Neil Armstrong e Cartiera papale: differenze tra le pagine

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{{Museo
{{Astronauta
|Nome=Cartiera papale
|nome= Neil Armstrong
|Fondatori= Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno
|tipo= [[United States Navy]]/Astronauta della [[NASA]]
|Località = [[Ascoli Piceno]]
|nazionalita= {{USA}}
|Indirizzo= via della Cartiera, 1
|status= Deceduto
|Latitudine = 42.84952
|scelta= [[1962]] (gruppo 2 NASA)
|Longitudine = 13.5697
|primo_lancio= 16 marzo [[1966]]
|Tipologia= Scientifico-Industriale
|ultimo_atterraggio= 24 luglio [[1969]]
|Immagine= Cartiera Papale Ascoli Piceno.jpg
|altra_occupazione= [[Pilota collaudatore]]
|Didascalia= Palazzo della Cartiera papale
|N_EVA= 1
|durata_EVA= 2 h 31 min
|missioni=
<div>
* {{simbolo|Ge08Patch orig.png}} [[Gemini 8]]
* {{simbolo|Apollo 11 insignia.png}} [[Apollo 11]]
</div>
|ritiro= agosto [[1970]]
}}
La '''Cartiera papale''' di [[Ascoli Piceno]] è un complesso architettonico realizzato in robusti conci regolari squadrati di [[travertino]]. La vocazione polifunzionale del fabbricato ha accolto, nel corso del tempo, varie attività lavorative, quali: la [[cartiera]], i [[mulino|mulini]] ad acqua, la concia delle stoffe e la ferriera, tutte svolte con l'inseparabile e preziosa simbiosi della forza motrice delle acque del vicino [[Castellano (torrente)|torrente Castellano]].
{{Citazione|Questo è un piccolo passo per [un] uomo, un gigantesco balzo per l'umanità.|Neil Armstrong, nel compiere il primo passo sulla superficie lunare, 21 luglio 1969.|That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind.|lingua=en}}
{{Bio
|Nome = Neil Alden
|Cognome = Armstrong
|ForzaOrdinamento = Armstrong, Neil
|Sesso = M
|LuogoNascita = Wapakoneta
|GiornoMeseNascita = 5 agosto
|AnnoNascita = 1930
|LuogoMorte = Cincinnati
|GiornoMeseMorte = 25 agosto
|AnnoMorte = 2012
|NoteMorte = <ref>{{Cita web |url=http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/466457/|titolo=Addio a Neil Armstrong l'uomo che conquistò la Luna |editore=LaStampa.it |autore=Vittorio Sabadin |data=26 agosto 2012|accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita web |autore=Beth Stebner |url=https://www.dailymail.co.uk/news/article-2193587/Neil-Armstrong-dead-Famed-astronaut-man-moon-dies-aged-82.html?ito=feeds-newsxml |titolo=Neil Armstrong, the first man on the moon, dead at age 82 |data=25 agosto 2012 |editore=Daily Mail |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
|Attività = astronauta
|Attività2 = aviatore
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità = , primo uomo a posare piede sulla [[Luna]] il 21 luglio [[1969]]
}}
Prima di diventare un astronauta, Armstrong fu ufficiale nella [[United States Navy]] e partecipò alla [[Guerra di Corea]]. Dopo la guerra, conseguì una [[Bachelor|laurea di primo livello]] presso la [[Purdue University]] e servì come [[pilota collaudatore]] presso il [[National Advisory Committee for Aeronautics]], dove effettuò più di 900 voli. Successivamente completò gli studi alla [[University of Southern California]].
 
Attualmente trova sede il polo museale permanente dei '''Musei della Cartiera papale'''.
Partecipante ai programmi ''Man in space soonest'' della [[U.S. Air Force]], con il quale gli statunitensi si proponevano di vincere la [[corsa allo spazio]] nei confronti dei [[Unione Sovietica|sovietici]], e del [[Boeing X-20 Dyna-Soar]], per lo sviluppo di uno [[spazioplano]], Armstrong entrò a far parte del [[NASA Astronaut Groups|NASA Astronaut Corps]] nel [[1962]]. Il suo primo volo spaziale fu in qualità di comandante nella missione ''[[Gemini 8]]'': uno dei primi civili a divenire astronauta. Durante questa missione, Armstrong e il pilota [[David Scott]] effettuarono il primo aggancio fra due navi spaziali in [[orbita]].
 
==Storia==
La sua seconda e ultima missione spaziale lo vide comandante, nel luglio del 1969, dell'[[Apollo 11]], che realizzò il primo [[allunaggio]] con uomini a bordo del [[Programma Apollo]]. Nella missione, insieme a [[Buzz Aldrin]], Armstrong effettuò un'[[attività extraveicolare]] sul suolo lunare per 2 ore e mezza, mentre il terzo membro dell'equipaggio, [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]], era rimasto in attesa sul [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando]] in orbita intorno alla Luna. Al ritorno sulla Terra, ad Armstrong, così come ai suoi due compagni di missione Collins e Aldrin, fu conferita la [[Medaglia presidenziale della libertà]] dal presidente [[Richard Nixon]]. Ricevette inoltre la [[Congressional Space Medal of Honor]] nel 1978 da [[Jimmy Carter]] e la [[Medaglia d'oro del Congresso]] nel [[2009]].
Le prime notizie certe sull'esistenza di questo sito risalgono all'anno [[1104]], quando nei pressi del Castellano furono elevate delle costruzioni utilizzate come mulini per la [[macinazione]] di [[cereale|cereali]] e la cui proprietà apparteneva al monastero ascolano di Sant'Angelo Magno.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" >V. Borzacchini, ''art. cit.,'' p. 23.</ref> Ricompaiono altri dati storici alla fine del [[Medioevo|periodo medioevale]], nel [[1377]], quando si era insediata all'interno del mulino l'attività della produzione della [[carta]]. Questa informazione, però, non è considerata certa poiché nel [[1381]] il catasto ascolano riporta solo l'esistenza di un mulino ad acqua.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" /> Lo sviluppo industriale del fabbricato, che continuava comunque ad accogliere i mulini, ospitava anche una [[gualchiera]] che serviva per battere stoffe e [[tessuto|tessuti]]. L'autore ascolano Giuseppe Marinelli scrive che questa macchina preindustriale poteva essere stata costruita dai [[ordine cistercense|monaci cistercensi]], che avevano il convento nelle vicinanze. La certezza della produzione della carta risale ai primi anni del [[Quattrocento]]. Una fonte documentale, che reca la data [[1414]], riporta la cessione in [[locazione]] a imprenditori privati delle macchine per la produzione della carta. In questo periodo in città si erano trasferiti dei cartai provenienti da [[Fabriano]] e Pioraco che, con le loro competenze, coadiuvavano gli ascolani. L'edificio, nel corso del tempo, è stato sede di diverse attività lavorative e ha attirato anche l'interesse di papi come [[Giulio II]] e [[Clemente VII]]. Nel [[1508]] una violenta piena del torrente Castellano lesionò il fabbricato che al tempo era già di proprietà della [[Camera Apostolica]]. Giulio II della Rovere, dalla fama di essere un papa guerriero, ma anche amante dell'arte e della cultura, nel [[1511]], dette incarico all'ingegnere idraulico [[Alberto da Piacenza]] di restaurare l'intero complesso.
Nel [[1525]], a seguito di un nuovo straripamento del vicino torrente, [[papa Clemente VII]] incaricò [[Nicola Filotesio|Cola dell'Amatrice]] per un nuovo recupero della parete [[nord-ovest]] verso il Castellano.
 
L'anno [[1646]] segnò l'inizio del declino della produzione della carta. Nell'anno [[1794]]<ref>G. Marinelli. ''op. cit.,'' p. 74.</ref> la Camera Apostolica concesse in [[enfiteusi]] il fabbricato a Luigi Merli che ne divenne proprietario nel [[1862]]. Lo stesso Merli elevò il fabbricato di un piano e consolidò il resto dell'opificio senza alterare le linee architettoniche [[Cinquecento|cinquecentesche]]. Negli anni compresi tra il [[1890]] e il [[1920]] appartenne a Venenzio Galanti, ultimo cartaio.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" /> Il complesso della Cartiera continuò a ospitare l'attività del mulino fino al [[1940]].
== Le origini ==
Neil Armstrong nacque il 5 agosto 1930 a [[Wapakoneta]], in [[Ohio]], da Stephen Koenig Armstrong ([[1907]]-[[1990]]) e Viola Louise Engel (1907-1990),<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.wapakoneta.net/history |titolo=History of Wapakoneta (or is it Wapaghkonnetta?) | accesso=28 marzo 2013 |sito=City of Wapakoneta, Ohio}}</ref><ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 49-50|Hansen}}, 2005.</ref> con antenati [[Germania|tedeschi]] e [[Scozia|scozzesi]]. Ebbe due fratelli più giovani, June e Dean. Il padre Stephen lavorava come revisore dei conti per il governo dello Stato dell'Ohio (la madre Viola era casalinga),<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.cbc.ca/news/technology/story/2012/05/24/f-neil-armstrong-interview-accountants.html |titolo=Neil Armstrong grants rare interview to accountants organization |editore=CBC News |data=24 maggio 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> e nei 15 anni successivi alla nascita di Neil la famiglia si dovette trasferire ripetutamente nello Stato in 20 diverse città. La sua passione per il volo sorse e si sviluppò in quegli anni: ad appena due anni il padre lo portò alle [[National Air Races]] di [[Cleveland]] ed ebbe la sua prima esperienza di volo a soli 6 anni su un [[Ford Trimotor]] a [[Warren (Ohio)|Warren]].<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://history.nasa.gov/ap11ann/astrobios.htm#Armstrong |titolo=Project Apollo: Astronaut Biographies |editore=NASA |data=20 settembre 2002 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
Dopo un periodo di abbandono e decadimento, nel [[1980]], gli edifici passarono di proprietà alla [[Comunità Montana del Tronto]] che recuperò parte dei fabbricati per collocarci gli uffici. Attualmente la Cartiera papale è di proprietà dell'[[Provincia di Ascoli Piceno|Amministrazione Provinciale ascolana]] che, dopo averla acquistata dalla Comunità Montana, ha provveduto a un attento restauro, concluso nel [[2002]], e ha destinato gli spazi interni alle esposizioni museali nel [[2006]].
Nel 1944, Armstrong e la sua famiglia tornarono stabilmente a Wapakoneta, dove Neil frequentò la Blume High School e prese le prime lezioni di volo nell'aeroporto della contea. Ricevette il suo primo brevetto di volo a soli 15 anni, ancor prima di avere l'età legale per la patente di guida. Neil Armstrong fu uno [[Scautismo|scout]] (come pure [[Buzz Aldrin]]) e ricordò la propria esperienza dal modulo Columbia in viaggio verso la Luna, quando salutò gli scout che in quello stesso periodo stavano partecipando al [[Jamboree (scout)|Jamboree]] inviando loro, alle ore 8:15 del 18 luglio [[1969]], il messaggio: «Vorrei salutare tutti i miei colleghi Scout e Capi Scout al Farragut State Park in [[Idaho]] dove si sta svolgendo il Jamboree Nazionale questa settimana; e Apollo 11 vuole mandar loro i suoi migliori auguri.» cui il Centro di controllo di Houston rispose: «Grazie, Apollo 11. Sono sicuro che, se non lo hanno sentito, lo apprenderanno dai notiziari. Sicuramente lo apprezzeranno».<ref name=Scout>{{Cita web |lingua=en |url=http://history.nasa.gov/ap11fj/09day3-entering-eagle.htm |titolo=Apollo 11 - Day 3, part 2: Entering Eagle - Transcript |autore=NASA |accesso=28 marzo 2013 |citazione=056:42:31 Armstrong: And Charlie, I'd like to say hello to all my fellow scouts and scouters at Farragut State Park in Idaho having a National Jamboree there this week; and Apollo 11 would like to send them best wishes.<br />056:42:47 Duke: Thank you, Apollo 11. I'm sure that, if they didn't hear that, they'll get the word through the news. Certainly appreciate that |urlmorto=sì |urlarchivio=https://www.webcitation.org/683ITfVdr?url=http://history.nasa.gov/ap11fj/09day3-entering-eagle.htm |dataarchivio=30 maggio 2012 }}</ref> Inoltre, tra i pochi oggetti personali che Armstrong scelse di portare con sé nel viaggio verso la Luna e ritorno ci fu un distintivo scout.<ref name=Scout/>
 
==Architettura==
Nel [[1947]] Armstrong iniziò a studiare ingegneria aeronautica alla [[Purdue University]], dove fece parte di due confraternite, la ''Phi Delta Theta''<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.phideltatheta.org/index.php?option=com_content&task=view&id=15&Itemid=118 |titolo=The Beginning |editore=Phi Delta Theta international site |accesso=28 marzo 2013}}</ref> e la ''Kappa Kappa Psi''.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.kkpsi.org/prominentmembers.asp |titolo=Prominent Members of Kappa Kappa Psi |editore=Kkpsi.org |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://archive.is/20110716182330/http://www.kkpsi.org/prominentmembers.asp |dataarchivio=16 luglio 2011 }}</ref> Fu la seconda persona della sua famiglia a frequentare il college. Era stato ammesso anche al [[Massachusetts Institute of Technology]], ma l'unico ingegnere che Neil conosceva lo aveva dissuaso dal frequentarlo, convincendolo che non sarebbe stato necessario andare a [[Cambridge (Massachusetts)|Cambridge]] per avere una buona formazione.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 55-56|Hansen}}, 2005.</ref> Armstrong pagò la retta universitaria partecipando al ''Piano Halloway'', nell'ambito del quale, dopo due anni di studio, i candidati avrebbero prestato 3 anni di servizio militare, per poi laurearsi nei due anni seguenti. Alla Purdue ottenne voti nella media, con un rendimento scolastico altalenante durante gli otto semestri di studio ed i migliori risultati raggiunti nei primi 4 semestri successivi al ritorno dalla Guerra di Corea. Conseguì la [[Bachelor|laurea di primo livello]] nel corso di [[ingegneria aeronautica]] nel [[1955]],<ref name=Hansen118/> e nel [[1970]] gli venne riconosciuto dalla [[University of Southern California]] un [[Master of Science]] in ingegneria aerospaziale.<ref name=NASA-bio>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.jsc.nasa.gov/Bios/htmlbios/armstrong-na.html |editore=NASA |titolo=Biographical Data: Neil A. Armstrong |data=agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Durante la sua vita ricevette inoltre vari riconoscimenti accademici onorari da numerose università.<ref name=glenn-bio>{{Cita web |lingua=en |titolo=Biography: Neil A. Armstrong |editore=Glenn Research Center, NASA |url=https://www.nasa.gov/centers/glenn/about/bios/neilabio.html |accesso=28 marzo 2013 |data=agosto 2012}}</ref>
L'intero sito della Cartiera papale è da considerare come una rappresentativa testimonianza di un complesso architettonico e industriale concepito per uso lavorativo. La costruzione del fabbricato si sviluppa in più piani edificati in diversi periodi. Il pianterreno è del [[XVI secolo]] e beneficiò dell'ingegno di Alberto da Piacenza e forse di Cola dell'Amatrice quali attenti restauratori. Al suo interno ci sono ampie [[vasca|vasche]], realizzate in [[pietra]], usate per la macerazione degli stracci, dai quali si otteneva la poltiglia che poi stesa su telai e asciugata diventava carta.
 
