Torre della Gabbia e Lorenzo Fazzini: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{F|torri|dicembre 2011}}
|Nome = Lorenzo
{{Infobox struttura militare
|Cognome = Fazzini
|Struttura = Torre
|Sesso = M
|Nome=Torre della Gabbia
|LuogoNascita = Vieste
|Posizione geografia= Nord Italia
|GiornoMeseNascita = 19 gennaio
|Immagine=Torre della Gabbia.JPG
|AnnoNascita = 1787
|Didascalia=La torre vista da [[piazza Sordello]]
|NoteNascita = <ref>I biografi di Lorenzo Fazzini hanno tradizionalmente riportato come sua data di nascita il 17 gennaio. La data corretta è stata ricavata da Raffaele Santoro in base a informazioni contenute nel registro dei Battezzati della Cattedrale di Vieste, vol. 12, p. 236 ({{Cita|Santoro}}, p. 1). Dalla stessa fonte risulta, inoltre, che Fazzini venne battezzato col nome completo di ''Laurentius Maria Antonius'' ({{Cita|Santoro}}, p. 1).</ref>
|Larghezzaimmagine=200px
|LuogoMorte = Napoli
|Suddivisione=[[Lombardia]]
|GiornoMeseMorte = 4 maggio
|Città=[[Mantova]]
|AnnoMorte = 1837
|Tipologia= Torre medioevale
|Attività = matematico
|Funzione strategica=
|Attività2 = fisico
|Inizio costruzione= XIII secolo
|Attività3 = filosofo
|Materiale=Mattoni
|Epoca = 1800
|Altezza= 55 m
|Nazionalità = italiano
|Demolizione =
|PostNazionalità = , un divulgatore di materie scientifiche e filosofiche e il fondatore dell'omonima scuola privata, una delle più celebri nel [[Regno delle Due Sicilie]]
|Primo proprietario=
|Immagine = Lorenzo Fazzini.jpg
|Proprietario attuale= Comune di Mantova
|Visitabile=No
|Sito web=
|Ref=[http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN360-01098/ Lombardia Beni Culturali]
}}
 
== Biografia ==
La '''torre della Gabbia''' è una costruzione medioevale che si innalza in Via Cavour 102 a [[Mantova]], affacciata sul lato opposta della storicamente principale piazza della città, [[piazza Sordello]].
[[File:Via dedicata a Lorenzo Fazzini a Vieste.jpg|miniatura|Via dedicata a Lorenzo Fazzini a Vieste]]
Lorenzo Fazzini nacque a Vieste, in provincia di [[Foggia]], da Tommaso e Porzia Medina. La sua era all'epoca una delle famiglie agiate della città.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 1.</ref>. Ebbe tre fratelli minori, Gaetano,<ref>{{Cita|LaTosa}}.</ref> Antonio e Matteo, che collaborarono alla scuola da lui fondata a Napoli.
 
=== StoriaFormazione ===
La torre costruita dalla famiglia Acerbi fu venduta nel [[1281]] a [[Pinamonte dei Bonacolsi|Pinamonte Bonacolsi]]. Dopo la decadenza dei [[Bonacolsi]] la torre fu trascurata a lungo fino a quando fu ristrutturata per essere ricompresa nel sottostante palazzo Guerrieri Gonzaga. In particolare fu rifatta la facciata rivolta verso l'attuale Via Cavour.
 
Lorenzo Fazzini trascorse la sua infanzia a Vieste. Il suo talento per la matematica fu però notato fin dai primi anni e i genitori decisero di fargli proseguire gli studi in ambienti che potessero garantirgli una formazione adeguata. Fazzini si trasferì così a Foggia, poi a [[Benevento]] e in ultimo nel seminario di [[Nusco]], in provincia di [[Avellino]]. Qui trascorse l'adolescenza approfondendo lo studio delle lettere latine e dei classici, materie basilari a quell'epoca per la formazione degli studenti. Terminato a diciotto anni il suo percorso in seminario, tornò a Vieste.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 3.</ref>
La torre acquisì il suo nome attuale quando, nel [[1576]], il duca [[Guglielmo Gonzaga]] fece costruire la grande gabbia in ferro come "carcere all'aperto". Fino ad allora era nota come torre degli Acerbi. Nella [[gabbia sospesa]] venivano esposti alla pubblica piazza i condannati che a volte vi rimanevano anche per lungo tempo; famoso è il caso di un borsaiolo dell'epoca, tale Marchino Ziganti, che vi fu rinchiuso per ben tre mesi. Il 10 gennaio [[1526]] [[Francesco II Gonzaga]] ne fece dono, con il palazzo attiguo, alla famiglia [[Guerrieri Gonzaga]]. Nel [[1850]] la proprietà passò al senatore [[Giuseppe Cadenazzi]] fino a quando in occasione di una divisione condominiale, la torre, bisognosa di restauri, fu donata al comune di Mantova.
[[File:Torre della Gabbia, Mantova.JPG|thumb|left|Torre della Gabbia, lato di Via Cavour]]
 
