Serie A e Giovanni Rovetta: differenze tra le pagine

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{{F|musicisti italiani|luglio 2013}}
{{nota disambigua|la Serie A in altri sport|[[Serie A (disambigua)]]}}
{{Bio
{{Competizione sportiva
|Nome = Giovanni
|nome= Serie A TIM
|Cognome = Rovetta
|logo = LegaSerieAlogoTIM.png
|sportSesso = CalcioM
|LuogoNascita = Venezia
|fondazione = [[Campionato italiano di calcio 1898|1898]] <small>([[Serie A 1929-1930|dal 1929]] a girone unico)</small>
|GiornoMeseNascita =
|partecipanti = 20 squadre (dal 2004-05)
|AnnoNascita = 1596/1599
|nazione = {{ITA}}
|LuogoMorte = Venezia
|stagione attuale = Serie A 2011-2012
|GiornoMeseMorte = 23 ottobre
|formato = Girone all'italiana
|AnnoMorte = 1668
|titolo = Campione d'Italia
|trofeoEpoca = Scudetto1600
|Attività = presbitero
|trofeo = [[File:scudetto.svg|80px]]
|Attività2 = compositore
|detentore = {{Calcio Milan}}
|Nazionalità = italiano
|retrocessione = [[Serie B]]
|PostNazionalità = , [[maestro di cappella]] dell'insigne [[Cappella Marciana]] della [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]
|apertura = Fine agosto
|tipologia = Club
|confederazione = [[File:Italy national football team crest.png|20px]] [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]]
|sito = [http://www.legaseriea.it/ Lega Serie A]
}}
== Biografia ==
La '''Serie A''', chiamata ufficialmente '''Serie A [[TIM]]''' per ragioni di sponsorizzazione, è il massimo livello professionistico del [[campionato italiano di calcio]].
Passò la carriera intera al San Marco, come corista, strumentista, basso, vicemaestro a [[Claudio Monteverdi|Monteverdi]], e poi successore a Monteverdi dal [[1644|1664]] alla sua morte. Fu anche maestro di Coro all'[[Chiesa dell'Ospedaletto|Ospedale dei Derelitti (Ospedaletto)]] dal [[1635]] al [[1647]].
 
== Opere e stile ==
Dal [[1º luglio]] [[2010]] il torneo è organizzato dalla [[Lega Nazionale Professionisti Serie A]] dopo che le società dei due maggiori campionati professionistici si sono separate in due leghe distinte.<ref>{{cita news|lingua=|autore=|url=http://www.gazzetta.it/notizie-ultima-ora/Atri_sport/via-nuova-Lega/01-07-2010/2-A_000116799.shtml|titolo=Al via la nuova Lega A|pubblicazione=La Gazzetta dello Sport online|giorno=1|mese=luglio|anno=2010|pagina=|accesso=2 luglio 2010|cid=}}</ref><ref>{{cita news|lingua=|autore=|url=http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2010/07/01/visualizza_new.html_1848551946.html|titolo=Al via la nuova Lega A|pubblicazione=Ansa.it|giorno=1|mese=luglio|anno=2010|pagina=|accesso=2 luglio 2010|cid=}}</ref>
Le sue composizioni includono due [[opera|opere]], alcuni volumi di [[madrigale|madrigali]] concertati, ed una gran quantità di [[musica sacra]] come [[messa (musica)|messe]], [[salmo (musica)|salmi]], e [[mottetto|mottetti]]. Il suo stile sembra spesso collocarsi nell'ombra monteverdiana, sebbene in certi pezzi scriva con personali qualità melodiche. Una messa cerimoniale, risalente al [[1639]], è uno dei suoi lavori più riusciti. Scrisse anche raccolte di musica strumentale (''Canzoni per sonare'') e le opere teatrali ''Ercole inopera Lidia'' ([[1645]] al [[Teatro Novissimo]] di Venezia) e ''Argiope'' ([[1649]]).
 
== Altri progetti ==
La Serie A è uno dei più importanti e seguiti campionati [[calcio (sport)|calcistici]] del mondo nonché il quarto più competitivo d'Europa secondo l'attuale classifica del [[coefficiente UEFA]].<ref>[http://www.xs4all.nl/~kassiesa/bert/uefa/data/method4/crank2011.html Ranking UEFA]</ref>
{{interprogetto}}
 
== FormulaCollegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
Dal [[2004]] vi partecipano 20 squadre che si affrontano a turno nel girone di andata (orientativamente disputato tra [[settembre]] e [[gennaio]]) e nel girone di ritorno (tra [[gennaio]] e [[maggio]]). Per ogni partita sono assegnati tre punti alla squadra vincitrice dell'incontro (a partire dalla stagione 1994-1995; prima di allora venivano attribuiti due punti) e zero a quella sconfitta. In caso di pareggio è assegnato un punto a entrambe.
* {{ChoralWiki}}
 
{{Box successione
Alla fine della stagione la squadra prima classificata vince lo ''[[scudetto]]'', simbolo che fu introdotto sulle maglie per la prima volta nella stagione [[Prima Divisione 1924-1925|1924-1925]] (la prima squadra a indossare lo scudetto fu il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]), e viene premiata con la [[Coppa campioni d'Italia]], il trofeo ufficiale del campionato dalla stagione [[Serie A 1960-1961|1960-1961]].
|carica= [[Cappella Marciana |Maestro Direttore della Serenissima Cappella Ducale di San Marco]]
 
|periodo=[[1644]]-[[1668]]
In base al [[Coefficiente UEFA]] stilato annualmente, le posizioni in classifica alla fine del campionato determinano la qualificazione alle [[Coppe calcistiche europee|coppe europee]] per la stagione successiva. Il campionato di Serie A si trova al momento al quarto posto del ranking europeo. Le prime due squadre accedono direttamente ai gironi di [[UEFA Champions League|Champions League]], mentre la terza classificata si qualifica al turno di play-off della medesima competizione; la quarta si qualifica al turno di play-off della [[UEFA Europa League|Europa League]], mentre la quinta si qualifica al 3° turno preliminare della medesima competizione. Alla squadra vincitrice della [[Coppa Italia]] spetta un posto nella fase a gironi di ''Europa League'', ma se la vincitrice risulta qualificata per la ''Champions League'' e l'altra finalista risulta qualificata per una delle due coppe, allora la sesta classificata della Serie A si qualifica al 3° turno preliminare della ''Europa League'', mentre la quinta classificata del campionato deve affrontare unicamente il turno di play-off, e la quarta classificata accede direttamente ai gironi.
|precedente= [[Claudio Monteverdi]]
 
|successivo= [[Francesco Cavalli]]
La logica di questa regola si comprende meglio ricordando l'origine storica della stessa, che non faceva parte della normativa originaria della Coppa Uefa, ma fu ereditata dal regolamento della [[Coppa delle Coppe]] all'epoca della fusione delle due competizioni nel [[1999]]. Nelle classiche [[coppe europee]] infatti, la qualificazione europea delle finaliste perdenti delle coppe nazionali scattava unicamente nel caso della contemporanea ammissione delle finalisti vincitrici alla [[Coppa dei Campioni]], manifestazione superiore alla Coppa delle Coppe che tuttavia a sua volta era superiore alla Coppa Uefa. Oggi perciò, nel caso della qualificazione all'Europa League della vincitrice di una coppa nazionale, non scatta il ripescaggio della finalista perdente, come prima del [[1999]] non si qualificava alle coppe europee la squadra che avesse perso la finale di Coppa Italia contro una formazione piazzatasi in campionato in zona Uefa.
}}
 
Retrocedono invece in [[Serie B]] le ultime tre squadre classificate.
 
Nel caso in cui due o più squadre finiscano la stagione a parità di punti, dal [[Serie A 2005-2006|2005]] si stila la cosiddetta [[classifica avulsa]]. Nella maggior parte delle edizioni del passato, invece, nel caso di pari meriti si dava luogo alla disputa di [[spareggio|spareggi]]; tuttavia si sono talvolta utilizzati anche altre discriminanti, come il [[quoziente reti]] o la [[differenza reti]].
 
Il numero di squadre partecipanti è stato cambiato più volte nel corso della storia della Serie A:
 
{{MultiCol}}
* 1929-1934: 18 squadre
* 1934-1943: 16 squadre
* 1946-1947: 20 squadre
{{ColBreak}}
* 1947-1948: 21 squadre
* 1948-1952: 20 squadre
* 1952-1967: 18 squadre
{{ColBreak}}
* 1967-1988: 16 squadre
* 1988-2004: 18 squadre
* 2004-: 20 squadre
{{EndMultiCol}}
 
=== La Stella d'Oro ===
{{vedi anche|Scudetto}}
[[File:Inter 1965-66.jpg|thumb|L'[[Inter]] che conquistò la stella nel [[1966]]]]
Nel [[1958]], da un’idea di [[Umberto Agnelli]], fu deciso di assegnare la ''[[Stella al merito sportivo|Stella d’Oro al Merito Sportivo]]'' ai club che avessero conquistato il campionato di Serie A per dieci volte. Tale simbolo è composto da una stella dorata a 5 punte la quale è indossata sulle maglie e divise dei club ai quali è stata assegnata. La Juventus, dopo la conquista del suo decimo [[scudetto]] nella [[Serie A 1957-1958|stagione 1957-1958]], fu la prima squadra italiana ed europea<ref>{{en}} [http://www.fifa.com/clubworldcup/organisation/media/newsid=687173.html Notizia su FIFA.com]</ref> a fregiarsi sulla maglia di uno stemma commemorativo di un titolo vinto sul campo. La ''Vecchia Signora'' indossò poi una seconda stella dorata dopo la vittoria nel [[Serie A 1981-1982|campionato 1981-1982]].
 
Le attuali società assegnatarie delle stelle in Serie A sono:
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (20°)]] {{Calcio Juventus}} ([[Serie A 1957-1958|1958]] e [[Serie A 1981-1982|1982]])
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] {{Calcio Inter}} ([[Serie A 1965-1966|1966]])
* [[File:Star*.svg|15px|Scudetto della stella (10°)]] {{Calcio Milan}} <!--- SI PREGA DI NON INVERTIRE IL MILAN CON L'INTER, IN QUANTO LA STELLA NERAZZURRA È TEMPORALMENTE PRECEDENTE. ---> ([[Serie A 1978-1979|1979]])
 
== Storia ==
{{vedi anche|Il calcio in Italia}}
Sebbene gli storici parlino di giochi assai simili al [[calcio (sport)|calcio]] risalenti al [[Medioevo]], la storia del pallone moderno in [[Italia]] incominciò a fine Ottocento, a seguito degli intensi traffici commerciali con l'[[Inghilterra]]. Furono infatti le città portuali che videro nascere i primi ''Football Club'', società prevalentemente calcistiche e formate in gran parte da soci [[Gran Bretagna|britannici]].
 
=== Il Genoa e le prime Grandi ===
[[File:Genoa 1893.png|thumb|Il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]], primo vincitore del campionato italiano di calcio nel 1898]]
La più antica formazione italiana di cui si abbia notizia certa è il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]], fondato il [[7 settembre]] [[1893]] (ma attivo già da alcuni anni prima ''ufficiosamente''), anche se taluni sostengono che in tale data a [[Torino]] fosse già attivo un altro club, l'[[Internazionale Torino]], di cui non si dispone però di un analogo atto fondativo. L'ultimo decennio dell'Ottocento vide poi nascere molte altre squadre: la [[Football Club Torinese|Torinese]] nel [[1894]], l'[[Udinese Calcio|Udinese]] nel [[1896]], la [[Juventus Football Club|Juventus]] nel [[1897]], l'[[Ascoli Calcio 1898|Ascoli]] e la [[Vis Pesaro]] nel [[1898]], e il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nel [[1899]].
 
Nonostante i pionieri del nuovo [[sport]] fossero diffusi in tutto il Paese, era solo nel Nordovest che si aveva una concentrazione di società tali da poter formare uno stabile torneo. La [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|Federazione Italiana di Football]] fu fondata a [[Torino]] il [[16 marzo]] [[1898]], e subito organizzò [[Campionato italiano di calcio 1898|il primo]] [[campionato di calcio italiano|campionato italiano]] che fu vinto proprio dai [[Genoa Cricket and Football Club|genoani]].
 
Sia il primo torneo, chiusosi in una sola giornata, sia i successivi, erano strutturati su un sistema ad eliminazione diretta sul modello della [[FA Cup|Coppa d'Inghilterra]]. A partire dal [[1900]] a primi turni di carattere regionale seguivano, in caso di qualificazione, le semifinali e le finali nazionali, queste ultime concepite come atto conclusivo della manifestazione a cui accedevano due sole squadre. In questo periodo, visto l'esito delle amichevoli, solo tre regioni potevano schierare squadre in grado di combattersi in maniera equilibrata: il [[Piemonte]], la [[Liguria]] e la [[Lombardia]]. Le formazioni delle altre regioni, anche nelle amichevoli, rimediavano spesso pesanti sconfitte da squadre del Nordovest anche non di primo piano.
 
[[File:Milan1901.jpg|thumb|left|Il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] del primo scudetto nel 1901]]
Il Genoa fu la prima Grande del calcio italiano, aggiudicandosi i primi tre tornei. Fu il Milan, capitanato da [[Herbert Kilpin]], la prima avversaria a riuscire a fermare la corsa dei [[Genova|genovesi]], aggiudicandosi il titolo del [[1901]]. I genoani, che nel frattempo adottarono quella che diverrà la loro classica casacca rossoblu, si rifecero l'anno successivo, per ottenere poi una seconda tripletta tricolore.
 
Lo svilupparsi del movimento calcistico convinse la [[FIGC|FIF]], da poco iscrittasi alla [[FIFA]], ad una riforma del campionato a partire dal 1905, sostituendo alle gare secche una serie di gruppi preliminari, i cosiddetti ''Gironi Eliminatorii Regionali'', propedeutici al ''Girone Finale Nazionale'', ed introducendo le partite di andata e ritorno. La Juventus, squadra che aveva raggiunto le due precedenti finali, riuscì a cogliere il suo primo successo dopo un pareggio casalingo del ''Grifone'' contro la [[Unione Sportiva Milanese|Milanese]] all'ultima giornata.
 
[[File:Formación Juventus FC 1905.jpg|thumb|I primi [[Juventus Football Club|bianconeri]] campioni d'Italia nel 1905]]
Mentre le pionieristiche società avversarie pian piano chiudevano i battenti, rossoblu, rossoneri e bianconeri erano i capisaldi di questo primordiale ''football'' italiano. Col passare degli anni, tuttavia, la primigenia matrice inglese cominciò ad attenuarsi, mentre acquistò sempre maggior rilevanza la nuova componente formata da giocatori [[Svizzera tedesca|svizzeri tedeschi]]: fu grazie ad essi che il Milan tornò alla vittoria nel [[1906]] (dopo la [[Prima Categoria 1906#Girone nazionale|rinuncia]] della Juventus a disputare la finale di spareggio) e nel [[1907]].
 
=== La crisi del 1908, italianizzazione del torneo e l'epopea della Pro Vercelli ===
{| class=wikitable style="float:left; width: 25%; text-align: center;"
|-
|'''Albo d<nowiki>'</nowiki>oro dei campionati federale e italiano'''<br/><small>(Con l'asterisco indicati i titoli non ritenuti attualmente validi come "scudetti" dalla FIGC. In '''grassetto''' i campioni riconosciuti come vincitori dello [[scudetto]] retroattivamente – lo scudetto fu introdotto solo nel 1924 – dalla FIGC.)</small>
{| border="1" text-align: center; margin-right: 20px;"
|-
| Stagione
| Campione federale
| Campione italiano
|-
| [[Prima Categoria 1908|1908]]
| {{Calcio Juventus}}*
| '''{{Calcio Pro Vercelli}}'''
|-
| [[Prima Categoria 1909|1909]]
| '''{{Calcio Pro Vercelli}}'''
| {{Calcio Juventus}}*
|-
| [[Prima Categoria 1909-1910|1909-10]]
| '''{{Calcio Inter}}'''
| {{Calcio Pro Vercelli}}*
|}
|}
 
Chiusosi il primo decennio, il calcio italiano andò incontro ad importanti cambiamenti, dovuti alla decisione della [[FIGC|FIF]] di italianizzare a forza il campionato, escludendovi i giocatori stranieri che pure, abbiamo visto, avevano fondato il gioco in Italia. La scelta della Federazione colpì duramente i ''Football Club'', e diede largo spazio alle ''Unioni Sportive e Ginniche'' che, più deboli in quanto non dirette dai maestri albionici, erano però usualmente formate completamente da atleti italiani, e fino ad allora si erano interessate maggiormente al parallelo campionato organizzato dalla Federazione Ginnica. All'assemblea del 20 ottobre 1907, comunque, il presidente della Doria, Oberti, presentò un ordine del giorno con cui proponeva di organizzare un campionato parallelo a quello ''italiano'', che fosse aperto a tutti, compresi gli stranieri:<ref>Chiesa, p. 18.</ref>
{{Quote|L'Assemblea delibera che il Regolamento organico sia modificato in modo da comprendere due gare di campionato: la prima chiamata Campionato Federale, libera a tutti i soci appartenenti alle società iscritte alla Federazione, anche se stranieri..., e la seconda chiamata Campionato italiano e riservata ai soli giuocatori italiani o nazionalizzati... Alla prima sarà assegnata la Coppa Spensley... Alla seconda sarà invece assegnata la Coppa Buni...}}
All'approvazione di tale ordine del giorno, la reazione dei ''Club'' classici fu durissima, sfociando addirittura nel ritiro dal torneo. LA FIF emanò dunque un ulteriore ordine del giorno:
{{Quote|I delegati presenti, addolorati per il ritiro dei delegati delle società Club Torino, Milan Club, Libertas, Genoa Club, Naples FBC, affermano solennemente il concetto che nel proporre un campionato italiano riservato ai soli giuocatori italiani... hanno inteso dare maggior incremento al giuoco, diffondendolo ovunque in Italia, senza per questo pregiudicare i diritti delle società composte da giuocatori stranieri, alle quali hanno riservato la ''maggior gara'' di campionato federale.|Ordine del giorno della FIF, citato in Chiesa, p. 19.}}
Le squadre "spurie internazionali" (composte cioè anche da stranieri) non ritornarono però sui propri passi, sia per protesta contro le nuove limitazioni contro gli stranieri, esistenti persino nel campionato federale (al quale potevano partecipare solo gli stranieri con dimora fissa in Italia), sia per il timore che, se avessero accettato la politica autarchica della Federazione, essa sarebbe stata soltanto il primo passo verso la completa epurazione degli stranieri dal campionato. Di conseguenza il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] campione in carica, il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] e il [[Torino Calcio|Torino]] rifiutarono di partecipare al Campionato italiano, e si ritirarono anche dal torneo federale dopo le prime gare eliminatorie.
 
