Flauto dolce e Il mistero del cadavere scomparso: differenze tra le pagine

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{{Film
{{NN|strumenti musicali|settembre 2014|Pagina carente di note puntuali.|argomento2= musica classica}}
|titolo italiano = Il mistero del cadavere scomparso
{{Strumento musicale
|titolo alfabetico = Mistero del cadavere scomparso, Il
|Nome = Flauto dolce
|immagine = Il mistero del cadavere scomparso.png
(Flauto diritto o Flauto a becco)
|titolo originale = Dead Men Don't Wear Plaid
|Immagine = FlautoContralto.JPG
|paese = [[Stati Uniti d'America]]
|Didascalia = Un flauto dolce (copia di uno strumento di Jan Steenbergen, 1700 circa).
|anno uscita = [[1982]]
|Data di invenzione = XIV secolo
|durata = 89 min
|Inventore = <!-- nome dell'inventore (solo se noto) -->
|tipo colore = B/N
|Origine geografica = Europa
|genere = Thriller
|Codice classificazione = fdi
|Utilizzogenere 12 = medievaleCommedia
|regista = [[Carl Reiner]]
|Utilizzo 2 = rinascimentale
|soggetto = [[Carl Reiner]], [[George Gipe]] e [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]
|Utilizzo 3 = barocca
|sceneggiatore = [[Carl Reiner]], [[George Gipe]] e [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]
|Utilizzo 4 = contemporanea
|produttore = [[David Picker]], [[William E. McEuen]]
|Utilizzo 5 = folk
|attori =
|Utilizzo 6 = <!-- ambito musicale di utilizzo -->
*[[Steve Martin (attore)|Steve Martin]]: Rigby Reardon
|Utilizzo 7 = <!-- ambito musicale di utilizzo -->
*[[Rachel Ward]]: Juliet Forrest
|Utilizzo 8 = <!-- ambito musicale di utilizzo -->
*[[Alan Ladd]]: pistolero a Cheese Factory (immagini d'archivio)
|Utilizzo 9 = <!-- ambito musicale di utilizzo -->
*[[Carl Reiner]]: /Field Marshall Wilfred von Kluck
|Utilizzo 10 = <!-- ambito musicale di utilizzo -->
*[[Barbara Stanwyck]]: Leona Hastings (immagini d'archivio)
|Estensione =
*[[Ray Milland]]: Sam Hastings (immagini d'archivio)
|Progenitore =
*[[Ava Gardner]]: Kitty Collins (immagini d'archivio)
|Discendente =
*[[Burt Lancaster]]: Swede Anderson (immagini d'archivio)
*[[Humphrey Bogart]]: Marlowe (immagini d'archivio)
*[[Cary Grant]]: Uomo nello scompartimento (immagini d'archivio)
*[[Ingrid Bergman]]: F.X. Huberman (immagini d'archivio)
*[[Veronica Lake]]: Monica Stillpond (immagini d'archivio)
*[[Bette Davis]]: Doris Devermont (immagini d'archivio)
*[[Lana Turner]]: Jimmie Sue Altfeld (immagini d'archivio)
*[[Edward Arnold]]: Padre di Jimmie Sue(immagini d'archivio)
*[[Kirk Douglas]]: Boss (immagini d'archivio)
*[[Fred MacMurray]]: Walter Neff (immagini d'archivio)
*[[James Cagney]]: Cody Jarrett (immagini d'archivio)
*[[Joan Crawford]]: Margaret Kroy (immagini d'archivio)
*[[Reni Santoni]]: Capitano Carlos Rodriguez
*[[Charles Laughton]]: Uomo nel Bar di Carlotta (immagini d'archivio)
*[[Vincent Price]]: Rice (immagini d'archivio)
*[[George Gaynes]]: John Hay Forrest
*[[Francis X. McCarthy]]: Waiter (Frank McCarthy)
*[[William Conrad]]: Uomo che spara a Swede Anderson (immagini d'archivio)
*[[Brian Donlevy]]: (immagini d'archivio)
*[[Edmond O'Brien]]: prigioniero (immagini d'archivio)
|doppiatori italiani =
*[[Ferruccio Amendola]]: Rigby Reardon
*[[Maria Pia Di Meo]]: Juliet Forrest
*[[Nando Gazzolo]]: Marlowe
*[[Vittoria Febbi]]: Kitty Collins
*[[Giorgio Piazza]]: Uomo nello scompartimento
*[[Luciano De Ambrosis]]: Capitano Carlos Rodriguez
*[[Cesare Barbetti]]: Boss / Walter Neff
*[[Renato Mori]]: Uomo nel bar di Carlotta
|fotografo = [[Michael Chapman (direttore della fotografia)|Michael Chapman]]
|montatore = [[Bud Molin]]
|effetti speciali= [[Glen Robinson]]
|musicista = [[Steve Goodman]], [[Miklós Rózsa]]
|scenografo= [[John DeCuir]], [[Richard C. Goddard]]
|costumista= [[Edith Head]]
|truccatore= [[Ric Saglione]], [[E. Thomas Case]]
}}
'''''Il mistero del cadavere scomparso''''' (''Dead Men Don't Wear Plaid'') è un [[film]] di [[parodia|genere parodico]] e [[satira|satirico]] del filone del [[film noir]] girato nel [[1982]] da [[Carl Reiner]]. È interpretato da [[Steve Martin (attore)|Steve Martin]] e [[Rachel Ward]].
Il '''flauto dolce''' (detto anche ''flauto a becco'' o ''flauto diritto'') è uno [[strumento musicale]] della famiglia degli [[aerofoni]], di legno<ref>Dagli ultimi decenni del XX secolo i modelli più economici, di uso didattico, vengono prodotti in plastica</ref>. In [[lingua inglese|inglese]] è chiamato ''recorder'', in [[lingua francese|francese]] ''flûte à bec'', in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Blockflöte''. Come l'[[ocarina]] e il [[tin whistle]] è uno strumento "a fischietto", in cui l'emissione del suono è provocata dall'incanalamento dell'aria in un condotto, ricavato nell'imboccatura dello strumento, che la dirige contro un bordo affilato (detto ''labium''): l'oscillazione della colonna d'aria fra l'esterno e l'interno del [[Labium (musica)|labium]] mette in vibrazione l'aria contenuta nello strumento.
 
