Mein Kampf e Stadio Alvear e Tagle: differenze tra le pagine

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{{Impianto sportivo
{{Avvisounicode}}
|nomestadio = Estadio Alvear y Tagle
{{Libro
|tiposoprannome =
|immagine = Estadio Alvear y Tagle.jpg
|titolo = La mia battaglia
|ubicazione = [[Buenos Aires]]
|titoloorig = Mein Kampf
|titolialtnazione = ARG
|uso = Calcio
|titoloalfa =
|usoLink = Calcio (sport)
|immagine = Erstausgabe von Mein Kampf.jpg
|annofondazione = [[1921]]
|didascalia =Prima edizione di "Mein Kampf" del [[1925]] esposta al Deutsches Historisches Museum a [[Berlino]]
|annoapertura = [[1923]]
|annoorig =1925
|annoitaannochiusura= =[[19341937]]
|annodemolizione= [[1938]]
|genere = saggio
|ristrutturazione=
|sottogenere = politico, autobiografico
|usufruttuario = {{Calcio River Plate}}
|lingua = tedesco
|disciplina usufruttuario = [[calcio (sport)|Calcio]]
|materiale superficie = Erba
|dimensioni terreno = {{Val|102|x|85|ul=m}}<ref>{{Cita|AFA 1927|p. 98}}.</ref>
|costo =
|progetto = Bernardo Messina, Juan Vaggo<ref name=estadios>{{Cita web|lingua=es|url=http://www.sitioriverplatense.com.ar/estadios-ant.htm|titolo=El cuarto estadio|editore=sitioriverplatense.com.ar|accesso=6 dicembre 2011}}</ref>
|struttura = rettangolare
|copertura = Nessuna
|proprietario= Ferrocarril Pacífico
}}
L<nowiki>'</nowiki>'''Estadio Alvear y Tagle''' è stadio uno [[stadio]] calcistico di [[Buenos Aires]], in [[Argentina]]; aveva una capacità massima di 40.000 persone.<ref name=cs29>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.rsssf.com/tables/29safull.html|titolo=Southamerican Championship 1929|editore=[[RSSSF]]|accesso=6 dicembre 2011}}</ref>
 
==Storia==
'''''Mein Kampf''''' (''La mia battaglia'') è il saggio pubblicato nel [[1925]] attraverso il quale [[Adolf Hitler]] espose il suo pensiero politico e delineò il programma del [[Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori|partito nazionalsocialista]] sotto forma di un'[[autobiografia]].
Il terreno fu affittato al River dalla Ferrocarril Pacífico nel [[1922]], inizialmente con un contratto quinquennale da 500 [[peso argentino|pesos]] al mese.<ref name=estadios /> Lo stadio fu edificato a [[La Recoleta]] dal [[1921]] al [[1923]], anno della sua apertura al pubblico: l'inaugurazione si tenne il 20 maggio 1923.<ref name=estadios /> In precedenza, il River giocava i suoi incontri a La Boca, che fu il suo stadio di casa tra il [[1915]] e il [[1923]];<ref>{{Cita web|lingua=en|url=http://www.rsssf.com/tablesr/riverplate.html|titolo=Club Atlético River Plate|autore=Osvaldo Gorgazzi|editore=[[RSSSF]]|accesso=6 dicembre 2011}}</ref> all'epoca l'Alvear y Tagle era considerato uno stadio tra i più prestigiosi del Paese.<ref>{{Cita web|lingua=es|url=http://www.buenosaires.gov.ar/areas/deportes/clubes/detalle.php?id=41|titolo=Institución: Club Atlético River Plate|editore=buenosaires.gov.ar|accesso=6 dicembre 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120203020903/http://www.buenosaires.gov.ar/areas/deportes/clubes/detalle.php?id=41|dataarchivio=3 febbraio 2012}}</ref> Nel [[1928]] al complesso fu aggiunta una piscina, e vi si tennero anche incontri di [[pugilato]].<ref name=estadios /> Nel [[1929]] lo stadio fu teatro del [[Campeonato Sudamericano de Football]], e ospitò la gara d'apertura del torneo tra {{NazNB|CA|PRY}} e {{NazNB|CA|URY}}.<ref name=cs29 /> Insieme all'[[Estadio Gasómetro]], casa del [[Club Atlético San Lorenzo de Almagro|San Lorenzo]], e allo stadio dell'Independiente, fu tra le sedi degli incontri: l'unica altra gara disputata all'Alvear y Tagle fu Uruguay-{{NazNB|CA|PER}} dell'11 novembre.<ref name=cs29 /> Lo stadio fu demolito in seguito all'inaugurazione del [[Stadio monumentale Antonio Vespucio Liberti|Monumental]].<ref name=estadios />
 
==Note==
Una prima parte del testo venne dettata da Hitler all'amico di prigionia [[Rudolf Hess]], ritenuto da molti il più fedele fra i suoi seguaci<ref>{{cita web|url=http://www.historylearningsite.co.uk/rudolf_hess.htm|titolo=Rudolf Hess|editore=History Learning Site|accesso=16 marzo 2014|lingua = en}}</ref>, durante il periodo di reclusione nel carcere di [[Landsberg am Lech]] seguìto al tentativo fallito del [[Putsch di Monaco|colpo di Stato di Monaco]]<ref name="unipi">{{cita web|url=http://iu.di.unipi.it/infouma/media/siti/szpilman/Szpilman/meinkampf.html|titolo=Mein kampf – Il pensiero di Adolf Hitler|editore=Università di Pisa|data=29 marzo 2005|accesso=16 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131015125028/http://iu.di.unipi.it/infouma/media/siti/szpilman/Szpilman/meinkampf.html|dataarchivio=15 ottobre 2013}}</ref> del 9 novembre [[1923]].
 
