Aligi Sassu e Amleto (nome): differenze tra le pagine

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{{Prenome|Amleto|italiano|M}}<ref name=galgani>{{cita|Galgani|p. 141.|Galgani}}</ref><ref name=lastella>{{cita|La Stella T.|p. 23.|LaStella}}</ref>.
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Sassu Aligi, Laura.jpg|thumb|upright|Laura, 1947 ([[Fondazione Cariplo]])]]
{{Bio
|Nome = Aligi
|Cognome = Sassu
|Sesso = M
|LuogoNascita = Milano
|GiornoMeseNascita = 17 luglio
|AnnoNascita = 1912
|LuogoMorte = Pollença
|GiornoMeseMorte = 17 luglio
|AnnoMorte = 2000
|Epoca = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = scultore
|Nazionalità = italiano
}}
 
== Biografia Varianti==
*Femminili: Amleta<ref name=galgani/><ref name=lastella/>
Aligi Sassu nacque a Milano, da Lina Pedretti, [[Parma|parmigiana]], e Antonio Sassu, [[Sardegna|sardo]] sassarese, tra i fondatori nel 1894 del [[Partito Socialista Italiano]] a [[Sassari]] e trasferitosi nel 1896 nel capoluogo [[Lombardia|lombardo]]. Il padre, legato da una forte amicizia a [[Carlo Carrà]], lo condusse nel 1919, a soli sette anni, all'''Esposizione Nazionale [[Futurismo|Futurista]]'' presso la ''Galleria Moretti'' di ''Palazzo Cova'', che vedeva riuniti i più grandi futuristi e le giovani leve.
 
===Varianti in altre lingue===
All'inizio del 1921 la famiglia Sassu si ritrasferì in [[Sardegna]], a [[Thiesi]] in provincia di Sassari, dove Antonio aprì un negozio. Lì Aligi frequentò la scuola elementare e conobbe per la prima volta i [[Equus caballus|cavalli]], che diventeranno poi il suo ''[[marchio]]'', ed i colori accesi della Sardegna che permeeranno la sua [[pittura]]. Dopo una permanenza di tre anni, la famiglia ritornò a Milano e qui Aligi mostrò ancor più il suo interesse per la [[lettura]] e l'[[arte]] [[futurista]].<ref>Sassu Futurista 1927-1929, testi di E. Crispolti e A. Giglio, Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares, Lugano, Skira Editore, Milano, 1999.</ref>
*[[Lingua catalana|Catalano]]: Hamlet<ref name=albaiges>{{cita|Albaigès i Olivart|p. 133.|Albaigès}}</ref>
*[[Lingua danese|Danese]]: Amleth<ref name=behind>{{cita web|lingua=en|url=https://www.behindthename.com/name/hamlet|titolo=Hamlet|sito = Behind the Name|accesso=24 settembre 2014}}</ref>
*[[Lingua inglese|Inglese]]: Hamlet<ref name=galgani/><ref name=lastella/><ref name=behind/><ref name=llewellyn>{{cita|Sheard|p. 267.|Llewellyn}}</ref>
*[[Lingua norrena|Norreno]]: Amlodhi<ref name=galgani/>, Amlohdi<ref name=lastella/>, Amloði, Amleth<ref name=galgani/>
*[[Lingua spagnola|Spagnolo]]: Hamlet<ref name=albaiges/>
 
