Guerra austro-prussiana e Diego de Saavedra Fajardo: differenze tra le pagine

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{{F|scrittori spagnoli|aprile 2012}}
{{Infobox conflitto
{{Bio
|Tipo=Guerra
|Nome = Diego de
|Immagine=Schlacht-bei-koeniggraetz-von-georg-bleibtreu.jpg
|Cognome = Saavedra Fajardo
|Didascalia=''Battaglia di Sadowa'', di [[Georg Bleibtreu]]. Olio su tela, 1869.
|Sesso = M
|Parte_di=delle guerre di [[Unificazione della Germania|unificazione tedesca]]
|LuogoNascita = Algezares
|Nome del conflitto=Guerra austro-prussiana<br />[[Terza guerra di indipendenza italiana|Terza guerra di indipendenza]]
|LuogoNascitaLink = Murcia
|Data=[[14 giugno]] - [[23 agosto]] [[1866]]
|GiornoMeseNascita = 6 maggio
|Luogo=[[Boemia]], [[Italia]] e [[mare Adriatico]]
|AnnoNascita = 1584
|Esito=Vittoria della Prussia e del Regno d'Italia
|LuogoMorte = Madrid
|Mutamenti_territoriali= La [[Regno di Prussia|Prussia]] annette [[Provincia di Hannover|Hannover]], [[Schleswig-Holstein (provincia)|Schleswig-Holstein]], i ducati dell'[[Provincia d'Assia-Nassau|Assia-Nassau]] e [[Francoforte sul Meno|Francoforte]];<br />l'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] annette il [[Veneto]], il [[Friuli]] e la [[provincia di Mantova]];<br />la Prussia forma la [[Confederazione Tedesca del Nord]];<br />l'[[Impero austriaco]] diviene l'[[Impero austro-ungarico]].
|GiornoMeseMorte = 24 agosto
|Schieramento1=[[File:Flag of Prussia (1892-1918).svg|border|20px]] [[Regno di Prussia|Prussia]] <br />{{ITA 1861-1946}}<br />[[File:Flagge Großherzogtümer Mecklenburg.svg|border|20px]] [[Granducato di Meclemburgo-Schwerin]]<br>[[File:Flagge Großherzogtümer Mecklenburg.svg|border|20px]] [[Granducato di Meclemburgo-Strelitz]]<br>[[File:Civil flag of Oldenburg.svg|border|20px]] [[Granducato di Oldenburg]]<br>[[File:Flagge Herzogtum Anhalt.svg|border|20px]] [[Ducato di Anhalt]]<br>[[File:Flagge Herzogtum Braunschweig.svg|border|20px]] [[Ducato di Brunswick]]<br>[[File:Flagge Herzogtum Sachsen-Coburg-Gotha (1826-1911).svg|border|20px]] [[Sassonia-Altenburg|Ducato di Sassonia-Altenburg]]<br>[[File:Flagge Herzogtum Sachsen-Coburg-Gotha (1911-1920).svg|border|20px]] [[Sassonia-Coburgo-Gotha|Ducato di Sassonia-Coburgo-Gotha]]<br>[[File:Flag of Lippe (1815-1880).svg|border|20px]] [[Principato di Lippe]]<br>[[File:Flagge Fürstentümer Schwarzburg.svg|border|20px]] [[Schwarzburg-Sondershausen|Principato di Schwarzburg]]<br>[[File:Flag of Germany (3-2 aspect ratio).svg|border|20px]] [[Waldeck|Principato di Waldeck]]<br>[[File:Flag of Bremen (middle arms).svg|border|20px]] [[Brema|Città libera di Brema]]<br>[[File:Flag of Hamburg.svg|border|20px]] [[Amburgo|Città libera di Amburgo]]<br>[[File:Flag of the Free City of Lübeck.svg|20px|border]] [[Città libera di Lubecca]]
|AnnoMorte = 1648