La zona laterale custodisce le macine in pietra che erano movimentate dalle acque del torrente Castellano. Il corso d'acqua, canalizzato a monte, raggiungeva le [[turbina idraulica|turbine idrauliche]].
== Servizio nella Marina Militare statunitense ==
La chiamata alle armi in [[U.S. Navy|marina]] per Neil giunse il 26 giugno [[1949]] e lo portò alla base di [[Pensacola]] per l'addestramento al volo. Il periodo di addestramento durò 18 mesi, durante i quali si abilitò all'atterraggio sulle [[portaerei]] {{nave|USS|Cabot|CVL-28|6}} e USS ''Wright''. Il 16 agosto [[1950]], due settimane dopo il suo ventesimo compleanno, Armstrong ottenne la qualifica di aviatore della marina statunitense.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 68-78|Hansen}}, 2005.</ref>
 
I piani che si sopraelevano sono del [[XVIII secolo]], realizzati al tempo in cui la proprietà della Cartiera passò dallo [[Stato Pontificio]] alla famiglia Merli di Ascoli che ne fu espropriata durante l'[[epoca fascista]].
Inizialmente assegnato al ''Fleet Aircraft Service Squadron 7'' della ''Naval Air Station North Island'' di San Diego, fu successivamente trasferito al ''Fighter Squadron 51'', uno squadrone composto da soli [[Aereo a reazione|jet]]. Effettuò il suo primo volo su questo tipo di velivoli a bordo di un [[Grumman F9F Panther]] il 5 gennaio [[1951]]. In giugno compì il suo primo atterraggio su una nave portaerei a bordo di un jet, la {{nave|USS|Essex|CV-9|6}}, ricevendo pochi giorni dopo la sua prima promozione di grado, passando da [[Guardiamarina]] a [[Tenente]]. Entro la fine del mese sarebbe salpato sulla ''Essex'' con il suo squadrone diretto in [[Corea]], dove avrebbe dato supporto con [[Aereo da attacco al suolo|attacchi aerei al suolo]].<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 79-85|Hansen}}, 2005.</ref>
 
L'edificio fu sottoposto a un importante intervento di restauro incominciato nel [[1511]], durante il papato di Giulio II della Rovere. Il pontefice affidò ad Alberto da Piacenza i lavori per cancellare i segni della piena del Castellano del [[1508]]. Il 17 ottobre 1511 i lavori erano quasi giunti ad ultimazione e l'ingegnere piacentino chiedeva al vice tesoriere della Camera Apostolica Ascolana, Scipione Parisani da [[Tolentino]], il compenso per i lavori stimati che riguardavano: lo scavo di una [[galleria (ingegneria)|galleria]], la costruzione di una condotta per le acque, la costruzione di muri nonché la lavorazione di [[porta|porte]], [[finestra|finestre]] e [[modanatura|modanature]] architettoniche. Il 6 dicembre 1511 rilasciò quietanza per quanto realizzato. Da questo si comprende come la Cartiera papale rappresentò un esempio di “[[archeologia industriale]]” del [[Rinascimento]].
La prima missione di Armstrong nella [[Guerra di Corea]] fu una ricognizione fotografica su [[Kimch'aek]] datata 29 agosto [[1951]].<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 90|Hansen}}, 2005.</ref> Il 3 settembre 1951 compì una missione di ricognizione con l'aereo armato per intercettare le principali arterie di trasporto verso gli impianti di stoccaggio a sud del villaggio di Majon-ni, ad ovest di [[Wŏnsan]]. Mentre effettuava un bombardamento basso alla velocità di 560&nbsp;km/h il suo F9F Panther fu colpito dalla [[contraerea]] e nel tentativo di riprendere il controllo del jet Armstrong andò ad impattare su un ostacolo a circa 6 metri dal suolo, che portò via circa un metro dell'ala destra del Panther.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 92-93|Hansen}}, 2005.</ref> Riuscì comunque a tornare in territorio amico, ma a causa della perdita dell'[[Alettone (aeronautica)|alettone]] la sua unica opzione di salvezza fu l'abbandono del velivolo tramite il [[seggiolino eiettabile]]. Avrebbe voluto atterrare sull'acqua e attendere il recupero tramite un [[elicottero]], per poi essere portato al vicino aeroporto di [[Pohang]], ma il seggiolino invece toccò il terreno,<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 95|Hansen}}, 2005.</ref> e Armstrong fu soccorso da un suo compagno di stanza della scuola di volo a bordo di una [[Jeep (azienda)|jeep]], mentre non è noto il destino del relitto dell'aereo che aveva abbandonato.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 96|Hansen}}, 2005.</ref>
 
La [[facciata]] principale dell'[[opificio]] ha, al primo piano, 4 finestre realizzate secondo il gusto del [[Brunelleschi]], attribuibili a Bernardino di Pietro da Carona. Ogni [[finestra]] ha un architrave e una lunetta decorata da palmette come [[acroterio|acroteri]], la stessa tipologia usata, nella città di Ascoli, per le finestre degli edifici porticati di [[Piazza del Popolo (Ascoli Piceno)|piazza del Popolo]].
Durante la guerra Armstrong partecipò a 78 missioni per un totale di 121 ore di volo, molte delle quali nel gennaio del [[1952]]. Fu decorato con la ''Air Medal'' per la partecipazione a 20 missioni di combattimento, con la ''Gold Star'' per le 20 missioni successive e la ''Korean Service Medal''.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 112|Hansen}}, 2005.</ref> Armstrong lasciò la Marina Militare statunitense il 23 agosto [[1952]], a 22 anni, entrando a far parte della riserva navale con il grado di [[Sottotenente di vascello]], ruolo dal quale si ritirò definitivamente il 21 ottobre [[1960]].<ref name=Hansen118>{{Cita|J. R. Hansen|p. 118|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Al primo piano c'è un ingresso con il [[portale]] in [[travertino]], tipico della seconda metà del [[XV secolo]], architravato e sormontato da una lunetta con un concio di chiave decorato con un [[bassorilievo]] di sculture a fogliami. La [[trabeazione]] ha la cornice sporgente, un fregio con l'iscrizione: ''"IULIUS II PONT MAX MCCCCCXII"'', che ricorda papa Giulio II e l'[[anno]] in cui si conclusero i lavori. Sopra alla cornice, alla base dell'inizio dell'arco della lunetta, sono poggiati due cubi con gli stemmi araldici della famiglia dei [[Della Rovere]] composti di foglie di [[quercia]] e una [[ghianda]] centrale. Sull'architrave sono visibili 3 stemmi a testa di [[cavallo]] che recano le insegne della città di Ascoli, come nello [[stemma di Ascoli Piceno|stemma comunale]], quello papale seguito da quello che dovrebbe appartenere al governatore Raniero de Ranieri, non essendovi però certezza di quest'ultima attribuzione.
== Pilota collaudatore ==
[[File:Neil Armstrong 1956 portrait.jpg|thumb|upright|alt=A black-and-white photo of Armstrong|Foto di Armstrong del 20 novembre 1956, scattata mentre prestava servizio come pilota collaudatore presso la NACA High-Speed Flight Station della Edwards Air Force Base, in California.]]
Dopo la laurea alla Purdue University, Armstrong decise di diventare un pilota di velivoli sperimentali, facendo domanda presso la ''National Commitee for Aeronautics High-Speed Flight Station'' alla [[Edwards Air Force Base]] in California. Poiché in quel momento non vi erano posizioni aperte disponibili fu trasferito al [[Glenn Research Center]] di Cleveland, dove iniziò a lavorare nel marzo del [[1955]].<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 119-120|Hansen}}, 2005.</ref> Nel luglio dello stesso anno fece ritorno alla ''Edwards Air Force Base'' per il suo nuovo lavoro.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 122|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Il portale principale del pianterreno della Cartiera presenta un [[arco (architettura)|arco]] a tutto sesto. La descrizione redatta da Baldassarre Orsini, unita al ritrovamento, ha dato la possibilità di ridisegnarlo così come appariva in origine. Era costituito da conci cubici, le facce esterne presentavano incassi a piramide con foglie di quercia e una ghianda centrale. La scultura ricordava i simboli araldici dei Della Rovere negli anni del pontificato di Giulio II. Anche l'arco era formato da conci e quello centrale proponeva scolpita la testa del pontefice. L'iscrizione: ''"IVLIVS II PONT MAX M D XII",'' ricorda il papa Giulio II e l'anno di conclusione dei lavori di restauro cui fu sottoposto l'intero complesso. Vi sono anche due stemmi cardinalizi nei pennacchi dell'arco. Quello di destra rappresenta l'insegna di [[Antonio Maria Ciocchi del Monte|Antonio Del Monte]] di [[Monte San Savino]], [[cardinale]] nel 1512; quello di sinistra non molto leggibile, poiché quasi del tutto perduto, si può ipotizzare che abbia riprodotto l'insegna di [[Raffaele Riario]], cardinale di San Giorgio al Velabro e vescovo di Ostia dal [[1511]]. Il [[capitello]] di sinistra raffigura [[2 (numero)|due]] [[Cornucopia|cornucopie]], simbolo di abbondanza, fiammeggianti, come amore ardente, secondo F. Benzi abbondanza e amore alludono alla [[carità]]. A destra si dovrebbero riconoscere le [[sfinge|sfingi]] che, secondo Orsini, sono l'allegoria del [[silenzio]] e del mistero e siccome reggono il vaso fiammeggiante dovrebbero rappresentare i misteri della Fede stessa. Questa simbologia è sicuramente riferita a papa Giulio II che si definiva “difensor fidei” e che trovava nella Carità la forza per sconfiggere i nemici.
I primi incarichi di Armstrong alla Edwards furono la scorta in volo ad alcuni velivoli sperimentali modificati a partire da bombardieri. Lo stesso Armstrong volò a bordo di uno di questi aerei e fu in una di queste missioni che incorse nel suo primo incidente alla ''Edwards''. Il 22 marzo 1956 egli si trovava su un [[Boeing B-29 Superfortress]]<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 134|Hansen}}, 2005.</ref> che avrebbe dovuto sganciare in volo un [[Douglas D-558-2 Skyrocket]]; lui sedeva nella postazione di destra, mentre il comandante [[Stan Butchart]] in quella di sinistra.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=From the Mojave to the Moon: Neil Armstrong's Early NASA Years |editore=NASA |autore=Gray Creech |data=15 luglio 2004 |url=https://www.nasa.gov/missions/research/neil_armstrong.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Saliti alla quota di 9,1&nbsp;km il motore numero 4 si bloccò e l'[[elica]] corrispondente iniziò a ruotare liberamente nel flusso d'aria. Butchart azionò il comando che avrebbe dovuto interrompere il moto dell'elica, ma si accorse che dopo un iniziale rallentamento questa aveva ripreso a girare, addirittura con velocità superiore rispetto alle altre eliche in quel momento attive. L'aereo avrebbe dovuto raggiungere la velocità di 338&nbsp;km/h per poter sganciare il carico e, ovviamente, non avrebbe potuto effettuare un atterraggio con il carico ancora agganciato sotto la fusoliera. Armstrong e Butchart tentarono allora di incrementare la velocità con una leggera picchiata, per poi lanciare lo Skyrocket. Al momento del lancio, tuttavia, l'elica del motore numero 4 si disintegrò e i frammenti prodotti dall'evento danneggiarono il motore numero 3 e colpirono anche il numero 2. Armstrong e Butchart furono quindi costretti a spegnere il terzo motore, danneggiato, ma anche il primo, a causa della [[torsione]] squilibrata che avrebbe altrimenti generato. Riuscirono infine a salvarsi con un atterraggio di fortuna utilizzando il solo motore 2 e planando lentamente in circolo.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 134-136|Hansen}}, 2005.</ref>
 
== Musei della Cartiera papale ==
Il primo volo a bordo di un [[aerorazzo]] lo effettuò il 15 agosto del [[1957]], sul [[Bell X-1]]B, con il quale raggiunse un'altitudine di 18,3&nbsp;km. Durante l'atterraggio, come accaduto già numerose volte in precedenza a causa dei problemi strutturali del velivolo, il carrello si ruppe.<ref name=Hansen145>{{Cita|J. R. Hansen|p. 145|Hansen}}, 2005.</ref> In seguito pilotò il [[North American X-15]], prendendone i comandi per sette volte prima del settembre [[1962]], nella penultima delle quali raggiunge la quota di 63,2&nbsp;km.<ref name=Hansen145/>
Il polo museale nasce dalla volontà dell'[[Provincia di Ascoli Piceno|Amministrazione provinciale ascolana]], proprietaria dell'immobile che, dopo averne curato il restauro concluso nel [[2002]], ne ha destinato gli spazi interni alle esposizioni a tema scientifico-industriale dei materiali e delle collezioni raccolte. L'inaugurazione è avvenuta il 26 novembre [[2006]].<ref>{{cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/11/23/Cultura/ASCOLI-PICENO-INAUGURAZIONE-DEI-MUSEI-DELLA-CARTIERA-PAPALE_165812.php|titolo=Adnkronos. ASCOLI PICENO: INAUGURAZIONE DEI MUSEI DELLA CARTIERA PAPALE|accesso=27 luglio 2019}}</ref>
 
