Il '''gennaio 1985''' è stato uno dei mesi più freddi della storia in [[Italia]] e in molte aree dell'[[Europa]] dal punto di vista [[meteorologia|meteorologico]], con [[temperatura dell'aria|temperature]] ovunque abbondantemente al di sotto delle medie stagionali fino al giorno 17 per l'[[ondata di freddo]] che la caratterizzò assieme all'[[nevicata del 1985|omonima concomitante "nevicata del secolo"]] nel nord Italia.
{{nota disambigua}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Trieste
|Nome ufficiale =
|Panorama = PanormadiTrieste.jpg
|Didascalia = Panorama di Trieste
|Bandiera = Free Territory Trieste Flag.svg
|Voce bandiera =
|Stemma = Trieste-Stemma.png
|Voce stemma = Stemma di Trieste
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Friuli-Venezia Giulia
|Divisione amm grado 2 = Trieste
|Amministratore locale = [[Roberto Dipiazza]]<!--nome e cognome SENZA titoli-->
|Partito = [[Forza Italia (2013)|FI]]
|Data elezione = 20-6-2016
|Data istituzione =
|Altitudine =
|Superficie =
|Note superficie =
|Abitanti = 204357
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2018.
|Aggiornamento abitanti = 30-11-2018
|Sottodivisioni = Nessuna<ref>
[http://documenti.comune.trieste.it/trasparenza/NUOVO_STATUTO_2016_OK.pdf Comune di Trieste - Statuto] </ref><ref>Vedi [[#Circoscrizioni e rioni|elenco circoscrizioni]]. I centri abitati che possono essere considerati frazioni, in quanto separati dall'agglomerato urbano del capoluogo e indicati dalla segnaletica sono (da nord a sud): Santa Croce, Grignano, Miramare, Prosecco, Contovello, Opicina, Banne, Conconello, Trebiciano, Gropada, Padriciano, Longera e Basovizza.</ref>
|Divisioni confinanti = [[Duino-Aurisina]], [[Erpelle-Cosina]] (SLO), [[Monrupino]], [[Muggia]], [[San Dorligo della Valle]], [[Sesana]] (SLO), [[Sgonico]]
|Lingue = italiano e sloveno
|Codice postale = 34121-34151 (aboliti 34012, 34014, 34017)
|Zona sismica = 3
|Gradi giorno = 2102
|Nome abitanti = triestini
|Patrono = [[San Giusto martire|san Giusto]]
|Festivo = 3 novembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Trieste (province of Trieste, region Friuli-Venezia Giulia, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Trieste nella ex provincia omonima
|Diffusività =
}}
== Dicembre 1984: inizio d'inverno con temperature insolitamente miti ==
'''Trieste '''(<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/triˈɛste/}}<ref>{{Dipi|Trieste}}</ref>; ''Trieste'' in [[Dialetto triestino|triestino]]; ''Trst'' in [[lingua slovena|sloveno]], in [[Lingua croata|croato]] e in [[Lingua serba|serbo]]<ref>La denominazione in sloveno non è ufficiale ma la [[Sloveni in Italia|minoranza linguistica slovena in Italia]] è soggetta a tutela, cfr. [http://incomune.interno.it/statuti/statuti/trieste.pdf Comune di Trieste - Statuto].</ref>; ''Tergeste'' in [[Lingua latina|latino]]), è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:204357}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>, capoluogo della regione [[Friuli-Venezia Giulia]], nonché centro principale della [[Venezia-Giulia]]. Trieste fa da ponte tra [[Europa occidentale]] e [[europa mediterranea|centro-meridionale]], mescolando caratteri [[Mar Mediterraneo|mediterranei]], [[Europa centrale|mitteleuropei]] e [[slavi]].
Nella prima parte del [[dicembre]] [[1984]], l'[[anticiclone]] russo-siberiano non si spinse oltre il [[mar Caspio]] mentre in [[Europa occidentale]] permanevano condizione d'alta pressione con centro sui [[Penisola balcanica|Balcani]], che determinava in tutta [[Italia]] temperature sensibilmente superiori alle medie stagionali. Perfino in [[Scandinavia]], le temperature scendevano difficilmente sotto lo zero per un vigoroso flusso di correnti miti sud-occidentali che raggiungevano anche le alte [[latitudine|latitudini]] europee (isoterme a 1500 metri del [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841201.gif 1], [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841208.gif 8] e [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00219841214.gif 14 dicembre]).
Ad esempio martedì 11 dicembre [[Stazione meteorologica di Torino Caselle|Torino Caselle]] registrò una massima di +17,6 °C, una massima che sembrava più tipica di [[marzo]] o [[aprile]] che non di dicembre (per dicembre la massima normale è di circa di +7 °C).
Nell'ultima parte del mese, si approfondì un'intensa depressione a est della [[Sicilia]] (isobare del [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1984/Rrea00119841225.gif 25 dicembre]), che determinò insistenti piogge torrenziali sulle regioni joniche e in [[Basilicata]], con [[neve]] sui relativi rilievi e nelle zone interne della [[Puglia]]; l'aria fredda richiamata da questa bassa pressione portò la neve anche in [[Lombardia]] (15 – 20 cm).
È sede dell'[[Unione Territoriale Intercomunale|Unione territoriale intercomunale Giuliana]]<ref>In base alla legge regionale 26/2014 "Riordino del sistema Regione - Autonomie locali del Friuli Venezia Giulia"</ref>, di cui fa parte con i comuni di [[Duino-Aurisina]], [[Monrupino]], [[Muggia]], [[San Dorligo della Valle]] e [[Sgonico]] per un totale di circa {{formatnum:240000}} abitanti, mentre la sua area metropolitana conta circa 410 000 abitanti<ref>Un recente studio dell'Università di Trieste [https://www.openstarts.units.it/handle/10077/11250 LA CITTÀ METROPOLITANA DI TRIESTE] analizza l'ipotesi della città estesa litoranea data dalla somma di Monfalcone (mandamento), Trieste (ex provincia) e Capodistria. Secondo lo studio "Le aree metropolitane in Italia e nel Mondo" la città metropolitana sarebbe la somma dell'ex provincia e del monfalconese.</ref>. A seguito della soppressione della provincia, il comune di Trieste (come quelli di [[Gorizia]], [[Pordenone]] e [[Udine]]) mantiene comunque le prerogative connesse alla qualifica di “capoluogo di provincia”<ref>art. 46 della legge regionale n. 20 del 9 dicembre 2016</ref>. È il quindicesimo [[Comuni d'Italia per popolazione|comune italiano per popolazione]] (al 30 giugno 2016), nonché il più popoloso<ref>[http://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/79-comuni/popolazione/ Lista di comuni del Friuli-Venezia Giulia per popolazione]</ref> e densamente popolato della regione<ref>[http://www.tuttitalia.it/friuli-venezia-giulia/79-comuni/densita/ Comuni del FVG per densità di popolazione]</ref>.
Sembrava probabile che l'[[Aria artica continentale|aria polare]] dell'anticiclone-russo siberiano potesse entrare dalla [[bora|porta della bora]] direttamente nel [[Mar Mediterraneo]], dove avrebbe colpito soprattutto le regioni adriatiche.
Il [[porto di Trieste]] è il più grande d'Italia per quantità di merci scambiate, nel 2017 ha raggiunto le 61.955 tonnellate, grazie soprattutto agli idrocarburi che ne costituiscono la parte più preponderante, e uno degli snodi marittimi più significativi del sud Europa<ref>{{cita web|url=http://www.corriere.it/economia/14_febbraio_10/trieste-primo-porto-italiano-supera-genova-2013-volume-merci-aumentato-15percento-a4906fe2-927e-11e3-b1fa-414d85bd308d.shtml|sito=http://www.corriere.it/|titolo=Trieste è il primo porto italiano e supera Genova|editore=MCS Mediagroup|accesso=29 maggio 2016}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://www.travel365.it/porti-piu-grandi-Italia.htm|titolo=I 10 Porti più grandi d'Italia|pubblicazione=www.travel365.it|accesso=5 gennaio 2017}}</ref>, fu il principale sbocco marittimo dell'[[Impero Asburgico]], che nel [[1719]] gli riconobbe lo status di [[Porto Franco (economia)|porto franco]]. Tutt'oggi il porto rimane di fondamentale importanza per il transito di merci internazionali dirette principalmente verso l'[[est Europa]].<ref>{{Cita news|url=http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2017/01/26/news/trieste-si-conferma-primo-porto-italiano-nel-2016-1.14775680|titolo=Trieste si conferma primo porto italiano nel 2016 - Cronaca - Il Piccolo|pubblicazione=Il Piccolo|data=26 gennaio 2017|accesso=26 gennaio 2017}}</ref>
== 1°-4 gennaio: aria artica sull'Italia ==
Il porto franco venne mantenuto, con il nome di ''Porto Libero di Trieste'', anche nel [[Trattati di Parigi (1947)|trattato di pace]] fra l'Italia e le potenze alleate del [[1947]] con il quale veniva istituito il [[Territorio Libero di Trieste]], e più oltre anche nel [[1954]], quando il [[Allied Military Government of Occupied Territories|Governo Militare Alleato]] cedette l'amministrazione civile all'Italia in virtù del [[Memorandum di Londra]]. Oggi è uno snodo internazionale per i flussi di scambio terra-mare tra i mercati dell'Europa centro-orientale e l'Asia<ref>[http://www.porto.trieste.it/ Autorità Portuale di Trieste<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Ininterrottamente dal [[2013]] Trieste è il primo [[porto]] in Italia in termini di volume complessivo di merci in transito (in larga parte idrocarburi), con più di 56 milioni di tonnellate.<ref>{{Cita web|url=http://www.assoporti.it/sites/www.assoporti.it/files/statistiche/Movimenti_portuali_2015_29lug16.pdf|titolo=Assoporti - Statitstiche sui movimenti portuali|urlmorto=sì}}</ref> Il [[trattato di Osimo]] (1975) ha sancito "[[de facto]]" la fine del TLT (Territorio Libero di Trieste) con la Zona A passata sotto l'amministrazione italiana e la Zona B sotto quella [[Jugoslavia|jugoslava]].
Nei primi giorni del [[gennaio]] [[1985]], lo scenario meteorologico europeo cambiò. Un improvviso riscaldamento della [[stratosfera]] (''[[stratwarming]]'') provocò un rapido riscaldamento dell'aria sovrastante alla [[Groenlandia]]. Questo causò la rottura del [[vortice polare]], al cui posto si formò un'insolita area di pressioni alte e livellate, in congiungimento con l'[[Anticiclone delle Azzorre]] che si dispose in senso meridiano fino a raggiungere il [[Polo nord]]. A questo punto l'[[aria artica marittima]], fredda e umida, poté giungere sul Mediterraneo scendendo lungo il lato occidentale del continente europeo ed entrando in Europa occidentale a più riprese attraverso la [[valle del Rodano]], grazie ad un'area di bassa pressione che si stava approfondendo sui [[Paesi Bassi]].
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850101.gif 1º gennaio] il tempo risultava stabile e soleggiato sulle regioni settentrionali, sulla [[Toscana]], sull'Alto [[Lazio]] e sulla [[Sardegna]], con ventilazione da debole a moderata nord-orientale, temperature minime quasi ovunque prossime allo zero e massime tra i 5 e i 10 °C. Sulle regioni del medio e basso versante adriatico, sul [[Lazio meridionale]] e su tutte le regioni meridionali il cielo si presentò da parzialmente nuvoloso a molto nuvoloso con piogge e nevicate sparse, anche a quote molto basse.
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
{{vedi anche|Costiera triestina|Carso Triestino}}
[[File:NASA7-722-46H-s.jpg|thumb|upright=1.2|left|Il [[golfo di Trieste]].]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850102.gif 2 gennaio] l'aria artica, proveniente dal [[Mare di Kara]] in [[Russia]] settentrionale cominciò a scendere verso l'Europa. Le temperature scesero repentinamente in modo vistoso: [[giorno di ghiaccio]] a [[Bolzano]] e [[Torino]], che registrarono massime rispettivamente di -1,8 °C e -1 °C. Intanto fronti freddi collegati all'aria artica cominciavano a scendere dalla Scandinavia, portando condizioni di tempo perturbato sull'Italia. Neve con accumulo di 2 cm a [[Grosseto]] (non accadeva dal [[1963]]), su quasi tutte le zone interne peninsulari e lungo tutta la costa adriatica.
Trieste, affacciata sull'[[Golfo di Trieste|omonimo golfo]] nella parte più settentrionale dell'[[Alto Adriatico]], si colloca fra la penisola italiana e la penisola istriana, distante qualche chilometro dal confine con la [[Slovenia]] nella regione storica della [[Venezia Giulia]]. In particolare, la Venezia Giulia è una [[Italia (regione geografica)|regione storico-geografica italiana]] posta all'estremo nord-est della penisola, tra le [[Alpi Giulie]] e il [[mare Adriatico]], comprendendo le terre poste fra Golfo di Trieste, [[Fiume (Croazia)|Golfo di Fiume]] e [[Carso]].
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850103.gif 3 gennaio] s'intensificò il freddo. A [[Torino]] la minima crollò a -10,5 °C. In nottata, nevicò addirittura sull'[[Isola d'Elba]] e sul suo capoluogo [[Portoferraio]].
Il nome ''Venezia Giulia'' è stato ideato nel 1863 dal linguista goriziano [[Graziadio Isaia Ascoli]] per contrapporlo al nome ''[[Litorale austriaco|Litorale]]'', creato dalle autorità austriache nel 1849 per identificare una regione più o meno coincidente. La Venezia Giulia, insieme alla [[Venezia Tridentina]] e alla [[Venezia Euganea]], costituisce il [[Triveneto]], termine che apparve in alcuni circoli culturali a metà dell'[[Secolo XIX|Ottocento]], poco dopo la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], coniato dal glottologo goriziano [[Graziadio Isaia Ascoli]] nel [[1863]] con l'intento di marcare l'italianità culturale (senza sfumature [[Irredentismo italiano|irredentiste]]) di terre come la Venezia Tridentina e la Venezia Giulia che all'epoca erano ancora sottoposte al dominio asburgico e solo successivamente alla prima guerra mondiale furono annesse al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850104.gif 4 gennaio], temperature basse su tutta l'Europa e l'Italia, ma non da primato. Tuttavia insistettero le nevicate sulla [[Toscana]] nord-occidentale (compresa la [[Costa apuana]] e la [[Versilia]]), sulla [[Sardegna]] (ad [[Alghero]], dove non accadeva dal [[1971]]) e anche sui rilievi dell'[[Isola d'Ischia]]. Nella stessa giornata, vennero completamente imbiancate anche la [[Corsica]] e le [[isole Baleari]].
Il territorio cittadino di Trieste è occupato prevalentemente da un pendio collinare che diventa montagna anche nelle zone limitrofe all'abitato; si trova ai piedi di un'imponente scarpata che dal [[Carso]] a 459 metri sul [[livello del mare]], su un paesaggio roccioso, calcareo e arido noto per le sue grotte e doline, che digrada bruscamente verso il mare. Il comune di Trieste è diviso in varie zone climatiche a seconda della distanza dal mare o dell'[[altitudine]]. Caratteristico di questa zona è l'abbondanza di [[terra rossa]], terreno con presenza accentuata di frazione [[argilla|argillosa]] rossa derivante dall'erosione del calcare, particolarmente adatta alla coltivazione del vino. Nel territorio di Trieste cresce il garofanino di Trieste, un endemismo illirico presente anche nella città giuliana.
[[File:Dianthus sylvestris tergestinus 1.jpg|thumb|upright=1.2|Il garofanino di Trieste, un endemismo illirico presente anche in città]]
== 5-9 gennaio: grandi nevicate su gran parte d'Italia ==
Al di sotto delle arterie stradali cittadine scorrono [[Torrenti triestini|corsi d'acqua]] che provengono dall'altopiano. Liberi un tempo di scorrere all'aperto, da quando la città si è sviluppata, a partire dalla seconda metà del Settecento, sono stati incanalati in apposite condutture e ancora oggi percorrono i sotterranei delle odierne ''via Carducci'' (precedentemente via del Torrente, appunto), ''via Battisti (ex Corsia Stadion)'', [[viale XX Settembre]] (ex viale dell'Acquedotto), ''via delle Sette fontane'' o ''piazza tra i Rivi''.
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850105.gif 5 gennaio] un'irruzione di aria artica molto fredda colpì in pieno l'Italia, passando prima attraverso la porta del [[Rodano]] e poi anche quella della [[Bora]]. Il contrasto tra l'aria fredda e quella assai più calda del [[mar Mediterraneo]] provocò nevicate su tutta la [[Toscana]] centro-settentrionale (comprese [[Firenze]] e [[Pisa]]) e anche a [[Bordighera]], in [[Liguria]]; mentre a [[Trieste]] la [[bora]] raggiunse i 100 km/h, a [[Città di Castello]] la neve raggiunse i 100 cm. Il [[Veneto]] e la [[Sardegna]], a parte qualche zona, vennero coperti di neve. Qualche fiocco arrivò anche a [[Ragusa]], nella [[Sicilia]] meridionale.
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850106.gif 6 gennaio] una perturbazione di origine africana raggiunse il [[Lazio]] e l'Italia centro-meridionale richiamando aria calda da sud che strisciò sopra l'aria gelida. Questo provocò intense nevicate lungo il litorale tirrenico laziale, compresa [[Roma]], nelle [[Marche]], in [[Abruzzo]], [[Molise]], [[Campania]], [[Puglia]], [[Calabria]], [[Basilicata]] e anche sull'isola d'Ischia. Insolita e suggestiva fu la neve con accumulo a [[Orbetello]] e [[Civitavecchia]] che, statisticamente, vivono questo evento assai raramente.<br />Lo stesso sistema nuvoloso, prima di raggiungere l'Italia centro-meridionale, aveva portato nuove nevicate anche lungo le coste mediterranee della [[Spagna]] e della [[Francia]] e perfino in [[Marocco]], [[Algeria]] e [[Tunisia]], sui cui altopiani vi fu un accumulo di quasi un metro. Particolarmente colpite da nevicate eccezionali furono [[Marsiglia]] e [[Barcellona]]. Nel capoluogo catalano la coltre di neve rimane sul suolo più di una settimana, cosa non vista dall'800. Proprio in [[Piazza San Pietro]] a Roma viene ricordato l'[[Angelus]] celebrato da [[Papa Giovanni Paolo II]] sotto la neve.<ref>[http://meteolive.leonardo.it/news/In-primo-piano/2/Quell-Angelus-sotto-la-neve-6-gennaio-1985/35920/ Quell'Angelus sotto la neve: 6 gennaio 1985 - Previsioni Meteolive.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
A sud della città scorre il Rio [[Ospo]] che segna il confine geografico con l'[[Istria]]<ref>Atlante Enciclopedia Geografica Garzanti, Garzanti Ed., Milano 1974</ref>. Inoltre l'attuale zona cittadina compresa tra la [[Stazione di Trieste Centrale|stazione ferroviaria]], il mare, "via Carducci" e [[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]], il [[Borgo Teresiano]], venne edificata nel XVIII secolo dopo l'interramento delle precedenti [[Salina|saline]] per ordine dell'Imperatrice [[Maria Teresa d'Austria]].
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850107.gif 7 gennaio], crollò la temperatura a [[Stazione meteorologica di Genova-Sestri Ponente|Genova]], [[Trieste]], rispettivamente con -6,8 °C, -8 °C, città che raramente hanno minime molto basse a causa dello scarso fenomeno dell'irraggiamento notturno; record storico anche alla [[stazione meteorologica di Albenga]] con -12,4 °C e presso la [[stazione meteorologica di Capo Mele]] con -4,5 °C, mentre nella Riviera di Levante [[La Spezia]] registrò una temperatura minima di -7 °C<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.annali.apat.gov.it/site/it-IT/annali/ge198501025_47536.html?cmbCompartimenti=Genova&cmbAnni=1985&cmbSezioni=1&pagina=25&Page=1 Riepilogo termometrico annuale della stazione idrologica di La Spezia] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. A Roma e ad [[Aosta]] le temperature minime furono rispettivamente di -8 °C e -16,4 °C. In montagna le temperature furono da primato: -21,4 °C sul [[Monte Cimone (Appennino)|Monte Cimone]] e -33 °C a Fusine di [[Tarvisio]] in [[Friuli]]. Il [[lago di Massaciuccoli]], in [[Versilia]], [[ghiaccio|gelò]] completamente a causa delle temperature bassissime (-15 °C nei dintorni di [[Lucca]]).
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Trieste Barcola|Stazione meteorologica di Trieste Istituto di Scienze Marine|Stazione meteorologica di Trieste Porto|Stazione meteorologica di Trieste Basovizza}}
{{Approfondimento
|allineamento =sinistra
|titolo=Il fiume sotterraneo Timavo
|contenuto=Il fiume [[Timavo]] scorre nel sottosuolo del Carso triestino,alpi Dinariche e non Giulie dal 1970.<br />Lo si può vedere scorrere ad oltre 100 m sotto la superficie, visitando le [[Grotte di San Canziano]] (15 km ad est di Trieste) e vederlo riaffiorare alle sue [[Timavo|risorgive presso Duino]] (20 km a nord-ovest di Trieste)
[[File:SkocjanskeJame.jpg|thumb|center|Le Grotte di San Canziano]]
[[File:San Giovanni di Duino 21.06.2008 01.jpg|thumb|center|Le Risorgive del Timavo]]
}}Il clima della città di Trieste secondo la [[classificazione dei climi di Köppen|classificazione di Köppen]] rientra nel tipo [[Clima subtropicale umido|subtropicale umido]].<ref>{{cita web |url =http://www.hydrol-earth-syst-sci.net/11/1633/2007/hess-11-1633-2007.pdf| titolo= Updated world map of the Köppen-Geiger climate classification|pagina = 1641}}</ref> Grazie a una latitudine intermedia tra il [[Polo Nord]] e l'[[equatore]] e alla posizione costiera, la città di Trieste gode di un clima piuttosto mite d'inverno e caldo, ma non torrido, d'estate. Relativamente al trentennio ufficiale di riferimento della climatologia mondiale (IPCC/WMO) [[1971]]-[[2000]] la media annuale delle temperature presso la stazione meteorologica di Trieste è stata di 15 °C, le temperature medie del mese più freddo (gennaio) si sono attestate attorno ai 5,8 °C, mentre quelle del mese più caldo (luglio) leggermente al di sopra dei 24 °C.
Nei mesi invernali raramente le temperature, almeno sulla costa, scendono al di sotto dello zero; viceversa, nelle frazioni carsiche, spesso si registrano minime notturne negative. Scarse sono anche, lungo la fascia costiera, le giornate con [[neve]], [[nebbia]] o [[grandine]]. L'[[umidità]] media annuale è del 64% mentre l'escursione termica giornaliera è di soli 4,5 °C: entrambe risultano tra le più basse in Italia.
L'[http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850108.gif 8 gennaio] continuarono le nevicate su [[Toscana]], [[Lazio]], [[Umbria]], [[Campania]] e [[pianura padana]] centro-orientale; temperature gelide su [[Provincia autonoma di Bolzano|Alto Adige]] (-30,0 °C presso la [[stazione meteorologica di Dobbiaco]] e -15 °C a [[Bolzano]]), in [[Veneto]] (-23 °C a [[Cortina d'Ampezzo]], -27 °C a [[Santo Stefano di Cadore]] e -31 °C sul [[Passo Pordoi]]) e in [[Irpinia]] (-18 °C). Cominciarono a gelare fiumi come il [[Po]], l'[[Arno]] e alcuni fiumi marchigiani. Nella [[Romagna Toscana]] furono raggiunti -26,0 °C di temperatura minima presso la stazione idrologica di [[Firenzuola]]: tale dato risulta essere il valore ufficiale più basso registrato presso le varie stazioni meteorologiche della [[Toscana]] dall'inizio delle relative serie storiche.<ref>[http://193.206.192.243/annali/ Annali idrologici: compartimento di Bologna, Pisa e Roma] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110810152536/http://193.206.192.243/annali/ |data=10 agosto 2011 }}</ref>
Data la peculiarità del territorio cittadino si può affermare che mentre il centro di Trieste, sviluppatosi lungo la costa, presenta delle temperature relativamente miti e una discreta insolazione, le frazioni e le località [[Carso|carsiche]] sviluppatesi sul retrostante altipiano a un'altezza tra i duecento e i cinquecento metri hanno un clima decisamente più continentale: a [[Basovizza]], situata a circa 370 metri [[s.l.m.]], la temperatura media annua si aggira attorno agli 11 °C con una media del mese più freddo (gennaio) di 1,5 °C e di quello più caldo (luglio) di 20,6 °C.
Più a sud, la [[stazione meteorologica di Foggia Amendola]] raggiunse il record assoluto di -10,4 °C.
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850109.gif 9 gennaio] la coltre di neve raggiunse i 40 cm su Firenze<ref>[http://www.aeris.toscana.it/articles.asp?id=5 Aeris - Articoli: La Neve a Firenze<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110722055600/http://www.aeris.toscana.it/articles.asp?id=5 |data=22 luglio 2011 }}</ref> e ben 80 cm in [[val di Cecina]]. A [[Bologna]], caddero 30 cm di neve in poche ore. Ancora neve su [[Roma]], [[L'Aquila]], dove ormai il manto bianco superava i 50 cm, e anche su [[Napoli]] (10 cm), a [[Capri (Italia)|Capri]] e lungo tutte le coste della [[Campania]]. Neve storica a [[Cagliari]] (dove il giorno precedente venne rilevata una minima di -2 °C<ref>{{cita web|url=http://www.tutiempo.net/clima/Cagliari_Elmas/01-1985/165600.htm|titolo=Riepilogio mensile della stazione meteorologica di Cagliari Elmas AM}}</ref>) e su tutta la [[Sardegna]] che apparve completamente imbiancata fin sulle coste. L'Isola venne investita da tormente di neve e in molte località poste a quote collinari si raggiunsero i 50–60 cm di manto nevoso, mentre nei paesi più alti si accumulo' circa un metro di neve; accumuli consistenti si ebbero anche nelle zone pianeggianti dell'Isola. Da segnalare lo storico record di freddo di -2,0 °C lungo la costa orientale sarda presso la [[stazione meteorologica di Capo Bellavista]], che solo in occasione delle più violente ondate di freddo riesce a scendere al di sotto dello zero.
{{Approfondimento
|titolo=Bora: vento da record
|contenuto=La stazione dell'OSMER sul molo F.lli Bandiera, venerdì 10 febbraio 2011 ha segnato una raffica di picco di 168 km/h. Si tratta del dato ufficiale più elevato di sempre tra quelli registrati secondo la norma internazionale WMO.
[[File:Bora on Molo Audace.jpg|thumb|center|Gli effetti della [[Bora]] sul [[molo Audace]] (febbraio 2011)]]
}}
Nel corso della mattinata, si aprirono le prime schiarite in Toscana e sull'Italia settentrionale, che furono la causa dell'intenso raffreddamento durante le notti successive. La giornata si concludeva in serata con la [[neve]] che, con alcuni fiocchi, raggiungeva anche il litorale della [[Sicilia]], presso Punta Raisi,<ref>{{cita web|url=http://www.tutiempo.net/clima/Palermo_Punta_Raisi/01-1985/164050.htm|titolo=Neve segnalata a Palermo Punta Raisi il 9 gennaio 1985}}</ref> e nella [[Conca d'Oro]], a seguito di un brusco abbassamento di temperatura. Mentre praticamente tutta l'Europa era nel [[gelo]], in [[Groenlandia]] era "estate": [[Nuuk]] registrò una minima di 0 °C e una massima di ben 9,6 °C<ref>[http://www.tutiempo.net/clima/Godthaab_Nuuk/01-1985/42500.htm Clima en Godthaab / Nuuk durante Enero de 1985 - datos climáticos históricos<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Al clima generalmente mite fanno eccezione i giorni, in alcuni anni rari, in altri più frequenti, in cui soffia la cosiddetta [[Bora]], vento che si incunea dal retroterra lungo i bassi valichi che si aprono tra i monti alle spalle della città, per scendere su Trieste e il Golfo. Sebbene per compressione adiabatica la temperatura dell'aria scendendo sulla città si riscaldi comunque di tre o quattro gradi, le raffiche aumentano notevolmente la percezione di freddo, anche con temperature relativamente miti.
Eccezionalmente la Bora soffia per brevissimi periodi anche d'estate, questa volta molto calda provenendo sempre da est nord est dunque dal continente più caldo verso il mare innalzando talvolta le temperature anche al di sopra dei 35 gradi. Le raffiche di aria di origine continentale provenienti da Est-Nord-Est allo sbocco in [[Mare Adriatico|Adriatico]] acquistano ulteriore velocità e in casi eccezionali in mare aperto si possono raggiungere i 50 nodi, come registrato nel dicembre [[1996]]. In alcune zone la bora è più forte e frequente che in altre, e solamente la zona della Costiera, da Miramare a Sistiana, è riparata dall'effetto di tale vento.
