Paternò e James Cecil, I marchese di Salisbury: differenze tra le pagine

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{{Aristocratico
{{nota disambigua}}
|prefisso onorifico = ''[[The Most Honourable]]''
{{C|La voce, contiene sezioni descritte con linguaggio non enciclopedico, e numerose informazioni non previste da [[Wikipedia:Modello di voce/Centro abitato]].|Sicilia|marzo 2015}}
|nome = James Cecil, I marchese di Salisbury
{{Divisione amministrativa
|immagine = 1stMarquessOfSalisbury.jpg
|Nome = Paternò
|legenda = James Cecil, I marchese di Salisbury, in un'incisione di fine Settecento
|Panorama = Panorama Paternò 2.JPG
|stemma = Marquess of Exeter COA.svg
|Didascalia =
|titolo = [[Marchese di Salisbury]]
|Bandiera = Paternò-Gonfalone.png
|inizio reggenza = [[1789]]
|Voce bandiera =
|fine reggenza = [[1823]]
|Stemma = Paternò-Stemma.png
|investitura = [[1789]] da [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III di Gran Bretagna]]
|Voce stemma = Stemma di Paternò
|predecessore = ''Se stesso come [[Conte di Salisbury]]''
|Stato = ITA
|successore = [[James Gascoyne-Cecil, II marchese di Salisbury]]
|Grado amministrativo = 3
|titolo1 = [[Conte di Salisbury]]
|Divisione amm grado 1 = Sicilia
|inizio reggenza1 = [[1780]]
|Divisione amm grado 2 = Catania
|fine reggenza1 = [[1789]]
|Amministratore locale = Nino Naso ([[Liste Civiche]])
|predecessore = [[James Cecil, VI conte di Salisbury]]
|Data elezione = 11-6-2017
|successore1 = ''Se stesso come [[Marchese di Salisbury]]''
|Data istituzione =
|nome completo =
|Abitanti = 47728
|altrititoli = [[Visconte]] [[Cranborne]]<br />[[Barone]] [[Cecil (famiglia)|Cecil]]
|Note abitanti = [http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html] - Popolazione residente al 31 agosto 2018.
|data di nascita = 4 settembre [[1748]]
|Aggiornamento abitanti = 31-08-2018
|Sottodivisioniluogo di nascita = [[SferroLondra]]
|data di morte = 13 giugno [[1823]]
|Divisioni confinanti = [[Belpasso]], [[Biancavilla]], [[Catenanuova]] (EN), [[Centuripe]] (EN), [[Ragalna]], [[Ramacca]], [[Santa Maria di Licodia]]
|luogo di morte = [[Londra]]
|Zona sismica = 2
|Gradi giornosepoltura =
|dinastia = [[Cecil (famiglia)|Cecil]]
|Nome abitanti = paternesi, patornesi, ''paturnisi'' in [[lingua siciliana|siciliano]].
|padre = [[James Cecil, VI conte di Salisbury]]
|Patrono = [[santa Barbara]] - [[San Vincenzo di Saragozza|san Vincenzo martire]] (compatrono)
|madre = [[Elizabeth Keet]]
|Festivo = 4 dicembre (Santa Barbara)- 22 Gennaio (San Vincenzo)
|consorte = [[Maria Amelia Cecil, I Marchesa di Salisbury|Maria Amelia Hill]]
|PIL =
|PIL procapiteconsortedi =
|coniuge 1 =
|Mappa = Map of comune of Paternò (province of Catania, region Sicily, Italy).svg
|coniuge 2 =
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Paternò nella città metropolitana di Catania.
|Diffusivitàconiuge 3 =
|coniuge 4 =
|coniuge 5 =
|figli = Georgiana Charlotte Augusta<br />[[Emily Anne Cecil|Emily Anne Bennet Elizabeth]]<br />Caroline<br />[[James Gascoyne-Cecil, II marchese di Salisbury|James Brownlow William]]
|religione = [[anglicanesimo]]
|motto reale =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = James
|Cognome = Cecil
|PostCognomeVirgola = '''I marchese di Salisbury'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Londra
|GiornoMeseNascita = 4 settembre
|AnnoNascita = 1748
|LuogoMorte = Londra
|GiornoMeseMorte = 13 giugno
|AnnoMorte = 1823
|Attività = nobile
|Attività2 = politico
|Nazionalità = britannico
|Categorie = no
}}
'''Paternò''' (<small>[[Alfabeto fonetico internazionale|AFI]]</small>: {{IPA|/paterˈnɔ/}}<ref>{{dipi|Paternò}}</ref>, ''Patirnò'' in [[Lingua siciliana|siciliano]]) è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{formatnum:47728}} abitanti, della [[città metropolitana di Catania]], in [[Sicilia]].
 
==Biografia==
Dista 18,4&nbsp;km dal [[Catania|capoluogo]]<ref name="distanze">{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/087/033/limitrofi.html|titolo=Distanze in km di Paternò con gli altri comuni dal sito Comuni-italiani.it|accesso=28 febbraio 2012}}</ref> e 183,7&nbsp;km dal [[Palermo|capoluogo di regione]]<ref name="distanze" />.
[[File:Shield of arms of James Cecil, 1st Marquess of Salisbury, KG, PC.png|thumb|upright=1.2|Stemma di James Cecil, I marchese of Salisbury,
''Fasciato di 10 pezzi (argento e azzurro), sul tutto partito di sei stemmi tre, due e uno, ciascuno incaricato di un leone rampante sormontati dalla crescente rossa montante.]]
James Cecil era figlio di [[James Cecil, VI conte di Salisbury]] e di sua moglie, Elizabeth Keat, figlia di Edward Keat.<ref name="thepeerage.com">[http://www.thepeerage.com/p1634.htm thepeerage.com James Cecil, 1st Marquess of Salisbury]</ref>
 
Già dal [[1774]], dopo gli studi, venne eletto nel parlamento inglese quale rappresentante per [[Great Bedwyn]], incarico che mantenne sino al [[1780]], rappresentando anche per un breve periodo le circoscrizioni di [[Launceston (Cornovaglia)|Launceston]] e di [[Plympton Erle]], sempre nel [[1780]].
== Geografia fisica ==
=== Territorio ===
Paternò è un [[centro urbano]] di medie dimensioni situato nell'entroterra etneo<ref>D. Colafranceschi, ''Un Mediterraneo. Progetti per paesaggi critici'', Alinea Editrice, 2007, p. 50.</ref> e fa parte dell'omonima area etnea. Il territorio comunale confina nella parte occidentale con [[Centuripe]], in [[provincia di Enna]], e Biancavilla e nella parte meridionale con i comuni di [[Castel di Judica]] e [[Ramacca]], appartenenti al distretto del [[Calatino]]. A nord confina con le ex frazioni paternesi di [[Ragalna]] e [[Santa Maria di Licodia]], ad est confina con [[Belpasso]].
 
Alla morte del padre nel [[1780]], James gli succedette nei titoli di famiglia e si propose di rivalutare la casata dopo la misoginìa e la dissolutezza nella quale il padre era vissuto per gran parte della propria vita. Egli prestò servizio al governo sotto [[Frederick North, lord North|lord North]] come [[Treasurer of the Household]] dal [[1780]] al [[1782]] e sotto [[William Pitt il Giovane]] e poi sotto [[Henry Addington, I visconte Sidmouth|Henry Addington]] in qualità di [[Lord Ciambellano]] tra il [[1783]] ed il [[1804]]. Egli venne dunque ammesso nel [[Privy Council]] di re [[Giorgio III del Regno Unito|Giorgio III]] nel [[1780]]<ref>{{London Gazette |issue=12122 |date=26 September 1780 |startpage=1 }}</ref> e venne creato '''marchese di Salisbury''', nella contea di Wiltshire, nel [[1789]].<ref>{{London Gazette |issue=13123 |date=15 August 1789 |startpage=550 }}</ref>
Il territorio è situato alle pendici sudoccidentali dell'[[Etna]], ha un'[[altitudine]] media di 290 [[Livello del mare|m s.l.m.]], una [[superficie]] complessiva di 144,04 [[chilometro quadro|km²]]<ref name="dati comune">{{cita web | 1 = http://www.provincia.ct.it/il_territorio/i_comuni/tutti_gli_altri_comuni/Il_Comune_di_Patern%C3%B2.aspx | 2 = Scheda del Comune di Paternò dal sito della Provincia Regionale di Catania | 3 = 05-03-2012 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120310025043/http://www.provincia.ct.it/il_territorio/i_comuni/tutti_gli_altri_comuni/Il_Comune_di_Patern%C3%B2.aspx | dataarchivio = 10 marzo 2012 | urlmorto = sì }}</ref> ed una [[popolazione]] che sfiora i 50&nbsp;000 abitanti.
[[Image:Polonius' (King George III; Charlotte Sophia of Mecklenburg-Strelitz; James Cecil, 1st Marquess of Salisbury) by James Gillray.jpg|thumb|Lord Salisbury (nella parte anteriore) con [[Giorgio III]] e [[Carlotta di Meclemburgo-Strelitz]].]]
A questo punto della sua carriera prestò servizio come [[United Kingdom Postmaster General|Joint Postmaster General]] sotto il governo di [[Robert Jenkinson, II conte di Liverpool]] dal [[1816]] al [[1823]]. Durante questo periodo fu anche [[Lord Luogotenente dell'Hertfordshire]] tra il [[1771]] ed il [[1823]] e dal [[1793]] venne anche ammesso nell'[[Ordine della Giarrettiera]].
 
Lord Salisbury morì nel giugno del [[1823]], all'età di 74 anni, e venne succeduto dal suo unico figlio, James.<ref name="thepeerage.com"/>
Il [[centro storico di Paternò]] si presenta delimitato da nuovi quartieri, tra cui quello "satellite" di ampie dimensioni dell’''Ardizzone''; il colle, che gli abitanti chiamano "[[Collina storica]]", essendo la parte in cui vi sono concentrati i più importanti [[monumenti]] della città, nonché il suo nucleo originale e antico, fa anch'esso parte del centro storico.
 
==Matrimonio e figli==
A seguito dell'ordinanza emessa dalla [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] entrata in vigore il 20 marzo [[2003]], e deliberata dalla [[Giunta regionale]] siciliana il 19 dicembre, la [[classificazione sismica]] attribuita al territorio del Comune di Paternò è quella di ''Zona 2'' (sismicità media)<ref>{{cita web|http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/031219_delibera_regione_sicilia.pdf|Classificazione sismica dei comuni della Regione Siciliana|05-03-2012}}</ref>.
Lord Salisbury sposò [[Emily Cecil, marchesa di Salisbury|Lady Emily Mary]] (16 agosto 1750-27 novembre 1835), figlia di [[Wills Hill, I Marchese di Downshire]], il 2 dicembre 1773. Donna influente nella società dell'epoca e grande sportiva, seppe dare alla casata dei Cecil quattro figli:
 
* Lady Georgiana Charlotte Augusta (20 marzo 1786-18 gennaio 1860), sposò [[Henry Wellesley, I barone Cowley]], ebbero una figlia;
=== [[Orografia]] ===
* [[Emily Anne Cecil|Lady Emily Anne]] (14 luglio 1789-21 gennaio 1858), sposò [[George Nugent, I marchese di Westmeath]], ebbero una figlia;
Dal punto di vista [[Geomorfologia|geomorfologico]], il territorio comunale di Paternò è suddiviso in due aree ben definite, con i terreni di origine [[lava|lavica]] nelle contrade verso le pendici dell'Etna e i terreni di origine [[alluvione|alluvionale]] lungo la Valle del Simeto e la [[Piana di Catania]]<ref name="orografia">{{cita web | 1 = http://www.isprambiente.gov.it/MEDIA/carg/note_illustrative/633_Paterno.pdf | 2 = Note illustrative della Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000 a cura dell'ISPRA - Foglio 633 "Paternò | 3 = 05-03-2012 | urlmorto = sì }}</ref>.
* Caroline, morta infante.
* [[James Gascoyne-Cecil, II marchese di Salisbury|James Gascoyne-Cecil]] (17 aprile 1791-12 aprile 1868).
 
== Onorificenze ==
La città, invece, è racchiusa in una conca delimitata dall'antico [[vulcano]] preistorico che fu il luogo dove sorse il primo nucleo abitato. Ubicate nella parte nordoccidentale del territorio comunale, le [[Salinelle]], importante sito di interesse naturalistico.
 
=== Idrografia ===
Una buona parte de territorio paternese ricade nel bacino idrografico del fiume [[Simeto]]. Il territorio, inoltre è caratterizzato dalla presenza di numerose [[sorgente (idrologia)|sorgenti idriche]], in quanto si incontrano gli strati lavici permeabili con quelli argillosi impermeabili, facendo fuoriuscire le acque provenienti dal bacino idrografico dell'Etna. Le sorgenti più importanti sono Monafria, Maimonide e Currone<ref>[http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/itinerari/Sorgenti.aspx Sorgenti Monafria, Maimonide e Currone dal vecchio sito del comune di Paternò] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120428184832/http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/itinerari/Sorgenti.aspx |data=28 aprile 2012 }}</ref>.
 
=== Flora e fauna ===
Il territorio di Paternò presenta una scarsa presenza di boschi, ma ciò è dovuto principalmente al fatto che, grazie alla [[fertilità (agricoltura)|fertilità]] dei terreni, utilizzati per le coltivazioni, soprattutto quelle agrumarie<ref name="superficie">{{cita web | 1 = http://www.provincia.ct.it/produzioni/statistica/Riepilo%20censimenti%20modxsito.xls | 2 = Riepilogo dati dei cinque censimenti generali dell'agricoltura dal sito della Provincia Regionale di Catania | 3 = 05-03-2012 | urlmorto = sì }}</ref>, si è dedicato molto spazio all'attività agricola.
 
=== Clima ===
Il clima è mediterraneo, tuttavia la posizione geografica tra la piana di Catania e l'Etna nell'immediato entroterra rispetto alla costa ionica catanese ne risalta alcune caratteristiche continentali: [[Clima mediterraneo|mite]] di tipo subcontinentale nel periodo invernale<ref>[http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/informazionisullacitta.htm Informazioni sul clima dal sito Francocrisafi.it]</ref> e torrido e afoso in quello estivo. Le nevicate sono molto rare, anche se è avvenuto qualche episodio nel corso degli anni durante forti ondate di freddo<ref>{{Cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/novita/paterno_sotto_la_neve_il_6_marzo.htm|titolo=Paternò sotto la neve il 6 marzo 1993|sito=www.francocrisafi.it|accesso=5 gennaio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.95047.it/la-magia-della-neve-a-paterno-le-foto-dei-nostri-lettori-fotogallery/|titolo=LA MAGIA DELLA NEVE A PATERNO’, LE FOTO DEI NOSTRI LETTORI – FOTOGALLERY|sito=95047.it|data=5 gennaio 2019|accesso=5 gennaio 2019}}</ref>.
 
È classificata quale [[zona climatica]] di tipo C<ref>[http://www.confedilizia.it/clima-SICILIA.htm Dati climatici dal sito Confedilizia.it] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20021021105019/http://www.confedilizia.it/clima-SICILIA.htm |data=21 ottobre 2002 }}</ref>.
 
== Origini del nome ==
Sull'origine del [[toponimo]] «Paternò» nel corso dei secoli, vari studiosi hanno formulato diverse ipotesi su quale possa essere l'origine o il significato del nome della città etnea.
 
