Fatti di Sarzana e Utente:Enicon: differenze tra le pagine

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{{quote|Se qualcosa puo' andare storto, lo fara'|'''[[legge di Murphy]]'''}}
Con i '''Fatti di Sarzana''' ci si riferisce ad uno scontro armato tra squadre [[fascismo|fasciste]] e carabinieri del [[Regio Esercito]] avvenuto nella città di [[Sarzana]] e a relativi scontri tra i primi e la popolazione civile. I fatti di Sarzana rappresentarono uno dei pochi episodi di resistenza armata all'ascesa del fascismo in Italia.
{{quote|Murphy era un ottimista|Chiosa di O'Toole alla '''[[legge di Murphy]]'''}}
{{quote|Gli idioti possono essere sconfitti, ma non lo ammetteranno mai.|'''[[Richard Stallman]]'''}}
 
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All'alba del [[21 luglio]] [[1921]] nella città di [[Sarzana]], all'epoca in [[Provincia di Genova]] e attualmente in [[Provincia della Spezia]], giunse una colonna di circa 300<ref>Il Secolo XIX, I Dolorosi fatti di Sarzana - una strage di fascisti, [[21 luglio]] [[1921]]</ref> [[squadrismo|squadristi]] comandati da [[Amerigo Dumini]], con l'obbiettivo di assaltare la Fortezza Firmafede ove erano incarcerati alcuni fascisti, fra cui il fondatore dello squadrismo carrarese [[Renato Ricci]], al fine di sottrarli alla giustizia.
I carabinieri e i militari di stanza nella città fronteggiarono i fascisti. Nel corso delle trattative un colpo di fucile diede vita ad una sparatoria che causò cinque morti tra i fascisti e una tra i militari del presidio. Una parte dei fascisti si disperse nelle campagne dove alcuni, dopo essere stati catturati, furono trucidati dagli [[Arditi del Popolo]], talvolta affiancati dai contadini del posto.
 
== Collegamenti esterni (siti innocui che tendo a frequentare) ==
Il bilancio finale degli scontri fu di 15 morti e 30 feriti tra i fascisti, oltre a un militare di fanteria del presidio cittadino.
* [http://www.saxforum.it www.saxforum.it] Forum italiano dedicato al [[sassofono]]
[[File:Sarzana - Municipio.JPG|thumb|right|300px|Il municipio di Sarzana.]]
* [http://www.vim.org www.vim.org] Il mio editor di testi preferito
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==Antefatti==
<div class="intestazione">[[Wikipedia:Babelfish]]</div>
Nell'autunno [[1920]] a [[La Spezia]] e provincia, in vista delle elezioni amministrative, tutti i partiti antisocialisti, con l'eccezione del [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare]] si coalizzarono nei [[Blocchi Nazionali]] assumendo il nome di ''Comitato di concentrazione democratica''. In essi confluirono anche i [[fasci italiani di combattimento|fasci di combattimento]]. I Blocchi prevalsero sugli avversari socialisti in quasi tutti i comuni della provincia interessati al voto tra cui il capoluogo La Spezia e i socialisti prevalsero solamente a [[Sarzana]], [[Santo Stefano di Magra]] e [[Ortonovo]].<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 56</ref> A Sarzana, il [[17 novembre]], il sindaco neo-eletto [[Pietro Arnaldo Terzi]] durante i festeggiamenti fece esporre dal balcone del Comune la [[bandiera rossa]] al posto del [[tricolore]].<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 57</ref>
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|class="sigla"|Gi-2
Il movimento fascista locale cominciò ad espandersi principalmente agli inizi del 1921. Una nota della Prefettura di Genova ne attesta la presenza principalmente a La Spezia con 700 iscritti e a Sarzana.<ref>A.S.G. Prefettura di Genova, ogg. Fascio di Combattimento, rapp. del 26 febbraio 1921, b 30</ref> Gli scontri tra fascisti e socialisti a livello nazionale,<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 64:"A partire da questi primi mesi del 1921, iniziarono a verificarsi, sempre più di frequente, le azioni di gruppi fascisti, organizzati militarmente, volte a "punire" con rappresaglie spesso mortali, i socialisti e gli anarchici, accusati di essere i fautori del disordine e di voler attuare una rivoluzione bolscevica in Italia"</ref> allarmarono anche la neocostituita giunta di Sarzana dove il consigliere socialista Zappa dichiarò durante la seduta: ''se il fascismo intendesse colpire Sarzana, occhio per occhio, dente per dente, alla violenza altrui sapremo opporre oggi, domani e sempre la nostra''.<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 64</ref> I primi scontri avvennero a La Spezia il [[23 febbraio]] quando i partecipanti a una manifestazione nazionalista furono percossi dai socialisti e il [[26 febbraio]] quando i fascisti intervenuti per impedire un comizio del deputato [[Francesco Misiano]] furono respinti<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 66</ref> Il giorno seguente in Sarzana, a seguito di un diverbio che vide contrapposti fascisti a socialisti, dalla Camera del lavoro fu aperto il fuoco contro le guardie regie intervenute per sedare la rissa ferendone due.<ref>Relazione del comissario di PS Cacioppo, A.S.S. Gabinetto della Prefettura, Tribunale della Spezia. 1921, busta ex 244-Ne nacque un tafferuglio ed il Marcucci fu colpito alla testa di bastone, ed allora intervennero le guardie regie per sedarlo. Contemporaneamente dal gruppo dei socialisti, che stava neu pressi della Confederale, partirono dei colpi di rivoltella e caddero ferite le due guardie, Adorni e Ferrari. Da questo momento il conflitto si accese violento perché vi parteciparono oltre che le dieci guardie regie presenti, che avevano visto cadere i compagni, anche altre venti sopraggiunte in quel momento col Vicecommissario Sig. Ceriolo...</ref> Imposta la cessazione dall'intervento dei [[Arma dei Carabinieri|Carabinieri]] si procedette alla perquisizione della Camera confederale e all'arresto dei presunti responsabili.<ref>Relazione del comissario di PS Cacioppo, A.S.S. Gabinetto della Prefettura, Tribunale della Spezia. 1921, busta ex 244</ref>. A seguito di questo scontro fu proclamato lo sciopero generale in città.
|Questo utente è appassionato di '''[[fantascienza anni 50]]'''.
 
