Chiesa di San Bernardino (Verona) e Peppino Impastato: differenze tra le pagine

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L'attività del Centro Impastato, le accuse e le scoperte: Aggiunto link esterno (con Archive.org
 
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{{citazione|Passeggio per i campi con il cuore sospeso nel sole.|Peppino Impastato, ''Amore non ne avremo''}}
{{Edificio religioso
{{Bio
|DedicatoA = [[Bernardino da Siena]]
|Nome = Giuseppe
|NomeEdificio = Chiesa di San Bernardino
|Cognome = Impastato
|Immagine = EsternoSanBernardinoVerona.JPG
|PostCognomeVirgola = meglio noto come '''Peppino'''
|Didascalia = Esterno della chiesa di San Bernardino
|LarghezzaSesso = M
|LuogoNascita = Cinisi
|Città = [[Verona]]
|GiornoMeseNascita = 5 gennaio
|Regione = [[Veneto]]
|SiglaStatoAnnoNascita = ITA 1948
|LuogoMorte = Cinisi
|Religione = [[Cattolicesimo|Cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|GiornoMeseMorte = 9 maggio
|Ordine = [[Ordine francescano|Francescano]]
|AnnoMorte = 1978
|AnnoConsacr = [[1453]]
|Attività = giornalista
|Architetto =
|Attività2 = attivista
|StileArchitett = [[Architettura gotica|gotico]]
|Epoca = 1900
|InizioCostr = [[1452]]
|Nazionalità = italiano
|FineCostr = [[1466]]
|PostNazionalità = , membro di [[Democrazia Proletaria]] e noto per le sue denunce contro le attività di [[Cosa Nostra]], a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978<ref>{{Cita web |url =https://www.panorama.it/news/cronaca/cinisi-40-anni-fa-la-morte-di-peppino-impastato-storia-e-foto/ |titolo = Cinisi: 40 anni fa la morte di Peppino Impastato - storia e foto |autore = Edoardo Frittoli |editore = [[Panorama (rivista)|Panorama]] |data = 8 maggio 2018 |accesso = 9 maggio 2018 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180508193334/https://www.panorama.it/news/cronaca/cinisi-40-anni-fa-la-morte-di-peppino-impastato-storia-e-foto/
|Note =
|dataarchivio = 8 maggio 2018 |urlmorto = no }}</ref>
|Immagine = Peppino Impastato 1977.jpg
|Didascalia = Peppino Impastato
}}
La '''chiesa di San Bernardino''' è una chiesa di [[Verona]] risalente al [[XV secolo]] che fa parte di un convento [[Ordine francescano|francescano]]. Oltre alla navata centrale, la chiesa contiene numerose cappelle riccamente decorate con affreschi e tele di pittori locali, attivi per lo più nel [[XVI secolo]]. Una delle cappelle, la [[cappella Pellegrini (San Bernardino)|cappella Pellegrini]], fu progettata dal famoso architetto veronese [[Michele Sammicheli]].
 
==Storia Biografia ==
[[File:Impastato-Dolci.jpg|miniatura|sinistra|''Marcia della protesta e della pace'' organizzata da [[Danilo Dolci]] (posizionato a sinistra) nel marzo del [[1967]]. Accanto a lui c'è Peppino Impastato.]]
===I frati minori a Verona===
I [[Ordine francescano|francescani]] operarono a [[Verona]] a partire dalla visita di [[Francesco d'Assisi|San Francesco]] alla città nel [[1220]].<ref name=B6>{{cita|Bisognin|p. 6}}.</ref> All'inizio, intorno al [[1230]], i frati si insediarono nella zona di [[porta Vescovo]] e in un convento su [[colle San Pietro]].<ref name=B6/> Con l'aumento del numero di religiosi dell'ordine, i francescani chiesero di potersi stabilire nel convento [[Ordine di San Benedetto|benedettino]] di [[Chiesa di San Fermo Maggiore|San Fermo Maggiore]], quasi disabitato. Essi ottennero inoltre in quegli anni il controllo del [[Inquisizione|tribunale dell'Inquisizione]].<ref name=B6/>
 
Peppino Impastato nacque a [[Cinisi]], nella [[provincia di Palermo]], il 5 gennaio [[1948]], da una famiglia [[Cosa nostra|mafiosa]]: il padre [[Luigi Impastato|Luigi]] era stato inviato al [[confino]] durante il periodo [[Fascismo|fascista]], lo zio e altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre era il ''capomafia'' del paese [[Cesare Manzella]], ucciso nel [[1963]] in un agguato nella sua [[Alfa Romeo Giulietta (1955)|Alfa Romeo Giulietta]] imbottita di [[tritolo]].
Nel [[1422]] giunse nella città [[Bernardino da Siena]], che fondò un convento ad [[Avesa]]<ref>{{cita|Notizia Storica|p. 3}}.</ref> occupando un edificio lasciato libero dai monaci di Santa Giustina di Padova.<ref name=A1>{{cita|Amadio|pp. 5-12}}.</ref> Egli, con la sua grande attività di guida spirituale, conferì più dignità alla corsa del [[Palio del drappo verde|palio di Verona]] e istituì un [[monte di Pietà]].<ref name=B7>{{cita|Bisognin|p. 7}}.</ref> Nel [[1443]] Bernardino tornò a Verona, dove diventò molto popolare per la grande eloquenza che dimostrava nelle omelie e per gli atti di carità da lui svolti,<ref name=B7/> stupendo la popolazione per le numerose conversioni e i tanti miracoli che riusciva a compiere.<ref name=A1/>
 
Il ragazzo rompe presto i rapporti con il padre, che lo caccia di casa, e avvia un'attività politico-culturale di sinistra ed antimafia. Nel [[1965]] fonda il giornalino ''[[L'idea Socialista]]'' e aderisce al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria|PSIUP]]<ref>{{Cita web
===Costruzione===
|url = http://www.centroimpastato.it/conoscere/peppino.php3
Bernardino da Siena fu canonizzato il 24 maggio [[1450]]. I Veronesi, memori dei benemeriti del santo nei confronti della popolazione, chiesero di poter erigere una chiesa in suo onore.<ref name=D>{{cita|Dianin}}.</ref><ref name=NS5>{{cita|Notizia storica|p. 5}}.</ref> [[Giovanni da Capestrano]] si incaricò di seguire la costruzione a partire dalla scelta del luogo: egli individuò un sito, chiamato "delle fornase", collocato nel "pra' de Pompeio", poco lontano da [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] e [[Basilica di San Zeno (Verona)|San Zeno]],<ref name=B9>{{cita|Bisognin|p. 9}}.</ref> che doveva il suo nome al fatto che vi si cuocevano i mattoni da costruzione.<ref name=V101>{{cita|Viviani|p. 101}}.</ref> Il doge [[Francesco Foscari]] autorizzò i lavori nel [[1451]] e la prima pietra venne posata il 30 aprile [[1452]] da Monsignor [[Francesco Condulmer]], vescovo di Verona, con una pomposa celebrazione.<ref name=NS5/> La chiesa, non ancora conclusa, fu consacrata nel [[1453]]; i lavori furono rallentati dalla mancanza di fondi e la copertura definitiva dell'edificio fu posta solo nel [[1466]].<ref name=B9/><ref name=V101/>
|titolo = Giuseppe Impastato: l'attività, il delitto, l'inchiesta e il depistaggio, le condanne dei mandanti
|editore = Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" - Onlus.
|data = 5 maggio 2012
|accesso = 25 aprile 2014
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20130724095854/http://www.centroimpastato.it/conoscere/peppino.php3
|dataarchivio = 24 luglio 2013
|urlmorto = sì
}}</ref>. Dal [[1968]] in poi partecipa col ruolo di dirigente alle attività dei gruppi comunisti. Conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di [[Palermo]] in territorio di [[Cinisi]], degli edili e dei disoccupati.
 
Nel [[1976]] costituisce il gruppo ''Musica e cultura'', che svolge attività culturali ([[cineforum]], musica, teatro, dibattiti, ecc.); nel 1977 fonda ''[[Radio Aut]]'', [[radio libera]] autofinanziata,<ref>{{Cita web |url = http://www.teatro.it/notizie/teatro/radio-aut-la-lotta-di-peppino-impastato-allarma-teatro |titolo = Radio Aut: la lotta di Peppino Impastato all'Ar.ma Teatro |autore = Lavinia Coniglio |editore = TEATRO.IT |data = 18 settembre 2017 |accesso = 11 aprile 2018 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170927123628/http://www.teatro.it/notizie/teatro/radio-aut-la-lotta-di-peppino-impastato-allarma-teatro |dataarchivio = 27 settembre 2017 |urlmorto = no }}</ref> con cui denuncia i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e [[Terrasini]], in primo luogo del capomafia [[Gaetano Badalamenti]] (definito sarcasticamente «Tano Seduto» da Peppino<ref>{{Cita news|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/04/12/chiamava-il-boss-tano-seduto-salto-in.html|titolo=Chiamava il boss Tano seduto saltò in aria e passò per suicida|autore=Attilio Bolzoni|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]|data=12 aprile 2002|accesso=12 maggio 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180405025434/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/04/12/chiamava-il-boss-tano-seduto-salto-in.html|dataarchivio=5 aprile 2018|urlmorto=no}}</ref>), che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di [[droga]], attraverso il controllo dell'[[Aeroporto di Palermo-Punta Raisi|aeroporto di Punta Raisi]]. Il programma più seguito era ''Onda pazza a Mafiopoli'', trasmissione satirica in cui Peppino sbeffeggiava mafiosi e politici.
===Vicende successive===
Nel [[1474]] alla chiesa fu aggiunto un portale in stile rinascimentale eseguito da Mastro Modesto.<ref name=B11>{{cita|Bisognin|p. 11}}.</ref>
 
