Omicidio di Marta Russo e La luna arrabbiata: differenze tra le pagine

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{{film
[[File:Stele marta russo.jpg|thumb|Targa in ricordo di Marta Russo all'Università La Sapienza di Roma]]
|titolo italiano= La luna arrabbiata
|immagine= <!--Inserire il nome del file immagine nella forma nomeimmagine.formato (es. Immagine.jpg)-->
|didascalia=
|titolo originale= The Raging Moon
|lingua originale= [[Lingua inglese|inglese]]
|paese= [[Regno Unito]]
|titolo alfabetico = Luna arrabbiata, La
|anno uscita= [[1971]]
|durata= 111 [[minuto|min]]
|aspect ratio= <!-- formato dell'inquadratura espresso come rapporto-->
|genere = Drammatico
|genere 2 = Romantico
|regista= [[Bryan Forbes]]
|soggetto= [[Peter Marshall (scrittore 1939)|Peter Marshall]] - romanzo
|sceneggiatore=
|produttore= [[Bruce Cohn Curtis]]
|produttore esecutivo=
|casa produzione=
|casa distribuzione italiana=
|attori=
*[[Malcolm McDowell]] : Bruce Pritchard
*[[Nanette Newman]] : Jill Matthews
*[[Georgia Brown (attrice)|Georgia Brown]] : Sarah Charles
*[[Bernard Lee]] : Zio Bob
*[[Gerald Sim]] : Rev. Carbett
*[[Michael Flanders]] : Clarence Marlow
*[[Margery Mason]] : Matron
*[[Barry Jackson]] : Bill Charles
|doppiatori italiani=
<!--stessa struttura usata per gli attori. Cancellare questa riga se NON ci sono doppiatori in lingua italiana (es. film italiano)-->
|fotografo= [[Tony Imi]]
|montatore= [[Timothy Gee]]
|effetti speciali=
|musicista= [[Stanley Myers]]
|scenografo=
|costumista=
|truccatore= [[Laurel Staffell]]
|sfondo=
}}
'''''La luna arrabbiata''''' (''The Raging Moon'') è un [[film]] del [[1970]] diretto da [[Bryan Forbes]].
 
Il [[soggetto (cinema)|soggetto]] della pellicola, ambientata in [[Gran Bretagna]], è tratto dal romanzo di [[Peter Marshall (scrittore 1939)|Peter Marshall]].
L'omicidio di '''Marta Russo''' ([[Roma]], [[13 aprile]] [[1975]] – Roma, [[14 maggio]] [[1997]]<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martarusso/cronologia/cronologia.html ''Marta Russo, due processi per il delitto della Sapienza'']</ref>), noto anche come '''delitto della Sapienza'''<ref>[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/ ''Il delitto della Sapienza - Il caso Marta Russo''], dal sito Misteri Italiani</ref>, avvenne all'interno della Città universitaria della [[Sapienza Università di Roma|Sapienza di Roma]] il 9 maggio [[1997]], quando la ragazza, studentessa ventiduenne di [[giurisprudenza]], fu ferita in maniera gravissima da un colpo di pistola, morendo cinque giorni dopo in ospedale.
 
== Trama ==
L'omicidio fu al centro di un complesso caso<ref name=caso>[http://www.dirittodicritica.com/2012/05/09/marta-russo-giovanni-scattone-37953/ Emilio Fabio Torsello, ''Le ombre del caso Marta Russo'']</ref>, oggetto di [[processo mediatico|grande copertura mediatica]] alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]], sia per il luogo in cui era stato perpetrato, sia per la difficoltà delle prime indagini, che non riuscirono a delineare un movente, vertendo ad esempio tra ipotesi non confermate come lo scambio di persona, il "delitto perfetto" o il [[terrorismo]], e infine lo sparo accidentale; è ricordato anche per l'intervento di personalità politiche, specie a causa dell'atteggiamento dei due [[pubblico ministero|pubblici ministeri]], ritenuto da molti eccessivamente [[inquisizione|inquisitorio]]<ref>[http://web.archive.org/web/20151206010309/http://archiviostorico.corriere.it/1999/aprile/28/stato_processo_polizia_usati_metodi_co_10_9904281843.shtml ''«È stato un processo di polizia, usati metodi da Inquisizione»'']</ref><ref>Marco Catino, ''Sociologia di un delitto'', [https://books.google.it/books?id=hOQDAQAAIAAJ&q=inquisitorio+marta+russo&dq=inquisitorio+marta+russo&hl=it&sa=X&ei=LgyMVfyUM4W6ygPgg6aABw&ved=0CCUQ6AEwAQ], Sossella, 2001</ref><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/processo%20ai%20pm.htm ''Video-shock: chiesto il processo per i pm'']</ref><ref>[[Davide Giacalone]], ''L'Italia come bugia'', Rubbettino, 2003, pag. 218</ref><ref name=grandi>Andrea Accorsi, Massimo Centini, ''I grandi delitti italiani risolti o irrisolti'', «Marta Russo»</ref> e che diede anche luogo a un breve procedimento per [[abuso d'ufficio]] e [[violenza privata]].<ref name=magi/>
Bruce Pritchard, ex giocatore di calcio, paralizzato, è ricoverato in un istituto per paraplegici dove s'innamora di Jill, sua compagna di sventura. Vorrebbero sposarsi, ma lei muore.
 
Nel [[2003]] fu condannato in via definitiva per il delitto, principalmente sulla base di una controversa testimonianza<ref name=imposimato>Ferdinando Imposimato, ''L'errore giudiziario'', pagg. 159-163</ref><ref name=lipari>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1997_07.pdf/03INT01A.pdf&query=Umberto%20de%20Giovannangeli ''Anche la Lipari vide Ferraro nell'aula VI. L'assistente: «Allora mi suicido...»''], l'Unità, pag. 13, 3 luglio 1997</ref>, un assistente universitario di [[filosofia del diritto]], [[Giovanni Scattone]], per [[omicidio colposo (ordinamento penale italiano)|omicidio colposo]] aggravato; un suo collega, [[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]], fu condannato limitatamente al reato di [[favoreggiamento personale]]; entrambi si sono sempre professati innocenti. Nella prima sentenza si specifica che Scattone avrebbe esploso un colpo per errore, maneggiando una pistola per motivi ignoti, forse per provare l'arma sparando contro un muro<ref>[https://web.archive.org/web/20020403001337/http://geocities.com/SoHo/Nook/6976/dossier/Marta-Russo.htm Dossier Marta Russo]</ref> o senza sapere che fosse carica<ref>Questa ipotesi venne invece criticata dalla sentenza d'appello</ref>, e Ferraro lo avrebbe coperto, tacendo e portando via l'arma.<ref name=prima>[http://web.archive.org/web/20151110233148/http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/14/Scattone_non_sapeva_che_pistola_co_0_9909147654.shtml ''"Scattone non sapeva che la pistola con cui sparò era carica"'']</ref> Il delitto fu definito colposo anche perché Scattone non avrebbe potuto, dalla posizione in cui si sarebbe trovato, esplodere un colpo mirato<ref name=foglio/><ref name=comitato2/>, né avrebbe compiuto un'azione dolosa in presenza di tanti testimoni.<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/punti/punti.html ''Processo Marta Russo. 969 pagine della Corte'']</ref> Il terzo indagato, l'usciere e laureando Francesco Liparota, venne assolto dall'accusa di favoreggiamento dalla [[Corte suprema di cassazione|Cassazione]], tramite [[annullamento senza rinvio]]. Altri indagati furono assolti in primo grado.
 
Il caso di Marta Russo ha finito negli anni per diventare uno dei misteri della cronaca nera italiana.<ref name=caso/><ref name=armati>Cristiano Armati, Yari Servetella, ''Roma criminale. Il lato oscuro della città eterna'', Newton Compton, 2008</ref>
 
== Il delitto ==
La mattina del 9 maggio [[1997]], alle ore 11:42 circa, Marta Russo, studentessa di giurisprudenza ed ex campionessa regionale di [[scherma]]<ref name=stud/>, fu raggiunta alla testa da un [[proiettile]] [[.22 Long Rifle|calibro .22]], a punta cava, non camiciato e composto da solo piombo<ref name=imposimato/>, mentre, insieme all'amica Jolanda Ricci, percorreva un vialetto all'interno della Città Universitaria, tra le facoltà di Scienze Statistiche, Scienze Politiche e Giurisprudenza. Il proiettile penetrò alla nuca, dietro l'orecchio sinistro, spezzandosi in undici frammenti che causarono danni irreversibili. I testimoni parlarono di un colpo attutito, come sparato da un'arma col silenziatore, identificata in una [[carabina]] o una [[pistola]] (come verrà detto nel processo). La ragazza fu trasportata al vicino [[Policlinico Umberto I]], dove arrivò in coma; il 13 maggio i medici constatarono la [[morte cerebrale]]<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=MRRAppuntiSullaMorteDiMartaRusso ''Appunti sulla morte di Marta Russo'', Corriere della sera]</ref> e il 14 maggio venne staccata la spina ai macchinari che la tenevano in vita. I genitori e la sorella decisero di donarne gli organi, seguendo un desiderio espresso anni prima da Marta. Ai funerali presso l'ateneo parteciparono [[Romano Prodi]], [[Walter Veltroni]], [[Luciano Violante]] e [[Luigi Berlinguer]].<ref name=cron/> [[Papa Giovanni Paolo II]] inviò un messaggio.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/01/30/una-nuova-tomba-per-marta-russo.html ''Una nuova tomba per Marta Russo'']</ref> Marta Russo è sepolta nel [[Cimitero del Verano]] di [[Roma]].
 
=== Commemorazioni di Marta Russo ===
A Marta Russo venne concessa la laurea alla memoria alla presenza del Presidente della Repubblica [[Oscar Luigi Scalfaro]]<ref>[http://web.archive.org/web/20151130230138/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/03/Per_Marta_Russo_laurea_memoria_co_10_9706031519.shtml ''Per Marta Russo laurea in memoria lunedi' con Scalfaro'']</ref>, inoltre fu apposta una targa commemorativa e intitolate alcune aule dell'ateneo.
 
Il 26 maggio [[2001]] la seconda edizione del torneo di scherma «Trofeo Marta Russo» è diventato internazionale. Dal [[2004]] ha cambiato denominazione in «Una stella per Marta».
 
Nel [[2001]] fu dedicato a Marta Russo un parco nel quartiere [[Labaro]] in Roma, adiacente a via Gemona del Friuli.<ref>[[Corriere della Sera]] articolo del 29 dicembre 2001 [http://web.archive.org/web/20151213100317/http://archiviostorico.corriere.it/2001/dicembre/29/parco_per_Marta_Russo_una_co_10_01122910101.shtml]</ref>
 
Dal 14 maggio [[2003]] si svolge il premio «Marta Russo. La Donazione degli organi: gesto d'amore a favore della vita», rivolto agli studenti degli istituti di scuola media superiore di Roma e provincia, promosso dall'Associazione Marta Russo e dalla Provincia di Roma.
 
Il 5 maggio [[2010]] l'Istituto Comprensivo ''Via Italo Torsiello'' di Roma, frazione di [[Trigoria]], fu intitolato a Marta Russo con una [[cerimonia]] alla quale parteciparono i genitori della ragazza.
 
== Le indagini ==
A causa della complessità della scena del [[delitto]], per ricostruire la dinamica degli eventi si dovette ricreare virtualmente il [[cortile]] dell'[[università]] con una [[videocamera]] [[laser]] tridimensionale unica in [[Italia]], in possesso della Facoltà di Architettura dell'[[Università degli studi di Ferrara]] e in uso ai tecnici del [[NubLab]]<ref>''Laboratorio di modellazione e rilievo in tre dimensioni''.</ref> / [[DIAPREM]]<ref>''Development of Integrated Automatic Procedure for Restoration of Monuments''.</ref>. Gli scanner 3D, utilizzati abitualmente per rilevare l'architettura storica in funzione del restauro, permisero in questo caso di realizzare un modello preciso come base per le perizie<ref>[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] [http://www.repubblica.it/speciale/universita/architettura/curiosita.html ''Effetti speciali in aula targati Hollywood'']</ref>. La ricostruzione balistica seguente è stata criticata da alcuni esperti di armi, come l'ex magistrato Edoardo Mori; egli afferma, riprendendo critiche già effettuate, che le perizie non potevano sostenere con certezza che il colpo partì da una precisa stanza, scrivendo anche che fu a causa degli errori forensi che si focalizzò l'attenzione sul luogo sbagliato come punto di partenza del colpo. A seconda della posizione della testa della vittima, si potevano infatti ricostruire diverse traiettorie.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/10/cecchino-spara-all-universita.html?rss ''Cecchino spara all'Università'']</ref> Per i periti il colpo poteva essere partito solo dall'istituto di Filosofia del diritto o dal bagno disabili di Statistica; una minoranza, basandosi sull'impressione di un testimone, suggerí la sede di Fisiologia.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/29/un-laser-per-la-verita-su-marta.html ''Un laser per la verità su Marta'']</ref><ref name=mori/><ref name=piste/>
 
=== Le piste iniziali ===
La particolarità del luogo del delitto, la coincidenza con gli anniversari delle morti di [[Aldo Moro]] (9 maggio [[1978]]) e di [[Giorgiana Masi]]<ref>[http://web.archive.org/web/20151109012457/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/10/Agguato_all_universita_ragazza_coma_co_0_9705105067.shtml''Agguato all'università, studentessa in coma'']</ref> (studentessa vittima di proiettile vagante durante una manifestazione a Roma, il 12 maggio [[1977]]) e di altre personalità legate alla politica degli anni '70<ref>[[Peppino Impastato]] (sempre 9 maggio 1978) e [[Ulrike Meinhof]] (9 maggio [[1976]])</ref>, contemporaneamente alla clamorosa vittoria della [[destra (politica)|destra]] nelle elezioni delle rappresentanze studentesche tenute nei giorni precedenti all'omicidio<ref>[http://web.archive.org/web/20151130122922/http://archiviostorico.corriere.it/1997/aprile/23/Sapienza_schede_sospette_co_10_970423293.shtml''Sapienza, schede sospette'']</ref>, resero plausibile la tesi dell'agguato terroristico-politico, ipotesi abbandonata perché né Marta Russo né Jolanda Ricci appartenevano a movimenti, se si escludeva la teoria dello scambio di persona per un certo periodo tenuta in considerazione.<ref name=stud>[http://web.archive.org/web/20151109012710/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/10/Killer_all_universita_studentessa_coma_co_0_9705104844.shtml ''Killer all'università, studentessa in coma'']</ref>
 
C'erano state comunque minacce ventilate di [[terrorismo]], dal [[terrorismo rosso|rosso]] (risultato poi presente in alcuni ambienti della Sapienza) e [[terrorismo nero|nero]] al [[indipendentismo|separatismo]]<ref>Cfr. i cosiddetti ''[[Serenissimi]]'', lo stesso giorno a Venezia.</ref> fino al [[terrorismo islamista]], che aveva nel mirino Roma e il [[Giubileo del 2000]].<ref name=zero/><ref name=ndran/>
 
L'ipotesi di una nuova [[strategia della tensione in Italia|strategia della tensione]] fu ventilata da alcuni a ridosso dell'omicidio, parlando di un atto senza movente nello stile tipico dei terroristi di [[estrema destra]] nel periodo [[1969]]-[[1984]], ma anche questa pista fu presto abbandonata.<ref name="silen"/> Tale pista, facendo riferimento ad allarmi e segnalazioni che gli sarebbero pervenuti, fu sostenuta dal rettore dell'università, [[Giorgio Tecce]].<ref name=comitato2/>
 
Le brevi indagini iniziali furono ad ampio spettro e scandagliarono il passato di Marta (un ex ragazzo della vittima, ex guardia giurata e autista alla Sapienza, era positivo allo [[guanto di paraffina|stub]] sulla mano ma aveva un solido alibi<ref name=altro/>), dei suoi familiari, dell'amica Jolanda e di altri testimoni. Nel vialetto erano presenti, oltre alla vittima e all'amica, alcuni dipendenti dell'università e delle imprese di pulizia, alcuni studenti e qualche docente<ref name=valentini/>; a una cinquantina di metri stazionavano alcuni studenti di origine [[iran]]iana che stavano distribuendo materiale contro il regime degli [[ayatollah]].<ref name=comitato2/><ref name=tam>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/21/il-tam-tam-dell-universita.html?ref=search IL TAM - TAM DELL' UNIVERSITA']</ref>
 
Una pista vagliata all'inizio fu che l'obiettivo fosse un impiegato delle imprese di pulizia o che fosse un crimine maturato nell'ambiente lavorativo, con la vittima colpita per puro caso; due dipendenti vennero indagati, ma la posizione venne subito archiviata.<ref name=":0" /> Le piste delle ditte di pulizia e dello scambio di persona ritorneranno in anni seguenti (cfr. sezione [[Omicidio di Marta Russo#Teorie e piste alternative|Teorie alternative]]).<ref name=valentini/>
 
=== I primi indagati e l'istituto di Filosofia del diritto ===
[[File:Sapienzia Roma2.jpg|thumb|left|upright=1.2|Le finestre del primo piano dell'edificio dell'Istituto di Filosofia del Diritto, viste dalla piazza del Rettorato]]
Gli inquirenti cominciarono a raccogliere testimonianze ma nessuna delle persone nelle stanze superiori venne collegata al terrorismo o alla criminalità. Il 21 maggio (ma il giornalista [[Flavio Haver]] ne parla già in un articolo del 19<ref name=comitato2/>), sul davanzale dell'Aula Assistenti dell'Istituto di [[filosofia del diritto]], la Polizia Scientifica ritrova una presunta particella di “ferro-bario-antimonio”, indirizzando gli inquirenti ad abbandonare le precedenti indagini sulla ditta di pulizie e su altre persone, e ogni pista alternativa. La sentenza di annullamento della Cassazione del 2001 definirà questo fatto come ''"un errore"''.<ref name=caso/> Il vicequestore Belfiore<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/letterascattone.htm ''Lettera di Giovanni Scattone ai giudici della Cassazione'']</ref>, prima ancora di avere qualsiasi conferma e molto prima che venissero fatti i nomi di Scattone e Ferraro: ''"Secondo noi sono stati due assistenti che cazzeggiavano con una pistola"''.<ref name=caso/> La finestra dalla quale era stato esploso il colpo, secondo alcuni rilievi scientifico-chimici, era negli uffici al secondo piano della Facoltà di [[Giurisprudenza]].<ref name=complotto/>
 
In totale vennero iscritti nel registro degli indagati circa 40 persone, e venne indiziato, come forte sospettato all'inizio, un bibliotecario di [[Lettere e filosofia|Lettere]], Rino Zingale, poi scagionato.<ref name=comitato2/>
 
=== Scattone e Ferraro ===
{{vedi anche|Giovanni Scattone|Salvatore Ferraro (1967)}}
Furono ascoltati come testimoni, tra gli altri, una studentessa fuoricorso, Giuliana Olzai<ref>Giuliana Olzai, sorella di Bernardino Olzai (morto in uno scontro a fuoco con la polizia) e Diego Olzai, coinvolti nel sequestro di Dante Belardinelli nel [[1989]]</ref>, 44 anni, il professor [[Nicolò Lipari]], ex parlamentare [[democristiano]], e soprattutto sua figlia Maria Chiara Lipari, dottoranda.
[[File:Giovanni Scattone.jpg|thumb|Giovanni Scattone nel 2003]]
Dopo aver riferito i ricordi in maniera frammentaria, definita "subliminale" e parlando di "atmosfera strana" nell'aula<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/memorie.htm Alberto Beretta Anguissola, ''Le memorie troppo volontarie di Maria Chiara Lipari'']</ref>, la Lipari fece i nomi del professor [[Bruno Romano]], direttore dell'istituto e noto filosofo, che fu arrestato (ai domiciliari) per [[favoreggiamento]] e poi scagionato (venne difeso dagli avvocati [[Giulia Bongiorno]] e [[Franco Coppi]]), di Gabriella Alletto, 45 anni, impiegata dell'istituto, di Francesco Liparota, 35 anni, all'epoca usciere della facoltà di Legge ma laureato in Giurisprudenza e in procinto di divenire [[avvocato]] libero professionista<ref name=liparota2>[http://web.archive.org/web/20151222093127/http://archiviostorico.corriere.it/2003/dicembre/17/Volevo_suicidarmi_ora_torno_vivere_co_10_031217015.shtml ''«Volevo suicidarmi, ora torno a vivere»'']</ref>, e in seguito di due assistenti universitari, Salvatore Ferraro, 30 anni, già [[dottore di ricerca]] in [[Giurisprudenza]] e assistente del professor Gaetano Carcaterra<ref name=valentini/>, e (all'inizio con molta incertezza, poi confermata l'8 agosto 1997 alla polizia aeroportuale di Fiumicino) di Giovanni Scattone, 29 anni, assistente non retribuito<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/augias/augias.htm Corrado Augias, ''Indizi, veleni e misteri di un delitto senza movente'']</ref> del professor Romano presso la facoltà di Lettere e [[Filosofia]] e ricercatore di "teoria generale del [[diritto]] e [[filosofia della politica]]" assieme a Ferraro; i due assistenti tenevano all'epoca alcuni corsi di [[filosofia del diritto]]<ref name=cron>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/fatti/martarusso/crono/crono.html|titolo=Marta Russo, un caso lungo due anni|editore=''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]''|autore=Redazione|data=1º giugno 1999|accesso=25 febbraio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/16/Marta_Russo_scontro_tra_professori_co_0_980716592.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/16/Marta_Russo_scontro_tra_professori_co_0_980716592.shtml|titolo=Marta Russo, scontro tra i professori|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=16 luglio 1998|accesso=25 febbraio 2013}}</ref>.
 