Secondo la prefazione dell'edizione italiana edita da [[Bompiani]], il ''[[The Times|Times]]'', che pubblicò il volume a puntate, lo definì la «Bibbia laica» perché fornisce la giustificazione al credo politico di ogni [[Nazionalsocialismo|nazionalsocialista]] insegnandogli la via della salvezza nazionale<ref>{{cita|Bompiani|prefazione, p. 2|La mia battaglia}}</ref>.
 
== Pubblicazione ==
{{Citazione|I popoli che combattono per sublimi idee nazionali hanno forza di vita e ricchezza d'avvenire. Tengono nelle proprie mani i loro destini. Non di rado le loro forze, creatrici di comunità, sono valori di portata internazionale, aventi per la convivenza dei popoli effetti più benefici che gli «immortali principii» del liberalismo, i quali intorbidano e avvelenano i rapporti fra le nazioni.
Il fascismo e il nazional-socialismo, intimamente connessi nel loro fondamentale atteggiamento verso la concezione del mondo, hanno la missione di segnare nuove vie ad una feconda collaborazione internazionale. Comprenderli nel loro senso più profondo, nella loro essenza, significa rendere servigio alla pace del mondo e quindi al benessere dei popoli.|{{cita|Adolf Hitler|prefazione scritta per l'edizione italiana, p. 3|La mia battaglia}}}}
 
Hitler s'impegnò nella stesura del programma politico, trascritto nel libro da [[Rudolf Hess|Hess]], durante la sua reclusione, iniziata il 1º aprile [[1924]] per reato d'insurrezione, e successivamente, dopo la sua liberazione il 20 dicembre dello stesso anno, sull'[[Obersalzberg]]. Secondo uno studio universitario, basato anche su un racconto di [[Otto Strasser]]<ref>{{cita|Otto Strasser|p. 215|Strasser}}</ref> e pubblicato in associazione col [[United States Holocaust Memorial Museum|museo commemorativo dell'olocausto degli Stati Uniti]]<ref>{{cita|Kevin Spicer||Spicer}}</ref>, nella redazione del ''Mein Kampf'', in particolare nella fase di correzione delle bozze, Hitler fu aiutato dal cappellano del carcere di [[Landsberg am Lech]], [[Bernhard Stempfle]]<ref>{{cita|Othmar Plöckinger|pp. 133–141|Plöckinger}}</ref><ref>{{cita|Giorgio Galli|p. 47|Galli2002}}</ref>, che fu vittima di omicidio nella [[notte dei lunghi coltelli]] del 1934<ref>{{cita web|url=http://www.lager.it/notte_lunghi_coltelli.html|titolo=La notte dei lunghi coltelli - Nacht der langen Messer|editore=lager.it|accesso=16 marzo 2014}}</ref><ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/GERmaurice.htm|titolo=Emil Maurice|editore=spartacus.schoolnet.co.uk|accesso=16 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120111104533/http://www.spartacus.schoolnet.co.uk/GERmaurice.htm|dataarchivio=11 gennaio 2012}}</ref> poiché, avendo eliminato verbosità, inesattezze e banalità infantili, avrebbe potuto rivelare le debolezze dell'autore<ref name="Studio">{{cita web|url=http://www.rivistastudio.com/articoli/mein-kampf-royalties|titolo=Mein copyright|autore=Pietro Minto|editore=rivistastudio.com|data=18 giugno 2012|accesso=16 marzo 2014}}</ref>.
 
Il primo volume, intitolato ''Eine Abrechnung'' ("Resoconto") fu pubblicato il 18 luglio [[1925]]; il secondo, ''Die nationalsozialistische Bewegung'' ("Il movimento nazional-socialista"), l'11 dicembre [[1926]]. Il titolo originale scelto da Hitler era "Quattro anni e mezzo di lotta contro menzogna, stupidità e codardia" ma il responsabile della casa editrice, [[Max Amann (militare)|Max Amann]]<ref>{{cita web|url=http://www.olokaustos.org/bionazi/leaders/amann.htm|titolo=Max Amann|editore=olokaustos.org|accesso=16 marzo 2014}}</ref>, lo convinse, grazie anche alla persuasione del suo comandante di compagnia dei tempi della [[prima guerra mondiale]], a sintetizzarlo in ''Mein Kampf'' ("La mia lotta" o "La mia battaglia")<ref>{{cita web|url=http://www.nytimes.com/books/98/06/28/bookend/bookend.html|titolo=Guess Who's on the Backlist|autore=Richard Cohen|editore=[[The New York Times]]|data=28 giugno 1998|lingua=en|accesso=16 marzo 2014}}</ref>. Nel [[1930]] il libro era venduto al prezzo di 12 [[reichsmark]] e veniva stampato nel formato 12 x 18,9 centimetri, lo stesso normalmente adoperato per la [[Bibbia]]<ref name="unipi" />.
 