Tra le ipotesi, sono degne di segnalazione quelle dello storico [[Gaetano Savasta]] (in ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905), e del linguista [[Giovanni Alessio]], che nei loro studi si sono orientati verso l'ipotesi di un'origine [[bizantina]] del nome. L'Alessio sostiene che il nome di Paternò sia legato a quello del vicino centro di [[Adernò]], anch'esso di origine bizantina, e l'[[etimologia]] deriverebbe dall'espressione in lingua greca ''ep-Adernòn'', che significa «verso Adernò»<ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Storia di Paternò'', 1973|p. 12}}.</ref>. Ma questa ipotesi, oltre ad essere semplicistica, non è suffragata da alcuna fonte storica. Il Savasta, invece, ha formulato l'ipotesi che il toponimo abbia origine [[lingua latina|latina]] e che derivi da ''Paetram Aitnaion'', il cui significato sarebbe «Rocca degli Etnei» (riferendosi all'antico toponimo di [[Aitna]]). Ipotesi quest'ultima simile a quella formulata nel [[XVI secolo]] dallo storico [[Leandro Alberti]], per il quale il toponimo comparve sotto i Romani.
 
Mimmo Chisari nell'opuscolo sulla città afferma che forse il borgo fu chiamato Batarnù da un’etimologia latino-bizantina dove ''paternum praedium'' cioè “proprietà terriera ereditata dal padre” veniva pronunciato Paternón, per passare poi nella forma ufficiale dei testi antichi Paternio e quindi arrivare all’attuale Paternò.
 
Il geografo arabo [[Al-Muqaddasi]], nella sua descrizione della Sicilia (scritta intorno all'anno 988) denomina la città come ''Batarnù'' e afferma che il toponimo era preesistente alla dominazione araba.
 
In seguito alla conquista normanna (1061) il sito verrà quindi denominato ''Paternionis''.
 
== Storia ==
 
{{vedi anche|Storia di Paternò}}
=== Età antica ===
{{vedi anche|Inessa|Hybla Gereatis}}
La frequentazione umana del territorio è attestata a partire dal [[Neolitico]], mentre tracce di insediamenti risalirebbero all'[[età del rame]] e del [[Età del bronzo|bronzo]]<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 15}}.</ref>. La fondazione dell'odierna città di Paternò viene fatta risalire all'epoca anteriore a quella greca, su un sito di origine vulcanica, che fu probabilmente abitato fin dall'[[Cultura di Thapsos|età di Thapsos]]<ref>C. Ampolo, ''Italia: omnium terrarum parens: la civiltà degli Enotri, Choni, Ausoni, Sanniti, Lucani, Brettii, Sicani, Siculi, Elimi'', Scheiwiller, 1989, p. 15</ref>.
 
In origine dovette trattarsi di un villaggio dei [[Sicani]], i quali sarebbero stati successivamente cacciati dai [[Siculi]], che vi si insediarono intorno al [[IV millennio a.C.]], sfruttarono il tipo di superficie per cavare dalle rocce i blocchi di lava ed estrarre gli utensili da lavoro e le macine, e vi costruirono edifici sulla parte sommitale del [[colle di Paternò|colle vulcanico]]<ref name="orografia"/>.
 
Questo nuovo centro abitato assunse il nome di ''Hybla'' (Ὕβλα), che per distinguerla dalle altre città con lo stesso nome, fu chiamata ''[[Hybla Gereatis]]'' (o ''Hybla Major''). Nella stessa epoca e nella stessa area, sorse probabilmente il villaggio di ''[[Inessa]]'' (Ἴνησσα). A fare menzione di queste due località, fu lo storico greco [[Tucidide]], il quale affermò persino che i due villaggi fossero di origine sicula e li collocò nella medesima zona<ref>L. Moscati Castelnuovo, ''Identità e prassi storica nel Mediterraneo greco'', Et, 2002, p. 117</ref>.
 
L'odierno abitato di Paternò fu in passato identificato con una di queste due antiche città sicane: secondo il prevosto e storico locale [[Gaetano Savasta]]<ref>G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', Galati, 1905, cap. 3</ref> sarebbe stato identificabile con ''Inessa'', mentre l'archeologo [[Paolo Orsi]] ipotizzò che si trattasse di ''Hybla'', seguendo in questo alcuni studiosi seicenteschi, [[Filippo Cluverio]] ([[1619]]), [[Giovan Battista Nicolosi]] ([[1670]])<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|pp. 16-17}}.</ref>, e che ''Inessa'' corrisponda all'odierno centro di [[Santa Maria di Licodia]]<ref>AA.VV., ''Bollettino d'arte'' vol.39, Istituto Poligrafico dello Stato, 1954, pp. 73-75</ref>. Le fonti sono frammentarie e mancano campagne di scavo sistematiche che consentano di risolvere la questione.
 
Eppure un altro storico locale, il religioso Frà Placido Bellia, nel suo manoscritto dal titolo ''Storia di Paternò'', che terminò nel [[1808]], vi attestò che nel suo [[convento]] furono rinvenute in uno scavo di ghiaia l'[[altare|ara]] di cui sopra inciso "Veneri Hyblensi" e una lapide con scritta "Paternò Hybla Major", documenti conservati al [[Museo Biscari]] di Catania<ref>{{cita|Cfr. C. Ciccia, ''Il mito d'Ibla nella letteratura e nell'arte'', 1998|p. 44}}.</ref>.
 
Le due città sicule caddero in mano greca attorno al [[460 a.C.]], quando furono assaltate dai [[Siracusani]] guidati dal tiranno [[Gerone I]]. Ad ''Inessa'' si rifugiarono numerosi profughi provenienti da ''[[Katane]]'', e fu successivamente denominata ''[[Aitna]]'' (Αἴτνα)<ref name="orografia"/>. Esse furono altresì coinvolte nelle guerre tra i Siracusani e gli [[Ateniesi]], da questi ultimi devastate, ed in seguito dai primi riconquistate nel [[403 a.C.]], quando al potere salì [[Dionisio il Vecchio]]: ad ''Aitna'' Dionisio inviò nel [[396 a.C.]], truppe di [[mercenari]] [[campani]] al suo soldo, i quali compirono numerose stragi di popolazione, per aver questi favorito gli Ateniesi nel [[415 a.C.]]<ref>F. Corcia, ''Storia delle due Sicilie dall'antichità più remota al 1789'' vol. 4, Tipografia Virgilio, 1789, pp. 116-118 e pp. 151-153</ref>.
 
''Aitna'' e ''Hybla'', assieme alle altre città della [[Sicilia orientale]], furono successivamente liberate nel [[339 a.C.]] dai [[Corinzi]] guidati dal generale [[Timoleonte]], che eliminarono i campani. Tracce dell'[[epoca greca]] a Paternò sono testimoniate da dei manufatti rinvenuti sulla rupe basaltica nel [[1909]], detti gli "[[argenti di Paternò]]", che oggi si trovano al [[Pergamonmuseum]] di [[Berlino]]<ref>Brochure della mostra "Gli argenti di Paternò dal Pergamonmuseum di Berlino", Paternò, 2006</ref>.
 
I due centri caddero in mano ai [[Civiltà romana|Romani]] intorno al [[243 a.C.]], e fu l'inizio di una dominazione caratterizzata dallo sfruttamento delle loro risorse, dalla [[schiavitù|schiavizzazione]] degli abitanti e dalla fiscalità oppressiva: ''Aitna'' e ''Hybla'', infatti, furono inserite nell'elenco delle città decumane della Sicilia<ref>I. Scaturro, ''Storia di Sicilia, l'età antica'' vol. 2, Raggio, 1951, pp. 90-91</ref>. All'[[epoca romana]] risalgono resti di strutture quali l'[[Acquedotto romano di Catania|acquedotto]]<ref>XXIII distretto scolastico di Paternò, assessorato regionale ai beni culturali e della pubblica istruzione, soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Catania, ''Acquedotto romano - Tratto ricadente nel territorio di Paternò'', 1997.</ref> e il [[Ponte di Pietralunga]].
 
=== Età medievale ===
==== Dai bizantini all'Islam ====
Con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]], si persero le tracce delle due antiche città di ''Aitna'' e ''Hybla'': secondo il geografo [[Strabone]] i due villaggi siculi scomparvero attorno al [[II secolo a.C.]]<ref>AA.VV., ''Nuova antologia'' vol. 468, Direzione della Nuova Antologia, 1956 p. 333</ref>.
 
Tra il [[IV secolo d.C.|IV]] e il [[V secolo d.C.]], la Sicilia passò sotto il dominio [[bizantini|bizantino]], e, secondo alcuni studiosi (Savasta ed altri), fu in quel periodo che nacque il nuovo toponimo di ''Paternò'', anche se, in effetti, quello bizantino fu un periodo di declino politico ed economico che causò lo spopolamento del territorio, anche a causa delle continue scorrerie e attacchi di [[Barbari|popolazioni barbariche]] e di [[saraceni]].
 
Dell'[[Storia della Sicilia bizantina|epoca bizantina]] si hanno scarse notizie nelle fonti storiche, gran parte delle quali riportano scarne informazioni in merito all'intenso processo di [[cristianizzazione]] che portò alla diffusione dello stile di vita [[Monachesimo|monastico]] e alla costruzione di [[eremo|eremi]], tra i quali, quello importantissimo di [[Monastero di San Vito (Belpasso)|San Vito]] (dal [[VI secolo]]).
 
Occupata dagli [[Saraceni]] verso il [[901]], il borgo fu chiamato ''Batarnù''<ref>M. Amari, ''Biblioteca arabo-sicula'' vol. 1, Loescher, 1880, p. 109</ref> e amministrativamente fu integrata nel [[Val Demone]]. Grazie alla fertilità dei luoghi si assistette ad una costante ripresa delle attività agricole e pastorizie in tutto il territorio. Secondo lo storico Francesco Giordano, risalirebbe all'epoca del dominio arabo (IX-XI sec.) - o forse ad età più antica - la realizzazione del tunnel che si snoda sotto la Collina storica della città; si tratterebbe di un Qanàt, ovvero un canale idrico per il trasporto e l'approvvigionamento idrico nell'antica Paternò (Batarnù).
 
==== La dominazione normanna ====
{{vedi anche|Contea di Paternò}}
[[File:Roger I of Sicily.jpg|thumb|Ruggero d'Altavilla]]
Paternò fu uno dei primi centri dell'isola liberati dalla dominazione araba ad opera dei [[Normanni]], che vi giunsero nel [[1061]], ed il sito venne denominato ''Paternionis'': iniziò un periodo di grande splendore civico ed economico. Il principale artefice dell'impresa, fu il condottiero normanno [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero d'Altavilla]], che dopo aver liberato [[Messina]] e gli altri borghi del Val Demone dal dominio musulmano, giunse con le sue truppe a Paternò.
 
[[File:Coat of Arms of the House of Hauteville (according to Agostino Inveges).svg|thumb|upright=0.6|left|Lo [[Stemma degli Altavilla|stemma]] della Casa d'[[Altavilla]].]]
Poiché Paternò fu uno dei centri meno islamizzati dal punto di vista [[etnologia|etnico]], e che la maggioranza della popolazione era di etnia [[Greci|greca]], Ruggero vi fece costruire un [[castello]] nel [[1072]] come fortezza per attaccare Catania e le altre zone a maggioranza arabe<ref>AA.VV., ''Studi storici: rivista trimestrale'' vol. 32, Istituto Gramsci, 1991, p. 46</ref><ref>E. Pontieri, ''Tra i Normanni nell'Italia meridionale'', Edizioni Scientifiche Italiane, 1964, p. 431</ref>. La città divenne [[Contea di Paternò|Contea]], che l'Altavilla diede in dote al genero [[Ugo di Jersey]], ed il suo vastissimo territorio includeva diversi [[monasteri]], specialmente benedettini: veri e propri feudi che amministravano le ricche risorse agricole del contado.
 
Infatti, per la feracità dei suoi terreni e la ricchezza di fonti idriche, che rendono il suo territorio adatto alle [[Coltura intensiva|colture]], nel [[medioevo]] Paternò ricevette l'appellativo di ''Civitas Paternio Fertilissima''<ref>{{cita web|url=http://www.fraticappuccinimessina.org/public/documenti/luoghi-patern%C3%B2.pdf |titolo=Paternò - Fraticappuccinimessina.org|accesso=7 marzo 2012}}</ref>, o più semplicemente ''Civitas Fertilissima'', ovvero "città molto fertile".
 
Il doppio matrimonio del [[1089]] tra il Conte Ruggero e [[Adelaide del Vasto]] e quello del fratello di costei, [[Enrico del Vasto|Enrico]], con la figlia di primo letto del conte normanno, [[Flandina d'Altavilla|Flandina]], stabilì un'alleanza politica e militare tra gli [[Altavilla]] e gli [[Aleramici]]. A seguito di quest'ultimo evento, la contea paternese passò di ai Del Vasto, dapprima con il già citato Enrico, a cui succedette nel [[1137]] il figlio [[Simone del Vasto|Simone]], ed infine nel [[1143]] il figlio di quest'ultimo [[Manfredo del Vasto|Manfredo]], che fu l'ultimo conte aleramico di Paternò poiché non ebbe eredi legittimi<ref>V. Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol II, Morvillo, 1856, p. 331</ref>. Va inoltre segnalato che Flandinia aveva sposato in prime nozze Ugone di Circea da cui era rimasta vedova in età molto giovane e dal quale aveva avuto una figlia, Maria, che era Contessa di Paternò. Costei sposò Costantino I, Conte di Buccheri e figlio di Roberto d'Embrun, della Casa Sovrana di Barcellona e di Provenza, sceso in Sicilia al seguito del Gran Conte Ruggero. Costui, come si sa, è il capostipite della Casa siciliana dei Paternò<ref>"Enciclopedia Treccani, Voce Paternò, Vol. XXVI, pag 504</ref>, e si ritiene che la [[Casa Paternò]] di Sicilia abbia cambiato il suo cognome Barcellona in quello di Paternò, proprio perché Costantino I sposò questa importante esponente della Casa Reale Normanna di cui ne avrebbe cognomizzato il titolo.
 
==== Le dominazioni sveva, angioina ed aragonese ====
[[File:Colle di Paternò nel Medioevo.png|thumb|Suddivisione in quartieri etnici del colle di Paternò in epoca medievale: [[Lombardi di Sicilia|Lombardi]], [[Storia della Sicilia islamica|Arabi]], indigeni, [[Storia della Sicilia bizantina|Bizantini]], [[Storia della Sicilia ebraica|Ebrei]].]]
[[File:Franz Kampers - Kaiser Friedrich II - Der Wegbereiter der Renaissance - Abbildung 01.jpg|thumb|left|Federico II di Svevia]]
A seguito del matrimonio avvenuto nel [[1186]] tra la figlia del re [[Ruggero II di Sicilia]], la principessa [[Costanza d'Altavilla]] e l'imperatore [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], la contea passò sotto la dominazione [[Hohenstaufen|sveva]] nel [[1194]], quando il sovrano germanico la concedette al normanno [[Bartolomeo de Luci]]<ref>AA.VV., ''Rivista di studi bizantini e neoellenici'' vol. 37, Università di Roma, 2001, p. 177</ref>. Da quell'unione, tra Enrico VI e la normanna Costanza, nacque il futuro imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]], il quale affidò la città al controllo di [[Beatrice Lanza]].
 
