicilia ha dato i natali ad illustri rappresentanti del mondo musicale.
Tra i primi, in ordine cronologico, ricordiamo: i [[madrigalisti]] [[Pietro Vinci]], [[Sigismondo d'India]] e [[Antonio Il Verso]], e gli operisti [[Alessandro Scarlatti]], [[Giovanni Pacini]], [[Vincenzo Bellini]], [[Francesco Paolo Frontini]], [[Antonio Scontrino]], [[Giuseppe Cesare Balbo]], [[Pietro Antonio Coppola]], i contemporanei [[Matteo Musumeci]] e [[Nunzio Ortolano]].
Nel [[XX secolo]] si sono distinti alcuni compositori siciliani nell'ambito delle avanguardie [[Anton Webern|postweberniane]]: [[Girolamo Arrigo]], [[Aldo Clementi]], [[Salvatore Sciarrino]], [[Francesco Pennisi]], [[Roberto Carnevale]], [[Federico Incardona]], [[Marco Betta]], [[Giovanni Sollima]], [[Calogero Giallanza]]. Inoltre famosi cantanti d'opera sono siciliani: [[Giuseppe Di Stefano]], [[Pietro Ballo]], [[Salvatore Licitra]], [[Giulio Crimi]].
Ecco alcune figure di spicco del panorama pop, rock o jazz, nazionale e internazionale: [[Pippo Pollina]], [[Giuni Russo]], [[Franco Battiato]], [[Gianni Bella]], [[Marcella Bella]], [[Carmen Consoli]], [[Carlo Muratori]], [[Giusy Ferreri]], [[Uzeda (gruppo musicale)|Uzeda]], [[Silvia Salemi]], [[Gerardina Trovato]], i [[De Novo]], i [[Tinturia]], gli [[Agricantus]], [[Ivan Segreto]], [[Mario Venuti]], [[Mario Biondi (cantante)|Mario Biondi]], [[Roy Paci]], [[Fiorello]], [[Qbeta]], [[Francesco Cafiso]], [[Banda di Avola]].
=== Cucina ===
{{Vedi anche|Cucina siciliana|Prodotti agroalimentari tradizionali siciliani}}
[[File:Cassata siciliana.jpg|thumb|upright=1.3|left|Cassata siciliana.]]
La [[cucina]] siciliana fa parte di una cultura [[gastronomia|gastronomica]] regionale complessa ed articolata, che mostra tracce e contributi di tutte le culture che si sono stabilite in Sicilia negli ultimi due millenni. Dalle abitudini alimentari della [[Magna Grecia]] alle prelibatezze dei "''Monsù''" delle grandi cucine nobiliari, passando dai dolci d'età araba-normanna e dalle frattaglie alla maniera [[ebrei|ebraica]]: tutto contribuisce a rendere varia la cucina siciliana.
[[File:Cannoli siciliani 2.jpg|thumb|Cannoli siciliani.]]
La lista dei prodotti tipici è lunghissima. Ogni provincia, e, in molti casi, ogni comune, ha una sua specialità e anche i nomi degli stessi alimenti variano di zona in zona. È universalmente conosciuta la [[granita siciliana]] come prodotto comune a quasi tutte le province e pregiato nelle zone del catanese e del messinese<ref>[http://www.meteoweb.eu/2014/06/la-vera-storia-della-granita-siciliana-un-must-fresco-e-dissetante-dalle-infinite-varianti-locali/288802/ La vera storia della granita siciliana]</ref>. Meno conosciute sono altre due bevande dall'aspetto di [[latte]]: l'[[orzata]] (dolce) e il [[latte di mandorla]] (dolce-amaro). Tra i prodotti salati, sono molto diffusi quelli presenti nella cosiddetta [[tavola calda]] o [[rosticceria]], con gli [[arancino|arancini]] di riso, diffusi in tutta la Sicilia, come punta di diamante di questa categoria. Tipiche del palermitano sono le ''panelle'', le ''crocché'' (crocchette di patate), il ''[[pani ca meusa]]'' (pane con la milza), ''[[frittola (gastronomia siciliana)|frittola]]'' (frattaglie elaborate e lessate), le ''[[rascature]]'' (mix di [[crocchè]] e [[panelle]]), lo [[sfincione]] (pizza doppio strato) e le ''[[stigghiola]]'' (budella di agnello arrostite). Del messinese invece i rustici, tra cui il [[pidone]] e l'arancino dalla caratteristica forma a punta, e la [[focaccia messinese]]. Ci sono poi molti piatti legati alle [[melanzane]], come la [[caponata]], la [[parmigiana di melanzane|parmigiana]] e la [[pasta alla Norma]] e ''i scacci'', focacce di grano duro con ripieno a base di prezzemolo, oppure cavolfiori o pomodori, vere e proprie torte salate. Anche il [[pesce]], in molte varietà, è un alimento importante della cucina siciliana e in questo settore molto famoso è il [[pesce stocco]] alla [[Messina|messinese]]. Tipico del [[Trapani|trapanese]] è il [[cuscus]] piatto principale della tradizione gastronomica del sud del Mediterraneo, ma contrariamente al resto dei paesi del [[Maghreb]], dove invece è di solito a base di carne, è preparato con il pesce. Tra i dolci tipici della regione non sono da dimenticare i [[cannolo|cannoli]], la [[cassata siciliana|cassata]] classica (meno dolce nella versione messinese) o al forno, la [[Pignolata glassata|pignolata messinese]], il "Taganu d'[[Aragona (Italia)|Aragona]]" e la torta Fedora tipico dolce spruzzato di cacao in polvere.
==== Vini e bevande ====
[[File:Marsala.jpg|thumb|upright=1.4| Diversi tipi di ''Marsala'']]
{{vedi anche|Vini della Sicilia}}
La coltivazione della vite e la vinificazione fu portato in [[Sicilia occidentale]] dai fenici fra il VIII e il VII secolo a.C.
Nella Sicilia orientale la vitivinicoltura si diffuse sin dall'epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.) con il tradizionale sistema detto ad "alberello".
Diversi sono i [[vitigno|vitigni]] autoctoni dell'isola, sia bianchi che rossi:
[[Zibibbo]], (introdotto per opera dei Fenici a Pantelleria), [[Nero d'Avola (vitigno)|Nero d'Avola]], [[Grillo (vitigno)|Grillo]], [[Frappato]], [[Perricone]], [[Inzolia]].
La nascita nel [[1773]] del [[Marsala (vino)|Marsala]] come vino liquoroso è incentrata sulla figura del commerciante inglese John Woodhouse. Il Marsala è stato il primo vino [[Denominazione di origine controllata|DOC]] della storia vinicola italiana<ref>[http://www.consorziovinomarsala.it/ vino marsala: marsala wine - vino siciliano - sicilian wine<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Dopo che per decenni il vino siciliano è stato utilizzato come vino da taglio per i vini francesi e piemontesi, per la forte gradazione alcolica, a partire dagli anni '60 l'affinarsi delle tecniche di vinificazione ha portato all'istituzione di numerosi vini a denominazione d'origine controllata. La sola [[provincia di Trapani]] produce il 10% del vino italiano.
== Persone legate alla Sicilia ==
{{vedi anche|Siciliani}}
== Politica ==
=== Forma di governo ===
{{vedi anche|Autonomia speciale|Assemblea Regionale Siciliana|Presidente della Regione Siciliana}}
La Sicilia è una regione a [[Statuto speciale]] (art. 116 della [[Costituzione della Repubblica Italiana]]), dotata di ampia [[Autonomia speciale]], sia politica che amministrativa e finanziaria. L'organo legislativo è composto dall'[[Assemblea regionale siciliana]], quello esecutivo dal [[Presidente della Regione Siciliana]] e dalla [[Giunta regionale]], composta da 12 [[assessore|assessori]] regionali, che dal [[2001]] possono anche non essere deputati all'Ars (così si chiamano, unici in Italia secondo la [[Corte costituzionale della Repubblica Italiana|Consulta]], i consiglieri regionali in Sicilia).