== Analisi ==
''Mein Kampf'' è stato studiato come un'opera di [[filosofia politica]]. Per esempio, Hitler rivela il suo odio per ciò che riteneva fossero i due mali gemelli del mondo: [[comunismo]] ed [[ebraismo]]. Il nuovo territorio di cui la [[Germania]] aveva bisogno avrebbe realizzato nella giusta maniera il "destino storico" del popolo tedesco; tale obiettivo, a cui Hitler si riferiva parlando del ''[[Lebensraum]]'' (spazio vitale), spiega perché Hitler, con modi aggressivi, volle estendere la Germania ad est e, in particolar modo, invadere la [[Occupazione tedesca della Cecoslovacchia|Cecoslovacchia]] e la [[campagna di Polonia|Polonia]], prima ancora di lanciare il suo attacco contro la [[Operazione Barbarossa|Russia]]. Nel libro Hitler sostiene apertamente che in futuro la Germania "dovrà dipendere dalla conquista dei territori ad est a spese della Russia"<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://ww2history.com/experts/Sir_Ian_Kershaw/Hitler_s_expansionist_aims|titolo=Hitler's expansionist aims|autore=Ian Kershaw|accesso=16 marzo 2014}}</ref>.
[[File:Display of Copies of Hitlers Mein Kampf - Documentation Center in Congress Hall - Nuremberg-Nurnberg - Germany.jpg|thumb|Copie esposte a Norimberga al Centro di Documentazione del Congresso dello Stato]]
Nel corso dell'opera, Hitler evidenzia le sofferenze politiche del [[cancelliere#Capo del governo|cancelliere]] tedesco nel [[Reichstag (istituzione)|parlamento]] della [[Repubblica di Weimar]] e inveisce contro gli [[ebrei]] e i [[socialdemocrazia|socialdemocratici]], così come i [[marxismo|marxisti]]. Annuncia di voler distruggere completamente il [[sistema parlamentare]] ritenendolo per lo più corrotto, sulla base del principio secondo cui i detentori del potere sono [[trasformismo (politica)|opportunisti]] per natura.
 
Altri punti salienti del libro sono:
* la creazione di un [[nazionalsocialismo|socialismo nazionale]];
* la lotta al [[bolscevismo]];
* l'[[antisemitismo]];
* la caratterizzazione della [[razza ariana]] pura e superiore;
* l'alleanza con il [[Regno Unito]] al fine d'evitare un'eventuale guerra su due fronti.
 
Hitler si rappresenta come "Übermensch", con riferimento all'opera ''[[Così parlò Zarathustra]]'' di [[Friedrich Nietzsche]], intendendo con "superuomo" un uomo capace di essere superiore a se stesso e ai propri impulsi e che, quindi, in questa accezione, andrebbe tradotto con un più esplicativo "oltreuomo". Tuttavia lo stesso Nietzsche era stato uno dei più decisi critici tedeschi dell'antisemitismo sviluppatosi nel [[XIX secolo]]<ref name="unipi" />.
 
Nel ''Mein Kampf'' è presente una diffusa enfasi sul [[cristianesimo]] quale base ideologica della dottrina di Hitler che paragona l'ascesa del nazismo a quella del cristianesimo originale ed equipara se stesso a [[Gesù]] nella sua opposizione alle istituzioni ebraiche<ref>{{cita libro|titolo=The Holy Reich: Nazi Conceptions of Christianity, 1919-1945|autore=Richard Steigmann-Gall|anno=2003|editore=Cambridge University Press|città=Cambridge|isbn=978-0-521-82371-5|lingua=en|url=http://www.abebooks.it/servlet/BookDetailsPL?bi=8688969319}}</ref>; questo sebbene Hitler considerasse privatamente il cristianesimo, specie la [[Chiesa cattolica]], come un male, come si evince dalla ''[[Conversazioni a tavola]]'' e da una frase dello stesso ''Mein kampf'': «Il cristianesimo è stata la prima religione a sterminare i suoi avversari in nome dell'amore. Il suo segno è l'intolleranza» (si veda anche [[pensiero religioso di Adolf Hitler]]).
 
''Mein Kampf'' fu profondamente influenzato dalle teorie sull'evoluzione di [[Ernst Haeckel]]<ref>{{cita libro|titolo=Why Freud Was Wrong. Sin, Science and Psychoanalysis|autore=Richard Webster|anno=2005|editore=Orwell Press|città=Oxford|p=230|isbn=978-0-9515922-5-0|lingua=en|url=http://www.abebooks.it/servlet/BookDetailsPL?bi=9502835080}}</ref>.
 
=== Antisemitismo e discriminazione ===
Nel ''Mein Kampf'', Hitler, basandosi su documenti falsi noti come i [[protocolli dei Savi di Sion]], formula principalmente la tesi del "pericolo ebraico", secondo la quale esiste una cospirazione ebraica con l'obiettivo di ottenere la supremazia nel mondo. Il testo descrive il processo con cui egli diventa gradualmente [[antisemita]] e [[militarista]], soprattutto durante i suoi anni vissuti a [[Vienna]]; tuttavia le ragioni più profonde del suo antisemitismo rimangono ancora un mistero. Racconta di non aver incontrato alcun ebreo fino al suo arrivo a Vienna e che la sua mentalità era inizialmente liberale e tollerante. Quando s'imbatté per la prima volta nella stampa antisemita, dice lui, la respinse non reputandola meritevole di seria considerazione. Successivamente gli stessi punti di vista antisemiti vennero accettati e divennero cruciali nel suo programma di ricostruzione nazionale della Germania.
 
Mentre gli storici non concordano sulla data esatta in cui Hitler decise di sterminare il popolo ebraico, pochi collocano questa decisione in data antecedente alla prima metà degli anni 30<ref>{{cita libro|titolo=Initiating the Final Solution : the fateful months of September-October 1941|autore=Cristopher R. Browning|anno=2003|editore=United States Holocaust Memorial Museum|città=Washington|p=8|lingua=en|url=http://www.ushmm.org/m/pdfs/20050728-browning.pdf|formato=PDF}}</ref>. Pubblicato per la prima volta nel 1925, il ''Mein Kampf'' già esprime quelle idee che accresceranno il risentimento storico di Hitler e le ambizioni per la creazione di un [[Nuovo Ordine]].
 