Il [[13 maggio]], si costituì ufficialmente a [[Carrara]] il Fascio di combattimento retto da alcuni [[impresa di Fiume|reduci fiumani]] tra cui [[Renato Ricci]]. In vista delle [[elezioni politiche italiane del 1921]] del [[15 maggio]] si riproposero gli stessi schieramenti delle precedenti elezioni amminstrative. I Blocchi Nazionali vinsero nuovamente a La Spezia mentre a Sarzana trionfarono di nuovo i socialisti. A Sarzana, l'[[Partito Socialista Italiano|amministrazione socialista]] proclamò il [[Soviet]] e decretò "cattivo" il pane in vendita in città contestandone il rincaro. Ma il [[29 maggio]] la questione sfuggì di mano ai dirigenti del PSI e, da parte della folla in tumulto, avvennero sottrazioni di generi alimentari nei negozi, ma anche furti di scarpe e vestiario in abitazioni private.<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 73:"A Sarzana poco prima, decretato dal partito socialista che il pane era cattivo, panettieri, negozi alimentari e altri vennero depredati: si penetrò anche nelle case private per "requisire" olio, vino, derrate (...)"</ref><ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 289:"A Sarzana la folla invade e svaligia abitazioni signorili, negozi di generi alimentari, di stoffe e di calzature; la forza pubblica è sopraffatta dal gran numero dei cittadini impadronitisi delle strade e delle piazze"</ref>
 
Tra il [[29 maggio]] ed il [[5 giugno]] 1920 la città della [[La Spezia|Spezia]] fu occupata a due riprese daglia anarchici. Il 4 giugno numerosi anarchici assaltarono la polveriera di Vallegrande riuscendo a sopraffare i marinai di guardia. Il saccheggio fu impedito dall'opposizione del carabiniere [[Leone Carmana]] che fatta richiudere la porta alle proprie spalle la difese dagli assalitori fino al sopraggiungere delle guardie regie. Il [[5 giugno]] le guardie regie riuscirono a riprendere il controllo della situazione.
 
===La spedizione di Renato Ricci===
[[File:Renato Ricci con la sua squadra carrarese.jpg|thumb|[[Renato Ricci]] con la sua squadra carrarese]]
Il [[12 giugno]] [[1921]], in occasione dell'inaugurazione di un fascio di combattimento a [[Pontremoli]], organizzata dal capo squadrista fiorentino [[Dino Perrone Compagni]], una squadra fascista di passaggio, comandata da [[Renato Ricci]], sostò a Sarzana.
Le guardie regie, al comando del Vice commissario di polizia Gioia, temendo il contatto con i militanti socialisti intervennero piantonando gli squadristi. Ma dei colpi di rivoltella esplosi in una via adiacente fecero accorrere i fascisti rimasti sulle vetture.<ref>Vice commissario di polizia Gioia, A.S.S. Gabinetto Prefettura di Spezia, ogg. Incursione fascista 12 giugno 1921, f. 16, b.7-echeggiavano sinistramente in direzione di via Cicala tre colpi di rivoltella che misero in subbuglio la popolazione e richiamavano sul posto gli altri fascisti...</ref> Questi ultimi iniziarono a rivolgere minacce verso le persone apparse alle finestre così per evitare che la situazione degenerasse il tenente dei carabinieri Nicodemi, sopraggiunto nel frattempo, decise di accompagnare i fascisti in caserma e di procedere al sequestro dei mezzi con i quali erano giunti<ref>Vice commissario di polizia Gioia, A.S.S. Gabinetto Prefettura di Spezia, ogg. Incursione fascista 12 giugno 1921, f. 16, b.7-il predetto tenente ordinava ai suoi militi di procedere al sequestro dei camion ed ai fascisti di seguirlo in caserma</ref> I fascisti rimasti sui camion si opposero mostrando anche le armi ma accettando di recarsi in caserma. Nel frattempo un fascista che si era attardato fu colpito al capo con due bastonate.<ref>Vice commissario di polizia Gioia, A.S.S. Gabinetto Prefettura di Spezia, ogg. Incursione fascista 12 giugno 1921, f. 16, b.7-Ad un tratto, da qualcuno che trovavasi alle mie spalle, il fascista fu colpito violentemente alla testa e al viso con due bastonae che gli produssero ferite al naso con abbondante fuoriuscita di sangue; il Larese si appoggiò con le spalle al muro della facciata del Teatro ed vestratta di tasca una rivoltella a rotazione, di tipo militare, la puntò contro il gruppo dei suoi aggressori, che all'atto si dettero alla fuga...</ref> Ciò scatenò la reazione dei fascisti che guidati da Ricci, ruppero il cordone di polizia e sciamarono in città. Individuato un uomo armato di fucile ne tentarono l'inseguimento<ref>Da successive indagini si appurò che l'uomo armato e che era riuscito a mettersi in salvo era l'anarchico Renato Sarteschi</ref> e, temendo agguati, sparando nelle vie laterali. Un colpo di pistola ferì mortalmente l'operaio Luigi Gastardelli, che estraneo ai fatti, stava rincasando. Solo minacciando il ricorso alle armi le forze dell'ordine riuscirono a riprendere il controllo della situazione e a far ripartire i fascisti.<ref>Vice commissario di polizia Gioia, A.S.S. Gabinetto Prefettura di Spezia, ogg. Incursione fascista 12 giugno 1921, f. 16, b.7</ref><ref>[[Il Secolo XIX]] del [[14 giugno]] [[1921]]: "DOMENICA DI SANGUE A SARZANA<br />
Sarzana, 13 - (Folchetto). Luttuosi incidenti si verificavano nel pomeriggio, al ritorno dei fascisti da Pontremoli. Come i fatti si siano precisamente svolti non è dato, nel tumulto degli avvenimenti, che hanno profondamente contristato la cittadinanza, sino ad ora accertare. Certo è che sinistramente echeggiavano numerosi colpi di rivoltella sparati dai fascisti e la tragica ora ha voluto la sua vittima nella persona di un vecchio, laborioso operaio, Gastardelli Luigi, che colpito, ancora non è dato sapere ad opera di chi, e trasportato al Civico Ospedale vi giungeva cadavere. La morte dell'onesto lavoratore ha vivamente rattristato tutto il paese. Anche un fascista colpito con una bastonata al viso, veniva curato alla farmacia Mazzi e ripartiva coi suoi compagni. Generale è il biasimo per il contegno delle Autorità che, avendo tutto il tempo per evitare luttuosi avvenimenti che erano facilmente prevedibili e sui quali anzi era stata richiamata la sua attenzione, nulla ha fatto per risparmiare alla città nostra la tristissima giornata di ieri"</ref>
 
