Genocidio armeno e Discussione:Richard Hale: differenze tra le pagine

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L'espressione '''Genocidio armeno''' - talvolta '''Olocausto degli Armeni''' o '''Massacro degli Armeni''' (in [[lingua armena]] Հայոց Ցեղասպանութիւն - ''Medz Yeghern'' - "Grande Male", in [[lingua turca|turco]] ''Ermeni Soykırımı''),) - si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli [[armeni]] condotta dal [[sultano]] [[impero ottomano|ottomano]] [[Abdul-Hamid II]] negli anni [[1894]]-[[1896]]; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni compiuta dal governo dei [[Giovani Turchi]] negli anni [[1915]]-[[1916]]. Il termine ''genocidio'' è associato soprattutto al secondo episodio, che viene commemorato dagli Armeni il 24 aprile.
 
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==Primo massacro armeno==
{{Vedi anche|Massacri hamidiani}}
Nel [[1890]] nell'[[Impero Ottomano]] si contavano circa 2 milioni di armeni, in maggioranza cristiani-ortodossi. Gli armeni erano sostenuti dalla [[Russia]] nella loro lotta per l'indipendenza, poiché la Russia aspirava ad indebolire l'Impero ottomano per annetterne dei territori ed eventualmente appropriarsi di [[Costantinopoli]]. Per reprimere il movimento autonomista armeno, il Governo ottomano incoraggiò fra i [[Curdi]], con i quali condivideva il territorio nell'[[Armenia]] storica, sentimenti di odio anti-armeno.
 
L'oppressione che dovettero subire dai Curdi e l'aumento delle tasse imposto dal governo turco esasperò gli Armeni fino alla rivolta, alla quale l'esercito ottomano, affiancato da milizie irregolari curde, rispose assassinando migliaia di armeni e bruciandone i villaggi ([[1894]]). Due anni dopo, probabilmente per ottenere visibilità internazionale, alcuni rivoluzionari armeni occuparono la banca ottomana a [[Istanbul]].
 
La reazione fu un ''[[pogrom]]'' anti-armeno da parte di [[Turchia|turchi]] [[islam]]ici in cui persero la vita 50.000 armeni. Il grado di coinvolgimento del governo ottomano nel pogrom è oggetto di discussione.
 
==Secondo massacro armeno==
[[Immagine:Armenianmassacres.jpg|thumb|300px|Fossa comune di armeni durante il genocidio del 1915]]
Nel periodo precedente la [[prima guerra mondiale]] all'impero ottomano era succeduto il governo dei «[[Giovani Turchi]]». Costoro temevano che gli armeni potessero allearsi coi [[Russia|russi]], di cui erano nemici. Nel [[1915]] alcuni battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che in precedenza avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano<ref>Che sorgerà ufficialmente nel 1923 dopo la lotta anti-imperialista di liberazione nazionale e la vittoria di [[Mustafa Kemal Atatürk]]. </ref>. Nella notte tra il 23 e il [[24 aprile]] [[1915]] vennero eseguiti i primi arresti tra l'Elite armena di [[Costantinopoli]]. L'operazione proseguì l'indomani e nei giorni seguenti. In un mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'[[Anatolia]] e massacrati per strada.<br/> Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle ''marce della morte'', che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono di fame, malattia o sfinimento. Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegener sono la testimonianza di quei fatti.
 
===Riconoscimento di [[genocidio]]===
La maggior parte degli storici tende a considerare le motivazioni addotte dai ''Giovani Turchi'' come propaganda, e a sottolinearne il progetto politico mirante alla creazione in Anatolia di uno Stato turco etnicamente omogeneo. Altri studiosi, sostenendo l'inesistenza di un progetto di [[genocidio]], richiamano l'attenzione sul fatto che non tutti i numerosi armeni d'[[Istanbul]] furono coinvolti nel massacro e che non fu approntato un piano sistematico di eliminazione paragonabile a quello messo in pratica dai [[nazisti]] contro gli [[ebrei]] durante la [[Seconda guerra mondiale]] <ref>Questa la tesi sostenuta, tra gli altri, da [[Guenter Lewy]] A questo proposito lo studioso armeno [[Boghos Levon Zekiyan]] spiega che la persecuzione degli armeni di [[Istanbul]] fu solo il punto di partenza delle milizie turche, destinato a colpire esclusivamente gli intellettuali, le menti pensanti: l'obiettivo della [[deportazione]] riguardava non tanto gli Armeni in quanto componente etnica, ma piuttosto gli Armeni come componente territoriale dell'[[Anatolia]], nel quadro del progetto detto della [[Grande Turchia]] (o del [[panturchismo]]). [[Boghos Levon Zekiyan]] sottolinea che "gli armeni residenti nella capitale erano estranei alla legge di deportazione, ovviamente per un riguardo alle missioni diplomatiche straniere" mentre in [[Anatolia]] "un'operazione così ampia era facilitata nell'esecuzione dallo stato di [[guerra]] in cui si trovava impegnata tutta l'[[Europa]]" ('L'Armenia e gli armeni', Ed. Guerini, 2000, pp. 53-54).
</ref>.
 