==Origine e diffusione==
[[File:Statue "Grande cavallo impennato" by Aligi Sassu in Piazza San Magno Legnano.jpeg|thumb|Scultura di Aligi Sassu, Legnano]]
[[File:Pedro Américo - Visão de Hamlet 2.jpg|thumb|upright=1|''La visione di [[Amleto]]'', di [[Pedro Américo]]]]
Si tratta di un adattamento italiano dell'inglese ''Hamlet''<ref name=galgani/>, utilizzato da [[Shakespeare]] per la sua opera ''[[Amleto]]'', basata sul mito scandinavo di [[Amleto (mitologia)|Amloði]]<ref name=galgani/><ref name=albaiges/><ref name=behind/><ref>{{cita|Burgio|p. 50.|Burgio}}</ref>. Comunemente, si riporta che ''Hamlet'' sia una forma anglicizzata del nome danese ''Amleth''<ref name=galgani/><ref name=albaiges/><ref name=behind/>, derivante forse dal vocabolo [[lingua islandese|islandese]] ''amlodhi'' ("pazzo", "fuori di senno")<ref name=galgani/><ref name=albaiges/> o forse dal nome [[Olao|Anleifr]]<ref name=llewellyn/>; tuttavia altre fonti sostengono che in realtà ''Hamlet'' fosse un preesistente [[diminutivo]] del nome [[medio inglese]] ''[[Aimone|Hamon]]'' (dal [[lingue germaniche|germanico]] ''haim'', "casa", "patria"<ref name=lastella/>), che Shakespeare utilizzò per "rendere" il nome scandinavo in inglese<ref name=llewellyn/>.
 
La sua diffusione è legata alla fama raggiunta dall'opera di Shakespeare<ref name=lastella/><ref name=albaiges/>. In [[Italia]], insieme con altri nomi come [[Ofelia (nome)|Ofelia]], [[Laerte (nome)|Laerte]] e [[Polonio (nome)|Polonio]], cominciò ad essere usato circa duecento anni dopo la stesura dell'opera, quando cioè essa raggiunse i teatri italiani<ref name=galgani/>; è attestata, seppur molto rara, anche una forma femminile, Amleta<ref name=galgani/>. Anche nei paesi anglofoni il successo dell'opera ha contribuito a mantenere il nome in uso, nella forma ''Hamlet''<ref name=llewellyn/>.
Nel 1925, con la famiglia ormai in ristrettezze economiche, fu costretto a lasciare la scuola. In un primo tempo svolse il lavoro di apprendista presso ''la Pressa'', un'officina [[litografia|litografica]]; l'anno successivo quello di aiutante di un decoratore murale; al contempo, frequentando i corsi serali, riuscì poi a concludere gli studi. Insieme all'amico e [[designer]] futurista [[Bruno Munari]], si presentò a [[Filippo Tommaso Marinetti]], fondatore del [[Futurismo]]. Questo incontro fu proficuo fu infatti nel 1928 invitato da Marinetti a partecipare alla [[Biennale di Venezia]].
 
==Onomastico==
Poco tempo dopo, insieme a Bruno Munari, definì il ''Manifesto della Pittura "Dinamismo e riforma muscolare"'' (che rimarrà inedito fino al 1977), assumendo come presupposto di base la rappresentazione di forme dinamiche anti-naturalistiche. In quegli anni, grazie alle amicizie del padre, poté conoscere bene le opere di [[Umberto Boccioni|Boccioni]] e [[Carlo Carrà]], di [[Gaetano Previati]], [[Giandante X]] (così era noto Dante Persico) e [[Giuseppe Gorgerino]], e a loro si ispirò talvolta nei suoi dipinti. Studiò [[Picasso]], [[Diego Velázquez]] ed il [[Nudità|nudo]] plastico. Di questo periodo è ''L'Ultima cena'', il dipinto che sintetizza l'arte di Aligi Sassu e, negli abiti moderni dei personaggi e l'ambientazione urbana, preannuncia quello che sarà il suo stile futuro.
È un nome [[adespota]], cioè non è portato da alcun santo. L'[[onomastico]] ricorre quindi il [[1º novembre]], in occasione di [[Ognissanti]].
 