|Schieramento2=[[File:Flag of the German Confederation (war).svg|border|20px|alt=|link=]] '''[[Confederazione tedesca]]''':<br>{{AUT 1804-1918}}<br />[[File:Flagge Königreich Sachsen (1815-1918).svg|border|20px]] [[Regno di Sassonia]]<br /> [[File:Flag of Bavaria (striped).svg|border|20px]] [[Regno di Baviera]] <br />[[File:Flagge_Großherzogtum_Baden_(1891-1918).svg|border|20px]] [[Granducato di Baden]]<br />[[File:Flagge_Königreich_Württemberg.svg|border|20px]] [[Regno di Württemberg]] <br />[[File:Flag of Hanover 1837-1866.svg|border|20px]] [[Regno di Hannover]]<br>[[File:Flag of Hesse.svg|border|20px]] [[Elettorato d'Assia]]<br>[[File:Flagge Großherzogtum Hessen ohne Wappen.svg|border|20px]] [[Granducato d'Assia]]<br>[[File:Flagge Großherzogtum Baden (1871-1891).svg|border|20px]] [[Granducato di Baden]]<br>[[File:Flagge Fürstentum Reuß ältere Linie.svg|border|20px]] [[Reuss-Greiz|Principato di Reuss-Greiz]]<br>[[File:Flagge Fürstentum Schaumburg-Lippe.svg|border|20px]] [[Schaumburg-Lippe|Principato di Schaumburg-Lippe]]<br>[[File:Flagge Herzogtum Sachsen-Coburg-Gotha (1826-1911).svg|border|20px]] [[Sassonia-Meiningen|Ducato di Sassonia-Meiningen]]<br>{{simbolo|Flagge Herzogtum Nassau (1806-1866).svg}} [[Ducato di Nassau]]<br>[[File:Flag_of_the_Free_City_of_Frankfurt.svg|border|20px]] [[Città libera di Francoforte]]
|Attività = scrittore
|Comandante1= [[File:Flag of Prussia (1892-1918).svg|border|20px]] [[Guglielmo I di Germania|Guglielmo I]]<br />[[File:Flag of Prussia (1892-1918).svg|border|20px]] [[Otto von Bismarck]]<br />[[File:Flag of Prussia (1892-1918).svg|border|20px]][[Helmuth Karl Bernhard von Moltke|Helmuth von Moltke]]<br /> [[File:Flag of Prussia (1892-1918).svg|border|20px]] [[Albrecht Theodor Emil von Roon|Albrecht von Roon]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Vittorio Emanuele II di Savoia|Vittorio Emanuele II]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Alfonso La Marmora]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Enrico Cialdini]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Giuseppe Garibaldi]]
|Attività2 = diplomatico
|Comandante2= [[File:Flag of the Habsburg Monarchy.svg|22px|border]] [[Francesco Giuseppe I d'Austria|Francesco Giuseppe I]]<br />[[File:Flag of the Habsburg Monarchy.svg|22px|border]] [[Alberto d'Asburgo-Teschen|Alberto d'Asburgo]]<br />[[File:Flag of the Habsburg Monarchy.svg|22px|border]] [[Franz Kuhn von Kuhnenfeld|Franz Kuhn]]<br />[[File:Flag of the Habsburg Monarchy.svg|22px|border]] [[Wilhelm von Tegetthoff]]<br />[[File:Flag of the Habsburg Monarchy.svg|22px|border]][[Ludwig von Benedek]]
|Nazionalità = spagnolo
|Effettivi1= 500.000 prussiani e alleati tedeschi<br />300.000 italiani
|Immagine = Saavedra Fajardo.jpg
|Effettivi2= 600.000 austriaci e alleati tedeschi
|Perdite1= 37.000 morti o feriti (tedeschi e italiani)
|Perdite2= 20.000 morti o feriti
}}
{{Campagnabox Terza guerra d'indipendenza italiana}}
 