Nella stagione 1908 si disputarono ben due campionati separati:
#[[Campionato Federale di Prima Categoria 1908|quello ''federale'']] vinto dalla Juventus contro il Doria.
#[[Campionato Italiano di Prima Categoria 1908|quello ''italiano'']] vinto dalla debuttante Pro Vercelli.
A causa del ritiro di Milan, Genoa e Torino, il ''Campionato Federale'', iniziato per primo, si ridusse a una finale a due tra Juventus e Doria, in cui ebbe la meglio la Juventus dopo ben quattro partite. Alla Juventus non fu però assegnata la [[Coppa Spensley]] che le spettava di diritto in quanto Campione Federale, perché il Milan detentore in carica (in quanto campione d'Italia nelle stagioni 1906 e 1907) l'aveva polemicamente riconsegnata a Spensley, rappresentante del Genoa; all'inizio della stagione successiva, fu deliberato che la Coppa venisse assegnata permanentemente al Milan, la società che l'aveva vinta per due volte di fila (1906 e 1907).<ref>Chiesa, pp. 20-21.</ref> Per quanto riguarda il Campionato ''italiano'', snobbato dalle grandi, fu la debuttante [[Pro Vercelli]] ad aggiudicarselo, approfittando della situazione: i nuovi arrivati, dopo aver eliminato nelle eliminatorie la Juventus, neutralizzarono nel Girone Finale i liguri dell'[[Società Ginnastica Andrea Doria|Andrea Doria]] e i lombardi dell'[[US Milanese]] conquistando il loro primo titolo, bissato l'anno successivo. Il nuovo calcio italiano usciva così dalle metropoli: cominciava il periodo d'oro delle ''provinciali''.
 
La formula dei due tornei, uno ammettente anche gli stranieri e l'altro riservato ai soli italiani, si ripeté anche l'anno successivo:
#il [[Campionato Federale di Prima Categoria 1909|campionato ''federale'']], aperto a tutti, fu vinto dalla Pro Vercelli<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1201_01_1909_0115_0005_24222201/anews,true/|editore=La Stampa|titolo=La Finale del Campionato Federale a Milano. USM e Pro Vercelli fanno match pari.|pagina=5|data=26 aprile 1909|accesso=17 aprile 2012}}</ref>
#il [[Campionato Italiano di Prima Categoria 1909|campionato ''italiano'']] fu invece appannaggio della Juventus, trionfante contro l'USM<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0005/articleid,1202_01_1909_0156_0005_24222738/anews,true/|editore=La Stampa|titolo=Il F.C. Juventus vince il Campionato Italiano.|pagina=5|data=7 giugno 1909|accesso=17 aprile 2012}}</ref>
Il Campionato Federale, cominciato per primo, fu vinto dalla Pro Vercelli, che sconfisse nell'ordine Torino, Genoa e [[US Milanese|USM]], vincendo così la [[Coppa Zaccaria Oberti]] abbinata alla vittoria del Campionato federale. La Juventus, invece, fu eliminata al primo turno dal Torino; ''La Stampa'' commentò in tal modo l'eliminazione: «E la Juventus godrà di un certo riposo, che le auguriamo foriero di miglioramento di stile di gioco, e preludio necessario ad assicurarsi l'altro campionato, quello ''più ambito'' ancora: il ''Campionato italiano''!», confermando l'importanza equivalente dei due tornei.<ref>{{cita news|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0004/articleid,1201_01_1909_0025_0004_24217256/anews,true/|pubblicazione=[[La Stampa]]|titolo=I Campionati Federali a Torino. La vittoria del FC Torino.|pagina=4|data=25-1-1909|accesso=17-4-2012}}</ref> Il Campionato Italiano, cominciato a fine marzo con le prime gare eliminatorie e condizionato dal ritiro di Pro Vercelli, Milan, Genoa e Torino, fu vinto proprio dalla Juventus, che superò nell'ordine Piemonte, Doria e US Milanese (seconda anche nel Campionato Federale), aggiudicandosi così la [[Coppa Romolo Buni]] abbinata al Campionato italiano.<ref>Chiesa, p. 21.</ref> Tuttavia, solo i due trionfi della Pro Vercelli nelle stagioni 1908 e 1909 sono riconosciuti attualmente dalla Federazione come "ufficiali", mentre i due tornei paralleli vinti dalla Juventus nei medesimi anni non vengono ritenuti tali, non venendo inseriti nell'albo d'oro del Campionato italiano di calcio. E ciò nonostante entrambi i tornei fossero stati organizzati dalla FIGC, come si evince dal suo regolamento organico per le stagioni 1908 e 1909, e la stessa FIGC all'epoca dei fatti avesse definito il campionato federale vinto dalla Juventus nel 1908 come "maggior gara" (più importante) rispetto al campionato italiano vinto dalla Pro Vercelli nel medesimo anno;<ref>Chiesa, p. 19.</ref> non va dimenticato l'augurio che ''La Stampa'' indirizzò alla Juventus di vincere il "Campionato italiano 1909", definito "più ambito ancora" del Campionato Federale vinto dalla Pro Vercelli, ma nonostante ciò trascurato dall'albo d'oro.
[[File:Inter 1º Scudetto 1909-10.jpg|thumb|left|170px|La rosa del primo scudetto nerazzurro nel 1910.]]
I cambiamenti non finirono però qui, poiché in questo periodo nacquero due nuovi ''club'' frutto di scissioni dalle società originarie. Già nel [[1906]] soci dissidenti della Juventus si erano riuniti a sportivi orfani delle altre defunte squadre del capoluogo piemontese, fondando il [[Torino Calcio|Torino]]. Anche a [[Milano]] nel [[1908]] il [[Milan]] subì un'analoga secessione che diede origine all'[[Inter]].
 
Nel frattempo la Federazione, ora ridenominata [[FIGC]], fece una parziale marcia indietro riaprendo a quote di stranieri, ma soprattutto decise una drastica riforma del campionato. Sul modello della ''First Division'' inglese, nella stagione [[1909]]-[[1910|10]] il meccanismo del torneo venne semplificato iscrivendo tutte le nove partecipanti ad un ''Girone Unico'' che avrebbe determinato una classifica di cui la squadra che ne avesse guadagnato la testa a fine stagione avrebbe vinto il titolo. La scissione tra campionato federale e campionato italiano non venne completamente abolita, perché, pur unificando i tornei, si decise di assegnare a fine stagione due titoli:
{{Quote|I Campionati Nazionali di calcio sono di I e II Categoria. Quello di I Categoria é suddiviso in Campionato Federale e Campionato Italiano. Al primo possono prendere parte anche giuocatori di nazionalità estera, residenti in Italia, il secondo è riservato esclusivamente ai giuocatori di nazionalità italiana.|Articolo 2 del ''Regolamento dei Campionati della FIGC'' promulgato a [[Milano]] l'[[8 agosto]] [[1909]].}}
Secondo un articolo del quotidiano ''[[La Stampa]]'' di Torino datato [[24 dicembre]] 1909, infatti, al termine della stagione sarebbe stato «proclamato ''campione italiano'' il Club meglio classificato fra le squadre pure italiane, e ''campione federale'' il Club meglio classificato tra le squadre spurie internazionali».<ref>Chiesa, p. 24.</ref> Alla fine del Campionato, però, essendo Inter e Pro Vercelli prime a pari merito a quota 25 punti, si decise di far disputare uno spareggio tra le due società per assegnare il titolo di campione federale, mentre il titolo di "Campione italiano" fu assegnato alla Pro Vercelli, essendo la miglior classificata tra le squadre composte soltanto da giocatori italiani. Il successo arrise ai giovani nerazzurri dopo un polemicissimo spareggio contro i campioni uscenti [[Vercelli|vercellesi]], che, per protesta contro la FIGC riguardo la scelta della data della disputa dello spareggio, schierò la quarta squadra comprendente giocatori dagli 11 ai 15 anni, che persero 10-3 contro la prima squadra dell'Inter.<ref>Chiesa, pp. 25-32.</ref> Per il forte comportamento antisportivo, la Pro Vercelli subì una pesante squalifica per decreto della Federazione, poi ridotta. I campioni uscenti [[Vercelli|vercellesi]], comunque, si rifaranno con una tripletta di vittorie nelle tre annate successive.
 
=== L'allargamento del torneo ===
La Federazione era a questo punto intenzionata ad allargare gli angusti confini del torneo, onde conferirgli una reale valenza nazionale, ma il problema era, come si è detto, la nettissima differenza di valore fra le squadre provenienti dalle diverse parti del Paese. Nel [[1910]], comunque, la FIGC decise di innalzare il campionato veneto, che già si disputava da alcune stagioni, facendolo diventare parte del torneo nazionale col nome di ''Girone Veneto'', ed includendovi anche il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] che non aveva alcuna avversaria in [[Emilia]]. Nel [[1911]] il [[Vicenza Calcio|Vicenza]], e nel [[1912]] il [[SSC Venezia|Venezia]], furono i rivali dei campioni occidentali, in entrambi i casi la [[Pro Vercelli]], nella gara conclusiva, rimediando sconfitte con cinque gol al passivo per i biancorossi e tredici per i neroverdi lagunari.
 
[[File:Casalecampione.jpg|thumb|Il [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]] dello storico scudetto del 1914]]
Per garantire la definitiva patente di nazionalità al titolo, la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] aveva però bisogno che il campionato coinvolgesse anche tutto il Centro e il Sud, e non solo la [[Pianura Padana]]. A quei tempi le formazioni meridionali disputavano vari tornei regionali inquadrati nella [[Terza Categoria]], livello consono in rapporto alle forza delle squadre del Nord. Per raggiungere l'obiettivo prefissatosi, la Federazione attuò una sfasatura tra l'organizzazione calcistica delle due parti del Paese, elevando d'ufficio i tornei del Sud alla [[Prima Categoria]], pur non essendo tali raggruppamenti paragonabili a quelli del Nord. Dato che contemporaneamente al Nord erano stati ristabiliti i ''Gironi Eliminatori'' regionali propedeutici al ''Girone Finale'', gli incontri conclusivi fra i campioni del Nord e quelli del Sud presero il nome di ''Girone Finalissimo'' o, semplicemente, di [[finalissima]]. Nello stesso periodo vennero assegnati dieci titoli di [[Finalissima#I Campioni del Sud|Campione dell'Italia Meridionale]].
 
Il complicato meccanismo testé descritto rese però sempre più lungo ed affollato il campionato anche perché se da un lato si era istituita una [[Seconda Categoria]] che metteva in palio una serie di promozioni al massimo torneo, il contrario sistema delle retrocessioni, sperimentato nel [[1912]]-[[1913|13]], fu subito di fatto abbandonato a suon di ripescaggi.
 
Nel [[1914]] venne la volta del piccolo [[Associazione Sportiva Casale Calcio|Casale]], formazione del [[Monferrato]], mentre il successivo torneo fu bloccato ad un passo dalla conclusione a causa dell'intervento italiano nella [[Prima guerra mondiale]]. Per quest'ultima stagione il titolo del Genoa fu riconosciuto solo dopo la fine del conflitto.
 
=== La crisi del 1921 e la Prima Divisione ===
{{vedi anche|Prima Divisione}}
[[File:V pozzo.jpg|thumb|left|[[Vittorio Pozzo]], ideatore del campionato di [[Prima Divisione]]]]
Con la ripresa postbellica del [[1919]] cominciarono intensi dibattiti in vista di una riduzione e razionalizzazione del campionato; tali discussioni sfociarono in un nulla di fatto a causa dell'ostruzionismo delle "provinciali" che temevano per il proprio futuro all'interno di un eventuale torneo più elitario. L'Inter nel [[1920]] e la Pro Vercelli nel [[1921]] si laurearono così campioni dopo una lunga serie di gironi e partite. L'insofferenza delle società metropolitane giunse al culmine quando un [[Progetto Pozzo|progetto di riforma]] presentato da [[Vittorio Pozzo]] fu respinto dal Consiglio Federale: fu così che 24 squadre, le più forti e rappresentative, abbandonarono la federazione fondando una [[Confederazione Calcistica Italiana]] col compito di organizzare un campionato sul sistema del Progetto Pozzo. Nel 1921-22 l'Inter si piazzò ultima nel proprio girone e avrebbe dovuto, per rimanere nella massima serie, disputare uno spareggio salvezza contro una squadra di Seconda Divisione; tuttavia, prima che lo spareggio si disputasse, avvenne la riunificazione del campionato sulla base del [[Compromesso Colombo]], il quale stabiliva degli spareggi incrociati tra squadre FIGC e squadre CCI: l'Inter riuscì perciò a salvarsi battendo prima la cadetta S.C. Italia di Milano e poi, come stabilito dal compromesso Colombo, la squadra FIGC Libertas Firenze. Nel [[1922]] si ebbero così due campioni, la sorprendente [[Unione Sportiva Novese|Novese]] e una Pro Vercelli giunta al canto del cigno; ma l'insostenibilità della situazione portò le due fazioni a riconciliarsi sulla base del compromesso Colombo, che consacrava la nuova massima categoria, la [[Prima Divisione]], composta da una Lega Nord a regime di 24 società, più una [[Lega Sud (calcio)|Lega Sud]] che invece continuava coi vecchi gironi regionali.
 
Nel [[1923]] e nel [[1924]] il Genoa completò la sua serie di vittorie ottenendo i suoi due ultimi titoli, facendo in tempo a divenire la prima società a fregiarsi dello [[scudetto]]. La riforma del 1922 aveva definitivamente cambiato il calcio italiano, che si avviava verso il professionismo, chiudendo le porte alle provinciali e a molte Grandi di inizio secolo.
 
=== La Juventus degli Agnelli e l'ingresso del fascismo nel calcio ===
Il [[24 luglio]] [[1923]] fu una data storica per il calcio italiano, poiché l'elezione di [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]] alla presidenza della Juventus segnò l'ingresso, [[Storia della Juventus Football Club#1923: Il sodalizio della Juventus con la famiglia Agnelli|per la prima volta nella storia]], di una potente [[Agnelli (famiglia)|famiglia]] nelle vicende del campionato nazionale. Gli abbondanti capitali di [[Famiglia Agnelli|Casa Agnelli]] fecero rifiorire il sodalizio bianconero, in crisi dai tempi della scissione che aveva fatto nascere il Torino, e lo portarono nel giro di tre decenni a diventare la più titolata squadra italiana.
 
[[File:Bologna1925.jpg|thumb|La formazione del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] scudettata nel 1925]]
Nel frattempo nacque anche l'astro del [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] che, protetto dall'esponente del Partito Nazionale Fascista [[Leandro Arpinati]] e spinto dalle reti di [[Angelo Schiavio]], raggiunse lo scudetto nel [[1925]] dopo una lunga e controversa serie di finali contro i genoani, segnate da gravi disordini di ordine pubblico che sfociarono in scontri con colpi di [[pistola|armi da fuoco]].
 
Con la prima storica Grande del campionato definitivamente avviata sul viale del tramonto, le due nuove potenze del torneo si ritrovarono a contendersi direttamente fra loro la vittoria l'anno successivo: stavolta a prevalere furono i bianconeri, che si aggiudicarono il loro secondo scudetto a ventun anni di distanza dal primo.
 
Nell'estate del [[1926]] con la [[Carta di Viareggio]] il [[Governo italiano|governo]] [[fascismo|fascista]] riorganizzò il campionato, abolendo la divisione fra Nord e Sud, ritenuta inaccettabile secondo gli ideali nazionalistici del regime, che la consideravano un motivo di divisione per il Paese. Le vecchie Leghe Nord e Sud vennero di conseguenza smantellate: diciassette formazioni provenienti dall'ex Lega Nord e tre formazioni provenienti dall'ex Lega Sud, l'[[Unione Sportiva Alba Audace|Alba Roma]], la [[Fortitudo Pro Roma|Fortitudo Roma]] e il [[SSC Napoli|Napoli]], furono iscritte alla nuova [[Divisione Nazionale]] che apriva ufficialmente le porte al professionismo.
 
=== Dal Caso Allemandi al Girone unico ===
{{vedi anche|Divisione Nazionale}}
[[File:Torino1928.JPG|thumb|left|250px|Il [[Torino Football Club|Torino]] che rivinse lo scudetto nel 1928, dopo la revoca del precedente per illecito]]
La nuova formula della manifestazione prevedeva ora, in luogo della serie di finali, un raggruppamento conclusivo comprendente le migliori squadre della fase eliminatoria. Il Torino, allestito dal presidente [[conte]] Enrico Marone di Cinzano, vinse il proprio girone e, grazie anche al contributo del cosiddetto ''Trio delle Meraviglie'' composto da [[Julio Libonatti]], [[Adolfo Baloncieri]] e [[Gino Rossetti]], si laureò campione d'Italia. La gioia dei granata fu però di breve durata, poiché nell'autunno successivo il sodalizio [[piemonte]]se incappò nello scandalo del [[Caso Allemandi]], in cui venne accusato di aver avvicinato e corrotto il terzino [[Juventus Football Club|juventino]] [[Luigi Allemandi]], e che gli costò la revoca dello scudetto. La reazione psicologica alla condanna avvenuta su base indiziaria, e non probatoria, fu comunque la molla per il rilancio in classifica dei granata, protagonisti di un avvio di stagione poco deciso. La sorte volle che la nuova annata divenisse quasi la copia della precedente, e il [[22 luglio]] a [[Stadio Giuseppe Meazza|San Siro]] il Torino si riaggiudicò nuovamente il titolo.
 