==Persone==
Negli anni fra il 1927 e il 1929 dipinse in maggioranza quadri di piccole dimensioni, aventi spesso come soggetto lo [[sport]], le [[industria|industrie]] e le macchine; nascono così i ''Ciclisti'', ''I minatori'', ''L'operaio'', ''Pugilatori'' e gli ''Uomini rossi''. Con [[Filiberto Sbardella]], [[Giacomo Manzù]], [[Nino Strada]], [[Candido Grassi]], [[Giuseppe Occhetti]], [[Gino Pancheri]], nel 1930 riuscì ad allestire a Milano la sua prima mostra importante, recensita anche da Carlo Carrà. Nel 1934 soggiornò per un periodo di tre mesi a [[Parigi]]<ref>Aligi Sassu. Un grido di colore, ''autobiografia'', Todaro Editore, Lugano, 1998.</ref> (in rue Elisée des Beaux Artes) studiando a fondo le opere di [[Henri Matisse|Matisse]], [[Théodore Géricault]], [[Eugène Delacroix|Delacroix]], [[Paul Cézanne|Cezanne]] ed i dipinti dei pittori dell'Ottocento esposti al [[Louvre]].
{{persone di nome|Amleto}}
[[File:Amleto Palermi.jpg|thumb|upright=0.7|[[Amleto Palermi]]]]
*[[Amleto Barbieri]], baritono italiano
*[[Amleto Cataldi]], scultore italiano
*[[Amleto Giovanni Cicognani]], cardinale italiano
*[[Amleto Frignani]], calciatore italiano
*[[Amleto Miniati]], calciatore italiano
*[[Amleto Novelli]], attore italiano
*[[Amleto Palermi]], regista, sceneggiatore e attore italiano
*[[Amleto Poveromo]], criminale italiano
*[[Amleto Sartori]], scultore e poeta italiano
*[[Amleto Vespa]], agente segreto, guerrigliero e giornalista italiano
 
===Variante Hamlet===
In particolare, l'influenza di Delacroix e delle sue ''battaglie'' è chiaramente riscontrabile nei dipinti di Sassu. Ritornerà a Parigi l'anno successivo e poi agli inizi del 1936. Nel 1935 formò il ''Gruppo Rosso'' con [[Nino Franchina]], [[Vittorio Della Porta]] ed altri. Del 1936 è ''Il Caffè'', uno dei suoi quadri più celebri che rappresenta ''la Coupole'' di [[Parigi]], così pure ''I Concilii'', visione satirica del clero di Roma. Nel frattempo il suo impegno politico aumentò e, quando in [[Spagna]] scoppiò la [[Guerra civile spagnola|Guerra civile]], diventò un attivo antifascista. Antifranchista e simpatizzante dei partigiani spagnoli, dipinse la ''Fucilazione nelle Asturie''.
{{persone di nome|Hamlet}}
*[[Hamlet Barrientos]], calciatore boliviano
*[[Hamlet İsaxanlı]], accademico, matematico e poeta azero
*[[Hamlet Mxit'aryan]], calciatore armeno
*[[Hamlet Vladimiri Mxit'aryan]], calciatore armeno
 
==Note==
Accusato di complotto, rinchiuso nel [[carcere di Regina Coeli]] a [[Roma]], attraversò un periodo piuttosto problematico alla fine del quale riprese la pittura. Sono di questo periodo i disegni con soggetti mitologici e i ritratti dei carcerati. Fu graziato nel luglio del 1938, rimanendo però un sorvegliato speciale. Solo nel 1941 poté esporre nuovamente: per la prima volta compaiono in pubblico gli ''Uomini rossi''. L'esposizione avvenne nella "Bottega di Corrente". Pur partecipando da tempo in modo attivo a [[Corrente (rivista)|Corrente]]<ref>Aligi Sassu, Antonello Negri, llisso Edizioni, Nuoro, 1995</ref>, il periodico di opposizione culturale al regime, Sassu preferì optare per una "personale", non aderendo alle mostre collettive degli artisti del tempo.
 