== Biografia ==
La '''guerra austro-prussiana''' (chiamata anche '''guerra delle sette settimane''') fu combattuta nel [[1866]] dall'[[Impero d'Austria]] e i suoi alleati tedeschi, contro il [[Regno di Prussia]], alcuni stati tedeschi minori e il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]. Le operazioni sul fronte meridionale tra Italia e Austria costituiscono la [[terza guerra di indipendenza italiana|terza guerra d'indipendenza italiana]]. In Germania e Austria viene chiamata ''Deutscher Krieg'' ("guerra tedesca") o ''Bruderkrieg'' ("guerra dei fratelli").
Segretario del cardinale [[Gaspar de Borja y Velasco|Gaspare Borgia]], fu a [[Napoli]] e a [[Roma]], dove partecipò a due [[conclave|conclavi]]. Ebbe importanti missioni diplomatiche a [[Vienna]], [[Ratisbona]], [[Bruxelles]] e rappresentò la [[Spagna]] al Congresso di Munster.
 
Scrittore solido e minuzioso, è autore di numerose opere di valore documentario, interessanti sul piano europeo. Nel suo trattato sul principe ideale ''Empresas politicas'' o ''Idea de un principe politico cristiano representada en cien empresas'' (del 1640: Emblemi politici o Idea di un principe politico cristiano rappresentata in cento emblemi), che ha un precedente strutturale nell'[[Emblemata|opera omonima]] di [[Andrea Alciato]] tradotta in castigliano nel 1549, illustra, in uno stile limpido e conciso, il suo orientamento pacifista e il suo concetto di autorità, antimachiavellico, nemico di finzioni e di inganni, in armonia con le idee cristiane.
== Antefatti ==
Nel [[1862]] divenne [[cancelliere]] del nuovo sovrano [[Guglielmo I di Germania|Guglielmo I]] ([[1861]]) l'energico principe [[Otto von Bismarck]], che subito proclamò la sua volontà di risolvere il problema dell'[[Unificazione della Germania|unificazione tedesca]] «col sangue e col ferro»<ref>Tommaso Detti, Giovanni Gozzini, ''Ottocento'', Pearson Italia S.p.a., 2000, p.193</ref>, invece che con assemblee e votazioni. Per preparare diplomaticamente la guerra all'Austria e saggiare la forza del proprio esercito, Bismarck decise di appoggiare, anche militarmente, l'[[impero russo]] nella repressione di una violenta insurrezione scoppiata in Polonia nel [[1863]].
 
Testimone dell'iniziale decadenza politica spagnola durante il regno di [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]], Saavedra cercò, nell'opera ''Corona gotica'' del 1648, in difesa della situazione politica e militare del suo Paese, di dimostrare la legittimità dei diritti su cui fondava il proprio potere la [[Casa d'Austria]], che egli difese anche dalle accuse dei suoi molti nemici.
Sempre in tale prospettiva, riprese poi una vecchia questione relativa a due ducati, lo [[Schleswig (regione)|Schleswig]] e l'[[Holstein]], abitati da popolazioni tedesche e danesi. Di fatto, la decisione del re di Danimarca, [[Cristiano IX di Danimarca|Cristiano IX]], di annettersi lo Schleswig diede alla Prussia il pretesto per un intervento militare ([[Seconda guerra dello Schleswig|guerra per i ducati danesi del 1864]]) al quale si associò anche l'Austria.
L'[[Impero d'Austria]] fu praticamente costretto a seguire il disegno bismarckiano per il timore di vedersi estromesso dalla [[Confederazione tedesca]]; non si rese conto, però, che proprio il Cancelliere prussiano aveva forzato Vienna in un vicolo cieco, proponendo la [[Prussia]] come il Paese guida del mondo germanico, con il chiaro intento di estromettere l'Impero dalla tradizionale posizione di privilegio nell'area tedesca.
 