Nel [[1978]] si candida nella lista di ''[[Democrazia Proletaria]]'' alle elezioni provinciali, ma non fa in tempo a sapere l'esito delle votazioni perché, dopo vari avvertimenti che aveva ignorato, nel corso della [[campagna elettorale]] viene assassinato nella notte tra l'8 e il 9 maggio. Col suo cadavere venne inscenato un attentato, per distruggerne anche l'immagine, in cui la stessa vittima apparisse come suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi votano comunque il suo nome, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.<ref>Nelle elezioni comunali del 14 maggio del 1978 "Peppino fu eletto consigliere comunale con 260 voti e la lista Democrazia Proletaria conseguì il 6%: fu la prima volta che gli elettori votarono un morto" [http://www.comunicalo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=432&Itemid=1 (fonte])</ref><ref>{{Cita web|url=http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:SnhLEZUgXz0J:www.comune.pomezia.rm.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/a%25252F5%25252F5%25252FD.ce4738b4dd44f2cc5167/P/BLOB%253AID%253D3438/E/pdf+&cd=15&hl=it&ct=clnk&gl=it|titolo=Peppino Impastato|autore=|editore=|data=|accesso=27 luglio 2019
All'interno della chiesa, in una navata laterale, furono aggiunte a partire dall'ultimo quarto del [[XV secolo]] numerose cappelle. Nel [[1486]] fu realizzata la cappella dei Banda, restaurata nel [[1757]] in seguito a una piena dell'[[Adige]];<ref name=B24>{{cita|Bisognin|p. 24}}.</ref> dal [[1492]] fu costruita la cappella Avanzi, completata in cinque anni;<ref name=B36>{{cita|Bisognin|p. 36}}.</ref> prima del [[1498]] fu costruita la cappella Medici, restaurata nel [[1571]];<ref name=B30>{{cita|Bisognin|p. 30}}.</ref> prima del [[1512]] fu costruita la cappella di San Francesco su volere dei terziari francescani;<ref name=B14>{{cita|Bisognin|p. 14}}.</ref> prima del [[1541]] fu realizzata la cappella Canossa;<ref name=B26>{{cita|Bisognin|p. 26}}.</ref> nel [[1529]] fu iniziata la costruzione della cappella Pellegrini, ripresa nel [[1795]] e terminata solo nel [[1890]].<ref name=FM>{{cita|Frati minori}}.</ref>
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190727184601/http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:SnhLEZUgXz0J:www.comune.pomezia.rm.it/flex/cm/pages/ServeAttachment.php/L/IT/D/a%25252F5%25252F5%25252FD.ce4738b4dd44f2cc5167/P/BLOB%253AID%253D3438/E/pdf+&cd=15&hl=it&ct=clnk&gl=it |dataarchivio=27 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://comunicalo.it/2017/05/09/mafia-39-anni-ucciso-peppino-impastato-mattarella-ricordare-dovere-morale/ |titolo=Mafia, 39 anni fa ucciso Peppino Impastato, Mattarella: “Ricordare è dovere morale”|editore=comunicalo.it|data=9 maggio 2017|accesso=27 luglio 2019
|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190727125554/http://comunicalo.it/2017/05/09/mafia-39-anni-ucciso-peppino-impastato-mattarella-ricordare-dovere-morale/|dataarchivio=27 luglio 2019|urlmorto=no}}</ref>
 
[[File:Peppino Impastato, ultimo comizio.jpg|miniatura|L'ultimo comizio di Impastato, il 7 maggio 1978]]
Il soffitto a capriate della chiesa fu coperto nel [[XVII secolo]] da tele di [[Biagio Falceri]] e la navata centrale fu impreziosita di altari barocchi, acquistando l'aspetto di una chiesa seicentesca.<ref name=A4/> La chiesa fu soppressa in età [[Napoleone Bonaparte|napoleonica]], nel [[1810]], e ripristinata alla fine del [[XIX secolo]];<ref name=BE86>{{cita|Benini|p. 86}}.</ref> il complesso di San Bernardino fu utilizzato come ospedale, magazzino, collegio e cimitero cittadino fino al [[1821]];<ref name=B11/><ref name=FM/> Nel [[1930]] vennero avviati importanti lavori di restauro dell'edificio, che venne riportato allo stato originario;<ref name=A4/> esso, tuttavia, venne gravemente danneggiato durante i bombardamenti della [[seconda guerra mondiale]].<ref name=BE86/>
[[Stampa]], [[forze dell'ordine]] e [[magistratura italiana|magistratura]] parlarono di un atto terroristico in cui l'attentatore sarebbe rimasto ucciso, e di suicidio dopo la scoperta di una lettera, che in realtà non rivelava propositi suicidi.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/12/08/carabinieri-inventarono-il-suicidio.html|titolo=E i carabinieri inventarono il suicidio|autore=Enrico Bellavia|editore=[[la Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data=8 dicembre 2000|accesso=27 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170924185006/https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/12/08/carabinieri-inventarono-il-suicidio.html|dataarchivio=24 settembre 2017|urlmorto=no}}</ref> Il delitto, avvenuto in piena notte, passò quasi inosservato poiché proprio in quelle stesse ore venne ritrovato il corpo senza vita del presidente della [[Democrazia Cristiana]] [[Aldo Moro]] in via Caetani a Roma.
 
== L'attività del Centro Impastato, le accuse e le scoperte ==
Oggi il convento si occupa dell'assistenza a poveri, carcerati, anziani e del sostegno a ragazzi e giovani coppie; negli ambienti del complesso si tengono concerti e convegni.<ref>{{cita|Bisognin|pp. 70-71}}.</ref>
La matrice mafiosa del delitto viene individuata grazie all'attività del fratello Giovanni e della madre [[Felicia Impastato|Felicia Bartolotta]] (1916 - 2004), che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa, da [[Umberto Santino]] e dalla moglie [[Anna Puglisi]], grazie anche ai compagni di militanza e del ''[[Centro siciliano di documentazione]]''<ref>[http://www.centroimpastato.it/ CSD - HomePage<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> di Palermo che viene fondato a Palermo nel [[1977]], è intitolato proprio a Giuseppe Impastato dal [[1980]]. Sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l'inchiesta giudiziaria.
 
Il 9 maggio del [[1979]] il ''[[Centro siciliano di documentazione]] ''organizza, con ''[[Democrazia Proletaria]]'', la prima manifestazione nazionale contro la mafia della [[storia d'Italia]], a cui parteciparono 2000 persone provenienti da tutto il Paese.
==Descrizione della chiesa==
===Esterno===
[[File:614VeronaSBernardino.JPG|thumb|La facciata]]
La facciata della chiesa è sobria, in stile [[tardogotico]] o [[gotico lombardo]], costituita da mattoni a vista.<ref name=B11/> Su di essa si aprono un piccolo rosone di marmo veronese a tre ordini di strombatura, due finestre verticali che terminano con archi trilobati e il portale d'ingresso.<ref name=B11/>
 
Nel maggio del [[1984]] l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del giudice Consigliere istruttore [[Rocco Chinnici]], che aveva concepito e avviato il lavoro del primo [[pool antimafia]] ed era stato assassinato nel luglio del [[1983]], emette una sentenza, firmata dal Consigliere Istruttore [[Antonino Caponnetto]], sostituto di Chinnici dopo la sua morte, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti.
Il portale si colloca stilisticamente nel primo rinascimento e, quindi, si distacca dal contesto architettonico della facciata.<ref name=V101/> Fu finanziato dal lascito del ricco drappiere Giovanni degli Asdenti e venne eseguito nel [[1474]] da Mastro Modesto in marmo greco grigio ed è costituito da due candelabre laterali con una serie di fiori incisi che terminano con capitelli corinzi decorati con dei [[Bucranio|bucrani]].<ref name=B11/><ref name=A3/> I capitelli sorreggono un arco centinato e aggettante a listelli e dentelli che ospita una lunetta con una scultura di San Francesco che riceve le stimate in bassorilievo, scolpita da Biagio Falcieri nel [[XVII secolo]].<ref name=V101/><ref name=B11/> Sopra all'arco sono collocate le statue di San Bernardino, [[Antonio di Padova|Sant'Antonio]] e [[San Bonaventura]].<ref name=B11/> Sopra al portale si nota un arco in mattoni, forse residuo del precedente portale o forse costruito per scaricare il peso della facciata.<ref name=A3/>
 
Il [[Centro Impastato]] pubblica nel [[1986]] la storia della vita della madre di Giuseppe Impastato, nel volume ''La mafia in casa mia'' e il dossier ''Notissimi ignoti'', indicando come mandante del delitto il boss [[Gaetano Badalamenti]], nel frattempo condannato a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di [[New York]], nel processo alla ''[[Pizza connection]]''.
La facciata è decorata con una cornice a dentelli che corre sotto al tetto<ref name=B11/> insieme ad una serie di archetti ciechi, presenti anche sui lati, sull'abside e sul campanile.<ref name=A3>{{cita|Amadio|pp. 17-20}}.</ref> Sul lato sinistro della facciata si trova la cappella di San Francesco, anch'essa in mattoni a vista; il fianco della costruzione è scandito da lesene e il sottogronda è decorato con una cornice ad arcatelle gotiche.<ref name=V101/> La porta della cappella ha stipiti in marmo bianco ed è sormontata da una lunetta affrescata con un Cristo Portacroce seguito da San Francesco con la croce;<ref name=A3/> sopra di questa si apre una finestra ad arco, che si ripete negli altri scomparti creati dalle lesene con forma più allungata.<ref name=V101/> La presenza di questo fabbricato bilancia in parte l'asimmetria della facciata, collocata in posizione decentrata rispetto al chiostro.<ref name=V102>{{cita|Viviani|p. 102}}.</ref>
 
Nel gennaio [[1988]] il Tribunale di Palermo invia una comunicazione giudiziaria a Badalamenti. Nel maggio del 1992 lo stesso tribunale decide l'archiviazione del ''caso Impastato'', ribadendo la matrice mafiosa del delitto, ma escludendo la possibilità di individuare i colpevoli e ipotizzando la possibile responsabilità dei mafiosi di Cinisi alleati dei ''[[corleonesi]]''.
Il campanile della chiesa, in mattoni a vista, è sostenuto da quattro paraste angolari che terminano con quattro corti pinnacoli.<ref name=V102/> La cella campanaria è illuminata da quattro bifore ed è sormontata da un cono piuttosto piccolo, che rende la torre sproporzionata e priva di slancio.<ref name=V103>{{cita|Viviani|p. 103}}.</ref>
 
Nel maggio del [[1994]] il Centro Impastato presenta un'istanza per la riapertura dell'inchiesta, accompagnata da una petizione popolare, chiedendo che venisse interrogato sul delitto Impastato il nuovo [[collaboratore di giustizia]] Salvatore Palazzolo, in precedenza affiliato alla mafia di Cinisi. Nel marzo del [[1996]] la madre, il fratello e il Centro Impastato presentano un [[esposto]] in cui chiedono di indagare su episodi non chiariti, riguardanti in particolare il comportamento dei carabinieri subito dopo il delitto.
===Interno===
====Navata====
A) Facciata abbellita da un [[portale]] [[rinascimento|rinascimentale]]. B) Cappella di San Francesco. C) Cappella dei Banda. D) Cappella Canossa. E) Cappella dei Medici. F) Cappella Avanzi con dipinti di [[Antonio Badile|Badile]], [[Francesco Morone|Morone]], [[Paolo Morando|Morando]]. G) [[Cappella Pellegrini (San Bernardino)|Cappella Pellegrini]], realizzata da [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]].]]
 
