Regno Lombardo-Veneto e Quarto Reich: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Errori di Lint: Parametri File:
 
FrescoBot (discussione | contributi)
 
Riga 1:
{{P|Ci sono interi paragrafi senza fonte e le fonti riportate non sono neutrali|politica|ottobre 2015}}
{{Stato storico
[[File:Uncle Sam wants you DEAD.png|thumb|Manifesto [[antiamericanismo|antiamericano]], opera del vignettista [[Carlos Latuff]], che presenta lo [[zio Sam]] con le fattezze di [[Adolf Hitler]], [[Führer]] del [[Terzo Reich]] [[nazista]]]]
|nomeCorrente = Regno Lombardo-Veneto
|nomeCompleto = Regno Lombardo-Veneto
|nomeUfficiale = Regno Lombardo-Veneto
|linkBandiera = Flag of the Kingdom of Lombardy–Venetia.svg
|paginaBandiera = Bandiera del Regno Lombardo-Veneto
|linkStemma = Coat of arms of the Kingdom of Lombardy–Venetia.svg
|paginaStemma = Stemma del Regno Lombardo-Veneto
|linkLocalizzazione = Kingdom of Lombardy-Venetia 1815.svg
|linkMappa = OeLVK0c.png
|inno = ''[[Kaiserhymne|Inno Imperiale]]'' [[File:HaydnGottErhalteFranzDenKaiserQuartetVersionPianoReduction.ogg]]
|motto = <br/>[[A.E.I.O.U.]]
|lingua ufficiale = [[lingua italiana|italiano]]
|lingua = [[lingua lombarda]], [[lingua veneta|veneta]], [[lingua friulana|friulana]], [[lingua ladina|ladina]], [[lingua illirica|illirca]] e [[lingua cimbra|cimbra]]
|capitale principale = [[Milano]]
|capitaleAbitanti = {{formatnum:183961}}
|capitaleAbitantiAnno = 1859
|altre capitali = [[Venezia]] <small>(1859-1866)</small>
|dipendente da = {{Bandiera|AUT 1804-1918}} [[Impero austriaco]]
|governo = [[Monarchia assoluta]]
|titolo capi di stato = Re
|elenco capi di stato = * [[Francesco I d'Austria]] <small>(1815-1835)</small>
* [[Ferdinando I d'Austria]] <small>(1835-1848)</small>
* [[Francesco Giuseppe I d'Austria]] <small>(1848-1866)</small>
|titolo capi di governo = Governatore
|elenco capi di governo = '''Lombardia'''<br>da [[Heinrich Johann Bellegarde|Heinrich von Bellegarde]] <small>(primo)</small><br>a [[Friedrich Moritz von Burger]] <small>(ultimo)</small>: [[Regno Lombardo-Veneto#Governatori|elenco]]<br>'''Veneto'''<br>da [[Peter Goëss]] <small>(primo)</small><br>a [[Georg Otto von Toggenburg-Sargans|Georg von Toggenburg]] <small>(ultimo)</small>: [[Regno Lombardo-Veneto#Governatori|elenco]]
|organi deliberativi = [[Congregazione Centrale|Congregazioni Centrali]]
|inizio = 7 aprile 1815
|primo capo di stato = [[Francesco I d'Austria]]
|evento iniziale = [[Congresso di Vienna]]
|fine = 19 ottobre 1866
|ultimo capo di stato = [[Francesco Giuseppe I d'Austria]]
|evento finale = [[Terza guerra di indipendenza italiana]]
|area geografica = Italia nord-orientale
|territorio originale = [[Lombardia]], [[Veneto]] e [[Friuli]]
|superficie massima = {{M|47921|k|mq}}
|periodo massima espansione = 1857
|popolazione = {{formatnum:5159247}}
|periodo popolazione = 1857
|moneta = [[lira austriaca]], [[Fiorino austro-ungarico|fiorino austriaco]]
|risorse = marmo, vite
|produzioni = cereali, riso, vino, armi, seta
|commerci con = [[Impero austriaco]], [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], [[Svizzera|Confederazione Elvetica]], [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato di Parma]], [[Ducato di Modena]], [[Stato Pontificio]], [[Granducato di Toscana]]
|esportazioni = cereali, riso, vino, armi, seta
|importazioni = spezie, oro
|religioni preminenti = [[cattolicesimo]]
|religione di stato = cattolicesimo
|altre religioni = [[ebraismo]], [[protestantesimo]], [[ortodossia]]
|stato precedente = {{ITA 1805-1814}}
|stato successivo = {{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]]
|stato attuale = {{ITA}}
}}
{{Storia Veneto}}
Il '''Regno Lombardo-Veneto''' fu uno [[Stato]] dipendente dall'[[Impero austriaco]] concepito dal cancelliere [[Klemens von Metternich]] all'inizio della [[Restaurazione]] seguita al crollo dell'[[Primo Impero francese|impero napoleonico]], la cui nascita venne sancita nel [[1814]] dal [[Congresso di Vienna]]. Il Lombardo-Veneto perse quasi tutta la [[Lombardia]] (eccetto [[Mantova]] e la riva sinistra del [[Mincio]]) nel [[1859]], quando questa venne annessa al [[Regno di Sardegna]] al termine della [[seconda guerra d'indipendenza italiana]], ma il Regno cessò di esistere nel [[1866]] con l'annessione del [[Veneto]], della [[provincia di Mantova]] e del [[Friuli]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] sancita dal [[Trattato di Vienna (1866)|Trattato di Vienna]].
 
'''Quarto Reich''' (in [[lingua tedesca|tedesco]] ''Viertes Reich'') è un termine che si riferisce alla possibilità di un'ascesa e ritorno al potere in [[Germania]], in [[Europa]] e/o nel [[Terra|mondo]] del [[regime (politica)|regime]] [[Nazionalsocialismo|nazionalsocialista]] o di un equivalente sogno di [[dominio del mondo]] in chiave [[totalitarismo|totalitaria]] e [[militarismo|militarista]].<ref name=reich>[http://vipmulher.com/lenciclopedia/quarto-reich.html Il Quarto Reich-voce tradotta dall'inglese]</ref>
== Origine del nome ==
Il nome di Regno Lombardo-Veneto fu istituito dall'Impero austriaco il 7 aprile [[1815]] nelle aree riunite della [[Lombardia]] e del [[Veneto]], ricevute grazie alle decisioni del [[Congresso di Vienna]]. In precedenza e per secoli, la Lombardia era stata divisa fra il [[Ducato di Milano]] e la [[Repubblica di Venezia]] (più la [[Valtellina]] contesa coi [[Cantone dei Grigioni|Grigioni]]), mentre il [[Veneto]] (che comprendeva anche il [[Friuli]] e l'Istria) era interamente compreso nei territori della [[Repubblica di Venezia]].
 
== Origine del termine ==
Lombardia e Veneto divennero così le due parti di una nuova entità statale bicefala, in quanto all'interno non mancavano differenti aspetti amministrativi per motivi di eredità storica tra la radicata società veneta di stampo repubblicano e la patriziale Milano di stampo monarchico.
Il 7 maggio [[1945]] viene firmata la resa delle 3 Sezioni della [[Wehrmacht]] dal colonnello generale [[Alfred Jodl|Jodl]] e dal generale ammiraglio [[Hans-Georg von Friedeburg|von Friedeburg]] a nome del Grande Ammiraglio [[Karl Dönitz]], presso il comando alleato del fronte occidentale a [[Reims]], davanti ai rappresentanti militari delle potenze vincitrici. Dönitz fu scelto da [[Adolf Hitler]] come suo successore a Presidente del Reich e in tale veste divenne l'ultimo capo della Germania nazista nel cosiddetto “[[Governo di Flensburg]]”. La resa fu firmata a nome di Dönitz che era capo militare, ma al contempo anche politico del Reich. Formalmente però fu una resa militare dell'esercito, non politica del 3º Reich. Hitler, nel testamento che lasciò prima del suicidio, incaricò Dönitz di continuare la sua opera e le future generazioni di tedeschi di contribuire a una nuova Germania nazionalsocialista.<ref>[http://books.google.it/books?id=kXhMAAAAQBAJ&pg=PT109&lpg=PT109&dq=quarto+reich+donitz&source=bl&ots=K6gejBdv6v&sig=Do5cvzBQDoloxXcsbOt2jqP9wCA&hl=it&sa=X&ei=VfcAU_i1FMGWyAOHpoHYDQ&ved=0CEIQ6AEwAg#v=onepage&q=quarto%20reich%20donitz&f=false Marco Dolcetta, ''Spettri del Quarto Reich'']</ref>
 
Dopo la [[seconda guerra mondiale]], per la sua politica conservatrice, nel 1954 ''[[l'Unità]]'' definì il cancelliere della [[Germania Ovest]] [[Konrad Adenauer]] «capo del quarto Reich»<ref>{{cita news|Giovanni Sarno|http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t{{=}}ebook&file{{=}}/archivio/uni_1954_03/19540326_0003.pdf|Chi è Adenauer|l'Unità|26 marzo 1954}}</ref> L'espressione fu poi utilizzata nel [[1966]], quando il politico [[Kurt Georg Kiesinger]] fu nominato [[cancelliere]] della [[Germania Ovest]].<ref name=reich/> Le critiche mosse nei confronti di Kiesinger, sostenevano che avesse avuto rapporti col [[Terzo Reich|regime hitleriano]], e che la sua fosse la prima pietra posata per la nascita del ''Quarto Reich''.<ref name=reich/> Negli [[USA]], venne citata dal [[procuratore distrettuale]] di [[New Orleans]] [[Jim Garrison]] - che si occupava delle indagini sull'[[assassinio di Kennedy]] - in un rapporto per la [[CIA]], chiamato "The rise of the Fourth Reich".
Il nome venne scelto all'esito di un, non breve, dibattito. Gli austriaci (o i loro alleati) non vollero conservare il nome scelto da Napoleone, [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. Vi sono prove che si prese in considerazione la dizione ''Ost- und Westitalien'' (Italia orientale e occidentale), e perfino ''Österreichisches Italien'' (Italia austriaca). Vennero infine scartate dizioni eccessivamente legate a una delle due capitali o regioni: d'altra parte, Milano e le Venezie non erano mai state unite sotto un unico governo sin dall'arrivo dei [[Longobardi]]. Non esisteva quindi alcun termine per definire unitariamente i due territori.
 
== Il dibattito ==
Si preferì quindi pronunciarle entrambe, con l'intento di stimolare un senso di avvicinamento che rendesse possibile un futuro unitario tra le popolazioni lombarde e quelle venete, e anche per ridurre il senso di appartenenza storica delle stesse. La difficile onomastica segnalava bene, tuttavia, l'artificiosità della nuova creazione amministrativa.
Alcuni sostenitori delle [[teorie del complotto]] vedono scenari possibili al ritorno del nazismo come potenza mondiale, esistono vari scritti al riguardo che hanno studiato le azioni e le politiche che potrebbero un giorno far avverare questa [[distopia]].<ref>''ibidem''</ref>
 
Nei circoli [[socialismo|socialisti]] si accusano di nazismo gli avversari politici per screditarli e incutere paura nella popolazione.
== Storia ==
=== La sconfitta napoleonica in Italia ===
{{vedi anche|Caduta del Regno d'Italia}}
Il 20 agosto [[1813]] l'[[Impero austriaco|Austria]] dichiarò guerra a [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], reduce dalla disastrosa [[campagna di Russia]] e abbandonato dai [[Regno di Prussia|prussiani]]. Essa costituì un'armata per invadere l'[[Italia]] affidata al feldmaresciallo [[Heinrich Johann Bellegarde|Heinrich Bellegarde]], che fu sconfitto dall'esercito del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]] del Viceré [[Eugenio di Beauharnais]] sul [[Battaglia del Mincio (1814)|Mincio]] l'8 febbraio [[1814]].
 
