Periodo Jōmon e Santuario della Madonna della Consolazione (Mascalucia): differenze tra le pagine

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{{Edificio religioso
{{avvisounicode}}{{Storia del Giappone}}
|Nome = Santuario della Madonna della Consolazione
[[File:Middle Jomon Period rope pottery 5000-4000BC.jpg|thumb|Un vaso del Medio Jōmon]]
|Immagine =
Il {{Nihongo|'''periodo Jōmon'''|縄文時代|Jōmon-jidai}} è il periodo di storia giapponese che va da circa il [[X millennio a.C.|10000 a.C.]] fino al [[300 a.C.]]<br />
|Larghezza =
Con "Jōmon" ci si riferisce al popolo e alla cultura [[giappone]]se di quell'epoca; occorre comunque tener ben presente che, data la vastità del periodo temporale coperto, non sono esistiti un popolo e una cultura "Jōmon" monolitici, quanto piuttosto più popoli e culture accomunati dall'uso di certe tecniche (in particolare dalla tecnica di produzione di vasellame).
|Didascalia =
|SiglaStato = ITA
|Regione = {{IT-SIC}}
|Città = {{simbolo|Mascalucia-Stemma.png}} [[Mascalucia]]
|Religione = [[Cattolicesimo]]
|DedicatoA = [[Maria (madre di Gesù)|Madonna della Consolazione]]
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|InizioCostr = [[XII secolo]] (ric. dopo il 1693)
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|Demolizione =
|Sito =
}}
Il '''Santuario della Madonna della Consolazione''', altresì nota come '''Chiesa Madre''', è un [[luogo di culto]] [[cattolico]] sito in [[Mascalucia]], in [[provincia di Catania]].
== Storia ==
L'edificazione di una chiesa nel medesimo luogo in cui sorge il Santuario, risalrebbe al [[XII secolo]], e fu intitolata al culto di [[San Nicola di Bari]], all'epoca patrono di Mascalucia.<ref name=snicola">{{cita web|url=http://win.lafrecciaverde.it/n97/articolo2/articolo.htm#7|titolo=CHIESA MADRE|accesso=}}</ref> Dopo l'infeudamento del casale da parte di [[Giovanni Andrea Massa]] avvenuta nel 1645, il titolo della parrocchia fu cambiato in quello della [[Madonna|Madonna della Consolazione]]: il Massa, regalò alla Chiesa Madre una pala d'altare raffigurante la Madonna della Consolazione ed un dipinto attribuito a [[Pietro Novelli]] raffigurante la [[Madonna delle Grazie]].<ref name="massa">{{cita news|autore=G. Pappa|url=https://mascaluciadoc.org/2017/08/07/chiesa-madre-santa-maria-della-consolazione/|titolo=Chiesa Madre, Santa Maria della Consolazione|pubblicazione=Mascalucia DOC|data=7 agosto 2017|accesso=27-07-2019}}</ref>
 
L'[[eruzione dell'Etna del 1669]], che seppellì molti borghi a ridosso del vulcano, risparmiò il centro cittadino mascaluciese e la Chiesa Madre, che invece venne completamente distrutta dal violento [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], ad eccezione dell'altare, oltrechè il [[campanile]] donato nel 1690 dal principe Nicolò Placido Branciforte, feudatario del paese col titolo di Duca di Santa Lucia.<ref name=snicola"/> Agli inizi del [[XVIII secolo]], il tempio venne ricostruito nell'attuale forma, a cui fu dato un aspetto più imponente.<ref name=snicola"/> I [[monaci benedettini]], che a quel tempo soggiornavano a Mascalucia al monastero di Sant'Antuneddu, arredarono gli interni della sacrestia, costruirono i confessionali e il coro ligneo, tutti in stile [[rococò]].<ref name=snicola"/><ref name="massa"/>
== Origine del nome ==
Il termine «Jōmon» è una traduzione in giapponese del termine [[lingua inglese|inglese]] ''cord-marked'' («segnato dalle corde») e si riferisce ai motivi con cui era decorato la maggior parte del vasellame di argilla tipico di questo periodo, che veniva creato utilizzando corde o bastoni con corde avvolti intorno ad essi. Il termine è stato introdotto nel [[1879]] da [[Edward Sylvester Morse]], studioso statunitense e professore di [[zoologia]] presso l'Università di Tokyo, che nel libro ''Shell Mounds of Omori'' descrisse i ritrovamenti del ''kaizuka'' («cumuli di conchiglie» - resti degli scarti, principalmente conchiglie, di insediamenti preistorici) di Omori (da lui scoperto due anni prima).
 