Nel frattempo a Roma [[27 giugno]] [[1921]] si costituirono gli [[Arditi del popolo]] che a La Spezia in breve tempo arrivarono a contare circa 200 militanti. Quasi tutti appartenenti alla classe operaia. Una sezione fu costituita anche a Sarzana. Il 5 luglio gli iscritti al fascio di Sarzana sentendosi minacciati dai socialisti e dai comunisti scrissero una lettera al fascio di La Spezia chiedendo sostegno.<ref>Noi sarzanesi che, contando sull'aiuto morale e materiale del Fascio di Spezia, ci iscrivemmo al Fascio siamo ora, per il mancato appoggio, il bersaglio dei socialisti e comunisti di qui che ci lanciano ingiurie e minacce impedendoci di uscire di casa. Insultando noi questa gente insulta i fascisti e insultando i fascisti insulta l'Italia...</ref><ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 96</ref>
 
Il [[15 luglio]], a Tendola di Lunigiana, frazione di [[Fosdinovo]] fu ucciso a colpi di rivoltella il nazionalista Pietro Procuranti. Due giorni dopo, il [[17 luglio]] si tennero i funerali. Una squadra fascista, proveniente da [[Carrara]] e guidata da [[Renato Ricci]], dopo il funerale, si diresse a [[Fivizzano|Monzone]], paese natale di Procuranti e dove avrebbe dovuto tenersi un comizio del comunista Del Ranco. A Monzone i fascisti assaltarono la cooperativa cittadina e negli scontri che seguirono furono uccisi i comunisti Dino Rossi e Primo Garfagnini. Lungo la strada di ritorno uno dei camion guidati dai fascisti, giunto presso [[Santo Stefano di Magra]] si dovette fermare a causa di un guasto a motore, nel corso della sosta i fascisti furono oggetto di colpi di fucile che ne ferirono diversi.<ref>Atti processuali, A.S.S. Tribunale di La Spezia, Processo per i fatti di Monzone del 17 luglio 1921, anno 1924, ex busta 244-In prossimità del paese uno dei camions per un guasto al motore era costretto a fermarsi e non è improbabile che dell'incidente abbiano apprifittato i sovversivi del luogo, che da tempo avevano costituito squadre di arditi del popolo non meno armate e pronte ad ogni più violenta azione, per iniziare senz'altro un fuoco di fucileria contro i fascisti. Alcuni dei quali, come specificato nel capo d'imputazione a lettera P, restavano più o meno gravemente feriti.</ref> A questo punto l'abitato fu assaltato e nel corso dell'azione ci furono diversi feriti e due vittime. Ripartiti fu ancora ferito mortalmente Silvio Spadaccini.<ref>Atti processuali, A.S.S. Tribunale di La Spezia, Processo per i fatti di Monzone del 17 luglio 1921, anno 1924, ex busta 244-Avvenne allora da parte fascista l'invasione dell'abitato e durante la loro azione, in cui numerose persone restavano ferite e vittime diviolenze e minacce (imputazioni dalle lettere 1 a 0), trovavano la morte per colpi di arma da fuoco e da taglio certi Del Vecchio Luigi e Vannini Edoardo. Si dirigevano quindi i fascisti verso Sarzana e durante il tragitto un disgraziato, tal Silvio Spadaccini, cadeva vittima dei loro colpi.</ref>
 
Sulla strada del ritorno gli squadristi, furono bloccati dai carabinieri al confine con Sarzana, dove nella speranza di evitare scontri, per impedire che transitassero in città li fecero proseguire a piedi nella campagna mentre i mezzi sarebbero stati scortati dai carabinieri all'uscita della città. Mentre si trovavano in campagna si scatenò un conflitto a fuoco con un gruppo di [[Arditi del Popolo]] nella zona a sud della città, il fascista Venanzio Dell'Amico fu trovato isolato e dopo essere stato circondato fu ucciso.<ref>Atti processuali, A.S.S. Tribunale di La Spezia, Processo per i fatti di Monzone del 17 luglio 1921, anno 1924, ex busta 244-E poiché uno di questi, Venanzio Dell'Amico, da pochi giorni iscritto al partito, (...) si era venuto a trovare isolato dai compagni, circondato da vari gruppi di avversari, cadeva vittima dei suoi colpi, riportando le numerose e gravi lesioni, di cui nella perizia necroscopica....</ref>
 
===L'arresto di Ricci===
A causa di questi avvenimenti i [[carabinieri]], agli ordini del tenente Vinci Nicodemi, procedettero all'arresto delle persone coinvolte. Furono pertanto arrestati undici fascisti, compreso [[Renato Ricci]] mentre non si poté procedere all'arresto degli [[arditi del popolo]], autori dell'omicidio di Dell'Amico, poiché non fu possibile identificarli.<ref>Atti processuali, A.S.S. Tribunale di La Spezia, Processo per i fatti di Monzone del 17 luglio 1921, anno 1924, ex busta 244-...le indagini portarono alla rapida identificazione di gran parte dei componenti della spwedizione fascista, nesun elemento in allora si riusciva a raccogliere per identificare gli autori dell'omicidi in persona del fascista Venanzio Dell'Amico</ref> I fascisti di Carrara richiesero ai carabinieri di Sarzana il rilascio degli arrestati minacciando rappresaglie.<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 118</ref>
 
La vicenda del [[17 luglio]] aveva però provocato la preoccupazione delle autorità locali e dei cittadini, tanto da unire anarchici, socialisti, comunisti e repubblicani nel formazione di un Comitato di salute pubblica, presieduto dal sindaco socialista Arnaldo Terzi, rappresentante di una famiglia della media borghesia commerciale{{cn|, che prese accordi con le forze dell’ordine}}.
[[File:Sarzana - Cittadella e Fortezza.JPG|thumb|La cittadella Firmafede al tempo sede delle carceri]]
Il [[18 luglio]] fu proclamato lo sciopero generale, mobilitando anche gli operai e i ferrovieri della [[La Spezia|Spezia]]. Fu creata una fitta rete di staffette e di sorveglianza del territorio, incentrata sugli Arditi del popolo che, nonostante fossero osteggiati a livello nazionale dai partiti di sinistra e considerati politicamente immaturi, controllarono, almeno in un primo tempo, il territorio del circondario con il sostegno della popolazione e delle forze politiche.
 
