Amalrico I di Gerusalemme e Cartiera papale: differenze tra le pagine

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{{MonarcaMuseo
|Nome=Cartiera papale
|nome = Amalrico I
|Fondatori= Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno
|immagine = Amalrich1.jpg
|Località = [[Ascoli Piceno]]
|legenda = Il re Amalrico I in una miniatura del [[XIII secolo]]
|Indirizzo= via della Cartiera, 1
|stemma = Arms of the Kingdom of Jerusalem.svg
|Latitudine = 42.84952
|titolo = [[Re di Gerusalemme]]
|Longitudine = 13.5697
|regno = [[1163]] – [[1174]]
|Tipologia= Scientifico-Industriale
|incoronazione =
|Immagine= Cartiera Papale Ascoli Piceno.jpg
|predecessore = [[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III]]<ref name="AI"/>
|Didascalia= Palazzo della Cartiera papale
|successore = [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]]
|titolo2 = [[Contea di Giaffa e Ascalona|Conte di Giaffa e Ascalona]]
|sottotitolo2 =
|regno2 = [[1151]] – [[1174]]
|predecessore2 = [[Melisenda di Gerusalemme|Melisenda]]
|successore2 = [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]]
|data di nascita = [[1136]]
|luogo di nascita =
|data di morte = 11 luglio [[1174]]<ref name="AI"/> (37–38 anni)
|luogo di morte = [[Gerusalemme]], [[Regno di Gerusalemme]]
|luogo di sepoltura =
|dinastia = [[Angioini]]
|padre = [[Folco V d'Angiò|Folco d'Angiò]]<ref name="AI">{{Treccani|amalrico-i-re-di-gerusalemme_%28Enciclopedia-Italiana%29|AMALRICO I, re di Gerusalemme|autore=Francesco Cognasso|accesso=17 luglio 2019}}</ref>
|madre = [[Melisenda di Gerusalemme]]<ref name="AI"/>
|consorte1 = [[Agnese di Courtenay]]<ref name="AI"/>
|consorte2 = [[Maria Comnena (Regina di Gerusalemme)|Maria Comnena]]<ref name="AI"/>
|figli = '''da Agnese:'''<br>[[Sibilla di Gerusalemme|Sibilla]]<ref name="AI"/><br>[[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]]<ref name="AI"/><br>'''da Maria:'''<br>[[Isabella di Gerusalemme|Isabella I]]
}}
{{Bio
|Nome = Amalrico I
|Cognome =
|ForzaOrdinamento = Amalrico 01 di Gerusalemme
|PreData = in [[lingua latina|latino]]: ''Amalricus''; in [[lingua francese|francese]]: ''Amaury''
|Sesso = M
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1136
|LuogoMorte = Gerusalemme
|GiornoMeseMorte = 11 luglio
|AnnoMorte = 1174
|Attività = sovrano
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit =, secondogenito della regina [[Melisenda di Gerusalemme|Melisenda]] e del re [[Folco V d'Angiò|Folco]], fu [[Contea di Giaffa ed Ascalona|conte di Giaffa e Ascalona]] (1151–1174) e [[re di Gerusalemme]] (1163–1174)
}}
La '''Cartiera papale''' di [[Ascoli Piceno]] è un complesso architettonico realizzato in robusti conci regolari squadrati di [[travertino]]. La vocazione polifunzionale del fabbricato ha accolto, nel corso del tempo, varie attività lavorative, quali: la [[cartiera]], i [[mulino|mulini]] ad acqua, la concia delle stoffe e la ferriera, tutte svolte con l'inseparabile e preziosa simbiosi della forza motrice delle acque del vicino [[Castellano (torrente)|torrente Castellano]].
 
Attualmente trova sede il polo museale permanente dei '''Musei della Cartiera papale'''.
Il suo regno fu caratterizzato da cinque spedizioni in cui cercò di sottomettere l'Egitto, nella vana speranza di evitare l'unione di quest'ultimo con la Siria.<ref name="AI"/> Amalrico morì nel [[1174]], proprio mentre trattava col Re di Sicilia per assalire nuovamente l'Egitto.<ref name="AI"/> Il regno di Amalrico segna l'ultimo sforzo per assicurare l'esistenza degli Stati Latini di Siria.<ref name="AI"/>
 