Ai primi del [[XX secolo]], il vicario sacerdote Vito Longo, dirigendo personalmente i lavori, ampliò la chiesa con la costruzione delle due navate laterali e del secondo campanile lasciato però incompleto.<ref name=snicola"/> Fu l'unica [[parrocchia]] di Mascalucia fino al 1944, con l'elevazione a rango parrocchiale della [[Chiesa di San Vito Martire]], e il 15 agosto 1986, l'Arcivescovo di Catania la elevò a [[santuario]].<ref name="santuario">{{cita web|url=http://www3.comunemascalucia.it/index.php/turismo-e-cultura/luoghi-di-culto/244-santuario-della-madonna-della-consolazione.html|titolo=Santuario della Madonna della Consolazione|accesso=27-07-2019}}</ref>
Il popolo Jōmon produsse vasellame e figure in argilla decorati con disegni ottenuti imprimendo nell'argilla umida bastoncini, corde intrecciate o non intrecciate con una sofisticazione in continua crescita. Le decorazioni a corda, pur avendo una funzione decorativa, avevano in realtà anche la funzione pratica di impedire la formazione di crepe sul vaso quando veniva posto sul fuoco. In generale il vasellame di questo periodo viene detto {{Nihongo|''Jōmon doki''|縄文土器||«vasellame Jōmon»}}.
 
== Descrizione ==
== Suddivisione dei periodi Jōmon ==
Il Santuario della Madonna della Consolazione, è situato in pieno centro storico di Mascalucia. Della Chiesa originaria sono ancora visibili i resti di un antico altare oggi posto nella cappella dell'abside.<ref name="descrizione">{{cita web|url=https://digilander.libero.it/gigi_friends/chiesa_madre.htm|titolo=Storia sulla Chiesa Madre di Mascalucia|accesso=27-07-2019}}</ref> La facciata principale, orientata a est, è realizzata in muratura intonacata di colore chiaro, ed è ripartita in tre grandi settori definiti da quattro lesene in pietra lavica che tracciano la struttura interna a tre navate di tipo basilicale. In ognuno dei partiti laterali rispettivamente si osservano una finestra rettangolare a cui fa seguito verso il basso una piccola finestra tonda che risulta come la prima bordata in pietra lavica; in basso infine un grosso torrione contribuisce a rendere severo tutto l'insieme architettonico.<ref name="descrizione"/>
Il periodo Jōmon viene ulteriormente suddiviso in sei sottoperiodi (a loro volta ulteriormente suddivisi) e caratterizzati dalla tipologia del vasellame prodotto, le date sono da considerare in maniera indicativa, dato che non esiste un preciso accordo tra gli archeologi e che i periodi sono identificati dal tipo di vasellame prodotto.
* '''[[#Jōmon Incipiente|Jōmon Incipiente]]''' ([[10000 a.C.|10000]] - [[7500 a.C.]]): suddiviso in ''Linear applique'', ''Nail impression'', ''Cord impression'' e ''Muroya inferiore''
* '''[[#Jōmon Iniziale|Jōmon Iniziale]]''' ([[7500 a.C.|7500]] - [[4000 a.C.]]): suddiviso in ''Igusa'', ''Inaridai'', ''Mito'', ''Tado inferiore'', ''Tado superiore'', ''Shiboguchi'' e ''Kayama''.
* '''[[#Primo Jōmon|Primo Jōmon]]''' ([[4000 a.C.|4000]] - [[3000 a.C.]]): suddiviso in ''Hanazumi'', ''Sekiyama'', ''Kurohama'', ''Moroiso A'', ''Moroiso B'' e ''Juusanbodai''.
* '''[[#Medio Jōmon|Medio Jōmon]]''' ([[3000 a.C.|3000]] - [[2000 a.C.]]): suddiviso in ''Katsusaka/Otamadai'', ''Kasori E1'' e ''Kasori E2''
* '''[[#Tardo Jōmon e Jōmon Finale|Tardo Jōmon]]''' ([[2000 a.C.|2000]] - [[1000 a.C.]]): suddiviso in ''Horinouchi'', ''Kasori B1'', ''Kasori B2''e ''Angyo 1''
* '''[[#Tardo Jōmon e Jōmon Finale|Jōmon Finale]]''' ([[1000 a.C.|1000]] - [[400 a.C.]]): suddiviso in ''Angyo 2''e ''Angyo 3''
 