Particolarità del film è che, grazie ad artifici di montaggio, gli attori riescono a "dialogare" con attori famosi della prima metà del [[XX secolo]], presenti con [[cameo]] attraverso immagini estrapolate da film da loro interpretati: [[Alan Ladd]], [[Humphrey Bogart]], [[Ava Gardner]], [[Bette Davis]], [[James Cagney]], [[Barbara Stanwyck]], [[Lana Turner]], [[Burt Lancaster]] e altri ancora.
== Impostazione ==
[[File:SchemaFlautoDolce.jpg|left|thumb|Componenti di un flauto dolce.]]
[[File:Recorder300px.png|left|thumb|Sezione della [[Labium (musica)|testata di un flauto dolce]].]]
Si suona tenendo lo strumento frontalmente tra le [[labbra]], a differenza del [[flauto traverso]] che si tiene orizzontale. Per questo motivo il flauto dolce è a volte chiamato "flauto diritto". Esistono flauti dolci di diverse lunghezze: i flauti più lunghi hanno un suono più grave, i più corti hanno un suono più acuto.
 
È l'ultimo film della lunga carriera della celebre costumista hollywoodiana [[Edith Head]], morta nel [[1981]]. La pellicola è a lei dedicata.
Ha in tutto otto fori, sette sul lato anteriore e uno su quello posteriore; dei sette anteriori, i tre superiori si suonano con la mano sinistra (il foro sul lato posteriore, detto "portavoce", si chiude con il pollice della mano sinistra, e serve per ottenere le note delle ottave superiori) e i quattro inferiori con la mano destra. Il mignolo della mano sinistra ed il pollice della destra non vengono usati (il pollice destro regge lo strumento). Il foro più basso è disallineato rispetto agli altri, per poter essere agevolmente raggiunto dal dito mignolo; nei flauti rinascimentali, in luogo del foro più basso venivano praticati due fori alla stessa altezza, in posizione simmetrica, per permettere un eventuale uso con le mani invertite (la destra in alto, la sinistra in basso): il foro non utilizzato era sigillato con la cera. Per alzare di un semitono la nota più grave è necessario tappare il foro più basso solo a metà: nel XVIII secolo, per rendere più precisa l'intonazione della nota alterata, il foro fu sdoppiato in due fori ravvicinati (e lo stesso fu fatto per il foro immediatamente superiore), come si vede nei flauti dolci di costruzione moderna.
 
== Trama ==
Gli strumenti più gravi della famiglia hanno delle [[chiave (strumenti a fiato)|chiavi]] che permettono di occludere i fori sul trombino.
La storia narra dell'indagine condotta dall'investigatore privato Rigby Reardon intento a ritrovare una persona scomparsa. Alla fine si comprenderà che dietro alla scomparsa vi è un complotto intento a distruggere il mondo utilizzando la muffa dei latticini.
 
== Film citati ==
Nel flauto dolce (diversamente dal flauto traverso) non è possibile variare l'imboccatura cambiando la posizione delle labbra, per adattarla a un flusso d'aria più o meno intenso: pertanto, nel flauto dolce variazioni di pressione dell'aria da parte dell'esecutore producono inevitabilmente variazioni di altezza della nota emessa. Gli effetti espressivi ottenibili con il flauto dolce si basano quindi sull'''articolazione'' del fraseggio (la variazione del transitorio di attacco di ciascuna nota, ottenuta con diversi "colpi di lingua"), sull'uso (sporadico) di diteggiature alternative, e su moderate variazioni di intensità sulle singole note; è invece preclusa la possibilità di ampie variazioni di [[dinamica (musica)|intensità]] (''piano e forte'') e di effetti di ''crescendo'' e ''diminuendo'' sull'arco di frasi lunghe.
L'elenco dei film da cui sono stati tratti alcuni spezzoni:
 
* ''[[Il fuorilegge (film 1942)|Il fuorilegge]]'' (1942)
Per contro, il fatto che l'imboccatura del flauto dolce possa essere anche molto lontana dalla bocca dell'esecutore (negli strumenti più lunghi l'aria viene soffiata attraverso un tubo di ottone detto ''ritorta'') permette di realizzare strumenti molto lunghi (e quindi con [[tessitura (musica)|tessitura]] molto bassa), cosa assai più problematica per i flauti traversi.
* ''[[La chiave di vetro (film)|La chiave di vetro]]'' (1942)
 
* ''[[La fiamma del peccato]]'' (1944)
Proprio la diversa costruzione dell'imboccatura, che differenzia il flauto dolce dal flauto traverso, ha quindi determinato tanto la grande diffusione del flauto dolce nel Rinascimento (epoca in cui si apprezzava molto l'effetto di insiemi omogenei di strumenti che riproducessero, grazie alle diverse taglie, l'insieme delle voci umane dal basso al soprano), quanto la successiva prevalenza del flauto traverso verso la fine del XVIII secolo (allorché le possibilità dinamiche del flauto dolce risultarono inadeguate alle mutate esigenze musicali e alle dimensioni delle sale da concerto) e infine l'uso massiccio del flauto dolce come strumento didattico nel XX secolo.
* ''[[Giorni perduti]]'' (1945)
 
