Giubiana e Geosciurus inauris: differenze tra le pagine

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{{Tassobox
[[File:20080131Giöbia04.jpg|miniatura|I fantocci di Busto Arsizio nel 2008]]
| nome = ''Xero del Capo''
La '''Giübiana''' o '''Festa della Giobia''' è una festa tradizionale molto popolare nel'[[Italia settentrionale]], in particolare in [[Piemonte]] e in [[Lombardia]] ([[Brianza]], [[Altomilanese]], [[Provincia di Varese|Varesotto]] e [[Provincia di Como|Comasco]]). L'ultimo [[giovedì]] del mese di [[gennaio]] vengono accesi dei grandi [[falò]] (o roghi) nelle piazze e bruciata la Giubiana, un grande fantoccio di paglia vestito di stracci. Il rogo assume valori diversi a seconda della località in cui ci si trova, mantenendo sempre uno stretto legame con le tradizioni popolari del luogo.
|immagine=Xerus inauris.jpg
| stato = LC
| dominio = [[Eukaryota]]
| regno = [[Animalia]]
| phylum = [[Chordata]]
| classe = [[Mammalia]]
| ordine = [[Rodentia]]
| famiglia = [[Sciuridae]]
| sottofamiglia=[[Xerinae]]
| tribù=[[Xerini]]
| genere = '''[[Xerus]]'''
| specie = '''X. inauris'''
| binome = Xerus inauris
| biautore= Zimmerman
| bidata= 1780
}}
 
Lo '''Xero del Capo''' ('''''Xerus inauris''''') è un roditore della famiglia degli [[Sciuridae]] che vive nella maggior parte delle zone secche dell'[[Africa meridionale]], dal [[Sudafrica]] attraverso il [[Botswana]] fino alla [[Namibia]]
== Il nome ==
Il nome muta a seconda delle località:
*'''Giòbia''' e ''Giobiassa'' in [[Piemonte]]
*'''Gibiana''' nella bassa [[Brianza]]
*'''Giobbiana'''
*'''Giobiana'''
*'''Giöbia''' a [[Busto Arsizio]] e in altri comuni della [[Provincia di Varese]]
*'''Giubbiana'''
*'''Giöbia''' a [[Arsago Seprio]] ([[Provincia di Varese|VA]])
*'''Giœbia''' a [[Casorate Sempione]] ([[Provincia di Varese|VA]])
*'''Giubiana'''/'''Giübiana'''/'''Gibiana''' nell'alta [[Brianza]] e nella [[provincia di Como]]<ref>{{Cita web|url=http://www.ceriano-laghetto.org/News_ed_Eventi/Notizia.asp?cod=1849|titolo=Il nuovo cavalcavia sarà il “Ponte della Giubiana”|data=19 settembre 2012}}</ref>
*'''Giünee''' a [[Plesio]] (CO)
*'''Ginee''' a [[Mandello del Lario]] (LC)
*'''Giner''' nella [[Valsassina]]
*'''Zobia''' a [[Fiorenzuola d'Arda]] ([[Provincia di Piacenza|PC]])
*'''Zobiana'''.
 
==Descrizione==
In [[Lingua piemontese|piemontese]] ''Giòbia'' significa "[[giovedì]]".
[[File:Cape Ground Squirrel Etosha National Park.jpg|thumb|left|Uno Xerus Inauris in posizione eretta]]
Lo Xerus Inauris presenta una pelliccia ispida che copre tutto il corpo, e sotto di essa, a differenza di altri mammiferi, è privo di peluria morbida. La parte dorsale della pelliccia è color cannella, e nei diversi individui presenta varianti più scure o più chiare<ref name=Skurski2005>Skurski, D., J. Waterman. 2005. "Xerus inauris", ''Mammalian Species'' 781:1-4.</ref>; il muso, la zona del ventre, i lati del collo e la parte interna degli arti sono invece bianchi, mentre la pelle è scura. I padiglioni auricolari sono piccoli. Su entrambi i lati del corpo l'animale ha una striscia bianca che va dalla spalla alla coscia. Attorno agli occhi presenta delle fini linee bianche. La coda è appiattita a continuazione di dorso e ventre, coperta da pelo bianco con due bande nere alla base<ref name=Skinner1990>Skinner J. D., R. H. N. Smithers. 1990. ''The mammals of southern African subregion'', University of Pretoria.</ref>.
Nello Xero del Capo assistiamo un non pronunciato [[dimorfismo sessuale]]: i maschi pesano di solito fra i 423 e i 649 g, l'8/12% più delle femmine, che invece pesano fra i 444 e i 600 g<ref>Lynch C. D. 1983. "The mammals of the Orange Free State", ''Memoirs van die Nasionale Museum'' 18:58-60.</ref>. La lunghezza totale è di 424-476 mm per i maschi e 435-446 mm<ref name=Skurski2005/>.
 
La [[formula dentaria]] dello Xerus Inauris è <math>\begin{smallmatrix}\frac{1.1.0.0}{1.1.3.3}\end{smallmatrix}</math><ref name=Zumpt1970/>.
== Le origini ==
Sul palato, presenta nove increspature trasversali fra i molari che si interrompono al centro a formare un solco, con altre due increspature continue poste anteriormente ai molari<ref name=Skurski2005/>.
La tradizione della Giubiana ha un'origine molto antica. Fin dalle epoche più antiche, nel mondo agricolo, l'anno era scandito da ricorrenze periodiche, che accompagnavano i ritmi delle stagioni e che in qualche modo permettevano di sentirsi partecipi dei cicli della natura. Attraverso feste e ricorrenze, erano quindi rivissuti simbolicamente i cicli della natura, in particolare il passaggio tra le stagioni morte e quelle del risveglio primaverile. Nel periodo più freddo dell'anno, a fine gennaio, era usanza bruciare simbolicamente il vecchio anno, per augurarsi che l'anno nuovo fosse più propizio e ricco di nuovi raccolti e di molti frutti.
I [[gesti]] simbolici sono così importanti per comunicare un messaggio che la [[cristianesimo|religione cristiana]], nella sua [[liturgia]] ha integrato molti elementi pagani.
 
