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[[File:RomanItaly.svg|thumb|upright=1.5|Evoluzione dell'estensione geografica del territorio chiamato "Italia" durante l'età romana]]
La '''storia dell'Italia romana''' iniziò nella graduale sottomissione delle [[Popoli dell'Italia antica|popolazioni italiche]] centro meridionali, che iniziò durante l'[[Età regia di Roma]] ([[VIII secolo a.C.]]), completandosi con la [[Conquista romana della Gallia Cisalpina|conquista della Gallia Cisalpina]], territorio corrispondente alla [[Pianura Padana]], che avvenne tra il [[III secolo a.C.|III]] e il [[II secolo a.C.]] La successiva concessione della [[cittadinanza romana]] agli abitanti dell'intera penisola italiana permise a Roma di [[Romanizzazione (storia)|diffondere ovunque la propria lingua, i costumi, le istituzioni]]. La storia dell'[[Italia romana]] ebbe fine nel [[476|476 d.C.]] con la [[caduta dell'Impero romano d'Occidente]].
 
Il '''design sostenibile''' (chiamato anche ''eco design'' o ''design ecologico'') è la [[progettazione]] di un [[prodotto]] di un sistema, sociale o economico, nel rispetto dell'ambiente.
==Storia==
===L'età delle conquiste (753 - 146 a.C.)===
{{Vedi anche|Conquista romana dell'Italia|Storia delle campagne dell'esercito romano in età regia|Storia delle campagne dell'esercito romano in età repubblicana}}
La sottomissione delle [[Popoli dell'Italia antica|popolazioni italiche]] e l’unificazione di questi popoli in un'entità geografica identificabile con l'attuale [[penisola italica]], richiese a Roma una serie di [[Storia delle campagne dell'esercito romano|guerre di conquista]] e di [[colonia romana|colonizzazioni]] lunghe e difficili. Le tappe principali furono, la [[Città scomparse del Lazio arcaico|conquista del primato sul ''Latium vetus'']] durante l’[[Storia delle campagne dell'esercito romano in età regia|intera epoca regia]].
 
== Design sostenibile ==
====Conquista romana del ''Latium vetus'' (753 - 341 a.C.)====
Con il tempo la sostenibilità è diventata un pre-requisito del design, ed è quindi necessario cercare di integrare sempre più la definizione di design sostenibile in quella di design.
{{Latium vetus}}
{{Latium adiectum}}
La storia più antica, dalla [[fondazione di Roma]] quale piccolo [[tribalismo|villaggio tribale]],<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. 3, par. 8}}.</ref> fino alla fine dell'[[Età regia di Roma|Età regia]] con la caduta dei re di Roma, è quella meno conservata.<ref>{{cita|Grant 1993|p. 23}}; {{cita|Pennell 1890|Cap. 9, par. 3}}.</ref> Sebbene [[Tito Livio|Livio]], storico romano, nella sua opera ''[[Ab Urbe condita libri|Ab Urbe condita]]'', elenchi, dal primo insediamento fino ai primi anni, una serie di sette re della Roma arcaica, i primi quattro 're' ([[Romolo]],<ref>{{cita|Floro|I, 1}}.</ref> [[Numa Pompilio]],<ref>{{cita|Floro|I, 2}}.</ref><ref name="cassiusB2C7V6">{{cita|Cassio Dione|I, 7.6}}.</ref> [[Tullo Ostilio]]<ref name="cassiusB2C7V6"/><ref>{{cita|Floro|I, 3}}.</ref> e [[Anco Marzio]]<ref name="cassiusB2C7V6"/><ref>{{cita|Floro|I, 4}}.</ref>) sono quasi certamente interamente apocrifi. Michael Grant e altri ipotizzano che, prima dell'instaurarsi del dominio etrusco su Roma sotto [[Tarquinio Prisco]], quinto re della tradizione,<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. V, par. 1}}.</ref> Roma fosse stata guidata da qualche sorta di autorità religiosa.<ref name ="historyOfRomeP21">{{cita|Grant 1993|p. 21}}.</ref> Pochissimo si conosce della storia militare di Roma durante questa epoca, e quello che la storia ci ha tramandato ha più della natura leggendaria che di una consistenza fattuale. Secondo la tradizione, Romolo fortificò uno dei [[sette colli di Roma]], il [[colle Palatino]], dopo aver fondato la città, e Livio afferma che, poco dopo la sua fondazione, Roma era «''pari a qualsiasi delle città circostanti per valore militare''».<ref name="LivyP13">{{cita|Livio|I, 9}}.</ref>
 
L'intento del design sostenibile è quella di "eliminare completamente l'impatto negativo sull'ambiente attraverso un design intelligente e sensibile".
Sotto i re etruschi [[Tarquinio Prisco]],<ref>{{cita|Floro|I, 5}}.</ref> [[Servio Tullio]]<ref>{{cita|Floro|I, 6}}.</ref> e [[Tarquinio il Superbo]],<ref>{{cita|Floro|I, 7}}.</ref> Roma si espanse in direzione nord-ovest, venendo in conflitto contro i [[Veio|Veientani]] (a nord-est del [[Tevere]]) dopo la scadenza del trattato che aveva concluso la precedente guerra.<ref name="riseOfRomeP56">{{cita|Livio|I, 42}}.</ref> [[Tarquinio Prisco]] combatté<ref name="EutropioI.6">{{cita|Eutropio|I, 6}}.</ref> i [[Sabini]] (nel [[585 a.C.|585]]/[[584 a.C.]] ca.),<ref name="Fasti triumphales">{{cita|Fasti triumphales|}}.</ref> come pure fece il suo successore [[Servio Tullio]].<ref name="EutropioI.7">{{cita|Eutropio|I, 7}}.</ref> Ancora Prisco ottenne un [[trionfo]] su Latini (acquistò allo stato romano le città di ''[[Corniculum]]'' e ''[[Collatia]]'')<ref name="LivioPeriochae1.19">{{cita|Livio, ''Periochae''|1.19}}.</ref><ref>{{cita|Livio, ''Periochae''|1.37}}.</ref> ed Etruschi (il 1º aprile del [[588 a.C.|588]]/[[587 a.C.]]).<ref name="Fasti triumphales"/> Su questi ultimi anche Servio Tullio ottenne un doppio trionfo (il (25 novembre del [[571 a.C.|571]]/[[570 a.C.]] ed il 25 maggio del [[567 a.C.|567]]/[[566 a.C.]]).<ref name="Fasti triumphales"/><ref>{{cita|Floro|I, 5.5}}.</ref> Ed infine [[Strabone]] ricorda che sempre Tarquinio Prisco distrusse numerose città degli [[Equi]].<ref name="StraboneItaliaV3.4">{{cita|Strabone|V, 3.4}}.</ref> L'ultimo re di Roma, [[Tarquinio il Superbo]] [[Roma e le guerre con Equi e Volsci|combatté invece per primo]] i [[Volsci]]<ref name="EutropioI.8">{{cita|Eutropio|I, 8}}.</ref><ref>{{cita|Livio, ''Periochae''|1.25 e 1.44}}.</ref><ref name="Fasti triumphales"/> e sottomise poi numerose città del ''[[Latium vetus]]'',<ref name="FloroI,7.5">{{cita|Floro|I, 7.5}}.</ref> facendo pace poi con gli [[Etruschi]].<ref name="EutropioI.8"/> Alla fine i [[Tarquini|re etruschi]] furono rovesciati<ref name="epitomeB1C9">{{cita|Floro|I, 9}}.</ref> nel contesto di una più ampia esautorazione del potere etrusco nella regione nello stesso periodo, e [[Roma antica|Roma]], i cui possedimenti non si estendevano oltre le 15 miglia dalla città,<ref name="EutropioI.8"/> si diede un [[Repubblica romana|assetto repubblicano]].<ref name="historyOfRomeP31">{{cita|Grant 1993|p. 31}}.</ref><ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. VI, parag. 1}}.</ref>
La progettazione sostenibile richiede riduzione, riuso e riciclo, montaggio/smontaggio/autocostruzione, uso di energie pulite e rinnovabili, riduzione delle emissioni nocive, scelta dei materiali, analisi, certificazione e dematerializzazione del prodotto-servizio. <ref name="uno"> {{Cita web|url = http://www.treccani.it/enciclopedia/design-sostenibile_%28XXI-Secolo%29/|titolo = Design sostenibile|autore= Paolo Tamborrini e [[Giorgio Tartaro]]|sito = Treccani|}}</ref>.
 
=== Evoluzione della sostenibilità nel design ===
con l'inizio di questa nuova fase storica, gli immediati vicini di Roma erano città o villaggi dei [[Latini]],<ref name="epitomeB1C11">{{cita|Floro|I, 11}}.</ref> con un [[tribalismo|assetto tribale]] simile a quello di Roma, o anche tribù sabine delle vicine alture [[Appennino|appenniniche]].<ref name="historyP38">{{cita|Grant 1993|p. 38}}.</ref> Poco alla volta Roma sconfisse sia i sabini sia le città locali che erano o egemonizzate dagli Etruschi o città latine che, al pari di Roma, si erano liberate dei loro dominatori etruschi.<ref name="historyP38"/> Roma sconfisse i [[Lavinium|Lavinii]] e i [[Tusculum|Tusculi]] nella [[battaglia del lago Regillo]], del [[496 a.C.]],<ref name="epitomeB1C11"/><ref name="historyP37">{{cita|Grant 1993|p. 37}}.</ref><ref>{{cita|Livio|p. 89}}.</ref> e i Sabini in una battaglia sconosciuta nel [[449 a.C.]],<ref name="historyP37"/> gli [[Equi]] e i [[Volsci]] nella [[battaglia del Monte Algido]] nel [[458 a.C.]] e nella [[battaglia di Corbione]] nel [[446 a.C.]]<ref>{{cita|Cassio Dione|I, 7.17}}.</ref>, i [[Volsci]]<ref>{{cita|Cassio Dione|I, 7.16}}.</ref> nella battaglia di Corbione<ref name="enemiesP13">{{cita|Matyszak 2004|p. 13}}.</ref> e nella [[conquista di Anzio]] del [[377 a.C.]]<ref name="historyP39">{{cita|Grant 1993|p. 39}}.</ref>, gli [[Aurunci]] nella [[battaglia di Ariccia]];<ref>{{cita|Livio|II, 26}}.</ref> furono battuti dai [[Veio|Veientani]] nella [[battaglia del Cremera]] nel [[477 a.C.]],<ref>{{cita|Grant 1993|p. 41}}.</ref><ref name="epitomeB1C12">{{cita|Floro|I, 12}}.</ref> nella [[conquista di Fidene]] del [[435 a.C.]]<ref name="epitomeB1C12"/><ref name="historyP42">{{cita|Grant 1993|p. 42}}.</ref> e nelle [[Roma e le guerre con Veio|guerre veienti]] che portarono alla [[Caduta di Veio|conquista di Veio]] del [[396 a.C.]]<ref name="enemiesP13"/><ref name="epitomeB1C12"/><ref name="historyP42"/><ref>{{cita|Cassio Dione|I, 7.20}}.</ref> Una volta sconfitti i Veientani, i Romani ebbero effettivamente completato la conquista dei loro immediati vicini etruschi,<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. II}}</ref> e, allo stesso tempo, resa sicura la loro posizione contro la minaccia immediata costituita dai popoli tribali delle alture appenniniche.
La prima questione a cui teorici e studiosi si sono interessati è la scelta di risorse a basso impatto ambientale; sia per quanto riguarda materiali che fonti energetiche.
 
Negli anni ’90 diventano chiari quali sono gli effetti ambientali attribuibili a un prodotto, di conseguenza l'attenzione si sposta sulla progettazione di prodotti a basso impatto ambientale. Inoltre viene introdotto il concetto di ciclo di vita che serve per poter considerare i prodotti lungo il loro intero percorso, dalla pre-produzione sino alle ultime fasi, come [[smaltimento]] e dismissione finale. <ref> {{Cita articolo|titolo = Design per la sostenibilità: una disciplina (sempre più) articolata |autore = Carlo Vezzoli|anno = 2005| p= 2}}</ref>
Roma, tuttavia, controllava ancora solo una ristrettissima area e i suoi affari rivestivano un ruolo minore nell'intero contesto della [[penisola italica]]: i resti di Veio, ad esempio, ricadono oggi interamente nei suburbi della Roma moderna<ref name="enemiesP13"/> e gli interessi di Roma erano da poco venuti all'attenzione dei Greci, portatori della cultura trainante dell'epoca.<ref name="historyOfRomeP44">{{cita|Grant 1993|p. 44}}.</ref> Il grosso dell'Italia rimaneva ancora in mano ai [[Latini]], ai [[Sabini]], ai [[Sanniti]] e ad altri popoli dell'[[Italia centrale]], ai [[colonia greca|coloni]] greci delle ''[[poleis]]'' [[Magna Grecia|magnogreche]], e, in particolare, ai [[Celti|popoli celtici]] dell'[[Italia settentrionale]], inclusi i [[Galli]].
 
