== Collegamenti esterni modificati ==
{{nota disambigua}}
{{nota disambigua||Persephone (disambigua)|Persephone}}
{{F|mitologia greca|agosto 2010}}
{{Personaggio
|nome = Persefone
|medium = mitologia
|sesso = F
|razza = [[divinità]]
|professione = regina dell'oltretomba
|immagine = Locri Pinax Persephone Opens Liknon Mystikon.jpg|thumb
|didascalia = Uno dei [[Pinakes]] raffiguranti la vita della dea Persefone ([[Museo Nazionale della Magna Grecia]], [[Reggio Calabria]]).
}}
'''Persefone''' (dal greco {{polytonic|Περσεφόνη}}, ''Persephónē''), detta anche '''Kore''' ({{polytonic|Κόρη}}, giovinetta), '''Kora''', o '''Core''', è una figura della [[mitologia greca]], fondamentale nei [[Misteri Eleusini]], entrata in quella romana come [[Proserpina]]. Essendo la sposa di [[Ade]], era la dea minore degli Inferi e regina dell'oltretomba.
Secondo il mito principale, nei sei mesi dell'anno ([[Autunno]] e [[Inverno]]) che passava nel regno dei morti, Persefone svolgeva la stessa funzione del suo consorte Ade, cioè governare su tutto l'oltretomba; negli altri sei mesi ([[Primavera]] ed [[Estate]]) ella andava sulla Terra da sua madre [[Demetra]], facendo rifiorire la terra al suo passaggio. Qui Persefone non svolgeva alcuna funzione.
Gentili utenti,
== Il mito di Persefone ==
Persefone era figlia di [[Demetra]] e [[Zeus]], o, secondo un'altra leggenda, di Zeus e della dea omonima del fiume infernale [[Stige (fiume)|Stige]]. Venne rapita dallo zio [[Ade]], dio dell'oltretomba (la tradizione associa diverse località in cui avvenne il rapimento: [[Eleusi]], [[Ermione (città antica)|Ermione]], [[Feneos|Feneo]], [[Cnosso]], [[Ipponio]], [[Enna]] e [[Siracusa]])<ref>{{Treccani|persefone||accesso=15 giugno 2018}}</ref> anche se la più famosa è la zona di Enna, mentre raccoglie dei fiori nella piana di [[Nysa (disambigua)|Nysa]], insieme alle sue compagne, figlie di Oceano, dal prato fiorito spunta un [[Narcissus|narciso]] di straordinaria bellezza. Persefone, immersa in un sacro stupore ({{polytonic|θαμβήσασ'}}), protende le mani per raccogliere il meraviglioso fiore quando dalla base del narciso si apre una voragine da cui emerge il re dei morti, Ade, che la porta via negli inferi per sposarla ancora fanciulla contro la sua volontà.
ho appena modificato 1 {{plural:1|collegamento esterno|collegamenti esterni}} sulla pagina Omar Bolden. Per cortesia controllate la [https://it.wikipedia.org/w/index.php?diff=prev&oldid=106761361 mia modifica]. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a [[:m:InternetArchiveBot/FAQ/it|queste FAQ]]. Ho effettuato le seguenti modifiche:
Fu madre di Agrianome{{cn}}. Una volta negli inferi le venne offerta della frutta, ed ella mangiò senza appetito solo sei semi di [[Punica granatum|melograno]]. Persefone ignorava però che chi mangia i frutti degli inferi è costretto a rimanervi per l'eternità.
*Aggiunta del link all'archivio https://web.archive.org/web/20100217112257/http://thesundevils.cstv.com/sports/m-footbl/mtt/bolden_omar00.html per http://thesundevils.cstv.com/sports/m-footbl/mtt/bolden_omar00.html
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.
Il significato del melograno può certamente rimandare al matrimonio e alla fertilità. Secondo altre interpretazioni, il frutto che nel mito stabilisce il contatto con il regno dell'oltretomba non è il melograno ma, a causa delle sue virtù narcotiche e psicotrope, l'[[oppio]], la cui capsula è peraltro straordinariamente simile (tranne le dimensioni, che sono più ridotte) proprio al frutto del melograno.