Le femmine hanno due coppie di mammelle, la prima all'altezza dell'inguine e la seconda all'altezza degli addominali<ref name=Zumpt1970>Zumpt I. F. 1970. "The ground squirrel", ''African Wild Life'' 24:115-121.</ref>.
Il nome stesso della festa, Giubiana, del resto sembra fare riferimento ad antichissimi [[Rito|rituali propiziatori]], molto più antichi del diffondersi del [[cristianesimo]]. Il nome Giubiana sembra infatti collegato al [[Mitologia romana|dio romano]] [[Giove (divinità)|Giove]]: dal [[dio|nume]] romano viene infatti l'aggettivo i "Joviana" (e quindi la nostra "Giubiana" in molti territori della [[Lombardia]]), oppure "Jovia" (divenuta "Giobia", in altre parti della Lombardia e nei territori del [[Piemonte]]).
 
Nei maschi il [[glande]] è relativamente grosso, con uno sviluppato [[osso penico]] sulla terminazione e curvato verso il basso<ref name=Skurski2005/>. Questa specie è in particolare notevole per i suoi testicoli grandi, che corrispondono a circa il 20% della lunghezza del corpo e della testa<ref name=Zumpt1970/>.
Con l'annuncio della religione cristiana, i riferimenti agli dei [[Paganesimo|pagani]] sono stati messi in disparte, ma il nome originale di Giubiana si è conservato nel tempo.
Nei secoli [[Medioevo|medievali]] la narrazione popolare ha creato svariate leggende e numerosissimi racconti popolari. Nelle narrazioni popolari, Giubiana è così diventata una figura femminile, a volte una vecchina, altre volte una strega, da scacciare simbolicamente insieme ai rigori dell'inverno.
L'elemento più caratterizzante della festa è rimasto il grande falò, che ancor oggi è percepito da tutti come un simbolo di rinnovamento e di ripartenza del nuovo anno.
 
La muta del pelo avviene ogni anno fra agosto e settembre e fra marzo e aprile<ref name=Herzig1978/>.
== La storia ==
La storia di questo personaggio ha diverse varianti, a seconda dell'area geografica.
 
==Distribuzione sul territorio==
=== La leggenda ===
Lo Xero del Capo vive nei territori aridi dell'Africa meridionale<ref name=Herzig1979>Herzig-Straschil B. 1979. "''Xerus inauris'' (Rodentia, sciuridae)-an inhabitant of arid regions of southern Africa", ''Folia Zoologica'' 28:119-124.</ref>: è largamente presente in Namibia (ma risulta assente nelle regioni costiere e nel nordest<ref name=Skinner1990/>), abita le zone centrali e sud-occidentali del [[Kalahari]], in Botswana<ref name=Smithers1971>Smithers R. H. N. 1971. ''The mammals of Botswana'', Salisbury, Rhodesia, Museum Memoirs No. 4.</ref>, e si può trovare anche nella regione sud-occidentale della [[Provincia del Nordovest (Sudafrica)]] fino a quelle di [[Free State]] e [[Lesotho]]. È diffuso anche nei territori della [[Provincia del Capo Settentrionale]], ma solo nella zona nord-orientale<ref name=Skinner1990/>. A sud il limite estremo della distribuzione è la zona di [[Graaff Reinet]]<ref name=Skinner1990/>, città nella [[Provincia del Capo Orientale]].
Secondo il racconto popolare, la Giubiana era una vecchia [[strega]], magra, con le gambe molto lunghe e le calze rosse. Viveva nei boschi e grazie alle sue lunghe gambe, non metteva mai piede a terra, ma si spostava di albero in albero. Così osservava tutti quelli che entravano nel bosco e li faceva spaventare, soprattutto i bambini. L'ultimo giovedì di gennaio, era solita andare alla ricerca di qualche bambino da mangiare. Una mamma, per proteggere il suo bambino, decise di tenderle una trappola. Preparò una gran pentola piena di [[risotto]] giallo ([[Crocus sativus|zafferano]]) con la luganega ([[salsiccia]]), e lo mise sul davanzale della finestra. Il profumo era delizioso, da far venire l'acquolina in bocca. La Giubiana sentì il buon odore e saltellò fuori dal bosco verso la pentola, e cominciò a mangiare, un po' alla volta, tutto il contenuto dell'enorme pentolone di squisito risotto. Il risotto era veramente tanto, eppure era così buono, che la famelica Giubiana non si accorse del tempo che passava. Non si accorse che il sole, che uccide le streghe, stava ormai per sorgere. Quando la Giubiana finì tutto il risotto, il primo raggio di sole era ormai spuntato: la Giubiana fu così polverizzata dalla luce del sole, e da quel giorno tutti i bambini furono salvi. Fu così che per ricordare quella vicenda a fine gennaio si prepara il risotto con la luganiga e si brucia il fantoccio con le sembianze della vecchia strega.
 
Come si vede, la denominazione '' del Capo'' è in qualche modo fuorviante, dal momento che l'animale ha un'area di insediamento assai più vasta. Questo nome può essergli stato attribuito per distinguerlo da un'altra specie di scoiattolo, questa arboricola: lo [[Sciurus carolinensis|scoiattolo grigio orientale]], anch'esso stanziato attorno a [[Città del Capo]], che fu introdotto dall'[[Europa]] da [[Cecil John Rhodes]]
Una versione un po' più orrida, dice che una mamma prese una bambola e la riempì di coltelli e forbici, poi la mise nel letto, al posto della figlia.
A mezzanotte si sentono i passi della Giubiana. La bimba spaventatissima, si stringe vicino alla mamma, mentre si sente la Giubiana salire i gradini ed entrare nella stanza.
La Giubiana è feroce e in un attimo ingoia la bambola, pensando di mangiare la bambina.
Si sente un urlo, la mamma va nella stanza della bimba e trova il corpo della Giubiana a brandelli, per via dei coltelli e delle forbici.
 