Nel giugno del [[1996]], in seguito alle dichiarazioni di Palazzolo, che indica in [[Gaetano Badalamenti]] il mandante dell'omicidio assieme al suo vice [[Vito Roberto Palazzolo|Vito Palazzolo]], l'[[inchiesta]] viene formalmente riaperta. Nel novembre del [[1997]] viene emesso un ordine di cattura per Gaetano Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. Il 10 marzo [[1999]] si svolge l'udienza preliminare del processo contro [[Vito Roberto Palazzolo|Vito Palazzolo]], mentre la posizione di Badalamenti viene stralciata.
La chiesa è costituita da un'unica navata semplice e sobria, caratteristica delle chiese francescane, lunga 75 metri, alta 21 e larga 17;<ref name=B12>{{cita|Bisognin|p. 12}}.</ref> lo sviluppo verticale è accentuato rispetto a quello orizzontale e predomina la decorazione pittorica su quella scultorea.<ref name=D/> Sul lato destro sono presenti numerose cappelle e, più in alto, si aprono tre finestre trilobate, mentre il lato sinistro è cieco.<ref name=D/><ref name=B12/>
 
I familiari, il Centro Impastato, [[Rifondazione comunista|Rifondazione Comunista]], il Comune di Cinisi e l'[[Ordine dei giornalisti]] chiedono di costituirsi parte civile e la loro richiesta viene accolta. Il 23 novembre [[1999]] Gaetano Badalamenti rinuncia all'udienza preliminare e chiede il giudizio immediato.
La navata è coperta da un soffitto a cavalletti lignei con disegni, sotto al quale corre, tutto intorno alla navata, un fregio policromo a motivo floreale che ripete il [[IHS|monogramma del nome di Gesù]].<ref name=V103/><ref>{{cita|Bisognin|p. 13}}.</ref> La copertura fu eseguita da Mastro Nicolò nel [[1465]], mentre il fregio sottostante da Mastro Cristofalo nel [[1461]].<ref name=A4>{{cita|Amadio|pp. 20-25}}.</ref> Il presbiterio, diviso dalla navata da un arco a sesto acuto e illuminato da due rosoni, si allunga attraverso un altro arco ogivale nel coro pentagonale con una campata divisa in otto nervature, illuminato da due finestre neogotiche.<ref name=A4/><ref name=V103/><ref name=B12/> Nel catino absidale è presente un crocifisso con, ai suoi piedi, Maria e San Giovanni dipinti nel XVII secolo.<ref name=D/><ref name=B46/>
 
Nell'udienza del 26 gennaio [[2000]] la difesa di [[Vito Roberto Palazzolo|Vito Palazzolo]] chiede che si proceda con il [[Giudizio abbreviato|rito abbreviato]], mentre il processo contro Gaetano Badalamenti si svolgerà con il rito normale e in videoconferenza. Il 4 maggio, nel procedimento contro Palazzolo, e il 21 settembre, nel processo contro Badalamenti, vengono respinte le richieste di costituzione di parte civile del Centro Impastato, di Rifondazione comunista e dell'Ordine dei giornalisti.
Intorno alla navata corre una via crucis costituita da 14 quadri dipinti da Felice Cignaroli, frate minore vissuto a Verona tra il [[1772]] e il [[1796]], eseguiti tra il [[1772]] e il [[1777]].<ref name=B56>{{cita|Bisognin|p. 56}}.</ref> Le opere sono caratterizzate da una linea contorta e tormentata che esprime una drammaticità religiosa e una contemplazione mistica.<ref name=B56/>
In fondo alla chiesa, presso la porta principale, si trova un'acquasantiera rinascimentale in marmo bianco-giallo e rosa.<ref name=B59/> Al centro della vasca è presenta una statuetta di San Francesco in ginocchio risalente al XVII secolo.<ref name=B59/>
 
Nel [[1998]] presso la [[Commissione parlamentare antimafia]] si è costituito un Comitato sul caso Impastato e il 6 dicembre 2000 è stata approvata una relazione sulle responsabilità di rappresentanti delle istituzioni nel depistaggio delle indagini. Nella commissione si rendono note le posizioni favorevoli all'ipotesi dell'attentato terroristico dei seguenti militari dell'[[Arma dei Carabinieri]]: il maggiore [[Antonio Subranni]] e il maresciallo [[Alfonso Travali]].<ref>Fonte: Relazione Parlamentare sul caso Impastato</ref><ref>{{Cita web|url=http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/05/02/news/peppino-impastato-ha-vinto-1.321214|titolo=Peppino Impastato ha vinto|autore=[[Lirio Abbate]]|editore=[[L'Espresso]]|data=8 maggio 2018|accesso=27 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180508131910/http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/05/02/news/peppino-impastato-ha-vinto-1.321214|dataarchivio=8 maggio 2018|urlmorto=no}}</ref>
;Altare maggiore
L'altare originale della chiesa, che fu distrutto dai bombardamenti del 1945 e fu rimpiazzato nello stesso anno con quello attuale,<ref name=B46>{{cita|Bisognin|p. 46}}.</ref> era una grande costruzione barocca ricca di marmi policromi, la cui realizzazione era stata seguita da [[Francesco Marchesini]] tra il [[1663]] e il [[1671]].<ref name=D/> Sull'altare è esposto un trittico di [[Francesco Benaglio]] del [[1462]], che precedentemente era ospitato nel coro, raffigurante la Madonna con il Bambino in trono con San Bernardino in preghiera e angeli al centro, i Santi Pietro, Paolo e Francesco a sinistra e i Santi Girolamo, Lodovico da Tolosa e Antonio da Padova a destra.<ref name=FM/><ref name=B46/> Questo dipinto presenta legami con il [[Pala di San Zeno|trittico di San Zeno]] del [[Mantegna]] identificabili nello sfondo con colonne in prospettiva e nei festoni di fiori e frutta.<ref name=B46/>
 
Il 5 marzo [[2001]] la [[Corte d'assise]] ha riconosciuto [[Vito Roberto Palazzolo|Vito Palazzolo]] colpevole e lo ha condannato a trent'anni di reclusione. L'11 aprile [[2002]] anche Gaetano Badalamenti è stato riconosciuto colpevole e condannato all'[[ergastolo]].
;Organo
L'organo di San Bernardino, è stato rifatto interamente nuovo dalla ditta [http://zaninorgani.weebly.com/ Zanin] di Codroipo, collocato sull'architrave della porta che dà nel chiostro di San Francesco, risale al [[1481]] e fu realizzato su volontà della famiglia Rossi da [[Domenico Morone]].<ref name=B54>{{cita|Bisognin|p. 54}}.</ref> È uno dei più antichi d'Europa e si caratterizza per la grande elevazione e la linea slanciata,<ref name=B54/> con la base in legno dorato che si apre a calice divisa in nove triangolazioni.<ref name=D/> Sulle ante che coprono la cassa armonica sono dipinti San Francesco e San Bernardino,<ref name=D/> mentre all'interno lo strumento è costituito da legno dorato con fregi a rilievo.<ref name=B54/> Sopra le canne è presente la figura del Padre Eterno in rilievo.<ref name=B54/>
 
Un aspetto poco noto dell'attività giornalistica di Impastato fu la sua inchiesta sulla [[strage di Alcamo Marina]], in cui vennero uccisi due Carabinieri e della quale furono accusati, dai militari comandati da [[Giuseppe Russo (carabiniere)|Giuseppe Russo]], cinque giovani del posto e in seguito si scoprirà che furono torturati (e uno di loro forse ucciso in cella) per estorcere false confessioni. La strage era probabilmente legata alla mafia e a elementi dell'[[Organizzazione Gladio]] collusi con gli stessi carabinieri.<ref>[http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-palermo/2012/02/14/news/peppino_impastato_e_la_strage_di_alcamo_riaperte_le_inchieste_su_due_misteri_siciliani-29887337/ ''Peppino Impastato e la strage di Alcamo riaperte le inchieste su due misteri siciliani'']</ref> Non si sa cosa l'attivista di Democrazia Proletaria avesse scoperto sulla strage, poiché la cartella con i documenti su Alcamo Marina fu sequestrata dai Carabinieri nella casa della madre Felicia, poco dopo la morte di Peppino, e non fu più restituita a differenza degli altri documenti (come riferito dal fratello Giovanni).<ref name=ferrantelli>{{Cita web |url=http://www.lettera43.it/cronaca/strage-alcamo-assolti-ferrantelli-e-santangelo_4367558611.htm |titolo=''Strage Alcamo, assolti Ferrantelli e Santangelo'' |accesso=13 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304201318/http://www.lettera43.it/cronaca/strage-alcamo-assolti-ferrantelli-e-santangelo_4367558611.htm |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref>
[[File:InternoChiesaSanBernardinoVR.JPG|thumb|Interno della chiesa]]
 