Nel 1943 illustrò i "''Promessi sposi''" del [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] con cinquantotto acquerelli<ref>"I promessi sposi" secondo Aligi Sassu (vedi [http://www.giulianovaweb.it/MAS_Museo_d'Arte_dello_Splendore/Eventi_d'arte_al_MAS/Aligi_Sassu/I%20promessi%20sposi,%20secondo%20Aligi%20Sassu%20-Prima%20parte-.htm prima] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070929071254/http://www.giulianovaweb.it/MAS_Museo_d'Arte_dello_Splendore/Eventi_d'arte_al_MAS/Aligi_Sassu/I%20promessi%20sposi,%20secondo%20Aligi%20Sassu%20-Prima%20parte-.htm |data=29 settembre 2007 }} e [http://www.giulianovaweb.it/MAS_Museo_d'Arte_dello_Splendore/Eventi_d'arte_al_MAS/Aligi_Sassu/I%20promessi%20sposi,%20secondo%20Aligi%20Sassu%20-Seconda%20parte-.htm seconda] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20070929071248/http://www.giulianovaweb.it/MAS_Museo_d'Arte_dello_Splendore/Eventi_d'arte_al_MAS/Aligi_Sassu/I%20promessi%20sposi,%20secondo%20Aligi%20Sassu%20-Seconda%20parte-.htm |data=29 settembre 2007 }} parte)</ref>. Presenterà queste tavole successivamente, nel 1983, nella ''casa Manzoni'' a Milano. Nel 1947, trasferitosi in [[provincia di Varese]], lavorò alacremente dipingendo in particolare ''Caffè'', reminiscenze di [[Parigi]], e soggetti sacri. Poco tempo dopo si dedicò alla ceramica producendo circa un centinaio di pezzi. Ritornato in Sardegna nel 1950, trasse ispirazione dai paesaggi che lo circondavano e dipinse scene della vita contadina e marinaresca, quali le ''Tonnare''; studiò i [[murales]] e i muralisti [[Diego Rivera]] e [[José Clemente Orozco]], e poi [[Vincent van Gogh]] e [[Piero della Francesca]]. Notevole è di quel periodo ''La miniera'', l'affresco nella foresteria delle miniere di Monteponi (Iglesias) e non solo per le dimensioni, m 3.50 per 12.
 
Nel 1949-1950, Sassu aderì al progetto della importante [[collezione Verzocchi]], sul tema del lavoro, inviando, oltre ad un autoritratto, l'opera ''Il campo arato''. La collezione Verzocchi è attualmente conservata presso la [[Pinacoteca Civica di Forlì]].
 
[[File:Aligi Sassu, Martiri di Piazzale Loreto, (1944).jpg|miniatura|''Martiri di Piazzale Loreto'' o ''La guerra civile'', olio su tela, [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]], Roma]]
 
Con Mazzotti e Fabbri, nel 1954, a [[Vallauris]] incontrò per la prima volta [[Picasso]]. Due anni dopo, in un nuovo incontro a [[La Californie]], Picasso gli mostrerà le sculture che esporrà successivamente al Museo di [[Antibes]]. Lo stesso anno espose alla Biennale di Venezia fra le altre opere ''I martiri di Piazzale Loreto'', che [[Giulio Carlo Argan]] acquistò per la [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]]. Ad [[Albissola Capo]] dipinse il ciclo delle ''Cronache di Albisola'', ben rappresentando la vita artistica della cittadina che vedeva allora riuniti ceramisti, poeti, scrittori, critici, e di cui Aligi Sassu era protagonista insieme a [[Lucio Fontana]], a [[Salvatore Fancello]] e altri artisti. L'opera, eseguita su commissione del proprietario nella ''Trattoria Pescetto'', occupava un'intera parete di trentacinque metri e, quando 14 anni dopo il locale fu chiuso, venne completamente smembrata. Oggi ne restano solo poche immagini fotografiche.
 
Ad [[Arcumeggia]] eseguì gli [[affreschi]] ''Corridori'' (1957), un'opera di notevoli dimensioni in omaggio al ciclismo, ''Gesù inchiodato alla croce'', XI stazione della ''Via Crucis'' (1963), e ''San Martino dona parte del mantello al povero'' (1991).
 
Dieci anni dopo iniziò il suo periodo spagnolo (nel 1963 alle isole Baleari), con le ''Tauromachie'', presentate dal poeta spagnolo [[Rafael Alberti]], i personaggi mitologici, le sue sperimentazioni sugli acrilici e sui colori sempre più accesi (il rosso sarà ancora più presente nella sua pittura). Nel 1965 suoi disegni e sculture vengono esposti alla Galleria Civica di Monza; sarà poi la volta di una mostra antologica a Bucarest e, successivamente, alla Galleria d'Arte Moderna di Cagliari (dove, nel 1967, era presente anche [[Foiso Fois]]). È dello stesso anno il suo trasferimento a [[Monticello Brianza]], durante il quale eseguirà soprattutto ''murales''.
 