===La colonna spezzina===
Il [[19 luglio]] sera una spedizione di fascisti spezzini, composta da 19 squadristi, al comando di [[Guido Bosero]], cercò di avvicinarsi a Sarzana con l'idea di aggregarsi al grosso della colonna che sarebbe poi partita il giorno dopo. Giunti in località Camisano nel comune di [[Ameglia]], secondo la testimonianza di Aldo Giacchetti che era aggregato alla spedizione, la squadra decise di mandare indietro i due più giovani recando seco tre lettere in cui si richiedevano rinforzi a La Spezia. I due squadristi spezzini, entrambi minorenni, Amedeo Maiani e Augusto Bisagno, staccatisi dalla colonna furono presi "prigionieri" dai comunisti, mutilati e uccisi, i loro corpi furono occultati in un dirupo, in cui vennero ritrovati una settimana dopo.<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 122</ref>
 
===Lo scontro tra carabinieri e fascisti===
Il [[20 luglio]] il capitano dei [[carabinieri]] [[Guido Jurgens]] assunse il comando di Sarzana e nello stesso giorno gli squadristi toscani conversero su Sarzana guidati da [[Amerigo Dumini]] con l'intento di far liberare i propri camerati. Avvertiti dell'arrivo delle squadre d'azione, le autorità militari, già in mattinata avevano dislocato in città e nella vicina campagna 50 carabinieri, 150 guardie regie e 200 fanti dell'esercito.<ref name=carabinieri>[http://www.carabinieri.it/Internet/Arma/Ieri/Storia/Vista+da/Fascicolo+13/02_fascicolo+13.htm Dalla Marcia su Roma alla "Normalizzazione"], dal sito web ufficiale dell'Arma dei Carabinieri</ref>. La colonna di squadristi giunse all'alba del [[21 luglio]] procedendo lungo i binari ferroviari. Ad aspettarli nella piazza principale era presente una pattuglia di nove carabinieri, oltre a quattro militari di fanteria, due funzionari di Pubblica Sicurezza (il commissario Magi e il vicecommissario Gioia) e il capitano [[Guido Jurgens]], allertati dai militari dislocati lungo la ferrovia<ref name="Testimonianza_Jurges">Testimonianza di Guido Jurgens, A.S.S. Prefettura di Spezia, Rapporto del capitano CC.RR. G. Jurgens del 25 luglio 1921, fasc.14 b.6-Verso le 24.30 avuto avviso da militari di servizio alla ferrovia che numerosi fascisti giungevano in Sarzana a piedi lungo la linea ferroviaria ed erano per entrare in Stazione, lo scrivente raccolti d'urgenza i carabinieri(...) accorse verso la stazione.</ref>
 
Quando i fascisti giunsero sul piazzale della stazione ferroviaria di Sarzana gridarono all'indirizzo dei militari: "Viva l'Italia! Viva il re!", poi Dumini andò a parlamentare con il capitano [[Guido Jurgens|Jurgens]] richiedendo la liberazione di Ricci e degli altri squadristi (10 persone in tutto<ref name=carabinieri />), il via libera per occupare la città e la consegna del tenente Nicodemi, responsabile dell'arresto dei prigionieri, che secondo gli squadristi aveva schiaffeggiato Renato Ricci (fatto poi smentito dallo stesso Ricci). Le richieste furono fermamente respinte da Jurgens, che tuttavia informò Dumini della probabile intenzione della [[Procura della Repubblica (ordinamento italiano)|procura del re]] di far scarcerare i fasciti<ref name=carabinieri />.
 
A un cenno di Dumini gli squadristi cominciarono ad avanzare. A questo punto risuonò un colpo di arma da fuoco che ferì un carabiniere al braccio. Secondo la testimonianza del capitano Jurgens "''parti in quegli istanti dalla parte dei fascisti il primo colpo seguito a breve intervallo da numerosi altri''"<ref name="Testimonianza_Jurges">Testimonianza di Guido Jurgens, A.S.S. Prefettura di Spezia, Rapporto del capitano CC.RR. G. Jurgens del 25 luglio 1921, fasc.14 b.6-Il predetto capitano, arretrato di pochi passi e fatto prendere ai militari la posizione di crociat' et ed allargando le braccia quasi a trattenere l'urto dei fascisti, gridò loro che se avessero avanzato ancora avrebbe fatto fuoco. Parti in quegli istanti dalla parte dei fascisti il primo colpo seguito a breve intervallo da numerosi altri, così, per non essere sopraffatti, i carabinieri risposero immediatamente, prevenendo l'ordine che il capitano era per dare.</ref>, mentre secondo i fascisti questo fu esploso da parte degli arditi del popolo appostati alle loro spalle infatti, come riassunto su [[Il Tirreno]] il [[22 luglio]] [[1921]] gli stessi "''escludono in modo assoluto di avere sparato essi la fucilata contro i carabinieri. Nessuno dei fascisti era armato con fucili da caccia. Il colpo di fucile era partito dalle loro spalle, ed essi avevano visto bene il lampo. Per nessuna ragione, ci dichiarano, essi avrebbero aperto il fuoco contro i carabinieri''"<ref>Su Il tirreno, 22 luglio 1921, il giornalista intervistò i fascisti ricoverati in ospedale, pag 1 :"...domandiamo anche ad essi la versione dei fatti. Ci confermano la versione data dall'Autorità, che loro riportiamo, salvo un punto e precisamente il tragico equivoco che ha determinato la battaglia. I fascisti escludono in modo assoluto di avere sparato essi la fucilata contro i carabinieri. Nessuno dei fascisti era armato con fucili da caccia. Il colpo di fucile era partito dalle loro spalle, ed essi avevano visto bene il lampo. Per nessuna ragione, ci dichiarano, essi avrebbero aperto il fuoco contro i carabinieri"</ref><ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, p. 174 "I fascisti avevano giurato ai loro capi che non avrebbero tirato contro la forza pubblica: tirò invece il primo colpo uno degli avversari appostati, al che i carabinieri, già premuti, credendosi attaccati, senza attendere l'ordine del loro ufficiale, risposero sparando a bruciapelo"</ref>.
 
