Colonialismo italiano e Trevor Philips: differenze tra le pagine

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{{Correggere|videogiochi|gennaio 2016}}
[[File:Italian Colonial Empire (orthographic projection).svg|thumb|upright=1.5|{{Legenda|#366635|Italia}}{{Legend|#CBFE75|Colonie}}
{{personaggio
{{Legend|#666666|Territori occupati fra il 1940 e il 1942 e protettorati}}]]
|medium = videogiochi
 
|universo = ''[[Grand Theft Auto (serie)|Grand Theft Auto]]''
{{Stato storico
|lingua originale = Inglese
|nomeCorrente = Impero coloniale italiano
|nome = Trevor
|lingua ufficiale = [[italiano]]
|cognome = Philips
|lingua = [[greco]], [[arabo]], [[amarico]], [[cinese]]
|soprannome = * T
|capitale principale = [[Roma]]
* Trev
|governo = [[monarchia costituzionale]] (1882-1922 e 1943-1946), [[fascismo]] (1922-1943), [[repubblica parlamentare]] (1946-1960 come "[[Amministrazione fiduciaria italiana della Somalia]]")
* T-revor
|inizio = 1882
* Zio T
|fine = 1960
|autore =
|prima apparizione = ''[[Grand Theft Auto V]]''
|ultima apparizione = ''[[Grand Theft Auto V]]''
|sesso = M
|data di nascita = [[10 ottobre]] [[1971]]
|luogo di nascita = [[Canada]]
|razza = Umano
|etnia = Canadese
|abilità = * Abile aviatore
* Abile nel combattimento corpo a corpo
* Abile tiratore
|doppiatore = [[Steven Ogg]]
|data di morte =
}}
L''''Impero coloniale italiano''' è la denominazione con la quale si designa il complesso delle colonie dipendenti dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] acquisite nel corso del [[XX secolo]]. Fu ufficialmente istituito il 9 maggio [[1936]] mediante la ''dichiarazione della sovranità piena ed intera del Regno d'Italia sull'[[Etiopia]] e l'assunzione da parte del Re d'Italia del titolo di [[Impero d'Etiopia|Imperatore d'Etiopia]]'' (r.d.l. n. 754, 9 maggio 1936)<ref>[http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:1936;754 Normattiva, r.d.l. 9 maggio 1936, n 754]</ref>.
 
'''Trevor Philips ''' è un personaggio immaginario della serie [[Grand Theft Auto (serie)|Grand Theft Auto]]. È uno dei tre protagonisti del videogioco ''[[Grand Theft Auto V]]''.
Tuttavia il ''colonialismo italiano'' ebbe giá inizio nel [[1882]] con il possedimento di [[Assab]] in [[Eritrea italiana|Eritrea]].
Alla sua massima espansione l'[[Impero Italiano]] aveva piena sovranità su 4 territori d'[[Africa]] (la [[Libia]], la [[Somalia]], l'[[Etiopia]] e l'[[Eritrea]]), sul [[Isole italiane dell'Egeo|Dodecaneso]], sull'[[Albania]] e sulla piccola concessione [[cinese]] nella città di [[Tientsin]]. Con la [[seconda guerra mondiale]] tutte le colonie furono perse; solamente la [[Somalia italiana]] rimase sotto amministrazione fiduciaria italiana fino al [[1960]].
 
== StoriaDesign del personaggio ==
Trevor è rappresentato come un uomo molto trascurato esteticamente. I suoi vestiti standard sono: una maglietta con lo scollo a V bianca, dei pantaloni della tuta grigi molto sporchi e un paio di scarponi marroni.
[[File:Italian empire 1914.png|upright=1.6|thumb|Colonie italiane nel 1914.]]
[[File:Italy and Posessions September 1939.png|upright=1.6|thumb|L'Impero italiano nel 1939.]]
[[File:Italian Empire maximum extent 1942-43.png|upright=1.6|thumb|Mappa anacronistica raffigurante la massima espansione dell'Impero italiano (1941-42).]]
Subito dopo l'[[Unità d'Italia|Unità]], il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] iniziò ad ambire possedimenti coloniali.
 
Una caratteristica particolare è anche il fatto che Trevor, sia nei vestiti standard e occasionalmente in quelli acquistabili, infila una parte della maglia nei pantaloni. Trevor mostra numerose cicatrici e ferite sul corpo accompagnate da altrettanti tatuaggi. Il più caratteristico e vistoso è quello situato all'altezza del collo, che rappresenta delle linee tratteggiate con sotto la scritta <nowiki>''CUT HERE''</nowiki>, ossia "tagliare qui".
Il colonialismo italiano ebbe inizio con la presa di possesso dei porti di [[Assab]] e [[Massaua]] sulla costa africana del [[mar Rosso]] negli ultimi decenni del [[XIX secolo]] ed ebbe termine con la sconfitta dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] nella [[seconda guerra mondiale]] che comportò la perdita di tutte le colonie italiane (eccetto la [[Somalia Italiana]] che rimase in ''Amministrazione fiduciaria'' [[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]: tuttavia, rimanendo la Somalia ''de facto'' [[protettorato]] italiano fino al [[1960]], alcuni prendono tale data come termine del colonialismo italiano).
 
[[Dan Houser]] ha spiegato che a differenza di [[Michael De Santa|Michael]] che vuole rappresentare <nowiki>''</nowiki>Un criminale più controllato e razionale nelle azioni [..]<nowiki>''</nowiki>, Trevor <nowiki>''</nowiki>Non ha alcun tipo di controllo, e non esita a uccidere senza rimorso ma mostra una lealtà incredibile verso coloro che ritiene importanti [..]<nowiki>''</nowiki>
Le colonie italiane furono in Africa l'[[Eritrea]], la [[Somalia Italiana]], la [[Libia]] (strappata all'[[Impero ottomano]] nel 1912) e l'[[Etiopia italiana]] (conquistata ed annessa nel 1936) ed in Europa il [[Dodecaneso]] e l'[[Albania]] (occupata dalle truppe italiane nel 1939).
 
== Caratteristiche ==
I territori sotto il comando degli italiani nel continente africano raggiunsero la massima estensione nell'estate del [[1940]], quando fu occupata anche la [[Somaliland|Somalia Britannica]] (3-19 agosto), aree intorno a cittadine sudanesi (come [[Cassala]]) e keniane ([[Moyale]]), ed alcune località egiziane vicino al confine con la Libia (settembre): l'impero all'inizio del 1941 raggiungeva oltre 4,1 milioni di km².
Trevor Philips è catalogato come un sociopatico in ''[[Grand Theft Auto V]]''. Risulta essere imprevedibile, ha spesso molti sbalzi di umore, scatti di rabbia, uccide e/o maltratta persone senza poi essere affetto da alcun rimorso, ma mostra invece un'incredibile lealtà e onestà verso coloro che ama, risultando quindi un ipocrita in quanto si considera una brava persona solo poiché è onesto con i suoi amici, pur ammettendo di godere nell'uccidere altre persone nei modi più brutali a differenza di tutti gli altri personaggi del gioco e dell'intera serie che invece si trovavano costretti a dover uccidere per vari motivi, mentre Trevor spesso uccide anche solo per il gusto di farlo. Inoltre risulta essere anche saltuariamente cannibale.
Cambiando personaggio inoltre è anche possibile vedere Trevor fare proposte indecenti a barboni. Queste caratteristiche unite al suo abbigliamento e ai suoi tatuaggi stravaganti, rendono ovvio come Trevor abbia seri problemi a livello psicologico e mentale.
 
Trevor appare essere molto incerto sulle sue origini canadesi, anche se risulta essere molto irritato se deriso per il suo accento. Il personaggio parla ripetutamente della sua <nowiki>''</nowiki>infanzia difficile<nowiki>''</nowiki> usandola spesso come mezzo per apparire (a se stesso) una sorta di vittima nelle varie situazioni piuttosto che il carnefice. Trevor mostra inoltre una sottomissione particolare nei confronti della madre, la sua personalità infatti cambia radicalmente in sua presenza, passando da facilmente irritabile e generalmente pericoloso, a innocuo e psicologicamente sottomesso. Un comportamento simile è riscontrabile anche nei confronti di Patricia Madrazo, della quale dice di essere perdutamente innamorato ma nella quale vede forse una seconda figura materna.
A differenza delle altre potenze europee, l'[[Italia]] non stabilì mai nessun possedimento coloniale negli altri continenti oltre l'[[Africa]] e l'[[Europa]], se si esclude la piccola [[concessione italiana di Tientsin]] in [[Cina]] (e l'[[Occupazione italiana di Adalia|occupazione dell'Anatolia sudoccidentale]]).
 
== Biografia ==
L'Italia puntava a stabilire il proprio dominio sulla vicina Tunisia, paese sulla sponda opposta mediterranea, in cui si era stabilita da qualche anno una nutrita comunità di connazionali. Ma la Francia [[Schiaffo di Tunisi|se ne impadronì]] nel 1881, provocando una indispettita reazione del [[Governo Depretis IV|governo Depretis]] e una svolta nella politica estera italiana. Fu proprio per l'azione improvvisa del paese d'oltralpe che l'Italia intraprese i contatti diplomatici con la Germania e L'Austria-Ungheria che portarono alla firma del trattato della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice Alleanza]] nel 1882, determinando così l'interruzione del processo di riunificazione nazionale con il [[Trentino]] e la [[Venezia Giulia]] ancora in mano all'impero Austriaco.
 
Nato in [[Canada]] il [[10 ottobre]] [[1971]], è cresciuto con un padre violento e una madre che faceva la spogliarellista e occasionalmente la prostituta (come detto dallo stesso Trevor). Questo ha segnato inevitabilmente il suo carattere, rendendolo un ragazzo emotivamente deviato e violento verso le altre persone, fin da giovane. Infatti durante l'infanzia è stato ripetutamente autore di aggressioni a danno dei suoi compagni di scuola e di una maestra. Trevor comunque mostrava una grande passione per gli aeroplani, che lo portò a pilotarli nell'esercito, durante la guerra fredda. Finita la guerra, avrebbe voluto diventare un aviatore ma a seguito di un controllo psicologico, venne ritenuto mentalmente instabile.
Frizioni con la Francia si ebbero, nel medesimo periodo, anche in [[Algeria]] dove a [[Annaba|Bona]] era attiva una [[Pescatori di corallo italiani in Algeria|comunità italiana di pescatori di corallo]].
 