Spesso si ritiene che il risorgente antisemitismo possa essere il primo passo verso il ritorno del nazismo al potere. Il totalitarismo mondiale venne paventato anche in caso di espansione del regime [[stalinista]] sovietico, che pure aveva combattuto il nazismo, ma che finì per prenderne il posto nell'immaginario collettivo occidentale. Anche la predominanza della Germania nell'Unione Europea è stata definita dagli euroscettici come mirante al Quarto Reich.<ref name=sallusti>[http://www.ilgiornale.it/news/quarto-reich-827668.html Alessandro Sallusti, ''Quarto Reich'']</ref>
Nei due mesi successivi la posizione di Beauharnais peggiorò però sensibilmente, a causa del passaggio del [[Regno di Napoli]] di [[Gioacchino Murat]] all'alleanza con l'Austria l'11 gennaio, del successo della parallela offensiva austro-prussiana sulla Francia che portò il 31 marzo all'occupazione di [[Parigi]] e il 6 aprile all'abdicazione di Napoleone, e di una congiura anti-francese a [[Milano]], sostenuta dalla meglio nobiltà milanese, che sfociò il 20 aprile nel saccheggio del Senato e nel massacro del ministro [[Giuseppe Prina]]: fu così che il 23 aprile il Viceré dovette firmare a [[Convenzione di Mantova|Mantova]] la capitolazione<ref>nella quale poneva il proprio esercito (45.000 uomini in armi, vittoriosi alla recente grande [[Battaglia del Mincio (1814)|battaglia del Mincio]]) agli ordini del [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]] e, il 27 partiva per [[Monaco di Baviera]].</ref>. Il 26 aprile il commissario austriaco [[Annibale Sommariva]] prendeva possesso della [[Lombardia]] a nome del feldmaresciallo Bellegarde, e il 28 aprile [[Milano]] veniva occupata da 17.000 soldati austriaci.
 
== Ipotesi politiche ==
Il 25 maggio Bellegarde sciolse la Reggenza del Regno d'Italia, che cessava di esistere, e assunse i poteri come Commissario plenipotenziario delle province austriache in Italia per il nuovo sovrano, l'Imperatore [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I d'Asburgo]]. Il 12 giugno assunse la carica di Governatore generale in conseguenza dell'annessione della [[Lombardia]] già milanese all'Impero, proclamata il giorno stesso.
=== Unione europea ===
Tra i paesi o federazioni accusate di voler ricreare l'ordine nazista v'è l'[[Unione europea]]. Chi accusa l'UE di complotti mondiali o contrariamente di debolezza e fragilità interna si trova nei movimenti [[euroscetticismo|euroscettici]], che designano non un odio contro l'entità ma uno scetticismo nei suoi confronti riguardo alle politiche economiche interne, immigrazione e relazioni interculturali, ritenuta strumento di controllo.<ref name=sallusti/>
 
=== LaUSA genesie delmondo Regno"occidentale" ===
[[Piergiorgio Odifreddi]] dichiara che la politica degli [[Stati Uniti]], interna ed esterna, sia caratterizzata da [[autoritarismo]], [[razzismo]] e [[bellicismo]] non inferiori a quelle del Reich nazista.<ref>[[Piergiorgio Odifreddi]], ''[[Il matematico impertinente]]'', capitolo "Intervista ad Adolf Hitler"</ref>
La caduta di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] avrebbe dovuto, nei piani delle Potenze vincitrici, riportare l'[[Europa]] a quella che era prima del [[1789]], sennonché la profondità dei cambiamenti portati dalla conquista francese, unita ad alcuni vantaggi territoriali che qua e là le antiche dinastie avevano ottenuto negli ultimi cinque lustri, consigliarono l'apertura a [[Vienna]] di un [[Congresso di Vienna|Congresso]] per la risistemazione dell'[[Europa]].
 
L'ultima teoria è stata in origine la base per un libro di [[Francis Parker Yockey]], ''Imperium: The Philosophy of History and Politics'' (1947); grazie al quale si è poi estesa nei circoli neonazisti.<ref>Nicholas Goodrick-Clarke nel libro ''Black Sun: Aryan Cults, Esoteric Nazism, and The Politics of Identity'' (pubblicato nel [[2002]] a [[New York|NY]]) nei capitoli 3 e 11 parla dell'Impero Occidentale</ref>
L'[[Impero Austriaco|Austria]] poteva riannettere sotto il suo governo diretto territori che le appartenevano da lunga data per dominio diretto, cioè [[Trento]], [[Trieste]] e [[Gorizia]], o indiretto, come l'antico [[Ducato di Milano]] ([[Milano]], [[Como]], [[Cremona]], [[Lodi]], [[Pavia]]) e il connesso [[Ducato di Mantova]] - annessione sancita giuridicamente il 12 giugno da un proclama di [[Heinrich Johann Bellegarde|Bellegarde]], ripetitivo di una sanzione imperiale del giorno 7 - ma, differentemente, l'antica [[Repubblica di Venezia]], per la quale l'unico diritto risaliva al disconosciuto [[Trattato di Campoformio]] ([[1797]]), non poteva avere medesima sorte: lì l'annessione allo stato austriaco era legittimata unicamente dall'accordo delle potenze vincitrici al [[Congresso di Vienna]], che fu ottenuto solo a fronte della rinuncia ai diritti dinastici degli [[Casa d'Asburgo|Asburgo]] sui Paesi Bassi cattolici (l'attuale [[Belgio]]). Per comprendere l'utilità per [[Vienna]] dello scambio, basti ricordare il classico argomento del [[Carlo Cattaneo]], il quale sempre sostenne che dal Lombardo-Veneto [[Vienna]] traeva «un terzo delle gravezze dell'impero, benché facessero solo un ottavo della popolazione»<ref>Carlo Cattaneo, dell'insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra, Memorie, Lugano, Tipografia della Svizzera Italiana, febbraio 1849.</ref>.
 
== Nella cultura di massa ==
Ben sintetizzò la situazione Giuseppe Martini<ref>"Storia d'Italia continuata da quella del Botta dall'anno 1814 al 1834: parte prima 1814-22"</ref>: «Apertesi le trattative intorno alle cose d'Italia, e volendo quivi, siccome ne faceva pubblica promessa il congresso viennese, incominciare le sue decisioni da un grande atto di giustizia, statuì che l'Austria rientrerebbe in possesso di Milano e di Mantova; acquisterebbe altresì gli Stati veneti di terraferma con la giunta di alcuni territorii che, per antichi accordi fra i potentati italiani, appartennero un tempo agli Stati di Parma e di Ferrara; acquisterebbe ancora, non solo le terre della Valtellina con le contee di Bormio e di Chiavenna, siti molto opportuni a sopravvedere dappresso le cose della Svizzera, ed in caso di bisogno, introdurvi dissensioni, ma più lungi, in fondo alla Dalmazia, quelle che una volta componevano la repubblica di Ragusi»''.''
{{C|[[WP:CULTURA]]|storia|aprile 2015}}
 
===Cinema===
I territori già veneti sulla costa orientale [[Adriatico|adriatica]] furono dunque aggregati direttamente all'Austria, ma Milano e Venezia erano tradizionalmente legittimate, per antica consuetudine, a godere di governi autonomi (anche se, nel caso di Milano, sotto sovrano straniero). Occorreva quindi riorganizzare tali territori in una entità amministrativa ''apparentemente autonoma'', anche se unita all'Austria dalla persona del sovrano. La soluzione scelta fu di creare un unico Regno con una capitale e due governi, cui venne dato il nome di Regno Lombardo-Veneto.
* ''The 4th Reich''
 
===Televisione===
=== L'istituzione del Regno ===
*''[[Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman]]'' - 3x09 - ''[[Episodi di Lois & Clark - Le nuove avventure di Superman (terza stagione)#Superman e il Quarto Reich|Superman e il Quarto Reich]]''
[[File:Friedrich von Amerling 003.jpg|left|thumb|[[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I]], primo sovrano del Lombardo-Veneto fino alla sua morte nel [[1835]].]]
Il 7 aprile [[1815]] veniva annunciata la costituzione degli Stati austriaci in Italia in un nuovo Regno del Lombardo-Veneto. Esso veniva costituito in base al [[Congresso di Vienna|Trattato di Vienna]] aggregando i territori dei soppressi [[Ducato di Milano]], [[Ducato di Mantova]], [[Dogado]] e [[Domini di Terraferma]] della [[Repubblica di Venezia]], oltre alla [[Valtellina]] già parte della [[Canton Grigioni|Repubblica delle Tre Leghe]], e all'[[Oltrepò]] [[Ferrara|ferrarese]] già [[Stato della Chiesa|pontificio]], mentre lo [[Stato da Mar]], già sottoposto alla Serenissima, ne fu invece escluso incorporandolo direttamente ai territori dell'Impero.
 
=== Musica ===
Il Regno fu affidato a [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I d'Asburgo-Lorena]], [[Impero Austriaco|Imperatore d'Austria]] e re del Lombardo-Veneto. Il re e imperatore avrebbe governato attraverso un Viceré, con residenza a Milano e a Venezia, nella persona dell'[[Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena|Arciduca Ranieri]], nato in Toscana e fratello minore dell'imperatore.
* Nella canzone di [[Fabrizio De André]] ''[[La domenica delle salme]]'', dall'album ''[[Le nuvole (album)|Le nuvole]]'' (1990), nomina un ipotetico Quarto Reich: ''la scimmia del quarto Reich / ballava la polka sopra il muro / e mentre si arrampicava / le abbiamo visto tutti il culo''. De André, in questi versi, scritti poco dopo la caduta del [[muro di Berlino]], volle esprimere la sua preoccupazione per un nuovo [[totalitarismo]] strisciante, oltre che per la recente profanazione di cimiteri ebraici tedeschi ad opera di neonazisti.<ref>[http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=1309&lang=it Canzoni contro la guerra: La domenica delle salme]</ref>
* Il musicista [[Luca Abort]], della band [[Nerorgasmo]], affermò che il nazismo aveva vinto, ed il mondo era già un nuovo Terzo Reich.<ref>«Volevo ricordare alla gente che si scandalizza ancora per queste cose che la nostra società ha assorbito tutto quello che c'era da assorbire dal nazismo, tanto è vero che i viaggi in Volkswagen, le vacanze e la vita come la facciamo noi adesso è quella che era stata programmata allora! E i nostri lager sono il terzo mondo lontani dagli occhi e lontano dal cuore... quindi la gente che si scandalizza di fronte ad una croce uncinata messa al collo per provocazione dovrebbe fare un pochino più attenzione a quello che gli gira intorno e alla vita che fa... perché se vogliamo guardare la nostra società è tutta nazista!»</ref>
* ''4th Reich'' è il titolo di una canzone del gruppo finlandese [[Stratovarius]] incisa nell'album ''[[Dreamspace]]''.
 
===Letteratura===
Lombardia e Veneto, separate dal [[Mincio]], ebbero ciascuna un proprio ''Consiglio di Governo'', affidato a un Governatore, e distinti organismi amministrativi detti ''Congregazioni Centrali'', alle cui dipendenze stavano le amministrazioni locali, tra cui le ''Congregazioni Provinciali'' e le ''Congregazioni Municipali''; le due regioni furono rispettivamente organizzate in 9 e 8 province o delegazioni<ref>pag. 618 in {{cita libro|autore=M.Malte-Brun|titolo=Universal Geography|volume=VII |editore=Adam Black|città=Edinburgh|anno=1829|cid=M.Malte-Brun}}</ref>.
* Nel romanzo [[Metro 2033 (romanzo)|Metro 2033]] di [[Dmitry Glukhovsky]], il Quarto Reich è uno degli stati della [[Metropolitana di Mosca]]. Il suo simbolo è una [[svastica]] a tre punte.
 
Le competenze del Governatore, attraverso il Consiglio di Governo, erano assai ampie e riguardavano: censura, amministrazione generale del censo e delle imposizioni dirette, direzione delle scuole, lavori pubblici, nomine e controllo delle Congregazioni Provinciali. Oltre, naturalmente, al comando dell'[[Imperial regio Esercito austro-ungarico|esercito imperiale]] stanziato nel Regno, che, negli anni successivi si sarebbe occupato soprattutto di garantire l'ordine pubblico.
 