Il deciso attivismo del presidente federale Leandro Arpinati partorì nell'estate del [[1928]] una novità che divenne tappa storica per il calcio italiano. Il mondo del pallone tricolore era infatti pronto per dare una svolta che lo portasse ad assumere un'organizzazione simile a quella del [[Premier League|campionato inglese]]; fu così decisa quella svolta che portò all'introduzione anche in Italia della formula del ''Girone Unico'', tra le proteste dei ''club'' più piccoli, che paventavano la retrocessione in categorie inferiori. Il nuovo campionato sarebbe stato quindi l'ultimo disputato con la formula dei due gironi introdotta nel [[1921]], mentre dalla stagione successiva le grandi squadre sarebbero state riunite in un nuovo torneo, la '''Serie A''', mentre le escluse avrebbero costituito l'altrettanto inedita [[Serie B]]. A tal fine Arpinati decise unilateralmente l'allargamento ''[[una tantum]]'' dell'ultimo torneo di Divisione Nazionale, includendovi varie squadre cadette nel tentativo di dare maggiore rappresentatività geografica alla manifestazione, e la cui finale vide i granata perdere con il Bologna nello spareggio disputato al [[Stadio Flaminio|Flaminio]] di [[Roma]].
 
Nel [[1929]] la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] e Arpinati realizzarono dunque, come negli altri paesi, un campionato nazionale a girone unico. Il progetto iniziale prevedeva una prima categoria composta da sedici squadre, ovvero quelle che si erano classificate tra le prime otto nei due gironi in cui era diviso il [[Divisione Nazionale 1928-1929|campionato precedente]]. Il protrarsi dello spareggio per l'ottavo posto fra [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] e [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] portò ad ammetterle entrambe, e con il ripescaggio della [[Unione Sportiva Triestina Calcio|Triestina]], effettuato per motivi patriottici, il numero delle squadre fu alzato a 18. Il [[6 ottobre]] 1929 si disputarono dunque le prime 9 partite del campionato [[Serie A 1929-1930|1929-30]] che alla fine vide il successo della nuova [[Associazione Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana]] di [[Giuseppe Meazza]], una squadra creata dal regime fondendo d'autorità l'[[Inter]] con l'[[Unione Sportiva Milanese]].
 
=== La Juventus del ''Quinquennio d'oro'' ===
[[File:Formación Juventus FC 1934-35.jpg|thumb|La Juventus del [[Quinquennio d'oro]] (1931-1935)]]
Nel [[Serie A 1930-1931|1930-31]] iniziò il periodo favorevole della Juventus di [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]], che in estate aveva ingaggiato dall'[[Unione Sportiva Alessandria Calcio 1912|Alessandria]] l'allenatore [[Carlo Carcano]] e [[Giovanni Ferrari]]. I piemontesi partirono bene e, nonostante una leggera flessione che li aveva fatti avvicinare dalla [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], si aggiudicarono il loro terzo titolo. I bianconeri si ripeterono subito l'anno successivo, superando in rimonta il Bologna.
 
Nel [[Serie A 1931-1932|1931-1932]] il sodalizio torinese ammise in prima squadra il promettente diciottenne nizzardo [[Felice Borel]], che si rivelò un elemento importante con le sue 29 reti in ventotto presenze: fu una scommessa vinta che fruttò il terzo scudetto consecutivo. Nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]] fu inaugurato lo stadio [[Stadio Olimpico (Torino)|Mussolini]], poi ridenominato ''Comunale'', che avrebbe ospitato i bianconeri per 57 anni. Questa volta le ''Zebre'' dovettero rincorrere a lungo l'Ambrosiana, ma alla fine replicarono il titolo. Da segnalare, nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]], la prima retrocessione del Genoa, che segnava definitivamente la fine del calcio dei pionieri. A questa andrà ad aggiungersi la retrocessione della Pro Vercelli nel [[Serie A 1934-1935|1934-1935]], l'altra protagonista della fase precedente la nascita del girone unico.
 
Dopo il successo della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] ai [[Campionato mondiale di calcio 1934|Mondiali 1934]], la Juventus operò un discreto rinnovamento della sua formazione. La nuova stagione vide la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] per lunghi tratti capolista, inseguita da bianconeri e nerazzurri. Nella lunga distanza i [[Toscana|toscani]] mollarono però la presa, e la lotta si concluse quando i milanesi persero a [[Roma]] lasciando ai piemontesi il loro settimo scudetto, il quinto consecutivo. Il [[15 luglio]] [[Edoardo Agnelli (1892-1935)|Edoardo Agnelli]] morì improvvisamente a [[Genova]], ucciso dall'elica del suo [[idrovolante]], dopo che questo era caduto in mare.
 
=== Il Bologna ''che tremare il mondo fa'' ===
[[File:Puricelli.jpg|thumb|left|[[Héctor Puricelli]], dal 1938 militò tra le file del Bologna]]
Nel [[1935]] le squadre partecipanti alla Serie A erano state ridotte a 16 già da un anno, così come previsto nel progetto originale del 1929. Emerse subito il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] cui, da quando gli [[emilia]]ni si erano aggiudicati due edizioni della [[Coppa Mitropa|Coppa Europa Centrale]], i giornalisti attribuirono la denominazione di ''squadra che fa tremare il mondo'', essendo a quei tempi la Coppa Europa Centrale un precursore della moderna [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]]. I petroniani, grazie anche alle reti di [[Angelo Schiavio]], dovettero guardarsi le spalle dai campioni uscenti e dal [[Torino Calcio|Torino]], coi granata che ad un certo punto raggiunsero anche la testa della classifica, e si inserì poi nella contesa anche la Roma; il testa a testa fu molto combattuto e furono infine i rossoblu a conquistare il loro terzo scudetto. E gli emiliani si ripeterono subito l'anno successivo, recuperando in corsa la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Silvio Piola]].
 
Il ritiro di Schiavio penalizzò gli emiliani che nel [[Serie A 1937-1938|1937-1938]] cedettero il titolo ad un'Ambrosiana-Inter che seppe tener a bada il ritorno primaverile dei bianconeri. [[Renato Dall'Ara]], cercò sul mercato un nuovo attaccante che sapesse cogliere la pesante eredità di Schiavio; fu ingaggiato l'[[Uruguay|uruguaiano]] [[Héctor Puricelli]] che, capitalizzando al meglio i cross dell'ala destra [[Amedeo Biavati]], vinse la classifica dei cannonieri e riportò gli emiliani allo scudetto.
 
La sfida fra rossoblu e nerazzurri divenne una costante in un'[[Italia]] sull'orlo della [[seconda guerra mondiale|guerra]]. Se nel [[Serie A 1939-1940|1940]] l'Ambrosiana-Inter, dopo un lungo inseguimento, riuscì a riprendere e superare i felsinei, battendoli nel decisivo match dell'[[Arena Civica]], nel [[Serie A 1940-1941|1941]] nulla poté di fronte ai [[Bologna|bolognesi]], che colsero il loro sesto titolo.
 
=== Il Grande Torino ===
[[File:Grande Torino 1942-43.jpg|thumb|La prima formazione del [[Grande Torino]]]]
La nuova stagione si caratterizzò per l'inedita lotta tra il [[Torino Calcio 1906|Torino]], il [[SSC Venezia|Venezia]] dei giovani [[Ezio Loik]] e [[Valentino Mazzola]], e la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]]. I capitolini, seguiti dai [[Veneto|veneti]], furono superati in primavera dai granata, ma ripresero la testa della classifica nel finale e riuscirono a diventare la prima squadra della vecchia Lega Sud a vincere uno scudetto.
 
Deluso dall'occasione persa, il presidente granata [[Ferruccio Novo]] acquistò Loik e Mazzola dai [[venezia]]ni. Il salto di qualità fu notevole, e nel nuovo torneo i [[piemonte]]si furono protagonisti di una fuga a due con il [[Livorno Calcio|Livorno]], contesa che si risolse proprio sul filo di lana coi [[Toscana|toscani]] ad avere la peggio. Per il Torino giunse il secondo titolo, che non poté essere difeso l'anno seguente poiché le invasioni [[Stati Uniti d'America|americana]] e [[Germania|tedesca]] spaccarono l'Italia in due, determinando l'interruzione del campionato per due anni.
 
In un'Italia provata dalla [[Seconda guerra mondiale|guerra]], il campionato tornò nella [[Divisione Nazionale 1945-1946|stagione 1945-1946]] con una formula speciale secondo la quale le squadre furono separate in due gironi geografici con un raggruppamento finale di otto squadre, anche se furono solo le quattro rappresentanti padane a contendersi il titolo che andò d'un soffio ancora al Torino.
 
[[File:Lapide Superga.JPG|thumb|left|La lapide commemorativa della [[tragedia di Superga]] del 4 maggio 1949]]
Fu nell'annata [[Serie A 1946-1947|1946-1947]] che si ricrearono le condizioni per un girone unico: le squadre ammesse furono 20, quante rimarranno fino al [[Serie A 1951-1952|1951-52]]. La Juventus sembrò dapprima poter interrompere l'egemonia dei rivali, ma il superiore tasso tecnico dei granata prevalse ancora, permettendo loro di cogliere il quarto scudetto. Il [[1947]] segnò il risveglio del [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. I rossoneri condussero a lungo la classifica, prima di cedere sotto i colpi dell'inesperienza e di lasciare primo posto e titolo ancora al Torino; per i [[Lombardia|lombardi]] si trattò comunque del miglior risultato dal [[1912]]. I rossoneri torneranno al successo nel [[Serie A 1950-1951|1950-1951]]. Il campionato [[Serie A 1947-1948|1947-1948]] ebbe una piccola particolarità: fu disputato a 21 club per il ripescaggio, per ragioni politiche, della [[Unione Sportiva Triestina Calcio|Triestina]].
 
I granata non avevano più rivali: colonne portanti della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]], alla quale fornivano la quasi totalità dell'organico, anche nel [[Serie A 1948-1949|1948-1949]] presero ben presto il comando della graduatoria e, nonostante qualche segno d'affanno, mantennero un discreto vantaggio finché il [[30 aprile]], pareggiando a [[Stadio San Siro|San Siro]] contro gli inseguitori dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], vinsero un altro scudetto. Ma a questo punto, l'epopea del [[Grande Torino]] si interruppe improvvisamente. Il [[3 maggio]] la squadra si recò a [[Lisbona]] per un'amichevole e, al termine del viaggio di ritorno, a causa del maltempo l'[[aeroplano]] che li stava riportando a casa perse la rotta e, anziché puntare sull'[[aeroporto]] di [[Torino Aeritalia]], si schiantò contro il terrapieno della [[basilica di Superga]]. Nessuno degli occupanti sopravvisse alla tragedia. L'Italia perdeva una delle più forti squadre che abbiano mai partecipato alla Serie A.
 
=== Le tre regine ===
[[File:Nordahl.jpg|thumb|[[Gunnar Nordahl]], bandiera della rinascita rossonera e ancor oggi miglior bomber del Milan]]
La [[tragedia di Superga]] fu un passaggio importante per il calcio italiano, che segnò il tramonto delle vecchie gerarchie e diede inizio all'era moderna del campionato tricolore. Al di là delle singole stagioni, il palcoscenico della ''Serie A'' fu da quel giorno occupato da tre attori, la [[Juventus Football Club|Juventus]] di [[Agnelli (famiglia)|Casa Agnelli]], il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] e i cugini [[Lombardia|lombardi]] dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], che lasceranno a tutte le altre società solo un ruolo da comprimarie o da meteore destinate a brevi e mai stabili passaggi ai vertici delle classifiche.
 
[[File:John Charles.jpg|thumb|left|[[John Charles]], capocannoniere della Juventus, prima squadra a fregiarsi della [[Stella (calcio)|stella]] nel 1958]]
Il primo campionato del nuovo corso, nel [[Serie A 1949-1950|1949-1950]], rimase a [[Torino]], ora però nelle mani dei bianconeri che seppero tener a bada i rossoneri nonostante la sconfitta casalinga per 1-7 che i [[Milano|milanesi]] inflissero loro. Assai prolifica in attacco, dove poteva contare sul trio [[Svezia|svedese]] del [[Gre-No-Li]], con Gunnar Nordahl, ariete di 190&nbsp;cm, che vinse 5 volte il titolo di capocannoniere, il Milan peccava ancora in difesa: alcuni acquisti di valore tra cui quello di [[Arturo Silvestri]] sistemarono anche il reparto arretrato, cosicché nel [[Serie A 1950-1951|1950-1951]], in rimonta sull'Inter e dopo 44 anni, i rossoneri tornarono allo scudetto. Dopo una stagione appannaggio dei piemontesi e la riduzione del numero delle partecipanti a 18, venne il turno dei nerazzurri che si affermarono per due anni consecutivi.
 
Nel [[1954]] l'[[editore]] [[Andrea Rizzoli]] comprò il Milan con l'ambizione di portarlo ai massimi livelli sia all'interno sia nelle nascenti [[Coppe europee|competizioni europee]]. Acquistato il [[centrocampista]] [[Uruguay|uruguaiano]] [[Juan Alberto Schiaffino]], stella del [[Campionato mondiale di calcio 1954|Mondiale svizzero]], i rossoneri dominarono un torneo al termine del quale il campionato fu toccato dalla prima grande serie di scandali dopo quello del [[Caso Allemandi|1927]], che portarono alla retrocessione a tavolino di [[Udinese Calcio|Udinese]] e [[Catania Calcio|Catania]]. Il dominio delle "tre grandi" ebbe un momento di pausa nel [[Serie A 1955-1956|1955-1956]], quando la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] ottenne il primo scudetto per la [[Toscana]] dopo una lunga fuga, che si concluse con 12 punti di scarto sul Milan, ma riprese subito con un nuovo titolo a testa per il Milan e per la Juventus: per i torinesi significò divenire la prima squadra a fregiarsi della [[Stella (calcio)|stella]] d'oro permanente sulle maglie, nonché la più titolata d'Italia, superando il [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]].
 
Mentre i viola ottennero fra il [[Serie A 1956-1957|1956-1957]] e il [[Serie A 1959-1960|1959-1960]] il record di quattro secondi posti consecutivi, milanisti e juventini si spartirono gli scudetti del quadriennio fra i [[Campionato mondiale di calcio 1958|Mondiali di Svezia]] e i [[Campionato mondiale di calcio 1962|Mondiali del Cile]], anche grazie a [[attaccante|attaccanti]] [[sudamerica]]ni, [[José Altafini]] ed [[Omar Sivori]]. Nel 1960 intanto, in pieno regime commissariale, la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] introdusse la novità dell'innalzamento a tre del numero delle retrocessioni, determinando a lungo andare un maggior ''turn over'' delle partecipanti al massimo campionato.
 
=== La Grande Inter ===
[[File:Mazzola herrera.jpg|thumb|left|[[Helenio Herrera]] e [[Sandro Mazzola]]]]
[[File:Mariocorsoitalia.jpg|thumb|[[Mario Corso]], campione nerazzurro]]
[[Angelo Moratti]], presidente dell'Inter dal [[1955]], nel [[1960]] aveva affidato la panchina della squadra all'[[Argentina|argentino]] [[Helenio Herrera]], allenatore che rigenerò la rosa insidiando gli juventini nel [[Serie A 1960-1961|1960-1961]] e i rossoneri nel [[Serie A 1961-1962|1961-1962]]; entrambe le squadre ottennero i rispettivi scudetti in rimonta sugli interisti. Fu il [[Campionato mondiale di calcio 1962|Mondiale]] a cambiare le carte in tavola e a dar spazio alle formazioni più giovani, come quella di Moratti, che raggiunse il tricolore nel [[Serie A 1962-1963|1962-1963]]; in più, sull'altra sponda dei [[Naviglio|Navigli]], le dimissioni del presidente Rizzoli, che con la conquista della [[Coppa dei Campioni 1962-1963]] e la costruzione del modernissimo centro sportivo di [[Milanello]] considerò concluso il suo apporto alla società di via Turati, chiusero il ciclo rossonero. Con il periodo di transizione in cui versava la Juventus, il campo fu libero per le ambizioni nerazzurre.
 
L'anno successivo l'Inter, che conquistò la [[Coppa dei Campioni 1963-1964|Coppa dei Campioni]], trovò in patria un ostacolo nel [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] di [[Fulvio Bernardini]]. Felsinei e [[milano|milanesi]] chiusero a pari punti, rendendo necessaria (caso a sé nella storia del girone unico) la disputa di uno spareggio: a [[Roma]], il [[7 giugno]] [[1964]], gli emiliani vinsero 2-0 conseguendo il loro settimo ed ultimo scudetto.
[[File:Bo-fc-finale-campionato-63-64.jpg|thumb||Il Bologna che scese in campo all'Olimpico nello spareggio per lo scudetto 1964]]
 
Il sodalizio morattiano ebbe modo di rifarsi l'anno successivo, in quella che fu una stagione rilevante per l'Inter: mentre ottenevano il titolo [[Coppa dei Campioni 1964-1965|europeo]] e quello [[Coppa Intercontinentale|mondiale]], i nerazzurri riuscirono in una rimonta ai danni del Milan, che era arrivato anche a un vantaggio di sette punti nel corso del campionato: a Herrera sfuggì solo la [[Coppa Italia]], che andò in finale alla Juventus.
Dopo un nuovo titolo intercontinentale, nel [[Serie A 1965-1966|1965-1966]] in Italia fu ancora Inter, questa volta mantenendo la vetta della classifica per tutta la stagione: fu il decimo scudetto che valse anche per i [[Lombardia|lombardi]] la stella d'oro, otto anni dopo quella bianconera.
 