A seguito di ciò inizia a fare il criminale, commettendo la sua prima rapina al seguito della quale viene rinchiuso per 4 mesi, continuando la sua carriera da criminale finché non incontra [[Michael De Santa|Michael]], con il quale dà vita ad una fiorente attività di furti e crimini, e con il quale nasce anche una grande amicizia. Trevor definisce infatti Michael il suo migliore amico, e, anche se nella maggior parte dei casi le origini della loro amicizia sono ignote, si sa per certo che il loro legame si è iniziato a sciogliere dal momento in cui Michael incontra una spogliarellista di nome Amanda e della quale si innamora, decidendo di dar vita ad una famiglia.
==== Mire in Asia e Concessione a Sabah (Borneo) ====
Nei due decenni dopo l'Unità, l'Italia guardava con un certo appetito ai pochi territori asiatici ancora liberi da altre potenze coloniali, in particolare la [[Thailandia]], l'[[Dinastia Konbaung|Alta Birmania]], il sultanato di [[Aceh]], le isole [[Andamane e Nicobare]]. Nel 1880 il Barone Von Overbeck, console dell'[[Impero Austro-Ungarico]] ad [[Hong Kong]], visto il rifiuto del proprio governo di Vienna di un aiuto nella sua concessione del [[Borneo]] settentrionale, l'attuale stato di [[Sabah]] della [[Malesia]], chiese al governo Italiano se fosse stato interessato ad acquisire la concessione e creare la prima colonia italiana nell'Asia insulare ([[Borneo]]), ma il progetto naufragò per il rifiuto di Roma di intervenire, lasciando così mano libera alla [[Gran Bretagna]], che occupò successivamente la concessione, inglobandola nella [[Malesia]] Britannica. La motivazione iniziale di Von Oberbeck riguardava la possibilità di creare una colonia penale del governo italiano nell'area di [[Sabah]]:
 
Durante una rapina (all'inizio del gioco) Trevor e Michael con il loro complice Brad Snider, si imbattono in uno scontro frontale con la polizia. Michael viene ferito e Brad rimane ucciso, Trevor invece riesce a scappare incitato da Michael. Esso, dopo aver stretto un patto con l'FIB, mette in scena un finto funerale, che porta Trevor a credere che Michael sia morto e che Brad sia finito in galera. La vera persona sepolta durante il funerale è Brad.
{{Citazione|''… analoghi passi e proprio in quei mari (della Malesia) -oltre che in Argentina- avrebbe fatto, pochi anni dopo, il governo italiano, desideroso di confinare lontano dalla madrepatria i detenuti più pericolosi, specialmente dopo la repressione del Brigantaggio meridionale (1860-64); tentativi che, peraltro, non ebbero esito positivo.''<ref>[http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=34775 Riferimento al tentativo di creare colonie penali italiane nel Borneo]</ref>}}
 
Tempo dopo Trevor si trasferisce a San Andreas, più precisamente nel deserto, nella città di Sandy Shores. Qui avvia la <nowiki>''</nowiki>Trevor Philips Enterprises<nowiki>''</nowiki> che si occupa di vendita di armi e spaccio di metanfetamina e varie attività illegali utilizzando come copertura l'officina di aeroplani (con piste di atterraggio incluse) della città, convinto che questa azienda diventerà un colosso al livello mondiale nel tempo.
Del resto alla fine del 1869 l'esploratore Emilio Cerruti fu mandato nella [[Nuova Guinea]] per allacciare rapporti con le popolazioni locali, ottenendo buoni risultati per la creazione di un'eventuale colonia commerciale e/o colonia penale, ma il timore di inimicarsi l'Inghilterra e l'Olanda fece fallire tutto<ref>Franchini, Vittorio. ''Storia economica coloniale: lezioni di storia economica'' p.526</ref>. Cerruti infatti era tornato nel 1870 a [[Firenze]] con bozze di trattati firmati dai sultani delle isole di [[Isole Aru|Aru]], [[Isole Kai|Kai]] e Balscicu nella Nuova Guinea, dove veniva accettata da loro la sovranità italiana (il Cerruti aveva finanche preso possesso di alcuni settori della costa settentrionale ed occidentale nella Nuova Guinea in nome dell'Italia).<ref>[http://books.google.it/books?id=UvYsAAAAYAAJ&pg=PA275&lpg=PA275&dq=esploratore+Cerruti+in+nuova+guinea&source=bl&ots=21INjT8L9x&sig=2c97yv2CIzDwjA5wrW2BCtOkRsg&hl=it&ei=5wTfTeDcEoXXiAL1qojtCg&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=1&ved=0CBkQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false L'esploratore Cerruti in Nuova Guinea]</ref>
 
Trevor inoltre è circondato da Wade Hebert e Ron Jakowski, rapendoli e strappandoli dalla loro vita precedente per renderli i suoi soci. Nel deserto i suoi rivali principali sono i Lost MC, gli Aztecas e i fratelli O'Neil.
Comunque nel 1883 il governo italiano chiese a quello inglese per via diplomatica se avrebbe accettato che la Nuova Guinea potesse divenire una colonia italiana: al rifiuto britannico l'Italia abbandonò ogni tentativo di colonizzazione nel [[Pacifico]] asiatico.<ref>[http://books.google.com/books?id=vKVFAauDdHkC&pg=PA42&lpg=PA42&dq=emilio+cerruti+in+new+guinea+1870&source=bl&ots=a6DlZoluQY&sig=z_gMRBnafb83XpnAUqBHnninY5M&hl=en&ei=tg3fTcyQNYTGsAOdsY2TBw&sa=X&oi=book_result&ct=result&resnum=7&ved=0CDAQ6AEwBg#v=onepage&q=emilio%20cerruti%20in%20new%20guinea%201870&f=false Ultimo tentativo italiano in Nuova Guinea nel 1883]</ref>
 
Trevor, a distanza di nove anni, un giorno viene a conoscenza del fatto che Michael è ancora vivo, il quale intanto ha cambiato cognome e risiede a Los Santos. Philips, prima di partire per Los Santos, decide di mettere fuori gioco i suoi rivali, temendo che questi possano rovinare i suoi affari durante la sua assenza. Una volta conclusa la faccenda ed arrivato a Los Santos con Wade, Trevor si stabilisce (senza consenso) a casa del cugino di Wade, Floyd.
=== Il primo tentativo nel Corno d'Africa ===
{{vedi anche|Guerra d'Eritrea}}
In Africa fin dal 1861 con Cavour vi fu un tentativo poco conosciuto - stroncato prontamente da inglesi e francesi - di creare una piccola colonia, inizialmente commerciale, sulla costa della [[Nigeria]] e nell'isola portoghese del [[Príncipe]]<ref>[http://www.xmasgrupsom.com/public/index.php?showtopic=2231 La mancata colonia di Lagos in Nigeria]</ref>.
 
Dopo varie ricerche Trevor riesce a riunirsi a Michael, chiedendo a gran tono un "risarcimento", Trevor infatti non vuole ritornare amico di Michael, ma cercare di ritornare ai vecchi tempi. Michael così ritorna nel giro, presentandogli Franklin, e con il quale Trevor instaura da subito un buon rapporto, infatti lo definisce spesso e volentieri <nowiki>''</nowiki>un ragazzo in gamba<nowiki>''</nowiki>. La <nowiki>''pace''</nowiki> viene interrotta quando Trevor scopre che Brad è morto, e che è seppellito al posto di Michael, ma accetta di restare calmo se Michael promette di aiutarlo assieme a Franklin ad effettuare un <nowiki>''</nowiki>ultimo grande colpo<nowiki>''</nowiki>.
Ma i primi tentativi di acquisire veri e propri possedimenti coloniali, risalgono ai tempi della [[Sinistra storica|Sinistra]] di [[Agostino Depretis]] e di [[Francesco Crispi]], anche se alcuni governi precedenti avevano appoggiato, sebbene non in maniera esplicita, alcune iniziative private, come l'acquisizione della [[baia di Assab]] da parte della Compagnia di Navigazione [[Raffaele Rubattino|Rubattino]].
 
Alla fine del gioco tuttavia l'FIB mette alle strette Franklin ordinandogli di uccidere Trevor mentre Devin Weston gli ordina di uccidere invece Michael. Trevor viene ucciso nel finale '''A '''proprio da Franklin che decide di obbedire all'FIB, altrimenti continua a vivere nei finali '''B '''e '''C'''.
Nel corso degli [[anni 1880|anni ottanta]] del [[secolo XIX]] vi furono almeno tre tentativi ufficiali del governo italiano per l'acquisizione di un porto nel [[Mar Rosso]] il quale potesse fungere da base verso un futuro impero coloniale in [[Asia]] o in [[Africa]].
* '''Nel finale A''': In questo finale Franklin preferirà uccidere Trevor invece del suo mentore, Michael. Trevor tenterà di dissuaderlo dicendogli di essergli stato sempre leale, ma Franklin gli dirà che la sua lealtà non gli interessa poiché qualsiasi persona normale vedrebbe Trevor come colui che li avrebbe messi tutti nei guai a causa del suo stile di vita squilibrato. Preso alla sprovvista e sentendosi tradito e in pericolo, Trevor si darà alla fuga. Dopo essere quasi riuscito a scappare da Franklin, verrà raggiunto da Michael che con la sua macchina speronerà l'auto di Trevor facendolo finire contro una cisterna di benzina. Approfittando di ciò Franklin sparerà alla benzina bruciando vivo Trevor e facendo esplodere la sua auto. Se si impiega troppo tempo a dare il colpo di grazia a Trevor, Michael estrarrà la sua pistola e sarà proprio lui ad uccidere Trevor al posto di Franklin (ottenendo però un achievment).
* '''Nel finale B''': Franklin realizza come Michael lo abbia sempre usato per raggiungere i suoi scopi personali durante il gioco e quindi deciderà di obbedire a Weston e di uccidere Michael. Trevor si rifiuterà tuttavia di prendere parte all'esecuzione di Michael a differenza di come fa quest'ultimo nel finale A. Dopo l'esecuzione del suo ex migliore amico Trevor decide di troncare ogni rapporto con Franklin, il quale si è dimostrato un traditore per aver ucciso Michael, che era stato il suo mentore.
* '''Nel finale C:''' Franklin raduna Michael e Trevor e dopo avergli riferito che l'FIB e Weston li volevano morti, decide di pianificare un piano assieme a loro per eliminare tutti i loro nemici in modo da salvarsi tutti e tre. Eliminati Stretch, Wei Cheng, Devin Weston e Steve Haines, Trevor, Michael e Franklin decidono di rimanere amici ma di tornare ognuno alla propria vita non lavorando più insieme almeno per un po'.
 
==== EritreaCritica e Somalia ====
Il personaggio di Trevor è stato accolto con un feedback generale positivo. La rivista Edge ha infatti detto che Trevor è fra i 3 il personaggio più caratteristico. Caroline Petit di [[GameSpot]] invece ha considerato Trevor <nowiki>''</nowiki>Un vero mostro, terrificante e un essere umano mentalmente deviato<nowiki>''</nowiki>. Tom Bramwell di [[Eurogamer]] ha invece scritto che <nowiki>''</nowiki>Trevor sembra un tipico anti-eroe, ma non convincente e poco profondo<nowiki>'' continua poi ''</nowiki> Le sue buffonate deragliano il ciclo della storia, e oscurano l'evolversi del carattere di Michael e Franklin, mettendoli quasi in disparte<nowiki>''</nowiki>. Xav de Matos di [[Joystiq]] ha spiegato che la rivalità tra Michael e Trevor è stancante, poiché alla lunga diventa "un ciclo eterno", quindi senza conclusione.
{{vedi anche|Somalia Italiana|Africa Orientale Italiana}}
Oltre all'acquisto di Assab dalle mani della compagnia Rubattino (nel [[1882]]), lo Stato italiano cercò di acquistare od occupare il porto di Zeila, a quel tempo controllato dagli egiziani, ma senza esito. Quando gli egiziani dovettero ritirarsi dal [[Corno d'Africa]] nel corso del [[1884]], i diplomatici italiani fecero un accordo con la [[Gran Bretagna]] per l'occupazione del porto di [[Massaua]] che assieme ad Assab formò i cosiddetti ''possedimenti italiani nel Mar Rosso'' (dal [[1890]] denominati [[Colonia eritrea]]).
[[File:Possessions italiennes en Afrique-1896.jpg|thumb|Possedimenti italiani nel 1896 nel Corno d'Africa, includendo il rigettato "Protettorato" abissino e l'area sudanese di Cassala]]
Per i governi crispini, la città di [[Massaua]] diventò il punto di partenza per un progetto che doveva sfociare nel controllo dell'intero Corno d'Africa. Agli inizi degli anni ottanta questa zona era abitata da popolazioni etiopiche, dancale, somale e [[oromo]] autonome o sottoposte formalmente a diversi dominatori: gli egiziani (lungo le coste del [[Mar Rosso]]), sultani ([[Harar]], [[Sultanato di Obbia|Obbia]], [[Sultanato di Zanzibar|Zanzibar]] i più importanti), emiri o capi tribali. Diverso il caso dell'[[Etiopia]], allora retta dal Negus Neghesti (Re dei Re) [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni IV]], ma con la presenza di un secondo Negus (Re) nei territori del sud: [[Menelik II d'Etiopia|Menelik]].
 