==Comportamento==
=== La Giöbia nell'[[Altomilanese]] ===
[[File:GioêubiaErdhörnchen a Busto Arsizio 2011.JPGjpg|thumb|upright=1.4left|La ''Giöbia''Xeri del 2014Capo all'ingresso della [[Famiglia Bustocca]] a [[Busto Arsizio]]tana]]
Lo Xerus inauris ha il suo habitat nelle zone aride o semiaride<ref name=Herzig1978/>: vive di preferenza nelle piane sabbiose (''velds'') e nelle praterie con terreno duro, ma lo si può trovare anche in piccoli gruppi nelle zone limitrofe ai laghi di origine alluvionale (''pans''), nelle stesse pianure alluvionali e nei campi coltivati<ref name=Smithers1971/>. Lo Xero è animale generalmente diurno, e non va in letargo. Le tane consistono in gruppi di tunnel scavati nel terreno per un'estensione di circa 700 m<sup>2</sup><ref name=Waterman1995>Waterman, J. M. 1995. "The social organization of the Cape ground squirrel (''Xerus inauris''; Rodentia: Sciuridae)". ''Ethology'' 101:130–147.</ref>, con un numero di ingressi che va da 2 a 100<ref name=Herzig1978>Herzig-Straschil, B. 1978. "On the biology of ''Xerus inauris'' (Zimmermann, 1780) (Rodentia, Sciuridae)", ''Zeitschrift für Säugetierkunde'' 43:262–278.</ref>. I tunnel proteggono l'animale dalle temperature estreme in superficie e dai predatori, ma nonostante questo lo Xero passa la maggior parte del giorno alla ricerca di cibo in superficie<ref name=Herzig1979/>, dove, per esigenze di termoregolazione, posiziona la folta coda contro il sole per coprirsi il capo e il dorso<ref>Bennett, A. F., R. B. Huey, H. John-Alder, and K. E. Nagy. 1984. "The parasol tail and thermoregulatory behavior of the Cape ground squirrel (''Xerus inauris'')", ''Physiological Zoology'' 57:57–62.</ref> e si rotola nella polvere.
La ''Festa della Giöbia'' è una festa di antica tradizione di origine precristiana che ancora permane nell'Altomilanese. In età medioevale alla Giobia è stata associata la sembianza umana, spesso quella di una vecchia o di una strega. Ricorrendo la festa alla fine di gennaio, ancora oggi viene celebrata in molti comuni con il rogo di un pupazzo simboleggiante una donna anziana per esorcizzare le forze negative dell'inverno e propiziare l'avvento della primavera.
Lo Xerus inauris si nutre di bulbi, frutti, erbe, piante, insetti e arbusti<ref name=Skurski2005/>. Non accumula cibo nelle tane, quindi la nutrizione costituisce un'attività giornaliera<ref name=Herzig1978/> che occupa il 70% delle attività dell'animale (un restante 15-20% del tempo è impiegato nella sorveglianza del territorio, il resto nelle interazioni sociali<ref name=Herzig1978/><ref name=Waterman1995/>). Il fabbisogno d'acqua, minimo, è soddisfatto dalla percentuale d'acqua contenuta nella vegetazione erbacea, e l'animale beve raramente<ref name=Skurski2005/>.
 
Per le medesime esigenze di difesa da temperatura e predatori, le tane dello Xero sono usate anche da [[Suricata suricatta|suricati]] e [[Herpestidae|manguste]]<ref name=Waterman2007>Waterman, J., J. Roth. 2007. "Interspecific associations of Cape ground squirrels with two mongoose species: benefit or cost?". ''Behavioral Ecology and Sociobiology'', 61(11):1675-1683.</ref>. Tale "convivenza" appare, nel caso delle suricate, come [[Mutualismo|mutualmente]] vantaggiosa, a differenza delle manguste che costituiscono semplicemente [[Commensalismo|commensali]] dello scoiattolo<ref name=Waterman2007/>.
La ''Giöbia'' è particolarmente sentita nelle città di [[Busto Arsizio]], [[Gallarate]] e dintorni. L'ultimo [[giovedì]] di [[gennaio]] a Busto Arsizio decine di fantocci raffiguranti una donna vecchia e di brutto aspetto preparati da diverse associazioni, scuole e parrocchie, vengono esposti in piazza Santa Maria, nel cuore della città, per tutta la giornata, per poi essere bruciati la sera. Inoltre, in piazza [[Basilica di San Giovanni Battista (Busto Arsizio)|San Giovanni Battista]], viene servito il tradizionale ''risotu cunt' a lüganiga'' (risotto allo zafferano con salsiccia)<ref>{{cita news|url=http://www.laprovinciadivarese.it/stories/Cronaca/la-gioeubia-cambia-sapore-si-alla-luganega_1101442_11/|titolo=La Gioeubia cambia sapore: sì alla luganega|sito=laprovinciadivarese.it|editore=La Provincia di Varese|data=25 gennaio 2015|autore=Andrea Aliverti|accesso=6 dicembre 2017}}</ref>. Molte scuole d'infanzia e primarie locali, inoltre, organizzano propri falò per i loro studenti.
 
