Renato Vallanzasca e Il mistero del cadavere scomparso: differenze tra le pagine

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{{BioFilm
|titolo italiano = Il mistero del cadavere scomparso
|Nome = Renato
|titolo alfabetico = Mistero del cadavere scomparso, Il
|Cognome = Vallanzasca Costantini
|immagine = Il mistero del cadavere scomparso.png
|PostCognomeVirgola = comunemente noto come '''Renato Vallanzasca'''
|titolo originale = Dead Men Don't Wear Plaid
|Sesso = M
|paese = [[Stati Uniti d'America]]
|LuogoNascita = Milano
|anno uscita = [[1982]]
|GiornoMeseNascita = 4 maggio
|durata = 89 min
|AnnoNascita = 1950
|LuogoMortetipo colore = B/N
|genere = Thriller
|GiornoMeseMorte =
|genere 2 = Commedia
|AnnoMorte =
|regista = [[Carl Reiner]]
|Epoca = 1900
|soggetto = [[Carl Reiner]], [[George Gipe]] e [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]
|Attività = criminale
|sceneggiatore = [[Carl Reiner]], [[George Gipe]] e [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]
|Nazionalità = italiano
|produttore = [[David Picker]], [[William E. McEuen]]
|Immagine = Vallanzasca Turatello.png
|attori =
|Didascalia = Renato Vallanzasca (a sinistra) insieme a [[Francis Turatello]] (a destra), durante il suo matrimonio celebrato in carcere
*[[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]: Rigby Reardon
*[[Rachel Ward]]: Juliet Forrest
*[[Alan Ladd]]: pistolero a Cheese Factory (immagini d'archivio)
*[[Carl Reiner]]: /Field Marshall Wilfred von Kluck
*[[Barbara Stanwyck]]: Leona Hastings (immagini d'archivio)
*[[Ray Milland]]: Sam Hastings (immagini d'archivio)
*[[Ava Gardner]]: Kitty Collins (immagini d'archivio)
*[[Burt Lancaster]]: Swede Anderson (immagini d'archivio)
*[[Humphrey Bogart]]: Marlowe (immagini d'archivio)
*[[Cary Grant]]: Uomo nello scompartimento (immagini d'archivio)
*[[Ingrid Bergman]]: F.X. Huberman (immagini d'archivio)
*[[Veronica Lake]]: Monica Stillpond (immagini d'archivio)
*[[Bette Davis]]: Doris Devermont (immagini d'archivio)
*[[Lana Turner]]: Jimmie Sue Altfeld (immagini d'archivio)
*[[Edward Arnold]]: Padre di Jimmie Sue(immagini d'archivio)
*[[Kirk Douglas]]: Boss (immagini d'archivio)
*[[Fred MacMurray]]: Walter Neff (immagini d'archivio)
*[[James Cagney]]: Cody Jarrett (immagini d'archivio)
*[[Joan Crawford]]: Margaret Kroy (immagini d'archivio)
*[[Reni Santoni]]: Capitano Carlos Rodriguez
*[[Charles Laughton]]: Uomo nel Bar di Carlotta (immagini d'archivio)
*[[Vincent Price]]: Rice (immagini d'archivio)
*[[George Gaynes]]: John Hay Forrest
*[[Francis X. McCarthy]]: Waiter (Frank McCarthy)
*[[William Conrad]]: Uomo che spara a Swede Anderson (immagini d'archivio)
*[[Brian Donlevy]]: (immagini d'archivio)
*[[Edmond O'Brien]]: prigioniero (immagini d'archivio)
|doppiatori italiani =
*[[Ferruccio Amendola]]: Rigby Reardon
*[[Maria Pia Di Meo]]: Juliet Forrest
*[[Nando Gazzolo]]: Marlowe
*[[Vittoria Febbi]]: Kitty Collins
*[[Giorgio Piazza]]: Uomo nello scompartimento
*[[Luciano De Ambrosis]]: Capitano Carlos Rodriguez
*[[Cesare Barbetti]]: Boss / Walter Neff
*[[Renato Mori]]: Uomo nel bar di Carlotta
|fotografo = [[Michael Chapman (direttore della fotografia)|Michael Chapman]]
|montatore = [[Bud Molin]]
|effetti speciali= [[Glen Robinson]]
|musicista = [[Steve Goodman]], [[Miklós Rózsa]]
|scenografo= [[John DeCuir]], [[Richard C. Goddard]]
|costumista= [[Edith Head]]
|truccatore= [[Ric Saglione]], [[E. Thomas Case]]
}}
'''''Il mistero del cadavere scomparso''''' (''Dead Men Don't Wear Plaid'') è un [[film]] di [[parodia|genere parodico]] e [[satira|satirico]] del filone del [[film noir]] girato nel [[1982]] da [[Carl Reiner]]. È interpretato da [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]] e [[Rachel Ward]].
 