Alcuni studenti testimoniarono che il "[[delitto]] perfetto" era stato l'oggetto di alcuni discorsi dei due assistenti universitari<ref name=perf>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/05/Provavano_delitto_perfetto_co_0_97090511201.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/05/Provavano_delitto_perfetto_co_0_97090511201.shtml|titolo="Provavano il delitto perfetto"|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Gianvito Lavinia|data=5 settembre 1997|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Questo fatto spinse parte della stampa e della televisione ad una sorta di accanito [[linciaggio mediatico]] dei due principali sospetti<ref name=imposimato/>; seppur considerata una pista poco consistente, gli inquirenti insistevano che i due avessero voluto "inscenare" o "simulare" un delitto senza movente, ma che la situazione fosse degenerata per colpevole imprudenza, circostanza sempre negata con determinazione da Scattone e Ferraro e poi caduta nel corso delle indagini e del primo processo.<ref name="conviction">Kennedy, Frances. [http://www.independent.co.uk/arts-entertainment/it-was-the-perfect-crime-so-who-made-the-fatal-error-1098843.html "It was the perfect crime. So who made the fatal error?"], ''[[The Independent]]'', 1999-06-08. Retrieved on 2009-07-08.</ref> In realtà i due non tennero mai un seminario universitario sul tema citato, come ipotizzato, e la dispensa che secondo la procura era stata venduta in numerose copie non venne mai rintracciata o vista; il professor Carcaterra lo smentì, precisando che era lui a decidere il contenuto delle lezioni, e che non trattò del delitto perfetto ma di strategie difensive:{{citazione|In una lezione che ho personalmente tenuto il 21 aprile del '97 ho trattato il tema del ragionamento 'deduttivo' che può fare la difesa durante un procedimento giudiziario. E cioè: se un imputato non ha mai posseduto un'arma, non aveva ragione di uccidere e non si trovava sul luogo del delitto, probabilmente non è colpevole. Un discorso che è durato circa dieci minuti, non di più, in una lezione di un'ora.|Testimonianza di Gaetano Carcaterra<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/aff9042f15ae862829a103d158d162e4_19981119_marta-russo-prof-carcaterra-smonta-tesi-delitto-perfetto/?q=salvatore_ferraro&query=marta_russo&year=1998&month=11 Marta russo: prof.carcaterra 'smonta' tesi delitto perfetto]</ref>}} Un altro assistente riferì che Ferraro pronunciò solo una volta, per scherzo, l'espressione "delitto perfetto".<ref name=zero/><ref name=valentini/><ref name=perf/> Essi vennero arrestati e tenuti in custodia per il ''"delitto continuato di illegale detenzione e porto in luogo aperto al pubblico di arma da fuoco, aggravato dalla connessione teleologica con il delitto di omicidio volontario in danno di Russo Marta"''.<ref name=augiastv/>
 
Un investigatore si spinse a paragonare Scattone e Ferraro ai "[[compagni di merende]]" del caso del [[Mostro di Firenze]], coniando il nome "compagni di [[pizzeria]]"; nell'indagine entrarono elementi personali e illazioni.<ref name=grandi/><ref name=pizz/><ref>I giornali ipotizzarono anche delle fantasiose connessioni tra il "[[Oltreuomo|Superuomo]]" di [[Nietzsche]] (tesi portata avanti durante il processo di primo grado dal pm Ormanni, nonostante Scattone non fosse mai stato uno studioso del filosofo tedesco) e la figura di [[Rodion Romanovič Raskol'nikov|Raskolnikov]], il protagonista immaginario di ''[[Delitto e castigo]]'' di [[Dostoevskij]], che realizza un delitto quasi perfetto e che reputa a fin di bene, ma poi confessa tutto al giudice Porfirij Petrovič, spinto dal rimorso, o con i film di [[Alfred Hitchcock|Hitchcock]] ''[[Delitto perfetto]]'' e ''[[Delitto per delitto]]''. Qualcun altro ipotizzò che lo sparatore avesse preso esempio da una scena del film ''[[Schindler's list]]'', andato in onda la sera prima, in cui si vede il [[nazista]] [[Amon Göth]] (interpretato da [[Ralph Fiennes]]) sparare a casaccio sugli [[ebrei]], pur non risultando che i due indagati avessero simpatie per l'[[estrema destra]] o la passione delle armi. Alle fantasiose ricostruzioni giornalistiche collaborarono anche scrittori come [[Niccolò Ammaniti]]. Intervennero personalità della cultura, come [[Margherita Hack]], all'inizio tutti colpevolisti. Durante il processo vennero usati anche scritti personali - come racconti di genere [[poliziesco]] o ''[[noir]]'', nonché testi di canzoni e poesie, o gli appunti e il diario - di Ferraro, onde dimostrarne la presunta "personalità criminale", secondo il teorema accusatorio. Alle stesso modo, per Scattone l'accusa tentò di usare come argomento un articolo dal titolo ''[[James Rachels|J. Rachels]] sull'uccidere e il lasciar morire'' (1995), che in realtà non aveva nulla a che fare con gli omicidi, ma era una pubblicazione scientifica sul tema dell'[[eutanasia]] tratta dalla rivista specialistica ''Bioetica'' (cfr. Raccolta di volumi de ''[[L'Espresso]]'' - Volume 43, Edizioni 26-30 - Pagina 68). Sia Scattone sia Ferraro che l'altro indagato, Liparota, manifestarono propositi suicidi a causa di ciò e della carcerazione lunga. Particolarmente aggressivi e violenti nei confronti di Scattone, accogliendo pienamente le tesi dell'accusa, furono gli articoli che affermarono (spesso invadendone la privacy e a torto) che fosse appassionato di tematiche violente e con propositi omicidi programmati assieme a Ferraro: parlarono di "personalità psicopatica", di "liste con persone da uccidere", di [[superomismo]], volontà omicida, ecc. Si veda: [http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1997_06.pdf/21INT02A.pdf&query=Maria%20Zegarelli Fabrizio Roncone, ''Hanno scelto Marta per il delitto perfetto. Ecco il movente, il caso ora è chiuso''], su l'Unità; Roncone in seguito parve cambiare idea (cfr. [http://web.archive.org/web/20151025170832/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/15/Caso_Marta_Russo_giudichiamo_anche_co_0_0004153585.shtml''«Caso Marta Russo, giudichiamo anche i cronisti»'']); ma nessuna di questa affermazioni trovò riscontro al processo.</ref>
 
==== La questione degli alibi ====
Dopo numerosi interrogatori e dopo aver a lungo negato, Gabriella Alletto li accusò di aver sparato; Scattone e Ferraro furono subito arrestati e incriminati per omicidio volontario in concorso, ma si proclamarono innocenti anche se fornirono [[Alibi (diritto)|alibi]] non pienamente confermati<ref name=donna/>; Scattone dirà di essere stato in diversi luoghi: prima avrebbe incontrato il professor Lecaldano (il quale non ricordava l'ora precisa, compresa tra le 11:00 e le 12:30<ref name=colpo>[http://web.archive.org/web/20151222131739/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/27/Altro_colpo_all_alibi_Scattone_co_0_97062715212.shtml ''Altro colpo all' alibi di Scattone'']</ref>), poi andò a ritirare un certificato per gli esami del corso di Lettere a cui era iscritto come studente (alle ore 11:50, cioè circa 8 minuti dopo lo sparo, ed essendoci la fila di studenti allo sportello gli venne consegnato, secondo i riscontri, tra le 11:50 e le 12:15 anche se egli riferì che gli fu consegnato "prontamente", intendendo però nel momento in cui si presentò all'operatore<ref name=alibi2>[http://web.archive.org/web/20151222133418/http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/11/certificato_per_alibi_Scattone_co_10_9709115253.shtml ''Un certificato per l'alibi di Scattone'']</ref>) e infine, dopo le 12:15 vide alcune studentesse, gli studenti La Porta (tra le 12:00 e le 12:20 circa) e Greco, e l'assistente Fiorini, i quali confermarono, pur non indicando l'ora con precisione. Sarebbe andato a Filosofia del diritto solo dopo il ferimento, ma non seppe dell'accaduto fino a quando non lo vide in televisione mentre era col padre a casa.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Quegli%20alibi%20cosi%20normali.htm Giovanni Valentini, ''Quegli alibi così normali'']</ref> Gli studenti in fila non ricordavano il volto di Scattone, e gli inquirenti gli contestano di aver mandato un'altra persona a ritirarlo, o di aver percorso di fretta la strada tra l'aula 6 e Lettere, in circa 5 minuti.<ref name=donna>[https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/15/Nuovo_alibi_per_Scattone_altra_co_0_9707151015.shtml Paolo Brogi, ''Nuovo alibi per Scattone, un'altra donna nel mistero'']</ref>
[[File:Salvatore Ferraro radicale 2.jpg|thumb|left|Salvatore Ferraro nel 2015]]
Stefano La Porta, testimone dell'accusa, testimoniò invece in favore di Scattone, e venne incriminato per [[falsa testimonianza]] e favoreggiamento (ma verrà prosciolto) per aver detto che egli era arrivato solo in tarda mattinata, quasi a mezzogiorno, all'Istituto, confermandone la versione<ref name=augias>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/augias/augias.html Corrado Augias, ''Indizi, veleni e misteri, un delitto senza movente'']</ref>). {{citazione|La mattina del 9 maggio, a Legge, ho visto arrivare Scattone alle 12.15 nella stanza del catalogo... gli ho chiesto per l'esame del 16... Scattone mi ha risposto con uno schema di domanda di logica su un biglietto. Quel foglietto, restato in una tasca dei miei pantaloni, è finito in lavatrice. Ma sopra si leggono ancora alcune parole.|Testimonianza di La Porta<ref>[http://web.archive.org/web/20151222164024/http://archiviostorico.corriere.it/1998/giugno/02/Marta_indagato_teste_dell_accusa_co_0_98060211870.shtml ''Marta, indagato teste dell'accusa'']</ref>}}
Questa deposizione è contrastante con quella di Giuliana Olzai che riferì il 9 luglio di aver visto e incontrato Scattone con Ferraro mentre uscivano via velocemente dopo lo sparo (pressappoco alla stessa ora in cui La Porta dice che Scattone era con lui), con atteggiamento preoccupato.<ref name=augias/> La Olzai descrive l'abbigliamento dei due come leggermente diverso da quello descritto da altri testimoni, ma modifica la sua deposizione dopo un colloquio con gli inquirenti.<ref name=storie/> Secondo quanto scrive [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]] (cronista per ''[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]'') ne ''Il mistero della Sapienza'', la pur labile testimonianza Olzai resta comunque quella più significativa per il processo, per aver incrinato l'alibi dei due indagati, mentre le due testimonianze Lipari e Alletto sarebbero state meno consistenti, in presenza di alibi, oltre che per il modo in cui sono maturate.<ref>[http://www.caffeeuropa.it/libri/45libri-russo.html ''Caso Marta Russo: specchio di una giustizia malata'']</ref>
 
Salvatore Ferraro disse di essere stato a casa a studiare, con la sorella, e aver ricevuto alle 11:45 la visita di Marianna Marcucci, che confermò ma venne indagata per favoreggiamento.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/20/processo-marta-pm-all-attacco-ferraro-smentito.html ''Processo Marta, pm all'attacco. Ferraro smentito dai tabulati'']</ref> Un testimone a favore di Ferraro, lo studente calabrese Domenico Condemi, venne escluso poiché scoperto imputato in un processo per tentato omicidio, nonché sospettato di essere il proprietario della pistola mai trovata.<ref>[http://web.archive.org/web/20151119082415/http://archiviostorico.corriere.it/1998/giugno/13/superteste_imputato_tentato_omicidio_co_0_9806139505.shtml ''Il superteste è un imputato di tentato omicidio'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/19/il-superteste-finisce-nei-guai-puo-aver.html ''Il superteste finisce nei guai. Può aver fornito lui l'arma'']</ref>
 
Secondo il giornalista Vittorio Pezzuto furono commessi gravi errori nella lettura dei tabulati telefonici (tabulati che avrebbero potuto fornire alibi ai sospettati), al punto che gli alibi dei due assistenti vennero considerati fragili.<ref>[http://www.affaritaliani.it/roma/venti-anni-fa-il-delitto-marta-russo-questo-libro-non-s-ha-da-pubblicare-410778.html?refresh_ce Venti anni fa il delitto Marta Russo. "Questo libro non s'ha da pubblicare"]</ref>
 
Assieme a Scattone e Ferraro venne rinviato a giudizio anche Francesco Liparota per favoreggiamento (inizialmente per concorso in omicidio).<ref>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20151222083854/http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/25/Testimone_flop_per_alibi_Scattone_co_0_9804252208.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1998/aprile/25/Testimone_flop_per_alibi_Scattone_co_0_9804252208.shtml|titolo="Testimone flop" per l'alibi di Scattone|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=25 aprile 1998|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Scattone fu difeso dagli avvocati Francesco Petrelli, Manfredo Rossi, Andrea Falcetta e Alessandro Vannucci (in seguito da Giancarlo Viglione), Ferraro da [[Vincenzo Siniscalchi]] (parlamentare dei [[Democratici di Sinistra|DS]]), Delfino Siracusano, Fabio Lattanzi e Domenico Cartolano, Liparota dal fratello, Fabio Liparota, e altri legali.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/30/perizia-per-due-accusati.html Perizia per i due accusati]</ref>
 
=== I testimoni ===
 
Il metodo di raccolta delle testimonianze e il loro uso fece discutere, specie nei casi di Maria Chiara Lipari e Gabriella Alletto.<ref name=strata/><ref name=psic/>
La Lipari poco dopo lo sparo, alle 11:44, chiamò il padre e gli disse poi che era entrata nell'aula 6 e ''«la stanza era vuota»'', dopo pressioni ebbe i suddetti ricordi; nelle intercettazioni però diceva: ''«Questi fino alle 5 di mattina hanno voluto assolutamente che dal subconscio... dall'ano proprio del cervello mi venisse in mente qualche faccia, qualche immagine... E in parte sono anche riuscita a recuperare qualche sensazione... Quest'ultimo interrogatorio è stato due ore e mezzo con un certo Procuratore... è stato anche a tratti violento... questo diceva sputtano lei, sputtano suo padre... per intimidirti, per costringerti... dicevano "mors tua vita mea"... mi dicevano sì, però allora ti incolpiamo a te, per cui dillo»''.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Lipari,%20la%20fatica%20di%20ricordare.htm ''Lipari, la fatica di ricordare'']</ref> Poi fa riferimento al suo stato emotivo fortemente alterato e parla di Ferraro che ''«avrebbe proprio gli amici con le armi in casa in Calabria proprio sotto il cuscino»''.<ref>[http://www.piergiorgiostrata.net/wp-content/uploads/2014/09/Le-false-memorie.pdf Piergiorgio Strata, ''Le false memorie''], pag. 14</ref> La Lipari fa anche, su ipotesi di uno degli inquirenti, il nome dell'assistente Massimo Mancini, che possiede delle pistole, ma gli inquirenti verificano il suo alibi e lo trovano solido.<ref>[http://web.archive.org/web/20151222164732/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/15/trappola_assassino_Marta_co_0_97061517008.shtml ''In trappola l'assassino di Marta'']</ref> Inoltre parla di Ferraro come presente, pur dicendo di non averlo visto in volto, e lo descrive più alto di circa 7&nbsp;cm rispetto alla reale statura dell'assistente.<ref>[http://web.archive.org/web/20151222112232/http://archiviostorico.corriere.it/1997/settembre/19/Marta_magistrati_cercavano_tempo_quel_co_0_97091914707.shtml ''Marta, i magistrati cercavano da tempo quel racconto'']</ref>
 
Anche Liparota riferì di aver ricevuto indebite pressioni perché "ricordasse" Scattone e Ferraro nell'aula 6, ma nonostante le presunte minacce e il carcere, ritratterà subito una presunta confessione, difendendo gli altri accusati.<ref name=liparota>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/liparota/liparota.html ''Marta Russo, sull'aula 6 si sbriciolano le prove'']</ref> Lo stesso Salvatore Ferraro rifiuta di accusare Scattone per far cadere l'accusa nei suoi confronti, poiché lo ritiene innocente<ref>[http://ricerca.gelocal.it/iltirreno/archivio/iltirreno/1999/06/09/LA270.html ''Ferraro: «Mi offrirono di accusare Scattone»'']</ref>, riferendo poi di essere stato, con gli altri imputati, insultato e maltrattato dai poliziotti (avrà una denuncia per calunnia, poi caduta).<ref name=bobi>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/08/Processo_Marta_giallo_delle_bobine_co_0_98090810757.shtml ''Processo Marta, il giallo delle bobine'']</ref>
 
==== Il caso Alletto ====
{{citazione|Non li vidi sparare, non c'ero... Mi stanno convincendo che hanno sparato da lì, mi stanno convincendo che ero lì dentro.|Gabriella Alletto, secondo la testimonianza di Laura Cappelli<ref name=verit>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/cappelli/cappelli.html ''Vacilla la verità di Gabriella Alletto'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/10/non-li-vidi-sparare-non-ero.html ''Non li vidi sparare, non c'ero'']</ref>}}
Gabriella Alletto, segretaria amministrativa, venne interrogata come testimone ma trattata subito come un'indagata, senza che potesse nominare prontamente un legale. La condotta dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio, quasi al limite della minaccia verso la donna che ebbe una crisi nervosa, fu definita "gravissima" dall'allora premier [[Romano Prodi]], in quanto la legge proibisce pressioni psicologiche sui testimoni<ref name=pm>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/polemiche/polemiche.html la Repubblica/fatti: Marta Russo, i due pm rischiano la sostituzione<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>, e ci furono critiche da parlamentari e dal Ministro della Giustizia [[Giovanni Maria Flick]], che aprì un'inchiesta ministeriale<ref name=pm/>, in seguito alla quale vennero rinviati a giudizio dalla procura di [[Perugia]] per [[abuso d'ufficio]] e [[violenza privata]], ma in seguito prosciolti. L'interrogatorio apparve comunque troppo pressante nei confronti di una persona che non era indagata.<ref name=magi/><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/09/15/allora-spiegatemi-cosa-devo-dire.html ''Allora spiegatemi cosa devo dire...'']</ref>
 