L'amministrazione finanziaria e di polizia, infine, era sottratta al Consiglio di Governo e attribuita direttamente al governo Imperiale a Vienna, che agiva attraverso un ''Magistrato camerale'' (Monte di Lombardia, zecca, lotto, intendenza di finanza, cassa centrale, fabbricazione di tabacchi ed esplosivi, uffici delle tasse e dei bolli, stamperia reale, ispettorato dei boschi e agenzia dei sali), un Ufficio della Contabilità, una Direzione generale della Polizia.
 
Considerata la eccezionale centralizzazione del potere nelle mani del Governatore, nominato da Vienna, e del governo imperiale, ben si comprende come il ruolo del Viceré fosse assai marginale, ridotto a mera rappresentanza. A tal fine egli manteneva splendidi palazzi, ove teneva corte.
 
===La marginalizzazione del patriziato locale===
{{F|storia d'Italia|marzo 2017|carenza di note; le fonti citate nel testo sono solo di parte austriaca, e comunque non sembrano supportare tutte le affermazioni presenti nella sezione}}
[[File:XIX century print, Piazza della Scala, Milano.jpg|thumb|upright=1.6|Il [[Teatro alla Scala]] era uno dei più importanti centri di spettacolo nel Regno Lombardo-Veneto, nonché uno dei principali luoghi ancora deputati per consentire al patriziato ormai completamente emarginato dalle operazioni di governo di rivaleggiare in lustro e sfoggio di privilegi di nobiltà.]]
Tutte le alte cariche del Regno erano naturalmente di nomina regia, mai elettive. È questo uno dei motivi per cui esse erano in gran parte affidate ad austro-tedeschi; tutti austro-tedeschi furono i governatori, la grandissima parte degli ufficiali stanziati in Italia (mentre la truppa rispecchiava l'eterogenea composizione delle popolazioni dell'impero) e il Viceré: i forestieri godevano, quindi, del controllo quasi assoluto sulla vita del Regno. Famoso, a tal proposito, un colloquio del [[1832]] fra il nobile lombardo [[Paolo de' Capitani]] e [[Klemens von Metternich|Metternich]]: ''"Che necessità c'è di far occupare ogni posto notevole da Tirolesi e da sudditi di altre province?"''<ref>[[Francesco Arese]], ''La Lombardia e la politica dell'Austria'', Archivio storico lombardo, LXXVIII</ref><ref>Esemplare, a questo proposito, è la carriera del magistrato trentino [[Antonio Mazzetti]].</ref>. Nonostante ciò, non vi era un reale clima di tensione tra le due, ragionando per nazioni, nazionalità.
 
''"Abita in questo paese un popolo ben fatto ed intelligente, distinto più
per le doti della fantasia che per la profondità d'ingegno. E perciò
è desso la culla delle arti belle, comechè non v'abbia anche
penuria di pensatori, d'uomini profondi di colossale dottrina."''
 
''"Fra tutti i rimproveri che si fanno al governo austriaco, il più erroneo ed infondato è quello che fosse offesa o maltrattata la nazionalità."''
 
([[Karl Schönhals]], Memorie della guerra d'Italia degli anni 1848-1849)
 
Situazione analoga si può ritrovare all'epoca di [[Maria Teresa d'Austria]], quando si era cercato di far compenetrare molto di più austriaci e italiani nell'amministrazione dei domini di possesso imperiale, legando simultaneamente la nazione alla corona dell'Imperatrice. Ovviamente questa era la linea che inizialmente si era proposta la commissione del [[Congresso di Vienna]] del [[1815]], anche se le condizioni cambiarono leggermente dai moti del 1820-21. C'è comunque da sottolineare il fatto che le autorià austriache registrarono una situazione non molto preoccupante, se vista con i loro occhi, durante i disordini degli anni '20.
 
''"A malgrado di tutti i maneggi della società segrete, lo spirito pubblico nel Regno Lombardo-Veneto non poteva dirsi ancora del tutto guasto. Il governo contava ancora in tutte le classi numerosi aderenti. La parte più agiata temeva la sollevazione e le inevitabili conseguenze di una guerra da quella inseparabile."''
 
([[Karl Schönhals]] sulla situazione nel Lombardo-Veneto nel 1821)[[File:Coronation.FerdinandI.Milan.jpg|thumb|left|upright=1.4|L'interno del Duomo di Milano parato a festa in occasione dell'incoronazione di Ferdinando I a Re del Lombardo-Veneto nel 1838.]]
Seguendo il modello caro a [[Luigi XIV di Francia]], il patriziato (in particolare lombardo) viveva di feste ed eventi mondani che si tenevano al Palazzo Reale, e i rappresentanti dell'aristocrazia venivano sommersi di cariche (anche se di secondo piano) e di onorificenze, per essere legati sempre più all'amministrazione austriaca.
 
Sempre agli italiani era inoltre riservata la direzione dei teatri più importanti del Regno come quello [[Teatro alla Scala|alla Scala]] di Milano o [[Gran Teatro La Fenice|La Fenice]] di Venezia. La sapiente direzione di questi importanti mezzi di comunicazione per l'epoca e la complicità dei direttori, permisero indirettamente e direttamente il passaggio anche dei messaggi che furono fondamento dei moti patriottici per la liberazione d'Italia, che videro impegnato primo tra tutti [[Giuseppe Verdi]] che non a caso fece rappresentare alcune delle proprie opere a Milano e a Venezia. A teatro l'aristocrazia sfogava la propria impossibilità di farsi notare al governo con l'acquisto dei posti più in vista e dei palchi più ricercati in prossimità delle autorità.
[[File:Iron Crown.JPG|thumb|La [[Corona Ferrea]] era la corona ufficiale del Regno Lombardo-Veneto.]]
Puntando sull'orgoglio degli italiani, va anche detto che il governo austriaco fece di tutto per rivalutare il passato glorioso delle tradizioni dell'area lombardo-veneta e fu così che ad esempio la [[Corona Ferrea]] venne mantenuta (seguendo l'esempio già avviato da [[Napoleone Bonaparte]] nel suo Regno d'Italia) quale simbolo della regalità nel Regno Lombardo-Veneto e prescelta quale corona ufficiale per le incoronazioni di ogni nuovo sovrano, incoronazioni che si svolgevano nel [[Duomo di Milano]]. Per commemorare l'importanza di queste glorie, venne istituito inoltre il mantenimento dell'[[Ordine della Corona Ferrea|Ordine napoleonico della Corona Ferrea]], che venne concesso in prevalenza a italiani per ricompensarli delle loro benemerenze verso l'amministrazione austriaca.
 
Leggendo l'opera ''"Memorie della guerra d'Italia degli anni 1848-1849"'' scritte dal generale austriaco [[Karl Schönhals]], si può capire come mai l'amministrazione asburgica diffidasse dell'alta aristocrazia italiana. Il generale austriaco infatti scrive
 
''"'La lingua nell'insegnamento e negli uffici era l'italiana, dal gabinetto del Viceré fino al Commissario distrettuale, dal Presidente del supremo Senato di giustizia fino al Pretore. L'impiegato tedesco che desiderava percorrere la sua carriera in Italia doveva imparar prima la lingua di quel paese. Un'egual condizione non era imposta all'impiegato italiano. Meno poche eccezioni, tutti gli impieghi governativi e giudiziari erano occupati da Italiani, pochissimi fra i quali avevano cognizione dell'idioma tedesco. Quindi la necessità di nominar dappertutto interpreti giurati.'' ''S'è udita spesso la lagnanza che l'Italiano non potesse pervenire ai superiori ordini della gerarchia degli impieghi; ma quella lagnanza era falsa e priva di fondamento. Tutti i gradi erano a lui accessibili, ed il gran numero di nomi Italiani che si riscontrano percorrendo l'Almanacco Imperiale, chiaro dimostra ch'essi erano tra i preferiti. Nulladimeno chi conosce la ripugnanza, in ispecie delle elevati classi italiane, contro tutto quanto chiamasi servizio dello Stato, e quanto poca disposizione posseggano per gli studi severi, comprenderà Leggieri come l'Austria non potesse scegliere tra la nobiltà italiana i suoi governatori, i suoi presidenti di tribunali, i suoi generali. Si scorrano le matricole di Pavia e Padova, e si vedrà se in quelle s'incontri un nome distinto. '''I teatri e i caffè non sono luoghi nei quali si educhino degli impeghi, ed il faticoso ascendere sulla scala degli impieghi non è cosa fatta pel ricco italiano"'''''<ref>{{Cita web|autore = Karl Schonhals|url = http://books.google.it/books?id=QiwsAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo = Memorie della Guerra d'Italia degli anni 1848-1849|accesso = |data = }}</ref> concludendo con "''Noi nol biasimiamo perciò, ma a sua volta non accusi lo Stato di offesa al sentimento nazionale, di parzialità e di noncuranza."''
 
In queste poche righe emerge chiaramente il motivo principale per cui poche volte venne nominato un alto funzionario aristocratico di lingua italiana; il governo austriaco studiava gli ambienti dell'aristocrazia italiana e riteneva non positivi per un buon governo le abitudini dei ceti elevati.
 
=== La controversa questione della stabilità politica ===
[[File:Weltliche Schatzkammer Wien (56).JPG|thumb|left|Casacca cerimoniale da araldo del Regno Lombardo Veneto, 1838, Museo del Tesoro Imperiale di Vienna.]]
L'atteggiamento della popolazione del Regno Lombardo-Veneto è argomento ancora oggi molto dibattuto e sul quale occorre consultare fonti di entrambe le parti per poter avere un quadro il più completo possibile.
 
Indubbiamente un punto a favore per il governo austriaco fu l'allentamento della leva militare obbligatoria (introdotta nel Regno d'Italia napoleonico) che aveva portato a una drastica diminuzione del numero di diserzioni. Nel Regno Lombardo-Veneto infatti venivano chiamati circa 6.300 (numero molto inferiore rispetto a quelli boemi o austriaci) uomini per ogni milione di abitanti selezionati per estrazione e per i quali era possibile esentarsi dal servizio militare secondo alcuni criteri. Nonostante ciò gli italiani che si trovarono di stanza nel Regno Lombardo-Veneto ai comandi di Radetzky alla vigilia delle rivolte e delle guerre del 1848 furono il 33% dell'esercito, formando così il gruppo etnico dominante.<ref>{{Cita web|autore = Gilberto Oneto|url = http://rassegnastampa.unipi.it/rassegna/archivio/2010/12/08SID3079.PDF|titolo = Gli italiani rimasti fedeli agli Asburgo|accesso = |editore = La Stampa|data = }}</ref>
 
È appurato abbastanza all'unanimità che le élite lombarde e venete (con l'esclusione di quelle austriacanti) contribuirono al sostegno delle [[Prima guerra di indipendenza italiana|guerre di indipendenza]].
 
La stabilità delle campagne è, al contrario, argomento piuttosto controverso. Molto spesso vengono riportati episodi di resistenze dei ceti contadini nei confronti dell'autorità imperiale, ma se si vanno ad analizzare testi di fonte austriaca non spiccatamente di parte, si dipinge un quadro sensibilmente differente. Il già citato Schönhals scrive infatti, a proposito delle rivolte del 1848, che "''La maggior parte dei così detti coloni era anzi affezionata al governo, appo il quale aveva spesso trovato protezione contro i suoi oppressori."'' Prosegue: "''Una tal cosa si mostrò chiara più tardi alla venuta dei Piemontesi; nella loro invasione essi non trovarono che scarsa simpatia fra gli abitanti della campagna, sì che fortemente si lagnarono d'essere stati ingannati intorno allo spirito ed alle intenzioni del contadino."''
 
