Frou Frou (brano musicale) e Francesco Tamburini: differenze tra le pagine

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{{Bio
{{O|brani musicali|marzo 2013}}
|Nome = Francesco
{{F|brani musicali|febbraio 2013}}
|Cognome = Tamburini
|Sesso = M
|LuogoNascita = Ascoli Piceno
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1848
|LuogoMorte = Buenos Aires
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte = 1891
|Epoca = 1800
|Attività = architetto
|Nazionalità = italiano
|NazionalitàNaturalizzato = argentino
|PostNazionalità = del periodo dell'[[eclettismo (arte)|eclettismo]]
|Immagine = Francesco Tamburini.jpg
}}
Lavorò soprattutto in Argentina, dove progettò molti edifici rappresentativi, specie nella capitale [[Buenos Aires]].
 
== Biografia ==
'''''Frou Frou''''' è una celebre canzone composta nel 1897 da [[Hector Monréal]]<ref>[[Hector Monréal]] (pseudonimo di Joseph Rieunier) nacque a [[Carcassonne]] nel 1839. Egli si trasferì in gioventù a [[Parigi]], iniziando la sua carriera come disegnatore a ''[[Le Petit Journal]]''. Il direttore di questo quotidiano, colpito dalla sua vena artistica, gli chiese di realizzare ogni giorno in maniera umoristica un cartello da affiggere sulla porta, con le varie incombenze da assegnare ai suoi colleghi. Questi cartelli, estremamente originali e zeppi di caricature bizzarre, non potevano certo passare inosservati, e divennero presto molto popolari. Ma il suo talento originale non poteva limitarsi a disegnare vignette e caricature, così egli abbandonò ''Le Petit Journal'' per divenire attore e ''chansonnier'' e poi (grazie all'incontro con [[Henri Blondeau]]) autore di riviste, operette e « pièces de théâtre). Per circa 40 anni, la coppia fissa Monréal&nbsp;– Blondeau firmò una serie ininterrotta di successi nei principali teatri e varietà parigini, come lo Château d'Eau, l'Eldorado, le [[Folies Dramatiques]], e l'[[Olympia (teatro)|Olympia]]. Morì a [[Parigi]] nel 1910.</ref> ed [[Henri Blondeau]],<ref>[[Henri Blondeau]], nato a [[Parigi]] nel 1841, e ivi deceduto nel 1925, fu librettista di operette e di varietà, ma anche autore drammatico.</ref> autori [[Francia|francesi]] di operette attivi durante la [[Belle Époque]], su una preesistente musica di [[Henry Chatau]].
===In Italia===
Francesco Tamburini<ref name=Mariano>Le notizie biografiche sono tratte da:
*Fabio Mariano, ''L'età dell'Ecelttismo'', Nerbini 2004;
*[http://www.chieracostui.com/costui/docs/search/schedaoltre.asp?ID=4452 Biografia].</ref> nacque ad [[Ascoli Piceno]] nel 1848<ref>Secondo la targa affissa nella sua casa natale ascolana l'anno di nascita è il 1846; la data è il 1848 secondo Fabio Mariano ''L'età dell'Ecelttismo'', Nerbini 2004.</ref> e all'età di undici anni si trasferì con la sua famiglia in [[Ancona]], dove frequentò il liceo e poi l'istituto tecnico Benincasa, dove fu scelto dal naturalista [[Francesco De Bosis]] come assistente al laboratorio di fisica e chimica.
 
A [[Pisa]], dove la sua famiglia si era nuovamente trasferita, si era iscritto alla facoltà di fisica e matematica, ma cambiò facoltà e si iscrisse al corso di ingegneria dell'[[Università di Bologna]], laureandosi nel 1872. Con un nuovo trasferimento della famiglia, che era alla ricerca di una stabilità economica, tornò nelle Marche, a [[Chiaravalle]]. Ottenne un insegnamento di architettura all'[[Università di Urbino]] e successivamente quello di disegno architettonico presso l'[[Accademia delle belle arti di Pisa]].
== Storia della canzone ==
 