L'unica opera di carattere strettamente letterario è ''La República literaria'' (La Repubblica letteraria), pubblicata postuma nel 1655, rassegna dei più famosi autori dell'antichità e suoi contemporanei trascritta nella forma allegorica del sogno, interessante per conoscere l'atteggiamento critico del tempo.
L'esercito prussiano diede prova della propria efficienza e la Danimarca fu rapidamente costretta a cedere i territori contesi, con il conseguente allargamento della Confederazione germanica. Tale estensione appariva un indiscutibile successo della Prussia che le procurò sempre maggiori consensi soprattutto tra gli Stati [[Dottrina luterana|luterani]] del nord, come [[Brema]], [[Amburgo]] e [[Kiel]]. Al contrario, gli Stati del sud e quelli cattolici, in particolar modo la [[Baviera]], rimanevano ancorati all'orbita asburgica.
 
==Opere==
Di lì a poco i dissidi che nasceranno tra la concezione bismarckiana del mondo tedesco (fondata sulla soluzione "piccolo-tedesca", cioè sull'esclusione dell'Impero d'Austria) e la posizione asburgica porteranno allo scontro austro-prussiano del [[1866]].
[[File:1643 Fajardo Idea de un príncipe cristiano.jpg|thumb|Esemplare dell'''Idea de un principe politico cristiano'' esposto nella [[Casa della storia europea]].]]
*''Idea de un Príncipe Político Christiano representada en cien empresas''. [[Münster]], Nicolao Enrico, 1640; Milano, s.i., 1642; più volte ripubblicata e tradotta in varie lingue;
* {{Cita libro|editore= en casa de Juan Jansonio
|titolo= Corona gothica castellana y austriaca políticamente ilustrada
|data= 1646
|città= Münster
|url= https://books.google.it/books?id=i00o4H_6W20C&printsec=frontcover&hl
}} Più volte ripubblicata sia in Spagna che all'estero; Fajardo, che si era proposto di completarla, scrisse solo la prima parte, che racconta la storia del dominio visigoto in Spagna. Continuò le altre due Alonso Núñez de Castro nel sec. XVIII;
*''Juicio de artes y ciencias'', con lo pseudonimo di Claudio Antonio de Cabrera. Madrid, Iulian de Paredes, 1655;
*''Obras de don Diego de Saavedra Faxardo cavallero del Orden de S. Iago, del Consejo de su magestad en el Supremo de las Indias ... Que contienen 1. Idea de un príncipe político christiano, representada en cien empresas. 2. Corona Gothica, Austriaca y Castellana dividida en dos partes, la segunda parte nunca imprimida. 3. La republica litteraria'', Anversa, Jan Baptist Verdussen, 1677-1678. Ristampate dallo stesso editore nella stessa città, 1678-1687. 3 voll.;
* {{Cita libro
|titolo= Locuras de Europa
|data= 1748
|altri= s.l., s.i.
|url= https://books.google.it/books?id=-ZxJAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl
}}
*''Obras''. Madrid, M. Rivadeneyra, 1853. [Biblioteca de Autores Españoles, 25]. [riedite nel 1861, nel 1866, nel 1926 e nel 1947];
*''Sus pensamientos, sus poesías, sus opúsculos precedidos de un discurso preliminar crítico, biográfico y bibliográfico sobre la vida y obras del autor e ilustrados con notas, introducciones y una genealogía de la casa de Saavedra, por el Conde de Roche y D. José Pío Tejera''. Madrid, Fortanet, 1884;
*''Obras''. Madrid, Sucesores de Hernando, 1910. [Biblioteca de Autores Españoles, 25]. [riedite nel 1861, nel 1866, nel 1926 e nel 1947];
*''República literaria, Locuras de Europa, Política y razón de Estado del Rey Católico D. Fernando'', nota preliminar por Jacinto Hidalgo. Madrid, Atlas, 1944. [Colección Cisneros, 71];
*''Obras completas'', recopilación, estudio preliminar, prólogo y notas de Ángel González Palencia. Madrid, Aguilar, 1946;
*''Introducción a la política y razón de Estado del rey católico don Fernando'', 1631; con estudio preliminar de Alberto Blecua, texto de Jorge García López, Barcelona, Asociación de Bibliófilos de Barcelona, 1984;
*''Relación de las cosas que hay dignas de saberse de Roma para quien trata del servicio del Rey en España'', edición de José María Díaz Fernández. A Coruña, Xunta de Galicia, 2000;
*''Dispertador a los trece Cantones esguízaros'' (1638);
*''Propuesta realizada a la Dieta de Cantones católicos en Lucerna'' (1639);
*''Noticias del tratado de neutralidad entre el condado y ducado de Borgoña'' (1641).
 
