Antonio Di Pietro e Discussione:Premi Emmy 1955: differenze tra le pagine

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== Collegamenti esterni modificati ==
{{Carica pubblica
|nome = Antonio Di Pietro
|immagine = Antonio Di Pietro Siena 2010.JPG
|carica = Presidente dell'[[Italia dei Valori]]
|mandatoinizio = 21 marzo 1998<ref name="StoriaIDV" />
|mandatofine = 28 giugno 2013
|predecessore = ''carica istituita''
|successore =
|carica2 = [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|Ministro dei lavori pubblici]]
|mandatoinizio2 = 18 maggio [[1996]]
|mandatofine2 = 20 novembre [[1996]]
|presidente2 = [[Romano Prodi]]
|predecessore2 = [[Paolo Baratta (politico)|Paolo Baratta]]
|successore2 = [[Paolo Costa (politico)|Paolo Costa]]
|carica3 = [[Ministri delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana|Ministro delle infrastrutture]]
|mandatoinizio3 = 17 maggio [[2006]]
|mandatofine3 = 8 maggio [[2008]]
|presidente3 = [[Romano Prodi]]
|predecessore3 = [[Pietro Lunardi]]
|successore3 = [[Altero Matteoli]]
|carica4 = Presidente onorario dell'[[Italia dei Valori]]
|mandatoinizio4 = 30 giugno 2013
|mandatofine4 = 3 ottobre 2014
|predecessore4 = ''carica istituita''
|successore4 =
|carica5= [[Camera dei deputati|Deputato della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio5=
|mandatofine5=
|legislatura5= [[XV legislatura della Repubblica Italiana|XV]], [[XVI legislatura della Repubblica Italiana|XVI]]
|gruppo parlamentare5= [[Italia dei Valori]]
|coalizione5= [[Partito Democratico (Italia)|PD]]-[[IdV]]
|circoscrizione5= [[Veneto]] 2 (XV),<br />[[Circoscrizione Molise (Camera dei deputati)|Molise]] (XVI)
|collegio5=
|carica6= [[Senato della Repubblica|Senatore della Repubblica Italiana]]
|mandatoinizio6=
|mandatofine6=
|legislatura6= [[XIII legislatura della Repubblica Italiana|XIII]] (dal 17 novembre 1997)
|gruppo parlamentare6= [[Gruppo Misto|Misto]]
|coalizione6= [[L'Ulivo]]
|circoscrizione6= [[Toscana]]
|collegio6= 3 - [[Mugello]]
|carica7= [[Eurodeputato]]
|legislatura7= [[Membri italiani del Parlamento europeo della V legislatura|V]], [[Membri italiani del Parlamento europeo della VI legislatura|VI]]
|gruppo parlamentare7= [[ELDR|Europa dei Liberali, Democratici e Riformatori]] (V)<br />[[ALDE|Alleanza dei Liberali e Democratici Europei]] (VI)
|coalizione7=
|circoscrizione7= [[Circoscrizione Italia meridionale|Italia meridionale]]
|collegio7=
|partito = [[Indipendente (politica)|Indipendente]] <small>(dal 2014)</small><br />''Precedenti:''<br />[[Italia dei Valori]] <small>(1998-1999/2000-2014)</small><br />[[I Democratici]] <small>(1999-2000)</small><!-- [[Italia dei Valori]] !--><!-- [[I Democratici|Dem]] <small>(fino al 19 giugno 2000)</small><br />[[Italia dei Valori|IdV]] <small>(dal 20 giugno 2000)</small> !--><!-- [[I Democratici]] (V)<br />[[Italia dei Valori]] (V-VI) !-->
| tendenza = [[Legalitarismo]]<br />[[Centrismo]]<br />[[Liberalismo sociale]]
|titolo di studio = Laurea in giurisprudenza
| alma mater = [[Università degli Studi di Milano]]
|professione = Ex magistrato, avvocato penalista
|tipo nomina5=
|incarichi5= Componente della VII commissione (Cultura, scienza e istruzione) (XV)
|sito5 = http://legxv.camera.it/cartellecomuni/leg15/include/contenitore_dati.asp?tipopagina=&deputato=d200331&source=%2Fdeputatism%2F240%2Fdocumentoxml%2Easp&position=Deputati\La%20Scheda%20Personale&Pagina=Deputati/Composizione/SchedeDeputati/SchedeDeputati.asp%3Fdeputato=d200331
|tipo nomina6=
|incarichi6= 1ª Commissione permanente (Affari Costituzionali)
|sito6= http://www.senato.it/leg/13/BGT/Schede/Attsen/00004691.htm
|incarichi7=
|sito7= http://www.europarl.europa.eu/meps/it/4404/ANTONIO_DI+PIETRO.html
}}
{{Bio
|Nome = Antonio
|Cognome = Di Pietro
|Sesso = M
|LuogoNascita = Montenero di Bisaccia
|GiornoMeseNascita = 2 ottobre
|AnnoNascita = 1950
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Epoca2 = 2000
|Attività = politico
|Attività2 = avvocato
|Attività3 = ex magistrato
|Nazionalità = italiano
}}
 
Gentili utenti,
Ha fatto parte del ''[[Pool (magistratura)|pool]]'' di [[Mani pulite]] come sostituto [[procuratore della Repubblica]] presso il tribunale di Milano; nel [[1996]] è entrato in politica, e nel [[1998]]<ref name="StoriaIDV">{{cita web|url=http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/documenti/la_storia_di_idv.pdf|titolo=Storia dell'Italia dei Valori|editore=italiadeivalori.it|accesso=6 luglio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110716011353/http://italiadeivalori.antoniodipietro.com/documenti/la_storia_di_idv.pdf|dataarchivio=16 luglio 2011}}</ref> ha fondato il partito [[Italia dei Valori]] dal quale, nell'ottobre 2014, si allontana lasciando tutti gli incarichi.
 
ho appena modificato 1 {{plural:1|collegamento esterno|collegamenti esterni}} sulla pagina Premi Emmy 1955. Per cortesia controllate la [https://it.wikipedia.org/w/index.php?diff=prev&oldid=106818793 mia modifica]. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a [[:m:InternetArchiveBot/FAQ/it|queste FAQ]]. Ho effettuato le seguenti modifiche:
Dal punto di vista ideologico Di Pietro dichiara di essere di estrazione [[religione cattolica|cattolica]] e di non essere né di [[destra (politica)|destra]] né di [[Sinistra (politica)|sinistra]], in un rifuggire dagli estremi che lo porta a considerarsi un [[liberalismo|liberale]] e un uomo di [[centrismo|centro]]<ref>{{cita libro|autore=[[Gianni Barbacetto]]|titolo=Il Guastafeste. La storia, le idee, le battaglie di un ex magistrato entrato in politica senza chiedere permesso|editore=Ponte alle Grazie|città = Firenze|anno=2008}}</ref>.
*Aggiunta del link all'archivio https://www.webcitation.org/5wWgU0Yh9?url=http://www.emmys.org/awards/awardsearch.php per http://www.emmys.org/awards/awardsearch.php
 
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.
È stato due volte ministro della Repubblica prima come [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|Ministro dei lavori pubblici]] nel [[Governo Prodi I]] dal 18 maggio [[1996]] al 20 novembre [[1996]] e [[Ministri delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana|Ministro delle infrastrutture]] nel [[Governo Prodi II]] dal 17 maggio [[2006]] all'8 maggio [[2008]].Vive a Curno (BG)
 
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 01:35, 28 lug 2019 (CEST)
== Biografia ==
Dopo aver conseguito un [[diploma]] di [[perito elettronico]], nel [[1971]] a 21 anni emigra a [[Böhmenkirch]], in [[Baden-Württemberg]] ([[Germania]]); la sua giornata si suddivide fra un lavoro da [[operaio]] [[lucidatore]] di metalli in una fabbrica [[metalmeccanica]] e un altro, il pomeriggio, in una [[segheria]].
 
Tornato in Italia, nel [[1973]], intraprende gli studi all'[[Università degli Studi di Milano]] presso la facoltà di [[giurisprudenza]], mentre lavora come impiegato civile dell'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]].
Nel [[1978]] termina gli studi universitari conseguendo la laurea<ref>Durante una puntata di [[Matrix]] del 20 gennaio [[2006]], Berlusconi negò la validità della laurea conseguita da Di Pietro, sostenendo che gli sarebbe stata data dai servizi segreti. Antonio Di Pietro, per smentire quanto affermato da Berlusconi decise di pubblicare la propria pergamena di laurea su internet. Si segnalano a tal proposito i seguenti articoli:
* {{cita web|url=http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/01_Gennaio/30/pop_laurea.shtml|titolo=Di Pietro: "Berlusconi, eccoti la mia laurea"|editore=corriere.it|accesso=6 luglio 2010}}
* {{cita web|url=http://www.antoniodipietro.com/immagini2/Laurea.pdf|titolo=Pergamena di laurea di Antonio Di Pietro|editore=antoniodipietro.it|accesso=6 luglio 2010|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110615191432/http://www.antoniodipietro.com/immagini2/Laurea.pdf|dataarchivio=15 giugno 2011}};
l'11 maggio [[2012]] la suprema Corte di Cassazione sancisce la validità del titolo di laurea di Antonio Di Pietro dirimendo definitivamente la questione *{{cita web|url=http://www.calciomercato.it/news/157229/Politici-la-laurea-di-Di-Pietro-e-autentica.html|titolo=Politica, Di Pietro rivincita su Berlusconi: la sua laurea è autentica|accesso=15 maggio 2012}}; inoltre, sul processo per diffamazione a carico di [[Silvio Berlusconi]] la Corte di Cassazione non riconosce a Berlusconi l'insindacabilità delle opinioni espresse da parlamentare, annullando la sentenza di non punibilità emessa il cinque ottobre 2010 dal giudice di Viterbo, e rinviandola a nuovo esame *{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/10/cassazione-berlusconi-deve-essere-rinviato-giudizio-infamo-pietro/225766/|titolo=Di Pietro “laureato dai servizi”, annullato il proscioglimento di Berlusconi|accesso=15 maggio 2012}}</ref>; l'anno successivo, attraverso un pubblico concorso, assume le funzioni di [[segretario comunale]] in alcuni comuni del [[Provincia di Como|comasco]].
 
Nel [[1980]] vince un concorso della [[Polizia di Stato]] per [[Commissario]] e frequenta la Scuola Superiore di Polizia.
Successivamente viene inviato al IV distretto come responsabile della [[Polizia Giudiziaria]]. Nel [[1981]], sempre alternando lavoro e studio, vince il concorso di [[uditore giudiziario]]: è assegnato, con funzione di [[Procuratore aggiunto|Sostituto Procuratore]], alla [[Procura della Repubblica]] di [[Bergamo]].
 
=== Famiglia ===
Antonio Di Pietro si è sposato nel [[1973]] con Isabella Ferrara, da cui lo stesso anno ha avuto il figlio Cristiano, consigliere regionale del Molise dal 2011 al 2018 per l'[[Italia dei Valori|IdV]].<ref>[http://temi.repubblica.it/espresso-open-politix/2011/10/25/missione-compiuta-per-cristiano-di-pietro-e-entrato-nel-consiglio-regionale-del-molise/ Missione compiuta per Cristiano Di Pietro: è entrato nel consiglio regionale del Molise]</ref>
 
Dopo il [[divorzio]], si è sposato in seconde nozze nel [[1994]] con Susanna Mazzoleni, avvocata di benestante famiglia bergamasca (padre anch'egli avvocato e nonno notaio). Con lei ha avuto due figli.<ref name="ilfattoquotidiano.it"/>.
 
Nel [[2002]] diventa nonno di tre gemelli.
 
=== Malattia ===
Il 1º ottobre [[2009]] Di Pietro ha confidato al [[Corriere della Sera]] di essere stato operato, due mesi prima, per un [[tumore benigno]] alla [[prostata]] e di essersi già discretamente ristabilito. Di Pietro ha inoltre dichiarato, nella stessa intervista, di sentirsi solidale nei confronti di [[Silvio Berlusconi]], il quale aveva subito anni prima un intervento simile<ref>Informazione tratta dal [http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_01/cazzullo-tumore-prostata-dipietro_7dfaebc8-ae58-11de-b62d-00144f02aabc.shtml Corriere della Sera del 1º ottobre 2009]</ref>.
 