[[File:Palermo-Castle-bjs-1.jpg|thumb|upright=1.6|Il [[Palazzo dei Normanni]], a Palermo, sede dell'[[Assemblea regionale siciliana]]]]
Lo statuto speciale siciliano<ref>[http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_Statutoregionale/Statuto.pdf Statuto della Regione Siciliana]</ref>, emanato da [[Re Umberto II]] il 15 maggio [[1946]]<ref>[http://www.aransicilia.it/normativa/19460515_455.pdf Approvazione dello Statuto della Regione siciliana R.D.L. 15 maggio 1946, n. 455]</ref> (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge costituzionale n. 2 del [[1948]]<ref>[http://www.camera.it/files/leggi_costituzionali/2_1948.pdf Conversione in legge costituzionale dello Statuto della Regione siciliana L.Cost. 26 febbraio 1948, n. 2]</ref>), diede vita alla Regione Siciliana, prima ancora della nascita della Repubblica Italiana.
Il nome ufficiale è "Regione Siciliana" e non "Regione Sicilia" per una motivazione storica oltre che per il rapporto istituzionale che lega l'isola all'Italia. La Regione Siciliana (in assonanza con lo "''Stato Italiano''") nasce come ente originariamente sovrano e legato all'Italia da un rapporto pattizio e potenzialmente paritetico<ref>[http://www.laltrasicilia.org/modules.php?name=News&file=article&sid=564 Nome Regione Siciliana]</ref>. Questa condizione giuridica, che dà vita al medesimo utilizzo dell'aggettivo dopo il nome ufficiale dell'ente, è dovuta a ragioni principalmente politiche di carattere indipendentista che fanno leva sul fatto che l'entità amministrativa siciliana è considerata una fonte primaria del diritto alla pari dello Stato Italiano. In virtù della sovranità e della volontà del popolo siciliano di darsi un proprio statuto autonomo, infatti, i padri fondatori dello Statuto siciliano hanno voluto marcare una sostanziale pariteticità, ma non antiteticità, giuridica, storica e politica tra il popolo siciliano e il popolo italiano. Non a caso la Sicilia è l'unica regione d'Italia in cui l'organo legislativo è anche chiamato ''parlamento''.
Tema politico ricorrente è, pertanto, l'[[Autonomismo]] siciliano. Questo fu un modo per svuotare il movimento separatista, guidato dal [[Movimento Indipendentista Siciliano]], che all'indomani dello sbarco alleato del luglio 1943 era uscito dalla clandestinità in cui era stato sotto il periodo fascista, chiedendo l'affrancamento della Sicilia dallo Stato Italiano, e che ebbe anche un'organizzazione paramilitare, l'[[Esercito Volontario per l'Indipendenza della Sicilia|E.V.I.S.]] (Esercito Volontario per la Indipendenza Siciliana) guidato da [[Antonio Canepa]]. Svanì quasi subito invece l'idea che la Sicilia divenisse uno stato federato agli [[Stati Uniti d'America]]. Quando gli Stati Uniti riuscirono a bloccare la minaccia di [[URSS|Mosca]] e di [[Josip Broz Tito|Tito]] sul Nord-Est dell'Italia, questi abbandonarono a sé stessi l'E.V.I.S. e Giuliano: al M.I.S. non restò altro che partecipare nel [[1946]] alle elezioni politiche per il l'[[Assemblea Costituente della Repubblica Italiana|Assemblea Costituente]], dove ottenne 4 seggi (tra cui [[Andrea Finocchiaro Aprile]] e [[Attilio Castrogiovanni]]), e nove al Parlamento regionale nel [[1947]], (nessuno alle politiche del [[1948]]) mentre molti "capibastione" messi dopo il luglio [[1943]] al comando dei paesi dalle [[Alleati della seconda guerra mondiale|truppe alleate]], si infiltrarono nei ricostituiti partiti italiani.
La storia politica di sessant'anni di autonomia speciale in Sicilia, e dei suoi governi, ha vissuto momenti di vivacità, che hanno portato a definire la politica siciliana una sorta di "''Laboratorio politico''", e altri più bui.
Dal [[2001]] il presidente della Regione non è più eletto dall'Assemblea Regionale Siciliana, ma direttamente dai cittadini.
Il presidente del 58º governo della Regione, eletto il 28 ottobre [[2012]] è [[Rosario Crocetta]], candidato del [[Partito Democratico]] e dell'[[Unione di Centro (2008)|Unione di Centro]]. La presidenza della Regione ha sede a Palermo, a [[Palazzo d'Orleans]].
L'A.R.S. (''[[Assemblea regionale siciliana]]'') è l'organo [[potere legislativo|legislativo]] della Regione Siciliana eletta per la prima volta nel maggio [[1947]]. È composta da novanta [[deputato|deputati]] eletti a [[suffragio universale]] diretto. Ha sede a Palermo, nel [[Palazzo dei Normanni]]. Il parlamento siciliano, nato nel 1130, è considerato il più antico d'Europa<ref>[https://sites.google.com/site/ilparlamento02/storia-del-parlamento Storia del Parlamento - Il Parlamento<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
=== Lo Statuto speciale e le competenze esclusive ===
Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione ha competenza esclusiva, (cioè le leggi statali non hanno vigore nella regione) su una serie di materie, tra cui [[beni culturali]], [[agricoltura]], [[pesca]], [[ente locale|enti locali]], [[ambiente naturale|ambiente]], [[turismo]], [[polizia forestale]]. Il relativo personale quindi è nei ruoli della Regione e non dello Stato, che quindi è più numeroso che nelle altre Regioni a statuto ordinario. Ogni modifica allo [[Statuto speciale]], trattandosi di legge costituzionale, è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia [[fisco|fiscale]], la totalità delle [[imposta|imposte]] riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere, infatti, sul territorio e ogni anno lo Stato Italiano sarebbe tenuto a fornire un ammontare da stabilirsi, con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente dalle altre Regioni per finanziare la Sicilia, così come stabilito dall'art. 38 dello ''Statuto della Regione Siciliana''.
* 1. Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base ad un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici.
* 2. Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale.
* 3. Si procederà ad una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo.
Altro aspetto importante è contenuto nell'Art 37 dello ''Statuto della Regione Siciliana'':
* 1. Per le imprese [[industria]]li e [[commercio|commerciali]], che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
* 2. L'imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.
=== Gemellaggi ===
La Regione Siciliana è gemellata con lo Stato Federato dell'[[Australia]]: il [[Queensland]].
== Economia ==
=== Dati economici ===
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]] e il PIL procapite<ref name="Dati Istat - Tavole regionali">[http://www.istat.it/dati/dataset/20071004_00 Dati Istat - Tavole regionali]</ref> prodotto in Sicilia dal [[2000]] al [[2009]]:
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
! || [[2000]] || [[2001]] || [[2002]] || [[2003]] || [[2004]] || [[2005]] || [[2006]] || [[2008]] || [[2009]]
|-
| align=left |'''Prodotto Interno Lordo'''<br />(Milioni di Euro)|| 67.203,8 || 70.530,1 || 72.855,0 || 75.084,5 || 77.327,3 || 80.358,1 || 82.938,6 || 88.327,73 || 86.015,0
|-
| align=left | '''PIL ai prezzi di mercato per abitante'''<br />(Euro) || 13.479,6 || 14.185,7 || 14.662,2 || 15.053,9 || 15.440,1 || 16.023,2 || 16.531,5 || 17.533 || 17.045,2<ref>[http://www.istat.it/dati/dataset/20091111_00/ Istat.it - Conti economici regionali<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
|-
|}</div>
Di seguito la tabella che riporta il [[PIL]]<ref name="Dati Istat - Tavole regionali"/>, prodotto in Sicilia ai prezzi correnti di mercato nel [[2006]], espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
{| class="wikitable" style="width:80%;"
|-
| align=left | '''Macro-attività economica''' || '''PIL prodotto''' || '''% settore su PIL regionale''' || '''% settore su PIL italiano'''
|-
| align=left |Agricoltura, silvicoltura, pesca|| € 2.923,3 || 3,52% || 1,84%
|-
| align=left |Industria in senso stretto|| € 7.712,9 || 9,30% || 18,30%
|-
| align=left |Costruzioni|| € 4.582,1 || 5,52% || 5,41%
|-
| align=left |Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni|| € 15.159,7 || 18,28% || 20,54%
|-
| align=left |Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari ed imprenditoriali|| € 17.656,1 || 21,29% || 24,17%
|-
| align=left |Altre attività di servizi'''|| € 24.011,5 || 28,95% || 18,97%
|-
| align=left |Iva, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni|| € 10.893,1 || 13,13% || 10,76%
|-
| align=left |'''PIL Sicilia ai prezzi di mercato'''|| '''€ 82.938,6''' || ||
|-
|}</div>
=== Agricoltura ===
L'[[agricoltura]] è stata ed è ancora oggi una delle grandi risorse economiche della Sicilia grazie alla varietà e qualità delle produzioni. Notevole è la produzione dei [[cereali]] - tra cui il [[frumento]], specie della pregiata varietà ''grano duro'', essenziale per la produzione delle migliori qualità di [[pasta]]. Il frumento già in passato rendeva la Sicilia essenziale per l'approvvigionamento dei [[Storia romana|Romani]], tanto che l'isola era chiamata ''il granaio di Roma''. È abbondante quella delle [[oliva|olive]], che assicura un'ottima produzione di [[olio alimentare|olio]].