==Bibliografia==
Una parte non secondaria l'ebbe la questione del [[Liechtenstein]]: il suo status di Principato facente parte della confederazione avrebbe comportato che, alla pari di tutti gli altri stati tedeschi non asburgici, partecipasse nella sua condizione di [[enclave]] alla fondazione della nuova confederazione. Quando la pace venne firmata la Prussia accusò il Liechtenstein di essere stato la causa dello scoppio della guerra con l'Austria. Per questo il Liechtenstein si rifiutò di siglare la pace rimanendo nello stato di guerra con la Prussia<ref>A tutt'oggi la pace non è stata siglata</ref>, ma senza che venisse combattuto realmente alcun conflitto. Il Liechtenstein ottenne così la completa indipendenza dalla confederazione (e quindi la mancata unione con il resto della futura Germania), evitò l'annessione all'Austria, pur restando sotto la sua influenza, ma dovette rinunciare a un proprio esercito (1868). Per queste ragioni la vera data di indipendenza del Liechtenstein può essere identificata in questi eventi dell'anno 1866.
* Conde de Roche y José Pío Tejera, ''Saavedra Fajardo: sus pensamientos, sus poesías, sus opúsculos'', Madrid 1884;
 
* Felipe Cortines y Murube, ''Ideas jurídicas de Saavedra Fajardo'', Siviglia 1907;
== 1866, la vittoria prussiana ==
* Enrique de Benito, ''Juicio crítico de las "Empresas políticas"'', Saragozza 1904; ''Cartas de Saavedra Fajardo'' (1643-1648), in ''Col. de documentos inéditos'', LXXXII (1884), pp. 3-62-501-557;
Poco prima dello scoppio del conflitto, Bismarck accolse l'alleanza italiana, ben contento di poter distogliere una buona parte delle forze imperiali nel fronte meridionale, rendendo in tal modo meno rischioso il compito delle forze armate. In Italia, nella metà del decennio, ci si era resi conto della volontà bismarckiana di esclusione dell'impero asburgico dalla [[Confederazione Tedesca]] e si decise di approfittare della preziosa potenza bellica prussiana per continuare la strada del processo di unificazione della penisola. Il 27 marzo [[1866]] <nowiki/>venne conclusa, pertanto, una singolare [[Alleanza italo-prussiana|alleanza offensiva]] di limitata durata (tre mesi). L'accordo, strutturato in sei articoli, obbligava Firenze a intervenire contro Vienna.
* Azorín, ''De Granada a Castelar'', Madrid 1922, pp. 79-136.
 
I prussiani s'impegnavano a tenere costantemente informati gli italiani sull'andamento dei rapporti diplomatici con la Hofburg e in caso di imminente dichiarazione di guerra, Firenze sarebbe stata avvisata in congruo anticipo. La flotta italiana avrebbe monitorato i movimenti di quella nemica e nell'eventualità di partenza di navi da guerra austriache per il Baltico, si sarebbe congiunta con la flotta prussiana. Le trattative di pace sarebbero state intavolate solo a fronte del consenso austriaco a cedere il Veneto all'Italia. Nessuna delle due alleate avrebbe siglato l'armistizio senza consultare preventivamente l'altra potenza. La Marmora diede subito la sua adesione di massima senza chiedere la garanzia di un aiuto prussiano nell'eventualità di un'aggressione austriaca all'Italia. Proprio su questo punto, Bismarck glissò ma su pressione italiana fu riconosciuto il principio implicito del mutuo soccorso<ref>{{Cita libro|autore = Antonello Battaglia|titolo = L’Italia senza Roma. Manovre diplomatiche e strategie militari (1865-1870)|anno = 2015|editore = Aracne|città = Roma|pp = 42-43|ISBN = 978-88-548-8300-0}}</ref>.
 