=== Museo della carta ===
Armstrong venne coinvolto in una serie di incidenti che successivamente sarebbero entrati a far parte del folclore della base ''Edwards'' e che saranno ricordati nelle memorie di alcuni suoi colleghi. Il primo di questi avvenne quando era ai comandi di un [[North American X-15|X-15]] il 20 aprile [[1962]] per provare un dispositivo di controllo automatico del velivolo. Armstrong si portò con l'aereo alla quota di 68&nbsp;km (la più alta da lui mai raggiunta prima delle sue esperienze quale astronauta), ma mantenne alto il muso del velivolo troppo a lungo durante la discesa, e l'X-15 di conseguenza rimbalzò alla quota di 43&nbsp;km. A quell'altitudine l'atmosfera è talmente tenue infatti che le superfici aerodinamiche non hanno quasi alcun effetto. Sorvolò il sito di atterraggio alla velocità [[Mach]] 3 (3.200&nbsp;km/h) e alla quota di 30&nbsp;km, finendo poi a 64&nbsp;km a sud della base. Dopo aver diminuito abbastanza la quota di volo, Armstrong invertì la rotta e tornò alla base, dove atterrò evitando per pochissimo di colpire le chiome di alcune ''[[Yucca brevifolia]]'', compiendo il più lungo volo di un X-15 per tempo e distanza percorsa.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 178-184|Hansen}}, 2005.</ref>
Il complesso monumentale della Cartiera ospita le ricostruzioni degli strumenti che sono stati usati in passato per la fabbricazione della [[carta]] e per la macinazione del [[grano]]. Al piano terra dell'edificio, nelle ''Sale della Cartiera'', si trova l'allestimento delle ricostruzioni dei macchinari d'epoca con cui si produceva la “[[Carta di Amalfi|carta bambagina]]”, con stracci di [[lino]] e di [[cotone]]. I magli, grandi martelli destinati alla follatura degli stracci per la realizzazione della pasta di carta, venivano messi in funzione con la forza dell’acqua del torrente Castellano, arrivata alla Cartiera.
 
Il percorso museale realizzato nel [[2006]], permette ai visitatori di rivivere l’interessante procedimento con cui per circa settecento anni è stata prodotta la carta nel territorio ascolano.
Quattro giorni dopo, Armstrong fu coinvolto in un secondo incidente mentre era in volo, per la prima e unica volta, con [[Chuck Yeager]], che era al comando di un [[Lockheed T-33 Shooting Star]]. Il loro compito era di valutare l'utilizzo del letto di un [[lago]] prosciugato per un eventuale atterraggio di emergenza di un X-15. Nella propria autobiografia Yeager scrisse che sapeva che il letto del lago sarebbe stato inagibile per un atterraggio a causa delle recenti piogge, ma che Armstrong aveva insistito per compiere la manovra comunque. Tentando un ''touch and go'' (manovra con la quale si fa atterrare un aereo e poi ripartire in decollo anziché arrestarsi) le ruote del velivolo si bloccarono e i due dovettero attendere i soccorsi per essere recuperati. Armstrong invece fornì una versione differente degli eventi che erano accaduti quel giorno: Yeager non avrebbe mai fatto accenno all'impraticabilità del terreno, e dopo un primo atterraggio con successo nella porzione orientale del lago, Yeager gli avrebbe detto di voler provare di nuovo, stavolta a velocità inferiore. Al secondo tentativo l'aereo si sarebbe bloccato nell'atterraggio e Yeager sarebbe scoppiato in una crisi di riso isterico.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 184-189|Hansen}}, 2005.</ref>
 
=== Sala delle macine ===
[[File:Pilot Neil Armstrong and X-15 -1 - GPN-2000-000121.jpg|thumb|left|upright=1.1|Armstrong a 29 anni sorride davanti a un X-15 dopo un volo sperimentale nel 1960.]]
Nella sala, al primo piano del fabbricato, vi sono le [[Macina|macine in pietra]] con cui si lavoravano i [[cereali]] nei [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]] ospitati, in tempi passati, dall'[[opificio]] della Cartiera. L'acqua del torrente Castellano veniva prelevata tramite delle canalizzazioni che attraverso un sistema di vasche e chiuse azionava con la sua forza motrice le macine. Alcune macine in pietra esposte sono originali e altre ricostruite.
 
=== Museo di storia naturale "Antonio Orsini" ===
Molti piloti collaudatori espressero stima per le abilità ingegneristiche di Armstrong: secondo [[Milt Thompson]], Neil è stato il più abile pilota dei primi X-15; secondo [[Bill Dana]], "aveva una mente che assorbiva le cose come una spugna". Chi proveniva dalle forze aeree militari, invece, tendeva ad avere un'opinione differente del futuro astronauta, specialmente coloro, come Yeager e [[Pete Knight]], che non avevano mai frequentato un corso di laurea in ingegneria. Knight in particolare aveva affermato che i piloti ingegneri volavano in maniera "molto meccanica rispetto a come avrebbe dovuto essere il volo", la loro abilità al volo non era istintiva e conseguentemente alcuni di essi finivano in situazioni rischiose.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 138-139|Hansen}}, 2005.</ref>
Il museo è stato intitolato al [[farmacista]] e [[naturalista]] ascolano [[Antonio Orsini]] ([[1788]]-[[1870]]). La collezione, un tempo privata, è attualmente di proprietà dell'Ente Provincia.
 
Negli spazi del terzo piano del polo museale è stata allestita l'esposizione che mostra la vasta raccolta ottocentesca dei reperti rinvenuti in lunghi anni di escursioni scientifiche condotte dal ricercatore in Italia e all'estero. Parte del materiale è contenuto in bacheche originali dell'epoca e suddiviso nelle sezioni di:
Il 21 maggio [[1962]], Armstrong venne coinvolto infine in quello che nel folclore della base ''Edwards'' è diventato noto come l'"affare Nellis". Mentre si trovava in volo con un [[Lockheed F-104 Starfighter]] per ispezionare un altro lago asciutto, anche questa volta per sperimentare la possibilità di un atterraggio di emergenza, Armstrong non identificò correttamente la quota alla quale si trovava e non si accorse che il [[carrello d'atterraggio]] non era completamente fuoriuscito. Mentre l'aereo toccava terreno il carrello dunque si ritrasse, costringendo il pilota a ridare potenza ai motori per guadagnare quota; nell'urto con il suolo, tuttavia, la [[Radio (elettronica)|radio]] si era danneggiata e si era verificata una perdita di [[fluido idraulico]]. Senza contatto radio, Armstrong si diresse verso la base militare di [[Nellis Air Force Base|Nellis]], segnalando con le ali che non gli era possibile comunicare a terra. La perdita di fluido idraulico aveva causato il rilascio del [[gancio di coda]] del velivolo, che durante l'atterraggio trascinò via la catena d'arresto ancorata sulla pista.<ref name=Nellis>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 189-192|Hansen}}, 2005.</ref> Ci vollero almeno 30 minuti per ripulire la pista dai detriti e per ripristinare un altro cavo di arresto. Armstrong telefonò quindi alla base di Edwards affinché fosse inviato qualcuno a recuperarlo e dalla base partì Milt Thompson a bordo di un [[F-104]]B, l'unico aereo libero in quel momento che avesse a disposizione due posti, che tuttavia Thompson non aveva mai pilotato prima. Con grosse difficoltà il pilota incaricato del recupero arrivò a Nellis, ma un forte vento laterale gli causò un atterraggio troppo brusco facendo esplodere una delle gomme del carrello. La pista dovette essere nuovamente chiusa e ripulita, mentre dalla base Edwards nel frattempo partì Bill Dana con un [[T-33 Shooting Star]]. Tuttavia, anche Dana incorse in ulteriori problemi nell'atterraggio e il comando di Nellis decise che, per evitare ulteriori danni, si sarebbe incaricata la base stessa di riportare i tre piloti alla Edwards via terra.<ref name=Nellis/>
*Geognostica, dedicata alle rocce soprattutto del territorio ascolano, con tipi di rocce [[Magma|magmatiche]],[[Roccia sedimentaria| sedimentarie]] e [[Roccia metamorfica|metamorfiche]];
*Orittognostica, comprende [[minerali]] da tutto il mondo, in particolare dai monti [[Urali]] e dal [[Brasile]], presenti numerosi minerali di tipo [[Vulcano|vulcanico]];
*Paleontologica, per i [[fossile|fossili]] del [[paleolitico]] e del [[mesozoico]].<ref>Scheda informativa sul Museo di Storia naturale A. Orsini sul sito ufficiale del [http://www.comune.ascolipiceno.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1394 Comune di Ascoli Piceno]. URL consultato il 25 gennaio 2011.</ref>
Vi sono un ricco [[erbario]] con più di 11.500 piante essiccate e catalogate, due raccolte di fossili: una su [[travertino]] e l'altra di reperti rinvenuti nel [[Piceno (territorio)|Piceno]] e in [[Austria]], la collezione [[malacologia|malacologica]] che conta circa 1.500 esemplari di [[conchiglie]], circa 1.260 [[minerale|minerali]], 2.300 [[roccia|rocce]] e anche una collezione di legni e di semi.<ref>C. Panichi, ''art. cit.,'' p. 29.</ref>
 
Appartengono all'esposizione anche strumenti usati dallo scienziato nel corso delle sue ricerche e il suo ampio epistolario che annovera oltre 4.000 lettere di corrispondenza intercorsa con altri scienziati del suo tempo.
Armstrong effettuò complessivamente 7 voli a bordo dell'X-15, raggiungendo l'altitudine massima di 68,2&nbsp;km<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 1780|Hansen}}, 2005.</ref> a bordo dell'X-15-3 e la velocità di punta di Mach 5,74 (6.615&nbsp;km/h) sull'X-15-1; lasciò il Dryden Flight Research Center con un totale di 2.400 ore di volo,<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 210|Hansen}}, 2005.</ref> e in tutta la sua carriera volò con 200 modelli differenti di aereo.<ref name=NASA-bio/>
 
==== Storia del museo "Antonio Orsini" ====
== Carriera da astronauta ==
Antonio Orsini lasciò le sue collezioni di naturalista alla famiglia ascolana dei Mariotti i quali le donarono all'Istituto Tecnico Agrario Statale della città.<ref>G. Marinelli, ''op. cit.,'' p. 231.</ref> L'Amministrazione provinciale ascolana, divenuta in seguito proprietaria della scuola, ha spostato la consistenza delle raccolte presso Palazzo Catenacci, edificio che si affaccia sul corso [[Giuseppe Mazzini]]. Da questa collocazione, nel [[2006]], tutto il materiale scientifico è stato trasferito presso l'attuale sede.
[[File:Neil Armstrong in Gemini G-2C training suit.jpg|thumb|Armstrong con un modello provvisorio di tuta usato per il [[Programma Gemini]]]]
Già nel [[1958]] Armstrong fu inserito nel programma [[Man In Space Soonest]] della [[U.S. Air Force]] con il quale gli statunitensi si prefiggevano di sconfiggere i sovietici nella [[corsa allo spazio]]. Nel [[1960]] fece parte dei piloti consulenti per il [[Boeing X-20 Dyna-Soar]], uno spazioplano militare, mentre nel [[1962]] fu indicato come uno dei sei piloti ingegneri che avrebbero potuto pilotarlo.<ref name=esordi>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 195-204|Hansen}}, 2005.</ref>
 
=== Museo dell'acqua "Tutta l'acqua del mondo" ===
Nei mesi successivi all'annuncio della formazione di una nuova squadra di aspiranti astronauti, Armstrong era molto eccitato alla prospettiva di partecipare al [[Programma Apollo]] per le nuove frontiere dell'astronautica che la sfida avrebbe aperto. Armstrong presentò la propria candidatura il 1º giugno 1962, con i termini per la presentazione scaduti una settimana prima, ma Dick Day, un suo camerata alla base Edwards, in quel momento impiegato al ''Manned Spacecraft Center'', vedendo l'arrivo tardivo della domanda la inserì insieme alle altre prima che qualcuno se ne accorgesse.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 195|Hansen}}, 2005.</ref> Presso la Brooks City-Base Armstrong passò poi una visita medica giudicata da molti dei candidati come dolorosa e probabilmente inutile.<ref name=esordi/>
La mostra permanente è stata aperta al pubblico nel novembre del [[2012]]<ref>[http://www.provincia.ap.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_565.html Inaugurato alla Cartiera Papale il Museo high tech dell'Acqua - Sito ufficiale della Provincia di Ascoli Piceno] URL consultato il 28 novembre 2012.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.primapaginaonline.it/2012/11/13/mostre-cartiera-papale-museo-acqua/ |titolo=Prima Pagina Online. Cartiera, inaugurato museo dell’Acqua|accesso=27 luglio 2019}}</ref> e consiste in una esposizione museale dedicata all'[[acqua]], composta da un percorso interattivo di schermi ''touchscreen'', video, mappe tridimensionali e allestimenti in ''plexiglas''.
 