== 10-13 gennaio: Italia centrale ed Emilia-Romagna nel gelo ==
Molto interessante per l'andamento del clima è la variazione avvenuta negli ultimi 100 anni nella frequenza della bora e dei venti orientali in genere, diminuiti di 28 giorni annui, mentre lo scirocco e i venti meridionali nello stesso periodo sono aumentati in frequenza di 26 giorni annui.
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850110.gif 10 gennaio] furono toccati i -23,4 °C dalla [[stazione meteorologica di Parma Panocchia]]<ref>{{cita web|url=http://climaintoscana.altervista.org/italia/stazioni-wmo/parma-panocchia/|titolo=Parma Panocchia: record mensili dal 1985|editore=climaintoscana.altervista.org}}</ref>;, mentre la [[stazione meteorologica di Piacenza San Damiano]] raggiunse lo storico record di freddo di -22,0 °C. Notevoli anche i -16 °C a Firenze (un primato che sarà presto battuto), i -15 °C di [[Pontedera]] e i -10 °C di [[Follonica]]<ref>{{cita web|url=http://www.idropisa.it/supporto/download/annali/annale_idrologico_1985_parte_prima.pdf|titolo=Annale idrologico del 1985 parte I relativo al compartimento di Pisa}}</ref>. Nella [[Liguria]] di levante la [[stazione meteorologica di Sarzana-Luni]] fece registrare lo storico record di -9,0 °C. Il responsabile era l'effetto [[albedo]], ovvero la perdita di calore per irraggiamento dovuto alla spessa copertura nevosa.
L'[http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850111.gif 11 gennaio] a [[Firenze]] la temperatura minima all'[[aeroporto di Firenze-Peretola|aeroporto di Peretola]] precipitò a -22,2 °C, mentre l'[[Osservatorio Ximeniano]] in città registrò -11 °C. Le massime furono rispettivamente di -0,4 °C e -1,2 °C. L'[[Arno]] ghiacciò completamente; la [[stazione meteorologica di Arezzo Molin Bianco]] scese a -20,2 °C; presso la [[stazione meteorologica di Pisa Facoltà di Agraria]] il termometro scese a -12,8 °C.
Vista la vicinanza dei rilievi, brevi piogge possono presentarsi durante tutto l'anno (questo è un discrimine rispetto al tipico clima mediterraneo) ma durante i mesi estivi le precipitazioni sono comunque rare e prevalentemente a carattere temporalesco (luglio in genere è il mese più secco). Le precipitazioni raggiungono l'apice della frequenza e dell'intensità a novembre e aprile, quando di norma scende di latitudine il flusso delle correnti perturbate atlantiche.
In [[Pianura padana]], la [[stazione meteorologica di Brescia Ghedi]] scese a -19,4 °C stabilendo così il nuovo record assoluto di freddo, mentre la [[stazione meteorologica di Verona Villafranca]] raggiunse una temperatura minima di -18,4 °C eguagliando lo storico record del 15 febbraio [[1956]]. Gelo storico anche in [[Emilia-Romagna]], con la temperatura minima assoluta di -24,8 °C della [[stazione meteorologica di San Pietro Capofiume]]<ref>{{cita web|url=http://climaintoscana.altervista.org/italia/stazioni-wmo/san-pietro-capofiume/|titolo=San Pietro Capofiume: record mensili dal 1985|editore=climaintoscana.altervista.org}}</ref>; minima assoluta di -19,4 °C anche alla [[stazione meteorologica di Ferrara San Luca]]; ad [[Anzola dell'Emilia]] la temperatura minima scese invece "soltanto" a -14,5 °C, ben lontana sia dal record storico di -26,2 °C del 15 febbraio [[1956]] che dal record mensile di -19,6 °C del 25 gennaio [[1963]].
Più a sud, freddo molto intenso anche a [[L'Aquila]] con -23,4 °C, a [[Rieti]] con -20,0 °C, a [[Frosinone]] con -19,0 °C, a [[Guidonia Montecelio]] con -14,0 °C e a [[Grosseto]] con -13,2 °C presso l'aeroporto e con -10,0 °C nel centro cittadino. La [[stazione meteorologica di Roma Ciampino]] fece registrare lo storico record di -11,0 °C e quella di [[stazione meteorologica di Roma Urbe|Roma Urbe]] scese a -9,8 °C; sul litorale laziale, record assoluto di -7,8 °C presso la [[stazione meteorologica di Roma Fiumicino]].
I dati climatologici base di Trieste sono<ref>Atlante Climatico d'Italia del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare, data 1971-2011</ref><ref>Rivista Ligure "La neve sulle coste del Mediterraneo"</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=http://www.meteoam.it/modules.php?name=viewClinoFile&station=110&name_station=Trieste&option=Info |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }} Tabella climatica</ref><ref>http://www.scia.sinanet.apat.it/sciaweb/scia_valori_tabelle.html Tabelle climatiche 1961-1990 del Sistema nazionale di raccolta, elaborazione e diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale dell'APAT</ref><ref>http://www.worldclimate.com/cgi-bin/data.pl?ref=N45E013+4102+16110W Average sea-level pressure</ref>:
{{ClimaAnnuale
| nome = <!-- Se non indicato, apparirà "Mese" -->
| equatoriale = n <!-- Cambiare in s per i climi di regioni equatoriali -->
| tempmax = 7.6, 9.0, 12.2, 16.5, 21.6, 25.0, 27.9, 27.7, 23.3, 17.8, 12.3, 8.8
| tempmedia = 5.7, 6.6, 9.4, 13.2, 18.1, 21.4, 24.1, 24.5, 20.1, 15.2, 10.1, 6.9
| tempmin = 3.8, 4.3, 6.6, 10.0, 14.5, 17.8, 20.3, 20.4, 16.8, 12.7, 8.1, 5.0
| tempassmax = 18.2, 21.2, 23.9, 29.8, 32.2, 36.2, 37.6, 38.0, 34.4, 30.8, 24.4, 18.4
| annotempassmax = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura massima corrispondente -->
| tempassmin = −7.5, −7.1, −6.3, 3.2, 6.0, 10.1, 12.3, 11.0, 7.0, 3.7, −1.5, −7.9
| annotempassmin = <!-- Sequenza degli anni di rilevazione della temperatura minima corrispondente -->
| warm = <!-- I giorni di calura (numero di giorni, anche con cifre decimali, con T.<small>max</small> ≥ 30°C) -->
| giornigelo = 5, 3, 1, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 3
| giornighiaccio = <!-- I giorni di ghiaccio (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| nubi = 4.8, 4.3, 4.7, 4.6, 4.3, 3.9, 3.0, 3.0, 3.2, 3.9, 4.8, 4.8
| pioggia = 58.0, 56.9, 63.4, 82.8, 84.2, 100.4, 62.1, 84.5, 103.4, 111.4, 107.4, 88.5
| giornipioggia = 7.8, 6.2, 7.8, 8.5, 8.7, 9.3, 6.5, 7.3, 7.1, 7.9, 9.1, 8.4
| neve = <!-- Nevosità totali mensili (numero anche con cifre decimali, misurate in cm) -->
| giornineve = 0.7, 0.5, 0.2, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0, 0.1, 0.5
| mantonevoso = <!-- I giorni con manto nevoso >= 1cm (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| giornigrandine = <!-- I giorni di grandine (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| giorninebbia = <!-- I giorni di nebbia (numero anche con cifre decimali, senza unità di misura) -->
| umidomax = <!-- Umidità percentuali massime medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %) -->
| umido = 67, 64, 62, 64, 64, 65, 62, 62, 66, 68, 67, 68
| umidomin = <!-- Umidità percentuali minime medie mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in %) -->
| giornisereno =
| elio = 3.1, 4.2, 4.6, 5.9, 7.3, 8.1, 9.3, 8.4, 7.0, 5.4, 3.3, 2.7
| sole = 429, 712, 1101, 1575, 1994, 2214, 2311, 2002, 1507, 972, 529, 374
| oresoleggiamento = 96.1, 118.7, 142.6, 177, 226.3, 243, 288.3, 260.4, 210, 167.4, 99, 83.7
| pressionereale = <!-- Pressioni atmosferiche medie mensili a 0 °C (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| pressione = 1017, 1015, 1015, 1013, 1014, 1014, 1014, 1014, 1017, 1018, 1017, 1016
| tensionevapore = <!-- Tensione di vapore media mensile (numero anche con cifre decimali, misurato in hPa) -->
| vento = E, E, E, E, E, E, E, E, E, E, E, E
| intensità = 5.0, 4.7, 4.6, 4.1, 3.7, 3.5, 3.7, 3.7, 3.8, 4.4, 4.5, 4.8
}}
Nella stessa giornata, la neve cadde anche sul tratto costiero jonico a valle della città di [[Catanzaro]], che a sua volta venne interessata da accumuli nevosi.
== Origine del nome ==
[[File:Frontemare di Trieste.jpg|thumb|center|upright=5|Panorama di Trieste visto dal [[Molo Audace]]]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850112.gif 12 gennaio], complice il cielo sereno e l'effetto [[albedo]], a [[Aeroporto di Firenze-Peretola|Firenze-Peretola]] si raggiunsero i -23,2 °C<ref>[http://www.mherrera.org/temp.htm Extreme Temperatures Around the World- world highest lowest temperatures<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, mentre l'[[Osservatorio Ximeniano]] nel centro cittadino registrò "soltanto" -10,6 °C grazie all'effetto isola di calore. Presso la [[stazione meteorologica di Pisa San Giusto]] la temperatura scese al record storico di -13,8 °C, mentre a Lucca la minima arrivò a -13,4 °C. Più a sud, la [[stazione meteorologica di Viterbo]] fece registrare lo storico record di -12,7 °C. In [[Romagna]] vennero registrate le minime assolute storiche di -19,0 °C presso la [[stazione meteorologica di Forlì]], di -17,2 °C alla [[stazione meteorologica di Rimini Miramare]] e di -16,5 °C presso la [[stazione meteorologica di Cervia]]; la [[stazione meteorologica di Ravenna Punta Marina]] scese a -13,8 °C, facendo registrare il record mensile di [[gennaio]], a soli 0,2 °C dal record assoluto del 15 febbraio [[1956]].
Il nome ''[[Nomi latini delle città italiane|Tergeste]]'' è di origine preromana, con base preindoeuropea: ''terg'' in [[Lingua illirica|antico illirico]] significa mercato, mentre il suffisso ''–este'' è tipico delal [[lingua venetica]]<ref>Cfr. il sito [http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S194.html ''Archeologica'' del Ministero per i Beni e le Attività Culturali] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060214134024/http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S194.html |data=14 febbraio 2006 }}</ref>. il termine ''terg'' si ritrova anche nella [[lingua slava ecclesiastica antica]] nella forma tьrgъ con il medesimo significato, ovvero "mercato" (in sloveno, serbo e croato mercato si traduce invece ''trg'' oppure in ''tržnica'', mentre in polacco ''targ'' e in [[Lingue germaniche settentrionali|scandinavo antico]] ''torg'').
Gelo anche in [[Francia]], con -17 °C a [[Marsiglia]], e in [[Spagna]], con -10 °C nei dintorni di [[Barcellona]] a seguito di un accumulo di quasi 50 cm di neve nei giorni precedenti. Nel frattempo, nel corso della giornata si verificò un graduale aumento della nuvolosità sulle [[Alpi Occidentali]] e sulla [[Riviera di Ponente]], per l'avvicinarsi di un nuovo corpo nuvoloso sui cui effetti nei giorni successivi le previsioni erano discordanti: alcuni modelli prevedevano l'arrivo di un'altra massa d'aria fredda con nevicate in pianura su tutta la penisola, altri prevedevano la risalita di aria calda con un sensibile aumento delle temperature e precipitazioni nevose soltanto dalle quote collinari in su.
Un'etimologia alternativa vuole l'origine latina del nome ''tergestum'' (riportata dal geografo di età augustea [[Strabone]]), poi traslitterato in ''Tergeste'', legata al fatto che i legionari romani dovettero combattere tre battaglie per avere ragione delle popolazioni indigene (''Ter-gestum bellum'', dal latino ''ter'' = tre volte e ''gerere bellum'' = far guerra, da cui il participio passato ''gestum bellum'').
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850113.gif 13 gennaio] l'attesa perturbazione giunse sull'Italia. Mentre la [[Sardegna]] era già uscita dalla morsa del gelo e nella vicina [[Corsica]] i venti di [[scirocco]] facevano salire le temperature fino ai 15 °C di [[Ajaccio]] e ai 10 °C di [[Bastia]], a Bologna la minima era di -14 °C e a Milano di -12 °C. Ricominciò a nevicare su tutta la Toscana centro-settentrionale: a Firenze 8 cm di neve con la minima di -13,4 °C, a Pisa 5 cm di neve con la minima di -9 °C. Tuttavia, la precipitazione cominciò a rallentare d'intensità e, spostandosi verso la zona meridionale della regione e il [[Lazio]], iniziava addirittura a cadere sotto forma di [[pioggia]] (in serata massima di 9 °C a Grosseto). Nel frattempo, le nevicate si spostavano sulla [[Liguria]] e su tutta la pianura padana, fino ad allora poco interessata.
I nomi moderni di Trieste, nelle lingue storicamente parlate nella città giuliana, sono ''Trieste'' in [[Lingua italiana|italiano]], ''Trst'' in [[Lingua slovena|sloveno]], ''Triest'' in [[Lingua tedesca|tedesco]], ''Trieszt'' in [[Lingua ungherese|ungherese]], ''Trst'' in [[Lingua croata|croato]] e ''Трст/Trst'' in [[Lingua serba|serba]], oltre che ''Trieste'' in [[dialetto triestino]], ''Trieste'' in [[lingua veneta]], ''Trièst'' in [[dialetto tergestino]] e ''Triest'' in [[lingua friulana]].
== 14-17 gennaio: nevicate eccezionali sull'Italia settentrionale e piogge intense al centro-sud ==
== Storia ==
{{Vedivedi anche|StoriaNevicata didel Trieste1985}}
[[File:Temperature minime 1985.png|thumb|Temperature minime registrate in alcune città italiane nel gennaio 1985.]]
[[File:Rimsko gledalisce v Trstu.jpg|thumb|center|upright=5|Il [[Teatro romano di Trieste]], che si trova sotto la [[San Giusto (Trieste)|collina di San Giusto]]]]
Il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850114.gif 14], il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850115.gif 15], il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850116.gif 16 gennaio] si scatenò sull'[[Italia Settentrionale]], per l'azione di un [[ciclone]] centrato sul mare della [[Corsica]] che fece strisciare aria calda africana sopra l'aria fredda presente al suolo, un'autentica bufera di neve, considerata dagli abitanti come la "[[nevicata del 1985|nevicata del secolo]]<ref>Roberto Meda, Filippo Ricciardi, Gabriele Asnaghi, [http://www.nimbus.it/meteoshop/Estratti/nimbus3536/35NeveMi.pdf "1985-2005: vent'anni dalla nevicata del secolo a Milano"], Nimbus n. 35-36, [[Società Meteorologica Italiana]] (SMI), 2005</ref>". Nei primi due giorni caddero 20 cm di neve a [[Genova]], 30 cm a [[Verona]] e [[Venezia]], 40 cm a [[Udine]], [[Treviso]] e [[Padova]], 55 cm [[Vicenza]], 60 cm a [[Belluno]], 62 cm a [[Varese]] e 65 cm a [[Como]]; la sera c'erano 70 cm a [[Milano]] e addirittura 130 cm a [[Trento]], mentre l'alta [[Valtellina]] con [[Bormio]] (dove a fine mese si sarebbero svolti i mondiali di [[sci]]) non vedeva ancora un fiocco. Intanto era già iniziato il riscaldamento che aveva già portato piogge in Toscana e nel Veneto, ma la neve continuò a cadere in alcune zone anche il [http://www.wetterzentrale.de/archive/ra/1985/Rrea00219850117.gif giorno] successivo, portando l'accumulo totale a 100 cm a Milano, 110 cm a Como e a 150 cm a Trento.
Sulle regioni centro-meridionali furono invece le abbondanti piogge, anche a carattere temporalesco, a caratterizzare lo scenario meteorologico, monitorato continuamente dagli esperti per il rischio alluvioni, amplificato dallo scioglimento delle nevi precedentemente accumulate.
=== Dalla Preistoria alla colonizzazione romana ===
[[File:San Giusto 09.jpg|thumb|upright=1.2|Resti della basilica forense romana presso la cattedrale di S. Giusto.]]
[[File:Slivia - Castelliere.jpg|thumb|left|upright=1.2|[[Slivia]], resti dell'antico [[castelliere]].]]
[[File:Arcoromano.jpg|thumb|upright=1.2|Arco di Riccardo.]]
[[File:Trieste - Teatro Romano 01.jpg|destra|thumb|upright=1.2|Teatro Romano.]]
== L'eccezionalità del periodo di freddo ==
Sin dal [[II millennio a.C.]] il territorio della provincia di Trieste fu sede di importanti insediamenti protostorici, i [[Cultura dei castellieri|castellieri]], villaggi arroccati sulle alture e protetti da fortificazioni in pietra, i cui abitanti appartenevano a popolazioni di probabile origine [[Illiria|illirica]] e di stirpe [[Indoeuropei|indoeuropea]]. Fra il [[X secolo a.C.|X]] e il [[IX secolo a.C.]] la popolazione autoctona entrò in contatto con un'altra etnia indoeuropea, i [[antichi Veneti|Venetici]] (Heneti o Eneti), da cui venne notevolmente influenzata sotto il profilo culturale.
L'eccezionalità del gennaio 1985 può essere evidenziata sia nei valori minimi di temperatura raggiunti che, per molte località, sono i primati storici, sia per le nevicate che hanno interessato zone dove tali eventi sono più unici che rari.
Nel centro-sud, le nevicate in pianura e lungo le fasce costiere interessano solitamente il versante adriatico e il sud peninsulare durante la discesa di aria fredda da nord-est, mentre il versante tirrenico centro-settentrionale rimane riparato dallo spartiacque [[appennini]]co che lascia il cielo sereno o poco nuvoloso con venti sostenuti di [[tramontana]] o [[grecale]].
Con le conquiste militari dell'Illiria da parte dei Romani, i cui episodi più salienti furono la guerra contro la pirateria degli Istri del [[221 a.C.]], la fondazione di [[Aquileia]] nel [[181 a.C.]] e la guerra istrica del [[178 a.C.|178]]-[[177 a.C.]], ebbe inizio un processo di romanizzazione e assimilazione delle popolazioni preesistenti. [[Nomi latini delle città italiane|Tergeste]] fu colonizzata alla metà del I secolo a.C. in epoca cesariana (''[[Regio X Venetia et Histria]]''), ed è probabile che la fortezza principale fosse situata sulle pendici del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]].
Per assistere alle nevicate in pianura sul versante occidentale, deve verificarsi una situazione eccezionale come quella del gennaio 1985, con l'aria calda proveniente da ovest o da sud che scorre sopra la preesistente aria gelida al suolo (''cuscino freddo''). In queste condizioni, le temperature si mantengono prossime allo zero sia al livello del mare dove tende a scendere l'aria gelida, che alle quote superiori dove l'aria calda fa risalire le temperature che altrimenti sarebbero di gran lunga inferiori. Questa situazione, grazie anche all'umidità del Mediterraneo, determina nevicate intense a tutte le quote, pianure comprese.
I Tergestini sono menzionati nel [[De bello Gallico]] di Giulio Cesare, a proposito di una precedente invasione forse di Giapidi: "Chiamò T. Labieno e mandò la legione quindicesima (che aveva svernato con lui) nella Gallia Cisalpina, a tutela delle colonie dei cittadini romani, per evitare che incorressero, per incursioni di barbari, in qualche danno simile a quello che nell'estate precedente era toccato ai Tergestini che, inaspettatamente, avevano subito irruzioni e rapine. (CAES. ''Gall.'' 8.24).
Tergestum fu citata poi da [[Strabone]]<ref>[[Geografia (Strabone)|Geogr.]], V, 1, 9; VII, 5, 2</ref>, [[Geografia|geografo]] attivo in [[età augustea]], che la definì come ''[[phrourion]]'' (avamposto militare) con funzioni di difesa e di snodo commerciale.
Tergeste si sviluppò e prosperò in epoca imperiale. Il nucleo abitativo nel [[33 a.C.]] venne cinto da alte mura (ancora visibile la porta meridionale, il cosiddetto [[Arco di Riccardo]]) da [[Augusto|Ottaviano Augusto]] (''murum turresque fecit'') e venne arricchito da importanti costruzioni quali il [[Foro (urbanistica)|Foro]] e il [[Teatro romano di Trieste|Teatro]].
=== Il Medioevo ===
Dopo la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], Trieste ({{polytonic|Τεργέστη}} in [[greco bizantino]]) passò sotto il controllo della [[impero bizantino|dirigenza bizantina]] fino al [[788]], quando venne occupata dai [[franchi]]. In seguito venne instaurato il [[dominio vescovile a Trieste]].
Nel [[1098]] risultava già diocesi vescovile con il nome latino di ''Tergestum''. Nel [[XII secolo]] divenne un [[Comune medievale|Libero Comune]]. Dopo secoli di battaglie contro la rivale [[Venezia]], nel 1283 la città fu occupata dai Veneziani, ma le truppe Goriziane e quelle Patriarcali la riconquistarono. Successivamente Trieste si pose sotto la protezione ([[1382]]) del [[duca d'Austria]] conservando però una notevole autonomia fino al [[XVII secolo]]. La città di Trieste fu risparmiata dai saccheggi dei turchi, che nel 1470, durante una incursione diretta in Friuli, incendiarono il paese di [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], a soli 8 km da Trieste.<ref>Gabrio De Szombathely, ''Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste'' (op. cit..)</ref>
[[File:Mesto Trst-Valvasor-2.jpg|thumb|upright=1.2|left|Trieste nel XVII secolo. Si nota la coltura alta della vite di Prosecco ad ''arbustum gallicum'', ovvero accoppiata ad alberi]]
La presenza di numerosi documenti dedicati alla viticoltura nella Trieste medievale testimonia l'importanza che l'attività vitivinicola aveva nell'economia cittadina, in passato prettamente agricola. Infatti sino allo sviluppo dell'attività mercantile marittima seguito alla proclamazione del Porto franco, buona parte degli abitanti del piccolo borgo fortificato si dedicava alla viticoltura, che era praticata su tutto il territorio comunale, su terreno marnoso-arenaceo, nei punti più soleggiati, anche a ridosso della città.
Trieste era quindi un borgo fortificato circondato da vigneti, caratteristica riprodotta in numerose stampe d'epoca e descritta da viaggiatori stranieri. Il ruolo assolutamente centrale che il vino aveva nell'economia triestina è comprovato dalla presenza, sia in ambito ecclesiastico che civile, di decime e sistemi tributari basati solo ed esclusivamente sul computo della redditività delle vigne, che quasi tutti i cittadini possedevano<ref>Fulvio Colombo, Renzo Arcon (a cura di), ''Quaternus domorum et decimarus civitatis Tergesti. Quaderno delle case e delle decime della città di Trieste'', Deputazione di Storia patria per la Venezia Giulia, Trieste 2009.</ref>.
Massimo successo di questa attività agricola triestina è senz'altro il [[Prosecco (vino)|Prosecco]], vino nato dall'identificazione del [[Castello di Moncolano|castello di Prosecco]] con il ''castellum nobile vino [[Pucino|Pucinum]]'' di memoria classica. La produzione di questo vino ben presto si allargò oltre i confini triestini nel goriziano, in [[Friuli]], [[Dalmazia]] e soprattutto in [[Veneto]], dove si sviluppò sino a diventare uno dei vini più famosi al mondo, mentre la sua produzione cessò sia a Trieste che nel Carso triestino, per riprendere a partire dagli anni Duemila a seguito della riorganizzazione del relativo disciplinare<ref>Fulvio Colombo, ''Prosecco patrimonio del nordest'', Luglio editore, Trieste 2014.</ref>
=== Epoca austriaca ===
{{Vedi anche|Città imperiale di Trieste e dintorni}}
[[File:Triest Plan 1718.JPG|thumb|left|upright=1.2|Trieste prima dell'istituzione del porto franco. Il [[Borgo Teresiano]] è ancora costituito da saline, mentre attorno alla Cittavecchia vi sono solo aree agricole.]]
Nel [[1719]] [[Carlo VI d'Asburgo|Carlo VI d'Austria]] creò a Trieste un [[porto franco (economia)|porto franco]] i cui privilegi vennero estesi, durante il regno del suo [[Maria Teresa d'Austria|successore]], prima al ''Distretto Camerale'' ([[1747]]), poi a tutta la città ([[1769]]). Dopo la morte dell'imperatore (nel [[1740]]) salì al trono la giovane [[Maria Teresa d'Austria]] che grazie ad un'attenta politica economica permise alla città di diventare uno dei principali [[Porto di Trieste|porti europei]] e il massimo dell'[[Impero austriaco|Impero]]. In età teresiana il governo [[Impero austriaco|austriaco]] investì capitali consistenti nell'ampliamento e nel potenziamento dello scalo.
Fra il [[1758]] e il [[1769]] furono approntate opere a difesa del molo e venne eretto un forte. Nelle immediate vicinanze del porto sorsero la [[Borsa valori|Borsa]] (all'interno del Palazzo municipale, attorno al [[1755]]), il ''Palazzo della Luogotenenza'' ([[1764]]), oltreché un grande magazzino e il primo [[cantiere navale]] di Trieste, noto come lo ''squero di san Nicolò''. In quegli anni iniziò ad essere edificato un [[Borgo Teresiano|intero quartiere]], che dell'imperatrice porta ancora il nome (Borgo Teresiano), per ospitare una popolazione che in città era in crescente aumento e che alla fine del secolo avrebbe raggiunto i 30.000 abitanti circa,<ref>Elio Apih, ''Trieste'', Roma-Bari, Editori Laterza, p. 11</ref> sei volte superiore a quella presente un centinaio di anni prima. Il notevole sviluppo demografico della città fu dovuto, in massima parte, all'arrivo di numerosi immigrati provenienti per lo più dal bacino adriatico (istriani, veneti, dalmati, friulani, sloveni) e, in minor misura, dall'Europa continentale (austriaci, ungheresi) e balcanica (serbi, greci, ecc.).
[[File:Triest Plan 1857 Lloyd Reiseführer.JPG|thumb|upright=1.2|Trieste nel 1857, 138 anni dopo la proclamazione del porto franco, al momento dell'arrivo della ferrovia]]
In un rapporto inviato all'imperatrice Maria Teresa, il conte Nikolaus Graf von Hamilton, che ricoprì la carica di Presidente dell'Intendenza della città di Trieste dal 1749 al 1768, descrisse nel seguente modo l'uso delle lingue parlate dagli abitanti di Trieste:
{{citazione| Gli abitanti usano tre diverse lingue: l'italiano, il tergestino e lo sloveno. La particolare lingua triestina, usata dalle persone semplici non viene capita dagli italiani; molti abitanti in città e tutti quelli del circondario parlano sloveno.<ref>Paolo Merkù: La presenza slovena nella città preemporiale. In R. Finzi/G. Panjek/L. Panariti: Storia economica e sociale di Trieste, vol. 1, pp. 288-289</ref>}}
Trieste fu occupata per tre volte dalle truppe di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], nel [[1797]], nel [[1805]] e nel [[1809]]; in questi brevi periodi la città perse definitivamente l'antica autonomia con la conseguente sospensione di ''status'' di porto franco.
La prima occupazione francese fu molto breve, in quanto iniziò a marzo 1797 e si concluse dopo soltanto due mesi, a maggio. Spaventata dall'imminente arrivo delle truppe napoleoniche, parte della popolazione aveva abbandonato la città; chi era rimasto, era pronto a sollevarsi contro i soldati francesi. Il governo napoleonico, però, non fu così rivoluzionario, come si aspettavano i fuggitivi, i quali decisero di rientrare in città pochi giorni dopo. Napoleone visitò Trieste il 29 aprile.
[[File:Triest 1885.jpg|thumb|upright=1.2|left|Trieste nel 1885]]
A maggio le truppe francesi lasciarono la città in virtù degli accordi di [[Leoben]].<ref>{{cita|Tedesco 2018}}.</ref>
La seconda occupazione francese iniziò a dicembre 1805 e si concluse a marzo 1806. Nonostante la brevità delle prime due occupazioni, le idee democratiche portate dalle truppe napoleoniche iniziarono a diffondersi anche a Trieste, dove cominciò a maturare l'identità italiana.<ref>{{cita|Migliorini 2014}}.</ref>
La terza occupazione ebbe inizio il 17 maggio 1809. A partire dal 15 ottobre Trieste viene inglobata nelle [[Province illiriche]], che comprendevano anche la Carinzia, la Carniola, il Goriziano, l'Istria veneta, l'Istria asburgica, parte della Croazia e la Dalmazia. L'occupazione si concluse l'8 novembre 1813, in seguito alla battaglia di [[Lipsia]].<ref>{{cita|Tedesco 2018}}.</ref>
[[File:Litorale austriaco 1897.jpg|thumb|Mappa del 1897 del [[Litorale austriaco]], di cui Trieste era capoluogo]]
Ritornata agli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] nel [[1813]] Trieste continuò a svilupparsi, anche grazie all'apertura della ferrovia con [[Vienna]] nel [[1857]]. Negli anni sessanta dell'Ottocento fu elevata al rango di capoluogo di ''Land'' nella regione del [[Litorale austriaco]] (''Oesterreichisches Küstenland''). Successivamente la città divenne, negli ultimi decenni dell'[[XIX secolo|Ottocento]], la quarta realtà urbana dell'[[Impero austro-ungarico]] (dopo [[Vienna]], [[Budapest]] e [[Praga]]).