Dal punto di vista militare, la guerra contro l'Austria trova soluzione grazie alla vittoria prussiana a [[Battaglia di Sadowa|Sadowa]], seguita dall'[[armistizio di Nikolsburg]].<ref>Sul fronte Boemo si distingue contro i Prussiani l'ufficiale [[Antonio Baldissera]], futuro generale e senatore del Regno d'Italia che, in seguito all'unione del suo Veneto all'Italia, proseguirà la carriera militare nel Regio esercito sino a guidare con successo le truppe italiane in [[Eritrea]] nel [[1888]].</ref>
 
Con il conseguente [[trattato di Praga (1866)|trattato di Praga]] (23 agosto 1866) fu istituita una [[Confederazione Tedesca del Nord|confederazione degli stati tedeschi]] a nord del [[Meno (fiume)|fiume Meno]] che fu posta sotto la direzione prussiana. Guglielmo I la presiedeva e Bismarck ne era il cancelliere; un'assemblea eletta a suffragio universale (il [[Reichstag (istituzione)|Reichstag]]), rappresentava il popolo, sebbene il cancelliere e il governo non fossero responsabili verso di essa, ma soltanto di fronte al re. I ducati dello Schleswig e dell'Holstein insieme all'[[Hannover (stato)|Hannover]] furono annessi direttamente alla Prussia, mentre gli stati meridionali della Germania si riunirono in una loro confederazione indipendente che era di fatto strettamente vincolata all'orbita prussiana, come dimostrò l'alleanza militare del 1866 nella quale fu sancito che, in caso di guerra, gli eserciti della confederazione indipendente sarebbero dovuti essere a disposizione del governo prussiano.
 
Nell'Impero asburgico, la sconfitta segnò l'inizio di un lungo periodo di decadenza. Nel tentativo di reagire alla crisi e di rafforzare le strutture interne, nel [[1867]] l'imperatore [[Francesco Giuseppe]] compì una riforma costituzionale (l'[[Ausgleich]]) con cui concedeva larga autonomia all'Ungheria e proclamava la parità tra l'etnia tedesca e quella ungherese, la più forte e la più combattiva delle nazionalità che componevano l'impero, ma ormai la monarchia asburgica che, da quel momento, prese il nome di Impero austro-ungarico, era avviata ad una lenta agonia.
 
Il [[Regno d'Italia]], come detto, alleandosi con la Prussia combatté la sua [[Terza guerra di indipendenza italiana]] aspirando all'annessione del [[Veneto]]. La campagna militare fu fallimentare, l'Austria sconfisse l'Italia via terra, a [[Battaglia di Custoza (1866)|Custoza]], e via mare a [[Battaglia di Lissa (1866)|Lissa]]. Soltanto Garibaldi e i suoi volontari erano riusciti a vincere a Bezzecca aprendosi la strada per Trento. Nonostante ciò, come sancito negli accordi di alleanza con la Prussia, il governo di Firenze ottenne il Veneto, che gli venne girato dal mediatore [[Napoleone III]] poiché l'[[Impero asburgico|Austria]] si rifiutò di fare una cessione diretta all'inviso rivale, peraltro sconfitto nelle due principali battaglie<ref>{{Cita libro|autore = Antonello Battaglia|titolo = L’Italia senza Roma. Manovre diplomatiche e strategie militari (1865-1870)|anno = 2015|editore = Aracne|città = Roma|pp = 52-54}}</ref>.
 