Si descrive l'importanza e il ruolo dell’acqua nello sviluppo delle attività umane e nella trasformazione del paesaggio sul pianeta. Le caratteristiche dell’acqua, i suoi stati e le sue proprietà vengono illustrate attraverso immagini a scorrimento che mostrano il cosiddetto ''Oro blu'' in diversi luoghi della Terra e in varie forme, come [[fiumi]], [[laghi]], [[paludi]], [[mari]], [[piscine]], ma anche [[ghiacciai]] e [[nuvole]]. Una sezione dell'esposizione mostra delle bottiglie luminose che informano sul consumo domestico medio di acqua a persona in diversi paesi del mondo.
[[Donald Kent Slayton]] chiamò Armstrong il 13 settembre del 1962 chiedendogli se fosse interessato ad unirsi al gruppo di astronauti della [[NASA]] che i giornalisti avevano ribattezzato ''[[NASA Astronaut Group 2|New Nine]]'', e Armstrong senza esitazione rispose affermativamente. La selezione fu mantenuta segreta per i tre giorni successivi, anche se indiscrezioni sui giornali davano da tempo Armstrong già selezionato come il primo astronauta civile,<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 201-202|Hansen}}, 2005.</ref> e così fu, insieme a [[Elliott See]]. Ad ogni modo, Armstrong non sarebbe diventato il primo astronauta civile a volare nello spazio, poiché i sovietici l'anticiparono con la ''[[Vostok 6]]'', inviando in orbita [[Valentina Tereškova]], una operaia tessile e [[Paracadutismo|paracadutista]] amatoriale, il 16 giugno [[1963]].
 
=== ProgrammaEsposizioni Geminitemporanee ===
Il polo museale ospita, nelle due sale dove si asciugava la carta, mostre temporanee di scienza, di arte e di tecnologia.
 
==Biblioteca "Ugo Toria"==
==== ''Gemini 8'' ====
All'interno dell'antico complesso architettonico c'è la Biblioteca provinciale di storia contemporanea "Ugo Toria". La biblioteca, conta la presenza di circa 18.000 volumi soprattutto di storia contemporanea.
[[File:GEMINI-TITAN-8 - PRELAUNCH ACTIVITY.jpg|thumb|left|Armstrong durante le operazioni di vestizione per il lancio della ''Gemini 8'']]
La composizione dell'equipaggio per la missione ''[[Gemini 8]]'' fu annunciata il 20 settembre [[1965]], con Armstrong comandante e [[David Scott]] pilota. La missione fu lanciata il 16 marzo [[1966]] e fu la più complessa operazione in orbita mai effettuata prima di allora: un [[rendezvous]] e aggancio con il veicolo senza equipaggio [[Agena Target Vehicle]]. Nel suo complesso, la missione prevedeva 75 ore di volo e 55 orbite. Dopo il lancio dell'Agena alle 10 del mattino (ora locale), il [[Titan II]] con a bordo Armstrong e Scott partì alle 11:41, portandoli in orbita.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|cap. 19|Hansen}}, 2005.</ref> Le operazioni di rendezvous e aggancio furono completate con successo - stabilendo un primato nell'esplorazione spaziale - in 6,5 ore,<ref>{{Cita web |titolo=Gemini 1965–1966 |editore=Spacecollection.info |url=http://www.spacecollection.info/us_gemini/gemini.html |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref> nonostante i contatti radio con l'equipaggio fossero stati intermittenti a causa della scarsa copertura delle stazioni. Le istruzioni di missione prevedevano che se si fossero presentate anomalie di funzionamento in assenza di contatto da terra, l'equipaggio avrebbe dovuto procedere allo sganciamento immediato dell'Agena. Dopo 27 minuti dall'aggancio, i due moduli iniziarono a ruotare vorticosamente: la causa sarebbe stata successivamente individuata nel malfunzionamento di uno dei propulsori dell'[[Orbital Maneuvering System|Orbit Attitude and Maneuvering System]] (OAMS), che era rimasto bloccato in fase attiva. Armstrong allora sganciò il modulo Agena, ma la velocità di rotazione della ''Gemini'' aumentò anziché diminuire, raggiungendo il valore di circa una rotazione al secondo. I due astronauti furono quindi costretti a disattivare l'OAMS e ad attivare il [[Reaction control system]] (RCS) per contrastare la rotazione. Queste operazioni riuscirono a stabilizzare la ''Gemini 8'', impiegando tuttavia il 75% del carburante disponibile. La missione era ormai compromessa: come previsto dai protocolli di volo, il prematuro utilizzo del RCS impose il rientro sulla Terra alla prima occasione utile; le ulteriori attività che erano state previste, come la EVA, furono annullate.<ref>{{Cita web|titolo=Gemini 8|editore=NSSDC, NASA|url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1966-020A|data=maggio 2012|accesso=6 settembre 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130306110100/http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1966-020A|dataarchivio=6 marzo 2013|urlmorto=sì}}</ref>
 
Fa parte del Polo SIP costituito da ventinove biblioteche delle province di Ascoli Piceno e [[Fermo]].
[[File:Gemini 8 during rescue.jpg|thumb|Recupero della ''Gemini 8'' sull'Oceano Pacifico, Armstrong siede a destra]]
 
<gallery>
Nell'ambito dell'ufficio astronauti furono sollevate alcune obiezioni sul comportamento tenuto dall'equipaggio durante la missione. [[Walter Cunningham]] affermò che Armstrong e Scott non si sarebbero attenuti alle procedure previste per affrontare questo genere di incidenti e che la missione avrebbe potuto essere salvata se Armstrong avesse attivato solo uno dei circuiti dell'RCS. Ciò, tuttavia, non corrispondeva alla verità perché i circuiti dell'RCS non potevano essere azionati singolarmente, ma solo tutti insieme, né erano state previste delle procedure precise per far fronte a questo tipo di problema. [[Eugene F. Kranz]] scrisse: «l'equipaggio ha agito esattamente come era stato loro insegnato che avrebbero dovuto agire, e agirono in maniera sbagliata poiché noi li abbiamo addestrati in maniera sbagliata». I programmatori della missione avevano valutato in maniera errata le operazioni di rendezvous, senza considerare che una volta che i due moduli avessero completato l'aggancio, avrebbero dovuto essere considerati come un'unica navicella.<ref>{{Cita|Gene Kranz|p. 174|Kranz}}, 2000.</ref>
File:Cartiera Papale AP portale 02.jpg|Portale del pianterreno
File:Cartiera Papale AP portale 01.jpg|Portale del primo piano
File:Cartiera Papale AP finestra.jpg|Finestra rinascimentale
File:Torrente Castellano (ansa della Cartiera).jpg|Ansa del vicino torrente Castellano
</gallery>
 
==Note==
Lo stesso Armstrong rimase abbattuto per il parziale fallimento della missione<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 274|Hansen}}, 2005.</ref> e per aver privato Scott della possibilità di compiere la prevista attività extraveicolare.
 
==== ''Gemini 11'' ====
Per Armstrong l'ultima nomina come astronauta del Programma Gemini, annunciata due giorni dopo l'ammaraggio della ''Gemini 8'', fu quella di componente dell'equipaggio di riserva della ''[[Gemini 11]]''. Con due addestramenti alle spalle Armstrong era piuttosto esperto dei sistemi utilizzati nel Programma e gli fu assegnato il compito di istruire il neofita [[William Anders]].<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 292-293|Hansen}}, 2005.</ref> Il lancio della ''Gemini 11'' avvenne il 12 settembre 1966,<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://science.ksc.nasa.gov/history/gemini/gemini-xi/gemini-xi.html |titolo=Gemini-XI |sito=Kennedy Space Center, NASA |data=25 agosto 2000 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> con [[Charles Conrad]] e [[Richard Gordon (astronauta)|Richard Gordon]] a bordo che completarono con successo la missione, mentre Armstrong operò da terra come ''[[Capsule communicator]]''.
 
Al termine della missione il presidente [[Lyndon B. Johnson]] chiese ad Armstrong e a sua moglie di prendere parte ad un tour di 24 giorni in [[Sudamerica]],<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 296-297|Hansen}}, 2005.</ref> che si sarebbe snodato in 11 Stati in 14 delle maggiori città, insieme ad altri componenti del governo degli Stati Uniti. In [[Paraguay]] Armstrong impressionò i dignitari locali ringraziandoli nella loro lingua, il [[Lingua guaranì|Guaranì]],<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 298|Hansen}}, 2005.</ref> mentre in [[Brasile]] parlò dell'ingegno del pioniere dell'aviazione [[Alberto Santos-Dumont]] e dell'aereo da lui costruito, il [[Santos-Dumont 14-bis|14-bis]].<ref>{{Cita web|titolo=Santos Dumont In France 1906–1916|editore=Earlyaviators.com|url=http://www.earlyaviators.com/edumonb.htm|accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
=== Programma Apollo ===
Il 27 gennaio [[1967]], data tristemente nota per l'incidente dell<nowiki>'</nowiki>''[[Apollo 1]]'', Armstrong era a [[Washington D.C.]] con [[Gordon Cooper]], [[Richard Gordon (astronauta)|Richard Gordon]], [[Jim Lovell]] e [[Scott Carpenter]] per la stesura del [[trattato sullo spazio extra-atmosferico]]. La riunione era durata fino alle 18:45 e quando Carpenter andò all'aeroporto e gli altri tornarono ai loro alloggi in albergo, trovarono un messaggio che chiedeva loro di mettersi in contatto con il [[Lyndon B. Johnson Space Center]]. Appresero dunque della morte di [[Gus Grissom]], [[Edward White]] e [[Roger Chaffee]]; il gruppo trascorse la notte fuori a bere [[Scotch whisky|scotch]], discutendo sul terribile evento.<ref>{{Cita libro |titolo=Apollo 13 |cognome=Lovell |nome=Jim |wkautore=Jim Lovell |coautori=Jeffrey Kluger |anno=2000 |editore=Houghton Mifflin |isbn=0-618-05665-3 |pp=24–25 |lingua=inglese}}</ref>
Il 5 aprile [[1967]], mentre la commissione incaricata di investigare sull'incidente dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 1'' pubblicava la sua relazione, Armstrong era riunito con gli altri 17 astronauti per un incontro con Deke Slayton, che esordì dicendo loro: "I ragazzi che voleranno nelle prime missioni lunari sono i ragazzi in questa stanza".<ref>{{Cita libro |lingua=inglese |titolo=The Last Man on the Moon |nome=Eugene|cognome=Cernan |wkautore=Eugene Cernan |coautori=Don Davis |anno=1999 |editore=St Martin's Griffin |città=New York |isbn=0-312-26351-1 |pagine=165}}</ref> Secondo quanto riportato da [[Eugene Cernan]], Armstrong non aveva mostrato alcuna reazione alla frase di Slayton, per lui non si era trattato di una sorpresa, poiché in quella stanza vi erano i veterani del Programma Gemini, gli unici pronti per una simile impresa. La riunione proseguì con Slayton che spiegò nei dettagli gli sviluppi del progetto, e Armstrong venne inserito nell'equipaggio di riserva della nona missione Apollo, che a quello stadio di sviluppo era programmata come missione in [[orbita terrestre media]] per il test del [[Modulo Lunare Apollo]] e del [[Apollo Command/Service Module|modulo di comando]] combinati insieme. A causa dei ritardi accumulati nella progettazione e costruzione del modulo lunare, l'ottava e la nona missione furono invertite. Così Armstrong, di riserva per l<nowiki>'</nowiki>''[[Apollo 8]]'', in accordo allo schema di rotazione degli astronauti adottato dalla NASA per le missioni Apollo, si trovò al comando della missione ''[[Apollo 11]]''.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 312-313|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Per fornire agli astronauti esperienza utile sulla guida del modulo lunare nella discesa verso la Luna, la NASA commissionò alla ''Bell Aircraft'' la costruzione di due [[Lunar Landing Research Vehicle]], ai quali successivamente si aggiunsero tre [[Lunar Landing Training Vehicles]] per l'addestramento. La simulazione della gravità lunare, pari ad un sesto di quella terrestre, avveniva tramite motori a [[turboventola]]. Il 6 maggio [[1968]] a circa 30 metri dal suolo il veicolo da addestramento pilotato da Armstrong iniziò a precipitare a causa di controlli difettosi, costringendo l'astronauta a mettersi in salvo eiettandosi e atterrando con il [[paracadute]]. Successive analisi evidenziarono che se Armstrong avesse abbandonato il veicolo mezzo secondo più tardi, il tempo non sarebbe poi stato sufficiente per l'apertura del paracadute; invece, l'unica ferita registrata fu solo un morso alla lingua. Nonostante avesse rischiato di perire nell'incidente, l'astronauta rimase comunque convinto che senza l'addestramento su questi velivoli l'allunaggio non avrebbe mai avuto successo, poiché in nessun altro modo si sarebbe potuta fornire ai piloti una valida esperienza del comportamento del modulo lunare nella fase di allunaggio.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 334|Hansen}}, 2005.</ref>
 
==== ''Apollo 11'' ====
[[File:Ap11-s69-31740.jpg|thumb|Foto dell'equipaggio della ''[[Apollo 11]]''. Da sinistra a destra: Armstrong, [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]], e [[Buzz Aldrin]].]]
Dopo il ruolo nell'equipaggio di riserva dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 8'', Slayton offrì ad Armstrong il comando dell<nowiki>'</nowiki>''[[Apollo 11]]'' il 23 dicembre del [[1968]], mentre l<nowiki>'</nowiki>''Apollo 8'' orbitava intorno alla [[Luna]].<ref>{{Cita|Craig Nelson|p. 17|Nelson2009}}, 2009.</ref> In un incontro che non venne reso noto fino alla pubblicazione della biografia di Armstrong nel [[2005]], Slayton gli disse che nonostante il programma prevedesse lui come comandante, Aldrin come pilota del modulo lunare e Collins come pilota del modulo di comando, gli offriva la possibilità di assegnare a [[Jim Lovell]] il posto di Aldrin. Dopo averci riflettuto per un giorno, Armstrong rifiutò l'offerta poiché - come disse a Slayton - non aveva alcun problema a lavorare con Aldrin, né avrebbe potuto offrire una valida giustificazione sul perché Lovell, che era stato comandante della ''[[Gemini 12]]'', operasse come pilota del modulo lunare, posizione che, in via non ufficiale, era considerata essere al gradino più basso nell'equipaggio della missione.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 338|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Nel marzo del [[1969]], in una riunione tra Slayton, [[George Low]], [[Robert R. Gilruth]] e [[Christopher C. Craft]], divenne chiaro che il primo uomo a posare il piede sulla Luna sarebbe stato proprio Armstrong, favorito nella scelta anche dal proprio carattere che non l'avrebbe portato ad insuperbirsi per l'esperienza.<ref name="Hansen, ch. 25.">{{Cita|J. R. Hansen|cap. 25|Hansen}}, 2005.</ref> In una conferenza stampa tenutasi il 14 aprile 1969, Slayton indicò la disposizione dell'equipaggio nel modulo lunare quale giustificazione del fatto che Armstrong sarebbe stato il primo ad uscire. Il portello si apriva verso l'interno a destra, risultando d'ostacolo per il pilota. In più, aggiunse Slayton, «solo per una questione di protocollo, penso che il primo a sbarcare debba essere il comandante… Bob Gilruth ha approvato la mia decisione».<ref>''Expeditions to the Moon'', chapter 8, p.&nbsp;160.</ref>
 