Fra i predatori dello Xero troviamo [[Sciacallo|sciacalli]], serpenti e [[Varanus|varani]]. Lo Xero del Capo è in grado di distinguere, dall'odore delle feci, se esse appartengano o meno ad un predatore<ref>Belton, L., N. Ball, J. Waterman, P. Bateman. 2007. "Do Cape ground squirrels (''Xerus inauris'') discriminate between olfactory cues in the faeces of predators versus non-predators?", ''African Zoology'', 42(1): 135-138.</ref>. Quando vengono minacciati, gli Xeri attuano contro i predatori (ad esempio serpenti) dei comportamenti intimidatori<ref name=Waterman2007/><ref name=Waterman1997>Waterman, J. M. 1997. "Why do male Cape ground squirrels live in groups?" ''Animal Behaviour'' 53:809–817.</ref>: più scoiattoli avanzano di colpo verso il predatore frapponendo fra loro ed esso le code a cespuglio, poi, quando il predatore stesso scatta all'indietro gli scoiattoli si ritirano. Di solito, i comportamenti intimidatori di gruppo si dimostrano efficaci nell'allontanare le minacce<ref name=Waterman1997/>.
A [[Gallarate]], la ''Giöbia'' viene bruciata ogni anno in un diverso quartiere della città, anche qui accompagnata da risott e luganega (piatto tipico e maschere ufficiali della città).
 
===Comportamento sociale===
A [[Fagnano Olona]] si organizza il "falò della gioeubia", in collaborazione con l'associazione Volontari Contrada dei Calimali e la [[pro loco]]. La cultura contadina imponeva di mangiare nel giorno della Giobia almeno un piatto di lenticchie con cotechino, per tradizione questo avrebbe allontanato i disagi degli insetti (moschini e zanzare) nella stagione estiva durante il lavoro nei campi.
[[File:Xerus inauris anagoria.JPG|thumb|Due Xeri del Capo]]
I gruppi di Xeri contano di solito due o tre esemplari adulti di sesso femminile e fino a nove esemplari giovani di entrambi i sessi che costituiscono la prole dipendente dalle femmine stesse<ref name=Herzig1978/>, mentre un gruppo con più di tre femmine si divide in entità più piccole<ref>Waterman, J. M. 2002. "Delayed maturity, group fission and the limits of group size in female Cape ground squirrels (Sciuridae: ''Xerus inauris'')", ''Journal of Zoology'' 256:113–120.</ref>. I maschi invece vivono separatamente in gruppi pacifici che contano fino a 19 individui non legati da parentela, e si uniscono alle femmine soltanto nel periodo dell'[[Ciclo estrale|estro]] di una di esse<ref name=Waterman1995/>; all'interno di un gruppo maschile possono formarsi dei sottogruppi di quattro o cinque esemplari che cambiano anche giornalmente numero e composizione<ref name=Skurski2005/>.
 
I gruppi di femmine vivono, come detto sopra, in gruppi di tunnel che hanno uscita distribuite su una superficie di circa 4 ha, con un nucleo centrale di circa 0,25 ha<ref name=Waterman1995/>. I territori di diversi gruppi possono sovrapporsi, ma il nucleo verrà difeso da ciascuno di essi con comportamenti aggressivi<ref name=Herzig1979/><ref name=Waterman1995/>. Il territorio di un gruppo di maschi, con i suoi 12,1 ha di ampiezza<ref name=Waterman1995/>, va a includere quelli di numerosi gruppi di femmine.
=== Brüsa la Giöbia ad Arsago Seprio ===
[[File:Giobiarsago.jpg|thumb|Brüsa la Giöbia ad Arsago Seprio]]
 
All'interno di un gruppo femminile, i membri condividono le zone del pasto e del sonno, senza che fra loro esista una gerarchia. Nei gruppi maschili, invece, abbiamo delle nette gerarchie di dominanza basate sull'età dei membri e mantenute poi per sostituzione dei membri stessi. Le competizioni fra i maschi consistono in dimostrazioni di salto senza manifestazioni di violenza o ferite<ref name=Waterman1998>Waterman, J. M. 1998. "Mating tactics of male Cape ground squirrels, ''Xerus inauris'': consequences of year-round breeding", ''Animal Behaviour'' 56:459–466.</ref>. Inoltre i maschi non sono territoriali come le femmine, ed è frequente l'immigrazione e l'emigrazione di un membro fra un gruppo e l'altro<ref name=Skurski2005/>.
Anche ad [[Arsago Seprio]], come in tante altre terre tra Piemonte e Lombardia, si erige il grande falò con in cima un fantoccio dalle sembianze femminili, la cosiddetta ''Vegia''. È la Giöbia e dal 2016 il momento di festa avrà un carattere particolare: il fuoco per accendere il falò sarà portato da un Druido, un sacerdote celtico, con una cerimonia particolare in un luogo simbolo del paese, la palude.
 
===Forme di comunicazione===
Ad Arsago Seprio, paese che detiene traccia di tutti i più importanti periodi storici antichi, è sentito particolarmente questo momento che dal 2016 è reso ancora più suggestivo. Infatti è legato alle sue origini celtiche nonché alla ''Festa di Imbolc'' che tante analogie ha con l'attuale Festa della Giöbia. L'intento quindi non è solo quello di far festa ma anche di spiegare e far capire agli abitanti il significato culturale di questa tradizione.
Quando percepisce una minaccia, lo Xero emette un richiamo di allarme simile a un fischio<ref name=Zumpt1970/><ref name=Herzig1979/>. Tale richiamo può avere due forme: un verso breve e acuto che mette in forte allarme gli altri membri del gruppo, e un suono meno acuto usato per pericoli non imminenti<ref name=Zumpt1970/>. Durante gli scontri per la predominanza, gli individui emettono grugniti profondi e aggressivi<ref name=Herzig1979/>. Gli esemplari giovani si allenano nei richiami con fischi e squittii<ref name=Skurski2005/>.
[[File:Xerus inauris.JPG|thumb|Esemplari giovani di Xero del Capo]]
 
