Val Bormida e Castel Campo: differenze tra le pagine

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modificata ubicazione. il castello è nel comune di Fiavè solamente
 
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{{Infobox struttura militare
{{S|Liguria|argomento2=Piemonte}}
|Nome = Castel Campo
{{Valle
|Nome originale =
|nomevalle = Val Bormida
|imageParte =di =
|Posizione geografica =
|image_text =
|Struttura = Castello
|nazione = {{ITA}}
|Immagine = Castel Campo (Fiavé).jpg
|regione = {{IT-LIG}}<br />{{IT-PMN}}
|Didascalia =
|provincia = {{IT-SV}}<br />{{IT-CN}}<br />{{IT-AT}}<br />{{IT-AL}}
|Nomemappa = Trentino-Alto Adige
|comuni = principali: [[Cairo Montenotte]], [[Carcare]], [[Altare (Italia)|Altare]], [[Cengio]], [[Saliceto (Italia)|Saliceto]], [[Monesiglio]], [[Cortemilia]], [[Cessole]], [[Bardineto]], [[Calizzano]], [[Osiglia]], [[Murialdo]], [[Plodio]], [[Cosseria]], [[Mallare]], [[Millesimo]], [[Pallare]], [[Bormida]], [[Bistagno]], [[Acqui Terme]], [[Strevi]], [[Cassine]] e [[Castellazzo Bormida]].
|Stato =
|fiume = [[Bormida (fiume)|Bormida]]
|Stato attuale = ITA
|superficie =
|Suddivisione = {{IT-TAA}}
|anno =
|Città = {{simbolo|Fiavè-Stemma.png}} [[Fiavé]]
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|Tipologia = Castello
|nomeabitanti = valbormidesi
|Utilizzatore =
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|Primo proprietario =
|uffico provinciale turismo =
|Stile =
|comunitamontana = -[[Comunità Montana Alta Val Bormida]]<br />-[[Comunità montana Langa Astigiana Val Bormida]]<br />-Comunità montana Suol D'Aleramo, Valli Erro, Orba, Bormida di Spigno
|Funzione strategica =
|sito = http://www.cm-altavalbormida.it/sitoavb/avb/index.html
|Termine funzione strategica =
|Inizio costruzione = [[XII secolo]]
|Termine costruzione =
|Costruttore =
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|Armamento =
|Altezza =
|Demolizione =
|Condizione attuale = Privato
|Proprietario attuale = Famiglia Rasini
|Visitabile = Sì
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|Ref =
}}
La '''Val Bormida''' (''Val Búrmia'' o ''Val Bormia'' nei dialetti valbormidesi) è una [[valle]] [[alpi|alpina]]-[[appennino settentrionale|appenninica]], afferente al [[bacino idrografico]] del [[Bormida (fiume)|fiume Bormida]], che si sviluppa a partire dalle [[Alpi Liguri|Alpi liguri]], inoltrandosi poi nell'[[Appennino ligure]] per un certo tratto dell'entroterra di [[Savona]] e proseguendo poi tra le colline del [[Basso Piemonte]], dove la Bormida confluisce nel [[Tanaro]] in [[provincia di Alessandria]].
 
'''Castel Campo''' è un maniero medievale risalente al [[XII secolo]] ubicato nel comune di [[Fiavé]], in [[Provincia autonoma di Trento|provincia di Trento]].
==Descrizione==
Il fiume Bormida in realtà è diviso in due diversi rami, la [[Bormida (fiume)#Il tratto alto: la Bormida di Millesimo|Bormida di Millesimo]] e la [[Bormida di Spigno]] (a sua volta divisa in [[Bormida di Mallare|quella di Mallare]] e in [[Bormida di Pallare|quella di Pallare]]) che confluiscono in due ampie aree geografiche conosciute come Valle della Bormida di Spigno e Valle della Bormida di Millesimo appunto. Quest’utima si identifica per la maggior parte, dal punto di vista amministrativo, con il cuneese, mentre l'altra si estende per un ampio tratto nel territorio ligure di Savona, e poi in territorio piemontese nelle province di Asti e Alessandria. I due principali rami si uniscono nel comune di [[Bistagno]] ([[Provincia di Alessandria|AL]]) e in seguito confluiscono nel fiume [[Tanaro]], che a sua volta termina la sua corsa nel [[Po]].
 
=== L'altaCenni vallestorici ===
[[File:Castel Campo.jpg|thumb|left|Castel Campo immerso nel panorama trentino.]]
[[File:Millesimo-fiume Bormida di Millesimo-3.jpg|sinistra|miniatura|208x208px|Il borgo di [[Millesimo]], visto dal medioevale Ponte della Gaietta, nel tratto di fiume omonimo al paese|alt=]]
Il castello è citato per la prima volta nel 1163 quando era già feudo della famiglia dei Campo che ottennero poi anche l'investitura di [[castel Toblino]] e [[castel Merlino]].
 