Vi è poi una personale considerazione su come le truppe imperiali venivano accolte dalle popolazioni rurali ''"Mano mano che noi ci avanzavamo eravamo accolti assolutamente come liberatori. Non era quello il contegno di un popolo che sa d'esser colpevole, e che teme il castigo dei vincitori; era la gioia d'essere liberato da un giogo che gli era stato imposto sotto il nome di libertà, e che in un periodo di quattro mesi gli costò più che non l'antico suo governo in un anno. Era una popolazione che conosceva la giustizia e la clemenza del legittimo suo governo, ed in esso fidando n'attendeva indulgenza e perdono."''[[File:Episodio delle cinque giornate (Baldassare Verazzi).jpg|thumb|Episodio delle cinque giornate di Milano, dipinto di Baldassarre Verazzi.]]Questi estratti troverebbero conferme nei numerosi testi di rivalutazione storica della figura di [[Josef Radetzky]] (simbolo del governo austriaco nel Lombardo-Veneto) il quale secondo molti storici e revisionisti (come ad esempio [[Alessandro Luzio]]) godeva di particolare rispetto da parte delle popolazioni rurali.<ref>{{Cita web|autore = Filippo Battaglia|url = http://www.lelettere.it/Data/Files/prodotti/RADE.PDF|titolo = Papà Radetzky|accesso = |editore = Le Lettere|data = |urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150622204719/http://www.lelettere.it/Data/Files/prodotti/RADE.PDF|dataarchivio = 22 giugno 2015}}</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.lelettere.it/Data/Files/prodotti/CORRIEREMILANO%2520RADEZ%252024_06_12.PDF|titolo = Casa editrice Le Lettere|accesso = 22 giugno 2015|sito = http://www.lelettere.it/Data/Files/prodotti/CORRIEREMILANO%20RADEZ%2024_06_12.PDF|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150622204217/http://www.lelettere.it/Data/Files/prodotti/CORRIEREMILANO%20RADEZ%2024_06_12.PDF|dataarchivio = 22 giugno 2015}}</ref> Atteggiamenti di questo tipo sono testimoniate anche dai diari di guerra di alcuni generali sabaudi<ref>{{Cita web|autore = G. Previdi|url = http://www.identitanazionale.it/previdi.pdf|titolo = Abbiamo fatto il nostro dovere|accesso = |data = }}</ref>. Tutto ciò sarebbe coerente con la proposta di creare una milizia contadina nel Lombardo-Veneto per consolidare la fiducia tra governo e campagna.
 
In questi casi occorre essere sempre cauti e non abbandonarsi a generalizzazioni, ma si potrebbe concludere che, in linea di massima ovviamente, a favore del governo austriaco vi furono le popolazioni rurali, ovvero la maggioranza della popolazione totale, e l'alta aristocrazia "austriacante". Si trovarono invece contro buona parte dell'alta borghesia e della piccola-media nobiltà che, anche a causa della mancata distinzione giuridica in classi sociali nel Lombardo-Veneto, si vedeva privata di possibilità di affermarsi nella gestione della società.
 
=== Riduzione e cessazione del Regno ===
Il 22-23 marzo [[1848]] al termine delle [[Cinque giornate di Milano]], gli Austriaci vennero cacciati da [[Milano]] e da [[Venezia]]. I due Consigli di Governo furono sostituiti dall'auto-proclamato [[Governo provvisorio di Milano]] e dalla restaurata [[Repubblica di San Marco]].
 
Il 9 agosto [[1848]] con l'[[Armistizio di Salasco]], seguito alla vittoria austriaca del 24-25 luglio a [[battaglia di Custoza (1848)|Custoza]] sulle truppe [[Regno di Sardegna (1720-1861)|piemontesi]], terminò la prima fase della [[prima guerra di indipendenza italiana|prima guerra di indipendenza]]: Milano venne rioccupata e il Governo Provvisorio di Lombardia venne sciolto. Il 22-23 marzo [[1849]] [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] venne di nuovo sconfitto a [[battaglia di Novara (1849)|Novara]] e abdicò in favore di [[Vittorio Emanuele II]]. Il successivo 24 agosto, dopo [[Assedio di Venezia (1849)|un lungo assedio]], [[Venezia]] si arrese agli Austriaci.
 
Il Regno Lombardo-Veneto sopravvisse formalmente alla perdita della [[Lombardia]] (con l'eccezione di [[Mantova]], come stabilito dai termini della [[Pace di Zurigo]]) al termine della [[seconda guerra di indipendenza italiana|Seconda guerra di indipendenza]] nel [[1859]] che ebbe come conflitto decisivo la [[Battaglia di Solferino e San Martino]], per poi scomparire definitivamente nel [[1866]], al termine della [[terza guerra di indipendenza italiana|Terza guerra di indipendenza]] con l'annessione del [[Veneto]], della [[provincia di Mantova]] e del [[Friuli]] al [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] sancita dal [[Trattato di Vienna (1866)|Trattato di Vienna]] e sottoposta al [[Plebiscito del Veneto del 1866|plebiscito popolare]].
 
== Società ==
{{Galleria
|larghezza = 300
|titolo = Popolazione
|align = right|File:Crescita demografica Regno Lombardo-Veneto.png|Crescita demografica dal 1815 al 1857 nel<br>
{{legend|#5B9BD5|Regno Lombardo-Veneto}}|File:Crescita_demografica_Lombardia_e_Veneto_(Regno_Lombardo-Veneto).png|Crescita demografica dal 1815 al 1857:<br>
{{legend|#009200|Lombardia}}
{{legend|#C00000|Veneto}}
}}
 
=== Evoluzione demografica ===
Con {{formatnum:5159247}} abitanti nel 1857<ref name=":02"></ref>, il Regno Lombardo-Veneto era il secondo paese della penisola italiana per popolazione dopo il [[Regno delle Due Sicilie]]; la sua [[densità demografica]] era di 107,45 abitanti per chilometro quadrato, più alta rispetto a quella duo siciliana<ref>{{Cita|Castiglioni, 1862}}, p. 371</ref>. Il tasso di [[crescita demografica]] annuo era di circa lo 0,72%<ref>Considerata la linea di tendenza del grafico si ricava al retta <math>P(t): {2 \over 7}t+{278 \over 7} </math>dalla quale è possibile ricavare il tasso di crescita annuo utilizzando la formula <math>{P(t_2)-P(t_1) \over P(t_1)(t_2-t_1)}</math></ref> ed era più elevato in Lombardia che in Veneto<ref>Nel grafico di confronto tra le due regioni è possibile vedere che la linea di tendenza della Lombardia ha una pendenza maggiore rispetto a quella del Veneto</ref>. Al tempo della sua fondazione il regno era abitato da {{formatnum:4124938}} persone che aumentarono di circa un milione nell'arco della reggenza austriaca di Lombardia e Veneto<ref name=":02">{{Cita|Castiglioni, 1862}}, p. 209, p. 333</ref>.
 
La Lombardia era la regione più popolosa del regno, in particolare nel 1857 aveva {{formatnum:2865518}} di abitanti, di cui circa il 31,2% aveva un'età inferiore ai 15 anni<ref>{{Cita|Castiglioni, 1862}}, p. 221</ref>. La città più popolosa della regione e del regno era Milano che con i suoi {{formatnum:121600}} abitanti del 1815 crebbe fino ad arrivare ai {{Formatnum:183961}} del 1859, la seconda più popolosa era Brescia con {{Formatnum:32911}} abitanti nel 1825 e nello stesso anno le città che superavano i ventimila abitanti erano: Bergamo, Cremona, Mantova e Pavia. La provincia di Bergamo era la più estesa della Lombardia, seguita da quella di Sondrio che aveva anche la densità più ridotta del regno, al contrario di quella di Mantova che era la più densamente abitata<ref name=":0" />.
 
Il Veneto nel 1857 aveva {{Formatnum:2293729}} abitanti, di cui circa il 34,3% aveva un'età inferiore ai 15 anni e il 7,5% un'età superiore ai 60 anni<ref>{{Cita|Castiglioni, 1862}}, pp. 330-331</ref>. La città più popolosa della regione era Venezia, la cui popolazione rimase abbastanza stabile passando dai {{Formatnum:109927}} abitanti del 1825 ai {{Formatnum:118172}} del 1857. Nel 1825 la seconda città più popolosa della regione e terza del regno era Verona con circa {{Formatnum:60000}} abitanti seguita da Padova, {{Formatnum:47000}} abitanti, e Vicenza, {{Formatnum:30000}} abitanti. La provincia di Udine era la più estesa del regno avendo una superficie quasi doppia rispetto a quella di Bergamo. La provincia di Belluno era la meno densamente abitata e così come quella di Sondrio era per la maggior parte costituita da terreni montuosi<ref name=":0" />.
 
[[File:Francesco_Hayez_040.jpg|sinistra|miniatura|[[Alessandro Manzoni]]]]
 
=== Lingue ===
L'[[Lingua italiana|italiano]] era la [[lingua ufficiale]] del Regno Lombardo-Veneto ed era utilizzata nell'insegnamento<ref>{{Cita|Goëss, 1821|p.10}}</ref> e in tutte le corrispondenze ufficiali interne al regno infatti se un tedesco avesse voluto ricoprire qualche carica all'interno del regno avrebbe dovuto imparare l'italiano e spesso erano assunti degli interpreti. L'italiano però non era obbligatorio nelle comunicazioni tra regno e [[Impero austriaco]], che invece avvenivano in tedesco<ref>{{Cita|Saleri, 1851|p.97}}</ref>, inoltre la popolazione italiana si lamentava del fatto che per aumentare il proprio grado all'interno dell'amministrazione statale fosse necessario imparare il tedesco<ref>{{Cita|Schönhals, 1852|pp. 41-42}}</ref>. Questa lingua ufficiale, usata solo dalle classi più abbienti, ebbe seguito anche dal punto di vista letterario il cui massimo esponente fu [[Alessandro Manzoni]], il quale usò l'italiano per la scrittura de ''[[I promessi sposi]]'' in quanto non c'era una grande disparità tra la lingua parlata e quella scritta<ref>{{Cita|Tellini, 2007|p.168}}:{{Citazione|…la riflessione manzoniana intorno al problema della lingua s'è orientata, sul fondamento d'istanze illuministiche e poi romantiche, verso la ricerca d'uno strumento comunicativo capace di superare la secolare frattura che divide, nel nostro costume culturale, la lingua scritta della tradizione letteraria dalla lingua dei parlanti}}</ref>.
 
In Lombardia la popolazione parlava abitualmente le [[Lingua lombarda|lingue lombarde]]: nelle province di Milano, Pavia, Lodi, Cremona e Como era diffuso il dialetto milanese in tutte le sue varianti. Questo dialetto in particolare ebbe anche una vasta produzione letteraria di cui massimi esponenti sono [[Carlo Porta]] e [[Tommaso Grossi]]. Nelle province di Bergamo e Brescia invece era parlato il [[dialetto bergamasco]], che si distingue da quello milanese per i suoni più chiusi, mentre in provincia di Mantova era parlato il [[dialetto mantovano]], simile a quello veneziano.
 
In Veneto era diffusa la [[lingua veneta]] che in molte province era parlata con la mescolanza dei termini lombardi in particolare in provincia di Padova dove il veneto sente molto dell'influsso della lingua lombarda. La lingua veneta era utilizzata anche per le produzioni letterarie, in particolare erano ancora molto diffuse le commedie settecentesche di [[Carlo Goldoni]]. Sulla costa adriatica in alcuni punti si parlava ancora la [[lingua illirica]], in provincia di Vicenza nell'[[altopiano dei Sette Comuni]] era diffuso il [[Cimbri (minoranza linguistica)|cimbro]], in fine erano diffuse due [[lingue retoromanze]], in provincia di Belluno il [[Lingua ladina|ladino]] mentre in Friuli il [[Lingua friulana|friulano]]<ref>{{Cita|Artaria, 1857|pp.6-7}}</ref>.
 
=== Religione ===
[[File:K.C.Gaisruck.jpg|miniatura|L'arcivescovo di Milano [[Karl Kajetan von Gaisruck]], elettosu pressione di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I]].]]
Nel Regno Lombardo-Veneto la religione più diffusa era la fede [[Chiesa cattolica|cristiana cattolica]] che era stata dichiarata [[religione ufficiale]] dello Stato, ma nonostante ciò erano tollerati anche gli altri culti. La Chiesa cattolica nel regno era organizzata in Lombardia con l'[[arcidiocesi di Milano]] che contava otto [[Diocesi suffraganea|diocesi suffraganee]] e in Veneto con il [[patriarcato di Venezia]] e le sue dieci diocesi. Nella diocesi di Milano e in parte di quella di Bergamo era praticato il [[rito ambrosiano]], mentre nella altre il [[rito romano]]<ref>{{Cita|Artaria, 1857|p.5}}</ref>.
 