Il 16 luglio del 1969 Armstrong ricevette una falce di luna di [[polistirene]] da [[Guenter Wendt]], che gliela presentò come una chiave per la Luna; in cambio Armstrong gli offrì un biglietto per un "taxi spaziale, buono per due pianeti".<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 407|Hansen}}, 2005.</ref>
 
===== In viaggio verso la Luna =====
[[File:Neil Armstrong.jpg|thumb|left|upright=1.1|Armstrong, fotografato da Aldrin, sorride dopo la EVA sul suolo lunare.]]
Durante il lancio dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 11'' il [[cuore]] di Armstrong raggiunse i 110 battiti al minuto.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 410|Hansen}}, 2005.</ref> Secondo l'astronauta, il primo stadio era molto più rumoroso della ''Gemini 8'', sebbene più spazioso. Proprio quest'ultimo aspetto - come è stato suggerito - potrebbe aver evitato che l'equipaggio soffrisse di [[sindrome da adattamento allo spazio]], sperimentata invece in altre missioni. Armstrong ne era particolarmente sollevato, poiché soffriva fin da piccolo di [[chinetosi]] e spesso lunghi periodi in volo gli procuravano nausea.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 411-412|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Obiettivo dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 11'' era portare l'equipaggio sano e salvo sulla Luna più che posare il modulo con un atterraggio di precisione. Tre minuti dopo l'inizio della discesa verso la superficie lunare, Armstrong si accorse che i crateri di riferimento scorrevano con due secondi di anticipo: ciò permetteva di stimare che l'atterraggio sarebbe avvenuto con tutta probabilità a qualche miglio dal punto stabilito.<ref>{{Cita|Andrew Smith|pp. 21-22|Smith}}, 2005.</ref> Mentre il radar del modulo ''Eagle'' tracciava la superficie, si attivarono alcuni allarmi di errore sul [[computer]] di bordo. Il primo fu un codice 1202, che nonostante il lungo addestramento di Aldrin e Armstrong, era sconosciuto ai due; fu il Centro di controllo missione da Houston a rassicurarli: gli allarmi riportati erano causati da un sovraccarico di dati verso l'Apollo Guidance Computer e non costituivano un problema. Come raccontato da Aldrin nel documentario ''In the shadow of the Moon'', il sovraccarico fu causato dalla sua decisione di lasciare attivo il radar, che conseguentemente fornì al computer tutta una serie di dati non necessari che lo costrinsero a interrompere l'esecuzione di operazioni secondarie, segnalando l'errore.
 
Quando Armstrong si accorse che stavano atterrando in modo automatico in una zona che non gli sembrava sicura, si pose direttamente ai comandi del modulo. La ricerca di un'area adatta richiese più tempo del previsto e comportò che la fase di volo risultasse più lunga di quanto stabilito nelle simulazioni.<ref>{{Cita|Andrew Chaikin|p. 199|Chaikin}}, 1995.</ref><ref>{{Cita|Andrew Smith|pp. 23-25|Smith}}, 2005.</ref> Ciò generò molta preoccupazione presso il controllo missione, dove si temeva che i due astronauti potessero rimanere senza carburante sufficiente per l'allunaggio.<ref>{{Cita|Andrew Chaikin|p. 198|Chaikin}}, 1995.</ref> Al momento dello sbarco, tuttavia, Armstrong si disse certo di avere avuto ancora almeno 40 secondi di carburante rimanenti, inclusi i 20 di sicurezza necessari in caso di annullamento della missione all'ultimo istante.<ref>{{Cita|Andrew Chaikin|p. 200|Chaikin}}, 1995.</ref> Durante l'addestramento inoltre Armstrong era riuscito a far atterrare il simulatore con soli 15 secondi di carburante a disposizione in diverse occasioni, ed era abbastanza sicuro che il modulo avrebbe dovuto sopravvivere anche ad una caduta libera di 15 metri se le cose si fossero messe male. Analisi successive alla missione indicarono che in effetti nel modulo vi erano stati ancora tra i 45 e i 50 secondi di carburante a disposizione.<ref>{{Cita libro |url=http://history.nasa.gov/alsj/a11/A11_MissionReport.pdf |editore=NASA |città=Houston |titolo=Apollo 11 Mission Report |data=novembre 1969 |lingua=inglese |formato=PDF |capitolo=9.8.3 Gaging System Performance |id=MSC-00171 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
L'allunaggio avvenne alle 20:17:39 UTC del 20 luglio 1969.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.history.nasa.gov/alsj/a11/a11.step.html |cognome=Jones |nome=Eric M. |titolo=The First Lunar Landing, time 109:24:48 |accesso=28 marzo 2013}} The accuracy to the second of Apollo&nbsp;11 events differs in different NASA logs.</ref> Opportuni sensori di contatto a baffo erano presenti all'estremità delle gambe del modulo ed il primo contatto avvenne mentre il modulo era ancora in [[Volo a punto fisso|volo stazionario]] (''hovering''); l'accensione di una spia azzurra segnalò l'evento in cabina e Aldrin ne diede comunicazione con «Contact light» (Luce di contatto); successivamente quando il modulo si arrestò completamente sulla superficie, fu nuovamente Aldrin a comunicarlo con «Okay, motori fermi», cui seguì la conferma di Armstrong, con «Shutdown». La prima frase che Armstrong comunicò al controllo missione dopo l'atterraggio fu la nota «Houston, Tranquillity base here, the ''Eagle'' has landed» (trad. ''Houston, qui Base della Tranquillità. La ''Eagle'' è atterrata''). Armstrong e Aldrin celebrarono il momento con una vivace stretta di mano, prima di tornare al lavoro per verificare le procedure da adottare in caso di partenza in emergenza dalla superficie.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.history.nasa.gov/alsj/a11/a11.landing.html |autore=Eric M. Jones |titolo=The First Lunar Landing, time 1:02:45 |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.jsc.nasa.gov/history/mission_trans/apollo11.htm |titolo=Mission Transcripts, Apollo 11 AS11 PA0.pdf |accesso=28 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071104210113/http://www.jsc.nasa.gov/history/mission_trans/apollo11.htm |dataarchivio=4 novembre 2007 |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://history.nasa.gov/alsj/a11/a11transcript_pao.htm |titolo=Apollo 11 Mission Commentary 7-20-69 CDT 15:15 - GET 102:43 - TAPE 307/1 |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130317060736/http://www.history.nasa.gov/alsj/a11/a11transcript_pao.htm |dataarchivio=17 marzo 2013 }}</ref> Durante la fase critica, l'unico messaggio inviato da Houston fu "30 secondi", con cui intendevano segnalare quanto carburante ritenevano rimanesse a disposizione. Quando Armstrong confermò l'atterraggio, dal centro di controllo giunse un sospiro di sollievo e le parole «Avete fatto diventare blu un po' di gente qui. Stiamo respirando di nuovo».<ref>Riportato in {{Citazione|You got a bunch of guys about to turn blue. We're breathing again.|{{Cita|Andrew Chaikin|p. 200|Chaikin}}, 1995}}.</ref>
 
Solo nel 2005, Armstrong rese noti i suoi timori iniziali di un possibile fallimento della missione; pensava infatti che avessero solo il 50% di probabilità di successo e nel descrivere le sue emozioni dopo l'allunaggio disse: «ero sollevato, estasiato ed estremamente sorpreso che avessimo avuto successo».<ref>{{Cita news |titolo= Neil Armstrong: Manned Mars mission 20 years away |pubblicazione=USA Today |città =Washington DC |url= https://www.usatoday.com/tech/science/space/2005-09-06-mars-armstrong_x.htm |data=6 settembre 2005 |accesso=28 marzo 2013 |autore=Sean Yoong |citazione=I was elated, ecstatic and extremely surprised that we were successful}}</ref>
 
===== La prima passeggiata lunare =====
[[File:Frase de Neil Armstrong.ogg|thumb|"That's one small step for man, one giant leap for mankind"]]
Nonostante il programma stabilito prevedesse che i due astronauti si riposassero a lungo prima delle [[Apollo 11#Operazioni sulla superficie|attività sulla superficie]], Armstrong chiese al controllo missione che l'[[Attività extraveicolare|EVA]] fosse anticipata per la sera (ora di [[Houston]]). Quando i due furono pronti per scendere dal modulo di atterraggio, depressurizzarono la ''Eagle'', aprirono il portello e Armstrong si avviò per primo sulla scaletta.
 
Sulla cima della scala comunicò: «Sto scendendo dal LEM ora». Posò il piede sinistro sull'ultimo scalino alle 2:56 UTC del 21 luglio 1969,<ref>Harland, David (1999). ''Exploring the Moon: The Apollo Expeditions''. ISBN 1-85233-099-6.</ref> pronunciando la storica frase «That's one small step for (a) man, one giant leap for mankind» (trad. «Questo è un piccolo passo per (un) uomo, un gigantesco balzo per l'umanità»<ref>{{Cita news |titolo=Rientrati nel lem dopo la danza sulla Luna |pubblicazione=StampaSera |pagina=1 |giorno=21 |mese=luglio|anno=1969 |numero=167 |autore=Mario Ciriello}}</ref><ref>{{Cita news |titolo=Dall'allucinante deserto lunare all'aggancio in orbita con Apollo |pubblicazione=l'Unità |pagina=3 |giorno=22 |mese=luglio|anno=1969 |autore=Hart Colin}}</ref>).<ref name="Snopes">{{Cita web |url=https://www.snopes.com/quotes/onesmall.asp |titolo=One Small Misstep: Neil Armstrong's First Words on the Moon |autore=Barbara Mikkelson |coautori=David Mikkelson |data=ottobre 2006 |sito=Snopes.com |editore=Urban Legends Reference Pages |pagina=1 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
[[File:Apollo 11 Landing - first steps on the moon.ogv|thumb|left|Armstrong descrive la superficie lunare]]
 
Armstrong aveva scelto questa frase dopo averci pensato durante il lancio e nelle ore successive all'allunaggio.<ref>{{Cita web |lingua=en |cognome=Hansen |nome=James R. |titolo=Armstrong's Abbreviated Article: Notes from the Expert |opera Language Log |data=3 ottobre 2006 |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003635.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nella registrazione di quei momenti, l'[[articolo indeterminativo]] inglese, "a", prima di "man", non è distinguibile, dando alla frase un senso errato poiché "man" da solo è usato come sinonimo di umanità. La NASA e Armstrong insistettero dopo la missione che quel suono fosse stato celato da un'interferenza statica sulla trasmissione. Dopo ripetuti ascolti della registrazione, tuttavia, Armstrong ammise che forse poteva effettivamente averla dimenticata in quel momento, non pronunciandola.<ref name="Snopes" />
[[File:As11-40-5886.jpg|thumb|Armstrong sulla Luna]]
La frase è stata oggetto, anche successivamente, di attenzione e in diversi ritengono di aver individuato la presenza della vocale perduta.<ref name="Snopes"/><ref>{{Cita news |autore=Jacqui Goddard |titolo=One small word is one giant sigh of relief for Armstrong |pubblicazione=The Times |città=Londra |giorno=2 |mese=ottobre|anno=2006 |url=http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/us_and_americas/article657515.ece |accesso=28 agosto 2007}}</ref> Secondo Peter Shann Ford, un programmatore [[australia]]no che ne ha effettuato un'analisi digitale nel 2006, la "a" in realtà fu pronunciata, ma non era distinguibile nella trasmissione ricevuta a causa delle limitazioni della tecnologia radio dell'epoca.<ref name="Snopes"/><ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.collectspace.com/news/news-100306a.html |autore=Peter Shann Ford |titolo=Electronic Evidence and Physiological Reasoning Identifying the Elusive Vowel "a" in Neil Armstrong's Statement on First Stepping onto the Lunar Surface |sito=CollectSpace.com |tipo=ristampa |data=17 settembre 2006 |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita web |titolo=Software finds missing 'a' in Armstrong's moon quote |editore=CNN.com |data=1º ottobre 2006 |url=https://www.cnn.com/2006/US/09/30/moon.quote.ap/index.html |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061004151135/http://www.cnn.com/2006/US/09/30/moon.quote.ap/index.html |dataarchivio=4 ottobre 2006 |accesso=28 agosto 2007 |urlmorto=sì }}</ref> Ford e James R. Hansen, biografo autorizzato di Armstrong, hanno fornito i risultati della analisi all'astronauta e alla NASA. Ford, tuttavia, non ha sottoposto i suoi risultati a una [[revisione paritaria]], ma li ha pubblicati sul suo blog, ed i linguisti David Beaver e Mark Liberman hanno espresso molti dubbi sulla loro correttezza.<ref>{{Cita web |autore=David Beaver |sito=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003630.html |titolo=One small step backwards |data=2 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}} (including audio)<br />{{Cita web |editore=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003632.html |titolo=One 75-millisecond step before a "man" |autore=Mark Liberman |data=3 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web|autore=David Beaver |editore=Language Log |url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003634.html |titolo=Armstrong's abbreviated article: the smoking gun? |data=3 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web|autore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/%7Emyl/languagelog/archives/003635.html|titolo=Armstrong's abbreviated article: notes from the expert |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web |autore=David Beaver |editore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003639.html |titolo=First Korean on the moon! |data=4 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}<br />{{Cita web |autore=Mark Liberman |editore=Language Log|url=http://itre.cis.upenn.edu/~myl/languagelog/archives/003645.html |titolo=What Neil Armstrong said |data=6 ottobre 2006 |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
La discesa dalla scaletta del Modulo lunare fu trasmessa in diretta da [[Voice of America]] negli Stati Uniti e, attraverso la [[BBC]] e altre stazioni, in tutto il mondo. Si è stimato che l'ascolto globale del momento dello sbarco fosse di almeno 450 milioni di persone, su una popolazione mondiale totale di 3 miliardi e 631 milioni.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.infoplease.com/year/1969.html |titolo=Information Please world statistics |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
[[File:Apollo 11 first step.jpg|thumb|left|upright=1.1|Armstrong si prepara a compiere il primo passo sulla Luna.]]
 