Nel 1439 a causa delle lotte tra feudatari il castello fu quasi completamente distrutto. Fu ricostruito da Graziadeo da Campo tra il 1444 e il 1457 che chiamò anche i [[Maestri comacini]] per creare la decorazione interna ricca di affreschi con scene di caccia. Alla morte di Graziadeo il maniero invece che essere trasmesso al cugino Mattia Galasso come da lui richiesto, fu trattenuto dal vescovo Hack per motivi politici. Nel 1468 i [[Trapp]] furono investiti del feudo di castel Campo che rimase tra i loro possedimenti fino al 1891 quando venne venduto al tedesco Teodor Rautenstrauch. Egli ristrutturò il castello e vi fondò una fiorente azienda agricola.
[[File:Lago di Osiglia da SP 16.png|sinistra|miniatura|214x214px|Il [[lago di Osiglia]] localizzato in prossimità del corso d'acqua]]
 
Dopo la fine della [[prima guerra mondiale]] e il passaggio del Trentino all'Italia, Teodor Rautenstrauch fu costretto a lasciare il castello, che nel 1920 fu poi rilevato dalla famiglia Rasini di Milano che da allora ne è la proprietaria. Cesare Rasini incaricò l'architetto Livio Provasoli di avviarne il restauro, chiamando inoltre il pittore [[Verona|veronese]] [[Carlo Donati]] per affrescarne gli interni nello stile a lui più caro, l'[[Art Nouveau]]<ref>{{Cita|italiadiscovery.it|Castel Campo}}.</ref>.
==== Alta valle occidentale ====
[[File:Monesiglio panorama.jpg|miniatura|[[Monesiglio]] (CN) sulla [[Bormida di Millesimo]]|alt=]]
La [[Bormida di Millesimo]] nasce in [[provincia di Savona]], dal [[Colle Scravaion]]. La vallata ospita i comuni di [[Bardineto]], [[Calizzano]], [[Murialdo]], [[Millesimo]]. A [[Cengio]], con la fine delle Alpi Liguri, termina il corso montano. La valle entra in Piemonte sugli aspri rilievi delle [[Langhe]], assumendo l'aspetto di un suggestivo paesaggio boschivo. La valle da qui interessa un grande numero di centri tutti situati in [[provincia di Cuneo]] tra i quali [[Saliceto (Italia)|Saliceto]], [[Camerana]], [[Monesiglio]], [[Gorzegno]], [[Torre Bormida]] e [[Cortemilia]].
 
Il castello, pur essendo di proprietà privata, è sede di vari eventi pubblici ed è visitabile su appuntamento.
==== Alta valle orientale ====
[[File:Bormida di mallare ponte ferrovia torino savona a altare.png|miniatura|La [[Bormida di Mallare]] nei pressi di [[Altare (Italia)|Altare]]|alt=|sinistra]]
[[File:Carcare-ponte.jpg|miniatura|La [[Bormida di Pallare]] a [[Carcare]]]]
La parte orientale è solcata da due rami: la [[Bormida di Pallare]] e la [[Bormida di Mallare]]. La prima attraversa i comuni di [[Pallare]] e [[Carcare]], la seconda quelli di [[Mallare]] e [[Altare (Italia)|Altare]]. I due rami confluiscono poco dopo [[Carcare]] (a [[San Giuseppe di Cairo]] precisamente), formando la [[Bormida di Spigno]]. Da qui la valle interessa molti comuni, tra i quali il centro più importante dell’intera alta valle, ovvero [[Cairo Montenotte]]. Si incontrano successivamente i centri di [[Cairo Montenotte#Rocchetta|Rocchetta Cairo]], [[Dego]] e [[Piana Crixia]], centri tutti situati in [[provincia di Savona]]. [[File:Cairo montenotte bormida di spigno.jpg|miniatura|La Bormida di Spigno a [[Cairo Montenotte]], centro più importante dell'alta valle |alt=|sinistra]]
=== La media-bassa valle ===
 
== Note ==
* Dopo Cortemilia il ramo di Millesimo entra nel [[Monferrato]] astigiano con i comuni di [[Vesime]], [[Cessole]], [[Loazzolo]], [[Bubbio]] e [[Monastero Bormida]]. Incomincia poi la [[provincia di Alessandria]] a [[Sessame]]. Giungendo infine alla porte di [[Bistagno]] si incontra il ramo di Spigno.
<references />
 
== Bibliografia ==
* La valle della Bormida di Spigno entra poi in [[Piemonte]], in [[provincia di Alessandria]], giungendo a [[Merana]], tra le aspre colline dell'alto [[Monferrato]]. La valle si allarga e il fiume scorre con corso sinuoso, creando spettacolari calanchi di erosione sui versanti delle colline. Dopo un brevissimo tratto in [[provincia di Asti]] a [[Mombaldone]], presso il lago di [[Casorzo]], si rientra in provincia di Alessandria presso [[Denice]], dove il fiume forma il lago di Menasco. Da qui si giunge nei pressi di [[Ponti (Italia)|Ponti]], al confine tra le province di Alessandria e Asti, dopo di che si congiunge con la Bormida di Millesimo.
* {{cita libro|autore=Gorfer A.|titolo=Guida dei castelli del Trentino|città=Trento|anno=1972}}
* {{cita libro|autore1=Tabarelli G.M.|autore2=Conti F.|titolo=Castelli del Trentino|città=Novara|anno=1981}}
 