== Carriera in magistratura ==
=== Il pool di Mani Pulite e Tangentopoli ===
{{Vedi anche|Mani pulite}}
Nel [[1985]] passa alla Procura della Repubblica di [[Milano]], dove si occupa soprattutto di reati contro la [[pubblica amministrazione]]. Si fa notare per la sua padronanza degli strumenti [[informatica|informatici]], che gli consente una notevole velocizzazione delle indagini e un efficiente collegamento dei dati processuali. In questo modo, all'epoca di [[Tangentopoli]], può svolgere una notevolissima mole di lavoro. Nel [[1989]] il [[Ministero di Grazia e Giustizia]] lo nomina consulente per l'informazione e membro di alcune commissioni ministeriali per la riorganizzazione informatizzata dei servizi della pubblica amministrazione.
 
Nel [[1991]], in un articolo pubblicato sul mensile milanese ''[[Società civile]]'', Di Pietro sostenne che la tangente data al politico dall'imprenditore in cambio dell'appalto costituiva un sistema così pervasivo da rappresentare la norma, nella Milano degli [[anni 1990|anni novanta]]; la tangente, che egli chiamava «[[Corruzione ambientale#Corruzione ambientale in Italia|dazione ambientale]]», a suo parere veniva oramai data talmente per scontata che praticamente non era necessario né chiederla né proporla: era automatica, «ambientale», appunto.
 
{{citazione|Più che di corruzione o di concussione, si deve parlare di dazione ambientale, ovvero di una situazione oggettiva in cui chi deve dare il denaro non aspetta più nemmeno che gli venga richiesto; egli, ormai, sa che in quel determinato ambiente si usa dare la mazzetta o il pizzo e quindi si adegua<ref>{{cita pubblicazione|url=http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/mani_pulite.html |titolo=Mani pulite, anno zero |rivista=[[Micromega]]|editore=societacivile.it|anno=2004 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.}}
 
Le prove di quanto affermato in quell'articolo arriveranno con l'arresto di [[Mario Chiesa (politico)|Mario Chiesa]], il primo tassello di un gigantesco "[[effetto domino]]" che dette l'avvio alla fine della [[Prima Repubblica (Italia)|I Repubblica]]. Come pubblico ministero di punta del cosiddetto ''Pool di [[Mani pulite]]'', composto anche da altri magistrati come [[Gherardo Colombo]], [[Piercamillo Davigo]], [[Ilda Boccassini]] e [[Armando Spataro]], coordinati da [[Francesco Saverio Borrelli]], ha messo sotto inchiesta per [[corruzione]] centinaia di politici locali e nazionali, tra cui alcune figure politiche di primo piano, come il segretario del [[Partito Socialista Italiano]], [[Bettino Craxi]].
 
In riferimento ai fatti di quegli anni, Di Pietro ha rivelato, durante la puntata dell'8 ottobre [[2009]] della trasmissione televisiva ''[[Annozero]]'', che, pochi giorni prima della [[strage di via d'Amelio]] (19 luglio [[1992]]), in seguito a una nota riservata dei [[Raggruppamento operativo speciale|ROS]] che lo indicava come probabile obiettivo di un imminente attentato, fu messo sotto protezione e fatto espatriare in Costa Rica, sotto il falso nome di Marco Canale<ref>{{cita news|titolo=Rai: Annozero, Di Pietro "portato all'estero perché avevo ricevuto minacce di morte" |url=http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Politica/Rai-Annozero-Pietro-portato-all-estero-perche-avevo-ricevuto-minacce-morte/08-10-2009/1-A_000052510.shtml |giorno=8 |mese=10 |anno=2009 |pubblicazione=Corriere della sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
{{citazione|C'era una riservata del ROS che diceva: "guardate che [[Paolo Borsellino|Borsellino]] e Di Pietro devono essere fatti fuori". ''Io'' vengo avvertito, tant'è che (...) a me viene dato un passaporto (...) di copertura a nome Marco Canale<ref>{{cita web|url=http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-4226b14e-9ecb-4a24-86c1-cb81c4ef5218.html?p=0 |titolo=Verità nascoste|editore=rai.tv|accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.}}
 
=== Dimissioni dalla magistratura ===
Il 6 dicembre del [[1994]], poco prima che si riuscisse a tenere alla Procura di Milano l'interrogatorio, che era previsto per il 26 novembre, dell'allora Presidente del Consiglio [[Silvio Berlusconi]], indagato per corruzione, si dimetterà dalla magistratura.
La spiegazione resa all'epoca fu quella di voler evitare "di essere tirato per la giacca", ma su questo dettaglio si ebbero nel tempo, da parte dello stesso Di Pietro, varie versioni: Di Pietro prima addusse l'esigenza che i veleni sul suo conto - dal "poker d'assi" di [[Rino Formica]] al dossier de "Il Sabato", dall'inchiesta del GICO sull'autosalone di via Salomone alle indagini bresciane attivate dalle denunce degli inquisiti - non danneggiassero l'immagine della Procura di [[Milano]]<ref name="Dossier_Servizi">{{cita news|titolo=Dossier dei Servizi su Di Pietro |autore=Luigi Corvi |pagina=12 |giorno=13 |mese=12 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/13/Dossier_dei_Servizi_Pietro__co_0_9512139646.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/dicembre/13/Dossier_dei_Servizi_Pietro__co_0_9512139646.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Successivamente lamentò come ragione scatenante la fuga di notizie sull'avviso di garanzia a Berlusconi, reso noto durante la conferenza di Napoli sul crimine transnazionale mentre Di Pietro si trovava a Parigi per rogatorie internazionali<ref>{{cita news|titolo=E Di Pietro disse: 'Me ne vado' |autore=Luca Fazzo |pubblicazione=Repubblica |giorno=27 |mese=11 |anno=1996 |pagina=6 |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/11/27/di-pietro-disse-me-ne.html |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
Una sentenza<ref>Tribunale di Brescia del 29 gennaio 1997</ref> assolutoria nei confronti di diversi imputati, tra cui [[Paolo Berlusconi]] e [[Cesare Previti]], accusati di aver fatto indebite pressioni affinché Di Pietro abbandonasse la magistratura, ha sostenuto che Di Pietro si fosse già determinato a lasciare la toga, presumibilmente per darsi alla politica, quando venne avanzata la richiesta di interrogare [[Silvio Berlusconi]]. La sentenza afferma anche che alcuni fatti ascrivibili al magistrato potevano presentare rilevanza disciplinare<ref>{{cita news |titolo=Gorrini disse il vero su Di Pietro |autore=Luigi Corvi |pagina=15 |giorno=12 |mese=3 |anno=1997 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/marzo/12/Gorrini_disse_vero_Pietro__co_0_97031214950.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/marzo/12/Gorrini_disse_vero_Pietro__co_0_97031214950.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news |titolo=Di Pietro, quindici anni di segreti e bugie |autore=Filippo Facci |pubblicazione=Il Giornale |giorno=30 |mese=6 |anno=2008 |url=http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=272664&START=1&2col=|accesso=14 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news |titolo=Poco corretto il PM Di Pietro |autore=Cinzia Sasso |giorno=12 |mese=3 |anno=1997 |pubblicazione=Repubblica |pagina=16 |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/03/12/poco-corretto-il-pm-di-pietro.html|accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
== Carriera politica ==
 
=== Prima chiamata in politica ===
Subito dopo le elezioni del 27 marzo [[1994]], [[Silvio Berlusconi]] gli chiede di abbandonare la magistratura e di entrare a far parte del suo [[Governo Berlusconi I|governo]] come [[Ministri dell'interno della Repubblica Italiana|ministro dell'interno]]<ref name="inttang">{{cita libro|nome=Antonio|cognome=Di Pietro|curatore=Giovanni Valentini|titolo=Intervista su Tangentopoli|editore=Laterza|isbn=88-420-6187-5}}</ref>. Quando il [[Governo Berlusconi I]] era in formazione, ci furono una serie di incontri tra [[Silvio Berlusconi]] e Di Pietro, falliti definitivamente il 7 maggio 1994, con l'ultimo no di Di Pietro a Berlusconi a qualunque incarico di governo<ref name="PaoloMeghini">Paolo Menghini, [https://web.archive.org/web/20151018180806/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/01/toghe_italiane_coro_applaudono_colleghi_co_8_940501274.shtml le toghe italiane in coro applaudono i colleghi milanesi: hanno fatto bene], Corriere della Sera, 1 maggio 1994</ref><ref>[https://web.archive.org/web/20151012102257/http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/08/Gran_Persuasore_non_seduce_Pietro_co_0_9405088321.shtml il Gran Persuasore non seduce Di Pietro], Corriere della Sera, 8 maggio 1994</ref>.
 
Di Pietro di fronte a numerosi giornalisti ha sostenuto che, pur dichiarandosi lusingato, non accettò perché preferiva continuare il suo lavoro di magistrato, seguendo il consiglio di [[Francesco Saverio Borrelli]] (che avrebbe rivolto, con analogo successo, lo stesso consiglio a [[Piercamillo Davigo]], cui [[Ignazio La Russa]] avrebbe offerto il ministero della giustizia)<ref name="PaoloMeghini" />. Secondo quanto affermato da [[Cesare Previti]] nel 1995, a Di Pietro era stato offerto il [[ministero dell'interno]] e quest'ultimo aveva manifestato la sua disponibilità<ref>{{cita news |titolo="Dissi a Paolo di restar fuori" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/20/Dissi_Paolo_restar_fuori__co_0_960120057.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/20/Dissi_Paolo_restar_fuori__co_0_960120057.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016 |pagina=7 |giorno=20 |mese=1 |anno=1996 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Le affermazioni di Previti contrastano con quelle fatte da Berlusconi durante l'ultima campagna elettorale e nel 1996, quando sostenne di non aver avuto il tempo di formulare l'offerta in questione, poiché Di Pietro lo aveva già messo al corrente del fatto che gli era stato sconsigliato di accettare l'offerta.
 
Nel luglio del 1995 in un interrogatorio presso la procura di Brescia circa i suoi rapporti con Di Pietro, Silvio Berlusconi riferì di aver proposto al magistrato la direzione dei servizi segreti<ref>{{cita news|titolo="Proposi a Di Pietro i servizi segreti" |autore=Luigi Corvi |pagina=5 |giorno=26 |mese=7 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/26/Proposi_Pietro_servizi_segreti__co_8_9507262869.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news|titolo="L'ex Pm voleva fare il capo dei Servizi" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/17/voleva_fare_capo_dei_Servizi_co_0_960117660.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/26/Proposi_Pietro_servizi_segreti__co_8_9507262869.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref><ref>{{cita news|titolo="L'ex Pm voleva fare il capo dei Servizi" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/17/voleva_fare_capo_dei_Servizi_co_0_960117660.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016 |pagina=3 |giorno=17 |mese=1 |anno=1996 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Anni dopo, nella campagna elettorale del [[2008]], Berlusconi ha negato di aver offerto un ministero a Di Pietro<ref>{{cita news|titolo=E Di Pietro sbugiarda il Cavaliere Mi voleva ministro, ho i testimoni |autore=Liana Milella |pubblicazione=Repubblica |giorno=11 |mese=4 |anno=2008 |pagina=4 |url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/04/11/di-pietro-sbugiarda-il-cavaliere-mi.html |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
=== Ministro dei Lavori pubblici nel Governo Prodi I ===
{{Vedi anche|elezioni politiche 1996|Governo Prodi I|XIII Legislatura della Repubblica Italiana}}
Nel [[1996]] chiamato da [[Romano Prodi]] accetta di divenire ministro nel suo [[Governo Prodi I|Governo]] sostenuto dalla coalizione dell'[[L'Ulivo|Ulivo]], appena insediatosi dopo la vittoria nelle [[elezioni politiche 1996|elezioni politiche di aprile]].
 