Con la nascita di questo concetto si afferma la metodologia del Life Cycle Assessment ([[LCA]]) che ha il compito di valutare gli effetti ambientali di tutti i processi di tutte le fasi del ciclo di vita in relazione alla prestazione del prodotto. Con la nascita della LCA il prodotto viene progettato tendendo conto di tutte le fasi del ciclo di vita; questo implica una visione più estesa di quella tradizionalmente adottata per la progettazione.
All'epoca, la civiltà celtica era vibrante e in fase di espansione militare e territoriale, con una diffusione che, sebbene priva di coesione, arrivò a coprire gran parte dell'[[Europa continentale]]. Fu proprio per mano dei [[Celti]] della [[Gallia]] che Roma soffrì una sconfitta umiliante, a cui seguì una battuta d'arresto imposta alla sua espansione: il ricordo di quella sconfitta era destinato ad imprimersi profondamente nella coscienza e nella futura memoria di Roma. Dal 390 a.C., molte tribù galliche avevano iniziato ad invadere l'Italia dal nord, all'insaputa dei Romani i cui interessi si rivolgevano ancora alla sicurezza su uno scenario essenzialmente locale. Ad allertare Roma fu una tribù particolarmente bellicosa,<ref name="historyOfRomeP44"/><ref name="epitomeB1C13">{{cita|Floro|I, 13}}.</ref> i [[Senoni]],<ref name="epitomeB1C13"/> che invasero la provincia etrusca di [[Siena]] dal nord e attaccarono la città di [[Clusium]] ([[Clusium|Chiusi]]),<ref name="pennelC9P2">{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 2}}.</ref> non molto distante dalla sfera d'influenza di Roma. Gli abitanti di Chiusi, sopraffatti dalla forza dei nemici, superiori in numero e per ferocia, chiesero aiuto a Roma. Quasi senza volerlo<ref name="historyOfRomeP44"/> i Romani non solo si ritrovarono in conflitto con i Senoni, ma ne divennero il principale obiettivo.<ref name="pennelC9P2"/> I Romani li fronteggiarono in una [[battaglia del fiume Allia|battaglia campale presso il fiume Allia]]<ref name="historyOfRomeP44"/><ref name="epitomeB1C13"/> intorno agli anni [[390 a.C.|390]]–[[387 a.C.]] I Galli, guidati dal condottiero [[Brenno (IV secolo a.C.)|Brenno]], sconfissero un'armata romana di circa 15.000 soldati<ref name="historyOfRomeP44"/> e incalzarono i fuggitivi fin dentro la stessa città, che fu sottoposta ad un parziale ma [[Sacco di Roma (390 a.C.)|umiliante sacco]]<ref name= LivioV.48>{{cita|Livio|V, 48}}.</ref><ref>{{cita|Lane Fox 2005|p. 283}}.</ref> prima di essere scacciati<ref name="epitomeB1C13"/><ref name= LivioV.48/><ref>[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Storia romana'', estratto bizantino dal IV libro.</ref> o convinti ad andarsene dietro pagamento di un riscatto.<ref name="historyOfRomeP44"/><ref name="pennelC9P2"/>
<ref>{{Cita libro|titolo = Design multidiverso. Appunti di fenomenologia del design.
|autore =E.Manzini e P.Bertola|anno = 2004| p= 106-107}}</ref>
 
Evidente è quindi un passaggio dalla progettazione del prodotto alla progettazione dell’intero sistema-prodotto consentendo di individuare anche quelle fasi che inizialmente non venivano considerate nella progettazione. <ref>{{Cita libro|titolo = Design multidiverso. Appunti di fenomenologia del design.
====Dall'egemonia sul ''Latium vetus'' a quella dell'Italia centro meridionale (343 - 264 a.C.)====
|autore =E.Manzini e P.Bertola|anno = 2004| p= 108}}</ref>
{{Vedi anche|Guerra latina|Guerre sannitiche|guerre romano-etrusche}}
 
Successivamente l’interesse si sposta sul design per l’innovazione del sistema rispetto a quella del singolo prodotto, secondo un idea di sostenibilità sostenitrice di cambiamenti radicali nei modelli di produzione e consumo.
Le tappe della conquista romana, dopo aver raggiunto l'egemonia sul ''[[Latium vetus]]'' fu quella di espandersi prima verso sud ([[guerre sannitiche]]) e poi verso nord ([[guerre romano-etrusche]]) fino ad ottenere il dominio totale della penisola italica dall'Arno allo [[stretto di Messina]] durante il primo [[Storia delle campagne dell'esercito romano in età repubblicana|periodo repubblicano]] (fino al 264 a.C.).
 
Più tardi ancora, il ruolo del design si è sviluppato rispetto alla dimensione socioetica della sostenibilità; ovvero su diverse questioni a partire dal principio dell’[[equità]] nella disponibilità e distribuzione delle risorse.<ref> {{Cita articolo|titolo = Design per la sostenibilità: una disciplina (sempre più) articolata |autore = Carlo Vezzoli|anno = 2005| p= 2}}</ref>
[[File:The Growth of Roman Power in Italy.jpg|thumb|upright=1.8|sinistra|Mappa della confederazione romana nel [[100 a.C.]], all'avvento della [[guerra sociale]] (91-88 a.C.). Si noti la configurazione politica a chiazze.
{{Legenda|#006666|Possedimenti romani}}
{{Legenda|#FF3333|Colonie latine}}
{{Legenda|#FF6666|Alleati di Roma (''[[socii e foederati|socii]]'')}}
I possedimenti romani abbracciavano i territori centrali della penisola italica e le coste tirreniche. Le colonie latine erano sparse in località strategiche, mentre gli alleati erano concentrati nelle montagne interne]]
 
=== Design per equità e coesione sociale ===
Dopo essersi ripresa dal [[sacco di Roma (390 a.C.)|sacco di Roma]],<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 4}}.</ref> i Romani ripresero immediatamente la loro espansione in Italia. Nonostante i successi fino ad allora ottenuti, il controllo sull'intera penisola non era, a quel punto, in alcun modo assicurato: i [[Sanniti]] erano altrettanto bellicosi<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 23}}.</ref> e ricchi<ref name="epitomeB1C16">{{cita|Floro|I, 16}}.</ref> dei Romani; inoltre, dal canto loro, si prefiggevano di espandersi dall'originario [[Sannio]] per assicurarsi nuove terre in quelle fertili pianure italiche<ref name="epitomeB1C16"/> su cui insisteva la stessa Roma.<ref>{{cita|Lane Fox 2005|p. 282}}.</ref> La [[prima guerra sannitica]], tra il [[343 a.C.|343]] e il [[341 a.C.]], fece seguito a diffuse incursioni sannitiche nel territorio di Roma.<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 8}}.</ref> a cui seguirono sia la [[battaglia del Monte Gauro]] ([[342 a.C.]]), sia la [[battaglia di Suessula]] ([[341 a.C.]]), dove i Romani sconfissero i Sanniti ma furono costretti a ritirarsi dalla guerra senza poter sfruttare il successo fino in fondo, a causa della rivolta di molti degli alleati latini nel conflitto noto come [[guerra latina]].<ref name="historyP48">{{cita|Grant 1993|p. 48}}.</ref><ref name="pennellC9P13">{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 13}}.</ref> In questo modo Roma, intorno al [[340 a.C.]], si trovò a dover contenere sia le incursioni sannite nel suo territorio, sia quelle delle città latine ribelli, con le quali ingaggiò un aspro conflitto. Alla fine i Latini vennero sconfitti nella [[Battaglia del Vesuvio (340 a.C.)|battaglia del Vesuvio]] e di nuovo nella [[battaglia di Trifano]],<ref name="pennellC9P13"/> dopo la quale le città latine furono obbligate a sottomettersi al potere romano.<ref>{{cita|Grant 1993|p. 49}}.</ref><ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. IX, parag. 14}}.</ref>
[[File:CalifAcadamyOfSciAug28-2008img0640.JPG|thumb|290px|The [[California Academy of Sciences]], Edificio sostenibile a San Francisco, progettato da Renzo piano e inaugurato il 27 settembre 2008.]]
 
É noto quanto i consumi vadano oltre le capacità della terra di accogliere scarti ed emissioni e di fornire risorse, nonostante un enorme progresso da parte del mondo industriale nell'ultimo decennio.
La [[seconda guerra sannitica]], dal [[327 a.C.|327]] al [[304 a.C.]], rappresentò una questione più seria e lunga, sia per i Romani che per i Sanniti,<ref name="historyOfRomeP52">{{cita|Grant 1993|p. 52}}.</ref> la cui conclusione richiese più di vent'anni di conflitto, e 24 battaglie,<ref name="epitomeB1C16"/> a prezzo di gravissime perdite per entrambi gli schieramenti. Le alterne fortune del conflitto arrisero tanto ai Sanniti che ai Romani: i primi si impossessarono di [[Napoli|Neapolis]] nel [[327 a.C.]],<ref name="historyOfRomeP52"/> che i Romani si ripresero prima di essere sconfitti nella [[battaglia delle Forche Caudine]]<ref name="epitomeB1C16"/><ref name="historyOfRomeP52"/><ref name="classicalP290">{{cita|Lane Fox 2005|p. 290}}.</ref> e nella [[battaglia di Lautulae]]. I Romani uscirono infine vittoriosi dalla [[battaglia di Boviano]] ([[305 a.C.]]), quando ormai, già dal [[314 a.C.]], le sorti della guerra stavano volgendo decisamente in favore di Roma, inducendo i Sanniti a trattare la resa a condizioni via via sempre più sfavorevoli. Nel 304 a.C. i Romani giunsero a una massiccia annessione di territori sanniti, su cui fondarono perfino numerose [[colonia romana|loro colonie]]. Ma sette anni dopo la loro sconfitta, mentre il dominio di Roma sull'area sembrava garantito, i Sanniti insorsero di nuovo e sconfissero i Romani nella [[battaglia di Camerino]], nel [[298 a.C.]], che diede inizio alla [[terza guerra sannitica]]. Forti di questo successo, cercarono di mettere assieme una coalizione di molte delle popolazioni che un tempo erano state ostili a Roma, per evitare che Roma potesse dominare l'intera Italia centro-meridionale. L'esercito che nel [[295 a.C.]] affrontò i Romani nella [[battaglia di Sentino]]<ref name="classicalP290"/> includeva un'eterogenea coalizione di Sanniti, [[Galli]], [[Etruschi]] e [[Umbri]].<ref>{{cita|Grant 1993|p. 53}}.</ref> Quando l'[[esercito romano]] ottenne una convincente vittoria anche su queste forze combinate, divenne chiaro che nulla più avrebbe potuto impedire a Roma il dominio sull'Italia. E con la successiva [[battaglia di Populonia]], nel [[282 a.C.]], Roma pose fine alle ultime vestigia dell'egemonia etrusca sulla regione. Si aggiunga che la vittoria romana nelle tre [[guerre sannitiche]] ([[343 a.C.|343]]-[[341 a.C.|341]]; [[326 a.C.|326]]-[[304 a.C.|304]]; [[298 a.C.|298]]-[[290 a.C.]]) assicurò dunque all'Urbe il controllo di buona parte dell'Italia centro-meridionale; le strategie politiche e militari attuate da Roma - quali la fondazione di colonie di [[diritto latino]], la deduzione di colonie [[cittadinanza romana|romane]] e la costruzione della [[via Appia Antica|via Appia]] - testimoniano la potenza di tale spinta espansionistica verso Sud.<ref name="Musti_533">{{cita|Musti 1990|p. 533}}.</ref> L'interesse per il dominio territoriale non era infatti una semplice prerogativa di alcune famiglie aristocratiche, tra cui la ''[[gens Claudia]]'', ma investiva tutta la scena politica romana, e a esso aderiva l'intero [[senato romano|senato]] assieme alla [[plebei|plebe]].<ref name="Musti_533" /> A sollecitare l'avanzata verso Sud erano infatti interessi di tipo economico e culturale; a frenarla contribuiva invece la presenza di una civiltà, quella della [[Magna Grecia]], ad alto livello di organizzazione militare, politico e culturale, capace di resistere all'espansione romana.<ref name="Musti_534">{{cita|Musti 1990|p. 534}}.</ref>
 