=== LaAltri bassaprogetti valle ===
{{Interprogetto}}
In seguito alla confluenza dei due tronconi il fiume cambia nome diventando semplicemente Bormida. Dopo aver bagnato [[Terzo (Italia)|Terzo]] il fiume arriva nella città di [[Acqui Terme]], il centro di maggior rilevanza della bassa valle. Prosegue poi bagnando [[Strevi]], [[Rivalta Bormida]] e [[Cassine]], dove terminano i rilievi del [[Monferrato]] e si apre la piena pianura incontrando i comuni di [[Castellazzo Bormida]], [[Frugarolo]]. Il fiume lambisce la periferia sud di [[Alessandria]] sino a giungere nei pressi di [[Pietra Marazzi|Pavone]] dove sfocia da destra nel fiume [[Tanaro]].[[File:Acqui terme.jpg|miniatura|Bassa valle: panorama di [[Acqui Terme]]|278x278px|alt=|sinistra]][[File:Bormida tra castellazzo e cantalupo.jpg|alt=|miniatura|Bormida tra [[Castellazzo Bormida|Castellazzo]] e [[Cantalupo Ligure|Cantalupo]]|305x305px]]
 
== Collegamenti esterni ==
<br />
* {{Cita web|url=http://www.italiadiscovery.it/arte/castel-campo.html|titolo=Castel Campo|sito=italiadiscovery.it|accesso=1º gennaio 2019|cid=italiadiscovery.it}}
 
{{CastelliTN}}
<br />
{{Portale|architettura|medioevo}}
== Monti e rilievi ==
 
[[Categoria:Castelli della provincia di Trento|Campo]]
=== Alta valle ===
 
* Castell'Ermo 1.092 m
*[[Monte Spinarda]] 1.357 m
*[[Monte Galero]] 1.708 m
*Monte Alto 954 m
* Bric Tencione 1.191 m
*[[Bric Agnellino]] 1.335 m
* Bric Badò 1.283 m
*[[Rocca Barbena]] 1.142 m
* Pian dei Corsi 1.028 m
*[[Ronco di Maglio]] 1.108 m
* Monte Ermetta 1.267 m
*[[Monte Settepani]] 1.386
 
=== Bassa valle ===
 
*[[Bric Puschera]] 851 m
* Bric dei Gorrei 829 m
* Bric Berton 773 m
* Bric degli Olmi 667 m
* Monte del Ratto 685 m
* Monte Orsaro 574 m
* Monte Acuto 574 m
* Monte Castello 528 m
* Bric Valla 510 m
* Bric del Ciuchen 510 m
 
== Storia ==
 
=== Introduzione ===
La collocazione geografica ha fatto della Val Bormida la porta di transito fra l'entroterra piemontese-lombardo e il [[Mar Ligure|mare]] rendendo estremamente complesse le vicende storiche. Sviluppandosi così un modello culturale, ampiamente influenzato da apporti sostanzialmente estranei.<ref name="contese e spartizioni">{{Cita web|url=http://www.cairomontenotte.com/biblioteca/vari/3m/3m2.html|titolo=Una storia millenaria di contese e spartizioni|sito=www.cairomontenotte.com|accesso=2019-05-29}}</ref>
 
=== Preistoria e antichità ===
[[File:AcquiTerme Acquedotto.jpg|alt=|miniatura|I resti dell'acquedotto romano di [[Acqui Terme|Aquae Statiellae]]]]
I primi abitanti riconoscibili della Val Bormida furono i [[Liguri]], in particolare alcune tribù: gli [[Statielli]], che avevano come centro principale Carystum, ovvero l'odierna [[Acqui Terme]]<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it//enciclopedia/statielli|titolo=Statielli nell'Enciclopedia Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2019-05-29}}</ref>; e gli Epanteri che dal [[Roero (territorio)|Roero]], sembrerebbe si siano in parte trasferiti nella valle. Le tracce lasciate da questo popolo si ritrovano nel nome del fiume, derivante dalla parola pre-romana "bormo" (sorgente calda o che gorgoglia), legata agli dèi delle sorgenti [[Borvo|Bormō]] e [[Borvo|Bormānus]], divinità celtiche adorate anche dagli antichi Liguri. Durante la guerra punica gli Statielli, come le tribù liguri di ponente decisero di allearsi con [[Annibale|Annibale Barca]] e di essere ostili a [[Repubblica romana|Roma]]; molto probabilmente parteciparono alle leve di [[Galli cisalpini|Galli]] e [[Liguri]] organizzate dal condottiero cartaginese e dal fratello [[Asdrubale Barca|Asdrubale]] quando scesero nella [[Pianura Padana|pianura padana]]. Allontanata la minaccia cartaginese, [[Repubblica romana|l'Urbe]] poté volgere lo sguardo verso le genti liguri. Nel 173 a.C. le legioni romane guidate dal console Marco Popilio Lenate attaccarono il centro di '''Carystum'''. Gli Statielli non opposero resistenza, tuttavia, contravvenendo al diritto di guerra romano, il console ridusse in schiavitù gli Statielli e cominciò a organizzare la vendita di schiavi provenienti da questa popolazione. Un anno dopo, per intervento del [[Senato romano|Senato di Roma]] venne posto termine a questo duro trattamento e gli Statielli, riacquistata la libertà, furono via via [[Romanizzazione (storia)|romanizzati]]. Venne fondata la città di Aquae Statiellae a cui, nell'89 a.C. venne estesa la [[Lex Pompeia de Transpadanis|Lex Pompeia]] con la concessione dello [[Diritto latino|Ius Latii]].
 