Grazie al suo status privilegiato di unico porto commerciale della [[Cisleithania]] e primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste divenne una città fortemente cosmopolita, plurilingue e plurireligiosa, come dimostra il censimento del comune del 31 dicembre 1910: il 51,83% della popolazione del comune (59,46% della città) era italofona, a cui si aggiungevano gli [[italiani]] immigrati dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] e pertanto considerati stranieri (12,9% della città), il 24,79% degli abitanti era di lingua slovena (12,64% in città), l'1,04% di lingua tedesca (1,34% in città), mentre si contavano molte comunità minori: [[serbi]], [[croati]], [[armeni]], [[ebrei]], [[greci]], [[ungheresi]], [[inglesi]] e [[svizzeri]]<ref>{{Cita web|http://www.kozina.com/premik/1910-02.pdf|Censimento austriaco del 1910|sito=kozina.com}}</ref>. Nel XVIII secolo in città il [[dialetto triestino]] (idioma settentrionale di tipo veneto<ref>I secolari contatti della città con culture e lingue diverse ha facilitato tuttavia l'introduzione di alcuni termini, di origine per lo più [[Lingua tedesca|tedesca]] e [[Lingua slovena|slovena]] e, in minor misura, [[Lingua friulana|friulana]] e [[Lingua croata|croata]] (ma anche [[Lingua ungherese|ungherese]], [[Lingua greca|greca]], [[Lingua ebraica|ebraica]], [[Lingua francese|francese]] e persino [[Lingua turca|turca]] e di altre lingue) nel lessico triestino. Cfr. a tale proposito: G. Pinguentini, ''Dizionario storico etimologico fraseologico del dialetto triestino'' Trieste, Borsatti, 1954.</ref>) sostituì il [[tergestino]], l'antico dialetto locale di tipo [[Lingue retoromanze|retoromanzo]].
Il triestino, parlato anche da scrittori e filosofi, continua ad essere tuttora l'idioma più usato in ambito familiare e in molti contesti sociali di natura informale e talvolta anche formale, affiancandosi, in una situazione di [[diglossia]], all'italiano, lingua amministrativa e principale veicolo di comunicazione nei rapporti di carattere pubblico.
=== L'irredentismo e la prima unione all'Italia ===
{{Vedi anche|Irredentismo italiano}}
[[File:Serenissima.svg|thumb|center|upright=5|Cartina della [[Dalmazia]] e della [[Venezia Giulia]] coi confini previsti dal [[Patto di Londra]] (linea rossa) e quelli invece effettivamente ottenuti dall'Italia (linea verde). In fucsia sono invece indicati gli antichi domini della [[Repubblica di Venezia]]]]
Trieste fu, assieme a [[Trento]], oggetto e al tempo stesso centro dell'[[irredentismo]], movimento che negli ultimi decenni del [[XIX secolo]] è nei primi del [[XX secolo|XX]] aspirava ad un'annessione della città all'[[Italia]].
[[File:Karte Triest.png|thumb|left|upright=1.2|Mappa austriaca di Trieste (1888).]]
Come conseguenza della [[terza guerra d'indipendenza italiana]] (1866), che portò all'annessione del [[Veneto]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], l'amministrazione imperiale austriaca, per tutta la seconda metà del XIX secolo, aumentò le ingerenze sulla gestione politica del territorio per attenuare l'influenza del gruppo etnico italiano temendone le [[Irredentismo italiano in Istria|correnti irredentiste]].
Durante la riunione del consiglio dei ministri del 12 novembre 1866 l'imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] tracciò un progetto di ampio respiro mirante alla ''germanizzazione o slavizzazione'' dell'aree dell'impero con presenza italiana:
{{Citazione|Sua Maestà ha espresso il preciso ordine che si agisca in modo deciso contro l'influenza degli elementi italiani ancora presenti in alcune regioni della Corona e, occupando opportunamente i posti degli impiegati pubblici, giudiziari, dei maestri come pure con l’influenza della stampa, si operi nel [[Tirolo del Sud]], in [[Dalmazia]] e sul [[Litorale austriaco|Litorale]] per la germanizzazione e la slavizzazione di detti territori a seconda delle circostanze, con energia e senza riguardo alcuno. Sua maestà richiama gli uffici centrali al forte dovere di procedere in questo modo a quanto stabilito.|[[Francesco Giuseppe I d'Austria]], consiglio della Corona del 12 novembre 1866<ref>''Die Protokolle des Österreichischen Ministerrates 1848/1867. V Abteilung: Die Ministerien Rainer und Mensdorff. VI Abteilung: Das Ministerium Belcredi'', Wien, Österreichischer Bundesverlag für Unterricht, Wissenschaft und Kunst 1971</ref><ref>{{cita libro |autore=Jürgen Baurmann|autore2=Hartmut Gunther|autore3=Ulrich Knoop| titolo=Homo scribens : Perspektiven der Schriftlichkeitsforschung | anno= 1993 | editore= | città= Tübingen|ISBN= 3-484-31134-7|p=279|lingua=de|url=https://books.google.com.au/books?id=l3tCTXoeAysC&pg=279}}</ref>.}}
I prodromi a questa decisione si ebbero dopo la [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], da cui conseguì l'incorporazione del [[Lombardo-Veneto]] all'Italia ([[1859]]-[[1866]]). In seguito a questo evento il governo austriaco favorì il formarsi di una coscienza nazionale croata, allo scopo di contrastare l'[[Irredentismo italiano]]. La presa di coscienza dell'identità croata e il già citato crescente afflusso di croati dalle zone circostanti fece aumentare la regressione dell'uso della [[lingua italiana]], che pur conservò notevole prestigio per tutto il periodo austriaco ed ebbe un certo suo rilievo nell'Impero austro ungarico fino alla fine della [[seconda guerra mondiale]].
[[File:Litorale 1.png|thumb|upright=2.0|Modifiche al confine orientale italiano dal 1920 al 1975.
{{legenda|#ffff00|Il [[Litorale austriaco]], poi ribattezzato [[Venezia Giulia]], che fu assegnato all'Italia nel 1920 con il [[Trattato di Rapallo (1920)|trattato di Rapallo]] (con ritocchi del suo confine nel 1924 dopo il [[Trattato di Roma (1924)|trattato di Roma]]) e che fu poi ceduto alla Jugoslavia nel 1947 con i [[Trattati di Parigi (1947)|trattati di Parigi]]}}
{{legenda|#10FF20|Aree annesse all'Italia nel 1920 e rimaste italiane anche dopo il 1947}}
{{legenda|#00fa9a|Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al [[Territorio Libero di Trieste]] nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente all'Italia nel 1975 con il [[trattato di Osimo]]}}
{{legenda|#eee8aa|Aree annesse all'Italia nel 1920, passate al Territorio Libero di Trieste nel 1947 con i trattati di Parigi e assegnate definitivamente alla Jugoslavia nel 1975 con il trattato di Osimo}}]]
Nel [[1909]] la lingua italiana venne vietata in tutti gli edifici pubblici e gli italiani furono ufficialmente estromessi dalle amministrazioni comunali<ref name="treccani">''Dizionario Enciclopedico Italiano'' (Vol. III, pag. 730), Roma, Ed. Istituto dell'Enciclopedia Italiana, fondata da Giovanni Treccani, 1970.</ref>. Quindi anche Trieste fu coinvolta nel processo di [[croatizzazione]] della Venezia Giulia avvenuto durante la dominazione austroungarica. Queste ingerenze, insieme ad altre azioni di favoreggiamento al gruppo etnico slavo ritenuto dall'impero più fedele alla corona, esasperarono la situazione andando ad alimentare le correnti più estremiste e rivoluzionarie.
Secondo il contestato censimento austriaco del [[1910]], su un totale di 229.510 abitanti del Comune di Trieste (comprendente anche una serie di località limitrofe al centro e dell'altopiano) si ebbe, a seguito di revisione, la seguente ripartizione sulla base della lingua d'uso:
* 118.959 (51,8%) parlavano italiano
* 56.916 (24,8%) parlavano sloveno
* 11.856 (5,2%) parlavano tedesco
* 2.403 (1,0%) parlavano serbocroato
* 779 (0,3%) parlavano altre lingue
* 38.597 (16,8%) erano cittadini stranieri a cui non era stato chiesta la lingua d'uso, tra i quali:
** 29.639 (12,9%) erano cittadini [[Regno d'Italia (1861-1946)|italiani]]
** 3.773 (1,6%) erano cittadini [[Regno d'Ungheria|magiari]].
Nella città, durante manifestazioni pro italiane seguenti una petizione firmata da 5.858 cittadini verso l'Inclito Consiglio della città, richiedente il diritto della lingua italiana nelle scuole statali, avvenute tra il 10 e il 12 luglio 1868, scoppiarono scontri e violenze nelle strade principali cittadine con gli sloveni locali arruolati fra i soldati asburgici, che provocarono la morte dello studente Rodolfo Parisi, ucciso con 26 colpi di baionetta, e di due operai, Francesco Sussa e Niccolò Zecchia<ref>Vedi pag. 10 in Guerrino Guglielmo Corbanese, ''Il Friuli, Trieste e l'Istria: Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del novecento'', Del Bianco ed., 1999</ref><ref>Vedi pag. 162 in Luigi Carnovale, ''Why Italy entered into the great war'', Italian-American publishing company, 1917</ref>.
Agli inizi del [[XX secolo|Novecento]] il gruppo [[etnia|etnico]] sloveno era in piena ascesa demografica, sociale ed economica. Ciò spiega come l'irredentismo assunse spesso, nella città giuliana, dei caratteri marcatamente anti-slavi che vennero perfettamente incarnati dalla figura di [[Ruggero Timeus]]. Allo scoppio della prima guerra mondiale, 128 triestini si rifiutarono di combattere sotto le bandiere austro-ungariche e, subito dopo l'entrata in guerra dell'Italia contro gli Imperi centrali, si arruolarono nel [[Regno d'Italia|regio esercito]]. Fra i volontari che persero la vita nel corso del conflitto<ref>Le informazioni sul numero dei volontari e quello relativo ai deceduti sono tratte da: Elio Apih, ''op. cit.'' p. 99</ref>, si ricordano gli scrittori e intellettuali [[Scipio Slataper]], [[Ruggero Timeus]] e Carlo Stuparich, fratello del più noto [[Giani Stuparich|Giani]]. Primo esponente di tale movimento è considerato il triestino Wilhelm Oberdank, poi italianizzato in [[Guglielmo Oberdan]], che, per aver ordito un complotto per uccidere l'imperatore d'Austria [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe]] e trovato in possesso di due [[Bomba all'Orsini|bombe orsini]], fu processato ed impiccato nella sua città natale il 20 dicembre [[1882]].
[[File:Liberazione_di_Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|left|Sbarco delle truppe italiane a Trieste il 3 novembre 1918]]
Particolarmente attivi sul fronte delle idee e della propaganda furono i fuoriusciti triestini in Italia e Francia, dove ebbero un ruolo di primaria importanza nella fondazione, a Roma, di un Comitato centrale di propaganda dell'Alto Adriatico ([[1916]]) e, a Parigi, dell'associazione ''Italia irredenta''. Tutti i membri degli organi direttivi del Comitato erano triestini, ad eccezione del [[Dalmati italiani|dalmata]] Alessandro Dudan.<ref>[[Marina Cattaruzza]], ''L'Italia e il Confine Orientale'', Bologna, Società editrice Il Mulino, 2007, p. 97</ref> Tra 1915 e 1917 l'aviazione italiana bombardò la città in numerose occasioni, causando numerose vittime tra la popolazione civile.
Il 4 novembre del [[1918]] - al termine della [[Prima guerra mondiale]] - il [[Regio esercito]] entrò a Trieste al comando del generale [[Carlo Petitti di Roreto]] acclamato da quella parte della popolazione che era di sentimenti italiani, dichiarando lo stato di occupazione ed il coprifuoco. La sicura imminente annessione della città e della Venezia Giulia all'Italia - invano contrastata al tavolo della pace dai rappresentanti del neonato [[Regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], che reclamarono l'annessione della città e del suo entroterra - fu accompagnata da un forte inasprimento dei rapporti tra il gruppo etnico italiano e quello sloveno, traducendosi talvolta anche in scontri armati.
[[File:Trattato di Londra.svg|thumb|upright=1.7|In verde chiaro sono indicati i territori promessi all'Italia con [[Patto di Londra]] del 1915. La Dalmazia settentrionale, nel 1919, venne invece assegnata, contro la volontà dell'Italia, al nuovo regno serbo-croato-sloveno. La mancata annessione della Dalmazia all'Italia fu una delle cause di insoddisfazione che portarono alla definizione di "[[vittoria mutilata]]"]]
Dopo la prima guerra mondiale le truppe italiane occuparono militarmente la parte della [[Dalmazia]] promessa all'Italia dal [[Patto di Londra]], accordo segreto firmato il 26 aprile [[1915]], che venne stipulato tra il governo italiano e i rappresentanti della [[Triplice intesa|Triplice Intesa]], con cui l'Italia si impegnò a scendere in guerra contro gli [[Imperi centrali|Imperi Centrali]] in cambio di cospicui compensi territoriali in seguito non completamente riconosciuti nel successivo [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] (1919), che fu invece firmato alla fine del conflitto.<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/londra/|titolo=Londra nell'Enciclopedia Treccani|accesso=21 marzo 2017}}</ref>
Lo sviluppo del fascismo a Trieste fu precoce e rapido. Nel maggio [[1920]] si costituirono in città le prime ''Squadre volontarie di difesa cittadina'', nuclei di squadristi fascisti al comando dell'ufficiale di marina Ettore Benvenuti. Nel giugno successivo veniva aperta la sede dell<nowiki>'</nowiki>''Avanguardia studentesca triestina'', anch'essa di chiara ispirazione fascista. L'11 luglio 1920 a [[Spalato]] scoppiarono dei [[incidenti di Spalato|disordini]] nel corso dei quali un cittadino croato e due militari italiani vennero uccisi. Due giorni dopo i [[Fascismo|fascisti]] di Trieste organizzarono una manifestazione in città, durante la quale fu ucciso in circostanze mai chiarite un giovane italiano di nome Giovanni Nini. La folla, incitata dagli [[squadristi]] capitanati da [[Francesco Giunta]], circondò in massa il [[Narodni dom]], il massimo centro culturale cittadino degli sloveni e delle altre nazionalità slave locali.
Anche qui venne ferito in circostanze non chiare Luigi Casciana, un ufficiale italiano in licenza a Trieste, che morirà in ospedale qualche giorno dopo. Il Narodni dom venne dato alle fiamme: lo sloveno Hugo Roblek, ivi ospitato, morì gettandosi dalla finestra per sfuggire alle fiamme. Lo stesso giorno degli squadristi devastarono anche gli uffici delle "Jadranska banka", la filiale della "Ljubljanska kreditna banka", la tipografia del settimanale "Edinost", la Cassa di Risparmio Croata, la scuola serba e numerosi altri luoghi di aggregazione delle comunità etniche presenti a Trieste, oltre a quelli del partito socialista<ref>Claudio Silvestri, ''Dalla Redenzione al Fascismo. Trieste 1918-1922'', Udine 1959, pp. 55 sg; citato in Renzo De Felice, ''Mussolini il rivoluzionario 1883-1920'', Einaudi, Torino 1965, pag. 625.</ref><ref>Alojz Zidar,"Il popolo sloveno ricorda e accusa, Založba Lipa, Koper-Capodistria 2001"</ref>.
Con la firma del [[Trattato di Rapallo (1920)|Trattato di Rapallo]] del novembre [[1920]], Trieste passò definitivamente all'[[Italia]], inglobando nel proprio territorio provinciale zone dell'ex [[Contea Principesca di Gorizia e Gradisca]], dell'[[Istria]] e della [[Carniola]].
=== Il primo dopoguerra e il periodo interbellico ===
[[File:L'incendio dell'Hotel Balkan.jpeg|thumb|upright=1.2|L'Hotel Balkan sede del ''[[Narodni Dom]]'' dopo l'incendio ([[1920]])]]
Il periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale fu segnato da numerose difficoltà per Trieste. L'economia della città fu colpita infatti dalla perdita del suo secolare entroterra economico; ne soffrì soprattutto l'attività portuale e commerciale, ma anche il settore finanziario. Trieste perse la sua tradizionale autonomia comunale e cambiò anche la propria configurazione linguistica e culturale. Quasi la totalità della comunità germanofona lasciò infatti la città dopo l'annessione all'[[Italia]].
Con l'avvento del [[fascismo]] al governo nazionale fu inaugurata, a Trieste e in Venezia Giulia, una politica di snazionalizzazione delle minoranze cosiddette ''allogene''. A partire dalla metà degli anni venti si diede l'avvio all'[[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione]] dei toponimi e dei cognomi<ref>{{Cita libro|autore=Miro Tasso|titolo=Un onomasticidio di Stato|anno=2010|editore=Mladika|città=Trieste}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Fascismo e cognomi: italianizzazioni coatte nella provincia di Trieste|rivista=Quaderni Italiani di RIOn, 3, pp. 309-335. Lo spettacolo delle parole. Studi di storia linguistica e di onomastica in ricordo di Sergio Raffaelli. Enzo Caffarelli e Massimo Fanfani (a cura di) - Società Editrice Romana, 2011}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Miro Tasso|titolo=Le mutazioni dei cognomi nella provincia di Trieste durante il fascismo|rivista=Rivista Italiana di Onomastica, 20: 57-66, 2014.}}</ref>, nel [[1929]] l'insegnamento in sloveno e in tedesco fu definitivamente bandito da tutte le scuole pubbliche cittadine di ogni ordine e grado e, poco più tardi, furono chiuse le scuole, i circoli culturali e la stampa della [[Diffusione dello sloveno in Italia|comunità slovena]]. L'obiettivo era quello di assimilare forzosamente i gruppi etnici minoritari in spregio alla propria cultura e tradizioni. Tale politica, unitamente alle azioni antislave degli squadristi, spesso costellate da morti e da feriti, ebbero gravissime ripercussioni sui delicati rapporti interetnici. A causa della persecuzione etnica, circa il 10% degli sloveni residenti in città scelse di emigrare nel vicino [[Regno di Jugoslavia]]. Dalla fine degli anni venti, si sviluppò l'attività sovversiva dell'organizzazione antifascista e irredentista sloveno-croata [[TIGR]], con alcuni attentati dinamitardi anche nel centro cittadino.
[[File:Mussolini a Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|left|Trieste, piazza dell'Unità in occasione della visita di Benito Mussolini il 18 settembre 1938.]]
Le organizzazioni indipendentiste e terroriste slovene, fra cui il [[TIGR]] e la ''Borba'', reagirono agli assassinii perpetrati dai fascisti con altrettanta brutalità: si moltiplicarono gli atti di resistenza armata e si verificarono azioni violente contro gli esponenti del regime fascista e i membri delle forze dell'ordine o, in alcuni casi, anche contro semplici cittadini.
Nel [[1930]] si produssero a Trieste due attentati ad opera del TIGR: quello al Faro della Vittoria e, ben più grave, quello alla redazione de ''Il Popolo di Trieste'', che causò la morte dello stenografo Guido Neri e il ferimento di tre persone. Le autorità di polizia procedettero quindi ad una vasta azione investigativa, debellando le cellule di resistenza: gli accusati (tutti sloveni) di vari crimini comprendenti - oltre agli attentati dinamitardi - anche una serie di omicidi, tentati omicidi ed incendi, vennero quindi processati dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)]] traslato per l'occasione da Roma a Trieste (''primo processo di Trieste''). Il processo si concluse con una condanna esemplare: a quattro imputati fu inflitta la pena di morte (Ferdo Bidovec, Fran Marušič, Zvonimir Miloš e Alojzij Valenčič) e furono fucilati a Basovizza il 6 settembre [[1930]], ad altri dodici vennero inflitte varie pene detentive variabili fra due anni e sei mesi e trent'anni. Due vennero assolti.
[[File:Venezia Giulia province.png|thumb|upright=1.2|Divisione amministrativa dell'[[Istria]] e del [[Quarnaro]] dal 1924 al 1947, durante la sua appartenenza all'Italia, con segnate la [[provincia di Trieste]] (colore verde), la [[provincia di Gorizia]] (blu), la [[provincia di Pola]] (giallo) e la [[provincia di Fiume]] (rosso)]]
Nel dicembre [[1941]], a guerra già iniziata, fu celebrato, sempre a Trieste, un secondo processo dal Tribunale speciale per la Difesa dello Stato contro nove membri del TIGR (sloveni e croati) che furono accusati di terrorismo e spionaggio. Cinque di loro (Pinko Tomažič, Viktor Bobek, Ivan Ivančič, Simon Kos e Ivan Vadnal) furono giustiziati a Opicina, gli altri imprigionati. Con questo secondo processo l'organizzazione terrorista (antifascista) venne per sempre annientata.
L'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania nazista, nel giugno 1940, comportò per Trieste, come per il resto d'Italia, lutti e disagi di ogni tipo, che si acuirono negli anni successivi, con il protrarsi del conflitto. L'aggressione italo-tedesca alla Jugoslavia, nella primavera del [[1941]], riaccese inoltre la resistenza slovena e croata in Venezia Giulia, soprattutto a partire dal [[1942]]. Gli eventi bellici, e, in taluni casi, una deliberata politica terroristica delle truppe di occupazione tedesche e italiane nei confronti delle popolazioni slovene e croate soggette al loro dominio (villaggi bruciati, decimazioni, uccisioni indiscriminate di civili), unitamente all'apertura di campi di concentramento per slavi nello stesso territorio italiano in cui persero la vita migliaia di innocenti, approfondirono ulteriormente il solco d'odio interetnico che il fascismo aveva contribuito ampiamente a creare. Tale odio non fu estraneo alla tragedia che sarebbe stata vissuta dalla città di Trieste e dall'intera Venezia Giulia durante e dopo la [[seconda guerra mondiale]].
Nonostante i problemi economici e il teso clima politico, la popolazione della città crebbe negli anni venti del Novecento, grazie soprattutto all'immigrazione da altre zone dell'Italia. La prima metà degli anni trenta fu invece un periodo di ristagno demografico, con una leggera flessione della popolazione dell'ordine di circa l'1% su base quinquennale (nel [[1936]] si contarono infatti quasi duemila abitanti in meno rispetto al [[1931]]). Nello stesso periodo, e successivamente, fino allo scoppio della [[seconda guerra mondiale]], furono portate avanti alcune importanti opere urbanistiche; tra gli edifici più rilevanti vanno ricordati il palazzo dell'[[Università di Trieste|Università]] e il Faro della vittoria.
Fin dall'estate del 1942 si ebbe una recrudescenza della violenza squadrista nella città giuliana che si protrasse fino alla caduta del Regime ([[25 luglio 1943]]). Il 30 giugno [[1942]] si costituì a Trieste un ''Centro per lo studio del problema ebraico'', su imitazione di quello romano, e il 18 luglio successivo fu assalita e danneggiata gravemente la [[Sinagoga di Trieste|sinagoga]], già presa di mira un anno prima. Nei mesi che seguirono i fascisti devastarono anche molti negozi di ebrei e slavi, senza però riuscir mai a coinvolgere in tali azioni di teppismo politico la cittadinanza triestina, stanca delle violenze squadriste. Nel 1942 iniziò a funzionare anche l'[[Ispettorato Speciale di Pubblica Sicurezza per la Venezia Giulia]] con sede in una palazzina di via Bellosguardo, che ben presto si convertì in un luogo di torture e di morte per antifascisti o supposti tali. Conosciuta come [[Villa Triste]], fu l'antesignana di tante altre ''Ville Tristi'' italiane che da essa presero il nome.
=== L'occupazione tedesca ===
[[File:Grossdeutsches Reich NS Administration 1944.png|thumb|left|upright=1.5|Il [[Großdeutschland|Grande Reich Tedesco]] nel 1944, comprendente le zone di operazione militare sottoposte a diretto controllo tedesco, tra cui il Litorale adriatico]]
Nel periodo che va dall'armistizio (8 settembre [[1943]]) all'immediato dopoguerra, Trieste fu al centro di una serie di vicende che hanno segnato profondamente la storia del capoluogo giuliano e della regione circostante e suscitano tuttora accesi dibattiti.
Nel settembre del [[1943]] la [[Germania nazista]] occupò senza alcuna resistenza la città che venne a costituire, insieme a tutta la [[Venezia Giulia]] una zona di operazioni di guerra, l'[[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]] (''Operationszone Adriatisches Küstenland''), alle dirette dipendenze del Gauleiter di [[Carinzia]] [[Friedrich Rainer]].
Egli tollerò in città la ricostituzione di una sede del [[Partito Fascista Repubblicano|PFR]], diretta dal federale Bruno Sambo, la presenza di un'esigua forza di militari italiani al comando del generale della [[Guardia Nazionale Repubblicana|GNR]] Giovanni Esposito e l'insediamento di un reparto della [[Guardia di Finanza]].
[[File:Italian social republic map ITA.png|upright=1.2|thumb|La [[Zona d'operazioni del Litorale adriatico]]]]
Si riservò però la nomina del [[podestà (fascismo)|podestà]], nella persona di Cesare Pagnini, e del prefetto della [[provincia di Trieste]], [[Bruno Coceani]], entrambi ben accetti ai fascisti locali, alle autorità della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] e allo stesso [[Mussolini]], che conosceva personalmente Coceani. Durante l'occupazione [[nazisti|nazista]] la [[Risiera di San Sabba]] - oggi Monumento Nazionale e museo - venne destinata a campo di prigionia e di sterminio per detenuti politici, ebrei, partigiani italiani e slavi, con forni crematori che funzionavano a pieno regime. In seguito, nei primi [[anni 1950|anni cinquanta]] la Risiera fu usata come campo profughi per gli [[Esodo istriano|esuli]] istriani, fiumani e dalmati in fuga dai territori passati alla sovranità jugoslava.
Nonostante la dura repressione attuata dalle autorità tedesche e italiane centinaia di abitanti del comune di Trieste si aggregarono alle unità partigiane slovene operanti in Venezia Giulia per contrastare le truppe degli occupanti tedeschi. Molti di essi morirono nelle azioni di guerriglia partigiana o nei lager tedeschi oltre che nella Risiera. I loro nomi risultano scolpiti sui monumenti eretti a loro ricordo in quasi tutte le frazioni della città.
[[File:Ostaggi Opicina.JPG|upright=1.2|thumb|left|Monumento ai 71 italiani fucilati a Trieste per rappresaglia dai nazisti il 3 aprile 1944.]]
Le autorità tedesche e italiane commisero nei confronti della popolazione civile numerosi crimini; la maggior parte di questi furono compiuti nella stessa Trieste. Il 3 aprile 1944 i nazi-fascisti fucilarono al poligono di [[Opicina]] 71 italiani, scelti a caso tra i detenuti delle carceri triestine, per rappresaglia allo scoppio di una bomba ad orologeria, che il giorno precedente, in un cinema di Opicina, aveva provocato la morte di 7 militari germanici. I cadaveri degli italiani vennero utilizzati per collaudare il nuovo forno crematorio costruito in Risiera, che da allora, fino alla data della liberazione, fu adoperato per bruciare i corpi di oltre 3500 prigionieri della Risiera, soppressi direttamente dal personale carcerario ivi operante.
La Risiera, oltre ad essere usata come campo di smistamento di oltre 8000 deportati provenienti dalle Provincie orientali destinati agli altri campi di concentramento nazisti, fu adoperata in parte anche come luogo di detenzione, tortura ed eliminazione di prigionieri sospettati di attività sovversiva nei confronti del regime nazista. La presenza del forno crematorio nella Risiera testimonia che non fu utilizzata solo come luogo di smistamento e di detenzione di prigionieri, ma anche come campo di sterminio. Si tratta dell'unico campo di concentramento nazista presente in territorio italiano.