==BiografiaStoria==
Le prime notizie certe sull'esistenza di questo sito risalgono all'anno [[1104]], quando nei pressi del Castellano furono elevate delle costruzioni utilizzate come mulini per la [[macinazione]] di [[cereale|cereali]] e la cui proprietà apparteneva al monastero ascolano di Sant'Angelo Magno.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" >V. Borzacchini, ''art. cit.,'' p. 23.</ref> Ricompaiono altri dati storici alla fine del [[Medioevo|periodo medioevale]], nel [[1377]], quando si era insediata all'interno del mulino l'attività della produzione della [[carta]]. Questa informazione, però, non è considerata certa poiché nel [[1381]] il catasto ascolano riporta solo l'esistenza di un mulino ad acqua.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" /> Lo sviluppo industriale del fabbricato, che continuava comunque ad accogliere i mulini, ospitava anche una [[gualchiera]] che serviva per battere stoffe e [[tessuto|tessuti]]. L'autore ascolano Giuseppe Marinelli scrive che questa macchina preindustriale poteva essere stata costruita dai [[ordine cistercense|monaci cistercensi]], che avevano il convento nelle vicinanze. La certezza della produzione della carta risale ai primi anni del [[Quattrocento]]. Una fonte documentale, che reca la data [[1414]], riporta la cessione in [[locazione]] a imprenditori privati delle macchine per la produzione della carta. In questo periodo in città si erano trasferiti dei cartai provenienti da [[Fabriano]] e Pioraco che, con le loro competenze, coadiuvavano gli ascolani. L'edificio, nel corso del tempo, è stato sede di diverse attività lavorative e ha attirato anche l'interesse di papi come [[Giulio II]] e [[Clemente VII]]. Nel [[1508]] una violenta piena del torrente Castellano lesionò il fabbricato che al tempo era già di proprietà della [[Camera Apostolica]]. Giulio II della Rovere, dalla fama di essere un papa guerriero, ma anche amante dell'arte e della cultura, nel [[1511]], dette incarico all'ingegnere idraulico [[Alberto da Piacenza]] di restaurare l'intero complesso.
===Giovinezza===
Nel [[1525]], a seguito di un nuovo straripamento del vicino torrente, [[papa Clemente VII]] incaricò [[Nicola Filotesio|Cola dell'Amatrice]] per un nuovo recupero della parete [[nord-ovest]] verso il Castellano.
Dopo la morte di [[Folco di Gerusalemme|Folco]], il trono passò congiuntamente alla madre [[Melisenda di Gerusalemme|Melisenda]] e al fratello maggiore [[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III]]. Melisenda non si ritirò quando Baldovino raggiunse la maggiore età, e nel [[1150]] i rapporti fra i due erano apertamente ostili. Nel [[1152]] Baldovino si fece incoronare unico re, innescando una guerra civile; Melisenda aveva il controllo di [[Gerusalemme]], mentre Baldovino controllava i territori settentrionali.
Amalrico, che aveva in [[appannaggio]] la [[Contea di Giaffa ed Ascalona|Contea di Giaffa]] e aveva raggiunto la maggiore età nel [[1151]], si schierò con Melisenda a Gerusalemme, e quando Baldovino invase il sud del paese, venne assediato nella [[Torre di Davide]] insieme alla madre. Melisenda venne sconfitta, e Baldovino regnò incontrastato dopo lo scontro.
Nel [[1153]], Baldovino conquistò la fortezza [[Egitto|egiziana]] di [[Ascalona]] ([[Assedio di Ascalona]]), che venne aggiunta al feudo di Giaffa e affidata ad Amalrico<ref>{{Cita|Grousset|pp. 326-349}}.</ref>.
 
L'anno [[1646]] segnò l'inizio del declino della produzione della carta. Nell'anno [[1794]]<ref>G. Marinelli. ''op. cit.,'' p. 74.</ref> la Camera Apostolica concesse in [[enfiteusi]] il fabbricato a Luigi Merli che ne divenne proprietario nel [[1862]]. Lo stesso Merli elevò il fabbricato di un piano e consolidò il resto dell'opificio senza alterare le linee architettoniche [[Cinquecento|cinquecentesche]]. Negli anni compresi tra il [[1890]] e il [[1920]] appartenne a Venenzio Galanti, ultimo cartaio.<ref name= "V. Borzacchini, art. cit. p. 23" /> Il complesso della Cartiera continuò a ospitare l'attività del mulino fino al [[1940]].
Amalrico sposò [[Agnese di Courtenay]] nel [[1157]]. Agnese, figlia di [[Joscelin II di Edessa]], abitava a Gerusalemme sin da quando la regione di [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] era stata persa nel [[1150]].
Il [[Patriarcato di Gerusalemme dei Latini|Patriarca]] [[Fulcherio di Angoulême]] si oppose al matrimonio a causa della [[incesto|consanguineità]] dei coniugi: essi infatti avevano un trisnonno in comune, [[Guido I di Montlhéry]], e pare che i due abbiano dovuto attendere la morte di Folco per convolare a nozze. Agnese ebbe due figli, [[Sibilla di Gerusalemme|Sibilla]], la maggiore, e [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino]], nel [[1161]]. Entrambi si trovarono poi a regnare su Gerusalemme.
 
Dopo un periodo di abbandono e decadimento, nel [[1980]], gli edifici passarono di proprietà alla [[Comunità Montana del Tronto]] che recuperò parte dei fabbricati per collocarci gli uffici. Attualmente la Cartiera papale è di proprietà dell'[[Provincia di Ascoli Piceno|Amministrazione Provinciale ascolana]] che, dopo averla acquistata dalla Comunità Montana, ha provveduto a un attento restauro, concluso nel [[2002]], e ha destinato gli spazi interni alle esposizioni museali nel [[2006]].
===Ascesa al trono===
Baldovino III morì nel [[1162]] e il regno passò ad Amalrico, sebbene fra l'ostilità della nobiltà riguardo ad Agnese: infatti, i nobili avevano accettato il matrimonio nel 1157, quando era ancora possibile che Baldovino III avesse un altro erede, ma nel 1162 l'[[Alta Corte di Gerusalemme]] si oppose a ratificare l'elezione di Amalrico a meno che il matrimonio con Agnese non venisse annullato<ref>{{Cita|Grousset|pp. 416-420}}.</ref>.
 