Al centro del prospetto il portale in pietra lavica, caratterizzato da due colonne basaltiche ed arricchito da arabeschi in tema vegetale e da volute sui capitelli e sulle cornici, vi è l'unico accesso alla Chiesa dalla piazza antistante.<ref name="descrizione"/> Il portale d'ingresso è sormontato da una finestra litica, al cui interno è posta una statua della Madonna.<ref name="massa"/> La facciata si chiude in alto con un cornicione sempre in pietra lavica dal quale spicca la torre campanaria che termina con un'elegante guglia rivestita di mosaici policromi in ceramica.<ref name="descrizione"/>
=== Jōmon Incipiente ===
[[File:JomonPottery.JPG|thumb|Vasellame del periodo Jōmon Incipiente (10000-8000 a.C.), il più antico vasellame del mondo, [[Museo nazionale di Tokyo|Museo Nazionale]], [[Tokyo]].]]
Circa dal ([[10000 a.C.|10000]] al [[7500 a.C.]]): condizioni di vita più stabili fecero sorgere nel periodo intorno al 10000 a.C. una cultura [[mesolitico|mesolitica]], o come alcuni studiosi argomentano [[neolitico|neolitica]]. I membri dell'eterogenea cultura Jōmon sono forse i distanti antenati degli [[Ainu]], il popolo aborigeno del giappone moderno.
 
L'interno è a pianta basilicale con tre navate e transetto: la navata principale risulta bordata da colonne con capitelli corinzi e si conclude con un abside semicircolare; il soffitto è infine con volta a botte lunettate, decorato con cornicioni e stucchi.<ref name="descrizione"/> In origine la struttura presentava una sola navata, ampliata a tre agli inizi del Novecento.<ref name="massa"/> Il pavimento è in marmo policromo.<ref name="massa"/>
Secondo le prove archeleogiche il popolo Jōmon creò i primi esemplari di [[vasellame]] al mondo, datati a circa l'[[XI millennio a.C.]] (ritrovamenti del sito di Odai-Yamato), così come i primi manufatti in pietra levigata. L'antichità di questi esemplari venne stabilita per la prima volta dopo la [[seconda guerra mondiale]] mediante il metodo di datazione del [[carbonio 14]].<ref>«I primi esemplari di vasellame, il tipo "linear applique" venne identificato mediante il metodo del carbonio 14, applicato a campioni di materiale carbonizzato circa 12500 ± 350 anni prima dell'epoca presente» (''Prehistoric Japan: New Perspective on Insular East Asia'', Keiji Imamura)</ref>
 