L'ispettore generale [[Vincenzo Trani]], inviato da [[Ivanoe Bonomi]] ad indagare sui fatti attribuì la responsabilità ai fascisti,<ref>Giuseppe Meneghini la Caporetto del Fascismo, Milano, 2011, Mursia, pag 116-117</ref> mentre di diverso avviso fu il [[colonnello]] della [[Regia Guardia per la Pubblica Sicurezza|Regia Guardia]] [[Nestore Cantuti]] nella sua relazione del [[24 luglio]] [[1921]] al Prefetto di Genova scrisse "''Dalle indagini fatte risulta in modo certo che il primo colpo non partì dalla forza, e dato che i fascisti affermano recisamente di non aver sparato per primi, si è indotti a credere che un colpo sia partito dalle vicinanze della stazione, forse da qualche sovversivo pratico di tumulti e conscio che il primo colpo genera il conflitto, facendo credere all'una parte che l'altra abbia aperto il fuoco....nascosti dalla vegetazione, certamente hanno tirato sia contro la forza, sia contro i fascisti, e poscia eseguito il massacro dei giovani, che spaventati dagli spari, si erano gettati nei campi.''".<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 135 si riportala relazione del colonnello della Guardia regia Nestore Cantuti del 24 agosto</ref>
[[File:Gastone Bartolini.jpg|thumb|right|200px|Gastone Bartolini, squadrista morto a Sarzana.]]
 
I militari, tesi per la situazione e già predisposti al tiro dal loro comandante, reagirono quasi automaticamente, un attimo prima che il loro comandante impartisse loro l'ordine definitivo, aprendo il fuoco contro i fascisti che si trovavano davanti a loro<ref name="Testimonianza_Jurges"></ref>. Questi ultimi, colpiti dalla reazione delle forze dell’ordine, inizialmente risposero disordinatamente al fuoco colpendo a morte Paolo Diano, caporale di fanteria del 21º reggimento appostato all’imboccatura del viale e ferendo il carabiniere Giovanni Giuliani; dopo un minuto circa cessarono gli spari da entrambe le parti. Al termine dello scontro le forze dell'ordine risultarono aver sparato ventotto colpi<ref name="Testimonianza_Jurges">Testimonianza di Guido Jurgens, A.S.S. Prefettura di Spezia, Rapporto del capitano CC.RR. G. Jurgens del 25 luglio 1921, fasc.14 b.6-Avendo subito i fascisti indietreggiato, fu ordinato la cessazione del fuoco ed anche i fascisti smisero di sparare. Da parte dei carabinieri furono esplosi 28 colpi.</ref>, mentre da parte fascista i colpi esplosi furono almeno duecento, secondo Franzinelli dal bilancio dei morti e dei colpi sparati si dedurrebbe che, in ottemperanza agli ordini ricevuti, i fascisti, dopo i primi colpi spararono in aria per non colpire i militari. <ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 123: "[...] i fascisti scaricarono le armi nella massima confusione e dalla contabilità dei morti si arguisce che - dopo i primi colpi - essi spararono in aria, obbedendo all'ordine di rispettare la forza pubblica".</ref> Inoltre risultò poi la presenza di nuclei di arditi del popolo appostati sui tetti delle abitazioni e sui campanili delle chiese.<ref>Giuseppe Meneghini la Caporetto del Fascismo, Milano, 2011, Mursia, pag 128: "Si erano persino ammucchiati sui tetti delle case, ma anche sui campanili delle chiese, sassi, bombe a mano e persino, secondo quanto scritto in un comunicato del Circolo Giovanile Comunista, olio caldo preparato dalle donne per essere gettato sui nemici che fossero passati da quelle parti."</ref>
 
I fascisti rimasti uccisi sul piazzale furono quattro e numerosi i feriti. Altri due, ricoverati in ospedale, morirono poco dopo. Un centinaio di squadristi si rifugiò nella stazione, da dove furono fatti ripartire dopo ore su un convoglio appositamente costituito; un'altra parte invece si disperse per le campagne, cercando di ritornare a [[Carrara]]. Altri ancora restarono sul posto per soccorrere i feriti e per recuperare i dispersi.<ref>Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 175: "Altri restarono sul luogo per raccogliere i feriti. Una squadra salvò uno dei compagni, che i sovversivi, legatolo a un albero, stavano per bruciare"</ref>
 
Sparsi nella campagna a sud della città, i fascisti furono facile preda degli arditi del popolo che controllavano quei luoghi e dei contadini, che, armati di fucili da caccia e di arnesi da lavoro, li attendevano. In questa battaglia perirono altri cinque fascisti
La maggioranza dei fascisti venne poi presa in consegna dalla guardia reale, che fece montare il gruppo a bordo di alcuni treni speciali con cui lasciare al città.<ref name=carabinieri />
I treni furono attaccati dagli arditi del popolo<ref>Su Il Tirreno, 22 luglio 1921, pag 1: Però appena il treno è in moto, un gruppo di comunisti predisposti al lato destro del binario e saltati dalla scarpata, aprono un fuoco d'inferno contro il treno</ref> che, armati di fucili, ferirono a morte lo squadrista Piero Gattini che viaggiava accanto al macchinista. Fu ucciso anche un casellante colpito dagli squadristi assediati nel treno.<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 125:"Al tragico bilancio della mattinata si aggiunse la morte di un casellante, raggiunto dal fuoco degli squadristi asserragliati nel treno... .</ref>.
Circa due ore dopo il procuratore predispose la liberazione di [[Renato Ricci]] e dei suoi compagni.
 