Le leggi razziali promulgate da Hitler rispecchiano fedelmente le idee espresse nel ''Mein Kampf''. Nella prima edizione Hitler ha affermato che la distruzione del debole e del malato è molto più umana della loro protezione. A parte ciò, Hitler vede uno scopo nel distruggere "il debole" perché tale azione fornisce, più di ogni altra cosa, lo spazio e la purezza necessaria al forte.
 
== Popolarità ed edizioni moderne==
[[File:Mijn kamp - Adolf Hitler - Steven Barends - De Amsterdamsche Keurkamer 1939 (1e druk).jpg|thumb|upright|Edizione olandese del 1939.]]
Fino all'ascesa al potere di Hitler, avvenuta nel gennaio del [[1933]], furono vendute {{TA|241 000}} copie del ''Mein Kampf''; nello stesso anno si raggiunse la cifra del milione che, però, non includeva ancora quelle cedute a titolo gratuito dallo stato nazista ai soldati al fronte e ad ogni nuova coppia di sposi.<ref>{{cita web|url=http://www.spiegel.de/kultur/gesellschaft/0,1518,druck-433526,00.html|titolo=Mythos Ladenhüter|editore=[[Spiegel Online]]|data=25 agosto 2006|accesso=16 marzo 2014|autore=Per Hinrichs|lingua=de}}</ref>
[[File:Mein Kampf as wedding present, Germany, 1936.jpg|thumb|left|Matrimonio tedesco del 1936: l'ufficiale di Stato civile consegna agli sposi una copia di ''Mein Kampf'']]
Al termine della [[seconda guerra mondiale]], milioni di esemplari di ''Mein Kampf'' furono distrutti insieme a molti altri simboli del nazismo. I diritti d'autore di tutte le edizioni di ''Mein Kampf'', a eccezione di quelli inglesi e olandesi, furono attribuiti alla Baviera, e sino al 31 dicembre 2015, ovvero allo scadere dei 70 anni dalla morte dell'autore, quando sono entrati nel pubblico dominio. Secondo lo storico [[Werner Maser]], Peter Raubal, pronipote di Hitler, avrebbe avuto la possibilità di riappropriarsi dei diritti d'autore, ma quest'ultimo ha dichiarato di non voler avere nulla a che fare con il libro, che potrebbe valere diversi milioni di [[euro]]. In [[Germania]] è stata a lungo vietata la distribuzione del libro, eccetto che in limitate circostanze in ambito storiografico.<ref>{{cita web|url=http://www.fpp.co.uk/Hitler/MeinKampf/Raubal.html|titolo=Hitler Relative Eschews Royalties|editore=[[Reuters]]|data=25 maggio 2004|accesso=16 marzo 2014|lingua=en}}</ref> Nella maggior parte dei casi possedere o acquistare il libro è legale, anche se si tratta di copie vecchie, a meno che il suo uso non sia finalizzato a promuovere nuove forme di [[nazismo]]. Fino al gennaio 2016<ref>{{cita web|url=http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/28/mein-kampf-il-libro-di-hitler-torna-in-vendita-meglio-lignoranza-non-aiuta-mai-e-i-tedeschi-hanno-fatto-i-conti-con-la-storia-non-come-litalia/2335855/}}</ref>, quando è stata autorizzata la pubblicazione una volta scaduti i diritti d'autore, non era stata pubblicata un'edizione seriamente commentata del ''Mein Kampf'' in [[lingua tedesca|tedesco]]; l'originale rimane comunque consultabile in copie d'antiquariato, nelle biblioteche, su [[internet]] e in ristampe prodotte da [[neonazismo|neonazisti]], soprattutto statunitensi.
 
In [[Francia]], la [[Corte d'appello]] di [[Parigi]] ha proceduto, dopo un arresto avvenuto l'11 luglio [[1979]],<ref>Istanza giudiziaria e data d'arresto riportata in prima pagina e sul web da un articolo di Pierre Lemieux, intitolato {{cita web|url=http://www.quebecoislibre.org/990612-4.htm|titolo=Liberté d'expression absolue|accesso=16 marzo 2014}}, pubblicato su ''Le Québécois libre'', numero 39, del 12 giugno 1999.</ref> ad autorizzare la vendita del libro per motivi storici, e con una premessa esplicativa di otto pagine, tuttora il libro è stampato da [[Les nouvelles éditions latines]]. Nei [[Paesi Bassi]], la vendita del libro è illegale in ogni caso, ma non il possesso o il prestito e nel [[1997]] il governo olandese ha spiegato che la vendita di una versione scientificamente annotata ''potrebbe'' risultare legale.
 
Negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] il libro si può acquistare nelle librerie e via internet. Il governo statunitense si impossessò dei diritti d'autore nel [[1941]], in seguito all'entrata in guerra degli Stati Uniti, come parte del [[Trading with the Enemy Act]], e nel [[1979]] la Houghton Mifflin acquistò i diritti dal governo statunitense. Ogni anno sono vendute più di 15&nbsp;000 copie.<ref name=Pascal>{{cita web|url=http://www.newstatesman.com/node/140616|lingua=en|titolo=Unbanning Hitler|autore=Julia Pascal|editore=[[New Statesman]]|data=25 giugno 2001|accesso=16 marzo 2014}}</ref> In [[Brasile]] il libro si trova in poche librerie in vendita solo per scopi di ricerca. Nessuna delle maggiori catene di vendita di libri brasiliane ha in vendita l'opera.
 