Durante gli anni di insegnamento si dedicò allo studio del [[Cattedrale di Pisa|Duomo di Pisa]] e delle opere anconetane di [[Giorgio di Matteo|Giorgio Orsini di Sebenico]]: la [[chiesa di San Francesco alle Scale]] e quella di [[Chiesa di Sant'Agostino (Ancona)|Sant'Agostino]]; pubblicò poi i relativi rilievi, di notevole dettaglio e rifinitura.
In origine su questa melodia (nata come [[polca]]) era stato adattato un testo dal paroliere [[Lucien Delormel]]<ref>[[Lucien Delormel]], (che si firmava a volte con lo pseudonimo di ''Grim''), fu un paroliere, compositore, librettista ed editore francese, nato a [[Parigi]] nel 1847 e morto nel 1899. Egli collaborò anche in coppia con gli altri celebri autori parigini di operette e varietà, come Gaston Villemer e Léon Garnier. Nel corso della sua carriera, egli fu autore di più di quattromila canzoni.</ref> dal titolo ''Frou Frou Polka'', per la rivista parigina ''La fête du souffleur'' che andò in scena nel [[1889]]. Questa canzone era stata composta per la cantante Gabrielle Lange, ma non sollevò più di tanto l'entusiasmo del pubblico parigino. Un musicista tedesco di passaggio per [[Parigi]] assistette però allo spettacolo, udì la melodia, e ne intuì le potenzialità. Egli ne modificò l'arrangiamento trasformandola in un [[valzer]] poi, dopo averla ribattezzata ''Beim-Supper Waltz'' la portò con sé a [[Vienna]] e la fece conoscere al pubblico della Capitale dell'[[Impero Austro-ungarico]]. Questo valzer incontrò un immediato favore, e sull'onda del successo in tutta [[Europa]] del valzer viennese, ritornò a [[Parigi]], proprio nel momento in cui Hector Monréal ed Henri Blondeau, avendo ricevuto l'incarico dal ''Théâtre des Variétés'' di allestire la rivista ''Paris qui marche'', erano alla ricerca di arie da impiegare nello spettacolo. Venne loro in mente di utilizzare la melodia di ''Beim-Supper Waltz''; essi composero un nuovo testo, ispirandosi a un fatto in quel momento d'attualità: la scoperta della bicicletta da parte del pubblico femminile. Le lunghe gonne di fine Ottocento impacciavano la pedalata, ma soltanto le donne più coraggiose ed emancipate osavano indossare dei [[pantaloni alla zuava]], simili a quelli usati dai ciclisti dell'epoca (i famosi [[knickerbockers]]), che agli occhi dell'opinione pubblica addosso ad una donna parevano una bizzarria ridicola e sconveniente. Li indossava, per esempio, l'americana [[Annie “Londonderry” Kopchovsky]],<ref>Nell'Ottocento, la donna veniva vista essenzialmente come un essere debole, languido e malinconico, sostanzialmente inferiore all'uomo: ciò era la conseguenza di convenzioni sociali che intendevano relegare la donna a un ruolo generalmente subordinato, limitato alla sfera dei lavori domestici e alla procreazione. La donna doveva mostrare in ogni occasione autocontrollo, modestia, decoro e morale. Per questo motivo, le prime manifestazioni sportive femminili, che non fossero di sport ritenuti appropriati per una signora come il croquet, il tennis, o l'equitazione, suscitavano riprovazione e sarcasmo. [[Thomas Stevens]] era stato il primo uomo ad aver percorso il giro del mondo con il velocipede (partendo da [[San Francisco]] il 22 aprile [[1884]], dirigendosi verso est, e facendovi ritorno nel [[1887]]) e la sua impresa aveva avuto vasta eco sui giornali di tutto il mondo. Poiché la bicicletta veniva vista come un mezzo essenzialmente maschile, due facoltosi signori di [[Boston]], dileggiando le prime donne che volevano usare la bicicletta, sostennero pubblicamente che mai nessuna donna sarebbe riuscita ad eguagliare l'impresa di Stevens, e che essi erano pronti ad elargire cinquemila dollari alla prima donna che fosse riuscita a dimostrare il contrario. [[Annie “Londonderry” Kopchovsky]], un'Ebrea Lettone di 23 anni immigrata da poco negli [[Stati Uniti]], raccolse la sfida: imparò ad andare in bicicletta e, il 25 luglio [[1894]], abbandonando il marito e i tre figlioletti, partì dal [[Massachusetts]] in sella ad una bicicletta Columbia. Lasciati a casa gonne lunghe e corsetti, portò con sé solo un cambio di biancheria e una pistola. Pedalando arrivò fino a [[Singapore]], dopo aver attraversato gli [[Stati Uniti]] e la [[Francia]], e aver toccato l'[[Egitto]] e lo [[Yemen]]. Dovette superare incredibili difficoltà e sopportare innumerevoli ostracismi, ostacoli e maldicenze («è troppo mascolina per essere una donna», «deve essere sicuramente un eunuco travestito»), e persino la prigione. Ritornò in patria 15 mesi dopo a testa alta, dopo aver compiuto il giro del mondo e aver quindi vinto la scommessa che l'aveva spinta a partire. Ella scrisse delle sue avventure di viaggio per diversi mesi sul [[New York World]] e divenne uno dei simboli della lotta per l'emancipazione femminile.