Nel [[1256]] il re [[Manfredi di Sicilia]] concedette la signoria sulla città all'aleramico [[Galvano Lancia]], suo zio, al quale spettava il suo possesso per diritto materno<ref>D. Del Re, B. Fabbricatore, ''Cronisti e scrittori sincroni della dominazione normanna nel regno di Puglia e Sicilia: Svevi'', Stamperia dell'Iride, 1868, p. 161</ref>.
 
Estintasi la dinastia sveva, con la morte di Manfredi e lo sterminio per ordine di [[Carlo I d'Angiò]] nel [[1268]] di tutti i membri maschi della casa ed anche dello stesso Lancia ad essi fedele, Paternò, la cui signoria passò a [[Manfredi II Maletta]], fu occupata dagli [[Angioini]] a seguito del tradimento compiuto dal Maletto nei confronti dei reali svevi, il quale offrì la città agli invasori<ref>G. La Farina, ''Storia d'Italia narrata al popolo italiano, (568-1815).'', Poligrafica Italiana, 1851, p. 373</ref><ref>G. Agnello, ''L'architettura civile e religiosa in Sicilia nell'età sveva'', Collezione meridionale editrice, 1961, p. 90</ref>.
 
Dopo la cacciata degli Angioini dall'isola ([[1299]]), subentrarono gli [[Aragonesi]]. In epoca aragonese, nel [[1302]], Paternò fu inserita nella cosiddetta ''[[Camera Reginale]]'' che venne costituita da [[Federico III d'Aragona]] come dono di nozze alla consorte [[Eleonora d'Angiò]]<ref>S. Di Matteo, ''Storia della Sicilia: dalla preistoria ai nostri giorni'', Arbor, 2006, p. 241</ref>, poi ereditata dalle Regine che si susseguirono, sino alla sua abolizione. Lo stesso re Federico III (re di Trinacria) morì a Paternò la notte del 23 giugno 1337 nell'Ospedale della Commenda dell'Ordine di San Giovanni in Gerusalemme - sito nel '300 fuori dalla cinta muraria della città - dopo essere stato qui ricoverato, mentre ammalato di podagra da Enna si recava a Catania.
 
Nel [[1348]] la signoria di Paternò passò a [[Blasco II Alagona|Blasco Alagona]], che governò la città sostenuto dal popolo nella sua lotta contro i [[Palizzi (famiglia)|Palizzi]] e i [[Chiaramonte]]. Alla morte di Blasco, la guida del governo della città fu assunta dal figlio [[Artale I Alagona|Artale]], che dimorò nel Castello.
 
Passata al [[Regio Demanio]] nel [[1396]], il [[Martino I di Sicilia|re Martino]] l'assegnò nel [[1403]] alla sua seconda moglie, la regina [[Bianca di Navarra (1387-1441)|Bianca di Navarra]]<ref>B. Saitta, ''Città e vita cittadina nei paesi dell'area mediterranea. Secoli XI-XV'', Viella, 2006 , p. 348</ref>, che due anni più tardi codificò un sistema di norme civili denominato ''[[Consuetudini di Paternò]]''.
 
==== L'infeudamento della città ====
Il periodo di magnificenza di Paternò durò fino al [[XV secolo]]: nel [[1431]] il re [[Alfonso I d'Aragona]] vendette la città a [[Niccolò Speciale (politico)|Niccolò Speciale]], poi ritornata alcuni anni più tardi al Regio Demanio e, infine, venduta definitivamente nel [[1456]]<ref>G. A. della Lengueglia, ''Ritratti della prosapia et heroi Moncadi nella Sicilia: opera historica-encomiastica'', Sacco, 1657, p. 427</ref> a [[Guglielmo Raimondo V Moncada|Guglielmo Raimondo Moncada]].
 
=== Età moderna ===
{{vedi anche|Principato di Paternò}}
[[File:COA Príncipe de Paternò - Casa de Moncada.svg|thumb|upright=0.5|Stemma dei Moncada di Paternò]]
[[File:Francesco I Moncada.JPG|thumb|left|upright=0.5|Ritratto di Francesco I Moncada, primo principe di Paternò]]
Con i [[Moncada (famiglia)|Moncada]] la città venne [[feudalesimo|infeudata]] e, seppur inizialmente furono buoni amministratori, ne causarono un lento ma inarrestabile declino. Poco più di un secolo dopo, da semplice feudo, Paternò divenne [[Principato (diritto)|principato]] nel [[1565]] su investitura di [[Filippo II di Spagna]], che nominò primo principe di Paternò, il conte [[Francesco I Moncada]]<ref>D. Orlando, ''Il feudalismo in Sicilia, storia e dritto pubblico'', Lao, 1847, p. 91</ref>.
 
L'elevazione a rango di stato principesco, che diede quindi maggior prestigio e importanza alla città e agli stessi Moncada, favorì l'afflusso di numerose famiglie nobili e borghesi provenienti dalle altre zone della Sicilia e dalla [[Spagna]]<ref>{{cita|Cfr. G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905|pp. 345-347}}.</ref>. Di questo periodo è di notevole interesse storico un'antica mappa prospettica di Paternò: un disegno ad inchiostro del Seicento scoperto recentemente, che inquadra la Collina e la città sottostante, coi suoi monumenti principali e con scene di vita quotidiana e di giustizia.
 
In quel periodo Paternò, mutò quindi a livello urbanistico, e dopo il [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], la collina perse sempre più il suo ruolo di cuore della città in favore della parte bassa, in forte espansione demografica ed economica. Numerosi furono gli edifici religiosi eretti in città ad opera delle molte [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternite]] che vi operarono, in particolare nella "parte bassa".
 
Il dominio dei Moncada sul comune etneo si concluse nel [[1812]], anno di promulgazione della [[Costituzione siciliana del 1812|Costituzione siciliana]], che assieme ad un'uguaglianza in campo giuridico, all'abolizione della tortura e del maggiorascato, prevedeva la cessazione dei diritti feudali.
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Giuseppe Garibaldi 1861.jpg|thumb|left|upright=0.7|Giuseppe Garibaldi]]
[[File:Via Vittorio Emanuele a Paternò di fine Ottocento.png|thumb|Uno scorcio della [[via Vittorio Emanuele (Paternò)|via Vittorio Emanuele]] nella zona ''delle Palme'', alla fine del XIX secolo]]
[[File:Piazza Indipendenza a Paternò alla fine dell'Ottocento.jpg|thumb|[[Piazza Indipendenza (Paternò)|Piazza Indipendenza]] in una foto risalente alla fine dell'Ottocento]]
==== Dal Risorgimento alla seconda guerra mondiale ====
Nel corso della prima metà del [[XIX secolo]], la popolazione paternese partecipò attivamente ai moti del [[1820]], [[1837]] e del [[1848]], scoppiati nella [[Storia della Sicilia borbonica|Sicilia borbonica]].
 
Il 17 maggio [[1860]] nella città etnea scoppiò un'altra insurrezione antiborbonica, che vide l'innalzarsi del [[Tricolore]]. A Paternò i volontari di [[Giuseppe Garibaldi]] sconfissero un reparto dell'[[esercito borbonico]] guidato dal colonnello Mella, e questa impresa consentì successivamente ai [[garibaldini]] di conquistare Catania<ref>P. Mattigana, ''Storia del risorgimento d'Italia dalla rotta di Novara dalla proclamazione del regno d'Italia dal 1849 al 1861 con narrazioni aneddotiche relative alla spedizione di Garibaldi nelle due Sicilie'', Legros e Marazzani, 1864, pp. 439-440-441</ref>. Lo stesso Generale nel [[1864]] recò visita alla città, che lo accolse festante.
 
Uno dei problemi principali della città tra fine [[Ottocento]] e inizio [[Novecento]], fu quello di avere una vasta porzione di territorio infestata dalla [[malaria]], per la vicina presenza del fiume [[Simeto]]<ref name="malaria">G. Di Vita, ''Dizionario Geografico dei Comuni della Sicilia e delle frazioni comunali'', Pravatà, 1906, p. 337</ref>. Il problema venne gradualmente risolto con le prime [[bonifica agraria|bonifiche]] delle zone paludose nella [[Piana di Catania]], avviate il secolo precedente ed attuate nel corso dei decenni successivi.
 
La superficie agraria e forestale del paese poté quindi espandersi, e si arricchì così di agrumeti, fattore quest'ultimo che attrasse le migrazioni di [[bracciante agricolo|braccianti agricoli]] (detti «agrumari») provenienti dai comuni confinanti della stessa provincia e dai comuni rurali delle province di [[Enna]] e di [[provincia di Messina|Messina]]<ref name="migrazioni">{{cita|Cfr. V. Fallica, ''Storia di Paternò'', 1991|p. 153}}.</ref>.
 
Il [[XX secolo]] a Paternò fu caratterizzato da momenti di alti e bassi dal punto di vista economico. Durante il [[Fascismo]] - tranne che nel periodo della [[Crisi economica del 1929|Grande crisi]] - conobbe però un incremento della sua produzione agrumicola, in particolare a seguito delle politiche economiche [[autarchia|autarchiche]] attuate dal regime di [[Benito Mussolini]] dopo le sanzioni del [[1936]], che favorirono la commercializzazione delle produzioni agricole locali, proteggendole dalla [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] straniera<ref>{{cita|Cfr. V. Fallica, ''Storia di Paternò'', 1991|p. 158}}.</ref>.
 
Nelle due guerre mondiali, il centro etneo pagò un grosso tributo a livello di vite umane. Se nella [[prima guerra mondiale]] furono circa 600 i giovani paternesi mandati sul fronte che persero la vita<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'', vol. 2, Ibla, 1976, p. 156</ref>, fu soprattutto nella [[seconda guerra mondiale]] che si manifestarono gli eventi più disastrosi. Il pomeriggio del 14 luglio [[1943]], un pesante bombardamento compiuto dall'aviazione [[Royal Air Force|anglo]]-[[United States Army Air Forces|statunitense]] distrusse l'80% dell'abitato e causò 2.320 feriti<ref>A. De Jaco, ''1943: la Resistenza nel Sud: cronaca per testimonianze'', Argo, 2000, p. 24</ref>. Ben più grave fu il numero dei morti sotto le macerie che fu di oltre 4.000 vittime<ref>{{Cita web |url=http://www.asicilia.it/province/catania/comuni/paterno/index.htm |titolo=Dal sito ASicilia.it |accesso=17 agosto 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120325193133/http://www.asicilia.it/province/catania/comuni/paterno/index.htm |dataarchivio=25 marzo 2012 |urlmorto=sì }}</ref>. I bombardamenti durarono fino al 3 agosto, con la ritirata dei militari [[tedeschi]] presenti nella zona, e la successiva occupazione della città da parte delle forze dell'[[British Army|esercito britannico]].
 
Tuttavia non è comunque certo il reale numero dei morti civili durante il secondo conflitto mondiale a Paternò. Su questo dato si è soffermato il giornalista paternese [[Ezio Costanzo]], storico contemporaneo, secondo il quale la cifra dei caduti sotto i bombardamenti indicata dalla [[storiografia]] ufficiale sarebbe eccessiva per quelle che erano all'epoca le caratteristiche [[demografia|demografiche]] del paese e per le documentazioni sulla conta dei decessi fornite dal Comune al termine del conflitto. Costanzo ritiene infatti che i morti civili complessivi per cause belliche nella città etnea in realtà non furono oltre le 500 unità<ref>Intervista ad Ezio Costanzo nel corso della trasmissione ''” Il Dolore di Paternò” – I bombardamenti del luglio del 1943'', speciale mandato in onda dall'emittente televisiva Ciak Telesud del 14 luglio 2010</ref>.
 
==== Dal secondo dopoguerra ad oggi ====
La ricostruzione post-bellica a Paternò fu inizialmente molto lenta. Tuttavia lo sviluppo urbanistico della città ha avuto una grande accelerazione negli [[anni 1960|anni sessanta]]-[[anni 1970|settanta]] del secolo scorso, periodo in cui la "geografia" urbana e stradale della città si è meglio definita secondo gli standard moderni e meglio adattata alle esigenze delle nuove classi emergenti della [[borghesia]] medio-alta, con la creazione di nuovi quartieri.
 
Fino agli [[anni 1980|anni ottanta]], la città è cresciuta notevolmente e spesso, in maniera disordinata, con numerosi casi di [[edilizia abusiva]]<ref>''DIRETTIVE GENERALI PER LA REVISIONE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE'', adottate con delibera di C.C. n.33 dell'11 aprile 2011 - Relazione elaborata dall'Ufficio Urbanistica e Territorio del Comune di Paternò, p. 11</ref> che hanno deturpato il tessuto urbano. Lungo la direttrice nord, invece, dove l'espansione si è svolta secondo il [[piano regolatore generale]], si è sviluppato il [[quartiere Ardizzone]] (dal nome del feudo che comprendeva questi terreni), che presenta un'elevata dotazione di servizi e, soprattutto, di verde pubblico<ref name="Ardizzone">{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 200-204}}.</ref>.
 
Gli ultimi [[anni 1990|anni novanta]] hanno visto lo sviluppo delle più lontane periferie e la riqualificazione di alcune parti della zona centrale dell'abitato, determinando uno spopolamento del centro storico passato dai 30.000 residenti del [[1950]] ai 18.000 del [[1995]]<ref name="Dati PRG 95">AA.VV., ''Relazione del PRG 1995'', Parte I, Capitolo 1, elaborata dall'Ufficio urbanistica del Comune di Paternò ed allegata alla Delibera Commissariale n. 3 del 12 gennaio 2000</ref>.
 
Nel [[2005]] Paternò è andata alla ribalta delle cronache per la questione relativa alla realizzazione di un impianto per lo [[smaltimento dei rifiuti]] in contrada Cannicciola. La Regione sotto la presidenza di [[Salvatore Cuffaro]] e con il pieno placet dell'amministrazione comunale, aveva inserito il sito di Paternò (nei pressi del Simeto e di un'area archeologica) tra quelli che avrebbero dovuto ospitare i quattro [[termovalorizzatori]] nel territorio siciliano<ref name="termovalorizzatore">[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/190000/189808.xml?key=Salvo+Fallica&first=91&orderby=1&f=fir "Eresie ambientali: il termovalorizzatore lungo il fiume. A Paternò la protesta contro la costruzione di un impianto di smaltimento rifiuti vicino al Simeto e ad un'area archeologica" - L'Unità, 23 aprile 2006] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160304083733/http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/190000/189808.xml?key=Salvo+Fallica&first=91&orderby=1&f=fir |data=4 marzo 2016 }}</ref>.
 
A seguito di intense e continue manifestazioni da parte dei cittadini, per la stragrande maggioranza contrari alla realizzazione dell'impianto<ref name="termovalorizzatore"/>, tre anni più tardi, il governo regionale presieduto da [[Raffaele Lombardo]], ha rimosso Paternò da quella lista<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.90011.it/articolo.asp?idnotizia=5595 "Termovalorizzatori, in Sicilia saranno solo tre" - 9011.it, 30 aprile 2009] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>, scongiurando il pericolo di un possibile [[inquinamento ambientale]] che avrebbe potuto recare danni alla salute della popolazione. Sul caso della costruzione del termovalorizzatore a Paternò, lo stesso Lombardo in una relazione tenuta poco dopo all'[[Assemblea Regionale Siciliana]] fa chiari riferimenti a determinate personalità, ed afferma che l'impianto, una volta realizzato, sarebbe stato gestito dalla società ''Altecoen'' che faceva capo al boss catanese [[Nitto Santapaola]]<ref>[http://www.ecoblog.it/post/10262/i-termovalorizzatori-della-sicilia-in-mano-alla-mafia-raffaele-lombardo-ecco-i-nomi "I termovalorizzatori della Sicilia in mano alla mafia? Raffaele Lombardo: "Ecco i nomi"" - Ecoblog.it, 13 aprile 2010]</ref>.
 