Il rientro nella città natale fu di breve durata: desiderando continuare i suoi studi, Fazzini si trasferì infatti a Napoli.<ref>Taddei, p. 54.</ref> Lì nel 1809 venne ordinato sacerdote<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 4.</ref> e nello stesso anno ebbe come insegnante di matematica il napoletano [[Nicola Fergola]].<ref>{{Cita|Santoro}}, pp. 8-9.</ref> La scuola di quest'ultimo era un rinomato centro per la formazione di matematici e un punto di incontro per studiosi e ricercatori del [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]]; Fazzini ne fu uno degli allievi più illustri.
== Descrizione ==
[[File:Mantova-Torre della gabbia.jpg|thumb|Mantova, Torre della Gabbia da via Cavour]]
La torre è alta cinquantacinque metri. Costruzione medievale che, comunque, ha subito una parziale ristrutturazione nel [[XVI secolo|Cinquecento]], quando la facciata rivolta sulla attuale Via Cavour, fu adeguata agli stili tipicamente rinascimentali con l'inserimento di eleganti [[lesena|lesene]] marmoree e decorazioni di scuola [[Mantegna|mantegnesca]].
 
Fazzini proseguì anche gli studi in teologia, diritto canonico, storia della Chiesa, filosofia, scienze fisico-matematiche. Nel frattempo, tuttavia, si era avvicinato alla [[Sensismo|filosofia sensista]]. Nel 1817 ottenne dalla Chiesa il permesso di acquisire testi proibiti su questa corrente filosofica, a patto che non ne divulgasse i contenuti.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 10.</ref> Questo aspetto della formazione filosofica di Fazzini influirà sulla sua docenza e sulla sua personalità, determinando una contraddizione che, secondo le testimonianze di allievi e amici, lo accompagnò per tutta la vita.<ref>{{Cita|De Sanctis}}, pp. 31-38.</ref>
La gabbia, che dà il nome all'edificio, è formata da spesse sbarre di ferro che racchiudevano uno spazio ristretto, due metri di lunghezza, un metro di larghezza e un metro e poco più in altezza. Ovviamente lo spazio angusto era tale perché destinato ad acuire le sofferenze degli "ingabbiati".
 
=== Attività come insegnante ===
Attigua alla torre, è conservata la [[cappella Bonacolsi|cappella della famiglia Bonacolsi]], ornata da un ciclo pittorico del [[XIV secolo|Trecento]] di stile [[Giotto|giottesco]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.centropalazzote.it/mostra/pdf/04_01_C_COMUNICATO%20BONACOLSI.pdf La cappella Bonacolsi] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
Nel 1810, Fazzini aprì una scuola privata in cui venivano insegnate filosofia, matematica e fisica. La scuola aveva sede nella Strada nuova dei Pellegrini, nel quartiere di [[Montecalvario]], e divenne uno dei centri di studio più rinomati di Napoli. Nel periodo di maggior successo la scuola arrivò a contare tra i 300 e i 400 allievi. In una data non precisabile, Fazzini dovette quindi spostare la scuola in una sede più grande, in via Magnacavallo, nello stesso quartiere.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 12.</ref>
La scossa di [[Terremoti dell'Emilia del 2012|terremoto]] del 20 maggio [[2012]] ([[Magnitudo (geologia)|Magnitudo]] 5.9 - [[epicentro]] la zona di [[Mirandola]])<ref>{{cita web|url=http://www.ingv.it/|titolo=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Terremoti|accesso=23 maggio 2012}}</ref> che ha interessato anche la città di Mantova, pare abbia provocato danni anche alla Torre della Gabbia, con la caduta di mattoni e calcinacci e l'apertura di crepe.<ref>[http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/05/23/news/la-torre-della-gabbia-ferita-dal-terremoto-1.5130077 La Torre della Gabbia ferita dal terremoto.]</ref>
 
Anche dopo aver aperto la propria scuola, comunque, Fazzini insegnò presso altre scuole private. Secondo diverse testimonianze del tempo, dedicava quindi all'insegnamento sei o sette ore al giorno.<ref>{{Cita|Santoro}}, pp. 12-13.</ref> Uno dei suoi allievi fu [[Francesco De Sanctis]], che nella sua autobiografia ''[[La giovinezza (De Sanctis)|La giovinezza]]'' ha lasciato una descrizione molto vivace di Fazzini e del suo insegnamento, particolarmente coinvolgente per quanto riguardava la fisica.<ref>{{Cita|De Sanctis}}, pp. 31-38.</ref>
Nel giugno [[2017]] partiranno i lavori di restauro e recupero della torre che, alla fine del [[2018]], consentiranno di salire sulla sommità per ammirare il panorama della città.<ref>[http://ricerca.gelocal.it/gazzettadimantova/archivio/gazzettadimantova/2017/05/25/mantova-la-gabbia-sta-per-rinascere-un-anno-e-mezzo-di-lavori-11.html?ref=search La Gabbia sta per rinascere Un anno e mezzo di lavori.]</ref>
 