==Architettura==
È possibile che la notizia dell'ostilità verso Agnese sia esagerata dal cronista, [[Guglielmo di Tiro]], alla cui elevazione a [[Patriarcato latino di Gerusalemme|Patriarca latino di Gerusalemme]] essa si oppose alcuni decenni più tardi, e dai suoi continuatori. Per esempio, [[Ernoul]] descrive così la sua moralità: ''car telle n'est que roine doie iestre di si haute cite comme de Jherusalem'' ("non ci dovrebbe essere una tale regina per una città così santa come Gerusalemme"). In ogni caso, il vincolo di consanguineità era da solo sufficiente a giustificare l'opposizione. Amalrico accettò l'imposizione e ascese al trono senza la moglie, che mantenne il titolo di Contessa di Giaffa e Ascalona (e una pensione tratta dalla relativa rendita). Annullato il matrimonio, Agnese sposò da lì a poco [[Ugo di Ibelin]], che era stato suo fidanzato prima del matrimonio con Amalrico. La Chiesa decretò che i figli di Amalrico e Agnese erano legittimi, nonostante il successivo annullamento, e li mantenne nella linea di successione al trono. Attraverso di loro, Agnese influenzò significativamente la politica di Gerusalemme nei successivi 20 anni.
L'intero sito della Cartiera papale è da considerare come una rappresentativa testimonianza di un complesso architettonico e industriale concepito per uso lavorativo. La costruzione del fabbricato si sviluppa in più piani edificati in diversi periodi. Il pianterreno è del [[XVI secolo]] e beneficiò dell'ingegno di Alberto da Piacenza e forse di Cola dell'Amatrice quali attenti restauratori. Al suo interno ci sono ampie [[vasca|vasche]], realizzate in [[pietra]], usate per la macerazione degli stracci, dai quali si otteneva la poltiglia che poi stesa su telai e asciugata diventava carta.
 
La zona laterale custodisce le macine in pietra che erano movimentate dalle acque del torrente Castellano. Il corso d'acqua, canalizzato a monte, raggiungeva le [[turbina idraulica|turbine idrauliche]].
===Conflitti con gli stati musulmani===
Gerusalemme, come gli altri [[Stati Crociati]], era in un costante stato di guerra. Sin dal disastro causato dall'attacco di Baldovino III a [[Damasco]] durante la [[Seconda Crociata]] nel 1147, la frontiera settentrionale del regno era esposta agli assalti di [[Norandino]] (Nūr al-Dīn), la cui potenza era in crescita dalle sue basi di [[Mosul]], [[Aleppo]] e, dopo la conquista, Damasco<ref>{{Cita|Grousset|pp. 326-354}}.</ref>.
Gerusalemme perse anche influenza sul nord della [[Siria]] a favore dei [[Impero Bizantino|Bizantini]] che, benché impegnati per proprio conto contro i [[Normanni]] in [[Sicilia]], erano riusciti a imporre la propria protezione al [[Principato di Antiochia]].
 
I piani che si sopraelevano sono del [[XVIII secolo]], realizzati al tempo in cui la proprietà della Cartiera passò dallo [[Stato Pontificio]] alla famiglia Merli di Ascoli che ne fu espropriata durante l'[[epoca fascista]].
Il più importante teatro di guerra durante il regno di Amalrico fu l'[[Egitto]], su cui regnava la dinastia [[Fatimidi|fatimide]], indebolita da una serie di [[califfi]] troppo giovani e dalle guerre intestine: I crociati avevano mirato all'Egitto sin dai tempi di [[Baldovino I di Gerusalemme|Baldovino I]], e persino [[Goffredo di Buglione]] aveva promesso di cedere Gerusalemme al patriarca latino [[Dagoberto da Pisa]] se fosse riuscito a catturare il [[Cairo]]. Ora, la conquista di Ascalona ad opera di Baldovino III rendeva l'impresa possibile, e gli [[Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme|Ospitalieri]] iniziarono a preparare le mappe per le possibili vie di invasione<ref>{{Cita|Grousset|pp. 426-430}}.</ref>.
 
L'edificio fu sottoposto a un importante intervento di restauro incominciato nel [[1511]], durante il papato di Giulio II della Rovere. Il pontefice affidò ad Alberto da Piacenza i lavori per cancellare i segni della piena del Castellano del [[1508]]. Il 17 ottobre 1511 i lavori erano quasi giunti ad ultimazione e l'ingegnere piacentino chiedeva al vice tesoriere della Camera Apostolica Ascolana, Scipione Parisani da [[Tolentino]], il compenso per i lavori stimati che riguardavano: lo scavo di una [[galleria (ingegneria)|galleria]], la costruzione di una condotta per le acque, la costruzione di muri nonché la lavorazione di [[porta|porte]], [[finestra|finestre]] e [[modanatura|modanature]] architettoniche. Il 6 dicembre 1511 rilasciò quietanza per quanto realizzato. Da questo si comprende come la Cartiera papale rappresentò un esempio di “[[archeologia industriale]]” del [[Rinascimento]].
===L'invasione dell'Egitto===
{{vedi anche|Invasioni crociate dell'Egitto}}
Amalrico condusse la prima spedizione in Egitto nel [[1163]], motivandola con il mancato pagamento del tributo annuale che i Fatimidi dovevano a Gerusalemme sin dal regno di Baldovino III<ref>{{Cita|Grousset|pp. 430-434}}.</ref>. Il visir Dirgham (che di recente aveva rovesciato il suo predecessore [[Shawar]]) condusse l'esercito contro Amalrico, ma fu sconfitto a [[Pelusium]], e costretto a ritirarsi a [[Bilbeis]]. Gli egiziani aprirono le dighe del [[Nilo]], e i conseguenti alluvioni impedirono ad Amalrico di procedere con la conquista, e lo costrinsero a ritornare a Gerusalemme. Nel frattempo, Shawar era fuggito alla corte di Nur al-Dīn ([[Norandino]]), che invio il generale [[Shirkuh]] a risolvere la disputa fra i due [[visir]] nel [[1164]]. Dirgham chiese l'aiuto di Amalrico, ma Shirkuh e Dhawar arrivarono prima che Amalrico potesse intervenire, e Dirgham fu ucciso. Shawar temeva a questo punto che Shirkuh potesse prendere il potere, così anche lui chiese assistenza ad Amalrico, che ritornò in Egitto nel [[1164]] e assediò Shirkuh a Bilbeis finché quest'ultimo non si ritirò a [[Damasco]]<ref>{{Cita|Grousset|pp. 434-449}}.</ref>.
 