Particolarità del film è che, grazie ad artifici di montaggio, gli attori riescono a "dialogare" con attori famosi della prima metà del [[XX secolo]], presenti con [[cameo]] attraverso immagini estrapolate da film da loro interpretati: [[Alan Ladd]], [[Humphrey Bogart]], [[Ava Gardner]], [[Bette Davis]], [[James Cagney]], [[Barbara Stanwyck]], [[Lana Turner]], [[Burt Lancaster]] e altri ancora.
Autore di numerosi [[sequestro di persona|sequestri]]. A metà degli [[Anni 80|anni '70 ]]<nowiki/>stringe alleanze con il boss cirotano Mario Trifini e con Pasquale Ventura. È stato condannato, complessivamente, a quattro [[ergastolo|ergastoli]] e 295 anni di [[reclusione]]<ref>{{Cita news|data=23 giugno 2010|url=http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_23/vallanzasca-liberta-negata_6e2c8bf8-7eb8-11df-b520-00144f02aabe.shtml|titolo=Negata la libertà condizionale a Renato Vallanzasca|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 dicembre 2012}}</ref>.
 
È l'ultimo film della lunga carriera della celebre costumista hollywoodiana [[Edith Head]], morta nel [[1981]]. La pellicola è a lei dedicata.
== Biografia ==
=== La giovinezza ===
Renato Vallanzasca Costantini nasce in via Nicola Antonio Porpora 162, nella zona [[Lambrate]] di [[Milano]], dove la madre aveva un negozio d'abbigliamento. A Renato viene dato il cognome materno ''Vallanzasca Costantini'', poiché il padre, Osvaldo Pistoia, era sposato con un'altra donna dalla quale aveva avuto tre figli.
 
== Trama ==
A soli otto anni, con un compagno cerca di far uscire da una gabbia la tigre di un circo che aveva piantato il tendone proprio nelle vicinanze di casa sua. Il giorno successivo a quell'atto, Vallanzasca viene prelevato direttamente dalla polizia mentre sta giocando a pallone con i propri amici e portato al [[carcere minorile]] Cesare Beccaria. La vicenda gli costa il successivo trasferimento e affidamento forzato a casa della signora Rosa, la prima moglie del padre, che Vallanzasca chiamava "zia", in via degli Apuli, nel quartiere del [[Giambellino e Lorenteggio|Giambellino]], periferia sud-ovest di Milano; praticamente nella parte opposta della città rispetto alla casa dei genitori. Poi nel [[1965]] frequenterà la scuola della professoressa Enrica Tosi in via Ponchielli (nei pressi della [[Stazione di Milano Centrale|Stazione Centrale]]) iscrivendosi al biennio di Ragioneria e ritornando a vivere dalla madre.
La storia narra dell'indagine condotta dall'investigatore privato Rigby Reardon intento a ritrovare una persona scomparsa. Alla fine si comprenderà che dietro alla scomparsa vi è un complotto intento a distruggere il mondo utilizzando la muffa dei latticini.
 
== Film citati ==
È però fin dai tempi del Giambellino che forma la sua prima combriccola di piccoli delinquenti, ragazzini dediti a furti e taccheggi. Nonostante la giovanissima età, Vallanzasca Costantini (René) sembra già un criminale; comincia a farsi un nome anche negli ambienti della ''[[ligera|ligéra]]'', la vecchia mala milanese, con la quale inizia precocemente ad intrattenere rapporti. In breve tempo però, sentendosi andare strette le regole della malavita vecchio stampo, decide di delinquere autonomamente e di formare una propria banda.
L'elenco dei film da cui sono stati tratti alcuni spezzoni:
La [[Banda della Comasina]] diviene probabilmente il più potente e feroce gruppo criminale presente a Milano in quegli anni, contrapponendosi ad una gang altrettanto famosa nel medesimo periodo, la banda di [[Francis Turatello]].
 