La Alletto venne interrogata circa 13 volte per circa 3 giorni. I pm affermarono - nei fatti - che l'impiegata doveva dire che Scattone e Ferraro erano nella stanza, altrimenti sarebbe stata lei sola ad essere accusata di omicidio: ''«Lei è messa male, è messa peggio de quello che ha sparato. (...) I casi sono due: o lei è responsabile di omicidio, o lei è responsabile di favoreggiamento personale. Non si sbaglia, non si scappa!. Per omicidio lei va certamente in carcere e non esce più»''<ref name=pm/> e all'affermazione della testimone ''"finirà che me ammazzo... a me me prenderanno pe' scema, pe' fissata a me"'', il procuratore [[Italo Ormanni]] rispose ''«No, la prenderanno... la prenderemo per omicida! (...) La prenderemo per omicida!»''.<ref name=pm/> Il pm Carlo Lasperanza disse che ''«suo cognato l'ho ripescato io, che nessuno lo voleva, lo voleva prendere: sono disposto a fargli un encomio scritto a suo cognato, per quest'opera che sta facendo, quindi ne avrà anche un vantaggio personale»''.<ref>[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/alletto/index.php ''Il caso Marta Russo - Interrogatorio di Gabriella Alletto'']</ref>
 
Nella registrazione dell'11 giugno 1997, con l'audio originale recuperato dai cronisti di [[Radio Radicale]] (esso venne reso pubblico integralmente, contemporaneamente a un breve videotape allegato al settimanale ''[[Panorama (rivista)|Panorama]]'', solo nel settembre 1998 a processo iniziato), la Alletto ripeteva, per quasi quattro ore, infatti: ''«Non sono mai entrata in quell'aula... Io nun ce stavo là dentro, te lo giuro sulla testa dei miei figli… Non ci sono proprio entrata, ma come te lo devo dì? Fino allo sfinimento…»''.<ref name=caso/> Parti delle registrazioni verranno trovate tagliate.<ref name=bobi/>
Parlando da sola col cognato ispettore di polizia Luigi Di Mauro (ammesso irregolarmente all'interrogatorio), la Alletto aveva ribadito:{{citazione|A: Io non ce stavo là dentro Gi'… te lo giuro sulla testa dei miei figli, ha sbagliato la Lipari... Stavo nella quattro… (...) Da sola… a fare un fax, che la Lipari lo può di'… io ci ho anche le prove che ho fatto il fax… (...)<br />DM:Fregatene di tutto, però la cosa più importante è chiudere ‘sta pratica. (...) Non vorrei che questi pensano che stai coprendo l'omicida…. (...) quando ci so' sti reati qua, devi essere sleale (...)<br />A: Ma se io non l'ho visto quello che l'ha fatto, Gi'!<br />DM: Ma magari hai sentito qualche cosa, eh, non è importante che tu l'hai visto materialmente(...) È meglio farcelo fare agli altri il reato!|Intercettazioni nell'interrogatorio dell'11 giugno 1997, ore 15:47 e segg.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/videoalletto.htm Stralci dell'interrogatorio]</ref><ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/70000/67983.xml?key=Vincenzo+Vasile&first=1121&orderby=1&f=fir&dbt=arc Vincenzo Vasile, ''«...Dovevano mette' proprio me nel sacco...»'']</ref><ref>[http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/alletto/SeverochecistailCristo.pdf ''"Se è vero che ci sta il Cristo"'', da Misteri d'Italia]</ref><ref>[http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11828717/Tutta-la-verita-sull-omicidio-di.html Vittorio Pezzuto, ''Tutta la verità sul caso Marta Russo'']</ref>}}
 
Di Mauro, per "aiutarla a ricordare", le mostrò uno schizzo dell'aula, con le varie persone che sarebbero state presenti secondo il pm (che si basava sui "ricordi" della Lipari): lei stessa, Liparota, Ferraro e un altro incerto (forse Scattone)<ref name=caso/>:
 
{{citazione|In un biglietto il pm Lasperanza indicò le persone nell'aula 6 di Filosofia del diritto quando fu ferita a morte Marta Russo. Erano lì posizionati: mia cognata Gabriella, Francesco Liparota, Chiara Lipari e Salvatore Ferraro. (...) Ho passato quel biglietto a mia cognata ma lei negò. Disse: io non ci stavo.|Deposizione di Gino Di Mauro durante il processo di primo grado<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/11/20/all-alletto-un-disegno-del-pm.html ''All'Alletto un disegno del pm'']</ref>}}
 
La dottoressa Cappelli dichiarerà che il 12 giugno la Alletto disse: ''«Mi hanno messa in mezzo…io in quella stanza non c'ero, però non mi conviene dire che non c'ero […] loro si immaginavano la scena, ma avevano bisogno di un testimone attendibile, di una persona affidabile»''.<ref name=caso/>
 
In un'intercettazione ambientale (12 giugno 1997, ore 8.25) dice: {{citazione|Loro sanno che non c'ero... ma non mi conviene dire che non c’ero… loro si immaginano la scena ma vogliono un teste, una persona affidabile... Ci sono dentro fino alla cima dei capelli...se non tiro fuori qualcosa è il dramma.<ref name=caso/><ref name=descr/>}}
 
I colleghi riferiscono che la donna parlava della minaccia fattale di toglierle la [[patria potestà]] sui figli<ref name=pres/>, che fu minacciata di 24 anni di prigione, e che diceva che ''"I nomi non me li hanno fatti"'', poi ripeteva il contrario.<ref>[http://archive.is/DmP1i#selection-555.453-555.862 ''Delitto alla Sapienza, la bibliotecaria racconta le confidenze della superteste. Caso Marta, un'altra ombra sull'Alletto. Un'amica: non era nell'aula sei'']</ref>
Un ulteriore scambio di battute col cognato fece pensare che non avesse assistito direttamente:
{{citazione|DM: Non si sa il nome.<br />A.: Bisognerebbe sapere chi è quell'altro oltre a Ferraro...|Interrogatorio dell'11 giugno 1997}}
Il nome di Ferraro come colui che sparò venne poi escluso poiché egli è [[mancinismo|mancino]], mentre secondo gli esperti lo sparatore era [[destrimane|destrorso]].<ref name=caso/>
 
Il 14 giugno, dopo tutti gli interrogatori (le viene contestata anche la sua assunzione "irregolare"<ref name=caso/>), accusa i sospettati.<ref name=caso/><ref>{{cita|Beretta Anguissola-Figà Talamanca|p. 21}}</ref> Serenella Armellini riferì che ancora la mattina del 14 giugno, subito prima di recarsi in Questura dove cambierà versione, dopo essere stata interrogata da membri della [[DIGOS]] senza la presenza dell'avvocato difensore, per nove ore e senza verbale, la segretaria le disse: ''"Bisogna fare come dicono loro"''.<ref name=pm/><ref>[http://web.archive.org/web/20151222111440/http://archiviostorico.corriere.it/1998/dicembre/16/Marta_colpo_scena_Alletto_Non_co_0_98121612284.shtml ''Marta, è colpo di scena. Alletto: "Non parlo più"'']</ref>
Secondo il professor [[Alberto Beretta Anguissola]] sostenne che alla stampa era stata già comunicata l'emissione di quattro mandati d'arresto per concorso, di cui uno a carico di Gabriella Alletto, poi revocato all'ultimo dopo la "confessione".<ref>[http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:ssZ9t9VOR9MJ:www.webalice.it/guido.vitiello/Considerazioni.rtf+&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it ''Considerazioni sulle motivazioni della sentenza d'appello del processo per la morte di Marta Russo'']</ref>
 
Il 15 settembre [[1998]] disse in tribunale che aveva giurato il falso per proteggere i figli e su pressione del professor Romano (il quale però venne assolto): {{citazione|Scattone aveva in mano una pistola nera, ho visto un bagliore e ho sentito un "tonfo". Ferraro si è messo le mani nei capelli, dentro c'era pure Liparota... Scattone, invece, con la mano sinistra spostava le doghe della tenda e con la destra ritraeva la pistola (...) Non hanno detto nulla, poi è entrata la Lipari... Era un'arma nera, lunga venticinque - trenta centimetri. Scattone l'ha messa nella borsa che era sulla scrivania ed è uscito bisbigliando qualcosa, forse un saluto, alla Lipari che era appena entrata. Ferraro ha preso la borsa e l'ha portata via uscendo insieme con Liparota.|Testimonianza di Gabriella Alletto in tribunale<ref name=ndran/>}}
 
Secondo molti colleghi la donna era sorpresa del trambusto dopo lo sparo (ammise di averlo saputo solo dopo<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/08/21/si-scattone-ha-sparato-la.html 'SI', SCATTONE HA SPARATO ... ' LA ALLETTO NON HA DUBBI]</ref>), come se non sapesse nulla, ed era tranquilla con conoscenti e famigliari fino all'arresto del suo capo, il professor Romano.<ref name=augias/>
 
===== Le presunte incongruenze della testimone =====
{{citazione|Neppure la Alletto ha visto sparare... Potrebbe sovrapporre immagini, scambiando un giorno per un altro. Potrebbe leggere come omicidio un comportamento per lei indecifrabile. Non dimentichiamo che tutti parlano di questa storia con il senno di poi. Sanno che è morta una ragazza, leggono i giornali dal 9 maggio al 14 giugno, giorno in cui Alletto incastra gli assistenti... Nessuno dice li ho visti sparare. Nemmeno lei.|[[Vincenzo Cerami]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/08/10/cerami-ma-contano-solo-fatti.html ''Cerami: ma contano solo i fatti'']</ref>}}
Oltre ai metodi usati, furono rilevate alcune incongruenze nel contenuto.<ref name=sintesi>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/processo-sintesi.htm ''Il processo Marta Russo: notizie e considerazioni sulle principali risultanze del dibattimento (20/4/98 - 30/5/99)'']</ref> A causa di ciò è stato subito ipotizzato dalla difesa e da numerosi esperti che i resoconti fossero frutto di ricostruzione o confusione con un altro giorno o con un altro oggetto, nonché di suggestione psicologica.<ref name=comitato2>Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro, [http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:aEEMQiOwqgIJ:www.webalice.it/guido.vitiello/piste.rtf+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=us ''Le cosiddette piste alternative'']</ref><ref name=strata/><ref name=psic/> Tra le stranezze rilevate:
* l'arma avrebbe dovuto essere con la canna lunga; secondo i periti della Corte la pistola avrebbe dovuto avere un silenziatore lungo almeno 10&nbsp;cm. La Alletto descrisse in aula nel 1998 una pistola "come quella della polizia" e con la canna lunga, ma non parlò di un silenziatore; poi ne effettuò un disegno, raffigurando una pistola senza silenziatore e a canna corta.<ref name=sintesi/> Intervistata in televisione nel 1997 da [[Corrado Augias]], la Alletto ammise di non essere sicura di aver visto una "pistola nera" in mano a Scattone (come detto il 14 giugno e l'anno dopo al processo), ma un ''"oggetto metallico"''<ref name=serial/>:{{citazione|Poi ho visto Scattone ritrarsi dalla finestra. Aveva qualcosa in mano, una cosa che brillava. (...) Ho visto qualcosa che brillava nelle mani di Scattone.|Gabriella Alletto a ''Il delitto della Sapienza'' di C. Augias, Raidue, 1º luglio 1997<ref name=lipari/><ref name=augiastv>[http://web.archive.org/web/20151025173203/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/02/Marta_superteste_inciampa_tv_co_0_9707023282.shtml ''Marta, la superteste inciampa in TV'']</ref><ref>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1997_07.pdf/02INT03A.pdf&query=luca%20lando ''E la superteste si contraddice sulla pistola di Scattone'']</ref>}}
* Scattone non avrebbe potuto sparare un colpo da quella posizione; avrebbe dovuto sporgersi<ref>[http://images2.corriereobjects.it/methode_image/2015/09/08/Cultura/Foto%20Gallery/20int03f1a_MGTHUMB-INTERNA.jpg Incidente probatorio e ricostruzione]</ref> o sporgere comunque il braccio dalla finestra<ref name=foglio/><ref name=comitato2/>, cosa che non avrebbe invece fatto secondo la testimone.<ref name=comitato2/> Un colpo effettuato "per caso", data la lontananza e il posizionamento di due condizionatori d'aria sulla parte sinistra dello sparatore, a ostruire la visuale assieme al largo davanzale, sarebbe stato improbabile senza sporgersi significativamente<ref name=imposimato/><ref>Rita Di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Fazi, pag. 215</ref>; un simile tiro sarebbe stato difficile per un tiratore esperto (Giovanni Scattone aveva prestato servizio militare nei [[Carabinieri]]<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martarusso/motivazioni/motivazioni.html ''Marta Russo: "Scattone sparò consapevolmente"'']</ref> ma, a parte questo, non era un esperto professionale nell'uso delle armi).<ref name=mori>[http://www.earmi.it/varie/scienze%20forensi.html Edoardo Mori, ''Drammatica situazione delle scienze forensi in Italia'']</ref> Secondo la perizia Romanini la possibilità per un cecchino capace di colpire un bersaglio mobile era di circa il 30 %<ref name=imposimato/>; non essendo Scattone un cecchino avrebbe avuto una possibilità bassissima di colpire la vittima, in particolare senza la volontà di farlo come affermato nelle sentenze<ref name=imposimato/>; dall'aula 6 il colpo accidentale era possibile, a differenza del colpo mirato, ma con probabilità molto bassa<ref name=foglio/><ref name=comitato2/>; non fu mai dimostrata e accettata l'ipotesi<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/27/marta-due-metri-per-morire-nuova-ipotesi.html ''Marta, due metri per morire. Nuova ipotesi sull'omicidio'']</ref> che la vittima abbia potuto camminare per qualche passo dopo essere stata colpita;
* il [[bossolo]], se non raccolto dopo lo sparo, sarebbe forse dovuto cadere all'esterno; invece nessuno dei presenti, dei soccorritori e della polizia lo trovò.<ref name=comitato2/> Solo in seguito aggiunge il particolare di Ferraro che raccoglie il bossolo dal pavimento<ref name=serial>[http://www.serialkiller.it/serialkiller.aspx?aree_id=4&sottoaree_id=23&contenuti_id=25&componenti_cat_id=41&componenti_id=136&lang=ita ''Gabriella Alletto: la testimone principale''], in ''Casi irrisolti: L'omicidio di Marta Russo - I protagonisti'', dal sito serialkiller.it</ref> (mentre avrebbe dovuto cadere sul davanzale o fuori dalla finestra); se Scattone si fosse sporto dalla finestra, avrebbe sparato agevolmente ma il bossolo sarebbe caduto nel vialetto (prima ipotesi), mentre se non si fosse sporto, il bossolo sarebbe caduto all'interno, ma il tiro sarebbe stato quasi impossibile (seconda ipotesi e racconto della testimone);
* Alletto fece riferimento a un tonfo seguito da silenzio, mentre tutti gli altri affermarono di aver sentito un colpo attutito seguito dalle grida d'aiuto di Jolanda Ricci e di altri presenti; un testimone, Roberto Lastrucci, non vide nessuno dalle finestre<ref name=foglio/><ref name=verit/>; fuori dall'aula 6 c'erano inoltre molti studenti, ma nessuno vide uscire Scattone e Ferraro e nessuno avvertì odore di polvere da sparo<ref name=scontro/>;
* in un'intervista pubblicata il 16 giugno, dopo aver cambiato versione, disse che nella stanza c'era Scattone, con Ferraro e Liparota, e che non si accorse subito che era stato un colpo di pistola.<ref name=intervista>[http://web.archive.org/web/20151018024736/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/16/sentito_sparo_alla_finestra_era_co_0_97061617277.shtml ''"Ho sentito lo sparo, alla finestra c'era Scattone"'']</ref> Nella stessa intervista aggiunge invece di aver avuto da subito ''«l'immagine dello sparo sempre davanti agli occhi»''.<ref name=intervista/> Per rimediare ad alcune difformità, in deposizioni successive modificherà più volte le posizioni nella stanza<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/nonso/nonso.html ''Alletto, troppi "non so", prime crepe nell'accusa'']</ref>, e accennerà a un "quarto uomo" di alta statura, mai identificato<ref name=foglio/>; solo dopo parecchi mesi, nella testimonianza compariranno nuovi particolari, come la luce dello sparo<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/alletto/alletto.html ''Alletto: "Li ho visti"'']</ref>;
* al processo nel 1998 le fu chiesto, riguardo al primo sospetto (Zingale, [[omicidio di Marta Russo#Il bibliotecario di Lettere|scagionato in seguito]]): ''«se i colpevoli sono Scattone e Ferraro, e Lei sapeva quindi che l'uomo in precedenza fermato era innocente, perché non si è fatta viva per scagionarlo?»''; rispose: ''“Non mi è parente Zingale"'' e ''«Ma io sinceramente non sapevo che spostamenti avesse fatto Zingale quel giorno»'', lasciando intendere che non sapeva chi avesse o no sparato.<ref name=parente>[http://web.archive.org/web/20151022231834/http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/18/Alletto_sono_comportata_madre_famiglia_co_0_98091812824.shtml ''Alletto: mi sono comportata da madre di famiglia'']</ref> Il bibliotecario stesso espresse i suoi dubbi sulla ricostruzione del delitto fatta dall'impiegata.<ref>[http://web.archive.org/web/20151222125623/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/05/quarto_uomo_nel_giallo_Marta_co_0_9707052487.shtml ''Un quarto uomo nel giallo di Marta'']</ref> La testimone sostenne anche di "non escludere" che qualcuno le avesse "descritto la scena".<ref name=descr>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/martedi/martedi.html ''La super teste Alletto "non sa" ma "non esclude"'']</ref>
 
Secondo la sentenza le incongruenze furono dovute allo shock<ref name="foglio">[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Leggete%20la%20sentenza.htm ''Leggete la sentenza del processo "Marta Russo"''] su [[Il Foglio (quotidiano)|Il Foglio]], 6 ottobre 1999</ref> (lei stessa disse che le pressioni e l'aver visto sparare il 9 maggio le avrebbero causato una sorta di "amnesia istantanea" che improvvisamente si sarebbe sbloccata il 14 giugno), mentre per [[Piergiorgio Strata]], neurofisiologo ed esperto di formazione dei ricordi, ''«gli eventi relativi all'identificazione delle persone nell'aula Assistenti sono di fatto una saga di ricordi emersi lentamente e con fatica dal nulla, sono stati ottenuti con enorme sforzo ricostruttivo, con notevoli condizionamenti esterni e spesso sotto forma di lampi improvvisi. Pertanto, essi vanno considerati altamente inaffidabili, anche se la Lipari appare in perfetta buona fede ed all'ansiosa ricerca della verità»''.<ref name=strata>P. Strata, ''Parere pro veritate nel processo Marta Russo'', p.66</ref> Per Nia Guaita (2015), sociologia e studiosa di [[comunicazione non verbale]], è una "teste inattendibile" anche se convinta di aver visto la scena, vittima della [[Falso_ricordo|sindrome dei falsi ricordi]]<ref name=cronaca>[https://www.youtube.com/watch?v=sa8UGpMBBsA Trasmissione Diritto di cronaca: Marta Russo], di Giovanni Lucifora, con Pasquale Ragone (direttore Cronaca e Dossier), Emilio Orlando e Nia Guaita (sociologa, esperta di [[comunicazione non verbale]], [[linguaggio del corpo]], [[prossemica]], [[microespressioni]] e [[cinesica]])</ref> (famosi casi furono quelli di Nadean Cool e Beth Rutherford, esaminati da [[Elizabeth Loftus]]).
 