* ''[[I gangsters]]'' (1946)
== Taglie del flauto dolce "moderno" ==
* ''[[Sorvegliato speciale (film 1941)|Sorvegliato speciale]]'' (1941)
{| style="border:1px solid #aaa; font-size:95%; background-color:#f9f9f9; padding:10px;" cellspacing="0" cellpadding="2" border="1" class="hintergrundfarbe1 rahmenfarbe1" align=right float
* ''[[Prigioniera di un segreto]]'' (1942) (uncredited)
| bgcolor="#F8EABA" align="center" colspan="4" | '''Estensioni "moderne" dei flauti dolci'''
* ''[[Il prezzo dell'inganno]]'' (1946)
|-
* ''[[Humoresque (film)|Humoresque]]'' (1946)
! bgcolor="#B2C6FF" align="center"|Flauti in do!! bgcolor="#B2C6FF" align="center"|Estensione
* ''[[Il grande sonno (film)|Il grande sonno]]'' (1946)
! bgcolor="#B2C6FF" align="center"|Flauti in fa!! bgcolor="#B2C6FF" align="center"|Estensione
* ''[[Il postino suona sempre due volte (film 1946)|Il postino suona sempre due volte]]'' (1946)
|-align="right"
* ''[[La fuga (film 1947)|La fuga]]'' (1947)
| sopranino<br /> (garklein) || [[File:Range GarkleinRecorder.png|120px]]
* ''[[Corruzione (film)|Corruzione]]'' (''The Bribe'') (1949)
|| sopranino|| [[File:Range SopraninoRecorder.png|120px]]
* ''[[La furia umana]]'' (1949)
|-align="right"
* ''[[Il sospetto (film 1941)|Il sospetto]]'' (1941)
| soprano || [[File:Range SopranoRecorder.png|120px]]
* ''[[Notorious - L'amante perduta]]'' (1946)
|| contralto || [[File:Range AltoRecorder.png|120px]]
* ''[[Le vie della città (film 1948)|Le vie della città]]'' (1947)
|-align="right"
* ''[[Il terrore corre sul filo]]'' (1948)
| tenore || [[File:Range TenorRecorder.png|120px]]
* ''[[Il diritto di uccidere (film 1950)|Il diritto di uccidere]]'' (1950)
|| basso<br />(in fa)|| [[File:Range BassRecorder.svg|120px]]
|-align="right"
| basso in do || [[File:Range GreatBassRecorder.png|128px]]
|| gran basso in fa || [[File:Range ContraBassRecorder.png|120px]]
|}
 
I flauti dolci sono realizzati in varie taglie, sviluppatesi in [[Musica rinascimentale|epoca rinascimentale]], quando si diffuse la pratica di eseguire con strumenti brani [[Polifonia|polifonici]] originariamente destinati alle [[Canto|voci]]: da questa pratica derivò la produzione di un repertorio strumentale in cui le parti mantenevano le estensioni tipiche dei [[Canto#Registri|registri vocali]]<ref>La polifonia vocale del XIV secolo prevedeva generalmente due o tre voci: il "tenor" (voce maschile) e il "superius" (soprano, voce bianca o di falsetto), ed eventualmente un secondo ''tenor'' detto "contra tenor". Nel corso del XV secolo si iniziò a comporre sistematicamente a quattro voci, e i ''contra tenor'' divennero due: uno nella tessitura di un tenore acuto, detto "contratenor altus" (quasi subito abbreviato in "contra altus", poi semplicemente in "contra" o "altus"); l'altra voce, più grave del tenor, era il "contratenor bassus" (poi abbreviato in "bassus"). Nel XVI secolo le tessiture vocali ''superius, altus, tenor'' e ''bassus'' erano simili a quelle attuali (tuttavia, nella musica sacra il ''superius'' era una voce bianca, e l'''altus'' una voce maschile).</ref>.
 
Nel [[XVI secolo]] non solo i flauti dolci, ma tutti gli strumenti melodici ([[trombone|tromboni]], [[Bombarda (strumento musicale)|bombarde]], viole da braccio e da gamba... perfino gli antenati del [[fagotto]]) costituivano "famiglie" formate da "soprano", "contralto", "tenore" e "basso". In alcune famiglie di strumenti (come nei flauti dolci), tutte le estensioni erano trasposte, rispetto alla voce umana dello stesso nome, un'ottava sopra; in altre famiglie le estensioni risultavano abbassate di un'ottava (come in alcuni strumenti ad [[ancia]]). Per similitudine con la nomenclatura dei registri dell'[[Organo (strumento musicale)|organo]], si usa dire che gli strumenti accordati all'unisono delle voci con lo stesso nome suonano «in 8 piedi (8')», mentre quelli che suonano trasponendo un'ottava sopra o un'ottava sotto, rispettivamente, sono accordati «in 4'» o «in 16'» <ref>Un piede organaro equivale a circa 32 cm. La misurazione in piedi di un registro d'organo si basa sulla lunghezza della canna corrispondente al tasto più grave della tastiera, solitamente il do 1, che nei registri che suonano all'unisono con la voce umana è lunga 8'; un registro che suona all'ottava superiore sarà quindi detto di 4', mentre se all'ottava sotto sarà di 16'.</ref>.
 