</ref> la prima donna a compiere nel [[1894]] il giro del mondo in bicicletta.<ref>«In Italia, Francia e Germania, come pure in Inghilterra e negli Stati Uniti, si registrarono numerosi e acrimoniosi dibattiti fra coloro che salutavano con entusiasmo la prospettiva della diffusione delle attività sportive fra le donne e coloro che invece temevano che le atlete agissero come elementi di disordine sociale e decadenza morale e fisica nel paese. Pur divenendo l'oggetto di una vera e propria moda e offrendo alle donne nuove possibilità di movimento, uno sport come la bicicletta, per es., non fu immediatamente accolto né ebbe una rapida e indiscussa diffusione come attività competitiva. In Inghilterra già dal 1880, le donne venivano ammesse nell'associazione nazionale di cicloturismo, ma è solo nel 1916 che tale associazione consentì la prima gara di ciclismo femminile». (tratto da: Roberta Sassatelli, '' Lo sport al femminile nella società moderna'', in ''Enciclopedia dello Sport'', Treccani Editore, Roma, 2003).</ref> Ma nella [[Parigi]] di quel tempo vigeva, fin dal [[1799]], il divieto per le donne parigine di “vestire come un uomo”. Nello specifico il veto proveniva da un'ordinanza della Prefettura di [[Parigi]], che concedeva l'uso dei pantaloni alle signore unicamente dopo essere state autorizzate dalla polizia previa esibizione di un certificato medico. A causa di questo divieto, la polizia poteva arrestare qualsiasi donna fosse stata sorpresa con indosso questo capo di abbigliamento. Questa rigida norma aveva subito una prima deroga nel [[1892]], quando era stato eccezionalmente permesso alle donne che avessero voluto andare a cavallo di indossare pantaloni femminili da equitazione. Nel [[1908]] verrà concessa una seconda deroga, permettendo finalmente di indossare i pantaloni anche alle donne in sella ad una bicicletta.<ref>«Lo sviluppo delle attività sportive fra le donne fu del resto in larga misura facilitato dal graduale mutamento della moda, che ne venne a sua volta influenzata, per cui cominciarono a modificarsi le fogge degli abiti femminili. La diffusione della bicicletta a partire dall'ultimo scorcio dell'Ottocento, per es., si configurò sia come un simbolo delle richieste di libertà delle donne sia come un'occasione per legittimare abiti meno formali, meno decorativi e più funzionali al movimento. I nuovi vestiti disegnati per la bicicletta ‒ gonne più corte e gonne pantaloni, l'inserimento di elastici e nastri per accorciare e fissare le gonne, ecc. ‒ concedevano infatti alle donne una nuova libertà fisica e di movimento e delle donne simboleggiavano le rivendicazioni di controllo sul proprio corpo e sui propri movimenti e la loro rivolta contro le restrizioni sociali. Allo stesso tempo, in questa prima fase di sviluppo dello sport femminile, i vestiti che lasciavano più libero il corpo dovevano evitare di suggerire immagini di femminilità sessualmente troppo aggressive e libere: si proposero quindi fogge funzionali e modeste.». (tratto da: Roberta Sassatelli, '' Lo sport al femminile nella società moderna'', in ''Enciclopedia dello Sport'', Treccani Editore, Roma, 2003).</ref> La nuova canzone, dal titolo ''Frou Frou'', composta quando il divieto era ancora in vigore, prendeva bonariamente in giro<ref>L'uso dei primi pantaloni da parte delle donne suscitò ilarità e ironie, come in queste coeve rime italiane: {{citazione| O popol maschile dal sonno ti desta<br/>orribil tempesta s'addensa su te.<br/>La donna con empia sacrilega azione <br/>ci impone il calzone, ci ruba il gilè.<br/>E invece delle ampie gonnelle fluenti<br/>si stringe alle gambe due tubi indecenti.}}.</ref>.le velleità femminili di indossare i pantaloni per praticare gli sport, e venne interpretata per la prima volta dalla cantante Juliette Méaly. Fu un trionfo. La canzone venne anche utilizzata dal regista [[Jean Renoir]] nel suo film del [[1937]] [[La grande illusione]], ambientato sul Fronte francese nel periodo [[1914]] - [[1918]].
[[File:Biblioteca Comunale Chiaravalle.jpg|thumb|left|[[Chiaravalle]], la palazzina Marulli, che ospita la Biblioteca Comunale]]
Si trasferì nuovamente a [[Roma]] per insegnare alla [[Scuola di applicazione]] per ingegneri, sino al 1883, senza riuscire ancora a raggiungere una sicurezza economica.
In questi anni si deve ricordare forse il suo primo lavoro: il [[palazzo Rheinold]], in [[Ancona]], situato all'angolo tra corso Garibaldi e piazza del Teatro e caratterizzato già dallo stile neorinascimentale che poi fu alla base delle sue opere argentine<ref name=Mariano/>. Inoltre, a [[Chiaravalle]], progettò villa Marulli, ora biblioteca comunale.
 