* ''[[Il fuorilegge (film 1942)|Il fuorilegge]]'' (1942)
[[File:Renato Vallanzasca 1972.jpg|thumb|L'arresto il 28 febbraio [[1972]], Vallanzasca tra gli uomini della squadra mobile di Milano]]
* ''[[La chiave di vetro (film)|La chiave di vetro]]'' (1942)
 
* ''[[La fiamma del peccato]]'' (1944)
=== Gli anni '70 ===
* ''[[Giorni perduti]]'' (1945)
In poco tempo, grazie ai furti e alle rapine, Vallanzasca Costantini accumula ingenti ricchezze e inizia a condurre e ad ostentare un tenore di vita molto sfarzoso: vestiti firmati, orologi d'oro, auto di lusso, bella vita e belle donne. È anche un ragazzo dotato di un aspetto particolarmente avvenente e affascinante, con un bel viso dagli occhi [[ceruleo|cerulei]], e per questo viene soprannominato "Il bel René" (nomignolo da lui detestato). La prima interruzione nell'ascesa della carriera criminale de "Il bel René" avviene nel [[1972]] quando, una decina di giorni dopo una rapina ad un supermercato, viene arrestato dagli uomini della [[squadra mobile]] di Milano, all'epoca diretta da [[Achille Serra]]. Lo stesso anno gli era nato un figlio, Massimiliano.<ref>[http://style.cnlive.it/vanitypeople/show/cinema/2010/09/06/vallanzasca-in-cinque-minuti.aspx Giorgio Dell'Arti, ''Tutti i segreti di Vallanzasca, in cinque minuti]</ref>
* ''[[I gangsters]]'' (1946)
 
* ''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]'' (1941)
Renato Vallanzasca Costantini viene incarcerato inizialmente a [[Carcere di San Vittore|San Vittore]], trascorrendo i successivi quattro anni e mezzo di prigionia con un unico intento: trovare un modo per evadere. Durante questo periodo si rende responsabile di vari tentativi d'evasione falliti, di risse e di pestaggi e partecipa attivamente anche a diverse sommosse di detenuti, che, durante questi anni, spesso agitano l'ambiente carcerario italiano. A seguito di ogni pestaggio, rivolta, o tentativo di evasione, viene deciso il suo trasferimento dall'istituto di pena in cui si trova: tutto ciò lo vede cambiare 36 penitenziari.
* ''[[Prigioniera di un segreto]]'' (1942) (uncredited)
Fino a che non escogita il modo per contrarre volontariamente l'[[epatite]], iniettandosi urine per via endovenosa, ingerendo uova marce e inalando gas [[propano]], con l'intento di essere conseguentemente ricoverato in ospedale. È da lì, grazie ad una vigilanza meno stretta e con l'aiuto di un poliziotto compiacente, che riesce nel suo intento di evadere<ref>{{cita libro|cognome=Armati|nome=Cristiano|wkautore=Cristiano Armati|titolo=Italia criminale. Personaggi, fatti e avvenimenti di un'Italia violenta|editore=[[Newton Compton]]|annooriginale=2006|pagine=238 pp.|url=http://bompiani.rcslibri.corriere.it/bompiani/libro/5622_poliziotto_senza_pistola_a_mil_serra.html|isbn=978-88-541-1083-0}}</ref>.
* ''[[Il prezzo dell'inganno]]'' (1946)
[[File:Dalmine monumento casello.jpg|thumb|Il monumento alla memoria dei due poliziotti uccisi il 6 febbraio [[1977]] presso il casello autostradale di [[Dalmine]].]]
* ''[[Humoresque (film)|Humoresque]]'' (1946)
 
* ''[[Il grande sonno (film)|Il grande sonno]]'' (1946)
Dopo la fuga, durante la sua [[latitanza]], Vallanzasca Costantini riesce a ricostituire la sua banda. Con essa mette a segno una settantina di rapine a mano armata che lasciano dietro di sé anche una lunga scia di omicidi, tra cui si contano quelli di quattro poliziotti, un medico e un impiegato di banca.
* ''[[Il postino suona sempre due volte (film 1946)|Il postino suona sempre due volte]]'' (1946)
Nel medesimo periodo avviene inoltre un'ulteriore evoluzione nell'attività criminale del gruppo, con il passaggio dall'esecuzione delle sole rapine, a quello dei [[sequestro di persona|sequestri di persona]] (saranno quattro, di cui due mai denunciati). Una delle sue vittime è Emanuela Trapani, figlia di un imprenditore milanese, che viene tenuta segregata per circa un mese e mezzo, dal dicembre [[1976]] al gennaio [[1977]], e quindi liberata dietro il pagamento di un riscatto di un miliardo di [[lira italiana|lire]].
* ''[[La fuga (film 1947)|La fuga]]'' (1947)
 