Nel caso dei flauti dolci, la composizione della famiglia è cambiata nel corso dei secoli. All'epoca della riscoperta del flauto dolce nel XX secolo si è consolidata nell'uso una famiglia "standard" di 4' (ogni strumento suona un'ottava sopra rispetto alla voce umana dello stesso nome) costituita da:
 
* flauto dolce soprano (in do<sub>3</sub>)
* flauto dolce contralto (in fa<sub>2</sub>)
* flauto dolce tenore (in do<sub>2</sub>, un'ottava sotto il flauto soprano)
* flauto dolce basso (in fa<sub>1</sub>, un'ottava sotto il flauto contralto)
 
Tuttavia, come si vedrà più oltre nella sezione sulla storia dello strumento, questa "famiglia" include taglie che erano effettivamente in uso in epoca rinascimentale (il tenore in do e il basso in fa; per contro, nel XVI secolo soprano e contralto erano normalmente in re e in sol) assieme a taglie tipicamente tardo-barocche (il contralto in fa), nell'ottica di rendere disponibile agli stessi strumenti tutta la letteratura che va dal tardo Medioevo alla metà del XVIII secolo. La famiglia è ampliata da due flauti di taglia più piccola:
[[File:flauti dolci.jpg|thumb|Flauti dolci di varie dimensioni.]]
* flauto dolce sopranino in fa<sub>3</sub> (un'ottava sopra il flauto contralto)
* flauto dolce sopranino in do<sub>4</sub> (un'ottava sopra il flauto soprano), conosciuto anche come ''garklein''
e da due strumenti di taglia più grande:
* basso in do<sub>1</sub> (un'ottava sotto il flauto tenore)
* gran basso in fa<sub>0</sub> (due ottave sotto il flauto contralto)<ref>In area tedesca questi strumenti sono denominati rispettivamente ''Bass'' e ''Gross Baß'' (nel trattato di [[organologia]] di M. Praetorius ''[[Syntagma musicum]]'', vol.II ''Organographia'', 1619, il flauto basso in fa<sub>1</sub> è denominato ''Basset''). In inglese si usa il termine ''double bass'', che si potrebbe anche tradurre con "contrabbasso", ma è fuorviante usare in italiano questo termine per strumenti del XVI secolo, dato che come si è visto l'espressione ''Contra bassus'' aveva in origine un significato totalmente diverso da quello attuale.</ref>
 
Il flauto dolce oggi più diffuso è il soprano in do (utilizzato spesso per l'educazione musicale nella scuola media), benché gran parte del repertorio solistico per il flauto dolce (specificamente, quasi tutto il repertorio barocco) sia destinato al flauto contralto in fa. I flauti "gran bassi" sono oggi usati solo da pochissimi esecutori, e nella loro versione rinascimentale originale (ad esempio dal [[Wiener Blockflöten Ensemble]] o dall'ensemble [[The Royal Wind Music]]).
 
Il flauto dolce moderno (che ha l'estensione del flauto tardo-barocco) produce tutte le note della [[scala cromatica]] per un totale di due ottave e un tono. I flautisti più esperti possono superare questo limite con diteggiature e tecniche di emissione particolari.
 
Attualmente (XXI secolo) gli interpreti professionisti usano flauti che riproducono con la massima aderenza possibile esemplari superstiti di strumenti coevi al repertorio eseguito; pertanto i flauti dolci con taglie e caratteristiche "moderne" sono oggi usati per la musica contemporanea, e per il resto confinati all'uso didattico e amatoriale.
 
== Storia ==
=== Gli inizi ===
 
Lo schema di base del flauto a fischietto è molto comune e ne fa uno strumento molto antico. Il flauto dolce si distingue per la presenza di otto fori (sette frontali, più il portavoce<ref>nel Medioevo e Rinascimento il flauto dolce era spesso denominato ''fleute a neuf trous'', "flauto a nove fori", perché il foro più basso era usualmente sdoppiato per permettere di usare le mani in posizione invertita (la destra in alto)</ref>), laddove altri strumenti della stessa famiglia ancora in uso, ad esempio nella [[musica popolare]] [[Irlanda|irlandese]] hanno normalmente sei fori, così come in origine anche il [[flauto traverso]] prima dell'intervento di [[Theobald Boehm]] nel 1832. Inoltre la cameratura del flauto dolce, particolarmente in epoca barocca, è conica (con l'estremità più ampia verso l'imboccatura) mentre quella di strumenti simili è cilindrica.
 
Si fa risalire l'origine dello strumento al [[XIV secolo]] anche se alcuni documenti pittorici fanno pensare ad un'origine anteriore. Gli esemplari più antichi oggi esistenti risalgono appunto al XIV secolo: si tratta di due strumenti trovati rispettivamente nel 1940 in un fossato a [[Dordrecht]] nei [[Paesi Bassi]], e a [[Gottinga]], in [[Germania]], in una latrina pubblica, e di un frammento, di osso, trovato a [[Rodi]], in [[Grecia]]. Il grande musicista e poeta [[Guillaume de Machaut]] (circa 1300-1377) cita in un suo verso ''fleuthe traversaines et flaustes dont droit joues quand tu flaustes'', a dimostrazione che flauto diritto e flauto traverso erano entrambi in uso nel XIV secolo.
 
In un libro contabile del 1388 del conte Enrico di Bolingbroke (il futuro [[Enrico IV d'Inghilterra]]) si trova l'annotazione ''«fistula nomine Ricordo»''<ref>A. Bornstein cit., pag. 48</ref>, che risulta essere la più antica menzione del nome ''recorder'', ancor oggi usato in inglese per il flauto dolce, la cui etimologia è tuttora sconosciuta.
 