Nel 1883, quando ebbe l'occasione di conoscere l'ambasciatore argentino in Italia, incaricato dal capo del suo governo di trovare un architetto che fosse in grado di dare un nuovo volto monumentale alla capitale argentina, realizzando una serie di edifici pubblici<ref name=Mariano/>. Colta l'occasione, Tamburini arrivò in Argentina nel 1881.
== Testo francese originario del 1889 (di Lucien Delormel, polca) ==
 
===In Argentina===
<poem>Comme c'est subtil
[[File:Casa Rosada, frente.jpg|miniatura|La [[Casa Rosada]] di Buenos Aires]]
Comme c'est gentil
[[File:Casa Rosada (Tamburini, 1884).jpg|miniatura|sinistra|Il progetto per la Casa Rosada]]
D'entrevoir les dessous
[[File:Buenos Aires Teatro Colon 2.jpg|miniatura|Facciata del Teatro Colon a Buenos Aires]]
Qui dont frou-frou-frou.
[[File:Teatro Colón (Francesco Tamburini).jpg|miniatura|sinistra|Il progetto per il Teatro Colon]]
Tous les vieux messieurs
Stabilitosi in Argentina, nel 1883 assunse l'incarico di ispettore generale dell'architettura nazionale e curò la progettazione di una serie di edifici pubblici monumentali a [[Buenos Aires]], nell'ambito dell'architettura del [[Eclettismo (arte)|periodo eclettico]].
Les jeunes gommeux
Tra le sue opere più importanti ci sono la sede centrale della Banca provinciale di [[Córdoba (Argentina)|Córdoba]], l'ampliamento della [[Casa Rosada]], l'Ospedale militare centrale e il progetto del [[Teatro Colón]], uno dei teatri lirici più grandi del mondo, opera poi completata con modifiche dal suo allievo [[Vittorio Meano]] e da [[Julio Dormal]] nel 1908<ref name=Mariano/>.
Allument les dentelles
Des petites demoiselles.
Et voilà pourquoi
Oui-da l'on composa
Frou-frou polka.
</poem>
 