== Curiosità ==
Attraverso gli studiosi e i commercianti italiani che frequentavano la zona già dagli [[anni 1860|anni sessanta]], l'[[Italia]] cercò di dividere i due Negus al fine di penetrare, dapprima politicamente e in seguito militarmente, all'interno dell'altopiano etiopico. Tra i progetti vi furono l'occupazione della città santa di [[Harar]], l'acquisto di Zeila dai britannici e l'affitto del porto di [[Chisimaio]] posto alla foce del [[Giuba (fiume)|Giuba]] in [[Somalia]]. Tutti e tre i progetti non si conclusero positivamente, in particolare la presa della città di Harar da parte delle forze etiopiche di [[Menelik II d'Etiopia|Menelik]] impedì l'esecuzione di un'operazione simile da parte delle forze italiane. È senz'altro da ricordare, anche per l'eco suscitata in patria, la disfatta nella [[battaglia di Dogali]] del 1887, durante un tentativo di espansione italiana.
* Trevor è l'unico protagonista ad avere il proprio veicolo personale con un nome proprio, BETTY.
* Se Trevor darà un passaggio a qualcuno, potrebbe decidere di portarlo alla Setta degli Altruisti (un villaggio di cannibali) dietro compenso ed alla fine finirà col venire recluso lui stesso nel loro campo in mezzo al bosco, dal quale dovrà poi fuggire.
*Trevor è l'unico dei tre personaggi giocabili di Grand Theft Auto V a fare un'apparizione nel comparto multiplayer di quest'ultimo (dando alcune missioni al giocatore).
 
la sua stazione radio preferita è Channel X ed molto simile a Seth Briars personaggio apparso in Read Dead Redemption entrambi sono sporchi e pieni di cicatrici e Seth indossa gli stessi abiti che indossa Trevor ovvero :la maglia bianca, gli stessi pantaloni e le stesse scarpe
Nel [[1889]] l'Italia ottenne, tramite un accordo da parte del console italiano di [[Aden]] con i rispettivi sultani, i protettorati sul [[sultanato di Obbia]] e su quello della [[Migiurtinia]]. Nel [[1892]] il [[Sultano]] di [[Zanzibar]] concesse in affitto i porti del [[Benadir]] (fra cui [[Mogadiscio]] e [[Brava (Somalia)|Brava]]) alla società commerciale "Filonardi". Il [[Benadir]], sebbene gestito da una società privata, fu sfruttato dal Regno d'Italia come base di partenza per delle spedizioni esplorative verso le foci del Giuba e dell'[[Omo]] e per l'assunzione di un protettorato sulla città di [[Lugh]].
 
A seguito della sconfitta e della morte dell'imperatore [[Giovanni IV d'Etiopia|Giovanni]] in una guerra contro i [[dervisci]] sudanesi, l'esercito italiano di stanza a [[Massaua]] occupò una parte dell'altopiano etiopico, compresa la città di [[Asmara]], sulla base di precedenti ambigui accordi fatti con [[Menelik II d'Etiopia|Menelik]] il quale, con la morte del rivale, era riuscito a farsi riconoscere Negus Neghesti. Con il trattato che seguì, [[Menelik II d'Etiopia|Menelik]] accettò la presenza degli italiani sull'altopiano e riconobbe di utilizzare l'Italia come canale di comunicazione di preferenza con i paesi europei. Quest'ultimo riconoscimento venne interpretato dagli italiani (e tradotto dalla [[lingua amarica]] di conseguenza) come l'accettazione di un ''Protettorato'' e per cinque anni sarà fonte di discordie fra i due paesi.
 
Queste differenti interpretazioni del trattato posero le basi per lo scoppio di un conflitto e la successiva [[Campagna d'Africa Orientale|avanzata italiana in Abissinia]] (ora [[Etiopia]]); ma la pronta reazione delle truppe abissine costrinse inizialmente alla resa. Dopo questa prima sconfitta l'Italia subì, il 1º marzo [[1896]], la definitiva e pesante [[Battaglia di Adua|disfatta di Adua]], nella quale caddero sul campo circa 7.000 uomini. Il 26 ottobre [[1896]] fu conclusa la [[Trattato italo-etiope del 1928|pace di Addis Abeba]], con la quale l'Italia rinunciava alle sue mire espansionistiche in Abissinia. La disfatta provocò forti reazioni in tutta Italia, dove vi fu chi propose un immediato rilancio del progetto coloniale e chi, come una parte del partito socialista, propose di abbandonare immediatamente queste imprese.
{{vedi anche|Guerra d'Abissinia}}
 
==== Sudan ====
La sconfitta dei [[Guerra Mahdista|mahdisti]] ad Agordat (Eritrea), da parte delle truppe italiane ed ascare, spinse il generale [[Oreste Baratieri]] ad ordinare un'incursione oltre il confine con il [[Sudan]]. Il 16 luglio [[1894]], Baratieri condusse personalmente una colonna di 2.600 tra ascari ed italiani verso la città sudanese di [[Cassala]], [[Battaglia di Cassala|conquistandola dopo un breve combattimento]]; a Cassala venne lasciato un presidio al comando del maggiore Domenico Turitto, mentre Baratieri con il grosso delle truppe rientrò in Eritrea. Nelle intenzioni degli italiani, Cassala doveva fare da trampolino di lancio per una campagna contro lo stato mahdista da tenersi in collaborazione con i [[Impero britannico|britannici]], ma questi ultimi rifiutarono l'aiuto italiano, temendo che esso celasse mire espansionistiche in Sudan.
 
La guarnigione italiana di Cassala venne ritirata nel dicembre del [[1897]], quando la città venne restituita agli anglo-egiziani; la rivolta madhista sarà infine schiacciata dagli anglo-egiziani con la vittoria nella [[battaglia di Omdurman]] il 2 settembre [[1898]].
 
=== La Cina e la Concessione di Tientsin ===
Durante la [[Rivolta dei Boxer]] in Cina (1899-1901), l'Italia intervenne nel paese asiatico con un corpo di spedizione, al fianco delle altre [[Grandi Potenze]]; alla fine del conflitto, il governo cinese concesse all'Italia una piccola [[Concessione italiana di Tientsin|zona nella città di Tientsin]], il porto di [[Pechino]].
 
=== La conquista della Libia ===
{{vedi anche|Guerra italo-turca|Africa settentrionale italiana}}
[[File:Generale Giovanni Ameglio.jpg|thumb|upright=0.7|[[Giovanni Ameglio|Giovanni Battista Ameglio]], governatore della Cirenaica dal 1913 al 1918.]]
Nel 1911-12 il [[Governo Giolitti IV|Governo Giolitti]], dopo una serie di accordi con la [[Gran Bretagna]] e la [[Francia]], che ribadivano le rispettive sfere d'influenza nell'[[Africa settentrionale]], dichiarò guerra all'[[Impero ottomano]] . Per costringere la Turchia alla resa, gli Italiani spostarono le operazioni militari nel mar Egeo e occuparono Rodi e le isole del Dodecaneso. La Turchia dovette cedere con la pace di Losanna nel 1912 ed occupò la [[Tripolitania]] e la [[Cirenaica]], dando vita alla formazione della colonia della [[Libia italiana]], il cui possesso venne consolidato nel corso degli [[anni 1920|anni venti]] e [[anni 1930|trenta]].<ref>[http://www.regioesercito.it/campagne/libia/camplibia4.htm Conquista della Libia interna]</ref>
 
Successivamente un trattato del 1935 tra l'Italia e la Francia, rispettivamente potenze coloniali in Libia e in Ciad, assegnò la [[Striscia di Aozou]] alla Libia italiana: si trattava del cosiddetto [[Trattato Mussolini-Laval]] ({{Citazione necessaria|mai peraltro ratificato ufficialmente}}).
La guerra italo-turca fu combattuta dal Regno d'Italia contro l'Impero ottomano tra il 29 settembre 1911 e il 18 ottobre 1912, per conquistare le regioni nordafricane della Tripolitania e della Cirenaica.
Le ambizioni coloniali spinsero l'Italia ad impadronirsi delle due province ottomane che nel 1934, assieme al Fezzan, avrebbero costituito la Libia dapprima come colonia italiana ed in seguito come Stato indipendente. Durante il conflitto fu occupato anche il Dodecaneso nel Mar Egeo; quest'ultimo sarebbe dovuto essere restituito ai turchi alla fine della guerra, ma rimase sotto amministrazione provvisoria da parte dell'Italia fino a quando, con la firma del trattato di Losanna nel 1912, la Turchia rinunciò a ogni rivendicazione, e riconobbe ufficialmente la sovranità italiana sui territori perduti nel conflitto.
Nel corso della guerra, l'Impero ottomano si trovò notevolmente svantaggiato, poiché poté rifornire il suo piccolo contingente in Libia solo attraverso il Mediterraneo. La flotta turca non fu in grado di competere con la Regia Marina, e gli Ottomani non riuscirono ad inviare rinforzi alle province nordafricane.
Pure se minore, questo evento bellico fu un importante precursore della prima guerra mondiale, perché contribuì al risveglio del nazionalismo nei Balcani. Osservando la facilità con cui gli italiani avevano sconfitto i disorganizzati turchi ottomani, i membri della Lega Balcanica attaccarono l'Impero prima del termine del conflitto con l'Italia.
La guerra registrò numerosi progressi tecnologici nell'arte militare tra cui, in particolare, l'impiego dell'aeroplano (furono schierati in totale 9 apparecchi) sia come mezzo offensivo che come strumento di ricognizione. Il 23 ottobre 1911 il pilota capitano Carlo Maria Piazza sorvolò le linee turche in missione di ricognizione, e il 1º novembre dello stesso anno l'aviatore Giulio Gavotti lanciò a mano la prima bomba aerea (si disse grande come un'arancia,) sulle truppe turche di stanza in Libia. Altrettanto significativo fu l'impiego della radio con l'allestimento del primo servizio regolare di radiotelegrafia campale militare su larga scala, organizzato dall'arma del genio sotto la guida del comandante della compagnia R.T. Luigi Sacco e con la collaborazione dello stesso Guglielmo Marconi. Infine, il conflitto libico registrò il primo utilizzo nella storia di automobili in una guerra: le truppe italiane furono dotate di autovetture Fiat e motociclette SIAMT.
 
=== Gli Anni Venti (Anatolia) e Trenta (Abissinia) ===
Una delle richieste italiane durante la stesura del [[Trattato di Versailles (1919)|Trattato di Versailles]] del 1919, dopo la fine della [[prima guerra mondiale]], fu quella di ricevere la [[Somalia Francese]] e il [[Somaliland]] Britannico in cambio della rinuncia alla ripartizione delle ex colonie tedesche tra le forze dell'[[Intesa]]. Fu l'ultimo tentativo dello stato liberale di perseguire la politica di penetrazione nel [[Corno d'Africa]]. Dopo il Trattato l'Italia ottenne però solo l'[[Oltregiuba]] dalla Gran Bretagna, da annettere alla Somalia Italiana ed una ridefinizione dei confini della Libia, che venne così ampliata.
 