* ''[[Corruzione (film)|Corruzione]]'' (''The Bribe'') (1949)
A questo episodio criminoso, il 6 febbraio [[1977]], fa subito seguito l'uccisione di due uomini della [[polizia stradale]] che, in un posto di blocco ad un casello autostradale nei pressi di [[Dalmine]], fermano per un controllo la macchina su cui Vallanzasca viaggia insieme a Michele Giglio e Antonio Furiato ; ne segue uno scontro a fuoco in cui perdono la vita sia Antonio Furiato che gli agenti [[Luigi D'Andrea]] e [[Renato Barborini]] e in cui Vallanzasca stesso viene colpito. Ferito e braccato, Vallanzasca cerca rifugio a [[Roma]], ma dopo pochi giorni, 15 febbraio 1977, viene rintracciato e catturato. Tutto ciò quando ancora non ha compiuto 27 anni.
* ''[[La furia umana]]'' (1949)
 
* ''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]'' (1941)
Una volta tornato in carcere, decide di sposarsi il 14 luglio del [[1979]] con Giuliana Brusa, una delle tante ammiratrici che gli scrivono. Come suo testimone di nozze, durante il matrimonio, decide di avere il criminale del [[Clan dei marsigliesi|clan dei Marsigliesi]] [[Albert Bergamelli]] e come "compare di anelli" proprio l'ex nemico [[Francis Turatello]], a suggello di un'alleanza con quest'ultimo. Due anni più tardi, quando ancora si trova in carcere, Turatello verrà però ucciso da [[Pasquale Barra]] ([[Raffaele Cutolo]], capo della [[Nuova Camorra Organizzata]], sostiene, nella sua biografia curata da [[Giuseppe Marrazzo]], di essere il mandante dell'omicidio di Turatello); sarà un'esecuzione dalle modalità estremamente efferate e cruente, di cui ancora sono oscure le ragioni.
* ''[[Notorious - L'amante perduta]]'' (1946)
 
* ''[[Le vie della città (film 1948)|Le vie della città]]'' (1947)
Nel frattempo, il 28 aprile [[1980]], Vallanzasca si rende protagonista di un nuovo tentativo di evasione dal carcere milanese di San Vittore. Durante l'ora d'aria compaiono in mano ai detenuti tre pistole, introdotte misteriosamente. Un gruppo di carcerati, tra i quali anche Renato Vallanzasca, riesce a farsi strada tenendo in ostaggio il brigadiere Romano Saccoccio. Ne segue una sparatoria per le vie di Milano che prosegue persino all'interno del tunnel della metropolitana. Vallanzasca, nuovamente ferito, viene ricatturato assieme ad altri nove compagni di fuga.
* ''[[Il terrore corre sul filo]]'' (1948)
 
* ''[[Il diritto di uccidere (film 1950)|Il diritto di uccidere]]'' (1950)
=== Gli anni '80 ===
{{P|La sezione riporta delle deduzioni che, seppur basate su delle fonti, rimangono dei lavori di elaborazione personale e quindi delle ricerche originali, in particolare sui fatti relativi all'uccisione di Loi e sulle presunte posizioni contraddittorie di Vallanzasca.|biografie|febbraio 2010}}
Nella prigione di [[Novara]], nel [[1981]], Vallanzasca contribuisce a fomentare un'ennesima rivolta carceraria durante la quale vengono uccisi alcuni collaboratori di giustizia. Fra questi vi è anche un giovane membro della sua banda, Massimo Loi. La vittima, poco più che ventenne, aveva deciso di abbandonare definitivamente la vita criminale, come ricorda anche [[Achille Serra]], per iniziarne una nuova. Il Loi, un tempo legato da un rapporto fraterno a Vallanzasca, si era distaccato e aveva deciso di ''pentirsi'' collaborando con la polizia e quindi accusato di essere un delatore e una spia.
Vallanzasca, aiutato da alcuni suoi compagni di prigionia, armatosi di coltello, approfittò della rivolta in atto per vendicarsi e non dare più modo al ragazzo di lasciare il penitenziario vivo: dopo averlo raggiunto all'interno di una cella, Vallanzasca lo colpì ripetutamente al petto con il coltello. Avrebbe poi infierito con ulteriori atrocità sul corpo del giovane ormai esanime, arrivando a decapitarlo ed infine a giocare a pallone con la sua testa.
 