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 04:47, 25 lug 2019 (CEST)
=== La ricerca di Demetra e il ritorno (periodico) di Persefone ===
La madre Demetra, dea della fertilità e dell'agricoltura, che prima di questo episodio procurava agli uomini interi anni di bel tempo e di raccolti, reagì disperata al rapimento, impedendo la crescita delle messi, scatenando un inverno duro che sembrava non avere mai fine. Furente nei confronti di Zeus, Demetra rifiutò quindi di tornare sull'[[Olimpo (Grecia)|Olimpo]] e, trasformatasi in una vecchia, si recò a [[Eleusi]] in [[Attica]], dove venne accolta dal re [[Celeo (re di Eleusi)|Celeo]].
Con l'intervento di Zeus si arrivò a un accordo, per cui, visto che Persefone non aveva mangiato un frutto intero, sarebbe rimasta nell'oltretomba solo per un numero di mesi equivalente al numero di semi da lei mangiati, potendo così trascorrere con la madre il resto dell'anno. Così Persefone avrebbe trascorso sei mesi con il marito negli inferi e sei mesi con la madre sulla terra. [[Demetra]] allora accoglieva con gioia il periodico ritorno di Persefone sulla Terra, facendo rifiorire la natura in [[primavera]] e in [[estate]].
Se si suppone che Persefone sia rimasta con Ade per quattro mesi e con Demetra per otto mesi, corrispondenti agli otto mesi di crescita e abbondanza per essere seguiti da quattro mesi di assenza di produttività<ref>Smith, 2006.</ref>, si può vedere il parallelo con il clima mediterraneo dell'antica Grecia. I quattro mesi durante i quali Persefone è con Ade corrispondono alla secca estate greca, un periodo durante il quale le piante sono minacciate di siccità<ref>{{Cita libro |cognome=Greene |nome=William C. |capitolo=The Return of Persephone |titolo=Classical Philology |editore=University of Chicago Press |anno=1946 |pagine=105–106}}</ref>. All'inizio dell'autunno, quando i semi sono piantati, Persefone ritorna dagli inferi e si riunisce con sua madre, e il ciclo di crescita ricomincia.
[[File:Pinax con Ade che rapisce Kore-Persefone, da Locri - MARC.jpg|miniatura|Il ratto di Persefone, Pinax da Locri (Calabria)]]
Questa lettura del rituale, tuttavia, non quadra con il documento centrale di fondazione del mistero, l'''Inno omerico'' a Demetra, verso 415, in cui si dice esplicitamente che Persefone ritorna nella primavera dell'anno, non nella caduta: «Questo fu il giorno [del ritorno di Persefone], proprio all'inizio della generosa primavera.»<ref>{{Cita libro |titolo=The Homeric Hymns |traduttore=Jules Cashford |editore=Penguin Books |anno=2003 |pagina=24}}</ref>.
La rappresentazione del suo ritorno in terra era locata presso i prati di [[Vibo Valentia]] (in [[Calabria]]), celebri per i fiori dai colori sgargianti e per la loro bellezza, e ciò è testimoniato anche dalle numerosissime statuette greche ritrovate nel territorio Vibonese. Un elemento supplementare della vicenda consiste nel fatto che Demetra non seppe che la figlia aveva mangiato il melograno, finché non fu un giardiniere dell'Oltretomba, [[Ascalafo (figlio di Acheronte)|Ascalafo]], a rivelarlo: vuoi che Persefone avesse mangiato di sua volontà, vuoi che fosse stata persuasa da Ade, in questo modo Demetra perse la possibilità di avere la figlia con sé tutto il tempo, e castigò Ascalafo trasformandolo in un [[Tyto alba|barbagianni]].