Anche le fatiche del [[Campionato mondiale di calcio 1966|Mondiale d'Inghilterra]] sembrarono non intaccare il predominio morattiano in un torneo che fu dominato per tutta la stagione. A metà di [[maggio]] del [[1967]] per gli interisti, primi in Serie A e finalisti in Coppa dei Campioni, sembrò profilarsi una nuova campagna densa di vittorie. [[Giovedì]] [[25 maggio]], a [[Lisbona]], la rimonta dei [[Scozia|scozzesi]] del [[Celtic Glasgow|Celtic]] fece sfumare la possibilità di una vittoria in Coppa. Tornati in patria per l'ultima giornata di campionato, [[domenica]] [[28 maggio|28]] i nerazzurri persero a [[Mantova]] per un errore del portiere [[Giuliano Sarti]] su tiro dell'ex nerazzurro [[Beniamino Di Giacomo]], cedendo il titolo alla Juventus. A completare il quadro arrivò, il [[7 giugno]], l'eliminazione in semifinale di Coppa Italia per mano della formazione [[serie B|cadetta]] del [[Calcio Padova|Padova]]. Per la [[Grande Inter]] fu il capolinea.
 
===Lo scudetto del Cagliari===
[[File:CagliariCalcio69-70.jpg|thumb|left|Il [[Cagliari Calcio|Cagliari]], incredibile campione del 1970]]
Il [[1967]] segnò il ritorno del torneo a sedici partecipanti. Dopo un quadriennio, il primato sul calcio milanese, e su quello nazionale, passò nelle mani del Milan. Col ritorno in panchina di [[Nereo Rocco]], i rossoneri del giovane presidente [[Franco Carraro]] aprirono un ciclo che già aveva fruttato, il giugno precedente, la prima [[Coppa Italia]]; con il contributo di [[Gianni Rivera]], il ''Diavolo'' fece suo sia lo scudetto che la [[Coppa delle Coppe 1967-1968]], e continuò un cammino che arriverà fino al titolo [[Coppa dei Campioni 1968-1969|europeo]] del [[Stadio Santiago Bernabéu|Bernabéu]] contro l'[[AFC Ajax|Ajax]], sconfitta per 4-1, e a quello mondiale della [[Estadio Alberto Jacinto Armando|Bombonera]], dopo due partite contro l'[[Estudiantes de La Plata]].
 
In campionato, distratto dagli obiettivi internazionali, il Milan non seppe ripetersi l'anno successivo. Fu invece il [[Cagliari Calcio|Cagliari]] a mantenere per molte settimane il comando della graduatoria; l'inesperienza dei [[Sardegna|sardi]] giocò loro contro, tant'è che alla lunga uscì la forza della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]: per i viola lo Scudetto [[Serie A 1968-1969|1968-1969]] fu il secondo titolo. Gli isolani, sostenuti dai gol del [[Varese|varesotto]] [[Luigi Riva|Gigi Riva]], ripartirono alla testa della classifica; quando in inverno furono avvicinati da due potenze come Inter e Juventus, i sardi riuscirono a tenere a debita distanza le inseguitrici e il [[12 aprile]] [[1970]] conquistarono lo scudetto. [[Cagliari]], coi suoi centosettantamila abitanti, divenne la più piccola città a vincere la A a girone unico.
 
Il Cagliari sembrò partir bene anche nella nuova stagione agonistica e, dopo la vittoria in casa dell'Inter il [[25 ottobre]], sognò il secondo trionfo: ma sei giorni dopo a [[Vienna]], durante la partita tra [[Nazionale di calcio dell'Italia|Italia]] e [[Nazionale di calcio dell'Austria|Austria]], un grave infortunio mise fuori gioco Riva, compromettendo in parte la sua carriera. Il campionato tornò a Milano, coi nerazzurri che recuperarono i rossoneri e colsero il loro 11º titolo.
 
===I successi di Juventus, Lazio e Torino. Lo scandalo del ''Totonero''===
[[File:Giorgio Chinaglia 1974-75 3.jpg|thumb|left|[[Giorgio Chinaglia]], centravanti laziale negli anni settanta]]
Nell'estate del [[1971]] una riforma societaria portò ai vertici della Juventus l'ex capitano [[Giampiero Boniperti]], uomo di fiducia del ''patron'' [[Gianni Agnelli]]. Egli aggiunse alla rosa un gran numero di giovani, e nel quadro di un generale scadimento tecnico del torneo, la nuova dirigenza seppe dar vita ad un ciclo di tre lustri in cui i bianconeri rafforzarono definitivamente il loro primato nell'albo d'oro del campionato.
 
[[File:Lazio 1974 Campioni d'Italia.jpg|thumb|La [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Tommaso Maestrelli]] con lo ''Scudetto'' sul petto]]
Nelle prime stagioni la lotta fu col [[Associazione Calcio Milan|Milan]] di [[Nereo Rocco]]: già nel [[Serie A 1971-1972|1971-1972]] il capitano rossonero [[Gianni Rivera]] fu squalificato per 4 giornate (ridotte a 2 in appello) per le sue accuse al "palazzo", ma nel [[Serie A 1972-1973|1972-1973]] le polemiche divennero ancor più aspre. Il torneo vide una serrata lotta fra i lombardi, i piemontesi e la neopromossa [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Tommaso Maestrelli]], coi rossoneri favoriti fino allo scontro diretto dell'[[Stadio Olimpico (Roma)|Olimpico]], perso dai meneghini col punteggio di 2-1. In un clima di tensioni la corsa del Milan subì un arresto e, all'ultima giornata (stanco per la vittoriosa trasferta [[Grecia|greca]] a [[Salonicco]] che in settimana gli aveva fruttato la [[Coppa delle Coppe 1972-1973]]), il Milan perse al [[Stadio Marcantonio Bentegodi|Bentegodi]] per 3-5, subendo il sorpasso ''in extremis'' della Juventus. La ''Fatal Verona'' lasciò il segno nella società rossonera, aprendo un'instabilità dirigenziale ultradecennale che si tradusse in scarsi risultati sul campo. Fu invece pronta la risposta della Lazio che, dopo aver lottato fino all'ultima giornata per il ''Tricolore'' l'anno prima, smentendo chi la considerava una meteora tra le "grandi" dell'epoca, si ripropose in vetta alla classifica durante tutta la stagione successiva fino a conquistare il suo primo ''[[Scudetto]]'': un titolo dovuto in parte ai gol del [[capocannoniere]] [[Giorgio Chinaglia]], alle prestazioni dei centrocampisti [[Luciano Re Cecconi]] e [[Mario Frustalupi]], oltre a quelle del [[Capitano (calcio)|capitano]] biancoceleste [[Giuseppe Wilson|Pino Wilson]], oltreché alle doti tecniche ed umane dell'allenatore Tommaso Maestrelli, capace insieme ai suoi giocatori di rompere l'egemonia delle formazioni del Nord.
 
L'arrivo di [[Carlo Parola]] sulla panchina bianconera coincise col riscatto dei piemontesi. Con i campioni in carica della Lazio, distratti dal [[Cancro (malattia)|male]] che stava affliggendo il loro allenatore Maestrelli, i torinesi, aiutati dalle reti di [[Pietro Anastasi]], non incontrarono particolare difficoltà a rimettere le mani sul titolo nel [[Serie A 1974-1975|1974-1975]]. Nel torneo successivo i bianconeri, malgrado fossero spesso protagonisti di insperati recuperi, persero un scudetto che pareva assai vicino: la sconfitta avvenne per mano del [[Torino Calcio 1906|Torino]] che, con in rosa i ''Gemelli del gol'' [[Paolo Pulici|Pulici]] e [[Francesco Graziani|Graziani]], tornarono al successo ad un quarto di secolo dalla sciagura di [[Superga]]. Il successivo campionato vide dominare le torinesi, che distanziarono di quindici punti le inseguitrici: la Juventus di [[Giovanni Trapattoni]] riuscì a superare i granata al ''[[fotofinish]]'' per una sola lunghezza (vincendo inoltre la [[Coppa UEFA 1976-1977|Coppa UEFA]], primo trofeo internazionale del club bianconero). Anche nel [[Serie A 1977-1978|1977-1978]] il tricolore fu appannaggio dei bianconeri, che precedettero, stavolta con maggior agio, il Toro e una neopromossa, il [[Lanerossi Vicenza]] del giovane [[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]].
[[File:Pablito vi.jpg|thumb|[[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]], [[Marcatori dei campionati italiani di calcio|capocannoniere]] della stagione 1977-1978 e leader del [[Lanerossi Vicenza]]]]
[[File:Dinozoff.jpg|left|thumb|[[Dino Zoff]], portiere juventino]]
 
I [[Campionato mondiale di calcio 1978|Mondiali d'Argentina]] portarono a vari cambiamenti, in una stagione che vide il Milan, guidato in panchina da [[Nils Liedholm]], assicurarsi la ''Stella d'oro'' mancata sei anni prima; la medaglia d'onore, e quella d'argento, andarono però al [[Perugia Calcio|Perugia]] di [[Ilario Castagner]], prima squadra a riuscire a chiudere la stagione imbattuta dai tempi del [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] del [[Prima Divisione 1922-1923|1923]].
 
Il [[Serie A 1979-1980|campionato 1979-1980]] fu l'anno del dodicesimo scudetto dell'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], allenata da [[Eugenio Bersellini]] e guidata in campo da [[Alessandro Altobelli]] ed [[Evaristo Beccalossi]], e anche la stagione dello scandalo del ''[[Scandalo del calcio italiano del 1980|Totonero]]'': il [[23 marzo]] la [[Guardia di Finanza]] fece irruzione negli stadi arrestando quattordici tesserati coinvolti in un giro di scommesse clandestine e compravendita di partite, coinvolgendo la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] e proprio il Milan, che furono retrocesse a tavolino in [[Serie B]], mentre numerose altre società subirono pesanti penalizzazioni. Per i rossoneri fu la prima discesa nella cadetterìa. Nello scandalo furono coinvolti calciatori di primo livello come [[Enrico Albertosi]] del Milan, [[Bruno Giordano]], [[Lionello Manfredonia]] e Wilson della Lazio, e [[Paolo Rossi (calciatore)|Paolo Rossi]] del [[Lanerossi Vicenza]]: quest'ultimo fu squalificato per 2 anni e sarà costretto a saltare il {{EC|1980}} giocato pochi mesi dopo proprio in [[Italia]].
 
La Serie A uscì dallo scandalo assai indebolita, tanto che per correre ai ripari di fronte allo scadimento tecnico del torneo &ndash; certificato dal dimezzamento dei posti disponibili per l'Italia in [[Coppa UEFA]] &ndash; la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] decise di abbandonare la linea autarchica degli [[Anni 1970|anni settanta]] autorizzando l'ingaggio di uno straniero per squadra (dalla stagione [[Serie A 1982-1983|1982-1983]] diventarono due). Il campionato italiano fu avvincente fino all'ultima giornata: la lotta per il titolo (nell'anno della finora unica apparizione in A della [[Associazione Calcio Pistoiese|Pistoiese]]) fra la Juventus, il [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] del presidente [[Dino Viola]] e del tecnico [[Nils Liedholm]] ebbe un picco alla terzultima giornata, disputata il [[10 maggio]] [[1981]], in occasione dello scontro diretto fra bianconeri e capitolini al [[Stadio Olimpico di Torino|Comunale]], quando un gol del giallorosso [[Maurizio Turone]], che le moviole dimostrarono regolare, fu annullato dalla terna arbitrale guidata da [[Paolo Bergamo]]. Lo Scudetto venne assegnato nell'ultimo turno, il [[24 maggio]] [[1981]], con la vittoria della Juventus per 1-0 contro la Fiorentina in casa, e con il pareggio romanista per 1-1 in trasferta a [[Como]]; ma il ''gol di Turone'', che avrebbe significato il sorpasso dei romanisti al vertice della classifica a due giornate dalla fine, divenne uno dei più celebri argomenti di coloro che, negli anni a seguire, sostennero l'esistenza di una "sudditanza psicologica" degli arbitri italiani nei confronti della società di [[Famiglia Agnelli|Casa Agnelli]]. Argomenti che trovarono nuova linfa nel [[Serie A 1981-1982|1981-1982]], quando il testa a testa fra i bianconeri e la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] di [[Giancarlo Antognoni]] si risolse solo all'ultimo turno, il [[16 maggio]] [[1982]], in occasione del quale un gol viola in casa di un [[Cagliari Calcio|Cagliari]] impegnato in una lotta per la salvezza con Genoa, Bologna e Milan, fu annullato fra molte recriminazioni, mentre a [[Catanzaro]] un rigore trasformato da [[Liam Brady]] premiava la Juventus, consegnandole il suo 20º scudetto, quello della seconda stella.
 
=== La sfida anni ottanta tra Juventus e Roma e lo scudetto del Verona ===
[[File:Roma1983.jpg|thumb|left|La rosa della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] campione nel 1983]]
La Roma tornò al titolo a 41 anni da quello del [[Serie A 1941-1942|1941-1942]]. La lotta fra bianconeri e giallorossi divenne un classico degli [[Anni 1980|anni ottanta]], vedendo imporsi i primi nel [[Serie A 1983-1984|1983-1984]], e sfociando in un esito clamoroso nel [[Serie A 1985-1986|1985-1986]].
 
[[File:SquadraHellas84-85.jpg|thumb|Il [[Hellas Verona Football Club|Verona]] dello storico scudetto 1985]]
Nel mezzo, coi piemontesi impegnati in una controversa cavalcata in [[Coppa dei Campioni 1984-1985|Coppa dei Campioni]], il [[Serie A 1984-1985|Campionato 1984-1985]] vide concretizzarsi il successo di una provinciale: sei decenni dopo i successi della [[Pro Vercelli]], fu il [[Hellas Verona Football Club|Verona]] di [[Osvaldo Bagnoli]] e della coppia d'attaccanti formata da [[Preben Elkjær Larsen|Elkjær]] e [[Giuseppe Galderisi|Galderisi]] a firmare l'impresa di vincere lo scudetto. In un campionato ricco di fuoriclasse stranieri, come Rummenigge dell'Inter, Boniek e [[Michel Platini|Platini]] della Juventus, [[Diego Armando Maradona|Maradona]] del Napoli e [[Zico]] dell'Udinese, la squadra gialloblù ottenne la matematica vittoria del titolo il [[12 maggio]] [[1985]] a [[Bergamo]], pareggiando contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] per 1-1. La stagione 1984-1985 è anche passata alla storia per il numero massimo di spettatori, tra paganti e abbonati, allo stadio nella storia del campionato a girone unico, 38.000 a partita. Come anticipato, il [[Serie A 1985-1986|torneo 1985-1986]] ripropose la lotta fra capitolini e torinesi: quando tutti si aspettavano il trionfo dei giallorossi, la Roma perse in casa contro il [[Unione Sportiva Lecce|Lecce]], già retrocesso ed ultimo in classifica. Fu il nono titolo in quindici anni per la gestione Boniperti, che chiuse così il suo ciclo dopo aver vinto, l'[[8 dicembre]] [[1985]], la prima [[Coppa Intercontinentale]] della sua storia a [[Tokyo]].
 
=== L'era Berlusconi e il Napoli di Maradona ===
[[File:Napoli 1986-87.jpg|thumb|left|La rosa del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] campione nel 1987]]
L'inverno del [[1985]] fu molto tormentato per il [[Associazione Calcio Milan|Milan]]. L'eliminazione dalla [[Coppa UEFA]] per mano dei [[belgio|belgi]] del [[Zulte Waregem]] accese la contestazione dei tifosi contro il presidente [[Giuseppe Farina (imprenditore)|Farina]], che fuggì all'estero. Quando la [[FIGC|Federazione]] dispose una ricognizione dei libri contabili, emerse una situazione di dissesto finanziario tale da prefigurare un immediato rischio di fallimento: fu l'[[imprenditore]] [[televisione|televisivo]] [[Silvio Berlusconi]] ad acquistare la società il [[24 marzo]] [[1986]] impegnandosi nel pagamento dei debiti.
 
[[File:Sacchi.JPG|thumb|[[Arrigo Sacchi]] portò il Milan per due volte sul tetto d'Europa]]
La nuova stagione fu appannaggio del [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]] di [[Diego Armando Maradona]]. Gli azzurri, trascinati dal campione [[argentina|argentino]], presero il comando della classifica cogliendo il primo scudetto della loro storia. La squadra del presidente [[Corrado Ferlaino]] riuscì a prendere il comando il 9 novembre dopo aver battuto la [[Juventus Football Club|Juventus]] nello scontro diretto al Comunale di Torino. Da quel momento in poi i partenopei non lasciarono più la testa della classifica, anche se ci furono dei momenti in cui altre squadre si avvicinarono, in particolare l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]]. Due sconfitte consecutive della squadra milanese allenata da [[Giovanni Trapattoni|Trapattoni]], rispettivamente alla tredicesima e quattordicesima giornata del girone di ritorno, permisero al Napoli di festeggiare il primo scudetto della sua storia il 10 maggio, dopo il pareggio allo stadio [[Stadio San Paolo di Napoli|San Paolo]] contro la [[Fiorentina]]. Quella gara è ricordata anche per il primo gol in Serie A segnato dal ventenne attaccante viola [[Roberto Baggio]], che collezionerà 205 gol fino alla stagione [[Serie A 2003-2004|2003-2004]].
 