Della morte di Loi, Vallanzasca negò per decenni la responsabilità diretta e lo sfregio del corpo. Anche in un'intervista concessa a ''[[L'Europeo]]'' il 2 aprile [[2006]]<ref>{{Cita news|autore=[[Tiziano Marelli]]|url=http://www.ildue.it/Intestazione/CurriculumVitae/PaginaCV.asp?IDPrimoPiano=1810|titolo=Curriculum Vitae|editore=[[L'Europeo]]|data=2 aprile 2006|6=accesso 25 dicembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110722035344/http://www.ildue.it/Intestazione/CurriculumVitae/PaginaCV.asp?IDPrimoPiano=1810|dataarchivio=22 luglio 2011|deadurl=sì}}</ref>, ribadì la propria estraneità e il legame d'affetto che aveva con il ragazzo, adducendo come testimonianza diretta e a favore, quello che il noto criminale [[Vincenzo Andraous]] avrebbe riportato nel proprio libro di memorie, nelle quali quest'ultimo, tra le molte atrocità di cui si dichiara colpevole, si assunse un ruolo nell'efferata vicenda (Andraous verrà infatti condannato in quanto partecipe come uno degli assassini del Loi); queste dichiarazioni contraddicono però anche la stessa autobiografia, ''Il fiore del male. Bandito a Milano'', che Vallanzasca scrive attraverso la testimonianza raccolta da [[Carlo Bonini]], giornalista del quotidiano [[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]. Nel [[2010]], infine, all'interno di un nuovo libro biografico scritto insieme a [[Leonardo Coen]]<ref name="L'ultima fuga">{{cita libro|cognome=Coen|nome=Leonardo|wkautore=Leonardo Coen|titolo=L'ultima fuga. Quel che resta di una vita da bandito|editore=[[Baldini Castoldi Dalai]]|annooriginale=2010|pagine=256 pp.|url=http://shop.bcdeditore.it/product.php?productid=16659|isbn=978-88-6073-735-9|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100914111913/http://shop.bcdeditore.it/product.php?productid=16659|dataarchivio=14 settembre 2010}}</ref>, lo stesso Vallanzasca ammise il proprio delitto, descrivendo nei particolari anche i motivi (tra i quali una violenta rapina ai danni dei suoi genitori) e il modo in cui era compiuto.<ref>{{Cita news|autore=[[Leonardo Coen]]|coautori=Renato Vallanzasca|url=http://www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/2010/09/06/news/libro_vallanzasca-6799833/?ref=HRER2-1|titolo="Così ho ammazzato il mio miglior amico"|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=6 settembre 2010|accesso= 25 dicembre 2012}}</ref>
{{quote|Vallanzasca tira fuori dalla tasca due coltelli, uno lo allunga a Massimo. Loi rifiuta di prenderlo. Non sa che fare. Non cerca neanche di scappare. Resta inchiodato al pavimento, lasciando cadere il coltello che Renato gli ha lasciato in mano. "Cornuto, difenditi perché ti sto ammazzando!" grida Renato che lo piglia a schiaffi. "Hai ragione (...) sono stato una merda... perdonami.". Renato invece continua a mollargli schiaffoni su schiaffoni (...) Loi commette l'errore fatale. Con la forza della disperazione, reagisce... Afferra il coltello caduto per terra, lo ficca nella coscia destra di Renato. È la sua condanna a morte. "Era questo che aspettavo!" Vallanzasca vibra quattro coltellate: due raggiungono Massimo al petto, una allo stomaco, l'ultima alla gola, uno squarcio che gli recide la giugulare. Il corpo si accascia.|Leonardo Coen, ''L'ultima fuga''}}
Ha tuttavia negato di aver avuto un ruolo nella decapitazione e nel vilipendio del corpo del giovane, cosa invece confessata da Andraous.<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/milano/si-pentito-libero-boia-delle-carceri-888161.html Si è pentito: libero il «boia delle carceri»]</ref>
 
=== L'evasione del 1987 ===
Dopo la vicenda di tale rivolta, viene condannato al regime di [[Articolo 41 bis|carcere duro]]. Riesce però ad evadere nuovamente, il 18 luglio [[1987]], scappando rocambolescamente attraverso un oblò del traghetto che da [[Genova]] avrebbe dovuto portarlo al carcere di [[Nuoro]] in [[Sardegna]]. I 5 carabinieri di scorta, tutti con meno di 25 anni vengono successivamente condannati da un tribunale militare. Ricercato e senza fonti di reddito, l'8 agosto [[1987]] viene comunque fermato ad un posto di blocco a [[Grado (Italia)|Grado]], dopo aver soggiornato alcuni giorni nella rinomata località turistica, mentre cerca di raggiungere [[Trieste]]. Nel settembre [[1990]] divorzia da Giuliana Brusa.<ref>{{Cita news|autore=Cinzia Sasso|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1990/09/29/addio-mio-bel-rene-vallanzasca.html|titolo='Addio mio bel Renè' Vallanzasca e signora firmano il divorzio|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=29 settembre 1990|pagina=22|accesso=25 dicembre 2012}}</ref>
 
=== La tentata evasione del 1995 ===
Tornato in galera tenta un'altra volta la fuga, nel [[1995]], questa volta dal carcere di [[Nuoro]]. Per questo tentativo di evasione viene sospettata e accusata di averlo aiutato la sua stessa legale, con la quale si dice che Vallanzasca avesse stretto un forte legame che sarebbe andato oltre il semplice rapporto di assistito<ref>{{cita news|autore=[[Caterina Stagno]], [[Silvia Tortora]]|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=115|titolo=La Storia siamo noi - Renato Vallanzasca|editore=[[Rai 2]]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110521085452/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=115|dataarchivio=21 maggio 2011|urlmorto=sì}}</ref>. Dal [[1999]] è rinchiuso nella sezione dell'alta sicurezza del carcere di [[Voghera]].
 