Nel 1919 e nei primi anni venti si ebbe l'[[Occupazione italiana di Adalia]] in Anatolia, che finì dopo soli tre anni con un nulla di fatto una volta che [[Kemal Atatürk]] riconobbe la sovranità italiana nel Dodecaneso. Infatti il 9 marzo 1919, il governo italiano fece sbarcare truppe italiane ad Adalia e successivamente furono occupate anche le località vicine: Makri Budrun, Kuch-Adassi, Alanya, [[Konya]], Ismidt e [[Eskişehir]]. Nell'autunno 1922 le truppe italiane lasciarono l'Anatolia.
 
Il colonialismo italiano venne rilanciato quindi dal [[Fascismo#L'Etiopia|regime fascista]] soprattutto durante gli anni '30 e portò alla conquista dell'[[Etiopia]] nel 1935/36.
 
==== Altre mire del governo italiano ====
[[File:Italy aims Europe 1936.png|thumb|upright=1.4|Ambizioni dell'Italia fascista in Europa nel 1936 (in verde scuro l'Italia metropolitana e i territori dipendenti, in verde chiaro gli stati clienti, in turchese scuro i territori rivendicati da annettere, in turchese chiaro i Paesi da trasformare in stati clienti; l'Albania è tratteggiate con linee verde chiaro e turchese scuro in quanto era uno stato cliente che l'Italia voleva incorporare come un territorio dipendente).<ref name=B&J467>Bideleux and Jeffries, p. 467</ref>]]
 
Il secondo tentativo di creare un vasto impero coloniale si poneva come obiettivo il controllo di una zona di territorio che andasse dal [[mar Mediterraneo]] al [[Golfo di Guinea]]. Allo stesso tempo si considerò la possibilità di ottenere l'Angola dal Portogallo.
 
* '''Ciad'''
Il progetto non venne mai esplicitato pubblicamente, ma fu strategicamente chiaro durante le trattative per il [[Trattato di Versailles (1919)]] e causò frizioni diplomatiche con la [[Francia]]. Per realizzare questo progetto, avendo già formale possesso della [[Libia]], il corpo diplomatico italiano chiese di avere la colonia tedesca del [[Camerun]] (o quella del [[Togo]]<ref>[http://www.bv.ipzs.it/bv-pdf/0061/MOD-VP-06-1-26_963_1.pdf Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' p.746]</ref>) e cercò di ottenere, come compenso per la partecipazione alla guerra mondiale, il passaggio del [[Ciad]] dalla Francia all'Italia.
 
Il progetto fallì quando il Camerun venne assegnato alla [[Francia]] e l'Italia ottenne solamente l'[[Oltregiuba]] dal [[Regno Unito]]. Per compensare la perdita britannica dell'Oltregiuba fu concesso 1/5 del Camerun ex tedesco che sarebbe poi stato unito alla Nigeria britannica, l'Italia ottenne inoltre una ridefinizione dei confini tra [[Libia]] e [[Ciad]].
 
* '''Angola'''
Anche l'[[Angola]] portoghese fu ambita nelle trattative per il Trattato di Versailles.<ref>[http://www.ilcornodafrica.it/rds-01emigrazione.pdf Ambizioni italiane sull'Angola (p.10-11)]</ref>
 
Una richiesta alternativa del programma delle rivendicazioni coloniali italiane riguardava la colonia portoghese dell'Angola (anche per il [[Congo belga]] fu fatta richiesta analoga<ref>Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' p.739</ref>).
 
Infatti il governo italiano a Parigi dichiarava che il [[Portogallo]] aveva un impero sproporzionato rispetto alle sue piccole dimensioni, al contrario dell'Italia che si trovava in una
situazione opposta. Furono avanzate due proposte:
* il riconoscimento all'Italia da parte del Portogallo di concessioni agricole in Angola per emigranti italiani.
* nel caso che il Portogallo venisse privato di alcune sue colonie, la Gran Bretagna e la Francia avrebbero riconosciuto all'Italia il diritto sull'Angola.
 
Contemporaneamente il governo italiano promosse la costituzione da parte delle 11 banche italiane più importanti di una "Società Coloniale per l'Africa Occidentale" per la gestione delle concessioni agricole in Angola. Comunque questo progetto trovò una ferma opposizione da parte delle autorità portoghesi.<ref>Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' p.759,847,854</ref>
 
Alla proposta italiana poi definita "assurda" risposero con fermezza [[Regno Unito]] e [[Francia]] in difesa portoghese ribadendo che le colonie portoghesi erano frutto di una conquista coloniale secolare da parte dei lusitani e che non c'era alcuna ragione concreta a che il Portogallo che pure aveva (molto limitatamente) partecipato alla [[I guerra mondiale]] cedesse la colonia all'Italia, dato che anch'esso figurava tra i vincitori del conflitto. L'Italia a giudizio franco-britannico aveva ottenuto già abbastanza con la conquista del [[Trentino-Alto Adige]] e dell'[[Istria]] nonché le rettifiche territoriali sempre a vantaggio italiano nell'Oltregiuba.
 
* '''Georgia'''
Nel 1919 il Re d'Italia [[Vittorio Emanuele III]], invocando uno dei diritti italiani stabiliti in favore delle potenze vincitrici del 1° conflitto mondiale, all'articolo n. 9 del celeberrimo "Patto di Londra" dell'aprile 1915, chiese ed ottenne l'assenso di un'altra potenza vincitrice, l'Impero Britannico, attraverso i buoni uffici di [[Lloyd George]], per l'invio in [[Georgia]], terra in fermento indipendentista sia verso l'Impero russo e sia verso la [[Turchia]], di un contingente italiano di ben 85.000 uomini agli ordini del generale [[Giuseppe Pennella]].<ref>[http://digilander.libero.it/trombealvento/guerra2/varie/disfacimentoitaliani.htm Gli italiani nel Caucaso]</ref>
 
Pennella avrebbe dovuto difendere l'indipendenza della Georgia e sostenere la neonata ''Federazione delle Repubbliche Transcaucasiche'' (Georgia, [[Armenia]] e [[Azerbaigian]]) per controbattere una possibile ingerenza dell'imperialismo russo dei Soviet. In altri termini, si può dire che la proposta di Lloyd George ricalcava gli esordi dell'espansione coloniale italiana nel [[Mar Rosso]], nel penultimo decennio dell'Ottocento, che erano stati, in fondo, un episodio collaterale delle difficoltà britanniche nel Sudan all'epoca del ritiro delle guarnigioni egiziane dall'Eritrea e, poi, della grande insurrezione mahdista.<ref>Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' (Introduzione, p.3,232,754,755,800)</ref>
 
Del resto il [[governo Orlando]], poco prima di cadere, decise con un apposito decreto, la spedizione italiana in Georgia e ne stabilì perfino i termini e le date. Ma il successivo [[Governo Nitti I|governo Nitti]] decise di soprassedere per non compromettere le nuove relazioni tra l'Italia e la neocostituita [[Unione Sovietica]]. Successivamente Mussolini, nel 1941, cercò di creare una Georgia "Protettorato italiano" sfruttando anche i legami tra le due nazioni, originati da Pennella nel 1919<ref>[http://pizeroblog.splinder.com/post/20727704/piano-geopolitico-di-mussolini-sulla-georgia Mussolini e la Georgia]</ref>.
 
* '''Yemen'''
In questa fase la colonia eritrea, sotto l'amministrazione del Governatore [[Jacopo Gasparini]] cercò di ottenere nel 1926 un protettorato sullo [[Yemen]] e creare una base per un impero coloniale sulla penisola araba.<ref>Ministero Affari Esteri: ''Documenti Diplomatici italiani'' p.733,778</ref>
 
Ma [[Benito Mussolini|Mussolini]] non volle inimicarsi la [[Gran Bretagna]] e fermò il progetto. Infatti tergiversò e si lasciò sfuggire il possibile controllo di un'interessante area petrolifera. Del resto in quegli anni Mussolini era in continuo contatto epistolare con [[Winston Churchill]] (allora suo amico), che lo convinse a non appoggiare il governatore Gasparini.<ref>Nicola D'Aroma. ''Vite parallele: Churchill e Mussolini''. Roma, 1962 p.47</ref>
 
* '''Area mitteleuropea e Balcani'''
Il regime fascista non si limitò a rivendicare il territorio, per secoli veneziano, della [[Dalmazia]], già obiettivo dei padri del Risorgimento nel contesto del processo di unificazione nazionale, ma coltivò disegni imperiali per [[Albania]], gran parte della [[Slovenia]], [[Croazia]], [[Bosnia ed Erzegovina]], [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] e [[Grecia]], fondati sui precedenti dell'antica dominazione romana di queste regioni.<ref name="Robert Bideleux 1998. Pp. 467">Robert Bideleux, Ian Jeffries. ''A history of eastern Europe: crisis and change''. London, England, UK; New York, New York, USA: Routledge, 1998. Pp. 467.</ref> Il regime cercò inoltre di stabilire un rapporto di protezione patrono-cliente con l'[[Austria]], l'[[Ungheria]], la [[Romania]] e la [[Bulgaria]] trascurando il fatto che i rapporti fra Ungheria e Romania erano tesi e che la Romania era sotto protezione francese dapprima e poi, a partire dal 1941, controllata dalla Germania nazista per le sue materie prime.<ref name="Robert Bideleux 1998. Pp. 467"/>
 
=== La conquista dell'Etiopia e la nascita dell'Impero ===
[[File:Colonie italiane.jpg|thumb|L'impero coloniale italiano dal 1936 al 1941]]
 
Il [[fascismo]] cercò inizialmente di presentarsi in maniera propositiva nei confronti dell'[[Etiopia]] cercando di attuare un trattato di amicizia con l'amministrazione del reggente [[Haile Selassie]]. Tale accordo si concretizzò nel [[1928]].
[[File:Flag of viceroy of the Kingdom of Italy.svg|thumb|Insegna del viceré dell'Africa Orientale Italiana.]]
[[File:Flag of the colony governor of the Kingdom of Italy.svg|thumb|Insegna dei Governatori di Colonia.]]
 
A seguito della completa conquista della Libia, avvenuta alla fine degli [[anni 1920|anni venti]], [[Benito Mussolini|Mussolini]] manifestò l'intenzione di dare un Impero all'Italia e l'unico territorio rimasto ''libero'' da ingerenze straniere era l'[[Abissinia]], nonostante fosse membro della [[Società delle Nazioni]]. Il progetto d'invasione iniziò all'indomani della conclusione degli accordi sul trattato di amicizia e si concluse con l'ingresso dell'esercito italiano ad Addis Abeba il 5 maggio [[1936]]. Quattro giorni dopo venne proclamata la nascita dell'Impero italiano e l'incoronazione di [[Vittorio Emanuele III]] come Imperatore d'Etiopia (con il titolo di ''Qesar'', anziché quello di "Negus Neghesti").
 
A seguito dell'uccisione di civili e militari italiani in Libia ed Etiopia negli anni venti e trenta<ref>Antonicelli, Franco. ''Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945'' p. 67</ref>, durante il dominio coloniale italiano in Africa furono usate armi vietate, quali [[Armi chimiche#Gas asfissianti .28o soffocanti.29|gas asfissianti]] e [[iprite]]<ref>Angelo Del Boca. ''Italiani, brava gente?'', Editore Neri Pozza, 2005.</ref><ref>Angelo Del Boca. ''A un passo dalla forca. Atrocità e infamie dell'occupazione italiana della Libia nelle memorie del patriota Mohamed Fekini'', Baldini Castoldi Dalai, 2007</ref>. La successiva pacificazione attuata dal [[Fascismo]] nelle colonie africane, talora brutale, fu totale in Libia, Eritrea e Somalia (mentre in Abissinia, dopo meno di cinque anni, nel 1940 oltre il 75% del territorio era completamente controllato dagli Italiani) e risultò in un notevole sviluppo economico dell'area<ref>Chapin Metz, Hellen. Libya: A Country Study. Washington: GPO for the Library of Congress, 1987</ref>, accompagnato da una consistente emigrazione di coloni italiani<ref>[http://www.ilcornodafrica.it/rds-01emigrazione.pdf Emigrazione italiana nelle colonie africane]</ref>.
 