L'incarico affidatogli è il [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|ministro dei lavori pubblici]], <!--qui inizia a progettare delle facilitazioni per la riapertura dei cantieri interrotti per motivi giudiziari e delle soluzioni per combattere la corruzione nel pubblico impiego--> ma decide di presentare le sue dimissioni dopo sei mesi, il giorno dopo in cui gli viene notificata da [[Brescia]] una nuova indagine nei suoi confronti (avviso di garanzia). [[Romano Prodi|Prodi]] respinge le dimissioni, ma Di Pietro non vuole tornare sui suoi passi. Verrà poi prosciolto dai 27 capi di accusa in tutti e dieci i processi perché il fatto non sussiste<ref name="inttang" /><ref>{{cita web |autore=Antonio Di Pietro |titolo=La mia storia |url=http://www.antoniodipietro.com/lamiastoria/ |editore=Sito web personale |accesso=14 dicembre 2009 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100110123142/http://www.antoniodipietro.com/lamiastoria/ |dataarchivio=10 gennaio 2010 }}</ref>.
<!--Durante il processo, [[Silvio Berlusconi]] torna ad accusare Di Pietro scatenando una forte bagarre. Nello stesso periodo a [[Castellanza]] ([[1997]]), nella cui università locale Di Pietro ha ottenuto una cattedra di Diritto penale, organizza un convegno che affronta il tema delle riforme istituzionali, luogo d'incontro e di discussione fra i partiti. Ma l'ex magistrato non si sbilancia e non sembra affatto intenzionato a scendere direttamente in politica.-->
 
=== Elezione al Senato e al Parlamento Europeo ===
Il 20 giugno [[1997]] il senatore del [[Partito Democratico della Sinistra|PDS]] [[Pino Arlacchi]] è nominato vice[[segretario generale delle Nazioni Unite]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/20/Arlacchi_vicesegretario_generale_dell_ONU_co_0_97062013866.shtml Arlacchi vicesegretario generale dell'ONU]</ref>. Nelle settimane successive [[Massimo D'Alema]] d'intesa con [[Romano Prodi]] offrono a Di Pietro la possibilità di sostituire Arlacchi candidandosi per l'Ulivo nel collegio senatoriale del [[Mugello]], in [[Toscana]]. Di Pietro accetta inaugurando così la sua attività politica<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/17/Pietro_scendo_campo_con_Ulivo_co_0_970717058.shtml Di Pietro: scendo in campo con l'Ulivo]</ref>.
 
Il 9 novembre [[1997]] si tengono dunque le elezioni suppletive che Di Pietro vince contro [[Giuliano Ferrara]] per la coalizione di [[Silvio Berlusconi]], [[Sandro Curzi]] per il [[Partito della Rifondazione Comunista|PRC]], e [[Franco Checcacci]] per la [[Lega Nord]], con il 67,8% dei voti<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1997/novembre/10/Pietro_conquista_Mugello_co_0_9711105273.shtml Di Pietro conquista il Mugello]</ref>. Diventa così senatore e, come indipendente, aderisce al gruppo misto. Il neosenatore però lavora subito per la creazione di un gruppo parlamentare proprio, ma nel febbraio [[1998]] è costretto a rinunciarci preferendo lavorare alla creazione di un proprio movimento politico<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/19/Pietro_vuole_fare_anti_Cossiga_co_0_9802194880.shtml Di Pietro vuole fare l'anti Cossiga]</ref>.
 
Nasce così, il 21 marzo seguente a [[Sansepolcro]], [[Italia dei Valori]]. A fondare il movimento ci sono anche [[Elio Veltri]], la cui moglie è l'amica di famiglia [[Silvana Mura]] (poi parlamentare e capogruppo IdV alla Camera) che vede l'adesione anche di altri parlamentari, e insieme con loro forma un sottogruppo<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/marzo/22/Pietro_nasce_Italia_dei_Valori_co_0_98032213938.shtml Di Pietro, nasce l'"Italia dei Valori"]</ref>. Dopo la caduta del [[Governo Prodi I]] dell'ottobre del [[1998]], si verificano dei cambiamenti nell'assetto dei partiti alleati. Di Pietro è un sostenitore di [[Romano Prodi]], lo considera come unico punto di riferimento, aderisce al progetto dei [[I Democratici|Democratici]], che intende portare avanti l'idea unitaria formale dei partiti che sono a fondamento dell'Ulivo. Così nel febbraio 1999 viene deciso lo scioglimento del giovane movimento, per farlo confluire, insieme con altre formazioni politiche, in quello di Prodi. Di Pietro viene scelto per svolgere l'importante ruolo di responsabile organizzativo.
 
I Democratici esordiscono alle [[elezioni europee del 1999|elezioni europee]] dello stesso anno, ottenendo il 7,7% dei voti e sette seggi, e Di Pietro viene eletto eurodeputato con funzioni di Presidente di Delegazione del Parlamento europeo dapprima per le relazioni con il Sud America, poi per l'Asia centrale e infine per il Sudafrica.
<!--capogruppo dei Democratici al Senato il 2 febbraio, lasciando l'organizzazione del partito-->
 
=== Italia dei Valori ===
In seguito a ripetuti dissidi con la linea portata avanti da [[Arturo Parisi]], leader del partito, con il culmine nello strappo avvenuto quando Di Pietro sceglie di non votare la fiducia al [[Governo Amato II|nuovo governo Amato]], il 27 aprile [[2000]] si separa dai Democratici. Rifonda quindi [[Italia dei Valori]] come partito autonomo nel settembre dello stesso anno, sempre con l'obiettivo di portare avanti le proprie battaglie politiche, mettendo sempre in primo piano temi come la valorizzazione e l'affermazione della legalità e la necessità di trasparenza amministrativa e a livello politico.
 
Pur d'accordo nel contrastare la coalizione guidata da [[Silvio Berlusconi]], per le [[elezioni politiche del 2001]] Di Pietro non riesce a trovare un accordo e si presenta quindi da solo alla competizione elettorale. Tuttavia non risulterà eletto, non riuscendo a spuntarla nel collegio uninominale in [[Molise]] e non superando, con la sua lista al proporzionale, la soglia del 4%, seppur di poco (3,9%).
 
=== Il 'tentato' Nuovo Ulivo e la rielezione al Parlamento europeo ===
Alla vigilia delle [[elezioni europee del 2004]], Di Pietro aderisce all'appello di Prodi di presentarsi sotto un unico simbolo nel nome dell'[[L'Ulivo|Ulivo]]. Ma non tutti sono d'accordo con l'ingresso di Di Pietro (il fronte dell'opposizione è guidato dai socialisti dello [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]]). E così nasce una nuova intesa elettorale con [[Achille Occhetto]]: insieme presentano la Lista ''Società Civile, Di Pietro-Occhetto, Italia dei Valori''.
 
Nel suo simbolo, la lista inserisce la dicitura "Per il Nuovo Ulivo", con un piccolo ramoscello d'ulivo, per sottolineare la chiara intenzione di partecipare alla rinascita e al rafforzamento della coalizione. Prodi, in un primo momento, plaude all'idea, ma poi Di Pietro e Occhetto (a campagna elettorale già avviata) sono costretti a eliminare quel frammento del loro simbolo perché - dicono dalla coalizione - si potrebbe generare confusione fra gli elettori che potrebbero confonderlo con il "vero" Ulivo.
 
La lista, comunque, corre regolarmente alle elezioni, ma il progetto è un fallimento: raccoglie soltanto il 2,1% dei voti validi. Occhetto abbandona immediatamente l'alleanza, cedendo il seggio di parlamentare europeo in favore del giornalista [[Giulietto Chiesa]] (come aveva anticipato prima delle elezioni) e conservando quindi il suo seggio al Senato.
 
Di Pietro viene rieletto al [[Parlamento europeo]] nella circoscrizione sud, dopo aver ricevuto in tutta Italia quasi 200&nbsp;000 preferenze. Iscritto al gruppo parlamentare dell'[[Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa]]; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione giuridica; della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con il [[Sudafrica]].
 
Nel [[2016]], Di Pietro viene condannato a risarcire personalmente 2 milioni e 694 mila euro di rimborsi elettorali al movimento di Achille Occhetto e Giulietto Chiesa.<ref>{{cita news|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/09/27/rimborsi-elettorali-di-pietro-condannato-a-pagare-oltre-due-milioni-al-movimento-di-occhetto-e-chiesa/3060296/|titolo=Rimborsi elettorali, Di Pietro condannato a pagare oltre due milioni al movimento di Occhetto e Chiesa|editore=ilfattoquotidiano.it|autore=F.Q.|data=27 settembre 2016|accesso=20 dicembre 2016}}</ref>
 
=== Ingresso nell'Unione e il 4º posto alle primarie ===
Intanto, nasce la nuova coalizione di [[centrosinistra]], chiamata ''[[L'Unione]]'', che si apre ai contributi di [[Italia dei Valori]] e di [[Rifondazione Comunista]]. Il nuovo schieramento esordisce alle [[elezioni regionali 2005|elezioni regionali]] dell'aprile [[2005]]: IdV ne è parte integrante in tutte le 14 regioni chiamate al voto, ma il partito conferma il suo trend negativo, raggranellando soltanto l'1,8% dei voti.
 
Prodi, in vista delle elezioni politiche del [[2006]], lancia l'idea delle [[elezioni primarie|consultazioni primarie]] per la scelta del candidato premier. Il progetto va in porto, le primarie si organizzano e Di Pietro presenta subito la sua candidatura. Le primarie si svolgono il 16 ottobre [[2005]] con sette candidati: Di Pietro è arrivato quarto, raccogliendo 142.143 voti (il 3,3% dei consensi), alle spalle di [[Romano Prodi]], che ha ricevuto l'investitura di candidato premier della coalizione, di [[Fausto Bertinotti]] e di [[Clemente Mastella]].
 
=== Ministro delle Infrastrutture nel Governo Prodi II ===
{{Vedi anche|elezioni politiche italiane del 2006|Governo Prodi II|XV Legislatura della Repubblica Italiana}}
[[File:Antonio Di Pietro.jpg|upright=1.6|thumb|Antonio Di Pietro con i capigruppo dell'[[Italia dei Valori|IdV]] [[Massimo Donadi]] e [[Felice Belisario]] al termine dei colloqui con il Presidente della Repubblica in occasione delle consultazioni per il nuovo governo.]]
Le [[elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche]] del 9 e 10 aprile [[2006]] fanno registrare un avanzamento dell'Italia dei Valori (che si attesta al 2,3% alla Camera e al 2,9% al Senato) grazie anche al buonissimo risultato conseguito in una circoscrizione tradizionalmente ostica per Di Pietro e il centrosinistra, la [[Sicilia]], in cui decisiva fu la presenza nelle liste dell'IdV di [[Leoluca Orlando]], da un anno segretario regionale del movimento in terra sicula e che successivamente verrà nominato presidente del partito.
 
Il successo nelle consultazioni arride al[[l'Unione]] e il 17 maggio 2006 Di Pietro viene nominato ministro delle infrastrutture nel [[governo Prodi II|secondo Governo Prodi]]. Lascia l'incarico di europarlamentare per accettare quello di deputato nazionale.
 
In qualità di ministro delle infrastrutture, sospende la procedura di fusione tra la [[Atlantia|società autostrade]] e l'omologa spagnola [[Abertis]], eccependo il danno economico che lo Stato avrebbe avuto dall'esecuzione di tale piano<ref>{{cita news|titolo=«Per Autostrade l'Europa non ci multerà» |url=http://archiviostorico.corriere.it/2006/dicembre/30/Per_Autostrade_Europa_non_multera_co_9_061230005.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/dicembre/30/Per_Autostrade_Europa_non_multera_co_9_061230005.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016 |pubblicazione=Corriere della Sera |giorno=30 |mese=12 |anno=2006 |pagina=27 |autore=Gabriele Dossena |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
=== Protesta sull'indulto ===
Nel luglio del [[2006]] scoppia una polemica interna alla coalizione di governo, in particolare nei confronti del [[Ministri della giustizia della Repubblica Italiana|ministro della giustizia]] [[Clemente Mastella]], a causa della forte contrarietà del partito di Di Pietro a inserire i reati finanziari, societari e di corruzione all'interno del provvedimento di [[indulto]]<ref>[http://www.repubblica.it/2006/07/sezioni/politica/indulto-di-pietro/indulto-di-pietro/indulto-di-pietro.html ''Di Pietro, nuovo stop sull'indulto "Immorale per i reati finanziari"''], [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]</ref>. Il provvedimento è sostenuto, invece, in maniera trasversale da esponenti e partiti di entrambi gli schieramenti, esclusa la [[Lega Nord]], il [[Partito dei Comunisti Italiani]] e gran parte di [[Alleanza Nazionale]].
 
Di Pietro manifesta davanti a [[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]] prima dell'approvazione del provvedimento al Senato, insieme con la Lega Nord. Tuttavia, al contrario di tale partito, Di Pietro si è dichiarato a malincuore favorevole all'indulto come mezzo per svuotare le carceri solo dopo un cambiamento della [[riforma Castelli]], come previsto dal programma dell'Ulivo.
 
