Centro-sinistra in Italia e Miconio: differenze tra le pagine

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{{Torna a|Centro-sinistra}}
{{C|la scarsità di fonti (limitate, mi pare, al 2013) fa sospettare larghe parti di ricerca originale. In particolare, per quel che ne so, ai tempi dei ''governi'' cosiddetti di centrosinistra del secolo scorso, i singoli partiti continuavano a considerarsi di centro o di sinistra, per cui classificare il PSI come partito di centrosinistra mi pare inappropriato, e allora anche la DC dovrebbe essere considerata di centrosinistra, perché partecipava ad un'alleanza di quel genere. Forse il PD attuale si proclama ufficialmente di centrosinistra, non so, ma classificare Sinistra ecologia e libertà come partito di centrosinistra anziché di sinistra mi pare un ossimoro difficilmente giustificabile ;) Eppoi, che ci fa la lista dei partiti di "sinistra-sinistra" in questa voce?|politica|febbraio 2018}}
{{NN|politica|aprile 2013|}}
{{recentismo}}
 
L'espressione comparve per la prima volta nella politica [[italia]]na nel [[1850]], in seguito all'operazione del "connubio" operata da [[Camillo Benso Conte di Cavour]] nel [[Parlamento]] del [[Regno di Sardegna]], che di lì a pochi anni (nel [[1861]]) sarebbe diventato il Parlamento del [[Regno d'Italia]]. L'operazione del "connubio" consisteva nel favorire un'alleanza politica fra la parte più progressista della Destra, il cosiddetto ''centro-destra'', di cui Cavour stesso era leader, e l'ala più moderata della Sinistra, appunto il ''centro-sinistra'', con a capo [[Urbano Rattazzi]]. È una manovra politica che crea i fondamenti del [[trasformismo (politica)|trasformismo]].
 
== Il centro-sinistra nella Repubblica Italiana ==
Il ''centro-sinistra'' fu in seguito una formula di governo che prese corpo a partire dei primi [[Anni 1960|anni sessanta]]. Essa prevedeva sostanzialmente l'alleanza tra le tradizionali forze di centro ([[Democrazia Cristiana]], [[Partito Repubblicano Italiano]] e [[Partito Socialista Democratico Italiano]]) con il [[Partito Socialista Italiano]], sulla base di un programma teso alla realizzazione di riforme che privilegiassero principalmente le classi sociali medio-basse, modernizzassero il Paese e riducessero gli squilibri esistenti al suo interno.
 
=== La preparazione al centro-sinistra ===
Uno degli elementi che caratterizza il centro-sinistra è la fase di preparazione.
Nel [[1960]], il democristiano [[Fernando Tambroni]], ricevette dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] l'incarico di formare un governo. Tambroni inizialmente cercò di formare un'alleanza con il PSI, da parte di [[Pietro Nenni]] però la risposta fu incerta e a quel punto la reazione di Tambroni fu quella di cercare in Parlamento l'appoggio esterno della [[Destra (politica)|destra]] [[monarchia|monarchica]] e [[Movimento Sociale Italiano|missina]].
 
A luglio, in cambio dell'appoggio esterno ai governi DC, i missini ottennero il permesso di celebrare il loro Congresso Nazionale a Genova (città di forte tradizione anti-fascista e [[Città decorate al valor militare per la guerra di liberazione|medaglia d'oro per la Resistenza]]). La città rispose con una dura protesta di massa, che ebbe tra i suoi promotori la Camera del Lavoro della [[CGIL]], protesta che da Genova si estese ad altre città d'Italia assumendo le proporzioni di una vera rivolta anti-fascista. Diverse manifestazioni vennero organizzate dai sindacati e da vari partiti dell'arco costituzionale, primo fra tutti il [[Partito Comunista Italiano|PCI]]. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiarono<ref>Secondo quanto riferì <<L'Espresso>> nel pomeriggio del 19 aprile 1960, alcuni deputati e senatori pugliesi furono firmatari (con Mario Berry, Raffaele Resta, Beniamino De Maria, Italo Caiati, Onofrio Jannuzzi, [[Antonio Carcaterra]], Michele Troisi e Donato De Leonardis) della lettera ad [[Aldo Moro]], secondo la quale ''qualunque cosa accadesse, essi intendevano rimanere fedeli ai loro vescovi e combattere ogni intesa col [[Partito Socialista Italiano|PSI]]'': Pierluigi Totaro, ''L'azione politica di Aldo Moro per l'autonomia e l'unità della Dc nella crisi del 1960'', Studi Storici, Anno 46, No. 2 (Apr. - Jun., 2005), p. 467.</ref>.
 