Il 23 aprile 1944 i nazisti impiccarono altri 50 italiani scelti a caso tra i detenuti del carcere triestino del Coroneo, per rappresaglia in seguito al decesso di 5 tedeschi morti in un attentato partigiano al circolo Soldatenheim nel palazzo Rittmeyer di via Ghega, nello stesso stabile in cui fu compiuto l'attentato.<ref>F. Longo e M. Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, pag.62 (op. cit.), AA. VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji, pag.194 (op. cit.), De Szombathely Gabrio, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, pag.184 (op. cit.)</ref>
=== La corsa per Trieste ===
{{vedi anche|Corsa per Trieste|Questione triestina}}
[[File:Titova armija osvobodila je Trst 1948.jpg|miniatura|sinistra|upright=1.2|L'esercito jugoslavo entra a Trieste (la scritta recita: "Tito ha liberato Trieste")]]
L'insurrezione dei partigiani italiani e jugoslavi a Trieste fu contraddistinta da uno svolgimento anomalo. Il 30 aprile [[1945]] il [[Comitato di Liberazione Nazionale]] del quale era presidente don [[Edoardo Marzari]], composto da tutte le forze politiche antifasciste con l'eccezione dei comunisti, proclamò l'insurrezione generale; al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi con l'appoggio del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] attaccarono dall'altipiano. Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina (sull'altipiano carsico), del Porto Vecchio, del [[castello di San Giusto]] e dentro il [[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]], in città. Tutto il resto della città fu liberato.
[[File:2 maggio 1945 jugoslavi a trieste.jpg|miniatura|upright=1.2|2 maggio 1945 militari jugoslavi a Trieste.]]
Il comando tedesco si arrese solo il 2 maggio alle avanguardie neozelandesi, che precedettero di un giorno l'arrivo del generale [[Bernard Freyberg|Freyberg]]. Le brigate partigiane jugoslave di Tito erano già giunte a Trieste il 1º maggio e i suoi dirigenti convocarono in breve tempo un'assemblea cittadina composta da cittadini jugoslavi e da due italiani. Tale occupazione avvenne a seguito della cosiddetta "[[corsa per Trieste]]", ovvero l'avanzata verso la città giuliana compiuta, per fini di politica postbellica, in maniera concorrenziale nella primavera del 1945 da parte della Quarta armata jugoslava e dell'[[Eighth Army (British Army)|Ottava armata britannica]].
L'assemblea cittadina composta da cittadini jugoslavi e da due italiani precedentemente citata proclamò la liberazione di Trieste, così presentando i partigiani di Tito come i veri liberatori della città agli occhi degli alleati, spingendo i partigiani non comunisti del CLN a rientrare nella clandestinità. Gli jugoslavi esposero sui palazzi la [[Bandiera della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|bandiera jugoslava]], il [[Tricolore]] italiano con la stella rossa al centro e le bandiere rosse con la [[falce e martello]].
Le brigate jugoslave, giunte a Trieste a marce forzate per precedere gli anglo-americani nella liberazione della Venezia Giulia, non contenevano nessuna unità partigiana italiana inserita nell'Esercito jugoslavo, mandate invece a operare altrove, benché molti triestini (italiani e sloveni) vi fossero compresi. Gli alleati (nello specifico la Seconda divisione neozelandese, che fu la prima ad arrivare in città), riconobbero che la liberazione era stata compiuta dai partigiani di Tito e in cambio chiesero e ottennero la gestione diretta del porto e delle vie di comunicazione con l'Austria (infatti, non essendo ancora a conoscenza del suicidio di Hitler, gli angloamericani stavano preparando il passo ad un'invasione dell'Austria e quindi della Germania).
[[File:Territorio libero di Trieste carta.png|thumb|left|upright=1.2|[[Territorio Libero di Trieste]]]]
L'esercito jugoslavo assunse i pieni poteri. Nominò un Commissario Politico, Franc Štoka, membro del [[Lega dei Comunisti di Jugoslavia|partito comunista]]. Il 4 maggio vennero emanati dall'autorità jugoslava a Trieste, il ''Comando Città di Trieste (Komanda Mesta Trst)'' gli ordini 1, 2, 3 e 4 che proclamano lo stato di guerra, impongono il coprifuoco (a combattimenti terminati) e uniformano il fuso orario triestino a quello jugoslavo<ref>P.A. Quarantotti Gambini, Primavera a Trieste, Mondadori, Milano 1951</ref>. Limitarono la circolazione dei veicoli e prelevarono dalle proprie case centinaia di cittadini, sospettati di nutrire scarse simpatie nei confronti della ideologia che guidava le brigate jugoslave.
Fra questi non vi furono solo fascisti o collaborazionisti, ma anche combattenti della Guerra di Liberazione che vennero deportati in massa in campi di concentramento quali quello di [[Campo di concentramento di Borovnica|Borovnica]] o di [[Goli Otok]] da cui non fecero più ritorno, o uccisi direttamente gettandoli nelle [[Massacri delle foibe|foibe]].
A Basovizza, frazione del comune di Trieste, nel maggio del 1945 venne occultato all'interno del pozzo ([[Foiba di Basovizza]]) un numero imprecisato di cadaveri di prigionieri, militari e civili trucidati dall'esercito e dai partigiani jugoslavi (il Presidente Oscar Luigi Scalfaro ha dichiarato la Foiba di Basovizza monumento nazionale con decreto dell'11 settembre 1992). Un memorandum statunitense dell'8 maggio recitava:
{{citazione|A Trieste gli jugoslavi stanno usando tutte le familiari tattiche di terrore. Ogni italiano di una qualche importanza viene arrestato. Gli Jugoslavi hanno assunto un controllo completo e stanno attuando la coscrizione degli italiani per il lavoro forzato, rilevando le banche e altre proprietà di valore e requisendo cereali e altre vettovaglie in grande quantità.|Il memorandum stilato dal Dipartimento di Stato USA in data 8 maggio 1945<ref>[[Marina Cattaruzza]], "L'Italia e il confine orientale", Società editrice Il Mulino, Bologna, 2007, pag. 291</ref>}}
L'otto maggio proclamarono Trieste città autonoma in seno alla Repubblica Federativa di Jugoslavia. Sugli edifici pubblici fecero sventolare la bandiera Jugoslava affiancata dal Tricolore italiano con la stella rossa al centro.
La città visse momenti difficili, di gran timore, con le persone dibattute tra idee profondamente diverse: l'annessione alla Jugoslavia o il ritorno all'Italia. In questo clima si verificarono confische, requisizioni e arresti sommari. Vi furono anche casi di vendette personali, in una popolazione esasperata dagli eventi bellici e dalle contrapposizioni del periodo fascista. Invano i triestini sollecitarono l'intervento degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]].
Il comando alleato e quello jugoslavo raggiunsero infine un accordo provvisorio sull'occupazione di Trieste. Il 9 giugno [[1945]] a [[Belgrado]], Josip Broz Tito, verificato che [[Stalin]] non era disposto a sostenerlo, concluse l'accordo con il generale [[Harold Alexander|Alexander]] che portò le truppe jugoslave a ritirarsi dietro la [[linea Morgan]]. Gli alleati assunsero allora il controllo della Città e del suo hinterland.
=== Ritorno di Trieste all'Italia ===
{{vedi anche|Ritorno di Trieste all'Italia}}
[[File:Trieste 1954.jpg|thumb|upright=1.2|left|La folla festante per il ritorno di Trieste all'Italia: parata delle forze armate sulle Rive, 4 novembre 1954]]
Il 10 febbraio del [[1947]] fu firmato il [[Trattato di Parigi fra l'Italia e le potenze alleate|trattato di pace tra l'Italia e gli Alleati]], che istituì il [[Territorio Libero di Trieste]] (TLT), costituito dal litorale triestino e dalla parte nordoccidentale dell'Istria, provvisoriamente diviso da un confine passante a sud della cittadina di [[Muggia]] ed amministrato dal Governo Militare Alleato (zona A) e dall'esercito jugoslavo (zona B), in attesa della creazione degli organi costituzionali del nuovo stato.
La situazione si chiarì solo il 5 ottobre [[1954]] quando col [[Memorandum di Londra]] la ''Zona "A"'' del TLT passò all'amministrazione civile del governo italiano, mentre l'amministrazione del governo militare jugoslavo sulla ''Zona "B"'' passò al governo della Repubblica socialista. Gli accordi prevedevano inoltre alcune rettifiche territoriali a favore della Jugoslavia fra cui il centro abitato di [[Capodistria|Albaro Vescovà / Škofije]] con alcune aree appartenenti al Comune di [[Muggia]] (pari a una decina di km²). Il 4 novembre [[1954]] il Presidente della Repubblica [[Luigi Einaudi]] si recò a Trieste. Nel corso del suo breve discorso affermò:
{{Citazione |... Voi triestini, per giungere alla meta, avete discusso clausola per clausola, parola per parola, per lunghi mesi l'accordo or firmato. Avete difeso metro per metro quel territorio che nella vostra convinzione doveva rimanere unito a Trieste. Consentitemi di congratularmi con voi per aver dato prova di coraggio. Operando così, in silenzio, siete benemeriti della patria italiana."...}}
[[File:Vittoriano altare Trieste (dettaglio) P1000731.jpg|thumb|upright=1.2|Altare dedicato a Trieste, che è affiancato dagli altari della altre [[Irredentismo italiano|città redente]] ([[Trento]], [[Gorizia]], [[Pola]], [[Fiume (Croazia)|Fiume]] e [[Zara]]), che si trova al [[Vittoriano]] a Roma]]
La situazione si chiarì solo il 5 ottobre [[1954]] quando col [[Memorandum di Londra]] la ''Zona "A"'' del TLT passò all'amministrazione civile del governo italiano, mentre l'amministrazione del governo militare jugoslavo sulla ''Zona "B"'' passò al governo della Repubblica socialista jugoslava. Quindi passarono all'Italia i seguenti comuni della zona A:
* [[Duino]]
* [[Aurisina]]
* [[Sgonico]]
* [[Monrupino]]
* Trieste
* [[Muggia]]
* [[San Dorligo della Valle]]
[[File:Piazza Unità a Trieste nel giorno del ritorno della città all'Italia.jpg|thumb|upright=1.2|left|[[Piazza Unità d'Italia|Piazza Unità]] a Trieste nel giorno del ritorno della città all'Italia]]
Nella zona A erano presenti 5.000 soldati americani della TRUST (TRieste United States Troops) e 5.000 soldati britannici della BETFOR (British Element Trieste FORce). La presa di possesso della zona A avvenne il 26 ottobre [[1954]]. Gli alleati si ritirarono tra il 25 e il 27 ottobre [[1954]]. Gli accordi prevedevano inoltre alcune rettifiche territoriali a favore della Jugoslavia (la cosiddetta "[[operazione Giardinaggio]]") fra cui il centro abitato di [[Capodistria|Albaro Vescovà / Škofije]] con alcune aree appartenenti al Comune di [[Muggia]] (pari a una decina di km²). Con legge costituzionale del 31 gennaio [[1963]] ed entrata in vigore il 16 febbraio 1963, venne poi formata la regione [[Friuli Venezia Giulia]] di cui Trieste diviene [[capoluogo]].
Fu necessario attendere il [[Trattato di Osimo]] del 10 novembre [[1975]] per un regolamento definitivo tra [[Italia]] e Jugoslavia, con la conseguente fine delle rivendicazioni territoriali tra i due Paesi, sancendo lo stato di fatto di separazione territoriale venutosi a creare nel [[Territorio Libero di Trieste]] a seguito del [[Memorandum di Londra]] (1954), rendendo definitive le frontiere fra l'Italia e l'allora [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]]<ref>{{Cita web|url=https://treaties.un.org/doc/publication/UNTS/Volume%201466/v1466.pdf|titolo=United Nations Treaty Series, volume 1466|autore=United Nations|wkautore=Organizzazione delle Nazioni Unite|editore=United Nations|data=1996|accesso=2016}}</ref>.
[[File:Border of Italy-Slovenia 02.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Lista di valichi di frontiera dell'Italia|valico di confine tra Italia e Slovenia]] che si trova nel comune di [[Muggia]], lungo la strada che costeggia il mare]]
Il Trattato di Osimo concluse quindi la fase storica iniziata nel [[1947]] con il trattato di pace, allorquando si decise la cessione alla Jugoslavia di gran parte della [[Venezia Giulia]] (Fiume e le isole del Quarnaro, la quasi totalità dell'Istria e gli altopiani carsici a est e nord-est di [[Gorizia]]) e la creazione del Territorio Libero di Trieste comprendente l'attuale [[provincia di Trieste]] e i territori costieri istriani da [[Ancarano (Slovenia)|Ancarano]] a [[Cittanova (Croazia)|Cittanova]] (oggi rispettivamente in [[Slovenia]] e [[Croazia]]). La mancata attivazione delle procedure per la costituzione degli organi costituzionali del TLT impedì di fatto a quest'ultimo di nascere. La successiva cessione del potere di amministrazione civile del TLT rispettivamente all'Italia (zona A) e Jugoslavia (zona B) creò le condizioni per gli sviluppi successivi che portarono al trattato di [[Osimo]].
Nel 2004, assieme ad altri Paesi, la [[Slovenia]] entra a far parte dell'[[Unione europea]] e, nel 2007, aderisce al [[trattato di Schengen]], facendo venir meno la figura di Trieste quale città di confine.
=== Simboli ===
{{vedi anche|Stemma di Trieste}}
Lo stemma duecentesco della Città di Trieste è costituito da uno [[Scudo francese antico]] di color [[Rosso (araldica)|rosso]] con una [[corsesca]] d'[[Argento (araldico)|argento]] (la cosiddetta ''alabarda'') il tutto sovrastato da una [[corona muraria]] da [[Città d'Italia|città]].
[[File:Trieste-Stemma.png|upright|thumb|L'antico stemma di Trieste, che risale al Duecento]]
Secondo la tradizione l'alabarda (o più precisamente lancia di [[Sergio e Bacco|San Sergio]]), simbolo di Trieste, sarebbe caduta sul foro di Trieste dal cielo sereno come segno dell'avvenuto martirio di San Sergio – Tribuno di una legione romana convertitosi al cristianesimo durante una sua permanenza a Trieste, martirizzato in Siria all'inizio del IV secolo e considerato uno dei santi protettori di Trieste.
=== Ricorrenze ===
La ricorrenza principale della città di Trieste è il 3 novembre, festa di [[Giusto di Trieste|San Giusto]], patrono di Trieste.
=== Onorificenze ===
Trieste figura tra le [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita della [[medaglia d'oro al valor militare]] per i sacrifici delle sue popolazioni nell'arco di tempo compreso tra le prima guerra mondiale e la lotta partigiana durante la [[seconda guerra mondiale]]:{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = valor militare
|motivazione = Protesa da secoli a additare nel nome d'Italia le vie dell'unione tra popoli di stirpe diversa, fieramente partecipava coi figli migliori alla lotta per l'indipendenza e per l'unità della Patria; nella lunga vigilia confermava col sacrificio dei martiri la volontà d'essere italiana; questa volontà suggellava col sangue e con l'eroismo dei volontari della guerra 1915-18. In condizioni particolarmente difficili, sotto l'artiglio nazista, dimostrava nella lotta partigiana quale fosse il suo anelito alla giustizia e alla libertà che conquistava cacciando a viva forza l'oppressore. Sottoposta a durissima occupazione straniera, subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle [[Massacri delle foibe|foibe]], non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria. Contro i trattati che la volevano staccata dalla Madrepatria, nelle drammatiche vicende di un lungo periodo di incertezze e di coercizioni, con tenacia, con passione e con nuovi sacrifici di sangue ribadiva dinanzi al mondo, il suo incrollabile diritto d'essere italiana. Esempio d'inestinguibile fede patriottica, di costanza contro ogni avversità e d'eroismo. 1915-18, 1943-47, 1948-54
|luogo = 9 novembre [[1956]]<ref>[http://www.quirinale.it/onorificenze/insigniti/18425],</ref>
}}{{Onorificenze
|immagine = Corona di città.svg
|nome_onorificenza = Titolo di Città
|collegamento_onorificenza = Città d'Italia
|motivazione =
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
[[File:Plaza de la Unidad de Italia, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 11-15 HDR.jpg|thumb|upright=5|[[Piazza Unità d'Italia]]]]
{{clear}}
=== Architetture religiose ===
{{vedi anche|Chiese cattoliche di Trieste|Chiese acattoliche di Trieste}}
[[File:Trieste - Cattedrale di San Giusto 01.jpg|thumb|upright=1.2|[[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]]]
[[File:Trieste - Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo.jpg|thumb|upright=1.2|La [[Chiesa di Sant'Antonio Nuovo|chiesa di Sant'Antonio]] nel borgo Teresiano]]
[[File:Trieste Serb-orthodox church of San-Spiridione3.jpg|thumb|upright=1.2|La [[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione|Chiesa serbo-ortodossa della Santissima Trinità e di San Spiridione]]]]
[[File:Sinagoga-Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Sinagoga di Trieste]]]]
; [[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]: La basilica cattedrale di San Giusto è il principale edificio religioso [[cattolicesimo|cattolico]] della città di Trieste. Si trova sulla sommità dell'omonimo colle che domina la città. Come viene riferito dalla maggior parte degli storici triestini, l'aspetto attuale della [[basilica]] deriva dall'unificazione delle due preesistenti chiese di Santa Maria e di quella dedicata al [[San Giusto martire|martire san Giusto]], che vennero inglobate sotto uno stesso tetto dal vescovo Rodolfo Pedrazzani da Robecco<ref name=ROTTA>{{cita libro | autore= ROTTA, Daniela Climich| titolo= Il colle e la Cattedrale di San Giusto| editore= Edizione Italo Svevo | città= Trieste | anno= 2005 | pagine= 64 }}</ref> tra gli anni [[1302]] e [[1320]] per provvedere la città di una cattedrale imponente.
:La prima notizia riguardante la [[cattedrale]] risale all'anno [[1337]], quando il [[campanile]] dell'ex chiesa di Santa Maria venne rivestito con uno spesso muro per poter sostenere il nuovo edificio. I lavori al campanile si conclusero nel [[1343]], ma quelli alla chiesa si protrassero praticamente fino alla fine del [[secolo]]. Il campanile in origine era più elevato, ma nel 1422 venne colpito da un fulmine e venne ridotto all'altezza attuale. Dopo la definitiva dedizione della città all'[[Impero austro-ungarico|Austria]] ([[1382]]), l'allora [[imperatore]] [[Leopoldo III d'Asburgo|Leopoldo III]] nominò il primo vescovo tedesco di Trieste, Enrico de Wildenstein, che in data 27 novembre [[1385]] consacrò l'altare maggiore della cattedrale. Nel novembre del [[1899]] [[papa Leone XIII]] la elevò alla dignità di [[basilica minore]]<ref>[http://www.gcatholic.org/churches/data/basITX.htm ''Catholic.org Basilicas in Italy'']</ref>.
; [[Tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione|Chiesa serbo-ortodossa della Santissima Trinità e di San Spiridione]]: Il tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Opera dell'architetto [[Carlo Maciachini]] ([[1869]]), sorge nel luogo della preesistente chiesa di San Spiridione del 1753. Il complesso architettonico, posto nel borgo Teresiano nei pressi del [[Canal Grande di Trieste|canal Grande]], riflette un gusto bizantino e si caratterizza per un cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese [[Emilio Bisi]] (1850-1920).
; [[Sinagoga di Trieste]]: La sinagoga di Trieste, inaugurata nel 1912, situata tra via San Francesco, via Donizetti e via Zanetti a Trieste è considerata tra i maggiori edifici di culto ebraici in Europa, seconda per dimensione solo al Tempio di Budapest, a testimonianza dell'importanza economica, culturale e sociale delle Comunità ebraiche in seno all'Impero Austro-Ungarico (Asburgico). Con l'annessione del 1918 (alla fine della guerra mondiale) di Trieste all'Italia, diventa, insieme alle sinagoghe di Roma, Genova e Livorno, una delle quattro grandi sinagoghe del [[XX secolo|Novecento]] presenti sul suolo italiano.
; [[Chiesa di Santa Maria Maggiore (Trieste)|Chiesa di Santa Maria Maggiore]]: La chiesa dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria<ref>{{cita web|titolo=Santa Maria Maggiore – Santuario Diocesano|sito=Diocesi di Trieste|url=http://www.diocesi.trieste.it/decanati-e-parrocchie/parrocchie/santa-maria-maggiore}}</ref>, meglio conosciuta chiesa di Santa Maria Maggiore, nota anche come chiesa barocca dei gesuiti,<ref>{{cita libro|titolo=Fratelli di Sangue|autore=Luca Svetina|editore=Cavinato Editore Internatio|anno=2016|p=50|url=https://books.google.it/books?id=leiHCwAAQBAJ&pg=PT50&lpg=PT50}}</ref> è un edificio religioso situato a Trieste. La chiesa [[Barocco|barocca]] venne costruita nel XVII secolo dai [[Compagnia di Gesù|compagnia dei gesuiti]] e dal 1922 gestita dai [[Ordine dei frati minori|frati francescani]].La chiesa si trova in via del Collegio, ai piedi del colle di San Giusto e vicino alla [[basilica del Cristo Salvatore]] (ex basilica di San Silvestro), nelle immediate vicinanze del centro storico di Trieste.
; [[Chiesa di Sant'Antonio Nuovo|Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo]]: La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo, chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo, è il principale edificio religioso del [[Borgo Teresiano]] e del centro di Trieste<ref>[http://travel.yahoo.com/p-travelguide-2884921-sant_antonio_nuovo_trieste-i Sant'Antonio Nuovo - Trieste, Italy - Yahoo! Travel<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Il progetto della chiesa risale al [[1808]], ma i lavori cominciarono solo nel [[1825]]. La facciata dell'edificio è caratterizzata da sei colonne [[ordine ionico|ioniche]]. Sempre sulla facciata principale, nell'attico, sono presenti sei statue scolpite da Francesco Bosa nel [[1842]], raffiguranti [[Giusto martire|san Giusto]], [[Sergio e Bacco|san Sergio]], [[san Servolo]], san Mauro, sant'Eufemia e santa Tecla. La chiesa è situata nell'omonima piazza, a ridosso del [[Canal Grande di Trieste|Canale Grande]].
; [[Santuario mariano di Monte Grisa]]: Il tempio nazionale a Maria Madre e Regina, in sloveno ''Svetišče na Vejni'', è una [[chiesa (architettura)|chiesa]] [[Chiesa cattolica|cattolica]] a nord della città di Trieste, posta all'altitudine di 330 metri sul monte Grisa (in sloveno Vejna), da dove si ha una vista spettacolare della città e del golfo.Fu progettato dall'architetto Antonio Guacci su schizzo del vescovo di Trieste e Capodistria [[Antonio Santin]]: la struttura triangolare evoca la lettera M come simbolo della [[Vergine Maria]]. La costruzione avvenne tra il [[1963]] e il [[1965]], mentre l'inaugurazione, ad opera dello stesso vescovo, avvenne il 22 maggio [[1966]]. Il santuario è caratterizzato da un'imponente struttura in cemento armato, con la presenza di due chiese sovrapposte.
; [[Chiesa di San Pasquale Baylon (Trieste)|Chiesa di San Pasquale Baylon]]: La chiesa di San Pasquale Baylón è un [[chiesa (architettura)|luogo di culto]] [[cattolicesimo|cattolico]] di Trieste. Si trova nel rione di [[Chiadino]], all'interno del grande parco della villa gentilizia del barone [[Pasquale Revoltella]], in via Carlo de Marchesetti 37. La chiesa, in stile neoromanico con pianta a croce greca, è stata costruita nel 1863-1866 su progetto dell'architetto Giuseppe (Josef Andreas) Kranner (1801-1871) di Praga, ed è stata consacrata il 17 maggio 1867 dal vescovo Bartolomeo Legat.<ref>{{cita web|titolo=San Pasquale Baylon e Sant'Eufemia|sito=Diocesi di Trieste|url=http://www.diocesi.trieste.it/decanati-e-parrocchie/parrocchie/san-pasquale-baylon-e-sant%E2%80%99eufemia/}}</ref>
:La chiesa si eleva su un basamento sotto il quale si trova una cripta dove sono sepolti in due sarcofagi il barone Pasquale Revoltella e la madre Domenica. Una disposizione testamentaria del 13 ottobre 1866 del barone Pasquale Revoltella costituiva una Pia Fondazione con obbligo per il cappellano dell'istruzione scolare e dell'assistenza spirituale dei villici del luogo, e la celebrazione ogni anno di due messe in suffragio suo e della madre, una il 17 maggio, ricorrenza di san [[Pasquale Baylón]], ed una il 15 agosto, ricorrenza dell'Assunta.
=== Architetture civili ===
[[File:Trieste-Palazzo-delle-Poste-Facciata-97.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo delle Poste (Trieste)|Palazzo delle Poste]]]]
[[File:Tribunale di Trieste ed il nuovo parcheggio sotterraneo (3350227055).jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]]]]
[[File:Palazzo Galatti - Piazza Vittorio Veneto 4.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo Galatti]]]]
[[File:Palazzo delle Ferrovie - Piazza Vittorio Veneto 3.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo delle Ferrovie dello Stato (Trieste)|Palazzo delle Ferrovie dello Stato]]]]
[[File:Palacio del Gobierno, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 08.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo della Luogotenenza austriaca]], che ora ospita la [[Prefettura (Italia)|prefettura]] di Trieste]]
[[File:Trieste-CityHall.jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza Unità d'Italia#Il municipio|Palazzo del Municipio]]]]
[[File:Trieste, Palazzo Modello (2005).jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza Unità d'Italia#Palazzo Modello|Palazzo Modello]]]]
[[File:Trieste - Palazzo Carciotti.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo Carciotti]]]]
[[File:Trieste alte Boerse Rueckseite 09022008 01.jpg|thumb|upright=1.2|[[Palazzo del Tergesteo]]]]
[[File:Trieste-Canal Grande-DSCF1419.JPG|thumb|upright=1.2|[[Palazzo Aedes]]]]
[[File:Stazione Marittima di Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Stazione marittima di Trieste]]]]
[[File:Lanterna Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Lanterna di Trieste]]]]
[[File:Trieste - Faro della Vittoria 006.jpg|thumb|upright=1.2|[[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]]]]
[[File:Plaza de la Bolsa, Trieste, Italia, 2017-04-15, DD 18.jpg|thumb|upright=1.2|[[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]]]]
[[File:Trieste - Canal Grande al tramonto.jpg|thumb|upright=1.2|[[Canal Grande di Trieste]]]]
[[File:Trieste-Tram-Opicina-91.jpg|thumb|upright=1.2|[[Trenovia di Opicina]]]]
[[File:Triest-1918.jpg|upright=1.2|thumb|Targa commemorativa che ricorda lo sbarco delle truppe italiane a Trieste, che avvenne il 3 novembre 1918]]
[[File:Air-raid shelter in Trieste, one of the tunnels.JPG|thumb|upright=1.2|Una delle [[Kleine Berlin|Gallerie antiaeree Kleine Berlin]]]]
[[File:Val Rosandra near Trieste3.jpg|thumb|upright=1.2|Resti dell'[[Val Rosandra#Acquedotto romano|acquedotto romano della Val Rosandra]]]]
[[File:Antiquarium SilviaBorri.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio dell'[[Antiquarium di via del Seminario]]]]
[[File:CastelloMiramare.jpg|thumb|upright=1.2|[[Castello di Miramare]]]]
[[File:Trieste-Castello di San Giusto-IMG 3000.JPG|thumb|upright=1.2|[[Castello di San Giusto]]]]
[[File:Fauntain and castle Duino.JPG|thumb|upright=1.2|[[Castello di Duino]]]]
[[File:Area marina Miramare - Marine area of Miramare.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio della [[Riserva naturale marina di Miramare]]]]
[[File:GTdS 20x30 2006 (Copia) (2) - Copia.jpg|thumb|upright=1.2|La [[Grotta Torri di Slivia]]]]
; [[Palazzo delle Poste (Trieste)|Palazzo delle Poste]]: Il palazzo delle Poste di Trieste è un'importante costruzione della città. L'entrata principale è in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]]. Al suo interno si trova la sede triestina delle [[Poste Italiane]] e il [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa]]. Il fu costruito fra il [[1890]] e il [[1894]] ad opera dell'architetto [[Friedrich Setz]].
:Al nuovo palazzo venne destinata l'area occupata dalla [[Dogana]] (sorta sulle antiche [[Salina|saline]] che un tempo occupavano la zona su cui sorge attualmente il [[Borgo Teresiano]]). Il palazzo disposto su un'area rettangolare di quasi 7.100 metri quadrati, venne concepito fin dall'inizio per ospitare sia gli uffici postali e telegrafici che quelli della [[finanza]], per cui all'interno è strutturato in due corpi distinti di 3.500 metri quadrati ciascuno. Attualmente il palazzo ospita sul lato di [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] la filiale di Trieste delle [[Poste Italiane]] e al piano terra il [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa]].