[[Immagine:Armeniangenocide Aleppo1915.jpg|thumb|300px|Armeni impiccati ad [[Aleppo]] nel [[1915]]]]
Il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni ed è questa una delle cause di tensione tra [[Unione Europea]] e Turchia. Una recente legge francese punisce con il [[carcere]] la negazione del genocidio armeno. Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l'arresto e la reclusione fino a tre anni il nominare in pubblico l'esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico. In tale denuncia, comunque ritirata, è incappato lo scrittore turco [[Orhan Pamuk]], a seguito di un'intervista ad un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno. Il governo turco attuale sta favorendo l'apertura al riconoscimento di questa pagina di storia, ma i socialdemocratici del Partito Repubblicano e i nazionalisti si oppongono tenacemente.
Va ricordato che l'apparente coerenza di tesi da parte della storiografia turca contro l'esistenza del genocidio è dovuta in buona parte al clima di repressione che si respira nel paese. Ad esempio, lo storico turco [[Taner Akçam]], il primo a parlare apertamente di [[genocidio]], viene arrestato nel [[1976]] e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riesce a fuggire e a rifugiarsi in [[Germania]]; oggi insegna negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] alla [[University of Minnesota]].
 
==Numero dei morti==
Il numero di morti esatto è controverso. Le fonti turche tendono a minimizzare la cifra, le armene a gonfiarla.
 
Nel [[1896]] il governo ottomano registrava in 1.440.000 gli Armeni residenti in Anatolia. Secondo il Patriarcato armeno di Costantinopoli, nel [[1914]] gli Armeni anatolici andavano da un minimo di 1.845.000 ad un massimo di 2.100.000. Le stime variano da un minimo di 950.000 secondo le fonti scritte turche fino a 3.500.000 secondo le ipotesi degli Armeni.
 
Lo storico Arnold J. Toynbee, che fu ufficiale in [[Anatolia]] nella prima guerra mondiale, stima in 1.800.000 il numero complessivo degli Armeni di quel paese. L'[[Enciclopedia Britannica]] indica come probabile il numero di 1.750.000.
 
Il numero degli armeni morti nel secondo massacro è ancora più controverso. Fonti turche stimano il numero dei morti in 200.000, mentre quelle armene arrivano a 2.500.000. [[Mehmed Talat|Talat Pasha]], [[Gran Visir]] nel [[1917]]-[[1918]] e importante [[Giovani Turchi|Giovane Turco]], stima la cifra in 300.000 morti.
 
Toynbee ritiene che i morti furono 600.000, come pure McCarthy. Gli storici stimano che la cifra vari fra i 500.000 e 2.000.000 di morti, ma il totale di 1.200.000/1.300.000 è quello più diffuso e comunemente accettato.
 
==Negazionismo del genocidio armeno<ref>''[http://www.comunitaarmena.it/comunicati/turchia%207000%20anni%20di%20storia.html Lettera del Consiglio per la Comunità armena di Roma al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano]', lettera aperta della comunità armena di Roma sul tema del negazionismo, 31 gennatio 2007</ref>==
{{P|Il contenuto potrebbe essere parziale e/o non sufficientemente approfondito per l'utilizzo, come fonte, di dichiarazioni o comunicati di associazioni e comunità armene. Lo stesso contenuto potrebbe non descrivere correttamente la posizione della storiografia turca o del governo turco.|storia|marzo 2009}}
 
Il negazionismo del genocidio armeno indica un atteggiamento storico-politico che, utilizzando a fini ideologici-politici modalità di negazione di fenomeni storici accertati, nega contro ogni evidenza il fatto storico del genocidio del popolo armeno.
 