Durante il processo, rifiuterà il confronto con le colleghe che la smentivano, accettando solo il confronto con Scattone e Ferraro a cui ribadì la versione del 14 giugno.<ref name=caso/> Gabriella Alletto non ritrattò mai, e nel caso avrebbe rischiato l'accusa di [[calunnia]] o di favoreggiamento; rimase ferma sulla stessa versione, ma in aula non riuscì a spiegare le contraddizioni (disse solo che era all'inizio era confusa) riguardo alle descrizioni del fatto.<ref name=scontro>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/faccia/faccia.html ''Scontro in aula tra Scattone e la Alletto'']</ref><ref name=brogi/>
 
Ci furono anche interrogazioni parlamentari. La Alletto denunciò per [[diffamazione]] il deputato di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]] [[Marco Taradash]] e ottenne il suo [[rinvio a giudizio]]<ref name=complotto2/>. Il deputato aveva denunciato una "montatura giudiziaria" e «testimonianze costruite a tavolino» con «garanzia dell'impunità»; insieme a Taradash fu denunciato il criminologo [[Carmelo Lavorino]], secondo cui la Alletto aveva subito un condizionamento "[[ipnosi|ipnotico]]" di tipo "suadente-[[ipnosi regressiva|regressivo]]" (una tecnica che produce facilmente dei [[falsi ricordi]]) da parte di agenti dei [[servizi segreti]], durante il lungo interrogatorio non verbalizzato. Lavorino e [[Francesco Bruno (criminologo)|Francesco Bruno]] dissero di averlo appreso dalle confidenze di Aurelio Mattei, [[psicologo]] e [[agente segreto]]<ref name="ricerca.repubblica.it">[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/12/20/marta-false-piste-vecchione-scende-in-campo.html?ref=search ''Marta e false piste, Vecchione scende in campo'']</ref>.<ref name="ricerca.gelocal.it">[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2001/09/08/VB802.html ''IL RUOLO DEI SERVIZI SEGRETI Ecco gli omicidi irrisolti in cui compare sempre uno 007'']</ref><ref>[http://web.archive.org/web/20150929051942/http://archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/16/Alletto_ipnotizzata_perche_accusasse_co_0_97121615487.shtml ''"Alletto ipnotizzata perché accusasse"'']</ref><ref name="www1.adnkronos.com">[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/02/12/Cronaca/ALLETTO-TARADASH-RINVIATO-A-GIUDIZIO_163700.php ''Alletto: Taradash rinviato a giudizio'']</ref> In seguito il [[Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica]] dichiarò illegittimo l'uso del SISDE nel caso.<ref name=tavola>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/tavolarotonda.htm Informazione e giustizia]</ref> Lavorino, in polemica anche con lo stesso collega Bruno, denunciò i "servizi segreti deviati". Nel 2001, sempre consulente della difesa, propose una [[omicidio di Marta Russo#Il cecchino solitario|propria teoria]] sul profilo del killer. Nell'ottobre [[2005]] il consulente fu condannato a un anno e mezzo di [[reclusione]] ([[sospensione condizionale della pena|pena sospesa]] e poi caduta in prescrizione penale, non civilmente<ref name="ReferenceA">[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/11/13/inchiesta-marta-russo-testimone-ipnotizzataRoma01.html Inchiesta Marta Russo "Testimone ipnotizzata". Il criminologo Lavorino aveva accusato i pm Ora dovrà risarcirli]</ref>) per [[calunnia]] nei confronti dell'accusa e per [[diffamazione]] dell'agente del SISDE Aurelio Mattei<ref name=complotto2>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/15/Marta_Russo_non_complotto_co_10_051015029.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/13/Oggi_vinto_dopo_co_10_9902134020.shtml|titolo=Gabriella Alletto ottiene il rinvio a giudizio di Taradash|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Brogi Paolo|data=13 febbraio 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Il deputato aveva denunciato una "montatura giudiziaria" e «testimonianze costruite a tavolino» con «garanzia dell'impunità»; insieme a Taradash fu denunciato il criminologo [[Carmelo Lavorino]], secondo cui la Alletto aveva subito un condizionamento "[[ipnosi|ipnotico]]" di tipo "suadente-[[ipnosi regressiva|regressivo]]" (una tecnica che produce facilmente dei [[falsi ricordi]]) da parte di agenti dei [[servizi segreti]], durante il lungo interrogatorio non verbalizzato. Lavorino e [[Francesco Bruno (criminologo)|Francesco Bruno]] dissero di averlo appreso dalle confidenze di Aurelio Mattei, [[psicologo]] e [[agente segreto]]<ref name="ricerca.repubblica.it"/>.<ref name="ricerca.gelocal.it"/><ref name="www1.adnkronos.com"/> In seguito il [[Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica]] dichiarò illegittimo l'uso del SISDE nel caso.<ref name="tavola"/> Lavorino, in polemica anche con lo stesso collega Bruno, denunciò i "servizi segreti deviati". Nel 2001, sempre consulente della difesa, propose una [[omicidio di Marta Russo#Altre teorie|propria teoria]] sul profilo del killer. Nell'ottobre [[2005]] il consulente fu condannato a un anno e mezzo di [[reclusione]] ([[sospensione condizionale della pena|pena sospesa]] e poi caduta in prescrizione penale, non civilmente<ref name="ReferenceA"/>) per [[calunnia]] nei confronti dell'accusa e per [[diffamazione]] dell'agente del SISDE Aurelio Mattei<ref name=complotto>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20151222131200/http://archiviostorico.corriere.it/2005/ottobre/15/Marta_Russo_non_complotto_co_10_051015029.shtml|titolo=«Marta Russo, non ci fu complotto»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Gianvito Lavinia|data=15 ottobre 2005|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>. Non fu condannato il deputato Taradash.
 
Anche la testimonianza di Maria Chiara Lipari sulle persone presenti si basava molto sui ricordi inconsci, mentre quella determinante di Gabriella Alletto poteva apparire come frutto di una pressione psicologica eccessiva (somigliante al cosiddetto "metodo Reid", che può fornire false confessioni se troppo pressante).<ref>[http://www.ilpost.it/2014/03/11/false-confessioni-tecnica-reid/ ''Perché gli innocenti confessano: la tecnica Reid'']</ref><ref>[http://www.piergiorgiostrata.net/wp-content/uploads/2014/09/Le-false-memorie.pdf Piergiorgio Strata, ''Le false memorie'']</ref>
 
==== Altre testimonianze e polemiche ====
 
Oltre alla Alletto, anche Liparota avrebbe riferito una versione simile il giorno dell'arresto (scrivendo su un biglietto di aver visto i due assistenti alla finestra e di aver sentito "un suono", poi ne parlò con la madre Rosangela Villella), prima di negare e ritrattare tutto, ascrivendo però il racconto alle fortissime pressioni dei pm che volevano una conferma esatta della loro ricostruzione, conferma chiesta pressantemente anche alla Alletto e quindi tentando di scagionare Scattone e Ferraro:{{citazione|Un poliziotto mi descrisse il carcere e disse quello che mi sarebbe toccato da detenuto... Decisi di confermare quanto raccontato dalla Alletto variando qualche piccolo particolare per essere più attendibile. Inventai di sana pianta la storia delle minacce fatte da Ferraro. Un poliziotto mi consigliò di segnare su un foglietto queste accuse. (...) Il foglio mi fu sequestrato a Regina Coeli... Sono certo che io non ho mai vissuto la scena raccontata dalla signora Alletto, mai, e che la mattina del 9 maggio non sono mai stato, contemporaneamente alla signora Alletto, al dottor Ferraro e al dottor Scattone, nell'aula 6, e tanto meno alla dottoressa Lipari.|Testimonianza di Francesco Liparota<ref name=liparota/>}}
La mattina dopo Liparota ritrattò subito ''"quelle falsità"'', ma disse che fu spaventato da una guardia penitenziaria, che gli disse che sarebbe stato trasferito in cella con altri detenuti. Come a Ferraro, gli venne consigliato di accusare Scattone.<ref name=liparota/>
I pm accusarono quindi i dipendenti dell'Istituto di "[[omertà]]".<ref name=pres>[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/1999/02/11/PA602.html ''Il drammatico confronto: «Vi ho visto, dovete confessare» Quelle pressioni sulla Alletto e l'inchiesta di Flick sui Pm'']</ref><ref name=sagnotti/>
 
Al padre di una testimone (l'assistente Simona Sagnotti che testimoniò l'agitazione di Gabriella Alletto, sostenendo che le riferì una frase minacciosa detta dagli inquirenti: ''"stia attenta, noi sappiamo che lei ha un figlio di sei anni"''<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/2e27eacc2ab105bff1dc0e401f3b7038_19981119_marta-russo-teste-alletto-mi-disse-minacciano-mio-figlio/?q=salvatore_ferraro&query=marta_russo&year=1998&month=11 Marta russo: teste, alletto mi disse 'minacciano mio figlio']</ref>) vengono sequestrati alcuni beni di cui era intestatario, in quanto erano forse proprietà di Enrico Nicoletti, persona legata alla [[banda della Magliana]] secondo Lasperanza.<ref name=sagnotti/><ref name=crono/> Per la procura la testimonianza della Sagnotti non è valida per conflitto di interesse.<ref name=sagnotti>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/05/26/quella-teste-odia-la-procura.html ''«Quella teste odia la procura»'']</ref> Simona Sagnotti aveva screditato le accuse di Gabriella Alletto e accusato i magistrati. Nell'arringa finale Lasperanza disse che "la ricercatrice si è accanita contro la Procura per astio"; la Sagnotti querelò il pm.<ref name=sagnotti/>
 
=== Le perizie chimico-balistiche ===
 
Sul davanzale erano state ritrovate particelle di [[bario]] e [[antimonio]], [[metalli pesanti]] compatibili con la [[polvere da sparo]] e i proiettili, e di [[ferro]], ma non fu possibile stabilire se effettivamente fossero residui di sparo.<ref>[http://www.robertabruzzone.com/Internet-e-Social-Media/lomicidio-di-marta-russo-nella-ricostruzione-di-roberta-bruzzone-i-parte.html ''L'omicidio di Marta Russo nella ricostruzione di Roberta Bruzzone (I parte)'']</ref>
Però, secondo i periti, prof. [[Carlo Torre (medico)|Carlo Torre]], Paolo Romanini e Pietro Benedetti, erano compatibili con il percorso fatto dal proiettile le traiettorie dalle finestre uno, tre, quattro, sei (l'aula "incriminata"), sette e otto dell'istituto di Filosofia del diritto, oltre che con il bagno di statistica. Ma ''«solo la sette e la otto»'', al pianterreno, hanno ''«una più accentuata probabilità».''<ref name=liparota/> Pur non sapendo se gli imputati si trovassero effettivamente nell'aula 6, i periti di primo grado convennero su una possibile estraneità:
 
{{citazione|Gli elementi tecnici risultati dalle indagini non indicano il coinvolgimento degli imputati in quello sparo.|Perizia collegiale disposta dalla Corte d'Assise di Roma, redatta da Pietro Benedetti, Paolo Romanini e [[Carlo Torre (medico)|Carlo Torre]]<ref name=nessuno/>}}
 
Le tracce (una "particella" definita "binaria") che gli inquirenti avevano creduto di identificare come "univocamente" attribuibile allo sparo avrebbe potuto con alta probabilità ''«non avere nessun rapporto col colpo»'' che uccise Marta Russo, ''«sia per la presenza in essa di antimonio sia per la preponderante presenza di ferro, che la renderebbe compatibile soltanto con un colpo esploso da un'arma arrugginita (e non è, come si è visto, il caso in oggetto)»''. Le cartucce prodotte dalla ditta inglese Eley, da una delle quali proveniva il proiettile trovato nel capo della vittima, non contengono antimonio nell'innesco e rilasciano invece [[piombo]], [[bario]] e [[Calcio (elemento chimico)|calcio]], oltre a tracce di [[fosforo]].<ref name=zero>[http://www.dirittodicritica.com/2010/12/13/yara-scazzi-marta-russo-indagini/ ''Yara, Sarah Scazzi, Marta Russo: quando le inchieste ripartono da zero'']</ref> Anche alcuni esperti di [[Scotland Yard]] concordarono.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/foglio%2071201.htm Altre mostruosità - Dice il pg della Cassazione che il processo Marta Russo non è degno di uno Stato di diritto (l'Anm tace)'', Il Foglio, 7 dicembre 2001]</ref>
 
La particella non era sferica, mentre quelle di uno sparo lo è.<ref name=imposimato/> Secondo questi periti la particella aveva quindi ''«un'origine diversa dallo sparo (proviene cioè da inquinamento ambientale)»'', essendoci particelle analoghe su altre finestre degli edifici circostanti.<ref name=foglio/><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ragioni.htm ''Le ragioni del nostro impegno'', Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro]</ref>
 
Ad occuparsi dei rilievi sulla presunta particella fu anche il perito [[Ezio Zernar]]<ref name=comitato2/><ref>Condannato definitivamente nel 2014 a due anni di reclusione per falsificazione di prove, avvenuta nel suo laboratorio, nel caso di [[Unabomber#Elvo Zornitta|Elvo Zornitta]], un ingegnere di Pordenone accusato ingiustamente di essere il bombarolo soprannominato "[[Unabomber]] italiano".</ref>, i cui metodi saranno messi in discussione negli anni seguenti.<ref>[http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2014/6-novembre-2014/unabomber-cassazione-conferma-condannato-2-anni-poliziotto-zernar-230484378578.shtml ''Unabomber, la Cassazione conferma: condannato a due anni il poliziotto Zernar'']</ref> Zernar, dopo che il perito Giacomo Falso aveva trovato i residui sulla finestra dell'aula 6, trovò comunque analoghe particelle sulla finestra del professor Costantino e in seguito su altre finestre.<ref name=comitato2/> Qualora si trattasse di inquinamento ambientale, le identiche particelle erano coincidenti con quelle rilasciate dalle [[pastiglie freno]] prodotte dalla [[Ferodo]] (specie quelle per le automobili [[Volkswagen]] Golf Gt turbodiesel e [[Audi]] 80 turbodiesel<ref name=nessuno/>, ma anche nelle vecchie [[Mini Cooper]]<ref name=nessuno/>, come quella posseduta dal professor Romano<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/30/quel-giorno-ero-anch-io.html ''"Quel giorno c'ero anch'io"'']</ref>), oppure polvere di saldatura.<ref name=foglio/><ref name=romanini>[http://newsitaliane.it/2015/giovanni-scattone-non-ci-sta-mi-si-vuole-impedire-unesistenza-normale-16837 ''Giovanni Scattone non ci sta: "Mi si vuole impedire un'esistenza normale"'']</ref>
 
Nella parte esterna della borsa di Ferraro, sempre a opera di Zernar<ref name=peri>[http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/16/Marta_Russo_perizia_non_chiarisce_co_10_0101162775.shtml ''Marta Russo, la perizia non chiarisce i dubbi'']</ref>, furono ritrovati altri residui che secondo l'accusa erano resti di polvere da sparo, mentre secondo la difesa e secondo alcuni esperti erano sempre polvere metallica derivata da particelle dalle pastiglie freno dei veicoli.<ref name=foglio/><ref name=mori/> L'arma del delitto non verrà mai ritrovata.<ref name=mori/>
 
In seguito si occuparono di una nuova super-perizia il professor Domenico Compagnini (secondo cui le traiettorie possibili erano circa 27<ref>[http://www.lavocedellevoci.it/?p=524 Rita Pennarola, ''Periti e pentiti'']</ref>), lo stesso Ezio Zernar e altri.<ref>[http://web.archive.org/web/20151213230123/http://archiviostorico.corriere.it/2001/gennaio/05/Marta_Russo_perizia_balistica_non_co_10_0101052919.shtml ''Marta Russo, la perizia balistica non dà certezze'']</ref> Per Zernar, l'unica particella che poteva essere compatibile con il proiettile era quella nella borsa di Ferraro. La successiva "perizia nanotecnologica" del professor Roberto Cingolani non escluse che la particella della borsa potesse derivare da uno sparo; stabilì che in effetti essa ''«ha una composizione simile, sia sul piano quantitativo sia sul piano qualitativo, a quella dei residui trovati sul proiettile (piombo, bario, fosforo, calcio, silicio)»'', aggiungendo che, solo ''«qualora si potesse escludere che particelle di questa composizione possano essere formate da altri processi ambientali e/o di inquinamento, sarebbe ragionevole concludere che le particelle della parte inferiore del proiettile e quella rinvenuta nella borsa di Ferraro sono analoghe»''.<ref name=foglio/><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/01/21/tre-perizie-mille-dubbi-il-caso-marta.html ''Tre perizie, mille dubbi. Il caso Marta resta aperto'']</ref> Tuttavia, essa poté essere definita "simile" ma non identica. Secondo il professor Torre, il silicio era proveniente dai tubi dell'impianto di riscaldamento<ref name=giovacchino/> e la polvere da sparo una contaminazione, data l'esiguità<ref name=teste/>; il dottor Romanini, alcuni anni dopo (prima di morire in un incidente d'auto nel 2011), espresse anche lui critiche alle analisi di Zernar e Cingolani sulla "traccia di polvere da sparo" della borsa, poiché ''«se la pistola usata avesse davvero appena sparato, avrebbe lasciato non una ma diecimila tracce»''.<ref name=romanini/> Per il perito, prima degli [[anni 2000]] si compivano moltissimi errori comuni in balistica.<ref name=romanini/>
 
A parte la particella "compatibile", le altre tracce (sui vestiti e sulla finestra) non furono ammesse come prova, a causa dell'incertezza sulla reale origine (per i periti sono a prevalenza di ferro, quindi non compatibili con uno sparo<ref name=nessuno/>); non vennero ritrovate armi o bossoli a casa loro.<ref name=caso/><ref name=storie>[http://members.xoom.virgilio.it/andrebra/Speciali/specialemau/specialemau.html ''Strane Storie: osservazioni in merito ad un delitto'']</ref> Il test del [[guanto di paraffina]] aveva dato esito negativo nei giorni immediatamente seguenti al 9 maggio, ma non fu considerato attendibile in quanto era passato troppo tempo dallo sparo.
 
La stessa aula 6 era possibile come punto di origine dallo sparo solo nel caso che la vittima avesse una posizione della testa (ma i testimoni non lo ricordavano) che l'avvocato difensore di Scattone definì "innaturale", ossia pendente verso destra.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/petrelliappello.htm «ARRINGA DELL'AVV. FRANCESCO PETRELLI, DIFENSORE DEL DOTT. GIOVANNI SCATTONE, AL PROCESSO D'APPELLO PER LA MORTE DI MARTA RUSSO», 14 giugno 2000]</ref> Infatti secondo due periti della corte {{citazione|Se la vittima aveva il capo leggermente voltato verso destra e obliquo, il punto di sparo probabilmente proveniva dalla finestra dell'aula 6. Se invece la Russo aveva il capo perfettamente eretto, allora la traiettoria porta ad altri tre luoghi, ma al piano terra dello stabile: il bagno disabili, la sala di statistica, in fase di ristrutturazione e la sala computer, se la vittima aveva però la testa anche ruotata verso destra.|Relazione dei periti Martino Farneti e Vero Vagnozzi<ref name=mastrogiacomo/>}}
Su questo convennero anche il medico legale Di Luca<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/4mag/4mag.html ''L'udienza del 4 maggio'']</ref> e il professor Torre:{{citazione|Alla fine siamo arrivati alla conclusione che è più probabile che il colpo sia partito dai bagni di Statistica o da una stanzetta adiacente che all'epoca era in ristrutturazione.|Intervista a Carlo Torre<ref name=teste>[http://web.archive.org/web/20151106035634/http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/11/Marta_teste_periti_sconfessano_accusa_co_0_990211885.shtml ''Marta, teste e periti sconfessano l'accusa'']</ref>}}Il proiettile aveva tracce di fibre di [[lana di vetro]], come se la canna dell'arma fosse stata vicina a questi residui; le fibre erano compatibili con quelle del controsoffitto del bagno disabili (oltre che con una tenda di materiale plastico), rinvenute anche sul pavimento del locale inizialmente indicato dai testimoni come luogo dello sparo; tale materiale non era invece presente nell'aula 6 di Filosofia del diritto.<ref>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martrus/ultima/ultima.html ''Marta Russo, l'appello bis, si cerca l'ultima verità'']</ref> L'accusa disse che erano, forse, resti di un silenziatore, tesi considerata possibile dai periti.<ref name=silen/> Nel bagno di Statistica furono anche trovati residui di presunta polvere da sparo. Durante il processo di appello l'avvocato Petrelli esibì in aula perizie e campioni che avrebbero dovuto dimostrare l'analogia tra i filamenti dei pannelli del controsoffitto del bagno e i residui di lana di vetro su proiettile e capelli della vittima. Un'analoga perizia sostenne la compatibilità della particella della borsa col residuo delle marmitte catalitiche.<ref>http://www.webalice.it/guido.vitiello/assolvetescattone.htm Luca Lippera, ''Assolvete Scattone, le tracce di sparo conducono al bagno disabili di Statistica»''</ref>
 
== Il processo ==
=== Primo e secondo grado ===
Nel processo di primo grado emersero collegamenti con soggetti legati alla [['ndrangheta]] riguardante la provenienza della pistola, poi caduti in dibattimento. Molto criticata fu anche l'affermazione dell'accusa secondo cui "il movente è l'assenza di movente".<ref name=ndran>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/15/Scattone_aveva_mano_una_pistola_co_0_9809159648.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/15/Scattone_aveva_mano_una_pistola_co_0_9809159648.shtml|titolo=" Scattone aveva in mano una pistola "|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=15 settembre 1998|accesso=23 febbraio 2013}}</ref> Fu però l'interrogatorio preliminare di Gabriella Alletto quello che continuò a scatenare le più feroci polemiche.<ref name=pm/>
 
In seguito alle critiche sulla gestione dell'inchiesta, per una maggiore trasparenza il processo di primo grado venne aperto al pubblico e trasmesso in diretta da Radio Radicale, oltre che registrato e trasmesso in differita dalle telecamere ammesse.
 