Al suo interno la chiesa contiene delle opere d'arte di un certo pregio tra cui: la balaustra dell'altare maggiore con colonnine monolitiche in marmo; quattro altari a scultura ed a intarsio in marmo; il cancelletto della balaustra in legno dorato; il pulpito e l'organo sempre in legno. Nella Cappella del Sacro Cuore si trovano un altare della Esposizione, in legno dorato, un quadro sopra tavola raffigurante la Madonna delle Grazie attribuita a Pietro Novelli, una tela di Michele Rapisardi raffigurante la Madonna Addolorata, e il dipinto L'Estasi di Sant'Antonio di Giuseppe Consoli Guardo.<ref name="santuario"/>
La produzione di vasellame tipicamente implica un qualche tipo di vita sedentaria, poiché il vasellame è molto fragile e pertanto inutile ad una società di cacciatori-raccoglitori in costante movimento. Pertanto gli Jōmon furono probabilmente la prima popolazione sedentaria o perlomeno semisedentaria del mondo. A causa di ciò le prime forme di agricoltura sono a volte attribuite al Giappone (Ingpen & Wilkinson) nel 10000 a.C., duemila anni prima della loro diffusione nel [[Medioriente]].
 
I più antichi esemplari di vasellame ritrovato sono privi di decorazioni (''mumon'') successivamente compaiono vasellami con decorazioni in successione ''bean applique'' (''toryumon''), ''linear applique'' (''ryukisenmon'') e simili a unghie (''tsumegatamon''). Per la fine del periodo compare un quinto tipo di decorazione (''oatsu''), quest'ultima ha segni di corda su tutta la superficie ed una base piatta con un bordo spesso (a differenza della base appuntita o arrotondata dei tipi precedenti). La tecnologia di produzione del vasellame non è comunque ancora ben sviluppata, non si ritrova in tutti i siti del Jōmon Incipiente e quelli ritrovati non sono solitamente di buona fattura.
 
La caccia è la principale fonte di cibo ed i siti sono stati ritrovati in corrispondenza di caverne.
 
=== Jōmon Iniziale ===
Circa dal [[7500 a.C.|7500]] al [[4000 a.C.]] Cominciano a comparire siti con case in legno costruite su fosse poco profonde. Inizia lo sfruttamento delle risorse marine (i primi ritrovamenti di cumuli di conchiglie risalgono a questo periodo).
 
=== Primo Jōmon ===
Circa dal [[4000 a.C.|4000]] al [[3000 a.C.]]
Nel Primo Jōmon, grazie ad un clima lievemente più caldo aumenta la popolazione. Il livello dei mari è più alto di 2-3 metri di quello odierno, pertanto la linea costiera si spingeva più all'interno. I villaggi assumono una natura maggiormente a lungo termine, aumentano le dimensioni delle case e delle staccionate, anche se pare che venissero occupate stagionalmente. Il vasellame diventa più elaborato e compaiono stili regionali. La maggior parte hanno fondo piatto.
 
=== Medio Jōmon ===
[[File:Jomon vessel 3000-2000BC.jpg|thumb|Un vaso ''Kaen doki'' (火焔土器) vaso di fiamma, [[Museo nazionale di Tokyo|Museo Nazionale]], [[Tokyo]].]]
Dal [[3000 a.C.|3000]] al [[2000 a.C.]] circa.
 
Grazie al periodo di clima favorevole iniziato nel periodo precedente la cultura Jōmon raggiunge il suo apice, a questo periodo risalgono gli insediamenti più grandi ritrovati ed a questo periodo risalgono molti tipi elaborati di vasellame. Non è certo che gli insediamenti fossero occupati tutto l'anno o solo su base stagionale (alternando la residenza nelle montagne nei mesi estivi e autunnali con le pianure nell'inverno e primavera).
 
Al periodo Jōmon Medio appartengono i pezzi più appariscenti e barocchi, grazie all'affinamento della tecnica vengono prodotti vasi con orli sporgenti e grandemente decorati, decorazioni in rilievo, forme sinuose che rappresentano fiamme. Il vasellame che presenta questo tipo di orli viene detto ''suien doki'' (水煙土器) - ''suien'' significa «spumeggiante» (perché ricorda gli spruzzi delle onde che si infrangono a riva). A causa di questi stili elaborati si è ipotizzato che avessero un significato simbolico o rituale.
 