=== Titolo ===
{{Onorificenze
|immagine=Institution Coronadu diMérite cittàmilitaire ribbon.svgpng
|nome_onorificenza=Cavaliere Titolodell'Ordine didella CittàGiarrettiera
|collegamento_onorificenza=Ordine Cittàdella d'ItaliaGiarrettiera
|motivazione=
}}
Paternò con [[Decreto del presidente della Repubblica|D.P.R.]] del 9 febbraio [[1983]] ha ricevuto il Titolo di Città.
 
Secondo alcuni documenti storici, però, il comune etneo ebbe l'appellativo di «Città», già diversi secoli prima. In un diploma del [[1473]] dell'arciprete Antonio De Rocco, Paternò è a quel tempo città, titolo che solitamente spettava alle [[arcivescovado|sedi arcivescovili]]<ref>B. Rapisarda, ''Paternò fra due torri'', Ass. Culturale, "B. Rapisarda", 2002, p. 69</ref>. Fu altresì dichiarata «Città», il 22 luglio [[1753]]<ref>B. Rapisarda, Paternò fra due torri, Ass. Culturale, "B. Rapisarda", 2002, p. 93</ref>.
 
=== Simboli ===
==== Lo stemma ====
[[File:Paternò-Stemma.png|thumb|upright=0.5|right|Stemma di Paternò]]
{{vedi anche|Stemma di Paternò}}
Lo [[stemma]] riconosciuto con D.P.R. del 10 giugno [[1951]] ha la seguente [[blasonatura]]:
{{Citazione|''Di azzurro alla torre al naturale, merlata alla ghibellina, aperta e finestrata del campo, fondata sulla campagna di verde, sostenuta da due ceraste dragonali, controrampanti d'oro. Ornamenti esteriori del Comune''.}}
==== Il gonfalone ====
[[File:Paternò-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|right|Gonfalone civico]]
Il [[gonfalone]] civico è stato concesso con D.P.R. del 1º luglio 1952, esso ha la seguente descrizione:
{{Citazione|''drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'oro e caricato dello stemma comunale con l'iscrizione centrata in oro: Comune di Paternò. Le parti di metallo ed i cordoni sono dorati. L'asta verticale è ricoperta di velluto azzurro con bullette dorate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'oro''}}
 
==== La bandiera ====
La bandiera cittadina è costituita da un drappo formato da due bande verticali di eguali dimensioni di colore rosso e azzurro, col rosso dalla parte dell'asta.
 
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
|immagine= Valor civile gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza= [[Medaglia d'oro al valor civile]]
|collegamento_onorificenza=
|motivazione = ''Sottoposta a continui violentissimi e indiscriminati bombardamenti, terrestri ed aerei, che causavano la perdita di oltre quattromila cittadini e la distruzione di gran parte delle abitazioni, dava costante esempio di stoico coraggio e di nobile dedizione alla Patria. La popolazione tutta, con fierissimo contegno, resistette impavida, nonostante le più dure sofferenze, offrendo, pur negli orrori e dei disastri della guerra, la più ammirevole manifestazione di elevate virtù civiche e di generoso spirito di solidarietà. Paternò, 14 luglio-3 agosto 1943.''
|luogo = [[Roma]], 19 settembre [[1972]]<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=3879 |titolo=Medaglia d'oro al valor civile della Città di Paternò|accesso=4 marzo 2012}}</ref>
}}
{{vedi anche|Città decorate al valor civile}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
 
=== Architetture civili ===
[[File:Palazzo Alessi a Paternò.jpg|thumb|left|Ingresso e balcone principale del palazzo di Città, sede istituzionale del comune di Paternò]]
; [[Palazzo Alessi|Palazzo di Città]] (ex palazzo Alessi)
Edificio sorto nel [[1787]] nel quartiere San Biagio, fu residenza della borghese [[Alessi (famiglia)|famiglia Alessi]]. Divenuta un secolo più tardi, sede del [[comune|municipio]], fu in stato di abbandono per decenni. Recuperato di recente, oggi il palazzo ospita nuovamente la sede istituzionale e di rappresentanza del comune etneo. Il palazzo è caratterizzato da una lunga facciata dove fanno mostra diversi portali e balconi in pietra lavica lavorata. Molto interessante l'interno con vasti saloni dai soffitti dipinti, e una grande corte che da sul retro, usata per cerimonie e serate di gala.
 
; [[Palazzo Moncada (Paternò)|Palazzo Moncada]]
Dimora patrizia, fu costruita nel [[1627]] ed appartenne alla potente famiglia siciliana di origine [[Catalogna|catalana]] che per oltre quattro secoli fu la feudataria della città. Sorge ai piedi della collina storica, addossato alla porta del borgo. La grande facciata in parte smembrata è arricchita da balconi e portali in pietra lavica e ringhiere in ferro battuto. L'interno è ricco di affreschi e stucchi settecenteschi.
 
; [[Portale Las Casas]]
Un [[portale]] ubicato nel quartiere Falconieri, esattamente in via Clarenza sotto la porta del borgo. È ciò che rimane dell'antico e seicentesco ''Palazzo Las Casas'', che fu residenza della nobile famiglia paternese di origine spagnola, andato in rovina. Il Portale Las Casas mostra elementi architettonici interessanti, in particolare in particolare il mascherone e le decorazioni in stile plateresco spagnolo della fine del 1500.
 
; [[Palazzo Cutore-Recupero]]
È un grande palazzo sorto tra la fine del 1700 e gli inizi dell'800, che si trova in piazza Umberto proprio di fronte palazzo Alessi. Era di proprietà della nobile famiglia Cutore che possedeva altri palazzi in città. Ha una lunga facciata che si eleva su due piani in piazza Umberto, dove fanno mostra numerosi balconi ed eleganti portali in pietra bianca, più una grande tarrazza angolare delimitata da una bellissima balaustra. L'interno è caratterizzato da numerose stanze con tetti dipinti e stuccati. Il palazzo fu costruito su una preesistente costruzione di epoca bizantina, di cui resta qualche traccia un alcune stanze del piano terra.
 
; [[Villa Coniglio]]
Villa settecentesca appartenuta ai baroni Coniglio. Abbandonata nella seconda metà del XX secolo, nel 2005 è stata ristrutturata dal comune ed adibita a centro anziani.
 
; [[Palazzo Cutore]]
È una delle dimore della nobile famiglia dei baroni Cutore di San Carlo, sorge in piazza Indipendenza ad angolo con via Teatro dove vi è l'ingresso principale e la facciata più ampia.Sorto nell'800 ad opera dei nobili Cutore, il palazzo si sviluppa su tre elevazioni, ha le due facciate caratterizzate da balconi e portali decorati da timpani neoclassici e altri ornamenti, il grande portone d'ingresso è molto porticolare. L'interno diviso in più appartamenti è arricchito da alcune stanze con soffitti dipinti.
 
=== Architetture militari ===
[[File:Castello Normanno - Paternò (1072).JPG|thumb|Il Castello Normanno]]
;[[Castello Normanno (Paternò)|Castello Normanno]]
Monumento simbolo della città, venne fatto erigere nel [[1072]] dal [[Ruggero I di Sicilia|Gran Conte Ruggero]]. In forma parallelepipeda, è un ''[[dongione|donjon]]'' come quelli francesi ed inglesi fortificati nello stesso periodo<ref>F. Maurici, ''Castelli medievali in Sicilia: dai bizantini ai normanni'', Sellerio, 1992, p. 185</ref>, e in seguito fu più volte rimaneggiato, in particolare nei primi anni del [[XIV secolo]].
 
Subì opere di restauro nel [[1900]] e nel [[1958]], e con le sue dimensioni (24 x 18 x 34&nbsp;m) è il più grande [[maschio (architettura)|maschio]] edificato in Sicilia durante l'epoca normanna<ref>F. Maurici, ''Nobili pietre: storia e architettura dei castelli siciliani'', Kalós, 1999, p. 45</ref>. Gli interni si trovano ancora oggi in buono stato di conservazione e al piano terra si conserva un [[cappella]] affrescata. Al primo piano si trova la sala d'armi, illuminata da quattro [[Bifora|bifore]] e al secondo piano una raffinata galleria illuminata da altre due bifore.
 
Attraverso le scale intagliate nelle mura si arriva fino alla terrazza superiore, da cui si ammira un panorama mozzafiato che si estende alla valle del Simeto, volgendo lo sguardo a sud verso la piana di Catania, ad ovest i monti Erei con Centuripe proprio di fronte, dietro i boscosi monti Nebrodi con Troina sullo sfondo, a Nord la massiccia mole dell'Etna.
 
;[[Porte di Paternò]]
Al periodo [[Normanni|normanno]], risalgono le mura cittadine, che erano dotate di [[Porte di Paternò|nove porte]], di cui se ne conservano tre: la ''porta del Borgo'', la ''porta Lentini'' o ''del Pertuso'' e la ''porta della Ballottola''.
 
;[[Torre dei Falconieri]]
Costruita in [[età medievale]], la Torre dei Falconieri fu probabilmente un avamposto di guerra utilizzato dai [[falconiere|falconieri]], ai quali deve la sua denominazione. Dal XVII secolo funge da torre campanaria della Chiesa della Madonna dell'Itria, un tempo dedicata a S. Barbara. È interamente costruita in pietra lavica, sulla parte inferiore è stato addossato un contrafforte in epoca posteriore alla sua costruzione. La parte superiore è la più interessante e presenta delle finestre e degli stipiti negli angoli ornati con pietra lavica e pietra bianca in alternanza.
 
=== Architetture religiose ===
;[[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|Santuario della Madonna della Consolazione]]
Piccolo oratorio sorto alla fine del Cinquecento e intitolato alla [[Madonna del Pietoso]], nel [[1616]] vi si insediò la confraternita della [[Madre della Consolazione|Madonna della Consolazione]], a cui si deve l'attuale denominazione. Elevato a [[santuario]] nel [[1937]], uscì semidistrutto dai bombardamenti del 1943. Demolito, fu successivamente ricostruito, riconsacrato e riaperto nel [[1954]], grazie al contributo finanziario del comm. Virgillito.
 
Il santuario è sede del culto della Madonna della Consolazione, immagine della Madonna inginocchiata dinnanzi al Cristo Risorto, culto popolarissimo e molto sentito dai paternesi e dagli abitanti dei centri limitrofi. La festa si svolge l'ultimo sabato e domenica di maggio a ricordo dell'apparizione della Madonna ad una pastorella sulla rocca dove sorse il santuario, avvenuta nel [[1580]]. Per volere della Madonna venne edificato il primo tempio, e successivamente il nuovo e grandioso santuario in stile neo romanico di cui si nota anche da lontano l'alto e snello campanile di quasi 50 metri. Durante i decenni la venerata immagine della Madonna è stata arricchita da migliaia di ex voto, tra questi spicca la magnifica corona in oro massiccio del peso di oltre 5&nbsp;kg tempestata di pietre preziose, donata dal mecenate paternese Michelangelo Virgillito, che tanto fece per la sua città.
 
[[File:monastero annunziata 2.jpg|thumb|Chiesa di Maria Santissima Annunziata]]
;[[Monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|Ex monastero della Santissima Annunziata]]
Antico monastero delle [[monache]] benedettine, venne edificato tra il XVII e il XIX secolo nella "parte bassa" della città. Attualmente, in parte è sede della biblioteca comunale. L'annessa chiesa settecentesca, caratterizzata dalla grande cupola, fu la cappella delle monache. Nell'atrio si può ammirare il dipinto raffigurante la 'Madonna dell'Itria' ([[1579]]) della celebre pittrice [[Sofonisba Anguissola]]<ref>F. Giordano, ''Sofonisba Anguissola a Paternò'', Ricerche, C.R.E.S. Anno 12.1</ref>.
 
;[[Chiesa di Santa Barbara (Paternò)|Chiesa di Santa Barbara]]
Chiesa tardocinquecentesca dedicata [[santa Barbara|alla patrona della città]], si trova nell'[[piazza Santa Barbara|omonima piazza]]. Sorse come piccolo oratorio di [[Maria Maddalena|Santa Maddalena]], e successivamente assunse la denominazione attuale. Fu elevata a parrocchia nel [[1669]]. Presenta una vasta facciata a due ordini arricchita da statue e fregi. Il grandioso interno ad unica navata a croce greca è interamente ricoperto a preziosi stucchi policromi che rendono la chiesa unica nel suo genere. La cosa che sbalordisce il visitatore è la grandiosa cupola alta 37 metri, interamente ricoperta da bellissimi stucchi Molto interessante il grandioso altare maggiore in marmi policromi, le tele degli altari laterali e la sacrestia, in gran parte rifatta, con un mobile ligneo settecentesco e un affresco sul soffitto. Si custodiscono inoltre le reliquie della Santa Patrona in bellissimi reliquiari argentei, il fercolo tutto in argento cesellato così come il preziosissimo simulacro settecentesco (1745) anch'esso in argento, arricchito da migliaia di gioielli in oro donati nei secoli come segno di devozione verso la veneratissima Santa Barbara.
 
;[[Chiesa del Carmine (Paternò)|Chiesa del Carmine]]
Chiesa [[cinquecento|cinquecentesca]], fu inizialmente intitolata alla [[Madonna della Catena]]. Donata dai Moncada ai [[Ordine della Beata Vergine del Monte Carmelo|carmelitani]] nel [[1573]], assunse l'attuale denominazione e fu sede fino ai primi dell'Ottocento di un monastero e di un ospedale.
 
[[File:S caterina paterno.jpg|thumb|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
;[[Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (Paternò)|Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria]]
Edificata nella prima metà del [[Settecento]], è sede dell'omonima confraternita e si trova nell'omonimo quartiere. Fu più volte danneggiata da eventi [[sisma|sismici]] (l'ultimo dei quali nel [[2002]]), e dai bombardamenti dell'ultimo conflitto. Recentemente è stata restaurata e riaperta al culto dopo diversi anni di chiusura. Durante i lavori di restauro è stato rinvenuto un condotto sotterraneo che collegava la chiesa al monastero delle monache benedettine distante non più di 300 metri. A causa della strada e delle fondamenta delle abitazioni circostanti il condotto non è più fruibile.
 
;[[Chiesa di Cristo al Monte]]
Costruita nella metà del XVI secolo su iniziativa della [[Compagnia dei Bianchi]], fu modificata nel [[XVIII secolo]] in stile [[rococò]].
 
;[[Chiesa di San Domenico (Paternò)|Chiesa di San Domenico]]
Detta anche "chiesa del SS. Rosario", venne costruita nel [[1562]]. Situata in [[piazza Indipendenza (Paternò)|piazza Indipendenza]], fu inizialmente intitolata a san Tommaso, e successivamente sede della confraternita che fa riferimento alla [[Madonna del Rosario]] e dei [[Padri domenicani]].
 
;[[Chiesa di San Francesco all'Annunziata]] o dei Cappuccini
Nella zona di nuova espansione, a nord-est dell'abitato è situata la moderna [[chiesa (architettura)|chiesa]] dei padri cappuccini ([[1987]]), coi opere in bronzo di [[Betto Tesei]] e il mosaico del ''Cantico delle Creature'' ([[1989]]) di [[Ugolino da Belluno]].
 