=== Gli anni 2000 ===
All'inizio del mese di maggio [[2005]], dopo aver usufruito di un permesso speciale di tre ore per incontrare l'anziana madre, ha formalizzato la richiesta di [[Grazia (diritto)|grazia]], inviando una lettera al [[Ministero della Giustizia|ministro di Grazia e Giustizia]] e al magistrato di sorveglianza di [[Pavia]]. Nel luglio del [[2006]] la madre Marie ha scritto al presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]] e al Ministro di Giustizia [[Clemente Mastella|Mastella]] chiedendo la grazia per il figlio. Il 15 settembre [[2007]] gli viene notificata la mancata concessione della grazia da parte del Capo dello Stato: Vallanzasca continuerà quindi a scontare la sua pena nel [[Carcere di Opera]] a Milano. Alcuni, tra cui il giornalista [[Massimo Fini]], hanno continuato a chiedere pubblicamente la grazia per il bandito negli anni seguenti.<ref>[http://www.massimofini.it/articoli/difendo-e-difendero-sempre-renato-vallanzasca-ho-un-debito-morale-con-lui ''Difendo e difenderò sempre Renato Vallanzasca. Ho un debito morale con lui'']</ref><ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/01/01/vallanzasca-grazia-per-il-band/12706/ Vallanzasca, grazia per il bandito onesto]</ref>
 
In questo periodo ha reso dichiarazioni spontanee, poi effettivamente verificate, su un eventuale "complotto" di un clan camorristico ai danni del ciclista [[Marco Pantani]], deceduto nel [[2004]], al fine di ottenerne la squalifica alterando un controllo antidoping nel [[giro d'Italia 1999]]. Celebre la lettera di Vallanzasca alla madre del ciclista, Tonina, dell'8 novembre 2007, le interviste ad alcuni giornalisti e le testimonianze rese in aula di tribunale nel 2014 e nel 2015. In breve Vallanzasca sostenne che un suo amico, ''habitué'' delle scommesse clandestine, lo abbia avvicinato cinque giorni prima della squalifica di [[Madonna di Campiglio]] consigliandogli di scommettere sulla sconfitta di Pantani per la classifica finale, e assicurandogli che «il Giro non lo vincerà sicuramente lui».<ref>{{cita news|url=http://www.cicloweb.it/articolo/2010/01/07/ed-ora-luce-su-campiglio-vallanzasca-pantani-fu-incastrato.html|titolo=Ed ora luce su Campiglio - Vallanzasca: Pantani fu incastrato|data=3 ottobre 2008|pubblicazione=www.cicloweb.it|accesso=25 luglio 2012|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130213193000/http://www.cicloweb.it/articolo/2010/01/07/ed-ora-luce-su-campiglio-vallanzasca-pantani-fu-incastrato.html|dataarchivio=13 febbraio 2013}}</ref>
 
L'8 maggio [[2008]] viene data la notizia del matrimonio con la sua amica d'infanzia Antonella D'Agostino. Il matrimonio è stato formalizzato con rito civile il 5 maggio 2008<ref>{{Cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/09/Vallanzasca_detto_si_co_9_080509039.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121106032448/http://archiviostorico.corriere.it/2008/maggio/09/Vallanzasca_detto_si_co_9_080509039.shtml|titolo=Vallanzasca ha detto sì|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 maggio 2008|pagina=27|accesso=25 dicembre 2012|urlmorto=sì|dataarchivio=6 novembre 2012}}</ref>. In questo periodo ha tenuto un blog su internet tramite interposta persona.<ref>[http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/cronaca/vallanzasca-blog/vallanzasca-blog/vallanzasca-blog.html Un blog per Renato Vallanzasca, l'ex bandito si racconta online]</ref>
 