===Riproduzione===
La manifestazione è organizzata da Comune e Proloco in collaborazione con Amici della Bozza di Rugn, CAI, Gruppo Alpini, Gruppi di Cammino, Volontari antincendio del Parco Ticino e Corpo musicale.
Lo Xero del Capo si accoppia nel corso di tutto l'anno<ref name=Herzig1978/><ref name=Smithers1971/><ref name=Waterman1996>Waterman, J. M. 1996. "Reproductive biology of a tropical, non-hibernating ground squirrel". ''Journal of Mammology'' 77:134–146.</ref>, e in particolare nei mesi secchi invernali<ref name=Skurski2005/>. Poiché le femmine hanno accoppiamenti multipli, i grandi testicoli dei maschi li aiutano a sostenere la [[competizione spermatica]]. Dopo l'accoppiamento, i maschi si masturbano, sia allo scopo di pulirsi i genitali, sia per ridurre la possibilità di infezioni trasmissibili sessualmente<ref>Waterman JM, 2010. "The Adaptive Function of Masturbation in a Promiscuous African Ground Squirrel". ''PLoS ONE'' 5(9): e13060. doi:10.1371/journal.pone.0013060</ref>.
 
L'estro dura tre ore, e si verifica in una femmina del gruppo alla volta. Durante l'estro, la femmina in calore viene avvicinata, sollecitata con insistenza e inseguita dai maschi che vogliono accoppiarsi con lei, e il maschio dominante si accoppia con lei per primo<ref name=Waterman1998/>: una femmina consente numerosi accoppiamenti, sia col primo maschio che con quelli successivi nella scala gerarchica. Quando un maschio non si è ancora accoppiato con una femmina, disturberà gli accoppiamenti che essa effettua con altri maschi<ref name=Waterman1998/>. Tuttavia è raro che l'accoppiamento venga difeso.
=== La Gibiana in riva al Lambro ===
Sul [[Lambro]], l'ultimo [[giovedì]] di [[gennaio]], arriva la ''Gibiana'', si fa un gran falò con il suo fantoccio per bruciare tutte le negatività dell'inverno e ci si prepara alla nuova stagione gustando il [[risotto]] alla monzese. La festa pare abbia origini antichissime, addirittura celtiche.
 
La gestazione dura fra i 42 e i 49 giorni<ref name=Zumpt1970/><ref name=Waterman1996/>, e termina con la nascita di una cucciolata che conta da uno a tre piccoli<ref name=Herzig1978/><ref name=Waterman1996/>: essi sono ciechi e senza pelo<ref name=Herzig1978/>; gli occhi si aprono dopo il trentacinquesimo giorno<ref name=Herzig1978/>. Dopo la nascita ha inizio l'allattamento: una femmina che allatta si sposta in un tunnel separato per prendersi cura dei piccoli, e torna nel gruppo dopo lo svezzamento o nel caso di perdita della cucciolata<ref name=Skurski2005/>. I cuccioli rimangono nel tunnel per i primi 45 giorni; sette giorni dopo essere usciti, iniziano a nutrirsi di cibi solidi, e l'allattamento termina intorno al cinquantaduesimo giorno<ref name=Waterman1996/>.
=== La Giubiana a Cantù ===
[[File:Rogo giubiana cantù.PNG|thumb|Il rogo della Giubiana di [[Cantù]] del [[2007]]]]
A [[Cantù]] a essere simbolicamente immolata su una pira di legno posta nel centro di piazza Garibaldi, nel centro cittadino, è una giovane bellissima che secondo la tradizione rappresenta una castellana che ebbe l'ardire di tradire la città in un lontano passato, forse nella guerra tra milanesi e comaschi del [[XII secolo]]. Cantù, alleata a [[Milano]] contro la città lariana, subì infatti una dura sconfitta ma la guerra fu infine vinta dai milanesi che conquistarono [[Como]] decretando così, secondo questa interpretazione della leggenda, anche la condanna al rogo della giovane. Una tremenda sentenza che viene simbolicamente ricordata ogni anno nella serata dell'ultimo giovedì di gennaio.
 
I maschi raggiungono la maturità sessuale ad otto mesi, e lasciano il loro gruppo di nascita; le femmine invece raggiungono la maturità a dieci mesi e restano nel gruppo<ref name=Waterman1995/>.
Non a caso prima del rogo a [[Cantù]] si organizza un corteo con costumi storici: su un carro trascinato a mano e scortato da armigeri, frati e un boia viene caricata la Giubiana, ossia un manichino di donna esposto giorni prima in un locale di via Dante, a due passi da piazza Garibaldi, a un ipotetico pubblico ludibrio. Durante il corteo, che raggiunge poi il municipio e quindi la piazza centrale per il rogo, viene anche data lettura della condanna. Si tratterebbe comunque di una leggenda visto che non esistono fonti che leghino alla verità storica questi fatti.
 
==Stato di conservazione==
Nel [[1998]] la Biblioteca comunale di [[Mariano Comense]] distribuì nelle scuole elementari della zona del [[Cantù|canturino]] un opuscolo contenente un'ipotetica storia della Giubiana.<ref>{{cita web |url=http://www.corrierecomo.it/index2.cfm?ID=557 |titolo=Copia archiviata |accesso=9 febbraio 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070219142233/http://www.corrierecomo.it/index2.cfm?ID=557 |dataarchivio=19 febbraio 2007 }}</ref> Il libretto, fuori commercio, è il frutto di un'abile collaborazione tra Giancarlo Montorfano, Ariel Macchi e l'illustratore Filippo Brunello: il piccolo opuscolo riscontra un successo imprevisto alla vigilia non solo tra i bambini ma anche tra quelli più grandi non solo per la suggestiva narrazione ma anche per i riscontri storici che sono contenuti in essa.
Sembrano non esistere nel complesso gravi minacce per lo Xero del Capo. In alcune regioni esso viene considerato un animale infestante per l'agricoltura, e per evitare il danneggiamento delle colture e il rischio legato alla diffusione della [[rabbia]] l'uomo ha usato erba avvelenata per controllarne la diffusione<ref name=Zumpt1970/>. Tuttavia la specie resta comune in molte aree protette, tra cui il ''Kgalagadi Transfrontier Park'' in Botswana e Sudafrica, e l<nowiki>'</nowiki>''Etosha National Park'' in Namibia.
 