In estate il Milan di Silvio Berlusconi si attivò sul mercato e portò a Milanello i due [[Nazionale di calcio dell'Olanda|olandesi]] [[Ruud Gullit]] e [[Marco van Basten]], il centrocampista [[Carlo Ancelotti]] e come allenatore [[Arrigo Sacchi]], seguace del [[difesa a zona (tattica sportiva)|gioco a zona]] e del [[calcio totale]], tecniche innovative nel calcio italiano. I rossoneri partirono bene, ma furono i partenopei ad andare in fuga. Il successo rossonero nello scontro diretto di [[Stadio San Siro|San Siro]] parve un episodio isolato fino a [[Pasqua]], allorché i napoletani accusarono un periodo negativo. Sconfitta anche al San Paolo, la formazione di Maradona non vinse neppure le gare rimanenti, e un pareggio a [[Como]] all'ultima giornata consegnò ai lombardi lo scudetto.
 
[[File:Nicola berti.jpg|thumb|left|[[Nicola Berti]], uno dei protagonisti dell'Inter dello "scudetto dei record" del 1989]]
Nella stagione [[Serie A 1988-1989|1988-1989]] il campionato tornò a comporsi di 18 partecipanti e aumentò il numero di stranieri da schierare in campo, da due a tre. Mentre i rossoneri erano vittoriosi nelle partite che portarono alla conquista della [[Coppa dei Campioni 1988-1989|Coppa dei Campioni]] a [[Barcellona]], l'Inter di [[Giovanni Trapattoni]] si rese protagonista di un campionato che riuscì a dominare in ogni aspetto, cogliendo lo "scudetto dei record". Diversa fu l'annata successiva: la squadra nerazzurra interruppe presto la propria serie positiva, e tornarono in testa partenopei e milanisti. Se l'andata fu appannaggio degli azzurri, il ritorno vide l'avanzata rossonera che fruttò loro il primato. Dopo risultati alterni e qualche polemica, i napoletani ratificarono lo scudetto battendo in casa la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] per 1-0.
 
[[File:Vialli-mancini.jpg|thumb|I ''gemelli del gol'' blucerchiati, [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]], trascinatori della Sampdoria campione d'Italia nel 1991]]
Per i campani fu l'ultima stagione di successi: [[Diego Armando Maradona]] lasciò la squadra per l'[[Argentina]] allorché risultò positivo al test antidoping dopo la partita Napoli-Bari, e per gli azzurri fu l'inizio di un declino che li porterà, nel giro di quindici anni, al fallimento e alla rifondazione che comportò la ripresa dalla [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C1]]. La stagione 1989-1990 è passata alla storia anche per la vittoria delle squadre italiane in tutte le tre competizioni europee organizzate dall'[[UEFA]]: il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] conquistò per il secondo anno consecutivo la [[Coppa dei Campioni 1989-1990|Coppa dei Campioni]], la [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]] conquistò la [[Coppa delle Coppe 1989-1990|Coppa delle Coppe]] e la [[Juventus Football Club|Juventus]] si aggiudicò la [[Coppa UEFA 1989-1990|Coppa UEFA]] battendo nella doppia finale un'altra squadra italiana, la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]]. La stessa estate fu anche quella dei Mondiali di [[Campionato mondiale di calcio 1990|Italia '90]], chiusi al terzo posto dalla Nazionale italiana. Il nuovo campionato vide molte squadre inizialmente in vetta, tra cui figuravano il Milan, l'Inter, la Juventus, la [[Unione Calcio Sampdoria|Sampdoria]] e la matricola [[Parma Football Club|Parma]]. Dopo la pausa natalizia, il gruppo perse svariati elementi ed emersero le due milanesi e i genovesi. Furono gli scontri diretti a sancire il predominio doriano: battendo i rossoneri a [[Stadio Marassi|Marassi]] e i nerazzurri a [[stadio San Siro|San Siro]], i blucerchiati di [[Gianluca Vialli]] e [[Roberto Mancini]] e del presidente [[Paolo Mantovani]], colsero il loro primo e finora unico scudetto. I principali delusi furono i rossoneri, che avevano sì incamerato la loro seconda [[Coppa Intercontinentale]] consecutiva (e anche un'altra [[Supercoppa UEFA|Supercoppa Europea]], vinta proprio contro i liguri), ma erano usciti dalla [[Coppa dei Campioni 1990-1991|Coppa dei Campioni]] in una notte [[marsiglia|marsigliese]] che costò ai rossoneri un anno di squalifica dalle [[coppe europee]].
 
[[File:Marco van Basten.jpg|thumb|left|[[Marco van Basten]], goleador del Milan]]
[[File:CapelloMadrid.JPG|thumb|[[Fabio Capello]], allenatore del [[Milan]] tre volte campione d'Italia]]
Il Milan lasciò quindi partire Sacchi per la [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] affidando la panchina a [[Fabio Capello]]. Il tecnico di [[San Canzian d'Isonzo|Pieris]] rigenerò lo spogliatoio costruendo una stagione in cui i rossoneri non ebbero rivali: vinsero lo scudetto distanziando la Juventus di Trapattoni, chiusero imbattuti come non capitava ad una squadra da [[serie A 1978-1979|13 anni]] (allora fu il Perugia) e ai campioni da [[Prima Divisione 1922-1923|69]], guadagnandosi così l'appellativo di ''Invincibili''. Anche la stagione successiva fu un monologo del ''Diavolo'', che conobbe la sua prima sconfitta &ndash; dopo una serie record di 58 gare &ndash; il [[21 marzo]] per il successo del [[Parma Football Club|Parma]] a [[Stadio San Siro|San Siro]] con una rete di [[Faustino Asprilla]]; fu unicamente l'Inter di [[Osvaldo Bagnoli]] a tentare l'inseguimento, fugato dal pareggio di [[Ruud Gullit]] nel [[derby di Milano|derby]] della vigilia di [[Pasqua]]. Le partenze in estate, di Gullit verso la Sampdoria e di [[Frank Rijkaard]] all'Ajax, e il prematuro ritiro di [[Marco van Basten]], sembrarono suggerire un cambio di strategia per cui Capello valorizzò la difesa guidata da [[Franco Baresi]]<ref>.Il Milan vinse i titoli del 1993 e del 1994 col medesimo punteggio in classifica, ma rispetto alla precedente annata, nel 1994 i rossoneri sostanzialmente dimezzarono sia i gol fatti che quelli subiti, chiudendo con sole 15 marcature al passivo, una delle medie più basse di tutta la storia della Serie A.</ref>, che permise al portiere [[Sebastiano Rossi]] di stabilire il record di imbattibilità della propria porta con 929 minuti. Come due anni prima, la principale inseguitrice fu la Juventus, a cui si aggiunse la Sampdoria, ma la squadra di Capello seppe tener testa agli avversari cogliendo il terzo scudetto consecutivo e collezionando una striscia di successi che non si verificava dai tempi del [[Grande Torino]]. A completare il palmarès giunse anche la vittoria nella finale di [[UEFA Champions League 1993-1994|Coppa dei Campioni 1993-1994]] sul Barcellona per 4-0, che permise ai [[Lombardia|lombardi]] di cogliere quell'accoppiata che anche gli interisti erano riusciti a realizzare nel [[1965]]. Il Milan seppe, quell'anno, sfruttare i gol di un attaccante che il ritiro di Van Basten aveva promosso titolare, [[Daniele Massaro]], e le giocate del [[Montenegro|montenegrino]] [[Dejan Savićević]]. Negli stessi anni il [[Unione Sportiva Foggia|Foggia]] di [[Zdenek Zeman]], grazie al modulo 4-3-3 e al gioco vivace, portò una novità.
 
=== La Juventus della ''Triade''. I successi delle romane ===
[[File:Marcello Lippi.jpg|thumb|left|[[Marcello Lippi]], che conquistò cinque scudetti con la Juventus]]
Mai nel Dopoguerra erano trascorse ben otto stagioni consecutive senza che la [[Juventus Football Club|Juventus]] cogliesse un titolo. Decisi a non allungare ancora la striscia negativa, [[Gianni Agnelli|Gianni]] e [[Umberto Agnelli]] rivoluzionarono l'assetto organizzativo della società, affidandone la gestione al manager [[Antonio Giraudo]], a [[Luciano Moggi]] e a [[Roberto Bettega]]: i tre dirigenti formarono un efficace gruppo di amministratori, detto la ''Triade'', che influenzò il calcio italiano per dodici anni.
 
Sulla panchina bianconera fu chiamato [[Marcello Lippi]], che seppe sfruttare la novità regolamentare introdotta dopo i [[Campionato mondiale di calcio 1994|Mondiali USA]]; seguendo la linea della [[FIFA]] tesa a disincentivare i pareggi favorendo lo spettacolo, anche la [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] introdusse la norma che assegnava tre punti ad ogni vittoria, e non più due (in realtà tale regola ebbe una prima sperimentazione l'anno prima in Serie C). Il torneo vide andare in testa il [[Parma Football Club|Parma]] di [[Nevio Scala]], ma Lippi, schierando la squadra con un offensivo schema 4-3-3, che sostituì il classico 4-4-2 che aveva fatto le fortune del Milan, ottenne un alto numero di vittorie. Il tridente formato da [[Gianluca Vialli]], [[Roberto Baggio]] e [[Fabrizio Ravanelli]], assicurò molte reti in un'annata in cui i bianconeri si trovarono a competere coi gialloblù su tutti i fronti. Se i ducali prevalsero nella finale di [[Coppa UEFA 1994-1995|Coppa UEFA]], la truppa di Lippi si aggiudicò quella di [[Coppa Italia]] e lo scudetto dopo nove anni di attesa. L'ascesa della Juventus continuò la stagione successiva quando, lasciando spazio in campionato &ndash; come già accennato &ndash; al Milan, i [[torino|torinesi]] riuscirono a conquistare a [[Roma]] contro l'[[AFC Ajax|Ajax]] [[UEFA Champions League 1995-1996|la seconda Coppa dei Campioni della storia bianconera]].
 
[[File:Alessandro Del Piero.jpg|thumb|[[Alessandro Del Piero]], bandiera e [[Capitano (calcio)|capitano]] dei bianconeri]]
Tra il [[Serie A 1996-1997|1996-1997]] e il [[Serie A 1997-1998|1997-1998]] si susseguirono due stagioni simili sotto molti aspetti. In entrambe, un Milan alle prese con un arduo ricambio generazionale conseguì piazzamenti che comportarono l'esclusione dalle [[coppe europee]]; la Juventus perse la [[UEFA Champions League|Coppa dei Campioni]] all'ultimo atto; i bianconeri vinsero però due scudetti. Rafforzatisi con l'acquisto del trequartista [[francia|franco]][[algeria|-algerino]] [[Zinedine Zidane]], i [[torino|torinesi]] presero il comando di un campionato che a novembre era guidato dal [[Vicenza Calcio|Vicenza]] di [[Francesco Guidolin]] (vincitore nel 1997 del suo primo trofeo nazionale, la [[Coppa Italia]]); in inverno aumentarono il loro rendimento prima l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], fermata nel recupero dallo 0-0 contro la Juventus a San Siro, poi il [[Parma Football Club|Parma]], unica società nel Dopoguerra che fosse riuscita ad insidiare in maniera non episodica le gerarchie tradizionali del calcio italiano. I gialloblù sembrarono avere grosse ''chance'' per cogliere il loro primo scudetto quando vinsero all'[[Stadio Olimpico di Roma|Olimpico di Roma]], ma alcuni passi falsi li frenarono finché, nello scontro diretto, il [[18 maggio]] [[1997]] dello [[Stadio delle Alpi]], il pareggio con i bianconeri vanificò gli sforzi degli emiliani, che persero matematicamente il titolo alla penultima giornata ([[25 maggio]] [[1997]]), nonostante la vittoria in casa contro il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], dopo che la Juventus pareggiò 1-1 a [[Bergamo]] contro l'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] due giorni prima, il [[23 maggio]] (gara anticipata per via della [[UEFA Champions League 1996-1997|finale Coppa dei Campioni 1996-1997]] in programma il [[28 maggio]]). Questo titolo suggellò anche il Centenario della Vecchia Signora. L'anno successivo fu l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] di [[Massimo Moratti]] e di [[Luigi Simoni]] ad impensierire la truppa di Lippi: capolista per gran parte del girone d'andata e vincitrice del primo scontro diretto, la squadra nerazzurra vanificò i risultati iniziali con alcune sconfitte, tra cui quelle interne contro il [[Associazione Sportiva Bari|Bari]] e il [[Bologna Football Club 1909|Bologna]] (entrambe per 0-1). L'episodio più controverso e famoso è l'arbitraggio di Piero Ceccarini in Juventus-Inter. Con la Juventus in vantaggio 1-0, un possibile fallo da rigore dello juventino Mark Iuliano sull'interista Ronaldo, non venne fischiato da Ceccarini, il quale, nel ribaltamento dell'azione, assegnò un rigore per la Juventus (poi parato da Pagliuca). La partita terminò 1-0 e le discussioni avvennero in tutti i mass-media e anche in Parlamento. La Juventus riuscì quindi a cogliere il suo 25º titolo, arrivato il 10 maggio, con un turno di anticipo.
 
Dopo i [[campionato mondiale di calcio 1998|Mondiali 1998]] i bianconeri, molti dei quali protagonisti della manifestazione estiva, risentirono delle stanchezze da essa procurate, come accadde peraltro anche ai loro avversari nerazzurri. Si ebbe pertanto un campionato anomalo, in cui salirono le quotazioni della [[ACF Fiorentina|Fiorentina]] di [[Giovanni Trapattoni]] e del bomber [[Gabriel Batistuta]]: i viola rimasero in testa fino a febbraio, quando l'infortunio della punta [[argentina]] e le assenze di [[Edmundo]] compromisero i loro sforzi a vantaggio della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] di [[Sven Goran Eriksson]], che sembrò a sua volta avviata al titolo quando subì due sconfitte consecutive, nel [[derby di Roma|derby]] e contro la Juventus. A questo punto si fece sotto il Milan di [[Alberto Zaccheroni]], allenatore che aveva colto ottimi risultati negli anni precedenti con l'[[Udinese Calcio|Udinese]]: i rossoneri riuscirono a sorpassare i biancocelesti nel penultimo turno e, la domenica seguente a [[Perugia]], in una gara in cui gli [[Umbria|umbri]] si giocavano la salvezza, conseguirono quella vittoria che gli permise di conquistare lo scudetto nell'anno del loro centenario. Nel frattempo la Juventus, che aveva sostituito Marcello Lippi con Carlo Ancelotti, perse lo spareggio per la ''zona UEFA'' con l'Udinese, chiudendo così al settimo posto della graduatoria, vedendosi costretta a partecipare all'[[Coppa Intertoto|Intertoto]] per non rinunciare alle coppe europee la stagione successiva (l'Inter, che perse un analogo spareggio per l'UEFA contro il Bologna, rinuncerà invece all'Intertoto).
 
[[File:Alessandro Nesta.jpg|thumb|left|[[Alessandro Nesta]], capitano della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] campione d'Italia e vincitrice della Coppa Italia nel 2000]]
I biancocelesti cercarono un pronto riscatto nel nuovo campionato, ma dovettero assistere al ritorno in forze della Juventus, che dopo un serrato testa a testa, chiuse in testa il girone d'andata, per poi prendere progressivamente il largo: spentisi alla distanza i rossoneri (che chiuderanno al terzo posto), i bianconeri sembravano sicuri del titolo grazie ai loro nove punti di vantaggio sui romani. Le fatiche dell'Intertoto e della mancata preparazione estiva si fecero sentire il [[26 marzo]], allorché la Juventus cadde a [[stadio San Siro|San Siro]] e subito dopo nello scontro diretto casalingo; dopo una nuova sconfitta a [[Verona]], si ridussero a due i punti che la separavano dalle contendenti. Quando all'ultimo minuto della penultima giornata il difensore del [[parma Football Club|Parma]] [[Fabio Cannavaro]] segnò ai bianconeri una rete del possibile pareggio che avrebbe significato l'aggancio, l'arbitro [[Massimo De Santis]] l'annullò per motivi non chiari: in settimana vi furono ancora molte polemiche sul fronte Juventus-arbitri, cui fecero corollario scontri e disordini a [[Roma]] tra la [[polizia]] e gli ''ultras'' biancocelesti che cercarono di dare l'assalto alla sede della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]]. Fu in questo clima che, all'ultima giornata, una Lazio con poche speranze e una sola combinazione utile, vinse in casa contro la [[Reggina]], mentre a [[Perugia]] la gara della Juventus era stata interrotta per un violento [[temporale]] tra il primo ed il secondo tempo. La partita non venne rinviata, l'arbitro [[Pierluigi Collina]] (scelto volutamente per tale situazione), dopo una lunga attesa, diede l'ordine di disputare il secondo tempo della gara. I [[perugia|perugini]] giocarono col massimo impegno, anche perché il presidente biancorosso [[Luciano Gaucci]] aveva minacciato la propria squadra di mandarla in ritiro, anziché in vacanza, se non avesse battuto i bianconeri. Fu così che un gol del perugino [[Alessandro Calori]] costò sconfitta e titolo agli juventini (situazione analoga a quella di ventiquattro anni prima), mentre all'[[stadio Olimpico di Roma|Olimpico]] la Lazio poté festeggiare lo scudetto; tale vittoria suggellò inoltre, come nella passata stagione per il Milan, il centenario dei biancocelesti.
 