L'espressione ''genocidio armeno'' - talvolta ''olocausto degli armeni'' o ''massacro degli armeni'' - si riferisce a due eventi distinti ma legati fra loro: il primo è relativo alla campagna contro gli [[armeni]] condotta dal [[sultano]] [[impero ottomano|ottomano]] [[Abdul-Hamid II]] negli anni [[1894]]-[[1896]]; il secondo è collegato alla deportazione ed eliminazione di armeni compiuta dal governo dei [[Giovani Turchi]] negli anni [[1915]]-[[1916]]. Il termine ''genocidio'' è associato soprattutto al secondo episodio, che viene commemorato dagli armeni il 24 aprile.
 
Il fatto è ritenuto storicamente accertato. Interessi ideologici-politici-storici tendono a renderne difficile l'ammissione da parte di quanti in qualche modo si sentano vicini agli autori dell'olocausto degli armeni, o abbiano difficoltà culturali-storiche ad accettarlo, o per interessi geo-politici considerano dannoso ammetterlo.<ref>Marco Tosatti, ''[http://www.quaderniradicali.com/index.php?option=com_content&view=article&id=68:il-genocidio-armeno-e-il-negazionismo&catid=9:forum&Itemid=47 Il genocidio armeno e il negazionismo]'', Quaderni Radicali, 17 luglio 2008</ref>
 
Il [[negazionismo]] è un atteggiamento storico culturale, che fa uso di una serie di strumenti dialettici per negare l'evidenza dei fatti.
Le motivazioni per assumere un atteggiamento negazionista possono essere disparate, tuttavia nel caso del genocidio Armeno gli interessi politici concreti prevalgono su quelli culturali, avendosi una utilizzazione del metodo negazionista in funzione di non fare concessioni politiche, necessarie in caso di ammissione del fatto.
 
In realtà furono utilizzati vari espedienti per mantenere il silenzio, dalla minimizzazione del numero degli uccisi, dalle presentazione delle circostanze come necessità di difesa, dalla scissione dei massacri in singole azioni di dimensione inferiore al complesso.<ref>''[http://www.presseportal.ch/fr/pm/100001660/100463370/gesellschaft_schweiz_armenien?pre=1 Gli allievi turchi al servizio del negazionismo di stato]'', comunicato dell'Associazione Svizzera-Armenia, in Presseportal.ch, 25 maggio 2003</ref>
 
Il governo turco continua ancora oggi a rifiutare di riconoscere il genocidio ai danni degli armeni ed è questa una delle cause di tensione tra [[Unione Europea]] e Turchia. Una recente legge francese punisce con il [[carcere]] la negazione del genocidio armeno. Per converso, già da tempo la magistratura turca punisce con l'arresto e la reclusione fino a tre anni il nominare in pubblico l'esistenza del genocidio degli armeni in quanto gesto anti-patriottico. In tale denuncia, comunque ritirata, è incappato lo scrittore turco [[Orhan Pamuk]], a seguito di un'intervista ad un giornale svizzero in cui accennava al fenomeno. Il governo turco attuale sta favorendo l'apertura al riconoscimento di questa pagina di storia, ma i socialdemocratici del Partito Repubblicano e i nazionalisti si oppongono tenacemente.
 
Va ricordato che l'apparente coerenza di tesi da parte della storiografia turca contro l'esistenza del genocidio è dovuta in buona parte al clima di repressione che si respira nel paese. Ad esempio, lo storico turco [[Taner Akçam]], il primo a parlare apertamente di [[genocidio]], viene arrestato nel [[1976]] e condannato a dieci anni di reclusione per i suoi scritti; l'anno successivo riesce a fuggire e a rifugiarsi in [[Germania]]; oggi insegna negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] alla [[University of Minnesota]].
 
===Le tensioni tra Unione Europea e Turchia===
In vista dell'ingresso della Turchia nell'Unione Europea il negazionismo del governo turco ha creato difficoltà al negoziato.
La Turchia continua tuttora a negare il genocidio ai danni degli armeni.<br>
La Francia considera invece reato negarlo, ed è il paese che generalmente si pone come erede della tradizione Occidentale in Medio Oriente.<br>
Il Parlamento Italiano si occupò del problema nel 1998 con una mozione presentata da [[Giancarlo Pagliarini]] per il riconoscimento dell'Olocausto armeno, firmata da 165 parlamentari di diversi partiti. Il 17 novembre del 2000 la camera dei deputati italiana, sulla scia del Parlamento Europeo e dello Stato Vaticano, ha votato una risoluzione che riconosce il genocidio armeno e invita la Turchia a fare i conti con la propria storia.
 