Persefone contese ad [[Afrodite]] il bell'[[Adone (mitologia)|Adone]], riuscendo a trascinare la questione fin davanti a Zeus che preferì, per non scontentare nessuno, affidarlo separatamente a entrambe, in modo simile alla permanenza di Persefone stessa che era divisa fra gli dei dell'Olimpo e l'Ade.
Una tradizione diversa faceva di Persefone una figlia di Zeus e di [[Stige (dea)|Stige]]. Fu generata dal dio dopo la sconfitta dei [[Titano (mitologia)|Titani]], avvenuta durante la [[Titanomachia]].
Nella [[mitologia romana]] a Persefone corrispondeva a [[Proserpina]] e a sua madre [[Demetra]] la dea [[Cerere]], al cui culto era preposto un [[flamine]] minore.
Vi sono comunque altre versioni della leggenda. Secondo una di queste è Ecate a salvare Persefone. Una delle più diffuse dice che Persefone non fu indotta a mangiare i sei semi con l'inganno, ma lo fece volontariamente perché si era affezionata ad Ade.
Il mito di Persefone trae alcuni suoi elementi dalla [[Religioni della Mesopotamia|mitologia mesopotamica]], riassunti ne la ''[[Discesa di Inanna negli Inferi]]''. In tale opera Inanna, recatasi nel [[Kurnugea]] (gli inferi [[sumeri]]) per recare le condoglianze alla sorella [[Ereshkigal]], vi rimane intrappolata. Grazie a un sotterfugio riesce a tornare in superficie ma, in un momento d'ira nel trovare Dumuzi, il suo compagno, intento a oziare e non a preoccuparsi per la sua assenza, lo condanna a prendere il suo posto. Dumuzi riesce a fuggire dalla sorella ''Geshtinanna'' la quale si offre per passare sei mesi dell'anno negli inferi al posto suo<ref>{{Cita libro|nome=Pettinato|cognome=Giovanni|nome2=Silvia Maria|cognome2=Chiodi|titolo=I miti degli inferi assiro-babilonesi|url=https://www.worldcat.org/oclc/54088947|accesso=16 luglio 2018|data=2003|editore=Paideia|OCLC=54088947|ISBN=88-394-0672-7}}</ref>. Dato che Dumizil e Geshtinanna erano considerati le divinità del malto e della vite, il mito spiega l'alternanza delle stagioni e fa riferimento ai diversi periodi di raccolta e produzione rispettivamente della birra e del vino.
== Culto in Italia ==
[[File:Greekstatueofpersephone.jpg|thumb|La statua della Dea Persefone, detta ''[[Dea di Taranto|Persefone Gaia]]'' per via del suo sorriso appena accennato ([[Altes Museum]], [[Berlino]]).]]
Il maggiore culto nel mondo greco fuori dalla madrepatria era localizzato a [[Catania]], come testimoniato da Cicerone nelle Verrine, e in [[Calabria]]<ref>{{Cita web|url=https://www.lalocride.it/la-storia-della-locride/persefone/|titolo=Persefone - Mitologia della Locride|accesso=2019-03-19}}</ref>.
Nel centro storico di Catania è venuto alla luce il più esteso deposito votivo greco esistente, la [[Stipe votiva di piazza San Francesco]]<ref>{{Cita libro|autore=L. Grasso|titolo=Stipe votiva del Santuario di Demetra a Catania. Kotylai e coppe Corinzie figurate|anno=1998|città=Catania}}</ref>. Nel quartiere di Cibali, a nord della città, era presente una grotta da cui si diceva che fosse fuoriuscito il dio Ade per rapire la fanciulla Persefone. Tale cavità, talora identificata con la Grotta di San Giovanni nel quartiere di Galermo, è andata perduta.
Il mito di [[Demetra]] e Kore è strettamente legato al territorio di [[Enna]] e in particolare alla sua frazione del [[lago Pergusa]]. Diversi santuari di notevole importanza sono stati ritrovati all'interno dell'area archeologica di [[Morgantina]]<ref>{{Cita libro|cognome=Sjoquist|nome=E.|titolo=I Greci a Morgantina|anno=1962|editore=Kokalos|pagine=52–68|volume=8}}</ref>, sita in [[Aidone]], mentre a Enna si può ammirare la "Rocca di Cerere"<ref>{{Cita web|url=http://www.roccadicerere.eu|titolo=GAL Rocca di Cerere Geopark|accesso=16 luglio 2018|città=Enna}}</ref>.