La [[facciata]] principale dell'[[opificio]] ha, al primo piano, 4 finestre realizzate secondo il gusto del [[Brunelleschi]], attribuibili a Bernardino di Pietro da Carona. Ogni [[finestra]] ha un architrave e una lunetta decorata da palmette come [[acroterio|acroteri]], la stessa tipologia usata, nella città di Ascoli, per le finestre degli edifici porticati di [[Piazza del Popolo (Ascoli Piceno)|piazza del Popolo]].
Amalrico non poté approfittare dei suoi successi in Egitto a causa degli attacchi di Nur ad-Din in Siria, il quale aveva preso prigionieri [[Boemondo III di Antiochia]] e [[Raimondo III di Tripoli]] nella [[Battaglia di Harim]] durante la sua assenza.
Amalrico prese la reggenza di Antiochia e Tripoli, e pagò il riscatto di Boemondo nel [[1165]] (Raimondo rimase invece prigioniero fino al [[1173]]). L'anno [[1166]] fu relativamente calmo, caratterizzato dall'attività diplomatica: Amalrico inviò ambasciatori all'[[Impero Bizantino]] cercando di ottenere un'alleanza (e una moglie), e nel corso dell'anno dovette a più riprese fronteggiare incursioni di [[Norandino]] (Nūr al-Dīn), che prese [[Baniyas]].
 
Al primo piano c'è un ingresso con il [[portale]] in [[travertino]], tipico della seconda metà del [[XV secolo]], architravato e sormontato da una lunetta con un concio di chiave decorato con un [[bassorilievo]] di sculture a fogliami. La [[trabeazione]] ha la cornice sporgente, un fregio con l'iscrizione: ''"IULIUS II PONT MAX MCCCCCXII"'', che ricorda papa Giulio II e l'[[anno]] in cui si conclusero i lavori. Sopra alla cornice, alla base dell'inizio dell'arco della lunetta, sono poggiati due cubi con gli stemmi araldici della famiglia dei [[Della Rovere]] composti di foglie di [[quercia]] e una [[ghianda]] centrale. Sull'architrave sono visibili 3 stemmi a testa di [[cavallo]] che recano le insegne della città di Ascoli, come nello [[stemma di Ascoli Piceno|stemma comunale]], quello papale seguito da quello che dovrebbe appartenere al governatore Raniero de Ranieri, non essendovi però certezza di quest'ultima attribuzione.
Nel [[1167]], Norandino inviò nuovamente Shirkuh in Egitto, e nuovamente Amalrico lo seguì, accampandosi nelle vicinanze del [[Cairo]]; nuovamente Shawar si alleò con Amalrico, e firmò un trattato con il califfo fatimide [[al-Adid|al-ˁAdīd]]. Si venne così a ricreare la situazione del 1164. Shirkuh si accampò sulla riva opposta del Nilo. Dopo una battaglia dall'esito non decisivo, Amalrico si ritirò al Cairo, e Shikurh portò le sue truppe a conquistare [[Alessandria d'Egitto|Alessandria]]. Amalrico lo seguì e assediò la città, con l'aiuto di una flotta giunta da Gerusalemme. Alla fine, Shirkuh si arrese, e Alessandria venne consegnata ad Amalrico; in ogni caso, il re non poteva però rimanere a lungo in Egitto, e dopo aver ottenuto un enorme tributo, ritornò a Gerusalemme<ref>{{Cita|Grousset|pp. 456-480}}.</ref>.
 
Il portale principale del pianterreno della Cartiera presenta un [[arco (architettura)|arco]] a tutto sesto. La descrizione redatta da Baldassarre Orsini, unita al ritrovamento, ha dato la possibilità di ridisegnarlo così come appariva in origine. Era costituito da conci cubici, le facce esterne presentavano incassi a piramide con foglie di quercia e una ghianda centrale. La scultura ricordava i simboli araldici dei Della Rovere negli anni del pontificato di Giulio II. Anche l'arco era formato da conci e quello centrale proponeva scolpita la testa del pontefice. L'iscrizione: ''"IVLIVS II PONT MAX M D XII",'' ricorda il papa Giulio II e l'anno di conclusione dei lavori di restauro cui fu sottoposto l'intero complesso. Vi sono anche due stemmi cardinalizi nei pennacchi dell'arco. Quello di destra rappresenta l'insegna di [[Antonio Maria Ciocchi del Monte|Antonio Del Monte]] di [[Monte San Savino]], [[cardinale]] nel 1512; quello di sinistra non molto leggibile, poiché quasi del tutto perduto, si può ipotizzare che abbia riprodotto l'insegna di [[Raffaele Riario]], cardinale di San Giorgio al Velabro e vescovo di Ostia dal [[1511]]. Il [[capitello]] di sinistra raffigura [[2 (numero)|due]] [[Cornucopia|cornucopie]], simbolo di abbondanza, fiammeggianti, come amore ardente, secondo F. Benzi abbondanza e amore alludono alla [[carità]]. A destra si dovrebbero riconoscere le [[sfinge|sfingi]] che, secondo Orsini, sono l'allegoria del [[silenzio]] e del mistero e siccome reggono il vaso fiammeggiante dovrebbero rappresentare i misteri della Fede stessa. Questa simbologia è sicuramente riferita a papa Giulio II che si definiva “difensor fidei” e che trovava nella Carità la forza per sconfiggere i nemici.
===L'alleanza con Bisanzio===
[[File:BN MS FR 2628 Folio205 Amalric and Manuel.png|frame|In alto, Manuele I riceve gli inviati di Amalrico; in basso, l'arrivo dei Crociati a Pelusium. Da un manoscritto della ''Historia'' di Guglielmo di Tiro, XIII sec.]]
 