=== La strage nei campi ===
Spaventati dagli spari diversi [[fascisti]] fuggirono dalla stazione cercando rifugio nelle campagne e nelle strade cittadine ma qui alcuni furono catturati dai contadini e dagli [[arditi del popolo]].
Jurgens, avendo notato la cosa, inviò subito dei soldati per rintracciarli temendo che subissero aggressioni<ref>Su Il Tirreno, 22 luglio 1921, pag 1</ref>
Due giovani fascisti (Paolo Pelù e Lorenzo Taddeucci) furono ritrovati uccisi a coltellate presso un casello ferroviario, mentre altri tre furono ritrovati nei dintorni uccisi a colpi di fucile<ref>Giuseppe Meneghini la Caporetto del Fascismo, Milano, 2011, Mursia, pag 129-130</ref>.
 
Il Secolo XIX riportava:
<br />
{{Quote|I DOLOROSI FATTI DI SARZANA - UNA STRAGE DI FASCISTI<br />
Ci telefona alle ore 22 dalla Spezia:<br />
Nella notte erano partiti da Marina di Massa circa 300 fascisti fiorentini, diretti a Sarzana, con l'intento di andare a liberare i dieci loro compagni ivi arrestati. La spedizione era comandata dal fiorentino leader dei fascisti Amerigo Dumini. I fascisti furono affrontati nei pressi della stazione da una dozzina di carabinieri comandati dal capitano Iurgens. Alla vista dei carabinieri i fascisti si fermarono, gridando: Viva l'Italia e domandando di parlamentare col capitano. Mentre si svolgevano i discorsi, partì una fucilata alle spalle dei fascisti, che andò a colpire un carabiniere. Il fucile era carico a pallini e i fascisti affermarono che nessuno di loro era armato di arma a pallini. Risposero i carabinieri, sparando sulla massa dei fascisti; questi dal canto loro spararono sui carabinieri. Al comando dell'"alt" dato dal capitano , cesso il fuoco da ambo le parti e si parlamentò di nuovo. Parte dei fascisti, circondati, furono costretti a riparare in stazione; parte si sbandarono E questo fu errore grave, perché i contadini, aizzati da un odio feroce, uccisero senza pietà i fascisti trovati inermi. Uno di questi sventurati è stato trovato legato ad un albero ed ucciso a colpi di tridente, dicesi da una donna. I contadini più miti legano per il collo i fascisti trovati soli, e li conducono dai carabinieri. Un treno speciale, alle 11,30 portò via i fascisti da Sarzana. Appena fuori dalla stazione il treno fu preso a fucilate dai comunisti, ai quale risposero i fascisti. Uno di questi fu colpito a morte. I morti sono numerosi; oltre 15. Ed auguriamo che la corona non continui in danno degli sbandati. Qui alla Spezia si è in grave pensiero per la sorte di due imberbi giovanissimi caduti nelle mani dei comunisti; di essi no si è più saputo nulla; e sul loro conto circolano voci che fanno rabbrividire.}}
 
Il [[22 luglio]] presso [[Fossola]] una squadra fascista, per vendicare i morti di Sarzana, aprì il fuoco su un gruppo di operai uccidendone tre.<ref>Riccardo Borrini, ''Il tricolore insanguinato'', Ma. Ro. Editrice, Copiano (PV), Luglio 2005, pp. 129</ref>
 
In agosto le forze dell'ordine procedettero a numerosi arresti di contadini e di arditi del popolo. In particolare furono identificati gli uccisori dei due fascisti Paolo Pelù e Lorenzo Taddeucci. Il [[24 maggio]] [[1924]] furono condannati Vittorio Cenderello e Angelo Simoncini a 11 anni e due mesi di reclusione. Vittorio Cenderello a 9 anni e sei mesi e Oreste Grasso a 6 anni e tre mesi. Tutti e quattro ottennero la diminuizione della pena per le recenti amnistie. Di questi solo Vittorio Cenderello si professò innocente.
 
=== Il ritrovamento dei due fascisti della Spezia ===
 
Della sorte dei due fascisti della Spezia (Amedeo Maiani e Augusto Bisagno) si ebbe notizia il [[26 luglio]], Il Secolo XIX così scriveva:
 
{{Quote|I DUE FASCISTI SPEZZINI<br />
I due giovanetti dei quali un nostro fonogramma annunzia nella cronaca di oggi il ritrovamento dei cadaveri in un fosso a Ghigliolo, luogo di Sarzana, nascosti sotto alcune frasche, vennero riconosciuti dai congiunti per gli indumenti di cui erano ancora coperti. I volti non sarebbero stati riconosciuti, per l'orribile scempio. Tagliate le orecchie, tolti gli occhi, i genitali, scuoiato il petto; ad un cadavere fu rotto un braccio; all'altro la testa fu quasi interamente staccata dal busto.}}
 
Della sorte dei 14 fascisti scomparsi si ebbe invece notizia il [[10 agosto]], quasi un mese dopo i feroci scontri, Il Secolo XIX scriveva:
 
{{Quote|4 FASCISTI SCOMPARSI NEI FATTI DI SARZANA - UCCISI DAI CONTADINI E SOTTERRATI?<br />
Notizie da Sarzana informano che il drappello di fascisti che hanno partecipato alla spedizione di Sarzana, risultano mancanti, oltre i morti, 14 persone. Su interrogazione dell'on. Finzi, l'on. Bonomi ha promesso di ordinare indagini sulle sorti dei quattordici scomparsi, ma fino ad oggi le indagini non hanno dato alcun frutto. È voce generale che i fascisti mancanti siano stati uccisi dai contadini, che li avrebbero subito sotterrati per non lasciare traccia. Rimaste infruttuose le indagini della polizia, si ricorrerà ora all'uso di cani appositamente educati, che sapranno indicare il punto ove eventualmente i corpi sono stati seppelliti.}}
 
=== Vittime degli scontri===
Il bilancio finale fu di 14 morti e una trentina feriti. {{CN|Pare che alla spedizione avessero partecipato almeno 500 squadristi, dato questo avallato dalle stesse fonti fasciste dell'epoca.}}
 