Con la conquista di gran parte dell'Etiopia si procedette ad una ristrutturazione delle colonie del [[Corno d'Africa]]. [[Somalia]], [[Eritrea]] ed [[Abissinia]] vennero riunite nel vicereame dell'[[Africa Orientale Italiana]] (AOI). Il progetto coloniale terminò con l'occupazione britannica dei territori soggetti al dominio italiano nel [[1941]].
 
=== Ambizioni del regime fascista ===
Nel settembre [[1923]] il neo-primo ministro [[Mussolini]] fece occupare per circa un mese l'isola di [[Corfù]], con mire annessionistiche ([[Crisi di Corfù]]). Nel corso della [[Seconda guerra mondiale]], Corfù fu rioccupata dall'[[Esercito Italiano]] nell'aprile [[1941]]. Tale occupazione durò fino al settembre [[1943]]: durante questo periodo, sempre insieme alle [[Isole Ionie]], venne amministrata come entità separata rispetto alla Grecia con l'intento di prepararne l'annessione al [[Regno d'Italia]].
 
Mussolini richiese anche, come risarcimento del suo intervento nella [[guerra civile spagnola]], l'isola di [[Minorca]] nelle Baleari allo scopo di farvi una base aeronavale italiana, ma la ferrea opposizione di [[Francisco Franco]] annullò ogni pretesa italiana. Secondo storici come Camillo Berneri, Mussolini ambiva non solo le Baleari, ma anche il [[Marocco Spagnolo]] (specialmente l'area di [[Ceuta]], che confinava con il Territorio Internazionale di [[Tangeri]] nel quale l'Italia era co-garante dal 1928)<ref>[http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:CRlYtCP0B_gJ:www.iperteca.it/download.php%3Fid%3D1636+ceuta+italiana+(richiesta+di+mussolini)&hl=it&gl=it&pid=bl&srcid=ADGEESiUxlOMWvWnAI9eUDe011a2h5lwLoVmLwIcD1nhDM5te0bGQJoF1Rk0AzR0xoFKKi9QWuZAtyUohCd-GH4VQjzVkmUUP5gN384Gq5IWlOUBzB3Q8fXE0nQjZdBwUkR2QK0VJuKd&sig=AHIEtbRVEf9-avQEp4_v7M1AfQrC7KIGww Le ambizioni mussoliniane in Spagna]</ref>
 
[[File:Grande Italia.jpg|thumb|left|Mappa della ''Grande Italia'' : i territori in rosso mostrano le aree dell'Europa e del Nord Africa che dovevano essere incluse nel progetto del 1940. {{chairire:In giallo le aree occupate dagli italiani nel novembre 1942.|le aree gialle sembrano includere tutto l'Egitto e il Sinai !?}}]]
Dopo l'occupazione, tra il [[1939]] e il [[1941]], di alcune zone della [[Dalmazia]], del [[Montenegro]], dell'[[Albania]], del [[Kosovo]] e della [[Somaliland|Somaliland inglese]], da parte delle truppe italiane, l'obiettivo di Mussolini fu quello di estendere la presenza italiana anche a [[Malta]], [[Tunisia]], [[Gibuti|Somalia francese]] e [[Corsica]].
 
Dopo la [[Campagna di Francia|caduta della Francia]], l'illusione di una vittoria sulla [[Gran Bretagna]] spinse Mussolini e il Ministro degli Esteri [[Galeazzo Ciano|Ciano]] ad iniziare una serie di colloqui con gli ambiti civili di [[Algeria]], [[Egitto]] e [[Sudan]]. I colloqui vennero ben presto ostacolati dall'alleato tedesco e terminarono con la controffensiva britannica in Cirenaica.
 
Ai primi di novembre 1942, a seguito degli [[Operazione Torch|sbarchi alleati in Marocco e Algeria]], l'Italia con l'[[operazione Anton]] occupo' la Corsica e una fascia di territorio Francese larga all'incirca 200 km a ovest del confine. <ref>Davide Rodogno. Fascism's European Empire. Cambridge University Press, 2006. ISBN 0-521-84515-7</ref> Con quest'operazione (e la successiva occupazione della Tunisia) il territorio occupato dall'Italia nel Mediterraneo raggiunse la sua massima estensione, ma si tratto' di un successo apparente, in quanto negli stessi giorni la [[Seconda battaglia di El Alamein]] e il successivo crollo del fronte libico portarono alla perdita dell'Africa Settentrionale e al successivo crollo dell'Italia.
 
Sul finire del [[1941]] [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] e [[Terzo Reich|Germania]] intavolarono una trattativa per occupare militarmente e politicamente la [[Svizzera]], progetto poi mai andato in opera.
 
Prevedeva la spartizione in 2 parti: alla [[Terzo Reich|Germania]] la parte settentrionale di [[lingua tedesca]] e [[lingua francese|francese]], all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] il [[Canton Ticino]], il [[Vallese]] e i [[Grigioni]] oltre a [[Canton Ginevra|Ginevra]] aggregata alla Savoia italiana.<ref>[fonte televisione della Svizzera italiana]</ref>
 
=== Fine dell'Impero ===
L'Impero italiano tramontò definitivamente nel corso del [[1943]], dopo l'espulsione del regio esercito ad opera delle forze britanniche e del ''[[Commonwealth]]'', prima dall'Africa orientale ([[Campagna Alleata in Africa Orientale]]), nel novembre del [[1941]], e successivamente dal Nord Africa ([[Campagna del Nord Africa]]), nella primavera del 1943.
 
Le truppe italiane in [[Albania]], nel [[Dodecaneso]] e nelle altre isole greche, non senza episodi cruenti come la [[Strage di Cefalonia]], vennero ritirate a partire dal settembre [[1943]] dopo la [[caduta di Mussolini]] e la successiva resa dell'Italia.
 
Formalmente l'Italia venne privata di tutti i propri possedimenti coloniali con il [[Trattato di Parigi (1947)|trattato di Parigi]] del [[1947]]. Nel [[1950]] le [[Organizzazione delle Nazioni Unite|Nazioni Unite]] riconobbero all'Italia l'amministrazione fiduciaria della [[Somalia Italiana]] fino al [[1960]].
 
== Colonie italiane ==
[[File:Italian empire 1940.PNG|upright=1.4|thumb|L'Impero Italiano nel 1940.]]
[[File:Italian Fascist Empire.png|upright=1.4|thumb|Il progetto fascista di creare un impero coloniale italiano dalla Libia alla Somalia dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale. In verde scuro L'Impero Italiano nel 1939, in verde i territori occupati negli anni 1940-1943, in verde chiaro i territori da includere nell'Italia Imperiale.]]
=== Eritrea (1882 - 1947) ===
{{Vedi anche|Colonia Eritrea|Eritrea (governo)}}
L'area del [[Mar Rosso]] fu una delle zone che suscitò il maggior interesse dei governi della [[Sinistra storica|Sinistra]] italiana.
 
Primo nucleo della futura colonia Eritrea fu l'area commerciale stabilita dalla società [[Rubattino]] nel [[1869]] presso la baia di [[Assab]]. Abbandonata per una decina d'anni, fu poi acquistata dallo stato italiano nel [[1882]], venendo a costituire il più antico fra i possedimenti coloniali italiani in Africa e nel resto del mondo. Nel [[1885]] anche il porto di [[Massaua]] cadde sotto il dominio italiano.
 
Con il [[trattato di Uccialli]] i possedimenti italiani vennero estesi nell'entroterra fino alle sponde del fiume [[Mareb]]. Di conseguenza il 1º gennaio [[1890]] fu istituzionalizzato il possesso di quei territori con la creazione di una colonia retta da un governatore (il primo ad occupare tale carica fu il generale [[Baldassarre Orero]]), e avente capoluogo la città di [[Asmara]] (climaticamente più confortevole per gli italiani rispetto a Massaua).
 
La massima espansione dei suoi confini fu raggiunta agli inizi del [[1896]], quando il Governatore della colonia, [[Oreste Baratieri]] dovette tramutare in realtà il progetto di occupazione dell'entroterra etiopico. Nel [[1894]] aveva fatto occupare la città sudanese di [[Cassala]], allora possedimento [[derviscio]], mentre nel [[1895]] durante la [[campagna d'Africa Orientale]], occupò ampie zone del Tigrè, comprendenti la città di [[Axum]]. A seguito della sconfitta nella battaglia di [[Adua]], i confini della colonia ritornarono ad essere quelli stabiliti dal Trattato e tali rimasero fino alla Guerra d'Etiopia.
 
Primo governatore non militare fu [[Ferdinando Martini]] a quel tempo convinto sostenitore della necessità per lo stato italiano di possedere colonie. A costui toccò il compito di ristabilire contatti pacifici con l'Etiopia, di migliorare i rapporti fra italiani e popolazioni indigene e di creare un corpo di funzionari che portasse avanti l'amministrazione della colonia. Fu grazie alla sua politica che la colonia ebbe degli Ordinamenti Organici e dei codici coloniali.
 
Uno degli ufficiali più attivi presso il Commissariato di Adua in Eritrea fu il friulano [[Giovanni Ellero]].
 
Durante il [[fascismo]], la colonia fu oggetto di un ambizioso progetto di modernizzazione, voluto dal Governatore [[Jacopo Gasparini]], che cercò di tramutarla in un importante centro per la commercializzazione dei prodotti e materie prime. [[Asmara]], la capitale dell'[[Eritrea italiana]] popolata nel [[1939]] da 53.000 [[Italo-eritrei]] su un totale di 98.000 abitanti, fu luogo di un notevole sviluppo urbanistico/architettonico.
 
La colonia [[Eritrea]] venne inglobata nell'[[Africa Orientale Italiana]] nel [[1936]], diventando uno dei sei governi in cui era diviso il vicereame, i confini della colonia vennero riportati a quelli del [[1895]] con l'annessione del territorio del Tigrè.
 
Nella primavera del [[1941]] la colonia venne occupata, insieme al resto dell'[[Africa Orientale Italiana]], dalle truppe britanniche
 
=== Somalia italiana (1890 - 1960) ===
{{Vedi anche|Somalia Italiana}}
La prima colonia italiana fu stabilita nel sud della [[Somalia]] tra il [[1889]] e il [[1890]], inizialmente come [[protettorato]]. Nel giugno [[1925]] la sfera di influenza italiana venne estesa fino ai territori dell'[[Oltregiuba]] e le [[Isole Giuba]], fino ad allora parte del [[Kenya]] inglese e cedute come ricompensa per l'entrata in guerra a fianco degli [[Alleati della prima guerra mondiale|Alleati]] durante la [[prima guerra mondiale]].
 
Negli anni venti e trenta si ebbe l'insediamento di numerosi [[Italo-somali|coloni italiani]] a [[Mogadiscio]] e nelle aree agricole come [[Villabruzzi]], con notevole sviluppo della colonia.
 
Dopo l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale (10 giugno 1940), nell'agosto [[1940]] [[Conquista italiana della Somalia Britannica|le truppe italiane occuparono la Somalia britannica]] ([[Somaliland]]), {{citazione necessaria| che fu amministrativamente incorporata nella Somalia italiana}}. Nei primi mesi del [[1941]] le truppe inglesi occuparono tutta la Somalia italiana e riconquistarono anche il [[Somaliland]].
 