Per questo motivo si tiene conto del principio di equità per cui ogni persona ha diritto alla stessa disponibilità di [[risorse naturali]] globali in uno schema di equa redistribuzione delle risorse.<ref> {{Cita articolo|titolo = Design per la sostenibilità: una disciplina (sempre più) articolata |autore = Carlo Vezzoli|anno = 2005| p= 6}}</ref>
Con l'inizio del [[III secolo a.C.|terzo secolo]], Roma si trovava ad essere una grande potenza dello scacchiere [[penisola italiana|peninsulare]], ma non era ancora entrata in attrito con le dominanti potenze [[Mar Mediterraneo|mediterranee]] dell'epoca, [[Cartagine]] e i [[antica Grecia|regni della Grecia]]. Roma aveva sconfitto tutte le popolazioni italiche più importanti ([[Etruschi]] e [[Sanniti]]) e dominava le città latine alleate. Tuttavia, il sud dell'Italia rimaneva ancora in mano alle [[colonia greca|colonie]] della [[Magna Grecia]]<ref>{{cita|Grant 1993|p. 77}}.</ref> che erano state alleate dei Sanniti e con le quali sarebbe inevitabilmente venuta in urto quale effetto della sua continua espansione.<ref name="enemiesP14">{{cita|Matyszak 2004|p. 14}}.</ref><ref name="historyOrRomeP78">{{cita|Grant 1993|p. 78}}.</ref>
 
La cultura del design in Italia, già alla fine degli anni 60', ha avuto un ruolo precursore di una critica sulle modalità del consumo;
Non è possibile determinare con precisione quali fossero i rapporti commerciali che univano Roma con i centri della Magna Grecia, ma risulta probabile una certa compartecipazione di interessi commerciali tra l'Urbe e le città greche della Campania, testimoniata dall'emissione, a partire dal [[320 a.C.]], di monete romano-campane.<ref name="Musti_535">{{cita|Musti 1990|p. 535}}.</ref> Non è tuttavia chiaro se tali intese commerciali siano state il fattore o il prodotto delle guerre sannitiche e dell'espansione romana verso Meridione, e non è dunque possibile determinare quale sia stato l'effettivo peso dei ''negotiatores'' nella politica espansionistica, almeno fino alla seconda metà del [[III secolo a.C.]]<ref name="Musti_536">{{cita|Musti 1990|p. 536}}.</ref> A determinare la necessità di un'espansione territoriale verso Sud erano, però, anche le esigenze della plebe rurale, che richiedeva nuove terre coltivabili che l'espansione nell'Italia centrale e settentrionale non era bastata a procurare.<ref name="Musti_536" />
infatti esponenti della cultura del design spostarono la loro attenzione sulle problematiche legate alle responsabilità del progettista riguardo appunto il tema dei consumi.
Come la critica avanzata dal progettista [[Tomas Maldonado]] nel saggio "La speranza progettuale" dove supporta il proprio discorso critico riguardo la società dei consumi con l'idea che si sia persa appunto in una "speranza progettuale" che lui stesso intende recuperare.
 
La questione che fu riproposta agli inizi degli anni ’70, anche se mai risolta nelle sue conseguenze riguardanti la pratica progettuale.
Quando una disputa diplomatica tra Roma e la colonia dorica di [[Taras (Taranto)|Taranto]]<ref>{{cita|Lane Fox 2005|p. 294}}.</ref> sfociò in aperto conflitto navale con la [[battaglia di Thurii]],<ref name="historyOrRomeP78"/> Taranto invocò l'aiuto militare di [[Pirro]], re dei [[Molossi (popolo)|Molossi]] dell'[[Epiro]].<ref name="historyOrRomeP78"/><ref>{{cita|Cantor 2004|p. 151}}.</ref> Spinto dai suoi vincoli diplomatici con Taranto, e dall'ambizione personale,<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. X, parag. 6}}.</ref> Pirro sbarcò sul suolo italiano nel [[280 a.C.]],<ref>{{cita|Lane Fox 2005|p. 304}}.</ref><ref name="epitomeB1C18">{{cita|Floro|I, 18}}.</ref> a cui si unirono alcuni dalle colonie greche e con quella parte dei Sanniti che si erano rivoltati contro il controllo romano. Nonostante una serie di sconfitte rimediate dall'esercito romano, a partire dalla [[battaglia di Heraclea]] del [[280 a.C.]],<ref name="historyOrRomeP78"/><ref name="epitomeB1C18"/><ref name="classicalP305">{{cita|Lane Fox 2005|p. 305}}.</ref> e poi nella [[battaglia di Ausculum]] del [[279 a.C.]],<ref name="epitomeB1C18"/><ref name="classicalP305"/><ref name="historyP79">{{cita|Grant 1993|p. 79}}.</ref> Pirro si rese conto che la sua dislocazione in Italia era insostenibile. Roma, durante la permanenza dell'esercito di Pirro in Italia, rifiutò sempre e con intransigenza ogni negoziato.<ref>{{cita|Cassio Dione|I, 7.3}}.</ref>
 
La discussione sul ruolo del design in relazione alla socioetica della sostenibilità si è riaperto negli ultimi anni. É evidente il fatto che quando il tema dei consumi sostenibili si lega alla sostenibilità socioetica il ruolo del design si estende a diverse questioni, che sono:
Frattanto, Roma concludeva un nuovo [[Trattati Roma-Cartagine#Quarto trattato: 279 a.C.|trattato con Cartagine]], e Pirro, contro ogni sua aspettativa, trovò che nessuno degli altri [[popoli italici]] avrebbe defezionato per votarsi alla causa di Greci e Sanniti.<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. X, parag. 11}}.</ref> Di fronte a una vittoria con perdite inaccettabili, per cui sarà coniato il termine di [[vittoria di Pirro]], in ciascuno degli scontri con l'esercito romano, e nell'impossibilità di allargare il fronte delle alleanze in Italia, Pirro ripegò dalla [[penisola italiana]] e si rivolse alla [[Sicilia]] contro [[Cartagine]],<ref name="classicalP306">{{cita|Lane Fox 2005|p. 306}}.</ref> lasciando i suoi alleati a fronteggiare l'esercito romano.<ref name="enemiesP14"/> Quando la campagna di Sicilia si rivelò anch'essa un fallimento Pirro, anche su richiesta dei suoi alleati italici, ritornò sul continente per misurarsi ancora una volta con Roma. Nel [[275 a.C.]], Pirro si scontrò ancora una volta l'esercito romano nella [[Battaglia di Benevento (275 a.C.)|battaglia di Benevento]].<ref name="historyP79"/> Ma Roma aveva ideato nuove tattiche per fronteggiare gli [[elefanti da guerra]], incluso l'uso del ''[[pilum]]'',<ref name="historyP79"/> del fuoco<ref name="classicalP306"/> o, come afferma una fonte, semplicemente colpendo con violenza la testa dei pachidermi.<ref name="epitomeB1C18"/> L'esito dello scontro, per quanto non decisivo,<ref name="classicalP306"/> rese Pirro consapevole di quanto il suo esercito fosse depauperato e provato da anni di campagne in terra straniera: allontanatasi ai suoi occhi la speranza di future vittorie, il re epirota abbandonò completamente l'Italia. Taranto, invece, fu nuovamente assediata nel 275 a.C. e costretta alla resa nel [[272 a.C.]]: Roma era così potenza egemone nell'Italia peninsulare, a sud dell'Appennino Ligure e Tosco-Emiliano.
 
*I principi e le regole della democrazia, dei diritti umani e della libertà,
Le [[guerre pirriche]], avrebbero sortito un grande effetto su Roma, dimostratasi ora capace di misurare la propria potenza militare con quella delle potenze egemoni del Mediterraneo. Roma mosse rapidamente verso il sud dell'Italia, soggiogando e dividendo la [[Magna Grecia]].<ref>{{cita|Lane Fox 2005|p. 307}}.</ref> Affermato un dominio efficace sulla penisola italiana,<ref>{{cita|Pennell 1890|Cap. XI, parag. 1}}.</ref> e forte della sua reputazione militare,<ref name="historyP80">{{cita|Grant 1993|p. 80}}.</ref> Roma poté iniziare a guardare oltre, per puntare ad espandersi al di fuori della penisola italica. Considerata la barriera naturale delle [[Alpi]] a nord, e non volendo ancora misurarsi in battaglia con i fieri [[Galli|popoli gallici]], la città rivolse lo sguardo altrove, alla Sicilia e alle isole del Mediterraneo, una linea politica che l'avrebbe portata in conflitto aperto con la sua [[Trattati Roma-Cartagine|alleata di un tempo]], la città di [[Cartagine]].<ref name="historyP80"/><ref name="enemiesP16">{{cita|Matyszak 2004|p. 16}}.</ref>
*Il raggiungimento della pace e della sicurezza,
*Il miglioramento delle informazioni, della formazione e dell’occupazione,
*I principi di equità mondiale nella disponibilità delle risorse,
*Il Rispetto delle diversità culturale, delle identità regionali e delle biodiversità naturale.
 
Un esempio è quello dell’innovazione sociale sostenibile che genera soluzioni a basso impatto ambientale, nascendo da una partecipazione sociale attiva.<ref> {{Cita articolo|titolo = Design per la sostenibilità: una disciplina (sempre più) articolata |autore = Carlo Vezzoli|anno = 2005| p= 7}}</ref>
====Alla conquista delle isole (Sicilia, Sardegna e Corsica) e della Gallia cisalpina (264 - 146 a.C.)====
{{Vedi anche|Guerre puniche|Conquista romana della Gallia Cisalpina}}
 
== Dibattito storico ==
A partire poi dalla [[prima guerra punica]] (264-241 a.C.) i territori soggetti al dominio romano andarono a comprendere anche [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]] (241 a.C.), [[Sardegna e Corsica]] (238 a.C.). Ancora nel III secolo a.C., nonostante l'opera di conquista dell'Italia da parte di Roma fosse quasi ultimata, non vi esisteva ancora un sentimento di appartenenza comune. Fu la [[seconda guerra punica]] (218-202 a.C.) a porne le basi. Quando infatti nel [[219 a.C.]], il generale punico [[Annibale Barca]] attaccò la città di [[Sagunto]], alleata di Roma, ma a sud dell'Ebro, il Senato romano dopo alcune esitazioni dichiarò guerra a Cartagine. Era l'inizio della seconda guerra punica. Polibio contestava le cause della guerra che lo storico latino [[Fabio Pittore]], avrebbe individuato nell'[[assedio di Sagunto]] e nel passaggio delle armate cartaginesi del fiume [[Ebro]]. Egli riteneva si trattasse soltanto di due avvenimenti che ne sancivano l'inizio cronologico della guerra, ma non le cause profonde della stessa.<ref>{{cita|Polibio|III, 6.1-3}}.</ref> La guerra fu inevitabile,<ref name="Eutropio3.7">{{cita|Eutropio|III, 7}}.</ref> solo che come scrive [[Polibio]], ''la guerra non si svolse in Iberia'' [come auspicavano i Romani] ''ma proprio alle porte di [[Roma]] e lungo tutta l'[[Italia romana|Italia]]''.<ref name="Polibio3,16,6">{{cita|Polibio|III, 16.6}}.</ref>
I primi ad aver posto critiche riguardo il [[degrado ambientale]], aprendo una significativa discussione dovuta all’espansione dell’attività industriale, sono i membri del movimento [[arts and crafts]] (1859-1900). Un esempio è [[William Morris]] (1834-1896), che si dedicò ad una serie di attività e pratiche per raggiungere una migliore qualità della vita, degli oggetti e dell’ambiente.
 