;[[Chiesa di San Giacomo (Paternò)|Chiesa di San Giacomo]]
Edificata nel Cinquecento, è situata nella parte meridionale della rupe basaltica. Fu sede della confraternita di [[Giacomo il Maggiore|san Giacomo apostolo]]. Per decenni inagibile, l'edificio è stato recuperato e riaperto al culto nel [[2006]].
 
;[[Chiesa della Madonna delle Grazie (Paternò)|Chiesa della Madonna delle Grazie]] detta anche "chiesa di San Giuseppe"
Di recente restauro, risale al XVII secolo, ospita i culti della [[Madonna delle Grazie]] e di [[san Giuseppe]].
 
;[[Chiesa della Madonna dell'Itria (Paternò)|Chiesa della Madonna dell'Itria]]
Fu uno dei primi edifici religiosi a sorgere nella "parte bassa" della città, il cui spostamento dell'abitato si verificò dopo il [[1693]]. Alla sua edificazione, fu intitolata alla patrona santa Barbara e fu sede dei cavalieri dell'[[Ordine teutonico]], ma a seguito del trasferimento del culto della santa patrona nell'edificio dove è attualmente è ospitato, fu intitolata all'[[Odigitria]].
 
[[File:Chiesa di Santa Maria dell'Alto a Paternò.JPG|thumb|Chiesa di Santa Maria dell'Alto]]
;[[Chiesa di Santa Maria dell'Alto]]
Venne eretta in epoca normanna e rimaneggiata nel [[1342]], ed è intitolata alla Madonna dell'Alto; la chiesa venne profondamente modificata agli inizi del [[XVIII secolo]], periodo in cui fu variato anche l'orientamento dell'ingresso e gli interni vennero adeguati alla decorazione di stile [[Architettura barocca|barocco]].
 
;[[Chiesa di Santa Maria della Valle di Josaphat]]
Situata alle pendici del colle, fu fatta edificare nel [[1092]] dalla [[Adelasia del Vasto|contessa Adelasia]], ed è dotata di un portale gotico. È detta anche "chiesa della Gancia", con l'annesso [[Palazzo delle arti (Paternò)|Palazzo delle arti]].
 
;[[Chiesa di Santa Margherita (Paternò)|Chiesa di Santa Margherita]]
Chiesa tardosettecentesca, è intitolata a {{chiarire|santa Margherita|Quale santa Margherita?}} e alla [[Madonna dei Sette Dolori]]. Presenta un particolare architettonico, la [[torre campanaria]].
 
[[Chiesa del Pantheon]]
Edificata attorno alla metà del [[XVII secolo]], la chiesa fu originariamente intitolata a [[Gesù]] e [[Maria (madre di Gesù)|Maria]]. Dopo la prima guerra mondiale, la chiesa fu destinata alla sepoltura dei caduti di guerra paternesi.
 
;[[Chiesa di San Marco (Paternò)|Chiesa di San Marco]]
Chiesa di epoca normanna, edificata agli inizi del [[XII secolo]].
 
;[[Chiesa dello Spirito Santo (Paternò)|Chiesa dello Spirito Santo]]
Chiesa contemporanea inaugurata nel [[2000]], elemento distintivo del [[quartiere Ardizzone]], costruita per volontà testamentaria di [[Michelangelo Virgillito]].
 
==== Architetture religiose sconsacrate ====
[[File:Complesso San Francesco alla Collina a Paternò.JPG|thumb|Complesso di San Francesco alla Collina]]
;[[Complesso di San Francesco alla Collina|Chiesa e convento di San Francesco sul Colle]]
La sua edificazione risale al [[1346]], con la chiesa dell'[[XI secolo]], che conserva frammenti di [[Affresco|affreschi]] e alcuni residui dell'apparato decorativo barocco.
;
; [[Chiesa di San Biagio (Paternò)|Ex Chiesa di San Biagio]]
Situata in pieno [[centro storico di Paternò]], nei pressi del [[Palazzo Alessi|Palazzo comunale]], la sua edificazione risalirebbe al [[XVII secolo]], epoca in cui si verificò lo spostamento dell'abitato della città dal [[colle di Paternò|colle]] alla pianura sottostante.
;
; [[Abbazia di Santa Maria la Scala|Santa Maria della Scala]]
Ruderi di un convento di origine bizantino-ortodosso in contrada Giaconia.<ref>L'antico monastero di Santa Maria della Scala [http://www.siciliantica.eu/lantico-monastero-di-santa-maria-della-scala/]</ref>
 
=== Altro ===
[[File:Scalinata della Matrice.JPG|thumb|left|Scalinata della matrice, risalente alla fine del Settecento]]
; [[Cimitero monumentale di Paternò]]
È il principale [[cimitero]] comunale di Paternò, ed è situato nell'estrema parte occidentale della Collina storica. Inaugurato nel [[1887]], ospita diverse tombe di alcuni paternesi illustri, e molte cappelle dalle particolari caratteristiche architettoniche.
 
; [[Fonte Maimonide]]
Monumento sito nel quartiere dell'Acquagrassa, ospita al suo interno l'omonima [[sorgente (idrologia)|sorgente idrica]]. Sorto dopo il [[1733]], fu un bagno pubblico rimasto attivo fino agli anni sessanta del [[XX secolo]].
 
; [[Mulini di Paternò]]
Furono una serie di [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]] situati nelle campagne agricole del territorio di Paternò. La loro presenza è attestata fin dall'epoca normanna, e oggi gran parte di queste strutture non esiste più: i pochi mulini rimasti sono in stato di abbandono o riutilizzati per altri scopi.
 
;[[Scalinata della matrice]]
Realizzata verso il [[1782]], collega il sagrato della chiesa madre con la porta del Borgo, antico ingresso principale della città, ubicata nella parte mediana della Collina storica.
 
;[[Giardino Moncada]]
'''A villa'' è considerata "il polmone verde" di Paternò essendo la più grande ed importante area verde della città. Dai paternesi viene chiamata Villa e papiri, per la presenza all'interno del laghetto della villa di numerose papere. La villa insieme al Parco del Sole, Parco Giovanni XXIII e il boschetto della forestale sito in via Cesarea, rappresentano i polmoni verdi della città.
 
'''Casa del Cantastorie'''
 
Inaugurata nel febbraio del 2014, nei locali del Piccolo Teatro, in via Monastero. Nasce soprattutto grazie al lavoro di ricerca e di animazione culturale dell'attore [[Giovanni Calcagno]] e di un gruppo di artisti tra cui [[Eleonora Bordonaro]], Dino Costa, Alessandro Nicolosi, Salvatore Ragusa, con lo scopo di raccogliere ed esporre tutto il materiale che parla e racconta dei Cantastorie di Paternò (gli antichi cartelloni, materiali audio e video).
 
=== Siti archeologici ===
;[[Acquedotto romano di Catania]]
Fu la maggiore opera di [[acquedotto|convoglio idrico]] nella [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia romana]]. Attraversava il territorio compreso tra le fonti sorgive di Santa Maria di Licodia e l'area urbana catanese, percorrendo gli attuali territori comunali di Paternò, Belpasso e Misterbianco prima di giungere al capoluogo etneo.
 
;[[Ponte romano di Pietralunga]]
È un antico [[ponte]] costruito sotto i [[Civiltà romana|Romani]] in contrada Pietralunga, zona situata ad ovest fuori dal centro abitato, di cui rimangono alcune tracce abbastanza visibili. Il manufatto è detto volgarmente "coscia del ponte", ed è costruito interamente in&nbsp;pietra lavica. A tutt'oggi esistenti sono alcuni tratti del ponte, i cui resti sono utilizzati come canali d'irrigazione&nbsp;per le campagne circostanti.
 
Il ponte è dominato da una montagna chiamata dai paternesi ''Castiddazzu'', su questo monte si trovano ancora numerose tracce di insediamenti riferibili all'[[età del bronzo]], e altre di origine greca. Per questo il sito è di grandissimo interesse sotto il profilo archeologico.
 
=== Aree naturalistiche ===
;[[Oasi di Ponte Barca]]
È un'[[area naturale protetta]] situata in contrada Ponte Barca, e deve il suo nome alle rovine di un antico ponte su un tratto di Simeto. Riconosciuto come sito di interesse comunitario, è popolato da numerose specie di [[uccelli]].
 
;[[Salinelle di Paternò]]
Sono un'area geologico-naturalistica situata all'interno del territorio di Paternò, veri e propri [[vulcani di fango]]. Fenomeno unico
 
;[[Tratto di Pietralunga del Fiume Simeto]]
[[Sito di interesse comunitario|Sito naturalistico di interesse comunitario]] nei pressi del Simeto, che comprende un territorio di 675,00 ettari ricandente nei comuni di Biancavilla, Paternò e Centuripe.
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{| class="wikitable" style="float:right;"
| colspan="2" align="center" |'''Evoluzione demografica di Paternò nel periodo anteriore al 1861'''<ref>D. Ruocco, ''Annali del Mezzogiorno'', Università degli Studi di Catania, 1968, p. 288</ref><ref>V. Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol. II, Morvillo, 1856, p. 329</ref><ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò, la storia, la civiltà artistica'', 2009|p. 39}}.</ref>
|-
| [[1500]]
| 4.000
|-
| [[1570]]
| 5.503
|-
| [[1583]]
| 6.415
|-
| [[1595]]
| 5.616
|-
| [[1600]]
| 5.050
|-
| [[1650]]
| 4.011
|-
| [[1713]]
| 6.341
|-
| [[1760]]
| 9.209
|-
| [[1798]]
| 9.808
|-
| [[1831]]
| 13.540
|-
| [[1852]]
| 13.733
|}
 
{{Demografia/Paternò}}
 
Le informazioni e le statistiche storiche sulla popolazione paternese si hanno soltanto a partire dal [[1500]]: nel periodo preunitario, infatti, dai 4.000 abitanti censiti in quell'anno, la popolazione crebbe, anche se in modo discontinuo, arrivando a contarne 13.733 nel [[1852]]. Nel primo [[censimento]] nazionale effettuato nel [[1861]] la popolazione ammontava a 14.219 abitanti.
 
Salvo una contrazione del numero di abitanti verificatasi negli [[anni 1920|anni venti]], Paternò vide crescere la propria popolazione, e il massimo incremento si verificò tra i censimenti del [[1901]] e il [[1911]]. L'incremento demografico di Paternò è da attribuire principalmente al sostenuto tasso di incremento naturale dei secoli e decenni scorsi, e ai flussi migratori provenienti da altre zone, non risentendo solo parzialmente di alcune epidemie che colpirono la città etnea (come quelle della [[peste]] del [[1576]] e di [[colera]] del [[1837]], [[1867]] e 1911) e dei due eventi bellici. Scarsa influenza ebbe il fenomeno dell'[[emigrazione]], che riguardò un numero assai esiguo di paternesi<ref name="migrazioni"/>, a differenza di come avveniva nelle altre zone della Sicilia.
 
Il [[saldo naturale]] attivo ha costituito la principale risorsa demografica di Paternò anche nel dopoguerra: l'eccedenza tra [[nascita|nascite]] e [[decesso|decessi]] registrava annualmente circa 1.000 unità negli anni sessanta, per poi calare leggermente a quota 700-800 unità nei decenni successivi fino agli anni novanta. Ma la crescita demografica complessiva è stata fortemente attenuata dal [[saldo migratorio]], che ha sempre registrato valori negativi, salvo che nel [[1973]], unico anno in cui il numero di iscritti è stato maggiore dei cancellati<ref name="Dati PRG 95"/>.
 
I valori negativi del saldo migratorio paternese degli anni scorsi sono da attribuire alle emigrazioni negli anni del [[Miracolo economico italiano|boom economico]] verso il [[Nord Italia]], la [[Repubblica Federale Tedesca]] e il [[Belgio]], ed al trasferimento di residenza verso altri comuni dell'[[hinterland]] catanese, compreso il capoluogo.
 
Al 31 dicembre [[2010]], la popolazione residente nel comune di Paternò risultava essere di 49.578 abitanti<ref name="demografia">[http://demo.istat.it/bil2010/index.html Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Paternò (Demo.istat.it)]</ref>, in lieve calo rispetto all'anno precedente in cui ammontava a 49.604<ref name="demografia" />. Rispetto ai decenni precedenti, i valori del saldo migratorio mantenutisi costantemente negativi, hanno influito notevolmente sull'andamento demografico generale, in quanto il drastico calo del [[tasso di natalità]] (9,9‰) verificatosi negli ultimi anni (dai 13,5‰ del [[2002]]<ref>[http://www.comuni-italiani.it/087/033/statistiche/demobil.html Dal sito Comuni-italiani.it]</ref>), pur essendo in eccedenza rispetto a quello di [[mortalità]] (8,0‰), anch'esso in calo, ha come risultato un basso indice di crescita naturale che non riesce a compensare le perdite dovute alle migrazioni. Il dato, benché leggermente negativo, se mantenuto nei prossimi anni o dovesse subire peggioramenti, rischia di danneggiare in modo irreversibile gli attuali equilibri demografici che vedono la componente con meno di 15 anni di età (17,8%) prevalere su quella con più di 65 anni (15,1%)<ref>[http://www.comuni-italiani.it/087/033/statistiche/eta2010.html Dal sito Comuni-italiani.it]</ref>.
 
Di recente insediamento nella città, alcune comunità straniere. Al 31 dicembre 2010, i residenti con cittadinanza straniera risultavano 725 (pari all'1,4% della popolazione), e le comunità più grandi risultavano quelle provenienti da [[Romania]], [[Marocco]], [[Tunisia]], [[Mauritius]] e [[Albania]]<ref>[http://demo.istat.it/str2010/index.html Cittadini Stranieri. Bilancio demografico anno 2010 e popolazione residente al 31 dicembre - Paternò (Demo.istat.it)]</ref>.
 
=== Lingue e dialetti ===
{{vedi anche|lingua siciliana|dialetto siciliano orientale}}
Pur appartenendo al gruppo dei dialetti catanesi privi di [[metafonesi]], il dialetto o la parlata paternese ha delle sue peculiarità. Rispetto all'[[Dialetto catanese|idioma parlato a Catania]] e nei comuni limitrofi, il paternese differisce per la pronunzia larga, sfregata e una cadenza lenta, che lo rende diverso e originale.
 
Tali differenziazioni a livello lessicale e fonetico, sono probabilmente dovute ad influssi ereditati dall'antico [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|dialetto gallo-italico]] parlato dai coloni settentrionali - detti [[Lombardi di Sicilia|«lombardi»]] - giunti in massa a Paternò e negli altri feudi, dal [[Monferrato]] e dalla [[Liguria]] in epoca normanna sotto la signoria di [[Enrico del Vasto]]<ref>{{cita libro | autore= M. Pfister | titolo= Galloromanische Sprachkolonien in Italien und Nordspanien | anno= 1988 | editore= Akademie der Wissenschaften und der Literatur | pp=13-14|lingua=tedesco}}</ref>, il cui idioma regredì successivamente dopo la diffusione della [[lingua siciliana]], alla quale si commistionò.
 