Le indagini hanno successivamente riguardato anche il depistaggio iniziale sulla reale matrice dell'omicidio e sono state svolte dalla Procura di Palermo, nelle persone dei magistrati [[Nino Di Matteo|Antonino Di Matteo]], [[Roberto Tartaglia]] e Francesco Del Bene.
;Altare rinascimentale
Quest'altare di ispirazione sanmicheliana,<ref name=FM/> costruito nel [[1572]], fu collocato al centro della parete sinistra della navata su volontà della famiglia Giustiniani.<ref name=B57>{{cita|Bisognin|p. 57}}.</ref> La costruzione segue l'architettura di un tempio antico: sono presenti due colonne ioniche che sostengono un architrave a cornice, che sorregge tre mensole sormontate da tre vasi ornamentali.<ref name=B57/> Ai lati sono presenti due statue, che raffigurano il [[profeta Isaia]] e la [[Sibilla Cumana]], di Danese Cattaneo.<ref name=FM/> Al centro si trova un dipinto di [[Bernardino India]], contemporaneo all'esecuzione dell'altare, che rappresenta la natività di Cristo.<ref name=B57/> Tutto intorno all'altare, sulla parete della navata, è dipinta una decorazione pittorica con motivi a festoni vegetali e floreali.<ref name=B57/>
 
== Cinema, musica e teatro ==
;Pulpito
[[File:Radio Aut.png|miniatura|Riproduzione del cartellone di ''Radio Aut'' presente nella sede di [[Terrasini]] (PA).]]
Accanto all'altare rinascimentale è presente un pulpito in marmo policromo veronese, realizzato su volontà della famiglia Rossi e quindi contemporaneo all'organo.<ref name=D/><ref name=B58>{{cita|Bisognin|p. 58}}.</ref> La struttura si apre a calice crescente con cinque lati e il riquadro centrale della balaustra pentagonale reca in rilievo il monogramma del nome di Gesù al centro di un sole con molti raggi, sotto al quale sono presenti le iniziali del committente.<ref name=D/><ref name=B58/> Sulla porticina sono dipinti San Bernardino e San Francesco, mentre sul soffitto è presente l'immagine dell'agnello.<ref name=B58/>
 
{{Citazione|Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,<br />negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,<br />aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,<br />si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore.|Dalla canzone ''I cento passi'' dei [[Modena City Ramblers]]}}
;Altare barocco
A Peppino Impastato sono state dedicate diverse iniziative, tra queste:
Vicino alla porta d'ingresso della chiesa si trova un altare voluto dalla famiglia Brasavola nel [[1725]]. Questa struttura in stile barocco, progettata da Francesco Bibiena, è molto scenografica, con giochi di luci ed ombre, volute, linee spezzate, ricche decorazioni,<ref name=B59>{{cita|Bisognin|p. 59}}.</ref> ed è molto lontana dal resto della chiesa dal punto di vista stilistico.<ref name=D/> Su di esso si trovano dieci angeli scolpiti, sei colonne corinzie, due statue (raffiguranti San Francesco Solano e San Salvatore da Orta) e una tela di [[Antonio Balestra]] che rappresenta i santi francescani Pietro d'Alcantara, Giovanni da Capestrano e Giacomo della Marca.<ref name=FM/><ref name=B59/>
* Alla vita di Peppino è dedicato il [[film]] ''[[I cento passi]]'' di [[Marco Tullio Giordana]], con [[Luigi Lo Cascio]] nel ruolo di Impastato. Il film è una ricostruzione della vita ed attività di Peppino, e i "cento passi" che separavano casa sua da quella del boss Tano Badalamenti non sono solo una metafora usata dal regista, ma è effettivamente la distanza presente tra quella che era la casa di Peppino e la casa del boss (il bene è stato confiscato alla mafia e affidato a Giovanni Impastato).
* I [[Modena City Ramblers]] hanno inciso una canzone, omonima al film di Giordana, dedicata anch'essa a Peppino, presente nell'[[Album discografico|album]] ''[[¡Viva la vida, muera la muerte!]]''.
* [[Kalamu]], Insieme ce la faremo, canzone contro la mafia dove viene citato anche Peppino Impastato (dall'album ''[[Cultura popolare]] '')
* Il cantautore siciliano [[Pippo Pollina]] ha inciso la canzone ''[[Centopassi]]'', ispirandosi alla vita di Peppino Impastato e inserendola nel suo album ''[[Racconti Brevi]]''.
* Nel 2006, il gruppo folk dei [[Lautari]] ha musicato una poesia di Peppino, ''[[Ciuri di campo]]''. La canzone viene eseguita da [[Carmen Consoli]] durante i suoi concerti.
* ''Vorrei'' è una canzone del gruppo dei [[Luf]] dedicato a Peppino Impastato.
* Nel 2008 i [[Marta sui tubi]] includono all'interno del loro [[DVD]] ''Nudi e Crudi'' il brano ''Negghia'' (Nebbia), ricavato da una poesia di Peppino Impastato. Il brano è disponibile come [[download]] gratuito sul sito ufficiale del gruppo<ref>[http://www.martasuitubi.it Marta sui tubi] - sito ufficiale</ref>.
* Il gruppo [[ska punk]] Talco dedica la canzone ''[[Radio Aut]]'', contenuta nell'album ''[[Mazel Tov (album)|Mazel Tov]]'', a Peppino Impastato. L'album successivo della band, ''[[La Cretina Commedia]],'' è un ''[[concept album]]'' sulla vita di Peppino.
* Nel 2008 esce in allegato con il quotidiano ''[[il manifesto]]'' il doppio cd ''[[Amore non ne avremo: 26 canzoni per Peppino Impastato]]'', con la partecipazione dei seguenti artisti: [[Collettivo musicale Peppino Impastato]], [[Resina (gruppo musicale)|Resina]], [[Riccardo Sinigallia]], [[Le Loup Garou]], [[Marta sui tubi]], [[Lautari]] e [[Carmen Consoli]], [[24 Grana]], [[Taberna Milensis]], [[Modena City Ramblers]], [[Zu (gruppo musicale)|Zu]], [[Affinità di quarta]], [[Low Fi]], [[One Dimensional Man]], [[Uzeda (gruppo musicale)|Uzeda]], [[CPF (gruppo musicale)|CPF]], [[Gang (gruppo musicale)|Gang]] (con la canzone ''Ricordo d'autunno''), [[Bisca (gruppo musicale)|Bisca]], [[Marlene Kuntz]], [[Radio Zapata]], [[Amaury Cambuzat]] con gli [[Ulan Bator]], [[Lalli (cantautrice)|Lalli]], [[Stefano Giaccone]], [[Libera Velo]], [[Marina Rei]], [[Perturbazione (gruppo musicale)|Perturbazione]], [[Yo Yo Mundi]]<ref>[http://www.octopusrecords.net/minisito/index.html# octopusrecords] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20090708060928/http://www.octopusrecords.net/minisito/index.html |data=8 luglio 2009 }}</ref>.
* Nel 2013 esce il documentario "La Voce di Impastato" del regista friulano Ivan Vadori<ref>{{Cita news|url=http://www.palermotoday.it/eventi/documentario-la-voce-di-impastato-anteprima-cinisi.html|titolo=A Cinisi la prima nazionale del documentario "La voce di Impastato"|pubblicazione=PalermoToday|accesso=6 novembre 2017}}</ref> che nel maggio 2018 diventa un libro-inchiesta corredato dalle immagini del fotografo Elia Falaschi<ref>{{Cita libro|nome=Vadori, Ivan,|cognome=1981-|titolo=La voce di Impastato : da Peppino Impastato a Mafia Capitale, l'Italia sotto inchiesta|url=https://www.worldcat.org/oclc/1039011076|accesso=2018-12-01|edizione=Prima edizione|OCLC=1039011076|ISBN=9788869580192}}</ref>.
 