Le questioni teoriche iniziano ad avere un peso concreto sui progetti e sulle produzioni industriali di oggetti d’uso quotidiano quarant'anni dopo l'inizio del dibattito, che si aprì già tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta dove si riscontrano le prime prese di posizione nei confronti dei problemi ambientali;
La guerra, che si protrasse per circa un ventennio (dal [[219 a.C.]] al [[202 a.C.]]), può a buon diritto essere considerata una specie di "''guerra mondiale''". Fu combattuta principalmente nei territori dell'Italia meridionale, ma vide pesantemente coinvolte anche la Spagna e il territorio metropolitano di Cartagine. Seppure alla fine vincitrice, Roma pagò comunque a caro prezzo il lungo conflitto contro Annibale. I Romani vissero per anni nell'incubo di una guerra interminabile e di un nemico alle porte che sembrava inafferrabile. Lo sforzo bellico fu pesantissimo, sul piano economico e civile: per anni intere regioni italiche furono saccheggiate e devastate dalle continue operazioni militari, con danni enormi per l'agricoltura e per i commerci, che a lungo restarono bloccati, per la pressione di Galli a nord e la presenza di Annibale a sud. Tutto ciò senza contare il pesantissimo bilancio in termini di vite umane. Nei 17 anni di guerra morirono circa 300.000 italici su una popolazione che, dopo la secessione delle regioni meridionali, era di soli 4 milioni di abitanti circa, mentre il potenziale umano mobilitato da Roma per la guerra raggiungerà in alcuni anni il 10% della popolazione, senza scendere mai sotto al 6-7%, tutte cifre che si avvicinano molto, in termini percentuali, a quelle registrate durante la [[prima guerra mondiale]].<ref>{{cita|Sanna|p. 1 e ss}}.</ref>
 
Mentre per quanto riguarda la propagazione delle tematiche su tecnologie per l’avvio di studi in materia, gli anni Ottanta furono un periodo determinante;
Dopo la sconfitta di [[Annibale]] a [[battaglia di Zama|Zama]] (202 a.C.), i Romani si rivalsero sui popoli che, pur essendo sottomessi a Roma, si erano ribellati e coalizzati con [[Cartagine]]. Alcune città del sud Italia furono rase al suolo, mentre i pochi Galli rimasti nella Gallia cispadana furono completamente annientati. L'esercito romano, che si era spinto oltre il [[fiume Po|Po]] poco prima dell'inizio della "guerra annibalica", aveva conquistato parte dei territori della [[Gallia Transpadana]]: la [[battaglia di Clastidio]], nel [[222 a.C.]], valse a Roma la presa della capitale [[Insubri|insubre]] di ''[[Mediolanum]]'' ([[Milano]]). Per consolidare il proprio dominio Roma creò le colonie di [[Piacenza|Placentia]], nel territorio dei [[Boi]], e [[Cremona]] in quello degli [[Insubri]]. I Galli dell'[[Italia settentrionale]], si erano quindi ribellati in seguito alla discesa di Annibale, ma dopo la sconfitta di quest'ultimo a Zama (nel 202 a.C.), furono definitivamente sottomessi da Roma. In sostanza, mentre si combatteva la seconda guerra punica, Roma procedette a sottomettere anche i territori celti a nord degli Appennini della [[Conquista romana della Gallia Cisalpina|Gallia cisalpina]] (dal 222<ref>{{Cita|Plutarco|Marcello, VI, 10 - 12}}; {{Cita|Polibio|XXXIV, 15}}</ref> al 200 a.C.<ref>{{cita|Livio|XXXI, 10–11.3, 21–22.3, 47–49}}; {{cita|Cassio Dione|fr. 58.6}}; {{cita|Zonara|9.15}}; {{cita|Orosio|4.20.4}}.</ref>) e poi delle limitrofe popolazioni di [[Veneti]] (a oriente) e [[Liguri]] (a occidente) fino a raggiungere la base delle [[Alpi]]. Quando infatti nel 200 a.C., i Galli in rivolta si impadronirono della colonia di [[Piacenza]] e minacciarono [[Cremona]], Roma decise di intervenire in forze. Nel 196 a.C. [[Scipione Nasica]] vinse gli [[Insubri]], nel 191 a.C. furono piegati i [[Boi]], che controllavano una vasta zona tra Piacenza e Rimini. Superato il [[fiume Po]], la penetrazione romana proseguì pacificamente: le popolazioni locali, [[Cenomani]] e [[Veneti]], si resero conto che Roma era l'unica in grado di proteggerli dagli assalti delle altre tribù confinanti. Attorno al 191 a.C. la [[Gallia Cisalpina]] venne definitivamente occupata. L'avanzata continuò anche nella parte nord-orientale con la fondazione della [[colonia romana]] di [[Aquileia romana|Aquileia]] nel [[181 a.C.]], come ci raccontano gli autori antichi,<ref name="VelleioI,13.2">[[Velleio Patercolo]], ''Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo'', I, 13.2.</ref> nel territorio degli antichi [[Carni]].<ref>[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 126-127.</ref><ref name="AcidinoTriumvir">{{CIL|5|873}}; {{cita|Livio|XL, 34.2-3}}.</ref> Nel [[177 a.C.]] venne, infine, sottomessa l'[[Istria]] e nel [[175 a.C.]] vennero soggiogati anche i [[Liguri]] Cisalpini. Pochi decenni più tardi, lo storico greco [[Polibio]] poteva personalmente testimoniare la rarefazione dei Celti in [[pianura padana]], espulsi dalla regione o confinati in alcune limitate aree subalpine.<ref>[[Polibio]], ''Storie'', II, 35.4.</ref>
Nonostante a livello progettuale e industriale non si verifichino significativi cambiamenti verso una nuova estetica sostenibile.
 
Successivamente si ha un grande cambiamento grazie alla strategia per un vivere sostenibile "Caring for the Earth. A strategy for sustainable living strategia" (1991) realizzata dalla ''World Conservation Union'' ([[IUCN]], sigla del vecchio nome dell’organizzazione, ''International Union for Conservation of Nature''), dall’''United Nations Environment Programme'' ([[UNEP]]) e dal ''World Wildlife Fund'' ([[WWF]]), che fornisce un ulteriore definizione di [[sviluppo sostenibile]], ovvero il miglioramento della qualità della vita umana, in modo da offrire oltre 130 proposte operative da effettuare ad ogni livello: locale, comunitario, regionale, nazionale, internazionale.
Fu così che moltissime comunità, sia del nord che del sud, furono forzatamente sradicate dalla loro patria natia e deportate altrove.<ref name=Jean-Michel>{{cita|David 2002|}}; {{cita|Robson 1934|pp. 599-608}}.</ref> I Liguri Apuani, ad esempio, furono deportati in massa (47.000 persone) nel Sannio e nella Campania. Il processo di romanizzazione e di omogeneizzazione della penisola iniziò a questo punto a dare i suoi frutti. Nel Meridione, ad esempio, gli aristocratici italici iniziarono a organizzare matrimoni misti con le aristocrazie romane ed etrusche, al fine di creare intrecci coniugali che garantissero la strutturazione di legami di sangue in tutta la penisola. Questi legami ebbero talmente tanto successo che, a partire dal I secolo a.C., numerosi personaggi politici di primo piano potevano annoverare tra i loro antenati famiglie etrusche, sannite, umbre e via discorrendo.<ref>{{cita|David 2002|p. 43}}.</ref>
 
Inoltre negli anni Novanta lo studio si è concentrato sul miglioramento della qualità della vita a livello mondiale attraverso una riduzione della materia e dell’energia necessaria all’allungamento del ciclo di vita dei prodotti, ma anche, in alternativa, la produzione di oggetti dal ciclo di vita breve, altamente riciclabili, e la strategia del ‘fare e disfare’, dove le singole parti dei prodotti possono essere valorizzate all’interno di nuovi cicli produttivi.
[[File:Gallia cisalpina - Shepherd png.png|thumb|center|upright=3.5|Territori della [[Gallia cisalpina]] (evidenziati in rosso trasparente) tra la fine del [[II secolo a.C.|II]] e gli inizi del [[I secolo a.C.]]]]
Queste strategie vengono applicate nella mostra ''Il giardino delle cose'', curata da Ezio Manzini e presentata alla [[Triennale di Milano]] del 1992, proponendo la metafora di un mondo possibile in quanto sostenibile.
 
Sul piano internazionale [[Gunter Pauli]] e Heitor Gurgulino de Souza propongono un metodo che incorpora il rispetto per l’ambiente con le tecniche usate dalla natura stessa, facendo del processo produttivo parte di un ecosistema.
===L'Italia dei ''socii'' si ribella e chiede la cittadinanza romana (146 - 42 a.C.)===
Essi costruirono nel 1994 l’istituto di ricerca ''Zero Emission Research and Initiatives'' ([[ZERI]]).
{{Vedi anche|Lex Sempronia Agraria|Guerra sociale|Gallia Cisalpina|Lex Roscia}}
 
È evidente percui un passaggio dal termine ecosviluppo, coniato a Stoccolma nel 1972 in occasione della conferenza dell’ONU sull’ambiente umano, all’espressione [[sviluppo sostenibile]], dichiarando in questo modo lo spostamento dal piano locale a quello globale, poiché i problemi ambientali causati allo sviluppo hanno conseguenze sull'intero pianeta e non solo sul territorio considerato.<ref name="uno"/>
Il periodo che va dalle agitazioni [[Gracchi|graccane]] (133-121 a.C.) alla dominazione di [[Publio Cornelio Silla]] (82-78 a.C.), segnò l'inizio della crisi che, quasi un secolo dopo, portò la [[Repubblica romana|repubblica aristocratica]] al tracollo definitivo. Lo storico [[Ronald Syme]] ha chiamato il periodo di passaggio dalla Repubblica al [[principato (storia romana)|principato]] [[Augusto|augusteo]], "rivoluzione romana".<ref>Secondo Giorgio Ruffolo è una definizione "impropria", visto che «le rivoluzioni si fanno per rovesciare le monarchie, non per instaurarle» ({{cita|Ruffolo 2004|p. 72}}).</ref>
 
== Principi del design sostenibile ==
L'espansione così grande e repentina nel bacino del Mediterraneo aveva costretto la Repubblica ad affrontare problemi enormi e di vario genere: le istituzioni romane erano fino ad allora concepite per amministrare un piccolo stato, mentre le [[provincia romana|province]] create da dopo la [[prima guerra punica]], si stendevano dall'[[Spagna romana|Iberia]], all'[[Africa]], alla [[Grecia]], all'[[Anatolia|Asia Minore]]. Ciò indusse il [[tribuno della plebe]] [[Tiberio Sempronio Gracco (figlio di Tiberio)|Tiberio Sempronio Gracco]] nel [[133 a.C.]], preoccupato dalla penuria di uomini che aveva notato in varie parti d'Italia e dalla povertà di molti e convinto che in queste condizioni sarebbe stato impossibile mantenere l'ordinamento sociale che era l'ossatura dell'esercito, proponeva, mediante nuove distribuzioni di terre, di concedere quelle in eccesso ai cittadini meno abbienti, dando nuovo vigore al ceto dei piccoli proprietari agricoli, che si trovava in grave difficoltà a causa delle continue guerre. Ebbe però contro la pressione dei grandi proprietari terrieri, che estendevano i loro domini attraverso l'evizione dei coloni debitori o l'acquisto dei loro fondi.<ref>{{cita|Ruffolo 2004|p. 18}}.</ref>. Le continue guerre in patria e all'estero, infatti, avevano da una parte costretto i piccoli proprietari terrieri ad abbandonare per lunghi anni i propri poderi per prestare servizio nelle legioni, dall'altro avevano finito per rifornire Roma (grazie ai saccheggi e alle conquiste) di una quantità enorme di merci a buon mercato<ref>La fusione degli antichi strati del patriziato con i nuovi ceti di ricchi plebei affermatisi grazie allo sfruttamento dei traffici commerciali fece nascere una nuova nobiltà, la cosiddetta ''[[nobilitas]]'': una élite dominante aperta, a differenza di quella antica e isolazionista dei patrizi, perché accessibile attraverso le carriere politiche elettive ({{cita|Ruffolo 2004|p. 17}}).</ref> e di schiavi, i quali venivano usualmente impiegati nelle aziende agricole dei [[patrizio (storia romana)|patrizi romani]], con ripercussioni tremende nel tessuto sociale romano, dato che la piccola proprietà terriera non era in grado di competere con i latifondi schiavistici (che producevano praticamente a costo zero). Tutte quelle famiglie che, a causa dei debiti, erano state costrette a lasciare le campagne, si rifugiarono a Roma, dove diedero vita al cosiddetto sottoproletariato urbano: una massa di persone che non avevano un lavoro, una casa e di che sfamarsi, con inevitabili e pericolose tensioni sociali del mondo italico.
Principi generali che caratterizzano questo concetto:
* ''Materiali sostenibili'': materiali riciclati o riciclabili, realizzati secondo processi produttivi che utilizzano energie alternative.
* ''[[Risparmio energetico]]'': utilizzo di processi produttivi o prodotti per ridurre i consumi energetici.
* ''Qualità e durabilità'': maggiore resistenza all'usura ed un funzionamento ottimale che garantisce una riduzione dell'impatto dei rifiuti prodotti.
* ''Design e [[riciclo]]'': progetto che prevede un secondo utilizzo per l'oggetto prodotto sia come materiale sia come funzione.
* ''Minimizzare diversità materiali'': eliminare al minimo la diversità dei materiali all'interno dei prodotti multicomponenti per promuovere lo smontaggio. <ref>[https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/es032373g Anastas, P. L. and Zimmerman, J. B. (2003). "Through the 12 principles of green engineering". Environmental Science and Technology.] </ref>
* ''Risorse rinnovabili'': materiali provenienti da fonti rinnovabili locali o bioregionali gestite in modo sostenibile, con la possibilità di compostarle quando non sono più utili.
 