[[File:Arancia di Ribera 2byFigiu.JPG|thumb|left|Arance di Ribera]]
[[File:Marsala Wine.jpg|thumb|Una bottiglia di vino Marsala]]
Ben nota è la coltura degli [[agrume|agrumi]], i cui centri più importanti sono [[Mazzarrà Sant'Andrea]], [[Francofonte]], [[Lentini]], [[Paternò]], [[Ribera]], [[Scordia]]. Qui si producono [[Citrus × sinensis|arance]], [[limone|limoni]], [[Citrus reticulata|mandarini]], [[mandarancio|mandaranci]], [[Citrus × bergamia|bergamotti]], [[Citrus medica|cedri]] e [[pompelmo|pompelmi]] di grande pregio. La [[frutticoltura]] siciliana annovera fra i suoi prodotti i [[fico d'India|fichi d'India]], [[anguria|angurie]], [[Diospyros kaki|kaki]], [[nespola|nespole]] e [[susino|susini]] che danno luogo a produzioni specifiche di qualità quali l'[[anguria di Siracusa]], i [[kaki di Misilmeri]], le [[Nespola di Trabia|nespole di Trabia]] e il [[susino sanacore]]. Gli [[ortaggi]] sono sempre stati la base dell'agricoltura regionale, in particolare [[zucchina|zucchine]], [[melanzana|melanzane]], [[pomodoro|pomodori]] e [[peperone|peperoni]]. A partire dagli [[anni 1960|anni sessanta]], lo sviluppo delle coltivazioni in [[serra]], estese soprattutto nella zona sud orientale, ha permesso un incremento sia nella quantità che nella qualità dei prodotti, sviluppando colture ad alto valore aggiunto come le ''primizie'' o altri prodotti protetti da denominazioni certificate come i famosi [[pomodoro|pomodorini]] di [[Pachino]]. Non mancano fra i prodotti dell'orticoltura i [[legume|legumi]] basilari nella cucina regionale. Oltre i tradizionali legumi diffusi anche nel resto d'Italia, le specifiche condizioni climatiche hanno permesso lo sviluppo di coltivazioni particolari e meno diffuse nella penisola come [[ceratonia|carrube]] e [[Lupinus albus|lupini]]. L'attenzione e lo sviluppo riservati alla produzione di legumi ha portato ad eccellenze quali la [[fava di Leonforte]].
Importante è la produzione dei [[Cynara scolymus|carciofi]] di cui il territorio [[Niscemi|niscemese]] e il distretto agricolo di [[Cerda]] sono fra i più grandi produttori europei.
Tra la [[frutta secca]] spiccano per qualità le [[mandorla|mandorle]], le [[nocciola|nocciole]] ed il [[pistacchi]]o - pregiato quello di [[Bronte (Italia)|Bronte]] - che sono alla base di molti prodotti dolciari.
Un importante contributo viene anche dalla coltivazione intensiva di specie, una volta esotiche, come il [[Actinidia chinensis|kiwi]] di eccellente qualità e perfino di [[Mangifera indica|mango]], nella zona di [[Fiumefreddo di Sicilia|Fiumefreddo]].
La carota novella di [[Ispica]], la ciliegia rossa dell'Etna coltivata nel comprensorio di [[Giarre]], l'[[Monti Iblei (olio di oliva)|olio d'oliva dei Monti Iblei]], dei [[Colli Nisseni (olio di oliva)|colli nisseni]] e delle [[Colline Ennesi (olio di oliva)|colline ennesi]], il limone Interdonato della Messina jonica, il limone di [[Siracusa]], il melone di [[Pachino]] e il pistacchio verde di [[Bronte (Italia)|Bronte]] sono prodotti a denominazione di Origine Protetta - Protezione Transitoria Nazionale con decreto ministeriale.
Uno dei frutti più tipici è il "[[Diospyros kaki|kaki]]" (in italiano caco o loto). Famosa per i [[Kaki di Misilmeri|suoi kaki]] è [[Misilmeri]]. Un'altra peculiare produzione siciliana è quella delle [[Sbergia|sbergie]]. Questo frutto, dolce e profumato, costituisce un [[endemismo]] che trova diffusione solo nella [[valle del Niceto]].
[[File:Olives (9520845387).jpg|250px|thumb|left|Oliveti nel territorio dei Sicani]]
La tradizionale coltivazione della [[vitis|vite]] consente la produzione di ottimi vini, sia rossi sia bianchi, che sono sempre più conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo. La produzione, pur notevole, stentava un tempo ad inserirsi nei mercati a causa della eccessiva frammentazione dei produttori e di imprecisi standard qualitativi; essa ha avuto una svolta decisiva a partire dagli [[anni 1990|anni novanta]], quando l'impiego di nuove tecniche enologiche, i finanziamenti pubblici che hanno facilitato l'arrivo di grandi produttori di vino da altre parti d'Italia e anche dall'estero, la nascita di una scuola universitaria locale di enologi (Università di Palermo facoltà di Agraria con sede staccata a Marsala presso l'Istituto Agrario "A. Damiani"), hanno favorito la rinascita dei vini siciliani, già famosi in epoca romana, e la loro affermazione a livello internazionale delle sue [[Denominazione di Origine Controllata|D.O.C.]] e la nascita della [[DOCG|D.O.C.G.]]Cerasuolo di Vittoria.
Tra i vitigni autoctoni più noti si annoverano i "rossi", come il [[Nero d'Avola (vino)|Nero d'Avola]], il Nerello Mascalese, il Frappato che concorre insieme al Nero d'Avola alla D.O.C.G. [[Cerasuolo di Vittoria]], il Nerello Mantellato, il Nerello Cappuccio, il Perricone e il Nocera, ed i "bianchi", tra i quali il più noto è indubbiamente il Bianco D'Alcamo, la cui rinomanza è riconosciuta in tutto il mondo, l'Insolia, il [[Grillo (vitigno)|Grillo]], il Catarratto, il Grecanico, il Carricante, la Minnella Bianca, il [[Moscato di Pantelleria]] detto anche [[Zibibbo]] e la [[Malvasia delle Lipari]].
Si coltivano e si imbottigliano inoltre, con notevoli risultati qualitativi, anche lo [[Chardonnay]], il [[Sauvignon]], il [[Merlot]], il [[Syrah]], il [[Cabernet-sauvignon|Cabernet]], il [[Petit Verdot]], il [[Pinot Noir]] e altre varietà alloctone.
Un importante e sempre più sviluppato settore è quello della coltivazione, in serra, di [[fiore|fiori]] pregiati, come ad esempio le [[orchidea|orchidee]], favorito dal clima caldo-umido che ha raggiunto e superato per produzione quello di altre regioni tradizionalmente produttrici. Oggi i fiori di Sicilia vengono acquistati e spediti in tutta l'Europa.
Inoltre è presente il mercato ortofrutticolo più grande d'Italia a [[Vittoria (Italia)|Vittoria]].
In Sicilia, circa 650 000 [[ettaro|ettari]] di terreno sono dedicati all'agricoltura di [[semina]] e 400 000 alle colture permanenti<ref><nowiki></nowiki>
* Antonio Saltini,''Sicilia fra feudi e giardini''. Bologna, Edagricole 1982
* Antonio Saltini, ''I cento volti di Trinacria. Viaggio fotografico nella Sicilia agricola''. Roma, Ismea - Spazio rurale, 2004.</ref>.