In [[Austria]] e in [[Israele]] il possesso e la vendita di ''Mein Kampf'' sono illegali, salvo che per edizioni riservate agli storici e agli ambienti universitari; la prima traduzione del libro in lingua ebraica risale al 1995.<ref>[http://olodogma.com/wordpress/2016/03/01/1338-il-tabu-mein-kampf-diventa-best-seller/israeli-woman-shows-the-first-translation-into-hebrew-of-adolf-hitlers-mein-kampf-in-jerusalems-hebrew-university-1995/ Israeli woman shows the first translation into Hebrew of Adolf Hitler's ‘Mein Kampf' in Jerusalem's Hebrew University-1995]</ref>
 
In [[Cina]] il ''Mein Kampf'' è vietato ed è consultabile per ricerche solo in poche biblioteche.
 
Nel [[1999]] il centro [[Simon Wiesenthal]], organizzazione contro l'[[antisemitismo]], è riuscito a fermare le vendite on-line di ''Mein Kampf'' in Germania da parte di ''[[amazon.com]]'' e ''[[Barnes & Noble]]''.<ref>{{cita web|url=http://www.repubblica.it/online/cultura_scienze/mein/mein/mein.html|titolo=Mein Kampf, Amazon lo blocca in Germania|data=18 novembre 1999|accesso=16 marzo 2014}}</ref> In [[Canada]] il libro è in commercio, tranne che nella catena di librerie [[Chapters]]/[[Indigo Books and Music|Indigo]].
[[File:Mein Kampf Indonesia.jpg|thumb|Copie del Mein Kampf (in alto, con la svastica in copertina) in vendita in una libreria in [[Indonesia]].]]
Nell'[[Unione Sovietica]] il libro fu stampato in un ristretto numero di copie per i membri anziani del [[PCUS]] secondo la traduzione in [[lingua russa|russo]] di [[Karl Radek]], ma il libro era di fatto proibito. In [[Russia]] il ''Mein Kampf'' è stato pubblicato tre volte dal [[1992]] e il testo in russo si può trovare anche su internet. Nel [[2006]] la [[Camera Pubblica della Russia]] ha proposto di vietare le pubblicazioni. Nel [[2009]] la sezione di [[San Pietroburgo]] del ministero russo degli Affari Interni ha chiesto di rimuovere una traduzione del libro da un sito storiografico.<ref>{{cita web|url=http://newsru.com/russia/08jul2009/hrono.html|titolo=A well-known historiography web site shut down over publishing Hitler's book|lingua=ru|data=8 luglio 2009|accesso=16 marzo 2014}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.hrono.info/libris/lib_g/meinkampf00.html|titolo=Моя борьба|lingua=ru|autore=Adolf Hitler|editore=Vyacheslav Rumyantsev|accesso=16 marzo 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081218155655/http://www.hrono.info/libris/lib_g/meinkampf00.html|dataarchivio=18 dicembre 2008}}</ref>
 
Un'edizione in [[lingua araba|arabo]] è stata pubblicata da [[Bisan Publishers]] in [[Libano]]. Una nuova edizione in [[lingua turca|turco]] è diventata bestseller in [[Turchia]] nel [[2005]].<ref>{{cita web|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4361733.stm|titolo=Hitler book bestseller in Turkey|data=18 marzo 2005|accesso=16 marzo 2014|lingua=en}}</ref> In [[Iran]], così come anche in tutto il mondo islamico e arabo, il libro è venduto liberamente. Nel [[2009]] in [[Giappone]] è stata stampata una versione [[manga]] del libro, con il nome di {{nihongo|''Mein Kampf''|わが闘争|waga tōsō}}.<ref>{{cita web|url=http://www.animeclick.it/notizia.php?id=23005|titolo=Giappone: a ruba Mein Kampf di Hitler versione manga|data=9 settembre 2009|accesso=16 marzo 2014}}</ref>
 
===Edizioni italiane===
Il ''Mein Kampf'' è legale da sempre anche in [[Svezia]] (nonostante la Baviera abbia tentato di bloccarne le pubblicazioni) e in [[India]]. In quest'ultimo Paese è in commercio dal [[1928]]; la versione più recente è stata stampata dal [[1998]] in centinaia di edizioni e 100.000 copie vendute al [[2010]], facendo del libro un ''best seller'' nel [[subcontinente indiano|subcontinente]].<ref>[https://www.rt.com/news/mein-kampf-sales-india/ Mein Kampf sales in India]</ref>
 