Il territorio conquistato venne inquadrato nella [[Regio IX Liguria]] e sottoposto alla giurisdizione del municipio di Alba Pompeia, iscritto alla tribù Camilia. È probabile che le zone dell'alta valle, attigue alla Valle del [[Tanaro]], fossero invece sottoposte al dominio del municipio di Albingaunum ([[Albenga]]) iscritto alla tribù Publilia.<ref name="contese e spartizioni" />
 
Nel 109 a.C. fu fatta costruire la [[Via Aemilia Scauri|via Aemilia Scaur]]<nowiki/>i dal console Emilio Scauro, che univa il centro di Aquae Statiellae a Vada Sabatia ([[Vado Ligure|Vado ligure]]) passando per i mansi di Ferraria ([[Ferrania (Cairo Montenotte)|Ferrania]]), Canalicum ([[Cairo Montenotte]]), e Crixia ([[Piana Crixia]]).
=== Tarda antichità e Medioevo ===
A seguito della caduta dell'[[Impero romano d'Occidente]], e la succesiva riconquista da parte dell'[[Impero bizantino|Impero d'Oriente]], i [[Appennino settentrionale|crinali appeninici]] costituirono il limes della bizantina Provincia Maritima Italorum (la [[riviera ligure]]), arginando l'[[Migrazione longobarda|invasione longobarda]] dal 568 al 643: quando quest'ultima cadde nella mani del re [[Rotari]] che la saccheggiò da [[Ventimiglia]] a [[Luni]].
 
Dopo la conquista del regno longobardo da parte di [[Carlo Magno]], entrò a far parte del [[Regno d'Italia (781-1014)|Regno d'Italia]]. La zona fu teatro delle incursioni [[Saraceni|saracene]] che nel 889 misero a ferro e fuoco Acqui.
[[File:Cairo Montenotte-IMG 0959.JPG|alt=|miniatura|224x224px|Le rovine del castello del Carretto, presso Cairo Montenotte]]
L'invasione costrinse [[Berengario del Friuli|Berengario II di Ivrea]], re d'Italia, a riorganizzare amministrativamente la [[Regio IX Liguria|Liguria]] (intesa come [[Italia nord-occidentale]]) suddividendola in marche. I frutti non tardarono a venire: nel [[967]] le truppe di [[Guglielmo II di Provenza|Guglielmo di Provenza]] espugnarono il covo saraceno di Frassineto e in tal modo posero fine alla minaccia dell'Islam sulla [[Regio IX Liguria|Liguria]] e sulla [[Provenza]].
 
Superata la minaccia saracena, Berengario II ruppe definitivamente quell'assetto unitario che ricalcava ancora la struttura della bizantina Maritima Italorum, dividendo il territorio in tre marche: l'Obertenga, l'Aleramica e l'Arduinica. Nella Marca Aleramica vennero compresi i [[Marca di Savona|territori di Savona]], Acqui e Monferrato. La valle rientrando in quest ultima fu governata dalla dinastia degli Aleramici, che successivamente si dividerá in diverse linee. In questo periodo incominciano a emergere finalmente le prime tracce documentarie dei centri abitati: Dego, [[Prunetto]], [[Saliceto (Italia)|Saliceto]], [[Cortemilia]].
 
La storia della val Bormida trova significative testimonianze a partire dal [[Medioevo]]. Questo periodo ha lasciato sul territorio diverse tracce architettoniche di prestigio, di cui alcune ci sono giunte intatte e altre no, come nel caso di molti castelli ad [[Castello di Altare|Altare]], [[Castello di Bardineto|Bardineto]], [[Castello di Cairo Montenotte|Cairo]], Cortemilia, [[Castello di Cosseria|Cosseria]], [[Castello di Dego|Dego]], [[Castello di Millesimo|Millesimo]], Monesiglio, Prunetto, [[Castello di Roccavignale|Roccavignale]], e Saliceto.
 
Nel 967 su una porzione del [[Contado|comitato]] di [[Acqui Terme|Acqui]] donata ad [[Aleramo del Monferrato]] dall'[[Imperatore del Sacro Romano Impero|imperatore]] [[Ottone I di Sassonia|Ottone I]] fu costituito il Marchesato del Monferrato.
 
Nel [[1306]], la [[Aleramici|dinastia aleramica]] si estinse e il marchesato passò a un ramo cadetto della famiglia imperiale bizantina, i [[Paleologi]] (eredi degli Aleramici in linea femminile).
[[File:Acqui Terme-castello6.jpg|miniatura|[[Castello dei Paleologi (Acqui Terme)|Castello dei Paleologi]] ad Acqui]]
 
=== Età moderna ===
Nel [[1533]] anche la casa Paleologa si estinse e tutto il [[Marchesato del Monferrato|Monferrato]] venne eredidato dai [[Gonzaga]], [[Sovrani di Mantova|duchi di Mantova]].
[[File:Parte meridionale del Monferrato, il tratto delle Langhe, Il principato d’Oneglia, il marchesato del Finale, et parte del Genovesato. Roma, Domenico de Rossi, 1691.png|miniatura|Il Monferrato meridionale in una mappa del 1691 di Domenico de Rossi]]
Tra il '[[XVI secolo|500]] e il '[[XVII secolo|600]] l'importanza strategica della valle aumentò, in quanto metteva in comunicazione la [[Repubblica di Genova]] (alleata della [[Impero spagnolo|Spagna]]) e il [[Ducato di Milano]], posto direttamente sotto controllo di Madrid. Su questo nodo viario infatti lo stato iberico progettò una via sicura per le sue truppe: partendo dalla [[Finale Ligure|Marina di Finale]], per le Valli della [[Bormida di Spigno]] attraverso il ducato di Milano e la [[Valtellina]], e infine passando per la [[Sacro Romano Impero|Germania]], esse avrebbero potuto raggiungere e domare le [[Guerra degli ottant'anni|Fiandre ribelli]].
 