A partire dall'8 marzo [[2010]] Renato Vallanzasca può usufruire del beneficio del lavoro esterno. Gli viene concesso di uscire dal carcere alle 7.30 per lavorare, e rientrarvi alle 19.00. Ha prestato servizio in una pelletteria, che è anche una cooperativa sociale nel milanese, e ha lavorato in un negozio di abbigliamento a [[Sarnico]] in [[provincia di Bergamo]].
Il 30 maggio [[2011]] il Tribunale di Milano ha sospeso Vallanzasca dal beneficio del lavoro esterno perché l'ex bandito violava le regole di utilizzo del beneficio, in particolare per incontrarsi segretamente con una donna; inoltre, sempre nel mese di maggio 2011, la [[Corte di cassazione|Corte di Cassazione]] ha condannato Vallanzasca a rimborsare allo Stato le spese di mantenimento in carcere<ref>{{cita news|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_maggio_30/galli-vallanzasca-amore-pr-190752689726.shtml|titolo=Trasgredisce per amore di una PR. E Vallanzasca torna in carcere|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|accesso=25 dicembre 2012}}</ref>. Nel febbraio [[2012]] ha riottenuto il beneficio di poter lavorare all'esterno del carcere, come magazziniere<ref>{{cita news|url=http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/308918_vallanzasca_fuori_dal_carcere_lavora_come_magazziniere_a_sarnico|titolo=Vallanzasca fuori dal carcere Fa il magazziniere a Sarnico|pubblicazione=L'eco di Bergamo|accesso=25 dicembre 2012|urlarchivio=https://archive.is/20121224233705/http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/308918_vallanzasca_fuori_dal_carcere_lavora_come_magazziniere_a_sarnico/|dataarchivio=24 dicembre 2012|deadurl=no}}</ref>.
Perde dopo poco il lavoro per una protesta popolare che non voleva il bandito così vicino alla famiglia dell'agente Barborini ucciso nello scontro a fuoco di Dalmine.
Nel dicembre 2012 ha riottenuto il permesso di lavoro esterno presso una ricevitoria.<ref>{{cita news|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/12_dicembre_19/renato-vallanzasca-lavora-ricevitoria-lotto-centro-2113236442268.shtml|titolo=Vallanzasca ora lavora in ricevitoria|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=19 dicembre 2012|accesso=25 dicembre 2012}}</ref>
 
Con il gruppo camorristico dei Perfetto, nato dal disciolto clan La Torre di [[Mondragone]], Renato Vallanzasca stava per mettere in piedi un commercio di [[Mozzarella|mozzarelle]] a Milano: il progetto però non si concretizzò anche a causa della revoca del permesso di lavoro giunto il 22 agosto del 2012 dopo le note polemiche legate alla notizia della sua assunzione in un negozio di abbigliamento di Sarnico, nella provincia di Bergamo.<ref>{{cita news|url=http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_dicembre_09/vallanzasca-voleva-portare-milano-mozzarelle-camorra-f084fdb4-60ba-11e3-afd4-40bf4f69b5f9.shtml|titolo=Vallanzasca voleva portare a Milano le mozzarelle della camorra|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=9 dicembre 2013|accesso=16 marzo 2015}}</ref>
 
Il 13 giugno [[2014]], intorno alle ore 20, durante il regime di semilibertà concessogli dal carcere di [[Bollate]], tenta di taccheggiare un supermercato di Milano (nel tentativo di appropriasi di biancheria intima e materiale da giardinaggio), arrestato dai carabinieri, viene processato per direttissima per il reato di rapina impropria.<ref>{{cita news|url=http://milano.repubblica.it/cronaca/2014/06/14/news/vallanzasca_ruba_al_supermarket_e_torna_in_carcere-88910372/|titolo=Milano, Vallanzasca arrestato per un furto di mutande: la semilibertà è sospesa|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=14 giugno 2014|accesso=16 marzo 2015}}</ref> Per questo fatto il 14 novembre seguente viene condannato a 10 mesi di reclusione più 330 euro di multa con l'accusa di tentata rapina impropria aggravata. Con questa nuova condanna Vallanzasca rischia di non ottenere più benefici durante la detenzione. Nella sua "carriera criminale" è stato condannato, complessivamente, a quattro ergastoli e 295 anni di reclusione.<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/cronache/vallanzasca-condannato-dieci-mesi-paio-mutande-1067803.html?utm_source=Facebook&utm_medium=Link&utm_content=Vallanzasca%2Bcondannato%3A%2Bdieci%2Bmesi%2Bper%2Bun%2Bpaio%2Bdi%2Bmutande%2B-%2BIlGiornale.it&utm_campaign=Facebook+Interna|titolo=Vallanzasca condannato: dieci mesi per un paio di mutande|pubblicazione=[[il Giornale]]|data=14 novembre 2014|accesso=16 marzo 2015}}</ref>
 