All'inizio degli anni Sessanta si registrava intanto una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trovava poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi. Mutavano anche i soggetti che partecipavano alle manifestazioni, vi era una sempre più forte presenza degli studenti. Il fenomeno più vistoso di questo periodo fu la fortissima emigrazione interna dalle campagne alle città e dal Sud verso il Nord, per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
 
Nel [[1962]] prese corpo il governo monocolore DC, presieduto da [[Amintore Fanfani]], con la partecipazione attiva del PSDI e del PRI e l'astensione del PSI. Questo governo, pur non essendo propriamente di ''centro-sinistra'', attuò una serie di riforme fra cui l'istituzione della [[Scuola secondaria di primo grado|scuola media unificata]], la [[nazionalizzazione]] delle industrie elettriche con la istituzione dell'[[ENEL]] e l'istituzione della ''cedolare d'acconto''.
 
=== Il centro-sinistra "organico" ===
[[File:Moro.jpg|thumb|Aldo Moro, capo del primo governo di centrosinistra italiano]]
{{vedi anche|Centro-sinistra "organico"}}
Nel tardo [[1963]] [[Aldo Moro]] compose il primo governo di centro-sinistra con la partecipazione attiva del [[Partito Socialista Italiano]], il cui leader [[Pietro Nenni]] ottenne la vicepresidenza: nacque così il ''[[Centro-sinistra "organico"|centro-sinistra organico]]'', formato appunto da DC, PSI, PSDI e PRI, che provocò una scissione dell'ala sinistra del Partito socialista, fedele all'idea di unità del movimento operaio e dunque all'alleanza coi comunisti, la quale diede vita al [[Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria]], (PSIUP). Il centro-sinistra si presentò con un ambizioso programma riformatore, ma la stretta creditizia invocata dal governatore della [[Banca d'Italia]] [[Guido Carli|Carli]] e attuata dal ministro del Tesoro [[Emilio Colombo|Colombo]] restrinsero i margini economici per una politica di riforme e la costruzione di un moderno sistema di [[Welfare]]. Rilevanti resistenze conservatrici (dal Vaticano ai costruttori, fino al presidente della Repubblica [[Antonio Segni|Segni]]) entrarono quindi in campo contro la progettata riforma urbanistica, che avrebbe comportato una parziale pubblicizzazione dei suoli. Lo scontro politico che ne derivò all'interno stesso della maggioranza portò alla caduta del governo (giugno 1964), e quindi alle minacce di colpo di Stato (il [[piano Solo]] del generale [[Giovanni De Lorenzo]], predisposto con l'avallo di Segni [? senza fonte, da verificare]). Il "rumore di sciabole" avvertito da Nenni indusse il leader socialista a rinunciare alle richieste più qualificanti nella stesura del programma del nuovo governo. Questo ebbe tra i suoi punti più rilevanti la realizzazione di un progetto di programmazione economica, che tuttavia avrà ben pochi riscontri concreti.
 
Lo stallo politico creato dalla mancanza di una seria politica di riforme contribuì alla grande ondata di lotte e di proteste del 1968-69, che di fatto mandarono in crisi il centro-sinistra. Quest'ultimo uscì male già dalle [[elezioni politiche del 1968]] e nel 1969 l'effimero Partito socialista unificato si spaccò in due gruppi che poi rifonderanno rispettivamente il PSI ed il PSDI.
[[File:Bettino Craxi-1.jpg|thumb|Bettino Craxi, leader dell'ultimo ventennio del [[Partito Socialista Italiano|PSI]]]]
Nel [[1970]] il centro-sinistra, sempre costituito da DC, PSI, PSDI e PRI, sembrò avere una nuova spinta propulsiva, sotto la guida [[Mariano Rumor]]. Tra le riforme di quegli anni si ricordino l'approvazione della [[legge sul divorzio]] (ovviamente senza il sostegno della DC), dello [[Statuto dei lavoratori]], dell'attuazione delle regioni, la costituzione della [[Commissione Parlamentare Antimafia]].
 