Nella [[piana di Gela]] viene coltivato anche il [[Cotone (fibra)|cotone]]; il prodotto siciliano costituisce il 78% della produzione nazionale<ref>http://www.cottonet.it/</ref>.
=== Allevamento ===
Sono allevati ovini, caprini ed equini, mentre i [[bovinae|bovini]], un tempo presenti in numero limitato, oggi sono allevati soprattutto nella [[provincia di Ragusa]], dove si allevano animali della ''razza [[frisona]]'' e ''[[Modicana (razza bovina)|razza modicana]]''. Quest'ultimi producono un latte molto sostanzioso, benché in quantità scarse rispetto ai bovini d'allevamento (è una razza semi-addomesticata), utilizzato principalmente nella produzione di formaggi freschi ("provole"), del [[piacentino ennese]], con l'aggiunta di [[Crocus sativus|zafferano]], o del [[Ragusano|caciocavallo ragusano]], l'unico del genere in Sicilia ad avere meritato il marchio DOP. Una tipica razza di equini di ''razza sanfratellana'' viene allevata sui Nebrodi, nella zona di San Fratello, da cui prende nome.
La superficie dedicata ai [[prato|prati]] e ai [[pascolo|pascoli]] in Sicilia raggiunge i 235 000 ettari<ref>I dati riguardanti la superficie utilizzata per agricoltura ed allevamento (riferiti al 2000) sono ricavati dal ''Calendario atlante De Agostini 2004''.</ref>.
=== Pesca ===
[[File:Aci Trezza 1891.jpg|thumb|left|Le barche dei pescatori ad [[Aci Trezza]] nel [[1891]].]]La [[pesca (attività)|pesca]] costituisce una risorsa preziosa per la Sicilia, che è la prima regione italiana per quantità di prodotto catturato, per consistenza di flotta (33% della flotta [[peschereccio|peschereccia]] italiana) e numero di pescatori impiegati<ref>[http://www.tesigratis.it/ittica/capitolo2.2.php I porti pescherecci siciliani - L'imprenditorilità ittica in Sicilia - www.tesigratis.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
Molti sono i [[porto|porti]] con estese flotte di [[nave|navi pescherecce]]; tra questi il più importante è quello di [[Mazara del Vallo]], il primo d'Italia con 27687 TSL (tonnellate stazza lorda) e 269 imbarcazioni da pesca. Sono importanti anche quello di [[Trapani]], [[Scoglitti]], [[Sciacca]] e [[Porticello]], che superano i 130 motopesca iscritti nel compartimento. Altri porti sono il [[porto di Licata]], [[Porto Empedocle]], Marsala, [[Porto di Pozzallo|Pozzallo]], Lampedusa, Catania, [[Portopalo di Capo Passero|Portopalo]]<ref>{{cita web|url=http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/note/join/2010/431596/IPOL-PECH_NT(2010)431596_IT.pdf|titolo=Parlamento Europeo - politiche comunitarie e di coesione - Pesca|accesso=06 luglio 2014}}</ref>. Si pescano, oltre al [[pesce spada]] nella zona dello [[stretto di Messina]], anche il [[tonno]], le [[Sardina pilchardus|sardine]], le [[Engraulis encrasicolus|alici]] e gli [[sgombro|sgombri]], ovvero il [[pesce azzurro]] tipico del [[Mar Mediterraneo]], che consente di fornire all'industria conserviera la materia prima necessaria alla produzione del pesce in scatola e del pesce affumicato. Nel trapanese e a [[Marzamemi]] si produce la [[bottarga]], che viene esportata anche all'estero.
A [[Mazara del Vallo]] ma anche in altre zone marine della costa mediterranea della Sicilia, si pratica l'allevamento di pesci come [[Dicentrarchus labrax|spigole]], [[Sparus aurata|orate]], tonni (ingrasso); a [[Ganzirri]], nella zona nord di Messina, quello di [[ostrica|ostriche]] e [[Mitilo|mitili]]. Inoltre a [[Trapani]] sono ben note le [[salina|saline]] da cui sin dall'antichità si produce finissimo [[cloruro di sodio|sale marino]].
=== Energia ===
[[File:Pilone di Torre Faro, Messina, Italy.jpg|thumb|Uno dei due [[Piloni dello Stretto]], si tratta del ''Pilone di Torre Faro'', posto nella striscia di terra dell'isola siciliana più a nord-est]]
Un [[elettrodotto]] che supera lo [[stretto di Messina]] esporta dalla Sicilia una parte dell'[[energia elettrica]] che in essa è prodotta, ma soprattutto consente alla regione di ricevere oltre la metà dell'energia proveniente dal nord Europa, richiesta dai 5 milioni di abitanti siciliani. L'energia principale, più una parte di quella ausiliaria prodotta dalle centrali energetiche della regione, viene utilizzata nelle città e per le linee ferroviarie elettrificate da 3 kV.
Dalla società di sviluppo e gestione di elettrodotti Terna si farà un secondo elettrodotto tra Sorgente e Rizziconi nonché il potenziamento della rete della regione fino a 380 kV.
Anche se le centrali tradizionali sono abbastanza diffuse e hanno una buona produzione, le [[Fonti alternative di energia|fonti alternative]], nonostante le enormi potenzialità in merito che ha la Sicilia, sono ancora poco diffuse: sono sperimentali alcune [[Parco eolico|centrali eoliche]], mentre verrà presto attivata ad [[Enna]], nel [[Polo Industriale di Enna|Polo Industriale]] del [[Valle del Dittaino|Dittaino]], una centrale utilizzante le [[biomassa|biomasse]] per produrre energia a bassi costi, il primo impianto di questo tipo esistente nell'Italia meridionale.
Nei pressi di [[Adrano]], tra il [[1981]] e il [[1987]], venne costruita dall'[[Enel]], nell'ambito di un progetto europeo, la [[Centrale Solare Eurelios]] che erogava 1 Megawatt di potenza; la centrale poi rimase inutilizzata. Nel 2011, [[Enel Green Power]] ha avviato lo smantellamento della centrale solare termica [[Centrale Solare Eurelios]] per fare spazio ad un impianto fotovoltaico; a lavori ultimati il nuovo impianto sarà in grado di generare 14 milioni di kWh (il fabbisogno di consumo di oltre 5 mila famiglie).<ref>[http://www.zeroemission.eu/Fotovoltaico/Sicilia,-la-rinascita-solare-di-Adrano-nel-segno-di-Eurelios/news/11000.phtml Sicilia, la rinascita solare di Adrano nel segno di Eurelios<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Negli anni novanta è stata costruita, nella zona di [[Sortino]], una centrale idroelettrica che produce energia utilizzando un salto di oltre 100 metri creato fra due laghi artificiali costruiti appositamente. Questa centrale, la prima nel suo genere, fu costruita per poter sostenere i massicci consumi diurni delle industrie della zona di [[Priolo Gargallo|Priolo]]. Il bilancio energetico della centrale è decisamente negativo, ma permette di accumulare energia in esubero prodotta di notte, per pompare l'acqua al bacino superiore e poi l'acqua viene utilizzata di giorno per produrre energia a sostegno dei consumi diurni delle industrie della zona. Entrata in servizio nel 1989, è situata nella valle dell’Anapo, nel comune di Priolo Gargallo. Il serbatoio (lago) superiore raccoglie anche le acque del bacino idrografico superiore dell’Anapo,
con un volume di 5,6 milioni di m3. Ha una potenza efficiente di 500 MW ed una potenza di pompaggio di 580 MW, grazie a 4 gruppi turbina/pompa reversibile da 125 MW in produzione e che assorbono 145 MW in pompaggio. Il salto tra i serbatoi è di circa 312 m.
=== Industria ===
[[File:Vulcano ETNA dal Golfo di Gela.jpg|thumb|Il [[polo petrolchimico di Gela]]; sullo sfondo, l'Etna]]
Nonostante la regione non abbia livelli di industrializzazione paragonabili a quelli del Nord Italia, tuttavia presenta complessivamente un apparato industriale più vivace del resto del Sud Italia grazie anche alla presenza dei più grandi stabilimenti del meridione e di numerosi distretti industriali, concentrati nella piana di [[Gela]], nei pressi di [[Augusta (Italia)|Augusta]], [[Siracusa]], [[Milazzo]] ed [[Enna]] (area industriale del Dittaino) con industrie di trasformazione [[industria chimica|chimica]] [[Raffineria di petrolio|petrolifera]], energetica, elettronica ed agroalimentare.