Sembra comunque che la maggior parte del tempo di insegnamento di Fazzini fosse dedicata alla matematica.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 34.</ref> Al servizio di questa attività Fazzini pubblicò tre volumi, riediti più volte e dedicati rispettivamente all'aritmetica, alla geometria piana e alla geometria solida. Questi lavori non avevano tuttavia solo finalità didattiche: in particolare, secondo Raffaele Santoro, nei due volumi dedicati alla geometria piana e alla geometria solida, traduzione degli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]], Fazzini tenne conto di diverse traduzioni precedenti, esaminandole in modo critico anche alla luce degli sviluppi recenti della geometria.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 35.</ref>
==Note==
 
<references />
=== Laboratorio ===
Oltre all'insegnamento della filosofia e delle materie scientifiche, Fazzini si dedicava alla ricerca e alla divulgazione . Al servizio di queste tre attività allestì anche un laboratorio scientifico, considerato all'epoca uno dei migliori di Napoli. Dopo la morte di Fazzini, le attrezzature del laboratorio vennero acquistate dall'Università di Napoli.<ref>De Sanctis, p. 529.</ref>
 
=== Morte ===
Il 4 maggio del 1837 Fazzini morì di colera, durante la [[Storia del colera#Il contagio in Italia|prima grande epidemia]] del morbo in [[Italia]].
 
La salma fu provvisoriamente depositata nella chiesa di [[Complesso di San Tommaso d'Aquino|S. D’Aquino]] e successivamente, al termine dell’epidemia, venne trasferita in quella di [[Chiesa di Santa Maria ad Ogni Bene dei Sette Dolori|Nostra Signora De’ Sette Dolori]]. Qui furono celebrate le solenni esequie con eccezionale partecipazione dei giovani allievi e amici che manifestarono la loro venerazione e gratitudine per il maestro; per la cerimonia venne composta una musica da [[Gaetano Donizetti]] e venne recitato un [[elogio]] del defunto dall'amico [[Basilio Puoti]]. Nei mesi successivi, numerose commemorazioni a stampa esaltarono le qualità di Fazzini come persona e come scienziato.
 
Dopo la sua morte, l'attività della sua scuola venne proseguita per un certo periodo dai fratelli Lorenzo e Gaetano.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 52.</ref>
 
== Ricerche scientifiche ==
Fazzini si occupò a lungo di ricerche scientifiche in vari campi della fisica. In particolare, studiò l'induzione elettromagnetica, il magnetismo e la relazione tra luce e magnetismo. Non pubblicò però nulla a proposito di queste ricerche, che sono note solo attraverso le testimonianze di Emanuele Tellini e di Gaetano Fazzini.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 57.</ref>
 
Fazzini era convinto che diverse delle forze naturali allora note, e in particolare il calorico, la luce, l’elettricismo, il galvanismo e il magnetismo, fossero in realtà diverse manifestazioni di un'unica forza.<ref>{{Cita|Santoro}}, p. 63.</ref> In linea con questa idea di base, studiò quindi il [[magnetismo]], e in particolare due fenomeni che erano stati appena scoperti:
 
* il '''magnetismo di rotazione''', scoperto nel [[1825]] da [[François Arago|Arago]]: un ago magnetico posto sopra un disco di rame in rotazione inizia a sua volta a ruotare
* l''''induzione tellurica''', scoperta nel [[1831]] da [[Faraday]]: la generazione di una corrente elettrica indotta in un circuito che si muove attraverso il [[campo geomagnetico]]
 
Per quanto riguarda il magnetismo di rotazione, Fazzini ripeté e approfondì le esperienze di Arago notando che la rotazione dell'ago magnetico si verificava anche in presenza di meteriale isolante al di sopra del disco di rame mentre non si verificava se al disco di rame veniva sostituito un disco di materiale isolante.<ref>{{Cita|Santoro}}, pp. 68-69.</ref>
 
Per quanto riguarda l'induzione tellurica, Fazzini ne identificò con maggiore chiarezza le modalità e cercò di combinare la ricerca con quella sul magnetismo di rotazione. Descrisse inoltre una delle sue esperienze in una lettera scritta, in francese, a Faraday e datata 3 aprile 1832; pubblicata postuma,<ref>L. Pearce Williams (a cura di), ''The Selected correspondence of Michael Faraday'', Cambridge University Press, 1971. vol.1 - 1812-1848, p. 219.</ref> questa lettera è l'unica descrizione lasciata da Fazzini riguardo ai propri esperimenti.<ref>{{Cita|Santoro}}, pp. 69-81.</ref>
 