A Milano il cattolicesimo, a ogni modo, aveva pesantemente risentito delle riforme apportate da [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]] alla fine del Settecento, il quale aveva soppresso molti conventi e monasteri nel tentativo di incamerare i beni della chiesa nelle casse statali dell'allora [[Ducato di Milano]]. La nuova politica austriaca consistette quindi in una parziale e formale riconciliazione con la chiesa milanese, alla quale vennero concessi nuovi onori e privilegi da poter esercitare come ad esempio la presidenza spirituale dell'ordine cavalleresco lombardo-veneto della [[Ordine della Corona ferrea|Corona ferrea]]. Non mancarono a ogni modo le pesanti pressioni d'influenza anche nell'ambito ecclesiastico appena dopo la costituzione del Regno: a Milano, ad esempio, nel 1818 venne eletto arcivescovo l'austriaco [[Karl Kajetan von Gaisruck]] che rimase in carica sino al 1846, governando la diocesi per una buona parte della vita del neonato regno lombardo-veneto<ref>{{Cita web|url=http://propordenone.org/wp-content/uploads/2013/12/13_2.pdf|titolo=Il Regno lombardo-veneto. Stato e Chiesa
La Diocesi di Concordia}}</ref>.
 
Fra le religioni minoritarie erano presenti diverse altre confessioni cristiane in modo particolare [[Chiesa ortodossa|ortodossi]] e [[Protestantesimo|protestanti]] che avevano le loro chiese all'interno del regno. La minoranza religiosa più ampia era quella ebraica che nel 1825 contava circa 5600 individui, circa lo 0,13% della popolazione, ed era prevalentemente localizzata nel [[ghetto di Venezia]]<ref>{{Cita|Malte-Brun, 1829|p.756}}</ref>.
 
 
== Economia ==
[[File:Milano_Palazzo_dei_Giureconsulti.jpg|sinistra|miniatura|[[Palazzo dei Giureconsulti]], all'epoca sede della [[Borsa di Milano]]]]
{{vedi anche|Industria preunitaria lombarda}}
{{C|I dati statistici fontati dal Balbi si riferiscono ad una "italia austriaca" virtuale, formalmente mai esistita, che include Regno Lombardo-Veneto, Parte Italiana del Tirolo.,,0 Parte Italiana dell'Illirio, della Croazia Civile e del Littorale Ungarico....., come da lui definiti |storia|luglio 2019}}
L'economia del Regno Lombardo-Veneto dalla sua fondazione è stata sommariamente imperniata attorno all'agricoltura, la quale ha sempre rivestito un ruolo fondamentale soprattutto nella Lombardia dell'Oltrepò. Le coltivazioni essenziali, che consentivano il sostentamento dello Stato e le esportazioni, consistevano in frumento, orzo, segale e soprattutto riso.
 
Nella stessa città di Milano, inoltre, era molto attivo il commercio legato alle grandi industrie produttive e manifatturiere comprese i calzaturifici e le fonderie di metalli. A Venezia era invece assai diffusa la pesca e le attività di produzione delle navi in quanto la città, assieme a [[Trieste]], rappresentava il porto principale dell'Impero Austriaco e l'unico grande sbocco verso il Mar Mediterraneo.
 
La maggiore piazza commerciale del regno era la Borsa di Milano, confermata con un decreto imperiale del maggio 1816, era gestita dai sindaci di borsa le cui nomine erano effettuate dalla Camera di commercio. L'attività della borsa iniziò a consolidarsi a dopo il 1830 quando il commercio serico ebbe una grande crescita e a seguito della nascita delle moderne reti di trasporto e di comunicazione. Nel 1832 erano trattati quattro titoli del debito pubblico che crebbero a sette nel 1841, infine nel 1858 oltre a otto titoli del debito pubblico apparve il primo titolo azionario, quello della società ferroviaria [[LVCI]]<ref name="Prima società quotata in Borsa">historytour.it (http://www.historytour.it/default.php?idp=s&ids=2&iddoc=61&tipodoc=articolo)</ref>. Le merci nazionali maggiormente trattate nella borsa erano le sete seguite da filati, prodotti caseari, grano e metalli. Le merci estere invece erano costituite per la maggior parte da merci coloniali quali lo zucchero, il caffè e le spezie<ref>{{Cita web|url=https://www.historytour.it/upload/documenti/pdf/b08.pdf|titolo=}}</ref>.
 
Per quanto riguarda le entrate per tassazione, il volume 32 degli Annali universali di statistica (1832), cita i dati statistici di uno studio di [[Adriano Balbi]] del [[1830]], secondo il quale l'ammontare delle rendite è riassumibile in questa tabella:<ref>{{cita libro |cognome= Balbi |nome= Adriano |wkautore= Adriano Balbi |capitolo= Quadro statistico dei vari stati d'Italia |url_capitolo= http://books.google.it/books?id=lKURAAAAYAAJ&pg=PA313 |titolo= Annali universali di statistica, Vol. 31 |editore= Società degli Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria |città= [[Milano]] |anno= 1832 |p= 313 }} {{NoISBN}} Si osserva che su alcune di tali cifre l'Annale in alcuni così imprecisione di valori</ref> <!-- Sul significato del termine rendita si veda anche pag. 217 dell'annale stesso dove si distingue fra 'rendita' e 'debito' dello stato -->
 
<div align="center">
{| class="wikitable" style="text-align:right"
|-
! style="background:#ccf1ff" colspan="7" | ''Quadro statistico dei vari stati d'Italia'' di A. Balbi 1830
|-
! Territorio!! Popolazione!! Esercito !! Rendita (in franchi)
|-
|align=left|Regno Lombardo-Veneto|| 4.930.000|| 5.000 || 122.000.000
|-
|align=left|[[Regno delle due Sicilie]]|| 7.420.000 || 30.000|| 84.000.000
|-
|align=left|[[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]]|| 3.800.000 || 23.000||60.000.000
|-
|align=left|[[Stato Pontificio]]|| 2.590.000 || 6.000 || 30.000.000
|-
|align=left|[[Granducato di Toscana]] || 1.275.000 || 4.000 || 17.000.000
|}
</div>
 
=== Trasporti ===
[[File:Rete LVStB 1856.png|miniatura|Rete ferroviaria del Regno Lombardo-Veneto nel 1856]]
 
Dagli studi condotti già all'epoca<ref>''Almanacco Imperiale Regio per la Lombardia'', Milano, 1837</ref>, apprendiamo che il Regno Lombardo-Veneto si trovava all'avanguardia anche nel campo dei trasporti e delle linee di comunicazione, in particolare se rapportato per l'epoca ad altri stati della Penisola.
 
Rilevanti erano stati gli sforzi compiuti per la realizzazione delle strade ferrate che tra Lombardia e Veneto coprivano una distanza notevole che poneva il grande stato di dipendenza austriaca secondo solo al Regno di Sardegna ove, grazie all'impulso del primo ministro [[Cavour]] tale opera evolutiva era incominciata alcuni anni prima.
 
La tratta ferroviaria Novara-Milano venne inaugurata nel maggio del [[1859]] dopo il frutto di lunghe trattative di collaborazione nei costi tra il Regno di Sardegna e la Lombardia, anche se meno di un mese dopo il milanese sarà conquistato da Vittorio Emanuele II con la [[Battaglia di Magenta]] che coinvolgerà direttamente questa ferrovia per l'invasione del territorio austriaco da parte dei piemontesi.
 
Altro mezzo di trasporto abbondantemente utilizzato nel regno Lombardo-Veneto (data anche la presenza di grandi corsi d'acqua) era il trasporto per mezzo di barche. Le corriere operavano regolarmente lungo il [[Naviglio Grande]] e gli altri navigli minori in Lombardia, collegando buona parte della periferia con la [[Darsena di Milano]], mentre a [[Venezia]] i traghetti collegavano le isole della laguna tra loro e con la costa illirica.
 
== Governanti del Regno: Re, Viceré e Governatori ==
=== Cariche essenziali di governo ===
[[File:Franz I (II) half-length portrait in Austrian uniform.jpg|thumb|L'Imperatore [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I d'Austria]], primo Re del Regno Lombardo-Veneto.]]
[[File:FerdinandI-KingofLombardy&Venetia.jpg|thumb|L'Imperatore [[Ferdinando I d'Austria]] con le vesti cerimoniali di Re del Regno Lombardo-Veneto il giorno della sua incoronazione nel Duomo di Milano nel 1838. Si noti sul capo del sovrano la [[Corona Ferrea]].]]
[[File:Giuseppe Sogni - Francesco Giuseppe I imperatore d'Austria.jpg|thumb|L'Imperatore [[Francesco Giuseppe I d'Asburgo|Francesco Giuseppe]], Re del Lombardo-Veneto dal dicembre [[1848]], in un dipinto del [[1853]] con le vesti dell'[[Ordine del Toson d'oro]].]]
Il governo del Regno Lombardo-Veneto era strutturato secondo una precisa situazione gerarchica che comprendeva poche cariche effettive accentratrici del potere e molte cariche quasi puramente onorifiche.
 
Sovrano dello Stato era l'Imperatore d'Austria, che aveva il titolo di ''Re di Lombardia e delle Venezie''<ref>{{cita web|http://eurulers.altervista.org/austria.html|Austria III. Titles of European hereditary rulers|25 gennaio 2015}}</ref>, ma egli risiedendo a [[Vienna]] (capitale dell'intero Impero), governava attraverso un proprio sottoposto o ''Viceré'', il quale come abbiamo detto aveva una rappresentanza solo formale in quanto egli risiedeva prevalentemente alla corte viennese.
A reggere i rapporti tra governo centrale e Stato dipendente, erano due ''Governatori'', rispettivamente uno per la Lombardia con sede a Milano (''Governo di Milano'') e uno per il Veneto con sede a Venezia (''Governo di Venezia''). A ciascun governatore sottostava un ''Vicepresidente di governo'' il quale aveva funzione di operare in assenza del governatore, al quale seguiva un ''Imperial Regio Consigliere Aulico'' prescelto dall'Imperatore, col compito di vigilare sull'operato di governatore e vicepresidente di governo.
 
A queste prime cariche seguivano gli ''Imperial Regi Consiglieri di Governo'' che avevano il compito di coadiuvare il Governatore nell'amministrazione fisica dello Stato assegnatogli, ed erano solitamente nel numero di 9 per Lombardia e 9 per il Veneto. A questi facevano seguito gli ''Imperial Regi Segretari di Governo'' e altre cariche minori di cancelleria e amministrazione spicciola.
 
Seguivano quindi le ''Imperial Regie Delegazioni Provinciali'' che vantavano un delegato e un vice-delegato per ogni provincia del regno, sia in Lombardia sia in Veneto. Tali delegazioni raccoglievano di fatto le questioni dei comuni minori e le portavano a conoscenza del governo.
 
=== Sovrani ===
Al trono del Lombardo-Veneto si sono succeduti i seguenti '''Sovrani''':
* [[1815]]-[[1835]]: [[Francesco II d'Asburgo-Lorena|Francesco I d'Asburgo Lorena]];
* [[1835]]-[[1848]]: [[Ferdinando I d'Austria|Ferdinando I d'Asburgo Lorena]];
* [[2 dicembre]] [[1848]]: [[Francesco Carlo d'Asburgo-Lorena|Francesco II d'Asburgo-Lorena]];
* [[1848]]-[[1866]]: [[Francesco Giuseppe I d'Asburgo|Francesco Giuseppe I d'Asburgo Lorena]].
 