Dopo l'invasione da parte delle truppe alleate nella [[seconda guerra mondiale]] la [[Somalia Italiana]] fu consegnata all'[[Italia]] in amministrazione fiduciaria decennale nel [[1950]].
 
=== Libia (1911 - 1943) ===
{{Vedi anche|Libia italiana}}
[[File:Crescita del territorio della Libia.PNG|upright=1.4|thumb|Crescita del territorio della Libia italiana]]
[[File:Italoturca1.jpg|thumb|left|Truppe italiane sparano contro i turchi a Tripoli, 1911.]]
Dopo una breve [[Guerra Italo-Turca|guerra]] contro l'[[Impero ottomano]] nel [[1911]], l'Italia acquisì il controllo della [[Tripolitania]] e della [[Cirenaica]], ottenendo il riconoscimento internazionale a seguito degli accordi del [[Trattato di Losanna (1912)|Trattato di Losanna]]. Le mire italiane sulla Libia vennero appoggiate dalla [[Francia]], che vedeva di buon occhio l'occupazione di quel territorio in funzione anti-britannica. Con il [[fascismo]], alla Libia venne attribuito l'appellativo di ''quarta sponda'' negli [[anni 1930|anni trenta]], dopo che negli anni venti vi fu la [[Pacificazione della Libia|pacificazione della colonia]] ad opera di [[Rodolfo Graziani]].
 
Nel [[1934]], Tripolitania e Cirenaica vennero riunite per formare la colonia di ''Libia'', nome utilizzato 1.500 anni prima da [[Diocleziano]] per indicare quei territori. Il governatore [[Italo Balbo]] avviò un piano di colonizzazione che portò decine di migliaia di [[Italo-libici|Italiani in Libia]], con un conseguente enorme sviluppo socio-economico della Libia.
 
L'Italia perse il controllo sulla Libia quando le forze italo-tedesche si [[Campagna di Tunisia|ritirarono in Tunisia]] nel [[1943]]. Dopo la fine della guerra, la Libia venne provvisoriamente amministrata dalla [[Gran Bretagna]] e dalla [[Francia]] nel [[Fezzan]] fino al conseguimento definitivo dell'indipendenza nel [[1951]].
 
=== Abissinia (1936 - 1941) ===
{{Vedi anche|Africa Orientale Italiana}}
L'Abissinia (l'odierna [[Etiopia]]) fu conquistata dalle truppe italiane, comandate dal generale [[Pietro Badoglio]] dopo la [[Guerra d'Etiopia|guerra del 1935-1936]]. La vittoria fu annunciata il 9 maggio [[1936]], il [[Re d'Italia]] [[Vittorio Emanuele III]] assunse il titolo di Imperatore d'Etiopia, Mussolini quello di Fondatore dell'Impero, e a [[Pietro Badoglio|Badoglio]] fu concesso il titolo di Duca di [[Addis Abeba]].
 
Con l'annessione dell'Etiopia, i possedimenti italiani in Africa Orientale (Etiopia, [[Somalia]] ed [[Eritrea]]) furono unificati sotto il nome di [[Africa Orientale Italiana]] A.O.I., e posti sotto il governo di un Viceré.
 
L'Etiopia, insieme all'Eritrea, fu molto interessata dalla [[Italo-etiopici|emigrazione italiana]] e dalla costruzione di nuove strade, grandi infrastrutture (ponti, ecc.) e anche dalla sistemazione delle città, specie della capitale Addis Abeba secondo un piano regolatore prestabilito (nuovi quartieri, una nuova ferrovia). La breve presenza italiana, di soli 5 anni, e le difficoltà di pacificazione della zona, non permise la sistemazione totale della città, che sarebbe dovuta essere il fiore all'occhiello del colonialismo italiano. Tuttavia, quale membro della [[Lega delle Nazioni]], l'Italia ricevette la condanna internazionale per l'occupazione dell'Etiopia, che era uno stato membro.
 
Nei primi mesi del [[1941]] le truppe inglesi sconfissero gli italiani ed occuparono l'Etiopia, anche se alcuni focolai di resistenza italiana si mantennero attivi a Gondar fino all'autunno del [[1941]]. Inoltre si ebbe anche una [[Guerriglia italiana in Africa Orientale|guerriglia italiana]] durata fino al 1943. Gli inglesi reinsediarono il deposto [[Negus]], [[Haile Selassie]], esattamente cinque anni dopo la sua cacciata.
 
=== Albania (1939 - 1943) ===
{{Vedi anche|Occupazione italiana dell'Albania (1939-1943)|Albania|Cossovo}}
[[File:Flag of Albania (1939).svg|thumb|Bandiera dell'Albania sotto il governo fascista di [[Shefquet Verlaci]].]]
[[File:Flag of luogotenente generale in Albania of the Kingdom of Italy.svg|thumb|Bandiera distintivo di Luogotenente Generale in Albania.]]
 
L'[[Albania]] era sotto la [[sfera di influenza]] italiana dagli anni venti, e l'isola di [[Saseno]] davanti [[Valona]] era parte integrante del Regno d'Italia dai tempi della "Pace di Parigi" ([[1919]]).
 
Dopo alterne vicende, l'Albania venne occupata militarmente da truppe italiane nel [[1939]]. Alla base di questa decisione, vi fu il tentativo di [[Benito Mussolini|Mussolini]] di controbilanciare l'alleanza con la sempre più potente [[Germania nazista]] di [[Adolf Hitler|Hitler]], dopo l'[[Anschluss|occupazione dell'Austria]] e della [[Cecoslovacchia]]. L'invasione dell'Albania, iniziata il 7 aprile [[1939]] fu completata in cinque giorni. Il re [[Zog I di Albania|Zog]] si rifugiò a [[Londra]].
 
[[Vittorio Emanuele III]] ottenne la corona albanese, e venne insediato un governo fascista guidato da [[Shefquet Verlaci]]. Le forze dell'esercito albanese vennero incorporate in quello italiano.
 
Nel [[1941]] vennero uniti all'[[Albania]] i territori dove predominava l'etnia albanese: il [[Kosovo]], alcune piccole aree del [[Montenegro]] ed una parte della [[Macedonia (regione storica)|Macedonia]] (territori già [[Regno di Jugoslavia|iugoslavi]]).
 
La [[resistenza albanese]] contro l'occupazione italiana iniziò nell'estate [[1942]] e si fece più violenta e organizzata nel [[1943]]: nell'estate del [[1943]] le montagne interne erano difatti sotto il controllo diretto della resistenza albanese guidata da [[Enver Hoxha]]. Nel settembre [[1943]], dopo la [[caduta di Mussolini]], il controllo sull'Albania venne assunto dalla [[Germania nazista]].
 
=== Il Dodecaneso (1912 - 1943) ===
{{Vedi anche|Isole italiane dell'Egeo}}
Tra l'aprile e l'agosto del [[1912]], durante la fase conclusiva della guerra in Libia contro l'[[Impero Ottomano]], l'Italia decise di occupare dodici [[Isole egee|isole dell'Egeo]] sottoposte al dominio turco: il cosiddetto [[Dodecaneso]]. A seguito del [[Trattato di Losanna (1912)|Trattato di Losanna]], l'Italia poté mantenere l'occupazione militare delle dodici isole fino a quando l'esercito turco non avesse abbandonato completamente l'area libica. Questo processo avvenne lentamente, anche perché alcuni ufficiali ottomani decisero di collaborare con la resistenza libica, per cui l'occupazione dell'area nel mar Egeo venne mantenuta nei fatti fino al 24 maggio [[1915]], giorno in cui l'Italia, entrata nella [[prima guerra mondiale]] assieme le forze dell'[[Intesa]], riprese le ostilità contro l'Impero Ottomano.
 
Durante la guerra e l'[[occupazione italiana di Adalia]] l'isola di [[Rodi]] fu sede di un'importante base navale per le forze [[Royal Navy|marine britanniche]] e [[Marine Nationale|francesi]].
 
Dopo la vittoria nella [[prima guerra mondiale]], il Regno d'Italia intendeva consolidare formalmente la propria presenza nell'area dell'Egeo e lungo le coste turche. Tramite un accordo con il governo greco all'interno del [[Trattato di Sèvres]] del [[1919]], si stabilì che Rodi diventasse italiana anche dal punto di vista formale, mentre le altre undici isole sarebbero passate alla Grecia, come la totalità delle altre isole del mar Egeo. In cambio, l'Italia avrebbe ottenuto dallo stato greco il controllo della parte sud-ovest dell'Anatolia ([[Occupazione italiana di Adalia]]), che si estendeva da Konya fino ad Alanya e che comprendeva il bacino carbonifero di [[Antalia|Adalia]]. La sconfitta dei greci nella guerra contro la Repubblica di Turchia nel [[1922]] rese impossibile l'accordo e l'Italia mantenne l'occupazione di fatto delle isole fino a quando, con il [[Trattato di Losanna (1923)|Trattato di Losanna]] del [[1923]], l'amministrazione dell'arcipelago non le fu riconosciuto internazionalmente.
 
Negli [[anni 1920|anni venti]] e [[anni 1930|trenta]] l'amministrazione fascista da un lato portò degli ammodernamenti, come la costruzione di ospedali e acquedotti, ma si distinse anche per il tentativo di italianizzare con diversi provvedimenti le dodici isole, i cui abitanti erano a maggioranza di [[lingua greca]], con la presenza di minoranze, [[Lingua turca|turca]] ed [[lingua ebraica|ebraica]].
 
Nel settembre [[1943]] dopo l'[[Armistizio di Cassibile]], i soldati del [[Terzo Reich]] occuparono le isole. L'8 maggio del [[1945]] le forze britanniche presero possesso dell'isola di Rodi e tramutarono il Dodecaneso in un protettorato. Con il [[Trattato di Parigi (1947)]], gli accordi fra Grecia e Italia stabilirono il possesso formale delle isole da parte dello stato greco, che assunse pieno controllo amministrativo solamente nel [[1948]].
 
=== L'Anatolia (1919 - 1922) ===
{{Vedi anche|Occupazione italiana di Adalia}}
[[File:TreatyOfSevres (corrected).PNG|thumb|upright=1.8|Mappa della zona di influenza italiana in Turchia (1919-1922) a seguito del Trattato di Sèvres del 1920.]]
Per quasi quattro anni dopo la fine della ''Grande Guerra'', l'Italia cercò di creare una colonia in [[Anatolia]] dove occupò militarmente la fascia costiera tra Smirne ed Adalia.
 
Infatti a partire dal 1912, dopo l'occupazione del [[Dodecaneso]], l'Italia fece degli studi per una penetrazione sulla costa anatolica più prossima all'arcipelago. La città di [[Adalia]] rappresentava il centro di tale interesse, non escludendo anche la pianura del fiume Meandro e la città portuale di [[Smirne]], considerata la porta commerciale dell'intera [[Turchia]] asiatica.
 
L'entrata in guerra al fianco dell'[[Intesa]] rappresentò per il governo di Roma un'occasione propizia per imporre le sue mire sull'[[Anatolia]], tuttavia reciproci sospetti e incomprensioni tra gli italiani e gli scomodi alleati anglo-francesi portarono a un nulla di fatto, che si aggravò nel 1919 con la conferenza di Versailles. Infatti, conclusasi la guerra, la Grecia, che aveva gli stessi interessi italiani sulla zona dell'Egeo, oltre a pretendere la cessione del Dodecaneso da Roma, era favorita dalle simpatie di Londra e Parigi per ereditare dall'Impero ottomano tutte quelle colonie elleniche che risiedevano sulla costa anatolica.
 