Tali richieste non vengono accolte e Di Pietro pubblica polemicamente sul suo sito web personale i nomi dei deputati che hanno votato a favore dell'indulto<ref>[http://www.antoniodipietro.com/2006/07/chi_ha_votato_a_favore_dellind.html Chi ha votato a favore dell'indulto] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20061029053617/http://www.antoniodipietro.com/2006/07/chi_ha_votato_a_favore_dellind.html |data=29 ottobre 2006 }}, antoniodipietro.it</ref>, tra i quali anche [[Federica Rossi Gasparrini]] dell'Italia dei Valori, poi passata all'[[Udeur]]. Afferma Di Pietro:
{{citazione|È sconcertante, davvero sconcertante, vedere [[l'Unione]] rinnegare nei fatti, con questo indulto, il programma che ha presentato ai cittadini e per cui è stata eletta. Il cittadino conta meno di zero, non può scegliere i suoi rappresentanti ''(con riferimento alla legge elettorale senza preferenze, ndr)'' e neppure vedere rispettato il programma di governo. A cosa serve l'istituzione parlamentare oggi? Quanto è lontana dagli elettori? È una domanda che noi politici dobbiamo farci e alla quale è necessario dare presto delle risposte.}}
 
=== Elezioni 2008 ===
[[File:Antonio Di Pietro - Trento.jpg|thumb|Di Pietro nel 2010.]]
In occasione delle [[Elezioni politiche italiane del 2008|elezioni politiche del 2008]], Di Pietro entra in coalizione con il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]. Il suo partito ottiene il 4,4% alla Camera dei Deputati e il 4,3% al Senato raddoppiando i suoi voti; l'ex magistrato sceglie il seggio conquistato nel natìo [[Molise]], dove aveva raggiunto il miglior risultato in Italia, superando in entrambe le camere il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]].
 
=== Elezioni 2013 con Rivoluzione Civile e le dimissioni ===
Nel [[2013]], in occasione delle [[Elezioni politiche italiane del 2013|elezioni politiche del 2013]], decide di rinunciare a presentarsi con il suo partito per appoggiare la lista [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|Rivoluzione Civile]], guidata dal candidato premier ed ex magistrato [[Antonio Ingroia]]. Viene ricandidato per la Camera. Tuttavia i risultati delle elezioni non consentono a questa lista di superare le rispettive soglie di sbarramento per Camera e Senato, così Di Pietro resta fuori dal [[Parlamento]]<ref>[http://www.lastampa.it/2013/02/26/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/feltri-ygx2yl8o78qfZ8GhuOG1sK/pagina.html] lastampa.it</ref>.
 
Il 26 febbraio si dimette da presidente dell'[[Italia dei Valori]]<ref>[http://lastampa.it/2013/02/26/italia/speciali/elezioni-politiche-2013/dopo-la-debacle-di-pietro-lascia-Qj9KHrZ4urjSa9FFESD6TP/pagina.html] Dopo la deblace Di Pietro lascia - lastampa.it</ref> e il 2 maggio Rivoluzione Civile viene disciolta all'unanimità dai suoi costituenti.<ref>[http://www.rivoluzionecivile.it/2013/05/03/lesperienza-di-rivoluzione-civile-finisce-qui/ L'esperienza di Rivoluzione Civile finisce qui]</ref>
 
Il 28 giugno al Congresso dell'Italia dei Valori ufficializza le sue dimissioni da presidente del partito dichiarando di rimanere però militante dello stesso.<ref>[http://www.lastampa.it/2013/06/29/italia/politica/italia-dei-valori-inizia-la-nuova-era-di-pietro-a-servizio-ma-da-cittadino-lb57leDOdc3yhf7Hy3rgtJ/pagina.html Italia dei Valori, inizia la nuova era Di Pietro: “A servizio, ma da cittadino”] lastampa.it, 29 giugno 2013</ref> Il nuovo leader del movimento è [[Ignazio Messina]].<ref>[http://www.lastampa.it/2013/06/30/italia/politica/idv-comincia-il-dopo-di-pietro-messina-segretario-a-sorpresa-LAaBREwypp7JRfBLBQDBbN/pagina.html Idv, comincia il dopo Di Pietro. Messina segretario (a sorpresa)]</ref>
 
=== Elezioni europee del 2014 ===
Nel febbraio [[2014]], nel corso del programma ''[[L'aria che tira - Noi e l'economia|L'aria che tira]]'', annuncia la sua candidatura alle [[Elezioni europee del 2014|Elezioni europee]] di maggio non venendo poi candidato.
 
=== Abbandono dell'IdV e sviluppi recenti ===
Il 3 ottobre seguente, poco prima del raduno nazionale di Sansepolcro, Di Pietro decide di lasciare definitivamente l'IdV. Un voto che lo vede nettamente in minoranza (il 95% dei delegati approva infatti la linea politica del segretario Messina) sancisce l'addio al partito che, nel 1998, aveva fondato proprio nella località toscana<ref>{{cita web|url=http://www.antoniodipietro.it/2014/10/coraggio-e-tempo-di-ricominciare|titolo=Coraggio è tempo di ricominciare|data=11 ottobre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170522172438/http://www.antoniodipietro.it/2014/10/coraggio-e-tempo-di-ricominciare|urlmorto=no|dataarchivio=22 maggio 2017}}</ref>. Di Pietro, in particolare, volendo portare avanti un'opposizione dura al Governo Renzi, già dopo le elezioni europee aveva criticato la scelta di riallacciare un rapporto di dialogo con il PD<ref>{{cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2014/06/07/news/idv_passa_linea_di_apertura_a_pd_di_pietro_lascia_presidenza-88348411/|titolo=Idv, passa linea di apertura al Pd. Di Pietro lascia la presidenza|editore=''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]''|data=7 giugno 2014|accesso=8 gennaio 2018}}</ref>.
 
In seguito, sia nel [[2014]]<ref>{{cita news|url=http://www.huffingtonpost.it/2014/10/17/antonio-di-pietro_0_n_6003240.html|titolo=Antonio Di Pietro: "Mi candido sindaco a Milano. Con il M5s? Vediamo che succede, ma Casaleggio è ottima persona, con lui ci sentiamo"|editore=''[[HuffPost]]''|autore=Pietro Salvatori|data=17 ottobre 2014|accesso=9 gennaio 2018}}</ref> sia nel 2015,<ref>{{Cita news|url = https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/23/amministrative-milano-di-pietro-mi-candido-a-primarie-centrosinistra-vediamo-che-sinventa-il-pd-per-fermarmi/443293/|titolo = Elezioni Milano, Di Pietro: “Mi candido a primarie centrosinistra. Vediamo che s’inventa il Pd per fermarmi”|accesso = 9 gennaio 2018}}</ref> esprime la propria intenzione di candidarsi come sindaco di [[Milano]] in vista delle [[Elezioni amministrative italiane del 2016|elezioni del 2016]], cosa che poi non avverrà.
 
Ad aprile [[2015]] Di Pietro annuncia la nascita dell'associazione ''Il Molise di tutti'', fondata da ex militanti dell'IdV,<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2015/04/23/di-pietro-nasce-molise-per-tutti_850db56f-a2e4-4155-8400-bb2af84dc861.html|titolo=Di Pietro, nasce "Molise per tutti"|editore=''[[ANSA]]''|data=23 aprile 2015|accesso=9 gennaio 2018}}</ref> e nel gennaio 2018 annuncia di volersi candidare come indipendente a guida della Regione.<ref>{{cita news|url=http://www.ansa.it/molise/notizie/2018/01/09/di-pietro-in-molise-da-indipendente_57a5fd07-8fcd-43cd-9761-197f5634f03d.html|titolo=Di Pietro, in Molise da Indipendente|editore=''[[ANSA]]''|data=9 gennaio 2018|accesso=9 gennaio 2018}}</ref>
 
In vista delle [[Elezioni politiche italiane del 2018|elezioni politiche del 2018]] la sezione molisana del PD gli propone la candidatura nel collegio uninominale di Campobasso al Senato. L'ex magistrato si rende disponibile, ma successivamente il segretario di partito [[Matteo Renzi]] pone il veto sulla sua candidatura, poiché «Di Pietro rappresenta una cultura giustizialista che noi non abbiamo mai apprezzato», preferendo a lui [[Enrico Colavita]], presidente di [[Confederazione generale dell'industria italiana|Confindustria]] del Molise.<ref>{{cita news|url=http://www.huffingtonpost.it/2018/01/27/antonio-di-pietro-non-sara-candidato-in-molise-per-il-pd_a_23345338/|titolo=Antonio Di Pietro non sarà candidato in Molise per il Pd|editore=''[[HuffPost]] Italia''|data=27 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180127182310/http://www.huffingtonpost.it/2018/01/27/antonio-di-pietro-non-sara-candidato-in-molise-per-il-pd_a_23345338/|dataarchivio=27 gennaio 2018|urlmorto=no|accesso=15 febbraio 2018}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.ilpost.it/2018/01/30/renzi-di-pietro-liste-elezioni/|titolo=Renzi: «Di Pietro rappresenta una cultura giustizialista che noi non abbiamo mai apprezzato»|editore=''[[il Post]]''|data=30 gennaio 2018|accesso=15 febbraio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180130183021/http://www.ilpost.it/2018/01/30/renzi-di-pietro-liste-elezioni/|dataarchivio=30 gennaio 2018|urlmorto=no}}</ref>
 
== Prese di posizione ==
* Di Pietro si schiera insieme con Casini e tutta la Casa delle Libertà contro la rimozione del capo della polizia De Gennaro, responsabile della polizia in carica durante le violenze del G8, adducendo come motivazione "non tanto il gesto ma le modalità di esecuzione"<ref name="ilmessaggero.it">[http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=3756&sez=HOME_INITALIA Il Messaggero<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, ritenendo preferibile che non venisse prontamente allontanato, troppo veementemente, un capo della polizia indagato per istigazione alla falsa testimonianza<ref>[http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/politica/sostituzione-de-gennaro/de-gennaro-indagato/de-gennaro-indagato.html Gianni De Gennaro indagato nell'inchiesta sul G8 di Genova - Politica - Repubblica.it<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, allontanamento che Di Pietro definisce "una vendetta della sinistra massimalista"<ref name="ilmessaggero.it" />. Altri membri del suo partito in tale occasione si sono augurati che a De Gennaro venissero affidati altri prestigiosi incarichi, cosa puntualmente accaduta, con la nomina a capo del gabinetto da parte di Amato<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.ilmanifesto.it/argomenti-settimana/articolo_afb0c0f7a2dc61cfbf28b47e60f0e337.html Il Manifesto<!-- Titolo generato automaticamente -->] |date=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
* Di Pietro dichiara di opporsi alla riforma sulle intercettazioni che, a suo dire, avrebbe come obiettivo l'imbavagliamento dei giornalisti e la limitazione dei poteri della magistratura.
* L'ex magistrato sostiene le ragioni di [[Europa 7]], che da tempo cerca di ottenere le frequenze per trasmettere, situazione per la quale lo Stato Italiano ha subito procedura di infrazione da parte della [[Comunità europea]] in data 19 luglio 2006 [2005/5086 C(2006) 3321]<ref>[http://www.europa7.it/?p=151 Europa 7<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* In seguito alla condanna in primo grado di [[Salvatore Cuffaro]] per favoreggiamento semplice, ha scritto al Presidente del Consiglio, [[Romano Prodi]], chiedendo la sospensione di diritto di Cuffaro, ai sensi della legge 19 marzo 1990, n. 55<ref>[http://qn.quotidiano.net/2008/01/24/60996-pietro_scrive_prodi_sospendere_subito_cuffaro.shtml Quotidiano Net - Di Pietro scrive a Prodi: "Sospendere subito Cuffaro"<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
* Nel [[2008]], dopo le dimissioni di [[Clemente Mastella]] da ministro della Giustizia, ha scritto a [[Romano Prodi]], che aveva preso l'interim. In questa lettera, ha denunciato le nomine del Comitato direttivo della [[Scuola Superiore della Magistratura|Scuola della Magistratura]] di Benevento, a cui, fra gli ultimi atti che aveva compiuto come ministro, Mastella aveva nominato persone del suo collegio elettorale, fra cui l'avvocato difensore della moglie dello stesso Mastella<ref>{{cita web |url=http://www.antoniodipietro.com/lettera_scuola_magistratura_benevento.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=26 gennaio 2008 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081121130823/http://www.antoniodipietro.com/lettera_scuola_magistratura_benevento.pdf |dataarchivio=21 novembre 2008 }}</ref>.
* Annuncia l'adesione di [[IdV]] all'iniziativa della rivista [[MicroMega (periodico)|MicroMega]] per la manifestazione nazionale dell'8 luglio [[2008]] in [[piazza Navona]], contro le cosiddette "Leggi canaglia", denominata ''[[No Berlusconi Day#Il precedente del No Cav Day|No Cav Day]]''.
* La sua posizione riguardo al reato di immigrazione è cambiata diverse volte. Egli è passato dal considerarlo giusto (arrivando ad affermare che alcuni immigrati "meriterebbero il taglio degli attributi" e a sostenere pene detentive fino a tre anni nei confronti degli immigrati irregolari) al contrastarlo (considerandolo la causa del sovraffollamento carcerario e dichiarando che gli immigrati "non possono essere considerati di serie B, ma devono avere gli stessi diritti e doveri, a cominciare da quelli elettorali, dei cittadini")<ref>Intervento di Antonio Di Pietro a [[Ballarò (programma televisivo)|Ballarò]] del 13 maggio 2010, sul canale ufficiale dell'Italia dei Valori su YouTube: {{cita web
|url= http://www.youtube.com/watch?v=N1kC0rby3xY
|titolo= Lotta alla clandestinità
|editore= YouTube
|data= 17 maggio 2008
|accesso=17 luglio 2010
}}</ref><ref>Di Pietro dopo la sentenza dell'Unione Europea del 23 febbraio 2012 contro i respingimenti da parte dell'Italia degli immigrati provenienti dalla Libia: {{cita web
|url= http://video.repubblica.it/dossier/emergenza-lampedusa-2010/di-pietro-l-errore-e-stato-criminalizzare-l-immigrazione/88800/87193
|titolo= Di Pietro: "L'errore è stato criminalizzare l'immigrazione"
|sito= Repubblica.it
|data= 23 febbraio 2012
}}</ref><ref>articolo de "Il Tribuno" sulle diverse posizioni assunte da Di Pietro sull'immigrazione clandestina: {{cita news
|url= http://www.iltribuno.com/articoli/201104/di-pietro-e-gli-immigrati-evoluzioni-e-involuzio.php
|titolo= DI PIETRO E GLI IMMIGRATI. EVOLUZIONI ED INVOLUZIONI DI UN DEMAGOGO.
|pubblicazione= Il Tribuno
}}</ref>
 