== Principali iniziative legate al ricordo di Peppino Impastato ==
====Cappelle====
* Nella città di [[Torino]] un giardino pubblico è stato dedicato a Peppino.<ref>{{Cita web
Alla navata principale della chiesa se ne aggiunge una sul lato destro formata dalle cinque cappelle che furono aggiunte all'edificio dal tardo XV secolo all'inizio del XVI secolo.<ref name=FM/>
|url = http://www.comune.torino.it/circ6/fotografie/impastato/impastato.htm
|titolo = Un giardino per Peppino Impastato
|editore = Comune di Torino
|accesso = 25 aprile 2014
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080514151448/http://www.comune.torino.it/circ6/fotografie/impastato/impastato.htm
|dataarchivio = 14 maggio 2008
|urlmorto = no
}}</ref><ref>{{Cita web
|url = http://www.comune.torino.it/circ6/fotografie/impastato/impastato01.htm
|titolo = Manifesto dell'intitolazione dei giardini di Largo Sempione a Peppino Impastato
|editore = Comune di Torino
|accesso = 25 aprile 2014
|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140425144729/http://www.comune.torino.it/circ6/fotografie/impastato/impastato01.htm
|dataarchivio = 25 aprile 2014
|urlmorto = no
}}</ref><ref>Coordinate geografiche del Giardino Peppino Impastato: {{coord|45.095854|7.700391}}.</ref>
* L'8 maggio [[1998]], nel ventennale della sua scomparsa, l'[[Università degli Studi di Palermo]] gli ha conferito la laurea ''honoris causa'' in [[Filosofia]] alla memoria.
* Nella città di Quartu Sant'Elena (CA) è stata intitolata una via a Giuseppe Impastato.
* Dal maggio [[2002]] si svolge a Cinisi il ''Forum Sociale Antimafia Felicia e Peppino Impastato''; il forum è diventato negli anni un luogo di incontro e di confronto legato alle tematiche dell'antimafia sociale, dell'antifascismo, dei movimenti di lotta territoriali e internazionali. Il forum del 2002 ha visto l'incontro storico tra la mamma di Carlo Giuliani (Heidi) e Felicia Impastato (madre di Peppino), definita dall'A.N.P.I. ''partigiana antimafia''.<ref>{{Cita web |url = https://centopassisalesiani.wordpress.com/principali-iniziative-legate-al-ricordo-di-peppino-impastato/ |titolo =Cento passi |editore = centopassisalesiani |citazione = Felicia Impastato madre di Peppino, definita dall'A.N.P.I. ([[Associazione Nazionale Partigiani d'Italia]]), partigiana antimafia. |accesso = 8 aprile 2018 |urlarchivio =https://web.archive.org/web/20180407225226/https://centopassisalesiani.wordpress.com/principali-iniziative-legate-al-ricordo-di-peppino-impastato/ |dataarchivio = 7 aprile 2018 |urlmorto = no }}</ref> A dare vita al Forum Sociale furono la famiglia Impastato, l'Associazione Peppino Impastato, il Centro di Documentazione Antimafia Giuseppe Impastato e l'Associazione [[Radio Aut]].
* Nel settembre del 2009 l'aula consiliare del Comune di [[Quarto (Italia)|Quarto]], in provincia di Napoli, viene dedicata a Peppino Impastato.
* Il 9 settembre [[2009]] il nuovo sindaco [[Lega Nord|leghista]] di [[Ponteranica]] ([[Provincia di Bergamo|BG]]), Cristiano Simone Aldegani fece rimuovere la targa commemorativa dalla biblioteca comunale, dedicata un anno e mezzo prima a Peppino Impastato, scatenando molte polemiche.<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/lega-impastato/lega-impastato/lega-impastato.html|titolo="Via la targa per Peppino Impastato" Decisione shock del sindaco leghista| pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |giorno=10|mese=9|anno=2009|accesso=31 ottobre 2009}}</ref> A seguito di questa decisione un gruppo di ragazze e ragazzi hanno inaugurato a [[Bergamo]] la [[Biblioteca Popolare "Peppino Impastato"|''Biblioteca Popolare Peppino Impastato'']].<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/10/27/peppino-impastato-ha-una-nuova-biblioteca/394777/ La notizia su "Il fatto quotidiano"]</ref> Tuttavia, a meno di due mesi dall'accaduto, la decisione del sindaco bergamasco aveva già indotto il Sindaco e la Giunta di [[Spilamberto]] (MO) a decidere di intitolare alla memoria di Peppino Impastato la Biblioteca Comunale, con inaugurazione avvenuta il 31 ottobre [[2009]].
* Il 31 gennaio [[2010]] a [[Manfredonia]] alla presenza delle autorità civili locali, del presidente della Regione Puglia [[Nichi Vendola]] e del cantautore [[Roberto Vecchioni]] è stato inaugurato il ''Laboratorio Urbano Culturale'' (LUC), centro di aggregazione giovanile, intitolato a Peppino Impastato grazie ad una petizione nata su Facebook.
* Il 10 marzo 2010, il ''[[Partito della Rifondazione Comunista]]'' di [[Taranto]] ha inaugurato un circolo intitolato a Peppino Impastato, alla presenza di [[Giovanni Impastato]]. In seguito, poi, ad un'iniziativa dello stesso circolo, il Comune di Taranto ha intitolato una via a Peppino Impastato, ubicata al quartiere "[[Paolo VI]]" dinanzi all'ingresso degli uffici della [[Corte di Appello]], proprio a voler ricordare il sacrificio di Peppino in nome della giustizia.
* Il 20 aprile 2010 a [[Perugia]], in occasione del [[Festival Internazionale del Giornalismo]], presso i [[giardini del Pincetto]], è stato piantato un ulivo e posta una targa in memoria di Peppino Impastato e dei giornalisti uccisi per mano della [[mafia]].<ref>[http://www.unita.it/italia/perugia-festival-internazionale-di-giornalismo-1.36596 La notizia su "L'Unità", articolo di Maria Zegarelli in data 20 aprile 2010] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141217135030/http://www.unita.it/italia/perugia-festival-internazionale-di-giornalismo-1.36596 |data=17 dicembre 2014 }}</ref><ref>[http://www.affaritaliani.it/sociale/beni_confiscati_mafia200410.html?refresh_ce Mafia, buone pratiche nella gestione dei beni confiscati presentate a Perugia, in ''Affaritaliani.it'', martedì 20 aprile 2010]</ref>
* Il 15 maggio 2010 la chiave della casa di [[Gaetano Badalamenti]], sita in corso Umberto, è stata consegnata al sindaco di [[Cinisi]]. Al termine del corteo per ricordare il 32º anniversario della morte di Peppino Impastato, il sindaco ha consegnato ufficialmente la chiave dell'immobile all'Associazione Culturale Peppino Impastato di Cinisi.<ref>[http://palermo.repubblica.it/cronaca/2010/05/09/news/la_casa_di_don_tano_badalamenti_assegnata_al_centro_impastato-3926349/ La notizia su Repubblica.it]</ref>
* Il 19 marzo 2011, il comune di [[Velletri]], in [[provincia di Roma]], ha intitolato a Peppino Impastato un grande largo cittadino alla presenza del fratello Giovanni.<ref>{{cita web|url=http://www.castellinews.it/?act=v&id=6650&tc= | titolo= Velletri: Taddei, "un largo a Peppino Impastato"}}</ref>
* Il 5 luglio 2011 il comune di [[Verbicaro]], in [[provincia di Cosenza]], ha intitolato il Centro di Educazione Ambientale a Peppino Impastato, alla presenza di Giovanni Impastato.
* Il 21 marzo 2011, a seguito di una petizione popolare partita da diversi giovani del paese, ad [[Agira]], in [[provincia di Enna]], l'aula consiliare viene intitolata a Peppino Impastato.
* Nel settembre del 2011 il Comune di [[Collegno]] (Torino) ha dedicato i giardini di Via De Amicis a Peppino Impastato, inaugurando un nuovo monumento a lui dedicato realizzato dalla scultrice Luciana Penna. Nel 2016 la scuola primaria [http://www.scuoleparadiso.it/index.php/it/ Matteotti di Collegno] ha adottato il monumento nell'ambito del progetto nazionale [http://www.comune.torino.it/iter/iniziative/la_scuola_adotta_un_monumento/progetto.shtml Adotta un monumento], sezione del Comune di [[Torino]].
* il 12 marzo 2012 viene intitolata a Peppino Impastato la sede sindacale delle CGIL di Cagnano Varano (Fg) denominata Camera del Lavoro-Casa del Popolo "Peppino Impastato".
*Il 7 dicembre [[2012]] la casa di Peppino Impastato è stata riconosciuta bene culturale come "testimonianza della storia collettiva e per la sua valenza simbolica di esempio di civiltà e di lotta alla mafia".<ref>[http://www.agi.it/palermo/notizie/201212071934-cro-rt10301-mafia_casa_impastato_dichiarata_bene_culturale_esempio_civilta MAFIA: CASA IMPASTATO DICHIARATA BENE CULTURALE, ESEMPIO CIVILTÀ] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121209190338/http://www.agi.it/palermo/notizie/201212071934-cro-rt10301-mafia_casa_impastato_dichiarata_bene_culturale_esempio_civilta |data=9 dicembre 2012 }} AGI.it, 7 dicembre 2012</ref>
* Ad aprile [[2012]] il circolo [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]] di [[Ceglie Messapica]] ha intitolato la propria sede a Peppino Impastato.
* Il 1º marzo [[2017]] ad [[Acireale]] viene dedicata "Piazza Cappuccini" a Peppino Impastato.
* L'8 aprile 2017, a Roma, l'I.C. Nuova Ponte di Nona viene intitolato a "Peppino Impastato".
* Il 6 maggio 2017, a seguito di una raccolta firme partita da Rosario Miccichè e che ha visto il seguito di molti concittadini<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|cognome=Redazione|url=https://www.settenews.it/legnano-scoperta-la-targa-ricordo-peppino-impastato/|titolo=Legnano&nbsp; – Scoperta la targa in ricordo di Peppino Impastato|pubblicazione=Settenews|data=2017-05-06|accesso=2018-05-08}}</ref>, a [[Legnano]], in [[provincia di Milano]], il parco pubblico compreso fra via [[Risorgimento]] e via [[Pasteur]] viene intitolato a Peppino Impastato. La notte prima dell'inaugurazione la targa ha subito un grave atto vandalico che è stato prontamente pulito e sistemato dall'ideatore dell'intitolazione per permettere la buona riuscita della cerimonia la mattina seguente.<ref>{{Cita news|lingua=it-IT|nome=PAOLO|cognome=GIROTTI|url=https://www.ilgiorno.it/legnano/cronaca/peppino-impastato-targa-1.3092664|titolo=Legnano, a fuoco la targa di Peppino Impastato: "Speriamo sia solo gesto di un idiota" - Il Giorno|pubblicazione=Il Giorno|data=2017-05-07|accesso=2018-05-08}}</ref>
* L'11 novembre 2017 viene intitolata a Impastato la biblioteca comunale di [[Monte San Pietro]]<ref>[http://blog.comprensivomontesanpietro.gov.it/2017/11/biblioteca-comunale-peppino-impastato-monte-san-pietro/ Biblioteca comunale Peppino Impastato di Monte San Pietro - Il resto del Calderino]</ref>
* Il 17 giugno 2017 a [[Cinisi]], si tiene la cerimonia di premiazione del "Concorso Nazionale Letterario 'Artisti' per Peppino Impastato", indetto dall'associazione [[ONLUS]] "La Piccola Orchestra" di Rosate ([[Milano]]).<ref>{{Cita web |url = https://www.concorsiletterari.it/loghi/6571/CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE ARTISTI PER PEPPINO IMPASTATO.pdf |titolo =CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE "ARTISTI" PER PEPPINO IMPASTATO |editore = Associazione culturale musicale di volontariato "La piccola orchestra" ONLUS |accesso = 8 aprile 2018 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180407232610/https://www.concorsiletterari.it/loghi/6571/CONCORSO%20LETTERARIO%20NAZIONALE%20ARTISTI%20PER%20PEPPINO%20IMPASTATO.pdf |dataarchivio = 7 aprile 2018 |urlmorto = no }}</ref>
 