; [[Palazzo di Giustizia (Trieste)|Palazzo di Giustizia]]: Il Palazzo di Giustizia è un edificio giudiziario di Trieste che si trova nei pressi del [[Foro Ulpiano]]. Nel febbraio 1895, durante l'[[impero austro-ungarico]], la Dieta Provinciale di Trieste e Magistrato Civico si iniziò ad ipotizzare l'edificazione di un unico complesso architettonico che contenesse tutti gli uffici giudiziari, le carceri e l'archivio dei Libri Tavolari, dislocati in diverse zone della città, tra cui via Santi Martiri (attuale via Duca d'Aosta), via della Sanità (ora via Armando Diaz) e nel palazzo Bordeaux.<ref>{{cita web|titolo=La storia|sito=Tribunale di Trieste|url=http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/storia.aspx|accesso=14 marzo 2018|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908184853/http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/storia.aspx|dataarchivio=8 settembre 2017}}</ref>
:Il governo austriaco chiese l'aiuto economico del comune di Trieste, il quale dopo un iniziale rifiuto per mancanza di soldi, si accordò per vendere al Sovrano Erario un terreno di 37.214 m<sup>3</sup> al prezzo agevolato di 324.919 fiorini austroungarici, con contratto stipulato in data 25 luglio 1898.<ref>{{cita web|titolo=La costruzione del Palazzo di Giustizia di Trieste nei documenti dell'Archivio di Stato|sito=Tribunale di Trieste|url=http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/palazzo.aspx|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170910194057/http://www.tribunale.trieste.it/informazioni/palazzo.aspx|dataarchivio=10 settembre 2017}}</ref>
; [[Palazzo Galatti]]: Palazzo Galatti, comunemente chiamato palazzo della Provincia, è un palazzo [[XIX secolo|ottocentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] ma ha accessi anche dalle vie Roma, Galatti e della Geppa. L'edificio è costituito da tre piani fuori terra.
:Fino al 30 settembre 2017, data di soppressione dell'ente, è stato la sede legale e la più importante sede operativa della [[Provincia di Trieste]]. In seguito all'attuazione della L.R. 26/2014 ''Riordino del sistema Regione - Autonomie Locali nel Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative'', l'immobile è passato alla [[Friuli Venezia Giulia|Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia]] e attualmente ospita gli uffici della Presidenza, dei Servizi e Politiche Sociali e dell'Edilizia Scolastica Superiore dell'[[UTI Giuliana]].
; [[Palazzo delle Ferrovie dello Stato (Trieste)|Palazzo delle Ferrovie dello Stato]]: Il 'Palazzo delle Ferrovie dello Stato è un palazzo [[XIX secolo|ottocentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, in [[Piazza Vittorio Veneto (Trieste)|piazza Vittorio Veneto]] ma ha accessi anche dalle vie Milano, Galatti e Filzi. L'edificio è costituito da cinque piani fuori terra. Attualmente, in seguito all'attuazione di un piano di spostamento degli uffici delle Ferrovie in altre strutture, il palazzo è vuoto ed è stato messo in vendita. L'edificio della Direzione compartimentale delle [[Ferrovie dello Stato]] venne realizzato tra il [[1894]] ed il [[1895]] su progetto dell'architetto [[Raimondo Sagors]]. L'edificio ospitava al pianterreno alcune attività commerciali tra cui il negozio di [[Ignazio de Brull]], mentre nella parte posteriore dell'edificio in [[epoca fascista]] si trovava il Teatro del Dopolavoro Ferroviario, diventato Cinema Vittorio Veneto, inaugurato nel [[1949]].
; [[Palazzo della Luogotenenza austriaca]]: Il palazzo della Luogotenenza austriaca o palazzo della Prefettura di Trieste è uno dei palazzi più importanti risalenti al [[impero austro-ungarico|dominio asburgico]] a Trieste. L'entrata principale e monumentale è in [[Piazza Unità d'Italia|piazza dell'Unità d'Italia]], ma il palazzo si affaccia anche su piazza Verdi e via San Carlo. Già sede della Luogotenenza austriaca, oggi ospita la sede della [[Prefettura (Italia)|Prefettura]] di Trieste. Il palazzo sorge sul sito del vecchio Palazzo Governiale, costruito nel [[1764]] per ordine di [[Maria Teresa]], secondo il disegno di [[Giovanni Fusconi]], dove si trovavano gli uffici dell'Arsenale imperiale. In origine la struttura era costituita da due soli piani a cui ne venne aggiunto un terzo nel [[1825]]. Demolito nel [[1899]], l'antico palazzo lasciò il posto alla nuova costruzione realizzata tra il [[1901]] ed il [[1905]], su progetto di [[Emil Artmann]].
; [[Piazza Unità d'Italia#Il municipio|Palazzo del Municipio]]: Subito dopo la decisione di interrare il vecchio [[mandracchio]] (1858-1863), la piazza fu oggetto di una riprogettazione totale. Prevalse allora l'idea di uno spazio completamente aperto sul mare, attorniato da edifici e con il municipio posto come base frontale, con il conseguente abbattimento delle mura e degli edifici che allora chiudevano la piazza dal lato mare. Sul posto designato per far sorgere il palazzo Comunale sorgevano diverse casette, una loggia ed alcuni edifici. Nel [[1875]] l'architetto triestino Giuseppe Bruni vinse la gara per la progettazione del nuovo palazzo. Il nuovo edificio era formato da un corpo unico monumentale sovrastato, nella parte centrale, da una torre. Bruni mise tutta la sua bravura per richiamare in quest'opera diverse forme architettoniche, conciliando monumentalità e imponenza, senza in qualche modo turbare l'armonia con gli altri edifici già costruiti. Il palazzo del municipio è sovrastato dalla torre campanaria sulla quale sono installati due mori, chiamati amichevolmente dai triestini Micheze e Jacheze (dallo sloveno ''Mihec'' e ''Jakec''), anche questi progettati da Bruni, che dal 1876 scandiscono il trascorrere del tempo ogni quarto d'ora, nonché la campana civica con l'[[alabarda]] cittadina.
; [[Piazza Unità d'Italia#Palazzo Modello|Palazzo Modello]]: L'edificio si trova tra il municipio e il palazzo Stratti e fu costruito sempre dall'architetto Giuseppe Bruni tra il [[1871]] e il [[1873]], prendendo il posto delle vecchie chiese di San Pietro e San Rocco che si trovavano ivi in loco. Il palazzo fu progettato dietro indicazioni del Comune e venne soprannominato Modello perché doveva servire come esempio architettonico per la ristrutturazione che stava avvenendo nell'allora piazza Grande. All'inizio il palazzo fu adibito ad albergo, denominato Hotel Delorme, che però smise di operare verso il [[1912]]. Al suo posto trovarono spazio gli uffici del Comune. Nel [[2007]], in seguito alla devastazione da parte di un incendio, il Comune di Trieste lo ha venduto all'allora azienda municipalizzata AcegasAps, ora [[AcegasApsAmga]], col fine di realizzare la nuova sede direzionale. Nell'ultimo piano dell'edificio si notano dei telamoni (statue maschili) intenti a reggersi la tunica.
; [[Palazzo Carciotti]]: Palazzo Carciotti è un palazzo [[XVIII secolo|settecentesco]] di Trieste, situato nel centro della città, posto all'inizio del [[Canal Grande di Trieste|Canal Grande]]. Il palazzo fu realizzato su un'area un tempo destinata a [[salina|saline]]. Il committente fu il commerciante greco Demetrio Carciotti, stabilitosi a Trieste nel [[1775]]. Arricchitosi con il commercio di panni dalla [[Boemia]], alla fine del [[Settecento]] acquistò le cinque case che si trovavano sul lato destro dell'entrata del canale. Per la costruzione di questo palazzo, Carciotti si affidò all'architetto [[Matteo Pertsch]], che presentò il suo progetto nel [[1798]]. Subito iniziarono i lavori di edificazione, ai quali sovrintendeva Giovanni Righetti, che si protrassero fino al [[1805]].
; [[Palazzo del Tergesteo]]: Il palazzo del Tergesteo di Trieste è un'importante costruzione della città. L'entrata principale è in [[piazza della Borsa (Trieste)|piazza della Borsa]], ma il palazzo si affaccia anche in piazza Verdi. Già sede della borsa di Trieste, è stato ristrutturato più volte, l'ultima delle quali tra 2009 e 2011. Nel 1838 il terreno dove ora sorge il palazzo viene venduto da Giuseppe Brambilla alla società Tergesteo, costituita con lo scopo di erigere un maestoso palazzo polifunzionale nel centro di Trieste. La compagine societaria è suddivisa in 1500 azioni, tra gli azionisti si ricordano il ministro austriaco [[Karl Ludwig von Bruck]] e il barone [[Pasquale Revoltella]]. Nel 1840 cominciano i lavori, i quali terminano nel 1842.
; [[Palazzo del Lloyd Triestino]]: Il palazzo del Lloyd Triestino di Trieste è un'importante costruzione della città. L'entrata principale è in [[Piazza Unità d'Italia|piazza dell'Unità d'Italia]], ma il palazzo si affaccia anche in via dell'Orologio, riva del Mandracchio e via del Mercato Vecchio. Già sede della compagnia di navigazione Lloyd Triestino di Navigazione, poi [[Lloyd Triestino]], è stato ristrutturato più volte, e ora ospita gli uffici della presidenza e della giunta della [[Friuli Venezia Giulia|Regione autonoma Friuli Venezia Giulia]]. Il [[Lloyd Triestino]], costituito nel [[1833]], ebbe la prima sede in piazza Tommaseo, poi in [[piazza della Borsa (Trieste)|piazza della Borsa]].
; [[Stazione marittima di Trieste]]: Nel 1924 l'amministrazione dei Magazzini generali decide di costruire a Trieste una stazione marittima per passeggeri. Il Governo fascista inserisce questa costruzione tra le opere pubbliche di immediata esecuzione<ref name=":0" />. La stazione marittima di Trieste è stata progettata da [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]] e [[Giacomo Zammattio]] ed è stata costruita fra il [[1926]] e il [[1930]]<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.architetti.san.beniculturali.it/web/architetti/progetti/scheda-progetti?p_p_id=56_INSTANCE_hIz4&articleId=17940&p_p_lifecycle=1&p_p_state=normal&groupId=10304&viewMode=normal|titolo=Trieste, Stazione marittima, Umberto Nordio con Giacomo Zammattio, 1926-1930|sito=SAN - Portale degli archivi degli architetti|accesso=21 marzo 2018}}</ref>. L'edificio si trova sul Molo dei Bersaglieri ed è il risultato della trasformazione del primo dei due magazzini (41 e 42), che durante la dominazione asburgica erano principalmente destinati a deposito dei vini di importazione dal [[Regno d'Italia]].
; [[Palazzo Aedes]]: Palazzo Aedes, comunemente chiamato grattacielo Rosso, è un palazzo [[XIX secolo|novecentesco]] di Trieste, situato in piazza Luigi Amedeo Duca degli Abruzzi, ovvero nel punto d'incontro fra il [[Canal Grande di Trieste|canal Grande]] e le rive. Fu costruito fra il [[1926]] e il [[1928]] a fianco di [[palazzo Gopcevich]] da un progetto dell'architetto [[Arduino Berlam]]. L'edificio trae ispirazione dai nuovi [[grattacieli]] di [[New York]] in mattoni rossi, ed è noto come il primo vero grattacielo costruito a Trieste<ref>{{cita web|http://www.triesteprima.it/cronaca/palazze-aedes-piazza-abbruzzi-grattacielo-circolo-generali.html|Palazzo Aedes, il primo grattacielo di Trieste}}</ref>.
; [[Palazzo Gopcevich]]: Il Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl si trova a Trieste, nel centro della città, nel [[Borgo Teresiano]], sulla riva del [[Canal Grande di Trieste|Canal Grande]]. Il museo è ospitato nella la sede espositiva comunale del ''palazzo Gopcevich'', dal particolare intonaco bianco e rosso. L'edificio fu costruito nel 1850 su progetto dell'architetto [[Giovanni Andrea Berlam]] per conto dell'armatore serbo [[Spiridione Gopcevich]]. Il prospetto che si affaccia sul Canale, dallo stile eclettico, composto da un disegno a greche rosso e gialle, è inoltre arricchito da statue, fregi e medaglioni che ricordano i protagonisti della [[Battaglia della Piana dei Merli|battaglia della Piana dei Merli (Kosovo Polje)]] del 1389. L'interno dell'edificio presenta ambienti di notevole ricercatezza sia negli arredi che nei pavimenti intarsiati ed i soffitti decorati. L'ultimo radicale restauro risale al 1988.
; [[Caffè San Marco (Trieste)|Caffè San Marco]]: Il Caffè San Marco è un [[Caffè storici di Trieste|locale storico]] sito a Trieste, in via Battisti 18. Fondato nel [[1914]], il locale è celebre per essere sempre stato uno dei principali ritrovi degli intellettuali della città. Il 3 gennaio [[1914]], al pianterreno di un edificio di proprietà delle [[Assicurazioni Generali]], edificato nel [[1912]], venne inaugurato il Caffè San Marco, allora di proprietà di Marco Lovrinovich, originario di [[Parenzo]]. Subito il locale divenne ritrovo di giovani studenti e intellettuali, ma non solo: il [[caffetteria|caffè]], infatti, ospitava giovani irredentisti, e funzionava anche come laboratorio di produzione di [[passaporti]] falsi per permettere la fuga in [[Italia]] di patrioti antiaustriaci. Per questi motivi, il 23 maggio [[1915]], un gruppo di soldati dell'esercito austroungarico penetrò all'interno del locale, lo devastò e ne decretò la chiusura permanente. Lovrinovich stesso fu cacciato brutalmente, e in seguito fu incarcerato a Liebenau, in [[Austria]], perché si era causato volontariamente il [[tracoma]] con una soluzione batterica, allo scopo di non andare a servire nell'[[esercito austro-ungarico]].
; [[Lanterna di Trieste]]: Il faro della Lanterna di Trieste si trova in cima al Molo Fratelli Bandiera, all'estremità ovest della città, delimitando l'ingresso al porto vecchio. La costruzione del faro, che entrò in funzione l'11 febbraio [[1833]], fu voluta dal governatore della città [[Karl von Zinzendorf|Carlo Zinzendorf]], su progetto di [[Matteo Pertsch]]. Il gruppo ottico è sorretto da una colonna in pietra a base cilindrica che si erge da una Torre Massimiliana merlata con due ordini di troniere. Oltre alla funzione di faro, infatti, la costruzione doveva svolgere anche una funzione di difesa del porto. Le fondazioni del faro poggiano su quello che una volta era lo Scoglio dello Zucco.
; [[Faro della Vittoria (Trieste)|Faro della Vittoria]]: Il faro della Vittoria si trova a Trieste ed è stato costruito tra il 15 gennaio [[1923]] e il 24 maggio [[1927]]<ref>Il faro è stato inaugurato il 24 maggio 1927 alla presenza del re [[Vittorio Emanuele III]]</ref>, ad opera dell'[[architetto]] italiano [[Arduino Berlam]]. Oltre che ad assolvere le funzioni di [[faro]] per la navigazione, illuminando il [[golfo di Trieste]], svolge anche le funzioni di monumento commemorativo in onore dei caduti del mare durante la [[prima guerra mondiale]], così come testimoniato dall'iscrizione posta alla sua base: "SPLENDI E RICORDA I CADVTI SVL MARE (MCMXV - MCMXVIII)".; [[Villa Necker]]: Villa Necker è una dimora storica in [[stile neoclassico]], situata in via dell'Università 2 a Trieste. Villa Necker sorge sull'area occupata in origine dai terreni di proprietà "dei Santi Martiri". Gran parte della critica attribuisce realizzazione della villa all'architetto [[Giacomo Marchini]], su progetto del francese Champion, giunto in città nel [[1784]] e al quale si deve anche il disegno di Villa Murat oggi non più esistente. La struttura, inserita all'interno di un ampio parco, si presenta a tre piani fuori terra.
; [[Villa Engelmann]]: Villa Engelmann si trova a Trieste, in Via di Chiadino 5, di fronte alla chiesa [[Beata Vergine delle Grazie]]. La villa e il parco adiacente furono progettati per volere di [[Francesco Ponti]] nel 1840, e i lavori di costruzione durarono tre anni. Nel 1888 fu acquistata da Frida Engelmann e nel 1938 passò in eredità a Guglielmo Engelmann. L'intera area fu ceduta alla città di Trieste da suo figlio Werner.
; [[Villa Sigmundt]]: Villa Sigmundt si trova a Trieste, in Via Rossetti ai civici 44 e 46. Villa Sigmundt fu progettata da [[Giovanni Andrea Berlam]] nel 1861 su commissione di Edmund Sigmundt, ricco mercante triestino di spugne. Costruita nel rione di [[Chiadino]], è rimasta immutata dalla sua inaugurazione.
=== Architetture militari ===
; [[Kleine Berlin|Gallerie antiaeree Kleine Berlin]]: Kleine Berlin (''piccola [[Berlino]]'' in [[lingua tedesca|tedesco]], in realtà errato, perché in lingua tedesca Berlin non è femminile, è Kleines Berlin) è il più esteso complesso di gallerie antiaeree sotterranee, risalenti alla [[seconda guerra mondiale]], ancora esistente a Trieste. Data la sua conformazione collinare, Trieste è percorsa da numerose gallerie antiaeree, ma il complesso della kleine Berlin è particolare per la sua ampiezza, la sua estensione, e per il fatto di essere visitabile dal pubblico.
; [[Castello di Miramare]]: Il castello di Miramare fu eretto come residenza della corte Asburgica: il complesso venne costruito nell'attuale [[Miramare (Trieste)|omonimo quartiere]] di Trieste per volere di [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo-Lorena]], arciduca d'Austria e [[imperatore del Messico]], per farne la propria dimora da condividere con la moglie [[Carlotta del Belgio]]. Successivamente il castello diventò il Museo storico del castello di Miramare e nel [[2016]] ha fatto registrare 257 237 visitatori, mentre il parco del castello di Miramare ha fatto registrare 833 300 visitatori<ref>{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/Tabella-imported-64702.pdf|titolo=Dati visitatori dei siti museali italiani statali nel 2016|accesso=17 gennaio 2017|formato=pdf}}.</ref>.
; [[Castello di San Giusto]]: Il castello di San Giusto è una [[fortezza]]-[[museo]] situata sul [[San Giusto (Trieste)|colle omonimo]], a Trieste. Come dimora storica, è stato restaurato negli [[anni 2000|anni duemila]] e adibito a museo civico dal Comune di Trieste, cui la struttura appartiene dal [[1930]]. Sul Bastione Lalio è stato inaugurato il 4 aprile [[2001]] il Lapidario Tergestino costituito da [[iscrizione|iscrizioni]], [[scultura|sculture]], [[bassorilievo|bassorilievi]] e frammenti di [[architettura]] di [[antica Roma|epoca romana]]. È visitabile solo in parte: in particolare, oltre al lapidario, sono accessibili la [[Cappella]], la Sala Caprin, l'ampio cortile interno - sede di manifestazioni nel periodo estivo - e gli spalti, da cui si gode un ampio panorama sulla città sottostante.
; [[Castello di Duino]]: Il castello di Duino si trova nel comune di [[Duino-Aurisina]], in [[provincia di Trieste]]. Di proprietà da oltre 420 anni della famiglia [[Della Torre]], ramo [[Della Torre|Della Torre di Valsassina]] ([[von Thurn-Hofer und Valsassina]]) prima e dei duchi [[ramo ceco del Casato di Thurn und Taxis|della Torre e Tasso]] poi. Dal [[2003]] è - insieme al suo parco - aperto al pubblico. Dal maniero si gode un vasto panorama sulle ripide pareti rocciose a strapiombo sul mare. Nel parco si trova un [[bunker]] utilizzato durante la [[seconda guerra mondiale]]. La storia del casato [[Thurn und Taxis]] è legata alla gestione dei servizi postali, in quanto esercitò questa attività in diversi Stati europei, tra cui Italia, Austria, Germania, Ungheria e Paesi Bassi dal 1400 in poi, per più di 350 anni.
; [[Castello di Muggia]]: Il castello si affaccia in posizione elevata sul porto, è di proprietà dello scultore [[Villi Bossi]] e di sua moglie Gabriella, e viene aperto al pubblico in particolari occasioni, specie per iniziative culturali e musicali. Il primo nucleo del castello fu una torre fatta erigere dal patriarca di [[Aquileia]], [[Marquardo di Randeck]], nel 1374, nella zona chiamata Borgolauro. Successivamente venne aggiunto un quadrilatero di mura e delle torri di guardia per ospitare una guarnigione di soldati, la cui costruzione si protrasse sino al 1399.
=== Architetture marittime ===
; [[Canal Grande di Trieste]]: Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del [[Borgo Teresiano]], in pieno centro della città, a metà strada circa tra la [[Stazione di Trieste Centrale|stazione ferroviaria]] e [[piazza Unità d'Italia]], con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando queste vennero interrate per permettere lo sviluppo urbanistico della città all'esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci.
; [[Molo Audace]]: Il molo Audace si trova sulle rive di Trieste, in pieno centro della città, a pochi passi da [[piazza Unità d'Italia]] e dal [[Canal Grande di Trieste|Canal Grande]]. Nel 1740 affondò nel porto di Trieste, vicino alla riva, la nave ''San Carlo''. Invece di rimuovere il relitto, si decise di utilizzarlo come base per la costruzione di un nuovo [[molo]], che venne costruito tra il 1743 ed il 1751 e fu intitolato appunto a San Carlo. Separa il bacino di San Giorgio dal bacino di San Giusto del Porto Vecchio. Il 3 novembre del 1918, alla fine della prima guerra mondiale, la prima nave della [[Regia Marina|Marina Italiana]] ad entrare nel porto di Trieste e ad attraccare al molo San Carlo fu il cacciatorpediniere [[Audace (torpediniera)|Audace]], la cui ancora è ora esposta alla base del [[Faro della Vittoria (Trieste)|faro della Vittoria]]. In ricordo di questo avvenimento nel marzo del 1922 venne cambiato nome al molo, chiamandolo appunto molo Audace, ed all'estremità del molo stesso nel 1925 venne eretta una [[rosa dei venti]] in bronzo, con al centro una epigrafe che ricorda l'approdo, e sul fianco la dicitura "Fusa nel bronzo nemico III novembre MCMXXV".
=== Architetture ferroviarie ===
; [[Trenovia di Opicina]]: La tranvia di Opicina (''tram de Opcina'' in [[dialetto triestino]], ''Openski tramvaj'' in [[Lingua slovena|sloveno]]), nota anche come "Trenovia di Opicina", una delle attrazioni turistiche della città di Trieste, è una [[tram|linea tranviaria]] interurbana panoramica gestita dalla [[Trieste Trasporti]]. Caratteristica unica in Europa<ref>Guide d'Italia TCI. ''Friuli-Venezia Giulia'' 2010, Touring Editore, p. 72.</ref> è quella di possedere un tratto di circa 800 m in forte pendenza (fino al 26%) lungo il quale le vetture vengono spinte (in salita) o trattenute (in discesa) da carri-scudo vincolati ad un impianto [[funicolare]]. Il servizio, classificato come linea 2, presenta un percorso urbano nel centro di Trieste (a livello del mare) e una tratta interurbana di collegamento con la frazione di [[Opicina|Villa Opicina]] sull'[[altopiano del Carso]], a 329 [[Livello del mare|m s.l.m.]]; in funzione dal 9 settembre [[1902]], è lunga poco più di 5 km.
=== Vie e piazze ===
; [[Piazza della Borsa (Trieste)|Piazza della Borsa]]: Piazza della Borsa è una delle piazze principali di Trieste. Conosciuta anche come il ''secondo salotto buono cittadino'' la piazza è stata il centro economico della città per tutto il [[XIX secolo]]. È la piazza immediatamente adiacente a [[piazza Unità d'Italia]] e, restringendosi, prosegue fino all'inizio di corso Italia, un'importante arteria cittadina. Il luogo ove sorge la piazza si trovava anticamente appena fuori dalle mura cittadine. Infatti nel punto dove si trova il passaggio con piazza Unità si trovava la porta di Vienna e le case che delimitano la piazza verso monte seguono la linea delle antiche mura verso la torre di Riborgo.
; [[Piazza Unità d'Italia]]: Piazza Unità d'Italia (durante il [[Litorale austriaco|periodo austriaco]] era chiamata ''Piazza Grande'', in seguito fu nota anche come ''piazza Francesco Giuseppe'') è la piazza principale di Trieste. Si trova ai piedi del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]], tra il [[Borgo Teresiano]] e [[Borgo Giuseppino]]. Di pianta rettangolare, la piazza si apre da un lato sul [[Golfo di Trieste]] ed è circondata da numerosi palazzi ed edifici pubblici. Affacciate sulla piazza si trovano le sedi di diversi enti: il municipio di Trieste, il palazzo della Giunta regionale del [[Friuli Venezia Giulia]] e la [[Prefettura italiana|prefettura]] del capoluogo. La piazza ha un'area totale di 12.280 m².<ref>[http://acme.com/planimeter/ Google Planimeter<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
=== Quartieri ===
; [[Borgo Teresiano]]: Il Borgo Teresiano è un quartiere di Trieste costruito attorno alla metà del [[XVIII secolo]] e voluto dall'allora [[Carlo VI d'Asburgo|Imperatore d’Austria Carlo VI]] e, dopo la sua morte da [[Maria Teresa d'Austria]]. Il quartiere fu progettato per dare un po' di respiro e sviluppo alla città che stava assistendo al fiorire del commercio portuale. Venne ricavato dall'interramento delle saline della città, urbanizzando un'area al di fuori dalle mura. Con il suo asse viario a trama ortogonale, è uno dei primi esempi di piani regolatori cittadini moderni. Il Borgo Teresiano si sviluppa tra la via Carducci, il corso Italia, la [[Stazione di Trieste Centrale|stazione ferroviaria]] e le rive.
; [[Borgo Giuseppino]]: Il Borgo Giuseppino è un quartiere di Trieste progettato e costruito a partire dalla fine del [[XVIII secolo]]. Il nome deriva dall'Imperatore d'Austria [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]], figlio dell'Imperatrice [[Maria Teresa d'Asburgo|Maria Teresa d'Austria]], che continua il periodo di riforme già avviato dalla madre. Il borgo si estende fuori dalle Mura dell'antica Porta Cavana e raggiunge il terreno del Lazzaretto di San Carlo. Dopo che la città si era espansa nel [[Borgo Teresiano]], luogo occupato prima dalle saline, aveva bisogno di nuovi e numerosi spazi, data la crescita vertiginosa a cui stava assistendo. Il progetto per la costruzione del quartiere fu avviato a partire dal [[1788]] dall'architetto [[Domenico Corti]].
=== Siti archeologici ===
; [[Teatro romano di Trieste]]: Il teatro romano di Trieste si trova a Trieste ai piedi del [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]], in pieno centro della città, al limitare della città vecchia, tra via Donota e via del Teatro Romano. All'epoca della sua costruzione il teatro si trovava fuori dalle mura cittadine ed in riva al mare, che a quel tempo giungeva sino in quella zona. Sulle sue gradinate, costruite anche sfruttando la naturale pendenza del colle, potevano venir ospitati, a seconda delle varie fonti, dai 3.500 ai 6.000 spettatori. La costruzione del teatro viene datata alla fine del I secolo a.C. e ampliato all'inizio del II secolo d.C. Probabilmente fu costruito per volere del triestino [[Quinto Petronio Modesto]], [[Procuratore (storia romana)|procuratore]] e [[flamine]] dell'imperatore [[Traiano]], citato in diverse iscrizioni, che secondo altre fonti ne curò invece solamente degli interventi di rinnovamento.
; [[Basilica paleocristiana di Trieste]] e i templi a Giove e ad Atena: La basilica paleocristiana di Trieste, edificata fra il [[IV secolo|IV]] e il [[V secolo]], contiene alcuni pregevolissimi mosaici, segno tangibile della ricchezza della chiesa locale e della città di ''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' fino a tarda età imperiale. I resti della basilica paleocristiana furono scoperti sotto l'attuale [[Cattedrale di San Giusto (Trieste)|Cattedrale di San Giusto]]. Sul colle di San Giusto sono tuttora visibili alcuni resti dei templi a Giove e ad Atena. Di quest'ultimo si sono conservate alcune strutture architettoniche nelle fondamenta della cattedrale, identificabili dall'esterno grazie ad apposite aperture nelle pareti del campanile e nel sottosuolo (tramite accesso dal Museo civico di storia ed arte di Trieste).
; [[Basilica civile di Trieste]]: A nord dei templi a Giove e ad Atena si apriva il [[Foro (urbanistica)|foro]] (la piazza principale della città antica), annesso con un portico alla [[basilica civile]], che era divisa in tre navate con un'abside interna. Il donatore era Quinto Baieno Blassiano, procuratore di [[Traiano]] prima del 120-125.
; [[Arco di Riccardo]]: L'Arco di Riccardo è secondo alcune fonti una delle porte [[Impero Romano|romane]] di Trieste risalente [[I secolo a.C.]]<ref>Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Volume 2 di Guida rapida d'Italia, Touring Editore, 2002, ISBN 8836523862</ref> costruito probabilmente sotto l'[[imperatore romano|imperatore]] [[Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto|Ottaviano Augusto]] negli anni 33-32 a.C. Le forme della decorazione architettonica permettono di datare la forma attuale dell'arco nell'età claudio-neroniana o forse flavia (50-75 d.C.).<ref>{{Cita|Mangani, Rebecchi e Strazzulla|p. 273|Laterza}}</ref> Secondo altre fonti invece si tratta di uno degli ingressi al santuario della [[Magna Mater]]<ref>[http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco Arco di Riccardo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111014031126/http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/itinerari/archeologici/default.asp?pagina=arco |date=14 ottobre 2011 }} Una pagina nuova non menziona la teoria del santuario: [http://itinerari.comune.trieste.it/itinerario-archeologico/#arco Itinerario archeologico]</ref>. Si tratta di un arco a un solo [[fornice]], alto 7,2 [[metro|m]], largo 5,3 m e profondo 2 m. Presenta un coronamento superiore, privo di decorazione.