I pm chiesero la condanna di Scattone e Ferraro a 18 anni di reclusione per concorso in omicidio volontario causato da [[dolo eventuale]] (ma con la concessione delle attenuanti generiche), e per detenzione illegale di arma da fuoco; chiesero altresì la condanna per favoreggiamento e detenzione di arma da fuoco per Francesco Liparota (a cinque anni e 9 mesi), e il solo favoreggiamento per Gabriella Alletto (1 mese con richiesta di [[sospensione condizionale della pena]]) e Bruno Romano (4 anni); per Marianna Marcucci, il bibliotecario Maurizio Basciu e la segretaria Maria Urilli venne richiesta invece l'assoluzione.<ref name=prima/><ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/martarusso/martarusso/martarusso.html ''Marta Russo: chiesti 18 anni per Scattone e Ferraro'']</ref>
Il dibattimento di primo grado, che ebbe tra i giudici anche [[Giancarlo De Cataldo]]<ref>[http://unpopperuno.com/2007/10/11/poetic-justice-il-caso-marta-russo-dieci-anni-dopo/ Guido Vitiello, ''Poetic Justice. Il caso Marta Russo, dieci anni dopo'']</ref>, si concluse nel 1999, dopo lunghe udienze, con la condanna di Giovanni Scattone per [[omicidio colposo]] con aggravante della [[colpa cosciente]] (escludendo quindi il [[dolo (diritto)|dolo]]<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/09/Marta_Russo_scontro_sulla_sentenza_co_0_0102097036.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/09/Marta_Russo_scontro_sulla_sentenza_co_0_0102097036.shtml|titolo= Marta Russo, scontro sulla sentenza|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=9 febbraio 2001|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>) e possesso illegale di arma da fuoco a 7 anni, e di Salvatore Ferraro per [[favoreggiamento personale]] a 4 anni, e con la legittimazione dell'operato dei pubblici ministeri nel corso dell'interrogatorio della Alletto, poi ripetuta dalla procura di [[Perugia]].<ref name=magi>[http://www.repubblica.it/online/cronaca/martarusso/martarusso/martarusso.html ''Marta Russo, prosciolti i magistrati romani'']</ref>
 
Ferraro venne prosciolto dall'accusa più grave, concorso in omicidio volontario, derubricandola al semplice favoreggiamento, e il procuratore Ormanni rinunciò ad impugnare questa decisione.<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/martarusso/sen/sen.html ''Scattone, condanna a 7 anni e quattro per Ferraro'']</ref>
 
La condanna fu per aver esploso un colpo accidentale, per Scattone, e per averlo coperto, per Ferraro.<ref name=foglio/><ref name=comitato2/> Il tribunale assolse tutti gli altri imputati. I pm opposero ricorso solo per Scattone, Ferraro e Liparota, chiedendo però pene più pesanti per Scattone e Ferraro, e aggiungendo al secondo anche il porto illegale di arma.<ref name=prima/>
 
==== Il processo d'appello ====
 
Dopo la sentenza, Scattone e Ferraro, scarcerati nel [[1999]] e posti prima agli arresti domiciliari e in seguito in libertà per scadenza dei termini della custodia, furono illecitamente invitati a [[Porta a Porta]] dietro compenso di 130 milioni di lire ciascuno. [[Agostino Saccà]], al tempo direttore di [[RaiUno]], fu indagato in concorso con altri per «mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice» che aveva vietato tali pagamenti; i compensi, che Scattone e Ferraro intendevano utilizzare per coprire parte delle ingenti spese legali, furono sequestrati.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/12/Sacca_direttore_Rai_indagato_per_co_0_99121210318.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/12/Sacca_direttore_Rai_indagato_per_co_0_99121210318.shtml|titolo=Saccà, direttore di RaiUno indagato per i milioni dati a Scattone e Ferraro|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=12 dicembre 1999|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>. Anche il direttore del [[Tg1]] [[Giulio Borrelli]] realizzò alcune interviste retribuite.<ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/06/02/Cronaca/MARTA-RUSSO-TG1---SGARBI-LOGICA-E-COSTITUZIONE-CON-BORELLI_140200.php ''MARTA RUSSO: TG1 - SGARBI, LOGICA E COSTITUZIONE CON BORELLI'']</ref>
 
====Movimento innocentista====
{{citazione|Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro sono manifestamente innocenti.|[[Paolo Mieli]]<ref name=tavola/>}}
Già prima della sentenza di primo grado, circa 375 tra intellettuali, cittadini comuni, giornalisti, avvocati e politici provenienti da tutti gli schieramenti e partiti firmarono una petizione per un esposto<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/esposto.htm Testo dell'esposto]</ref> al [[Consiglio Superiore della Magistratura]], e in seguito al Presidente [[Carlo Azeglio Ciampi]]<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/appellociampi.htm ''Al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura'']</ref>, contro i pubblici ministeri Ormanni e Lasperanza (difesi dal procuratore capo Salvatore Vecchione) e in favore degli imputati, citando anche i dubbi espressi da [[Romano Prodi]] e [[Giovanni Maria Flick]].<ref name=parte>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/07/08/Cronaca/MARTA-RUSSO-B-ANGUISSOLANO-A-COLORITURE-DI-PARTE-NEL-COMITATO_203900.php ''MARTA RUSSO: B. ANGUISSOLA,NO A COLORITURE DI PARTE NEL COMITATO'']</ref>
 
Al fine di una controffensiva mediatica, si costituì un Comitato per la difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro (non legata agli avvocati ufficiali Siniscalchi, Rossi e Petreilli), per iniziativa del [[francesistica|francesista]] [[Alberto Beretta Anguissola]] (autore di numerosi interventi pubblici in favore degli imputati<ref>ad esempio, l'articolo [http://www.webalice.it/guido.vitiello/Psicanalisi%20della%20giustizia.htm ''Psicanalisi della giustizia'']</ref> e per il quale il [[Giovanni Scattone#Il caso mediatico|caso mediatico Scattone-Ferraro]] era una riedizione modificata del [[caso Dreyfus]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/07/25/scattone-ferraro-nella-rete.html ''Scattone e Ferraro nella rete'']</ref>); al comitato e alla campagna innocentista aderirono, in vario modo, numerose personalità, tra cui: [[Alessandro Figà Talamanca]], [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]] (sostenitore dell'insufficienza di prove<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/mistero.htm Una recensione del libro di Giovanni Valentini ''Il mistero della Sapienza'', di Alberto Beretta Anguissola]</ref>), [[Guido Vitiello]], [[Antonino Lo Presti]], [[Alfredo Mantovano]], [[Alberto Simeone]], l'ex Rettore della Sapienza [[Giorgio Tecce]], lo scrittore [[Vincenzo Cerami]], lo storico [[Giovanni Sabbatucci]], il giornalista [[Giuseppe D'Avanzo]], [[Marco Taradash]], [[Daniele Capezzone]], [[Alfredo Biondi]], [[Guido Calvi]], [[Filippo Mancuso]], [[Enzo Fragalà]], [[Gustavo Selva]], [[Sandro Provvisionato]], [[Ettore Bucciero]], [[Carlo Giovanardi]], [[Emanuele Macaluso]] (che definì "un tipo di tortura" l'interrogatorio della Alletto), [[Maurizio Pieroni]], [[Carlo Taormina]] e altri 148 cittadini<ref name=parte/><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1998/09/18/Politica/MARTA-RUSSO-MANTOVANO-METODI-DA-STRISCIA-LA-NOTIZIA_184700.php MARTA RUSSO: MANTOVANO, METODI DA 'STRISCIA LA NOTIZIA']</ref><ref name=unita>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1998_09.pdf/19INT01A.pdf&query=cristiana%20pulcinelli Articoli in pdf de l'Unità]</ref>; nell'esposto vennero citati: l'intercettazione ambientale del colloquio Lasperanza, Ormanni e la testimone Gabriella Alletto, l'intercettazione ambientale del colloquio tra Francesco Liparota e suo padre Antonio, ''«l'omessa ed incompleta verbalizzazione dei colloqui tra l'autorità giudiziaria e le persone informate sui fatti»'', la nomina irregolare o in forma insolita dei difensori d'ufficio dell'Alletto, l'uso in giudizio delle perizie psicologiche di Scattone e Ferraro (proibito dal [[codice di procedura penale]]), ''«l'incongrua richiesta della trasmissione degli atti»'' e la ''«tardiva verifica degli alibi»''.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/adesioni.htm Adesioni al Comitato pro Scattone e Ferraro]</ref><ref>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/1999/07/07/Cronaca/MARTA-RUSSO-DA-SCATTONE-E-FERRARO-ESPOSTO-CONTRO-I-PM_155100.php ''MARTA RUSSO: DA SCATTONE E FERRARO ESPOSTO CONTRO I PM'']</ref>.
Lo scopo del Comitato era di sostenere moralmente ed economicamente i due assistenti universitari, nonché di favorire un giusto processo e un'eventuale assoluzione.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/ Comitato per la difesa di Scattone e Ferraro]</ref>
Espresse dubbi anche il magistrato [[Ferdinando Imposimato]]. Secondo il magistrato la maggioranza dei processi mediatici generano errori giudiziari.<ref name=tavola/><ref>In tal modo il giornalista diventa complice: quello che accade e che si scrive nei primi giorni diviene spesso determinante l'opinione pubblica né quella dei giudici popolari, che si rifanno alla prima impressione, adeguandosi alla tesi dell'accusa. A causa del "libero convincimento del giudice", una campagna di stampa colpevolista può avere effetti irreversibili ai fini di un'ingiusta condanna. Nel caso citato, benché la sentenza di condanna per colpa abbia escluso il dolo, la prima ricostruzione (un omicidio effettuato per gioco o per realizzare il "delitto perfetto") rimase legata al caso nella mente di parte dell'opinione pubblica, a causa di una campagna stampa aggressiva e accondiscendente verso le tesi degli investigatori e dei pubblici ministeri, i quali si avvalsero spesso dello strumento della [[querela]] per difendere il loro teorema giudiziario. Gli imputati, secondo il magistrato e avvocato, sono stati, quindi, gravemente danneggiati dalla stampa, e nessuno ha dovuto pagare un prezzo o un risarcimento per questo, come in altri casi simili, a differenza di quanto avviene in altri Paesi (ad esempio, negli [[Stati Uniti]], anticipare sugli organi di stampa, in maniera netta, un verdetto di un tribunale può portare anche all'incriminazione per oltraggio alla corte). La stampa ha cessato di essere colpevolista a prescindere solo dopo il video della Alletto, mentre già prima sarebbe stato possibile dare un giudizio.</ref>
Il professor [[Giovanni Sabbatucci]], innocentista da subito, disse che «non solo manca la certezza che lo sparo sia partito da quella finestra (e questo già lo si sapeva), ma c'è qualche buon motivo in più per pensare che lo sparo non sia partito da lì; e che dunque tutto l'improbabile scenario costruito dall'accusa (due giovani studiosi incensurati si procurano, non si sa come, una pistola, mai ritrovata, e la usano per sparare a casaccio da una finestra colpendo a morte la povera studentessa: il tutto in un luogo aperto al pubblico e alla presenza di testimoni che li conoscono bene) sia fondato praticamente sul nulla».
Anche l'ex giudice Edoardo Mori pronunciò in anni seguenti un giudizio fortemente critico.<ref>[http://www.earmi.it/varie/scienze%20forensi.html ''La drammatica situazione delle scienze forensi in Italia'']</ref>
Inoltre, se colpevoli di omicidio, sarebbe bastata l'ammissione di aver provocato un incidente per caso per ottenere un'assoluzione o una pena irrisoria (questa fu un'altra obiezione). La decisione di non confessare nulla (a Ferraro sarebbe bastato confermare l'accusa contro il collega), pur rischiando teoricamente anche l'[[ergastolo]], aumentò la convinzione degli innocentisti sull'estraneità di Scattone e Ferraro. L'avvocato di parte civile, invece, rispose agli innocentisti affermando che i tre (comprendendo anche Liparota) non avrebbero confessato "l'incidente" per paura di rivelare la provenienza della pistola, secondo lui "sporca" e proprietà di "qualcuno di importante".<ref>«Per pura ipotesi si potrebbe supporre che la pistola avesse una provenienza sporca, magari era stata usata per qualche cosa di orrendo, magari da qualcuno importante. Nessuno è riuscito ad accertare la provenienza della pistola... Perché Liparota era terrorizzato e, terrorizzato, aveva ritrattato tutto? Per le minacce che aveva subito lui stesso o per le minacce che avevano subito Scattone e Ferraro? Per pura ipotesi naturalmente ce lo chiediamo... Due poveri ragazzi: dietro c'è qualcosa d'altro?» cfr.[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/30000/27094.xml?key=Oreste&first=31&orderby=0&f=fir&dbt=arc ''Il 9 maggio ‘97 la studentessa fu colpita a morte da un colpo di pistola. Se la condanna sarà confermata, Scattone e Ferraro torneranno in carcere «Un processo gestito dai media» Delitto Marta Russo, parla l'avvocato di parte civile, Flammini Minuto: un coro di innocentisti nonostante le perizie'']</ref>
 
Nel processo di appello fu però confermata la sentenza di primo grado, con un lieve aumento della pena (8 e 6 anni) perché Ferraro fu accusato anche di [[detenzione abusiva di armi|detenzione illegale]] di [[arma da fuoco]] e venne deciso che Scattone poteva sapere che la pistola fosse carica. Francesco Liparota fu condannato per [[favoreggiamento]] a 4 anni.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/05/Ecco_perche_Scattone_sparo_co_10_0105054850.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/05/Ecco_perche_Scattone_sparo_co_10_0105054850.shtml|titolo="Ecco perché Scattone sparò"|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=5 maggio 2001|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
 
=== L'annullamento in Cassazione e la conclusione ===
Il 6 dicembre 2001, la Corte di Cassazione, su richiesta anche del Procuratore Generale Vincenzo Geraci (che definì "basi di sabbia" le testimonianze Alletto e Lipari che secondo Geraci erano da ''«gettare alle ortiche»''<ref>[http://www.lavocedinewyork.com/Il-Prof-Giovanni-Scattone-rinuncia-alla-cattedra-e-diventa-Giovanni-L-Assassino/d/14326/ ''Il Prof. Giovanni Scattone rinuncia alla cattedra e diventa Giovanni L'Assassino''], su La Voce di New York</ref>, criticando i metodi degli inquirenti, oltre a esprimere disappunto per le analisi scientifiche non probatorie), annullò la sentenza di appello definendo "illogiche" e "contradditorie" molte prove, e la sentenza viziata quindi da un ''«verdetto contraddittorio»'', e rinviando tutto ad un nuovo processo d'appello.<ref name=haver2>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2002/ottobre/19/Delitto_Marta_Russo_stato_diavolo_co_0_0210191023.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2002/ottobre/19/Delitto_Marta_Russo_stato_diavolo_co_0_0210191023.shtml|titolo=Delitto Marta Russo «È stato il diavolo a premere il grilletto»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=19 ottobre 2002|accesso=23 febbraio 2013}}</ref><ref>[http://www.radio1.rai.it/dl/radio1/archivio/puntate/20011207_puntata_18316-radio1.html ''Marta Russo: riparte la caccia all'assassino'']</ref> Geraci subì un procedimento interno, archiviato, per aver parlato in favore degli accusati.<ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/csm130602.htm Il Csm assolve Geraci: «Il pm non fu scorretto»]</ref>
 
Il giudice accolse le motivazioni dei difensori e del procuratore che parlavano di ''«illogicità»'', ''«inadeguatezza»'', ''«nullità della perizia balistica del prof. Compagnini»'', e della ''«critica infondata ed immotivata cui è stata sottoposta la perizia collegiale disposta in primo grado»'' ed effettuata dal prof. Torre, assieme a Romanini e Benedetti, e affermando, al di là della dichiarazione di innocenza, che le pene erano eccessive per un delitto giudicato colposo.<ref name=cassa1>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=MRRLaSentenzaDellaCassazionedocumen ''Marta Russo: La sentenza della Cassazione (documento del 6/12/2001)'']</ref> Per la Cassazione era discutibile che ''«la Corte abbia ritenuto di dare rilevanza alle sei particelle che intersecano solo la finestra dell'aula 6, pretermettendo di considerare le altre sei particelle compatibili esclusivamente con la finestra del bagno disabili e soprattutto le altre quindici traiettorie che intersecano entrambe le finestre»''.<ref name=cassa1/>
 
Gli accertamenti delle perizie di secondo grado vengono giudicati ''«ultrasofisticati»'' ma inutili perché non hanno condotto a risultati certi e perché ''«la prova generica non ha alcun valore decisivo in questo processo che si impernia sulle chiamate in correità e in reità»'', e tale "chiamata in reità" della Alletto non appariva suffragata da riscontri scientifici e forensi.<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/65000/63431.xml?key=Maura+Gualco&first=321&orderby=1&f=fir ''Comincia martedì, a cinque anni dall'omicidio. La mamma della ragazza uccisa all'Univeristà La Sapienza di Roma: «Speriamo che finisca presto» Marta Russo, il processo riparte dai testimoni'']</ref>
 
Il secondo processo di appello, con il sostituto Procuratore Antonio Marini che avrebbe voluto una condanna più severa<ref name=haver2/> (22 anni per Scattone, 6 per Ferraro, 4 per Liparota<ref>[http://www.radioradicale.it/marta-russo-chiesti-22-anni-per-scattone Marta russo: chiesti 22 anni per Scattone]</ref>), però confermò le condanne ribadendo l'impianto precedente e non tenendo conto della sentenza della Cassazione, se non per l'entità della condanna irrogata; infatti la corte d'appello di Roma emise pene più miti: sei anni per Scattone, quattro per Ferraro, due per Liparota.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/05/Condanna_piu_severa_Scattone_co_10_030505020.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2003/maggio/05/Condanna_piu_severa_Scattone_co_10_030505020.shtml|titolo=«Condanna più severa a Scattone»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=5 maggio 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>
 
Il 15 dicembre [[2003]] la V Sezione Penale della [[Corte di Cassazione]], nell'assolvere l'usciere Francesco Liparota, condannò Giovanni Scattone a 5 anni e quattro mesi, e Salvatore Ferraro a 4 anni e due mesi<ref>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20151013214452/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/03/Marta_Russo_libero_Scattone_Voglio_co_9_040403055.shtml|titolo=Marta Russo, libero Scattone «Voglio un lavoro e dei figli»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Gianvito Lavinia|data=3 aprile 2004|accesso=23 febbraio 2013}}</ref>, eliminando a entrambi il reato di detenzione illegale di arma per l'impossibilità di determinarne la provenienza.<ref name=conferma>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/110000/105497.xml?key=ricercatore&first=231&orderby=0 ''«Scattone e Ferraro, colpevoli per sempre». Caso Marta Russo, la Cassazione conferma le condanne dei due ricercatori ma riduce le pene. Assolto Liparota'']</ref>
 
Liparota venne assolto tramite [[annullamento senza rinvio]], perché ''«non punibile al momento del fatto»'', in quanto "terrorizzato" e poiché il suo favoreggiamento sarebbe stato frutto solo delle minacce ricevute dagli altri due e della sua personalità fragile e suggestionabile. Egli continuò però a negare di avere ricevuto minacce, dicendo che fu ''«un processo-farsa»''.<ref name=liparota2/> Dalla sua assoluzione, Francesco Liparota svolge attività di avvocato nello studio del fratello Fabio.<ref>[http://www.liparota.it/pages/ita/content/professionisti___avvocati.php Studio Legale Liparota - ''I professionisti'']</ref>
 
Scattone rifiutò di confessare il delitto e preferì andare in carcere per finire di scontare gli anni rimanenti (rimarrà a [[carcere di Rebibbia|Rebibbia]] per un altro anno). Ferraro sconterà il resto della pena ai domiciliari.<ref>[http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=SCATTONE+Giovanni Giovanni Scattone - Biografia]</ref> Il pg Antonio Marini dichiara che ''«volevamo che i giudici scrivessero soltanto tre parole: "sono stati loro", cioè che fosse riconosciuta la responsabilità di Scattone e Ferraro»''.<ref>[http://www.repubblica.it/2003/l/sezioni/cronaca/marta/marta/marta.html ''Marta Russo, Scattone e Ferraro condannati anche in Cassazione'']</ref> La famiglia di Marta Russo si disse soddisfatta della conclusione, accettando la tesi dell'omicidio colposo.
 