Al 1968 appartengono vari dipinti di grandi dimensioni, fra i quali il ''Che Guevara'', donato al Museo de [[L'Avana]]. Nel 1969, alla Biennale, gli viene attribuito il 1º premio del ''muro dipinto''. Nel 1972 sposa [[Helenita Olivares]]. Viaggiando fra [[Maiorca]] e l'[[Italia]] collaborò nel 1973 ai [[Vespri siciliani]] per la riapertura del [[Teatro Regio (Torino)|Teatro Regio]] di [[Torino]]. Al [[Vaticano]] gli venne dedicata una sala nella ''Galleria dell'Arte moderna''. Tre anni dopo realizzò due mosaici per la parrocchia di [[Andrea apostolo|Sant'Andrea]] a [[Pescara]] e l'anno successivo espose le sue opere nelle città di [[Rotterdam]], [[Toronto]] e [[Maiorca]]. È del 1984 una prima mostra antologica a [[Ferrara]], al [[Palazzo dei Diamanti]], e poi a Roma a [[Castel Sant'Angelo]], a cui seguì quella di Milano, al [[Palazzo reale di Milano|Palazzo Reale]]<ref>Sassu. Dipinti, ceramiche, sculture, murali dal 1927 al 1984, introduzione di C.L. Ragghianti, Palazzo Reale, Milano, 1984.</ref>.
 
Successivamente vennero allestite mostre a [[Siviglia]], in [[Germania]], a [[Madrid]], a [[Toronto]], [[Montréal]] e [[Ottawa]]. Nel 1986 espone a [[Palma di Maiorca]], alla [[Quadriennale di Roma|XI Quadriennale di Roma]], alla [[Triennale di Milano]] e alla [[Casa del Mantegna]] a [[Mantova]] e [[Monaco di Baviera]], nello stesso anno completa le centotredici tavole sulla ''Divina Comedia''<ref>Aligi Sassu e la Divina Commedia, testi di A. Sassu e di F. Ulivi, Santa Maria della Scala, Siena, Editore L'incisione, Corbetta(MI),1996.</ref>. Nel 1992 partecipa in [[Sud America]] al progetto espositivo [[Arte Italiana nel mondo]] esponendo a [[San Paolo (Brasile)|San Paolo]], [[Bogotà]] e [[Buenos Aires]]. A [[Bruxelles]], nella nuova sede del [[Parlamento europeo]], nel 1993 completò il murale in ceramica ''I Miti del Mediterraneo'', che occupa 150 metri quadrati. Sono invece del 1994 le incisioni ''Manuscriptum'' per la mostra itinerante in [[Svezia]] "I ponti di Leonardo". È dell'anno successivo l'esposizione alla [[Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo]] e del 1999 la mostra antologica a [[Palazzo Strozzi]]<ref>Aligi Sassu, Antologica 1927 - 1999, a cura di M. Pizziolo e C. J. Sassu Suarez, Palazzo Strozzi, Firenze, Skira Editore, Milano, 1999</ref> a [[Firenze]].
[[File:Right side of "Nuredduna" sculpture by Aligi Sassu, 1995 (Legnano).JPG|thumb|La scultura ''Nuredduna'' del 1995]]
 
Nel 1996 donò 356 opere, realizzate a partire dal 1927, alla città di [[Lugano]]: si ha così la nascita della ''Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares'' che da allora ha allestito mostre tematiche con i suoi lavori. Il 25 giugno 1999 nasce la Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares a Maiorca per volontà dei coniugi Sassu. Il 31 marzo del 2000 viene costituita a Besana in Brianza l'Associazione Culturale onlus Amici dell'Arte di Aligi Sassu. Morì a Pollença il 17 luglio dello stesso anno, all'età di 88 anni, proprio il giorno del suo [[compleanno]].
 