Fazzini eseguì inoltre esperimenti sul rapporto tra luce e magnetismo, ma le testimonianze rimaste, tutte indirette, non permettono di ricostruire chiaramente le sue intenzioni e i risultati da lui ottenuti.<ref>{{Cita|Santoro}}, pp. 82-94.</ref>
 
== Opere ==
* ''I primi sei libri degli elementi di Euclide tradotti in Italiano dall'abate Fazzini'' (''Geometria piana''), Napoli, dalla stamperia francese, 1825 (ripubblicato nel 1828 presso la stessa stamperia e nel 1834 presso la stamperia del Fibreno).
* ''I libri undecimo, e duodecimo degli elementi di Euclide tradotti in italiano dall'abate Fazzini ed i teoremi scelti di Archimede sulla sfera e sul cilindro, e la misura del cerchio aggiunti dal medesimo'' (''Geometria solida''), Napoli, dalla stamperia di C. Cataneo, 1825 (ripubblicato nel 1829 presso la stamperia francese e nel 1843 presso la stamperia di Gennaro Agrelli).
* [https://books.google.it/books?id=Id9yIQA0aUIC&pg=PP5&lpg=PP5&dq=abate+lorenzo+fazzini&source=bl&ots=2i92A5zb9b&sig=ACfU3U1ERQ0cfJzradGPrIMRlQUyfNnF3g&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwje-62PxpviAhWO2KQKHQFcClYQ6AEwD3oECBAQAQ#v=onepage&q=abate%20lorenzo%20fazzini&f=false ''Elementi di aritmetica''], Napoli, dalla stamperia francese, 1827 (ripubblicato nel 1829 presso la stessa stamperia e nel 1834 presso la stamperia del Fibreno).
 
== Bibliografia ==
 
*{{cita libro|Enzo|Boriani|Castelli e torri dei Gonzaga nel territorio mantovano|1969||Brescia}}
* {{Cita libro
|titolo = La giovinezza. Ricordi
|autore = Francesco De Sanctis
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|curatore = Gennaro Savarese
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*{{Cita libro
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* {{Cita pubblicazione
|titolo = Necrologia di Lorenzo Fazzini
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* Guido Oldrini, ''La cultura filosofica napoletana dell'Ottocento'', Bari, Laterza, 1973. Domenico Simeone Oliva, ''Sonetto alla memoria dell'egregio professore D. Lorenzo Fazzini'' in [[Poliorama Pittoresco]], II (1837), p.343.
* Luigi Valpolicella, in De Tipaldo Emilio (a cura di): ''Biografie degli Italiani illustri nelle Scienze, Lettere ed Arti, del secolo XVIII, e de' contemporanei - Compilata da Letterati Italiani di ogni provincia'', Venezia, dalla Tipografia di Alvisopoli, 1841, Vol. 8.
* [[Alfredo Zazo]], ''L'istruzione pubblica e privata nel napoletano'' (1767-1860), Il Solco, Città di Castello, 1923, p.182. - ''Le scuole private unviersitarie a Napoli dal 1799 al 1860'', Napoli, ITEA, 1926.
* Gaetano Fazzini, ''Bibliografia degli elementi di fisica sperimentale...del sig. Puoillet voltati in italiano e annotati dal professore Gaetano Fazzini'', in ''Il lucifero'', anno II, pp. 22-23.
* [http://www.treccani.it/enciclopedia/lorenzo-fazzini_(Dizionario-Biografico) Dizionario biografico italiano Treccani].
* {{Cita libro
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* {{DBI|nome = |volume = |anno = |autore= Raffaele Santoro}}
* {{DBI
|nome = Fazzini, Gaetano Emanuele
|nomeurl = gaetano-emanuele-fazzini
|autore = Giuseppe La Tosa
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}}
 
== Voci correlate ==
* [[CappellaMichael BonacolsiFaraday]]
* [[Francesco De Sanctis]]
*[[Interazione elettromagnetica]]
 
==Note==
== Altri progetti ==
<references />
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Gonzaga}}
* {{Collegamenti esterni}}
{{Mantova}}
* {{cita web|http://web.tiscali.it/itcvieste/viestani/fazzini.htm|Pagina dedicata a Lorenzo Fazzini}}
{{Portale|Architettura|Lombardia|Mantova}}
* {{cita web|http://www.retegargano.it/index.php/notizie/cultura/item/25889|Vieste - LORENZO FAZZINI, IL PIU' FAMOSO DEI VIESTANI ILLUSTRI}}
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Torri di Mantova|Gabbia]]
{{Portale|biografie|filosofia|fisica|matematica}}
[[Categoria:Residenze dei Bonacolsi]]