; [[Antiquarium di via del Seminario]]: L'Antiquarium di via del Seminario è un sito archeologico della città di Trieste, dove si conserva una sezione delle mura romane. I resti archeologici dell'Antiquarium di via del Seminario sono tra i più antichi presenti nella città giuliana. Risalgono, infatti, alla tarda Repubblica, ossia alla fine del I secolo a.C. Nell'Antiquarium si osserva un tratto delle mura, fatte costruire da Ottaviano (quando questi non aveva ancora assunto il titolo di [[Augusto]]) tra il 33 e il 32 a.C. per la difesa della colonia di ''Tergeste''. Il tratto conservato è lungo 4 metri e largo 2,4 metri; le facce esterne delle mura sono costituite da blocchi di [[arenaria]], mentre il riempimento interno è di sabbia mista a roccia. Alla base delle mura è visibile un canale per lo scolo dell'acqua.
; [[Antiquarium di via Donota]]: L'Antiquarium di via Donota è un sito archeologico della città di Trieste, collocato nella fascia più bassa del [[colle di San Giusto]], dove è possibile visitare ciò che resta di una ''[[domus]]'' e di un [[sepolcreto]] di età romana. La ''[[domus]]'' fu costruita alla fine del I secolo a.C., periodo in cui l’intero pendio del colle di San Giusto rivolto verso il mare fu soggetto a un’opera di sistemazione, tramite la costruzione di terrazzamenti, e fu edificato. Alla fine del I secolo d.C. la ''domus'' fu abbandonata, così a partire dal II secolo una parte di essa fu reimpiegata come [[necropoli]] pagana.<ref>[https://web.archive.org/web/20051210034049/http://www.archeologia.beniculturali.it/pages/atlante/S40.html]</ref>
; [[Castelliere di Cattinara]]: Il castelliere di Cattinara, che si trova tra le valli di Longera e di Rozzol, fu abitato dall'epoca preistorica all'epoca romana. In epoca preistorica i suoi abitanti vivevano sulla sua vetta, poi spianata, mentre in epoca romana lungo il suo versante meridionale, che era meglio riparato dai venti. I reperti scoperti in questo castelliere sono numerosi e molto vari, come cocci, resti di animali e utensili. Degne di nota sono due fibule in bronzo, una delle quali appartenente alla [[Cultura di La Tène]], fermo restando che non è stata ritrovata la necropoli<ref>[][http://www.triestestoria.it/I%20Castellieri.htm#Il_Castelliere_di_Cattinara Trieste di ieri e di oggi]</ref>.
; [[Val Rosandra#Acquedotto romano|Acquedotto romano della Val Rosandra]]: nella vicina [[Val Rosandra]] sono presenti resti di un [[acquedotto romano]] realizzato nel [[I secolo]] che originariamente era lungo 14 chilometri giungendo fino al centro di ''[[Tergeste (città antica)|Tergeste]]'' (la moderna Trieste). forse lungo i suoi lati era presente una [[strada romana]] con piccole postazioni per vedette permanenti. L'acquedotto romano della Val Rosandra restò in uso fino al [[VI secolo|secolo sesto]] (oppure, secondo altre fonti, fino al [[VII secolo|settimo]]), quando venne danneggiato irreparabilmente. Nel [[XVIII secolo]] era ancora discretamente conservato, e quindi l'amministrazione comunale triestina prese in considerazione un suo eventuale restauro per rifornire d'acqua potabile la città che era in pieno sviluppo. L'idea fu poi abbandonata quando si capì che era più conveniente sfruttare altre fonti di acqua. I resti dell'acquedotto romano giunti sino al XXI secolo hanno una lunghezza di circa cento metri.
; [[Antiquarium di Borgo San Sergio]]: L'Antiquarium di Borgo San Sergio è costiutuito da due aree, una dove sono si trovano i reperti archeologici e l'altra dove i reperti sono esposti come in un classico museo. Nella prima parte si trovano i resti di un'abitazione romana databile al I secolo, mentre nella parte espositiva sono conservati reperti rinvenuti durante i lavori di scavo effettuati presso il [[teatro romano di Trieste]].
=== Aree naturali ===
[[File:Parco San Giusto 011.jpg|thumb|upright=1.2|Il Parco della Rimembranza]]
[[File:Prosecco-Napoleonica 008.jpg|thumb|upright=1.2|La parte iniziale della Strada Napoleonica]]
La città di Trieste è una delle meglio note d'Italia dal punto di vista botanico. La flora urbana, oggetto di studio a partire dalla seconda metà del XIX secolo, è stata oggetto di un censimento approfondito da parte di F. Martini<ref>Martini F. (2009) - Flora Vascolare spontanea di Trieste. - Ed. Lint, Trieste, 338 pp.</ref>, che ha mappato la distribuzione di ben 1024 tra specie e sottospecie. La grande ricchezza floristica è dovuta a diversi fattori, tra cui i principali sono:
# La penetrazione nel tessuto urbano di aree con vegetazione naturale, come ad esempio il Bosco del Farneto o il Parco di Villa Giulia
# Le caratteristiche transizionali del territorio cittadino dal punto di vista climatico, con un forte gradiente di temperatura e precipitazioni dalla costa verso l'altopiano
# La compresenza nel territorio cittadino di substrati sia arenacei sia calcarei, 4) La presenza di importanti aree commerciali, industriali e portuali che favoriscono la presenza di neofite aliene. La flora urbana di Trieste è consultabile attraverso un portale interattivo che permette anche a non-esperti di Botanica di identificarne le specie.<ref>Cfr. il sito [http://dryades.units.it/trieste Portale sulla flora urbana di Trieste]</ref>
I giardini storici rilevanti da un punto di vista botanico presenti a Trieste sono il Giardino storico [[Muzio Tommasini|Muzio de Tommasini]], il Giardino storico di Villa Revoltella, il Giardino storico di Villa Engelmann, il Giardino storico di Villa Sartorio, il Giardino storico di Villa Cosulich, il Giardino storico Skabar, il Giardino storico di piazza Libertà, il Giardino storico di via Catullo, il Giardino storico di piazza Hortis, il Passeggio Sant'Andrea, il Giardino storico di piazza Carlo Alberto, il Giardino storico Basevi, mentre tra i parchi urbani degni di menzione sono il Parco Farneto e il Parco di Villa Giulia.
Le aree verdi di rilievo botanico che hanno una forte rilevanza invece sono:
; [[Grotta delle Torri di Slivia]]: La grotta Torri di Slivia si trova nel comune di [[Duino-Aurisina]] in [[provincia di Trieste]], più precisamente ai piedi del piccolo borgo di [[Slivia]]. È stata battezzata così dai primi esploratori che l'hanno mappata a fine Ottocento per le numerose torri stalagmitiche che la caratterizzano. Il rilievo della grotta risale al 6 gennaio 1885 ad opera dell'ing. [[Costantino Doria]], della [[Società alpinisti triestini]]. La prima spedizione entrò dal pozzo principale conosciuto fin da tempi immemorabili. I lavori per realizzare l'ingresso artificiale per la fruizione turistica vengono iniziati nel 1964. Nel 1967 vengono creati il sentiero interno e la scalinata in ferro e nel 1968 vengono staccati i primi biglietti turistici.
; [[San Giusto (Trieste)#Il parco della rimembranza|Parco della Rimembranza]]: Il Parco della Rimembranza si trova in pieno [[centro storico]] a Trieste. Tra gli interventi urbanistici dell'[[Storia dell'Italia fascista|epoca fascista]] spicca certamente la sistemazione del parco della rimembranza sul colle di San Giusto. Venne iniziata con la creazione della larga Via Capitolina, una strada panoramica che sale dolcemente attorno al colle fino a raggiungere la cattedrale. Tutto il versante del colle tra questa strada ed il castello venne consacrato alla memoria dei "caduti in tutte le guerre" e disseminato da grezzi cippi di pietra carsica con i nomi di combattenti noti ed ignoti. In cima si erge il grande monumento, opera di [[Attilio Selva]], dedicato ai [[Volontario di guerra|volontari]] triestini caduti nella [[prima guerra mondiale]]. Presente pure una targa ai caduti triestini della [[prima guerra mondiale]] che combatterono per l'Impero Asburgico, la maggioranza dei caduti triestini.
; [[Riserva naturale marina di Miramare]]: La Riserva naturale marina di Miramare si trova nel [[Golfo di Trieste]], e si snoda tutt'attorno al promontorio di [[Miramare (Trieste)|Miramare]], ove sorge anche l'omonimo [[Castello di Miramare]]. La zona a protezione integrale è di 30 ettari, per una larghezza di 200 metri lungo 1,8 km di costa, ed è circondata da un'altra area di rispetto (istituita con Ordinanza della Capitaneria di Porto di Trieste n. 76/95 e 28/98), di altri 90 ettari per un larghezza di ulteriori 400 metri, a protezione parziale, ove è vietata la pesca professionale. La profondità massima che si raggiunge nella riserva è di 18 metri. La costa è formata da roccia calcarea tipica del [[Carso]], territorio di cui il promontorio di Miramare rappresenta una piccola estensione del litorale.
; [[Strada Napoleonica (Trieste)|Strada Napoleonica]]: La strada Napoleonica è compresa dal parcheggio di [[borgo San Nazario]], in periferia del quartiere di [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], sino alla piazzola dell'Obelisco di [[Opicina]], e si trova quindi interamente nel comune di Trieste. Il nome ufficiale del sentiero è ''strada Vicentina'', dal nome dell'ingegner Giacomo Vicentini che ne progettò il tracciato e ne iniziò la costruzione nel 1821. La conformazione attuale è dovuta agli interventi di miglioramento effettuati nell'immediato secondo dopoguerra.
== Società ==
[[File:Trieste Blick vom Burgberg 8.JPG|thumb|upright=5|Panorama di Trieste dalle colline circostanti]]
=== Evoluzione demografica ===
[[File:Molo San Carlo.jpg|thumb|left|upright=1.2|Traffico di navi attorno all'anno 1900 sul [[Molo Audace|Molo San Carlo]], oggi Molo Audace, di Trieste]]
[[File:Carta identita prov Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|Carta d'identità stampata dal comune di Trieste. Si notino la doppia scritta bilingue in italiano e sloveno]]
Fra la metà del [[XVIII secolo|XVIII]] e gli inizi del [[XX secolo]] Trieste, quale principale porto dell'Impero austro-ungarico, conobbe un'epoca di straordinario sviluppo economico accompagnato da una crescita demografica molto sostenuta, che permise alla città di passare da alcune migliaia di residenti del periodo [[1730]]-[[1740]] ai quasi 230.000 del [[1910]].
Con la fine della [[prima guerra mondiale]] e il congiungimento di Trieste all'Italia, il capoluogo giuliano assistette a un progressivo ristagno della propria popolazione a causa delle mutate condizioni geopolitiche in cui si era venuto a trovare alla fine della [[Grande guerra]]. Da principale emporio marittimo dell'[[Impero austro-ungarico]] e fra i massimi del Mediterraneo, la città e il suo porto iniziarono a declinare, passando ad occupare una posizione sempre più periferica nell'allora [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]].
All'indomani della [[seconda guerra mondiale]] in città si verificò un altro mutamento delle dinamiche demografiche che l'avevano caratterizzata fino ad allora: l'esodo di molti italiani dalle terre dell'[[Istria]] ebbe infatti come meta Trieste, che conobbe ancora una volta un'impennata della popolazione residente, oltre a profonde trasformazioni della propria composizione etnica e del tessuto sociale urbano. In quegli stessi anni, e in particolare a partire dal [[1954]], con la fine del [[Territorio Libero di Trieste|TLT]], oltre 20.000 triestini, spinti da motivazioni di natura economica e sociale, ma anche di indole politica, scelsero l'emigrazione<ref>{{Cita libro |autore=Raoul Pupo |titolo=Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio |pagina=227 |città=Milano |editore=Rizzoli |anno=2005 |ISBN=88-17-00562-2}}</ref>, dirigendosi principalmente in [[Australia]], [[Canada]] e [[Sudamerica]]. Durante gli anni cinquanta e sessanta gli abitanti si mantennero costantemente al di sopra delle 270.000 unità raggiungendo un massimo di 285.529 persone (131.855 maschi e 153.674 femmine) nel dicembre [[1956]].<ref>[http://statistica.comune.trieste.it/demografia/popolazione-residente/ Serie storica della popolazione residente di Trieste] in [http://statistica.comune.trieste.it/ Statistica] nella rete civica del comune di Trieste.</ref>
[[File:Trieste (28766391880).jpg|thumb|left|upright=1.2|Panorama di Trieste dal [[Castello di San Giusto]]]]
Da quel momento la città ha assistito a una progressiva diminuzione della propria popolazione. Le condizioni geo-politiche nuovamente mutate, la mancanza di un entroterra ampio che le desse respiro e la chiusura di molte attività economiche (come i cantieri navali San Marco e le birrerie Dreher) hanno costretto ampi strati di popolazione a trasferirsi altrove alla ricerca di lavoro. Ne è conseguito un decremento della natalità e un progressivo invecchiamento della popolazione residente con cali demografici che per lungo tempo hanno raggiunto e superato le 2000 unità all'anno.
Nell'ultimo decennio il decremento demografico è stato meno marcato che in precedenza, stabilizzando la popolazione triestina sopra i 200.000 abitanti. Tale fenomeno è dovuto ad una ripresa della natalità e ad un nuovo e lento processo di [[immigrazione]] in massima parte proveniente dall'[[Europa orientale]]. La particolarità del territorio provinciale, che conta circa 240.000 abitanti ed è il più piccolo d'Italia, è nei fatti una sorta di conurbazione ed un discreto movimento di popolazione è avvenuto negli ultimi anni dal Comune capoluogo verso i Comuni limitrofi.
Nonostante la ripresa demografica cui abbiamo fatto cenno, la città assieme a Genova, Bologna e Venezia, continua ad essere in testa alle classifiche italiane per anzianità della popolazione.
Permane comunque il comune con la più alta densità demografica nel [[Triveneto]] (2414 abitanti per km quadrato).
{{Demografia/Trieste}}
=== Etnie e minoranze straniere ===
[[File:A-H ethnic 1910 Pict 4.JPG|thumb|upright=1.2|left|[[Madrelingua|Lingue madri]] maggioritarie della popolazione in [[Istria]], [[Quarnaro]] e [[Dalmazia]] nel 1910]]
Trieste è un crocevia di culture e religioni, conseguenza sia della sua posizione geografica di "frontiera" sia delle vicissitudini storiche che ne hanno fatto un punto di incontro di molti popoli; infatti quasi ogni etnia e ogni comunità religiosa ha uno o più luoghi di aggregazione.
{{Approfondimento
|titolo=Disposizioni per la tutela della comunità slovena
|contenuto=I triestini di etnia slovena utilizzano la loro lingua madre come [[lingua vernacolare]] e nei rapporti con le istituzioni pubbliche. [[File:Slovenian_minority_office_Trieste.jpg|thumb|center|Un ufficio del comune di Trieste]]Il gruppo linguistico sloveno viene tutelato da apposite normative<ref>Legge 482 del 1999: Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche</ref><ref>Legge 38 del 2001: Norme a tutela della minoranza linguistica slovena della regione Friuli Venezia Giulia</ref><ref>Legge regionale 16 del 2007: Norme regionali per la tutela della minoranza linguistica slovena</ref> e contributi della [[Repubblica Italiana]] per assicurare la conservazione della propria rete scolastica e delle proprie organizzazioni politiche, culturali e sportive.
}}
La [[Diffusione dello sloveno in Italia|comunità slovena]], presente in città fin dal Medioevo<ref>{{cita web |url=http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm |titolo=Copia archiviata |accesso=11 novembre 2012 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120824021812/http://www.liceopetrarcats.it/sperimentazione/sitocarso/storia.htm |dataarchivio=24 agosto 2012 }} Liceo F. Petrarca – Trieste - a.s. 2001/2002 - Il Carso tra natura e cultura</ref><ref>Janko Jež - Monumenta Frisingensia: la prima presentazione in Italia dei Monumenti letterari sloveni di Frisinga del X-XI secolo ...: con traduzione dei testi, cenni di storia del popolo sloveno e dati sugli Sloveni in Italia – Trieste: Mladika; Firenze: Vallecchi Editore, 1994 - ISBN 88-8252-024-2</ref><ref>Boris Gombač, ''Atlante storico dell'Adriatico orientale'', Bandecchi &Vivaldi, Pontedera, 2007 - ISBN 978-88-86413-27-5</ref>, raggiungeva nel 1910 (secondo il discusso censimento austriaco di quell'anno<ref>C. Schiffrer, "Autour de Trieste", Fasquelle Éditeurs, Parigi 1946, p.48; G. Valdevit, "Trieste. Storia di una periferia insicura", Bruno Mondadori, Milano 2004, p. 5; Angelo Vivante, ''Irredentismo adriatico'', Firenze 1912 (ristampato 1945), p. 158-164; Carlo Schiffrer, ''Historic Glance at the Relations between Italians and Slavs in Venezia Giulia'', Trieste 1946, p. 25-34; Pavel Stranj, ''Slovensko prebivalstvo Furlanije-Julijske krajine v družbeni in zgodovinski perspektivi'', Trieste 1999, p. 296-302; [[Jean-Baptiste Duroselle]], ''Le conflit de Trieste 1943-1954'', Bruxelles 1966, p. 35-41</ref>) il 25% della popolazione del comune.
Durante il [[ventennio fascista]] le popolazioni slave della Venezia Giulia furono assoggettate ad una politica di [[Italianizzazione (fascismo)|italianizzazione forzata]]. Nel 1971 la comunità slovena era stimata in circa il 5,7% della popolazione del comune.<ref>Censimento 1971</ref>
Fino alla [[prima guerra mondiale]] esisteva anche una comunità di [[lingua tedesca]] che superava il 5% della popolazione del comune, ma che si ridusse drasticamente negli anni successivi.
Prima della [[seconda guerra mondiale]] e della conseguente occupazione [[Nazismo|nazista]], inoltre, esisteva anche una florida [[Storia degli ebrei di Trieste|comunità ebraica]] (nel [[1931]] i residenti di religione ebraica erano 4.671, di cui 3.234 aventi la cittadinanza italiana<ref>Silva Bon, ''Gli ebrei a Trieste. Identità, persecuzioni, risposte'', Gorizia, Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione del Friuli-Venezia Giulia e Libreria Editrice Goriziana, 2000, pag. 29</ref>). Questa si è progressivamente ridotta e attualmente conta circa 700 membri.
Nella città di Trieste attualmente sono presenti accanto alle popolazioni autoctone italiana e slovena, numerosi gruppi [[etnia|etnici]] minoritari storici tra cui croati, serbi, greci e tedeschi e gruppi di recente insediamento tra i quali arabi, rumeni, albanesi, cinesi, africani e sudamericani.
Al 1 gennaio 2017 la popolazione con passaporto estero residente a Trieste era costituita da 19.389 persone (9,67% della popolazione) così suddivise per principali paesi di provenienza:<ref>[http://demo.istat.it/str2016/index.html Statistiche demografiche ISTAT<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
[[File:Chiesa di SanNicolo Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|Interno della chiesa greco-ortodossa di San Nicolò.]]
{{div col}}
# [[Serbia]], 4.500
# [[Romania]], 2.826
# [[Croazia]], 1.169
# [[Kosovo]], 1.158
# [[Cina]], 998
# [[Ucraina]], 630
# [[Albania]], 605
# [[Afghanistan]], 600
# [[Bosnia ed Erzegovina]], 533
# [[Moldavia]], 407
{{div col end}}
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
[[File:CEI members.svg|miniatura|upright=1.2|Stati membri dell'ente internazionale "[[Iniziativa centro europea]]"]]
A Trieste si trova la sede della [[Iniziativa centro europea]] (ingl. ''Central European Initiative''), un ente internazionale con lo scopo di favorire la cooperazione e lo sviluppo nell'[[Europa centrale]];
vi fanno parte 17 paesi dall'[[Italia]] alla [[Bielorussia]]<ref>{{cita web|url=http://cei.int/contacts=Cei|titolo=contacts|urlmorto=sì}}</ref>.
La città è anche sede del Segretariato permanente della [[Chamber Investment Forum|Chamber investment forum]], organismo di cui fanno parte le Camere di commercio dei paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia) e quelle di Slovenia e Croazia, per un totale superiore a 350.000 imprese rappresentate<ref>{{cita web|url=http://wwwc.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/altrenews/2017/07/12/balcani-al-via-a-trieste-segretariato-camere-commercio-area_d25dfa6b-0342-4a70-8a7b-4dd3300eb325.html=Balcani:|titolo=al via a Trieste Segretariato camere commercio area|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Qualità della vita ===
Trieste è stata classificata da ''[[il Sole 24 ORE]]'' la prima città in Italia per la qualità della vita nel [[2005]] e nel [[2009]]<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/12/qualita-vita-2009.shtml?uuid=8055d2d4-ec79-11de-8611-3bf5bd190b43&DocRulesView=Libero Trieste batte Aosta: è prima nella qualità della vita]</ref>.
{| class="wikitable"
|- style="background:lightblue"
! <small>Anno</small>
! <small>Qualità della Vita<br />([[Sole 24 Ore]])</small>
|-
| [[2004]]
| <div align="center">'''6'''°<ref name=autogenerato1>[http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2005/12/qualita_vita2005.pdf?cmd=art IL SOLE 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref></div>
|-
| [[2005]]
| <div align="center">'''1'''° <small>(+5)</small><ref name=autogenerato1 /></div>
|-
| [[2006]]
| <div align="center">'''2'''° <small>(-1)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=document&file=/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2006/12/qualita_vita2006.pdf?cmd=art IL SOLE 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref></div>
|-
| [[2007]]
| <div align="center">'''9'''° <small>(-7)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2007/12/qualita-vita2007.shtml?uuid=fb77952a-ac6f-11dc-b9ad-00000e25108c&type=Libero Indagine de Il Sole 24 Ore sulla qualità della vita in Italia]</ref></div>
|-
| [[2008]]
| <div align="center">'''6'''° <small>(+3)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/speciali/qv_2008/qv_2008_province/qv_2008_province_settori_classifica_finale.shtml Pagella finale - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref></div>
|-
| [[2009]]
| <div align="center">'''1'''° <small>(+5)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2009/12/qualita-vita-2009-graduatoria.shtml?uuid=44d641b0-ec7b-11de-8611-3bf5bd190b43&DocRulesView=Libero Graduatoria 2009 - Il Sole 24 ORE]</ref></div>
|-
| [[2010]]
| <div align="center">'''4'''° <small>(-3)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2010/12/pagella-finale-qualita-vita.pdf?uuid=a1d82dd4-010a-11e0-bf8b-57d277ba2b57 Graduatoria 2010 - Il Sole 24 ORE]</ref></div>
|-
| [[2011]]
| <div align="center">'''4'''° <small>(=)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2011/home.shtml?gtdpage=qvita_2011_settori_popolazione Qualità della vita 2011: - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref></div>
|-
| [[2012]]
| <div align="center">'''5'''° <small>(-1)</small><ref>[http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2013/home.shtml Qualità della vita 2013: - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref></div>
|-
|[[2013]]
|<div align="center">'''13'''° <small>(-8)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2013/home.shtml|titolo = Qualità della vita 2013|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|[[2014]]
|<div align="center">'''28'''° <small>(-15)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2014/11/qualita-vita-pagella-2014.pdf|titolo = Qualità della vita 2014|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|[[2015]]
|<div align="center">'''34'''° <small>(-6)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = https://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2015_dati/home.shtml|titolo = Qualità della vita 2015|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|[[2016]]
|<div align="center">'''10'''° <small>(+24)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = https://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2016_dati/home.shtml|titolo = Qualità della vita 2016|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|[[2017]]
|<div align="center">'''6'''° <small>(+4)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = https://www.ilsole24ore.com/speciali/qvita_2017_dati/home.shtml|titolo = Qualità della vita 2017|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|[[2018]]
|<div align="center">'''6'''° <small>(=)</small><ref>{{Cita web|autore = Sole 24 Ore|url = http://lab24.ilsole24ore.com/qdv2018/|titolo = Qualità della vita 2017|accesso = |data = }}</ref></div>
|-
|}
== Cultura ==
=== Istruzione ===
{{Vedi anche|Sistema Trieste}}
[[File:Daniele1357 4581 -1-500.jpg|thumb|center|upright=5|Piazza Unità d'Italia a Trieste di notte]]
[[File:UniversitaTrieste.jpg|thumb|upright=1.2|L'[[Università degli Studi di Trieste]]]]
[[File:Trieste - Conservatorio Tartini .jpg|thumb|upright=1.2|[[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini]]]]
Trieste era sede, fin dal [[1877]], di una reputata [[Scuola Superiore di Commercio]]. Nel [[1924]] la città si dotò di un'[[Università di Trieste|Università]], che nei decenni successivi acquistò un notevole prestigio e che ospita da tempo numerose organizzazioni scientifiche internazionali e il principale parco scientifico italiano.
Trieste infatti è nota come ''Città della scienza'' e accoglie una comunità scientifica ed universitaria molto conosciuta e rinomata all'estero che richiama ogni anno migliaia di studenti da tutto il mondo e di tutte le culture. Da notare in campo scientifico sono il [[sincrotrone]] [[ELETTRA]] all<nowiki>'</nowiki>[[AREA Science Park|Area Science Park]], la [[Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati]] (SISSA) ed il [[Centro Internazionale di Fisica Teorica]].
=== Musica ===
A Trieste ha sede il [[Conservatorio Giuseppe Tartini|Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini]]: fondato nel 1903, è uno dei tredici Conservatori storici italiani. Il Conservatorio appartiene al sistema di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica e dipende dal [[Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca|Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca]]. Il Conservatorio Tartini ha sede nel prestigioso Palazzo Rittmeyer e offre quattro livelli di formazione: pre-accademico, di primo e secondo ciclo (laurea e master) e formazione degli insegnanti.
La più antica istituzione musicale della Città è la [[Cappella Civica]], fondata nel [[1538]] e tenuta in vita dal Comune. Canta ogni domenica la messa delle 10.30 in Cattedrale e svolge un'intensa attività concertistica. Attualmente è diretta dal Maestro Roberto Brisotto e si avvale della collaborazione all'organo del Maestro Riccardo Cossi.
=== Musei ===
Trieste accoglie 32 musei fra i quali troviamo il Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna; i Civici musei di storia ed arte, una rete ("museo multiplo") di undici istituzioni museali triestine (Museo di storia ed arte, Orto lapidario, Museo del castello e armeria, Lapidario tergestino, Museo d'arte orientale, Museo teatrale Carlo Schmidl, Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez, Museo della Risiera di San Sabba, Museo di storia patria, Museo Morpurgo de Nilma, Museo Sartorio, Museo del Risorgimento e sacrario di Oberdan, Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa (in collaborazione con [[Poste italiane]])) e i Civici musei scientifici, costituiti da quattro istituzioni (Civico museo di storia naturale, Acquario marino, Museo del mare e Orto botanico). Altri tre musei fanno parte del Servizio bibliotecario urbano (Museo sveviano, Museo petrarchesco piccolomineo e Museo Joyce museum), a cui si aggiungono due biblioteche (Biblioteca civica Attilio Hortis e Biblioteca comunale del popolo Pier Antonio Quarantotti Gambini, l'Archivio diplomatico e l'Archivio storico).
{{Approfondimento
|titolo=Il dinosauro “Antonio”
|contenuto= [[File:Tethyshadros insularis.JPG|thumb|center|Tethyshadros insularis]] In alcuni periodi dell’anno a Duino, presso il sito paleontologico in cui sono stati rinvenuti i suoi resti fossili, viene esposta al pubblico la copia del [[Tethyshadros insularis|tetisadro]], soprannominato amichevolmente Antonio, i suoi resti fossili originali sono conservati presso il Museo Civico di Storia Naturale a Trieste
}}
Lo [[stadio Nereo Rocco]], inaugurato nel [[1992]], ospita infine una serie di opere d'arte contemporanea, vincitrici di un apposito concorso (''Nike'', di [[Paolo Borghi]] primo classificato, ed opere di Nino Perizi, Marino Cassetti e Franco Chersicola, Livio Schiozzi, Claudio Sivini, Carlo Ciussi, Luciano Del Zotto, Gianni Borta, [[Enzo Mari]] e Francesco Scarpabolla. Per il "Polo natatorio" Davide Rivalta ha scolpito l'''Ippopotamo in equilibrio sulla sfera''.