== Musei della Cartiera papale ==
Dopo il suo ritorno, nel [[1167]] Amalrico sposò [[Maria Comnena (Regina di Gerusalemme)|Maria Comnena]], bis-nipote dell'imperatore Bizantino [[Manuele I Comneno|Manuele Comneno]].
Il polo museale nasce dalla volontà dell'[[Provincia di Ascoli Piceno|Amministrazione provinciale ascolana]], proprietaria dell'immobile che, dopo averne curato il restauro concluso nel [[2002]], ne ha destinato gli spazi interni alle esposizioni a tema scientifico-industriale dei materiali e delle collezioni raccolte. L'inaugurazione è avvenuta il 26 novembre [[2006]].<ref>{{cita web|url=http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2006/11/23/Cultura/ASCOLI-PICENO-INAUGURAZIONE-DEI-MUSEI-DELLA-CARTIERA-PAPALE_165812.php|titolo=Adnkronos. ASCOLI PICENO: INAUGURAZIONE DEI MUSEI DELLA CARTIERA PAPALE|accesso=27 luglio 2019}}</ref>
C'erano voluti due anni di trattative per ottenere l'accordo, giacché Amalrico aveva insistito perché Manuele restituisse Antiochia al Regno di Gerusalemme.
Una volta rinunciato a tale pretesa, l'accordo venne presto raggiunto, e il matrimonio ebbe luogo il 29 agosto [[1167]] a [[Tiro (città)|Tiro]].
Nel frattempo, la regina madre, la vedova di Baldovino III [[Teodora Comnena|Teodora]], fuggì con il cugino [[Andronico I Comneno|Andronico]] a [[Damasco]], e il suo feudo di [[Acri (Israele)|Acri]] venne incorporato nei domini reali di Gerusalemme. Fu più o meno in questo periodo che [[Guglielmo di Tiro]] venne nominato [[arcidiacono]] di Tiro, e incaricato da Amalrico di scrivere una storia del Regno.
 
=== Museo della carta ===
Nel [[1168]] Amalrico e Manuele strinsero un'alleanza contro l'Egitto<ref>{{Cita|Grousset|pp. 481-487}}.</ref>, e Guglielmo di Tiro venne inviato come ambasciatore a [[Costantinopoli]] per mettere a punto il trattato. Amalrico era ancora legato da un trattato di pace con Shawar, ma a questo si rimediò accusando Shawar di aver tentato un'alleanza con Norandino, e Amalrico avviò l'invasione.
Il complesso monumentale della Cartiera ospita le ricostruzioni degli strumenti che sono stati usati in passato per la fabbricazione della [[carta]] e per la macinazione del [[grano]]. Al piano terra dell'edificio, nelle ''Sale della Cartiera'', si trova l'allestimento delle ricostruzioni dei macchinari d'epoca con cui si produceva la “[[Carta di Amalfi|carta bambagina]]”, con stracci di [[lino]] e di [[cotone]]. I magli, grandi martelli destinati alla follatura degli stracci per la realizzazione della pasta di carta, venivano messi in funzione con la forza dell’acqua del torrente Castellano, arrivata alla Cartiera.
Gli [[Cavalieri Ospitalieri di San Giovanni in Gerusalemme|Ospitalieri]] sostenevano entusiasticamente l'invasione (è possibile che siano stati loro a convincere Amalrico), mentre i [[Cavalieri Templari|Templari]] erano contrari, e si rifiutarono di prendervi parte. In ottobre, senza attendere l'appoggio bizantino (e in effetti, prima ancora che gli ambasciatori rientrassero dalla loro missione con il trattato), Amalrico si mosse e invase Bilbeis. Gli abitanti vennero massacrati o venduti come schiavi, quindi Amalrico proseguì verso il Cairo, dove Shawar gli offrì un tributo di due milioni di pezzi d'oro per evitare l'attacco. Nel frattempo, Nur ad-Din aveva inviato Shirkuh nuovamente in Egitto, e al suo arrivo Amalrico si ritirò<ref>{{Cita|Grousset|pp. 487-509}}.</ref>.
 
Il percorso museale realizzato nel [[2006]], permette ai visitatori di rivivere l’interessante procedimento con cui per circa settecento anni è stata prodotta la carta nel territorio ascolano.
===L'ascesa di Saladino===
Nel gennaio [[1169]] Shirkuh fece assassinare Shawar, e divenne egli stesso visir — non per molto, visto che egli stesso morì in marzo. Gli successe il nipote Salāh al-Dīn, noto anche come [[Saladino]]<ref>{{Cita|Grousset|p. 509}}.</ref>. Amalrico, preoccupato, inviò [[Federico di la Roche]], [[arcivescovo di Tiro]], a invocare aiuti dai regnanti europei, ma non riuscì ad ottenere assistenza. Alcuni mesi dopo arrivò però una flotta bizantina, e in ottobre Amalrico iniziò un'altra invasione assediando [[Damietta]] per terra e per mare. L'assedio fu lungo, e alla fine una carestia colpì il campo cristiano; i Bizantini scaricavano la responsabilità del fallimento sui crociati (e viceversa), cosicché venne firmata una tregua con Saladino, e Amalrico rientrò a Gerusalemme<ref>{{Cita|Grousset|pp. 514-525}}.</ref>.
 