Tra il 1628 e il 1631 fu il terreno di scontri tra la Francia, i Savoia, la Spagna, Genova e l'[[Sacro Romano Impero|impero]] durante la [[Guerra di successione di Mantova e del Monferrato]], conflitto legato alla più grande [[Guerra dei trent'anni|Guerra dei Trent'anni]].
 
Dopo la [[guerra di successione spagnola]] nel 1707, la maggior parte della valle, come tutto il Monferrato, venne a far par della monarchia sabauda, da poco diventata Regno di Sardegna.
 
Nel 1738 con il [[Trattato di Vienna (1738)|trattato di Vienna]] anche la parte restante venne acquisita dai Savoia, seguendone le sorti storiche fino alla dominazione napoleonica di fine Settecento. Da questo momento in poi il territorio costituì per lo stato sardo un'importante zona di confine con [[Repubblica di Genova|la Repubblica di Genova]].
 
Altri fatti d'arme risalgono al periodo 1742-1748 quando fu luogo di transito degli eserciti francese e spagnolo in guerra contro il Piemonte nell'ambito della [[Guerra di successione austriaca]].
 
=== L'età contemporanea ===
Nella primavera del 1794 l'Armata d'Italia, già da due anni in guerra con il [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] di [[Vittorio Amedeo III di Savoia|Vittorio Amedeo III]], era in una situazione critica, con le truppe bloccate tra l'esercito piemontese a nord e le imbarcazioni militari inglesi a sud, che bloccavano il commercio marittimo della [[Repubblica di Genova]].
 
Nel 1796 gli austro-piemontesi affidarono il comando al generale Beaulieu, mentre sull'altro schieramento assunse la guida delle operazioni un giovane ufficiale destinato a una folgorante carriera: [[Napoleone Bonaparte]].
 
Lo stesso giorno in cui diventò comandante dell'armata d'Italia, il 27 marzo 1796, Napoleone convocò il suo quartier generale, per mezzo del [[capo di stato maggiore]].
 
Individuata in [[Carcare]] l'anello debole della giuntura tra [[Esercito imperiale austriaco (1806-1867)|esercito austriaco]] e [[Regia Armata Sarda|piemontese]], Napoleone mirò a conquistare questa posizione per poi attaccare l'ormai isolato Colli, lasciando altre unità a fronteggiare l'austriaco Argenteau a [[Seconda battaglia di Dego|Dego]]. Avanzare verso la [[Bocchetta di Altare]] parve essere la soluzione migliore, perché permetteva ai francesi di avvicinarsi rapidamente a [[Carcare]] con tanto di artiglieria, senza dare tempo all'avversario di prepararsi per la difesa.[[File:Montenotte 1796.jpg|miniatura|236x236px|La [[battaglia di Montenotte]] durante la [[Campagna d'Italia (1796-1797)|prima campagna d'Italia]] (1796-1797)|alt=]]
L'11 aprile il fronte si mise in movimento. Un attacco austriaco sorprese il battaglione Rampon sul Montenotte e lo costrinse a ripiegare a Monte Negino. Qui i francesi, consci del pericolo di sfondamento delle linee e della minaccia su Savona, si imposero una resistenza a oltranza. L'eroismo di Rampon e di Fornesy permise a Bonaparte la manovra d'attacco: il 12 aprile le divisioni francesi investirono le truppe austriache. Gli uomini di Massena e Laharpe sfondarono sul Montenotte, quelli di Augereau presero Carcare e si spinsero verso Millesimo. L'indomani, i croati del generale Provera e i granatieri del colonnello Filippo del Carretto si ritrovarono asserragliati tra i ruderi del [[castello di Cosseria]]. Investiti da forze nettamente superiori, caduto [[Filippo del Carretto]], i difensori capitolarono con l'onore delle armi il giorno 14. Lo stesso giorno, attaccati dalle forze del generale Rusca, i piemontesi abbandonarono la difesa di San Giovanni di Murialdo, aprendo ai francesi le porte del loro Stato. Il 15 aprile si concluse la prima grande battaglia della campagna napoleonica. [[Armistizio di Cherasco|L'armistizio]] venne firmato a [[Cherasco]] dai plenipotenziari piemontesi il 28 aprile, e i [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Savoia]] uscirono dal conflitto.
 
Con l'annessione all'[[Primo Impero francese|Impero francese]] il territorio fu inquadrato nel [[Dipartimento di Montenotte]], che comprese le terre del Savonese, dell'[[Acquese]], parte di quelle del [[Mondovì|Monregalese]] e la zona di [[Oneglia]]. Venne divisa in Circondari che, a loro volta, si suddivisero in Cantoni. Capoluogo del Dipartimento fu [[Savona]]: le terre valbormidesi fecero capo a essa e ai Circondari di [[Ceva]] e di Acqui.
[[File:BONNEFOY(1897) p4.545 CHABROL de. VOLVIC (Gilbert-Joseph-Gaspard, Comte de).jpg|miniatura|Il conte Chabrol de Volvic, prefetto del [[Dipartimento di Montenotte]]|alt=]]
Parigi mandò un funzionario lungimirante e capace per amministrare il territorio: il prefetto Chabrol de Volvic. Egli fece condurre una ponderosa indagine sullo stato del Dipartimento: la Statistique des Provinces de Savone, d'Oneille, d 'Acqui et de partie de la Province de Mondovi, che resta tuttora un modello insuperato di analisi storico-amministrativa.
 