==Note==
La storia racconta che la notte di un [[giovedì]] di [[gennaio]] di settecento anni fa bussò a uno degli ingressi del borgo di ''Canturio'' una bellissima donna. Padre Lorenzo, scambiando la giovane ragazza con la [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]], aprì inconsciamente la porta della città.
 
Il frate rimase esterrefatto dai suoi occhi, mentre la giovane lo ipnotizza fissandolo nelle pupille. Lei gli ordinò: "Dammi le chiavi della città". Conquistate le chiavi, la donna poté così aprire i pesanti battenti della porta ai [[Visconti]] che si insediarono immobilizzando le guardie nelle varie torri.
 
I milanesi si erano anche impadroniti della vicina ''Marliano'' (l'odierna [[Mariano Comense]]) e i Grassi, signori di Canturio, erano stati spodestati e cacciati.
Della giovane non si sentì più parlare dalla fine di gennaio di tanto tempo fa. Ancora oggi ci si chiede chi fosse questa bella ragazza, se una guerriera come [[Bradamante]] o una creatura demoniaca.
 
Un'usanza cominciò però a diffondersi l'ultimo giovedì di gennaio: bruciare insieme alle stoppie del granoturco un fantoccio di pezza, colorato, con le fattezze di una donna. Una volta l'anno gli abitanti di molti paesi della [[Brianza]] si divertono a danzare urlanti attorno a un enorme falò. Scacciano i ricordi di un passato sfortunato e si augurano un futuro più felice.
 
=== La Giubiana a Canzo ===
La Giubiana è una tradizione brianzola e piemontese consistente nel mettere al rogo il pupazzo di una vecchia che rappresenta i mali dell'inverno e dell'anno trascorso. La festa si svolge l'ultimo giovedì di gennaio. Al rogo segue una cena di risotto con salsiccia (lügànega), e vin brulé.
 
A [[Canzo]] la celebrazione è particolarmente articolata, essendo presenti il processo in [[Canzo#Dialetto|canzese]] con la sentenza dei ''Regiuu'', ovvero gli anziani autorevoli del paese, e altri personaggi simbolici e tradizionali, quali la fata acquatica ''[[Anguana]]'' (proveniente dal ''Cèpp da l'Angua''), l<nowiki>'</nowiki>''[[Uomo selvatico|Òmm Selvadech]]'' (cioè "uomo selvatico", personaggio della mitologia alpina), l<nowiki>'</nowiki>''Urzu'' ("orso", che esce dalla tana alla ''Cròta dal Bavèsc'', simbolo della forza istintiva che deve essere domata) e il ''Casciadùr'' ("cacciatore", che doma e fa ballare l'orso), il ''Bòja'' ("boia" che rappresenta la condanna del male), i ''Cilòstar'' (cioè "coloro che reggono i candelabri", incappucciati, che simboleggiano la luce che vince il Male), i ''Bun'' e i ''Gramm'' ("buoni e maligni", bambini vestiti di bianco e di nero, tinti in volto, che con il suono delle campanelle e con il rumore delle latte invitano le forze del bene e scacciano il maligno), l'''Aucatt di caus pèrs'' (l'avvocato delle cause perse, quello venuto dal foro di Milano per difendere la Giubiana), il ''Barbanégra'' (l'[[divinazione|indovino]]), gli ''Scarenèj'' (i rappresentanti della vicina campagna di Scarenna, legata storicamente con i contadini canzesi), le ''Strij picitt'' (le streghe che fanno paura ai bambini), la ''Cumàr da la Cuntrada'' (che legge il testamento della Giubiana), il ''Diaul'' (diavolo che canta l'ode alla Giubiana), i ''Pumpiér'' (i pompieri in bicicletta, in costume storico e con la pompa dell'Ottocento), il ''Pastùr'' (il rappresentante in maschera del mestiere pastorizio), i ''Buschiröö'' (la maschera del boscaiolo), il ''Carètt di paisàn'' ("carretto dei contadini"), il ''Traìn'' (lo "slittone" con le fascine), e altri ancora, che percorrono in processione parte del centro storico. La festa è arricchita da vestiti tradizionali e da suggestivi addobbi, tra cui la ''gamba russa'' (cioè "rossa") e i paramenti a lutto, com'è anche la musica dei tamburi e dei ''[[baghèt]]''.
 
=== La Gioebia a Casorate Sempione ===
A [[Casorate Sempione]], dopo aver bruciato la strega d'inverno (la Giœbia), le donne si riunivano e festeggiavano ''La giœbia di dónn'' (festa delle donne).
La puscena di donn, letteralmente dopo cena delle donne (dal lat. post cenam), era un ritrovo serale in versione rosa in cui le donne dei cortili si radunavano, assenti mariti, figli e padri, una volta l'anno, per raccontarsi storie, cantando, ballando, mangiando e perché no? Bevendo anche un buon bicchiere di vino magari di produzione Casoratese che sarà sicuramente stato "ul pisarèla"o "stràscia pàta", prodotto con le uve di Casorate che dava un vino di pochi gradi. Una tradizione locale che si era persa per strada, ma che negli ultimi anni è ritornata in auge. L'atmosfera è di forte sacralità e festosità, grazie al simbolismo, di origine celtica e cristiana, presente in tutta la manifestazione.
L'ultimo giovedì del mese di gennaio (di un tempo che fu) le donne si ritrovano per festeggiare fra di loro la “gœbia. Si racconta che una volta, gli uomini, (esclusi dalla festa) giocarono uno scherzo alle donne mentre stavano festeggiando con frittelle e vino dolce, calando una gamba dall'arbüşèll facendola dondolare per aria intonando una tiritera con voce cupa e roca. Le donne tutte spaventate scapparono via, abbandonando tutto quel ben di Dio che gli uomini fecero loro. Ecco di seguito la tiritera.
 