Testimonianze [[Magna Grecia|magno-greche]] del culto dedicato a Persefone sono, senza dubbio, i molti reperti rinvenuti nell'area di [[Reggio Calabria]], soprattutto presso gli scavi di ''[[Locri Epizefiri]]'', dei quali uno smisurato numero di [[pinakes]] (tavolette votive in terracotta) è custodito al [[Museo Nazionale della Magna Grecia]] di Reggio Calabria<ref>{{Cita web|url=http://www.culturaitalia.it/opencms/viewItem.jsp?language=it&id=oai:culturaitalia.it:museiditalia-coll_194|titolo=ollezione museo archeologico nazionale di Reggio Calabria|accesso=2019-04-17}}</ref> e nel [[Museo nazionale di Locri]].
I ''pinakes'' [[Calabria|calabresi]] di Locri Epizefiri rappresentano una delle produzioni artistiche numericamente più consistenti dell’arte magnogreca, nonché una testimonianza unica di un complesso di devozione popolare. La produzione di un numero così cospicuo di esemplari in un torno di tempo piuttosto limitato lascia supporre che i ''pinakes'' costituissero il dono prediletto dei fedeli alla divinità.
Il soggetto più ricorrente tra i frammenti conservati è proprio il ratto di Kore. ''Kore'', “la fanciulla”, è l’epiteto che i poeti greci riservano a Persefone quando costei è ancora la giovane e innocente figlia di Demetra, prima che Ade la rapisca facendone la propria sposa. Le tavolette di [[Locri]] riproducono uno schema grossomodo fisso a cui ricorrono centinaia di rappresentazioni figurative greche: Ade, rappresentato come un uomo adulto dalla lunga barba, afferra per la vita la fanciulla riluttante caricandola di peso sul suo carro trainato da cavalli alati.
Ben altra atmosfera domina un altro consistente gruppo di pinakes, in cui la coppia divina siede in trono pacificata e celebra la propria [[Ierogamia|hierogamia]], le proprie nozze sacre. Talvolta la dea è raffigurata da sola, seduta in trono in atteggiamento maestoso, segno della sua preminenza nella devozione dei locresi.
Più discussa è invece la natura delle scene raffigurate negli altri gruppi. Un nucleo consistente di tavolette ha per soggetto delle giovani donne impegnate nella preparazione di un complesso cerimoniale; mentre un gruppo apparentemente a sé stante è poi quello costituito dai pinakes in cui una figura femminile seduta solleva il coperchio di una cesta nella quale giace un bambino. L'archeologa [[Paola Zancani Montuoro]] identifica la protagonista di questa scena con la stessa Persefone e colloca i pinakes di questo gruppo all’ideale punto di arrivo di un racconto mitico di cui le singole scene riprodurrebbero le diverse sequenze. Secondo la studiosa, infatti, i pinakes locresi costituiscono un ciclo unitario che narra la [[leggenda]] di Kore-Persefone, “che si compendia nel trasformarsi della fanciulla per antonomasia nella donna e dea sovrana del mondo sconosciuto ai sensi”. La violenza del ratto sarebbe dunque preliminare, attraverso il passaggio per le cerimonie di preparazione alle nozze, al compimento della ''theogamia'' e all’insediamento di Persefone sul trono degli inferi<ref name="library.weschool.com">{{Cita web|url=https://library.weschool.com/lezione/amore-e-morte-afrodite-e-persefone-nei-pinakes-di-locri-21091.html|titolo=Amore e morte: Afrodite e Persefone nei pinakes di Locri|accesso=2019-04-17}}</ref><ref>{{Treccani|locri-epizefiri_(Enciclopedia-dell'-Arte-Antica)|titolo=Locri Epizefiri|accesso=2019-04-17}}</ref>.