Individuate le esigenze primarie del territorio, il prefetto passò all'azione. Sua prima cura fu quella di assicurare al porto di [[Savona]] un adeguato sistema viario: le comunicazioni transappenniniche vennero realizzate con la strada che da Savona per Lavagnola e Montemoro raggiungeva [[Cadibona di Quiliano|Cadibona]], da dove scendeva nella piana di Carcare, biforcandosi verso [[Acqui Terme|Acqui]] e [[Alessandria]], da un lato, e sostituendo, dall'altro, l'antica e malagevole mulattiera per [[Ceva]] verso [[Torino]]. Anche [[Finale Ligure|Finale]] venne collegata a [[Calizzano]] con una nuova strada. Il nuovo assetto viabilistico rivoluzionò le prospettive di sviluppo di quasi tutti i paesi dell'entroterra. Persero d'importanza i valichi del San Giacomo, a detrimento di [[Mallare]], e del [[Colle del Melogno|Melogno]], che portò all'emarginazione di Bormida e Pallare; l'itinerario [[Castelnuovo di Ceva]]-[[Finale Ligure|Finale]] sparì quasi del tutto, sacrificando [[Murialdo]] e [[Osiglia]]. Al contrario, ricevettero nuovo impulso i centri di [[Altare (Italia)|Altare]], [[Carcare]], [[Cairo Montenotte|Cairo]] e [[Millesimo]]. La rete viaria dello Chabrol rispondeva però perfettamente alle esigenze dei tempi, alla situazione economica e alla geografia della valle, tanto da giungere pressoché immutata fino ai giorni nostri.
 
=== Oggi ===
[[File:Lavandaie a Carcare 1866.jpeg|miniatura|Lavandaie a [[Carcare]] nel 1866]]
In val Bormida sono sorte nel [[secondo dopoguerra]] numerose [[industria|industrie]], concentrate in particolare al confine tra le regioni [[Liguria]] e [[Piemonte]], che, in massima parte negli ultimi anni, hanno lasciato posto a un tessuto produttivo fondato prevalentemente sulla piccola industria e sull'[[artigianato]].
L'insediamento a [[Cengio]] dell'[[ACNA]], ora dismesso, ha determinato l'inserimento della Valle fra i siti di interesse nazionale a elevato rischio ambientale<ref name=":0">La [[Legge 426/98|legge 426]] inserì l'ACNA di Cengio</ref>.
 
== Cultura ==
 
=== Dialetti ===
[[File:Linguistic map of Italy.svg|sinistra|miniatura|Mappa linguistica dell'Italia ]]
I dialetti della Val Bormida si presentano molto eterogenei, soprattutto rapportando quelli dell'alta valle con quelli della bassa.
 
Le ragioni di ciò sono da trovare nella secolare frammentazione politica, e nella natura del territorio, storicamente luogo di incontro tra cultura ligustica e pedemontana.
 
Il dialetto acquese è tipicamente alto Monferrino, di tipo piemontese orientale, affine all'[[Dialetto alessandrino|alessandrino]], anche se con influenze liguri.
 
L'alta valle invece risente molto di entrambe le influenze: ligure grazie alla grande influenza da sempre esercitata dal capoluogo di regione [[Genova]] e da quello di provincia [[Savona]], ma anche piemontese, sia a causa della notevole vicinanza con i confinanti [[Provincia di Cuneo|cuneese]] e [[Provincia di Alessandria|alessandrino]], sia in virtù dei lunghi legami storici che questa ha intrattenuto con il [[Marchesato del Monferrato|Monferrato]].
 
Pertanto le parlate della val Bormida savonese sono considerati dialetti di transizione tra i sistemi [[Lingua piemontese|piemontese]] e [[Lingua ligure|ligure]].
 
Ecco di seguito un confronto tra i dialetti alto-valligiani ([[Cairo Montenotte]]) e basso valligiani ([[Acqui Terme]]), comparati con il dialetto alessandrino e genovese.
 
=== Parabola del figlio prodigo ===
'''Brano in Italiano:''' ''Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto.''
 
'''Dialetto di Cairo Montenotte''': ''Ün òm l'ava düi fiöi. U ciü giuvu l'ha dicc a sò pare: “Pupà, dème ra part ed beni che 'm tuca!”. E chièl l'ha fa tra lor er part d'u sò patrimoni. Da lì a pochi dì, bütà tüt insèm 'st fiö ciù pcit u 's n'è andà int in paìs luntàn, e qui l'ha sgheirà tüt 'r fat sò in stravizi''.
 
