Jérôme Pétion de Villeneuve e Wikipedia:Pagine da cancellare/Conta/2019 luglio 25: differenze tra le pagine

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{{Conteggio cancellazioni}}
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{{Conteggio cancellazioni/In corso/Start|10:48, 29 lug 2019 (CEST)}}
|nome = Jérôme Pétion de Villeneuve
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|immagine = Jérôme Pétion de Villeneuve.jpg
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 2 |voce = Marsha Moreau |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = biografie, televisione |temperatura = 13 }}
|didascalia = Jérôme Pétion de Villeneuve.
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 3 |voce = Giovanni d'Orléans (1965) |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = nobiltà, biografie |temperatura = 29 }}
|carica = [[Presidente]] della [[Convenzione nazionale]] della [[Prima Repubblica Francese]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 4 |voce = L'anello dei re |turno = |tipo = consensuale |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 75 }}
|mandatoinizio = 20 settembre [[1792]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 5 |voce = Alain Dizerens |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = letteratura, biografie |temperatura = 16 }}
|mandatofine = 4 ottobre [[1792]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 6 |voce = Gilo Muirragui |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = economia, biografie |temperatura = 13 }}
|predecessore = [[Philippe Rühl]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 7 |voce = Le api randage |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = letteratura |temperatura = 12 }}
|successore = [[Jean-François Delacroix]]
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|carica2 = [[Presidente]] dell'[[Assemblea nazionale (Francia)|Assemblea nazionale]]
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|mandatoinizio2 = settembre [[1790]]
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|mandatofine2 = [[1791]]
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|predecessore2 =
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 12 |voce = Prima Cacciatrice |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = Televisione |temperatura = 24 }}
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|carica3 = [[Deputato]] alla [[Convenzione nazionale]] della [[Prima Repubblica Francese]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Voce|i = 14 |voce = TT Quick |turno = |tipo = semplificata |data = 2019 luglio 25 |multipla = |argomenti = musica |temperatura = 2 }}
|mandatoinizio3 = 5 settembre [[1791]]
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|mandatofine3 = 4 ottobre [[1792]]
{{Conteggio cancellazioni/In corso/Stop}}
|predecessore3 =
|successore3 =
|carica4 = [[Deputato]] agli [[Stati Generali del 1789|Stati Generali]]
|mandatoinizio4 = 20 marzo [[1789]]
|mandatofine4 = [[1789]]
|predecessore4 =
|successore4 =
|carica5 = [[Sindaci di Parigi|Sindaco di Parigi]]
|mandatoinizio5 = 14 novembre [[1791]]
|mandatofine5 = 15 ottobre [[1792]]
|predecessore5 = [[Jean Sylvain Bailly]]
|successore5= [[Philibert Borie]]
|partito = [[Giacobini]]<br/>[[Girondini|Gironda]]
|tendenza = [[repubblicanesimo|repubblicano]] - [[democrazia|democratico]]
|coalizione =
|titolo di studio = [[Laurea]] in [[diritto]]
|professione = [[Avvocato]]
|luogo di sepoltura = Cimitero di [[Saint Magne de Castillon]]
|alma_mater =
|firma =
}}
{{Bio
|Nome = Jérôme Pétion de
|Cognome = Villeneuve
|Sesso = M
|LuogoNascita = Chartres
|GiornoMeseNascita = 3 gennaio
|AnnoNascita = 1756
|LuogoMorte = Saint-Émilion
|GiornoMeseMorte = 18 giugno
|AnnoMorte = 1794
|Epoca = 1700
|Attività = avvocato
|Attività2 = rivoluzionario
|Attività3 = politico
|Nazionalità = francese
}}
 