*A Palermo,presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II è stato istituito il collettivo “Peppino Impastato”
;Cappella di San Francesco
*L'11 maggio 2019 a Milano, si svolge la cerimonia di premiazione della 2ª edizione del "Concorso Nazionale Letterario 'Artisti' per Peppino impastato", con il presidente di giuria il giornalista Michele Cucuzza e il presidente del concorso Salvatore Lanno. Evento organizzato dall'associazione ONLUS "La Piccola Orchestra" di Rosate (Milano) con il patrocinio della Regione Lombardia, Città Metropolitana e Comune di Milano.
Questa cappella, la prima che si incontra alla destra di chi entra in chiesa, fu costruita prima del 1512 per volontà dei Terziari francescani, dei laici che seguono l'insegnamento di San Francesco.<ref name=B14/> È di forma rettangolare ed è coperta da un soffitto a botte. Gli affreschi che la ricoprono furono eseguiti nel [[1522]] da [[Niccolò Giolfino]] e raffigurano episodi della vita di San Francesco così come raccontati dalla [[Legenda maior]] di San Bonaventura.<ref name=D/><ref name=B14/><ref name=NS7>{{cita|Notizia storica|p. 7}}.</ref> Ogni affresco ha una didascalia che evidenzia il parallelismo tra San Francesco e Cristo e le scene presentano sullo sfondo paesaggi veronesi, come i [[Piazza Bra|portoni della Bra]], la [[torre dei Lamberti]], [[ponte Pietra]] e [[Castel San Pietro (Verona)|castel San Pietro]].<ref name=FM/>
 
== Note ==
Alle pareti della cappella sono addossati i monumenti funebri barocchi risalenti al [[1694]] dei fratelli Perez, ammiragli di Venezia.<ref name=B15>{{cita|Bisognin|p. 15}}.</ref> Sulla parete sinistra si trova un affresco di San Giovanni Evangelista che ha una visione sull'isola di Patmos, in cui si notano i membri dell'ordine francescano: i frati, le clarisse e i terziari.<ref name=B15/> Sulla stessa parete si notano affreschi raffiguranti la Spoliazione di San Francesco e l'Incontro di Francesco con Chiara.<ref>{{cita|Bisognin|p. 16}}.</ref> Altri dipinti mostrano l'Incontri di Francesco col Sultano Melek el Kamel e la Visione di Cristo e Madonna nella chiesetta di Santa Maria degli Angeli, legata all'indulgenza conosciuta come [[perdono d'Assisi]].<ref>{{cita|Bisognin|p. 17}}.</ref>
 
Sulla parete destra sono presenti la Vestizione dei primi tre compagni di Francesco ([[Bernardo di Quintavalle]], [[Pietro Cattani]] ed [[Egidio di Assisi]]), Francesco che sale al cielo su un carro di fuoco,<ref>{{cita|Bisognin|p. 18}}.</ref> Francesco che guarisce un ossesso e il Santo che riceve le stimate.<ref>{{cita|Bisognin|p. 19}}.</ref> Si notano poi la guarigione dei malati al contatto con l'acqua con cui il Santo si era lavato le piaghe delle stimate, la Promessa di Francesco di liberare i suoi frati dal Purgatorio all'anniversario della sua morte, la Visione e guarigione di papa Gregorio IX e, di nuovo, i primi tre seguaci di Francesco.<ref>{{cita|Bisognin|p. 20}}.</ref><ref name=B21>{{cita|Bisognin|p. 21}}.</ref>
 
Sull'altare, risalente al XVIII secolo,<ref name=FM/> è esposta una copia effettuata nel [[1863]] da [[Angelo Recchia]] della tela di [[Paolo Morando]] del 1522, raffigurante la Gloria della Vergine con in braccio il Bambino tra San Francesco e Sant'Antonio, conservata al [[museo di Castelvecchio]].<ref name=NS7/><ref name=B22>{{cita|Bisognin|p. 22}}.</ref> Ai piedi della Vergine si trovano Sant'Elisabetta, San Bonaventura, San Ludovico IX, Sant'Ivo, San Lodovico, Sant'Elzeario e la committente, Caterina de' Sacchi.<ref>{{cita|Bisognin|p. 23}}.</ref> Dietro l'altare sono dipinti la Benedizione di Francesco morente ad Assisi e la Gloria di San Francesco in cielo.<ref name=B21/> Al centro del soffitto è dipinto Cristo risorto attorniato da quattro profeti, mentre sulla volta ci sono quattro riquadri con apostoli e rettangoli per gli apostoli rimanenti.<ref name=B22/><ref>{{cita|Amadio|pp. 25-30}}.</ref>
 
;Cappella dei Banda
Questa cappella fu costruita nel [[1486]] su commissione di Giovanni Banda e presenta un soffitto a vela con quattro costoloni in cotto.<ref name=B24/> Le pareti sono intonacate, ma probabilmente in profondità sono presenti degli affreschi.<ref>{{cita|Amadio|pp. 31-32}}.</ref> La pala, che rappresenta la Madonna col bambino in trono con i Santi Giorgio e Girolamo, circondati da angeli citarizzanti, risale al [[1488]] e fu dipinta da [[Francesco Bonsignori]].<ref name=B24/> Sull'altare cinquecentesco è presente un rilievo del busto dei Cristo Redentore. La cappella fu danneggiata più volte dalle piene dell'Adige e fu restaurata nel [[1757]] da Felice Cignaroli.<ref name=D/><ref name=B24/>
 
;Cappella Canossa
Prima del 1541 fu costruita questa cappella dal soffitto a botte e dall'altare settecentesco.<ref name=B26/> Sulla parete sinistra c'è una lapide che riporta che nel [[1690]] la marchesa Beatrice Martinengo Canossa fece una donazione ai francescani.<ref name=B28/> Originariamente era presente una tela di [[Felice Boscarato]] raffigurante San Bonaventura, ma nel [[1932]] Agostino Pegrassi decorò le pareti con dipinti ispirati al dogma dell'[[Immacolata concezione]],<ref>{{cita|Bisognin|p. 27}}.</ref> come la cacciata dal Paradiso di Adamo ed Eva e la proclamazione da parte di [[Pio IX]] del dogma nel [[1854]] con i Santi Agostino, Giovanni Damasceno e Girolamo.<ref name=B28>{{cita|Bisognin|p. 28}}.</ref> Nello stesso anno fu collocata nella cappella una statua lignea della Beata Vergine Immacolata.<ref name=B26/>
 
;Cappella Medici o di Sant'Antonio
Questa cappella, preceduta da un piccolo spazio con soffitto a nervature ad ombrello e che si apre con un arco a tutto sesto, fu edificata prima del 1498 e restaurata per la prima volta nel 1571.<ref name=B30/> Sulla volta a vela della navatella antistante sono dipinti i quattro evangelisti,<ref name=B31/> mentre sui piedritti che sostengono i quattro archi sono raffigurati i Santi Girolamo, Agostino, Gregorio Magno e Ambrogio, i quattro dottori della Chiesa.<ref name=B32>{{cita|Bisognin|p. 32}}.</ref> Sugli altri pilastri sono affrescati le Sante Elisabetta, Elena, Caterina da Alessandria e un'altra, forse Sant'Orsola.<ref name=B32/> È decorata con affreschi di [[Domenico Morone]] del 1498,<ref name=B30/> tra i quali si possono identificare il [[miracolo della mula]] e altre scene di miracoli operati dal Santo di [[Padova]].<ref name=D/><ref name=B31>{{cita|Bisognin|p. 31}}.</ref>
 
L'altare sorregge un'ancona a trittico con quattro colonne di marmo giallo e tre scomparti in marmo rosso che ospitano le tre statue in pietra grigia di Sant'Antonio, San Francesco e San Bernardino.<ref name=B35>{{cita|Bisognin|p. 35}}.</ref> Nel [[1935]] venne posta sotto l'altare una statua di Sant'Antonio morente realizzata da Banterle.<ref name=B35/>
 
;Cappella Avanzi o della Croce
[[File:CappellaAvanzi.JPG|thumb|La cappella Avanzi]]
La costruzione della cappella fu voluta da Bartolomeo Avanzi nel suo testamento del 1492.<ref name=B36/> Essa fu edificata in cinque anni in forma quadrata, con la colta a crociera, e venne restaurata nel 1769.<ref name=B36/> La cappella contiene dei preziosi dipinti, la maggior parte dei quali commissionati dalla Confraternita della Santa Croce.<ref name=B38/>
 
Al centro del gruppo di dipinti che rivestono la cappella, sopra l'altare, è presente una Crocifissione di [[Francesco Morone]] del 1498. La cornice riproduce una ricca composizione architettonica, con candelabre, architravi e capitelli.<ref name=B36/> Sotto alla Crocifissione ci sono tre opere di [[Paolo Morando]], detto il Cavazzola, risalenti al 1517: la Preghiera di Gesù al Getsemani, la Deposizione dalla croce e Cristo che porta la croce.<ref name=B38>{{cita|Bisognin|p. 38}}.</ref> I due scomparti superiori contengono opere dello stesso autore, che rappresentano il Cristo flagellato alla colonna e la Derisione di Cristo.<ref name=B38/> Subito sopra l'altare sono presenti quattro ritratti di busti del Cavazzola, e al centro una Dormizione di Maria.<ref name=B38/>
 
Nel [[1546]] altri artisti si dedicarono alla decorazione della cappella, tra cui [[Antonio Badile]] (con la Resurrezione di Lazzaro), [[Giovan Francesco Caroto]] (con il Commiato di Gesù dalla madre), [[Niccolò Giolfino]], [[Paolo Veronese]], che dipinse la Resurrezione della figlia di Giairo, tela portata a Vienna nel [[1696]] e sostituita con una copia.<ref name=D/><ref name=FM/><ref>{{cita|Bisognin|p. 39}}.</ref>
 