== 1866, annus mirabilis ==
{{Citazione|La guerra rappresentò una [[rivoluzione]] che non si sarebbe potuta verificare senza Bismarck, [...] una volta che la rivoluzione giunse al successo, l'[[opposizione (politica)|opposizione]] si dissolse rapidamente e i dubbi vennero messi a tacere...Era come se il popolo tedesco avesse assistito a un miracolo. Niente era più come prima [...] La [[ragione]] era diventata torto e il torto ragione|H. Kohn. ''I tedeschi''<ref name="Kohn">H. Kohn. ''I tedeschi''. Milano, 1963</ref>}}
Nel [[1928]] lo storico tedesco [[Hans Delbruck]] scrisse a proposito della guerra austro-prussiana: «Bismarck la volle, profondamente convinto della sua necessità, ma la portò a buon fine contro la volontà del [[re]], del [[popolo]] e persino dell'[[esercito]].» La [[borghesia]] [[liberalismo|liberale]] e gli [[intellettuale|intellettuali]] tedeschi, sino ad allora ostili al governo Bismarck, «si adattarono prontamente ad adorare quanto, qualche settimana prima avevano condannato.»<ref name="Kohn"/>
[[File:Bismarck44.jpg|thumb|left|Il cancelliere Otto von Bismarck]]
 
Di fronte alla strepitosa vittoria di Sadowa, i [[liberalismo|liberali]] tedeschi recitarono il ''mea culpa'' per gli insuccessi dell'[[Assemblea di Francoforte]] del [[1848]], quando era andata in fumo la possibile unificazione per gli interessi contrapposti di Grandi e Piccoli tedeschi. D'altra parte lo stesso Federico Guglielmo IV aveva rifiutato l'«avvelenato diadema» a lui offerto dai Piccoli tedeschi. Se l'unità della Germania doveva essere, questa doveva avvenire sotto il segno della Prussia e non per volontà di un'[[assemblea]] [[democrazia|democratica]]. Ora di fronte alla vittoria di Sadowa «un'intera [[Classe sociale|classe]] di uomini [[cultura|colti]] e benintenzionati dichiarava la propria immaturità in fatto di [[politica]]»<ref name="Kohn"/>.
 
A buon diritto sembrava che il [[militarismo]] prussiano dell'[[aristocrazia]] [[junker]] avesse ora il diritto di dirigere politicamente la Germania avendo dimostrato con i fatti la superiorità del «Cancelliere di ferro» che con «tre bagni di sangue» costruirà l'[[Impero tedesco]]. I liberali tedeschi ricevevano in cambio della loro rinuncia all'opposizione politica le più ampie possibilità, con l'aiuto [[finanza|finanziario]] dello [[Stato]] [[protezionismo|protezionista]] e delle [[banca|banche]], di esercitare il loro primato nelle attività [[industria]]li.
 
Ben presto la Germania, con la scoperta del "processo Thomas" di [[fosforo|defosforazione]], superò l'[[Inghilterra]] nella produzione dell'[[acciaio]]. Lo storico liberale [[Hermann Baumgarten]], ex avversario del Bismarck, scriveva: «Il mondo stupefatto non sa cosa ammirare di più, l'eccezionale [[organizzazione]] delle forze armate della Prussia o la dedizione [[morale]] del suo popolo, l'incomparabile vigore della sua [[economia]] o la solidità della sua [[istruzione|educazione generale]], la grandezza delle sue vittorie o la modestia dei suoi [[giornale|bollettini]], il coraggio dei suoi giovani soldati o la devozione al dovere del suo re attempato.»
 
== 1866, la crisi del pensiero liberale ==
Anche [[Benedetto Croce]] nota come in Prussia all'indomani della vittoria i liberali rimasero prima sgomenti e stupefatti, e poi ammirati, del ''"miracolo"'' di Sadowa, e cominciarono a dubitare delle loro stesse convinzioni di fronte all'opera di uno «Stato che, rigettando il governo popolare, fondandosi sull'autorità, prendendo regola solo dall'alto, conseguiva trionfi che nessun altro popolo d'Europa avrebbe saputo né osato contestargli…»<ref name="Croce">Benedetto Croce. ''Storia d'Europa nel secolo XIX'', Bari, 1938</ref>.
 