== Riconoscimenti ==
* 1982: assegnazione del riconoscimento "''Gli uomini che hanno fatto grande Milano''".
* 2005: conferimento da parte del Capo dello Stato del diploma di benemerenza di I classe (Medaglia d'oro) per la scuola, la cultura e l'arte per l'anno 2005.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|cognome=Albaigès i Olivart|nome=Josep M.|url=http://books.google.it/books?hl=it&id=A_KHaYiixzwC&q=hamlet|titolo=Diccionario de nombres de personas|editore=Edicions Universitat Barcelona|anno=1993|isbn=84-475-0264-3|cid=Albaigès}}
* Domenico Flavio Ronzoni, ''Aligi Sassu'', Missaglia, Bellavite Editore, 2002, pp.&nbsp;96 (con foto a colori e in b.n.)
*{{cita libro|cognome=Burgio|nome=Alfonso|url=http://books.google.it/books?id=jt3c6vZk03UC&printsec=frontcover#v=onepage&q=amleto&f=false|titolo=Dizionario dei nomi propri di persona|editore=Hermes Edizioni|isbn=88-7938-013-3|città=Roma|anno=1992|cid=Burgio}}
* {{cita libro|autore=Paola Silvia Ubiali|titolo=La ''Guernica'' italiana perduta e ritrovata|editore=[[La Rivista di Bergamo]]|anno=dicembre 2018|numero=96|p=34-39}}
*{{cita libro|cognome=Galgani|nome=Fabio|url=http://books.google.it/books?hl=it&id=IDr4AgAAQBAJ&q=amleto#v=snippet&q=amleto&f=false|titolo=Onomastica Maremmana|editore=Centro Studi Storici "A. Gabrielli"|anno=2005|cid=Galgani}}
 
*{{cita libro|cognome=La Stella T.|nome=Enzo|titolo=Santi e fanti - Dizionario dei nomi di persona|editore=Zanichelli|isbn=978-88-08-06345-8|città=Roma|anno=2009|cid=LaStella}}
== Voci correlate ==
*{{cita libro|cognome=Sheard|nome=K. M.|titolo=Llewellyn's Complete Book of Names|url=http://books.google.it/books?hl=it&id=FVyHTUQnnBgC&q=hamlet#v=snippet&q=hamlet&f=false|anno=2011|editore=Llewellyn Publications|isbn=0738723681|cid=Llewellyn}}
* [[Collezione sarda Luigi Piloni]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
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== Collegamenti esterni ==
[[Categoria:Prenomi di origine germanica]]
* {{Collegamenti esterni}}
[[Categoria:Prenomi di origine norrena]]
* {{cita web|http://www.aligisassu.eu/sassu-it.htm|Aligi Sassu. I Miti del Mediterraneo}}
[[Categoria:Prenomi di origine letteraria]]
* {{cita web|http://www.aligisassu.it/|Aligi Sassu (italiano/english)}}
* {{cita web|http://www.aligi-sassu.it/index.htm|Aligi Sassu}}
* {{cita web|http://www.archivioaligisassu.it/index.htm|Archivio Aligi Sassu}}
* {{cita web|http://www.amicialigisassu.it/|Associazione Culturale onlus Amici dell'Arte di Aligi Sassu}}
* {{cita web|http://www.aligisassu.com/|Fondazione Helenita e Aligi Sassu}}
* {{cita web|http://www.artconsulting.net/it/archivi-di-corrente/|Archivi di Corrente}}
* {{cita web|http://www.archiviosassu.it/|Archivio Sassu}}
* {{cita web | 1 = http://www.studiosassu.it/index.htm | 2 = Studio Sassu | accesso = 7 novembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071116133155/http://www.studiosassu.it/index.htm | dataarchivio = 16 novembre 2007 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://www.sassualigi.it/|Mostra Virtuale}}
* {{cita web|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=5051&id=132114&ni=14&c1=interviste&mtd=79&xctl=1&o=1&n=36&urlrif=http://www.sardegnadigitallibrary.it/xml/datidl.php?idtipo=2%26n=24%26p=0%26xctl=1%26cerca=interviste%26mtd=79%26iniz=1%26noempty=1%26order=80|titolo=Video intervista ad Aligi Sassu del 1991}}
 
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