Tuttavia Palermo e Catania sono le città che presentano più di un distretto industriale. In particolare la città di Catania presenta ben tre grandi distretti industriali specializzati in quasi tutti i settori, dall'agroalimentare alla meccanica, dall'elettronica alla chimica.
Da ricordare è inoltre una quarta area d'eccellenza sempre nei pressi di Catania, la cosiddetta "Etna Valley" ovvero una grande zona industriale all'avanguardia per la produzione elettronica.
In Sicilia vengono sfruttati i giacimenti di petrolio e metano di Ragusa.
=== Attività estrattive ===
[[File:TrivelleRagusaS1.jpg|thumb|Ragusano: pompe di estrazione petrolifera a testa pozzo]]
{{vedi anche|Zolfo di Sicilia}}
Le miniere di [[Zolfo di Sicilia|zolfo]] delle province di [[Enna]], [[Caltanissetta]] e [[Agrigento]] sono state chiuse, a partire dalla metà del [[XX secolo]], a causa della forte concorrenza dello zolfo americano estratto con il ''metodo Frasch'' e quindi venduto a prezzi notevolmente più bassi; il diverso processo estrattivo in Sicilia era divenuto troppo costoso e perciò scarsamente remunerativo. Altre miniere di sali potassici, utilizzati in vari settori dell'industria, sono state chiuse, alla fine degli [[anni 1980|anni ottanta]], nel territorio della provincia di Caltanissetta essendo divenuta più conveniente economicamente l'importazione dall'Est europeo. In passato, erano fiorenti anche l'estrazione del [[gesso (minerale)|gesso]] e della ''pietra-pece'' nel ragusano (per l'estrazione di idrocarburi) anche queste però sono state marginalizzate nel corso del Novecento.
Importante è attualmente, dal sottosuolo siciliano, l'estrazione del [[petrolio]] in terraferma dai pozzi di [[Ragusa]]. Altri pozzi sono stati trivellati, negli [[anni 1990|anni novanta]] al largo delle coste meridionali siciliane, nel [[Canale di Sicilia]] dove sono state installate alcune piattaforme petrolifere visibili al largo di [[Ragusa]] ([[Piattaforma Vega]]). Sono presenti anche giacimenti di gas [[metano]]. Da rilevare l'estrazione del famoso [[Perlato di Sicilia]], che fa di [[Custonaci]] uno dei più importanti bacini marmiferi in Italia.
=== Turismo ===
[[File:Cefalù (3).jpg|thumb|left|300px|[[Cefalù]], una delle più note mete turistiche]]
[[File:Teatro Greco - SR.jpg|thumb|Teatro greco di Siracusa.]]
L'industria del turismo è un'attività in crescita, favorita dalla presenza sul territorio di numerosi siti archeologici ([[Morgantina]], [[Segesta]], [[Selinunte]], [[Valle dei Templi]] e [[Villa del Casale]]) e di bellezze artistiche e naturali che suscitano l'interesse dei visitatori. Una grande importanza ha il turismo balneare: celebri attrattive sono le variegate coste e le isole minori.
Negli ultimi anni si è investito sulla capacità ricettiva di strutture alberghiere, favorendo un incremento delle presenze nell'isola, che nell'[[estate]] [[2006]] hanno raggiunto un livello record. Gli arrivi turistici nel 2007 sono stati di 2.847.575 italiani e 1.766.763 stranieri<ref>[http://www.istat.it/dati/catalogo/20100409_00/NoiItalia2010.pdf Dati Istat 2007]</ref>.
La [[Provincia di Messina]], con circa 5 milioni di presenze turistiche annue, è la prima in Sicilia e tra le prime nel Sud Italia<ref>[http://www.zerodelta.net/messina.php ZeroDelta.net]</ref>. Oltre alle ben conosciute mete turistiche e rinomate località, come [[Taormina]], [[Isole Eolie]], [[Erice]], [[Isole Egadi]], [[Cefalù]], [[Monreale]], [[Palermo]] e alcuni suoi borghi marinari come [[Mondello]] e [[Sferracavallo]], nel catanese [[Acireale]] e [[Caltagirone]], nell'ennese [[Piazza Armerina]], nel trapanese [[San Vito Lo Capo]] e nel siracusano [[Noto (Italia)|Noto]] e [[Siracusa]], l'entroterra siciliano è ricco di storia, di tradizioni, ma anche e soprattutto di arte, cultura, fortezze, [[Teatri della Sicilia|teatri]], chiese, palazzi, castelli, necropoli, boschi e bacini naturalistici d'importanza, elementi caratterizzanti le aree interne della regione.
=== Pil pro capite ===
La classifica del PIL pro capite delle province siciliane rispetto alle altre province d'Italia è la seguente<ref>{{cita web|url=http://www.ucer.camcom.it/studi-ricerche/banche-dati/bd/contieco/eurostat/prodotto-interno-lordo-delle-regioni-europee-re/Reddito_nuts3_province.xls/view|titolo=Rapporto unioncamere, graduatoria provinciale secondo il Pil pro capite a prezzi correnti 2011}}</ref>:
<center>
{| class="wikitable" style="width:50%;"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! Provincia
! Pil Pro Capite 2011<br />(Euro annui)
! Posizione 2010 (Posizione 2011 non disponibile)<br />
|-
| '''Siracusa'''
| align=center|18.500
| align=center|81ª
|-
| '''Palermo'''
| align=center|18.300
| align=center|87ª
|-
| '''Ragusa'''
| align=center|18.000
| align=center|86ª
|-
| '''Messina'''
| align=center|17.000
| align=center|85ª
|-
| '''Catania'''
| align=center|16.400
| align=center|93ª
|-
| '''Caltanissetta'''
| align=center|15.500
| align=center|89ª
|-
| '''Enna'''
| align=center|14.600
| align=center|98ª
|-
| '''Trapani'''
| align=center|14.400
| align=center|96ª
|-
| '''Agrigento'''
| align=center|13.100
| align=center|102ª
|}
</center>
== Infrastrutture e trasporti ==
[[File:Autostrade in Sicilia.svg|thumb|La rete autostradale siciliana]]
[[File:Sizilien Autobahn A29DIR.jpg|thumb|L'A29 dir Alcamo-Trapani vista da [[Segesta]]]]
=== Strade ===
La Sicilia dispone di varie autostrade, che collegano tra loro le principali città della regione.
* [[File:Autostrada A18 Italia.svg|29px]] L'[[Autostrada A18 (Italia)|A18 Messina - Catania]], che collega le due maggiori città della Sicilia orientale, a pedaggio. Nel 2003 ha registrato un traffico di circa 28 milioni di autoveicoli. È molto importante anche per l'assenza di adeguate vie alternative per il traffico pendolare. Nel tratto in provincia di Messina l'autostrada è un seguito di ponti e gallerie, dato che i monti Peloritani giungono fino al mare; in provincia di Catania l'Etna scende dolcemente verso il mare e dunque spariscono le gallerie (centri principali attraversati: [[Taormina]], [[Giarre]], [[Acireale]]); l'autostrada è completata dalla [[File:Autostrada A18dir Italia.svg|28px]] [[Autostrada A18 (Italia)|diramazione A18 dir]] della lunghezza di 5 km che porta verso il centro di Catania.