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L'aristocrazia senatoria, arroccandosi in una migliore difesa dei propri interessi particolari, ostacolò Tiberio, corrompendo un altro tribuno della plebe, Ottavio. Per superare l'opposizione del collega tribuno, attuata mediante il veto alle sue proposte di riforma, Tiberio, contrariamente agli usi tradizionali, si presentò nel [[132 a.C.]] alle elezioni per essere rieletto al tribunato e poter completare le sue riforme. A questo punto, temendo un'ulteriore deriva in senso popolare del governo della Repubblica, durante le convulse fasi antecedenti le elezioni dei tribuni della plebe, una banda di senatori, guidati da [[Scipione Nasica]], attaccò Tiberio al [[Campidoglio]] causandone la morte, assieme a trecento suoi seguaci. Otto anni dopo, il fratello di Tiberio, [[Gaio Sempronio Gracco]], eletto tribuno della plebe dell'anno [[123 a.C.]], ne riprese l'azione politica, spingendola su posizioni sempre più popolari ed anti-nobiliari, cercando di procurarsi il favore, oltre che dei proletari, anche dei "soci" italici (emarginati politicamente dalle conquiste) e della classe equestre. Come il fratello, riuscì a farsi eleggere al tribunato e si rese promotore di una forte battaglia politica di opposizione alla classe senatoriale. Nel [[121 a.C.]] non riuscì però a farsi eleggere per la terza volta al tribunato, e alla fine fu accusato come nemico della repubblica. Abbandonato dai molti dei suoi sostenitori, si fece uccidere da un suo servo sul [[Gianicolo]].
=== Hannover principles ===
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L'Hannover principle è un modello di principi di progettazione necessari per la sostenibilità, chiamato anche ''Bill of Rights for the Planet'', sviluppato durante l'EXPO 2000 ad [[Hannover]], [[Germania]], dall'architetto William McDonough. <ref>{{Cita libro|titolo = The Hannover Principles. Design for Sustainability
|autore = William McDonough|anno = 2000}}</ref>
 
''Hannover principles'':
Fu così che a partire dalla seconda metà del [[II secolo a.C.]], gli alleati italici (''[[Socii e foederati|socii]]'') iniziarono a chiedere la [[cittadinanza romana]], che però ottennero dopo una dura e sanguinosa [[guerra sociale]] nell’89 a.C. Fu l'ultimo e fondamentale passo dell'integrazione italica nel mondo romano, e dunque della conseguente fusione delle varie culture etniche in un un'unica identità politica e culturale. Durante la cosiddetta guerra sociale (da ''socii''), gli Italici si coalizzarono contro Roma e, se da un lato la coalizione italica perse la guerra, ottenne ugualmente la tanto agognata cittadinanza romana,<ref name="StraboneItaliaV1.1">{{cita|Strabone|V, 1.1}}.</ref> che, nel [[49 a.C.]], venne estesa anche ai [[Gallia cisalpina|Galli cisalpini]] e ai [[Veneti]], andando a coronare la tanto attesa integrazione sociale dell'intera [[penisola italica]], divenendo di fatto tutti gli ''Italici'', ''Romani'' a tutti gli effetti.<ref name="StraboneItaliaV1.1"/><ref>{{cita pubblicazione|autore=U. Laffi|titolo=La provincia della Gallia Cisalpina|rivista=Athenaeum|numero=80|anno=1992|pp=5-23}}</ref> Fu dopo la Guerra sociale che le differenze fra l'Italia e le province si fecero più evidenti.
 
1. Insistere sui diritti dell'umanità e della natura per coesistere in modo sano, solidale, diversificato e in una condizione sostenibile.
La concessione della cittadinanza permise a Roma di [[Romanizzazione (storia)|diffondere ovunque la propria lingua, i costumi, le istituzioni]]. Al tempo di Cesare venne concesso il diritto di cittadinanza anche alla [[Gallia cisalpina]] (Cispadana e Transpadana) attraverso la ''[[Lex Roscia]]'' (49 a.C.),<ref>{{cita|Cassio Dione|XLI, 36}}</ref> mentre nel 42 a.C. la nuova provincia venne abolita e l'[[Italia romana]] venne ad inglobare tutti i territori a sud delle Alpi, e divenne a pieno titolo parte d'Italia. Non dimentichiamo che le sue città avevano già ottenuto la cittadinanza romana da Cesare sette anni prima<ref>{{cita libro|autore=Umberto Laffi|titolo=La provincia della Gallia Cisalpina|data=1992|opera=Athenaeum|volume=80|città=Firenze|pagine=5–23|lingua=italiano}}</ref>.
 
2. Riconoscere l'interdipendenza. Gli elementi del design umano interagiscono e dipendono dal mondo naturale, con implicazioni ampie e diverse ad ogni scala. Espandere le considerazioni progettuali per riconoscere anche effetti distanti.
=== Dalla fine delle guerre civili alla riorganizzazione augustea (42 a.C. - 7 d.C.)===
{{Vedi anche|Conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto|Regioni dell'Italia augustea}}
[[File:ItaliaAlTempoDiAugusto (expo -25 contrasto 25).jpg|thumb|upright=2.0|Le [[Regioni dell'Italia augustea|regioni dell'Italia al tempo di Augusto]] (7 d.C.)]]
 
3. Rispettare le relazioni tra spirito e materia. Considerare tutti gli aspetti dell'insediamento umano, inclusi comunità, abitazioni, industria e commercio in termini di connessioni esistenti ed in evoluzione tra la coscienza spirituale e quella materiale.
Con la fine del periodo delle [[guerra civile romana (44-31 a.C.)|guerre civili]], [[Ottaviano Augusto]] intraprese la [[Conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto|conquista delle valli alpine]] (dalla [[Valle d'Aosta]] fino al fiume [[Arsa|Arsia]] in [[Istria]]). In seguito alla conquista dell'intero arco alpino, divise l’[[Regioni dell'Italia augustea|Italia in 11 regioni]] (7 d.C. circa).<ref name="PlinioNatHistIII,46">[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 46.</ref>
 
4. Accettare la responsabilità delle conseguenze riguardo le decisioni di progettazione sul benessere umano, sulla fattibilità dei sistemi naturali e sul loro diritto di coesistere.
Augusto rafforzò la posizione egemonica della penisola italiana e delle sue tradizioni romane e italiche. L'Italia godette per tutto il primo secolo di un prestigio ineguagliato, di forti privilegi economici e giuridici - grazie allo ''Ius Italicum'' che distingueva il suolo italiano dal ''Solum provinciale'' - e di una posizione egemonica a livello [[esercito romano|militare]] così come [[Economia dell'Impero romano|economico]] nell'ambito del [[Mar Mediterraneo]].
 
5. Creare oggetti sicuri di valore a lungo termine. Non sovraccaricare le generazioni future con i requisiti per la manutenzione o la gestione vigile di potenziali pericoli dovuti alla creazione imprudente di prodotti, processi o standard.
[[Augusto]] divise l'Italia in undici [[Regioni dell'Italia augustea|regioni]]<ref name="PlinioNatHistIII,46">[[Plinio il Vecchio]], ''[[Naturalis Historia]]'', III, 46.</ref> arricchendola di nuovi centri. Le 11 regioni in questione erano le seguenti:
* ''[[Regio I Latium et Campania]]''
* ''[[Regio II Apulia et Calabria]]''
* ''[[Regio III Lucania et Bruttii]]''
* ''[[Regio IV Samnium]]''
* ''[[Regio V Picenum]]''
* ''[[Regio VI Umbria]] (et [[ager Gallicus]])''
* ''[[Regio VII Etruria]]''
* ''[[Regio VIII Aemilia]]''
* ''[[Regio IX Liguria]]''
* ''[[Regio X Venetia et Histria]]''
* ''[[Regio XI Transpadana]]''
 
6. Eliminare il concetto di rifiuto. Valutare e ottimizzare l'intero ciclo di vita di prodotti e processi, per avvicinarsi allo stato dei sistemi naturali nel quale non ci sono sprechi.
[[Svetonio]] e le ''[[Res Gestae Divi Augusti]]'' parlano anche della fondazione di ben 28 [[colonia romana|colonie]] in Italia.<ref name="SvetonioAugusto46">{{cita|Svetonio|''Augustus'', 46}}</ref><ref name="Res Gestae28">{{cita|Augusto, ''Res Gestae''|28}}.</ref> Riconobbe, in un certo qual modo, l'importanza di queste colonie, attribuendo [[cittadinanza romana|diritti uguali]] a quelli di Roma, permettendo ai [[decurione|decurioni]] delle colonie di votare, ciascuno nella propria città, per l'elezione dei [[magistratura (storia romana)|magistrati]] di Roma, facendo pervenire il loro voto nell<nowiki>'</nowiki>''[[Roma (città antica)|Urbe]]'', il giorno delle elezioni.<ref name="SvetonioAugusto46"/>
 
7. Fare affidamento sui flussi di energia naturale. I progetti umani dovrebbero, come il mondo vivente, trarre le loro forze creative dal reddito solare perpetuo. Incorporare questa energia in modo efficiente e sicuro per un uso responsabile.
=== Dai Giulio-Claudi a Diocleziano (14 - 286 d.C.) ===
Nel 18 d.C. siamo ancora di fronte ad un'Italia Augustea, potente, ricca e con forse 10 milioni di abitanti, di cui una certa parte indubbiamente schiavi e liberti, ma sintomi preoccupanti si cominciano già ad intravedere, come nelle difficoltà di reclutamento anche in tempi normali.
 
8. Comprendere i limiti del design. Nessuna creazione umana dura per sempre e il design non risolve tutti i problemi. Chi crea e progetta deve praticare l'umiltà di fronte alla natura. Considerare la natura come un modello e un mentore, non un disagio da eludere o controllare.
L'integrazione progressiva all'Impero delle province, con l'estensione della cittadinanza, il loro progresso culturale e il loro sviluppo economico e sociale, relativizzò poco a poco questa posizione di forza. Le province fanno infatti fronte comune per ottenere maggiori diritti e per eliminare i privilegi dell'Italia. A partire dal secondo secolo la romanizzazione delle province, e in parte l'integrazione progressiva delle loro élite in seno agli ordini [[equites|equestri]] e [[Patrizio (storia romana)|senatoriali]] ha ridotto il carattere egemonico dell'Italia: anche se gli [[Italici]] mantengono o sfiorano ancora la maggioranza assoluta dei membri del senato fino alla fine del secolo, l'entrata dei provinciali cambia la distribuzione del peso politico, e gli italici sono spesso messi in minoranza.
 
9. Ricercare un miglioramento costante attraverso la condivisione della conoscenza. Incoraggiare la comunicazione diretta e aperta tra colleghi, clienti, produttori e utenti per collegare considerazioni sostenibili a lungo termine con la responsabilità etica e ristabilire la relazione integrale tra i processi naturali e attività umane.
Altri processi, iniziati già nel primo secolo, minarono ulteriormente la posizione di egemonia dell'Italia. Le [[legione romana|legioni]], oramai stanziate stabilmente alle frontiere dell'impero, iniziarono a reclutare direttamente nelle regioni dove servivano, soprattutto a partire da Adriano. Il reclutamento nelle legioni crolla dopo Vespasiano, anche se rimane largamente maggioritario il contributo italico sia nella guardia pretoria, che le coorti urbane, sia nell'esercito di frontiera per quanto riguarda l'ufficialità, e i centurioni.<ref>{{cita libro|autore=Y. Le Bohec|titolo=L'esercito romano. Le armi imperiali da Augusto alla fine del terzo secolo|città=Roma|anno=1992|pp=91-136}}.</ref> La proporzione degli italici nell'esercito diminuisce, quella dei provinciali aumenta, e mutano conseguentemente anche certi aspetti della tradizione militare. Anche se gli Italici continuarono a conservare gran parte degli ufficiali dell'esercito (l'80% dei centurioni nel II secolo era ancora italico), le regioni tradizionali di reclutamento militare in Italia non danno più un contributo, se non eccezionalmente, come in occasione della creazione delle nuove [[Legio II Italica|legioni II]] e [[Legio III Italica|III Italica]], sotto [[Marco Aurelio]], a causa dell'invasione marcomannica oltre il [[Danubio]] che minacciava proprio l'Italia, o la [[Legio IIII Italica|IV Italica]] reclutata da [[Alessandro Severo]] per la [[Campagna sasanide di Alessandro Severo|guerra persiana]].
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== Applicazioni ==
Anche l'amministrazione dell'Italia si avvicina gradualmente a quella delle province: l'autonomia municipale comincia ad essere intaccata dall'arrivo dei ''Curatores rei publica'' incaricati di riorganizzare le malandate finanze locali e dai magistrati introdotti in età adrianea, con compiti giurisdizionali che erodevano ulteriori poteri ai municipi.
Dalla progettazione di piccoli oggetti di utilizzo quotidiano alla realizzazioni di aree urbane, il design sostenibile trova applicazioni in numerosi settori: architettura, [[architettura del paesaggio]], design urbano, progettazione urbanistica, [[ingegneria]], [[graphic design]], [[industrial design]], [[interior design]] e [[fashion design]].
 