Alla fine degli anni sessanta si erano avute forti agitazioni sindacali, il cosiddetto [[autunno caldo]], unite alla forte contestazione studentesca del 1968. La [[strategia della tensione]] fu probabilmente l'evento più insidioso che la Repubblica dovette affrontare con il tentativo di golpe di [[Junio Valerio Borghese]]. Dall'altra parte, l'avanzata del movimento operaio e in particolare del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] poneva nei fatti il problema dell'accesso dei comunisti al governo. Il centro-sinistra terminò così definitivamente nel [[1976]], quando ebbe inizio l'esperienza dei ''governi di solidarietà nazionale'' con il progressivo coinvolgimento del PCI nelle maggioranze parlamentari e il cosiddetto [[compromesso storico]].
 
=== Il Pentapartito ===
{{Vedi anche|Pentapartito}}
Negli anni ottanta la formula di centro-sinistra fu estesa al [[Partito Liberale Italiano]] (nell'esperienza del ''[[pentapartito]]'' DC, PSI, PSDI, PRI, PLI), durando quasi fino alla fine della [[Prima Repubblica (Italia)|Prima Repubblica]].
 
== Il centro-sinistra nella "seconda repubblica" ==
[[File:Prodi27marzo2007.jpg|thumb|[[Romano Prodi]], leader de [[L'Ulivo]] e [[L'Unione]]]]
=== L'Ulivo ===
{{Vedi anche|L'Ulivo}}
 
Con il cambio del sistema politico avvenuto con la cosiddetta ''[[Seconda Repubblica (Italia)|Seconda Repubblica]]'', e la sconfitta elettorale dell'[[Alleanza dei Progressisti]] alle [[Elezioni politiche italiane del 1994|elezioni del 1994]], a partire dal [[1995]] si creò un'alleanza di partiti di centro, di sinistra e di centro-sinistra chiamata [[L'Ulivo]].
 
Tale coalizione, guidata da [[Romano Prodi]] (da sempre vicino alla sinistra DC), vinse le [[elezioni politiche del 1996]]. Il [[governo Prodi I]] cadde nel [[1998]] a causa dell'uscita dalla maggioranza di governo del [[Partito della Rifondazione Comunista]] di [[Fausto Bertinotti]]. Tuttavia, grazie anche all'apporto di alcuni parlamentari provenienti dal centro-destra (allora diviso in [[Polo per le Libertà]] e [[Lega Nord]]), fu trovata una nuova maggioranza che permise al centro-sinistra di continuare a governare l'[[Italia]] fino al [[2001]], con i successivi governi guidati da [[Massimo D'Alema]] e [[Giuliano Amato]].
 
Alle [[Elezioni politiche italiane del 2001|politiche del 2001]] l'Ulivo, guidato da [[Francesco Rutelli]], viene sconfitto dalla [[Casa delle Libertà]].
 
=== L'Unione ===
{{Vedi anche|L'Unione}}
Nel [[2005]], dopo gli anni di opposizione al Governo di [[Silvio Berlusconi]], il centrosinistra costituì un'alleanza più ampia, denominata [[L'Unione]], estesa anche a Rifondazione Comunista e all'[[Italia dei Valori]] di [[Antonio Di Pietro]], con il rinnovato intento di coinvolgere la società civile. L'Unione debuttò con le [[elezioni regionali del 2005]], nelle quali conquistò 12 regioni su 14, guadagnandone 5 precedentemente governate dalla [[Casa delle Libertà]]. Il centro-sinistra venne sconfitto in [[Lombardia]] e [[Veneto]]. L'Unione vinse poi le [[elezioni politiche del 2006]] con un margine ristrettissimo, inferiore allo 0,1% dei voti espressi.
[[File:Valter Veltroni 2008.jpg|thumb|Walter Veltroni, primo segretario del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]]]
 
=== La nascita del Partito Democratico ===
{{Vedi anche|Partito Democratico (Italia)}}
L'unificazione di buona parte del centro-sinistra italiano di stampo riformista si concretizza con la nascita del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]: la nuova formazione politica vuole essere la prosecuzione dell'esperienza federativa di [[Uniti nell'Ulivo]], che alle [[Elezioni europee del 2004]] aveva unito in un'unica lista [[Democratici di Sinistra]], [[Democrazia è Libertà - La Margherita|La Margherita]] e [[Socialisti Democratici Italiani]].
 