=== Sala delle macine ===
Ora Gerusalemme si trovava circondata da vicini ostili. Nel [[1170]] Saladino invase il Regno catturando la città di [[Eilat]], e interrompendo i collegamenti fra Gerusalemme e il [[Mar Rosso]]. Saladino, già [[vizir]] d'Egitto, divenne [[Sultano]] nel [[1171]] alla morte dell'ultimo erede della dinastia fatimide. L'ascesa di Saladino fu un inatteso sollievo per Gerusalemme: [[Norandino]] era infatti preoccupato di tenere sotto controllo il suo potente vassallo. Nondimeno, nel [[1171]] Amalrico si recò personalmente a Costantinopoli e inviò nuovamente ambasciatori in Europa in cerca d'aiuto, ma ancora una volta non riuscì ad ottenere rinforzi.
Nella sala, al primo piano del fabbricato, vi sono le [[Macina|macine in pietra]] con cui si lavoravano i [[cereali]] nei [[mulino ad acqua|mulini ad acqua]] ospitati, in tempi passati, dall'[[opificio]] della Cartiera. L'acqua del torrente Castellano veniva prelevata tramite delle canalizzazioni che attraverso un sistema di vasche e chiuse azionava con la sua forza motrice le macine. Alcune macine in pietra esposte sono originali e altre ricostruite.
 
=== Museo di storia naturale "Antonio Orsini" ===
Negli anni successivi il Regno fu minacciato non solo da Saladino e Nur ad-Din, ma anche dagli [[Nizariti|Assassini]] (Hashshashin). I Templari uccisero alcuni inviati degli Hashshashin, il che causò ulteriori frizioni fra Amalrico e i Templari.
Il museo è stato intitolato al [[farmacista]] e [[naturalista]] ascolano [[Antonio Orsini]] ([[1788]]-[[1870]]). La collezione, un tempo privata, è attualmente di proprietà dell'Ente Provincia.
 
Negli spazi del terzo piano del polo museale è stata allestita l'esposizione che mostra la vasta raccolta ottocentesca dei reperti rinvenuti in lunghi anni di escursioni scientifiche condotte dal ricercatore in Italia e all'estero. Parte del materiale è contenuto in bacheche originali dell'epoca e suddiviso nelle sezioni di:
===Morte===
*Geognostica, dedicata alle rocce soprattutto del territorio ascolano, con tipi di rocce [[Magma|magmatiche]],[[Roccia sedimentaria| sedimentarie]] e [[Roccia metamorfica|metamorfiche]];
Norandino morì nel [[1174]], e Amalrico colse l'occasione per cingere d'assedio Baniyas. Lungo la via del ritorno, si ammalò di [[dissenteria]], che venne temporaneamente curata dai dottori, ma si trasformò in febbre una volta giunti a Gerusalemme. Guglielmo di Tiro racconta che "dopo aver sofferto in maniera intollerabile per la febbre per alcuni giorni, ordinò che venissero chiamati i migliori medici dalla Grecia, dalla Siria, e da altre nazioni, insistendo che essi gli dessero qualche purga o rimedio". Tuttavia, né i medici Latini né gli stranieri furono in grado di aiutarlo, ed egli morì l'11 luglio [[1174]] mentre avviava i negoziati con Guglielmo II di Sicilia per una spedizione congiunta contro l'Egitto<ref>{{Cita|Grousset|pp. .565-578}}.</ref>.
*Orittognostica, comprende [[minerali]] da tutto il mondo, in particolare dai monti [[Urali]] e dal [[Brasile]], presenti numerosi minerali di tipo [[Vulcano|vulcanico]];
*Paleontologica, per i [[fossile|fossili]] del [[paleolitico]] e del [[mesozoico]].<ref>Scheda informativa sul Museo di Storia naturale A. Orsini sul sito ufficiale del [http://www.comune.ascolipiceno.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1394 Comune di Ascoli Piceno]. URL consultato il 25 gennaio 2011.</ref>
Vi sono un ricco [[erbario]] con più di 11.500 piante essiccate e catalogate, due raccolte di fossili: una su [[travertino]] e l'altra di reperti rinvenuti nel [[Piceno (territorio)|Piceno]] e in [[Austria]], la collezione [[malacologia|malacologica]] che conta circa 1.500 esemplari di [[conchiglie]], circa 1.260 [[minerale|minerali]], 2.300 [[roccia|rocce]] e anche una collezione di legni e di semi.<ref>C. Panichi, ''art. cit.,'' p. 29.</ref>
 
Appartengono all'esposizione anche strumenti usati dallo scienziato nel corso delle sue ricerche e il suo ampio epistolario che annovera oltre 4.000 lettere di corrispondenza intercorsa con altri scienziati del suo tempo.
[[Maria Comnena (Regina di Gerusalemme)|Maria Comnena]] aveva avuto due figlie: [[Isabella di Gerusalemme|Isabella]], che in futuro avrebbe avuto quattro mariti e sarebbe diventata ella stessa Regina, era nata nel [[1172]]; una seconda figlia, nata in seguito, nacque morta. Sul letto di morte, Amalrico lasciò [[Nablus]] in eredità a Maria e Isabella, che vi si ritirarono. Un bambino lebbroso, [[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]], gli successe sul trono, e richiamò a corte sua madre, la prima moglie di Amalrico (e ormai giunta al quarto marito), [[Agnese di Courtenay]].
 