== Biografia ==
Figlio di [[Jérôme Pétion]], avvocato e giudice presidiale a Chartres, e di [[Marie-Élisabeth Le Tellier]], studiò presso la ''Congrégation de l'Oratoire'' di [[Vendôme]] e poi a 18 anni presso un procuratore a [[Parigi]] prima di iscriversi al collegio degli avvocati di Chartres nel [[1778]]. Deciso a farsi un nome nel campo della letteratura, partecipò a diversi premi pubblicando parecchi libri: ''Moyens proposés pour prévenir l'infanticide'' ([[1781]]), ''Les Lois civiles et l'administration de la justice ramenées à un ordre simple et uniforme, ou Réflexions morales, politiques, etc., etc., sur la manière de rendre la justice en France avec le plus de célérité et le moins de frais possible'' ([[1782]]), ''Essai sur le mariage considéré sous des rapports naturels, moraux et politiques, ou Moyens de faciliter et d'encourager les mariages en France'' ([[1785]]), oltre ad altri scritti consacrati alla riunione dell'[[Assemblée des notables]] e degli [[Stati Generali del 1789|Stati Generali]]. Fu inoltre membro attivo de la ''Société de Amis des Noirs''.
[[File:Avis aux Francois (Jerome Petion)01.jpg|thumb|upright=0.5|''Avis aux François'' (esemplare della ''bibliothèque patrimoniale'' di [[Gray (Francia)|Gray]]).]]
 
Eletto in data 20 marzo 1789 primo deputato del [[terzo stato]] di Chartres agli [[Stati Generali del 1789|Stati Generali]] con 164 voti su 190 votanti, il seggio consentì al piccolo gruppo di patrioti l'ingresso all'[[Assemblea Nazionale Costituente]], assieme a [[François Buzot]] e [[Maximilien de Robespierre]], dei quali fu amico e con essi combatté per la democrazia: lottò contro il veto reale, le due camere proposte dai monarchici, il [[suffragio|suffragio censuario]] (anche se non difese il [[suffragio universale]], esigette il diritto di voto per tutti i cittadini attivi). Divenne uno dei capi dei [[Giacobini]]. Membro del comitato di revisione, entrò nel settembre 1790 nel comitato di costituzione, prima di essere eletto segretario e poi presidente dell'Assemblea.
 
Al momento della [[Fuga a Varennes|tentata fuga]] di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]] e della famiglia reale e del conseguente arresto a [[Varennes-en-Argonne|Varennes]] nel giugno [[1791]], egli appena nominato presidente del Tribunale criminale di Parigi (funzione che non esercitò mai), venne incaricato, con [[Antoine Barnave|Barnave]] e [[Charles César de Fay de La Tour-Maubourg]], del loro trasferimento a [[Parigi]]. Lasciò una memoria di questo episodio, in cui sostiene che "se fossimo stati soli [[Elisabetta di Borbone-Francia (1764-1794)|Elisabetta]] si sarebbe abbandonata tra le mie braccia". Successivamente, si dichiarò favorevole alla sospensione dell'esecuzione di [[Luigi XVI di Francia|Luigi XVI]].
 
In data 30 settembre 1791, alla seduta conclusiva dell'Assemblea, venne fatto segno, assieme a Robespierre, di un'ovazione da parte del popolo.
 
Intimamente legato a [[Félicité de Genlis|Madame de Genlis]], ella lo accompagnò a [[Londra]] quando egli vi condusse tre allievi, e fra questi [[Adélaïde d'Orléans]], nell'ottobre-novembre [[1791]].
 
[[File:Jérôme Pétion.JPG|thumb|left|upright=0.6|Jérôme Pétion de Villeneuve.]]
Il 14 novembre 1791 venne eletto sindaco di Parigi battendo [[Gilbert du Motier de La Fayette|La Fayette]] con 6708 voti su 10.632 votanti, con l'appoggio della Cour, contro La Fayette. Il 20 giugno 1792, cercò di prevenire l'attacco alle [[Palazzo delle Tuileries|Tuileries]] e agli appartamenti reali, ma venne accusato dal re e dal direttorio del Dipartimento, di aver incoraggiato e facilitato il tumulto con la sua mancanza di reazione all'invasione delle Tuileries. Il 6 luglio venne sospeso dal servizio dal dipartimento e sostituito da [[Philibert Borie]], ma questo aumentò la sua popolarità e diverse fazioni si stavano armando per chiedere il suo ritorno, tanto che lui fu l'eroe delle celebrazioni del 14 luglio 1792. L'[[Assemblea legislativa (Rivoluzione francese)|Assemblea legislativa]] decise di ripristinarlo nell'incarico. Il 3 agosto 1792 venne incaricato di portare le richieste dei commissari delle 48 sezioni che richiedevano la deposizione del re. Tuttavia, non partecipò alla giornata del 10 agosto 1792.
 