'''Dialetto di Acqui Terme:''' ''In pari l’eiva dui fiò. Er pì zuvu l'ha dicc a sò pari: "Pari, dem la parte ch'u m'aparten dër fait mè!" E 'r pari sciulinda ai ti l'ha spartii cul poch ch'l'avia e u j'ha daa lo ch'j'avniva. Da lì a cuich dì 'st fiò 'n pü zuvot l'ha migiaa tit cul ch'l'ha pussii, l'ha féi fagot e u 's n'é tiré via d'an cà e u 's n'andà ant in pais strangé. Là ch's'é stat, u la squarsava da sgnore e, vist nuvist, ant poch temp l'è balà tit, e l'è restaa biut e patani che u 'n eiva manch pì 'n sold da passé l'eva.''
 
'''Alessandrino''': ''In òm l'éiva dói fiói. Er pü giuvu 'd 'sti fiói l'ha dicc a sò pari: “Papà, dam ra part di beni ch'u 'm tuca!”. E lü u j'ha spartì e u j'ha dacc ra sò part. E da léi a pochi dì, er fió pü giuvu l'ha facc sü tüt e l'è andacc ant in pais luntàn, e là l'ha sgarà tüt er facc sò a fè der sbauci.''
 
'''Genovese''': ''Ïn ommu u l'avéiva duì figiö; u ciü piccìn u dîxe óu puæ: "Dæme a mè parte de bén ch'a me tucca!", e u puæ u ghe spartì u fætu sö. U figiö, quande u l'a fætu i fèri, de lì a pochi giurni u se ne scappa, e u se n'andià 'n t'ïn pàise luntàn, dunde, a fórsa de desbaüsci, u s'asgærià tüttu u sö avê.''
 
=== Ruolo nella nascita dei dialetti galloitalici nell'Italia meridionale ===
[[File:Siciliano gallo italico.svg|sinistra|miniatura|I dialetti galloitalici di [[Sicilia]]]]
La val [[Bormida]] ebbe un ruolo determinante nella formazione in epoca medievale dei cosiddetti [[dialetti gallo-italici di Basilicata]] e dei [[Dialetti gallo-italici di Sicilia|dialetti gallo-italici della Sicilia]].
 
L'origine di queste parlate risale al medioevo, e si spiega con l'arrivo di coloni e soldati provenienti dalla valle e dal resto del nord Italia, durante il periodo [[Normanni|normanno]].
 
Nel [[1087]] il gran conte [[Normanni|normanno]] [[Ruggero I di Sicilia]] sposo l'aleramica [[Adelaide del Vasto]], suggellando così un'alleanza tra [[aleramici]] e normanni.<sup>[[Adelasia del Vasto#cite note-Pontieritreccani-1|[1]]]</sup>
 
Gli Altavilla favorirono un processo di ''[[Storia della Sicilia islamica#Latinizzazione dell'isola dopo la conquista normanna|latinizzazione]]'' della Sicilia, incoraggiando una politica d'immigrazione di genti "lombarde" (Italiani del nord), con la concessione di terre e privilegi.
 
L'obiettivo dei sovrani normanni era infatti quello di rafforzare il "ceppo cattolico-latino" che in Sicilia a quel tempo era una minoranza rispetto ai più numerosi [[Bizantini|greci]] e [[Saraceni|arabo-saraceni]].<sup>[[Lombardi di Sicilia#cite note-19|[19]]]</sup>
 
A partire dalla fine dell'[[XI secolo]] così, la Sicilia centrale e orientale furono ripopolate con coloni e soldati provenienti dalla [[Marca Aleramica]], dominata dalla famiglia di Adelaide, area comprendente tutto il marchesato del [[Monferrato]] e quindi anche la Val Bormida.
 
La migrazione di valbormidesi e altre genti ''lombarde'' in sicilia sarebbe poi continuata fino a tutto il [[XIII secolo]].<sup>[[Lombardi di Sicilia#cite note-20|[20]]]</sup> Si ritiene che la consistenza numerica di questi immigrati nel corso di qualche secolo fu di circa 200.000 individui, una cifra piuttosto rilevante.
 
Il fenomeno riguardò anche alcune zone della Basilicata, le traccie si trovano ancora oggi in due aree importanti della regione: un nucleo presente sulle alture che sovrastano il [[golfo di Policastro]]; un altro collocato sullo spartiacque ionico-tirrenico lungo la direttrice Napoli-Salerno-Taranto.
 
== Gastronomia ==
[[File:Castagne... - panoramio.jpg|alt=|miniatura|265x265px|Le castagne: prodotto tipico dell'alta valle]]
 
=== Alta valle ===
 
==== Verdura e Frutta ====
 
*[[Castagna|Castagne]] essiccate nei tecci (Murialdo e Calizzano).
* Moco (Cengio): particolare varietà di [[Lathyrus sativus|cicerchia]].
*[[Zucca]] di Rocchetta di Cengio: usata per confetture a minestre, vellutate e risotti, venduta anche essiccata.
*[[Nocciola]] (Cairo Montenotte).
* Nocciola "[[Tonda Gentile del Piemonte|Tonda Gentile delle Langhe]]" (certificazione IGP) : (Val Bormida cuneese, [[Cortemilia]] soprattutto).
 
==== Tartufi e funghi ====
 
*[[Tuber (micologia)|Tartufi]]: (Milesimo) sia bianchi sia neri.
*[[Porcino|Porcini]] (Bardineto e Calizzano).
 