==== Storia del museo "Antonio Orsini" ====
==Caratteristiche personali==
Antonio Orsini lasciò le sue collezioni di naturalista alla famiglia ascolana dei Mariotti i quali le donarono all'Istituto Tecnico Agrario Statale della città.<ref>G. Marinelli, ''op. cit.,'' p. 231.</ref> L'Amministrazione provinciale ascolana, divenuta in seguito proprietaria della scuola, ha spostato la consistenza delle raccolte presso Palazzo Catenacci, edificio che si affaccia sul corso [[Giuseppe Mazzini]]. Da questa collocazione, nel [[2006]], tutto il materiale scientifico è stato trasferito presso l'attuale sede.
Guglielmo di Tiro fu un buon amico di Amalrico, e lo descrive in grande dettaglio. Lo descrive così: "Aveva un leggero problema di pronuncia, non serio abbastanza da essere considerato un difetto, ma sufficiente a impedirgli una grande eloquenza. Era assai migliore nel consiglio che nei discorsi ornati". Come il fratello Baldovino III, Amalrico era più un accademico che un guerriero, e amava studiare legge e lingue nel suo tempo libero: "Egli conosceva assai bene le leggi e le consuetudini che governavano il regno — infatti, a tale riguardo era secondo a nessuno". Probabilmente fu Amalrico a preparare le assise che rendevano tutti i vassalli di secondo rango direttamente sottoposti al Re, e che consentivano loro di rivolgersi all'Haute Cour. Amalrico era enormemente curioso, e pare che Guglielmo sia stato sorpreso dal trovare Amalrico discettare sulla [[resurrezione]] della carne mentre giaceva malato.
Amava molto leggere, e ascoltare le letture altrui; spesso trascorreva ore ascoltando Guglielmo che leggeva le prive revisioni della sua ''Historia''. Non amava invece i giochi e gli spettacoli, sebbene non disprezzasse la caccia. Si fidava dei suoi collaboratori (forse troppo), e pare che molti fra la popolazione non lo amassero, ma che egli si sia sempre rifiutato di prendere provvedimenti contro coloro che lo insultavano pubblicamente<ref>{{Cita|Grousset|pp. 421-425}}.</ref>.
 
=== Museo dell'acqua "Tutta l'acqua del mondo" ===
Era alto, e piuttosto piacente; "aveva occhi brillanti di media grandezza; il suo naso, come quello di suo fratello, aveva un che di aquilino; i capelli erano biondi, e aveva l'attaccatura alta. Una barba foltissima e bella gli copriva il mento e le guance. Usava ridere in tale maniera smodata che tutto il suo corpo ne era scosso". Non mangiava o beveva eccessivamente, ma diventò corpulento negli ultimi anni, cosa che diminuiva il suo interesse per le operazioni militari. Amalrico fu un uomo pio, che prendeva Messa tutti i giorni, ma ciò non gli impediva altri passatempi: "si dice che si concedesse senza ritegno ai peccati della carne, e che abbia sedotto molte donne sposate..." — e non gli impediva di tassare pesantemente il clero, causando ovviamente l'opposizione della Chiesa.
La mostra permanente è stata aperta al pubblico nel novembre del [[2012]]<ref>[http://www.provincia.ap.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_565.html Inaugurato alla Cartiera Papale il Museo high tech dell'Acqua - Sito ufficiale della Provincia di Ascoli Piceno] URL consultato il 28 novembre 2012.</ref><ref>{{cita web|url=https://www.primapaginaonline.it/2012/11/13/mostre-cartiera-papale-museo-acqua/ |titolo=Prima Pagina Online. Cartiera, inaugurato museo dell’Acqua|accesso=27 luglio 2019}}</ref> e consiste in una esposizione museale dedicata all'[[acqua]], composta da un percorso interattivo di schermi ''touchscreen'', video, mappe tridimensionali e allestimenti in ''plexiglas''.
 
Si descrive l'importanza e il ruolo dell’acqua nello sviluppo delle attività umane e nella trasformazione del paesaggio sul pianeta. Le caratteristiche dell’acqua, i suoi stati e le sue proprietà vengono illustrate attraverso immagini a scorrimento che mostrano il cosiddetto ''Oro blu'' in diversi luoghi della Terra e in varie forme, come [[fiumi]], [[laghi]], [[paludi]], [[mari]], [[piscine]], ma anche [[ghiacciai]] e [[nuvole]]. Una sezione dell'esposizione mostra delle bottiglie luminose che informano sul consumo domestico medio di acqua a persona in diversi paesi del mondo.
Ci dice Guglielmo che "egli fu un uomo di saggezza e discrezione, del tutto capace di tenere le redini del governo nel Regno". Viene spesso considerato l'ultimo dei Re di Gerusalemme della fase ascendente, e dopo di lui nessun successore fu capace di salvare Gerusalemme dal collasso finale. Entro pochi anni, l'Imperatore Manuele lo raggiunse nella tomba, e Saladino rimase l'unico grande leader sulla scena.
 
=== Esposizioni temporanee ===
Il polo museale ospita, nelle due sale dove si asciugava la carta, mostre temporanee di scienza, di arte e di tecnologia.
 
==Biblioteca "Ugo Toria"==
All'interno dell'antico complesso architettonico c'è la Biblioteca provinciale di storia contemporanea "Ugo Toria". La biblioteca, conta la presenza di circa 18.000 volumi soprattutto di storia contemporanea.
 
Fa parte del Polo SIP costituito da ventinove biblioteche delle province di Ascoli Piceno e [[Fermo]].
 