=== Architettura sostenibile ===
Il secondo secolo vede l'impero governato da imperatori generati da famiglie provinciali, discendenti da antichi coloni italici: [[Traiano]], [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] e [[Marco Aurelio]] originari della Spagna, [[Antonino Pio]] della [[Gallia Narbonese]].
 
L’architettura sostenibile progetta edifici sostenibili con l'obbiettivo di ridurre gli impatti ambientali durante la produzione di componenti per l’[[edilizia]], durante la costruzione e il ciclo di vita dell’edificio.
Traiano cercò di incentivare la presenza dei senatori in Italia, imponendo loro che almeno un terzo dei loro possedimenti terrieri si trovasse in Italia. Alcuni senatori provinciali si muovevano infatti nella penisola come dei viaggiatori, senza prendersene effettivamente cura. La misura ebbe solamente un effetto limitato, portando al rialzo momentaneo dei prezzi delle proprietà, che stavano decadendo, e fu reiterata da Marco Aurelio, che tuttavia ne limitò l'importanza a un solo quarto delle terre.<ref>[[Plinio il Giovane]] (VI, 19,)</ref>
 
Una questione di primaria importanza nell’architettura sostenibile è l’ubicazione, poiché se quest’ultima non dovesse essere appropriata, causerebbe molti danni di inquinamento a causa del viaggio che le persone sarebbero costrette a fare.
Il significato simbolico dell'Italia non è eguagliato comunque da nessuna provincia, ed è lei l'oggetto della sollecitudine degli imperatori: di quelli che risiedono per la maggior parte del tempo sul suo territorio, così come di quelli impegnati nelle guerre alla frontiera: ([[Traiano]], [[Marco Aurelio]]), cui si aggiunge [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]], viaggiatore per gusto e per volontà politica. L'''[[Institutio Alimentaria]]'' di Traiano manifesta la sollecitudine di aiutare i cittadini italici più poveri, così come le grandi opere pubbliche: strade, porti e monumenti, realizzati a spese dell'imperatore sul suolo italico a favore dei suoi cittadini. D'altra parte, la sollecitudine imperiale presupponeva un controllo approfondito, ai danni dell'autonomia municipale delle città della penisola. In effetti, è proprio da questo periodo che, sia in Italia che nelle province, il vecchio governo di tipo municipale comincia a non reggere più. Oggi, tuttavia, questa visione dell'evergetismo imperiale come espressione di una volontà di dominio diretto sulle città non è più condivisa da tutti gli studiosi. Il lavoro di F. Jacques ha mostrato infatti la distanza che separava l'autorità imperiale dall'autogoverno della città anche in questo periodo. Ciò non esclude, in ogni caso, che l'amministrazione imperiale mantenesse controllate le città.
 
Un altro aspetto importante è l’aggiornamento della struttura, piuttosto che l’abbattimento. Come nel caso di [[Abu Dhabi]] che ha subito un retrofitting, ovvero un aggiornamento retroattivo allo scopo di soddisfare nuove esigenze, per ridurre il consumo di energia e acqua, anziché la demolizione e ricostruzione di una nuova struttura.
Per rafforzare questo controllo, Adriano assegnò l'Italia a quattro consolari portanti il titolo di [[legatus Augusti pro praetore|legati propretori]], utilizzato per i [[governatore provinciale romano|governatori]] delle province. Il moto di protesta sollevato nel senato, che era rappresentante dei vari municipi d'Italia, lesi nella loro autonomia garantita da secoli, fece sì che la misura fosse annullata dal suo successore, [[Antonino Pio]]. L'Italia aveva ancora in questo periodo la forza necessaria a rivendicare la propria dignità di regione egemone dell'impero, ma questo stato di cose sarebbe durato poco di fronte ad imperatori provinciali più determinati. La riforma di Adriano rispondeva tuttavia ad una reale esigenza: le regioni dell'Italia avevano bisogno di un'amministrazione più gerarchizzata, in particolare nel campo della giustizia civile. Per ovviare a questa necessità, Marco Aurelio creò nel [[165]] d.C. i giuridici (''[[iuridici]]''), che esercitavano nei distretti dal taglio geografico abbastanza mutevole. La zona localizzata nei 100 miglia intorno a Roma dipendeva dal [[Praefectus urbi|prefetto della Città]], che vide le sue prerogative aumentate sotto i [[Dinastia dei Severi|Severi]]. Fuori da questa zona, e per gli affari gravi o che toccavano gli interessi dell'imperatore, o ancora alle domande di mantenimento dell'ordine, potevano intervenire i [[prefetto del pretorio|prefetti del pretorio]], come avvenne verso il [[168]], quando costrinsero la città di [[Saepinum]] a rispettare il diritto dei pastori transumanti.
[[File:Roman Empire with provinces in 210 AD.png|thumb|left|upright=2.5|L'[[impero romano]] alla morte di [[Settimio Severo]] ([[211]]): l'Italia divisa nelle undici [[Regioni dell'Italia augustea|regioni augustee]] e le altre [[province romane]]]]
 
Infatti l'autorità per l'acqua e l'elettricità di Abu Dhabi (Adwea), con il Dipartimento per lo sviluppo economico dell'emirato (DED) e il Ministero dell'Economia, ha registrato le società di servizi energetici per adeguare gli edifici a un raffreddamento ed illuminazione più efficienti; con lo scopo di ridurre il consumo di acqua ed elettricità del 20% entro il 2030.
A lungo la critica vide per questi secoli il quadro di un'Italia romana in declino, toccata da un grave crisi economica e dallo spopolamento e, infine, incapace di opporre resistenza alla concorrenza delle province. Tuttavia, mentre è vero che alcune province seppero assicurarsi alcuni ambiti del mercato, perché percepirono per prime alcune esigenze, è difficile estrapolare un quadro generale e valido per tutto l'Impero. Un esempio di questi casi è quello delle [[ceramica sigillata|ceramiche sigillate]], la cui produzione si spostò da Arezzo alle Gallie; lo spostamento delle produzioni di ceramiche dall'Italia in Gallia corrispondeva anche alla presenza della domanda dei legionari accampati sul confine del Reno; si trattava di un esercito di oltre centomila uomini, considerando gli ausiliari, cui vanno aggiunti donne, schiavi e altre persone al seguito. In Italia erano rimaste invece solo nove coorte pretorie, tre coorti urbane e sette di vigili non militarizzati.
 
=== Ingegneria sostenibile ===
Altri studiosi, come [[Moses Israel Finley|Moses Finley]], minimizzano l'importanza globale di queste produzioni nell'economia antica, prevalentemente agraria.
[[File:Ombrière SUDI - Sustainable Urban Design & Innovation.jpg|thumb|300px|Innovazioni urbane sostenibili: L'ombrellone fotovoltaico "SUDI" è una stazione autonoma e mobile che rifornisce i veicoli elettrici utilizzando l'energia solare.]]
 
Per ingegneria sostenibile si intende integrare sostenibilità e le principali applicazioni ingegneristiche che riguardano l’approvvigionamento idrico, la produzione, i servizi igienico-sanitari, la pulizia dei siti di rifiuto, il ripristino degli habitat naturali ecc. in modo da non compromettere l’ambiente naturale.
Una parte dei ricercatori considera infine lo spostamento dei siti di produzione come rivelatori di spostamenti economici più importanti ma meno visibili di quelli trattati dalle fonti. Questa prospettiva si basa sull'idea che alcuni cantieri di produzione, un tempo floridi, si trovarono a subire una fortissima concorrenza, nello stesso periodo in cui l'intera economia italica si trovava ad affrontare gli stessi problemi. È il caso della [[villa Settefinestre]] verso [[Cosa (colonia romana)|Cosa]] che vede le sue produzioni declinare, fino all'abbandono verso il [[160]] - [[170]]. È tuttavia rischioso generalizzare la situazione storica di una sola regione, per quanto brillantemente ricostruita, e considerarla valida per tutta l'Italia. Altre aree, mostravano infatti maggior dinamismo economico, come la zona di [[Aquileia]] e in generale l'Italia settentrionale.
 
=== Interior design sostenibile ===
Che le importazioni dalle province superassero di gran lunga le esportazioni dall'Italia nella loro direzione non comporta necessariamente un declino dell'Italia, ma piuttosto le dimensioni sproporzionate del mercato romano-italico, foraggiato dalle imposte raccolte in provincia e redistribuite come salari e donativi ai funzionari, o le spese non lievi della corte imperiale e dei più ricchi senatori, mentre la situazione tecnologica rendeva i trasporti marittimi a lunga distanza più economici dei trasporti terrestri a media distanza. L'Italia da sola, inoltre, non poteva produrre abbastanza da nutrire Roma con il suo milione di abitanti, tanto più che la coltivazione del grano era poco remunerativa rispetto all'olivo e alla vite; le importazioni massicce, soprattutto alimentari, non bilanciate dalle esportazioni rendono conto di un declino.
 
L'[[interior design]] si occupa di creare un ambiente sano ed estetico, per questo motivo incorpora adeguatamente la funzionalità assieme all’estetica in materiali ecocompatibili. Il design degli interni ha la capacità di sfruttare il vero potere dell'architettura sostenibile. <ref> {{Cite web|url=https://www.eco.ca/career-profiles/sustainable-interior-designer/|title=Sustainable Interior Designer|website=ECO Canada|language=en}}</ref>
Anche il declino demografico dell'Italia non è più collocato, nella sua forma più grave, che a partire dalla [[peste antonina]], mentre le conseguenze di quest'ultima restano discusse e poco chiare.
 
La figura dell’interior designer deve considerare aspetti come i tipi di vernici, adesivi e altro durante la fase di produzione; ma non solo, poiché anche prima di iniziare il processo di costruzione si deve tenere conto di aspetti che potrebbero danneggiare l’ambiente; per esempio, è necessario l’acquisto di prodotti in aziende locali sostenibili, l’acquisto di materiali riciclati e altro ancora.
In conclusione, il secondo secolo è certamente per l'Italia un secolo di transizione e di indietreggiamento della sua preminenza politica, ma non il secolo del declino che la storiografia vi ha letto fino agli anni '70, seguendo, tra le varie tesi, quelle di [[Rostovtseff|M. Rostovtseff]]. Il vero declino sarebbe arrivato nei secoli successivi.
 
=== Pianificazione urbana ===
Con Settimio Severo e i successori la situazione peggiora ulteriormente: le condizioni dell'Italia sono depresse; considerando un'anomalia la sua posizione privilegiata, lo stesso Severo abolisce per sempre il reclutamento particolare dei pretoriani che rappresentavano l'ultima formazione di tradizione romano-italica nell'esercito romano. Dal 193 in avanti l'ingresso nelle coorti pretorie sarà aperta ai legionari di frontiera, i più meritevoli e fidati, al contempo viene installata in Italia, per la prima volta all'epoca repubblicana, una legione con dei castra permanenti ad Albano, la [[Legio II Parthica]]. Le posizioni erano rovesciate: mentre durante la repubblica e il principato erano le province a fornire il denaro, e l'Italia gli uomini per l'esercito, ora il reclutamento cessa quasi del tutto in Italia, anche a livello di quadri ufficiali equestri, mentre aumenta la tassazione. Al contrario si afferma come fondamentale bacino di reclutamento l'area danubiana. Dal punto di vista amministrativo con Caracalla abbiamo la nomina del primo ''[[Corrector Italiae]]'', una carica ripresa con intermittenza nel III secolo e che ebbe la sua trasformazione e sostituzione definitiva con Diocleziano.
Modificando le aree urbane e i quartieri in spazi più sani ed efficienti la pianificazione sostenibile può migliorare la qualità di vita di una città.
 
Per progettazione sostenibile delle città si intende progettare e pianificare gli spazi delle città in modo che rispettino determinati aspetti come:
Le difficoltà del III secolo e le riforme dioclezianee e costantiniane mettono definitivamente fine alla supremazia italica, sebbene il ricordo del prestigio passato continui a mantenersi. Ancora nel panegirico a Massimiano collega di Diocleziano, l'Italia è ricordata per il suo passato glorioso, ma viene anche affermato che nel periodo di composizione del testo era la Pannonia a possedere le virtù belliche. L'allontanamento degli [[imperatore romano|imperatori]], la fondazione della nuova capitale in Oriente, [[Costantinopoli]], e le divisioni nate dalle [[invasioni barbariche]] accompagnano un'Italia ormai impoverita e divisa all'ingresso nell'[[Alto Medioevo]].
*Bassa impronta di carbonio,
*Migliore qualità dell’aria,
*Fonti di energia sostenibili,
*Relazione sana con l’ambiente.
 