L'Italia, non potendo ottenere nulla in sede diplomatica, agì di conseguenza, inviando nella primavera del 1919 una spedizione militare di circa 12.000 uomini con base Rodi e destinata ad occupare i principali centri e porti tra Adalia e Smirne. Quest'ultima città tuttavia nel frattempo fu concessa dal tavolo della pace ad [[Atene]] e quindi non fu mai occupata dalle truppe italiane.
 
Il comando italiano, su indicazioni del governo, mantenne per circa tre anni i suoi presidi, sperando che la situazione internazionale si sbloccasse in favore di Roma, arretrando però gradualmente le posizioni in relazione agli sviluppi diplomatici e all'inaspettata avanzata di [[Mustafa Kemal]].
 
Le pesanti sconfitte inflitte dai kemalisti agli ellenici e la comprensione dell'escalation di violenza e di poca redditività politico-economica di tutta l'operazione, portò l'Italia a decidere il completo abbandono di un grande sogno nel [[Mediterraneo orientale]]. Nell'autunno del 1922 gli ultimi reparti lasciarono la terra ferma, per rientrare a Rodi, concludendo qualsiasi ambizione politica e militare sul territorio ex ottomano.<ref>[[Giovanni Cecini]], ''Il Corpo di Spedizione italiano in Anatolia (1919-1922)'', Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 2010.</ref>.
 
=== Tientsin, Cina (1901 - 1947) ===
{{Vedi anche|Concessione italiana di Tientsin}}
[[File:Italian Concession of Tientsin. Piazza Regina Elena and WWI monument..jpg|thumb|left|Il monumento commemorativo della prima guerra mondiale a Piazza Regina Elena, nella Concessione italiana di Tientsin.]]
Nel [[1901]], come a molte altre potenze straniere, fu garantito all'Italia una [[Concessione internazionale|concessione]] commerciale nell'area della città di [[Tianjin|Tientsin]] (l'odierna [[Tianjin]]) in [[Cina]]. La concessione italiana, di 46 [[ettari]], fu una delle minori concessioni concesse dal [[Impero Cinese|Celeste impero]] alle potenze europee. Dopo la fine della [[prima guerra mondiale]] la concessione austriaca nella stessa città fu inglobata in quella italiana. I termini di tale concessione vennero ridiscussi, e infine la stessa concessione venne di fatto sospesa, a seguito di un accordo tra la [[Repubblica Sociale Italiana]] e il governo filo-giapponese della [[Repubblica di Nanchino]] (che inglobò la concessione) nel [[1944]]. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, la guarnigione italiana a Tientsin combatté contro i giapponesi, ma dovette poi arrendersi e pagare con la prigionia in [[Corea]]. La concessione di Tientsin, così come i quartieri commerciali italiani a [[Shanghai]], [[Hankow]] e [[Pechino]], furono nuovamente concessi alla Cina con il trattato di pace del [[1947]].<ref>[http://www.discovertianjin.org/map/e1938map.htm Mappa]</ref>
 
=== Massima estensione ===
Alla vigilia della [[seconda guerra mondiale]], nel 1939, i territori controllati dall'Italia erano così suddivisi:
 
{| class="wikitable"
! Territori!! Nome !! Area (km²) !! Note
|-
| 1 || [[Italia]] metropolitana || 309.100 ||
|-
| 2 || [[Libia italiana]] || 1.873.800 || compresa la [[Striscia di Aozou]]
|-
| 3 || [[Africa Orientale Italiana]] || 1.749.600 || comprese le [[Isole Hanish]]
|-
| 4 || [[Albania]] || 28.750 ||
|-
| 5 || [[Isole Italiane dell'Egeo]] || 2.690||
|-
| 6 || [[Concessione italiana di Tientsin]] ||0,5 ||
|-
| Totale || ||3.963.940,5 ||
|}
 
La massima estensione dei territori occupati dall'Italia avvenne all'inizio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, con la breve occupazione della [[Somalia Britannica]] (137.600&nbsp;km²), di [[Cassala]], di [[Moyale]], di [[Mentone]] e di altri territori (principalmente in Egitto ed in Grecia), quando si superano i 4 milioni e centomila km² occupati.
 
== Progetto fascista di ampliamento dell'Impero ==
[[File:ProgettoImperoItaliano.jpg|thumb|Il progetto mussoliniano di un ingrandito Impero italiano - dopo l'eventuale vittoria dell'Asse - includeva l'Egitto, il Sudan, Gibuti ed il Kenya orientale. Questo impero ingrandito (limiti in verde) doveva essere la continuazione in Africa della Grande Italia (limiti in arancione).]]
 
Nel corso della seconda guerra mondiale Mussolini ed altri suoi gerarchi progettarono un ingrandimento dell'Impero italiano, qualora si fosse fatta una conferenza di pace dopo la vittoria dell'Asse<ref>Maravigna, General Pietro. ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi''. p. 127</ref>.
 
Questo progetto era basato sul congiungimento delle due sezioni dell'Impero italiano nel 1939 (la Libia e l'Africa Orientale Italiana) tramite la conquista dell'[[Egitto]] e del [[Sudan]]<ref>Rovighi, Alberto. ''Le Operazioni in Africa Orientale'' pag. 83</ref>. Ad esso si sarebbero aggiunte la Somalia inglese (occupata temporaneamente nell'estate del 1940), [[Gibuti]] e la parte orientale del [[Kenya]] britannico<ref>Antonicelli, Franco (1961). ''Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945'' pag. 107</ref>
 
Il progetto prevedeva una notevole colonizzazione di Italiani (oltre un milione da trasferire principalmente in Etiopia ed Eritrea e circa mezzo milione in Libia<ref>'Systematic "demographic colonization" was encouraged by Mussolini's government. A project initiated by Libya's governor, Italo Balbo, brought the first 20,000 settlers--the ventimilli--to Libya in a single convoy in October 1938....Plans envisioned an Italian colony of 500,000 settlers by the 1960s' (Una sistematica "colonizzazione demografica" fu incoraggiata dal governo di Mussolini. Un progetto iniziato dal governatore della Libia, Italo Balbo, portò i primi 20.000 coloni, detti Ventimilli, in Libia nell'ottobre 1938.....Progetti visionavano una colonia italiana di 500.000 coloni negli anni sessanta) da Chapin Metz, Hellen. Libya: A Country Study. Washington: GPO for the Library of Congress, 1987</ref>), ed il controllo del [[Canale di Suez]]<ref>Maravigna, General Pietro. ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi.''pag. 183</ref>
 
Nel novembre 1942 fu occupata la [[Tunisia]], che fu aggiunta amministrativamente alla "Quarta Sponda" della Grande Italia, fino alla sua perdita nel maggio 1943<ref>Maravigna, General Pietro (1949). ''Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi.'' pag. 214</ref>.
 
== La fine dell'Impero ==
Tutto svanì con la sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale, che pose fine al sogno mussoliniano di fare dell'Italia una "potenza mondiale"<ref>Ion Smeaton Munro, ''Trough Fascism to World Power: A History of the Revolution in Italy'' (1971), pag. 96.</ref>.
 
Oltre alla cessione alla Jugoslavia di [[Fiume]], del territorio di [[Zara]], delle isole di [[Lagosta (isola)|Lagosta]] e [[Pelagosa]], di gran parte dell'[[Istria]], del [[Carso]] triestino e goriziano, dell'alta valle dell'[[Isonzo]] e a piccole rettifiche sulla frontiera con la Francia, il trattato di pace tra [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleati]] e Italia determinerà la perdita di tutte le colonie fasciste, mentre per quelle prefasciste (senza considerare le isole dell'[[mar Egeo|Egeo]], cedute alla Grecia) la decisione veniva rimessa all'[[ONU]].<ref>[[Giuseppe Mammarella]], ''Storia d'Europa dal 1945 a oggi'', ed. Laterza, Roma-Bari, 2006, pag. 8.</ref>
 
== Le canzoni del colonialismo italiano ==
[[File:Mappa impero coloniale italiano piazza delle erbe.JPG|thumb|Mappa dell'impero in [[Piazza delle Erbe (Padova)]]]]
Le guerre coloniali avevano bisogno dell'appoggio della popolazione. A tale scopo vennero lanciate diverse canzoni propagandistiche, che quasi sempre trasformavano la guerra di conquista in guerra di liberazione.
* ''Tripoli bel suol d'amore''
* ''Africanella''
* ''Carovane del Tigrai''
* ''Sul lago Tana''
* ''[[Ti saluto, vado in Abissinia]]''
* ''[[Faccetta nera]]''
* ''Adua''
* ''Canzone d'Africa''
* ''Ritorna il legionario''
* ''In Africa si va''
* ''L'Abissino vincerai''
* ''C'era una volta il Negus''
* ''Povero Selassiè''
* ''Africanina''
* ''Africa nostra''
* ''Amba Alagi''
* ''Avanti Italia''
* ''Cantate dei legionari''
* ''Canto dei volontari''
* ''Etiopia''
* ''Marcia delle Legioni''
* ''O morettina''
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
[[File:Africa1898.png|thumb|Mappa francese dell'Africa circa del [[1911]]]]
 