<gallery>
File:Cartiera Papale AP portale 02.jpg|Portale del pianterreno
File:Cartiera Papale AP portale 01.jpg|Portale del primo piano
File:Cartiera Papale AP finestra.jpg|Finestra rinascimentale
File:Torrente Castellano (ansa della Cartiera).jpg|Ansa del vicino torrente Castellano
</gallery>
 
==Note==
<references />
 
==Bibliografia==
*Valerio Borzacchini e Maria Serena Vitali,'' La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di “Archeologia industriale” per la città di Ascoli Piceno'' in Flash Ascoli - mensile di vita Picena, anno 1985, N. 82, pp.&nbsp;22–24;
* {{cita libro
*Adriano Ghisetti Giavarina, ''Opus, quaderno di storia dell'architettura e restauro'', Carsa Edizioni, 6/1999, pp.&nbsp;71–82;
|cognome= Hamilton
*Giuseppe Marinelli, ''Dizionario Toponomastico Ascolano'' - ''La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città'', D'Auria Editrice, Ascoli Piceno, marzo 2009, pp.&nbsp;73–74, 231;
|nome= Bernard
*Chiara Panichi, ''Fianalmente il Museo Orsini'' in Flash Ascoli - mensile di vita Picena, anno 1990, n. 147, pp.&nbsp;28–29;
|curatore= Derek Baker
|titolo= Medieval Women
|data=
|anno= 1978
|editore= Ecclesiastical History Society
|città=
|lingua=en|capitolo= Women in the Crusader States: The Queens of Gerusalemme
|isbn=978-0-631-19260-2}}
* {{cita libro
| cognome=Runciman
| nome=Steven
| titolo=A History of the Crusades, vol. II: The Kingdom of Jerusalem and the Frankish East, 1100-1187
| editore=Cambridge University Press
| città=
| anno= 1952
| lingua=en| cid= Runciman
}}
* {{cita libro
|autore=Guglielmo di Tiro
|wkautore=Guglielmo di Tiro
|titolo=[[Historia rerum in partibus transmarinis gestarum]] (A History of Deeds Done Beyond the Sea)
|curatore= E. A. Babock e A. C. Krey
|traduttore=E. A. Babock e A. C. Krey
|editore=Columbia University Press
|lingua=en|anno=1943
}}
* {{cita libro
|autore= René Grousset
|wkautore=René Grousset
|titolo= Histoire des croisades et du royaume franc de Jérusalem
|editore=Perrin
|lingua=fr|anno=1935 (ristampa 2006)
}}
==Ascendenza==
{| class="wikitable"
|-
|-
| rowspan="16" align="center"| '''Amalrico I di Gerusalemme'''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br /> [[Folco V d'Angiò]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br /> [[Folco IV d'Angiò]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />Geoffroy II, conte di Gâtinais
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />Geoffroy I, conte di Gâtinais
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Beatrice di Mâcon
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Ermengarde d'Angiò, duchessa di Borgogna
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Folco III d'Angiò]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Hildegarde di Sundgau
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br /> [[Bertrada di Montfort]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />Simon I di Montfort
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br /> Amauary di Montfort
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br />Bertrada di Gometz
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna paterna:'''<br />Agnes d'Evreux
| align="center"| '''Trisnonno paterno:'''<br />[[Riccardo d'Évreux]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna paterna:'''<br /> Godehildis
|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br /> [[Melisenda di Gerusalemme]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br /> [[Baldovino II di Gerusalemme]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br /> Hugh I, conte di Rethel
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br /> Manasses III, conte di Rethel
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Judith di Roucy
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />Melisende di Montlhéry
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />Guy I di Montlhéry
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />Hodierna di Gometz
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />[[Morfia di Melitene]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />[[Gabriele di Melitene]]
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br />?
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br /> ?
|-
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonna materna:'''<br />?
| align="center"| '''Trisnonno materno:'''<br /> [[Costantino I d'Armenia]]
|-
| align="center"| '''Trisnonna materna:'''<br />?
|}
 
==Voci Altri progetti correlate==
*[[Antonio Orsini]]
{{interprogetto}}
*[[Torrente Castellano]]
*[[Carta di Amalfi|Carta bambagina]]
 
==Altri progetti==
== Collegamenti esterni ==
{{Interprogetto}}
* {{Collegamenti esterni}}
 
==Collegamenti esterni==
{{Box successione| carica=[[Re di Gerusalemme]]|precedente=[[Baldovino III di Gerusalemme|Baldovino III]] | successivo=[[Baldovino IV di Gerusalemme|Baldovino IV]] | periodo=[[1162]]–[[1174]]|immagine=Armoiries de Jérusalem.svg}}
*{{CulturaItalia}}
*{{cita web|http://www.ascolimusei.it/_museicartierapapale/|Musei della Cartiera papale}}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-22-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=22|anno=1985}}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-23-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=23|anno=1985}}
*{{cita web|cognome=Borzacchini|nome=Valerio|url=http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_82-24-1985.pdf|titolo=Enciclopedia picena. La ex Cartiera papale. Una importante testimonianza di "Archeologia industriale" per la città di Ascoli Piceno||accesso=24 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=24|anno=1985}}
*{{cita web|cognome=Panichi|nome=Chiara|url= http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_147-28-1990.pdf|titolo=Enciclopedia picena. Finalmente il Museo Orsini||accesso=25 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=28|anno=1990}}
*{{cita web|cognome=Panichi|nome=Chiara|url= http://www.enciclopediapicena.it/pdf/M_147-29-1990.pdf|titolo=Enciclopedia picena. Finalmente il Museo Orsini||accesso=25 gennaio 2011|formato=pdf|sito=Flash Ascoli|pagina=29|anno=1990}}
 
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