==== Formaggi e salumi ====
 
* Zuncata: ricotta di latte di pecora .
* Formaggetta: [[formaggio]] di latte di [[Caprinae|capra]], morbido, più o meno stagionato.
*[[Robiola]] di latte ovino (Osiglia), ma diffuso in tutta la Valle Bormida.
*[[Salame|Salame di cinghiale]].
* Zreia o zeraia: brodo molto consistente fatto con testa e zampino del maiale in cassetta, servito insieme alla carne tagliata a fette.
* Frizza o griva: diffuse in tutto il comprensorio, si tratta di salumi ottenuti dal trito di frattaglie di maiale e salsiccia.
*[[Sanguinaccio insaccato|Sanguinacci]]: chiamati "beroditt"
* Filetti baciati.
 
==== Pane e pasta ====
 
* Grissa
* Fazzino: focaccina di patate con ripieno, cotta nel forno a legna, tipica di [[Murialdo]], [[Calizzano]], [[Osiglia]].
* Lisoni: focaccine di patate condite con prezzemolo tritato, olio e parmigiano. Sono conosciuti in tutta la valle, tipici di Riofreddo, frazione di Murialdo.
* Lisotto di Pallare: focaccina rotonda di patate e farina, abbinata a i contorni più disparati.
* Canestrelli: ciambelle dalla consistenza morbida e friabile, preparate con farina, poco zucchero, poco burro, bicarbonato di ammonio e latte;
* Frittelle , molto diffuse in tutti i paesi valbormidesi
* Sciaccarotti: focaccetta di Millesimo ricoperta da pomodoro, aglio e basilico.
* Frittelle di San Giuseppe.
* Pan dei morti o ossa dei morti: (Calizzano) biscotto, preparato con biscotti secchi ridotti in polvere, farina, zucchero, vino bianco, frutta secca (fichi, mandorle, nocciole)
* Ravioli con il ripieno di castagne: diffusi in tutto il territorio.
 
==== Dolci ====
 
* Gobeletti: anch’essi diffusi sul territorio ma non tipici di un'unica località, sono dolci in pasta frolla ripieni di marmellata di albicocche.
* Millesini al Rhum: cioccolatini al rum. (Millesimo)
* Torcetti: piccole ciambelle soffici e morbide, si compongono di farina, zucchero, burro, rhum, uova, lievito, scorza di limone grattugiata.
* Torta di nocciole e miele: su tutto il territorio.
* Torta di zucca: di solito con riso, porri e erbette.
* Torta strozzagatti: (Calizzano), una semplice torta fatta con farina, zucchero, burro, uova, latte, scorza di limone grattugiata, lievito.
* Cugnà:(Cortemilia), marmellata di mosto d'uva, fichi, noci, mele, pere e spezie
 
==== Piatti particolari ====
 
* [[Tira (gastronomia)|Tira]]: (Cairo Montenotte), panino allungato ripieno di salsiccia.
* Zeraria: gelatina di carne di manzo e maiale con aromi e zafferano, diffusa in tutto il comprensorio.
*Bagna càuda
 
==== Vini ====
 
* Granaccia: varietà IGT di [[Alicante (vitigno)|Alicante]] ([[Roccavignale]]).
 
* Dolcetto dei Terrazzamenti: ([[Cortemilia]]) varietà locale del [[Dolcetto d'Alba]].
* [[Barbera]].
* [[Moscato]]
 
=== Acquese ===
 
* Filetto baciato - È un [[salume]] che si ottiene insaccando [[carne macinata]] di [[maiale]] attorno a un filetto di maiale precedentemente conservato in [[salamoia]]. Questo salume ha una stagionatura di circa due mesi. Viene servito come antipasto.
* Formaggetta: [[formaggio]] di latte di [[Caprinae|capra]], morbido, più o meno stagionato
* [[Funghi]] - Funghi [[Porcino|porcini]], [[Cantharellus cibarius|galletti]], ovuli, chiodini, [[Macrolepiota procera|mazze di tamburo]].
* [[Tuber (genere)|Tartufo]].
* [[Biscotto amaretto|Amaretti]] - Sono dolci piccoli e tondi fatti con mandorle dolci e amare, zucchero e albume d'uovo.
* [[Farinata di ceci|Farinata]] - Qui entra in gioco il solido e costante rapporto che lega questi territori alla [[riviera ligure]]. La farinata è una sottile torta di [[Cicer arietinum|ceci]] di antica origine genovese, diffusasi ad Acqui Terme nel secolo scorso; oggi è diventata a pieno titolo una specialità locale. Viene servita bollente ed è condita con pepe nero.
* Acquese al [[rum]] - [[Cioccolatino]] fondente ripieno di rum.
 
=== Vini e liquori ===
 
* [[Dolcetto d'Acqui]] DOC
* [[Barbera d'Asti]] DOCG
* [[Brachetto d'Acqui]] [[Denominazione di origine controllata e garantita|DOCG]]
* [[Moscato]] DOCG
* [[Moscato]] passito DOCG
* [[Cortese]] passito DOC
* [[Moscato]] passito DOC
* [[Amaro Gamondi]]
 
==Note==
<references/>
 
==Voci correlate==
 
* [[Bacini idrografici padano liguri]]
*[[Liguria]]
*[[Piemonte]]
*[[Provincia di Savona]]
*[[Provincia di Alessandria]]
*[[Cairo Montenotte]]
*[[Acqui Terme]]
*[[Marchesato del Monferrato]]
*[[Ceva|Cebano]]
*[[Mondovì|Monregalese]]
*[[ACNA]]
 
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