==== Fascisti ====
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| align="center" |
{| class="prettytable sortable"
! width="125" | Nome !! width="150" | Luogo di nascita !! width="150" | Data di nascita
!! width="150" | Note
|-
| Venanzio Dell'Amico || [[Codena]]|| [[3 ottobre]] [[1899]] || Ucciso il [[17 luglio]] dagli Arditi del Popolo
|-
| Augusto Bisagno || [[La Spezia]] || [[24 gennaio]] [[1903]] || Membro della colonna spezzina, preso prigioniero il [[19 luglio]], fu ucciso il giorno seguente
|-
| Amedeo Maiani || [[La Spezia]] || [[1 agosto]] [[1904]] || Membro della colonna spezzina, preso prigioniero il [[19 luglio]], fu ucciso il giorno seguente
|-
| Giuseppe Montemaggi || [[Romano di Lombardia]] || [[21 dicembre]] [[1903]] || Ucciso dalla guardia regia nel corso della sparatoria nella piazza della stazione
|-
| Rizieri Lombardini || [[Gragnana]] || [[21 febbraio]] [[1892]] || Ucciso dalla guardia regia nel corso della sparatoria nella piazza della stazione
|-
| Michele Bellotto || [[Sarzana]] || [[20 novembre]] [[1900]] || Ucciso dalla guardia regia nel corso della sparatoria nella piazza della stazione
|-
| Vezio Parducci || [[Viareggio]] || [[6 novembre]] [[1903]] || Ucciso dalla guardia regia nel corso della sparatoria nella piazza della stazione
|-
| Gastone Bartolini || [[Firenze]] || [[8 agosto]] [[1905]] || Ferito nel corso della sparatoria in piazza decedette in ospedale
|-
| Guido Lottini || [[Prato]] || [[3 aprile]] [[1906]] || Ferito nel corso della sparatoria in piazza decedette in ospedale
|-
| Paolo Pelù || [[Massa]] || [[22 maggio]] [[1900]] || Catturato insieme a Taddeucci davanti al casello ferroviario fu ucciso con numerosi colpi di coltello
|-
| Lorenzo Taddeucci || [[Massa]] || [[3 luglio]] [[1902]] || Catturato insieme a Pelù davanti al casello ferroviario fu ferito al braccio da un colpo da arma da fuoco e finito a coltellate.
|-
| Alcide Borghini || [[Avenza]] || [[9 marzo]] [[1904]] || Rifugiatosi nelle campagne fu ritrovato in un fosso ucciso da un singolo colpo di fucile al cuore
|-
| Dante Bertozzi || [[Pietrasanta]] || [[1 dicembre]] [[1877]] || Rifugiatosi nelle strade laterali fu raggiunto da più colpi di fucile che lo ferirono. Fu ucciso, mentre era in terra da una singola pugnalate alla schiena
|-
| Arnaldo Puggelli || [[Quarrata]] || [[9 maggio]] [[1903]] || Rifugiatosi nelle campagne raggiuse la frazione Romito dove inseguito fu ucciso con un colpo di fucile
|-
| Pietro Gattini|| [[Carrara]] || [[23 gennaio]] [[1901]] || Colpito da due proiettili, di cui uno mortale alla trachea, sul treno durante la ritirata
|-
|}
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|class="sigla"|Gi-M
|Questo utente è fan dei '''[[Pink Floyd]]'''.
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<ref>Giuseppe Meneghini la Caporetto del Fascismo, Milano, 2011, Mursia, pag 125-130</ref>.
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|Questo utente è appassionato di '''[[Star Trek]]'''.
====Militari====
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| align="center" |
{| class="prettytable sortable"
! width="125" | Nome !! width="150" | Luogo di nascita !! width="150" | Data di nascita
!! width="150" | Note
|-
| Diano Paolo || [[Motta San Giovanni]] || [[15 settembre]] [[1900]] || Colpito mortalmente durante la sparatoria nella piazza della stazione
|-
|}
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|class="sigla"|Gi-1
|Questo utente gioca un po' a '''[[scacchi 3D]]'''.
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<ref>Giuseppe Meneghini la Caporetto del Fascismo, Milano, 2011, Mursia, pag 125</ref>
|class="sigla"|C
 
|Questo utente è appassionato di '''[[linguaggio Java]]'''.
== Reazioni e conseguenze politiche==
Il [[21 luglio]] [[Dino Grandi]], poche ore dopo quanto avvenuto a Sarzana, espose così la posizione ufficiale del partito fascista: "''Il sacrificio dei nostri fratelli non sarà speso invano. La nostra lotta quotidiana è una necessaria tutela privata del diritto. Non siamo una fazione dello Stato, perché sentiamo invece di essere noi lo Stato e la Nazione|Dino Grandi il 21 luglio in seguito ai fatti di Sarzana''"<ref>Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 126</ref>
 
Ipotizzando responsabilità del governo italiano negli avvenimenti, [[Benito Mussolini]] fece una interrogazione parlamentare al Presidente del Consiglio [[Ivanoe Bonomi]] dichiarandosi poi insoddisfatto della risposta ottenuta e, il [[23 luglio]], il gruppo fascista con un discorso dello stesso Mussolini negò la fiducia al governo. Gli avvenimenti portarono poi ad accelerare il patto di pacificazione tra il movimento fascista, il [[Partito Socialista]] e la [[CGIL|CGL]], firmato il [[3 agosto]] [[1921]].
 
Tale svolta creò contraddizioni profonde nel movimento fascista, fino a vere e proprie sconfessioni da parte dello squadrismo emiliano e toscano, che arrivò a mettere in discussione lo stesso Mussolini, il quale uscì dalla crisi trasformando il movimento in [[partito fascista|partito]].
 
Il [[25 gennaio]] [[1923]], il governo fascista scioglieva con Regio Decreto di [[Vittorio Emanuele III]] il consiglio comunale di Sarzana, a maggioranza socialista e comunista.<ref>Il Secolo XIX del 26 gennaio 1923 si spese per descrivere il fatto nel modo che segue: '''IL DECRETO DI SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SARZANA''' - ''La "Gazzetta Ufficiale" pubblica il regio decreto che scioglie il consiglio comunale di Sarzana. Il decreto è preceduto dalla seguente relazione al Re: "Due successive inchieste disposte dal prefetto sul funzionamento dell'amministrazione del comune di Sarzana avevano accertato che essa aveva svolto un'azione sistematicamente contraria alle leggi e alle istituzioni. In ripetute occasioni l'amministrazione aveva fatto aperte enunciazioni di principii sovversivi, suscitando vivo malcontento nella popolazione".''</ref>
 