* [[File:Autostrada A18 Italia.svg|29px]] L'[[Autostrada A18 (Italia)|A18 Siracusa - Rosolini]], che collega il capoluogo aretuseo ad alcuni dei maggiori centri della sua [[Provincia di Siracusa|provincia]]. Centri principali attraversati: [[Avola]], [[Noto (Italia)|Noto]], [[Rosolini]];
* [[File:Autostrada A19 Italia.svg|30px]] L'[[Autostrada A19 (Italia)|A19 Palermo - Catania]], che collega le due metropoli principali, non a pagamento. Ha rotto lo storico isolamento dell'[[Sicilia centrale|interno della regione]]. Attraversa caratteristiche zone scarsamente abitate, eccezion fatta per il tratto lungo il mar Tirreno in provincia di Palermo, e i collegamenti via [[autobus]] permanenti sono assicurati dalla [[SAIS Autolinee S.p.A.]]; centri principali attraversati: [[Enna]], [[Caltanissetta]] e le due zone industriali di Termini, vicino Palermo e Dittaino, vicino Enna;
* [[File:Autostrada A20 Italia.svg|30px]] L'[[Autostrada A20|A20 Messina - Palermo]], completata nel luglio [[2005]] dopo oltre 20 anni di lavori, è un importante asse autostradale a pedaggio che permette di raggiungere le due città facilitando gli spostamenti, soprattutto commerciali. Nel 2003 ha registrato un traffico di circa 21 milioni di autoveicoli. Corre lungo il mar Tirreno con ponti e gallerie in perenne successione, tranne nella zona di Milazzo; centri principali attraversati: [[Milazzo]], [[Barcellona Pozzo di Gotto]], [[Patti]], [[Capo d'Orlando]], [[Sant'Agata di Militello]], [[Cefalù]], [[Termini Imerese]] e [[Bagheria]].
* [[File:Autostrada A29 Italia.svg|30px]] L'[[Autostrada A29|A29 Palermo - Mazara del Vallo]], e la diramazione [[File:Autostrada A29dir Italia.svg|28px]] Alcamo - Trapani, entrambe senza caselli, collegano il capoluogo con la parte occidentale della regione. Essa è l'autostrada in cui nello svincolo di [[Capaci]], morì il giudice [[Giovanni Falcone]] sua moglie e la sua scorta, in tale svincolo per entrambi i sensi di marcia sono stati posti due colonne metalliche per ricordare la tragedia. È priva di stazioni di rifornimento. Centri principali attraversati: [[Alcamo]], [[Castellammare del Golfo]], [[Castelvetrano]], [[Mazara del Vallo]].
* [[File:Italian traffic signs - raccordo autostradale 15.svg|42px]] Il [[raccordo autostradale 15]] o ''tangenziale di Catania'' è un asse viario di fondamentale importanza della lunghezza di 24 km che permette di bypassare il centro urbano di Catania. Mette in comunicazione l'A18 per Messina con l'A19 per Palermo e l'autostrada per Siracusa, oltre a diverse strade statali della Sicilia orientale.
* [[File:Nuova Strada Statale 339 Italia.svg|42px]] La [[Autostrada Catania-Siracusa|NSA 339 Catania-Siracusa]], al momento con numerazione provvisoria, è stata aperta al transito nel dicembre del 2009 ed ha una lunghezza totale di 25 km. Collega il RA 15 (tangenziale di Catania) all'uscita Augusta-Villasmundo della [[Strada statale 114 Orientale Sicula|SS 114 Orientale Sicula]] dove senza soluzione di continuità prosegue con caratteristiche autostradali fino all'autostrada Siracusa-Gela (A18); centri principali attraversati: [[Augusta (Italia)|Augusta]], [[Lentini]]-[[Carlentini]].
Il 23 dicembre [[2009]] sono stati avviati i primi cantieri, relativi ai lavori propedeutici, del [[ponte sullo stretto di Messina]].
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Rete ferroviaria della Sicilia}}
[[File:Linea Pa Me Pace Torregrotta.jpg|thumb|left|Tratto a doppio binario della ferrovia Palermo-Messina, tra le stazioni di [[Pace del Mela]] e [[Stazione di Torregrotta|Torregrotta]].]]
La rete ferroviaria della Sicilia è essenzialmente costituita di linee a [[scartamento normale]] di [[RFI]] e i servizi sono svolti da [[Trenitalia]]. La linea, a [[scartamento ridotto]], che si snoda intorno all'[[Etna]] è invece di pertinenza del ministero delle Infrastrutture e i servizi sono svolti dalla [[Ferrovia Circumetnea]]. Tutta la rete ferroviaria siciliana risente del fatto che, essenzialmente, ricalca i tracciati ormai obsoleti delle origini e non risponde nel suo complesso alle esigenze di mobilità della regione. Le ferrovie elettrificate costituiscono oltre il 60% (circa 800 km) del complesso mentre i restanti 583 km di linea sono percorsi solo dai mezzi [[Motore Diesel|Diesel]]; la rete elettrificata adotta il sistema, comune al resto delle linee italiane ordinarie, a [[corrente continua]] a 3 kV.
La maggior parte delle linee è a binario unico con tratte a doppio binario (169 km) solo sulle due direttrici principali, tirrenica e ionica; oltre l'85% rimangono ancora a binario unico (1.209 km). Le linee attuali sono in gran parte risalenti ai primi decenni dell'unità d'Italia, eccetto la tratta [[Caltagirone]]-[[Gela]] aperta all'esercizio alla metà degli anni settanta (ma chiusa a causa del crollo di un ponte) e la variante tra Messina e Patti che comprende una nuova [[Galleria Peloritana|galleria dei Peloritani]].
I lavori di ammodernamento e raddoppio della tratta Palermo-Messina sono iniziati molti anni fa e non se ne prevede ancora la conclusione; è in corso di velocizzazione (al 2014) la Palermo-Agrigento e di potenziamento della tratta Fiumetorto-Caltanissetta Xirbi. Nonostante la sua validità turistica la ferrovia della [[Valle dell'Alcantara]], fino a [[Randazzo]], fu chiusa dopo un parziale ammodernamento e lo stesso avvenne per la Noto-Pachino nonostante attraversi l'Oasi di Vendicari.
È del tutto scomparsa la vasta rete ferroviaria statale a [[scartamento ridotto]] che collegava numerosi centri abitati dell'interno dell'Isola, tra loro e con la rete FS.
Un programma in corso di realizzazione è la trasformazione del tratto urbano della Ferrovia Circumetnea tra Catania e Paternò in metropolitana a doppio binario, a scartamento normale ed elettrificata, ma al 2014 è in funzione ancora solo il tratto urbano interno alla città di Catania.
Un programma a lunga scadenza prevede il potenziamento dell'itinerario Messina-Catania-Palermo utilizzando parzialmente, previa rettifica di tracciato, parte delle tratte ferroviarie esistenti.
In atto, al 2014, i servizi offerti su tutta la rete risultano fortemente ridimensionati rispetto al passato con la scomparsa quasi totale dei collegamenti verso il resto del paese.
=== Porti ===
{{vedi anche|Isola di Sicilia#Porti}}
La Sicilia, isole minori comprese, dispone di 126 tra porti industriali, commerciali, porticcioli e porti di altra tipologia<ref>{{cita web|url=http://www.apat.gov.it/site/_files/Archimede/SIGC_APAT.pdf|titolo=Sistema Informativo Geografico Costiero|accesso=19 aprile 2012}} {{pdf}}</ref>.
=== Aeroporti ===
[[File:S6300388.JPG|thumb|Piazzale di sosta dello scalo di Punta Raisi.]]
[[File:Aeroportutrapani1.jpg|thumb|Edificio principale dell'Aereporto di Trapani-Birgi.]]
La Sicilia è una delle regioni più all'avanguardia nel traffico aereo italiano, principalmente per via dei crescenti afflussi turistici e del fatto che sia un'isola posta al centro del Mediterraneo.
* [[Aeroporto di Catania-Fontanarossa|Aeroporto di Catania "Vincenzo Bellini" (Fontanarossa)]] primo scalo siciliano e del Mezzogiorno, sesto a livello nazionale. Tra i progetti futuri: prolungamento della pista e terminal dedicato alle low-cost, in modo da raggiungere i 20 milioni di passeggeri.
* [[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|Aeroporto di Palermo ''Falcone e Borsellino'' (Punta Raisi)]] secondo scalo siciliano e decimo a livello nazionale. Tra i progetti futuri: restyling e ampliamento.
* [[Aeroporto di Trapani-Birgi|Aeroporto di Trapani-Birgi ''Vincenzo Florio'']], terzo scalo siciliano, in forte crescita. L'aerostazione è stata ristrutturata nel [[2008]] ed il piazzale è stato raddoppiato nel [[2009]].
* [[Aeroporto di Comiso|Aeroporto di Comiso ''Vincenzo Magliocco'']], aperto al traffico civile il 30 maggio [[2013]] si trova al centro delle province di Ragusa, Caltanissetta, Enna, Siracusa e della parte Sud del catanese.