Lavorò al progetto per il Palazzo di giustizia, il quartier generale della polizia federale, il Palazzo dei congressi, oltre ad altri uffici governativi. Progettò inoltre alcuni edifici privati, per Zorilla, Tricogen, Besail, Blauco, Gentili e per sé stesso.<ref>[http://books.google.com/books?id=Zz0bAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false ''Dizionario degli Artisti Italiani Viventi: pittori, scultori, e Architetti.''], di Angelo de Gubernatis. Tipi dei Successori Le Monnier, 1889, page 506.</ref>
== Testo francese del 1897 (di Monréal e Blondeau, valzer) ==
 
La rivoluzione scoppiata a Buenos Aires nel 1890 causò una crisi finanziaria ed una spaventosa [[inflazione]], che fece perdere a Tamburini tutte le ricchezze investite sino ad allora, frutto degli incarichi eseguiti. In queste circostanze scrisse ad un amico (il marchese Colocci di [[Jesi]]): ''E fede ci vuole! Torneranno tempi migliori, si rifarà qualche cosa, e allora... vento alle vele!''
<poem>La femme porte quelques fois
La culotte dans son ménage
Le fait est constaté, je crois
Dans les liens du mariage
Mais quand elle va pédalant
En culotte, comme un zouave
La chose me semble plus grave
Et je me dis en la voyant :
 
Nel 1892 la città di Ascoli dedicò a Francesco Tamburini una serie di commemorazioni e celebrazioni.
''refrain''
Frou-frou, frou-frou
Par son jupon la femme
Frou-frou, frou-frou
De l'homme trouble l'âme
Frou-frou, frou-frou
Certainement la femme
Séduit surtout
Par son gentil frou-frou
 
<gallery widths=160px heights=100px>
La femme ayant l'air d'un garçon
Buenos Aires - Monserrat - Casa Rosada - 20090829.jpg|<small>La facciata principale della Casa Rosada</small>
Ne fut jamais très attrayante
Fachada de la Casa Rosada, vista desde Av. Rivadavia.jpg|<small>La facciata della Casa Rosada su via Rivadavia</small>
C'est le frou-frou de son jupon
Guards of Casa Rosada.jpg|<small>Facciata secondaria della Casa Rosada</small>
Qui la rend surtout excitante
Escuela Mariano Acosta 03.JPG|<small>Scuola di Insegnamento Superiore di Lingue vive "Mariano Acosta" a Buenos Aires</small>
Lorsque l'homme entend ce frou-frou
Colon-interior-escenario-TM.jpg|<small>Interno del [[Teatro Colón|Teatro Colon]] a Buenos Aires</small>
C'est étonnant tout ce qu'il ose
Panorámica interior del Teatro Colón (cropped).jpg|<small>Interno e soffitto del teatro Colon, a Buenos Aires</small>
Soudain il voit la vie en rose
529 banco de la provincia de cordoba.JPG|<small>Banco di Cordoba, a Còrdoba</small>
Il s'électrise, il devient fou
Cba1.jpg|<small>Banco di Cordoba, a Cordoba</small>
Banco de Córdoba hall central Casa Matriz.jpg|<small>L'atrio centrale del Banco di Còrdoba.</small>
Cordoba-teatrolibertador.JPG|<small>Teatro Rivera Indarte (oggi Teatro del Libertador General San Martín), a Còrdoba.</small>
Teatro Libertador, Córdoba (interior).jpg|<small>Teatro Rivera Indarte a Còrdoba.</small>
Hospital de Clínicas Córdoba (Argentina) 1910.jpg|<small>Ospedale delle Cliniche, a Còrdoba.</small>
</gallery>
 