=== Il Rinascimento ===
 
Il flauto dolce ebbe la sua massima popolarità durante il [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo]], quando la produzione di [[spartito|spartiti]] a stampa permise ad un vasto pubblico di dilettanti di accedere alla letteratura musicale: per costoro il flauto dolce era uno degli strumenti più accessibili e permetteva di suonare una gran quantità di melodie popolari. A testimonianza della sua popolarità, un elenco di proprietà di [[Enrico VIII d'Inghilterra|Enrico VIII]], alla sua morte nel [[1547]], comprendeva ben 76 flauti dolci. Lo strumento ha lasciato traccia nella letteratura di questo periodo, ed è citato, ad esempio, in opere di [[Shakespeare]], [[Samuel Pepys]], [[John Milton]].
 
Gli strumenti di questo periodo<ref>Per le informazioni contenute in questa sezione, vedi A. Bornstein cit., pag. 44-56</ref> avevano minore conicità e cameratura più ampia rispetto agli strumenti di epoche successive; richiedevano un maggior dispendio di fiato a fronte di un suono più pieno e di maggior volume. L'estensione suonabile con facilità era di circa un'ottava e mezzo, e gli strumenti di taglia più piccola erano tipicamente in re e in sol (anziché in do e in fa). Gli strumenti erano costruiti in legno di acero o di pero, o in altre essenze con simili caratteristiche; flauti soprani e contralti erano talora costruiti anche in bosso o in avorio.
 
In epoca rinascimentale e fino alla prima metà del XVII secolo coesistevano due distinte famiglie di flauti, quella su 8' e quella su 4'<ref>Mersenne (1436) distingue ancora le due famiglie chiamandole rispettivamente ''grand jeu'' e ''petit jeu''.</ref>: la prima eseguiva la musica all'altezza reale, la seconda un'ottava sopra. Le due famiglie erano utilizzate in alternativa l'una all'altra, a seconda delle esigenze musicali. Le taglie del flauto dolce in quest'epoca sono quindi assai numerose (più di qualunque altro strumento coevo): gli strumenti più acuti (soprani e contralti) appartenevano alla famiglia di 4', quelli più gravi (gran bassi) alla famiglia di 8', mentre quelli intermedi (tenore e "bassetto") erano usati come strumenti gravi nella famiglia di 4' oppure come strumenti acuti nella famiglia di 8'.
 
I trattatisti rinascimentali Virdung (1511), Agricola (1529) e Ganassi (1535) descrivono solo tre taglie di flauto:
* soprano in sol (che oggi chiameremmo "contralto"<ref>il cambio di denominazione avvenne già all'inizio del XVII secolo, come risulta dal trattato di Praetorius.</ref>)
* tenore in do
* basso in fa
 
Lo scienziato e umanista [[Gerolamo Cardano]], nel suo trattato ''De musica'' (1541), descrive anche un flauto soprano in re<ref>[http://www.filosofia.unimi.it/cardano/testi/operaomnia/vol_10_s_6.pdf versione digitalizzata dell'Opera Omnia di Cardano, vol. 10]</ref>.
[[File:Barocke Blockflöten.png|thumb|upright=1.6|Flauti tardorinascimentali, da ''[[Syntagma musicum]]'' di [[Michael Praetorius]], 1619. La scala di riferimento (a destra) mostra che lo strumento più lungo (''Groß Bass'') misurava circa due metri (ed era, come gli altri, in un pezzo unico).]]
 
Michael Praetorius, nel suo trattato di organologia del 1619, indica i seguenti strumenti (rappresentati nell'illustrazione riportata a fianco):
* ''Klein flöttlin'' (sopranino) in sol<sub>4</sub>
* ''Discant'' (soprano) in re<sub>4</sub>
* ''Discant'' (soprano) in do<sub>4</sub>
* ''Alt'' (contralto) in sol<sub>3</sub>
* ''Tenor'' (tenore) in do<sub>3</sub>
* ''Bassett'' (basso) in fa<sub>2</sub>
* ''Bass'' (basso) in si♭<sub>1</sub>
* ''Groß Bass'' (gran basso) in fa<sub>1</sub>
Alcuni gran bassi in fa<sub>1</sub> erano dotati di un sistema di chiavi che ampliava l'estensione nel grave fino al do<sub>1</sub>. Strumenti di questo tipo sono descritti nel trattato di Mersenne (1636), ed è giunto fino a noi uno strumento rinascimentale lungo 260&nbsp;cm, conservato al [[Mercato delle carni (Anversa)|Museo del Mercato delle Carni]] di Anversa.
 
Gli strumenti di epoca rinascimentale tuttora conservati sono relativamente pochi<ref>Il [http://www.adrianbrown.org/cgi-bin/db.cgi?db=default&uid=default Renaissance Recorder database] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110724224355/http://www.adrianbrown.org/cgi-bin/db.cgi?db=default&uid=default |data=24 luglio 2011 }} elenca circa 200 flauti rinascimentali originali tuttora conservati, molti dei quali in condizioni deteriorate</ref>, se rapportati alla diffusione del flauto dolce all'epoca, ma comunque largamente sufficienti a fornire informazioni precise sulle loro caratteristiche sonore e costruttive: notevoli sono una famiglia (incompleta) di strumenti, conservata a [[Norimberga]] ancora in condizioni suonabili, tre strumenti di grossa taglia conservati al Kunsthistorisches Museum di [[Vienna]], e tredici flauti conservati nel Museo dell'Accademia Filarmonica di [[Verona]]. Una cinquantina di strumenti tuttora esistenti portano il marchio della famiglia italiana Bassano, costruttori di strumenti a fiato di grande notorietà in tutta Europa nel XVI secolo.
 