In [[Italia]] il libro venne stampato per la prima volta nel [[1934]] dalla casa editrice [[Bompiani]], per volontà di [[Mussolini]] che ne pagò segretamente i diritti con denaro del ministero degli Esteri.<ref>{{cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/18/Duce_ordino_stampi_Mein_Kampf_co_9_040618074.shtml|titolo=Il Duce ordinò: si stampi il «Mein Kampf»|autore = Messina Dino|editore=[[Corriere della Sera]]|data=18 giugno 2004|accesso=16 marzo 2014}}</ref> Hitler scrisse perfino una brevissima nota come prefazione all'edizione italiana.<ref>''Mein Kampf'', Bompiani, 1934, p. 3</ref> Durante i colloqui di [[Stresa]] dello stesso anno [[Mussolini]] definì il ''Mein Kampf'' «un mattone leggibile solo dalle persone più colte e intelligenti».<ref>Smith. 1983. ''Mussolini: A Biography''. New York: Vintage Books. p172</ref> La versione italiana era riassunta nella prima parte, a causa della mole del libro, e integrale nella seconda.<ref name=kaos>Giorgio Galli, ''Il Mein Kampf di Adolf Hitler'', Kaos Edizioni, 2009</ref> Visto il successo Bompiani ne pubblicò numerose ristampe sino al [[1943]];<ref name=corriere>{{Cita web|url=http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/06/Mein_Kampf_torna_nelle_librerie_co_0_0005061659.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150402153033/http://archiviostorico.corriere.it/2000/maggio/06/Mein_Kampf_torna_nelle_librerie_co_0_0005061659.shtml|titolo=Il Duce ordinò: si stampi il «Mein Kampf»|autore=Messina Dino|editore=[[Corriere della Sera]]|data=18 giugno 2004|accesso=16 marzo 2014|urlmorto=sì|dataarchivio=2 aprile 2015}}</ref> nel [[1938]] pubblicò integralmente anche la prima parte, col titolo "La mia vita", nella traduzione di Bruno Revel.<ref name=kaos /> La traduzione della prima parte curiosamente fu opera di un autore ebreo, Angelo Treves (all'epoca non erano state promulgate le [[Leggi razziali fasciste|leggi razziali]], che avverranno nel 1938, un anno dopo la morte di Treves), inizialmente anonimo, anche se successivamente il nome del traduttore apparve in un inserto. Essa fu criticata - sia per il metodo in cui fu riassunto il volume, sia per la traduzione letteraria dal tedesco, ritenuta non fedele - da [[Delio Cantimori]] (all'epoca intellettuale [[fascista]] e in seguito [[Partito Comunista Italiano|comunista]]), ritenendo che «una scarsa preparazione linguistica, un'assenza assoluta di preoccupazioni culturali e politiche ha condotto il traduttore-riduttore a rendere un servigio non bello all'autore del libro e al pubblico italiano stesso».<ref name=trad>[https://rivistatradurre.it/2017/11/un-ebreo-il-primo-traduttore-di-hitler/ Un ebreo il primo traduttore di Hitler]</ref>
 
Nel dopoguerra è stato ristampato soltanto ventincinque anni dopo la fine della guerra, nel [[1970]] dalle edizioni Pegaso, nonostante il Land di Baviera avesse cercato di bloccarne la pubblicazione, blocco negato dal tribunale di Bologna.<ref name=corriere />, anche se la prima edizione, clandestina, è del 1969 per La Sentinella d'Italia di Monfalcone. Quasi tutte le traduzioni hanno ripreso quella di Treves, modificandola, o utilizzando traduzioni anonime amatoriali; le pubblicazioni sono avvenute specie in case editrici [[Neofascismo|neofasciste]] come La Bussola di Roma (1971), Homerus di Roma (1971), Campironi di Cologno Monzese (1975), ecc., fino ad essere lungamente e stabilmente pubblicato in versione integrale dalle Edizioni di Ar di Padova<ref>Edizioni di Ar, [http://www.edizionidiar.it/hitler-adolf/mein-kampf.html Mein Kampf su Edizioni di AR]</ref> (casa editrice legata all'estrema destra e proprietà di [[Franco Freda]]), con introduzione apologetica, probabilmente usando sempre la vecchia traduzione di Treves seppur con significativi rimaneggiamenti lessicali. Una nuova traduzione completa, ad opera di Marco Linguardo e Monica Mainardi, è stata stampata dalla casa editrice neofascista Thule Italia di Roma nel 2016.<ref name=trad/>
 
La prima versione commentata e storicizzata fu del [[2002]], ristampata nel [[2009]], per la [[Kaos Edizioni]], a cura e con il commento critico di [[Giorgio Galli]] con il titolo ''Il Mein Kampf di Adolf Hitler. Le radici della barbarie nazista''; la traduzione è anonima, pur riprendendo alcune parti della versione Bompiani con rielaborazioni; un'altra edizione di ''Mein Kampf'', ripresa esatta della traduzione Bompiani, con le note dello storico [[Francesco Perfetti]], è stata allegata, suscitando polemiche da parte di esponenti politici e comunità ebraica, al quotidiano ''[[il Giornale]]'' nel giugno 2016 come parte di una collana storica sul nazismo di otto volumi; il libro è stato allegato a ''Hitler e il Terzo Reich. Ascesa e trionfo'', un'edizione del classico ''[[Storia del Terzo Reich]]'' di [[William Shirer]].<ref>[http://www.corriere.it/cronache/16_giugno_10/giornale-regala-mein-kampf-ambasciata-israele-operazione-indecente-adb720c4-2f26-11e6-bb6d-75d636c22361.shtml Il Giornale vende il Mein Kampf. Ambasciata Israele, «Operazione indecente» Renzi: «Squallido»]</ref>
 
===Edizioni critiche===
Il 31 dicembre 2015 sono scaduti i diritti d'autore sull'opera, considerati i 70 anni dalla morte di Hitler. L'Institut für Zeitgeschichte di Monaco di Baviera ha pubblicato la prima edizione critica del ''Mein Kampf'', inizialmente sostenuta dal governo bavarese, che poi ha ritirato l'appoggio morale ed economico a inizio 2013, temendo di apparire incoerente con la battaglia costituzionale condotta alla corte di [[Karlsruhe]] contro il [[Partito Nazionaldemocratico di Germania]], l'erede ideologico del [[NSDAP|Partito nazista]].
L'edizione critica tedesca si è posta tre obiettivi: verificare la fondatezza storica delle affermazioni di Hitler, ricostruire le sue fonti intellettuali e valutare l'applicazione delle sue idee dopo l'ascesa al potere. Pur non essendo un lavoro storiograficamente innovativo, l'edizione tedesca ha venduto il solo primo anno oltre ottantamila copie<ref>[http://www.ifz-muenchen.de/aktuelles/themen/edition-mein-kampf/]</ref>.
 