Nel gergo popolare la parlata paternese è definita ''allarunchiata'', termine dialettale che deriva da ''larunchia'', ovvero [[rana (genere)|rana]] in lingua siciliana<ref>{{cita libro | autore1= A. Cunsolo | autore2= B. Rapisarda Tripi | titolo= Note storiche su Paternò | volume = 2 | anno= 1976 | editore= Ibla | p= 212}}
 
A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 212</ref>, poiché l'[[anfibio]] è uno degli emblemi della città, essendo quest'ultima situata vicino ad un [[fiume]] ([[Simeto]] ndr) dove vi sono nutrite colonie di questo animale<ref>{{cita libro | autore= S. Correnti | titolo= Paternò | capitolo = Civitas Fertilissima | anno= 1973| editore= Trinacria| posizione=nota 25 }}</ref>.
 
=== Religione ===
[[File:Santa Barbara (Paternò).jpg|upright=0.5|thumb|Simulacro argenteo di Santa Barbara, patrona della città]]
Città [[Paganesimo|pagana]] agli inizi della sua fondazione, al tempo di ''Inessa-Aitna'' e ''Hybla'', il cui culto si basava sulla devozione verso gli dei, come testimonia anche il nome dato in onore a Ibla la dea della procreazione. Il [[cristianesimo]] a Paternò cominciò a diffondersi, secondo la tradizione, per opera dei monaci taumaturgi [[Filippo di Agira]], [[Calogero di Calcedonia]], [[Onofrio (anacoreta)|Onofrio anacoreta]] e [[Sant'Archileone|Archileone]], che espulsero i demoni dalle rupi della collina di ''Aitna''. Gli spiriti malvagi o demoni furono fatti uscire da Filippo.<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, Note storiche su Paternò vol. 2, Ibla, 1976, pp.68, 69 e 75</ref>.
 
Ai tempi della dominazione saracena, Paternò fu una delle città meno islamizzate della Sicilia: la componente maggioritaria era costituita dai [[cristiani]], sia [[cattolici]] che [[ortodossi]], ai quali si affiancavano minoranze di [[musulmani]] ed [[ebrei]], la cui consistenza numerica - di per sé insignificante - andò progressivamente a ridursi a partire dall'epoca normanna fino a scomparire definitivamente nei secoli successivi. Ogni gruppo religioso viveva in un proprio quartiere o zona, dove sorgevano i [[luoghi di culto]] di riferimento<ref>{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'', 2009|pp. 21-22}}.</ref>.
 
=== Tradizioni e folclore ===
{{vedi anche|Festa di santa Barbara}}
La principale festa religiosa è la [[festa di santa Barbara]] che culmina il 4 dicembre di ogni anno, le festività durano una settimana. Caratteristica della festa è rappresentata dai cerei, in paternese ''varette'' che precedono il fercolo durante le tre processioni, e che sfilano anche nei giorni antecedenti. Per molti secoli santa Barbara fu in realtà compatrona della città etnea assieme a [[Vincenzo di Saragozza]], santo spagnolo introdotto dai [[Moncada (famiglia)|Moncada]] nel [[XV secolo]]<ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Storia di Paternò'', 1973|p. 118}}.</ref>, quando ne divennero feudatari.
 
La Santa patrona è molto venerata e a Lei sono dedicate altre due feste durante l'anno, il 27 maggio a ricordo del miracolo della lava avvenuto a [[Ragalna]] (allora frazione di Paternò) e il 27 luglio in memoria della Traslazione delle Reliquie dalla Santa.
 
Ma senza dubbio la festa più importante e sentita dai paternesi, è quella di dicembre, dove la città si stringe alla Santa Patrona, e si veste a festa. Luci, addobbi, musiche e fuochi colorano la città in festa. Molto sentite le funzioni religiose e le numerose processioni del Fercolo argenteo con il simulacro e le reliquie, accolti calorosamente nei quartieri più popolari. Immancabili i fuochi pirotecnici, i più sentiti quelli di Sant'Antonio alle 13 del 4 dicembre, quelli piromusicali in piazza la sera del 5, e in fine lo spettacolo di chiusura al Castello
 
ma a rendere la festa più gioiosa e festante sono le ''Varette'', i Cerei che sfilano lungo le vie della città, e che hanno un enorme seguito popolare.
 
Particolare tradizione è quella legata alla Pasqua paternese, si inizia il venerdì di Passione,con la seguita processione dell'Addolorata, molto venerata in città. La settimana santa è caratterizzata da numerosi eventi, il giovedì Santo la visita ai Sepolcri, fino a tarda serata migliaia di persone brulicano tra le vie della città.
 
Molto particolare sono le celebrazioni del [[Venerdì santo]]. Giornata intensa con due processioni, molto seguita quella serale con la cosiddetta ''Scala da Matrici'', la discesa dei ''fercoli'' lungo la monumentale scalinata settecentesca, la processione si snoda per diverse centinaia di metri.
 
La domenica di Pasqua è il tripudio del Cristo Risorto, accolto in città dai paternesi, le processioni si susseguono dalla mattina fino a tarda sera,con gli immancabili fuochi.
 
Altra festa molto sentita a quella della Madonna della Consolazione (ultimo sabato e domenica di maggio).
 
Molte altre feste religiose allietano la città durante l'anno.
 
====Carnevale====
{{vedi anche|Carnevale di Paternò}}
Il carnevale di Paternò è tra i più antichi della Sicilia e il più antico della provincia, la prima edizione si svolse nel 1867<ref>[https://carnevaleinsicilia.wordpress.com/14/paterno/ Storia del Carnevale di Paternò dal sito Carnevaleinsicilia.wordpress.com]</ref>. Il regista [[Ermanno Olmi]] lo riprese nella sua pellicola del 1963 ''[[I fidanzati]]''. Oggi , non esiste più.
 
=== Qualità della vita ===
Negli ultimi anni Paternò è stata afflitta da notevoli problemi sociali, economici e culturali. Sempre più verso la deriva è la [[qualità della vita]], e ciò è dovuto a diversi fattori.
 
In primo luogo esiste un grave problema [[tasso di occupazione|occupazionale]]. Paternò presenta uno dei [[tasso di disoccupazione|tassi di disoccupazione]] tra i più elevati della provincia, che si attesta attorno al 29%<ref>[http://www.immobiliare.it/guida-Paterno_.html Dati Demografici ed Economici 2010 su Paternò dal sito Immobiliare.it]</ref>, un dato preoccupante e che riguarda soprattutto i più giovani. Molti paternesi infatti sono costretti a cercare un impiego nel capoluogo oppure in alcuni paesi limitrofi come [[Belpasso]] e [[Misterbianco]], dove sono concentrati importanti poli commerciali.
 
== Cultura ==
=== Istruzione ===
==== Biblioteche ====
La [[biblioteca]] comunale è intitolata al geografo [[Giovan Battista Nicolosi|Giovanni Battista Nicolosi]] ed è stata istituita nel [[1835]]<ref>AA.VV., ''Annuario delle biblioteche italiane'' vol. 2 parte II, Direzione generale accademie e biblioteche, 1958, p. 100</ref>. Dapprima ubicata a [[palazzo Alessi]], dal [[1951]] ha sede nei locali dell'ex [[Monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|Monastero della Santissima Annunziata]]<ref>{{cita web|url=http://www.bibliotecapaterno.it/|titolo=Home Page del sito della Biblioteca Comunale "G.B. Nicolosi" di Paternò|accesso=28 febbraio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110304010638/http://www.bibliotecapaterno.it/|dataarchivio=4 marzo 2011}}</ref>.Si sviluppa su 2 piani ed è molto vasta, è dotata di sale lettura, sale multimediali e grandi saloni per conferenze. La parte inferiore da cui si accede da piazza della Concordia, è molto antica ed è stata restaurata riportando le fabbriche agli antichi splendori.
 
==== Scuole ====
Vi è concentrato un rilevante numero di [[Scuola secondaria di secondo grado|istituti di istruzione superiore di secondo grado]], pubblici e privati, divisi tra licei, istituti tecnici e professionali ([[istituto magistrale]], [[istituto professionale]] per l'agricoltura, [[istituto tecnico commerciale]], [[liceo classico]], [[liceo linguistico]] (Scienze Sociali), (Liceo Psicopedagogico), [[liceo scientifico]] (Istituto Alberghiero) Turistico, (ENIP Formazione Professionale)<ref name="dati comune"/>) e molti altri istituti ad indirizzo professionale, quest'anno una sede distaccata del Liceo Artistico di cui si servono anche gli studenti dei comuni limitrofi, Belpasso, S.Maria di Licodia, Motta S.Anastasia, Ragalna, Castel di Judica, Centuripe, Troina, Adrano, Biancavilla, Misterbianco.
 
Di questi, il liceo classico, intitolato al poeta catanese [[Mario Rapisardi]], rappresenta la più antica istituzione scolastica della città essendo stata fondata nel [[1904]]<ref>AA.VV., ''Atene e Roma'' vol. 30 (a cura dell'Associazione italiana di cultura classica), Le Monnier, 1985, p. 93</ref>.
 
==== Teatri ====
In passato fu presente un [[teatro]] (che sorgeva nell'attuale via Teatro), inaugurato nel [[1704]] e fatto costruire su personale iniziativa del marchese Alessandro Clarenza. Costui donò il teatro alla Chiesa di Santa Barbara nel [[1734]], prima di passare sotto la proprietà del comune nel [[1755]]<ref>{{cita|Cfr. G. Savasta, ''Memorie storiche della città di Paternò'', 1905|p. 320}}.</ref><ref>{{cita|Cfr. B. Rapisarda Tripi, ''Paternò tra due torri'', 2002|pp. 83-89}}.</ref>. Fu abbattuto nel [[1957]] per la costruzione dell'[[ufficio postale]].
 
==== Musei ====
Nel comune etneo sono presenti tre [[museo|musei]]:
* Il [[museo civico Gaetano Savasta]], con due sezioni: l'archeologica presso l'ex carcere borbonico e l'etnoantropologica (Museo della Civiltà Contadina), presso l'ex macello comunale;
* La [[Galleria d'Arte Moderna]], è collocata dal 2015 nei locali di Via Roma 26. La collezione è formata da donazioni di artisti che nel passato hanno esposto a Paternò. Sono presenti opere di numerosi autori tra cui [[Mario Sironi]], [[Fausto Pirandello]], [[Piero Guccione]], [[Remo Brindisi]], [[Sergio Vacchi]], [[Achille Pace]], [[Nicola Maria Martino]], Enzo Indaco.
* Il [[Palazzo delle arti (Paternò)|Palazzo delle Arti]], presso l'ex [[Ospedale Santissimo Salvatore]].
 
=== Media ===
Nel territorio di Paternò vengono ricevuti i segnali di tutte le [[emittenti radiofoniche|emittenti radio]]-[[televisione|televisive]] a diffusione nazionale, e le maggiori a diffusione regionale, in particolare quelle catanesi e della provincia etnea (come l'adranita ''Radio Flash''). A queste si aggiungono le emittenti televisive locali [[Ciak Telesud]], VideoStar TV e City Tv e quelle radiofoniche Radio Video City e Radio Touring. Tra i periodici appuntamento fisso è il quindicinale Gazzetta Rossazzurra mentre tra i magazine c'è il mensile Zona Franca, infine tra i siti internet di informazione: 95047.it, Corriere Etneo e Gazzetta Rossazzurra News.
 
=== Cinema ===
Paternò è stata scelta come ___location per alcuni film:
* ''[[Cavalleria rusticana (film 1939)|Cavalleria rusticana]]'' ([[1939]]) di [[Amleto Palermi]]
* ''[[I fidanzati]]'' ([[1963]]) di [[Ermanno Olmi]]
* ''[[La piovra 7 - Indagine sulla morte del commissario Cattani|La piovra 7]]'' ([[1995]]) [[miniserie televisiva]] diretta da [[Luigi Perelli]] (settima stagione della ''[[La piovra (serie televisiva)|Piovra]]'')
* ''[[Vipera (film)|Vipera]]'' ([[2001]]) di [[Sergio Citti]]
* ''[[La matassa]]'' ([[2009]]) di [[Ficarra e Picone]] e [[Giambattista Avellino]]
 
=== Cucina ===
Dal punto di vista [[gastronomia|gastronomico]], la cucina paternese è pressoché identica a quella tipica dell'area etnea, ma ha delle peculiarità per ciò che riguarda la tradizione [[dolci]]aria.<ref>{{cita web|url=http://www.francocrisafi.it/web_secondario/pasqua/sabatosanto.htm|titolo=USI E COSTUMI DEL SABATO SANTO A PATERNÓ|accesso=4 marzo 2012}}</ref>; Tipico dolce [[Natalizio]] la ''luna'', dolce a forma di mezzaluna ripiena di fichi secchi, miele, arance, mandarini e limoni canditi, pinoli, noci, mandorle, uva passa e cannella. Questo è il dolce paternese per eccellenza. Imitato e copiato nella zona.
 
Piatto tradizionale paternese è la ''rana'', per la quale nel mese di settembre di ogni anno viene organizzata una [[Sagra (festa)|sagra]], che comprende anche le altre specialità culinarie locali<ref>{{cita web|url=http://www.siciliainfesta.com/sagre/sagra_della_rana_paterno.htm|titolo=Sagra della Rana a Paternò|accesso=6 marzo 2012}}</ref>. Per questo i paternesi vengono chiamati dagli abitanti degli altri comuni <nowiki>''mangialarunghi''</nowiki>. Soprannome di cui i paternesi vanno fieri.
 
== Geografia antropica ==
[[File:Mappa urbanistica di Paternò.jpg|thumb|upright=1.4|Mappa urbanistica di Paternò]]
=== Urbanistica ===
{{vedi anche|Urbanistica di Paternò}}
L'attuale [[centro storico]] di Paternò si sviluppò verso la seconda metà del [[XVI secolo]], quando vi si insediarono gli abitanti provenienti dalla Collina Storica, e l'abitato fu oggetto di numerosi interventi edilizi a partire dal secolo successivo.
 
La pianta urbanistica della città presenta delle particolari sequenze a "croce" di strade e di piazze. Si parte della via Vittorio Emanuele - detta "strada dritta" per via della sua struttura lineare - costruita agli inizi del [[XIX secolo]] con il nome di via Ferdinandea, che attraversa gran parte del centro, tocca la piazza Regina Margherita - detta i "Quattro Canti" e molto simile a quelli di [[Quattro Canti (Palermo)|Palermo]] - e la piazza Indipendenza, per poi concludersi davanti il prospetto della chiesa del Monastero.
 
Accanto al "salotto" classico dell'antica e suggestiva via Vittorio Emanuele ricca di dimore patrizie si affiancò, a partire dal [[secondo dopoguerra italiano|secondo dopoguerra]], la via Emanuele Bellia (più larga della "strada dritta")<ref name="Dati PRG 95"/>.In questa via più moderna e funzionale si affacciano grandi ed alti palazzi, negozi lussuosi ed attività commerciali di vario genere, è interrotta dalla grande piazza della Regione su cui prospettano gli edifici del primo circolo didattico, caserma dei carabinieri e pretura.Al centro incorniciata da spazi verdi è ubicata una fontana artistica con grandi pannelli a mosaico recanti scene di vita paternese.
 
Nel [[1976]]<ref name="Ardizzone"/> furono avviati i lavori per la realizzazione del quartiere "satellite" in contrada Ardizzone. Paternò subì quindi nuove spinte centrifughe che la portarono ad una successiva espansione verso il fronte orientale a partire dal corso Italia e dal corso del Popolo che videro il fiorire di nuove palazzine e ampliamenti delle strade con l'aggiunta di viali alberati e giardini, nonché la presenza della attuale sede del [[Comune|Municipio]] (un moderno palazzo di 10 piani edificato nel [[1980]]).
 