Secondo lo storico [[Diodoro Siculo]], uno dei più famosi santuari d'Italia dedicato alla dea Persefone, il ''Persephoneion'', si trovava proprio in Calabria, a Locri Epizefiri<ref>{{Cita libro|titolo=Diodoro Siculo, Biblioteca Historica, Fragmenta Libri XXVII, 4 19-21}}</ref>. La sua scoperta e la conseguente collocazione ai piedi del colle della Mannella si devono all'archeologo [[Paolo Orsi]] che portò a compimento nella zona, tra il 1908 ed il 1911, una minuziosa serie di scavi ed esplorazioni che gli permisero di fugare ogni possibile dubbio sulla reale origine delle strutture e degli straordinari reperti riportati alla luce<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Orsi|titolo=Notizie degli scavi di antichità|volume=Serie V, Vol. XI - Supplemento 1913 - Roma 1914|pagina=143}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.locriantica.it/sito/persephoneion.htm|titolo=Locri Epizefiri, Il Sito Archeologico - Persephoneion, Il Santuario di Persefone|accesso=2019-04-17}}</ref>. Si tratta propriamente di un [[temenos]], ovvero di un recinto sacro senza un vero e proprio edificio templare, frequentato almeno dal [[VII secolo a.C.]] e con particolare intensità nel [[VI secolo a.C.]] e nella prima metà del [[V secolo a.C.|V secolo a.C]]. A questo lasso di tempo appartiene infatti la maggior parte dei materiali votivi restituiti dagli scavi<ref name="library.weschool.com" />.
La magnifica ''Statua di Persefone'' esposta oggi all'[[Altes Museum]] di [[Berlino]], fu rinvenuta in Via Duca degli Abruzzi n. 73 a [[Taranto]] e trafugata da Taranto nel [[1912]]<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=De Stefano|nome=Gennaro|titolo=Ridateci la dea degli inferi|rivista=Oggi|anno=1996|numero=37}}</ref>. Secondo alcuni studiosi, tra cui l'archeologo Paolo Orsi<ref>{{Cita web|url=https://www.locriantica.it/reperti/persefone.htm|titolo=Reperti archeologici di Locri Epizefiri: La Persefone|accesso=2019-03-19}}</ref>, il professore [[Vincenzo Casagrandi]]<ref>{{Cita web|url=http://www.francescalagatta.it/2018/05/04/larcheologia-calabrese-trafugata-abbandonata-2/|titolo=L'archeologia calabrese trafugata e abbandonata|autore=Francesca Lagatta|sito=la Lince|data=2018-05-04|lingua=it-IT|accesso=2019-03-19}}</ref><ref name="books.google.it">{{Cita libro|nome=Adriano|cognome=Scarmozzino|titolo=Il mistero rivelato - Nosside di Locri, la sublime poetessa dell’Odissea Italica - Libro primo|url=https://books.google.it/books?id=OSaJDwAAQBAJ&pg=PT110&lpg=PT110&dq=vincenzo+casagrandi+locri+persefone&source=bl&ots=FXCCa-dLug&sig=ACfU3U3pf2YxqQP3eR3Hknp0E77NidK7ow&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiY4cOlv47hAhUoPewKHSflDiEQ6AEwCnoECAUQAQ#v=onepage&q=vincenzo%20casagrandi%20locri%20persefone&f=false|accesso=2019-04-17|data=2019-02-21|editore=Youcanprint|ISBN=9788831606486}}</ref>e gli scrittori Gaudio Incorpora<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/09/26/locri-ridateci-persefone.html|titolo=Locri, ridateci Persefone|sito=Archivio - la Repubblica.it|accesso=2019-03-19}}</ref>, Adriano Scarmozzino<ref name="books.google.it" /> e Giuseppe Macrì<ref>{{Cita libro|nome=Giuseppe Fausto|cognome=Macrì|titolo=Sulle tracce di Persefone, due volte rapita|url=https://books.google.it/books/about/Sulle_tracce_di_Persefone_due_volte_rapi.html?id=WJoSjwEACAAJ&source=kp_book_description&redir_esc=y|accesso=2019-04-17|data=2015|editore=Laruffa Editore|ISBN=9788872218013}}</ref>, sarebbe stata invece ritrovata, per la prima volta, nei primi del '900 da un contadino in una vigna del territorio di [[Locri]], in Calabria, e in seguito fu segretamente trasportata a Taranto. A Taranto, dopo varie vicissitudini, fu acquistata dal Governo tedesco per un milione di marchi.