* Nel marzo [[2010]], in seguito alla firma del Presidente della Repubblica [[Giorgio Napolitano|Napolitano]] sul decreto-legge che avrebbe permesso la riammissione delle liste PdL nel [[Lazio]] e in [[Lombardia]], Di Pietro affermò che bisognava valutare se ci fossero gli estremi per mettere sotto [[impeachment]] il [[Presidente della Repubblica]] in quanto, a suo dire, il Presidente della Repubblica aveva violato la Costituzione contribuendo alla stesura del testo. L'attacco suscitò la reazione sdegnata sia del governo, sia del resto dell'opposizione<ref>{{cita news|titolo=Decreto «salvaliste», Di Pietro contro il Colle : «Estremi per l'impeachment»|url=http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/elezioni/notizie/di-pietro-attacco-napolitano_cc42ff3e-290d-11df-a5a9-00144f02aabe.shtml|pubblicazione=Corriere della Sera |giorno=06 |mese=3 |anno=2010 |accesso=20 marzo 2010}}</ref><ref>{{cita news|titolo=Di Pietro,pensare impeachment Napolitano|url=http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Regionali-Di-Pietro-valuteremo-impeachment-per-Napolitano_86524202.html|pubblicazione=Adnkronos |giorno=06 |mese=3 |anno=2010 |accesso=20 marzo 2010}}</ref>.
* Dopo le proteste del [[Movimiento 15-M]] che il 15 ottobre [[2011]] sono degenerate in duri scontri a [[Roma]], il 17 ottobre [[2011]] alcuni organi di informazione hanno attribuito ad Antonio Di Pietro la volontà di introdurre una nuova "[[Legge Reale]]"<ref>«Si deve tornare alla Legge Reale. Anzi bisogna fare la ''Legge Reale 2''. Non è tempo di rimpalli ma di un'assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche per creare una legislazione speciale e specifica che introduca specifiche figure di reato, aggravamento dei reati e delle pene oggi previste, allargamento del fermo e dell'arresto, riti direttissimi che permettano in pochi giorni di arrivare a sentenza di primo grado». [http://www.repubblica.it/politica/2011/10/17/news/reazioni_corteo-23358219/ Maroni: "Nuove misure contro le violenze" Di Pietro: "Torniamo alla legge Reale" - Repubblica.it]</ref> per gestire situazioni di violenza durante le manifestazioni, mentre lo stesso Di Pietro ha subito respinto e smentito tali affermazioni<ref>«Ieri molti improvvisati commentatori hanno espresso giudizi sulle nostre proposte senza nemmeno aspettare che venissero presentate, dunque senza sapere di cosa stavano parlando. Per questo hanno parlato di una riproposizione della legge Reale, che noi invece non abbiamo alcuna intenzione di riesumare e che anzi per noi può essere buttata nel cesso, o meglio archiviata in un cassetto, dato che fa parte di un bagaglio storico che non ci appartiene.» [http://www.antoniodipietro.com/2011/10/non_vogliamo_uno_stato_di_poli.html Antonio Di Pietro: Non vogliamo uno Stato di polizia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20111020125333/http://www.antoniodipietro.com/2011/10/non_vogliamo_uno_stato_di_poli.html |data=20 ottobre 2011 }}</ref>.
* Durante un'intervista televisiva, nel gennaio 2016 dichiarò a [[Enrico Mentana]] che votò [[Movimento Sociale Italiano]] nel 1992 poiché era l'unico partito a non prendere tangenti: infatti in altra intervista televisiva con [[Myrta Merlino]] dichiarò ''Possiamo dire che l'inchiesta di Mani Pulite non ha trovato tangenti in un solo partito. E questo partito è stato il Movimento Sociale di [[Giorgio Almirante]]''.<ref>[http://www.altroquotidiano.it/di-pietro-ammette-in-tv-nel-1992-votai-per-il-msi-di-fini/ Di Pietro ammette in tv: nel 1992 votai per il MSI di Fini] </ref><ref>[https://www.iltempo.it/politica/2017/09/20/news/di-pietro-i-missini-furono-i-soli-a-non-prendere-tangenti-1035081/ Di Pietro: i missini furono i soli a non prendere tangenti]</ref><ref>[http://www.secoloditalia.it/2017/09/di-pietro-rivela-lunico-partito-senza-tangenti-e-stato-il-msi-video/ articolo con video]</ref>
* Nella campagna riguardante il [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|referendum costituzionale]] sulla [[Riforma costituzionale Renzi-Boschi]] Di Pietro si è schierato per il No<ref>{{Cita web|url=http://www.antoniodipietro.it/2016/05/appello-a-votare-no-al-referendum-sulla-riforma-costituzionale|titolo=Antonio Di Pietro » Blog Archive » APPELLO A VOTARE “NO” AL REFERENDUM SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE|sito=www.antoniodipietro.it|accesso=14 ottobre 2016}}</ref> in aperto contrasto con il suo [[Italia dei Valori|vecchio partito]] che ha sostenuto invece il Sì al referendum<ref>{{cita news|url=http://www.italiadeivalori.it/referendum-noi-per-il-si-riforma-aiuta-paese/|titolo=Referendum: Noi per il sì, riforma aiuta Paese|pubblicazione=italiadeivalori.it|data=16 settembre 2016|accesso=8 ottobre 2016}}</ref>.
 
== Indagini giudiziarie e casi controversi ==
[[File:Antonio Di Pietro Savona 2011.jpg|thumb|Di Pietro nel maggio 2011]]
 
=== Inchiesta di Brescia ===
Dopo questi anni da protagonista della magistratura italiana, sono partite contro di lui diverse indagini giudiziarie, tutte risolte in assoluzioni piene o archiviazioni. Nel [[1995]] viene indagato dal sostituto procuratore di [[Brescia]] [[Fabio Salamone]]<ref>{{cita news| titolo=Di Pietro indagato: abuso d'ufficio |autore=Berticelli; Biondani; Corvi; Di Feo |pagina=1 |giorno=8 |mese=4 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/aprile/08/Pietro_indagato_abuso_ufficio_co_0_9504082573.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, ipotizzando reati di concussione e abuso d'ufficio in seguito a dichiarazioni rese dal generale Cerciello (sotto accusa in un processo sulla corruzione della guardia di finanza<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/18/Tangenti_dodici_anni_generale_Cerciello_co_0_0004183706.shtml ''Tangenti. 12 anni al generale Cerciello'']. Corriere. Archivio Storico. 18 aprile 2000.</ref>) ma il giudice per le indagini preliminari archivia il procedimento<ref>{{cita news|titolo=Archiviato il caso Di Pietro Fiamme gialle |pagina=5 |giorno=4 |mese=7 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/04/Archiviato_caso_Pietro_Fiamme_gialle_co_8_950704605.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/aprile/08/Pietro_indagato_abuso_ufficio_co_0_9504082573.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. <!-- 5/12/1995, Gip di Brescia-->
 
Una seconda indagine viene aperta sempre a Brescia sulla base di affermazioni dall'avvocato [[Carlo Taormina]] (allora difensore del generale Cerciello)<ref>{{cita news| titolo=Brescia: su Di Pietro una nuova inchiesta |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/03/Brescia_Pietro_una_nuova_inchiesta_co_0_95060310589.shtml |pagina=1 |giorno=3 |mese=6 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref><ref name="archiviostorico.corriere.it">{{cita news |titolo=A Brescia altre indagini su Di Pietro |autore=Luigi Corvi |pagina=2 |giorno=3 |mese=6 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/03/Brescia_altre_indagini_Pietro_co_8_950603665.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, la testimonianza di Giancarlo Gorrini e dossier anonimi su presunti traffici illeciti tra l'ex pm e una società di assicurazioni<ref name="ReferenceA">{{cita news |titolo="Pagò i debiti di Rea spinto dall'ex Pm" |pagina=3 |giorno=7 |mese=6 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/07/Pago_debiti_Rea_spinto_dall_co_8_950607801.shtml |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. L'inchiesta successivamente prende una strada completamente diversa e il pm Salamone arriva a ipotizzare un complotto finalizzato a far dimettere Di Pietro per mezzo di ricatti e dossier anonimi. Per fare luce sulla vicenda il pm interroga gli ispettori ministeriali Dinacci e De Biase, i ministri [[Alfredo Biondi]]<ref name="ReferenceB">{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/22/Biondi_per_tre_ore_davanti_co_0_95062213611.shtml |titolo=Biondi per tre ore davanti a Salamone. "Alcune cose forse le dico al giudice" |p=3 |data = 22 giugno 1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, [[Cesare Previti]]<ref name="ReferenceC">{{cita news |titolo=Previti: mai fatto il nome di mister X |url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/26/Previti_mai_fatto_nome_mister_co_0_95062611921.shtml |pagina=11 |giorno=26 |mese=6 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref> e il presidente del consiglio [[Silvio Berlusconi]]<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/25/anche_Berlusconi_Salamone_co_0_9507251993.shtml |titolo=anche Berlusconi da Salamone |autore=Luigi Corvi |pagina=10 |giorno=25 |mese=7 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, mentre suo fratello [[Paolo Berlusconi|Paolo]] viene indagato per estorsione<ref name="archiviostorico.corriere.it"/><ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/19/Paolo_Berlusconi_oggi_Salamone_Torna_co_0_950719013.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/giugno/03/Brescia_Pietro_una_nuova_inchiesta_co_0_95060310589.shtml |pagina=1 |giorno=3 |mese=6 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>, la testimonianza di Giancarlo Gorrini e dossier anonimi su presunti traffici illeciti tra l'ex pm e una società di assicurazioni<ref name="ReferenceA"/>. Secondo le ricostruzioni dei pm tutto sarebbe incominciato dopo che fu recapitato a Silvio Berlusconi un invito a comparire dalla procura di Milano il 21 novembre 1994: Previti avrebbe telefonato all'ispettore ministeriale Dinacci e l'avrebbe messo in contatto con Gorrini il quale si sarebbe presentato lo stesso giorno all'ispettorato per presentare le sue documentazioni contro Di Pietro. Questo avveniva il 23 novembre [[1994]]. Il 29 il ministro [[Alfredo Biondi]] ha ordinato di aprire l'inchiesta su Di Pietro.
 