Molti elementi della cultura giapponese risalgono a questo periodo e riflettono un'immigrazione mista dall'Asia continentale, settentrionale e dalle zone meridionali dell'Oceano pacifico. Tra questi elementi ci sono la mitologia [[Shintoismo|Shintoista]], i costumi matrimoniali, gli archetipi architettonici e sviluppi tecnologici come la laccatura, la tessitura, la metallurgia e la produzione del vetro.
 
=== Tardo Jōmon e Jōmon Finale ===
Il numero di insediamenti e la popolazione declina bruscamente. Aumenta l'attività rituale ed in tutto il Giappone diventano più numerosi i siti di sepolture e vengono ritrovati molti manufatti rituali (bastoni, falli in pietra e statuette). Anche se l'incisione e la scultura di statutette in forme decorative era popolare nel Medio Jōmon ritorna l'uso delle decorazioni a corda, ma in questo caso porzioni delle decorazioni dopo essere state applicate vengono rimosse e la superficie lisciata. Viene sviluppata la tecnica di cottura del vasellame in un'atmosfera riducente.
 
Mentre ci sono evidenze dello sviluppo dell'agricoltura durante lo Jōmon Finale, il suo impatto sulla popolazione è minimo: le piante coltivate sono solo un'integrazione della dieta, mentre la maggior parte del cibo proviene dalla caccia e dalla raccolta. Lo sviluppo dell'agricoltura (con la diffusione della coltivazione del riso) segnerà il successivo [[Periodo Yayoi]].
 
== Fonti di sussistenza ==
All'inizio del periodo Jōmon le principali fonti di sussistenza sono la raccolta, la caccia e la pesca. Alla fine del periodo comincerà a diffondersi l'agricoltura.
=== Raccolta ===
L'arcipelago giapponese offre diversi tipi di piante commestibili, più circa un centinaio di funghi. La loro disponibilità dipende però dal periodo stagionale. Nei siti Jomon sono stati ritrovati finora circa una cinquantina di specie di piante diverse, in gran parte noci, [[Corylus avellana|nocciole]], [[Castanea|castagne]], [[Aesculus|castagne d'India]], ma anche resti di [[Fagopyrum esculentum|grano saraceno]], [[Pteridophyta|felci]], [[Zucca|zucche]], [[Ophioglossum vulgatum|ofioglosso comune]] e funghi. Bisogna tener presente però che il terreno acido del Giappone non si presta alla conservazione dei resti di materiali organici.
A partire dal Medio Jōmon cominciò a svilupparsi una forma rudimentale di [[agricoltura]] e [[orticoltura]]: sono state ritrovate indicazioni in alcuni siti della coltivazione intenzionale di alberi di castagne. Nei siti della [[prefettura di Nagano]] sono stati ritrovati attrezzi in pietra utilizzati per scavare tuberi e radici: dato che questa regione è coperta da dense foreste, si è ipotizzato che venissero tagliate delle radure per permettere loro di crescere meglio.
 
=== Caccia ===
Le specie più cacciate erano il [[cinghiale]] (tutto l'anno) ed il [[Cervus nippon|cervo]] (in primavera). Venivano anche cacciati animali di dimensioni minori (come scoiattoli volanti, volpi, scimmie e conigli). La caccia veniva effettuata con arco e frecce, oppure utilizzando trappole. Le trappole sono state molto utilizzate nel Jomon Incipiente (ma apparentemente in maniera poco organizzata) e man mano sempre meno (ma sono stati ritrovati resti di quelle che probabilmente erano staccionate usate per guidare la selvaggina fino alla trappola).
 
L'unico animale domestico pare che sia stato il cane, usato probabilmente nella caccia. Era un importante membro della società e sono state ritrovate numerose tombe di cani.
 