;Compianto
Nel piccolo spazio a destra della cappella Avanzi, chiamato cappella del Sepolcro, sono collocate sei statue in tufo dipinto che formano la scena del compianto sul Cristo morto.<ref name=B40>{{cita|Bisognin|p. 40}}.</ref> La piccola cappella è coperta da un soffitto a vela e sui muri conserva tracce degli affreschi originali.<ref name=FM/> Le sculture, quattrocentesche, raffigurano Cristo disteso, la Vergine svenuta e sostenuta da due donne, San Giovanni e la Maddalena, mentre la statua di Bartolomeo Avanzi è stata perduta.<ref name=D/> [[Vittorio Sgarbi]] sostiene che le sculture siano di gesso e che quest'opera sia l'unico gruppo scultoreo eseguito dal [[Mantegna]];<ref name=B40/> anche se l'autore è ignoto, si ritiene che comunque abbia subito l'influsso dell'arte mantegnesca.<ref name=FM/>
 
;Cappella Pellegrini
{{vedi anche|Cappella Pellegrini (San Bernardino)}}
[[File:CappellaPellegriniVerona.jpg|thumb|left|Spaccato della cappella Pellegrini]]
Questa cappella, originariamente intitolata a Sant'Anna, fu voluta dalla nobildonna Margherita Pellegrini, vedova di Benedetto Raimondi, a cui erano morti anche i figli Nicola e Anna; la costruzione, quindi, doveva fungere da cappella funebre per contenere le spoglie della committente e dei suoi familiari, anche se il risultato finale tradì questo progetto.<ref name=G3>{{cita|Giuliari|p. 3}}.</ref><ref name=B42>{{cita|Bisognin|p. 42}}.</ref> La costruzione iniziò nel 1529,<ref name=V103/> fu confermata con il testamento della donna del 22 dicembre 1554 e fu ribadita con il successivo stilato il 24 settembre 1557, nel quale ella chiedeva di continuare l'edificazione della cappella anche dopo la sua morte e di conservare in buono stato l'edificio.<ref name=G3/>
 
La progettazione della cappella fu affidata a [[Michele Sammicheli]], che realizzò uno spazio dotato di una grande armonia delle parti e di una limpida distribuzione della luce, con un'architettura che ricorda le costruzioni antiche, in particolare il [[Pantheon]] di Roma, i [[portoni Borsari]] e l'[[arco dei Gavi]] di Verona.<ref name=B44>{{cita|Bisognin|p. 44}}.</ref> Fu utilizzata una varietà di marmo veronese chiamata "bronzino".<ref name=B42/>
 
La cappella ha pianta centrale ed è costituita da due livelli sovrapposti e sormontati da una cupola. Il diametro della parte inferiore è più stretto di quello della parte superiore; questa particolarità distingue questa cappella da altre, in cui la cupola parte direttamente dal primo livello.<ref>{{cita|Bisognin|p. 43}}.</ref> Il primo livello, di ordine corinzio, presenta quattro portali a sesto ribassato, tre dei quali occupati da altari, mentre uno ospita l'ampia porta d'ingresso. Gli archi sono delimitati da colonne scanalate che sostengono una trabeazione con frontoni triangolari sopra agli altari.<ref name=FM/><ref name=B42/> Interposte agli altari ci sono nicchie vuote, che avrebbero dovuto ospitare delle statue,<ref name=B45>{{cita|Bisognin|p. 45}}.</ref> ornate ai lati con candelabre scolpite raffiguranti conchiglie e ghirlande.<ref name=FM/> Sopra al primo ordine è presente un ballatoio, all'altezza del quale inizia il secondo livello, anch'esso con colonne corinzie, in cui si aprono quattro grandi finestre tripartite da colonne ioniche con capitelli corinzi e che si trovano in corrispondenza dei timpani del livello inferiore.<ref name=V104>{{cita|Viviani|p. 104}}.</ref> La cupola a cassettoni con rosoni su sfondo azzurro, chiusa da una lanterna, copre la cappella.<ref name=V104/> La cupola con tamburo, presente qui per la prima volta, diventò una cifra stilistica sammicheliana, come si può riscontrare nelle cupole della [[Chiesa di Madonna di Campagna (Verona)|chiesa di Madonna di Campagna]] e di [[Chiesa di San Giorgio in Braida|San Giorgio in Braida]] e nel tempio del [[Lazzaretto di Verona|Lazzaretto]].<ref>{{cita|Brugnoli|p. 406}}.</ref>
 
[[File:CappellaPellegriniVR.JPG|thumb|Particolare della cappella, progettata da [[Michele Sanmicheli]]]]
 
Sull'altare maggiore della cappella è presente un dipinto di [[Bernardino India]] del [[1579]] raffigurante la Madonna con Bambino e Sant'Anna.<ref name=B44/> Nella mezzaluna una tela di [[Pasquale Ottino]] ritrae il Padre Eterno, mentre intorno alla pala dell'India sono esposti due dipinti dell'Ottino con i Santi Giuseppe e Gioacchino.<ref name=NS7/> Le tele dell'Ottino furono realizzate probabilmente tra il 1619 e il 1623.<ref name=D/> Sulle pareti sono presenti dei riquadri che avrebbero dovuto ospitare altri dipinti ma che non furono mai riempiti.<ref name=B45/>
 
Margherita Pellegrini morì nel 1557 e la costruzione fu affidata ad un altro architetto, il quale modificò il progetto concludendo in fretta l'edificazione della cappella.<ref name=G3/><ref name=B42/> Il [[Vasari]] afferma che l'edificio fu completato da un architetto peggiore di Sammicheli, ma sbaglia nel dire che questo fu allontanato per l'avarizia della committente, che in realtà era già deceduta.<ref>{{cita|Giuliari|pp. 5-6}}.</ref>
 
Dopo due secoli di abbandono, l'abate Giuseppe Luigi Pellegrini, nel 1793, si interessò dell'edificio e decise di restaurarlo con il benestare del fratello Carlo Pellegrini, maresciallo dell'impero austriaco.<ref name=G3/> I lavori furono diretti da [[Bartolomeo Giuliari]], che si era già occupato in precedenza di restauri di opere sammicheliane.<ref name=G3/> La cappella fu così riportata al progetto originale: i cassettoni della volta furono risistemati con migliori proporzioni, fu riaperto l'oculo della cupola, che era stato chiuso con un rosone, nel secondo ordine si intagliarono alcune decorazioni sulla cornice e le foglie sui capitelli, vennero scanalate le colonne e i pilastri, furono introdotti i festoni in rilievo sotto l'architrave del secondo livello, così come era già stato fatto nel primo.<ref name=G4>{{cita|Giuliari|p. 4}}.</ref> Nel 1795 tutti i lavori furono conclusi.<ref name=G4/>
 
==Descrizione del convento==
Non si sa con certezza quale fu l'architetto del convento, ideato come una fortezza, con un alto muro perimetrale.<ref name=A2>{{cita|Amadio|pp. 13-16}}.</ref> Si pensa che sia stato lo stesso Giovanni da Capestrano a progettare la struttura del complesso, che si compone di tre chiostri principali, un refettorio, celle, officine, infermerie e foresterie, con un perimetro di circa 600 metri.<ref name=A2/>
 
===Chiostri===
[[File:615VeronaSBernardino.JPG|thumb|Veduta del chiostro di Sant'Antonio dalla facciata della chiesa]]
Il complesso di San Bernardino è dotato di tre chiostri.
 
;Chiostro di Sant'Antonio
Il primo chiostro che si incontra all'ingresso è quello di Sant'Antonio, che si sviluppa davanti alla facciata della chiesa e ne costituisce il sagrato.<ref name=FM/> Questo è il più grande dei chiostri del convento e si articola in tre lati con un totale di 36 colonne con capitelli diversi in stile gotico.<ref name=B10>{{cita|Bisognin|p. 10}}.</ref> Sulle lunette delle pareti sono presenti affreschi raffiguranti i miracoli di Sant'Antonio; sopra alla porta che conduce nel convento c'è un affresco di Paolo Morando del 1520 che rappresenta San Bernardino.<ref name=B10/> Lungo il chiostro sono presenti numerose cenotafi e lapidi, la più antica delle quali risalente al 1481.<ref name=B11/> Le entrate del chiostro sono chiuse da tre cancelli in ferro battuto del 1930; quello centrale presenta il monogramma del nome di Gesù mentre quelli laterali portano lo stemma francescano. Sopra al portale ci sono le statue settecentesche di San Bernardino, San Francesco e Santa Chiara.<ref name=B10/>
 
;Chiostro di San Francesco
Di forma rettangolare, questo chiostro è ha soffitto a vela e le campate, con archi a tutto sesto, sono scandite da colonne con capitelli corinzi.<ref name=B60>{{cita|Bisognin|p. 60}}.</ref> La costruzione di quest'ambiente fu contemporanea a quella della chiesa. Nelle lunette, una cinquantina in totale, sono presenti affreschi con la biografia di San Francesco, opera di [[Giambattista Rovedata]] risalente al [[1605]] circa.<ref name=B60/> Sul lato sud si affacciano alcune sale che un tempo costituivano le aule scolastiche dello studio di teologia del convento.<ref name=D/>
 
;Chiostro di San Bernardino
Questo chiostro si trova alla sinistra dell'entrata del convento.<ref name=D/> Le sue campate, scandite da pilastri, hanno soffitto a vela e arcate a tutto sesto con mattoni a vista.<ref name=B62>{{cita|Bisognin|p. 62}}.</ref> Le lunette contengono affreschi di Rovedata raffiguranti episodi della vita di San Bernardino. Il soffitto è dipinto con fiori stilizzati su sfondo azzurro.<ref name=B62/> Durante i restauri del [[1974]] sono state identificate tracce di alcune porte sul lato orientale che immettevano nel vecchio carcere del convento che ospitava i frati che trascuravano la vita religiosa.<ref name=D/>
 