Il 6 dicembre Di Pietro annuncia le dimissioni e il 10 l'inchiesta viene archiviata. È allora che Salamone mette sotto controllo diversi telefoni e dalle telefonate di Gorrini sulla vicenda emerge il nome di Paolo Berlusconi, suo conoscente e l'incriminazione per lo stesso<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/20/NOINDC_co_0_950720558.shtml |titolo=NOINDC |pagina=11 |giorno=20 |mese=7 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Successivamente vengono incriminati anche [[Cesare Previti]], [[Sergio Cusani]] per estorsione<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1995/ottobre/10/Caso_Pietro_indagato_Previti_co_0_9510104416.shtml |titolo=Caso Di Pietro, indagato Previti |pagina=1 |giorno=10 |mese=10 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref> e lo stesso [[Silvio Berlusconi]] per estorsione e attentato ai diritti politici del cittadino<ref>{{cita news|url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/12/Bloccate_Pietro_Berlusconi_indagato_co_0_9601123668.shtml |titolo="Bloccate Di Pietro": Berlusconi indagato |autore=Luigi Corvi |pagina=7 |giorno=12 |mese=1 |anno=1996 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. In questa inchiesta emerge l'esistenza di un dossier del [[SISDE]] su Di Pietro chiamato "Achille"<ref name=Dossier_Servizi/><ref>{{cita news|titolo=Di Pietro, Sisde sotto inchiesta |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/gennaio/11/Pietro_Sisde_sotto_inchiesta_co_0_9601114446.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1995/luglio/20/NOINDC_co_0_950720558.shtml <!-- |titolo=NOINDC --> |pagina=11 |giorno=20 |mese=7 |anno=1995 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>.
 
Dopo le indagini si arriva a un processo con imputati Previti, Paolo Berlusconi e gli ispettori ministeriali che indagarono sul Di Pietro. Il 18 ottobre [[1996]], mentre è ancora in corso il processo sul presunto complotto contro Di Pietro, la procura generale di Brescia rimuove dall'incarico i pm Salamone e Bonfigli per una presunta "grave inimicizia" con Di Pietro (che comunque non era imputato) che "giunge al livello di pervicace odio privato<ref>{{cita news| titolo=Rimosso Salamone: "Odia Di Pietro" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/ottobre/18/Rimosso_Salamone_Odia_Pietro__co_0_961018275.shtml |pubblicazione=Corriere della Sera |pagina=1 |giorno=18 |mese=10 |anno=1996 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>". Il successivo ricorso in cassazione di Salamone contro la decisione della procura viene respinto<ref>{{cita news| titolo="Giusto estromettere i pm Salamone e Bonfigli" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/01/Giusto_estromettere_Salamone_Bonfigli__co_0_9611017226.shtml |autore=Luigi Corvi |pagina=7 |giorno=1 |mese=11 |anno=1996 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Il 21 gennaio [[1997]] il procuratore che sostiene la pubblica accusa in sostituzione di Salamone (Raimondo Giustozzi) rinuncia a interrogare i testimoni convocati dall'accusa e chiede subito l'assoluzione per tutti gli imputati<ref>{{cita news|titolo="Contro Di Pietro nessun complotto" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/21/Contro_Pietro_nessun_complotto__co_0_970121353.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/ottobre/18/Rimosso_Salamone_Odia_Pietro__co_0_961018275.shtml |pubblicazione=Corriere della Sera |pagina=1 |giorno=18 |mese=10 |anno=1996 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>". Il successivo ricorso in cassazione di Salamone contro la decisione della procura viene respinto<ref>{{cita news| titolo="Giusto estromettere i pm Salamone e Bonfigli" |url=http://archiviostorico.corriere.it/1996/novembre/01/Giusto_estromettere_Salamone_Bonfigli__co_0_9611017226.shtml |autore=Luigi Corvi |pagina=7 |giorno=1 |mese=11 |anno=1996 |pubblicazione=Corriere della Sera |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. L'istanza viene accolta dal giudice.
 
=== Accusa di offesa e attacchi verso Napolitano ===
Il 3 febbraio [[2009]] Di Pietro è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Roma con l'accusa di offese all'onore o al prestigio del Presidente della Repubblica<ref>{{Cita news|autore=Repubblica.it|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/04/quirinale-di-pietro-indagato-ex-pm.html|titolo=Quirinale, Di Pietro indagato. L'ex PM: calunnie pilotate|accesso=7 febbraio 2009|giorno=04|mese=02|anno=2009}}</ref> (articolo 278 del codice penale). L'atto è conseguente alla denuncia presentata il 31 gennaio dall'Unione delle Camere Penali Italiane, secondo la cui lettura dei fatti Di Pietro, nel corso del suo intervento durante la manifestazione organizzata dall'''Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia'' il 28 gennaio [[2008]] a Piazza Farnese, non si sarebbe limitato a criticare il comportamento del Presidente Napolitano, ma avrebbe attribuito un atteggiamento mafioso ai suoi silenzi<ref>{{Cita news|autore=Repubblica.it|url=http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/politica/giustizia-9/camere-penali/camere-penali.html?ref=search|titolo=Penalisti: "Di Pietro offende Napolitano"|accesso=7 febbraio 2009|giorno=31|mese=01|anno=2009}}</ref>.
 
Dal canto suo, Di Pietro ha risposto dal suo blog definendo l'iniziativa ''"Una mossa puramente politica [...] da parte del professore Oreste Dominioni, che sostiene di "non essere amico di questo o di quel governo", ma che è anche avvocato di famiglia Berlusconi oltre che Presidente dell'Unione delle Camere Penali"''<ref>[http://www.antoniodipietro.com/2009/01/il_kamikaze_dominioni.html Antonio Di Pietro » Blog Archive » Il kamikaze Dominioni<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110809195103/http://www.antoniodipietro.com/2009/01/il_kamikaze_dominioni.html |data=9 agosto 2011 }}</ref>, invitando anche a rivedere il video del suo intervento al fine di verificare come l'affermazione ''"il silenzio è mafioso"'' fosse inserita nella frase ''"Non siamo d'accordo sull'oblio che le istituzioni hanno nei confronti di questi familiari delle vittime. Vediamo le vittime del terrorismo, della mafia, della criminalità che vengono dimenticate ed abbandonate a sé stesse. Lo possiamo dire, o no? Rispettosamente! Ma il rispetto è una cosa, il silenzio un'altra: il silenzio uccide, il silenzio è mafioso, il silenzio è un comportamento mafioso."''<ref>http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=opfi4SeYVLY Intervento di Antonio Di Pietro alla manifestazione dell'Associazione Nazionale Familiari Vittime di Mafia - Piazza Farnese, 28 gennaio 2009.</ref>.
Proprio in virtù di ciò il 13 febbraio [[2009]] la Procura della Repubblica di Roma, per mezzo del Procuratore Giovanni Ferrara e del PM Giancarlo Amato, ha richiesto l'archiviazione<ref>[http://www.repubblica.it/2009/02/sezioni/politica/giustizia-10/giustizia-10/giustizia-10.html ''Repubblica.it'' - Chiesta l'archiviazione per Di Pietro, "Non offese il Capo Dello Stato" - 13 febbraio 2009]</ref>, ritenendo che: {{citazione|Una lettura attenta del complessivo intervento dell'onorevole Di Pietro consente di escludere che i riferimenti al "silenzio mafioso" abbiano avuto quale destinatario il presidente della Repubblica. [...] Dovendosi esse [''le affermazioni riferite al Capo dello Stato, NdR''] invece inquadrarsi nell'esercizio di un legittimo diritto di critica che è consentito anche nei confronti delle più alte cariche dello Stato se espresso in forme continenti (qui senz'altro ravvisabili), nessuna offesa all'onore ovvero al prestigio del capo dello Stato possono essere ipotizzate. Da qui la ritenuta impossibilità di configurare la fattispecie prevista dall'articolo 278 c.p. e la conseguente decisione di non richiedere l'apposita autorizzazione prevista dall'art.313 primo comma c.p. nei confronti dell'indagato.}}
 
Di Pietro è tornato ad attaccare il [[Presidente della Repubblica]] sostenendo che la bocciatura dei referendum sulla legge elettorale avvenuta il 12 gennaio [[2012]] da parte della [[Corte Costituzionale]] sarebbe stata una scelta non giuridica ma di favore per compiacere il Capo dello Stato e la sua «maggioranza inciucista». [[Giorgio Napolitano]] ha replicato immediatamente che si tratta di «un'insinuazione volgare e del tutto gratuita che denota solo scorrettezza istituzionale»<ref>[http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_12/referendum-elettorale_1087a996-3d12-11e1-a7f5-80bdd8489cd9.shtml La Consulta : Quesiti «inammissibili»]</ref><ref>[http://www.ilgiornale.it/interni/cosentino_e_legge_elettoraledi_pietro_se_prende_colle/antonio_pietro-referendum-legge_elettorale-nicola_cosentino-giorgio_napolitano/12-01-2012/articolo-id=566591-page=0-comments=1 Cosentino e legge elettorale, Di Pietro attacca Napolitano]</ref>.
 
=== Immunità parlamentare per diffamazione ===
Nell'aprile [[2009]] il Parlamento Europeo ha confermato (654 voti favorevoli, 11 contrari e 13 astenuti) l'[[immunità parlamentare]] a vantaggio di Di Pietro, bloccando la causa civile per [[diffamazione]] intentatagli dal giudice [[Filippo Verde]] a seguito di un articolo pubblicato sul sito dell'Italia dei Valori. Nel commentare il processo pendente dinanzi al Tribunale di Milano per la vicenda IMI-SIR/[[Lodo Mondadori]], Di Pietro affermava che Verde era stato accusato di corruzione per aver accettato una tangente al fine di "aggiustare" una sentenza<ref>{{cita web|url=http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/007-54109-111-04-17-901-20090421IPR54108-21-04-2009-2009-false/default_it.htm|titolo=Immunità di Antonio Di Pietro|accesso=29 maggio 2009|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090426094630/http://www.europarl.europa.eu/news/expert/infopress_page/007-54109-111-04-17-901-20090421IPR54108-21-04-2009-2009-false/default_it.htm|dataarchivio=26 aprile 2009}}</ref>. In effetti, Filippo Verde non è mai stato coinvolto nella vicenda processuale del Lodo Mondadori, mentre lo è stato nel [[Cesare Previti#Processo IMI-SIR|processo IMI-SIR]], nell'ambito del quale era stato assolto da tutte le imputazioni contestategli. L'unico italiano che si è espresso con voto contrario è stato [[Roberto Fiore (politico)|Roberto Fiore]]<ref>{{cita web|url=http://www.comunicati.net/comunicati/istituzioni/varie/79336.html|titolo=Immunità a Di Pietro, On. Fiore vota contro|accesso=29 maggio 2009}}</ref>, europarlamentare di [[Forza Nuova]].
Ha invocato l'immunità parlamentare anche nel procedimento civile intentato da Salvatore Cuffaro presso il Tribunale di Palermo. In questo caso, il Tribunale non ha riconosciuto la sussistenza dei presupposti per l'insindacabilità delle proprie affermazioni e ha condannato l'ex pm di mani pulite a risarcire Salvatore Cuffaro. La causa civile era stata avviata perché Di Pietro aveva linkato sul proprio sito internet, www.antoniodipietro.it, il video "Costanzo Show Cuffaro aggredisce Falcone" e aveva affermato che Cuffaro avesse screditato Falcone. Il Tribunale di Palermo, con sentenza n. 1742/2013, ha riconosciuto che Cuffaro non aveva detto nulla contro Giovanni Falcone e ha considerato diffamatorie le affermazioni di Antonio Di Pietro.
 
=== Sospensione dal Foro ===
L'Ordine degli Avvocati di [[Bergamo]], [[Foro (tribunale)|Foro]] presso il quale l'ex magistrato attualmente esercita la professione di avvocato, in data 7 luglio [[2009]], ha inflitto ad Antonio Di Pietro la sanzione della sospensione disciplinare per la violazione del divieto di assumere incarichi contro ex clienti di cui all'articolo 51 del codice deontologico della professione forense<ref>{{cita news|titolo=Antonio Di Pietro sospeso dall'Ordine degli avvocati |url=http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/82132_antonio_di_pietro_sospeso_dallordine_degli_avvocati |pubblicazione=L'Eco di Bergamo |giorno=21 |mese=7 |anno=2009 |accesso=14 dicembre 2009}}</ref>. Il riferimento è al processo, svoltosi in Corte d'Assise a Campobasso, nel quale Di Pietro era il legale di parte civile per l'omicidio di Giuliana D'Ascenzo, compaesana di Montenero di Bisaccia, e nel quale imputato era Pasqualino Cianci, precedentemente assistito proprio da Di Pietro.
 