Renato Vallanzasca:  dovrà rimanere in cella a scontare la pena (ovvero 4 ergastoli e 296 anni di carcere) senza alcun beneficio, perché non ha mai «chiesto perdono», né risarcito i familiari delle vittime «o posto in essere condotte comunque indicative di una sua effettiva e totale presa di distanza dal vissuto criminale». Lo ha deciso il 18 Aprile 2018 il Tribunale di Sorveglianza di Milano che ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semilibertà dell'ormai ex boss della Comasina. A nulla è valso per la sua difesa, rappresentata dal legale Davide Steccanella, valorizzare una relazione del carcere di Bollate, dove è detenuto, firmata da un'equipe di esperti e nella quale si segnalava il «cambiamento profondo», «intellettuale ed emotivo» di Vallanzasca, specificando che «non potrebbe progredire» continuando a stare in cella, dopo 46 anni di detenzione.
 
La stessa casa di reclusione, infatti, consigliava la concessione della liberazione condizionale, ossia di dargli la possibilità di finire di scontare la pena fuori dal carcere in libertà vigilata. Per i giudici (presidente Corti, relatore Gambitta), invece, l'intero «percorso» del bel René «è stato connotato da involuzioni trasgressive imputabili» alla sua «personalità», e non è «possibile ravvisare» in lui quel «requisito del sicuro ravvedimento» previsto dalla legge per la libertà condizionale. Il Tribunale ha valutato, poi, in linea col sostituto pg Antonio Lamanna, come nemmeno la favorevole relazione della direzione del carcere fosse riuscita «ad individuare presupposti di ravvedimento». Parlava, infatti, spiega il collegio, di un «adeguato livello di ravvedimento», espressione che rinforza la «convinzione che tale ravvedimento non vi sia». <ref>{{Cita web|url=https://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/renato_vallanzasca_carcere_tribunale_nessun_ravvedimento-3682936.html|titolo=Renato Vallanzasca resterà in carcere, il Tribunale: «Nessun ravvedimento»|sito=www.ilmessaggero.it|lingua=it|accesso=2019-02-11}}</ref>
 
<br />
 
== Cinema e televisione ==
* ''[[Vallanzasca - Gli angeli del male]]'', regia di [[Michele Placido]] ([[2010]])
* ''[[Il caso Enzo Tortora - Dove eravamo rimasti?]]'', regia di [[Ricky Tognazzi]] ([[2012]]) - Miniserie TV
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita testo|titolo=Renato Vallanzasca. Milano calibro velluto|nome=Francesca |cognome=Arceri,|città=Milano|editore=Bevivino|anno= 2005|ISBN = 88-88764-49-6}}
* {{cita testo|titolo=Etica criminale. Fatti della banda Vallanzasca|nome=Massimo |cognome=Polidoro|città=Milano|editore=Ed. Piemme|anno= 2007| ISBN =978-88-384-8947-1}}
* {{Cita libro|autore=[[Carlo Lucarelli]]|titolo=Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste. Dai Misteri d'Italia di Blu notte|anno=2008|città=Torino|editore=[[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]]|ISBN=978-88-06-19502-1|capitolo=Milano calibro 9|pp=66-118}}
* {{cita libro|titolo=Il fiore del male: bandito a Milano'|nome= Carlo|cognome= Bonini |nome2=Renato |cognome2=Vallanzasca | città=Milano|editore= Tropea|anno= 2009| ISBN= 978-88-558-0079-2}}
* {{cita testo|titolo=L'ultima fuga. Quel che resta di una vita da bandito|autore= [[Leonardo Coen]] |nome2=Renato|cognome2= Vallanzasca |città=Milano| editore=B. C. Dalai||anno= 2010|ISBN 978-88-6073-735-9}}
* {{cita testo|titolo=Vallanzasca. Il romanzo non autorizzato del nemico pubblico numero uno|nome=Vito |cognome=Bruschini |editore=Newton&Compton |città=Roma|anno= 2011|ISBN =88-541-2227-0}}
*{{cita testo|titolo=Lettera a Renato|nome=Antonella|cognome= D'Agostino|nome2=Renato|cognome2= Vallanzasca|editore= Cosmopoli|città=Roma |anno= 2007}}
 
== Voci correlate ==
* [[Banda della Comasina]]
* [[Francis Turatello]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/renato-vallanzasca/447/default.aspx Renato Vallanzasca. La storia di un criminale al centro delle cronache degli anni Settanta] La Storia siamo noi
* {{cita web|url=http://www.ildue.it/Evasioni/Interviste/PaginaInterviste.asp?IDPrimoPiano=908|titolo=Un'intervista a Vallanzasca del 2004|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090207195119/http://www.ildue.it/Evasioni/Interviste/PaginaInterviste.asp?IDPrimoPiano=908|dataarchivio=7 febbraio 2009}}
 
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