Venti minuti dopo lo sbarco di Armstrong, Aldrin lo raggiunse sulla superficie diventando il secondo uomo a mettere piede sulla Luna; una volta insieme, i due iniziarono le operazioni previste durante la EVA. Per prima cosa posizionarono una placca commemorativa del volo e, subito dopo, piantarono la bandiera degli Stati Uniti. Dopo queste operazioni, il presidente [[Richard Nixon|Nixon]] parlò con loro [[telefono|telefonicamente]]. Il presidente parlò per circa un minuto, la risposta di Armstrong durò 30 secondi.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 505-506|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Dopo aver aiutato Aldrin a sistemare l'[[ALSEP]] Armstrong si incamminò verso quello che è ora indicato come [[East Crater]], a circa 60 metri dal modulo lunare, la più lunga passeggiata dell'intera missione. L'ultima operazione di Armstrong sulla superficie fu la posa di alcuni oggetti in memoria dei cosmonauti defunti [[Yuri Gagarin]] e [[Vladimir Komarov]] e degli astronauti deceduti nell'incidente dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 1'' Grissom, Chaffee e White. Il tempo totale dell'EVA sulla superficie lunare fu di circa due ore e mezza, la più breve passeggiata fra quelle delle sei missioni che raggiunsero il satellite.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Summary Data on Apollo Missions |editore=NASA |url=http://history.nasa.gov/SP-4214/app5.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
===== Rientro sulla Terra =====
[[File:President Nixon welcomes the Apollo 11 astronauts aboard the U.S.S. Hornet.jpg|thumb|upright=1.1|L'equipaggio dell'Apollo incontra il presidente Nixon durante la quarantena.]]
Rientrati nel modulo lunare e sigillato il portello, i due astronauti si accorsero di aver danneggiato l'interruttore che avrebbe dovuto azionare il motore per la risalita, urtandolo mentre indossavano le ingombranti [[Tuta spaziale|tute]] che avevano permesso loro di sopravvivere all'esterno del modulo lunare. Riuscirono tuttavia ad attivarlo, chiudendo il contatto che accese il motore principale, usando una semplice penna,<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 489-490|Hansen}}, 2005.</ref> che da allora Aldrin conserva. Dopodiché il LEM si ricongiunse in orbita lunare con il modulo di comando ''Columbia'' sul quale era in attesa Collins. I tre dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 11'' tornarono dunque sulla Terra ammarando nell'[[Oceano Pacifico]] e venendo recuperati dalla ''[[USS Hornet (CV-12)|USS Hornet]]''.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://nssdc.gsfc.nasa.gov/nmc/spacecraftDisplay.do?id=1969-059A |titolo=Apollo 11 Command and Service Module (CSM) |editore=NASA |accesso=26 agosto 2012}}</ref>
 
Dopo essere stati in [[quarantena]], 18 giorni come misura di sicurezza contro eventuali [[malattie infettive]] che gli astronauti potevano aver contratto sulla Luna, l'equipaggio fu portato in trionfo attraverso gli Stati Uniti e il resto del mondo in quello che venne chiamato "Giant Leap Tour" di 45 giorni. Armstrong successivamente prese parte agli spettacoli di [[Bob Hope]] del [[1969]] per i corpi militari americani, principalmente in [[Vietnam]].<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 580|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Nel maggio del [[1970]] Armstrong si recò in [[Unione Sovietica]] per parlare al 13º convegno annuale del comitato internazionale sulla ricerca spaziale; arrivato a [[San Pietroburgo]] dalla [[Polonia]], andò a [[Mosca (Russia)|Mosca]] dove incontrò il presidente sovietico [[Alexei Kosygin]]. Allora, fu il primo occidentale a vedere l'aereo supersonico sovietico [[Tupolev Tu-144]];<ref name=Mosca>{{Cita|J. R. Hansen|p. 583|Hansen}}, 2005.</ref> inoltre, fu portato in visita al centro addestramento cosmonauti intitolato a Yuri Gagarin.<ref name=Mosca/> A sera Armstrong rimase sorpreso nel vedere il video in differita del lancio della ''[[Soyuz 9]]'': non aveva avuto notizia della missione nonostante fosse stato ospite di [[Valentina Tereškova]], mentre il marito di lei, [[Andrijan Grigor'evič Nikolaev]], era a bordo.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 582-584|Hansen}}, 2005.</ref>
 
In Italia, nel 1970, [[Alitalia]] gli dedicò il [[Boeing 747]] I-DEMA, il primo della compagnia; lo stesso Armstrong fu presente all'[[aeroporto di Roma Fiumicino]] all'inaugurazione dell'aereo.
 
== La vita dopo il programma Apollo ==
=== Insegnamento ===
Poco tempo dopo la missione lunare Armstrong annunciò pubblicamente di non avere più intenzione di volare nello spazio.<ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Christopher Riley |url=http://www.guardian.co.uk/science/2009/jul/09/apollo-astronauts-walking-moon |titolo=The moon walkers: Twelve men who have visited another world |editore=Guardian.co.uk |data=10 luglio 2009 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Gli fu quindi affidato un posto di rilievo nella [[Defense Advanced Research Projects Agency|ARPA]], ma tenne l'incarico per un solo anno e rassegnò le dimissioni dalla NASA nel 1971.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 584|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Ricoprì il ruolo di insegnante presso il Dipartimento di [[ingegneria aerospaziale]] all'[[Università di Cincinnati]],<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Neil Armstrong (1930-2012). Former UC professor a 'reluctant American hero' |sito=University of Cincinnati Magazine |url=http://magazine.uc.edu/favorites/web-only/armstrong.html |autore=Deborah Rieselman |accesso=28 marzo 2013}}</ref> scegliendola in luogo di altri atenei, persino di quello nel quale si era laureato, poiché aveva un piccolo dipartimento di ingegneria e sperava che i membri della facoltà non si risentissero del fatto che avesse ottenuto una cattedra possedendo solo un [[Master of Science]].<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Apollo 11 Crew Information |sito=Apollo 11 Lunar Surface Journal |editore=NASA |data=1º novembre 2005 |url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/a11/a11.crew.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> A Cincinnati ricevette il titolo di professore universitario in ingegneria aerospaziale e, dopo aver insegnato per otto anni, rassegnò le dimissioni nel [[1979]] senza spiegazioni.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 590-584|Hansen}}, 2005.</ref>
 
=== Commissioni d'indagine della NASA ===
Armstrong prese parte alle indagini su due incidenti spaziali. Il primo incarico lo ebbe nel 1970, nella commissione di inchiesta guidata da Edgar Cortwright sui fatti che coinvolsero la missione ''[[Apollo 13]]''. Armstrong, in particolare, si occupò di redigere un dettagliato resoconto cronologico del volo ed espresse la propria contrarietà alla raccomandazione, inclusa invece nel rapporto, di riprogettare i serbatoi dell'ossigeno che erano stati all'origine dell'esplosione.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 600-603|Hansen}}, 2005.</ref> Nel [[1986]] [[Ronald Reagan]] lo nominò vicepresidente della Rogers Commission incaricata di investigare sul disastro dello [[Space Shuttle]] ''[[Space Shuttle Challenger|Challenger]]'' e, come tale, era responsabile della parte operativa della commissione.
 
=== Attività finanziaria ===
Dopo il ritiro dalla NASA nel 1971, Armstrong lavorò presso diverse aziende come portavoce. La prima azienda che riuscì a fargli accettare una proposta in tal senso fu la [[Chrysler]], per la quale Armstrong apparve in numerosi spot a partire dal gennaio [[1979]]. L'ex astronauta dichiarò di aver accettato perché riteneva che la Chrysler avesse un'ottima divisione di ingegneria e perché l'azienda si trovava in difficoltà economiche. Prestò la sua immagine anche per altre compagnie come la General Time Corporation e la Bankers Association of America, ma solo nell'ambito del mercato statunitense.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 595|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Parallelamente alla sua attività come portavoce, prese posto in diversi [[Consiglio di amministrazione|consigli di amministrazione]] di numerose società, incluse la Marathon Oil, la Learjet, la Cinergy, la Taft Broadcasting, la United Arlines, la Eaton Corporation, la AIL System e la Thiokol.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 596-598|Hansen}}, 2005.</ref> In particolare, entrò nel consiglio di amministrazione della Thiokol dopo che la Rogers Commission, della quale era membro, aveva individuato che l'[[Disastro dello Space Shuttle Challenger|esplosione del ''Challenger'']] era stata causata da un problema ad un componente prodotto dall'azienda stessa. L'ultimo consiglio di amministrazione di cui è stato membro è stato quello della EDO Corporation, da cui si è ritirato nel 2002.<ref>{{Cita web |editore=EDO Corporation |data=8 febbraio 2000 |titolo=EDO Corporation CEO James M. Smith to become Chairman upon retirement of Neil A. Armstrong |url=http://www.edocorp.com/pr2002/02r0208.htm |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20061017094755/http://www.edocorp.com/pr2002/02r0208.htm |dataarchivio=17 ottobre 2006 |accesso=1º luglio 2006 |urlmorto=sì }}</ref>
 
== Vita privata ==
[[File:Legends of Aerospace (with Neil Armstrong, Eugene Cernan, and Jim Lovell).JPG|thumb|upright=1.1|Neil Armstrong (secondo da destra nella linea di centro) in visita alle truppe USAF nel sudest asiatico. Con lui Eugene Cernan in camicia rossa e Jim Lovell in camicia a strisce blu e bianche.]]
 
Armstrong frequentò la [[chiesa metodista]] con i Boy Scout alla fine degli [[Anni 1950|anni cinquanta]]; intervistato successivamente dai suoi biografi, affermò di definirsi [[Deismo|deista]].<ref>{{Citazione|It is clear that by the time Armstrong returned from Korea in 1952 he had become a type of deist, a person whose belief in God was founded on reason rather than on revelation, and on an understanding of God's natural laws rather than on the authority of any particular creed or church doctrine. While working as a test pilot in Southern California in the late 1950s, Armstrong applied at a local Methodist church to lead a Boy Scout troop. Where the form asked for his religious affiliation, Neil wrote the word “Deist.”|{{Cita|J. R. Hansen|p. 33|Hansen}}, 2005}}.</ref>
 
Al ritorno dalla guerra di Corea, Armstrong incontrò la donna che sarebbe diventata sua moglie, Janet Elizabeth Shearon, alla Purdue University, dove lei era laureanda in [[Economia domestica]]. In base a quanto raccontarono successivamente, non ci fu un vero e proprio corteggiamento né ci furono particolari circostanze che condussero al loro fidanzamento, che avvenne mentre Armstrong lavorava al [[Glenn Research Center]]. Il loro matrimonio fu celebrato a [[Wilmette]] ([[Illinois]]) il 28 gennaio [[1956]]. Quando Armstrong fu trasferito alla [[Edwards Air Force Base]] i due vissero separatamente per sei mesi: lui soggiornando nella base e Janet a [[Westwood (Los Angeles)|Westwood]]. Andarono quindi ad abitare in una casa nella [[Antelope Valley]]. Janet non finì mai gli studi, cosa di cui in seguito si rammaricò pubblicamente.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 124-127|Hansen}}, 2005.</ref>
 
La coppia ebbe tre figli: Eric, Karen e Mark.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|p. 128|Hansen}}, 2005.</ref> Karen morì di [[polmonite]] il 28 gennaio 1962, all'età di due anni, sorta come complicazione di uno stato di salute già compromesso da un [[tumore maligno]] nella parte mediana del [[tronco encefalico]], che le era stato diagnosticato nel giugno del [[1961]]. Nonostante la radioterapia ne avesse rallentato il decorso, il tumore era giunto anche ad impedire alla bambina di camminare o parlare.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 161-164|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Successivamente al suo ritiro dalla NASA, Armstrong ricevette varie offerte di candidatura sia da parte dei [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|democratici]] che dei [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|repubblicani]], ma a differenza di altri astronauti come [[John Glenn]] e [[Harrison Schmitt]] - diventati poi senatori degli Stati Uniti - declinò ogni offerta. Politicamente era a favore di una maggiore autonomia dei singoli stati e di una riduzione del potere federale negli Stati Uniti, che - riteneva - non avrebbero dovuto svolgere il ruolo di "poliziotto" del mondo.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 600-601|Hansen}}, 2005.</ref>
 
Nell'autunno del 1979, mentre stava lavorando nella sua [[fattoria]] vicino a [[Lebanon (Ohio)|Lebanon]], in Ohio, andò incontro ad un piccolo incidente:
nel saltare giù dal [[trattore agricolo|trattore]], la [[fede nuziale|fede]] che portava al dito si incastrò in una delle ruote, strappandogli via l'ultima [[falange (anatomia)|falange]] dall'anulare. Recuperata l'estremità strappata dal dito, la pose nel ghiaccio e si recò all'ospedale ebraico di [[Louisville (Kentucky)|Louisville]], in [[Kentucky]], dove, grazie ad un [[intervento chirurgico]], gli fu riattaccata.<ref>{{Cita news |autore=Kathy Sawyer |url=https://www.washingtonpost.com/wp-srv/national/longterm/space/armstrong1.htm |titolo=Armstrong's Code |pubblicazione=The Washington Post Magazine |giorno=11 |mese=luglio|anno=1999 |pagina=10 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nel febbraio del [[1991]] fu colto da un leggero [[infarto]] mentre sciava ad [[Aspen]], in [[Colorado]], con amici.<ref>{{Cita|J. R. Hansen|pp. 639-640|Hansen}}, 2005.</ref> Nell'anno precedente aveva subito la perdita di entrambi i genitori.
 