=== Viceré ===
I vari sovrani hanno regnato attraverso i seguenti '''Viceré''':<ref>Si badi bene che solo gli arciduchi, come parenti dell’imperatore, potevano essere ufficialmente viceré. Le altre figure furono nomine belliche a titolo provvisorio.</ref>
* 20 aprile [[1814]] - 7 aprile [[1815]]: ''Governatore generale'' [[Enrico XV di Reuss zu Plauen|Heinrich von Reuss zu Plauen]];<ref>Nomina a titolo provvisorio, cessa con la proclamazione del Regno al [[Congresso di Vienna]].</ref>
* 7 aprile [[1815]] - 7 marzo [[1816]]: ''Luogotenente generale'' [[Heinrich Johann Bellegarde]];<ref>Nomina a titolo provvisorio una volta proclamato il Regno ma non ancora deciso il Viceré.</ref>
* 7 marzo [[1816]] - 3 gennaio [[1818]]: Arciduca [[Antonio Vittorio d'Asburgo-Lorena]];
* 3 gennaio [[1818]] - 8 giugno [[1848]]: Arciduca [[Ranieri Giuseppe d'Asburgo-Lorena]];
* 25 ottobre [[1849]] - 6 settembre [[1857]]: ''Governatore generale'' maresciallo [[Josef Radetzky]];<ref>Nomina a titolo provvisorio per ristabilire l’ordine dopo la [[Prima guerra d'indipendenza]].</ref>
* 6 settembre [[1857]] - 20 aprile [[1859]]: Arciduca [[Massimiliano I del Messico|Massimiliano d'Asburgo-Lorena]];
* 20 aprile - 16 giugno [[1859]]: ''Governatore generale'' maresciallo [[Ferencz Gyulai]];<ref>Nomina a titolo provvisorio allo scoppio della [[Seconda guerra d'indipendenza]]; successivamente rimosso per incompetenza dopo la sconfitta nella [[battaglia di Magenta]] con conseguente perdita di Milano.</ref>
* 16 giugno - 1º agosto [[1859]]: ''Governatore generale'' maresciallo [[Heinrich von Hess]].<ref>Nomina a titolo provvisorio, cessata dopo la sconfitta finale austriaca con l’[[armistizio di Villafranca]].</ref>
 
=== Governatori ===
I Viceré hanno retto il Regno attraverso i seguenti '''governatori''' o '''luogotenenti''':
==== Lombardia ====
* 28 aprile [[1814]] - 2 gennaio [[1816]]: Conte [[Heinrich Johann Bellegarde]];
* 2 gennaio [[1816]] - 24 febbraio [[1818]]: Conte [[Francesco Saurau]];
* 24 febbraio [[1818]] - 3 maggio [[1830]]: Conte [[Giulio Strassoldo di Sotto]];
* 10 maggio [[1830]] - dicembre [[1840]]: Conte [[Franz Hartig]];
* dicembre [[1840]] - maggio [[1841]]: Conte [[Robert von Salm-Reifferscheidt-Raitz]];
* maggio [[1841]] - 18 marzo [[1848]]: Conte [[Johann Baptist Spaur]];
* 18-22 marzo [[1848]] Conte [[Maximilian Karl Lamoral O'Donnell]] ''(in rappresentanza)'';
: 23 marzo [[1848]] - 6 agosto [[1848]]: ''occupazione della Lombardia da parte dei Piemontesi in corrispondenza del [[Plebiscito delle province lombarde del 1848|plebiscito di annessione]]''
* 6 agosto - 1º settembre [[1848]]: [[Felix von Schwarzenberg]];
* 1-24 settembre [[1848]]: Conte [[Franz Wimpffen]] ''(in rappresentanza)'';
* 25 settembre [[1848]] - [[1849]]: Conte [[Alberto Montecuccoli-Laderchi]] ''(in rappresentanza)'';
* [[1849]]-[[1850]]: Principe [[Karl Borromäus Philipp zu Schwarzenberg]] ''(in rappresentanza)'';
* 10 gennaio [[1851]] - 10 gennaio [[1857]]: Conte [[Michele Strassoldo-Grafenberg]]: ''(col titolo di luogotenente della Lombardia)'';
* 10 gennaio [[1857]] - [[1859]]: Barone [[Federico Maurizio von Burger|Friedrich von Burger]].
 
==== Veneto ====
* [[1815]]-[[1819]]: Conte [[Peter Goëss]];
* [[1819]]-[[1820]]: Conte [[Ferdinand Ernst Maria von Bissingen-Nippenburg]];
* [[1820]]-[[1826]]: Conte [[Carlo d'Inzaghi]];
* [[1826]]-[[1840]]: Conte [[Johann Baptist Spaur]];
* [[1840]] - 22 marzo [[1848]]: Conte [[Aloys Pállfy de Erdöd]];
* 22 marzo [[1848]] - aprile [[1848]]: Conte [[Ferdinand Zichy zu Zich von Vasonykeöy]] ''(in rappresentanza)'';
: ''23 marzo [[1848]] - 24 agosto [[1849]]: coesistono l'autorita della rinata Repubblica di Venezia e dell'amministrazione austriaca''
* aprile [[1848]] - [[1849]]: Conte [[Laval Nugent von Westmeath]] ''in qualità di comandante militare, facente funzione di governatore civile'';
* 24 agosto [[1849]] - ottobre [[1849]]: Generale [[Karl von Gorzowsky]];
* ottobre [[1849]] - 22 luglio [[1850]]: Barone [[Stanislaus Anton Puchner]];
* 22 luglio [[1850]]- febbraio [[1855]]: Cav. [[Georg Otto von Toggenburg-Sargans]];
* agosto [[1855]] - 6 febbraio [[1860]]: Conte [[Kajetan von Bissingen-Nippenburg]];
* 9 febbraio [[1860]] - 18 ottobre [[1866]]: Cav. [[Georg Otto von Toggenburg-Sargans]] (''seconda volta'').
 
== Geografia antropica ed amministrazione ==
=== Suddivisioni amministrative ===
 
L'unione fra le due regioni del regno era assai labile, e così l'amministrazione reale del territorio fu affidata a due distinti Consigli di Governo facenti capo ai due Governatori. Le classi agiate erano rappresentate nelle due Congregazioni Centrali, nominate dai Governi su proposta delle stesse, che erano composte da un nobile e un possidente per ogni provincia, un borghese per ogni città, e il governatore quale membro e presidente di diritto.
 
I due Governi della [[Lombardia]] e del [[Veneto]] erano suddivisi in diciassette [[Provincia|Province]]. Ciascuna Provincia era retta da una Delegazione Provinciale, istituita per la prima volta il 1º febbraio [[1816]] e al cui capo era posto un Regio Delegato, che sostituiva il prefetto napoleonico. In ogni Provincia era inoltre presente una Congregazione Provinciale composta per metà da nobili e per metà da possidenti locali, nominati per sei anni dal Governo su proposta delle autorità locali. I ''deputati provinciali'' erano proposti al Governo dalla Congregazione Centrale la quale sceglieva sulla base di terne presentatele dalle Città e dalla stesse Congregazioni Provinciali uscenti. Le prime nomine nel 1815 furono fatte direttamente dall'imperatore, mentre in seguito per rinnovi parziali triennali. Le Congregazioni vennero sciolte durante il periodo di governo militare del regno fra il 1848 e il 1857. Le Congregazioni erano composte da quattro o sei o otto deputati provinciali, più un deputato per ogni città, più il Regio Delegato in qualità di componente e presidente di diritto.
[[File:Province LombVeneto.png|miniatura|Le province del Regno Lombardo-Veneto|alt=|300x300px]]
{| class="wikitable sortable"
|+Province del regno nel 1825<ref name=":0">{{Cita|Malte-Brun, 1829|p.755}}</ref>
!Provincia
!Capoluogo
!Popolazione (ab.)
!Superficie (km²)
!Densità (ab./km²)
|-
|[[Provincia di Sondrio (Lombardo-Veneto)|Sondrio]]
|[[Sondrio]]
|{{formatnum:83451}}
|{{formatnum:3490}}
|23,9
|-
|[[Provincia di Como (Lombardo-Veneto)|Como]]<ref>Comprendente il circondario di [[Varese]], incluso in una [[Provincia di Varese|provincia separata]] nel [[1927]], e la grandissima parte dell'attuale [[Provincia di Lecco]] istituita nel [[1992]].</ref>
|[[Como]]
|{{formatnum:335060}}
|{{formatnum:3409}}
|98,3
|-
|[[Provincia di Milano (Lombardo-Veneto)|Milano]]<ref>Comprendente il territorio dell'[[Altomilanese]], ceduto in gran parte alla nuova [[provincia di Varese]] nel [[1927]].</ref>
|[[Milano]]
|{{formatnum:463477}}
|{{formatnum:2694}}
|172,0
|-
|[[Provincia di Pavia (Lombardo-Veneto)|Pavia]]<ref>Comprendente il circondario di [[Abbiategrasso]], [[Provincia di Milano|milanese]] dal [[1861]], ma escludente la [[Lomellina]] e l'[[Oltrepò Pavese|Oltrepò]], all'epoca parte del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]].</ref>
|[[Pavia]]
|{{formatnum:146368}}
|{{formatnum:1372}}
|106,7
|-
|[[Provincia di Lodi e Crema|Lodi e Crema]]<ref>Divisa nel [[1859]] ([[Decreto Rattazzi]]) fra le province di [[Provincia di Cremona|Cremona]] e [[Provincia di Milano|Milano]].</ref>
|[[Lodi]]
|{{formatnum:197532}}
|{{formatnum:1918}}
|103,0
|-
|[[Provincia di Bergamo (Lombardo-Veneto)|Bergamo]]<ref>Comprendente la [[Valcamonica]], [[Provincia di Brescia|bresciana]] dal [[1861]].</ref>
|[[Bergamo]]
|{{formatnum:315186}}
|{{formatnum:3718}}
|84,8
|-
|[[Provincia di Brescia (Lombardo-Veneto)|Brescia]]
|[[Brescia]]
|{{formatnum:323738}}
|{{formatnum:3251}}
|99,6
|-
|[[Provincia di Cremona (Lombardo-Veneto)|Cremona]]<ref>Non comprendeva il [[Cremasco]].</ref>
|[[Cremona]]
|{{formatnum:175815}}
|{{formatnum:1271}}
|138,3
|-
|[[Provincia di Mantova (Lombardo-Veneto)|Mantova]]
|[[Mantova]]
|{{formatnum:239436}}
|{{formatnum:1535}}
|156,0
|-
|[[Provincia di Verona (Lombardo-Veneto)|Verona]]
|[[Verona]]
|{{formatnum:277849}}
|{{formatnum:3847}}
|72,2
|-
|[[Provincia di Rovigo (Lombardo-Veneto)|Rovigo]]
|[[Rovigo]]
|{{formatnum:135625}}
|{{formatnum:1165}}
|116,4
|-
|[[Provincia di Padova (Lombardo-Veneto)|Padova]]
|[[Padova]]
|{{formatnum:290514}}
|{{formatnum:2238}}
|129,8
|-
|[[Provincia di Vicenza (Lombardo-Veneto)|Vicenza]]
|[[Vicenza]]
|{{formatnum:297547}}
|{{formatnum:2317}}
|128,4
|-
|[[Provincia di Belluno (Lombardo-Veneto)|Belluno]]<ref>Escluso l'[[Valle d'Ampezzo|Ampezzo]], fino al 1919 parte del [[Tirolo]].</ref>
|[[Belluno]]
|{{formatnum:122840}}
|{{formatnum:3481}}
|35,3
|-
|[[Provincia di Treviso (Lombardo-Veneto)|Treviso]]
|[[Treviso]]
|{{formatnum:232732}}
|{{formatnum:2002}}
|116,2
|-
|[[Provincia di Venezia (Lombardo-Veneto)|Venezia]]<ref>Comprendente il delta sinistro del [[Po]], [[Provincia di Rovigo|rodigino]] dal [[1866]].</ref>
|[[Venezia]]
|{{formatnum:249157}}
|{{formatnum:2883}}
|86,4
|-
|[[Provincia del Friuli (Lombardo-Veneto)|Friuli]]<ref>Comprendente le attuali province di [[Provincia di Udine|Udine]] e [[Provincia di Pordenone|Pordenone]] (istituita nel [[1968]]), ed escludente la [[Val Canale (Udine)|Val Canale]], all'epoca facente parte della [[Carinzia]] e il cantone di Cervignano facente parte della Contea di Gorizia.</ref>
|[[Udine]]
|{{formatnum:350974}}
|{{formatnum:7323}}
|47,9
|-
! colspan="5" |
|-
|'''Totale'''
|'''17'''
|'''{{formatnum:4237301}}'''
|'''{{formatnum:47921}}'''
|'''88,4'''
|}
 
Ogni Provincia era suddivisa in Distretti, di cui 127 in Lombardia e 91 nel Veneto. Ogni Distretto era suddiviso in [[Comune|Comuni]], cellule di base dell'amministrazione pubblica. A seconda della loro popolazione, i Comuni potevano appartenere a tre classi differenti:
* '''Comuni di I classe''', con abitanti superiori alle 10.000 unità, capoluoghi controllati direttamente dalle Delegazioni Provinciali, avevano un Consiglio Comunale di non più di 60 membri;
* '''Comuni di II classe''', con una popolazione compresa tra i 3.000 e i 10.000 abitanti, dotati di un Consiglio Comunale di almeno 30 membri, erano sottoposti a un Cancelliere del Censo
* '''Comuni di III classe''', con una popolazione inferiore ai 3.000 abitanti, erano diretti dall'Assemblea dei proprietari che si riuniva una volta l'anno, alla presenza del Cancelliere del Censo, per nominare i funzionari e per approvare il bilancio e i tributi, mentre nella restante parte dell'anno venivano delegati tre proprietari per l'ordinaria amministrazione.
 