Sia Salvatore Ferraro<ref>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/210000/206565.xml?key=Federica+Fantozzi&first=1281&orderby=1&f=fir&dbt=arc ''Salvatore Ferraro ora lavora in Parlamento. Condannato per la morte di Marta Russo, ha scontato la pena. Collabora con Capezzone alla commissione Attività produttive'']</ref> sia Giovanni Scattone annunciarono la volontà di chiedere la revisione del processo<ref>[http://archivio.panorama.it/archivio/Scattone-e-Ferraro-pene-ridotte-ma-confermate ''Scattone e Ferraro: pene ridotte ma confermate'']</ref>, cosa ribadita da Scattone nel [[2011]]<ref>[http://magazine.excite.it/risarcimento-marta-russo-stabilito-un-un-milione-N73584.html ''Marta Russo, stabilito il risarcimento di un milione di euro'']</ref> I legali dei due imputati avevano presentato già nel [[1999]] due ricorsi separati alla [[Corte Europea per i Diritti dell'Uomo]] per varie violazioni, tuttora pendenti, contestando in particolare<ref>[http://web.archive.org/web/20151120071822/http://archiviostorico.corriere.it/1999/dicembre/27/Ferraro_Scattone_seconda_vita_attesa_co_10_9912279079.shtml''Ferraro e Scattone, la seconda vita in attesa dell'appello'']</ref><ref name=rico/>:
* carcerazione lunga
* pressioni psicologiche ai testimoni
* piste alternative non seguite
* il contradditorio in aula negato tra testimoni a carico e testimoni a discarico (in seguito al rifiuto di contrapporre, in un pubblico dibattito, Gabriella Alletto a Laura Cappelli e Serenella Armellini, ecc.)
 
==== Riabilitazione penale di Scattone ====
La Cassazione decise anche di non comminare pene accessorie, cancellando l'interdizione all'insegnamento per Scattone. Gli viene quindi accordata la [[riabilitazione (diritto)|riabilitazione penale]], a decorrere dal giorno della fine della pena, con revoca dell'interdizione dai pubblici uffici e restituzione dei diritti civili e politici.<ref name=conferma/>
 
=== Procedimenti correlati ===
Nel luglio [[2005]] Giovanni Scattone accusò il giornalista [[Paolo Occhipinti]] e la [[Rcs MediaGroup|RCS]] di violazione del diritto della personalità per un articolo sul settimanale ''[[Oggi (rivista)|Oggi]]'', che riteneva diffamatorio, ma perse la causa, con addebito a suo carico delle spese processuali.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/28/Negato_risarcimento_Giovanni_Scattone_co_10_050728031.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/*/http://archiviostorico.corriere.it/2005/luglio/28/Negato_risarcimento_Giovanni_Scattone_co_10_050728031.shtml|titolo=Negato risarcimento a Giovanni Scattone|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Redazione online|data=28 luglio 2005|accesso=24 febbraio 2013}}</ref>
 
Fu respinta anche la richiesta di 750.000 euro all'Università da parte di Gabriella Alletto.<ref>[http://web.archive.org/web/20151220211528/http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/17/Alletto_chiede_alla_Sapienza_750_co_0_031017066.shtml ''La Alletto chiede alla Sapienza 750 mila euro per pagare i legali'']</ref>
 
Durante il processo alcuni testimoni a discarico (Marcucci, Basciu, Urilli, La Porta) furono denunciati per favoreggiamento (ma saranno tutti assolti), mentre un'amica di Ferraro fu minacciata di denuncia per [[apologia di reato]] per aver indossato in aula una maglietta in suo favore dove si denunciava il processo come "ingiustizia".<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/8e04773422c10c6f7e721632457a1f62_19980420_marta-russo-fuori-amica-ferraro-per-slogan-su-maglietta/?query=omicidio_di_marta_russo Marta Russo: fuori amica Ferraro per "slogan" su maglietta]</ref> I pm, inoltre, querelarono per diffamazione alcuni giornalisti e opinionisti (tra cui [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]]); saranno però prosciolti in istruttoria.<ref name=tavola/>
 
Nel [[2010]], il deputato [[Daniele Capezzone]], che aveva seguito il caso - definendolo "caso di giustizia [[Situazione kafkiana|kafkiana]] (cioè italiana)"<ref>[http://old.radicali.it/view.php?id=42980 ''Scattone. Capezzone: spero che finisca accanimento contro di lui'']</ref> -, fu condannato per diffamazione, per aver definito "teppistico" il comportamento dei magistrati, parlando di "testimoni minacciati".<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/politica/2010/02/12/news/capezzone_condannato-2271230/|titolo=Definì 'teppista' un magistrato Capezzone condannato in Cassazione|pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |giorno=12|mese=02|anno=2010|accesso=13 febbraio 2010}}</ref>
 
Nel maggio [[2011]] la XIII Sezione del Tribunale Civile di Roma, presieduta dal giudice Roberto Parziale, condannò Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro al risarcimento di un milione di euro (più di 900.000 per Scattone e circa 20.000 per Ferraro) ai familiari di Marta Russo - i genitori, Donato e Aureliana, e la sorella Tiziana - e al pagamento delle spese giudiziarie e detentive, stabilendo inoltre che La Sapienza non può essere ritenuta responsabile della morte della ragazza. Il solo Ferraro<ref>[http://notizie.radicali.it/articolo/2012-12-06/editoriale/condannati-preventivi-una-galleria-degli-orrori ''"Condannati preventivi": una galleria degli orrori'']</ref> fu condannato a versare all'università 28 mila euro come risarcimento dei danni di immagine.<ref>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20150926004114/http://www.corriere.it/cronache/11_maggio_05/marta-russo-risarcimento_0fe5484a-7760-11e0-a006-4d571262b3cd.shtml|titolo=Morte di Marta Russo, Scattone e Ferraro dovranno risarcire la famiglia|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Redazione online|data=5 maggio 2011|accesso=24 febbraio 2013}}</ref> In tale occasione, Scattone chiese pubblicamente a Gabriella Alletto di ritrattare la testimonianza, vista la prescrizione di un'eventuale calunnia.
 
Nell'aprile [[2013]] la Corte di Cassazione confermò il risarcimento delle spese del giudizio e della detenzione carceraria per € 300.468 a carico di Ferraro e a favore dello Stato italiano, motivando la sentenza con le circostanze che «il soggetto non si trova in stato di indigenza» e che «l'adempimento non comporta uno squilibrio del suo bilancio tale da precludere il suo recupero e il reinserimento sociale»<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/19/marta-russo-cassazione-conferma-oltre-300mila-euro-di-spese/568738/ Fonte: Il Fatto Quotidiano, 18.04.2013, "Marta Russo, Cassazione conferma oltre 300mila euro di spese"]</ref>.
 
== Teorie e piste alternative ==
Da subito emersero piste alternative che continuarono a essere proposte in seguito, mettendo in discussione la [[verità processuale]].
 
=== La criminalità organizzata ===
Lo scambio di persona era già stato ipotizzato nelle prime indagini. All'inizio si indagò anche sul passato del padre di Jolanda, Renato Ricci, funzionario del [[Ministero della Giustizia]], responsabile degli appalti nel Dipartimento per l'Amministrazione penitenziaria (Dap) e già vicedirettore del [[carcere di Rebibbia]].<ref name=":0" /> Il padre di Jolanda aveva dichiarato di aver ricevuto alcune telefonate anonime,<ref name=donati>{{Cita news|autore = Flavio Haver|titolo = ''Donati gli organi di Marta. Il padre di Jolanda: "Colpirmi? Potevano farlo senza problemi"''|pubblicazione = Corriere della Sera|data = 13 maggio 1997|urlarchivio = http://web.archive.org/web/20151222090805/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/14/Donati_gli_organi_Marta_co_0_9705145835.shtml|dataarchivio = 22 dicembre 2015}}</ref> con minacce dirette proprio alla ragazza.<ref name=valentini>{{Cita web|autore = Enrico Ratto|url = http://www.pedro.it/webs/alternews/segnalazioni/martaRusso.htm|titolo = Caso Marta Russo: Intervista a Giovanni Valentini|accesso = 15 ottobre 2014|data = |citazione = Giovanni Valentini è editorialista della "Repubblica", ha diretto "L’Europeo" e poi "L’Espresso". È autore del libro "Il mistero della Sapienza - il caso Marta Russo" (Baldini & Castoldi).}}</ref> La Procura di Roma non fece inizialmente menzione del fatto che Renato Ricci era stato tra gli indiziati principali dei pestaggi avvenuti il 12 luglio [[1972]] nel carcere di cui era vicedirettore.<ref name=":0">{{Cita news|autore = Flavio Haver|titolo = "Colpita per errore, il bersaglio era l'amica"|pubblicazione = Corriere della Sera|data = 13 maggio 1997|urlarchivio = http://web.archive.org/web/20151222155739/http://archiviostorico.corriere.it/1997/maggio/13/Colpita_per_errore_bersaglio_era_co_0_9705136520.shtml|dataarchivio = 22 dicembre 2015}}</ref><ref>{{Cita news|autore = Anonimo|titolo = Per il massacro di Rebibbia incriminati il direttore e i vice direttori|pubblicazione = [[Lotta Continua (quotidiano)|Lotta Continua]]|data = 29 luglio 1972|urlarchivio = http://www.fabrizioscottoni.it/archivio/OCR-PDF-compressi/LC1_1972_07_29.pdf|citazione = Il direttore del carcere di Rebibbia, il gendarme dottor Giovanni Castellano, i suoi due vicedirettori, Vincenzo Barbera e Renato Ricci, (che avevano presenziato di persona al pestaggio dei detenuti per accertarsi che le botte andassero a segno), alcuni sottufficiali e numerose guardie carcerarie, sono stati indiziati del reato di lesioni per aver sottoposto più di 45 detenuti al massacro di botte e di manganellate della notte del 12 luglio scorso. Ieri un avvocato ha sporto denuncia al magistrato perché il detenuto da lui difeso è in fin di vita in conseguenza delle botte ricevute quella notte.}}</ref>
 
Venne ipotizzata una [[vendetta]] trasversale contro la famiglia del funzionario<ref name=":0"/>, che avesse per obiettivo Jolanda Ricci in quanto figlia di Renato (oppure per un motivo personale), con la Russo colpita per errore data la vicinanza e la somiglianza da lontano (entrambe le ragazze avevano i capelli tinti di biondo e un vestito simile).<ref name=":0"/> La pista, ventilata anche dallo stesso Renato Ricci<ref name=":0"/>, venne dopo poco abbandonata dagli inquirenti.<ref name=psic>{{Cita pubblicazione|autore = Cinzia Palopodi|titolo = Psicologia della Testimonianza: Il caso Marta Russo|rivista = Tesi di Specializzazione Triennale in Scienze Criminologiche|url = http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/10TESI(Psicologiadellatestimonianza).pdf|accesso = 15 ottobre 2014|p = 6|editore = Istituto MEME}}</ref>
 
Per quanto riguarda propriamente la [[criminalità organizzata]] ci furono alcune ipotesi:
* il citato scambio di persona con Jolanda Ricci (per colpire indirettamente Renato Ricci, a causa di qualcosa collegato al lavoro del funzionario penitenziario)<ref name=":0"/>;
* lo scambio con la figlia di un testimone sotto protezione messinese, frequentante sotto falso nome il corso di filosofia del diritto tenuto da [[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]]; la giovane affermò di essere stata nel mirino di killer mafiosi.<ref name=comitato2/> La ragazza e suo padre sostennero che il delitto era una tentata ritorsione della criminalità, e che ci sarebbe stata una confusione causata da una forte somiglianza nel fisico e nei capelli biondi.<ref name=psic/> I titolari dell'inchiesta tuttavia non ritennero verosimile l'ipotesi, sebbene gli investigatori della [[Direzione nazionale antimafia|Procura Nazionale Antimafia]] non la ritenessero totalmente "incompatibile"<ref name=haver1>[http://web.archive.org/web/20151030140038/http://archiviostorico.corriere.it/1999/febbraio/23/Volevano_colpire_non_Marta_Russo_co_0_9902232244.shtml Flavio Haver, ''"Volevano colpire me, non Marta Russo"'']</ref>; come raccontato dal quotidiano ''La Sicilia'', si rivolse nuovamente nel 1999 ai giudici antimafia, asserendo che era solita passare in quel vialetto. I giudici, non rilevando "nulla di nuovo", passarono per competenza la denuncia alla procura romana che archiviò nuovamente<ref>[http://www.repubblica.it/online/fatti/marta/mafia/mafia.html ''Nel caso Marta Russo spunta una pista mafiosa'']</ref><ref>[http://www.zonedombra.com/component/content/article/38-contro-informazione/113-marta-russo-ipotesi-altrenative.html ''Marta Russo: le ipotesi alternative'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/02/23/magistrati-non-passo-mai-nel-vialetto.html ''I magistrati: "Non passò mai nel vialetto"'']</ref>;
* un'ipotesi di un avvertimento mafioso-terroristico all'Università o alla politica, nello stile della [[strage di via dei Georgofili]]<ref name=comitato2/> o che l'obiettivo fosse il figlio di un poliziotto o un misterioso personaggio con una [[Mercedes]] rossa<ref name=tam/>;
* l'idea che Marta Russo possa essere stata colpita solo perché si trovava sulla traiettoria di un altro bersaglio, in particolare in mezzo ad un presunto regolamento di conti o un fuoco incrociato legato al [[traffico di droga]] e allo spaccio - specie di [[cocaina]] - intorno all'Università.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/14/misteri-del-delitto-di-marta-il.html ''I misteri del delitto di Marta. Il teorema del caso. Marta due killer senza movente'']</ref><ref name=valentiniin/>
 
Per la pista della criminalità organizzata furono ascoltati anche alcuni "[[pentitismo|pentiti]]", ma non emerse nulla<ref name=haver1/>; alcuni anni dopo un ergastolano per fatti di mafia, Pasquale De Feo<ref>[https://urladalsilenzio.wordpress.com/tag/giovanni-scattone/ ''Diario di Pasquale De Feo 22 ottobre – 21 dicembre''], blog Urla dal Silenzio</ref>, e l'ex membro della [[Banda della Magliana]] [[Antonio Mancini (criminale)|Antonio Mancini]] (collaboratore nel [[Emanuela Orlandi|caso Orlandi]]) hanno espresso a livello personale la loro convinzione dell'innocenza di Scattone, senza però portare prove a sostegno.<ref>«Piuttosto, ascolti bene... le verità processuali non sono mai quelle storiche. Penso a quel poveretto, Scattone, che non vogliono che insegni al liceo, quando secondo me non c'entra neanche con il delitto all'università e, comunque, ha scontato l'intera pena» (da [http://web.archive.org/web/20151208092050/http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/15_settembre_27/accattone-l-inchiesta-orlandi-l-archiviazione-illogica-e338788e-6545-11e5-b742-179fcf242c96.shtml ''L'Accattone e l'inchiesta Orlandi: «L'archiviazione è illogica»''])</ref>
 
=== Testimonianze alternative ===
Ci furono alcune piste derivate da una lettera anonima e alcune deposizioni riguardo a persone sospette. La missiva fu spedita all'avvocato Coppi, era firmata "una dipendente dell'università" e parlava di un "portico"<ref name=piste/>, concludendo ''«Hanno sparato da lì, ho paura di farmi avanti»''.<ref name=piste/>
Le testimonianze riguardavano il piano superiore di Giurisprudenza e il sottopassaggio interno:
{{citazione|Tra le 11.30 e le 11.45 di quel 9 maggio mi recai nel bagno (...) uscì un ragazzo con un modo di fare maleducato e frettoloso. Era alto circa 1.70 ed aveva i capelli ondulati. Portava qualcosa all'altezza dello stomaco, qualcosa che non seppi identificare, non un marsupio però.|Testimonianza di Felicia Proietti, dipendente della sezione Diritto pubblico<ref name=piste>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/12/04/marta-piste-alternative-tra-missive-testimoni.html ''Marta, piste alternative tra missive e testimoni'']</ref>}}
{{citazione|All'altezza della direttrice mediana del tunnel, ho sentito un rumore secco che mi è parso venire dall'alto (...) sono stata superata alla mia sinistra da una persona che correva in modo scomposto (...) ricordo che non aveva nulla in mano (...) l'ho notata anche perché indossava un giaccone impermeabile a tre quarti in una giornata assolata come quella. (...) Il ragazzo era giovane, alto forse un metro e 78, con capelli castani sfilzati a ciocche e lunghi sul collo longilineo.|Elisabetta Antonini Andreozzi, assistente di Diritto penale<ref name=rico>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Ricorso%20Scattone.htm Ricorso di Giovanni Scattone alla CEDU]</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/09/10/marta-uno-sparo-dal-tunnel.html ''Marta, uno sparo dal tunnel'']</ref>}} Al piano terra dello stesso edificio fu rinvenuto nello stesso giorno del delitto e dentro una scatola, un giaccone blu scuro come quello descritto, su cui furono rinvenuti residui chimici compatibili con la polvere da sparo (particella di piombo-bario, come quelle dell'aula 6, ma senza antimonio).<ref name=altro>[http://web.archive.org/web/20151031230459/http://archiviostorico.corriere.it/1997/luglio/18/Marta_ora_spunta_altro_uomo_co_0_970718539.shtml ''Marta, ora spunta un altro uomo'']</ref><ref name=rico/> Secondo una studentessa, nel ''«bagno delle donne, accanto all'aula sei... c'era un uomo, sui 35 anni, che rovistava nei cestini e guardava sotto i lavandini (...) ha cercato di aprire la porta che dà sul bagno»''. Indossava una ''«giacca nera plastificata... a mezza coscia, con fasce laterali sottili di color arancione fosforescente...Sarà stato 1,90. I capelli erano castani chiari, mossi sotto le orecchie»''.<ref name=brogi>[http://web.archive.org/web/20151222164913/http://archiviostorico.corriere.it/1998/ottobre/08/superteste_basta_confessate_co_0_9810082629.shtml ''La superteste: "Basta, confessate"'']</ref>
 