=== L'epoca barocca ===
 
Nel corso del XVII secolo il flauto dolce fu modificato in maniera significativa: i maggiori cambiamenti costruttivi sono attribuiti alla famiglia Hotteterre, attiva a Parigi fra la metà del XVII secolo e la metà del secolo successivo. Le modifiche apportate ebbero effetto sul timbro (per la conicità più accentuata, che determina una prevalenza delle [[Armonica (fisica)|armoniche]] dispari nello spettro del suono emesso) e lo resero uno strumento completamente cromatico su due ottave. Molti compositori importanti prescrissero esplicitamente l'uso flauto dolce nelle loro opere.
 
Sono oggi conservati nel mondo (in musei o collezioni private) più di mille esemplari risalenti ai secoli XVII e XVIII, opera dei costruttori P. Bressan, J. e J.C. Denner, Stanesby sr. e jr., Oberlender, Gahn, Rippert, Schell, famiglia Schrattenbach, Boekhout, famiglia Hotteterre, Haka, Mahillon, Heitz, famiglia Rottenburgh, Beukers, Aardenberg, Steenbergen, Kynseker, Anciuti e G. Walch; la taglia più rappresentata è il contralto, e in maggioranza sono costruiti in legno di bosso<ref>[http://www.recorderhomepage.net/original.html Recorder home page database] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110510175311/http://www.recorderhomepage.net/original.html |data=10 maggio 2011 }}</ref>.
 
Nel [[XVII secolo]] e all'inizio del XVIII secolo il flauto dolce era chiamato semplicemente ''flauto'', mentre il [[flauto traverso]] si chiamava esplicitamente ''(flauto) traverso'', ''(flauto) traversiere'' o ''traversa''; nel [[XVIII secolo]] il flauto traverso accrebbe la propria importanza come strumento solistico, e circa dalla metà del secolo si iniziò a designare quest'ultimo come "flauto", determinando qualche incertezza interpretativa ai nostri giorni (che tuttavia in genere è di facile soluzione in base all'estensione e alla tonalità del brano, dato che l'estensione del flauto traversiere inizia una terza sotto rispetto al flauto dolce contralto e privilegia le tonalità con i diesis rispetto a quelle con i bemolli, più adatte al flauto dolce). [[Johann Sebastian Bach]] scrisse il suo [[Concerto brandeburghese n. 4|quarto Concerto Brandeburghese]], oggi suonato con flauti dolci, per due "flauti d'echo", un termine che lascia qualche interrogativo sul tipo di strumento richiesto. Il [[musicologia|musicologo]] Thurston Dart credette che si trattasse di uno strumento di origine francese ("flageolet") simile al flauto dolce ma intonato un'[[Ottava (musica)|ottava]] sopra, che in quegli anni era piuttosto noto grazie all'uso che di esso faceva un virtuoso londinese di origine francese, James Paisible. Altri sostengono che Bach volesse indicare uno strumento chiamato appunto flauto d'eco, un esemplare del quale è visibile a [[Lipsia]], costituito di due flauti dolci in Fa, collegati tramite cinghie di cuoio, e disposti per avere volumi diversi. [[Antonio Vivaldi]] scrisse tre concerti per ''flautino'', uno strumento che probabilmente è quello che oggi chiamiamo flauto dolce ''sopranino'', anche se per molto tempo le esecuzioni di queste composizioni hanno utilizzato un [[ottavino]].
 
Poiché il flauto era strumento diffuso fra i dilettanti, nel XVIII secolo furono pubblicate numerose trascrizioni per flauto di sonate per [[violino]], per esempio la (discussa) trascrizione di sonate di [[Arcangelo Corelli]] ad opera di John Walsh (Londra, 1702). Viceversa, buona parte delle sonate dell'epoca barocca per strumento a fiato solo (con o senza [[basso continuo]]) si possono eseguire indifferentemente sul flauto dolce, sul flauto traverso o sull'oboe (quest'indicazione è spesso fornita esplicitamente nel frontespizio delle raccolte dell'epoca), quindi la loro esecuzione con il flauto dolce non si deve considerare una "trascrizione", nemmeno quando essa necessita della trasposizione del pezzo una terza minore sopra, secondo la prassi indicata da [[Jacques Hotteterre]] nel [[1715]].
 
Il fatto che dopo la metà del XVII secolo si sia iniziato (probabilmente ad opera degli Hotteterre) a costruire i flauti dolci in tre parti, mentre nel Rinascimento erano costruiti in un pezzo unico o al massimo in due pezzi (anche i più grandi), riflette un significativo cambiamento nella figura del flautista professionista. Nel Rinascimento, gli strumentisti erano al servizio delle corti, e gli strumenti che usavano non erano di loro proprietà, bensì della cappella di corte. Tutti gli strumenti a fiato costruiti per una stessa cappella erano accordati su uno stesso La, ma quest'ultimo poteva variare moltissimo fra una cappella e l'altra (anche di più di mezzo tono). In seguito, i più noti virtuosi di flauto iniziarono a spostarsi da una città all'altra per le loro esibizioni, portando con sé i loro strumenti, e il problema di doversi adeguare ad altezze del La tanto diverse fu risolto costruendo il flauto in tre sezioni (il flauto traversiere addirittura in quattro): per piccole variazioni di accordatura era sufficiente inserire la sezione centrale più o meno profondamente nella testata (come si fa tuttora). Oltre un certo limite era necessario sostituire del tutto la sezione centrale con una di lunghezza diversa e con le distanze fra i fori alterate proporzionalmente: nel caso dei flauti traversi, molti strumenti dell'epoca giunti fino a noi hanno diverse sezioni centrali di ricambio, mentre non ci sono pervenuti flauti dolci con questa caratteristica; tuttavia alcuni costruttori moderni producono riproduzioni di strumenti antichi con sezioni centrali intecambiabili adattate a diverse accordature. Gli strumenti di epoca barocca erano costruiti in legni molto duri, come il bosso o l'ebano. Diversi costruttori realizzavano flauti in legno con il becco e le giunzioni rivestite in avorio o in argento, sia a fini estetici sia per rinforzare il legno nei punti in cui era più sottile o più sottoposto a sforzi. Alcuni strumenti erano realizzati interamente in avorio.
 