Altri piccoli aeroporti sono:
* [[Aeroporto di Pantelleria]] restyling e ampliamento fino ad una capacità di 300.000 passeggeri.
* [[Aeroporto di Lampedusa]], tra i progetti futuri: nuova aerostazione.
* [[Aeroporto di Palermo-Boccadifalco]], è stato sostituito anni fa dall'attuale scalo di Punta Raisi,attualmente ospita un aeroclub.
* [[Base aerea di Sigonella]], per uso militare italiano e statunitense.
Nella tabella sono riportati i dati complessivi dei passeggeri negli aeroporti (Catania, Palermo, Trapani).
{{div col}}
{| border="1" cellspacing="0"
! style="background:#efefef;"| Anno || ! style="background:#efefef;"|Passeggeri
|-
| 2013 || align="right"| 12.628.356
|-
| 2012 || align="right"| 12.434.174
|-
| 2011 || align="right"| 13.257.369
|-
| 2010 || align="right"| 12.372.086
|-
| 2009 || align="right"| 11.380.698
|-
| 2008 || align="right"| 11.033.921
|-
| 2007 || align="right"| 11.102.085
|-
| 2006 || align="right"| 9.989.453
|-
| 2005 || align="right"| 9.414.308
|-
| 2004 || align="right"| 9.302.371
|-
| 2003 || align="right"| 8.703.610
|-
| 2002 || align="right"| 7.668.976
|-
| 2001 || align="right"| 7.201.108
|-
| 2000 || align="right"| 7.202.021
|}
{{div col end}}
== Sport ==
{{Vedi anche|Sport in Sicilia}}
[[File:Palermo-Catania 2006.jpg|thumb|Tifosi del [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] durante un [[Derby di Sicilia|derby]] con il [[Calcio Catania|Catania]] al "[[Stadio Renzo Barbera|Renzo Barbera]]"]]
Lo [[sport]] in Sicilia si è sviluppato ad un certo livello solo dal [[secondo dopoguerra]] in poi. Resistono tuttora alcuni sport tradizionali, come l'[[antinna a mari]] e il [[liu-bo]], ma per quanto riguarda gli sport famosi a livello internazionale solo recentemente si è arrivati al livello degli altri atleti nazionali.
Per quanto riguarda gli atleti, il primo oro alle [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] è merito di [[Francesco Gargano]], per la sciabola ad [[Anversa]] nel [[1920]]. [[Vuelta a España 2010]], Il [[Giro d'Italia 2013]], e la [[Tour de France 2014]] sono stati vinti dal messinese [[Vincenzo Nibali]]<ref>{{cita news|url=http://www.gazzetta.it/notizie-ultima-ora/Atri_sport/Vincenzo-Nibali-vince-Giro-Italia/26-05-2013/2-A_002800527.shtml|titolo=Vincenzo Nibali vince il Giro d'Italia|accesso=28 maggio 2013}}</ref>.
=== Sport di squadra ===
Negli sport a squadre, il primo scudetto risale al [[1978]], con la conquista del [[campionato italiano maschile di pallavolo]], cui segue lo scudetto primavera ([[Campionato nazionale Dante Berretti|trofeo Dante Berretti]]) conquistato dallo [[Sport Club Marsala 1912]]. Da allora nei 30 anni successivi (fino a tutto il [[2008]]) le squadre siciliane si sono aggiudicate in tutto 49 edizioni dei campionati nazionali (ma tra questi solo 8 volte a livello maschile) nei vari sport di squadra.
Il [[calcio (sport)|calcio]] è lo sport più seguito. Esso sbarcò in Sicilia alla fine dell'Ottocento, grazie ai marinai delle navi mercantili inglesi che ingaggiavano vere e proprie sfide con i portuali negli spiazzali dei porti di Palermo e Messina. Il primo [[Derby di Sicilia|derby]] nell'isola risale al 18 aprile 1901, giocato tra l'Anglo Palermitan Athletic e Messina Football Club, conclusosi con la vittoria per 3-2 dell'Anglo Palermitan.<ref>{{cita web|url=http://web.tiscali.it/messinastory/indicecampionato/tabelle/cam190001.htm|titolo=Messina 1900-1901|editore=Messinastory|accesso=25 settembre 2012}}</ref> Nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]], per la prima e unica volta nella [[storia della Serie A]] a girone unico, le tre maggiori squadre siciliane hanno giocato tutte insieme: [[Unione Sportiva Città di Palermo]] (miglior risultato nella massima serie: 5º, per tre volte), [[Football Club Messina Peloro]] (7º) e [[Calcio Catania]] (8º). Il Palermo ha disputato anche alcune edizioni della [[Coppa UEFA]]. La stagione calcistica 2014/2015 vedrà quattro squadre siciliane giocare nelle serie professionistiche: Palermo in serie A, Catania e [[Trapani Calcio|Trapani]] in serie B, Messina in Serie C/Lega Pro.
Negli altri sport di squadra, la compagine più medagliata di sempre è l'[[Orizzonte Geymonat Catania]], che ha finora vinto 19 scudetti (di cui 15 consecutivi) nel [[Campionato italiano femminile di pallanuoto|Serie A di pallanuoto femminile]], Ha inoltre vinto 8 [[Coppa Campioni (pallanuoto femminile)|Coppe Campioni]] 21 super coppa len e 2 coppe Italia Altre squadre da ricordare sono il [[CUS Catania]] (13 scudetti tra hockey e canoa-polo) e l'[[Ortigia Siracusa]] (3 scudetti nella pallamano).
Nella pallavolo maschile la maggiore società è l'[[Top Volley Gela|Eurotec Volley Gela]] neopromossa nel campionato nazionale di serie A2.
Da ricordare anche nel rugby l'[[Amatori Catania Rugby|Amatori Catania]] che ha avuto ottimi piazzamenti nella massima serie. Nel football Americano c'è da ricordare gli Elephants Catania che hanno giocato 2 finali del [[Superbowl italiano]].
=== Giochi olimpici ===
Per quanto riguarda i singoli atleti, hanno vinto nelle proprie specialità alle [[Giochi olimpici|Olimpiadi]]:
* '''oro''': [[Francesco Gargano]] ([[Anversa 1920]], [[scherma]] - [[sciabola]] a squadre); [[Pietro Speciale]] ([[Anversa 1920]], [[scherma]] - [[fioretto]] a squadre); [[Giovanni Canova]] ([[Anversa 1920]], [[scherma]] - [[spada]] a squadre); [[Vincenzo Cuccia]] ([[Parigi 1924]], [[scherma]] - [[sciabola]] a squadre); [[Guido Messina]] ([[Helsinki 1952]], [[ciclismo]] - [[inseguimento a squadre]]); [[Giacomo Conti (bobbista)]], ([[Cortina d'Ampezzo 1956]], [[bob]] a due); [[Angelo Arcidiacono]] e [[Giovanni Scalzo]] ({{OE|scherma|1984}}, [[scherma]] - [[sciabola]] a squadre); [[Alessandro Campagna]] ([[Barcellona 1992]], [[pallanuoto]]); [[Maurizio Randazzo]] ({{OE|scherma|1996}}, scherma - spada a squadre); [[Orazio Fagone]] ({{OI|short track|1994}}, [[short track]]); [[Silvia Bosurgi]], [[Cinzia Ragusa]], [[Giusi Malato]], [[Maddalena Musumeci]] ({{OE|pallanuoto|2004}}, [[pallanuoto]] femminile); [[Giorgio Avola]] ([[Londra 2012]], [[scherma]] - [[fioretto]] a squadre).
* '''argento''': [[Pietro Speciale]] ([[Stoccolma 1912]], [[scherma]] - [[fioretto]] individuale); [[Ignazio Fabra]] (Helsinki 1952 e Melbourne 1956, lotta greco-romana, pesi mosca); [[Angelo Arcidiacono]] e [[Giovanni Scalzo]] ({{OE|scherma|1980}}, [[scherma]] - sciabola a squadre); [[Salvatore Antibo]] (Seul 1988, atletica leggera, metri 10.000);
* '''bronzo''': [[Giovanni Canova]] ([[Parigi 1924]], [[scherma]] - [[spada]] a squadre); [[Vincenzo Cuccia]] ([[Parigi 1924]], [[scherma]] - [[spada]] a squadre); [[Giuseppe Bognanni]] (Monaco 1972, lotta greco-romana, pesi mosca); [[Cosimo Ferro]] ({{OE|scherma|1984}}, scherma - [[spada]] a squadre); [[Alessandro Campagna]] ([[Londra 2012]], [[pallanuoto]]); [[Giuseppe Gibilisco]] ({{OE|atletica leggera|2004}}, [[salto con l'asta]]); [[Giovanni Calabrese]] ({{OE|canottaggio|2000}}, [[canottaggio]]); [[Giovanni Scalzo]] ({{OE|scherma|1984}}, scherma - [[sciabola]] individuale).