Divorziò dalla sua prima moglie nel [[1994]], dopo 38 anni di matrimonio,<ref>{{Cita news |autore=Daniel Schorn |url= https://www.cbsnews.com/stories/2005/11/03/60minutes/main1008288_page3.shtml |titolo= Being The First Man On The Moon |pubblicazione=60 Minutes |editore=CBS News |data=2 luglio 2006 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> dopo che nel [[1992]], ad un torneo di [[golf]], aveva conosciuto quella che sarebbe diventata la sua seconda moglie, Carol Held Knight. Si sposarono il 12 maggio del 1994 in Ohio; una seconda cerimonia fu celebrata a [[San Isidro (California)|San Isidro]] in [[California]]. Andarono a vivere a [[Indian Hill]], in Ohio.<ref>{{Cita news |url= http://www.enquirer.com/editions/1999/07/18/loc_neil_armstrong_the.html |giorno=18 |mese=luglio|anno=1999 |autore=John Johnston |autore2=Saundra Amrhein |autore3=Thompson, Richelle |pubblicazione=The Cincinnati Enquirer |titolo=Neil Armstrong, Reluctant Hero}}</ref>
 
[[File:Quincy Jones, John Glenn, and Neil Armstrong during NASA's 50th anniversary gala.jpg|thumb|left|upright=1.1|[[Quincy Jones]] presenta le copie in platino di ''[[Fly Me to the Moon]]'' ad Armstrong (a destra) e l'ex senatore [[John Glenn]], il 24 settembre 2008.]]
 
Nel 1994 Armstrong iniziò a rifiutare qualunque richiesta di autografi poiché si era accorto che molti oggetti da lui firmati erano venduti a cifre esorbitanti, ed era addirittura in atto un mercato del falso; alle richieste via posta rispondeva con una lettera formale nella quale dichiarava di aver smesso di dare autografi. Nonostante questa scelta di comportamento, ancora nel 2002 erano numerosi coloro che tentavano comunque di ottenere un autografo, come registrato dallo scrittore [[Andrew Smith (scrittore)|Andrew Smith]], autore di ''Polvere di Luna''.<ref>{{Cita|Andrew Smith|pp. 175-176|Smith}}, 2005.</ref>
 
L'ampio uso del suo nome, della sua immagine e delle sue frasi famose causò molti problemi all'ex astronauta negli anni.<ref name=VanityFair>{{Cita web |lingua=en |data=novembre 2000 |url=http://www.vanityfair.com/culture/features/2000/11/mtv200011?printable=true&currentPage=allPittman |titolo=Birth of an MTV Nation |pubblicazione=Vanity Fair |autore=Robert Sam Anson |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nel 1994 fece causa alla Hallmark Cards dopo che essi avevano utilizzato il suo nome e la famosa frase al momento dello sbarco senza permesso. La causa si concluse con un accordo privato per una cifra mai resa nota, che Armstrong donò alla Purdue University.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Neil Armstrong, Hallmark Settle |url=http://articles.chicagotribune.com/1995-12-02/business/9512020040_1_neil-armstrong-hallmark-cards-ornament |pubblicazione=Chicago Tribune |data=2 dicembre 1995 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
Nel maggio del [[2005]] fece causa al suo barbiere di fiducia da 20 anni, Marx Sizemore, che aveva venduto un po' di suoi capelli ad un collezionista per la cifra di 3000 [[Dollaro statunitense|dollari]] senza che Armstrong ne sapesse nulla o avesse dato il permesso di farlo.<ref>{{Cita news |titolo=Armstrong, barber in fight over locks |pubblicazione=Dayton Daily News |giorno=1º |mese=giugno |anno=2005 |url=http://www.highbeam.com/doc/1P2-11945915.html |accesso=28 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121106001601/http://www.highbeam.com/doc/1P2-11945915.html |dataarchivio=6 novembre 2012 |urlmorto=sì }}</ref> Minacciò di proseguire l'azione legale a meno che il barbiere non gli avesse restituito i capelli o avesse donato il ricavato della vendita ad una associazione di beneficenza indicata da Armstrong. Sizemore, che non poteva ovviamente riavere i capelli dall'acquirente, donò dunque i soldi su indicazione dell'ex astronauta.<ref>{{Cita web |lingua=en |autore=Jennifer Rosenberg |titolo=Barber Sold Neil Armstrong's Hair |editore=About.com |data=5 giugno 2005 |url=http://history1900s.about.com/b/2005/06/05/barber-sold-neil-armstrongs-hair.htm |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
== Malattia e morte ==
Armstrong fu sottoposto a un intervento chirurgico il 7 agosto [[2012]] a causa di un blocco alle [[arterie coronarie]] e gli fu praticato un [[Bypass aorto-coronarico|bypass]].<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Armstrong, first man on the moon, recovering from heart surgery |url=https://www.reuters.com/article/2012/08/08/us-usa-people-armstrong-idUSBRE8771KU20120808 |editore=Reuters |data=8 agosto 2012 |autore=Jane Sutton |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Morì il 25 agosto 2012 a [[Cincinnati]]<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.cnn.com/2012/08/25/us/neil-armstrong-obit/index.html |titolo=Space legend Neil Armstrong dies |editore=CNN.com |accesso=28 marzo 2013}}</ref> a causa delle complicazioni derivanti dall'intervento subito. Il comunicato rilasciato dalla famiglia alla stampa recita:<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/aug/HQ_12_600_armstrong_family.html |titolo=Family Statement Regarding the Death of Neil Armstrong |data=25 agosto 2012 |editore=NASA |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
{{Citazione|era un eroe schivo che servì con onore la sua patria, come pilota di caccia nella marina, come pilota collaudatore, e come astronauta. Mentre piangiamo la morte di un uomo davvero buono, celebriamo anche la sua straordinaria vita, nella speranza che serva come esempio a tutti i giovani del mondo che possano lavorare duro affinché i loro sogni diventino realtà, che siano disposti ad esplorare e superare i propri limiti, e di servire senza interesse personale una causa più grande di loro. Per coloro che potrebbero chiedersi cosa possano fare per onorare Neil, abbiamo una semplice richiesta. Onorate il suo esempio di servizio, il traguardo e la modestia, e la prossima volta che doveste camminare all'aperto in una notte chiara e vedere la Luna sorridervi, pensate a Neil Armstrong e fategli un occhiolino.||reluctant American hero [who had] served his nation proudly, as a navy fighter pilot, test pilot, and astronaut ... While we mourn the loss of a very good man, we also celebrate his remarkable life and hope that it serves as an example to young people around the world to work hard to make their dreams come true, to be willing to explore and push the limits, and to selflessly serve a cause greater than themselves. For those who may ask what they can do to honor Neil, we have a simple request. Honor his example of service, accomplishment and modesty, and the next time you walk outside on a clear night and see the moon smiling down at you, think of Neil Armstrong and give him a wink|lingua=en}}
 
[[File:Neil Armstrong burial at sea (201209140008HQ).jpg|thumb|[[Sepoltura in mare]] delle ceneri di Neil Armstrong]]
 
In occasione della sua morte, espressero parole di riguardo nei suoi confronti i due uomini che erano stati suoi compagni d'equipaggio dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 11'' e le massime istituzioni statunitensi. [[Buzz Aldrin]] commentò «sono molto triste nell'apprendere della sua morte. So che sono insieme ad altre milioni di persone a piangere per la morte di un vero eroe americano e il più grande pilota che io abbia mai conosciuto»;<ref>{{Cita web|url=https://twitter.com/TheRealBuzz/status/239488144288927744|titolo=Buzz Aldrin on Twitter about passing of Neil Armstrong |editore=[[Twitter]] |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013 |lingua=en |citazione=I know I am joined by millions of others in mourning Neil's passing - a true American hero and the best pilot I ever knew}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Buzz Aldrin's Official Statement on the Passing of Neil Armstrong |url=http://buzzaldrin.com/buzz-aldrins-official-statement-on-the-passing-of-neil-armstrong/ |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] disse semplicemente «Era il migliore, e mi mancherà terribilmente».<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/topics/people/features/armstrong_obit.html |titolo=Neil Armstrong: 1930-2012 |editore=NASA |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> La NASA espresse il suo cordoglio attraverso le parole dell'amministratore [[Charles Bolden]], che disse «Armstrong sarà ricordato per aver portato l'umanità nel suo primo piccolo passo verso un altro mondo oltre il nostro»;<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.nasa.gov/home/hqnews/2012/aug/HQ_12-601_Bolden_Statement.html |titolo=NASA Administrator Statement on Neil Armstrong's Death |editore=NASA |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2012}}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.aljazeera.com/news/americas/2012/08/201282519933640323.html |titolo=US space pioneer Neil Armstrong dies at 82 - Americas |editore=Al Jazeera English |data=26 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref> nel comunicato rilasciato dalla [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidenza degli Stati Uniti]], Armstrong fu indicato «tra i più grandi eroi americani - non solo del suo tempo, ma di tutti i tempi», e ancora: con le sue imprese diresse le aspirazioni dei cittadini statunitensi ed ha consegnato «un momento di realizzazione umana che non sarà mai dimenticato».<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Statement by the President on the Passing of Neil Armstrong |url=https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2012/08/25/statement-president-passing-neil-armstrong |editore=The White House, Office of the Press Secretary |accesso=28 marzo 2013 |data=25 agosto 2012 |citazione=among the greatest of American heroes—not just of his time, but of all time}}</ref>
 
Il 13 settembre fu celebrata una cerimonia presso la [[Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo (Washington)|Washington National Cathedral]] in suo omaggio,<ref name="aljazeu"/> cui parteciparono numerosi suoi colleghi astronauti che spesero parole di riguardo nei suoi confronti. Nell'elogio funebre, Charles Bolden disse: «Neil sarà sempre ricordato per aver compiuto il primo piccolo passo dell'umanità su un mondo diverso dal nostro, ma furono il coraggio, la cortesia e l'umiltà che manifestò durante la sua vita a sollevarlo oltre le stelle».<ref>{{Citazione|Neil will always be remembered for taking humankind's first small step on a world beyond our own, but it was the courage, grace, and humility he displayed throughout this life that lifted him above the stars.|[[Charles Bolden]], Elogio funebre in onore di Neil Armstrong, 13 settembre 2012}}</ref> Rivolgendosi alla stampa al termine della cerimonia, [[David Scott]], con Armstrong nella missione ''Gemini 8'', ricordò come il collega avesse risolto con rapidità un piccolo incidente occorso durante il lancio confrontandosi con l'equipaggio di riserva, «perché Neil Armstrong era un giocatore di squadra, che ha sempre lavorato nel nome della squadra».<ref name="aljazeu">{{Cita web |lingua=en |autore=John Terrett |url=http://blogs.aljazeera.com/blog/americas/above-stars-now |titolo=Above the stars now |editore=Al Jazeera English |data=15 settembre 2012 |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Citazione|That happened because Neil Armstrong was a team player, he always worked on behalf of the team.|[[David Scott]], 13 settembre 2012}}</ref>
 
Come da suo desiderio, dopo il funerale il corpo di Armstrong è stato [[cremazione|cremato]] e le ceneri [[Sepoltura in mare|sparse nell'Oceano Atlantico]], il 14 settembre, dalla {{Nave|USS|Philippine Sea|CG-58|6}}, con una cerimonia privata.
 
== Eredità culturale ==
[[File:RIAN archive 837790 Valentina Tereshkova and Neil Armstrong.jpg|thumb|upright=0.8|left|Armstrong e [[Valentina Tereškova]], la prima donna nello spazio, in Unione Sovietica nel 1970]]
Armstrong ricevette in vita molte onorificenze e riconoscimenti, come la [[Medaglia presidenziale della libertà]], la [[Congressional Space Medal of Honor]] e la Medaglia d'oro del Congresso. Il [[cratere Armstrong|cratere lunare Armstrong]], che si trova a circa 50&nbsp;km dal sito di allunaggio dell'Apollo 11, e l'asteroide [[6469 Armstrong]]<ref>{{Cita web |lingua=en |url=http://www.minorplanetcenter.net/db_search/show_object?object_id=6469 |titolo=(6469) Armstrong |editore=Minor Planet Center, IAU |accesso=28 marzo 2013}}</ref> furono battezzati così in suo onore. Fu inserito nella ''Aerospace Walk of Honor'' e nella ''United States Astronaut Hall of Fame'',<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Honorees |editore=City of Lancaster |url=http://www.cityoflancasterca.org/index.aspx?page=193 |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110519062713/http://cityoflancasterca.org/index.aspx?page=193 |dataarchivio=19 maggio 2011 }}</ref><ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Neil A. Armstrong |editore=Austronaut Scholarship Foundation |url=http://astronautscholarship.org/Astronauts/neil-armstrong/ |accesso=28 marzo 2013}}</ref> e insieme ai suoi compagni dell<nowiki>'</nowiki>''Apollo 11'' ricevette nel 1999 la Langley Gold Medal dallo [[Smithsonian Institution]]. Nel [[1971]] fu insignito dello ''Sylvanus Thayer Award'' dall'[[accademia militare]] di [[West Point (New York)|West Point]] per il servizio reso alla Nazione.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo= Sylvanus Thayer Award |editore=West Point Association of Graduates |url=http://www.westpointaog.org/page.aspx?pid=464 |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
Negli Stati Uniti, così come nel resto del mondo, ci sono varie strade, scuole ed edifici a lui intitolati;<ref>{{Cita web |lingua=en |url= http://nces.ed.gov/ccd/schoolsearch/school_list.asp?Search=1&InstName=neil+armstrong&SchoolID=&Address=&City=&State=&Zip=&Miles=&County=&PhoneAreaCode=&Phone=&DistrictName=&DistrictID=&SchoolType=1&SchoolType=2&SchoolType=3&SchoolType=4&SpecificSchlTypes=all&IncGrade=-1&LoGrade=-1&HiGrade=-1 |titolo=Ricerca tra le scuole pubbliche statunitensi intitolate a Neil Armstrong |accesso=28 marzo 2013}}</ref><ref>{{Cita news |titolo =Ireland: What's in a name? Cold, hard cash |pubblicazione =The Times |città=Londra|data=22 dicembre 2002 |url= http://property.timesonline.co.uk/tol/life_and_style/property/article804378.ece |accesso=28 agosto 2007}}</ref> tra questi, la nuova ala di Ingegneria della Purdue University, intitolata ''Neil Armstrong Hall of Engineering'' nel 2007, al termine della sua costruzione;<ref>{{Cita news |cognome =Venere |nome =Emil |titolo =Neil Armstrong Hall is new home to Purdue engineering |pubblicazione =Purdue University News |data=27 ottobre 2007 |url= https://news.uns.purdue.edu/x/2007b/071027CelArmstrongDedication.html| accesso=28 marzo 2013}}</ref> il [[Neil Armstrong Air and Space Museum]] a [[Wapakoneta]], sua città natale, e l'aeroporto di [[New Knoxville]] in Ohio, dove prese la sua prima lezione di volo.<ref>{{Cita web |lingua=en |cognome=Knight |nome=Andy |titolo=To the moon: Armstrong space museum offers history lessons on space travel |editore=Cincinnati.com |anno=2000 |url=http://www.cincinnati.com/visitorsguide/stories/012800_moon.html |accesso=28 marzo 2013}}</ref> Nel 1969 il cantautore [[John Stewart (musicista)|John Stewart]] aveva registrato la canzone ''Armstrong'' in omaggio all'astronauta e al suo primo passo sulla Luna.
 