== Note ==
''refrain''
<references/>
En culotte, me direz-vous
On est bien mieux à bicyclette
Mais moi je dis que sans frou-frous
Une femme n'est pas complète
Lorsqu'on la voit se retrousser
Son cotillon vous ensorcelle
Son frou-frou, c'est comme un bruit d'aile
Qui passe et vient vous caresser
''refrain''
</poem>
 
==Bibliografia==
== Testo in italiano ==
*Francisco Tamburini, Irma Arestizábal, ''La obra de Francesco Tamburini en Argentina'', edito dal Museo de la Casa Rosada, 1997
 
*Fabio Mariano, ''L'età dell'eclettismo: arte e architettura nelle Marche fra Ottocento e Novecento'', Nerbini, 2004 (capitolo ''Francesco Tamburini'') - ISBN 9788888625201
<poem>Sovente nell'intimità<ref>La canzone venne tradotta in tutto il mondo. In Italia, uno dei più famosi interpreti di questa canzone fu [[Paolo Poli]].</ref>
*L. Patetta, ''Architetti italiani in Argentina, Uruguay ed Alessandria d'Egitto'', in Mozzoni e Santini, ''Architettura dell'Eclettismo - la dimensione mondiale'', ediz. Liguori
La donna si mette i calzoni
*Emanuela De Menna, Gastone Ave, ''Architettura e urbanistica di origine italiana in Argentina: Tutela e valorizzazione di uno straordinario patrimonio culturale'', Gangemi Editore - ISBN 9788849270310
Dai tempi d'Adamo, si sa,
Funzionan così i matrimoni.
Ma se in velocipede va
Sfoggiando la moda alla zuava,
Le dico: “Sarai molto brava,
Ma l'abito no, non mi va".
 
''ritornello''
Fru fru, fru fru
Col suo frusciar la gonna,
Fru fru, fru fru
Da' fascino alla donna.
Fru fru, fru fru
Ci fa sognar la gonna
Ancor di più
Col suo gentil fru fru
 
La donna che sembra un garzon
Rinuncia a un'antica poesia
In lei l'uomo cerca illusion,
Dei veli l'arcana magìa.
Che importa se coi pantalon
Più svelta sarai in bicicletta?
La donna soltanto è perfetta
Se ha un abito che fa fru fru.
''ritornello''
</poem>
 
== Testo in spagnolo ==
 
<poem>Las niñas en la actualidad<ref>Una delle più famose interpreti di questa canzone nella versione in lingua spagnola fu [[Libertad Lamarque]].</ref>
Se visten con rara elegancia
Y copian la excentricidad
de modas que importan los barcos de Francia
Ya no hay en las modas el chic
Que usaban las niñas de antaño
Y un corte de trajes extraños
nos llega del viejo París
 
Señor señor qué horror
Las cosas que hay que ver
Se ve que el pantalón lo lleva la mujer
Bañistas sin rubor, ciclistas sin faldón
A dónde va la moda con tanta innovación
''estribillo''
Fru fru, fru fru canción de pluma y seda
Fru fru, fru fru te llevas la virtud
Y en su rumor el hombre se nos queda
conla inquietud de nuestro fru fru fru.
 
Las ropas que impone el sport
Ocultan las gracias del alma
Con ellas se ahuyenta el amor
Y el sueño del hombre se alarga
Por eso es que suelen rezar
Las buenas abuelas que han sido
Y al vernos pasar se santiguan
Diciendo: "El mundo va mal...".
''estribillo''
</poem>
 
==Note==
<references/>
 
==Altri Bibliografia progetti==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* Chantal Brunschwig, [[Louis-Jean Calvet]] et Jean-Claude Klein, ''Cent ans de chanson française 1880 - 1980'', Seuil, Paris, 1981.
* {{Collegamenti esterni}}
* Peter Zheutlin, ''Il giro del mondo in bicicletta - La straordinaria avventura di una donna alla conquista della libertà '', Elliot Editore, Roma, 2011, ISBN 9788861922044
* Roberta Sassatelli, '' Lo sport al femminile nella società moderna'', in ''Enciclopedia dello Sport'', Treccani Editore, Roma, 2003.
 
{{Controllo di autorità}}
[[Categoria:Canzoni popolari francesi]]
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