==Filmografia==
*''Ravished Armenia'', di Oscar Apfel (1919)
*''[[Mayrig]]'', di [[Henri Verneuil]] (1991)
*''[[Quella strada chiamata paradiso]]'', di [[Henri Verneuil]] (1992), seguito del precedente
*''[[Ararat (film)|Ararat]]'', di [[Atom Egoyan]] (2002)
*''[[Screamers (documentario)|Screamers]]'' di Carla Garapedian (2006), documentario
*''[[Hushér (documentario)|Memories]]'' di Avedis Ohanian (2006), documentario
*''[[La masseria delle allodole (film)|La masseria delle allodole]]'', di [[Paolo e Vittorio Taviani]] (2007), basato sul [[La masseria delle allodole|romanzo omonimo]] di [[Antonia Arslan]]
*''[[Storie senza storia]]'', di [[Paolo Facco e Federico Rorato]], (2008), documentario
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Antonia Arslan, ''[[La masseria delle allodole]]'', ed. BUR, 2007, ISBN 8817016330
*Guenter Lewy, ''Il massacro degli armeni'', Einaudi, 2006, ISBN 8806178415
*Taner Akçam, ''Nazionalismo turco e genocidio armeno. Dall'Impero ottomano alla Repubblica'', ed. Guerini e Associati, 2005, ISBN 8883357191
*Marco Impagliazzo, ''Una finestra sul massacro. Documenti inediti sulla strage degli armeni (1915-1916)'', ed. Guerini e Associati, 2000, ISBN 8883351339
*Marcello Flores, ''Il genocidio degli armeni'', ed. Il Mulino, 2007 ISBN 8815118535
*Alice Tachdjian Polgrossi, ''Pietre sul cuore. Diario di Varvar, una bambina scampata al genocidio degli armeni'', ed. Sperling & Kupfer, 2006, ISBN 8882749754
*E. Miller Donald e Lorna Touryan Miller, ''Survivors. Il genocidio degli armeni raccontato da chi allora era bambino'', ed. Guerini e Associati, 2007, ISBN 8883358783
*Diego Cimara, ''Il genocidio turco degli armeni'', ed. Editing (Treviso), 2006, ISBN 8860940273
*Alberto Rosselli, ''L' olocausto armeno'', ed. Solfanelli, 2007, ISBN 8889756179
*N. Dadrian Vahakn, ''Storia del genocidio armeno. Conflitti nazionali dai Balcani al Caucaso'', ed. Guerini e Associati, 2003, ISBN 8883354621
*Franz Werfel, ''I quaranta giorni del Mussa Dagh'', ed. Corbaccio, 2003
*Marco Impagliazzo, ''Una finestra sul massacro. Documenti inediti sulla strage degli armeni (1915-1916)'', ed. Guerini e Associati, 2000, ISBN 8883351339
*{{tr}} ''1915: Yüzle&#351;me -- Gerçe&#287;i Unutan Y&#305;l'' (1915: Confronto - l'anno che dimenticò la verità), Maggio 2004, [http://www.kesfetmekicinbak.com Atlas Dergisi], &#304;stanbul.
*[[Paolo Cossi]] "Medz Yeghern, Il Grande Male".
 
==Voci correlate==
*[[Armeni]]
*[[Genocidio assiro]]
*[[Genocidio greco]]
*[[Giacomo Gorrini]]
*[[Negazionismo]]
*[[Negazionismo dell'Olocausto]]
*[[Negazionismo del genocidio armeno]]
*[[Negazionismo del genocidio assiro]]
*[[Negazionismo del genocidio greco]]
*[[Massacri hamidiani]]
*[[System of a Down]] (gruppo Metal americano che ricorda il genocidio dei loro connazionali)
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Armenian Genocide}}
 
==Collegamenti esterni==
*[http://www.armenica.org/multimedia Video minuto 60 della conferenza dal prof. Dadrian a Armenica.org]
*[http://www.armenian-genocide.org/ Armenian National Institute]
*[http://www.gariwo.net/genocidi/metz.php Genocidio Armeno su Comitato Foresta dei Giusti - Gariwo]
 
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