* [[Museo Revoltella - Galleria d'arte moderna]], fondato nel [[1872]] con lascito testamentario di [[Pasquale Revoltella]] ([[1795]]-[[1869]]) e ospitato inizialmente nel Palazzo Revoltella (1852-1858, architetto [[Friedrich Hitzig]]), fu ampliato nel [[1907]] con l'acquisto dell'attiguo palazzo Brunner (ristrutturato nel [[1968]] su progetto di [[Carlo Scarpa]], con interventi fino al [[1991]]). Conserva una [[pinacoteca]] con ampia raccolta di opere delle principali correnti [[Pittura|pittoriche]] [[XIX secolo|ottocentesche]], in seguito ingrandita con opere [[XX secolo|novecentesche]], nella sede di palazzo Brunner, mentre il palazzo Revoltella è stato allestito con gli arredi originali e la collezione raccolta dal donatore. La galleria e il museo si trovano in via Diaz 27.
* Civico [[Museo di Storia ed Arte|museo di storia ed arte]], nato nel [[1843]] come orto lapidario attorno al cenotafio di [[Johann Joachim Winckelmann]], mentre il Museo di antichità presso la Biblioteca civica, conservava i materiali di minori dimensioni. Le due sedi furono riunificate nel [[1925]] sul [[San Giusto (Trieste)|colle di San Giusto]]. Raccoglie oggetti archeologici prevalentemente di origine locale. Ha sede in Piazza della Cattedrale 1.
* [[Civico museo d'arte orientale]], inaugurato nel [[2001]] nel [[XVIII secolo|settecentesco]] "Palazzetto Leo", donato alla città dalla famiglia. Raccoglie materiali riguardanti oggetti provenienti dall'Estremo Oriente. La sede si trova in via San Sebastiano 1.
* Civico [[museo teatrale Carlo Schmidl]], inaugurato nel [[1924]] dall'editore musicale [[Carlo Schmidl]] (1859-1943), fu inizialmente ospitato nello storico "[[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Verdi]]". Nel 1991 fu spostato a Palazzo Morpurgo e quindi nella sede di Palazzo Gopcevic (1850, architetto [[Giovanni Andrea Berlam]]), lungo le rive del Canal Grande. Documenta la vita teatrale e musicale della città a partire dal [[XVIII secolo]]. È situato in via Rossini 4.
[[File:Trieste - Palazzo Gopcevich.jpg|thumb|upright=1.2|[[Civico museo teatrale Carlo Schmidl]]]]
[[File:Risiera di San Sabba 2.JPG|thumb|upright=1.2|[[Risiera di San Sabba]]]]
[[File:Trieste museo ferroviario01 2007-10-21.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio|Museo ferroviario di Trieste]]]]
[[File:Museo del mare.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo del mare (Trieste)|Museo del mare di Trieste]]]]
[[File:Museo Antartide 02.jpg|thumb|upright=1.2|[[Museo nazionale dell'Antartide Felice Ippolito]]]]
[[File:Teatro Verdi.JPG|thumb|upright=1.2|[[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Comunale Giuseppe Verdi]]]]
[[File:Politeama Rossetti Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|[[Politeama Rossetti|Teatro Rossetti - Stabile del Friuli Venezia Giulia]]]]
[[File:James Joyce in Trieste.JPG|thumb|upright=1.2|"... ''la mia anima è a Trieste'' ...", James Joyce, lettera a [[Nora Barnacle|Nora]], 27 ottobre 1909.]]
* Civico [[Museo del Castello e Armeria|museo del castello e armeria]], dedicato alla storia del [[Castello di San Giusto]] e ospitato nei locali dello stesso castello, acquisito dal comune nel 1932 e restaurato nel 1936 l'armeria raccoglie armi tra il XII e il XIX secolo.
* Civico [[Museo di Storia Patria|museo di storia patria]], nato come sezione del Museo di storia ed arte, fu ospitato dal [[1925]] nella palazzina Basevi. Doveva raccogliere i materiali della vita pubblica e privata della città, ma se ne distaccarono nel 1934 i materiali risorgimentali e nel dopoguerra, in seguito ai danni subiti dalla palazzina e lo spostamento alla sede attuale di via Imbriani 5, la collezione di dipinti fu distaccata presso il Museo Sartorio.
* Civico [[Museo del Risorgimento e sacrario di Oberdan|museo del Risorgimento e sacrario Oberdan]], raccoglie cimeli rinascimentali cittadini, precedentemente parte della raccolta del Museo di storia patria, ospitati in un edificio costruito nel [[1934]] dall'architetto [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]] sul luogo della scomparsa caserma nella quale era stato giustiziato [[Guglielmo Oberdan]], nella [[Piazza Oberdan (Trieste)|piazza omonima]].
* Civico [[Risiera di San Sabba|museo della Risiera di San Sabba]], conserva, in alcune sale del monumento, ristrutturato nel [[1965]] (architetto Romano Boico), una raccolta di cimeli provenienti dai campi di sterminio tedeschi e oggetti sottratti dai nazisti agli ebrei triestini.
* Civico [[museo di guerra per la pace "Diego de Henriquez"]], istituito nel [[1997]], raccoglie cimeli di storia militare riuniti dal collezionista [[Diego de Henriquez]]. Si trova insieme al Civico Museo di Storia naturale nell'ex caserma Duca delle Puglie in via Cumano 22.
* [[Lapidario Tergestino|Lapidario tergestino]], ospitato in uno dei bastioni del Castello, custodisce reperti provenienti dagli edifici della Trieste romana e precedentemente custoditi nell'Orto lapidario.
* [[Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa|Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa]], nato dalla collaborazione del Comune con le [[Poste italiane]] e ospitato nel palazzo delle Poste del [[1894]], raccoglie cimeli postali della regione e delle zone limitrofe. Ha sede nell'eclettico Palazzo delle Poste di Piazza Vittorio Veneto.
* [[Museo Etnografico di Servola|Museo etnografico di Servola]], sorto nel 1975, per iniziativa di don [[Dušan Jakomin]], con lo scopo di raccogliere, conservare, esporre e mettere a disposizione di studiosi e di quanti siano interessati, documenti e oggetti legati alla storia, alla cultura e al costume del rione di [[Servola]].
* [[Science centre immaginario scientifico]], situato nella baia di Grignano, a ridosso del [[Riserva naturale marina di Miramare|Parco di Miramare]] di Trieste, il Science centre immaginario scientifico (IS) è un museo della scienza interattivo e multimediale. Il centro adotta originali tecniche espositive e innovative metodologie di animazione didattica che lo inseriscono nella tipologia dei cosiddetti “musei di nuova generazione” – ovvero i “science centre” di scuola anglosassone – che rivoluzionano le modalità tipiche di un museo tradizionale: da luogo deputato alla conservazione ed esposizione di reperti e vecchi strumenti, il museo si trasforma in un luogo vivo, dove il visitatore interagisce con gli oggetti presenti e con gli ambienti museali.
* [[Alinari Image Museum]] (AIM), inaugurato nel [[2016]] e sito nel bastione del [[castello di San Giusto]], è un museo della fotografia interattivo e multimediale. Offre un archivio che, collegato informaticamente alla raccolta [[Fratelli Alinari]] di [[Firenze]], racconta l'evoluzione dell'immagine dagli albori all'era della tecnologia digitale e permette di intraprendere, tra monitor, proiettori, schermi interattivi e microcomputer di ultima generazione, un percorso visivo, anche tridimensionale, nella storia della fotografia e del vastissimo repertorio del più antico archivio fotografico del mondo.
* Civico [[Museo di storia naturale di Trieste|museo di storia naturale]], inaugurato nel [[1846]] da un'associazione privata (la "Società di amici della scienza naturale") come "Gabinetto zoologico-zootomico", venne donato alla città nel [[1852]] e si trasferì nella sede attuale con il nome di "Civico museo ''Ferdinando Massimiliano''". Comprende una sezione botanica, una sezione zoologica, una sezione paleontologica e una mineralogica e svolge attività didattica e di ricerca.
* Civico [[Acquario Marino|acquario marino]], inaugurato nel [[1933]] ed ospitato nell'ex "Peschiera Centrale", edificata nel [[1913]] in [[Art Nouveau|stile liberty]] dall'architetto [[Giorgio Polli]]. Ospita esemplari della fauna marina [[Mar Adriatico|adriatica]] in un sistema di vasche con acqua prelevata direttamente dal mare.
* Civico [[Museo del mare (Trieste)|museo del mare]], inaugurato nel [[1904]] come "Museo della pesca" dalla "Società di pesca e piscicultura marina". A questo si aggiunsero materiali provenienti dall'Istituto nautico "Tomaso di Savoia Duca di Genova" di Trieste, con la trasformazione in "Esposizione marina permanente", affidato alla "Società adriatica di scienze naturali". Nel [[1968]] divenne il museo attuale con la nuova sede allestita dall'architetto [[Umberto Nordio (architetto)|Umberto Nordio]]. Ospita i materiali sulla storia della marineria triestina.
* Civico [[Orto botanico di Trieste|orto botanico]], fondato nel [[1842]] dal "Gremio farmaceutico", a cui seguì nel [[1861]] un giardino per le specie spontanee dell'ambiente carsico. Nel [[1903]] ricevette il nome attuale.
* Museo [[Joyce Museum|Joyce museum]], nato nel [[2004]] dalla collaborazione tra Comune e [[Università degli studi di Trieste|Università]], come centro di documentazione e studio di [[James Joyce]] in [[Italia]]. Ora si trova in via Madonna del Mare, 13.
* [[Museo sveviano]], ospitato originariamente a palazzo Biserini presso la Biblioteca civica, ora in via Madonna del Mare 13, è un centro di documentazione e di studio su [[Italo Svevo]] (pseudonimo dell'industriale triestino Ettore Schmitz).
* [[Museo petrarchesco piccolomineo]], aperto nel [[2003]] per l'esposizione delle opere di [[Francesco Petrarca]] ed [[Enea Silvio Piccolomini]] conservate nella Biblioteca Hortis. La collezione fu lasciata in eredità alla città dal mecenate conte [[Domenico Rossetti De Scander]] (Trieste 1774 - Trieste 1842). Ha sede in via Madonna del Mare, 13.
* Civico [[museo Sartorio]], ospitato in una villa settecentesca, ristrutturata nell'Ottocento e appartenente alla famiglia Sartorio. Conserva alcuni ambienti con arredi originali e diverse collezioni donate alla città, il ''Trittico di Santa Chiara'', opera di [[Paolo Veneziano|Paolo]] e [[Marco Veneziano]] del [[1328]] e disegni di [[Giambattista Tiepolo]]. Ha sede in Largo Papa Giovanni XXIII, 1.
* Civico [[museo Morpurgo de Nilma]], ospitato nell'appartamento ottocentesco dei banchieri Morpurgo, con gli arredi originali, donato dalla famiglia al Comune nel [[1943]]. Si trova in via Imbriani 5.
* [[Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata|Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata]]
* [[Museo della Bora|Museo della bora]]
* [[Museo ebraico Carlo e Vera Wagner]]
* [[Museo della Fondazione Giuseppe Scaramangà di Altomonte]]
* [[Galleria Nazionale d'Arte Antica (Trieste)|Galleria nazionale d'Arte antica]]
* [[Museo Nazionale dell'Antartide "Felice Ippolito"|Museo nazionale dell'Antartide]]
* [[Museo ferroviario di Trieste Campo Marzio|Museo ferroviario]]
* [[Museo etnografico di Servola]]
* [[Speleovivarium|Museo speleologico "Speleovivarium"]]
* [[Museo Commerciale|Museo commerciale]]
* [[Antiquarium di Borgo San Sergio]]
* [[Donazione Sambo]]
=== Teatri ===
Questi sono i principali teatri di Trieste:
* [[Teatro Verdi (Trieste)|Teatro Comunale Giuseppe Verdi]]
* [[Politeama Rossetti|Teatro Rossetti - Stabile del Friuli Venezia Giulia]]
* [[Teatro Stabile Sloveno]] - ''Slovensko Stalno Gledališče''
* Teatro Orazio Bobbio (ex ''Cristallo - La Contrada'')
* [[Teatro Miela]]
* Teatro Sala Tripcovich
* Teatro dei Fabbri
* Teatro Franco e Franca Basaglia
* Teatro dei Salesiani
* Teatro Silvio Pellico
=== Letteratura ===
{{citazione|Trieste ha una scontrosa / grazia. Se piace, / è come un ragazzaccio aspro e vorace, / con gli occhi azzurri e mani troppo grandi / per regalare un fiore; / come un amore / con gelosia.|[[Umberto Saba]], ''Trieste'', vv. 8-14}}
L'ambiente culturale [[Mitteleuropa|mitteleuropeo]] e la particolare storia di Trieste hanno favorito fin dall'Ottocento l'affermazione di scrittori triestini e l'arrivo di importanti autori stranieri che nella città vissero a lungo, tanto che si può parlare di una [[letteratura triestina]].
=== Media ===
Elenco dei media di diffusione locale fruibili a Trieste:
{| class="wikitable" border=1 cellspacing=0
!Quotidiani!!Periodici!!Case Editrici!!TV!!Radio
|-
|valign=top|
* ''[[Il Piccolo]]''
* ''[[Primorski dnevnik]]''
|valign=top|
* ''City Sport''
* ''Konrad''<ref>{{cita web|url=http://www.konradnews.org|titolo=Sito}}</ref>
* ''Germinal''
* ''[[Il Lavoratore]]''
* ''[[Il Massimiliano]]''
* ''[[Vita Nuova (Trieste)|Vita Nuova]]''
|valign=top|
Nazionali
* ''[[Editoriale Scienza]]''
* ''[[Edizioni EL]]''
Locali
* ''[[Editoriale Stampa Triestina]]''
* ''[[Edizioni Italo Svevo]]''
* ''[[Lint Editoriale]]''
* ''[[Hammerle Editori]]''
* ''[[Luglio Editore]]''
* ''[[La Mongolfiera]]''
* ''[[Bohem Press Italia]]''
* Battello Stampatore
* Bruno Fachin Editore
|valign=top|
* ''[[Rai Friuli-Venezia Giulia]]''
* ''[[Telequattro]]''
* ''[[Trieste Oggi tv]]''
Redazioni di Trieste:
* ''[[Antenna 3 Nord Est]]''
* ''[[Free (televisione)|Free]]''
|valign=top|
* ''[[Radio Attività]]''
* ''[[Radio Fragola]]''
* ''[[Radio Nuova Trieste]]''
* ''[[Radio Punto Zero Tre Venezie]]''
* ''[[Radio Invidia]]''
* ''[[Radio Romantica]]''
* ''[[Radio Vasco]]''
|}
=== Eventi ===
* [[Trieste Film Festival]], festival cinematografico che si tiene in gennaio.<ref>{{Cita web|url=http://www.triestefilmfestival.it|titolo=Trieste Film Festival › Alpe Adria Cinema|cognome=www.grandpixels.com|sito=www.triestefilmfestival.it|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Trieste Science+Fiction Festival]], novembre, festival cinematografico dedicato alla [[fantascienza]].<ref>{{Cita web|url=http://www.sciencefictionfestival.org|titolo=Trieste Science+Fiction - Festival della Fantascienza - Festival della Fantascienza di Trieste|sito=Trieste Science+Fiction - Festival della Fantascienza|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Barcolana]], la [[regata]] velica più affollata del mondo: vi partecipano circa 2000 barche. Si tiene ogni anno la seconda domenica di ottobre.<ref>{{Cita web|url=http://www.barcolana.it|titolo=Barcolana 30 settembre 9 ottobre 2016|sito=Barcolana|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Maremetraggio|ShorTS]], luglio, festival internazionale del cortometraggio e delle opere prime.<ref>{{Cita web|url=http://www.maremetraggio.com|titolo=ShorTS – Trieste 1-9 luglio 2016|sito=www.maremetraggio.com|accesso=21 agosto 2016}}</ref>
* [[Bloomsday]], giugno, festa in onore dello scrittore irlandese James Joyce.
== Geografia antropica ==
[[File:Circoscrizioni-trieste.png|thumb|upright=1.2|Le 7 circoscrizioni comunali di Trieste]]
=== Suddivisioni storiche ===
Rioni tradizionali e località, con segnati attraverso (*) corrispondenti alle circoscrizioni
# *[[Borgo San Nazario]]: 766 ab., *[[Borgo SS. Quirico e Giulitta]]: 700 ab., *[[Contovello]] (''Kontovel''): 1.487 ab., *Porto Santa Croce o [[Santa Croce (Trieste)|Santa Croce]] (''Križ''): 1.452 ab., *[[Prosecco (Trieste)|Prosecco]] (''Prosek''): 1.349 ab.
# *[[Banne (Trieste)|Banne]] (''Bani''): 241 ab., *[[Basovizza]] (''Bazovica''): 684 ab., *[[Gropada]] (''Gropada''): 297 ab., *[[Opicina]] o Villa Opicina (''Opčine''): 7.950 ab., *[[Padriciano]] (''Padriče''): 872 ab., *[[Trebiciano]] (''Trebče''): 589 ab.
# [[Barcola]] (''Barkovlje''), [[Cologna (Trieste)|Cologna]], [[Conconello]] (''Ferlugi''), [[Gretta]] (''Greta''), [[Roiano]] (''Rojan''), [[Scorcola]], *[[Grignano (Trieste)|Grignano]] (''Grljan''): 632 ab., *[[Miramare (Trieste)|Miramare]] (''Miramar''): 780 ab.
# [[Barriera Nuova]], [[Borgo Giuseppino]], [[Borgo Teresiano]], [[Città Nuova trieste|Città Nuova]], [[Città Vecchia (Trieste)|Città Vecchia]], [[San Vito (Trieste)|San Vito]], [[San Giusto (Trieste)|San Giusto]], [[Campi Elisi trieste|Campi Elisi]], [[Sant'Andrea trieste|Sant'Andrea]], [[Cavana trieste|Cavana]]
# [[Barriera Vecchia]] (''Stara mitnica''), [[San Giacomo (Trieste)|San Giacomo]] (''Sv. Jakob'')
# [[Cattinara]] (''Katinara''), [[Chiadino]], [[San Luigi (Trieste)|San Luigi]], [[Guardiella]] (''Vrdela''), [[Longera]] (''Lonjer''), [[San Giovanni (Trieste)|San Giovanni]] (''Sv. Ivan''), [[Rozzol Melara|Rozzol]], [[Rozzol Melara|Melara]]
# [[Chiarbola]] (''Čarbola''), [[Coloncovez]] (''Kolonkovec''), [[Santa Maria Maddalena Inferiore - Raute]] (''Rovte''), [[Santa Maria Maddalena Superiore]], [[Servola]] (''Škedenj''), [[Poggi Paese]], [[Poggi Sant'Anna]] (''Sv. Ana''), [[Valmaura]], [[Altura (Trieste)|Altura]]
=== Suddivisioni amministrative ===
# [[I Circoscrizione (Trieste)|I Circoscrizione - Altipiano Ovest]]
# [[II Circoscrizione (Trieste)|II Circoscrizione - Altipiano Est]]
# [[III Circoscrizione (Trieste)|III Circoscrizione - Roiano-Gretta-Barcola-Cologna-Scorcola]]
# [[IV Circoscrizione (Trieste)|IV Circoscrizione - Città Nuova - Barriera Nuova - San Vito - Città Vecchia]]
# [[V Circoscrizione (Trieste)|V Circoscrizione - Barriera Vecchia - San Giacomo]]
# [[VI Circoscrizione (Trieste)|VI Circoscrizione - San Giovanni - Chiadino - Rozzol]]
# [[VII Circoscrizione (Trieste)|VII Circoscrizione - Servola - Chiarbola - Valmaura - Borgo San Sergio]]
== Economia ==
[[File:Porttrieste old.jpg|thumb|upright=1.2|Il [[Porto di Trieste|porto vecchio di Trieste]]]]
Le attività commerciali e industriali della città sono ancora legate, anche se in misura minore rispetto al passato, al [[Porto di Trieste|porto]]. Nonostante l'incidenza negativa di quest'ultimo sul piano economico e occupazionale, la popolazione triestina gode di un alto tenore di vita (nel [[2008]] la [[Provincia di Trieste]] era seconda in Italia dopo quella di [[Provincia di Milano|Milano]]<ref>Qui di seguito si elencano i 6 parametri utilizzati da ''[[Il Sole 24 Ore]]'' per la determinazione del tenore di vita: 1) Pil pro capite; 2) depositi bancari pro capite; 3) importo medio delle pensioni; 4) consumi delle famiglie (per auto, mobili ed elettrodomestici); 5) indice Foi sul costo della vita; 6) costo delle abitazioni (Elaborazione de ''[[Il Sole 24 Ore]]'' su dati dell'Istituto Tagliacarne, [[Associazione Bancaria Italiana|ABI]]-[[Bankitalia]], [[Istat]], [[Inps]], Findomestic, Centro Studi Sintesi ed Orizzonti Immobiliari). Cfr. ''Il Sole 24 Ore'' del 29 dicembre 2008 (Inserto: ''Dossier del Lunedì'' pag. 4)</ref>) e di elevati livelli di reddito<ref>La [[Provincia di Trieste]], corrispondente sotto il profilo demografico in massima parte alla città di Trieste, aveva, secondo le ultime rilevazioni del 2007 ([[Il Sole 24 Ore]] / Istituto Tagliacarne) un Pil di Euro 28.941,25 pro capite (del 17,2% superiore alla media nazionale). Cfr. ''Il Sole 24 Ore'' del 29 dicembre 2008 (Inserto: ''Dossier del Lunedì'' pag. 4)</ref>.
Alcune fra le maggiori compagnie di assicurazione vennero fondate a Trieste a partire dal periodo Asburgico: [[Assicurazioni Generali]] (1831), [[SASA (azienda)|SASA Assicurazioni]] (1923 - in seguito incorporata nel gruppo [[UnipolSai]]), [[Lloyd Adriatico]] (1936) e [[Riunione Adriatica di Sicurtà|Riunione Adriatica di Sicurtà (RAS)]] (1838). Le ultime due oggi sono incorporate nel gruppo tedesco [[Allianz]]. Tuttora la direzione generale di [[Assicurazioni Generali]] e quella della compagnia assicuratrice telefonica online [[Genertel]] hanno sede a Trieste, così come Allianz S.p.A., che nella città conta la sede legale e operativa<ref>{{Cita web|url=http://www.allianz.it/servizi/contatti|titolo=Contatti}}</ref>.
Nel settore dell'[[industria]] ci sono stabilimenti che trattano la metallurgia e la meccanica industriale e [[Cantiere navale di Trieste|navale]], in funzione dalla fine dell'Ottocento.
[[File:Grandi Motori Trieste.jpg|thumb|left|upright=1.2|Lo stabilimento della Grandi Motori Trieste, ora [[Wärtsilä Italia]]]]
La [[Ferriera di Servola]] è un complesso industriale specializzato nella produzione di [[ghisa]], sito a [[Servola]], un rione di Trieste. Il complesso siderurgico si estende per 560.000 metri quadri<ref>{{cita web|url=http://forumtrieste2011.files.wordpress.com/2010/11/1_la-ferriera_schede-tecniche.pdf|titolo=Forum Trieste 2011}}</ref> e all'ottobre 2012 impiega direttamente circa 500 dipendenti più 300 dell'indotto<ref>{{cita web|url=http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-10-12/ferriera-servola-avvia-chiusura-064444.shtml?uuid=AbvRu1rG|titolo=IlSole24Ore}}</ref>.
La [[Wärtsilä Italia|fabbrica macchine della Wärtsilä Italia]], ex [[Grandi Motori Trieste]], è il più grande stabilimento per la produzione di motori navali in Europa e uno dei più importanti di componenti per [[centrali elettriche]]. Lo stabilimento, in continua crescita, ha ricevuto anche delle commesse per le ricostruzioni di centrali in [[Iraq]]. Trieste è anche sede del gruppo [[Fincantieri]] (con cantieri presenti in Italia, Stati Uniti, Norvegia, Romania, Vietnam e Brasile), leader mondiale nella costruzione di navi da crociera e da supporto offshore e in ascesa nel settore della marina militare.
[[File:Fincantieri – Sede Trieste.jpg|thumb|upright=1.2|La sede della Fincantieri a Trieste]]
Grazie allo sviluppo dell'industria meccanica favorito dai numerosi cantieri navali, a partire dai primi anni del [[XX secolo]] vennero fondate anche società per la produzione di velivoli e autoveicoli, raggiungendo il massimo sviluppo a partire dal [[1922]]<ref>[http://dipeco.economia.unimib.it/web/pdf/pubblicazioni/wp132_08.pdf Between Agnelli and Mussolini: Ford's unsuccessful attempt to penetrate the Italian automobile market in the interwar period, Università di MIlano-Bicocca, pag.6] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111114062023/http://dipeco.economia.unimib.it/web/pdf/pubblicazioni/wp132_08.pdf |data=14 novembre 2011 }}</ref>, con l'insediamento di uno stabilimento della [[Ford]] e della sede legale della filiale italiana<ref>[http://media.ford.com/timeline/index.cfm?dec=4 media.ford.com Ford Timeline] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20051216064615/http://media.ford.com/timeline/index.cfm?dec=4 |data=16 dicembre 2005 }}</ref>, per poi vedere chiudere le attività produttive dal [[1931]] in poi a causa delle pressioni della Fiat al regime fascista.<ref>[http://dipeco.economia.unimib.it/web/pdf/pubblicazioni/wp132_08.pdf Between Agnelli and Mussolini: Ford's unsuccessful attempt to penetrate the Italian automobile market in the interwar period, Università di MIlano-Bicocca, pag.8, 12] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111114062023/http://dipeco.economia.unimib.it/web/pdf/pubblicazioni/wp132_08.pdf |data=14 novembre 2011 }}</ref>. Le ultime imprese attive nella produzione di autoveicoli chiusero nel secondo dopoguerra.
A Trieste si trovano anche i laboratori della [[Flextronics]] e della [[Telit]], importanti compagnie operante nel settore delle telecomunicazioni.
Nel settore alimentare possiamo ricordare importanti società come [[Illycaffè|Illy]] (caffè), Principe e Sfreddo (salumi), Parovel, Potocco, [[Pasta Zara]], [[Stock liquori|Stock]]. Sono di fondazione triestina anche la [[Hausbrandt]] (caffè) e la [[Dreher]].
Oltre il 90% di tutte le aziende industriali e buona parte di quelle artigianali (es. Zona Artigianale Dolina) trovano la loro sede nella zona industriale sita nelle valli di Zaule e delle Noghere, a cavallo dei Comuni di Trieste, [[Muggia]] e [[San Dorligo della Valle]], amministrata dall'[[Ente Zona Industriale di Trieste|EZIT]].
Nel capoluogo giuliano è presente un settore avanzato della ricerca scientifica, un sincrotrone, un centro avanzato di fisica teorica, e terziario avanzato.
A Trieste c'è anche la sede dell'[[Italia Marittima]] (ex [[Lloyd Triestino]]) società nata nel 1836 ed a oggi una delle più vecchie e longeve compagnie di navigazione del mondo.
Infine, occorre ricordare che Trieste è, dopo Roma, la città italiana che vanta la maggior concentrazione di dipendenti pubblici sul totale della popolazione residente. La motivazione va ricercata nelle conseguenze dell'[[esodo istriano]]: a Trieste, infatti, fu trovata una sistemazione alle migliaia di esuli provenienti dall'Istria, dal Quarnero, dalla Dalmazia, che già lavoravano per lo Stato italiano prima di lasciare le terre di origine.<ref>[http://www.coordinamentoadriatico.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2744] articolo di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, ''1861-2011 Visioni d'Italia'', [[Corriere della Sera]] del 17/07/2010</ref>
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
[[File:Segnaletica multilingue.JPG|thumb|left|Segnaletica stradale bilingue a [[Prosecco (Trieste)|Prosecco]], quartiere di Trieste]]
Trieste è servita dall'[[Autostrada A4 (Italia)|A4]] attraverso il [[raccordo autostradale 13]] Sistiana-Padriciano ed è inserita nei collegamenti europei [[Strada europea E70|E70]], [[Strada europea E61|E61]] ed [[Strada europea E751|E751]]. Il [[raccordo autostradale 13]] diventa, dopo l'uscita di [[Cattinara]], la ''[[Strada statale 202 Triestina|nuova SS 202/sopraelevata di Trieste]]'' e arriva fino al porto della città.
Importante pe la città giuliana è la [[Grande Viabilità Triestina]], che è il collegamento stradale, con caratteristiche di [[autostrada]] o di [[strada extraurbana principale]], tra la città di Trieste e la rete [[autostrada]]le [[Autostrade in Italia|italiana]] e [[Autostrade in Slovenia|slovena]].
[[File:Grande Viabilità Triestina.svg|thumb|upright=1.8|Schema della Grande Viabilità Triestina]]
La denominazione ''Grande Viabilità Triestina'' attualmente non è assegnata ad alcuna strada. Fino al [[1997]] veniva così chiamata la [[Strada statale 202 Triestina|sopraelevata di Trieste (ora SS 202)]].