Altre testimonianze indicano il bagno disabili di Statistica, preso in considerazione anche dalle perizie balistiche per la traiettoria e la presenza del controsoffitto in lana di vetro. Uno studente di 22 anni raccontò alla redazione del ''[[Il Giornale|Giornale]]'' di essere entrato nel bagno disabili di Statistica dove avrebbe scorto ''«un giovane alto e bruno appoggiato alle vetrate dell'ingresso di scienze statistiche»: {{citazione|Un ragazzo vestito con un giubbotto jeans. Aveva una sacca rossa a tracolla e indossava un paio di occhiali scuri. Secondo me, faceva finta di guardarsi allo specchio. Come se avesse voluto aspettare che io me ne andassi per restare solo. Dopo un po' sono uscito e, qualche secondo più tardi, ho sentito lo sparo.<ref name=comitato2/><ref name=nipr/>}} Si accertò comunque che il bagno si poteva chiudere da dentro incastrando la maniglia della porta con la “cipolla” della doccia, che fu trovato fuori posto dalla polizia; le chiavi erano state rubate tempo prima e chiunque sarebbe potuto entrare nei locali.<ref name=caso/> Lo studente Leoni raccontò di avere chiuso la finestra (la cosiddetta "finestra 7") poco prima dello sparo; un testimone oculare del delitto, Andrea Ditta, spiegò di aver visto invece la finestra socchiusa subito dopo.<ref name=nipr/><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/13/arresto-eccellente-per-marta.html ''Arresto eccellente per Marta'']</ref> Un verbale della questura del maggio 1997<ref>[https://mobile.twitter.com/emilioftorsello/status/642352354541633537/photo/1 Fotografia del documento reso pubblico]</ref> affermava che il bagno era usato come una postazione di tiro, forse durante le ore notturne: ''«il più accreditabile luogo da cui è stato esploso il colpo è stato il bagno per handicappati della Facoltà di Scienze Statistiche (...) la linea di tiro ideale (...) due scalfiture sul muro a pochi metri di distanza dalla medesima porta dimostrano e confermano come anche in precedenza all'evento delittuoso, e probabilmente dallo stesso punto di fuoco, sono stati sparati dei colpi»''. Sotto il davanzale vi era una «piastra metallica con vite» e la finestra aveva una grata.<ref name=caso/>
 
=== La ditta delle pulizie ===
Ci fu il ritrovamento, nella notte di domenica 11 maggio 1997, di alcune cartucce in un locale dell'Istituto di [[Fisiologia]] utilizzato proprio dagli inservienti delle pulizie.<ref name=":0" /> La Polizia aveva effettuato numerose perquisizioni presso gli uffici e i locali della ditta di pulizie ''Pul.Tra'', rinvenendo “bossoli e parti di armi”.<ref name=caso/> A casa di uno dei dipendenti vengono trovati tre fucili, una carabina ad aria compressa, pistole giocattolo e una rivoltella a salve modificate per accogliere anche cartucce calibro .22, buste e confezioni di cartucce. Negli armadietti vengono ritrovati anche silenziatori rudimentali artigianali. Viene fatta richiesta di intercettazioni, ''"ritenendo estremamente probabile coinvolgimento medesimi in episodio criminoso"'', secondo il dirigente della Squadra Mobile di Roma, Nicolò D'Angelo.<ref name=caso/> I dipendenti vennero interrogati e i loro armadi perquisiti, ipotizzando contrasti di lavoro o uno sparo accidentale, ma risultarono estranei.<ref name=caso/><ref name=":0" /> Marta Russo fu colpita vicino alla porta d'ingresso di un magazzino da dove uscivano appunto i dipendenti nel giorno di paga; gli inquirenti pensarono che uno di loro avesse tentato di uccidere un collega (un'altra ipotesi era che avessero voluto fare uno scherzo a un collega che si trovava nel vialetto in bicicletta, sparando con una pistola a salve o modificata, ma avrebbero invece esploso un colpo vero per errore), ipotesi poi sostenuta dall'avvocato di Scattone nel processo d'appello.<ref name=donati/>
 
Alcuni indagati lamentarono aggressioni fisiche da parte di poliziotti della questura, e almeno due di loro erano considerati degli appassionati di armi, come risulta anche dalle intercettazioni: ''«Quale pistole? Embè la pistola mica ha sparato. Fanno prove eh? Sulla pistola... M'ha tirato tutti i capelli... Hanno trovato quei c... di proiettili. (...) I proiettili! Ti ricordi quando Ovidio ha sparato dentro il magazzino? (...) hanno trovato i bossoli? (...) C'era Tirelli quando hanno trovato il bossolo, m'ha detto di chi è il bossolo? Chi l'ha messo? Io ho detto ci è cascato»''.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/06/28/assassino-di-marta-libero-noi.html ''"L'assassino di Marta è libero e a noi ci ammazzano di botte"'']</ref>
 
===Il bibliotecario di Lettere===
Il primo indagato ufficiale fu il citato bibliotecario di Lettere ed ex portavalori, Salvatore Carmelo "Rino" Zingale<ref name=zingale>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/13/bibliotecario-mano-armata.html ''Bibliotecario a mano armata''], su ''la Repubblica'', 13 febbraio 1998</ref> (trovato in possesso di armi e munizioni e accusato di girare armato<ref name=caso/>).<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/settembre/16/verita_contraddizioni_una_borghesuccia_piccola_co_0_9809169760.shtml Giuseppe D'Avanzo, ''La verità e le contraddizioni di una "borghesuccia piccola piccola"'']</ref> Il suo nome fu fatto anche da una telefonata anonima, risultata provenire da un tecnico del dipartimento di Energetica, che lo conosceva perché qualche volta il bibliotecario l'aveva visitato in laboratorio, interessandosi dei [[tornio|torni]] di precisione e chiedendo se potesse fabbricargli dei bossoli artigianali.<ref name=comitato2/><ref name=zingale/> Zingale risultò possedere 6 pistole, una delle quali calibro 22 e una grande quantità di munizioni.<ref name=comitato2/> Inoltre aveva in casa diverse foto e schede di giovani ragazze (dategli da un amico titolare di un'agenzia per modelle), una delle quali somigliante a Marta Russo.<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/9441066d6a04403704e4aa5a4a6ef2da_19990413_marta-russo-pm-nessun-complotto-contro-imputati/?query=rai_storia&year=1998 ''Marta Russo, pm: "Nessun complotto contro gli imputati"'']</ref> Gli inquirenti ipotizzarono anche un litigio, degenerato<ref name=comitato2/>, tra lui e un suo amico, il citato Francesco Liparota, nella biblioteca della sede Filosofia del diritto, dove l'uomo aveva lavorato in precedenza, prima di essere trasferito a Lettere.<ref name=comitato2/> Le armi erano regolarmente denunciate, ma il porto d'armi era stato ottenuto mediante una falsa dichiarazione lavorativa.<ref name=comitato2/>
 
Zingale venne scagionato il 6 giugno<ref name=comitato2/>, poiché provvisto di un alibi e per il fatto che la calibro 22 detenuta non aveva sparato di recente, non essendo inoltre ritenuta compatibile.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/22/quella-pistola-non-ha-sparato.html?ref=search ''"Quella pistola non ha sparato"'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/07/05/mostro-sbattuto-in-prima-pagina.html?ref=search ''"Mostro sbattuto in prima pagina"'']</ref> Gli inquirenti si erano inoltre concentrati sull'aula assistenti di Filosofia del diritto, mentre lui lavorava alla Biblioteca di Storia Greca, presso Lettere<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/05/28/giallo-dell-universita-parla-uno-degli-indagati.html GIALLO DELL' UNIVERSITA' PARLA UNO DEGLI INDAGATI 'LA MIA VITA STRAVOLTA ... ']</ref>, dove fu intravisto da alcuni studenti nei momenti dell'omicidio; anche due colleghi dissero che era nel suo ufficio. Zingale venne però condannato, con patteggiamento, a un anno di reclusione con la [[sospensione condizionale della pena|condizionale]], per i reati di [[Falso (ordinamento penale italiano)|falso]] in atto pubblico e violazione della legge sul porto d'armi.<ref name=parente/><ref name=crono>[http://www.caffeeuropa.it/attualita/38Russo-Lettipervoi.html ''Cronologia del caso Marta Russo'']</ref>
 
=== Il terrorismo rosso===
Il citato bagno disabili di Statistica fu preso in considerazione anche dagli inquirenti e dai periti del tribunale; a fine ottobre 2003, poco prima della sentenza definitiva Giovanni Scattone e il suo legale indicarono alla stampa la presenza sul luogo e nel giorno del delitto di un dipendente di un'altra impresa di pulizie<ref name=sostiene/> (nelle stanze usate dagli addetti di aziende di pulizia furono ritrovati bossoli e armi modificate), la ''Team Service'' prima e la ''Smeraldo'' poi<ref name="archiviostorico.corriere.it">[http://web.archive.org/web/20151221031024/http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/27/secondo_covo_delle_nuove_vicino_co_10_031027009.shtml ''«Il secondo covo delle nuove Br vicino al metrò»'']</ref>, risultato poi appartenente alle [[Nuove Brigate Rosse]], [[Paolo Broccatelli]]<ref name=sostiene>[http://cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/105000/100274.xml?key=Maria+Zegarelli&first=2101&orderby=1&f=fir ''Sostiene Scattone: ci sono i brigatisti dietro il caso Marta Russo. Condannato da tre Corti, torna a parlare l'ex assistente di filosofia. Dice: Broccatelli lavorava alla Sapienza come addetto alle pulizie e quel giorno era in servizio'']</ref> (in seguito condannato per [[associazione sovversiva]], ha scontato circa 9 anni di carcere), studente di Statistica con pochi esami alla laurea; lavorava anche nei locali dove si trovava il bagno disabili di Statistica, indicato da alcuni testimoni e dalla perizia del prof. [[Carlo Torre (medico)|Carlo Torre]] (assieme alle finestre pianterreno di filosofia del diritto) come possibile fonte dello sparo.<ref name=casamassima>Pino Casamassima, ''Il libro nero delle Brigate Rosse'', [https://books.google.it/books?id=bPLNu8brGQUC&pg=PT237&dq=libro+nero+brigate+rosse+paolo+broccatelli&hl=it&sa=X&ved=0CCoQ6AEwAGoVChMI_Iqf4fioxwIVRdEUCh25WQX2#v=onepage&q=libro%20nero%20brigate%20rosse%20paolo%20broccatelli&f=false estratto]</ref> Con Broccatelli furono arrestati tra gli altri nell'inchiesta diretta dallo stesso Italo Ormanni (che tuttavia non trovò prove che potessero collegare i due casi), un presunto telefonista e [[Federica Saraceni]] (figlia dell'avvocato, deputato ed ex magistrato [[Luigi Saraceni (politico 1937)|Luigi Saraceni]]). Oltre al bagno, i presunti brigatisti avrebbero avuto anche libero accesso ad altri luoghi indicati dalla perizia come possibile punto dello sparo, come lo spogliatoio dipendenti al pianterreno e l'aula informatica.<ref name=giovacchino/><ref name=mastrogiacomo>[[Daniele Mastrogiacomo]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/05/14/la-stessa-polvere-da-sparo-dall-aula.html ''La stessa polvere da sparo dall'aula 6 fino a Marta'']</ref><ref name=casamassima/> I titolari dell'inchiesta sulle Nuove BR (tra cui lo stesso Italo Ormanni) ritengono che Broccatelli si trovasse a quell'ora nell'aula di informatica ma con altri studenti (fu però impossibile verificarlo, dato che dall'aula furono sottratti alcuni dischetti ed il registro delle presenze<ref name=nipr/>), mentre doveva dedicarsi al "ripasso bagni" la mattina e la sera<ref name="archiviostorico.corriere.it"/>; Paolo Broccatelli è stato quindi considerato estraneo all'omicidio dagli investigatori.<ref name=broccatelli1/>
 
Questa accusa (Broccatelli non ha comunque mai sporto querela per [[diffamazione]], né è mai stato ufficialmente sospettato) venne però criticata anche da alcuni innocentisti come [[calunnia|calunniosa]].<ref name=giovacchino>Rita Di Giovacchino, ''Il libro nero della Prima Repubblica'', Fazi, pag. 214 e segg.</ref><ref name=broccatelli1>[https://web.archive.org/web/20140912030020/http://archiviostorico.corriere.it/2003/ottobre/31/giudice_croce_accuse_Scattone_alle_co_0_031031119.shtml Paolo Mieli, ''Il giudice in croce e le accuse di Scattone alle Br'']</ref><ref>[http://www.dirittodicritica.com/2011/05/06/marta-russo-scattone-ferraro-19681/ Emilio Fabio Torsello, ''Marta Russo, Scattone e Ferraro condannati in sede civile. L'inchiesta, le ipotesi, la sentenza'']</ref><ref name=gregoretti2>[http://www.marcogregoretti.it/misteri/9-maggio-1997-marta-russo-22-anni-viene-uccisa-mentre-passeggia-con-unamica-alluniversita-di-roma-il-mio-articolo-sul-numero-otto-di-quarto-grado-magazine-in-edicola-fino-a-martedi-7-luglio/ Marco Gregoretti, ''9 maggio 1997. Marta Russo, 22 anni, venne uccisa mentre passeggiava con un'amica all'Università di Roma'', Quarto Grado Magazine]</ref>
 
Un possibile obiettivo del terrorismo - ipotesi avanzata subito - fu individuato nel professor Cesare Marongiu Buonaiuti (come affermato, in seguito, anche dallo stesso Scattone<ref name=broccatelli1/>), storico del cristianesimo moderno e titolare della cattedra di [[Storia della Chiesa]] alla facoltà di [[Scienze politiche]], il quale passava in automobile a passo d'uomo nel vialetto quando il proiettile colpì Marta Russo.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/02/04/caso-marta-ai-raggi-auto-del.html?ref=search Caso Marta, ai raggi X l'auto del prof]</ref><ref name=pizz>[http://web.archive.org/web/20151119183435/http://archiviostorico.corriere.it/1997/giugno/16/Uccisa_Marta_sono_andati_festeggiare_co_0_97061617198.shtml ''Uccisa Marta sono andati a festeggiare'']</ref><ref name=nipr>[http://www.libbra.it/ancestralia/ancestralia4.htm ''Giallo Marta Russo: atto terroristico?'']</ref> Il pm Lasperanza, pur affermando la colpevolezza di Scattone, sostenne che era possibile e ''"indifferente colpire Marta Russo, o la sua amica Jolanda Ricci o il prof. Marongiu"''.<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/3dcb29cfffb0aaa12a0f4772fa14a8d8_19990413_marta-russo-pm-uccisa-premeditatamente-2/ Marta russo: pm, "uccisa premeditatamente" (2)]</ref> Lasperanza (che non si occupò dell'inchiesta sulle nuove BR) respinse già nel 1999 l'accusa di non aver voluto battere altre piste dopo l'arresto degli imputati, lanciata più volte dai legali di Scattone.<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/9441066d6a04403704e4aa5a4a6ef2da_19990413_marta-russo-pm-nessun-complotto-contro-imputati/ Marta russo: pm, "nessun complotto contro imputati"]</ref>
 
Allo sbaglio nella mira (causa disturbo o problema alle armi) si sarebbe sommato lo scambio di persona, volendo colpire il guidatore dell'auto di Marongiu Buonaiuti, credendo vi fosse dentro un'altra persona, e colpendo invece Marta Russo che all'ultimo momento (a causa dell'apertura di una porta) si sarebbe spostata bruscamente.<ref name=comitato2/> Riguardo sempre al terrorismo, Marongiu (che si era occupato anche dei rapporti tra Stati comunisti e chiese nella sua opera) aveva da poco partecipato anche ad un convegno nel quale era ospite e relatore Gianni Bonvicini, politologo e direttore dell'[[Istituto affari internazionali]], obiettivo dei [[Nuclei Iniziativa Proletaria Rivoluzionaria]] (un gruppo di fiancheggiatori e "aspiranti brigatisti", come il parallelo Organismi Rivoluzionari Combattenti che fu diffidato dalle stesse Nuove BR dall'usarne il nome<ref>[http://www.dirittodicritica.com/2011/06/24/organismi-br-brigate-rosse-banelli-22340/ Emilio Fabio Torsello, ''Organismi”, l'organizzazione parallela alle Nuove Brigate Rosse '']</ref>) nell'attentato fallito di via Brunetti ([[2001]]). Tuttavia non sono stati trovati elementi a sostegno della tesi che qualche brigatista credesse che in quella vettura vi fosse in realtà Bonvicini o [[Massimo D'Antona]], e che volesse fare un attentato dimostrativo nell'anniversario dell'uccisione di Moro (9 maggio 1978).<ref name=nipr/><ref name=broccatelli1/>
 
Contemporaneamente, un esponente della destra romana, Enzo Ricci (non imparentato con Jolanda Ricci), suggerì che sua figlia (anch'ella somigliante a Marta Russo) poteva essere stata nel mirino di estremisti di sinistra.<ref>[http://archivio.agi.it/articolo/37525ae5b2e5c62e5a959dfa2f967063_19990324_marta-russo-le-piste-alternative-scartate-dalla-polizia/ ''Marta russo: le "piste alternative" scartate dalla polizia'']</ref>
 
Un'altra ipotesi è che fosse partito un colpo accidentale mentre qualcuno provava la mira dalla postazione, in quanto un errore non sarebbe stato rivendicato. Non risulta che nessun supposto terrorista sia mai stato sospettato, né che le loro armi calibro 22 siano state confrontate col proiettile.<ref name=nipr/>
 
=== La pistola ===
Nel febbraio [[1998]], una pistola leggermente arrugginita calibro .22<ref name=ruggine>[http://archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/05/Caso_Russo_arrugginita_pistola_murata_co_0_9802057295.shtml ''Caso Russo: arrugginita la pistola murata'']</ref>, con il colpo in canna<ref name=pistola>[http://archiviostorico.unita.it/cgi-bin/highlightPdf.cgi?t=ebook&file=/golpdf/uni_1998_02.pdf/03INT03A.pdf&query=maria%20zegarelli ''Trovata la pistola che ha ucciso Marta? Una calibro 22 nascosta nel Rettorato'']</ref>, venne rinvenuta casualmente in un bagno maschile del Rettorato, sotto la sede della [[Biblioteca universitaria Alessandrina|Biblioteca Alessandrina]]<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/03/una-calibro-22-all-universita.html ''Una calibro 22 all'Università'']</ref>; all'idraulico che la rinvenne partì accidentalmente un colpo.<ref name=pistola/> In un bagno del Rettorato, annesso a un ripostiglio per le pulizie, un testimone affermò anche di aver visto la scheda tecnica di una pistola, qualche giorno prima del delitto.<ref name=caso/><ref>[http://www.dirittodicritica.com/2012/05/09/marta-russo-testimonianza-37965/ ''Caso Marta Russo, la testimonianza: “Nel bagno del Rettorato la scheda tecnica di una pistola”'']</ref>
 