=== Pesca ===
Soprattutto nelle regioni del [[Kantō]] e dell'[[Hokkaidō]] sono stati ritrovati grandi cumuli di conchiglie, gli scarti della pulitura dei molluschi pescati. L'analisi dei resti indica che la maggior parte venivano pescati in primavera. A causa della grandi dimensioni di alcuni mucchi si è ipotizzato che ci potesse essere un commercio in carne di mollusco. Sono stati anche ritrovati ossi di tonno, salmone, testuggini, foche e delfini, così come ami d'osso, punte d'arpione dentellate, resti di reti e pesi per le reti.
 
=== Kaizuka ===
I {{Nihongo|''kaizuka''|貝塚|extra=«cumuli di conchiglia»}} sono mucchi di scarti lasciati da insediamenti preistorici, in questo caso cumuli di gusci e di residui di conchiglie, nelle cui vicinanze si sono ritrovati oggetti d'uso domestico, manufatti in pietra, ossa di cacciagione (cervi e cinghiali) ed i primi vasi in ceramica. Il primo ''Kaizuka'' fu scoperto da Morse nel [[1877]].
 
== Dogū ==
[[File:JomonStatue.JPG|thumb|upright=0.8|Un ''dogū'' del Jomon Finale ([[1000 a.C.|1000]]-[[400 a.C.]]), [[Museo nazionale di Tokyo|Museo Nazionale]], [[Tokyo]].]]
A partire dalla fine del Jōmon iniziale (circa 5000 a.C.) cominciano ad essere prodotte anche delle "statuette" in argilla dette {{Nihongo|''dogū''|土偶|extra=«bambola di terra»}}, probabilmente collegate al senso religioso dell'epoca. Rappresentano animali o figure antropomorfe, generalmente femminili dai fianchi e seni esagerati, con occhi rotondi e cerchiati<ref>A titolo di curiosità si può ricordare che a causa dell'aspetto da «astronauta» di molte statuette, non sono mancate [[fanta-archeologia|ipotesi fantasiose e ovviamente prive di qualsiasi fondamento]], che vedono nei ''dogū'' la prova del contatto con antichi extraterrestri.</ref>
 
Le prime ''dogū'' sono tozze e spesso prive di arti superiori, nel Jōmon medio l'aspetto si evolve, compare la caratteristica testa a forma di cuore, il corpo ha un aspetto cruciforme e le decorazioni sono generalmente semplici incisioni che evidenziano la zona del ventre. Vengono dette ハート形の土偶 ("dogū a forma di cuore")'.
 
=== Varianti regionali ===
* Nella regione del Tōhoku sono state ritrovate diverse varianti di ''dogū'', tra cui quelle sedute anziché in piedi, con ginocchio che forma un angolo retto.
* Nella pianura del [[Kantō]] sono state ritrovate ''dogū'' chiamate {{Nihongo|''mimizuku no dogū''|木菟の土偶|extra= «dogū dalla testa di civetta/gufo»}}, a causa dell'aspetto della testa: svasata alla base, la mascella evidenziata da un solco che la unisce alle orecchie, le soppraciglia formano una linea retta sopra al naso, gli occhi e la bocca sono disegnati con tre solchi profondi e compaiono piccole protuberanze sul capo
* Nelle prefetture di [[Prefettura di Saitama|Saitama]] e [[Prefettura di Ibaraki|Ibaraki]] sono state ritrovate ''dogū'', risalenti all'ultimo periodo Jōmon di colore rosso ocra, con il capo ornato da una corona ed il viso decorato da disegni a cordicella, gambe corte e spesso prive di piedi, incisioni a forma di corda su tutta la figura.
* Sempre al tardo periodo Jōmon risalgono invece gli {{Nihongo|''shakōki dogū''|遮光器土偶|extra=«dogū con occhiali da neve»}}, così detti per la forma particolare degli occhi che paiono coperti da protezioni simili a quelle d'osso che usano gli [[Inuit]]. Inoltre i vestiti non sono più semplici incisioni ma sono veri e propri disegni tracciati con la tecnica della cordicella. Poiché molti sono stati ritrovati sul sito di Kamegaoka, nella [[prefettura di Aomori]], questi tipi di ''dogū'' sono collettivamente chiamati {{Nihongo|''Kamegaoka shiki doki''|亀ヶ岡式土器|extra= «ceramica nello stile Kamegaoka»}}
 