È composta da tratti viari classificati diversamente ma collegati tra loro senza soluzione di continuità.
La GVT ha inizio a [[Sistiana]] come continuazione dell'[[Autostrada A4 (Italia)|autostrada A4]].
Partendo dall'autostrada A4 al molo VII del [[porto di Trieste]], la GVT è così composta:
*[[Raccordo autostradale 13|raccordo autostradale 13 Sistiana-Padriciano]]
*[[Raccordo autostradale 13#Storia della Grande Viabilità Triestina (GVT)|nuova strada ANAS 344 Padriciano-Cattinara]] (successivamente [[autostrada Sistiana-Rabuiese]])
*[[Strada statale 202 Triestina|strada statale 202 Cattinara-porto di Trieste]]<ref name=pop>Non tutta la SS 202 fa parte della GVT. Alcuni km della SS 202 non sono a carreggiate separate e questo tratto, non compreso nella GVT, si sviluppa parallelamente alla NSA 344. Di conseguenza solo il tratto a 2 corsie per senso di marcia della SS 202, la cosiddetta sopraelevata, è parte integrante della GVT.</ref>
La GVT si compone inoltre di due [[Raccordo autostradale|diramazioni]], con caratteristiche di [[autostrada]], verso i confini sloveni, costruite in quanto previste dagli [[accordi di Osimo]] del [[1975]] e dal conseguente decreto del presidente della Repubblica 6 marzo 1978, n. 100 (GU n. 102 suppl. ord. del 13/04/1978)<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DPR|numero=100|giorno=06|mese=03|anno=1978}}</ref>:
*[[Raccordo autostradale 14|raccordo autostradale 14 (valico Fernetti)]]
*[[Nuova strada Anas 326 - Raccordo Lacotisce-Rabuiese|raccordo autostradale per il valico Rabuiese]]
=== Ferrovie ===
[[File:Trieste central station.JPG|thumb|upright=1.2|La stazione ferroviaria di Trieste Centrale.]]
[[File:MyAviationNetPhotoID00239147.jpg|thumb|upright=1.2|Scorcio dell'aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari]]
Trieste è servita dalle ferrovie [[Ferrovia Venezia-Trieste|Venezia-Trieste]] e [[Ferrovia Udine-Trieste|Udine-Trieste]], dalla [[ferrovia Meridionale]] e dalla [[ferrovia Transalpina]], non utilizzata nel breve tratto urbano.
Il traffico passeggeri è concentrato nella [[stazione di Trieste Centrale]], servita da treni regionali svolti da [[Trenitalia]] nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la [[Regione Friuli-Venezia Giulia]] e da collegamenti a lunga percorrenza svolti anch'essi da Trenitalia.<br />
Nella relazione metropolitana (M40) con la [[stazione di Monfalcone]] alcuni treni fermano a [[stazione di Miramare|Miramare]], [[Stazione di Bivio d'Aurisina]] e [[Stazione di Sistiana-Visogliano]]. Dal 2018 è costituita la [[Stazione di Trieste Airport]] a servizio dell'aeroporto e della piattaforma intermodale regionale.<br />
I treni per la Slovenia partono dalla [[stazione di Villa Opicina]].
Il traffico merci è generato prevalentemente dal porto; dallo scalo di [[Stazione di Trieste Campo Marzio|Campo Marzio]] partono quotidianamente treni merci in gran parte dedicati al trasporto intermodale e le cosiddette "[[Autostrada viaggiante|autostrade viaggianti]]" in servizio internazionale.
=== Aeroporti ===
L'[[aeroporto di Trieste-Ronchi dei Legionari]] è situato a 30 km a nord-ovest dalla città ed è servito da voli nazionali e internazionali. Sito nella [[provincia di Gorizia]], 21 km a sud-ovest di Gorizia, 30 km a nordovest di Trieste e a 38 km a sud di Udine, lungo la ex [[strada statale 14 della Venezia Giulia]], è nel territorio del comune di [[Ronchi dei Legionari]]. La struttura, aperta al traffico commerciale, è dotata di una pista in asfalto lunga {{M|3 000|-|m}} e larga 45 m, con orientamento RWY 09-27 ed è gestita dalla società Aeroporto Friuli Venezia Giulia S.p.A. col nome commerciale di ''Trieste Airport - Friuli Venezia Giulia''<ref>{{Cita web|url=http://www.aeroporto.fvg.it/welcome/|titolo=Trieste Airport - Friuli Venezia Giulia - HOME|editore=triesteairport.it|accesso=18 novembre 2016}}</ref><ref>{{Cita news|url=http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/11/18/news/nasce-il-trieste-airport-friuli-venezia-giulia-1.14430176?ref=hfpitsec-2|titolo=Ronchi, nasce il Trieste Airport Friuli Venezia Giulia - Cronaca - Il Piccolo|pubblicazione=Il Piccolo|data=18 novembre 2016|accesso=18 novembre 2016}}</ref>.
Dal [[2007]] l'aeroporto è stato intitolato alla memoria di [[Pietro Savorgnan di Brazzà]], esploratore friulano.<ref>{{Cita web|url=http://www.aeroporto.fvg.it/it/aeroporto/pietro_savorgnan.htm|titolo=Aeroporto Friuli Venezia Giulia - Intitolazione aeroporto|accesso=6 dicembre 2011}}</ref>. Guardando l'area compresa tra [[Alto Adriatico]] e [[Alpi Orientali]], tra Italia (Friuli Venezia Giulia e [[Veneto]]), [[Slovenia]], [[Croazia]] e [[Austria]] ([[Carinzia]]) il suo bacino d'utenza supera i 5 milioni di persone, calcolati sulla base di un tempo di percorrenza in auto di 90 minuti necessario per raggiungere l'aeroporto.
=== Porti ===
{{vedi anche|Porto di Trieste}}
[[File:Porto nuovo di Trieste 1.4.2012.jpg|thumb|center|upright=5|[[Porto di Trieste|Porto nuovo di Trieste]]]]
Il [[Porto di Trieste]] vanta notevoli dimensioni e rappresenta, fra l'altro, il principale accesso marittimo europeo per i prodotti turchi. Rilevanti anche la movimentazione del [[caffè]] (un terzo delle importazioni nazionali) e il terminale petrolifero, da cui parte l'oleodotto Transalpino, che arriva a [[Ingolstadt]] e rifornisce [[Austria]], [[Baviera]] e [[Repubblica Ceca]].
Riguardo al [[trasporto pubblico|traffico passeggeri]] è in crescita l'attività croceristica che porta ogni estate più di 100.000 passeggeri.
[[File:Bus Trieste Piazza Unita.jpg|thumb|Bus urbani della Trieste Trasporti]]
La Trieste Trasporti organizza le linee di navigazione con il capoluogo verso la cittadina di [[Muggia]] e nel periodo estivo sono attivi altri collegamenti verso [[Barcola]], [[Grignano (Trieste)|Grignano]] e Sistiana. Trieste ha una lunga tradizione nei collegamenti via mare, che servono la città e le zone limitrofe sia nella regione Friuli-Venezia Giulia che nell'Istria. Durante il periodo estivo è attivo un collegamento marittimo gestito dall'APT con la cittadina di [[Grado (Italia)|Grado]]. La società Trieste Lines, invece, ha in gestione il sistema di collegamenti con la costa istriana, con aliscafi veloci che raggiungono [[Pirano]], [[Rovigno]] e [[Pola]].
=== Mobilità urbana ===
Il trasporto pubblico è gestito dalla [[Trieste Trasporti]], che esercisce autolinee urbane, e interurbane, servizi marittimi e la [[tranvia di Opicina]]. L'11 giugno 2016 era stata inaugurata una nuova linea tranviaria di collegamento tra il centro della città e il porto vecchio<ref>{{Cita web|url=http://www.ferrovie.it/portale/leggi.php?id=3669|titolo=Ferrovie.it - Al via il Tramway di Trieste|sito=Ferrovie.it|accesso=14 giugno 2016}}</ref>, sui binari già esistenti, la quale tuttavia è stata chiusa dopo poco.
In passato la città era dotata di una [[rete tranviaria di Trieste]] e una [[rete filoviaria di Trieste]]. In passato, per quanta riguarda al prima, è stata rappresentata da una vasta rete di linee, poi inesorabilmente soppresse. Dal [[1970]], l'unica linea rimasta attiva è la [[Tranvia di Opicina]]. La rete filoviaria di Trieste fu in esercizio nella città giuliana dal 1935 al 1975. La prima linea filoviaria della città di Trieste fu attivata nel [[1935]]: si trattava della cosiddetta linea dei Colli, da piazza Goldoni alla [[Stazione di Trieste Campo Marzio|stazione di Campo Marzio]], a cui seguirono altre linee negli anni seguenti; nel [[1942]] erano in servizio le linee<ref name=Trieste4282>{{Cita web |url=http://www.inbusclub.it/docs/TPLTrieste1942-1982-11.12.2012.pdf |titolo=Dario Cafagna, Trasporto pubblico locale a Trieste 1942-1982|accesso=25 settembre 2013|editore=http://www.inbusclub.it}}</ref>
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Trieste}}
[[File:Muzio de Tommasini (1794-1879) 018.jpg|thumb|upright=1.2|Il busto di [[Muzio Tommasini]], primo [[Podestà (medioevo)|podestà]] di Trieste, che si trova nel Giardino Pubblico a lui intitolato]]
=== Consolati ===
Il [[Agente consolare#Corpo consolare|Corpo Consolare]] di Trieste è composto da 29 rappresentanze consolari<ref>http://www.esteri.it/mae/it/ministero/servizi/stranieri/rapprstraniere/</ref>, le quali sono:
'''Europa'''
* [[Austria]] ''Consolato onorario''
* [[Belgio]] ''Consolato onorario''
* [[Cipro]] ''Consolato onorario''
* [[Croazia]] ''Consolato generale''
* [[Danimarca]] ''Consolato onorario''
* [[Francia]] ''Consolato onorario''
* [[Grecia]] ''Consolato generale onorario''
* [[Malta]] ''Consolato onorario''
* [[Montenegro]] ''Consolato onorario''
* [[Principato di Monaco|Monaco]] ''Consolato onorario''
* [[Norvegia]] ''Consolato onorario''
* [[Portogallo]] ''Consolato onorario''
* [[Romania]] ''Consolato generale''
* [[Serbia]] ''Consolato generale''
* [[Slovacchia]] ''Consolato onorario''
* [[Slovenia]] ''Consolato generale''
* [[Svezia]] ''Consolato onorario''
* [[Ungheria]] ''Consolato onorario''
'''Americhe'''
* [[Guatemala]] ''Consolato onorario''
* [[Perù]] ''Consolato generale onorario''
'''Asia'''
* [[Kazakistan]] ''Consolato onorario''
* [[Turchia]] ''Consolato generale onorario''
'''Africa'''
* [[Camerun]] ''Consolato onorario''
* [[Eritrea]] ''Consolato onorario''
* [[Sudafrica]] ''Consolato onorario''
=== Gemellaggi ===
[[File:Trst, Ponterosso.3.jpg|thumb|upright=1.2|Piazza Ponterosso a Trieste]]
;Gemellaggi
* {{Gemellaggio|Libano|Beirut|1956}}<ref name="anci.fvg.it">{{cita web |url=http://www.anci.fvg.it/uploads/media/Gemellaggi_Friuli_V.G._aggiornati_al_01.01.2011_01.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=24 settembre 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160924174939/http://www.anci.fvg.it/uploads/media/Gemellaggi_Friuli_V.G._aggiornati_al_01.01.2011_01.pdf |dataarchivio=24 settembre 2016 }}</ref>
* {{Gemellaggio|Camerun|Douala|1971}}<ref name="anci.fvg.it"/>
* {{Gemellaggio|Austria|Graz|1973}}<ref>{{cita web|url=http://www.graz.at/cms/ziel/5050211/DE/|titolo=Città gemellate dal sito web del Comune di Graz|accesso=24 settembre 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160924182512/http://www.graz.at/cms/ziel/5050211/DE/|dataarchivio=24 settembre 2016}}</ref>
* {{Gemellaggio|Brasile|Santos|1977}}<ref name="anci.fvg.it"/>
* {{Gemellaggio|Regno Unito|Southampton|2002}}<ref name="anci.fvg.it"/>
* {{Gemellaggio|Francia|Le Havre}}<ref name="anci.fvg.it"/>
;Accordi di collaborazione
* {{Gemellaggio|Italia|Venezia|2008}}, firmato a Trieste (10 gennaio 2008)
* {{Gemellaggio|Slovenia|Lubiana|2008}}, firmato a Trieste (18 febbraio 2008)
* {{Gemellaggio|Italia|Milano|2008}}, firmato a Trieste (24 ottobre 2008)
* {{gemellaggio|Croazia|Fiume (Croazia){{!}}Fiume|2011}}, firmato a Fiume (20 settembre 2011)
* {{Gemellaggio|Germania|Rostock|2011}}, firmato a Trieste (5 ottobre 2011)
== Sport ==
[[File:Stadio rocco tribuna pasinati.jpg|thumb|upright=5|Panoramica dello Stadio Nereo Rocco di Trieste]]
=== Società sportive ===
Nella città sono presenti numerose società sportive, tra le quali l'[[Unione Sportiva Triestina Calcio 1918]], uno dei più antichi club calcistici italiani che riuscì, nella [[Unione Sportiva Triestina 1947-1948|stagione 1947-1948]], a raggiungere la [[Serie A]] giungendo seconda in classifica dietro al [[Torino Football Club|Torino]] campione d'Italia.
[[File:Festeggiamenti Alma Pallacanestro Trieste.jpg|miniatura|upright=1.2|left|La vittoria del campionato di A2 2017-2018 della [[Pallacanestro Trieste]]]]
Durante l'esistenza del [[Territorio Libero di Trieste]] la città giuliana ebbe due squadre calcistiche partecipanti a due campionatidi due nazioni differenti, la Triestina nel campionato italiano, mentre il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]] giocò, invitato ufficialmente dalla [[Federazione calcistica della Serbia]], nel [[Prva liga Srbije i Crne Gore|campionato jugoslavo]], con il nome ''Amatori Ponziana Trst''. La Triestina fallì nel 1994 per poi essere rifondata nel 2012 e nel 2016. La Ponziana, dal 1949, tornò a partecipare a campionati italiani.
Altra importante società sportiva triestina è la [[Pallacanestro Trieste]], che è la principale società di [[pallacanestro]] maschile della città giuliana, erede della storica ''Pallacanestro Trieste'' fallita nel 2004. Milita in [[Serie A (pallacanestro maschile)|Serie A1]]. Gioca le sue partite interne all'[[PalaTrieste|Allianz Dome]]. Nel suo palmarès conta la vittoria di cinque scudetti tra il 1930 e il 1941. Nel 1984 la società venne acquistata dal magnate del tessile [[Giuseppe Stefanel]]. Al momento dell'acquisto la società militava nella seconda serie nazionale (A2) ma il presidente intendeva farne una squadra da scudetto. Le prime mosse furono l'acquisto di un nuovo capo allenatore il bosniaco [[Bogdan Tanjević]], senza però ottenere i risultati sperati.
[[File:U.S. Triestina 1947-1948.jpg|miniatura|upright=1.2|La [[Unione Sportiva Triestina 1947-1948|Triestina calcio nel 1947-1948]].]]
[[File:Barcolana41.JPG|thumb|upright=1.2|Primo lato della 41ª [[Barcolana]], [[regata]] velica più affollata del mondo, dato che vi partecipano circa 2000 barche]]
Rilevanti per la storia sportiva di Trieste sono i vari club velici storici, che testimonianano la lunga storia delal città giuliana in questo sport. Di rilievo assoluto è la [[Barcolana]], storica [[vela (sport)|regata velica]] internazionale che si tiene ogni anno nel [[Golfo di Trieste]] nella seconda domenica di [[ottobre]]. Nota per essere una delle regate con più alta partecipazione, dall’edizione 2018, la Barcolana, con 2689 [[imbarcazione|imbarcazioni]] iscritte, si pone in vetta nella classifica delle regate più affollate al mondo, un traguardo ambito e raggiunto con impegno da tutta la ''Società Velica di Barcola e Grignano''. Attualmente dunque la Barcolana è la regata più grande del mondo.<ref>{{cita web|url=http://www.barcolana.it}}</ref>
Altre squadre sportive maschili triestine sono la [[Pallamano Trieste]] che vanta 17 scudetti e milita in [[Serie A - 1ª Divisione Nazionale]], i [[Muli Trieste]], società di [[football americano]] che partecipa alla Lega Nazionale American Football, la [[Pallanuoto Trieste], che partecipa alla [[Campionato italiano maschile di pallanuoto|serie A1]], l'[[Edera Trieste]] (Campioni d'Italia 2010-2011) e la [[Kwins Polet Trieste]], squadre di [[hockey in line]] che militano in A1. Sono di rilevo anche l'[[Hockey Club Trieste]], squadra di [[Hockey su prato]], che milita nella serie B, l'[[Bor Trieste|U.S. Š.Z. Bor]], associazione [[polisportiva]], il [[Circolo Sportivo Ponziana 1912]], squadra di calcio attualmente non in attività, l'A.S.D. San Luigi Calcio, squadra di calcio che milita in [[Eccellenza Friuli-Venezia Giulia 2012-2013|Eccellenza]], la Junior Alpina Trieste, squadra di baseball e softball con varie categorie (dal minibaseball all'under21) e il Venjulia Rugby Trieste, squadra di rugby militante in Serie B con diverse categorie, dal minirugby alla Prima Squadra, Femminile e Old..
Il [[baseball a Trieste]] risale alla fine della seconda guerra mondiale, durante l'amministrazione del [[Allied Military Government of Occupied Territories|governo militare alleato]], quando Trieste faceva parte del [[Territorio Libero di Trieste]] e i 5000 militari statunitensi di stanza nella Zona A del territorio ne diffusero l'uso. Per quanto riguarda le squadre femminili sono di rilievo la società [[Artistica '81|Ginnastica Artistica '81]], che partecipa alla [[Serie A1 GAF|Serie A1 di Ginnastica Artistica Femminile]], la Pallanuoto Trieste che partecipa alla [[Campionato italiano femminile di pallanuoto|serie A2]], la [[Ginnastica Triestina]], che vanta 5 Scudetti, partecipa alla [[Serie A2 (pallacanestro femminile)|serie A2]] di [[basket]] e la ASD Futurosa basket Trieste, società che partecipa a tutte le categorie giovanili e minibasket. A Trieste hanno sede lo [[Yacht Club Adriaco]] e la [[Società velica di Barcola e Grignano]], che organizza la celebre [[Barcolana]].
=== Impianti sportivi ===
Degno di nota, da un punto di vista infrastrutturale, è lo [[Stadio Nereo Rocco]], che rappresenta il principale impianto calcistico di Trieste, dedicato a [[Nereo Rocco]], celebre calciatore e allenatore giuliano. Lo stadio Nereo Rocco ospita gli incontri interni della {{Calcio Triestina|N}}; in esso vi è inoltre la sede della stessa società nonché degli uffici provinciali del [[Comitato Olimpico Nazionale Italiano|CONI]] e il dipartimento di medicina sportiva; in talune occasioni è stato teatro di importanti concerti musicali, tra cui [[Vasco Rossi]] e [[Zucchero (cantante)|Zucchero]]. Lo stadio sorge nel quartiere di [[Valmaura]], alla periferia sud della città, nei pressi dell'uscita della [[Strada statale 202 Triestina|SS 202]], vicino al vecchio [[stadio Giuseppe Grezar]].
[[File:L'esterno di PalaTrieste Allianz Dome.jpg|thumb|upright=1.2|left|Scorcio del PalaTrieste]]
Lo stadio Giuseppe Grezar, in particolare, è un impianto [[sport]]ivo di Trieste, il secondo più importante della città dopo il più recente [[stadio Nereo Rocco]]. Nato come "Littorio", poi dal dopoguerra fino al [[1967]] chiamato "Comunale", fu successivamente intitolato al calciatore triestino [[Giuseppe Grezar]], che faceva parte della squadra del [[Grande Torino]] e che fu tra le vittime della [[tragedia di Superga]] del [[1949]]. Per molte stagioni impianto interno della {{Calcio Triestina|N}}, è stato trasformato in un impianto polifunzionale, con una pista di otto corsie dedicata all'[[atletica leggera]].<ref>{{cita web|url=http://www.retecivica.trieste.it/new/Default.asp?tabella_padre=sezioni&ids=12&tipo=-&pagina=cstampa_leggi.asp&comunicato=172|titolo=Stadio Grezar: a novembre 2004 partiranno i lavori di ristrutturazione|editore=retecivica.trieste.it|data=10 giugno 2004|accesso=30 dicembre 2009}}</ref>
Altri impianti sportivi triestini degni di nota sono il [[PalaChiarbola]], palazzetto utilizzato principalmente per la [[pallamano]]primo palazzo dello sport della città di Trieste, costruito nella prima metà degli [[anni 1970|anni settanta]] del [[XX secolo]], ed intitolato successivamente a [[Giorgio Calza]]. Si trova nel rione di [[Chiarbola]], con accessi da Via Visinada e da Piazzale delle Puglie. Adatto a tutte le discipline che si praticano al chiuso, è utilizzato prevalentemente per il gioco della [[pallamano]]. Ha una capienza di poco superiore ai 2000 posti a sedere, suddivisi tra una tribuna e due curve. Dispone anche una di una palestra secondaria di misure regolamentari, nonché di tre palestrine dedicate al [[pugilato]] e alle discipline dell'[[atletica pesante]].
Il [[PalaTrieste]], palazzetto di gestione della [[Pallacanestro Trieste 2004]], è un'[[arena coperta]] di Trieste. È dotato di {{formatnum:6943}} posti a sedere<ref name="FIVB">{{cita web|url=http://www.fivb.ch/en/volleyball/competitions/worldleague/2003/general/cities.asp|titolo=Città e Palazzetti della World League 2003|editore=[[Fédération Internationale de Volleyball|FIVB]]|accesso=7-10-2010}}</ref>, disposti ad anello attorno al [[parquet]] di gioco<ref name="scheda">{{cita web|url=http://www.triestecultura.it/sport/palasport.htm|titolo=Scheda sul PalaTrieste|editore=[[Trieste|Comune di Trieste]]|accesso=7-10-2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080313203646/http://www.triestecultura.it/sport/palasport.htm|dataarchivio=13 marzo 2008}}</ref>. Il 25 maggio [[2011]] è stato formalmente intitolato al grande poliatleta triestino [[Cesare Rubini]], scomparso nello stesso anno<ref>[http://www.retecivica.trieste.it/new/Default.asp?tabella_padre=sezioni&ids=12&tipo=-&pagina=cstampa_leggi.asp&comunicato=5579 INTITOLATO ALLA MEMORIA DI CESARE RUBINI IL PALATRIESTE. Ufficio Stampa del Comune di Trieste, 25 maggio 2011]</ref>. L'impianto, di proprietà del Comune di Trieste, ospita le partite casalinghe della principali squadre di [[pallacanestro]] cittadine, mentre in passato è stato sede delle gare casalinghe delle principali squadre triestine di pallavolo (come l'[[AdriaVolley Trieste]] e la Virtus Pallavolo Trieste, quest'ultima femminile).
== Note ==
<references />
{{Note strette}}
== Bibliografia ==
* {{cita libro| autore1=Erika Bezin | autore2=Poljanka Dolhar | titolo=Com'è bella Trieste | anno=2011 | editore=Editoriale Stampa Triestina | città=Trieste | ISBN=978-88-7174-138-3}}
*{{Cita libro|autore=Mascilli Migliorini|capitolo=1797: Napoleone conquista Trieste| titolo=I giorni di Trieste, Otto grandi lezioni di storia|città=Roma-Bari|anno=2014|cid=Migliorini 2014}}
*{{Cita libro|autore=Pamela Tedesco|capitolo=Il capitolo francese di Trieste: dal 1797 al 1813| titolo=Storie dalla Venezia Giulia|città=Trieste|anno=2018|cid=Tedesco 2018}}
* Pamela Tedesco, ''Tergeste in età augustea: fortezza, villaggio carnico o colonia? Due qui pro quo di Strabone'', «Storiadelmondo» 76 (2014).
* Beniamino Pagliaro: "Trieste, la bella addormentata". Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'Immagine 2011. ISBN 88-6391-072-3
* Marina Cattaruzza: ''L'Italia e il confine orientale 1866-2006''. Bologna, Mulino 2007. ISBN 978-88-15-11394-8
* Francesca Longo e Matteo Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano 2004, ISBN 88-8490-629-6
* Angelo Ara, [[Claudio Magris]]: ''Trieste. Un'identità di frontiera''. Torino, Einaudi 2000 (orig. 1982). ISBN 88-06-59823-6
* ''Trieste, Austria, Italia tra Settecento e Novecento: studi in onore di [[Elio Apih]]''. A cura di Marina Cattaruzza. Udine, Del Bianco 1996.
* De Szombathely Gabrio, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, Edizioni Italo Svevo Trieste 1994.
* AA. VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Tržaška pokrajina, Založništvo tržaškega tiska, Trst 1990.
* Fabio Cusin: ''Appunti alla storia di Trieste''. Udine, Del Bianco 1983.
* B.C. Novak, ''Trieste 1941-1954. La lotta politica, etnica e ideologica'', Mursia, Milano. ISBN 978-88-425-5196-6
* Enrico Halupca, ''Alabarda, simbolo di Trieste'', Editoriale FVG Spa, Trieste, 2011 {{ISSN|1592-1697}}
== Voci correlate ==
{{Colonne|85%}}
* [[Borsa merci di Trieste]]
* [[Caffè storici di Trieste]]
* [[Canal Grande di Trieste]]
* [[Circondario di Trieste]]
* [[Città imperiale di Trieste e dintorni]]
* [[Comunità ebraica di Trieste]]
* [[Consolato di Svizzera a Trieste e Regione Friuli Venezia Giulia]]
* [[Corte d'appello di Trieste]]
* [[Costiera triestina]]
* [[Cucina triestina]]
* [[Dialetto tergestino]]
* [[Dialetto triestino]]
* [[Diocesi di Trieste]]
* [[Elezioni comunali a Trieste]]
* [[Interporto di Trieste Fernetti]]
* [[Lingua slovena in Italia]]
{{Colonne spezza}}
* [[Memorandum di Londra]]
* [[Minoranze di lingua tedesca]]
* [[Molo Audace]]
* [[Placito del Risano]]
* [[Porto di Trieste]]
* [[Rete Città Sane]]
* [[Ricreatori di Trieste]]
* [[Sede Rai di Trieste]]
* [[Stazione di Trieste Centrale]]
* [[Stazione meteorologica di Trieste Barcola]]
* [[Stazione meteorologica di Trieste Porto]]
* [[Stemma di Trieste]]
* [[Storia di Trieste]]
* [[Territorio Libero di Trieste]]
* [[Torrenti di Trieste]]
* [[Trieste Trasporti]]
{{Colonne fine}}
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Trieste|q|q_preposizione=su|voy|wikt}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1511|titolo=E venne il grande gelo: dettagliata cronaca del gennaio 1985|accesso=19 aprile 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070515182615/http://www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=1511|dataarchivio=15 maggio 2007|urlmorto=sì}}
* {{Treccani|trieste|Trieste}}
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=pMQG3P06S5k&feature=related|titolo=Previsioni meteorologiche e servizi dei telegiornali sul gennaio 1985}}
* {{cita web|http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/|Sito del comune di Trieste - area cultura}}
* {{cita web|url=httphttps://www.turismofvgyoutube.itcom/it-IT/trieste.htmlwatch?gclidv=CJ7QtpnA_aQCFY8t3wod_n2Uug3mEY7O5A40c&feature=related|titolo=SitoImmagini del satellite Meteosat dell'entedal turismo1° regionaleal -17 areagennaio Trieste1985}}
* {{cita web | 1 = http://www.meteo.it/Meteorologia-Neve/Il-freddo-in-Italia-le-nevicate-del-1956-e-1985/content/it/1-707-305332-57769 | 2 = Una pagina su Meteo.it | accesso = 7 gennaio 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20121017053458/http://www.meteo.it/Meteorologia-Neve/Il-freddo-in-Italia-le-nevicate-del-1956-e-1985/content/it/1-707-305332-57769 | dataarchivio = 17 ottobre 2012 | urlmorto = sì }}
* {{Cita web|url=http://www.irsml.eu/percorso_tolleranza/cimiteri.html|titolo=Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione nel Friuli Venezia Giulia|autore=|data=|accesso=}}
{{Portale|meteorologia}}
{{Comuni della provincia di Trieste}}
{{Capoluoghi di provincia italiani}}
{{Questione adriatica}}
{{Provincia Austriaca}}
{{Città romane della Regio X Venetia et Histria}}
{{Via Flavia}}
{{controllo di autorità}}
{{portale|Friuli-Venezia Giulia|Trieste|Venezia Giulia e Dalmazia}}
[[Categoria:TriesteClima in Italia|Ondata di freddo 198501]]
[[Categoria:Eventi del 1985]]
[[Categoria:Ondate di freddo|1985]]
|