Venne confermato nella funzione di sindaco dalla [[Comune di Parigi (1792)|Comune di Parigi]] ma perdette tutto il suo potere a fronte delle decisioni della [[sezione rivoluzionaria di Parigi]]. Non si oppose alle visite domiciliari e rimase totalmente passivo ai [[massacri di settembre]]. Il 6 settembre, dovette rendere conto degli avvenimenti davanti all'Assemblea.
 
[[File:Jérôme Petion de Villeneuve.jpg|thumb|Jérôme Petion de Villeneuve, Presidente della Convenzione, sindaco di Parigi nel 1791.]]
Eletto il 5 settembre deputato dell'[[Eure-et-Loir]] alla [[Convenzione Nazionale]], terzo su 9 con 274 voti su 354 votanti, si dimise da sindaco e divenne il primo presidente all'apertura della sessione, il 20 settembre 1792.
 
A quel punto entrò in dissidio con Robespierre, con il quale ruppe all'inizio di novembre, e si alleò ai [[Girondini]]. Al momento del processo a Luigi XVI, votò l'appello al popolo e la sospensione della condanna a morte. Nella primavera del [[1793]] entrò in conflitto con la Comune di Parigi, il cui controllo sfuggì ai Girondini dopo le dimissioni di [[Nicolas Chambon|Chambon]], accelerando la rottura tra Girondini e [[Montagnardi]]. Tuttavia, votò contro il processo a [[Jean-Paul Marat|Marat]].
 
Dopo le ''giornate del 31 maggio e 2 giugno 1793'', venne emesso nei suoi confronti un ordine di cattura, ma riuscì ad evadere il 24 giugno e a raggiungere [[Caen]] con [[Élie Guadet|Guadet]], dove tentò di sollevare la [[Normandia]] contro la [[Convenzione Nazionale]]. Dopo la [[battaglia di Brécourt]] del luglio 1793, si recò nel [[Finistère]], da dove s'imbarcò per il dipartimento della [[Gironda (dipartimento)|Gironda]] ([[Bordeaux]] era già in insurrezione contro la Convenzione) con [[François Buzot|Buzot]] e [[Charles Jean Marie Barbaroux|Barbaroux]], con i quali visse nascosto a [[Saint-Émilion]], vicino a Bordeaux, per dieci mesi. Quando [[Jean-Baptiste Salle|Salle]] e [[Élie Guadet|Guadet]] vennero arrestati nella casa del padre di Guadet<ref>{{Cita libro | nome=Joseph | cognome=Guadet | titolo=Les Girondins, leur vie privée, leur vie publique, leur proscription et leur mort | città=Paris | editore=Librairie académique Didier et Cie | anno=1861 | volume=II | pagina=489 | lingua=fr}}</ref>, credendosi minacciato, lasciò di notte il suo asilo, presso il parrucchiere Troquart (dal quale si era rifugiato dal 20 gennaio), con Buzot e Barbaroux. Tuttavia, un pastore li vide in una pineta. Barbaroux cercò di uccidersi con un colpo di pistola, ma riuscì solo a ferirsi e venne preso (alla fine venne ghigliottinato il 25 giugno). Da parte loro, Petion e Buzot si addentrarono in un campo di grano e si suicidarono<ref>{{Cita libro | nome=Charles | cognome=Vatel | titolo=Charlotte de Corday et les girondins | città=Paris | editore=Henri Plon | anno=1864-1872 | volume=III | url=http://books.google.fr/books?id=Lnc5Ct-6DvoC&pg=PA755&dq=p%C3%A9tion+buzot+pistolet+juin+1794#PPA755,M1 | pagina=755 | lingua=fr}}</ref>. I loro cadaveri vennero trovati, ormai quasi divorati dai lupi, alcuni giorni più tardi<ref>Il [[processo verbale]] di riconoscimento è datato 7-8 [[messidoro]] anno II (25 giugno-26 giugno 1794), mentre l'atto di morte ed il processo verbale di inumazione portano la data dell'8 [[messidoro]]. Vedasi ''Les manuscrits relatifs à l'histoire de la Révolution et de l'Empire: dans les bibliothèques publiques des départements'', Société de l'histoire de la Révolution française, Paris, F. Rieder, 1913, 452 pages, p. 148.</ref><ref>{{Cita libro | autore=Selon Aurélien Vivie | titolo=Histoire de la Terreur à Bordeaux | editore=Feret et fils | anno=1877 | volume=II | pagina=286 | lingua=fr | citazione=dans les premiers jours de juillet, des sans-culottes de Castillon, faisant une battue générale du côté de Saint-Magne, trouvèrent dans un champ les cadavres de Pétion et de Buzot}}</ref><ref>Una cronaca molto dettagliata degli avvenimenti viene data da Charles-Aimé Dauban nel suo ''Étude sur Madame Roland et son temps suivie des lettres de Madame Roland à Buzot et d'autres documents inédits'', chapitre XXXII: « Les derniers jours de Buzot », pp. 251-261.</ref>.
 