=== Funzione delle ''dogū'' ===
Esistono diverse teorie sulla funzione di queste statuette e forse più d'una è vera:
* Sulla base del fatto che spesso vengano ritrovate in frammenti o rotte, spesso nei cumuli dei ''kaizuka'' molti archeologi ritengono che fossero talismani su cui trasferire il dolore/pericolo/rischio/sfortuna che poteva impedire o nuocere ad un evento (per esempio un parto) e che venissero frantumate e gettate via una volta realizzato l'auspicio.
* O in maniera simile potrebbero essere state «bambole della medicina», a cui si trasferiva la malattia e si distruggeva quindi la parte corrispondente a quella malata (infatti spesso sono state ritrovate mancanti di una parte specifica)
* Un'altra ipotesi (basata sui tratti femminili esagerati) è che fossero divinità femminili protettrici della salute o forse divinità correlate ai miti della fecondità della terra (in considerazione anche del fatto del periodo di sviluppo dell'agricoltura).
* Secondo un'altra ipotesi potrebbero essere stati oggetti del corredo funerario
* Infine potevano essere stati semplici giocattoli per i bambini
* Secondo i teorici degli "antichi astronauti" queste statuette rappresenterebbero extraterrestri discesi sul nostro pianeta, cosa che si evince dalle particolarità dell'abbigliamento di queste statue
 
== Miti della fondazione ==
Le origini della civilizzazione giapponese sono sepolte nella leggenda. L'11 febbraio [[660 a.C.]] è la data tradizionale in cui il Giappone è stato fondato dall'Imperatore [[Jinmu]]. Questa comunque è una versione della storia giapponese che risale alle prime registrazioni scritte risalenti in un periodo tra il [[VI secolo]] e l'[[VII secolo]], dopo che il Giappone ebbe adottato il sistema di scrittura [[Cina|cinese]], introdotto dai [[corea]]ni.
 
Secondo la storia della creazione ritrovata nel ''[[Kojiki]]'' (''Memorie degli eventi antichi'' risalente al [[712]]) ed il ''[[Nihongi]]'' o ''[[Nihon-shoki]]'' (''Cronache del Giappone'' risalenti al [[720]]), le isole giapponesi vennero create da due dei, il maschio [[Izanagi]] e la femmina [[Izanami]], discesi dai cieli per eseguire questo compito. Essi portano con loro altri esseri, i ''[[kami]]'' (divinità o forze sovrannaturali), come quelli che influenzano il mare, i fiumi, i boschi e le montagne. Due di queste divinità, la dea del sole [[Amaterasu]] e suo fratello, il dio della tempesta [[Susanoo]], si combatterono l'un l'altro, fino alla vittoria di Amaterasu.
 
In questo periodo diversi imperatori lottarono per il potere. Con lo scopo di legittimare le proprie rivendicazioni al trono questi commissionarono collezioni di poemi contenenti storie di eredità mitologiche del potere da Amaterasu (che è ancora la divinità più venerata del pantheon Shinto) mediante il suo nipote [[Ninigi-no-Mikoto]] fino all'imperatore Jinmu rivendicato come proprio antenato. Questo mito-propaganda venne ripreso dagli storici del [[XIX secolo]] ed usato come pilastro fondamentale del [[Kokutai]], l'ideologia nazionalistica giapponese
 
Fonti cinesi più affidabili descrivono una nazione chiamata «Wa» governata da vari clan familiari che adorano le divinità dei propri clan.
 