=== La questione della "capitale" ===
[[File:860MilanoPalazzoReale.JPG|thumb|Il Palazzo Reale di Milano, residenza formale del Viceré austriaco nel Regno Lombardo-Veneto dal 1815 al 1859.]]
All'interno di tutte le forme di amministrazione del governo Lombardo-Veneto, vennero formalmente mantenute le divisioni tradizionali tra Lombardia e Veneto, a loro volta unitamente dipendenti dall'Impero d'Austria.
 
È altresì vero, però, che l'Imperatore nominava un suo rappresentante amministrativo e legale nei suoi territori italiani, il quale prendeva il nome di ''Viceré''. È bene premettere che molti dei Viceré del Regno, anche se formalmente accettanti l'incarico, non risiedettero mai entro i confini del Lombardo-Veneto, preferendogli di gran lunga la corte austriaca e l'amministrazione imperiale. A ogni modo i Viceré avevano la loro sede formale al [[Palazzo Reale di Milano]], il quale ospitava gli appartamenti del Viceré che erano utilizzati come residenza ufficiale anche dall'Imperatore quando questi si trovava in visita nel Regno. La residenza di campagna era rappresentata dalla [[Villa Reale di Monza]].
 
La preferenza di Milano su Venezia per la scelta di una residenza era dovuta a due fattori fondamentali: innanzitutto era una città strategicamente importante per tutta l'area dell'Italia settentrionale e soprattutto l'aristocrazia patriziale milanese era molto più incline a vedere un sovrano che risiedeva entro i propri confini che non i repubblicani veneziani. Peraltro questa tradizione di residenza milanese seguiva le orme di quanto aveva fatto già [[Maria Teresa d'Austria]] ponendo la sede dell'antico [[Ducato di Milano]] a Milano. Tale territorio era stato tradizionalmente austriaco da molto più tempo rispetto a quello veneto, che invece era giunto entro i possessi della real casa d'Austria a partire dal crollo della [[Repubblica di Venezia]] nel [[1797]] e che era andato consolidandosi effettivamente solo a partire dal Congresso di Vienna.
 
== Ordinamento giudiziario ==
=== Il Senato di Giustizia ===
[[File:3439 - Milano - Ex palazzo del Senato - Foto Giovanni Dall'Orto - 23-June-2007.jpg|thumb|upright=1.6|Il palazzo del Senato di Milano.]]
Il senato di giustizia del Regno Lombardo-Veneto dopo che lo stato venne costituito, venne aperto ufficialmente il 7 aprile [[1815]], con sede a Vienna, rimanendo nella capitale imperiale sino al 28 giugno [[1816]], ovvero sino a quando il comandante Bellegarde non poté assicurare l'indiscusso potere austriaco sull'area della Pianura Padana. Nelle sessioni di questa prima fase vennero trattati gli affari giudiziari relativi al [[Veneto]] e alla [[Dalmazia]].
 
A partire dal 30 giugno [[1816]] apprendiamo che l'Imperial Regio governo diede disposizioni perché a partire dal 1º agosto [[1816]] venisse attivato il Senato di Giustizia del Regno a favore dell'intero stato da poco costituito e come tale che riprendesse l'attività amministrativa e deliberativa direttamente sul territorio italiano. Esso aveva essenzialmente il compito di controllare che tutte le azioni di governo si svolgessero "secondo la legge stabilita". Tale organo era praticamente un grande tribunale, ovvero aveva il compito di avallare le condanne più gravi che poi dovevano essere sottoscritte dall'Imperatore, giudicando delitti come la lesa maestà, la sommossa generale, fino a irrogare il carcere a vita o addirittura la pena di morte nei casi più gravi.
 
In base alla sovrana risoluzione dell'11 aprile [[1829]], apprendiamo che il senato era retto da un presidente e da dieci consiglieri aulici, sei austriaci, quattro italiani (solitamente due lombardi e due veneti).
 
Il Senato sopravvisse difatti sino al 3 gennaio [[1851]] quando il Feldmaresciallo Radetzky, con parere favorevole dell'Imperatore, visti i recenti disordini che le rivoluzioni avevano portato soprattutto in Lombardia, ne decise la soppressione e i compiti amministrativi di sua precedente competenza vennero trasferiti al Ministero della Giustizia, quindi a Vienna, altro punto che gettò il Lombardo-Veneto nel malumore, sentendosi gli abitanti di queste regioni privati di un'importante pietra miliare: l'autonomia nella giustizia.
 
=== L'amministrazione della giustizia ===
[[File:Arresto di Silvio Pellico e Piero Maroncelli - Carlo Felice Biscarra.jpg|thumb|left|upright=1.6|L'arresto di [[Silvio Pellico]] e [[Pietro Maroncelli]] a Venezia. Si notino nella scena i gendarmi con la caratteristica giubba verde.]]
L'amministrazione della giustizia nel regno Lombardo-Veneto era suddivisa in tre gradi: Pretura e Tribunale, Tribunale d'appello e Supremo Tribunale di Giustizia. Ciascun capoluogo provinciale era sede di un tribunale di primo grado, mentre nei due centri regionali di [[Milano]] e [[Venezia]] erano presenti due corti d'appello. Al vertice del sistema si trovava il Senato, la Corte di Cassazione del Regno, che era stabilita a [[Verona]], presso il Palazzo dei Capitani, a capo del quale venne posto il conte d'Oettingen-Wallerstein.
 
Circa la giustizia lombardo-veneto sovente gli storici hanno ravvisato incongruenze e inesattezze tra i vari emendamenti legislativi pubblicati dal 1815 al 1859, il che si ritiene fosse alla base di fraintendimenti, disordini e dei consequenziali inasprimenti delle pene, soprattutto dopo i due periodi rivoluzionari della [[Prima guerra di indipendenza italiana|prima guerra di indipendenza]]. A differenza di altri domini austriaci in Italia come il [[Granducato di Toscana]], nel Regno Lombardo-Veneto la pena di morte non era stata abolita e continuava a essere comminata per lesa maestà, ribellione e altri gravi reati, anche se più della metà delle condanne a morte si trasformarono in ergastoli, esili o vennero amnistiate.
 
In parallelo, altrettanto diffuso, era l'esilio o il carcere duro che la giustizia lombarda e veneta prescrisse in quegli anni in special modo per i cospiratori rivoluzionari e i carbonari i quali erano presenti in gran numero su tutto il territorio. Vittime illustri di questa giustizia furono [[Silvio Pellico]], [[Piero Maroncelli]] e [[Federico Confalonieri]]. Il carcere duro era rappresentato dalla [[Fortezza dello Spielberg]] presso [[Brno]], in [[Repubblica Ceca]], allora parte remota e sperduta dell'Impero austriaco.
 
Tutte le milizie armate non austriache, e perciò gestite da italiani soggetti all'amministrazione austriaca (come la guardia civica o polizia municipale), indossavano la caratteristica giubba verde, il che li fece soprannominare non senza un tocco di malizia "remolazz" ovvero "sedani", un termine che in [[lingua lombarda|lombardo]] è usato tradizionalmente per indicare un individuo sciocco, uomo da poco, inesperto, ignorante.
 
=== La magistratura contabile ===
Il Senato camerale di finanza, istituito il 9 aprile [[1816]], era la speciale magistratura cui era affidata la superiore autorità fiscale del Regno. Avente sede a [[Palazzo Marino]], assomigliava a una moderna Corte dei Conti. Presieduto dal governatore, l’organismo preparava il bilancio dello Stato, ma il suo potere era limitato dal Governo, dalla Camera Aulica di [[Vienna]], e ovviamente dall’imperatore, che potevano bloccarne le deliberazioni. In seguito alla notificazione del 15 giugno [[1830]], il Senato fu sostituito da un unico Magistrato camerale.<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8000210/?view=toponimi&hid=]</ref>
 
== Esercito del Regno Lombardo-Veneto ==
[[File:Divise Austria TILN 1859.jpg|thumb|upright=1.8|Soldati d'esercito nel Regno Lombardo-Veneto (1859).]]
L'esercito del Regno Lombardo-Veneto constava di nove reggimenti che facevano parte del più vasto esercito imperiale. Essi erano:
<ul>
<li>23° (Lodi),</li>
<li>38° (Brescia),</li>
<li>43° (Bergamo),</li>
<li>44° (Milano),</li>
<li>55° (Monza),</li>
<li>13° (Padova),</li>
<li>16° (Treviso),</li>
<li>26° (Udine),</li>
<li>45° (Verona).</li>
</ul>
 
Inoltre il Lombardo-Veneto forniva il personale che costituiva: i battaglioni cacciatori da campo (Feldjäger-Bataillone) N° 6, 11, 18 (lombardi), 8 e 25 (veneti), i reggimenti ulani (unità di cavalleria armate di lancia) N° 9, 11 (lombardi), 6 e 7 (veneti) e il reggimento dragoni N° 8. tra questi reggimenti venne creato durante l'incoronazione di [[Ferdinando I d'Austria]] a [[Milano]] il corpo della Guardia del Corpo nobile Lombardo-Veneta<ref>[https://associazione-legittimista-italica.blogspot.it/2013/04/la-reale-guardia-del-corpo-nobile.html La reale Guardia del Corpo nobile Lombardo-Veneta]</ref><ref>[https://books.google.it/books?id=ryNws3Hl8McC&pg=PA1&lpg=PA1&dq=Guardia+del+Corpo+nobile+Lombardo-Veneta&source=bl&ots=3VEfheDJzS&sig=TWBrYRbiSdvn4yW0SQ0ydMivhLw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjw7IHbvfTJAhVGtBoKHacxBFYQ6AEILTAD#v=onepage&q=Guardia%20del%20Corpo%20nobile%20Lombardo-Veneta&f=false Statuto per la Real Guardia nobile del corpo Lombardo-Veneta]</ref>
 
Contingenti lombardi e veneti erano altresì destinati a servire in tutte le altre unità combattenti e di servizio dell'armata imperiale: artiglieria da campagna (reggimenti N° 3, 6, 9 e 10), lanciarazzi (racchettieri) e artiglieria costiera, genio (battaglioni N° 1, 2, 6, 9, 10, 11) e [[pioniere (militare)|pionieri]] (battaglioni N° 2, 6). Sudditi del Regno formavano gli equipaggi della flottiglia dei laghi italiani e del Danubio, oltre naturalmente che della marina da guerra: alle province di Treviso e di Venezia (distretti di leva del reggimento di linea N° 16) spettava infatti alimentare il Corpo Marinai, mentre alle province di Padova e di Rovigo per intero e Vicenza in parte (distretti di leva del reggimento N° 13) e a quelle di Udine e di Belluno (reggimento N° 26) spettava inviare i contingenti annui alla fanteria e all'artiglieria di Marina. Nel territorio del Regno era reclutata anche la gendarmeria locale (Gendarmerie).
<br />''(Ripartizione territoriale della monarchia ai fini del completamento dell'Armata dell'8 dicembre 1856)''
 
Una modifica alla ripartizione territoriale del 1856 venne introdotta tre anni dopo. Già con la chiamata di leva dell'anno di guerra 1859 (seconda guerra di Risorgimento italiano), le reclute prima assegnate ai reggimenti ulani N° 7 (veneto) e 9 (lombardo), che divennero ambedue galiziani, furono avviate ai reggimenti dragoni N° 1 e 3.
<br />''(Ordinanza circolare del 17 gennaio 1859)''
 
Il battaglione era la pedina fondamentale per dosare le forze in funzione del compito da assolvere; in guerra contava 1.336 uomini suddivisi in 6 compagnie; la compagnia contava 221 uomini (4 ufficiali, 2 sergenti maggiori "Feldwebel", 4 sergenti "Zugsführer", 8 caporali, 12 sotto-caporali "Gefreite" e 191 soldati semplici inclusi tamburini, trombettieri, zappatori, conducenti e attendenti).
 