L'abitato di Paternò è a tutt'oggi in fase di espansione: verso la parte sud della città è prevista infatti l'urbanizzazione del quartiere [[Scala Vecchia-Palazzolo]], il cui progetto comprende la realizzazione di un [[giardino|parco]], di alloggi popolari e di nuove strade<ref>''In arrivo sette milioni di euro per il quartiere Scala Vecchia'' - La Sicilia, 10 febbraio 2012</ref>.
 
=== Quartieri ===
Pur essendo un comune di notevole ampiezza demografica e territoriale, a Paternò non esistono suddivisioni in quartieri, a livello amministrativo, ma storico. Ad eccezione fatta per il quartiere Ardizzone, i rioni paternesi sono tutti situati all'interno o a ridosso del centro storico. I quartieri di Paternò traggono la loro origine dall'antichità e dalla presenza di un [[edificio]] [[Religione|religioso]]<ref name="quartieri">{{cita|Cfr. S. Di Matteo, ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'', 2009|p. 64}}.</ref>, ed essi sono:
 
Acquagrassa, [[Quartiere Ardizzone|Ardizzone]], Balatelle, Cappuccini, Circumvallazione, Coniglio, Consolazione, Falconieri, Gancia, Montecenere, Pioppi, Purgatorio, [[Quattro Canti (Paternò)|Quattro Canti]], San Biagio, San Francesco di Paola, San Giovanni (o delle Palme), San Michele, Sant'Antonio, Santa Barbara, Santa Caterina, Santissimo Salvatore, [[Scala Vecchia-Palazzolo]], Villetta, Via Sardegna, Zona Mazzini, Comune via G. Verga sud. I quartieri più popolosi sono il quartiere Ardizzone, Scala Vecchia, Villetta, Sardegna. Mazzini, ed Acqua Grassa. Tutti quartieri sorti dal dopoguerra ad oggi.
 
=== Contrade ===
Nel territorio comunale di Paternò si trovano numerose contrade, che sono per gran parte zone disabitate e dove vi sono situati molti terreni agricoli. La toponomastica delle contrade paternesi deve la propria origine al cognome di un [[feudatario]] o per ragioni puramente storiche<ref name="quartieri"/>:
 
Acqua Rossa, Archimandrita, Ardizzonella, Baè, Barriera, Bellacortina, Buffa, Cafaro, Campisi, Canfarella, Cannicciola, Capannoni, Capitano, Cappellano, Cappuccini Vecchi, Carrubba, Casulle, Cavallara, Cesarea, Chiapparia, Chiusa Oria, Ciappe Bianche, Ciaramito, Cisterna, Civita, Civiti, Condotti, Coscia del Ponte, Costantina, Costantinella, Cotoniera, Currone, Cutura, Damuso, Feudo Stella, Fondaco della Fata, Fondaco Petulenti, Fontana Paradiso, Fossa della Creta, Fragione, Gammarella, Gerbini, Gerbini Soprano, Gerbini Sottano, Giacobbe, Giaconia, Gianferrante, Giosafatta, Iazzo, Jaconianni, Jungo, Lago, Leone, Magazzinazzo, Malcocinato, Malvezzaro, Mellicucco, Mendola, Monafria, Moncichene, Navarra, Nicolò, Ospedaletto, Palazzolo, Pantafurna, Pantano, Patellina, Pericello, Pero, Pescheria, Petulenti, Piano Lago, Picone, Pietralunga, Pispisa, Pizzo Scalilla, Poggio del Monaco, Poggio Rosso, Poira, Porrazzo, Portere Stella, Portiere Stella, Prefalaci, Priolo, Puzzillo, Raisa, Regalizie, Renazzi, Rescaporto, Revogadro, Revogadro Grande, Revogadro Piccolo, Rocce Acitano, Romito, Rotondella del Fiume, Tanazzo, Tanazzo Soprano, Tanazzo Sottano, Trappetazzo, Tre Fontane, Valle Soprana, Volta dei Cerchi, Zappulla<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www2.comune.paterno.ct.it/gt/gt_p_vie_elenco.php?GTVIDES=&x=575bbb828c0844cf0e7ed5a0a572205e&FormVie_Page=1#Vie Stradario ufficiale dal sito del Comune di Paternò] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
=== Frazioni ===
Nonostante la vastità del territorio, [[Sferro]], centro agrumicolo situato nella Piana di Catania, è l'unica [[Frazione geografica|frazione]] del comune di Paternò<ref>{{cita web|url=http://www.cuoredisicilia.it/index.php?view=article&catid=113%3Aunica-cennistorici&id=292%3Acomuni-e-frazioni-di-catania&format=pdf&option=com_content&Itemid=131|titolo=Comuni e frazioni di Catania|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Furono frazioni del comune di Paternò, [[Licodia di Paternò]] (l'odierna Santa Maria di Licodia)<ref>V. Amico, ''Dizionario topografico della Sicilia'' vol. I, Morvillo, 1858, p. 605</ref> e [[Ragalna]], elevate a comuni rispettivamente nel [[1841]] e nel [[1985]]. Il ''Dizionario Geografico dei Comuni della Sicilia e delle frazioni comunali'' di Giuseppe Di Vita ed edito da Pravatà nel [[1906]], indica come frazioni anche Barca e Schettino<ref name="malaria"/>.
 
== Economia ==
Paternò è da sempre uno dei maggiori centri agricoli della provincia di Catania: in passato l'[[agricoltura]] ha costituito il settore primario nell'economia paternese. Tuttavia però, con la terziarizzazione dell'economia verificatasi degli ultimi decenni, il primo settore è rappresentato dalle imprese attive nel [[commercio]] (39,8%), seguite da quelle attive nell'agricoltura (18,6%), nell'[[edilizia]] (16,2%), nel settore [[industria|manifatturiero]] (8,6%), e il resto da servizi, trasporti, ecc. (16,8%)<ref>{{cita web|url=http://www.urbistat.it/it/economia/imprese/paterno-/87033/4|titolo=Dati economici 2010 relativi alle imprese di Paternò per settore dal sito dell'URBISTAT|accesso=28 febbraio 2012}}</ref>.
 
=== Agricoltura ===
{{vedi anche|Arancia Rossa di Sicilia}}
Il principale settore produttivo è sempre stato quello di produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. In passato era molto importante il settore agrumario, di cui era rinomata l'[[Arancia Rossa di Sicilia|arancia rossa]], la ''sanguinella'', esportata in tutto il mondo. L'arancia rossa di Paternò è tuttora la più pregiata della Sicilia, ed ha reso Paternò famosa in tutto il mondo. In contrada Ponte-barca, nei pressi del fiume Simeto si trova la grande azienda agrumicola Costantina, che fino agli anni 70-80 era la più grande azienda agrumicola del mondo. Si producono anche [[cereali]], [[ortaggi]], [[pomodori]], [[olive]], mandorle, frutta in genere ed [[uva]].
 
In passato molto diffuse erano anche altri tipi di colture. Fino al [[XVI secolo]], Paternò fu, assieme a Catania ed Acireale, uno dei maggiori centri della provincia per la coltivazione del [[baco da seta]], ed assieme ad [[Adrano]], il maggiore centro nella coltivazione del [[Gossypium|cotone]]<ref>{{cita|Cfr. S. Correnti, ''Paternò'', 1973|p. 151}}.</ref>. Non meno rilevanti erano le coltivazioni dei [[legumi]] e delle [[mandorle]], a cui si aggiungeva anche una significativa produzione [[vino|vinicola]].
 
Dai dati del V [[Censimento generale dell'agricoltura]] effettuato nel [[2000]], è emerso che a Paternò la [[superficie agricola utilizzata]] è risultata di 4.926,06 ha (per oltre l'80% impiegata nell'agrumicoltura), mentre di soli 232,46 ha, è risultava invece la superficie agricola non utilizzata. Tale situazione è dovuta principalmente alla fertilità del territorio, che fanno della città etnea una dei maggiori centri agricoli della provincia<ref name="superficie"/>.
 
Oggi la produzione è orientata verso il settore [[conserve alimentari|conserviero]] [[agroalimentare]].
 
=== Artigianato ===
Fiorenti sono le [[artigianato|attività artigianali]], che hanno avuto notevole impulso negli ultimi decenni, e vantano la produzione dei famosi [[Carretto siciliano|carretti siciliani]]. Hanno assunto grande importanza anche la lavorazione dell'[[argilla]], del [[ferro battuto]], della [[ceramica]], della [[Basalto|pietra lavica]] e soprattutto della [[pietra lavica ceramizzata]].<ref>[http://www.carrettosiciliano.com/sicilia-story/59-i-comuni-etnei/111-paterno.html Dal sito Carrettosiciliano.com]</ref><ref name=Aci>{{cita libro | titolo=Atlante cartografico dell'artigianato | editore=A.C.I. | città=Roma | anno=1985 | volume=3 | p=18}}</ref>
 
=== Industria ===
Nel complesso l'[[attività manifatturiera]] è poco sviluppata, e oltre al settore delle conserve, riguarda anche i settori della plastificazione e degli imballaggi.
 
=== Commercio e servizi ===
Notevole l'impiego nel [[settore terziario]], e molto presenti sono le [[commercio|attività commerciali]], soprattutto nel centro cittadino.
 
Per molti anni il centro storico di Paternò è stato una vera e propria "città del commercio", poi andata in crisi con la chiusura di molti esercizi, dovuta alla proliferazione dei [[Centro commerciale|centri commerciali]] nella provincia etnea degli [[anni 2000]] - in primo luogo [[Etnapolis]] nella vicina Valcorrente - che hanno attirato in maniera significativa una buona fetta del bacino di utenza servito dai negozi di Paternò.
 
Molto fiorente è anche l'attività del [[mercato]] trisettimanale, che per l'appunto si svolge per tre giorni alla settimana (lunedì, giovedì, sabato) in contrada Fonte Maimonide. Conosciuto dai paternesi come ''a fera o' jovi'', ovvero "la fiera del giovedì", storicamente l'attività del mercatino era concentrata in [[Piazza Vittorio Veneto (Paternò)|piazza Vittorio Veneto]], ed è stato trasferito nell'attuale sito nel [[1982]]<ref>''La famiglia dei "puntinari"'' - La Gazzetta Rossazzurra, 7 luglio 2012</ref>.
 
In passato Paternò fu un significativo centro [[finanza|finanziario]], in quanto sede di diversi [[istituto di credito|istituti di credito]]: il primo fu la [[Banca di Paternò|Banca Popolare di Paternò]] fondata nel [[1886]]. Altri istituti bancari furono la ''Banca Commerciale di Credito Vittorio Emanuele'', la ''Cassa Agricola G.B. Nicolosi'' e la ''Cassa di Credito La Combattente''<ref>[http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/strumric/altri/Elenco_banche.pdf ELENCO DELLE BANCHE DOCUMENTATE NEL FONDO BANCA D'ITALIA - SOTTOFONDO VIGILANZA (1926-1961)] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110626025045/http://www.bancaditalia.it/servizi_pubbl/arch_sto/strumric/altri/Elenco_banche.pdf |data=26 giugno 2011 }}</ref>.
 
== Infrastrutture e trasporti ==
=== Strade ===
Per la sua posizione geografica e per l'importanza che riveste nell'area in cui è situata, la città di Paternò è servita da numerose [[strada statale|strade statali]] che la collegano con altri comuni, e [[strada provinciale|provinciali]], che la collegano con altri comuni e si trovano anche all'interno del suo territorio e collegano le varie contrade.
 
;Strade Statali
 
* [[Strada statale 121 Catanese]]: collega al capoluogo catanese. Ammodernata a due corsie separate negli anni ottanta, è ormai del tutto insufficiente al volume di traffico giornaliero;
* [[Strada statale 284 Occidentale Etnea]]: collega con [[Randazzo]]<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/index.php?/strade/consistenza/regione#titolo_pagina|titolo=Strada Statale 284 Occidentale Etnea|accesso=10 marzo 2012}}</ref>;
* [[Strada statale 575 di Troina]]: collega con [[Troina]] e gli altri centri dell'Ennese da località Ponte Maccarrone<ref>{{cita web|url=http://www.stradeanas.it/index.php?/strade/consistenza/regione#titolo_pagina|titolo=Strada Statale 575 di Troina|accesso=10 marzo 2012}}</ref>.
 
;Strade Provinciali<ref>[http://www.francocrisafi.it/web_secondario/stradario/le%20strade%20statali%20ecc.htm Strade provinciali dal sito Francocrisafi.it]</ref>
 
* SP 4/II: ''S. Maria di Licodia – Belpasso - Nicolosi''
* SP 15: ''Valcorrente – Agnelleria – Ponte Barca''
* SP 24: ''Ponte Barca – Gerbini''
* SP 56/II: ''Patellina – Belpasso''
* SP 57: ''Paternò – Ragalna''
* SP 58: ''Paternò – Tre Fontane''
* SP 77: ''Tre Fontane – Agnelleria – Barca dei Monaci (Giarretta)''
* SP 102/I: ''Lago – Sferro''
* SP 102/II: ''Sferro – Bivio per Castel di Judica''
* SP 135: ''Paternò – Fossa della Creta''
* SP 136: ''Scalilla – Porrazzo''
* SP 137/I: ''S. Marco – Pietralunga – Schettino''
* SP 137/II: ''Tre Fontane – Fontana Paradiso''
* SP 138: ''Ponte Barca – Tre Fontane''
* SP 139: ''S. Marco – Ponte Barca''
* SP 140: ''Paternò – Iaconianni''
 
=== Ferrovie ===
{{vedi anche|Ferrovia Catania-Motta-Regalbuto|Ferrovia Circumetnea|Stazione di Paternò-San Marco|Stazione di Paternò|Stazione di Sferro|Stazione di Gerbini}}
[[File:Paternò stazione fce.jpg|thumb|Stazione FCE di Paternò]]
Nonostante la presenza di ben due stazioni ferroviarie, [[Stazione di Paternò-San Marco|quella]] delle [[Ferrovie dello Stato]] non ha mai rappresentato un'alternativa valida di trasporto viaggiatori ma ha svolto un grande volume di traffico merci derrate e agrumario fino alla fine degli [[anni 1970|anni settanta]]: oggi è dismessa.
 
L'altra, a [[scartamento ridotto]] della [[Ferrovia Circumetnea]] (attiva dal [[1895]]) svolge ancor oggi un discreto servizio pendolare; è in progetto, già approvata ma non interamente finanziata, la costruzione della tratta extraurbana della [[Metropolitana di Catania]], che assicurerà celeri collegamenti continui e cadenzati<ref>{{cita web|url=http://www.informasicilia.it/2010/07/01/paterno%E2%80%99ct-linea-circum-paterno%E2%80%99-adrano-ripresi-lavori-di-ammodernamento-linea-metropolitana-il-tracciato-chiuso-fino-settembre-servizio-bus-sostituzione/|titolo=CIRCUM-ETNEA: TRATTA PATERNO’-ADRANO, RIPRESI I LAVORI DI AMMODERNAMENTO PER LINEA METROPOLITANA. IL TRACCIATO CHIUSO FINO A SETTEMBRE. SERVIZIO BUS IN SOSTITUZIONE|accesso=7 marzo 2012}} - Informasicilia.it, 1º luglio 2010</ref>.
 