=== A cena con SISDE e CIA ===
Nel [[2010]], dal co-fondatore dell'IDV Mario Di Domenico per il suo libro "Il colpo allo stato",<ref>{{cita news|url=http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=DI+DOMENICO+Mario|titolo=Mario Di Domenico|editore=cinquantamila.corriere.it|autore=Giorgio Dell’Arti|data=12 dicembre 2013|accesso=20 dicembre 2016}}</ref> vengono rese pubbliche alcune foto risalenti al [[1992]] che ritraggono Di Pietro a cena in una caserma dei carabinieri con alcuni esponenti dei [[servizi segreti]], tra i quali [[Bruno Contrada]] che solo nove giorni dopo sarà arrestato e poi condannato in via definitiva per [[concorso esterno in associazione di tipo mafioso]]<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_02/di-pietro-contrada-cavallaro_e059bc54-0fc4-11df-9603-00144f02aabe.shtml|titolo=''Di Pietro, Contrada e la cena del 1992''|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|data=2 febbraio 2010|accesso=2 giugno 2011}}</ref>. Alla cena erano presenti anche alcuni agenti [[statunitense|statunitensi]] della [[CIA]]<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.ilgiornale.it/interni/di_pietro_contrada_e_007_usa/pietro-contrada-mani_pulite-007/03-02-2010/articolo-id=418726-page=0-comments=1|titolo=''Di Pietro, Contrada e gli 007 Usa''|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=3 febbraio 2010|accesso=2 giugno 2011}}</ref>.
Il 6 luglio 2015, Antonio di Pietro ha ottenuto un risarcimento di 60 mila euro da Mario Di Domenico e i suoi editori.<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/01/antonio-di-pietro-riabilitato-nessun-mistero-sui-fondi-pubblici-accusatore-condannato-a-risarcimento/1926075/ Antonio Di Pietro riabilitato: “Nessun mistero sui fondi pubblici”. Accusatore condannato a risarcimento]</ref>
 
=== CEPU ===
Fondato nel [[1995]], il [[CEPU]] ha inizialmente goduto dell'amicizia tra il suo fondatore [[Francesco Polidori]] e Di Pietro, che prese parte alle prime campagne pubblicitarie e tenne seminari in qualità di docente di Tecnica processuale. Inoltre, nel [[1998]] Di Pietro fondò l'[[Italia dei Valori]] in un hotel di [[Sansepolcro]] di proprietà del gruppo di Polidori<ref>{{cita web |url=http://www.campus.it/blog/2010/02/08/il-prof-di-pietro-al-cepu/ |titolo=Il prof. Di Pietro al Cepu |data=8 febbraio 2010 |accesso=10 febbraio 2012}}</ref>. Successivamente, i legami tra Di Pietro e Polidori si sono indeboliti, e quest'ultimo si è candidato nella lista "Federalismo Democratico Umbro" senza stringere alleanze con partiti già presenti in Parlamento.
 
=== Inchiesta di Report ===
Una puntata di ''[[Report]]'' dell'ottobre [[2012]] dedicata al patrimonio personale di Di Pietro ha suscitato notevoli polemiche che hanno avuto influenza anche sul partito Italia dei Valori, contribuendo alla fuoriuscita di alcuni esponenti, tra cui [[Massimo Donadi]]<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/01/idv-donadi-intervista-e-necrologio-e-pardi-e-ora-di-cambiare-leader/400744/ Idv, Donadi: “Di Pietro è finito. Mai più nello stesso partito”]</ref>. Nella trasmissione si è affermato che: "Escludendo da questa lista le 9 proprietà della moglie e le 2 del figlio maggiore Cristiano, le proprietà sono 45, un dato che comprende anche i terreni, le cantine, i garage..."
Sempre secondo Report, unendo le proprietà familiari sarebbero del valore stimato (per difetto) intorno ai 5 milioni di euro, e che parte di essi sarebbe stato acquistato utilizzando fondi ricavati dai rimborsi elettorali e da un lascito<ref>{{cita news|url=http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-35259be1-d161-443e-b23e-0b92e07f0dce.html|titolo=GLI INSAZIABILI|editore=report.rai.it|autore=Sabrina Giannini|data=28 ottobre 2012|accesso=3 agosto 2015}}</ref>. Peraltro diverse accuse presentate verso Di Pietro erano già state valutate dalla magistratura, con sentenze a lui favorevoli.<ref>{{Cita web|autore = Marco Travaglio|url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/01/due-o-tre-cose-su-di-pietro/|titolo = Susseguirsi di accuse a Di Pietro|accesso = |data = }}</ref>.
 
Di Pietro, tramite il suo blog, si è subito difeso portando come prova le visure catastali<ref>http://www.antoniodipietro.it/2012/11/da-mia-sorella-concetta-tonino-fai-il-tuo-dovere-e-pagane-le-conseguenze</ref>. Da questi documenti emergerebbe secondo Di Pietro che "un modesto appartamento diviso in due e da me regalato nel 2008 ai miei figli Anna e Totò, a Milano, è diventato nella campagna di calunnia 15 case"; ha aggiunto inoltre di aver "messo a disposizione di chiunque i documenti che dimostrano come in quell'agguato travestito da inchiesta siano state fatte passare per mie proprietà marciapiedi, svincoli, strade di accesso e persino giardinetti pubblici". Sempre secondo Di Pietro dagli incartamenti del catasto si dedurrebbe che i due appartamenti di Bergamo costituiscono in realtà un solo appartamento, acquistato dalla moglie Susanna Mazzoleni. Ha infine dichiarato che sporgerà querela contro la giornalista di Report che ha condotto l'inchiesta<ref name="ilfattoquotidiano.it">[http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/02/di-pietro-miei-figli-15-case-no-ne-hanno-solo-due-ecco-prove/401889/ Idv, Di Pietro: “I miei figli 15 case? No, ne hanno solo due. Ecco le prove”] ilfattoquotidiano.it, 2 novembre 2012</ref>. La risposta della giornalista che riprendeva il servizio della collega oltre a negare le false accuse (56 case),<ref>{{cita news|url=http://www.corriere.it/inchieste/reportime/societa/case-polemiche-carte-non-mostrate/53129a26-292c-11e2-9e66-88ac4e174519.shtml?refresh_ce-cp|titolo=Case e polemiche, le carte non mostrate|editore=corriere.it|autore=Sabrina Giannini|data=7 novembre 2012|accesso=6 agosto 2015}}</ref> ribadiva: “Il punto però è il valore di queste proprietà. E il fatto che per nove anni Di Pietro, la moglie e la fidata [[Silvana Mura]] hanno gestito 50 milioni di rimborsi elettorali senza che il bilancio fosse mai mostrato agli altri membri del partito”.<ref>{{Cita video|url=http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/19/report-gabanelli-a-di-pietro-renda-pubblici-movimenti-sul-conto-corrente-dellidv/211457/|titolo=Gabanelli a Di Pietro: “Renda pubblici i movimenti sul conto corrente dell’Idv”|editore=ilfattoquotidiano.it|autore=Gisella Ruccia|data=19 novembre 2012|accesso=3 agosto 2015}}</ref>
Tuttavia, nonostante gli annunci, decorso il termine di novanta giorni, Di Pietro non ha sporto querela, ma ha annunciato una causa civile.<ref>{{cita news|url=http://www.giornalettismo.com/archives/870177/antonio-di-pietro-contro-report-ancora/|titolo=Antonio Di Pietro contro Report (ancora)|editore=giornalettismo.com|autore=Dario Ferri|data=10 aprile 2013|accesso=6 agosto 2015|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150924043227/http://www.giornalettismo.com/archives/870177/antonio-di-pietro-contro-report-ancora/|dataarchivio=24 settembre 2015}}</ref>
 
=== Parte civile al processo per compravendita di senatori ===
Nel febbraio [[2014]] si costituisce parte civile per l'IdV al processo sulla presunta compravendita di senatori da parte di [[Silvio Berlusconi]].<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/interni/pietro-torna-toga-contro-berlusconi-i-tempi-tangentopoli-991198.html Di Pietro torna in toga contro Berlusconi: "È come i tempi di Tangentopoli"] ilgiornale.it, 11 febbraio 2014</ref>
 
== Il lessico "dipietrese" ==
Alcuni aspetti del linguaggio utilizzato da Antonio di Pietro, dapprima come magistrato, e, in seguito, dopo l'abbandono dell'ordine giudiziario, nella sua azione politica, sono stati oggetto dell'attenzione dei media, che hanno coniato il [[neologismo]] "dipietrese"<ref>Voce «[http://www.treccani.it/vocabolario/dipietrese_%28Neologismi%29/ ''dipietrese'']», in ''Neologismi. Parole nuove dai giornali'', a cura di Valeria Della Valle e Giovanni Adamo, Ed. [[Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani]], 2008</ref>, entrato nel gergo giornalistico e usato dallo stesso Di Pietro<ref name="TTeF, 236">I. Domenighetti, [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', [[Edizioni Casagrande]], 1998 (p. 236)</ref>.
Il fenomeno ha attratto l'attenzione dei linguisti, con articoli e commenti, per le sue caratteristiche innovative nel tradizionale modo di esprimersi della [[comunicazione pubblica]] in Italia, riconosciutegli in gradi diversi dai vari studiosi<ref name="I. Domenighetti, 262"/>.
 
Questo modo d'esprimersi è salito alla ribalta nelle aule giudiziarie, in occasione delle udienze pubbliche di processi della stagione di [[Mani Pulite]], in cui Di Pietro, in qualità di [[pubblico ministero]], sosteneva il ruolo della [[pubblica accusa]]. In particolare, è venuto all'attenzione di un vasto pubblico a seguito della messa in onda delle registrazioni delle udienze di quei processi.
 
=== Caratteristiche del dipietrese ===
Il ''dipietrese'' si caratterizza per un [[lessico]] e un [[registro linguistico]] coloriti e [[Italiano popolare|popolari]]<ref name="Treccani">[http://www.treccani.it/enciclopedia/dipietrese_(Lingua-Italiana)/ Dipietrese], ''Osservatorio della Lingua Italiana'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]</ref>, con uno stile comunicativo spesso scevro da tecnicismi e formalismi<ref name="TTeF, 236"/>, condito da espressioni tipiche, esclamazioni, [[Glossario delle frasi fatte|detti proverbiali]], neologismi funzionali, come «''dazione''» e «''[[Corruzione ambientale#Corruzione ambientale in Italia|dazione ambientale]]''»<ref>La «''dazione''» era sinonimo di tangente, di cui sottolineava l'atto del consegnare. L'[[epiteto]] «''ambientale''» sottolineava la pervasività del sistema di corruzione nella Milano degli [[anni 1990|anni novanta]], in cui la tangente era una pratica così scontata e automatica da non dover essere nemmeno più richiesta (la cosiddetta ''[[corruzione ambientale]]'': «''Più che di corruzione o di concussione, si deve parlare di dazione ambientale, ovvero di una situazione oggettiva in cui chi deve dare il denaro non aspetta più nemmeno che gli venga richiesto; egli, ormai, sa che in quel determinato ambiente si usa dare la mazzetta o il [[Pizzo (mafia)|pizzo]] e quindi si adegua''» (Antonio Di Pietro in [http://www.societacivile.it/focus/articoli_focus/mani_pulite.html ''Mani pulite, anno zero''], [[Micromega]], 2004 (da societacivile.it, url consultato il 31-8-2011)</ref>, «''fuggitore di notizie''» (autore delle fughe di notizie), «''mosca cavallina''»<ref name="TTeF, 238">I. Domenighetti e [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', 1998 (p. 238)</ref>, «''zanzata''»<ref name="I. Domenighetti, 266"/>, «''benedettiddio!''» o «''Santa Madonna!''», «''che c'azzecca?''» («cosa c'entra?»), «''Non ho capito!''», «''Scusi, non ho capito!''» (frasi ed esclamazioni rivolte a testimoni o imputati per sottolineare la contraddittorietà di quanto dichiarato), «''O è zuppa, o è pan bagnato''»<ref>Si tratta, in questo caso, della trasformazione, in forma disgiuntiva, di un'[[Glossario delle frasi fatte|espressione proverbiale della lingua]] italiana, normalmente espressa con la struttura "''se... allora''". Cfr. I. Domenighetti e [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], 1998 (p. 266)</ref>, e l'affermarsi di numerose altre [[polirematiche]] e neologismi divenute patrimonio del linguaggio comune, come "Mani pulite" e "Tangentopoli"<ref name="TTeF, 238"/>.
 
L'eloquio tende a uno [[stile nominale]], pur senza eccedere, come altri, in nominalismi<ref name="I. Domenighetti, 267"/>. Un'altra cifra distintiva è l'ampio uso di sigle in funzione di «parole piene»: «il PG» ([[Procura generale della Repubblica|Procuratore generale]]), «il GIP» ([[Giudice per le indagini preliminari]]), «il PM» ([[pubblico ministero]])<ref name="I. Domenighetti, 267"/>.
 