Sul piede di guerra il reggimento era formato da 4 battaglioni operativi (uno di granatieri su 4 compagnie e tre di campagna su 6 compagnie), più il 4º battaglione di campagna, destinato di norma di presidio nelle guarnigioni, e quello di deposito su 4 compagnie, per un totale di 6.886 uomini delle 32 compagnie, compreso lo stato maggiore di reggimento, di cui faceva parte la banda musicale che sempre seguiva il reggimento in campagna. Il carreggio, affidato a un apposito sottufficiale denominato "Wagenmeister", era composto da 32 carri e 76 cavalli, inclusi la fucina da campo e il carro ambulanza.
<br />''(Organisationsstatut für die k.k. Armee, 26 gennaio 1857)''
 
== Pesi e misure ==
{{Vedi anche|Antiche unità di misura del circondario di Milano}}
Anteriormente all'introduzione del sistema metrico-decimale e anche quando questi venne introdotto con regolarità, continuò a persistere in Lombardia come in Veneto un sistema metrico per pesi e misure varie che di seguito riportiamo.
{| class="wikitable"
|+
!Grandezza
!Misura
!Valore
|-
| rowspan="2" |Lunghezza
|Miglio
|{{M|1,784|k|m}}
|-
|Piede
|{{M|43,52|c|m}}
|-
|Superficie
|Pertica<ref>La misura della pertica variavano di molto da area ad area. Sappiamo infatti che convenzionalmente ed ufficialmente era accettata la cosiddetta "pertica milanese" corrispondente a poco più di 654 metri quadrati, ma difatti, in aree distanti dal capoluogo, le misure potevano variare di svariati metri quadrati in eccesso o in difetto, il che portava molta confusione anche nelle opere catastali.</ref>
|{{M|654,52||mq}}
|-
|Volume
|Pinta
|{{M|1,574||L}}
|-
|Massa
|Oncia
|{{M|27,233||g}}
|}
 
== Monetazione e francobolli ==
=== Numismatica lombardo-veneta ===
[[File:Fiorino, 3 lire austriache 1824.jpg|miniatura|Fiorino da 3 lire austriache]]
{{Vedi anche|Lira austriaca}}
Proseguendo nella strada già tracciata sotto il dominio francese, dal 1822 il Lombardo-Veneto conobbe una radicale trasformazione anche in cambio monetario.
 
Il sistema di conto scelto fu quello milanese, restaurato dopo la parentesi napoleonica e preferito in quanto già armonizzato ai modelli tedeschi, mentre non fu restaurato l'antico retaggio di epoca medievale della complessa monetazione della Repubblica di Venezia. La coniazione austro-milanese consisteva in una monetazione nei classici tre metalli (oro, argento, rame), la quale andò a differenziarsi e perfezionarsi sotto i diversi sovrani che regnarono.
All'epoca della sua fondazione nel Regno Lombardo-Veneto circolavano ancora le valute francesi, in quanto i pesanti debiti contratti in guerra non permettevano un'immediata coniazione. Fu solo dal 1822 che vennero proposte le nuove monete:
* Sovrana
* 1/2 Sovrana
* Scudo Nuovo da 6 lire
* 1/2 Scudo Nuovo (o fiorino)
* 1 lira austriaca
* 1/2 lira austriaca
* 1/4 di lira austriaca
* 5 centesimi (o soldo, in quanto un ventesimo di lira)
* 3 centesimi
* 1 centesimo
 
Fu [[Francesco Giuseppe d'Austria|Francesco Giuseppe]] ad apportare le prime variazioni nel sistema monetario Lombardo-Veneto: egli infatti eliminò il 1/4 di lira austriaca, sostituendolo con una moneta in rame da 15 centesimi, aggiungendone anche una da 10 centesimi. Successivamente alla Seconda guerra d'indipendenza, nel Veneto entrò in vigore come moneta spicciola il ''soldo'' e i ''5/10''.
 
Il governo austriaco, inoltre, abolì definitivamente tutta una serie di zecche minori che già si trovavano poco attive sul finire del Settecento e sotto l'amministrazione di Maria Teresa e [[Giuseppe II d'Asburgo|Giuseppe II]], mantenendo attive unicamente le zecche di Milano e Venezia.
 
Parallelamente a questa circolazione di monete, erano usate come monete di libero scambio anche quelle dell'Impero Austriaco (austriaca e ungherese), che seguivano una tipologia di monetazione differente: il calibro in questi casi era costituito dal peso effettivo del metallo della moneta.
 
=== Filatelia lombardo-veneta ===
{{vedi anche|Filatelia degli antichi stati italiani#Regno Lombardo-Veneto}}
[[File:Francobolli.Lomb-veneto.jpg|thumb|upright=2|Serie completa dei francobolli in centesimi circolanti nel Regno Lombardo-Veneto dal 1850 al 1858.]]
La storia filatelica del Lombardo-Veneto è assai più giovane rispetto a quella numismatica in quanto i primi francobolli stampati ufficialmente (e quindi non a timbro) vennero realizzati a partire dal 1º giugno [[1850]] sotto l'amministrazione di [[Francesco Giuseppe d'Austria|Francesco Giuseppe]] che regolamentò anche questi valori tassati con precise normative.
 
A Milano come a Venezia si diffusero in parallelo anche i valori tassati per i giornali, gli almanacchi e le pubblicazioni e all'amministrazione austriaca va anche il merito di aver introdotto in queste regioni le marche da bollo e i valori tassati per la grande quantità di documentazione cartacea che andava producendosi negli uffici governativi.
 
Secondo le normative postali d'epoca<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.fotoexpo.net/sitoweb2.asp?url=http://www.lombardoveneto.it vedi qui] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> il costo era delle normali lettere era il seguente (1 lega = 7.420 metri):
* nel circondario di distribuzione dell'ufficio postale di impostazione: cent. 10
* per una distanza inclusivamente a 10 leghe: cent. 15
* oltre a 20 leghe: cent. 45
 
Si considerava lettera semplice quel plico che non superasse in peso un "lotto viennese" che corrispondeva a 17,5 grammi.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Edwin Hartrich|titolo=The Fourth and richest Reich|anno=1980}}
* {{Cita libro|autore=Federico Artaria|titolo=Nuova Descrizione del regno Lombardo-Veneto|url=https://books.google.it/books?id=BddoAAAAcAAJ&dq=regno+lombardo+veneto+dialetto&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=21 luglio 2019|anno=1857|editore=Editori Federico Artaria & Figlio|città=Milano|cid=Artaria, 1857|ISBN=non esistente}}
* [[Marco Dolcetta]], ''Gli spettri del Quarto Reich. Le trame occulte del nazismo dal 1945 a oggi'', BUR, 2007
* {{Cita libro|autore=Pietro Castiglioni|curatore=Ministero di Agricoltura industria e commercio|titolo=Relazione generale con una introduzione storica sopra i censimenti delle popolazioni italiane dai tempi antichi sino all'anno 1860. 1.1|url=https://books.google.it/books?id=nwW6_HBLcTIC&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=22 luglio 2019|anno=1862|editore=Stamperia reale|città=Torino|cid=Castiglioni, 1862|ISBN=non esistente}}
* [[Piergiorgio Odifreddi]], ''[[Il matematico impertinente]]''
* {{Cita libro|autore=Peter Goëss|titolo=Regolamento per le scuole elementari nel Regno lombardo-veneto|url=https://books.google.it/books?id=HJJuoylwBfUC&dq=istruzione+regno+lombardo+veneto&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=21 luglio 2019|anno=1821|editore=Tipografo Francesco Andreola|città=Venezia|cid=Goëss, 1821|ISBN=non esistente}}
* {{Cita libro|autore=Conrad Malte-Brun|titolo=Universal Geography, Or, a Description of All the Parts of the World, on a New Plan: Prussia, Germany, Switzerland, and Italy|url=https://books.google.it/books?id=0EYNAQAAIAAJ&dq=Universal+Geography,+VII,+Edinburgh,+Adam+Black,+1829.&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=21 luglio 2019|anno=1829|città=Edimburgo|lingua=inglese|p=|volume=7|cid=Malte-Brun, 1829|ISBN=non esistente}}
* {{Cita libro|autore=Giuseppe Saleri|titolo=Memorie intorno l'organizzazione giudiziaria e politica del regno Lombardo-Veneto|url=https://books.google.it/books?id=d5VpAAAAcAAJ&dq=regno+lombardo+veneto+lingua+italiana&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=21 luglio 2019|anno=1851|editore=Libraio Federico Luigi Merli|città=Trento|cid=Saleri, 1851|ISBN=non esistente}}
* {{Cita libro|autore=Karl Freiherr von Schönhals|titolo=Memorie della guerra d'Italia degli anni 1848-1849, Volumi 1-2|url=https://books.google.it/books?id=QiwsAAAAYAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|accesso=24 luglio 2019|anno=1852|editore=Tipografia Guglielmini|città=Milano|cid=Schönhals, 1852|ISBN=non esistente}}
* {{Cita libro|Gino|Tellini|Manzoni|2007|Salerno Editrice|Roma|ISBN=978-88-8402-572-2|cid=Tellini, 2007}}
* Alberto Costantini; ''Soldati dell'Imperatore. I lombardo-veneti dell'Esercito Austriaco (1814-1866)''. Collegno, Chiaramonte, 2004.
* Franco Fucci; ''Radetzky a Milano''. Milano, Mursia, 1997.ISBN 978-88-425-2257-7
* AA.VV. Ragguaglio delle antiche misure del Regno Lombardo Veneto col sistema metrico decimale. Reggio Emilia, Antiche Porte ed. 2010.
 
== Voci correlate ==
* [[AntonioMisticismo Mazzettinazista]]
* [[Teoria del complotto del Nuovo ordine mondiale]]
* [[Imperial-Regia Privilegiata Strada Ferrata Ferdinandea Lombardo-Veneta]]
* [[Imperialismo americano]]
* [[Stemma del Regno Lombardo-Veneto]]
* [[Impero europeo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://civita.lombardiastorica.it/index.php?s=contenuti&page=view_profilo&id_toponimo=8000310&id_profili=8000359&num_page=1&lettera=M&mode=search|titolo=Lombardia storica|urlmorto=sì}}
 
{{Cospirazionismo}}
{{Storia di Milano}}
{{portale|politica|storia|nazismo}}
{{Stati italiani al Congresso di Vienna}}
{{Stati italiani nel 1831}}
{{Stati italiani nel 1848-49}}
{{Stati italiani all'armistizio di Villafranca}}
{{Terre della corona dell'Impero austriaco}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Asburgo|Risorgimento|storia d'Italia}}
 
[[Categoria:RegnoTeorie Lombardo-Veneto|del complotto]]
[[Categoria:Terminologia della politica]]