=== Autolinee ===
La Ferrovia Circumetnea gestisce anche una linea di [[autobus]] che svolgono servizio lungo la direttrice Catania - Adrano<ref>{{cita web|url=http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/come_raggiungerci/|titolo=Come raggiungere Paternò|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120428184802/http://www.comune.paterno.ct-egov.it/la_citt%C3%A0/come_raggiungerci/|dataarchivio=28 aprile 2012}}</ref>, mentre il trasporto urbano è affidato ai bus navetta dell'[[Azienda Siciliana Trasporti]] che collegano le varie zone della città<ref>{{cita web|url=http://www.aziendasicilianatrasporti.it/opencms/export/ast/files/cartaservizi.pdf|titolo=Documento elaborato dall'AST|accesso=7 marzo 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091229214254/http://www.aziendasicilianatrasporti.it/opencms/export/ast/files/cartaservizi.pdf|dataarchivio=29 dicembre 2009}}</ref>.
 
== Amministrazione ==
{{vedi anche|Sindaci di Paternò}}
 
=== Gemellaggi ===
Paternò è gemellata con:
* {{gemellaggio|Usa|Santa Barbara (California)|1978}}<ref>{{cita|S. Correnti, ''Paternò'', 1983|p. 100}}.</ref>
* {{gemellaggio|Italia|Sesto Fiorentino|1981}}<ref>{{cita|B. Rapisarda, ''Paternò fra due torri'', 1992|p. 127}}.</ref>
* {{gemellaggio|Germania|Menden (Sauerland)|1987}}<ref>{{cita|Cfr. N. Lombardo, ''Dai normanni ai democristiani. Storia di un gruppo dirigente (Paternò 1943-1993)'', 2009|p. 299}}.</ref>
 
=== Altre informazioni amministrative ===
Il comune di Paternò fa parte delle seguenti organizzazioni sovracomunali:
* [[regione agraria]] n.6 - Colline litoranee di Paternò<ref>Insieme con i comuni di Belpasso, Ragalna e Santa Maria di Licodia.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.comuni-italiani.it/087/033/|titolo=Unione comuni|accesso=18 febbraio 2012}}</ref>
* [[patto territoriale]] "Patto Territoriale Simeto Etna"<ref>[http://db.formez.it/progettipass.nsf/326212652e8ed8bd802567680052b625/9dd95a7b23ad6bc9802566c0005f2596?OpenDocument Dal sito Db.formez.it]</ref>
 
== Sport ==
Ha sede nel comune la squadra di [[calcio (sport)|calcio]], [[Paternò Calcio|A.S.D. Paternò Calcio]], squadra che da sempre occupa un ruolo importante nel panorama calcistico siciliano. Nel suo palmares ha infatti 2 presenze in serie C1 ([[Serie C1 2002-2003]] e [[Serie C1 2003-2004]]), 1 presenza in C2 con relativa vittoria dei playoff ([[Serie C2 2001-2002]]), 29 presenze in serie D, tra cui la vittoria nel campionato [[Serie D 2000-2001]] e 3 secondi posti ([[Serie D 1964-1965]], [[Serie D 1965-1966]] e [[Serie D 1968-1969]]) e svariate nei massimi tornei regionali. Attualmente disputa il campionato di [[Eccellenza Sicilia 2018-2019|Eccellenza 2018-2019.]] Una Curiosità: Nella stagione 2002, secondo uno schema elaborato da un computer sulla mole di gioco prodotta da tutte le squadre d'Europa, da parte del quotidiano ''[[l'Unità]]'', il Paternò è risultata la squadra più forte d'Europa!
 
Il Baseball nasce a Paternò nel 1970. La prima società che ospitò questo sport americano fu la Polisportiva Libertas Itala. La società di baseball Polisportiva Warriors Paternò, nata nel 1982, porta il Baseball paternese e siciliano nella massima serie italiana nel 2001.
Il Baseball paternese vince due Campionati Italiani di Baseball, due Scudetti :
Il primo nel 2010 con la società Paternò Dodgers, nata nel 1993, vincendo il Campionato Italiano di categoria giovanile Little League Ragazzi Under 12 ed il secondo nel 2016 la società [[Paternò Red Sox]], nata nel 2008, vincendo il Campionato Italiano di Serie A.
 
Ha inoltre sede nel comune la società di [[pallacanestro]] maschile, Basket Club Paternò, fondata nel 2010 che ha disputato la [[Serie C (pallacanestro maschile)|Serie C]] nel 2011. Attualmente disputa il campionato di [[Serie D (pallacanestro)|serie D]].
 
Paternò è stata per due volte tappa del [[Giro d'Italia]]: la prima nel [[Giro d'Italia 1949|1949]]<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 161</ref>,la seconda nel [[Giro d'Italia 1967|1967]]<ref>A. Cunsolo, B. Rapisarda Tripi, ''Note storiche su Paternò'' vol. 2, Ibla, 1976, p. 165</ref>.
 
=== Impianti sportivi ===
Il campo di calcio [[Velodromo Salinelle|Salinelle]], costruito nel dopoguerra, convertito in [[velodromo]] nel [[2003]] versa in stato di abbandono ed è oggetto di ripetuti e continui atti di vandalismo<ref>''Velodromo «Salinelle» un'altra brutta sorpresa'' - La Sicilia, 6 marzo 2011</ref>. Rientra tra le 320 opere incompiute in Italia<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/30/ecco-censimento-degli-incompiuti/187625/|titolo=Opere pubbliche, le 320 incompiute|accesso=29 febbraio 2012}} - Il FattoQuotidiano, 30 gennaio 2012</ref>.
 
Poco vicino al velodromo, sorge lo [[stadio Falcone-Borsellino]], da 6.000 posti, inaugurato nel [[2001]]<ref>[http://www.rivieraoggi.it/2004/05/05/5281/tifo-a-paterno/ "Tifo a Paternò" - Rivieraoggi.it, 5 maggio 2004]</ref>.
 
Hanno inoltre sede nel comune, un palazzetto dello sport, ubicato in via Bologna, un campo di [[softball]] in via Giovanni Verga, la [[piscina]] comunale Giovanni Paolo II, inaugurata nel [[2009]]<ref>''«È un sogno che si avvera»'' - La Sicilia, 9 agosto 2009</ref><ref>{{cita web|url=http://www.paternesi.com/index.php?option=com_content&view=article&id=361:nuoto-campionati-regionali-master-a-paterno&catid=52:altri-sport&Itemid=81|titolo=Caratteristiche piscina su Paternesi.com|accesso=29 febbraio 2012|urlmorto=sì}}</ref> e cinque campi da tennis<ref>''Paternò, campi da tennis nel mirino, rubati cavi di rame della rete elettrica'' - La Sicilia, 29 gennaio 2008</ref>.
 
Inoltre, nel 1998, viene costruito da alcuni appassionati e dirigenti di baseball il campo da gioco regolamentare denominato Warriors Field. L'impianto privato e non comunale, però, sorge a 3 chilometri dal centro abitato, su un terreno di proprietà di un'opera pia nel territorio di Belpasso. Nel 2019 il campo, sul quale è stato vinto il primo Scudetto paternese nel 2016, viene ridenominato Red Sox Park ed è la casa dei [[Paternò Red Sox]].
 
==Galleria d'immagini==
<gallery mode="packed">
File:Municipio di Paternò.JPG|Il palazzo del Municipio nel quartiere Ardizzone
File:Monastero annunziata 1.jpg|L'ex-[[monastero della Santissima Annunziata (Paternò)|monastero della Santissima Annunziata]]
File:Panorama Paternò 2.JPG|Paternò vista dalla [[Collina Storica]]
File:Porta del Borgo.JPG|Porta del Borgo
File:Santuario della Consolazione a Paternò 2.JPG|Il [[Santuario della Madonna della Consolazione (Paternò)|santuario della Madonna della Consolazione]]
File:Giardino Moncada a Paternò.JPG|Ingresso del [[giardino Moncada]], villa comunale della città
</gallery>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* AA. VV. - ''Piccole città, borghi e villaggi: viaggio attraverso storie e itinerari inconsueti, paesi medievali e centri rinascimentali, borghi murati e città progettate'', vol. 3 - Milano, Touring Editore, 2008, ISBN 88-365-4786-9.
* S. Borzì - ''Sicilia schiava: panoramica azione critico-storica sugli antichi avvenimenti di Sicilia'' - Catania, Marchese, 1962.
* C. Ciccia - ''Il mito d'Ibla nella letteratura e nell'arte'', Pellegrini, Cosenza, 1998, pp. 120. ISBN 8881010437 [http://www.literary.it/dati/literary/C/ciccia/il_mito_dibla_nella_letteratura.html], [https://web.archive.org/web/20161007082845/http://www.paternogenius.com/pagine/Carmelo%20Ciccia/Pagine/ibla.htm] e parzialmente [https://books.google.it/books?id=hpHDc_n6JjUC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false].
* C. Ciccia, ''Il suono delle campane a Paternò intorno alla metà del sec. XX'', “Ricerche”, Catania, 2003, pp. 20.
* C. Ciccia, ''I cognomi di Paternò: oltre 2000 cognomi di Sicilia e d'altrove'' - Catania, Centro di Ricerche Economiche e Scientifiche, 2004, pp. 300, [https://web.archive.org/web/20160612091600/http://www.paternogenius.com/pagine/Carmelo%20Ciccia/Pagine/Cognomi.htm] e [http://www.literary.it/dati/literary/C/ciccia/i_cognomi_di_paterno.html].
* S. Correnti - ''Paternò'' - Palermo, Nuova Trinacria, 1973.
* F. R. Corsaro - ''Dizionarietto etimologico dell'idioma paternese'' - Catania, Arti Grafiche "Il Cinabro", 1989 [https://web.archive.org/web/20090219011714/http://www.paternogenius.com/pagine/corsaro/dizionario/corsarodiz.htm].
* F. Giordano - ''Sofonisba Anguissola a Paternò'' - Monografia del periodico scientifico culturale ''Ricerche'' C.R.E.S., anno 2008, anno 12 n. 1.
*F. Giordano - ''Paternò. Il mistero del tunnel della Collina storica: potrebbe essere un’opera araba'' - Articolo su Yvii24.it, 19/10/2017.
* F. Giordano - ''Un unicum storico: la più antica veduta di Paternò'' - Monografia del periodico scientifico culturale ''Ricerche'' - giugno 2009, Catania, C.R.E.S., anno 13 n.2.
* S. Di Matteo - ''Paternò. La storia e la civiltà artistica'' - Palermo, Arbor Edizioni, 2009, ISBN 88-86325-38-X.
* S. Di Matteo - ''Paternò: nove secoli di storia e di arte'' - Palermo, GE Edizioni, 1976.
* V. Fallica - ''Storia di Paternò'' - Catania, Opera Universitaria, 1991.
* E. Ponchieri - ''Tra i Normanni nell'Italia meridionale'' - Roma, Edizioni Scientifiche Italiane, 1964.
* B. Rapisarda - ''Paternò fra due torri'' - Paternò, Marchese, 1992.
* G. Savasta - ''Memorie storiche della città di Paternò'' - Catania, Galati, 1905.
 
== Voci correlate ==
*[[Maria Amelia Cecil, I Marchesa di Salisbury]]
* [[Area metropolitana di Catania]]
* [[PaesiCecil etnei(famiglia)]]
* [[CalanchiMarchese deldi CannizzolaSalisbury]]
* [[CircondarioMarchese di CataniaExeter]]
* [[DistrettoJames Cecil, VI conte di CataniaSalisbury]]
* [[Piana di Catania]]
* [[Chiesa di Cristo Re (Paternò)]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|wikt}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.paternesi.com/|Sito di Paternò}}
 
* {{cita web | 1 = http://www.comune.paterno.ct.it/hh/index.php | 2 = Sito ufficiale del Comune di Paternò | accesso = 26 novembre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171114040658/http://www.comune.paterno.ct.it/hh/index.php | dataarchivio = 14 novembre 2017 | urlmorto = sì }}
{{Box successione
* {{cita web | 1 = http://www.terredipaterno.it/ | 2 = Sito ufficiale dalla Pro Loco di Paternò | accesso = 26 novembre 2015 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20171113232351/http://www.terredipaterno.it/ | dataarchivio = 13 novembre 2017 | urlmorto = sì }}
|tipologia=incarico parlamentare
|carica=[[Parlamento inglese|Deputato del Parlamento del Regno di Gran Bretagna]] per [[Great Bedwyn (circoscrizione elettorale)|Great Bedwyn]]
|precedente=[[James Stopford, II conte di Courtown]]<br />con [[Paul Methuen]]
|successivo=[[Paul Methuen]]<br />con [[Merrick Burrell]]
|periodo= [[1774]]-[[1780]]<br />con [[Paul Methuen]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico parlamentare
|carica=[[Parlamento inglese|Deputato del Parlamento del Regno di Gran Bretagna]] per [[Launceston (circoscrizione elettorale)|Launceston]]
|precedente=[[Humphry Morice]]<br />con [[John Buller]]
|successivo=[[Thomas Bowlby]]<br />con [[Charles Perceval, II barone Arden|Charles Perceval]]
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|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico parlamentare
|carica=[[Parlamento inglese|Deputato del Parlamento del Regno di Gran Bretagna]] per [[Plympton Erle (circoscrizione elettorale)|Plympton Erle]]
|precedente=[[John Durand]]<br />con [[William Fullarton]]
|successivo=[[Ralph Payne, I barone Lavington|Sir Ralph Payne]]<br />con [[James Archibald Stuart]]
|periodo= [[1780]]<br />con [[Ralph Payne, I barone Lavington|Sir Ralph Payne]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico politico
|carica=[[Treasurer of the Household]]
|precedente=[[George Onslow, I conte di Onslow|George Onslow, lord Onslow]]
|successivo=[[Thomas Howard, X conte di Effingham]]
|periodo= [[1780]]-[[1782]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico politico
|carica=[[Lord Ciambellano]]
|precedente=[[Francis Seymour-Conway, I marchese di Hertford|Francis Seymour-Conway, I conte di Hertford]]
|successivo=[[George Legge, III conte di Dartmouth]]
|periodo= [[1783]]-[[1804]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=incarico politico
|carica=[[Postmaster General]]
|precedente=[[Thomas Pelham, II conte di Chichester]]<br />con [[Richard Trench, II conte di Clancarty]]
|successivo=[[Thomas Pelham, II conte di Chichester]]
|periodo= [[1783]]-[[1804]]<br />con [[Thomas Pelham, II conte di Chichester]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=titolo onorifico
|carica = [[Lord Luogotenente dell'Hertfordshire]]
|immagine = FlagOfHertfordshire.PNG
|periodo = [[1771]]-[[1823]]
|precedente = [[William Capell, IV conte di Essex]]
|successivo = [[James Grimston, I conte di Verulam]]
}}
{{Box successione
|tipologia=titolo nobiliare
|carica=[[Marchese di Salisbury]]
|precedente=Titolo inesistente
|successivo=[[James Gascoyne-Cecil, II marchese di Salisbury]]
|periodo= [[1789]]-[[1823]]
|immagine = Union flag 1606 (Kings Colors).svg
}}
{{Box successione
|tipologia=titolo nobiliare
|carica=[[Marchese di Salisbury|Conte di Salisbury]]
|precedente=[[James Cecil, VI conte di Salisbury]]
|successivo=[[James Gascoyne-Cecil, II marchese di Salisbury|James Gascoyne-Cecil, VIII conte di Salisbury]]
|periodo= [[1780]]-[[1823]]
|immagine = Flag of England.svg
}}
 
{{Paternò}}
{{Comuni della città metropolitana di Catania}}
{{Controllo di autorità}}
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