{{citazione|Dón, dón, andé a durmì,<br />
ghi giald ‘i œcc, i da murì,<br />
se vurì mia, che Dìu la manda,<br />
guardé ' in aria ca dúnda la gamba
 
Donne, donne, andate a dormire,<br />
avete gialli gli occhi dovete morire,<br />
se non volete che Dio vi faccia morire,<br />
guardate in alto che dondola la gamba|Piero Rodoni, ''[http://www.pierorodonicasoratesempione.it/ Filastrocche e tiritere]''}}
 
=== La Zobia a Fiorenzuola d'Arda ===
Anche a [[Fiorenzuola d'Arda]], in [[provincia di Piacenza]], la Zobia rappresenta la maschera di una strega o di una vecchia che viene data alle fiamme. Il personaggio, al quale si appicca il fuoco in occasione del [[Carnevale]], è impietoso nei confronti di ladri e malfattori, ruba lei stessa e semina discordia nelle trattative d'affari. Tuttavia, solo in questo centro, la strega in passato alludeva alla figura del commerciante [[Ebrei|ebreo]], in particolare di stoffe. L'origine di questo riferimento resta sconosciuta, ma è sicuramente correlata alla presenza ebraica in paese e nella [[Bassa padana|Bassa]] piacentina. Con il tempo la parodia degli ebrei è scomparsa.
 