Alla fine del [[2007]] si svolse così la prima riunione dell'Assemblea Costituente Nazionale del Partito Democratico a Milano, ma senza lo [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]] che (dopo l'esperienza della [[Rosa nel Pugno]] insieme ai [[Radicali Italiani]] nel [[2005]]) aveva deciso di seguire una strada diversa: nel [[2008]] nacque così il nuovo [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista]] che, nella linea della tradizione del vecchio [[Partito Socialista Italiano|PSI]], cercò di riunire in sé tutte le forze di stampo socialdemocratico non intenzionate a confluire nel Partito Democratico.
 
All'inizio del 2008 la crisi politica innescata dall'[[UDEUR]] di [[Clemente Mastella]] sancisce la fine del [[governo Prodi II|secondo Governo Prodi]]. Alle [[Elezioni politiche italiane del 2008|elezioni successive]] il centro-destra prevale sulla coalizione tra PD e [[Italia dei Valori]], che rifiutano apparentamenti con altre forze di sinistra. [[Partito Socialista Italiano (2007)|Socialisti]] e [[La Sinistra l'Arcobaleno|comunisti]] non superano la soglia di sbarramento e, per la prima volta nella storia della Repubblica, non entrano in Parlamento.
 
=== Italia. Bene Comune ===
{{Vedi anche|Italia. Bene Comune}}
[[File:Pier Luigi Bersani daticamera 2013.jpg|thumb|[[Pier Luigi Bersani]], ex Segretario del PD e ex leader della Coalizione Italia. Bene Comune.]]
[[File:Enrico Letta 2013.jpg|thumb|[[Enrico Letta]], ex Presidente del consiglio a capo del primo governo di [[grande coalizione]] della storia della [[Repubblica Italiana]]]]
[[File:Matteo Renzi crop.png|thumb|[[Matteo Renzi]], vince le [[Elezioni primarie del Partito Democratico del 2013 (Italia)|elezioni primarie del Partito Democratico]], divenendo il nuovo segretario del Partito. A febbraio 2014, diviene il nuovo Presidente del Consiglio succedendo a Enrico Letta.]]
Dopo l'opposizione al centrodestra la coalizione tra PD e Italia dei Valori si spacca con la nascita del [[Governo Monti]], sostenuto dal PD e non dal partito di [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]]. Nel [[2012]] nasce [[Italia. Bene Comune]] che unisce PD, [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]] e [[Sinistra Ecologia Libertà|SEL]]. La nuova coalizione di centro-sinistra vince di stretta misura le [[Elezioni politiche italiane del 2013|successive elezioni]], che hanno consegnato alle aule parlamentari una composizione di eletti che non vede nessuna delle coalizioni ottenere una maggioranza netta in entrambi i rami del Parlamento, determinando un risultato senza precedenti nella storia delle elezioni politiche italiane<ref>{{cita web|url=http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|titolo=Italia "ingovernabile" Senato spaccato, Grillo primo partito|editore=[[Agenzia Giornalistica Italia|AGI.it]]|data=25 febbraio 2013|accesso=25 febbraio 2013|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130301002431/http://www.agi.it/politica/notizie/201302260620-pol-rt10001-italia_ingovernabile_senato_spaccato_grillo_primo_partito|dataarchivio=1º marzo 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2013/febbraio/26/Conti_con_Realta_co_0_20130226_0927ca2e-7fdc-11e2-84b9-98ae4978b0e4.shtml|dataarchivio=pre 1/1/2016|titolo=i Conti con la Realtà|editore=[[Corriere della Sera]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref><ref>{{cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/02/26/il-pd-crolla-ma-vince-alla-camera.html?ref=search|titolo=Il Pd crolla ma vince alla Camera risorge il Pdl, boom di M5S E al Senato non c' è maggioranza|autore=[[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica.it]]|data=26 febbraio 2013|accesso=26 febbraio 2013}}</ref>.
 