[[File:Francesco Totti Vicario (crop).jpg|thumb|[[Francesco Totti]], capitano della [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] campione del 2001]]
L'[[2000|Anno Santo]] portò successo anche all'altra metà della Capitale, visto che nella nuova stagione fu la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] di [[Fabio Capello]] a prendere il largo: i giallorossi mantennero vantaggi rassicuranti sulla Juventus inseguitrice, ma in primavera sembrarono in calo; un gol di [[Vincenzo Montella]] nello scontro diretto diede però tranquillità ai romani, che colsero il loro terzo scudetto il [[17 giugno]]. Stavolta furono i bianconeri a recriminare, perché la posizione del giocatore romanista Nakata (poi risultato decisivo nello sviluppo del match), di nazionalità giapponese, era stata regolarizzata dalla ''Federazione'' solo il giorno prima della gara dello [[Stadio delle Alpi]], allargando le norme sul tesseramento dei calciatori extra-comunitari.
 
Nell'estate del [[2001]] il patron juventino [[Umberto Agnelli]] decise di prendere in mano la situazione, e richiamò in panchina [[Marcello Lippi]]. La squadra fu fortemente rinnovata, con le partenze di [[Filippo Inzaghi]] verso il Milan e di [[Zinedine Zidane]] al [[Real Madrid]], e gli arrivi di [[Gianluigi Buffon]] (pagato 100 miliardi), [[Pavel Nedvěd]] e [[Lilian Thuram]]. Nella stagione che vide un inedito derby in Serie A, il quinto, quello fra [[Hellas Verona Football Club|Verona]] e [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo]], il gruppetto formato dai campioni in carica, dai bianconeri e dall'Inter di [[Hector Cuper]], si staccò via via dalle inseguitrici. La vittoria dei nerazzurri nello scontro diretto con i giallorossi sembrò lanciarli verso il titolo, che parve a un passo a un minuto dalla fine della terzultima giornata, quando i milanesi godevano di cinque lunghezze di vantaggio: un gol subito dall'Inter a [[Verona]], e uno realizzato dalla Juventus a [[Piacenza]], portò però i torinesi ad un solo punto di distanza, situazione con cui si arrivò all'ultima giornata, il [[5 maggio]]. Decine di migliaia di tifosi nerazzurri occuparono lo [[Stadio Olimpico di Roma]], contando sulla solida amicizia con i sostenitori della [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], mentre i bianconeri si recarono dalla oramai salva [[Udinese Calcio|Udinese]], e i romanisti erano di scena allo [[Stadio delle Alpi]] contro il [[Torino Football Club 1906|Torino]]. Mentre gli juventini vinsero, gli interisti si portarono in vantaggio, annullando un primo recupero biancoceleste; in seguito, si ebbe un profondo mutamento dello scenario. Dapprima la Lazio pareggiò, portandosi poi sul doppio vantaggio; quindi anche la Roma superò i granata: per la Juventus fu scudetto dopo quattro anni di digiuno, alla Roma andò il secondo posto, mentre l'Inter si ritrovò terza e costretta ai preliminari estivi di [[UEFA Champions League 2002-2003|Coppa dei Campioni 2002-2003]]. L'impatto del mancato obiettivo lasciò il segno nell'ambiente nerazzurro, da cui partì il [[brasile|brasiliano]] [[Ronaldo]], ex pupillo del presidente Moratti. In quella stagione destò sorpresa il Chievo Verona, che al debutto in A sfiorò la Champions. Sotto la guida di [[Luigi Delneri]] e con una squadra cresciuta in provincia, composta da molti debuttanti, la squadra del piccolo quartiere di Verona, dopo essersi ritrovata in testa alla classifica per buona parte del girone d'andata si avvicinò ai preliminari di Champions League, arrivando quinta e in [[Coppa UEFA 2002-2003|Coppa UEFA]].
 
[[File:Carlo Ancelotti in Russia.jpg|thumb|left|[[Carlo Ancelotti]], allenatore del Milan dal 2001 al 2009]]
L'insperato successo diede nuove convinzioni invece alla Juventus, che nel [[2003]] si rilanciò in una stagione rilevante su tutti i fronti, insieme al Milan di [[Carlo Ancelotti]], rafforzatosi con l'acquisto del capitano biancoceleste [[Alessandro Nesta]] e degli interisti [[Clarence Seedorf]] e [[Dario Simic]], oltre che del portiere brasiliano [[Dida]], e all'Inter, priva sì di [[Ronaldo]], ma con i nuovi acquisti [[Fabio Cannavaro]] e [[Hernan Crespo]]. In campionato si registrò un testa a testa fra le due milanesi fino al giro di boa, ma alla lunga entrambe lasciarono il passo al ritorno dei bianconeri, anche a causa del lungo impegno europeo che vide le tre italiane arrivare in semifinale di [[Champions League]]; i piemontesi si aggiudicarono nuovamente il titolo; il [[28 maggio]] a [[Manchester]], il Milan li batté nella prima finale tutta italiana di [[UEFA Champions League 2002-2003|Coppa dei Campioni]]. Lippi negli spogliatoi dell'[[Old Trafford]] presentò le dimissioni, respinte dalla società, e la Juventus andò incontro a un anno di transizione.
 
[[File:Kaka06052007.jpg|thumb|[[Kaká]], vincitore dello scudetto al primo anno in [[Italia]]]]
Il Milan vinse il diciassettesimo scudetto nel [[Serie A 2003-2004|2003-2004]]. In un primo momento i bianconeri sembrarono poter tenere il ritmo della capolista, ma pian piano scivolarono indietro; inizialmente furono invece i giallorossi di [[Fabio Capello]] ad accreditarsi come favoriti al titolo, ma le quotazioni dei romani, campioni d'inverno, uscirono ridimensionate dalla triplice sconfitta &ndash; comprese due gare di [[Coppa Italia]] &ndash; inflitta loro dal Milan tra gennaio e febbraio. I milanesi, che potevano contare sull'[[ucraina|ucraino]] [[Andriy Shevchenko]] e sul neoacquisto [[brasile|brasiliano]] [[Kaká]], fecero propri entrambi i [[derby di Milano|derby]], espugnarono il [[stadio Delle Alpi|Delle Alpi]] e, battendo in casa proprio la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] il [[2 maggio]], ottennero il titolo con un largo primato (11 punti), nonostante un gruppo che, esclusi gli arrivi, oltre che di Kaká, dei terzini [[Cafu]] e [[Giuseppe Pancaro|Pancaro]], era pressappoco lo stesso dell'anno prima. Dal [[Serie A 2004-2005|2004-2005]], in seguito a un compromesso con le squadre della [[Serie B]] turbate dal ''[[Caso Catania#Il Caso Catania 2003|Caso Catania]]'', la Serie A tornò a 20 squadre.
 
I rossoneri, definitivamente riassestati dopo le annate altalenanti successive all'ingresso in politica di [[Silvio Berlusconi|Berlusconi]], erano i favoriti anche per la nuova stagione, ma una operazione di [[calciomercato]] modificò la situazione: a fine [[agosto]], la Juventus del neoallenatore [[Fabio Capello]] cedette all'Inter [[Fabián Carini]], scambiandolo alla pari col difensore e capitano della [[nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale]] [[Fabio Cannavaro]]. I bianconeri andarono in fuga con solo il Milan costretto ad inseguire, lo scontro diretto di [[Torino]], in cui i rossoneri mostrarono d'essere in predominio, fece riaffiorare un clima di polemiche per l'arbitraggio di [[Paolo Bertini]], dopo che già la settimana prima si era avuto molto da discutere sulla direzione di [[Tiziano Pieri]] nella trasferta bianconera di [[Bologna]]. Il vantaggio dei torinesi, cresciuto ad otto lunghezze a [[gennaio]], si ridusse a [[febbraio]], fino all'aggancio dei milanesi. A questo punto le due compagini iniziarono un testa a testa, con nuove diatribe sugli arbitraggi dei bianconeri: dopo il prodromo di [[Cagliari]], le discussioni si incentrarono sulle conduzioni di [[Salvatore Racalbuto]] contro la [[AS Roma|Roma]] e soprattutto quella di [[Gianluca Paparesta]] a [[Verona]], dove l'arbitro non vide entrare in porta un gol del [[Associazione Calcio ChievoVerona|Chievo Verona]]. Alla fine, furono gli impegni di [[UEFA Champions League 2004-2005|Champions League]] a fare la differenza: coi bianconeri già eliminati, i rossoneri faticarono alquanto a mantenersi in lotta sui due fronti, perdendo prima lo scontro diretto casalingo, e conseguentemente il titolo, l'[[8 maggio]], e poi anche la coppa nella finale di [[Istanbul]]. Per i torinesi si trattò del ventottesimo scudetto. Nella nuova stagione gli uomini di [[Fabio Capello|Capello]] staccarono tutte le inseguitrici e guadagnarono ingenti distacchi. Un calo di rendimento primaverile, con conseguente uscita dall'[[UEFA Champions League 2005-2006|Europa]], favorì il ritorno del Milan, ma i bianconeri seppero difendere i loro tre residui punti di vantaggio. A [[maggio]] [[2006]] si aprì la cosiddetta ''[[Calciopoli]]''.
 
=== Lo scandalo di ''Calciopoli''. Il dominio dell'Inter ===
[[File:Roberto Mancini.jpg|thumb|left|[[Roberto Mancini]], che riportò lo scudetto all'[[Inter]] dopo 17 anni]]
[[File:Javier Zanetti - Inter Mailand (1).jpg|thumb|[[Javier Zanetti]], capitano di lungo corso della squadra nerazzurra]]
A due settimane dall'assegnazione del titolo del [[Serie A 2005-2006|2006]], il [[2 maggio]] [[2006]], la [[Procura della Repubblica]] di [[Napoli]] iscrisse nel registro degli indagati, con l'ipotesi di frode sportiva, numerosi dirigenti calcistici. Secondo gli inquirenti, basatisi su intercettazioni telefoniche, la società bianconera si sarebbe adoperata per accomodare numerose gare del campionato [[serie A 2004-2005|2004-2005]], tramite minacce e la costruzione di un sistema di potere in grado di condizionare la classe arbitrale: i già menzionati episodi controversi di quel torneo sarebbero stati parte di una macchinazione ideata da una ''cupola'' in grado di influenzare ogni aspetto dell'attività della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]].
 
In seguito al coinvolgimento diretto nello scandalo del presidente federale [[Franco Carraro]], dimessosi l'[[8 maggio]] [[2006]], e del suo vice Innocenzo Mazzini, dimessosi il [[10 maggio]] [[2006]], la Federazione venne commissariata dal [[Comitato Olimpico Nazionale Italiano|CONI]] a partire dal [[16 maggio]] [[2006]]. Insieme alla Juventus furono inquisite altre società, accusate di essersi rivolte a [[Luciano Moggi]] per ottenere indebiti favori: la [[ACF Fiorentina|Fiorentina]], che si sarebbe adoperata per salvarsi in luogo delle due emiliane [[Parma Football Club|Parma]] e [[Bologna Football Club 1909|Bologna]], oltre al [[Brescia Calcio|Brescia]]; la [[Società Sportiva Lazio|Lazio]], anch'essa in una incerta posizione di classifica e punita per un tentativo di corruzione nella partita con il [[Unione Sportiva Lecce|Lecce]], come pure la [[Reggina Calcio|Reggina]]. Rientrarono nell'inchiesta anche le azioni di Leonardo Meani, dirigente rossonero addetto alle relazioni con gli arbitri; è provato che intrattenesse rapporti con il designatore [[Paolo Bergamo]] per accomodare, alle preferenze della società Milan, la designazione di alcuni [[guardalinee]]: pur essendo la persona di [[Adriano Galliani]], vicepresidente rossonero e presidente della [[Lega Calcio]], non personalmente implicata nei suddetti rapporti, il procuratore della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]] Stefano Palazzi dichiarò colpevole il dirigente milanista per [[responsabilità oggettiva]] sull'operato del suo sottoposto.
 
Lo scandalo, battezzato ''[[Scandalo del calcio italiano del 2006|Calciopoli]]'' dalla maggior parte della stampa, portò alle sentenze di primo grado del [[14 luglio]], mitigate poi nell'appello del [[25 luglio]]: la Juventus, privata sia del titolo del [[Serie A 2004-2005|2004-2005]] sia, per incompatibilità, di quello del [[Serie A 2005-2006|2005-2006]], fu ricollocata all'ultimo posto in classifica e retrocessa in [[Serie B]] per la prima volta nella sua storia; inoltre le vennero comminati 17 punti di penalizzazione, poi ridotti a 9. La Fiorentina e la Lazio, graziate da analogo provvedimento, furono escluse dalle [[coppe europee]]; il [[Associazione Calcio Milan|Milan]] fu escluso dalla riassegnazione del titolo e costretto al turno preliminare estivo per rientrare in [[UEFA Champions League 2006-2007|Coppa dei Campioni 2006-2007]]; alla Reggina, come a tutte le squadre coinvolte, furono comminate penalizzazioni per la stagione entrante. Tutti i dirigenti coinvolti furono inibiti.
 
L'estate del [[2006]] passò alla storia del calcio italiano, oltre che per lo scandalo di ''Calciopoli'', anche per la conquista del 4º titolo di Campione del Mondo della [[Nazionale di calcio dell'Italia|Nazionale italiana]] al [[Campionato mondiale di calcio 2006|Mondiale 2006 giocato in Germania]]; gli ''azzurri'', guidati da [[Marcello Lippi]], riuscirono a riportare in Italia la Coppa del Mondo dopo 24 anni d'attesa, sconfiggendo in finale la [[Nazionale di calcio della Francia|Francia]] per 5-3 ai [[Tiri di rigore|rigori]] la sera del [[9 luglio]] [[2006]] a [[Berlino]].
 
[[File:Diego Milito - Inter Mailand (3).jpg|thumb|[[Diego Milito]], grande protagonista del ''[[Triplete]]'' nerazzurro del 2010]]
L'Inter, che in qualità di prima classificata alle spalle di Juventus e Milan beneficiò dell'assegnazione dello [[Serie A 2005-2006|scudetto 2006]] da parte della [[Federazione Italiana Giuoco Calcio|FIGC]], vinse il campionato 2007, grazie anche all'apporto di due pedine prelevate dalla [[Juventus]] appena retrocessa, [[Zlatan Ibrahimović]] e [[Patrick Vieira]], stabilendo nel corso della stagione diversi record, tra cui il maggior numero di punti (97) e la più lunga serie di vittorie consecutive (17). Da segnalare, per la stagione [[2006]]-[[2007]], la salvezza della [[Reggina Calcio|Reggina]] che, penalizzata di 11 punti, riuscì comunque a evitare la retrocessione grazie ai 40 punti ottenuti (51 esclusa la penalità). Il torneo dell'anno successivo vide il ritorno della rinnovata Juventus di [[Claudio Ranieri]] insieme a [[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]] e [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], entrambe protagoniste di una doppia promozione dalla [[Lega Pro Prima Divisione|Serie C]]. A vincere fu l'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]], che s'aggiudicò il titolo all'ultima giornata battendo 2-0 il [[Parma Football Club|Parma]] (condannandolo alla B dopo 18 anni), staccando così di 3 punti la [[Associazione Sportiva Roma|Roma]], che pure era stata capace di rimontare diversi punti dopo essere stata anche a -11, e che era andata all'intervallo dell'ultima giornata con un punto di vantaggio sull'Inter (vincendo 1-0 a Catania mentre i nerazzurri erano ancora fermi sullo 0-0).
 
[[File:Mourinho CSKA Moscow 05042010 2.jpg|thumb|left|[[José Mourinho]], tecnico interista dal [[2008]] al [[2010]]]]
Nel campionato [[Serie A 2008-2009|2008-2009]] con l'approdo in nerazzurro del tecnico portoghese [[José Mourinho]], l'Inter si confermò ancora la più forte portandosi in testa già dal girone d'andata, nonostante la resistenza delle rivali storiche Juventus e Milan, che si alternarono al secondo posto e chiusero a pari punti, a dieci lunghezze dai nerazzurri (con la Juventus avanti per gli scontri diretti). Durante la stagione la Roma, la principale antagonista dei due anni precedenti, accusò una battuta di arresto e chiuse al sesto posto. La conquista matematica dello scudetto avvenne a due giornate dalla fine, con la vittoria per 2-1 da parte dell'[[Udinese Calcio|Udinese]] nei confronti dei cugini rossoneri il [[16 maggio]]. Con questo tricolore, il 17° della storia nerazzurra, l'Inter raggiunse per numero di scudetti proprio i rivali meneghini.
 
Il sorpasso sui [[Associazione Calcio Milan|rossoneri]] avvenne nella [[Serie A 2009-2010|stagione successiva]] grazie al quinto titolo consecutivo. Il campionato fu caratterizzato ancora una volta dalla sfida [[AS Roma|Roma]]-[[Inter]], con un testa a testa simile a quello di due anni prima, conclusosi solo all'ultima giornata in favore dei nerazzurri. Stavolta i giallorossi si inserirono nella lotta tra le milanesi partendo da -14 e arrivando in testa alla classifica, facendosi però scavalcare dalla compagine milanese allorché lo scudetto pareva ormai a un passo. Lo stesso dualismo si ripeté in [[Coppa Italia 2009-2010|Coppa Italia]] con la finale disputata allo stadio Olimpico e vinta ancora dalla squadra di Mourinho. L'Inter concluse la stagione con la vittoria della [[UEFA Champions League|Champions League]], conquistata a Madrid contro il Bayern Monaco, e divenne così il primo club italiano, ed il sesto europeo, a centrare il ''[[treble]]'', ovvero la conquista nella stessa stagione di campionato, coppa nazionale e Champions League. Delusero invece il [[Milan]] (che nel mercato estivo aveva ceduto [[Kakà]] al [[Real Madrid]] e perso [[Carlo Ancelotti|Ancelotti]], passato ad allenare il Chelsea), arrivato comunque terzo, e la [[Juventus]], autrice di un'importante campagna acquisti nel corso del mercato estivo, che però non diede i risultati sperati<ref>[http://archiviostorico.gazzetta.it/2009/agosto/18/Juve_vincera_scudetto_Firmato_Lippi_ga_3_090818002.shtml Ultime notizie sportive - La Gazzetta dello Sport<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>: i bianconeri conclusero infatti la stagione al 7º posto (per la terza volta negli ultimi venti anni) perdendo 15 partite e concludendo con una differenza reti negativa (record negativi eguagliati dopo 48 anni, aggravati dall'eliminazione nelle altre competizioni disputate).
 