[[File:Ganassi fontegara.jpg|thumb|upright=1.8|Frontespizio dell<nowiki>'</nowiki>''Opera intitulata Fontegara, la quale insegna a sonar di flauto con tutta l'arte opportuna...'' (1535)]]
 
=== L'Ottocento ===
 
Alla fine del diciottesimo secolo il flauto dolce subì un declino. La radicale trasformazione del flauto traverso ad opera di [[Theobald Boehm]], fra il 1832 e il 1847, rende quest'ultimo strumento definitivamente più adatto a figurare nell'orchestra sinfonica. L'ultima apparizione di qualche rilievo del flauto dolce è nell'opera di [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]], ''[[Orfeo ed Euridice (Gluck)|Orfeo ed Euridice]]'', dove viene usato come suono evocativo dell'aldilà.
 
Nei primi anni del XIX secolo comparve uno strumento chiamato '''csakan''', molto simile al flauto dolce e con la stessa diteggiatura, probabilmente inventato da Anton Heberle (che lo usò per la prima volta in un concerto nel 1807). Lo csakan godette di una notevole popolarità a Vienna e in tutta l'area austro-ungarica: fra il 1807 e il 1845 furono pubblicati oltre 400 brani di musica per csakan (solo o con accompagnamento di chitarra o pianoforte), per lo più destinati a musicisti dilettanti. Lo csakan era spesso costruito nella forma di un bastone da passeggio, con la testata nell'impugnatura, a somiglianza di alcuni strumenti popolari ungheresi.
 
=== Il XX secolo e la riscoperta ===
Lo strumento venne riscoperto nell'ambito del movimento di riscoperta della [[musica antica]], nella prima metà del secolo, ad opera di [[Arnold Dolmetsch]] in Inghilterra, degli insegnanti del Conservatorio di [[Bruxelles]] - dove Dolmetsch aveva studiato - e nei concerti tenuti alla Bogenhausen Künstlerkapelle (l'orchestra degli artisti di Bogenhausen) in Germania, dove nello stesso periodo operavano, a favore del flauto dolce, anche [[Wilibald Gurlitt]], Werner Danckerts e Gustav Schecky. Carl Dolmetsch, il figlio più giovane di Arnold, si dedicò a partire dagli anni trenta alla costruzione di strumenti in cui introdusse singolari innovazioni per permettere una maggiore escursione dinamica e diteggiature alternative, consistenti in chiavi aggiuntive poste sulla faccia posteriore del becco e sul foro terminale del flauto; queste innovazioni non godettero di grande fortuna, e nella seconda metà del XX secolo è stata sempre più incentivata, nell'uso professionistico, la produzione di copie accurate dei pochi esemplari di epoca rinascimentale e barocca che sopravvivono in musei o collezioni private.
 
==== Uso nelle scuole ====
[[File:Japanese YAMAHA Instruments Recorders 1.JPG|thumb|left|Due flauti in plastica ([[Yamaha Corporation|Yamaha]]).]]
Nella seconda metà del [[XX secolo]] divenne possibile produrre flauti di [[bachelite]] e poi di plastica; in questo modo i flauti dolci divennero economici e veloci da produrre<ref>Rispetto agli strumenti di legno industriali di fascia più bassa, gli strumenti di plastica hanno anche il vantaggio di una maggiore stabilità rispetto alle condizioni ambientali e quindi maggiore precisione dell'intonazione; consentono produzioni qualitativamente uniformi, e negli ultimi anni sono realizzati con una maggiore aderenza alle caratteristiche costruttive degli strumenti barocchi</ref>. Il rinnovato interesse per lo strumento, unito a questa circostanza, fece sì che lo strumento divenisse popolare come supporto didattico da utilizzare nelle scuole, soprattutto per la facile emissione sonora e per la ridotta distanza fra i fori, che rende il flauto soprano in do adatto anche a mani molto piccole.<ref>Margo Hall,''Teaching Kids Recorder'', iUniverse, 2005. ISBN 0-595-36743-7</ref> Il flauto dolce, inoltre, non pone ai principianti i problemi di intonazione tipici degli [[strumenti ad arco]]<ref>Tuttavia, la dipendenza dell'altezza delle note dalla pressione dell'aria, con le conseguenti variazioni di intonazione, resta tipicamente uno dei problemi più critici per i flautisti amatoriali, soprattutto nella pratica d'assieme, anche dopo anni di studio.</ref>, né i problemi di acquisizione dell'imboccatura che si incontrano in quasi tutti gli altri strumenti a fiato, sia labiali, che ad ancia, che a bocchino.
 