== Paesi in cui la Giubiana è festeggiata ==
{{div col}}
*[[Abbadia Lariana]] (LC) - '' Gineé'' (31 gennaio)
*[[Albate]] (frazione di [[Como]]) - ''Festa della Giubiana'' (si tiene di sabato)
*[[Albavilla]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Alserio]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Alzate Brianza]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Annone di Brianza]] (LC) - ''Bruciamo la Giubiana'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Ardesio]] (BG) - ''La Scasada del Zenerù'' (31 gennaio)
*[[Arosio]] (CO)
*[[Arsago Seprio]] (VA) - ''Gran falò della Giöbia'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Ballabio]] (LC) - ''Fou Gineer e scià febreer'' (31 gennaio)
*[[Barzago]] (LC) - ''Se brüse la Gibiana'', con corteo di diavoli e streghe, processo in piazza in dialetto barzaghese, grande falò, risott cun la luganega e vin brulé
*[[Barni]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Besana Brianza]] (MB) - ''Festa della Giubiana''
*[[Biassono]] (MB)
*[[Bosisio Parini]] (LC) - ''Festa della Giubiana''
*[[Bovisio Masciago]] (MB) - ''Dem feuc a la giübiana'', si mangia risott count la lüganega e si beve vin brulé
*[[Bregnano]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Brenna (Italia) |Brenna]] (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Briosco]] (MB) - ''Falò della Giubiana'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Bulciago]] (LC) - ''Bruciamo insieme la Giubiana''
*[[Busto Arsizio]] (VA) - ''Festa della Giöbia'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Cabiate]] (CO) - ''Giubiana''
*[[Cadorago]] (CO) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Cantù]] (CO) - ''Festa della Giubiana'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Canzo]] (CO) - ''Giubiana da Canz'', [[Canzo#Giubiana da Canz|con corteo allegorico e processo in canzese]] (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Cardano al Campo]] (VA) - ''Giobbia'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Carimate]] (CO) "Rogo della Giubiana" (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Carnago]] (VA) - ''Gioebia'' o ''Gioeubia''
*[[Caronno Varesino]] (VA) - ''Brüsa la Giöbia''
*[[Carugo]] (CO) - ''Giubiana carughese''
*[[Cairate]] (VA) - ''Gioeubia''
*[[Casatenovo]] (LC) - ''Festa della Gibiana''
*[[Casorate Sempione]] (VA) - ''A brüşà la giœbia''
*[[Cassano Magnago]] (VA)
*[[Cassago Brianza]] (LC) - ''Ul foec de la Gibiana ''
*[[Castellanza]] (VA) - ''Festa della Gioeubia'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Castelmarte]] (CO) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Castelseprio]] (VA) - ''Gran falò della Giöbia''
*[[Castiglione Olona]] (VA)
*[[Cavaria con Premezzo]] (VA) - presso il plesso scolastico di via [[Enrico Fermi]]
*[[Cermenate]] (CO)
*[[Civate]] (LC) - ''Il rogo della Gibiana''
*[[Copreno]] (frazione di [[Lentate sul Seveso]]) (MI) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Costa Masnaga]] (LC) - ''Festa della Giubiana'' presso l'oratorio e il parco di Brenno
*[[Cucciago]] (CO) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Cremella]] (LC) - ''Festa della Giubiana''
*[[Crevenna]] (frazione di [[Erba]]) (CO) - ''Festa della Giubiana''
*[[Dolzago]] (LC) - ''La Gibiana''
*[[Esino Lario]] (LC) - ''La Bjibjerè''
*[[Fagnano Olona]] (VA) - ''Festa della Gioeubia''
*[[Ferno]] (VA) - ''Brusa la Zobia''
*[[Figino Serenza]] (CO) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Fiorenzuola d'Arda]] (PC) - ''Festa della Zobia - Brüsa la vecia''
*[[Galbiate]] (LC)
*[[Gallarate]] (VA) - ''Festa della Giobia'' o ''Giubiana''
*[[Garbagnate Milanese]] (MI)
*[[Giussano]] (MB)
*[[Gorla Maggiore]] (VA)
*[[Gorla Minore]] (VA)
*[[Guanzate]] (CO)
*[[Inverigo]] (CO) - anche nelle frazioni
*[[Inveruno]] (MI) - Tradizionale corteo serale e rogo, con fagioli con l'occhio e luganiga
*[[Lambrugo]] (CO) - Partenza dal piazzale del comune e corteo fino alla baita degli Alpini dove viene acceso il rogo. (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Lesmo]] (MI) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Lomazzo]] (CO) - ''Rogo della Giubiana'', tradizionale falò con la distribuzione del risotto con la luganiga
*[[Lonate Pozzolo]] (VA)
*[[Lurago d'Erba]] (CO) - ''Festa della Giubiana'' (si tiene di sabato)
*[[Macherio]] (MI) -
*[[Magnago]] (MI) -
*[[Mandello del Lario]] (LC) - ''Ginee'' (31 gennaio)
*[[Mariano Comense]] (CO) - (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Marnate]] (VA)
*[[Merate]] (LC) - ''Si brucia la Giubiana''
*[[Merone]] (CO) - ''Brucia la Giubiana'' -
*[[Monguzzo]] (CO) - ''Festa della Giubiana con falò, risotto con la luganega e vin brulé''
*[[Montesordo]] (frazione di [[Cermenate]]) (CO) - ''Falò della Giubiana''
*[[Misinto]] (MI) - ''Falò della Giubiana''
*[[Montesolaro]] (frazione di [[Carimate]]) (CO) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Montevecchia]] (LC) - ''Falò della Gibiana'' - Cascina Butto
*[[Nibionno]] (LC) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Oggiona con Santo Stefano]] (VA)
*[[Oggiono]] (LC) - '' Brucia, Brucia la Gibiana''
*[[Olgiate Olona]] (VA)
*[[Olginate]] (LC) - '' Brusa Ginée''
*[[Origgio]] (VA)
*[[Pasturo]] (LC) - ''Tira fò Gener'' (31 gennaio)
*[[Plesio]] ([[Provincia di Como|CO]]) - ''El Giünee'' (31 gennaio)
*[[Premana]] (LC) - ''Il Gineer''
*[[Rescaldina]] (MI)
*[[Rogeno]] (LC) - sfilata per il paese con la Giubiana
*[[Rovellasca]] (CO)
*[[Rovello Porro]] (CO) - ''Ul Gené'' (31 gennaio)
*[[Sant'Antonino Ticino]] (VA)
*[[Samarate]] (VA)
*[[Saronno]] (VA)
*[[Seregno]] (MB) - ''La vera Giubiana'' al Fuin e risotto in compagnia
*[[Seveso]] (MB) (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Sirone]] (LC)
*[[Sirtori]] (LC) - ''Ul falò de la Giubiana'', rappresentazione dialettale, falò, risotto con luganega e vin brulé (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Solbiate Olona]] (VA) - Presso il parco Festa in Via S.Vito -
*[[Somma Lombardo]] (VA) - ''Falò della Gioebia'', cotechino e lenticchie, vin brulé
*[[Tavernerio]] (CO) - ''Il rogo della Giubiana''
*[[Tradate]] (VA) - ''La Giöbia''
*[[Triuggio]] (MI) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Uboldo]] (VA)
*[[Valera (Varedo) |Valera]] (frazione di [[Varedo]]) (MB) - ''Rogo della Giubiana''
*[[Varallo]] (VC)
*[[Varenna]] (LC) - ''La Giubiera'' (ultimo giovedì di gennaio)
*[[Varese]] - '' Festa de la Giöbia<ref>{{cita web|url=http://www.famigliabosina.it/it/la-gioebia|titolo=La Giöbia|accesso=10 dicembre 2017}}</ref>''
*[[Vedano Olona]] (VA)
*[[Verano Brianza]] (MB) - ''Rogo della Giubiana'', arringa e processo, risotto con luganega e vin brulè
*[[Veduggio con Colzano]] (MB) - ''Falò della Giubiana''
*[[Vertemate con Minoprio]] (CO)
*[[Viganò]] (LC)
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
<div class="references-small">
* Montorfano Giancarlo e Macchi Ariel, ''Una storia della Giubiana''. La Vita Felice Editore, 2000. ISBN 88-7799-090-2.
* Franca Pirovano, "La Gibiana: eredità celtica?", in F.P. ''Momenti di folklore in Brianza'', Palermo, Sellerio, 1985, pp.&nbsp;23–31.
</div>
 
== Voci correlate ==
* [[Tradizioni alpine pre-cristiane]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.comune.cantu.co.it/site/Cantu/La-citt-/Fiere-e-ma/La-Giubian/index.htm Comune di Cantù - La Giubiana] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20060508133443/http://www.comune.cantu.co.it/site/Cantu/La-citt-/Fiere-e-ma/La-Giubian/index.htm |date=8 maggio 2006 }}, pagina dell'amministrazione comunale dedicata all'evento
* {{cita web|url=http://www.folclore.it/Eventi/SchedaEvento.asp?IdEve=2650|titolo=Folclore.it - Festa della Giubiana a Cantù}}
* {{cita web|url=http://www.centrotradizioneorale.net/modules.php?name=News%252526amp%25253Bfile%25253Darticle%252526amp%25253Bsid%25253D55|titolo=Centro Tradizione Orale - La Giubiana|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.lakecomo.org/st07/fld/tools/giubiana_2008.pdf|Lake Como.org - La Giubiana}}
* {{cita web|http://www.lagomaggiore.net/blog/la-strega-giobia-in-varese-e-provincia/|La Giöbia e il freddo inverno: la storia della famosa strega di Varese}}
 
{{Portale|Festività|Lombardia|Piemontemammiferi}}
 
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