===Sala Morone===
In seguito alla nomina del convento come Studium generale dell'Ordine, padre Ludovico della Torre decise di dotare il complesso di una nuova biblioteca.<ref name=B65>{{cita|Bisognin|p. 65}}.</ref> La sala, delle dimensioni di 20 metri per 10, illuminata da dieci finestre,<ref name=B64>{{cita|Bisognin|p. 64}}.</ref> fu costruita tra il 1494 e il 1503 grazie al finanziamento di Lionello di Donato Sagramoso, mentre altri benefattori donarono numerosi manoscritti e libri.<ref name=B65/> Le pareti furono affrescate con un ciclo di circa 300 metri quadrati da Domenico Morone, ma altri ritengono che l'esecutore degli affreschi fu Giolfino, Paolo Morando o [[Girolamo dai Libri]].<ref name=D/><ref name=B65/><ref>{{cita|Bisognin|p. 66}}.</ref>
 
Sulla parete di fronte all'ingresso della stanza è affrescato un grande trittico diviso da due colonne corinzie dipinte.<ref name=B67>{{cita|Bisognin|p. 67}}.</ref> Nel riquadro centrale è presente la Vergine Maria con diciotto angeli; sullo sfondo sono dipinti paesaggi del veronese come il [[lago di Garda]], con il [[castello di Malcesine]], e la [[Lessinia]].<ref name=B67/> Ai piedi della Vergine si trovano le figure dei committenti, Sagramoso e la moglie.<ref name=B67/> Sono dipinte anche le figure di San Francesco e Santa Chiara, in posizione eretta.<ref name=B67/> Nel riquadro di destra sono presenti le figure più importanti dell'Ordine, i Santi Antonio, Bonaventura, Bernardino da Siena e Lodovico da Tolosa.<ref name=B67/> Nella parte sinistra, invece, sono dipinti i protomartiri francescani in Marocco, martirizzati il 16 gennaio 1220.<ref name=B67/> Sulle altre pareti sono raffigurati i Padri della Chiesa e i papi francescani, per un totale di 28 figure, mentre nel fregio superiore sono presenti 18 medaglioni con ritratti di frati a mezzo busto.<ref>{{cita|Bisognin|p. 68}}.</ref><ref>{{cita|Benini|p. 92}}.</ref>
 
Il pavimento della stanza, originariamente, era in maiolica; fu danneggiato nel 1940 e sostituito con quello attuale, in cotto.<ref>{{cita|Bisognin|p. 69}}.</ref> Oggi la sala è di proprietà del comune di Verona e viene usata per dibattiti e conferenze.<ref name=B64/>
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Felicia Impastato]], ''La mafia in casa mia'', intervista a cura di [[Anna Puglisi]] e [[Umberto Santino]], La Luna, [[Palermo]] [[1986]], rist. [[2000]]
*{{cita libro|nome=Armanno|cognome=Amadio|titolo=La chiesa e il convento di S. Bernardino|anno=1957|città=Verona|editore=Vita Veronese|cid=Amadio}}
* Peppino Impastato, ''Amore non ne avremo. Poesie e immagini'', a cura della Cooperativa Asadin, ILA Palma, [[Palermo]] [[1990]]
*{{cita libro|nome=Gianfranco|cognome=Benini|titolo=Le chiese di Verona|cid=Benini|editore=Rotary Club di Verona Est|anno=1995}}
* Salvo Vitale, ''Nel cuore dei coralli. Peppino Impastato, una vita contro la mafia'', Rubbettino, Soveria Mannelli 1995
*{{cita libro|autore=Davide Bisognin|coautore=Giuseppe Guastella|titolo=La chiesa di San Bernardino|editore=Ottaviani|città=Verona|anno=2009|cid=Bisognin}}
* Umberto Santino (a cura di), ''L'assassinio e il depistaggio. Atti relativi all'omicidio di Giuseppe Impastato'', ''[[Centro Impastato]]'', [[Palermo]] [[1998]]
*{{cita libro|nome=Pierpaolo|cognome= Brugnoli|titolo=Architettura sacra a Verona dal secolo XV al secolo XVIII|anno=1980|città=Verona|editore=Banca Popolare di Verona|cid=Brugnoli}}
* {{cita libro|Claudio|Fava| I cento passi| 2001| [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]]|coautori=[[Marco Tullio Giordana]]; Monica Zapelli| wkautore=Giovanni Claudio Fava|cid=Fava,Giordana, Zapelli 2001|isbn=88-07-81650-4}}
*{{cita libro|nome=Gian Maria|cognome=Dianin|titolo=San Bernardino, Verona: guida storico-artistica|editore=Banca Popolare di Verona|città=Verona|anno=1985|cid=Dianin}}
* ''Peppino Impastato: anatomia di un depistaggio'', Relazione della ''[[Commissione parlamentare antimafia]]'' presentata da [[Giovanni Russo Spena]], Editori Riuniti, [[Roma]] [[2001]]
*{{cita libro|nome=Bartolomeo|cognome=Giuliari|titolo=Cappella della famiglia Pellegrini esistente nella Chiesa di San Bernardino di Verona|anno=1816|città=Verona|editore=Tipografia Giuliari|cid=Giuliari}}
* Giuseppe Impastato, ''Lunga è la notte. Poesie, scritti, documenti'', a cura di [[Umberto Santino]], ''[[Centro Impastato]]'', [[Palermo]] [[2002]] (''CSD quaderni'', 8); 3.a ed. riveduta e integrata [[2006]], rist. [[2008]]
*{{cita libro|titolo=Chiese di Verona|curatore=Giuseppe Franco Viviani|città=Verona|editore=Società Cattolica di Assicurazioni|anno=2002|cid=Viviani}}
* [[Augusto Cavadi]], ''Gente bella. Volti e storie da non dimenticare'' ([[Candida Di Vita]], [[Don Pino Puglisi]], [[Francesco Lo Sardo]], [[Lucio Schirò D'Agati]], [[Giorgio La Pira]], Peppino Impastato), ''Il Pozzo di Giacobbe'', [[Trapani]] [[2004]], pp.&nbsp;179–191 ([http://books.google.it/books?id=g-xylo0hTbwC&pg=PA196&lpg=PA196&dq=Gente+bella.+Volti+e+storie+da+non+dimenticare+indice&source=bl&ots=sbAlOf1-2C&sig=XwaHYE0Qp9b_q645brlW2P-8mjQ&hl=it&sa=X&ei=985wUtalGITm4wTVsIGQDw&ved=0CDAQ6AEwAA#v=onepage&q=Gente%20bella.%20Volti%20e%20storie%20da%20non%20dimenticare%20indice&f=false anteprima ''online''])
*{{cita libro|titolo=Breve notizia storica della chiesa di S. Bernardino di Verona dei P.P. minori osservanti di San Francesco|editore=Tommasi|città=Verona|cid=Notizia Storica}}
* [[Anna Puglisi|Anna Puglisi&nbsp;]]– [[Umberto Santino]] (a cura di), ''Cara Felicia. A [[Felicia Bartolotta Impastato]]'', ''[[Centro Impastato]]'', [[Palermo]] [[2005]]
*{{cita pubblicazione|titolo=La chiesa di San Bernardino|editore=Frati minori di San Bernardino|città=Verona|cid=Frati minori}}
* [[Giorgio Di Vita]], ''Non con un lamento'', ''Navarra Editore'', [[Palermo]] [[2010]] ISBN 978-88-95756-32-5
* Peppino Impastato, ''Amore non ne avremo. Poesie e immagini'', a cura di [[Guido Orlando]] e [[Salvo Vitale]], ''Navarra Editore'', [[Palermo]] [[2008]] («Fiori di Campo»), ISBN 978-88-95756-09-7
* [[Rizzo Marco]] e [[Bonaccorso Lelio]]. ''Peppino Impastato, un giullare contro la mafia'', [[Edizioni BeccoGiallo|Edizioni ''BeccoGiallo'']], [[2009]]
*Ivan Vadori, ''La Voce di Impastato. Da Peppino Impastato a Mafia Capitale, l'Italia sotto inchiesta,'' Nuovadimensione, 2018. ISBN 978-88-69580-19-2
* Salvo Vitale, ''Cento passi ancora. Peppino Impastato, i compagni, Felicia, l'inchiesta'', Soveria Mannelli, Rubbettino, 2014. ISBN 978-88-498-4186-2
 
== Voci correlate ==
* [[Monumenti diRadio VeronaAut]]
* ''[[CampaneI allacento veronesepassi]]''
* [[Cosimo Cristina]]
* [[Felicia Impastato]]
* [[Luigi Impastato]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.sanbernardinoveronacentroimpastato.comit/|SitoCentro delSiciliano conventodi Documentazione "Giuseppe Impastato"}}
* {{cita web|http://www.veronacasamemoria.com/it/Guida-Verona/Chiesa-di-San-Bernardino-1/|SchedaSito ufficiale della chiesa''Casa suMemoria verona.comdi Felicia e Peppino Impastato di Cinisi''}}
* {{cita web|http://www.peppinoimpastato.com/|Sito ''peppinoimpastato.com'', «Produzione de ''I Compagni di Peppino Impastato''}}
* http://zaninorgani.weebly.com/
* [http://www.reti-invisibili.net/giuseppeimpastato/articles/art_3897.html Francesco Barilli, ''Ricordiamo Peppino Impastato a 25 anni dalla sua scomparsa. Intervista con Giovanni Impastato'' del 17 aprile 2003], dal sito ''Reti invisibili'', network di associazioni italiane per la memoria storica, la verità e la giustizia su fatti di sangue dal dopoguerra ad oggi
* [http://www.reti-invisibili.net/giuseppeimpastato/articles/art_2631.html ''Condanna all'ergastolo per Gaetano Badalamenti''], testo integrale delle motivazioni della sentenza dal sito Reti invisibili
* ''[http://www.storia.rai.it/articoli/cosa-nostra-uccide-peppino-impastato/12967/default.aspx Cosa Nostra uccide Peppino Impastato]'', sul portale ''RAI Storia''
* [https://web.archive.org/web/20131103052939/http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/peppino-impastato/787/default.aspx ''Peppino Impastato - Omicidio di mafia''], puntata di ''[[La storia siamo noi]]'' (min. 59:31), dal sito ufficiale della [[RAI]]
* {{cita web|http://www.radioaut.org/|Sito ufficiale dell'associazione di promozione sociale ''Radio Aut per l'antimafia sociale''}}
 
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