Nella costruzione di strumenti per uso didattico, la scuola inglese mantenne la diteggiatura standard dell'epoca barocca, nella quale il quarto grado della scala diatonica dello strumento (Fa nel soprano e Si♭ nel contralto) si ottiene con la diteggiatura detta "a forchetta" (tutti i fori chiusi eccetto quello del medio della mano destra). In Germania, invece, intorno al 1920 si pensò di alterare i diametri dei fori, ottenendo in questo modo la cosiddetta "diteggiatura tedesca", che consente di emettere la stessa nota con medio, anulare e mignolo della destra sollevati: questa diteggiatura, che a molti sembra più agevole, determina però un'inevitabile stonatura di altre note della scala cromatica, e pertanto è presente solo in strumenti per principianti. Alcuni modelli molto diffusi di flauti per uso scolastico sono tuttora disponibili con l'una o con l'altra diteggiatura: questo causa non infrequenti confusioni da parte di acquirenti inesperti.
 
== Repertorio ==
=== Medioevo e Rinascimento ===
 
Fino alla fine del XVI secolo, praticamente in nessuna composizione è esplicitamente indicato uno specifico strumento (se si eccettuano le intavolature per strumenti a tastiera). Il flauto dolce era ampiamente impiegato nel repertorio strumentale, e le indicazioni più significative del suo utilizzo vengono dalle numerose opere dedicate alla pratica delle variazioni strumentali su [[madrigale|madrigali]] e ''chansons'' basate sulla tecnica della diminuzione. In particolare, il trattato ''Opera intitulata Fontegara'' ([[1535]]) di [[Silvestro Ganassi]] dal Fontego è specificamente dedicato al flauto dolce.
 
I flautisti hanno a disposizione un vastissimo repertorio di epoca rinascimentale, eseguibile con una famiglia di flauti dolci oppure insieme ad altri strumenti (''broken consort''): musiche di danza, fantasie e ricercari, esecuzione strumentale di [[madrigale|madrigali]] e ''chansons''.
 
=== XX e XXI secolo ===
 
Dopo un oblio pressoché completo nel corso del [[XIX secolo]], il flauto dolce fu riscoperto dai compositori nei primi decenni del [[XX secolo]]. Fra i primi autori del Novecento a scrivere opere originali per flauto dolce si trovano [[Paul Hindemith]] (1932) e diversi suoi allevi, e in seguito [[Benjamin Britten]], [[Edmund Rubbra]], [[Luciano Berio]], [[Jürg Baur]], [[John Tavener]], [[Malcolm Arnold]], [[Michael Tippett]], [[Leonard Bernstein]], [[Erhard Karkoschka]], [[Mauricio Kagel]], [[Kazimierz Serocki]], [[Gordon Jacob]], [[Bertold Hummel]]. Negli ultimi decenni del XX secolo la letteratura per il flauto dolce è cresciuta considerevolmente e sta crescendo anche nel XXI secolo, grazie a numerose nuove composizioni commissionate dagli interpreti.
 
Di tanto in tanto, il flauto dolce viene anche usato nella musica pop e rock, per esempio in canzoni dei [[The Beatles|Beatles]], dei [[The Rolling Stones|Rolling Stones]], di [[Jimi Hendrix]] o di [[Led Zeppelin]]. Nel jazz, troviamo il flauto dolce nelle composizioni di [[Keith Jarrett]], [[Pete Rose (musicista)|Pete Rose]] o [[Paul Leenhouts]]. Anche nella [[musica folk]] e nelle [[colonne sonore]] cinematografiche i flauti dolci hanno una certa importanza.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|Andrea|Bornstein|Gli strumenti musicali del Rinascimento|1987|Franco Muzzio editore, Padova}} ISBN 88-7021-387-0, disponibile anche [http://www.musica-antica.info/strumenti/ online] (licenza CC)
* {{cita libro|Silvestro|Ganassi dal Fontego|Opera intitulata Fontegara|1535|ristampa anastatica ed. Forni, Bologna|isbn=88-271-0562-X}}
* {{cita libro|Sebastian|Virdung|Musica getutscht und ausgezogen|1511|ristampa anastatica Bärenreiter Verlag, Kassel|lingua=de|isbn=3-7618-0004-5}}
* {{cita libro|Martin|Agricola|Musica instrumentalis deudsch|1529|ed. moderna George Olms, Hildesheim|lingua=de|isbn=3-487-02553-1}}
* {{cita libro|Michael|Praetorius|[[Syntagma musicum]]|1614-1619|ristampa anastatica Bärenreiter Verlag, Kassel|lingua=de|isbn=3-7618-0183-1}}
* {{cita libro|Marin|Mersenne|Harmonie universelle - Livre V des instruments à vent|1636|ed. orig. Sebastien Cramoisy, Parigi|lingua=fr}} disponibile su [https://imslp.org/wiki/Harmonie_Universelle_(Mersenne,_Marin) IMSLP]
* {{en}} Voce "Recorder" sul ''New Grove Dictionary of Music and Musicians''
* {{cita libro|Walter|van Hauwe|The Modern Recorder Player|1992|Schott & Co Ltd (3 volumi)|lingua=en|isbn=0-946535-19-1}}
* {{cita libro|Jacques|Hotteterre (le Romain)|Principes de la flûte traversière ou flute d'allemagne, de la flûte à bec ou flûte douce, et du haut-bois|1710|ristampa anastatica Bärenreiter Verlag, Kassel|lingua=fr|isbn=3-7618-0074-6}}
 
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.recorderhomepage.net/|Recorder Home Page|lingua=en}}
* [http://ilflautodolce.it Il flauto dolce] Spartiti interattivi per flauto dolce
* {{cita web|http://www.flautodolce.it/|NIFD - Notizie Italiane sul Flauto Dolce}}
* [http://diteggiature-flauto-dolce.it diteggiature-flauto-dolce.it ] Diteggiature dei vari tipi di flauto dolce (in italiano, ed in altre lingue)
 
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