[[File:Apollo 11 - Crew at the White House.jpg|thumb|upright=1.1|Michael Collins, [[George W. Bush]], Neil Armstrong, e Buzz Aldrin durante le celebrazioni del 35º anniversario del volo della Apollo 11, il 21 luglio 2004.]]
 
La [[biografia]] autorizzata di Armstrong, ''First Man: The Life of Neil A. Armstrong'', è stata pubblicata nel [[2005]], dopo che per molti anni l'astronauta aveva rifiutato varie proposte da diversi biografi, quali [[Stephen Ambrose]] e [[James Albert Michener]]. Scelse [[James R. Hansen]] come suo biografo ufficiale dopo aver letto alcuni suoi lavori.<ref>{{Cita web |lingua=en |titolo=Discovering the Man Behind 'First Man' |autore=John McGauley|url=http://www.collectspace.com/news/news-013003b.html#100305 |data=14 ottobre 2005 |editore=collectSPACE.com |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
La stampa chiese spesso ad Armstrong quale fosse la sua visione del futuro dell'esplorazione spaziale. Nel 2005 disse che una missione con equipaggio verso [[Marte (astronomia)|Marte]] sarebbe stata più semplice rispetto a quanto lo era stato il programma Apollo negli [[Anni 1960|anni sessanta]].<ref>{{Citazione|Penso che per quanto i vari problemi siano di difficile risoluzione, non sono così complicati come quelli che abbiamo affrontato noi quando abbiamo avviato il Programma Apollo nel 1961.|Neil Armstrong, 2005.|I suspect that even though the various questions are difficult and many, they are not as difficult and many as those we faced when we started the Apollo [space program] in 1961.|lingua=en}}</ref>
 
Nel [[2010]] criticò fortemente la decisione statunitense di abbandonare il progetto del vettore [[Ares I]] e della successiva cancellazione del [[Programma Constellation]] che avrebbe portato di nuovo l'uomo sulla Luna.<ref>{{Cita web |lingua=en |url= http://www.foxnews.com/scitech/2010/04/14/obama-vs-neil-armstrong-nasa-constellation/?test=latestnews |titolo=Star Wars: Neil Armstrong, Obama Spar Over NASA's Future |autore=Jeremy A. Kaplan |data=14 aprile 2010 |editore=Fox News |accesso=28 marzo 2013}}</ref> In una lettera aperta al pubblico sottoscritta anche dai veterani del Programma Apollo Jim Lovell e Eugene Cernan, scrisse «Per gli Stati Uniti, la nazione che di gran lunga ha dominato la corsa allo spazio per quasi mezzo secolo, l'essere priva di un [[Razzo vettore|vettore]] proprio per accedere all'[[orbita terrestre bassa]] e l'assenza di alcuna capacità di portare esseri umani oltre le orbite circumterrestri per un periodo di tempo indeterminato nel futuro, destineranno la nostra nazione a diventare di secondo o anche di terzo livello».<ref>{{Cita web |url= http://www.msnbc.msn.com/id/36470363 |titolo=Armstrong: Obama NASA plan 'devastating' |autore=Neil Armstrong |etal=s |data=14 aprile 2010 |editore=NBC Nightly News |citazione=For The United States, the leading space faring nation for nearly half a century, to be without carriage to low Earth orbit and with no human exploration capability to go beyond Earth orbit for an indeterminate time into the future, destines our nation to become one of second or even third rate stature |lingua=en |accesso=28 marzo 2013}}</ref>
 
Nel [[2018]], [[Josh Singer]] ha adattato la biografia ufficiale dell'astronauta nel [[film biografico]] ''[[First Man - Il primo uomo]]'' (''First Man''), diretto da [[Damien Chazelle]]. Armstrong è interpretato da [[Ryan Gosling]].
 
== Onorificenze ==
[[File:Astronautas americanos condecorados pelo Governo Brasileiro.tif|miniatura|Neil Armstrong e Michael Collins sono decorati dal governo brasiliano, 1969. [[Archivio Nazionale del Brasile]]]]
 
=== Onorificenze statunitensi ===
{{Onorificenze
|immagine=Presidential Medal of Freedom with Distinction (ribbon).PNG
|nome_onorificenza=Medaglia presidenziale della libertà con lode
|collegamento_onorificenza=Medaglia presidenziale della libertà
|motivazione=
|data=1969
}}
{{Onorificenze
|immagine=Congressional Gold Medal Astronauts.jpg
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro del Congresso
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro del Congresso
|motivazione=In riconoscimento dei loro contributi significativi alla società.
|luogo=7 agosto [[2009]]<ref>Assegnata anche a [[Buzz Aldrin]], [[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] e [[John Glenn]].</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=Air Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza=Air Medal con due stelle
|collegamento_onorificenza=Air Medal
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Ribbon, U.S. Navy Presidential Unit Citation.svg
|nome_onorificenza=Presidential Unit Citation
|collegamento_onorificenza=Presidential Unit Citation
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=CongSpaceRib.png
|nome_onorificenza=Congressional Space Medal of Honor
|collegamento_onorificenza=Congressional Space Medal of Honor
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=NasaDisRib.gif
|nome_onorificenza=NASA Distinguished Service Medal
|collegamento_onorificenza=NASA Distinguished Service Medal
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=National Defense Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza=National Defense Service Medal
|collegamento_onorificenza=National Defense Service Medal
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Korean Service Medal - Ribbon.svg
|nome_onorificenza=Korean Service Medal
|collegamento_onorificenza=Korean Service Medal
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=
|nome_onorificenza=Langley Gold Medal
|collegamento_onorificenza=Langley Gold Medal
|motivazione=
|data=1999
}}
 
=== Onorificenze straniere ===
{{Onorificenze
|immagine=Korean War Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza=Medaglia per servizio nella Guerra di Corea
|collegamento_onorificenza=Medaglia per servizio nella Guerra di Corea
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=United Nations Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza=United Nations Korea Medal (ONU)
|collegamento_onorificenza=United Nations Korea Medal
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine = BRA Order of the Southern Cross - Knight BAR.png
|nome_onorificenza = Ordine nazionale della Croce del Sud (Brasile)
|collegamento_onorificenza = Ordine nazionale della Croce del Sud
|motivazione =
}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Valerio Borzacchini e Maria Serena Vitali,'' La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di “Archeologia industriale” per la città di Ascoli Piceno'' in Flash Ascoli - mensile di vita Picena, anno 1985, N. 82, pp.&nbsp;22–24;
* ''Cambridge Biographical Dictionary'' (1990). [[Cambridge]]: [[Cambridge University Press]].
*Adriano Ghisetti Giavarina, ''Opus, quaderno di storia dell'architettura e restauro'', Carsa Edizioni, 6/1999, pp.&nbsp;71–82;
* {{Cita libro |autore=Andrew Chaikin| titolo=A man on the moon | editore=Penguin books| anno=1995 |isbn=0-14-024146-9|cid=Chaikin}}
*Giuseppe Marinelli, ''Dizionario Toponomastico Ascolano'' - ''La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città'', D'Auria Editrice, Ascoli Piceno, marzo 2009, pp.&nbsp;73–74, 231;
* {{Cita web| cognome =Cornish| nome =Scott| coautori =Rahman, Tahir, McLeon, Bob, Havekotte, Ken, Reznikoff, John| titolo =Neil Armstrong Signature Exemplars|sito=CollectSpace.com| url =http://www.collectspace.com/resources/autographs_armstrong.html| accesso=14 maggio 2011}}
*Chiara Panichi, ''Fianalmente il Museo Orsini'' in Flash Ascoli - mensile di vita Picena, anno 1990, n. 147, pp.&nbsp;28–29;
* {{Cita libro | autore= Francis French, Colin Burgess | anno= 2007 | titolo=In the Shadow of the Moon | capitolo=A Challenging Journey to Tranquility, 1965-1969}}
* {{Cita libro | autore=James R. Hansen | titolo=First Man: The Life of Neil A. Armstrong | editore=Simon & Schuster | anno=2005 |isbn=0-7432-5631-X|cid=Hansen}}
* {{Cita web| cognome =Jones| nome =Eric| titolo =One Small Step|sito=Apollo 11 Lunar Surface Journal| editore=NASA| url =https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/alsj/a11/a11.step.html| anno =1995| accesso=14 maggio 2011}}
* {{Cita libro | cognome=Kranz| nome=Gene| wkautore=Gene Kranz | titolo=Failure is not an Option: Mission Control From Mercury to Apollo 13 and Beyond | editore=Simon & Schuster | anno=2000 | isbn=0-7432-0079-9|cid=Kranz}}
* {{Cita libro| cognome=Nelson |nome=Craig | titolo=Rocket Men: The Epic Story of the First Men on the Moon | città=United Kingdom| editore=John Murray, 2009 | isbn=978-1-84854-291-4| cid=Nelson2009}}
* {{Cita libro | autore=Andrew Smith | titolo=Polvere di luna. La storia degli uomini che sfidarono lo spazio |editore=Cairo Editore |annooriginale=2005 |anno=2006 |altri= Irene Piccinini (tradotto da)|isbn=978-88-6052-032-6|cid=Smith}}
 
== Altre letture correlate ==
* {{Cita web| cognome =Kirk| nome =Mass Communication Specialist 1st Class Amy| coautori =United States Naval Forces Central Command| titolo =Astronaut Legend Neil Armstrong Receives Naval Astronaut Wings| sito =www.cusnc.navy.mil| url =http://www.cusnc.navy.mil/articles/2010/021.html| accesso =14 maggio 2011| urlmorto =sì| urlarchivio =https://web.archive.org/web/20110516221434/http://www.cusnc.navy.mil/articles/2010/021.html| dataarchivio =16 maggio 2011}}
* {{Cita web| cognome =Sherrod| nome =Robert| titolo =Men for the Moon|sito=Apollo Expeditions to the Moon| editore =NASA| data=30 luglio 1975| url =http://history.nasa.gov/SP-350/toc.html}}
* {{Cita libro| cognome =Thompson| nome =Milton| titolo =At The Edge Of Space: The X-15 Flight Program| editore =Smithsonian Books| anno =1992| mese=aprile|città =Washington, D.C.| isbn =1-56098-107-5}}
 
== Voci correlate ==
*[[Antonio Orsini]]
{{Colonne}}
*[[Torrente Castellano]]
* [[NASA]]
*[[Carta di Amalfi|Carta bambagina]]
* [[Programma Apollo]]
* [[Programma Gemini]]
* [[Neil Armstrong Air and Space Museum]]
{{Colonne spezza}}
* [[Buzz Aldrin]]
* [[Michael Collins (astronauta)]]
* [[Astronauti]]
{{Colonne fine}}
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto}}
{{interprogetto|q|commons}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{CulturaItalia}}
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.ascolimusei.it/_museicartierapapale/|Musei della Cartiera papale}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://neilarmstronginfo.com/ |titolo=Neil A. Armstrong (1930 – 2012) |sito=neilarmstronginfo.com |editore=la Famiglia di Armstrong |data=25 agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130617234237/http://neilarmstronginfo.com/ |dataarchivio=17 giugno 2013 |urlmorto=sì }}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-22-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=22|anno=1985}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://www.jsc.nasa.gov/Bios/htmlbios/armstrong-na.html |titolo=Neil A. Armstrong |sito=Astronaut Bio |editore=NASA |data=agosto 2012 |accesso=28 marzo 2013}}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-23-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=23|anno=1985}}
* {{cita web |lingua=en |url=http://thebottomline.cpaaustralia.com.au/ |titolo=Una rara intervista con Neil Armstrong |accesso=28 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120826103834/http://thebottomline.cpaaustralia.com.au/ |dataarchivio=26 agosto 2012 }}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-24-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=24|anno=1985}}
*{{cita web|cognome=Panichi|nome=Chiara|url= http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_147-28-1990.pdf|titolo=Enciclopedia picena. Finalmente il Museo Orsini||accesso=25 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=28|anno=1990}}
*{{cita web|cognome=Panichi|nome=Chiara|url= http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_147-29-1990.pdf|titolo=Enciclopedia picena. Finalmente il Museo Orsini||accesso=25 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=29|anno=1990}}
 
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