=== Il ritorno alla vittoria del Milan e il nuovo scandalo scommesse ===
{{vedi anche|Scandalo del calcio italiano del 2011}}
[[File:Zlatan Ibrahimović Real Madrid-Milan.jpg|thumb|right|[[Zlatan Ibrahimović]], protagonista dello scudetto milanista]]
Nella stagione [[Serie A 2010-2011|2010-2011]] si assistette al ritorno al successo del Milan, che raggiunse l'Inter per numero di campionati vinti, dopo 24 giornate passate in testa alla classifica, ottenendo il titolo con due giornate di anticipo grazie al pareggio con la Roma per 0 a 0 allo [[Stadio Olimpico (Roma)|Stadio Olimpico]]; questo accadimento permise al suo allenatore [[Massimiliano Allegri]] di eguagliare il record di [[Arrigo Sacchi]], [[Fabio Capello]] e [[Alberto Zaccheroni]], che vinsero lo scudetto al primo anno di panchina rossonera. [[Zlatan Ibrahimović]], che aveva indossato con quella milanista le casacche delle tre grandi d'Italia, fu il simbolo della stagione dei diavoli. Al di là del primato del Milan, la lotta per la classifica fu combattuta sino alle ultime giornate. Infatti [[Football Club Internazionale Milano|Inter]] e [[Società Sportiva Calcio Napoli|Napoli]], classificatesi al termine del campionato rispettivamente al 2° e al 3° posto, contesero seriamente il titolo al Milan, proponendosi a turno come possibili alternative per il primato; ma anche la lotta per l'accesso alla [[UEFA Champions League|Champions League]] si decise solo all'ultima giornata: a spuntarla fu l'[[Udinese Calcio|Udinese]], che terminò il campionato davanti alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] (che si dovette invece accontentare della [[UEFA Europa League|Europa League]] assieme a [[Associazione Sportiva Roma|Roma]] e al [[Unione Sportiva Città di Palermo|Palermo]] finalista di [[Coppa Italia]]) solo per differenza reti. La [[Juventus Football Club|Juventus]] chiuse la stagione con un altro 7° posto (il quarto negli ultimi ventuno anni), nonostante i buoni propositi estivi e l'ingresso in società come presidente di [[Andrea Agnelli]], mancando quindi la qualificazione alle competizioni europee (a differenza della stagione precedente), cosa che non si verificava &ndash; Calciopoli a parte &ndash; dalla stagione 1990-1991. La squadra torinese, inoltre, non concludeva almeno due campionati consecutivi al di sotto del sesto posto dal periodo 1954-1957.
 
Il calcio italiano confermò la sua flessione in [[Europa]], perdendo una posizione nel [[Ranking UEFA]] a vantaggio della Germania e di conseguenza una squadra in [[Champions League]], attestandosi al 4° posto dietro anche a [[Inghilterra]] e [[Spagna]] (rispettivamente al 1° e al 2° posto).
Nonostante questo, durante la stagione 2011-2012, ben 3 squadre [[italia]]ne raggiungono gli [[UEFA Champions League 2011-2012#Ottavi di finale|ottavi di Champions League]], sintomo di un miglioramento dell'Italia nelle competizioni europee.
 
Un'altra novità di questa stagione è la [[Tessera del tifoso]], uno strumento di fidelizzazione adottato in Italia dalle società di calcio, dopo una direttiva del [[Ministro dell'Interno]] del quarto Governo Berlusconi [[Roberto Maroni]] del [[14 agosto]] [[2009]], che prevede verifiche della Questura al fine di identificare i tifosi di una squadra calcistica o della Nazionale. La tessera del tifoso è, nella quasi totalità dei casi, rilasciata dalle banche o dal circuito Lottomatica, mentre in alcune circostanze è rilasciata direttamente dalle società calcistiche; oltre a costituire titolo di accesso allo stadio è una carta di credito ricaricabile e ha validità di 5 anni.
 
La tessera non ha un costo fisso: è generalmente gratuita per gli abbonati o coloro che l'hanno richiesta entro un certo tempo utile, mentre ha un prezzo di 10 euro per i non abbonati e per coloro che decidono di sottoscriverla in un qualsiasi momento.
 
A fine stagione scoppiò invece un nuovo scandalo legato al [[calcio scommesse]], noto come ''[[Scandalo del calcio italiano del 2011|Scommessopoli]]'', che vide coinvolti giocatori, dirigenti e società di Serie A, [[Serie B]], [[Lega Italiana Calcio Professionistico|Lega Pro]] e [[Lega Nazionale Dilettanti]] ([[Divisione Calcio a 5]]). Fra i nomi più noti vi erano quelli del capitano dell'[[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]] [[Cristiano Doni|Doni]] e degli ex calciatori [[Stefano Bettarini|Bettarini]] e [[Giuseppe Signori|Signori]]. I processi sportivi di primo e secondo grado, svoltisi nell'[[agosto]] [[2011]], videro gli organi giudicanti della [[FIGC]] accogliere sostanzialmente l'impianto accusatorio del Procuratore Federale Stefano Palazzi: furono irrogate pesanti squalifiche nei confronti di molti tesserati, ritenuti colpevoli di illecito sportivo, e diversi punti di penalizzazione nei confronti delle società coinvolte per responsabilità oggettiva o presunta. Due società di Lega Pro ([[Unione Sportiva Alessandria 1912|Alessandria]] e [[Ravenna Calcio|Ravenna]]) furono ritenute direttamente responsabili e pertanto furono retrocesse di categoria.
 
== Le squadre ==
Sono '''60''' le squadre ad aver preso parte agli 80 campionati di Serie A a girone unico che sono stati disputati a partire dal 1929-30 fino alla stagione 2011-12 (in '''grassetto''' le squadre militanti in [[Serie A 2011-2012]]).
 
* '''80''' volte: '''{{Calcio Inter}}'''<ref name="Nota_Ambrosiana">Nel periodo infrabellico, fra il [[1929]] e il [[1943]], l'[[Inter]] partecipò alla Serie A in fusione con l'[[Unione Sportiva Milanese]], con il nome ufficiale di [[Società Sportiva Ambrosiana|Ambrosiana]] (successivamente Ambrosiana-Inter).<br /></ref>
* '''79''' volte: '''{{Calcio Roma}}''', '''{{Calcio Juventus}}'''
* '''78''' volte: '''{{Calcio Milan}}'''
* '''74''' volte: '''{{Calcio Fiorentina}}'''
* '''69''' volte: '''{{Calcio Lazio}}'''
* '''68''' volte: {{Calcio Torino}}
* '''66''' volte: '''{{Calcio Napoli}}'''
* '''66''' volte: '''{{Calcio Bologna}}'''
* '''63''' volte: {{Calcio Sampdoria}}<ref>Comprese le otto partecipazioni della Sampierdarenese e del Liguria , antenate dirette della Sampdoria cui nel 1946 traslarono il proprio titolo sportivo.</ref>
* '''51''' volte: '''{{Calcio Atalanta}}'''
* '''45''' volte: '''{{Calcio Genoa}}'''
* '''39''' volte: '''{{Calcio Udinese}}'''
* '''33''' volte: '''{{Calcio Cagliari}}'''
* '''30''' volte: {{Calcio Bari}}, {{Calcio Vicenza}}
* '''26''' volte: {{Calcio Triestina}}
* '''25''' volte: '''{{Calcio Palermo}}'''
* '''24''' volte: {{Calcio Verona}}
* '''22''' volte: {{Calcio Brescia}}
* '''21''' volte: '''{{Calcio Parma}}'''
* '''17''' volte: {{Calcio Livorno}}
* '''16''' volte: {{Calcio Ascoli}}, {{Calcio Padova}}, {{Calcio SPAL}}
* '''15''' volte: '''{{Calcio Catania}}''', '''{{Calcio Lecce}}'''
* '''13''' volte: {{Calcio Alessandria}}, {{Calcio Como}}, {{Calcio Modena}}, '''{{Calcio Novara}}''', {{Calcio Perugia}}
* '''12''' volte: '''{{Calcio Cesena}}''', {{Calcio Pro Patria}}, {{Calcio Venezia}}
* '''11''' volte: {{Calcio Foggia}}
* '''10''' volte: {{Calcio Avellino}}, '''{{Calcio Chievo}}'''
* '''9''' volte: {{Calcio Empoli}}, {{Calcio Reggina}}
* '''8''' volte: {{Calcio Lucchese}}, {{Calcio Piacenza}}, '''{{Calcio Siena}}'''
* '''7''' volte: {{Calcio Catanzaro}}, {{Calcio Cremonese}}, {{Calcio Mantova}}, {{Calcio Pisa}}, {{Calcio Varese}}
* '''6''' volte: {{Calcio Pro Vercelli}}
* '''5''' volte: {{Calcio Messina}}, {{Calcio Pescara}}
* '''4''' volte: {{Calcio Casale}}
* '''3''' volte: {{Calcio Lecco}}, {{Calcio Legnano}}, {{Calcio Reggiana}}
* '''2''' volte: {{Calcio Ancona}}, {{Calcio Salernitana}}, {{Calcio Ternana}}
* '''1''' volta: {{Calcio Pistoiese}}, {{Calcio Treviso}}
 
=== Organico odierno ===
{{Serie A}}
 
== Piazzamenti delle squadre ==
{{Vedi anche|Albo d'oro del campionato italiano di calcio}}
Ecco i migliori piazzamenti delle squadre che hanno preso parte ai '''79''' campionati a girone unico dal torneo [[Serie A 1929-1930|1929-30]] al [[Serie A 2010-2011|2010-11]] raffrontate a tutti i piazzamenti nel campionato italiano. Dal 1898 ad oggi il campionato è stato vinto, almeno una volta, da sedici squadre diverse, ma solo dodici di queste sono diventate "campioni d'italia" dall'introduzione del girone unico nel 1929-30.
 
{| class="wikitable" border=0 cellspacing=0 cellpadding=3 style="border: 1px solid #aaaaaa;"
|- bgcolor=#bbbbff
| || colspan="3" align="center" |'''Serie A dal 1898'''|| || colspan="5" align="center" |'''Serie A a girone unico'''
|- bgcolor=#ccccff
|'''Squadra'''||'''1º posto'''||'''2º posto'''||'''3º posto'''|| ||'''1º posto'''||'''2º posto'''||'''3º posto'''||'''Partec.'''||'''Podi %'''
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Juventus}}||27 <small>(+2)</small>||21||14|| ||23||16||10||78||65.4%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Inter}}||18 <small>(-1)</small>||14||16|| ||16||14||14||79||55.8%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Milan}}||18||15||23|| ||15||13||15||77||55.7%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Genoa}}||9||8||4|| ||0||1||0||44||2.3%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Torino}}||7 <small>(+1)</small>||7||9|| ||5||6||5||68||23.5%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Bologna}}||7||7||3|| ||5||3||3||65||16.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Pro Vercelli}}||7||2||1|| ||0||0||0||6||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Roma}}||3||11||5|| ||3||11||5||78||24.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Lazio}}||2||6||5|| ||2||3||5||68||14.7%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Napoli}}||2||4||7|| ||2||4||7||65||20%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Fiorentina}}||2||5||5|| ||2||5||5||73||16.4%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Cagliari}}||1||1||0|| ||1||1||0||32||6.3%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Sampdoria}}||1||0||1|| ||1||0||1||63||3.2%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Verona}}||1||0||0|| ||1||0||0||35||2.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Casale}}||1||0||0|| ||0||0||0||4||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Novese}}||1||0||0|| ||0||0||0||0||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio US Milanese}}||0||2||1|| ||-||-||-||-||<small>''nell'[[Inter FC|Inter]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Livorno}}||0||2||0|| ||0||1||0||17||5.9%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Internazionale Torino}}||0||2||0|| ||-||-||-||-||<small>''nel [[Torino FC|Torino]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Parma}}||0||1||2|| ||0||1||2||20||15%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Udinese}}||0||1||1|| ||0||1||1||41||4.9%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio FC Torinese}}||0||1||1|| ||-||-||-||-||<small>''nel [[Torino FC|Torino]]''</small>
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Vicenza}}||0||1||0|| ||0||1||0||30||3.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Perugia}}||0||1||0|| ||0||1||0||13||7.7%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Sampierdarenese}}||0||1||0|| ||-||-||-||-||<small>''nella [[Sampdoria|Samp]]''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Pisa}}||0||1||0|| ||0||0||0||7||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Padova}}||0||0||2|| ||0||0||1||16||6.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Andrea Doria}}||0||0||2|| ||-||-||-||-||<small>''nella [[Sampdoria|Samp]]''</small>
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Venezia (1907-1987)}}||0||0||1|| ||0||0||1||12||8.3%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Modena}}||0||0||1|| ||0||0||1||13||7.7%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Alessandria}}||0||0||1|| ||0||0||0||13||0%
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio Novara}}||0||0||1|| ||0||0||0||12||0%
|- bgcolor=#edf3fe
|{{Calcio Ginnastica Torino}}||0||0||1|| ||-||-||-||-||<small>''disciolta''</small>
|- bgcolor=#ffffff
|{{Calcio SPAL}}||0||0||1|| ||0||0||0||16||0%
|- bgcolor=#ccccff
|'''Totale'''||'''107 ||'''114'''||'''108<ref>Ignota la terza classificata del primo campionato in quanto le fonti, pur accennando ad una finalina di consolazione, non ne riportano il risultato.</ref>'''|| ||'''78||'''79'''||'''79'''||-||-
|}
 
In quattro occasioni una società ha vinto lo scudetto nell'anno del centenario; la prima volta capitò alla [[Juventus Football Club|Juventus]] nel [[Serie A 1996-1997|1997]], poi al [[Associazione Calcio Milan|Milan]] nel [[Serie A 1998-1999|1999]], alla [[Società Sportiva Lazio|Lazio]] nel [[Serie A 1999-2000|2000]] e, infine, all'[[Football Club Internazionale Milano|Inter]] nel [[Serie A 2007-2008|2008]].
 
== Record del campionato italiano di calcio ==
{{vedi anche|Statistiche della Serie A di calcio italiana}}
[[File:Franco Baresi.jpg|thumb|[[Franco Baresi]], difensore del [[Milan]] degli anni novanta, periodo durante il quale i rossoneri diedero seguito ai record]]
=== Squadre ===
==== Imbattibilità ====
===== Assoluta =====
* '''58 giornate''': {{Calcio Milan}}
: <small>Serie aperta domenica 26 maggio 1991: Milan-Parma 0-0</small>
: <small>Serie chiusa domenica 21 marzo 1993: Milan-Parma 0-1</small>
 
===== Casalinga =====
* '''88 giornate''': {{Calcio Torino}}
: <small>Serie aperta domenica 31 gennaio 1943: Torino-Juventus 2-0</small>
: <small>Serie chiusa domenica 6 novembre 1949: Torino-Juventus 1-3</small>
 
===== Esterna =====
* '''38 giornate''': {{Calcio Milan}}
: <small>Serie aperta domenica 1 settembre 1991: Ascoli-Milan 0-1</small>
: <small>Serie chiusa domenica 31 ottobre 1993: Sampdoria-Milan 3-2</small>
 
===== Intero campionato =====
* {{Calcio Juventus}}: [[Serie A 2011-2012|2011-12]] (34 giornate) (Campionato in corso)
* {{Calcio Milan}}: [[Serie A 1991-1992|1991-92]] (34 giornate)
* {{Calcio Perugia}}: [[Serie A 1978-1979|1978-79]] (30 giornate)
* {{Calcio Genoa}}: [[Prima Divisione 1922-1923|1922-23]] (28 giornate)
* {{Calcio Pro Vercelli}}: [[Prima Categoria 1912-1913|1912-13]] (19 giornate)
<!-- Sono esclusi i primi campionati, in quanto giocati ad eliminazione e con un ridottissimo numero di giornate che li accomuna più ad una coppa che ad un torneo di lega. -->
 
==== Punti ====
* campionato a 20 squadre con 3 punti per vittoria: ''97 punti'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006/07]]
: <small>Rapporto di 2,55 punti a partita</small>
* campionato a 18 squadre con 2 punti per vittoria: ''58 punti'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1988-1989|1988/89]]
: <small>Rapporto di 2,47 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 16 squadre con 2 punti per vittoria: ''51 punti'' - {{calcio Juventus}} nel [[Serie A 1976-1977|1976/77]]
: <small>Rapporto di 2,47 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 18 squadre con 3 punti per vittoria: ''82 punti'' - {{calcio Milan}} nel [[Serie A 2003-2004|2003/04]]
: <small>Rapporto di 2,41 punti a partita</small>
* campionato a 20 squadre con 2 punti per vittoria: ''63 punti'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1946-1947|1946/47]]
: <small>Rapporto di 2,39 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
* campionato a 21 squadre con 2 punti per vittoria: ''65 punti'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1947-1948|1947/48]]
: <small>Rapporto di 2,35 punti a partita usando l'attuale sistema di calcolo</small>
 
==== Numero di vittorie ====
'''Maggior numero di vittorie complessive'''
* campionato a 16 squadre: ''23'' - {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] e [[Serie A 1976-1977|1976-1977]]
* campionato a 18 squadre: ''26'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]
* campionato a 20 squadre: ''30'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie casalinghe'''
* campionato a 16 squadre: ''14'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1975-1976|1975-1976]]
* campionato a 18 squadre: ''16'' - {{Calcio Bologna}} nel [[Serie A 1931-1932|1931-1932]]; {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1932-1933|1932-1933]]; {{Calcio Napoli}} nel [[Serie A 1989-1990|1989-1990]]
* campionato a 20 squadre<ref>Ai campionati a 20 squadre è tradizionalmente associato, ai fini statistici e come riportato dall'Almanacco Panini, lo speciale torneo a 21 squadre del [[Serie A 1947-1948|1947-1948]]. In quella stagione il Torino ottenne 19 successi casalinghi, venendo stoppato in una sola occasione: un ruolino dunque pari a quelli succitati del Torino 1949 e del Milan 2006.</ref>: ''18'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1948-1949|1948-1949]], {{Calcio Milan}} nel [[Serie A 2005-2006|2005-2006]]
 