=== Il Kojiki fino a Jinmu ===
Di seguito la sintesi del Kojiki fino a Jinmu:
 
Nel [[Takamagahara (mitologia)|Takamagahara]] (il prato nel più alto livello dei cieli) nacquero molte divinità. Al di sotto si trovava una massa liquida in tempesta. Due divinità, Izanagi, "Colui che invita", e Izanami, "Colei che invita", furono inviate per trasformare la massa liquida in terra. Izanami immerse la sua lancia nel liquido e le gocce che caddero si solidificarono, creando l'isola di [[Onogoro]], l'"Isola che si solidificò da sola". Successivamente i due dei furono inviati a popolarla. Da queste due divinità ne nacquero molte altre nei modi più diversi, ma uno, il Dio del Fuoco, mentre veniva alla luce da Izanami bruciò la stessa madre che morì.
Izanagi, disperato, si recò nel regno dei morti per riportare in vita la sua amata. Ma quando vide il corpo di lei cosparso di vermi fu cacciato da Izanami che, piena di rabbia e vergogna, lo cacciò dallo Yomi. Izanagi si recò presso un fiume per purificarsi dopo quella esperienza e mentre si lavava con l'acqua del fiume da varie parti nacquero divinità. Tra queste vi erano Amaterasu, "Luce del paradiso", e il dio del mare e delle tempeste [[Susanoo]], "Maschio impetuoso".
 
Izanagi mandò [[Amaterasu]] nel Takamagahara, a regnare nei cieli, mentre a Susanoo venne affidato il mare. Ma questo disobbedì al padre e per questo motivo fu cacciato. Prima di andare in esilio però convinse la sorella ad avere tanti figli con lei, ma presto iniziarono i litigi sul perché li avessero fatti e Susano-o, in preda all'ira, costrinse Amaterasu a rifugiarsi in una grotta. Ciò fece piombare l'universo nell'oscurità. Le altre divinità preoccupate dalla situazione tesero alla dea una trappola, attraverso uno specchio e dei gioielli, per farla uscire dalla grotta la cui entrata fu chiusa per sempre.
A Susano-o non rimase altra soluzione che andar via. Nel suo esilio passò nei pressi di Izumo dove sconfisse un mostro ad otto code che mangiava i bambini. E fu proprio in una di queste code che egli trovò la spada che offrì in segno di perdono a sua sorella. Secondo gli scritti Okuninushi, il figlio di Susano-o, riporta la pace sulla terra, ma celebrato come eroe, viene più volte tradito dai fratelli gelosi e anche dal padre. Egli più volte muore e più volte torna in vita. [[Okuninushi]] ha dei figli i quali accolgono la richiesta di Amaterasu di lasciare che i suoi discendenti regnino sulla terra. Il figlio del pronipote di quest'ultima, Jinmu, diventa il primo sovrano del Giappone.
 
== Note ==
<REFERENCESreferences/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro | autore= M. G. Pesce | titolo= Mascalucia. Vicende, monumenti, curiosità. | anno= 1998| editore= Maimone|città= Catania}}
* ''Prehistoric Japan: New Perspective on Insular East Asia'', by Keiji Imamura, University of Hawai Press, 1996. ISBN 0-8248-1852-0.
* ''Subsitence-Settlement systems in intersite variability in the Moroiso Phase of the Early Jōmon Period of Japan'', Junko Habu, 2001. ISBN 1-879621-32-0.
* ''Encyclopedia of Ideas that changed the World'', Robert Ingpen and Philip Wilkinson, 1993. ISBN 0-670-84642-2.
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Jōmon period}}
{{VoceLibro|Da quando le mummie cominciarono a parlare...}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{lingue|en|ja|zh}} [http://www.nbz.or.jp/eng/ Museo di storia della prefettura di Niigata]
* {{en}} [http://www.Jomonjapan.org Jōmon Japan]
* {{en}} [http://www.mnsu.edu/emuseum/prehistory/japan/jomon/paleolithic_jomon.html Il Periodo Paleolitico/Jōmon]
 
{{Portale|Giappone|storia}}
 
[[Categoria:CultureChiese mesolitiche|Jomondi Mascalucia]]
[[Categoria:Ere giapponesi| 0002]]