Dopo le tre versioni italiane citate (Bompiani, Kaos e Thule), nell'aprile 2017 è stata pubblicata la prima edizione critica italiana autorizzata del ''Mein Kampf'', a cura di [[Vincenzo Pinto]] (edizioni Free Ebrei, casa editrice di ispirazione ebraica), con una nuova traduzione integrale dello stesso Pinto (studioso del nazismo e del libro di Hitler in particolare) e di Alessandra Cambatzu, e il titolo tradotto (''La mia battaglia''). L'edizione contiene un apparato critico molto corposo a introduzione di ogni capitolo<ref>[http://www.freeebrei.com/home/edizioni-free-ebrei/documenti/adolf-hitler-la-mia-battaglia-vol-1-edizione-critica]</ref>.
Altre edizioni critiche di questo tipo sono previste in Francia e [[Regno Unito]].
 
== Il seguito ==
Dopo gli scarsi risultati alle elezioni del [[1928]], Hitler decise di ritirarsi a [[Monaco di Baviera|Monaco]] per dettare un seguito a ''Mein Kampf'' che trattava principalmente di politica estera. Il libro non fu mai pubblicato a causa dello scarso successo iniziale del primo o per la sconfitta elettorale appena patita<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/agosto/14/politica_estera_del_Reich_comincia_co_0_030814015.shtml «La politica estera del Reich comincia da quelle pagine»]</ref>.
 
Non è stato scoperto fino al [[1958]] e la prima edizione autorizzata in inglese non è stata pubblicata fino al [[2003]] (''Hitler's Second Book: The Unpublished Sequel to Mein Kampf'', ISBN 1-929631-16-2)<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/agosto/14/Sud_Tirolo_agli_italiani_Firmato_co_0_030814013.shtml "Sud Tirolo agli italiani". Firmato Hitler]</ref>. In italiano è stato pubblicato nel 2015 per Kaos Edizioni, con il titolo ''Il secondo libro''.
 
== Adattamenti artistici ==
* [[1973]] Il cabarettista [[Helmut Qualtiger]] espone al pubblico vari passaggi del libro (disponibili su CD).
* [[1987]] Al teatro di [[Vienna]] viene esibito per la prima volta il pezzo teatrale ''Mein Kampf'' di [[George Tabori]], che narra gli avvenimenti della vita di Adolf Hitler antecedenti alla [[Prima guerra mondiale]].
* [[1996]] L'artista turco-tedesco [[Serdar Somoncu]] conduce presentazioni pubbliche con scopo antirazzista leggendo passaggi del libro.
 