=== Eventi internazionali ===
[[File:Targa Florio 2006Fiat Navarra.jpg|thumb|left|Un'auto in un momento della competizione [[Rally Targa Florio]] in Provincia di Palermo.]]
L'evento internazionale più seguito sin dai primi anni del [[XX secolo|Novecento]], è sicuramente la [[Targa Florio]] tra le strade di [[Caltanissetta]] e Palermo. Evento automobilistico conosciuto in tutto il mondo fin dalla sua nascita nel [[1906]], dagli [[anni 1970|anni settanta]] tale corsa, per problemi di sicurezza, si trasformò in [[rally]] di interesse locale o nazionale così da essere declassata a livello internazionale. L'evento internazionale che è stato per anni l'appuntamento fisso della Sicilia è stato il [[Gran Premio di Formula 2]] (poi [[Formula 3000]]) all'[[autodromo di Pergusa]], che tuttora è chiuso. L'evento più importante in assoluto probabilmente è stata la [[Universiade 1997|XIX Universiade]], ospitata nel [[1997]] tra Palermo, Catania, Messina e altri centri minori. Segue l'[[Campionati europei femminili di pallacanestro|Europeo femminile]] [[Campionato europeo femminile di pallacanestro 1968|Italia 1968]] di [[pallacanestro]], disputato a Messina, [[Ragusa]], Catania e Palermo. Nel [[2003]] Catania è stata la sede dei [[Giochi Mondiali Militari]] e nel [[2006]] ha ospitato il Campionato Europeo di [[hockey su prato]].
Per quanto attiene l'[[atletica leggera]], l'evento più conosciuto a livello internazionale è sicuramente il [[Trofeo Sant'Agata]] di corsa podistica su strada che si corre tutti gli anni il giorno 3 febbraio per le strade del centro di Catania. Nelle sue 47 edizioni, ha visto fra i partecipanti [[Stefano Baldini]] vincitore della [[Maratona (atletica leggera)|maratona]] all'[[Giochi olimpici|Olimpiade]] di [[Giochi della XXVIII Olimpiade|Atene 2004]].
Nel [[1994]] si sono tenuti in Sicilia il [[Campionati del mondo di ciclismo su strada 1994|Campionato del mondo di ciclismo su strada]] e i [[Campionati del mondo di ciclismo su pista]]: Catania ospitò le prove a cronometro su strada, Agrigento quelle in linea su strada e Palermo quelle su pista. Altri eventi di rilievo sono state le 3 partite dei [[Campionato mondiale di calcio 1990|Mondiali di calcio Italia 1990]], ospitate allo ''[[Stadio Renzo Barbera|Stadio La Favorita]]'' di Palermo ([[nazionale di calcio olandese|Olanda]]-[[nazionale di calcio egiziana|Egitto]] 1-1; [[nazionale di calcio irlandese|Eire]]-Egitto 0-0; Olanda-Eire 1-1). Nel [[2005]] e [[2006]] Trapani ha ospitato le [[regata|regate]] ''Act 8 & 9'' della [[Louis Vuitton Cup]].
Nel [[1999]], [[2006]] e [[2011]] Palermo ha ospitato i [[Jeux des îles]], dei quali la Sicilia è prima per numero di edizioni vinte.
Nel [[2002]] Palermo ha ospitato i mondiali di [[baseball]].
Nel [[2006]] Messina ha ospitato gli europei di [[softball]].
Nel [[2008]] [[Acireale]] ha ospitato i mondiali di [[scherma]] junior e cadetti.
Nel [[2011]] Catania ha ospitato i mondiali di [[scherma]].
Nel [[2014]] [[Gela]] ha ospitato i mondiali di [[boxe]].
=== Principali impianti sportivi ===
<!-- SE LA STRUTTURA NON È TRA LE PRIME 10 DELLA SICILIA, NON INSERIRLA, SARÀ RIMOSSA COMUNQUE DA QUESTO ELENCO. PER FAVORE NON RIMUOVERE L'AVVISO, GRAZIE. -->
{|
|width="10"|
|valign="top"|
{| class="wikitable"
|-
! Città
! [[File:Soccer ball.svg|15px]] Stadi del calcio
! Capienza
|-
| [[Messina]]
| [[Stadio San Filippo]]
| 40.200
|-
| [[Palermo]]
| [[Stadio Renzo Barbera]]
| 36.349
|-
| [[Catania]]
| [[Stadio Angelo Massimino]]
| 21.530
|-
| [[Sciacca]]
| [[Stadio Luigi Riccardo Gurrera]]
| 18.000
|-
| [[Caltanissetta]]
| [[Stadio Marco Tomaselli]]
| 15.000
|-
| [[Marsala]]
| [[Stadio Antonino Lombardo Angotta]]
| 13.500
|-
| [[Messina]]
| [[Stadio Giovanni Celeste]]
| 12.000
|-
| [[Agrigento]]
| [[Stadio Esseneto]]
| 10.000
|-
| [[Licata]]
| [[Stadio Dino Liotta]]
| 11.000
|-
| [[Trapani]]
| [[Stadio Provinciale di Trapani]]
| 7.000
|}
|width="30"|
|valign="top"|
{| class="wikitable"
|-
! Città
! [[File:Basketball ball.svg|15px]] Palasport
! Capienza
|-
| [[Catania]]
| PalaNesima
| 6.500
|-
| [[Palermo]]
| [[Palasport Fondo Patti]]
| 6.000
|-
| [[Messina]]
| [[PalaRescifina]]
| 5.500
|-
| [[Acireale]]
| Palazzetto dello Sport
| 5.500
|-
| [[Catania]]
| [[PalaCatania]]
| 5.000
|-
| [[Caltanissetta]]
| [[PalaCarelli]]
| 5.000
|-
| [[Trapani]]
| [[PalaIlio]]
| 4.575
|-
| [[Priolo Gargallo|Priolo]]
| PalaAcer
| 4.000
|-
| [[Cefalù]]
| Palasport Marzio Tricoli
| 4.000
|-
| [[Ragusa]]
| [[PalaMinardi]]
| 3.800
|-
| [[Capo d'Orlando]]
| [[PalaFantozzi]]
| 3.613
|-
| [[Favara]]
| [[PalaGiglia]]
| 3.500
|-
| [[Gela]]
| [[PalaLivatino]]
| 2.600
|-
| [[Giarre]]
| [[PalaGhiaccio]]
| 2.500
|-
|}
|}
== Note ==
{{references}}
== Bibliografia ==
{{vedi anche|Bibliografia sulla Sicilia}}
== Voci correlate ==
* [[Aree naturali protette della Sicilia]]
* [[Assemblea regionale siciliana]]
* [[Autonomia speciale]]
* [[Bandiera della Sicilia]]
* [[Isola di Sicilia]]
* [[Lingua siciliana]]
* [[Presidenti della Sicilia]]
* [[Storia della Sicilia]]
* [[Vespri Siciliani]]
* [[Terremoti in Sicilia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons|commons_preposizione=sulla|q|q_preposizione=sulla|s=R.D.Lgs._15_maggio_1946%2C_n._455%2C_Approvazione_dello_Statuto_della_Regione_siciliana|s_preposizione=sulla|wikt=Sicilia|voy}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Dmoz|World/Italiano/Regionale/Europa/Italia/Sicilia/}}
* [http://www.arcadeisuoni.org Arca dei Suoni] Archivio sonoro digitale on-line del CRICD - Centro Regionale per l'Inventario, la Catalogazione e la Documentazione dei Beni Culturali della Regione Siciliana
{{Regioni italiane}}
{{Portale|isole|Sicilia}}
[[Categoria:Sicilia| ]]
{{Link AdQ|ar}}
{{Link AdQ|hr}}
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