Alla [[Camera dei Deputati|Camera]], Italia. Bene Comune ottiene il premio di maggioranza (345 seggi su 630), assegnato grazie a uno scarto di poco più dello 0,30% del totale dei voti rispetto alla coalizione di [[centro-destra]] guidata da [[Silvio Berlusconi]], mentre il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] è il primo partito per numero di voti.<ref>[http://www.huffingtonpost.it/2013/03/01/risultato-elezioni-2013-con-i-voti-degli-italiani-allestero-il-pd_n_2788002.html Risultato elezioni 2013: con i voti degli italiani all'estero il Pd è il primo partito alla Camera], Huffington Post del 1º marzo 2013</ref> Al [[Senato della Repubblica|Senato]] invece, nessuna delle coalizioni raggiunge la maggioranza assoluta di 158 seggi, e [[Italia. Bene Comune]], pur avendo ricevuto più voti complessivi rispetto alle altre coalizioni ottiene 123 seggi, mentre al Senato la maggioranza dei seggi è fissata a quota 158. Questo risultato era inatteso, in quanto le prime proiezioni dopo l'inizio dello scrutinio ed i sondaggi pre-elettorali avevano fatto ritenere che Italia. Bene Comune riuscisse ad ottenere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento<ref>{{cita news|url=http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/1191173/Elezioni-2013--ecco-i-risultati----.html|titolo=Elezioni 2013, ecco gli exit poll|data=25 febbraio 2013|pubblicazione=Il Fatto quotidiano}}</ref><ref>{{cita news|url=http://www.dottorsalute.info/2013/02/25/votazioni-febbraio-2013-risultati-exit-poll-grillo-movimento-5-stelle/|titolo=Votazioni febbraio 2013: risultati exit poll|data=25 febbraio 2013|pubblicazione=Dottor news salute}}</ref>.
 
Nei giorni e nelle settimane successive alle elezioni, si creò una situazione perdurante di stallo politico, che si risolse solamente due mesi dopo le elezioni, il 28 aprile, con la formazione del [[Governo Letta]]<ref name="corriere.it">{{cita news|url=http://www.corriere.it/politica/13_aprile_27/enrico-letta-dopo-braccio-ferro-governo_bcf59786-af46-11e2-a5a6-3fc36303fbd5.shtml|titolo=Nasce il governo Letta, ora la fiducia. Il premier: «Sobria soddisfazione»|data=27 aprile 2013|pubblicazione=Corriere della Sera}}</ref>: la carica di [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio dei ministri]], viene affidata da Napolitano ad [[Enrico Letta]]<ref name="corriere.it"/>, vice segretario del [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]]. Il governo Letta si configura come il primo esecutivo di [[grande coalizione]] della storia della Repubblica Italiana, in quanto comprende esponenti di entrambe le principali coalizioni che si contrapponevano prima delle elezioni, e con esso si conclude di fatto la coalizione [[Italia. Bene Comune]], dato che SEL va all'opposizione del nuovo governo. Nel febbraio 2014 Letta viene sostituito alla guida del governo da [[Matteo Renzi]].
 
=== La scissione del PD ===
Dopo il [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|referendum]] del 2016, nel corso del quale buona parte della sinistra del PD si era schierata per il "No", al contrario della maggioranza del partito schierata per il "Sì", e le dimissioni di Renzi (a cui succede il [[Governo Gentiloni]]), l'ex segretario Bersani, assieme ad un consistente gruppo di parlamentari dell'ala sinistra del partito, lascia il Pd e fonda [[Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista]].
 
=== La nascita di Liberi e Uguali ===
Il 3 dicembre il Presidente del Senato [[Pietro Grasso]] lancia la lista [[Liberi e Uguali]] in vista delle elezioni del 4 marzo 2018 che racchiude le 3 formazioni di Sinistra ovvero [[Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista]] guidata da [[Roberto Speranza]], [[Sinistra Italiana]] guidata da [[Nicola Fratoianni]] e [[Possibile]] guidata da [[Giuseppe Civati]].
 
=== La coalizione di centro-sinistra per le elezioni 2018 ===
 
In vista delle elezioni del 4 marzo 2018 si forma una coalizione di centro-sinistra che comprende il [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] a guida dell'ex Presidente del Consiglio [[Matteo Renzi]], la lista [[Civica Popolare]] guidata dal ministro della salute [[Beatrice Lorenzin]], la lista [[Italia Europa Insieme]] di ispirazione ulivista guidata da [[Giulio Santagata]] e la lista [[+Europa]] con l'appoggio di [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]] guidata da [[Emma Bonino]] e [[Bruno Tabacci]].
A seguito delle elezioni il PD ottiene 111 seggi alla Camera e 52 al Senato mentre LeU 14 alla Camera e 4 al Senato.
 