Il [[29 maggio]] 1923 veniva eletta, {{cn|con [[Broglio elettorale|brogli]] e violenze}}, la nuova giunta di 30 consiglieri, tutti fascisti.<ref>Sempre da "Il Secolo XIX" (30 maggio 1923):'''DA SARZANA. LA VITTORIA DEL FASCIO''' - ''Questa mane, nell'aula maggiore del Civico Palazzo, l'assemblea dei Presidenti dei seggi - sotto la presidenza del cav. Voena, nostro Procuratore del Re - ha proceduto alla proclamazione degli eletti nell'ordine seguente (segue tabella). Il Direttorio del fascio di Sarzana ha inviato il seguente telegramma: "A Sua Eccellenza Mussolini - Roma. Sarzana riconsacrata dal Fascismo ha nominato con una votazione mai raggiunta 30 consiglieri comunali fascisti, maggioranza e minoranza. Rivolge il pensiero al suo Duce cui giura fedeltà e devozione. '''IL DIRETTORIO"'''''</ref> Di seguito gli eletti ed i rispettivi voti.
{|cellpadding=3
| width=1% valign=top |
*Fiori Generale Adolfo voti 2548;
*Podestà Luciardi Giulio 2543;
*Filippi Vito 2535;
*Carpena Giuseppe 2534;
*Mazzi Annibale 2532;
*Sarteschi Andrea 2521;
*Saudino Luigi 2529;
*Delfino Giovanni 2527;
*Morini Irpio 2525;
| width=1% valign=top |
*Rago Capitano Michele 2525;
*Chincaro Giuseppe 2506;
*Moretti Giuseppe 2506;
*Facini Aldo 2498;
*Pardini Torello 2495;
*Chesi Duilio 2477;
*Fabbri Cesare 2468;
*Olivieri Luigi 1314;
*Del Ranco Giuseppe 1313;
| width=1% valign=top |
*Fontana Fortunato 1312;
*Frolla Giovanni 1307;
*Mencarini Gustavo 1300;
*Arzelà Giovanni 1209;
*Simonini Antonio 1195;
*Burtassi Giuseppe 1191;
*Vitale Temistocle 1179.
|}
{|class="itwiki_template_babel" cellspacing="0"
 
|class="sigla"|[[Immagine:Tux.svg|45px]]
L'importanza storica dei fatti di Sarzana è data dalla circostanza che si tratta dell'unico episodio in cui le forze dell'ordine si sono attivamente opposte all'avanzata fascista.
|Questo utente usa [[GNU/Linux]] dal 1996.
 
|}
== Note ==
{|class="itwiki_template_babel" cellspacing="0"
{{references|2}}
|class="sigla"|[[Immagine:Yamaha YAS-25 20040517.jpg|60px]]
 
|Questo utente soffia in un '''[[sax contralto]]''' da Novembre 2005
== Bibliografia ==
|}
* Mimmo Franzinelli, ''Squadristi'', Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009.
{|class="itwiki_template_babel" cellspacing="0"
* Attilio Tamaro, ''Venti anni di storia'', Editrice Tiber, Roma, 1953.
|class="sigla"|[[Immagine:vimlogo.svg|60px]]
* A. Bernieri, ''La nascita del fascismo a Carrara, la Toscana nel regime fascista (1922-1939)'', Olschki Firenze 1971
|Questo utente usa (e adora) '''[[Vim_%28editor_di_testo%29]]'''
* R. Cantagalli, ''Storia del fascismo fiorentino 1919-1925'', Vallecchi, Firenze, 1972
|}
* {{cita libro| cognome=Faccini|nome=Luigi M.| titolo=Un poliziotto per bene | editore=Ippogrifo Liguria | anno=2002}}
{{Babel|it|en-3}}
* {{cita libro|Autori|Vari| titolo=Il Secolo XIX 1886-1986 | editore=Il Secolo XIX | anno=1986}}
</div>
* Isa Sivori Carabelli ''Testimoni del tempo e della storia''
{{Pagina utente}}
* Andrea Ventura "I primi antifascisti. Sarzana, estate 1921. Politica e violenza tra storia e storiografia", Sestri Levante, Gammarò 2010.
*Giuseppe Meneghini ''la Caporetto del Fascismo'', Mursia, ISBN 978884254372
*Angelo Tasca ''Nascita e avvento del fascismo'', Laterza, Bari, 1965
 
== Filmografia ==
* [[Nella città perduta di Sarzana]], di [[Luigi Faccini]] ([[1980]])
 
== Voci correlate ==
*[[Squadrismo]]
*[[Arditi del Popolo]]
*[[Fatti di Empoli]]
*[[Fatti di Cittadella]]
*[[Fatti di Parma]]
*[[Eccidio del Castello Estense (1920)|Eccidio del Castello Estense]]
*[[Movimenti rivoluzionari nell'Italia del Primo Novecento]]
*[[Formazioni di difesa proletaria]]
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.anpi.it/patria_2006/07/27-29_MADRIGNANI.pdf#search=%22%22Guido%20Jurgens%22%22 Intervista a Paolino Ranieri]
*[http://www.centroliguredistoriasociale.it/sarzana1921.html I fatti di Sarzana: tutta la storia]
*[http://www.cittadellaspezia.com/Sarzana/Cronaca/Giornata-della-Memoria-gli-studenti-56403.aspx ''Giornata della Memoria: gli studenti delle superiori di Sarzana riflettono sul 21 luglio 1921'']
*[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/07/18/sarzana-antifascista-due-giorni-di-ricordo.html ''Sarzana antifascista due giorni di ricordo'' [[La Repubblica]] — 18 luglio 2002 pagina 14 sezione: [[Genova]] ]
*[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/01/09/la-resistenza-di-sarzana-all-assalto-dei.html ''La resistenza di [[Sarzana]] all' assalto dei fascisti'' [[La Repubblica]] — 09 gennaio 2003 pagina 9 sezione: [[Genova]] ]
 
{{Fascismo movimento (1914-1922)}}
{{Antifascismo}}
 
{{Portale|fascismo|Provincia della Spezia|storia}}
 
[[Categoria:Fascismo (movimento)]]
[[Categoria:Antifascismo]]
[[Categoria:Stragi commesse in Italia|Fatti di Sarzana]]
[[Categoria:Storia dell'Italia nel primo dopoguerra]]
[[Categoria:Sarzana]]