Inoltre, sono stati sviluppati approcci innovativi per l’uso del suolo, che possono includere edifici e abitazioni verdi, greenways, spazi aperti, risorse di energia alternative ecc.
=== Province italiche dalla tetrarchia alla fine del IV secolo ===
<ref>What Is Sustainable Urban Planning?[https://academicpartnerships.uta.edu/articles/public-administration/what-is-sustainable-urban-planning.aspx What Is Sustainable Urban Planning?]</ref>
{{Vedi anche|Tardo impero romano|Tetrarchia di Diocleziano|Diocesi (impero romano)}}
{{Vedi anche|Italia (diocesi)|Italia Annonaria|Italia Suburbicaria|Prefettura del pretorio d'Italia}}
[[File:Venice – The Tetrarchs 03.jpg|thumb|left|[[Monumento ai Tetrarchi|I tetrarchi]] ([[scultura]] di porfido, [[Basilica di San Marco (Venezia)|Basilica di San Marco]], a [[Venezia]])]]
 
In epoca tardo-antica [[Roma (città antica)|Roma]] e l'[[Italia romana|Italia]] smisero di essere la residenza abituale degli [[imperatore romano|imperatori]], venendo parificate alle [[provincia romana|province]]. Questo cambiamento fu dovuto principalmente ad esigenze di carattere militare-difensivo: gli imperatori trovavano più convenienti per fronteggiare più rapidamente le minacce militari residenze vicine alle frontiere, come [[Milano romana|Milano]], [[Augusta Treverorum|Treviri]], [[Sirmio]] e [[Costantinopoli]].<ref name=Treccani>Cfr. {{cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/la-riorganizzazione-amministrativa-dell-italia-costantino-roma-il-senato-e-gli-equilibri-dell-italia-romana_(Enciclopedia-Costantiniana)/|titolo=La riorganizzazione amministrativa dell'Italia. Costantino, Roma, il Senato e gli equilibri dell'Italia romana}}</ref> Basti pensare che l'Imperatore [[Costantino I]], che regnò per 31 anni, visitò l'Italia solo cinque volte, due delle quali per celebrare ''[[decennalia]]'' e ''[[vicennalia]]'', per un ammontare complessivo di 23 mesi di permanenza nella penisola.<ref name=Treccani/> Costantino risiedeva principalmente in città prossime al ''[[limes romano|limes]]'', tra le quali spiccava Costantinopoli.
 
Inoltre, nel corso del III secolo, il crollo demografico dovuto alla [[peste antonina]] e la crescita delle spese belliche indussero gli imperatori a ridurre gradualmente i privilegi dell'Italia, soprattutto quelli fiscali, finché non fu parificata alle province sotto Diocleziano.<ref name=Treccani/> [[Caracalla]] istituì nella penisola la carica di ''[[corrector totius Italiae]]'', un funzionario di rango senatorio attivo durante crisi particolari. Sotto l'Imperatore [[Marco Aurelio Probo|Probo]] la penisola fu divisa in due parti (Italia transpadana e Italia cispadana), ognuna sotto la giurisdizione di un ''corrector Italiae'', che divenne una carica permanente, non più attiva soltanto nelle situazioni di crisi.<ref name=Treccani/> I due ''correctores Italiae'' erano di rango senatorio, esattamente come l'antesignana carica di ''corrector totius Italiae''. Il ''corrector'' dell'Italia transpadana provvedeva a rifornire gli eserciti e la corte imperiale di stanza nel nord della penisola, vicino alle frontiere minacciate, mentre il ''corrector'' dell'Italia cispadana doveva approvvigionare la [[plebe]] romana.<ref name=Treccani/> I ''correctores'' furono probabilmente introdotti quali misura transitoria in vista dell'introduzione definitiva anche nell'Italia romana dei metodi di esazione delle imposte già adoperati nelle province.<ref name=Treccani/>
 
Con la riforma amministrativa voluta da [[Diocleziano]] negli ultimi anni del [[III secolo]] e poi perfezionata da [[Costantino]] all'inizio del [[IV secolo]], l'Impero romano venne diviso in dodici [[diocesi (impero romano)|diocesi]]. L'Italia, fino a Diocleziano, aveva conservato la divisione augustea in 11 regioni; ma l'autonomia municipale aveva ingenerato disordine finanziario. Perciò gli imperatori decisero di esercitarvi un maggiore controllo. Diocleziano costituì quindi una [[Italia (diocesi)|diocesi Italiciana]] e la ripartì in province, adeguando amministrativamente il territorio della penisola a quello del resto dell'impero. Abolì inoltre i privilegi fiscali degli Italici imponendo loro il pagamento di un tributo, inizialmente tollerabile, poi sempre più gravoso, come attesta il ''[[Liber de Caesaribus]]'' di [[Aurelio Vittore]]:
{{Citazione|Poiché il peso delle guerre, che abbiamo ricordato sopra, incalzava in modo sempre più acuto, diviso l'Impero in quattro parti, tutte le Gallie al di là delle Alpi furono affidate a Costanzo, l’Africa e l’Italia all'Erculio [Massimiano], l'Illirico fino agli stretti del Ponto a Galerio, il resto lo tenne Valerio [Diocleziano]. Per questo da allora alla parte dell’Impero detta Italia fu esteso il gran male dei tributi. Infatti, mentre tutta [l'Italia] era sottoposta allo stesso prelievo e in forme leggere, grazie al quale era possibile nutrire l’esercito e l'imperatore, che sempre o per la maggior parte del tempo vi si trovavano, fu introdotta una nuova regolamentazione dei versamenti fiscali. Essa, che davvero a quei tempi era tollerabile per la sua misurata incidenza, è peggiorata rovinosamente nei tempi presenti.|Aurelio Vittore, ''Liber de Caesaribus'', 39, 30-32.|lingua=la|Et quoniam bellorum moles, de qua supra memoravimus, acrius urguebat, quadripartito imperio cuncta, quae trans Alpes Galliae sunt, Constantio commissa, Africa Italiaque Herculio, Illyrici ora adusque Ponti fretum Galerio; cetera Valerius retentavit. Hinc denique parti Italiae invectum tributorum ingens malum. Nam cum omnis [scil. Italia] eadem functione moderateque ageret, quo exercitus atque imperator, qui semper aut maxima parte aderant, ali possent, pensionibus inducta lex nova. Quae sane illorum temporum modestia tolerabilis in perniciem processit his tempestatibus.}}
[[File:Prima tetrarchia Diocletianus.PNG|thumb|upright=2.5|La "prima tetrarchia" (293-305): le 12 [[diocesi (impero romano)|diocesi]] nella nuova divisione dell'[[Impero romano]]]]
 
L'istituzione della [[Tetrarchia]] (1 marzo 293) comportò infatti maggiori spese dovute al mantenimento non più di due corti ma di ben quattro, con conseguente necessità di abolire i privilegi fiscali dell'Italia costringendo anche gli italici a pagare il tributo nelle modalità previste per le province.<ref name=Treccani/> La stessa Italia fu riorganizzata in [[diocesi (impero romano)|diocesi]], la cosiddetta ''[[Italia (diocesi)|dioecesis Italiciana]]'', e suddivisa in numerose province, corrispondenti solo in parte alle [[regioni augustee]]. Tuttavia, con la riforma dioclezianea entrarono a far parte della diocesi italiciana territori che in precedenza non erano parte dell'Italia romana, cioè la [[Rezia (provincia romana)|Rezia]], le [[Alpi Cozie (provincia romana)|Alpi Cozie]], la [[Sicilia (provincia romana)|Sicilia]], la [[Sardegna (provincia romana)|Sardegna]] e la [[Sardegna e Corsica|Corsica]]. La diocesi italiciana era sotto la giurisdizione di un ''agens vice praefectorum praetorio'' (anche detto ''[[vicarius]]''), cioè un vice del [[prefetto del pretorio]] dell'[[Augusto (titolo)|Augusto]] [[Massimiano]] (che aveva la propria residenza imperiale a Milano). Il ''vicarius'' probabilmente aveva sede a Milano e sostituiva il prefetto del pretorio di Massimiano quando seguiva il proprio Augusto in province diverse dall'Italia.<ref name=Treccani/> I governatori delle province italiche avevano il titolo di ''corrector'' al quale seguiva il nome della provincia governata al genitivo (ad esempio ''corrector Campaniae''), differentemente dai governatori delle altre province, denominati ''praesides''. Il termine ''corrector'' dei governatori provinciali italici probabilmente deriva dai due ''correctores Italiae'' introdotti da Probo: Diocleziano moltiplicò i ''correctores'' (che con Probo erano due) affidando a ognuno di loro il governo di una provincia italica.<ref name=Treccani/> A differenza della carica di ''corrector Italiae'' introdotta da Probo, riservata esclusivamente ai senatori, la carica di ''corrector'' poteva essere rivestita anche da esponenti di rango equestre.<ref name=Treccani/> I governatori delle province aggiunte all'Italia invece furono denominati ''praesides''.
 
Purtroppo l'evidenza epigrafica è insufficiente a ricostruire l'esatta suddivisione provinciale dell'Italia attuata da Diocleziano, e deve essere integrata con il ''Laterculus Veronensis'', il quale però descrive la suddivisione in province dell'Impero in età già costantiniana (fu redatto intorno al 314). Le uniche province di età dioclezianea propriamente italiche (escludendo quindi Rezia, Alpi Cozie e isole) note dalle epigrafi sono la ''Venetia et Histria'', la ''Tuscia et Umbria'', la ''Campania'', la ''Apulia et Calabria'' e la ''Lucania et Bruttii''.<ref name=Treccani/> Secondo il ''Laterculus Veronensis'', la diocesi di Italia intorno al 314 comprendeva 16 province, ma, a causa di una lacuna nel testo, ne riporta soltanto nove: ''Alpes Cottiae'', ''Raetia'', ''[[Venetia et Histria]]'', ''Flaminia'', ''Tuscia et Umbria'', ''Picenum'', ''Apulia et Calabria'', ''Lucania'' e ''Corsica''. Secondo il Porena, ad esse andrebbero certamente aggiunte le province di ''[[Campania (provincia romana)|Campania]]'', ''Aemilia et Liguria'', la Sicilia e la Sardegna, e inoltre ''Lucania'' andrebbe emendato in ''Lucania et Bruttii'' (il Porena, a differenza del Jones, inoltre aggrega la ''Flaminia'' al ''Picenum'' nella provincia di ''Flaminia et Picenum''). Il Porena conclude che le province italiche fossero 12, e che il numero 16 sarebbe un errore del copista o del redattore originale.<ref name=Treccani/> Secondo il Porena, il ''Laterculus Veronensis'' (redatto nel 314) riproduceva quasi del tutto l'assetto dioclezianeo del 293, senza grandi cambiamenti. Si può dunque supporre che le province della diocesi italiciana all'epoca di Diocleziano fossero le seguenti:
#''Venetia et Histria''
#''Tuscia et Umbria''
#''Campania''
#''Apulia et Calabria''
#''Lucania et Bruttii''
#''Alpes Cottiae''
#''Raetia''
#''Flaminia et Picenum''
#''Corsica''
#''Aemilia et Liguria''
#''Sicilia''
#''Sardinia''
[[File:Italia Dioceses in 400 AD.png|right|thumb|upright=1.3|I vicariati di [[Italia Suburbicaria]] e di [[Italia Annonaria]] all'interno della [[prefettura del pretorio d'Italia]] intorno al 400.]]
 