== Lista dei partiti politici di Centro-sinistra ==
=== Passato ===
{{F|politica|settembre 2018|Nella prima repubblica con il nome "centro-sinistra" era intesa un'alleanza tra il centro (DC e laici) e la sinistra (PSI). Inserire partiti della prima repubblica in questa lista potrebbe dunque costituire una [[WP:RO|ricerca originale]]. Servirebbero quanto meno delle fonti.}}
* [[Alleanza Democratica (Italia)|Alleanza Democratica]]
* [[Concentrazione Democratica Repubblicana]]
* [[Cristiano Sociali]]
* [[Democratici di Sinistra]]
* [[Democrazia è Libertà - La Margherita]]
* [[Federazione Laburista]]
* [[I Democratici]]
* [[L'Ulivo]]
* [[Movimento per la Democrazia - La Rete|La Rete]]
* [[Movimento Comunità]]
* [[Movimento Repubblicani Europei]]
* [[Partito d'Azione]]
* [[Partito Democratico del Lavoro (Italia)|Partito Democratico del Lavoro]]
* [[Partito Democratico della Sinistra]]
* [[Partito Radicale (Italia)|Partito Radicale]]
* [[Partito Socialista Democratico Italiano]]
* [[Partito Socialista Italiano]]<ref>durante la segreteria di [[Bettino Craxi]]</ref>
* [[Partito Socialista Unificato]]
* [[Lista Dini - Rinnovamento Italiano|Rinnovamento Italiano]]
* [[Rosa nel Pugno]]
* [[Socialisti Democratici Italiani]]
* [[Socialisti Italiani]]
* [[Unione Democratica (1996)|Unione Democratica]]
* [[Unità Popolare (Italia)|Unità Popolare]]
* [[Radicali Italiani]]
* [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]]
 
=== Presente ===
*[[Federazione dei Verdi]] (dal 1986)
*[[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]] (dal 2007)
* [[Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista]] (dal 2017)
* [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]] (dal 2007)
* [[Possibile]] (dal 2015)
* [[+Europa]] (dal 2019)
* [[Italia dei Valori]] (dal 1998)
* [[Green Italia - Verdi Europei]] (dal 2014)
* [[Federico Pizzarotti|Italia in Comune]] (dal 2018)
 
<gallery widths="100" perrow="6" caption="Simboli">
File:Verdi (politica).svg
File:Italia dei Valori.svg
File:Partito Democratico - Logo elettorale.svg
File:Simbolo partito socialista italiano 2007.svg
File:LogoPossibile.svg
File:Article 1 – Democratic and Progressive Movement logo (rounded).svg
File:Più Europa con Emma Bonino.png
File:Green Italia - Verdi Europei.png
</gallery>
 
== Liste elettorali e Coalizioni di Centro-Sinistra nelle elezioni ==
 
* '''[[Alleanza dei Progressisti]]''' (1994-1995)
* '''[[L'Ulivo]]''' (1995-2007)
* '''[[L'Unione]]''' (2005-2008)
* '''[[Italia. Bene Comune]]''' (2012-2013)
* '''[[Elezioni politiche del 2018#Coalizione di centrosinistra|Coalizione di Centro-Sinistra]]''' (2017-2018)<ref>composta dal PD, [[Civica Popolare]], [[+Europa]], [[Italia Europa Insieme]].</ref>
* '''[[Liberi e Uguali]]''' (2017-2018)
 
== Partiti di Centro-Sinistra Regionali ==
In alcune Regioni non sono presenti partiti regionali che si raffigurano nell'area di Centro-Sinistra.
 
====[[Valle d'Aosta]]====
*[[Autonomie Liberté Participation Écologie]]
*[[Union Valdôtaine]]
*[[Union Valdôtaine Progressiste (2012)|Union Valdôtaine Progressiste]]
 
====[[Piemonte]]====
*[[Moderati]]
 
==== [[Trentino-Alto Adige]] ====
 
*[[Verdi del Sudtirolo/Alto Adige|Verdi-Grüne-Vërc]]
*[[Unione per il Trentino]]
*[[Team Köllensperger|Team Kollensperger]]
 
====[[Friuli-Venezia Giulia]]====
* [[Movimento Friuli]]
* [[Patto per l'Autonomia]]
* [[Slovenska Skupnost]]
 
====[[Basilicata]]====
 
*Realtà Italia
 
====[[Sicilia]]====
* [[Sicilia Futura]]
 
====[[Sardegna]]====
* [[Giuliano Pisapia|Campo Progressista Sardegna]]
* Radicales Sardos
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Sinistra (politica)]]
* [[Centro-destra in Italia]]
* [[Centrismo (Italia)]]
 
{{portale|Italia|politica}}
 
[[Categoria:Ideologie politiche]]
[[Categoria:Coalizioni politiche italiane]]