Un'ulteriore testimonianza del culto di Persefone ci viene da [[Oria]], dove fu presente e attivo dal [[VI secolo a.C.]] fino all'età romana, un importante santuario (oggi sito presso Monte Papalucio), dedicato alle divinità Demetra e Persefone. Qui vi si svolgevano culti in grotta legati alla fertilità. Gli scavi archeologici svolti negli [[Anni 1980|anni ottanta]], infatti, hanno evidenziato numerosi resti composti di maialini (legati alle due divinità) e di melograno. Inoltre, a sottolineare l'importanza del santuario, sono state rinvenute monete di gran parte della [[Magna Grecia]], e migliaia di vasi accumulatisi nel corso dei secoli come deposito votivo lungo il fianco della collina. Di particolare interesse sono alcuni vasetti miniaturistici e alcune statuette raffiguranti colombe e maialini sacri alle due divinità cui era dedicato il luogo di culto.
Altri esempi di ritrovamenti della Kore si hanno a [[Gela]], una delle colonie greche di Sicilia. Diversi reperti sono custoditi presso il [[Museo archeologico regionale di Gela]]<ref>{{Cita libro|autore=Rosalba Panvini|titolo=Ceramiche attiche figurate del Museo archeologico di Gela. Selectio Vasorum|anno=2004|editore=Marsilio Editori}}</ref>.
== Nella cultura di massa ==
* Persefone è la principale antagonista del videogioco ''[[God of War: Chains of Olympus]''], in cui vuole far crollare i pilastri che sostengono il mondo, causando la distruzione di tutto e di tutti, incluso degli dei e degli inferi, così da liberarsi per sempre del marito Ade.
* Persefone fa una breve apparizione nella saga ''[[Percy Jackson|Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo]]''.
* Persefone compare come antagonista nel videogioco ''[[Assassin's Creed: Odyssey]]'' nel primo episodio "[[Campi Elisi]]" del DLC "Il destino di Atlantide".
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{Cita libro
|autore= [[Anna Maria Carassiti]]
|titolo= Dizionario di mitologia greca e romana
|anno= 1996
|città= [[Roma]]
|editore= [[Newton & Compton]]
|pp= 365
|isbn= 88-8183-262-3
}}
== Voci correlate ==
* [[Divinità della morte]]
* [[Museo Nazionale della Magna Grecia]]
* [[Personificazione della morte]]
* [[Persefone di Rossetti]]
* [[Stipe votiva di piazza San Francesco]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Persephone}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.museotaranto.it/berlino/persefone.html|Museo Nazionale Archeologico di Taranto - La Dea in Trono}}
* {{cita web|http://www.locriantica.it/reperti/persefone.htm|Ipotesi del trafugamento della Persefone da Locri}}
* {{cita web | 1 = http://www.sideratau8.org | 2 = Centro di Studi Eleusini Madre per le Culture Atlantidee e Mediterranee | accesso = 30 aprile 2019 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20181223180534/http://sideratau8.org/ | dataarchivio = 23 dicembre 2018 | urlmorto = sì }}
{{Mitologia greca}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|mitologia greca}}
[[Categoria:Divinità ctonie]]
[[Categoria:Divinità infere della religione greca]]
[[Categoria:Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno)]]
[[Categoria:Divinità psicopompe]]
[[Categoria:Figli di Zeus]]
[[Categoria:Ratto di Proserpina]]
[[Categoria:Misteri eleusini]]
|