La pistola arrugginita con la matricola abrasa<ref name=pistola/> non era - secondo una sommaria analisi della polizia - stata usata negli ultimi anni, e si trovava in un'intercapedine, avvolta in un berretto di lana; forse era lì da alcuni anni, e venne per ciò confrontata, senza esito, con il proiettile che a suo tempo aveva ucciso [[Giorgiana Masi]]; secondo indiscrezioni la pistola poteva essere appartenuta a membri dell'[[Autonomia Operaia]].<ref name=nessuno>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/03/25/periti-le-prove-negate-nessuno-sparo.html ''I periti e le prove negate Nessuno sparò dall'aula 6'']</ref><ref>[http://carta.ilmessaggero.it/hermes/19980423/01_NAZIONALE/9/D.htm ''L'arma del delitto potrebbe confermare che ad uccidere la ragazza fu l'autonomo Fabrizio Nanni. Giorgiana Masi, si cerca la pistola'']</ref> I periti ipotizzarono all'inizio come arma una pistola "Bernardelli" a canna lunga con silenziatore, in seguito cambiando idea sulla tipologia precisa<ref name=silen>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1999/01/13/il-killer-di-marta-sparo-col-silenziatore.html ''Il killer di Marta sparò col silenziatore'']</ref>, ipotizzando una pistola a canna lunga per il [[tiro a segno|tiro sportivo]], [[.22 Long Rifle]]<ref name=cronaca/>; la pistola ritrovata era compatibile col proiettile ma era una [[Beretta serie 70|Beretta a canna corta]]. Secondo i periti la ruggine era troppa per essersi formata in nove mesi, a meno che non fosse arrugginita già nel maggio 1997 (ma il proiettile non aveva ruggine), e scartarono la Beretta.<ref name=ruggine/> Per motivi tecnici venne evitata l'analisi approfondita dell'arma, chiesta da difesa e accusa. C'erano inoltre piccole differenze nelle tracce delle rigature della canna sui proiettili e non venne trovato alcun silenziatore.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/10/stop-ai-test-sulla-beretta-trovata-alla.html ''Stop ai test sulla Beretta trovata alla Sapienza'']</ref> Per un test sicuro, sarebbero occorse prove di sparo per le quali serviva il restauro della pistola, rimasta col carrello bloccato.<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/21/marta-non-fu-uccisa-con-la-beretta.html ''Marta non fu uccisa con la Beretta 22'']</ref>
 
===Il cecchino solitario===
Qualcuno ha ipotizzato il [[profilazione criminale|profilo criminale]] di un [[cecchino]] [[psicopatico]], forse [[serial killer|seriale]].<ref name=valentiniin>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/I%20misteri%20del%20delitto.htm Giovanni Valentini, ''I misteri del delitto di Marta - Controinchiesta'' (Prima puntata)]</ref><ref name=lavorino>[http://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2001/12/07/Cronaca/MARTA-RUSSO-DETECTIVE-LAVORINO-ORA-INDAGINI-A-TUTTO-CAMPO_132900.php MARTA RUSSO: DETECTIVE LAVORINO, ORA INDAGINI A TUTTO CAMPO. "COLPO MORTALE DA BAGNO DISABILI, COLPEVOLE UNO 'STRAGISTA'" ]</ref><ref name=definit>[http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:JB51GRv2X4wJ:www.serialkiller.it/public/contenuti_documenti/Sentenza_Marta.doc+&cd=1&hl=it&ct=clnk&gl=us ''Il caso Marta Russo: una condanna definitiva'']</ref> Per il criminologo Lavorino il colpo era ''«partito dal bagno dei disabili e si è fratturato nella testa della povera ragazza perché è stato intagliato prima. Il colpevole è un soggetto psicopatico, una personalità inadeguata che voleva uccidere qualcuno ad effetto dimostrativo. Non un serial killer, ma uno stragista»''.<ref name=lavorino/> Nel 2001 si verificò un caso simile in via Trastevere, quando una religiosa, suor Piera Lucia Sonnetti, venne ferita al collo e a un polmone da un proiettile calibro .22, forse sparato da un'arma silenziata; il colpevole non venne mai individuato. Il caso è stato talvolta avvicinato a quello di Marta Russo.<ref name=definit/><ref>[http://ricerca.gelocal.it/lanuovasardegna/archivio/lanuovasardegna/2001/04/30/SA304.html ''Suora colpita come Marta Russo Roma, sparo in viale Trastevere. La donna in ospedale: non è grave'']</ref> Sono stati fatti paragoni anche con omicidi irrisolti dalle modalità somiglianti, come quello del detective Duilio Saggia Civitelli (1995) alla stazione ostiense e del fotografo Daniele Lo Presti (2010) sul Lungotevere, uccisi da un colpo alla nuca di piccolo calibro, forse proprio calibro .22; anche in questi casi, come accaduto a Marta Russo, all'inizio i soccorritori pensarono ad un malore.<ref name=cronaca/><ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2013/03/01/news/l_omicidio_del_fotografo_dei_vip_quattro_piste_per_un_delitto-53642059/ ''L'omicidio del fotografo dei vip: quattro piste per un delitto'']</ref> La dinamica (colpire studenti o altri, spesso giovani, a caso per rappresaglia senza preciso obiettivo e senza rivendicare) somiglia a quella di molti terroristi aspiranti stragisti, come nel caso dell'[[attentato alla scuola di Brindisi]] del [[2012]], in cui fu usata una bomba artigianale, o negli attentati di [[Unabomber]].
 
=== Altre teorie ===
Altre teorie e ipotesi furono:
* un colpo accidentale partito ad una persona sconosciuta nel maneggiare un'arma, magari ritrovata casualmente da un operaio durante le ristrutturazioni di alcuni locali (facendo l'esempio del colpo partito all'idraulico che trovò la citata Beretta)<ref name=caso/><ref>[http://www.francescoluna.com/?p=224 Francesco Luna, ''Quando finirà il calvario di Giovanni Scattone?'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1998/02/05/le-nuove-piste-la-ruggine-un-berretto.html ''Le nuove piste: la ruggine e un berretto di lana nero'']</ref>;
* un colpo (i difensori di Scattone paventeranno l'impistaggio o il depistaggio di copertura) sparato da un "agente" o "[[poliziotto]] in borghese", oppure da una [[guardia di sicurezza privata|guardia del corpo]], da un docente o altri dipendenti o studenti.<ref name=comitato2/><ref name=complotto/><ref name=definit/>
* Vennero vagliati subito possibili moventi personali<ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/07/09/marta-il-corvo-scrive-un-affare.html ''Marta, il Corvo scrive: "è un affare di sesso"'']</ref>, o legati a scandali del mondo universitario e dell'ateneo romano<ref>[http://web.archive.org/web/20151219174611/http://archiviostorico.corriere.it/2003/luglio/19/Alla_Sapienza_scatta_anche_indagine_co_10_030719009.shtml ''Alla Sapienza scatta anche l'indagine interna'']</ref><ref>[http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/07/18/quella-facolta-dal-30-frode-marta-russo.html ''Quella facoltà dal 30 e frode a Marta Russo'']</ref>, nel caso in cui la vittima o l'amica Jolanda avessero visto cose "scomode" e volessero denunciarle, o vi fosse il risentimento di qualcuno contro di loro.<ref name=gregoretti2/>
 
== Polemiche successive ==
Nel settembre 2003 Salvatore Ferraro cominciò a lavorare come sceneggiatore per teatro e cinema, oltre che nella musica.<ref name=havefer>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20151222145249/http://archiviostorico.corriere.it/2003/settembre/24/Ferraro_cinema_Esperto_per_serial_co_10_030924005.shtml|titolo=Ferraro si dà al cinema. «Esperto» per un serial killer|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Haver Flavio|data=24 settembre 2003|accesso=23 febbraio 2013}}</ref><ref>[http://www.errorigiudiziari.com/io-killer-innocente-di-marta-russo-ora-metto-in-scena-la-cattiva-giustizia/ ''Io, killer innocente di Marta Russo ora metto in scena la cattiva giustizia'']</ref> Nel 2005 finì di scontare la pena ai domiciliari; è inoltre divenuto un militante del [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]], tra i dirigenti dell'[[Radicalismo in Italia#Il Detenuto Ignoto|Associazione "Il Detenuto Ignoto"]], e fu anche collaboratore esterno della Camera dei deputati dal 2006 al 2008, retribuito da [[Daniele Capezzone]], allora Presidente della Commissione Attività Produttive.<ref name=havefer/>
 
Nel 2011, scontata la pena, prima in carcere, poi ai [[affidamento in prova|servizi sociali]] (2004-2006), Giovanni Scattone ottenne una supplenza in storia e filosofia presso il [[Liceo scientifico statale Camillo Cavour|liceo scientifico Cavour]] di Roma, dove aveva studiato Marta Russo, generando pareri contrastanti tra insegnanti, genitori e studenti riguardo alla sua riammissione all'insegnamento.<ref>[http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/11/25/news/scattone_nella_scuola_di_marta_russo_la_preside_devo_obbedire_alla_legge-25578084/?ref=HREC1-7 Fonte: La Repubblica, 26.11.2011, "Scattone nella scuola di Marta Russo. La madre: «Non dovrebbe educare i giovani»"]</ref><ref>[http://www.ansa.it/web/notizie/videostory/primopiano/2011/11/29/visualizza_new.html_12161927.html Fonte: Ansa,29.11.2011,"La mamma di un'allieva di Scattone",]</ref><ref name=fregonara/> Dopo un periodo di polemiche mediatiche accese, ripetutesi nel 2014 e nel 2015, Scattone decise di abbandonare l'incarico, nonostante fosse la sua principale fonte di sostentamento.<ref>{{cita web|url=http://web.archive.org/web/20150626140205/http://archiviostorico.corriere.it/2011/dicembre/01/Scattone_Rinuncio_alla_cattedra_co_10_111201008.shtml|titolo=Scattone: «Rinuncio alla cattedra»|editore=''[[Il Corriere della Sera]]''|autore=Fregonara Gianna|data=26 novembre 2011|accesso=24 febbraio 2013}}</ref> Tornò poi a insegnare filosofia nel liceo ''Primo Levi''<ref>[http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/cronaca/scatto/scatto/scatto.html Scattone dal carcere alla cattedra insegna storia e filosofia al liceo], ''La Repubblica'', 6 ottobre 2005.</ref>, e in anni successivi come [[insegnante]] supplente di [[discipline umanistiche|materie umanistiche]] in altri licei.<ref>[http://www.ilgiornale.it/news/scattone-lotta-studentescacritica-prof-assassinoma-alunni.html ''Scattone, Lotta Studentesca critica il prof: "Un assassino". Ma i genitori degli studenti si oppongono: "Un ottimo insegnante"'']</ref> Nel 2015 ottenne, con regolare concorso, una cattedra fissa di psicologia, ma fu spinto nuovamente alla rinuncia e al licenziamento dalle furiose polemiche.<ref>{{Cita web|url = http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/10/giovanni-scattone-rinuncia-alla-cattedra-il-docente-condannato-per-lomicidio-marta-russo/2023865/|titolo = Giovanni Scattone, rinuncia alla cattedra il docente condannato per l’omicidio Marta Russo|accesso = 10 settembre 2015|data = 10 settembre 2015|editore=IlFattoQuotidiano.it}}</ref>
 
Per buona parte di coloro che seguirono il processo, la conclusione fu considerata insoddisfacente, tale da far entrare il caso nei misteri della storia italiana.<ref name=caso/><ref name=armati/> Secondo [[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]], la condanna per omicidio colposo a Scattone con il semplice favoreggiamento a Ferraro - pene scontate in gran parte come carcere preventivo - fu una sorta di compromesso (assieme ai vari proscioglimenti) tra una vera condanna per omicidio volontario e un'assoluzione, qualcosa di paragonabile alla vecchia formula processuale dell'[[insufficienza di prove]] o formula "dubitativa".<ref name=caso/><ref name=armati/><ref>[http://www.webalice.it/guido.vitiello/Condanna%20senza%20prove.htm Giovanni Valentini, ''Condanna senza prove''], la Repubblica, 15 settembre 1999</ref> Questa tesi è sempre stata respinta dalla procura e dalla famiglia Russo.
 
== Cultura di massa ==
=== Cinema e televisione ===
* La miniserie televisiva ''Morte di una ragazza perbene'' (1999), liberamente ispirata all'omicidio di Marta Russo.
* ''Al di là di ogni ragionevole dubbio'' di Franco ed Enrico Carrozzino (2001), documentario su Salvatore Ferraro
* ''[[Delitti (programma televisivo)|Delitti]]: L'enigma di Marta Russo'' (2011) [[docu-fiction]] di History Channel, episodio della quinta stagione
 
=== Letteratura ===
* [[Aldo Nove]], ''Marta Russo'', racconto contenuto nel volume ''[[Superwoobinda]]'' (1998)
* Diego Paszkowski, ''Tesi su un omicidio'', postfazione di [[Giancarlo De Cataldo]], Fanucci, 2004 - romanzo ispirato alla storia di Marta Russo ma ambientato in [[Argentina]]
* Salvatore G. Santagata, ''La segretaria e l'onorevole'', Pellegrini, 2004 - nel romanzo, ambientato nel 1997, viene brevemente ricordato il delitto di Marta Russo, in particolare la ritrattazione di Francesco Liparota
* Giuseppe Ruggeri, ''L'ovale perfetto'', A e B, 2014
 
=== Teatro ===
* ''Giovani cannibali'' (1998), regia di [[Pino Quartullo]], contenente il monologo tratto dal raccolto citato di Aldo Nove
* ''Una giornata qualunque'' (2010), di Simone Farina, liberamente ispirato alla vicenda di Marta Russo, proponendo una lettura simile alla cosiddetta pista alternativa sulle Nuove BR (un proiettile destinato a un professore che invece colpisce una studentessa) e sposando implicitamente la tesi dell'innocenza di Scattone; il dramma è incentrato principalmente sul dolore privato del padre della vittima e sul rapporto instaurato con uno dei killer, dopo averlo rapito per scoprirne il vero movente<ref>[http://genova.mentelocale.it/43547-7876-una-giornata-qualunque-al-teatro-garage-ispirato-all-omicidio-di-marta-russo/ '''Una giornata qualunque' al Teatro Garage, ispirato all'omicidio di Marta Russo'']</ref>
 
== Note ==
{{references|strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro | autore=[[Giovanni Valentini (giornalista)|Giovanni Valentini]] | titolo=Il mistero della Sapienza. Il caso Marta Russo | anno=1999 | editore=Baldini e Castoldi|cid=Valentini 1999 }}
* {{cita libro | autore1=Aldo Musci|autore2= Marco Minicangeli| titolo=Malaroma. Guida al lato oscuro della città eterna| anno=2000 |editore=Castelvecchi|cid=Musci-Minicangeli, pp.43-47}}
* [[Piergiorgio Strata]], ''«Parere pro veritate» presentato nel «processo Marta Russo»'', 1999, [http://www.piergiorgiostrata.net/wp-content/uploads/2014/09/Parere_MARTA_RUSSO.pdf testo]
* {{cita libro | Piergiorgio| Strata | La strana coppia. Il rapporto mente-cervello da Cartesio alle neuroscienze| 2014| Carocci}}
* {{cita libro |autore1= [[Alberto Beretta Anguissola]]|autore2=[[Alessandro Figà Talamanca]] |altri = prefazione di [[Giovanni Sabbatucci]] |titolo=La prenderemo per omicida. Caso Marta Russo: il dramma di Gabriella Alletto | anno=2001 | editore=Koinè| cid=Beretta Anguissola-Figà Talamanca}}
* {{cita libro | autore=Marco Catino | titolo=Sociologia di un delitto. Media, giustizia e opinione pubblica nel caso Marta Russo | anno= 2001 |città=Roma| editore= Luca Sossella |cid=Catino 2001}}
* {{cita libro | autore=[[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]] | titolo=Il dito contro. Memoriale del processo per l'assassinio di Marta Russo | anno=2001 |editore=Avagliano|altri=prefazione di [[Vittorio Feltri]]|cid=Ferraro 2001}}
* [[Davide Giacalone]], ''L'Italia come bugia'', Rubbettino, 2003
* {{cita libro | Rita | Di Giovacchino | Il libro nero della Prima Repubblica | 2005 | Fazi }}
* [[Massimo Picozzi]], [[Carlo Lucarelli]], ''Scena del crimine: storie di delitti efferati e di investigazioni scientifiche'', Mondadori, 2005
* {{cita libro |autore1= [[Massimo Picozzi]]|autore2=[[Carlo Lucarelli]] | titolo=La nera. Storia fotografica di grandi delitti italiani dal 1946 a oggi| anno=2008 | editore=Mondadori | cid=Picozzi-Lucarelli 2008}}
* Cinzia Palopodi, ''Psicologia della testimonianza: il caso Marta Russo'', Istituto Meme, 2007, [http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/10TESI%28Psicologiadellatestimonianza%29.pdf testo]
* {{cita libro | Sabina |Marchesi | I processi del secolo. Enigmi, retroscena, orrori e verità in trenta casi giudiziari italiani da Gino Girolimoni a Marta Russo| 2008 |Olimpia}}
* Cristiano Armati, Yari Servetella, ''Roma criminale. Il lato oscuro della città eterna'', Newton Compton, 2008
* {{cita libro | Nino | Luca | Parentopoli. Quando l'università è affare di famiglia | 2009 | Marsilio}}
* {{cita libro |autore= [[Ferdinando Imposimato]] | titolo=L'errore giudiziario: aspetti giuridici e casi pratici | anno=2009 | editore=Giuffrè}}
* [[Giancarlo De Cataldo]], ''In giustizia'', Rizzoli, 2011
* [[Pino Casamassima]], ''Il libro nero delle Brigate Rosse'', Newton Compton, 2011
* {{cita libro |autore= Annalisa Chirico | titolo=Condannati preventivi. Le manette facili di uno Stato fuorilegge | anno=2012| editore=Rubbettino}}
* [[Gennaro Francione]], Paolo Franceschetti e [[Ferdinando Imposimato]], ''Temi Desnuda (Vademecum per creare una giustizia giusta)'', Roma, Herald, 2015
 
== Voci correlate ==
* [[Processo mediatico]]
* [[Verità processuale]]
* [[Giorgiana Masi]]
* [[Paolo Broccatelli]]
* [[Giovanni Scattone]]
* [[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]]
* [[Università La Sapienza]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Category:Death of Marta Russo|etichetta=Omicidio di Marta Russo}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.martarusso.org/|Associazione Marta Russo}}
* {{cita web|http://www.federscherma.it/62-news-importate/news-secondarie/24980-una-stella-per-marta-sabato-a-roma-la-14esima-edizione-dell-evento-di-scherma|Una stella per Marta - Federazione Italiana Scherma}}
* {{cita web|http://www.eius.it/giurisprudenza/2004/116.asp|Sentenza definitiva della Cassazione del 2003}}
* [http://www.radioradicale.it/scheda/104810/105282-registrazione-audio-della-videocassetta-contenente-linterrogatorio-di-gabriella Registrazione dell'interrogatorio di Gabriella Alletto (11 giugno 1997)], da [[Radio Radicale]]
* {{cita web|http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/|Misteri d'Italia: Il caso Marta Russo}}
=== Siti e articoli critici ===
* {{cita web|http://www.webalice.it/guido.vitiello/|Comitato per la Difesa di Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro}}
* {{cita web|http://www.webalice.it/guido.vitiello/processo-sintesi.htm|Il processo Marta Russo: notizie e considerazioni sulle principali risultanze del dibattimento (20/4/98 - 30/5/99)}}
* [http://www.misteriditalia.it/altri-misteri/marta%20russo/11Assassinosconosciuo.pdf ''Assassino sconosciuto''] di [[Giovanni Scattone]] (la versione di uno dei condannati in via definitiva), su ''L'Europeo'', n. 3, 2007 (riportata in Misteri d'Italia)
* {{cita web|http://www.dirittodicritica.com/tag/marta-russo/|Articoli del sito ''Diritto di critica'', con approfondimenti sulla pista brigatista}}
* [http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11828717/Tutta-la-verita-sull-omicidio-di.html ''Tutta la verità sull'omicidio di Marta Russo''] di Vittorio Pezzuto, su ''[[Libero (quotidiano)|Libero]]'', 16 settembre 2015
 
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[[Categoria:Persone legate alla Sapienza - Università di Roma]]