Successi non solo politici e militari ma anche nel campo dell'istruzione pubblica e soprattutto dello sviluppo economico e commerciale, che si avvale anche del [[protezionismo]] e del [[dumping]], che porterà la Germania, dopo l'unificazione, a rivaleggiare con la produzione industriale inglese e a formulare una legislazione sociale e protettiva del lavoro che sopravanzava quella di molti stati europei. Vennero istituite provvidenze per gli operai che tuttavia non impedirono la formazione in Germania del più forte partito socialista.
{{Citazione|..si insinuava qualcosa di mal sicuro e di poco sano.... La coscienza morale d'Europa era ammalata da quando, caduta prima l'antica fede religiosa, caduta più tardi quella razionalistica e illuministica, non caduta ma combattuta e contrastata l'ultima e più matura religione, quella storica e liberale, il bismarckismo e l'industrialismo e le loro ripercussioni e [[antinomia|antinomie]] interne, incapaci di comporsi in una nuova e rasserenante religione, avevano foggiato un torbido stato d'animo, tra avidità di godimenti, spirito di avventura e conquista, frenetica smania di potenza, irrequietezza e insieme disaffezione e indifferenza, com'è proprio di chi vive fuori centro, fuori di quel centro che è per l'uomo la coscienza etica e religiosa.|Benedetto Croce<ref name="Croce"/>}}
 
«La [[concorrenza (diritto commerciale)|concorrenza]] e la lotta dei [[mercato|mercati]] conferivano a suggerire il primato dell'energia, della forza, della capacità pratica sui motivi etici e razionali»<ref name="Croce"/> e già si cominciava a pensare che tutto questo fosse il risultato di connaturate capacità di un popolo al quale si attribuiva il diritto di dominare la società e la storia. La classe borghese liberale rinunciava alla sua opera di mediazione, cessava di essere quel [[pensiero politico di Vincenzo Gioberti|ceto "dialettico"]] tra le classi estreme e nasceva così la marxiana [[lotta di classe]] tra [[capitalismo|capitalisti]] e [[operaio|operai]]. Il [[1866]] quindi, "''annus funestus''" che segna una spaccatura nella storia europea tra la prima e seconda metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]].
 
== 1866, l'origine delle catastrofi tedesche ==
Gli avvenimenti tedeschi dal [[1866]] al [[1870]] segneranno profondamente la mentalità del popolo tedesco, che troverà la sua unità non alla luce di quei principi spirituali del [[romanticismo]] liberale di [[libertà]] e dignità civile, ma rifacendosi ad una politica di mera potenza, a quei valori guerrieri di disciplina, fedeltà, onore e coraggio che avevano segnato la prima formazione del futuro stato prussiano ad opera dell'ordine monastico-cavalleresco dei [[Cavalieri Teutonici]].
 
«La politica della mera potenza, che si levava con aria di schiacciante superiorità a fronte della concezione liberale, era il riflesso della ritardata e incompiuta formazione liberale e politica...»<ref name="Croce"/> che i tedeschi dovranno scontare con le disfatte del [[1918]] e del [[1945]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Unificazione della Germania]]
* [[Terza guerra d'indipendenza italiana]]
* [[Pensiero politico di Vincenzo Gioberti]] a proposito della borghesia
* [[Friedrich Meinecke#Il pensiero storico]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Austro-Prussian War}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* Alberto Baldini, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/guerra-austro-prussiana_(Enciclopedia-Italiana)/ AUSTRO-PRUSSIANA, GUERRA]» la voce nella ''Enciclopedia Italiana'', Volume 5, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1930.
* {{Thesaurus BNCF}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Austriabiografie|Germania|guerra|Risorgimentoletteratura}}
 
[[Categoria:Terza guerra d'indipendenza italiana]]
[[Categoria:Guerra nel 1866]]