Prima di questa sua ultima fuga, Pétion aveva lasciato a Madame Bouquey il manoscritto delle sue ''mémoires''<ref>Questo documento è stato oggetto di una edizione di ''Mémoires inédits de Pétion et mémoires de Buzot et de Barbaroux : accompagnés de notes inédites de Buzot et de nombreux documents inédits sur Barbaroux, Buzot, Brissot, etc.'' (preceduto da una introduzione di C.-A. Dauban), Paris, Plon, 1866, LXXVI-548 pages.</ref> e il suo testamento politico.
 
Il corpo di Jérôme Pétion de Villeneuve venne sepolto nel Cimitero di [[Saint Magne de Castillon]].
 
== Nella cultura di massa ==
Jérôme Pétion de Villeneuve è stato interpretato dall'attore [[Daniel Briquet]] nella [[miniserie televisiva]] ''[[La rivoluzione francese]]'' ([[1989]]).
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro | nome=Marcel | cognome=Dorigny | titolo=Pétion, Jérôme, dit de Villeneuve | curatore=Albert Soboul | opera=Dictionnaire historique de la Révolution française | città=Paris | editore=PUF | serie=Quadrige | anno=2005 | pagine=838-840 | lingua=fr}}
* {{Cita libro| curatore=Ferdinand Hoefer | titolo=Nouvelle biographie générale depuis les temps les plus reculés jusqu'à nos jours | città=Paris | editore=Firmin Didot frères | anno=1862 | volume=39 | url=http://books.google.fr/books?id=ewAaAAAAYAAJ&pg=RA2-PA702&dq=p%C3%A9tion+buzot+cadavre+loups+juin+1794#PRA2-PA700,M1|pagine=697-701 | lingua=fr}}
* {{Cita libro| curatore1=Adolphe Robert | curatore2=Gaston Cougny | titolo=Dictionnaire des Parlementaires français de 1789 à 1889 | città=Paris | editore=Edgar Bourloton | anno=1889 | volume=IV | url=http://www.assemblee-nationale.fr/histoire/biographies/1789-1889/Tome_4/PERSIL_PEYRAMONT.PDF | formato=PDF | pagine=604-606 | lingua=fr}}
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://gallica.bnf.fr/scripts/catalog.php?Mod=i&Titre=&FondsTout=on&FondsTxt=on&FondsImp=on&FondsPer=on&FondsImg=on&FondsAud=on&FondsMan=on&Auteur=j%E9r%F4me+p%E9tion&Sujet=&RPT=|titolo=Opere di Pétion|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070325181821/http://gallica.bnf.fr/scripts/catalog.php?Mod=i|dataarchivio=25 marzo 2007}}
* {{cita web |1=http://www.lastoria.org/protagonisti/petion.htm |2=Numerosi testi di Jérôme Pétion |accesso=19 febbraio 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070928072128/http://www.lastoria.org/protagonisti/petion.htm |dataarchivio=28 settembre 2007 |urlmorto=sì }}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|politica|Rivoluzione francese}}