* {{cita libro|Franco|Antonicelli|Trent'anni di storia italiana 1915 - 1945|1961|Mondadori|Torino}}
* [[Luigi Visintin]] e [[Mario Baratta]] ''Atlante delle colonie italiane'' IGDA Novara, 1928
* [[Luigi Vittorio Bertarelli]], ''Guida d'Italia : Possedimenti e colonie'', [[Touring Club Italiano]], Milano, 1929
* [[Giovanni Cecini]], ''Il Corpo di Spedizione italiano in Anatolia (1919-1922)'', Ufficio Storico Stato Maggiore dell’Esercito, Roma 2010. ISBN 978-88-96260-15-9
* [[Ferruccio Caressa]]. Manuale Linguistico per l’Africa Orientale, coi principali vocaboli delle lingue Amarica-Galla-Tigrina e versione in Italiano e Francese ad uso dei militari, funzionari, uomini d’affari, turisti, ecc., Torino, Edizioni SIPES, 1935 (Tip. G.B. Boccardo). 16°, pp. 95-(+1). Cartolina a colori dell’A.O. applicata, 5 fotografie e 3 ill. n.t.
* {{cita libro|Hellen|Chapin Metz|Libya: A Country Study|1987|GPO for the Library of Congress|Washington|lingua=en}}
* {{cita libro|Angelo|Del Boca|Italiani in Africa Orientale: Dall'Unità alla Marcia su Roma|1985|Laterza|Bari|isbn=88-420-2638-7}}
* {{cita libro|Angelo|Del Boca|Italiani in Africa Orientale: La conquista dell'Impero|1985|Laterza|Bari |isbn=88-420-2715-4}}
* {{cita libro|Angelo|Del Boca|Italiani in Africa Orientale: La caduta dell'Impero|1986|Bari|Laterza|isbn=88-420-2810-X}}
* {{cita libro|Pietro|Maravigna|Come abbiamo perduto la guerra in Africa. Le nostre prime colonie in Africa. Il conflitto mondiale e le operazioni in Africa Orientale e in Libia. Testimonianze e ricordi|1949|Tipografia L'Airone|Roma}}
* {{cita libro|Anthony|Mockler|Haile Selassie's War: The Italian-Ethiopian Campaign, 1935-1941|1984|Random House|New York|lingua=en|isbn=0-394-54222-3}}
* {{cita libro|Davide|Rodogno|Fascism's European Empire|2006|Cambridge University Press|Cambridge|lingua=en|isbn=0-521-84515-7}}
* {{cita libro|Alberto|Rovighi|Le Operazioni in Africa Orientale|1952|Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico|Roma}}
* {{cita libro|Ion|Smeaton Munro|Trough Fascism to World Power: A History of the Revolution in Italy|1971|Ayer Publishing|Manchester|lingua=en|isbn=0-8369-5912-4}}
* Angelo Del Boca. ''L'Africa nella coscienza degli italiani. Miti, memorie, errori e sconfitte.'' Milano, Mondadori, 1992.
* Angelo Del Boca. ''Una sconfitta dell'intelligenza. Italia e Somalia.'' Bari, Laterza, 1993.
* Angelo Del Boca. ''Il negus. Vita e morte dell'ultimo re dei re.'' Bari, Laterza, 1995.
* Angelo Del Boca. ''I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia.'' Roma, Editori Riuniti, 1996.
* Angelo Del Boca. ''Gli italiani in Libia. Vol. 1: Tripoli bel suol d'Amore''. Milano, Mondadori, 1997.
* Angelo Del Boca. ''Gli italiani in Libia. Vol. 2''. Milano, Mondadori, 1997.
* D'Aroma, Nicola. ''Vite parallele: Churchill e Mussolini'' Roma, 1962
* Franchini, Vittorio. ''Storia economica coloniale''. Ed. Università di Bologna (GUF). Bologna, 1941.
* Marco Iacona, ''La politica coloniale del Regno d'Italia (1882 - 1922)''. Chieti, Solfanelli 2009.
* Nicola Labanca. ''In marcia verso Adua''. Torino, Einaudi, 1993. ISBN 88-06-12912-0
* Nicola Labanca. ''Oltremare. Storia dell'espansione coloniale italiana''. Bologna, Il Mulino, 2007. ISBN 88-15-12038-6
* Nicola Labanca (ed.), Simone Bernini, Annalisa Pasero e Antonietta Trataglia. ''Un nodo. Immagini e documenti sulla repressione coloniale italiana in Libia.'' Roma, Lacaita 2002
* Arnaldo Mauri, ''Il mercato del credito in Etiopia'', Giuffrè, Milano 1967.
* Arnaldo Mauri, ''Le credit dans la colonie italienne d'Erythrée, 1882-1935'', "Revue Internationale d'Histoire de la Banque", n. 20-21, 1980, pp.&nbsp;170–198..
* Silvana Palma, '' L'italia coloniale''. Roma, Editori Riuniti, 1999.
* Nicoletta Poidimani,[http://www.sensibiliallefoglie.it/libri_scheda_completa.asp?ID=161 ''"Difendere la “razza”. Identità razziale e politiche sessuali nel progetto imperiale di Mussolini"''], 2009, [[Sensibili alle foglie]], ISBN 978-88-89883-27-3.
* Nicoletta Poidimani,[http://www.nicolettapoidimani.it/docs/faccettanera.pdf "Faccetta nera. I crimini sessuali del colonialismo fascista nel Corno d'Africa"]. ''Crimini di guerra. Il mito del bravo italiano tra repressione del ribellismo e guerra ai civili nei territori occupati''. Guerini e associati, 2006, ISBN 88-8335-768-X .
* Antonio Schiavulli (a cura di), La guerra lirica. Il dibattito dei letterati italiani sull'impresa di Libia (1911-1912), Ravenna, Giorgio Pozzi Editore, 2009.
* Barbara Sorgoni, Parole e corpi. Antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interraziali nella colonia Eritrea (1890-1941), Napoli, Liquori, 1998.
* Gabriele Zaffiri, ''L'Impero che Mussolini sognava per l'Italia'', The Boopen editore, Pozzuoli (Napoli), ottobre 2008.
* Gabriele Zaffiri, ''Piano geopolitico di Mussolini sulla Georgia''; 24 luglio 2012 ([http://enigmitopsecret.bloog.it/piano-geo-politico-di-mussolini-sulla-georgia-caucasica.html]).
* ''Guida dell'Africa Orientale Italiana'', [[Consociazione Turistica Italiana]], Milano 1938
* Ministero Affari Esteri. ''I Documenti Diplomatici italiani'' Volume III. Libreria dello Stato. Roma, 2008 ([http://www.bv.ipzs.it/bv-pdf/0061/MOD-VP-06-1-26_963_1.pdf]).
* Raffaele Panico, Rinascita - 'storia', ''1911 Guerra di Libia: L'esercito italiano visto da un cronista francese. Il riferimento di Jean Carrère, giornalista amico dell'Italia, e il suo arrivo a Napoli acclamato dalla folla - (Brillante penna Carrère anticipa un senso dannunziano della vita, insieme all'attivismo dei futuristi italiani)'', 11/12 giugno 2011.
* Raffaele Panico, Rinascita - 'storia', ''L'Italia, gli italiani e la Libia'', 12 febbraio 2012.
* Raffaele Panico, Rinascita - 'storia', ''La guerra psicologica e quella umanitaria (Italia 1911 in Libia e la dottrina del generale Douhet sulla forza aerea)'', 3 giugno 2012.
* Raffaele Panico, Rinascita - 'analisi', ''Libia. La vocazione all'incivilimento dei popoli del Mare Nostrum'', 22 gennaio 2013.
* Raffaele Panico, Rinascita - 'storia', ''Libia. Un po' di chiarezza sul colonialismo italiano'', 11 febbraio 2013.
* Raffaele Panico, Rinascita - 'storia', ''Due regioni ai confini della Grande Italia'', 14 maggio 2013.
* Baratta Mario, Visintin Luigi. ''Atlante delle colonie italiane'', [[1928]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=166])
* Calace, Francesca (a cura di), ''«Restituiamo la Storia» – dagli archivi ai territori. Architetture e modelli urbani nel Mediterraneo orientale.'' Gangemi, Roma, 2012 (collana PRIN 2006 «Restituiamo la Storia»)
* Castro, Lincoln. ''Etiopia: terra, uomini e cose'', [[1936]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=168])
* Franchini, Vittorio. ''Storia economica coloniale: lezioni di storia economica'', [[1941]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=169])
* Martini, Ferdinando. ''Nell'Affrica italiana: Impressioni e Ricordi'', [[1895]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=171])
* Onor, Romolo. ''La Somalia italiana'', [[1925]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=167])
* Vannutelli Lamberto, Citerni Carlo. ''L'Omo: viaggio d'esplorazione nell'Africa Orientale'', [[1899]]. ([http://amshistorica.unibo.it/diglib.php?inv=172])
* {{en}} [http://books.google.com/books?id=ZcUNELPsQQsC&pg=RA9-PR3&source=gbs_selected_pages&cad=0_1&sig=S3TS_z6ZjsTZm3VxG-wPQqyMLoY#PRA7-PA129,M1 ''Fascism's European Empire'']
* Gianni Dore, Irma Taddia, ''I documenti inediti di Giovanni Ellero'' in ''Africa'', Roma, Istituto Italo-Africano, 1993.
* Gianni Dore, ''Etnologia e storia nella ricerca di Giovanni Ellero'' in ''Africa'' Sot la nape, Udine, Società Filologica Friulana, 1993.
* Giovanni Ellero, ''Antropologia e storia d'Etiopia – Note sullo Scirè, l'Endertà, i Tacruri e il Uolcaìt'', Udine, [[Campanotto Editore]], 1995.
* Uoldelul Chelati Dirar, Alessandro Gori, Irma Taddia, ''Lettere Tigrine. I documenti etiopici del Fondo Ellero'', Torino, L'Harmattan Italia Editrice, 1997.
* Uoldelul Chelati Dirar, Gianni Dore, ''Carte coloniali. I documenti italiani del Fondo Ellero'', Torino, L'Harmattan Italia Editrice, 2000.
* Alessandro Bausi, Gianni Dore, Irma Taddia, ''Materiale antropologico e storico sul "Rim" in Etiopia ed Eritrea'', Torino, L'Harmattan Italia Editrice, 2001.
* Uoldelul Chelati Dirar, Silvana Palma, Alessandro Triulzi, Alessandro Volterra, ''Colonia e postcolonia come spazi diasporici. Attraversamenti di memorie, identità e confini nel Corno d'Africa'', Roma, Carocci, 2011.
* Gianni Dore, ''Quaderni storici'', Bologna, Il Mulino, 2002.
* Gianni Dore, ''Scritture di colonia. Lettere di Pia Maria Pezzoli dall'Africa orientale a Bologna (1936-1943)'', Bologna, Pàtron Editore, 2004.
* Gianni Dore, Joanna Mantel Niecko, Irma Taddia, ''I quaderni del Walqayt: Documenti per la storia sociale dell'Etiopia'', Torino, L'Harmattan Italia Editrice, 2005.
* Valeria Isacchini, ''L'onda gridava forte. Il caso della Nova Scotia e di altro fuoco amico su civili italiani'', Milano, Mursia Editore, 2008.
* Massimo Boddi, ''Letteratura dell'impero e romanzi coloniali (1922-1935)'', Minturno, Caramanica Editore, 2012.
 
== Voci correlate ==
* [[AfricaGrand OrientaleTheft ItalianaAuto V]]
* [[Franklin Clinton]]
* [[Africa settentrionale italiana]]
* [[ÀscariMichael De Santa]]
{{Grand Theft Auto}}
* [[Armoriale delle colonie italiane]]
{{Portale|videogiochi}}
* [[Divisione amministrativa delle colonie italiane]]
* [[Colonizzazione italiana delle Americhe]]
* [[Cronologia del colonialismo italiano]]
* [[Governatori delle colonie italiane]]
* [[Impero Italiano d'Etiopia]]
* [[Letteratura coloniale italiana]]
* [[Museo Coloniale]]
* [[Regno d'Italia (1861-1946)]]
* [[Somalia italiana]]
* [[Territorio Militare del Sud]]
* [[Territori coloniali provvisori d'Italia]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Maps showing the history of Italian colonies|testo=Inno delle Colonie Italiane|testo_preposizione=dell'|testo_etichetta=Inno delle Colonie Italiane}}
 
== Collegamenti esterni ==
=== Video ===
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=377 Video sulla guerra di Libia tratto da "La storia siamo noi"]
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=2024 Video Gli italiani in Libia 1911-1931 - Parte prima, tratto da "La storia siamo noi"] con intervista iniziale a [[Mu'ammar Gheddafi|Gheddafi]]
* [http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/pop/schedaVideo.aspx?id=1680 Video sulla guerra d'Etiopia tratto da "La storia siamo noi"]
* [http://www.territorioscuola.com/videores/search/videos?search=Africa%20Orientale%20Italiana&startpage=1 Video su: Africa Orientale Italiana - TerritorioScuola VideoRes]
 
=== Immagini ===
* [http://blog.libero.it/wrnzla/ Ascari: I Leoni di Eritrea] Eritrea coloniale. Storia, immagini, filmati, cartografia. Guerra di Libia, Guerra d'Etiopia.
* [http://www.flickr.com/photos/37179284@N03/sets/ Ascari d'Eritrea] Circa 200 immagini suddivise per categorie. Cartoline, foto, medaglie, stampe.
* Silvana Palma, '' L'Africa nella collezione fotografica dell'Isiao. Il fondo Eritrea-Etiopia'', Roma, Isiao-Università di Napoli "l'Orientale", 2005.
 
{{colonialismo italiano}}
{{imperi coloniali}}
 
{{Portale|fascismo|guerra|politica|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:ColonialismoPersonaggi italianodi Grand Theft Auto]]
[[Categoria:Assassini immaginari]]