== Edizioni in italiano ==
*''La mia battaglia'', prefazione inedita dell'autore per l'edizione italiana, Milano, Bompiani, 1934.
*''La mia vita'', prefazione inedita dell'autore per l'edizione italiana, Milano, Bompiani, 1938.
*''La mia battaglia'', Bologna, Pegaso, 1970.
*''La mia battaglia'', Roma, La Bussola, 1971.
*''Mein Kampf. (La mia battaglia)'', Roma, Homerus, 1971.
*''Mein Kampf. (La mia battaglia)'', Cologno Monzese, I. G. Campironi, 1975
*''Mein Kampf'', Monfalcone, Sentinella d'Italia, 1983.
*''Mein Kampf. (La mia battaglia)'', Varese, La Lucciola, 1991.
*''Mein Kampf'', s.l., Il Lumino, 1992.
*''Mein Kampf (la mia battaglia). Questo libro viene ripubblicato oggi affinché l'uomo rifletta, giudichi e non dimentichi gli orrori che da esso scaturirono'', Roma, Ers, 2000. ISBN 88-7124-279-3.
*''Il Mein Kampf di Adolf Hitler'', a cura di [[Giorgio Galli]], Milano, Kaos, 2002. ISBN 88-7953-113-1.
*''Mein Kampf'', 2 voll., Padova, Edizioni di Ar, 2009. ISBN 88-89515-35-X. [Ristampa anastatica dell'ed. Bompiani, Milano, 1941 in due volumi dai seguenti titoli: ''La mia vita''; ''La mia battaglia'']
*''La mia battaglia'', Santarcangelo di Romagna, Casini, 2010. ISBN 978-88-6410-021-0.
*''Mein Kampf'', introduzione di [[Francesco Perfetti]], Milano, Il Giornale, 2016. [Riproduzione facsimile della terza edizione Bompiani, 1937]
*''Mein Kampf'', Massa, Ed. Clandestine, 2016. ISBN 978-88-6596-569-6.
*''Mein Kampf''
:I, ''Un bilancio'', Roma, Thule Italia, 2016. ISBN 978-88-97691-34-1.
:II, ''Il Movimento nazionalsocialista'', Roma, Thule Italia, 2016. ISBN 978-88-97691-37-2.
*''La mia battaglia''
:I, ''Edizione critica'', traduzione di [[Alessandra Cambatzu]] e [[Vincenzo Pinto]], a cura di Vincenzo Pinto, Torino, Free Ebrei, 2017. ISBN 978-88-940324-2-0.
:II, ''Analisi'', a cura di Vincenzo Pinto, Torino, Free Ebrei, 2017. ISBN 978-88-940324-5-1.
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
*{{Cita libro|url=http://biblioteca.afa.org.ar/libros/libro_30/|titolo=Planillas de afiliación 1927|città=Buenos Aires|anno=1928|autore=[[Asociación del Fútbol Argentino]]|editore=|cid=AFA 1927|lingua=es}}
* Adolf Hitler, ''Mein Kampf'', Monaco di Baviera, Franz Eher Successori, 1925.
* {{Cita libro|cognome = Hitler|titolo = La mia battaglia|url = http://www.daemuk.ch/meinkampf.pdf|formato = PDF|accesso = 27 agosto 2016|edizione = XII. edizione|dataoriginale = 15 marzo 1934|data = 12 settembre 1940|editore = Bompiani|città = Milano|nome = Adolf|cid = La mia battaglia}}
* {{cita libro|nome=Otto|cognome=Strasser|titolo=Hitler et moi|editore=Bernard Grasset|città=Parigi|anno=1940|pp=248|lingua=francese|url=http://collections.ushmm.org/search/catalog/bib25619|cid=Strasser}}
* {{de}} [[Kenneth Burke]]: ''Die Rhetorik in Hitlers „Mein Kampf“ und andere Essays zur Strategie der Überredung.'' Frankfurt a. M., Suhrkamp 1967 Überredung.'' Frankfurt a. M., Suhrkamp 1967''
* {{de}} [[Kurt Halbritter]]: ''Adolf Hitlers Mein Kampf. Gezeichnete Erinnerungen an eine große Zeit.'' 2. Aufl., Hanser, München; Wien 1976, ISBN 3-446-12070-X
* {{de}} Werner Maser: ''Adolf Hitlers „Mein Kampf“. Geschichte, Auszüge, Kommentare.'' 8. Auflage, Bechtle, Esslingen 1995, ISBN 3-7628-0409-5
* [[Giorgio Galli]] (a cura di) ''IL MEIN KAMPF DI ADOLF HITLER. Le radici della barbarie nazista'' ISBN 88-7953-113-1
* {{cita web|http://www.antipodiedizioni.com/testi_gratuiti/nazismo_esoterico/giorgio_galli_nazismo_magico.pdf|Hitler e il nazismo magico|autore=[[Giorgio Galli]]|pp=149|formato=PDF|data=11 ottobre 2002|accesso=11 ottobre 2013|editore=Antipodi Edizioni|cid=Galli2002}}
* {{de}} Barbara Zehnpfennig: ''Hitlers „Mein Kampf“ – Eine Interpretation'' 3. Auflage, Fink, München 2006, ISBN 3-7705-3533-2
* {{Cita libro|cognome = Plöckinger|nome = Othmar|titolo = Geschichte eines Buches: Adolf Hitlers "Mein Kampf": 1922-1945|url = http://www.amazon.it/Geschichte-eines-Buches-Hitlers-1922-1945/dp/3486579568/|editore = Oldenbourg|ed = 1|data = giugno 2006|lingua = de|isbn = 978-3-486-57956-7|pp = 641|cid = Plöckinger}}
* {{Cita libro|cognome = Spicer|nome = Kevin|titolo = Hitler's Priests. Catholic Clergy and National Socialism|url = http://www.niupress.niu.edu/niupress/scripts/Book/bookresults.asp?ID=475|anno = 2008|editore = Northern Illinois University Press|città = DeKalb, IL|lingua = en|pp = 385|isbn = 978-0-87580-384-5|cid = Spicer}}
* Adolf Hitler, ''Mein Kampf. Edizione critica'', note e commenti di [[Francesco Perfetti]], Biblioteca storica - Documenti, 2016, pubblicato in allegato nella collana ''Hitler e il Terzo Reich'', a cura di [[William Shirer]], editore [[Il Giornale]]
 
== Voci correlate ==
{{div col}}
* [[Nazionalsocialismo]]
* [[Pensiero religioso di Adolf Hitler]]
* [[Propaganda nella Germania nazista]]
* [[Temi propagandistici del nazionalsocialismo]]
* [[Lebensraum]]
* [[Nuovo Ordine]]
* [[Drang nach Osten]]
* [[Fascismo e questione ebraica]]
* [[Razzismo]]
* [[Destra radicale]]
{{div col end}}
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
{{Interprogetto|commons=Category:Mein Kampf|q=Mein Kampf|q_preposizione=da|etichetta=''Mein Kampf''}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.dhm.de/lemo/html/nazi/innenpolitik/meinkampf/|Deutsches Historisches Museum|lingua=de}}
* {{cita web|http://www.damaschke.de/marginalia/1998/anfrage-1998-07-12.php|situazione legale su „Mein Kampf“ dal punto di vista della cancelleria bavarese|lingua=de}}
* {{cita web|http://www.deproverbio.com/DPjournal/DP,1,1,95/HITLER.html|Wolfgang Mieder, „... as if I were the master of the situation“ – manipolazioni popolari dal Mein Kampf con molti riferimenti|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.landsberger-zeitgeschichte.de/Geschichte/festungshaft/hitler.htm |sulla reclusione in Landsberg am Lech|lingua=de}}
* {{de}} Eberhard Jäckel/Ellen Latzin: [http://www.historisches-lexikon-bayerns.de/artikel/artikel_44547 Adolf Hitler: Mein Kampf (1925/26), in: Historisches Lexikon Bayerns, articolo ricco di riferimenti]
* {{cita web|1=http://www.wissensnavigator.com/documents/HarandSK.pdf|2=Irene Harand (1935): ''Sein Kampf. Meine Antwort an Hitler.'' La sua battaglia. La mia risposta ad Hitler (pdf)|lingua=de|accesso=7 agosto 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160115083359/http://www.wissensnavigator.com/documents/HarandSK.pdf|dataarchivio=15 gennaio 2016|urlmorto=sì}}
* {{cita web|http://www.daemuk.ch/meinkampf.pdf|Testo dell'edizione Bompiani del 1934 (versione non integrale), in formato PDF}}
* {{cita web|http://www.daemuk.ch/meinkampf.html|Testo dell'edizione Bompiani del 1934 (versione non integrale), in formato HTML}}
 
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