'''Maggior numero di vittorie in trasferta'''
* campionato a 16 squadre: ''10'' - {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1942-1943|1942-1943]]; {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1933-1934|1933-1934]] e [[Serie A 1976-1977|1976-1977]]
* campionato a 18 squadre: ''11'' - {{Calcio Juventus}} nel [[Serie A 1951-1952|1951-1952]] e [[Serie A 1994-1995|1994-1995]]; {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 1963-1964|1963-1964]] e [[Serie A 1988-1989|1988-1989]]; {{Calcio Milan}} nel [[Serie A 1963-1964|1963-1964]] e [[Serie A 2003-2004|2003-2004]]
* campionato a 20 squadre: ''15'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive''': ''17'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive in trasferta''' : ''11'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2006-2007|2006-2007]]
 
'''Maggior numero di vittorie consecutive casalinghe''' : ''13'' - {{Calcio Inter}} nel [[Serie A 2010-2011|2010-2011]]
 
==== Reti ====
===== Prolificità =====
* '''125 gol''': {{Calcio Torino}} nel [[Serie A 1947-1948|1947/48]] unico campionato a 21 squadre
: <small>Media di una marcatura segnata ogni 29 minuti di gioco</small>
 
===== Invulnerabilità =====
* '''11 gol''': {{Calcio Cagliari}} nel [[Serie A 1969-1970|1969/70]] campionato a 16 squadre
: <small>Media di una marcatura subita ogni 245 minuti di gioco</small>
 
==== Attacchi e difese ====
===== Migliori attacchi e migliori difese =====
Statistiche aggiornate al 2012.<ref>''Almanacco del calcio 2008''.</ref>
* {{Calcio Juventus}}; 22 volte miglior attacco e 18 volte miglior difesa
* {{Calcio Inter}}: 20 volte miglior attacco e 14 volte miglior difesa
* {{Calcio Milan}}: 17 volte miglior attacco e 14 volte miglior difesa
* {{Calcio Roma}}: 8 volte miglior attacco e 6 volte miglior difesa
* {{Calcio Torino}}: 5 volte miglior attacco e 9 volte miglior difesa
* {{Calcio Lazio}}: 4 volte miglior attacco e 4 volte miglior difesa
* {{Calcio Napoli}}, {{Calcio Sampdoria}}: 3 volte miglior attacco e 1 volta miglior difesa
* {{Calcio Fiorentina}}: 2 volte miglior attacco e 8 volte miglior difesa
* {{Calcio Bologna}}: 2 volte miglior attacco e 4 volte miglior difesa
* {{Calcio Genoa}}, {{Calcio Vicenza}}: 1 volta miglior attacco
* {{Calcio Cagliari}}, {{Calcio Triestina}}: 2 volte miglior difesa
* {{Calcio Modena}}, {{Calcio Padova}}, {{Calcio Perugia}}, {{Calcio Verona}}: 1 volta miglior difesa
 
=== Calciatori ===
==== Cannonieri ====
{{Vedi anche|Cannonieri del campionato italiano di calcio|Classifica dei marcatori della Serie A}}
[[File:Silvio Piola Lazio 4.jpg|thumb|[[Silvio Piola]], detentore del record di marcature in Serie A]]
 
Primi 20 giocatori per numero di reti assolute in Serie A:
# {{Bandiera|Italia}} [[Silvio Piola]] 274 <!--ultima 13/06/11-->
# {{Bandiera|Svezia}} [[Gunnar Nordahl]] 225
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Meazza]] 216
# {{Bandiera|Brasile}} {{Bandiera|Italia}} [[Josè Altafini]] 216
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Francesco Totti]]''' 213 <!--ultima 25/04/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Baggio]] 205
# {{Bandiera|Svezia}} [[Kurt Hamrin]] 190
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Signori]] 188
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Alessandro Del Piero]]''' 187 <!--ultima 11/04/12-->
# {{Bandiera|Argentina}} [[Gabriel Batistuta]] 184
# {{Bandiera|Italia}} [[Giampiero Boniperti]] 178
# {{Bandiera|Italia}} [[Amedeo Amadei]] 174
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Savoldi]] 168
# {{Bandiera|Italia}} [[Guglielmo Gabetto]] 165
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Boninsegna]] 163
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Riva]] 156
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Mancini]] 156
# {{Bandiera|Brasile}} [[Luís Vinício]] 155
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Filippo Inzaghi]]''' 155
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Reguzzoni]] 155
 
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività in Serie A.
 
La coppia gol più prolifica di sempre è stata quella composta da Nordahl e Liedholm (Milan, 1949-1956), con 273 gol (210 il primo e 63 il secondo).
 
==== Imbattibilità del portiere ====
# {{Bandiera|Italia}} [[Sebastiano Rossi]], [[Serie A 1993-1994|1993-94]] ([[Associazione Calcio Milan|Milan]]): 929 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]], [[Serie A 1972-1973|1972-73]] ([[Juventus Football Club|Juventus]]): 903 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Mario Da Pozzo]], [[1963]]-[[1964|64]] ([[Genoa Cricket and Football Club|Genoa]]): 791 minuti
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Ivan Pelizzoli]]''', [[Serie A 2003-2004|2003-04]] ([[Associazione Sportiva Roma|Roma]]): 773 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Davide Pinato]], [[1996]]-[[1997|97]] ([[Atalanta Bergamasca Calcio|Atalanta]]): 757 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Luca Marchegiani]], [[1997]]-[[1998|98]] ([[Società Sportiva Lazio|Lazio]]): 744 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Adriano Reginato]], [[1966]]-[[1967|67]] ([[Cagliari Calcio|Cagliari]]): 712 minuti
# {{Bandiera|Slovenia}} '''[[Samir Handanovič]]''', [[2010]]-[[2011|11]] ([[Udinese Calcio|Udinese]]) 704 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Fabio Cudicini]], [[1971]]-[[1972|72]] ([[Associazione Calcio Milan|Milan]]): 687 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Ivano Bordon]], [[1979]]-[[1980|80]] ([[Internazionale Football Club Milano|Inter]]): 686 minuti
# {{Bandiera|Italia}} [[Lido Vieri]], [[1970]]-[[1971|71]] ([[Internazionale Football Club Milano|Inter]]): 685 minuti
 
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività in Serie A.
 
==== Classifica presenze in A ====
{{Vedi anche|Classifica di presenze in Serie A}}
[[File:PaoloMaldini.jpg|thumb|[[Paolo Maldini]], detentore del record di presenze in Serie A]]
Primi 20 giocatori per numero di presenze assolute in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Paolo Maldini]] 647 <!--ultima 31/05/09-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Gianluca Pagliuca]] 592
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]] 570
# {{Bandiera|Argentina}} '''[[Javier Zanetti]]''' 568 <!--ultima 23/4/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Pietro Vierchowod]] 562
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Mancini]] 541
# {{Bandiera|Italia}} [[Silvio Piola]] 537
# {{Bandiera|Italia}} [[Enrico Albertosi]] 532
# {{Bandiera|Italia}} [[Gianni Rivera]] 527
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Bergomi]] 519
# {{Bandiera|Italia}} [[Ciro Ferrara]] 500
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Francesco Totti]]''' 497 <!--ultima 25/4/12-->
# {{Bandiera|Italia}} [[Giovanni Galli]] 496
# {{Bandiera|Italia}} [[Tarcisio Burgnich]] 494
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Favalli]] 486
# {{Bandiera|Italia}} [[Giancarlo De Sisti]] 478
# {{Bandiera|Italia}} [[Angelo Peruzzi]] 478
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Alessandro Del Piero]]''' 476
# {{Bandiera|Italia}} [[Giacinto Facchetti]] 475
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Baresi]] 470
In '''grassetto''' i giocatori ancora in attività
 
==== Giocatori pluriscudettati ====
{{Vedi anche|Lista dei calciatori plurivincitori del campionato italiano}}
Primi 22 giocatori per numero di scudetti vinti in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Giovanni Ferrari]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Furino]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Virginio Rosetta]] 8
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Bettega]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Alessandro Costacurta]] 7
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Alessandro Del Piero]]''' 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Ciro Ferrara]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Paolo Maldini]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Gaetano Scirea]] 7
# {{Bandiera|Italia}} [[Guido Ara]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Baresi]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Antonio Cabrini]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Franco Causio]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Antonello Cuccureddu]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Roberto Donadoni]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Pietro Ferraris II]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Claudio Gentile]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Guglielmo Gabetto]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Edoardo Pasteur]] 6
# {{Bandiera|Inghilterra}} [[James Spensley]] 6
# {{Bandiera|Italia}} [[Dino Zoff]] 6
 
=== Allenatori ===
==== Classifica presenze in A ====
{{Vedi anche|Classifica di presenze degli allenatori in Serie A}}
Primi 10 allenatori per numero di presenze assolute in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Mazzone]] 795
# {{Bandiera|Italia}} [[Nereo Rocco]] 787
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Giovanni Trapattoni]]''' 689
# {{Bandiera|Svezia}} [[Nils Liedholm]] 647
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Viani]] 639
# {{Bandiera|Italia}} [[Fulvio Bernardini]] 561
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Ferrero]] 505
# {{Bandiera|Italia}} [[Luigi Radice]] 503
# {{Bandiera|Italia}} [[Eugenio Bersellini]] 490
# {{Bandiera|Italia}} [[Giuseppe Bigogno]] 478
 
==== Allenatori pluriscudettati ====
{{Vedi anche|Allenatori vincitori del campionato italiano di calcio}}
[[File:Giovanni Trapattoni.jpg|thumb|120 px|[[Giovanni Trapattoni]], 7 scudetti conquistati]]
Allenatori che hanno vinto più di due scudetti in Serie A:
 
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Fabio Capello]]''' 7
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Giovanni Trapattoni]]''' 7
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Marcello Lippi]]''' 5
# {{Bandiera|Italia}} [[Carlo Carcano]] 4
# {{Bandiera|Austria}} [[Hermann Felsner]] 4
# {{Bandiera|Inghilterra}} [[William Garbutt]] 3
# {{Bandiera|Argentina}} [[Helenio Herrera]] 3
# {{Bandiera|Italia}} '''[[Roberto Mancini]]''' 2
# {{Bandiera|Ungheria}} [[Arpad Veisz]] 3
 
== Diritti tv ==
{{vedi anche|Diritti calcistici televisivi in Italia}}
A partire dalla [[Serie A 1993-1994|stagione 1993-1994]] le partite di Serie A vengono trasmesse sulla ''pay-tv''; fino al 1999 venivano trasmesse solo su [[Telepiù|Tele+]], tra il 1999 e il 2003 su [[Telepiù|Tele+]] e su [[Stream]], dal 2003 su [[Sky Italia]] (per [[Serie A 2003-2004|metà stagione 2003-2004]] alcune partite di Serie A venivano trasmesse sulla piattaforma satellitare [[Gioco Calcio]], fallita nell'estate 2004).
 
Dal [[gennaio]] [[2005]] sono trasmesse anche sul digitale terrestre ([[Mediaset Premium]] e [[La7 Cartapiù]], quest'ultima chiusa e sostituita nel [[2009]] da [[dahlia TV]] anch'essa poi fallita nel 2011).
 
== Orari di gioco ==
 
In linea generale le partite di calcio di serie A vengono giocate la domenica a partire dalle ore 15.00 per terminare completamente alle ore 17.00. I posticipi della domenica sera vennero introdotti nel campionato [[Serie A 1993-1994|1993-94]], quando la Lega Calcio approvò la nuova modifica e vengono giocati alle ore 20.45 (fino al campionato [[Serie A 2008-2009|2008-09]] alle 20.30); gli anticipi del sabato invece vengono introdotti nel campionato [[Serie A 1999-2000|1999-00]] e possono essere giocati alle 18.00 e alle 20.45. Questi ultimi sono stati introdotti per venire incontro alle squadre che dovevano affrontare una gara durante la settimana, in modo tale che i giocatori e tutto lo staff tecnico si potessero preparare al meglio. Negli ultimi anni, come linea generale, nei posticipi della domenica si fa giocare la partita più importante della giornata. Negli anticipi del sabato si preferisce far giocare alle 18.00 la partita che vede la squadra con un impegno infrasettimanale in trasferta, per far sì che i giocatori si riposino nel modo migliore.
 
Bisogna ovviamente ricordare che non essendo regole ben precise ma soltanto delle "linee guida" o disposizioni gli orari sono molto fessibili a modifica: non è detto infatti che ci siano sempre degli anticipi e dei posticipi e in casi molto rari (per esempio per motivi di ordine pubblico) è possibile anche cambiare l'orario.
 
Dal 2003 l'[[UEFA]] ha autorizzato alle rispettive federazioni la possibilità di spostare l'orario di una partita in funzione del clima: per esempio in serie A le prime partite di campionato giocate ad agosto possono essere posticipate alle ore 19.00 o anche 20.45 anziché alle 15.00 per l'eccessivo caldo. Anche nei mesi invernali è possibile, sebbene più raro, far giocare delle partite alle 18.00 o più raramente alle 17.00 anziché alle 20.45 per evitare l'eccessivo freddo.
 
Dal 2006 anche il campionato italiano ha introdotto le partite infrasettimanali (in alcuni campionati già da diverso tempo erano previsti) per far sì che gli impegni di campionato non andassero a interferire con gli impegni europei o con la coppa Italia. Le partite vengono giocate il mercoledì alle 20.45 e, seppur raramente, una partita viene fatta giocare il giovedì sempre alle 20.45.
 
Da notare che nel 2000 nel campionato italiano si provò per la prima volta in serie A ed esclusivamente come sperimentazione a far anticipare una partita alle 13.00 (Parma-Juventus) in occasione del turno dell'[[Epifania]]. L'esperimento fu ripetuto episodicamente negli anni successivi con orari leggermente diversi (12.00 o 12.30) fino all'approvazione definitiva che è partita dalla stagione 2010-2011, con l'introduzione della gara delle ore 12.30.
== Partite con più gol ==
Dall'inizio della serie A a girone unico nel [[1929]] la partita con più gol è stata [[Milan]]-[[Atalanta]] del [[serie A 1972-1973|campionato 1972-1973]] finita 9-3 (12 gol) con i tre gol di [[Pierino Prati|Prati]] (M), due di [[Alberto Bigon|Bigon]] (M), due di [[Gianni Rivera|Rivera]] (M), [[Romeo Benetti|Benetti]] (M), [[Luciano Chiarugi|Chiarugi]] (M), [[Bruno Divina|Divina]] (A), [[Gian Piero Ghio|Ghio]] (A) e [[Alberto Carelli|Carelli]] (A).<ref>[http://www.storiedicalcio.altervista.org/milan_atalanta_9-3.html Milan Atalanta 9-3: LA GRANDE ABBUFFATA]</ref>
 
Due sono le partite con undici gol:<ref name="RecordGoal">{{cita web|url=http://www.sport10.it/qual-e-stata-la-partita-con-piu-gol-in-serie-a-31568.html|titolo=Qual è stata la partita con più gol in Serie A?|editore=Sport 10|accesso=19 gennaio 2012|data=22 dicembre 2011}}</ref>
*[[Serie A 1937-1938|1937-1938]] - 15ª giornata andata - [[9 gennaio]] [[1938]]: {{Calcio Ambrosiana-Inter}}-{{Calcio Bari}} 9-2
*[[Serie A 1949-1950|1949-1950]] - 10ª giornata andata - [[6 novembre]] [[1949]]: {{Calcio Inter}}-{{Calcio Milan}} 6-5
Prima dell'inizio della serie A a girone unico nel [[1929]] ci sono state altre tre partite con undici gol tutte e tre giocate nella [[Divisione Nazionale 1928-1929]]:<ref name="RecordGoal"/>
*2ª giornata andata - [[7 ottobre]] [[1928]] - {{Calcio Juventus}}-{{Calcio Fiorentina}} 11-0
*4ª giornata andata - [[28 ottobre]] [[1928]] - {{Calcio Genova 1893}}-{{Calcio Verona}} 11-0
*6ª giornata andata - [[4 novembre]] [[1928]] - {{Calcio Juventus}}-{{Calcio Fiumana}} 11-0
La partita con più gol in assoluto, compresi i campionati non a girone unico è stata [[Football Club Internazionale Milano|Inter]]-[[Vicenza Calcio|Vicenza]] della [[Prima Categoria 1914-1915]], giocata a [[Milano]] il [[10 gennaio]] [[1915]], durante la prima giornata d'andata del Girone D delle Semifinali Nazionali, e conclusa 16-0.
 
== Note ==
{{references|2}}
 
== Bibliografia ==
* ''Almanacco del calcio'', pubblicato dalla [[Panini (azienda)|Panini]]
* Carlo Chiesa, ''La grande storia del calcio italiano'', pubblicato a puntate sul Guerin Sportivo
 
== Voci correlate ==
* [[Albo d'oro del campionato italiano di calcio]]
* [[Evoluzione del campionato italiano di calcio]]
* [[Cannonieri del campionato italiano di calcio]]
* [[Classifica perpetua della Serie A]]
* [[Classifica perpetua del campionato italiano di calcio dal 1898 al 1929]]
* [[Serie B]]
* [[Lega Nazionale Professionisti Serie A]]
* [[Coppa Italia]]
* [[Statistiche della Serie A di calcio italiana]]
 
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