Nonostante la parificazione dell'Italia con le province, Roma rimase comunque una città di una certa importanza a causa della presenza in essa del [[senato romano]] e della [[guardia pretoriana]], nonché della plebe, il consenso delle quali era necessario per evitare che essi favorissero rivolte e usurpazioni. L'assenza prolungata da Roma dell'Imperatore e del prefetto del pretorio rese necessario, a partire dall'[[età severiana]], nominare nell'urbe un viceprefetto, il cosiddetto ''agens vice praefectorum praetorio'', che dipendeva direttamente dall'Imperatore e comandava la guardia pretoriana in assenza del prefetto del pretorio.<ref name=Treccani/> La giurisdizione di questo ''agens vice praefectorum praetorio'' era limitata alla sola Roma e svolgeva mansioni esclusivamente militari. Diocleziano mantenne inalterata questa carica, creando al contempo un nuovo funzionario dalle mansioni prevalentemente fiscali, il vicario della diocesi Italiciana (''vicarius praefectorum praetorio per Italiam'', successivamente abbreviato in ''vicarius Italiae''), residente a Milano e con giurisdizione estesa all'intera Italia.<ref name=Treccani/>
 
Dopo il suo primo viaggio in Italia, nel 312, Costantino, per prevenire la possibilità di una nuova usurpazione favorita dalle truppe di stanza dell'antica capitale ([[Massenzio]] aveva ottenuto l'appoggio della guardia pretoriana), decise di rimuoverle dall'Urbe mandandole a combattere altrove. Una volta smilitarizzata l'antica capitale, Costantino trasformò il cosiddetto ''agens vice praefectorum praetorio'' di Roma nel ''vicarius urbis Romae'', trasformandolo da ufficiale militare a civile e affidandogli il compito di rendere più efficiente il rifornimento dell'Urbe di annona.<ref name=Treccani/> In questo modo Costantino I ridusse i poteri del ''vicarius Italiae'' residente a Milano, limitando la sua giurisdizione alla sola parte settentrionale della diocesi italiciana, la cosiddetta [[Italia Annonaria]] (comprendente le province di ''Flaminia et Picenum'', ''Aemilia et Liguria'', ''Venetia et Histria'', Alpi Cozie e Rezia); le province meridionali della diocesi (''Tuscia et Umbria'', ''Campania'', ''Apulia et Calabria'', ''Lucania et Bruttii'', Sicilia, Sardegna e Corsica), costituenti la cosiddetta [[Italia Suburbicaria]], furono invece poste sotto la giurisdizione del ''[[vicarius urbis Romae]]'' avente sede a [[Roma]]. La linea di demarcazione tra Italia Suburbicaria e Italia Annonaria fu posta in corrispondenza dei fiumi [[Arno]] ed [[Esino (fiume)|Esino]].<ref name=Treccani/> In questo modo sarebbe stata migliorata l'efficienza dell'approvvigionamento dell'esercito di stanza nell'Italia Annonaria e della plebe dell'Urbe, il cui consenso era necessario per assicurare la stabilità della regione.<ref name=Treccani/> Con il riordinamento costantiniano si ebbe così la singolare presenza di due vicari all'interno della stessa diocesi, situazione senza precedenti.<ref name=Treccani/>
 
Per ottenere il sostegno del [[senato romano]], Costantino favorì i senatori facilitando loro l'accesso alle cariche pubbliche (come i governatorati delle province) e aumentando i poteri del ''[[praefectus urbi]]'' (carica che Costantino si premurò che fosse sempre rivestita da un senatore), ponendolo a capo del senato e attribuendogli la ''cognitio vice sacra'' che gli permetteva di emettere sentenze inappellabili in quanto parificate a quelle dell'Imperatore.<ref name=Treccani/> In età costantiniana il ''praefectus urbi'' divenne inoltre il supervisionatore della distribuzione di alimenti alla plebe romana, nonché delle attività di manutenzione edilizia.
 
In seguito alla vittoria su [[Licinio]] nel 324 Costantino divenne imperatore unico. Ritenendo insufficiente un solo prefetto del pretorio per tutto l'Impero (fino a quel momento vi era un prefetto del pretorio per ciascun imperatore), Costantino decise di suddividere l'Impero in cinque prefetture - [[Prefettura del pretorio delle Gallie|Gallie]], [[Prefettura del pretorio d'Africa|Africa]], [[Prefettura del pretorio d'Italia|Italia]], [[Prefettura del pretorio dell'Illirico|Illirico]] e [[Prefettura del pretorio d'Oriente|Oriente]] - ponendo a capo dell'amministrazione civile di ognuna di esse un prefetto del pretorio. Il prefetto del pretorio regionale, privato di ogni potere militare, supervisionava l'operato in ambito fiscale e giudiziario dei ''[[vicarii]]'' e dei governatori provinciali posti alle sue dipendenze. Nelle prefetture del pretorio consistenti in un'unica diocesi (come Italia e Africa) sembrerebbe che non vi fosse un vicario in età costantiniana, sostituito dal prefetto del pretorio. Sotto i successori di Costantino, alla prefettura d'Italia furono aggregate l'Illirico e l'Africa, con la sede prefettizia spostata a Sirmio.<ref name=Treccani/> Successivamente l'Illirico Orientale fu assegnato alla ''pars orientis'' e la prefettura d'Italia conservò nell'Illirico soltanto la diocesi di Pannonia.
 
Secondo la ''[[Notitia Dignitatum]]'' (redatta intorno al 395 e aggiornata fino ad intorno al 420 per l'Occidente), le diciassette province della diocesi italiciana erano le seguenti: ''Venetia et Histria'', ''Aemilia'', ''Liguria'', ''Flaminia et Picenum annonarium'', ''Tuscia et Umbria'', ''Picenum suburbicarium'', ''Campania'', ''Sicilia'', ''Apulia et Calabria'', ''Lucania et Bruttii'', ''Alpes Cottiae'', ''Raetia I'', ''Raetia II'', ''Samnium'', ''Valeria'', ''Sardinia'' e ''Corsica''.<ref>{{cita web|url=http://www.thelatinlibrary.com/notitia1.html|titolo=Notitia Dignitatum Pars Occidentis.}}</ref> Di queste, ''Venetia et Histria'', ''Aemilia'', ''Liguria'', ''Flaminia et Picenum annonarium'', ''Alpes Cottiae'', ''Raetia I'' e ''Raetia II'' facevano parte del vicariato dell'Italia Annonaria, mentre ''Tuscia et Umbria'', ''Picenum suburbicarium'', ''Campania'', ''Sicilia'', ''Apulia et Calabria'', ''Lucania et Bruttii'', ''Samnium'', ''Valeria'', ''Sardinia'' e ''Corsica'' facevano parte del vicariato dell'Italia Suburbicaria.
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita pubblicazione|autore = Carlo Vezzoli|titolo = Design per la sostenibilità: una disciplina (sempre più) articolata|anno = 2005}}
;Fonti antiche
* {{Cita libro|autore = Daniel E. Williams|titolo = Sustainable Design: Ecology, Architecture and Planning|anno = 2007}}
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* {{Cita libro|autore = Paolo Tamborrini|titolo = "Design sostenibile. oggetti, sistemi e comportamenti"|marchio = Electa|anno = 2009}}
* {{cita libro|autore=[[Augusto]]|titolo=[[Res gestae divi Augusti]]|cid=Augusto, ''Res Gestae''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Res gestae|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [[Wikisource:en:Res Gestae Divi Augusti|traduzione inglese]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
* {{Cita libro|autore = Roberto Marcatti|titolo = "H2O nuovi scenari per la sopravvivenza."|Editore = H2O Edizioni Milano|anno = 2009}}
* {{cita libro|autore=[[Cassio Dione Cocceiano|Dione Cassio]]|titolo=[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]|cid=Cassio Dione|lingua=grc}} ([[Wikisource:el:Ρωμαϊκή Ιστορία|testo greco]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Cassius_Dio/home.html traduzione inglese]).
* {{Cita libro|autore = Riccardo Dalisi|titolo = "ACQUA dueO"|Editore = H2O Edizioni Milano|anno = 2012}}
* {{Cita libro|autore=[[Eutropio]]|titolo=[[Breviarium ab Urbe condita]]|volume=|cid=Eutropio|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Breviarium_historiae_romanae|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [[Wikisource:en:Abridgement_of_Roman_History|traduzione inglese]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
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* {{cita libro|autore=|titolo=[[Fasti triumphales]]|cid=Fasti triumphales|lingua=latino}} (Iscrizione latina {{AE|1930|60}} e [http://www.attalus.org/translate/fasti.html traduzione inglese]).
* {{Cita pubblicazione|autore = W. McDonough Architects|titolo= "The Hannover Principles: Design for Sustainability : Prepared for EXPO 2000, the World's Fair, Hannover, Germany"| anno = 1992}}
* {{cita libro|autore=[[Floro]]|titolo=[[Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC libri duo]]|cid=Floro|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Scriptor:Florus|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Florus/Epitome/home.html traduzione inglese]).
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*{{Cita libro|autore=[[Tito Livio|Livio]]|titolo=[[Ab Urbe condita libri]]|volume=|cid=Livio|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Ab Urbe Condita|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [https://en.wikisource.org/wiki/From_the_Founding_of_the_City versione inglese] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
 
*{{Cita libro|autore=[[Tito Livio|Livio]]|titolo=[[Ab Urbe condita libri|''Periochae ab Urbe condita'']]|cid=Livio, ''Periochae''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Ab Urbe Condita – Periochae|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
== Voci correlate ==
* {{Cita libro|autore=[[Paolo Orosio|Orosio]]|titolo=[[Historiarum adversus paganos libri septem]]|cid=Orosio|lingua=latino}} ([http://www.thelatinlibrary.com/orosius.html testo latino]).
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*{{cita libro|autore=[[Plinio il Vecchio]]|titolo=[[Naturalis historia]]|cid=Plinio il Vecchio|lingua=la}} ([[Wikisource:la:Naturalis Historia|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Pliny_the_Elder/home.html versione inglese]).
* [[Sostenibilità]]
*{{Cita libro|autore=[[Polibio]]|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|volume=|cid=Polibio|lingua=grc}} ([http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/home.html traduzione in inglese qui] e [http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0234%3Abook%3D1%3Achapter%3D1 qui]).
* [[Interior design]]
* {{cita libro|autore=[[Strabone]]|titolo=[[Geografia (Strabone)|Geografia]]|volume=|cid=Strabone|lingua=grc}} ([http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/home.html traduzione inglese]).
* [[Architettura sostenibile]]
* {{cita libro|autore=[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]]|titolo=[[Vite dei Cesari|De vita Caesarum libri VIII]]|cid=Svetonio, ''Vite dei Cesari''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:De vita Caesarum libri VIII|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [http://www.progettovidio.it/svetonioopere.asp traduzione italiana]).
* [[Bioarchitettura]]
*{{Cita libro|autore=[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]]|titolo=[[Annales (Tacito)|Annales]]|cid=Tacito, ''Annales''|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Ab excessu divi Augusti (Annales)|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]], [http://www.progettovidio.it/tacitoopere.asp traduzione italiana] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Tacitus/home.html?tw_p=twt traduzione inglese]).
* [[Architettura del paesaggio]]
* {{cita libro|autore=[[Velleio Patercolo]]|titolo=[[Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo]]|cid=Velleio Patercolo|lingua=latino}} ([[Wikisource:la:Historiae Romanae Ad M. Vinicium Libri Duo|testo latino]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]] e [http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Velleius_Paterculus/home.html traduzione inglese qui] e [[Wikisource:en:Compendium of the History of Rome|qui]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
* [[Ingegneria]]
* {{cita libro|autore=[[Giovanni Zonara|Zonara]]|titolo=[[Epitome delle storie]]|cid=Zonara|lingua=latino}} ([http://www.documentacatholicaomnia.eu/30_20_1050-1150-_Ioannes_Zonaras.html testo greco e latino], [[Wikisource:fr:Histoire des Romains|traduzione francese]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
* [[Industrial design]]
* {{cita libro|autore=[[Zosimo (storico)|Zosimo]]|titolo=[[Storia nuova]]|cid=Zosimo|lingua=grc}} ([[Wikisource:it:Della Nuova Istoria|traduzione italiana]] [[File:Wikisource-logo.svg|15px]]).
{{divColonne col endspezza}}
* [[Urbanistica]]
* [[Designer]]
* [[Progettista]]
* [[Progetto]]
* [[Progettazione]]
* [[Prodotto]]
* [[Ecosistema]]
{{Colonne fine}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=R5pJ57EOseQ|titolo=Tutorial sul design sostenibile a cura del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo, Padova 2013}}
* {{cita web|http://www.desainer.it/eco-design/|Idee e soluzioni di Ecodesign}}
* {{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/design-sostenibile_%28XXI-Secolo%29/}}
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* {{cita web|https://academicpartnerships.uta.edu/articles/public-administration/what-is-sustainable-urban-planning.aspx}}
 
;Fonti storiografiche moderne
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* {{cita libro|autore=AA.VV.|titolo=Storia del mondo antico|volume=voll. V-VI-VII-VIII-IX|editore=Cambridge|lingua=italiano|città=Milano|anno=1975}}
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* {{cita libro|autore=Domenico Musti|titolo=La spinta verso il Sud: espansione romana e rapporti "internazionali"''|opera=Storia di Roma|volume=vol. I|editore=Einaudi|città=Torino|anno=1990|curatore=[[Arnaldo Momigliano]]; [[Aldo Schiavone]]|isbn=978-88-06-11741-2|cid=Musti 1990|lingua=italiano}}
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* {{cita web|autore=Lanfranco Sanna|titolo=La seconda guerra punica|url=http://www.arsmilitaris.org/pubblicazioni/IIPunica.pdf|cid=Sanna|lingua=italiano|sito=arsmilitaris.org}}
{{div col end}}
 
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