=== Innovatività del linguaggio di Di Pietro ===
Quando il linguaggio di Di Pietro si manifestò per le prime volte, offrendosi a una vasta platea giornalistica e televisiva, in esso fu immediatamente riconosciuto un carattere di novità, rispetto a formulazioni linguistiche retoriche e stereotipate del [[linguaggio settoriale]] normalmente associato all'ambiente giudiziario<ref name="I. Domenighetti, 262"/>. La novità del linguaggio si accompagnava alla novità della condotta dibattimentale, anch'essa fuori dagli schemi per quanto riguarda il modo di porgere le prove agli interlocutori del pubblico ministero<ref name="I. Domenighetti, 262">I. Domenighetti, ''Con felice esattezza'', in I. Domenighetti e [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', 1998 (p. 262)</ref>, anche con l'utilizzo, veramente innovativo per l'epoca, di risorse informatiche e multimediali<ref name="I. Domenighetti, 267">I. Domenighetti, ''Con felice esattezza'', in I. Domenighetti e [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', 1998 (p. 267)</ref>.
 
Il giudizio sull'innovatività linguistica del ''dipietrese'', assume toni diversi nelle opinioni dei linguisti: [[Michele Cortelazzo]], ad esempio, senza negarne gli aspetti di novità, considera il linguaggio di Antonio Di Pietro ancora troppo vincolato ai paludamenti del tecnicismo giudiziario<ref name="I. Domenighetti, 266">I. Domenighetti, ''Con felice esattezza'', in I. Domenighetti e [[Maurizio Dardano|M. Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', 1998 (p. 266)</ref>. Più severo è il giudizio di [[Raffaele Simone]], che invece riconosce nel ''dipietrese'' i vizi perduranti del linguaggio della comunicazione pubblica italiana, «enigmaticità ed equivocità», accostate, nel suo caso, a una dose di «scombinatezza»<ref name="I. Domenighetti, 266"/><ref name="R. Simone">[[Raffaele Simone]], ''La pazienza di Giobbe''. in «Italiano e oltre», [[Nuova Italia]], vol. 9-10, 1994, pp. 68-69</ref>.
 
== Di Pietro e Internet ==
A partire dal mese di gennaio del [[2006]] Di Pietro tiene un blog personale<ref>[http://www.antoniodipietro.it/ Antonio Di Pietro<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. Tra le iniziative di spicco, oltre alla pubblicazione di riflessioni personali, alla pubblicizzazione delle iniziative e degli incontri nazionali del partito e alla spiegazione della linea politica che egli segue, ha riproposto la spiegazione di tutte le decisioni prese all'interno del [[Consiglio dei ministri]] sotto forma di videoclip ospitate su [[YouTube]], a partire col CdM del 19 gennaio [[2007]] (e pubblicato poi sul blog il 22 gennaio).
 
Il 28 febbraio seguente ha annunciato sul suo blog di aver aperto uno spazio per l'Italia dei Valori nella comunità virtuale [[Second Life]], avendo acquistato un'[[isola]] su cui ha piantato la [[bandiera]] del partito. In seguito l'area è stata allestita con nuove costruzioni e, a partire dal 26 marzo, è sede per le riunioni di ''IDV AGORÀ'', gruppo di [[avatar (realtà virtuale)|avatar]] di Second Life che si riconosce negli ideali di Italia dei Valori. Il 12 luglio Antonio Di Pietro tiene la prima conferenza stampa ufficiale del partito su Second Life, davanti all'avatar di numerosi giornalisti e simpatizzanti che hanno interagito, ponendo domande anche per verificare che non fosse una registrazione.
 
A causa di un articolo pubblicato sul proprio sito internet dal titolo "Vi difendiamo tutti da Cuffaro", Antonio di Pietro è stato condannato dal Tribunale Civile di Palermo, con sentenza n. 1742/2013, a risarcire Salvatore Cuffaro con la somma di € 6.000,00, oltre € 4.980,00 di spese legali e alla pubblicazione della sentenza su "Il Corriere della Sera" e "La Repubblica", per aver detto erroneamente che lo stesso avrebbe screditato il giudice Giovanni Falcone nel corso di una trasmissione televisiva andata in onda nel 1991<ref>[http://livesicilia.it/2013/05/31/cuffaro-non-aggredi-falcone-di-pietro-dovra-risarcirlo_325331/ "Cuffaro non aggredì Falcone" Di Pietro dovrà risarcirlo - Live Sicilia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
== Bibliografia ==
=== Opere di Antonio Di Pietro ===
* {{cita libro|||Costituzione italiana. Diritti e doveri| 1994| Larus|Bergamo|OCLC=805687196 }}
* ''Costruire il futuro. Testo di educazione civica per le scuole medie superiori'', Bergamo, Larus, 1995. ISBN 88-7747-952-3.
* ''Diventare grandi. Testo di educazione civica per la scuola media inferiore'', Bergamo, Larus, 1995. ISBN 88-7747-953-1.
* ''Economia delle istituzioni. Impresa e istituzioni. Anno accademico 1994-95'', Milano, Guerini Scientifica, 1995. ISBN 88-8107-027-8.
* ''Conoscere per partecipare. Educazione civica per le scuole elementari'', Bergamo, Larus, 1996. ISBN 88-7747-136-0.
* ''Educazione civica. Con elementi di diritto ed economia. Per il biennio delle scuole superiori'', Bergamo, Larus, 1996. ISBN 88-7747-137-9.
* ''La mia politica'', Roma, Editrice periodici culturali, 1997.
* ''Memoria. [Gli intrighi e i veleni contro «Mani pulite»]'', Milano, Kaos, 1999. ISBN 88-7953-083-6; 2003. ISBN 88-7953-083-6.
* ''Intervista su Tangentopoli'', Roma-Bari, Laterza, 2000. ISBN 88-420-6187-5.
* ''Montenero di Bisaccia. La storia, i documenti, le immagini'', con [[Guglielmo De Filippo]], Napoli, Luciano, 2003.
* ''Il guastafeste. La storia, le idee, le battaglie di un ex magistrato entrato in politica senza chiedere permesso'', con [[Gianni Barbacetto]], Milano, Ponte alle grazie, 2008. ISBN 978-88-6220-026-4.
* ''Ad ogni costo. Battaglie e proposte per un'altra Italia'', Milano, Ponte alle grazie, 2010. ISBN 978-88-6220-131-5.
* ''Politici. Da Craxi a Berlusconi, da Bossi a Fini, da Prodi a Grillo a Monti, quattordici ritratti insoliti'', con [[Morena Zapparoli|Morena Zapparoli Funari]], Milano, Ponte alle grazie, 2012. ISBN 978-88-6220-530-6.
 
=== Opere su Antonio Di Pietro ===
* [[Gigi Moncalvo]], ''Di Pietro. Il giudice terremoto, l'uomo della speranza'', Cinisello Balsam, Paoline, 1992. ISBN 88-315-0699-4.
* [[Paolo Colonnello]], [[Piero Degli Antoni]], [[Marco Rota]], [[Rossella Verga]], ''Antonio Di Pietro'', Napoli, Pironti, 1992. ISBN 88-7937-055-3.
* [[Enrico Nascimbeni]], [[Andrea Pamparana]], ''Le mani pulite. L'inchiesta di Milano sulle tangenti'', Milano, A. Mondadori, 1992. ISBN 88-04-36573-0.
* [[Pino Buongiorno]], [[Antonio Carlucci]], [[Stefano Scotti]] (a cura di), ''Il Di Pietro pensiero'', Milano, Mondadori, 1993.
* [[Fabrizio Rizzi]], ''I giudici di Milano. Piercamillo Davigo, Antonio Di Pietro e Gherardo Colombo'', Quart, Musumeci, 1993.
* [[Franco Barghini]] e [[Domenico Tani]], ''Antonio Di Pietro, un paese alle spalle'', Lucca, S. Marco, 1994.
* Andrea Pamparana, ''Distruggete Antonio Di Pietro. Cronaca di un complotto'', Napoli, Pironti, 1995. ISBN 88-7937-158-4.
* [[Carlo Fusi]], ''Antonio Di Pietro'', Roma, Viviani, 1996. ISBN 88-7993-059-1.
* [[Maurizio Losa]], ''Un uomo scomodo. Intervista ad Antonio Di Pietro'', Bergamo, Larus, 1996. ISBN 88-7747-934-5.
* ''Di Pietro e i suoi cari. Come Il foglio ha sbiancato Tonino'', Milano, I libri del Foglio, 1997.
* [[Filippo Facci]], ''Di Pietro. La biografia non autorizzata'', Milano, Mondadori, 1997. ISBN 88-04-44690-0.
* [[Luigi Ferrarella]], ''L'intruso. Antonio Di Pietro da Mani pulite alla politica'', Chiassa Superiore, Limina, 1997. ISBN 88-86713-29-0.
* [[Gloria Bardi]], ''Giustizia e impunità. Interviste a Antonio Di Pietro e Marco Travaglio'', Genova, Frilli, 2003. ISBN 88-87923-70-1.
* [[Alessandro Roveri]], ''Antonio Di Pietro nella storia della Repubblica. Da Gastarbeiter a eurodeputato (1969-2004)'', Ferrara, Este, 2005. ISBN 88-89537-04-3.
* [[Alberico Giostra]], ''Il tribuno. Storia politica di Antonio Di Pietro'', Roma, Castelvecchi, 2009. ISBN 978-88-7615-298-6.
* [[Pierfranco Pellizzetti]], ''Fenomenologia di Antonio Di Pietro'', Roma, Manifestolibri, 2010. ISBN 978-88-7285-628-4.
* [[Filippo Facci]], ''Di Pietro. La storia vera'', Milano, Mondadori, 2009. ISBN 978-88-04-59258-7.
* Alberico Giostra, ''Di Pietro ultimo atto. La caduta del Tribuno'', Digital Index, 2013.
;Sullo stile comunicativo linguistico detto ''dipietrese''
* Ilario Domenighetti, [[Maurizio Dardano]], ''Con felice esattezza: economia e diritto fra lingua e letteratura'', [[Edizioni Casagrande]], 1998 ISBN 88-7713-265-5 (pp.&nbsp;235–254)
* [[Raffaele Simone]], ''La pazienza di Giobbe''. in «Italiano e oltre», [[Nuova Italia]], vol. 9-10, 1994, pp.&nbsp;68–69
* Voce «[http://www.treccani.it/vocabolario/dipietrese_%28Neologismi%29/ ''dipietrese'']», in ''Neologismi. Parole nuove dai giornali'', a cura di Valeria Della Valle e Giovanni Adamo, Ed. [[Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani]], 2008
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/dipietrese_(Lingua-Italiana)/ Dipietrese], ''Osservatorio della Lingua Italiana'', [[Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani]]
* [[Piero Colaprico]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/12/31/da-dazione-zanzata-il-vocabolario.html ''Da 'dazione' a 'zanzata', il vocabolario di Di Pietro''], ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'' del 31 dicembre 1993, p.&nbsp;2
* [[Silverio Novelli]], [https://web.archive.org/web/20121024081505/http://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/parole/attenzionare.html ''Attenzionare''], dal Portale Treccani
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Italia dei Valori]]
* [[Mani pulite]]
* [[Di Pietro (saggio)]]
* [[Governo Prodi I]]
* [[Governo Prodi II]]
* [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana]]
* [[Ministri delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|n=Categoria:Antonio Di Pietro}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.antoniodipietro.it/|Sito ufficiale}}
* {{Camera.it|200331|16}}
* {{Openpolis}}
* {{cita web|http://www.europarl.europa.eu/ep-dif/4404_14-07-2004.PDF|Dichiarazione di interessi finanziari al Parlamento europeo}}
* [http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-35259be1-d161-443e-b23e-0b92e07f0dce.html?refresh_ce GLI INSAZIABILI La puntata di Report del 28.10.2012 su Di Pietro e l'Italia dei Valori] di [[Sabrina Giannini]]
 
{{Box successione
|carica = [[Ministri dei lavori pubblici della Repubblica Italiana|Ministro dei lavori pubblici della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 18 maggio [[1996]] - 20 novembre [[1996]]
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{{Box successione
|carica = [[Ministri delle infrastrutture e dei trasporti della Repubblica Italiana|Ministro delle infrastrutture della Repubblica Italiana]]
|immagine = Italy-Emblem.svg
|periodo = 17 maggio [[2006]] - 8 maggio [[2008]]
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{{Box successione
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|carica = Presidente Onorario dell'[[Italia dei Valori]]
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|periodo = 30 giugno [[2013]] - 3 ottobre [[2014]]
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{{Box successione
|tipologia = incarico di partito
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|periodo= 21 marzo [[1998]] - 26 febbraio [[2013]]
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{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|diritto|politica}}
 
[[Categoria:Politici de I Democratici]]
[[Categoria:Politici dell'Italia dei Valori]]
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