Ansaldo 149/40 Mod. 1935 e Massimo Campigli: differenze tra le pagine

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{{F|pittori italiani|aprile 2019}}
{{Infobox arma
{{Citazione|C'è sempre una forma ad otto che mi vien fatta: può diventare un busto a clessidra o anche una testa sopra una scollatura. (citato in Carlo Giacomazzi, ''Amava il numero 8'', ''La Fiera Letteraria'', n. 17, aprile 1973)}}
|Arma = Artiglieria
 
|Nome=149/40 Modello 35
{{Bio
|Altra denominazione=
|Nome = Massimo
|Immagine=[[File:Cannone 149-40.JPG|300px]]
|Cognome = Campigli
|Didascalia=
|PostCognomeVirgola = [[pseudonimo]] di '''Max Ihlenfeldt'''
|Tipo=cannone
|Sesso = M
|Tipo di munizioni=granata esplosiva
|LuogoNascita = Berlino
|Impiego=artiglieria d'armata
|GiornoMeseNascita = 4 luglio
|Costruttore=[[Ansaldo]]
|AnnoNascita = 1895
|Anno progettazione=[[1930]]
|LuogoMorte = Saint-Tropez
|Entrata in servizio=[[1935]]
|GiornoMeseMorte = 31 maggio
|Ritiro dal servizio=[[1969]]
|AnnoMorte = 1971
|Costo unitario=250000 [[Lira italiana|Lit]] 1939<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 283</ref>
|Epoca = 1900
|Peso= 11.430 kg (in batteria)<br />
|Attività = pittore
Vettura affusto 6,9 t<br />
|Nazionalità = italiano
Vettura cannone 7,8t<ref name=CF09>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 9</ref>
|Immagine = Massimo Campigli 1967.jpg
|Lunghezza=
|Didascalia = Massimo Campigli nel 1967
|Lunghezza canna=6,36 m
|Calibro=149 mm
|Peso proiettile=46,2 kg<ref name=CF09 />
|Angolo di tiro=57°
|Elevazione=0<nowiki>-</nowiki>45°
|Gittata massima=23.700 m
|Velocità alla volata=800 m/s
|Carica=[[Trinitrotoluene|TNT]]
|Esemplari prodotti=62<ref name=CF06 />
|Utilizzatori=[[Regio Esercito|Regio Esercito Italiano]]<br />[[Wehrmacht]]
|Note=<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 145</ref>
}}
L''''Ansaldo 149/40 Mod. 1935''' era un [[cannone]] pesante di fabbricazione [[italia]]na, adottato dal [[Regio Esercito]] nel 1935 e da questo utilizzato nel corso della [[seconda guerra mondiale]]; dopo l'8 settembre 1943, il pezzo fu utilizzato anche dalla [[Wehrmacht]] con la denominazione '''15&nbsp;cm K 408(i)'''.
 
==Le originiBiografia ==
Nel [[1929]] l’Ispettorato di Artiglieria chiese all’[[Ansaldo]], all’AREN (Arsenale del Regio Esercito di Napoli) ed alla [[Odero-Terni-Orlando|OTO]] di sviluppare un nuovo cannone da 149&nbsp;mm con cui sostituire i pezzi da [[149/35 Mod. 1901|149/35]], da [[152/45]] e da [[152/37]] (questi ultimi di preda bellica) risalenti alla [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. Mentre l'Ansaldo e l'AREN presentarono i propri progetti, la OTO preferì concentrarsi sull'[[Ansaldo 210/22 Mod. 1935|obice da 210 mm]]<ref>Cappellano, Formiconi, art. cit. nota 10</ref>. I due pezzi sperimentali, realizzati nel [[1933]], dovevano rispondere a numerose richieste di cui le principali erano: una gittata minima di 20&nbsp;km, un peso in batteria non superiore alle 11 [[tonnellate]], la possibilità di traino meccanico scomposto in due o tre parti, il tempo di messa in batteria non superiore a mezz'ora, eventualmente utilizzando il personale dei due pezzi<ref name=CF06>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 6</ref>.
 
[[File:Paolo Monti - Servizio fotografico - BEIC 6361508.jpg|thumb|Massimo Campigli fotografato da [[Paolo Monti]] (Fondo Paolo Monti, [[BEIC]])]]
Tanto il progetto dell’AREN, un cannone da 149/37 con bocca da fuoco direttamente derivata da quella del vecchio 149/35, quanto quello dell’Ansaldo, un cannone da 149/40, superarono i test, ma la commissione esaminatrice scelse quest’ultimo, che fu provato a [[Nettuno (Italia)|Nettunia]], tra il dicembre 1933 ed il dicembre 1934. All’inizio del 1935 il progetto Ansaldo fu rinviato a Genova per attuare qualche modifica volta a migliorare la stabilità del pezzo durante il tiro e per ridurre a due il numero di pezzi scomponibili per il trasporto. Nel luglio del 1935, il cannone 149/40 (ufficialmente designato come Cannone da 149/40 mod.35) venne adottato dal [[Regio Esercito]], e venne inviato all’Ansaldo un ordine per l’acquisto di 48 pezzi.
 
Max Ihlenfeldt (poi Massimo Campigli) nasce a [[Berlino]] il 4 luglio [[1895]] da Anna Paolina Luisa Ihlenfeldt, ragazza madre appena diciottenne di origine alto borghese. Viene allevato dalla nonna materna a [[Settignano]], presso [[Firenze]], dove le due donne si sono trasferite. Agli occhi del mondo Anna Paolina risulta essere una sua zia.
==La tecnica==
 
<div style="float:left; font-size:90%; width:300px; border:0px; padding:0px; margin-right:1em; margin-left:5px;margin-bottom:0px; text-align:right">
Il 10 febbraio, Anna Paolina sposa Giuseppe Bennet, cittadino [[Inghilterra|britannico]], rappresentante di una ditta di colori inglese. Si trasferiscono in [[piazza Beccaria]] a [[Firenze]], dove vanno a vivere portando con loro il piccolo Max sempre sotto mentite spoglie. La famiglia si trasferisce prima in via Cittadella, poi, nel [[1909]] a [[Milano]], in via Guerrazzi. Solo nel [[1910]] Max apprende di essere il figlio naturale di "zia" Anna.
{{finestra|allign=left|width=50%|logo=|border=1px|col1=#605030|col2=#dddddd|col3=white|font-size=110%|titolo=Munizionamento del 149/40 Mod 35<ref>Cappellano, Formiconi, art cit., pag 8</ref>|contenuto=
 
* granata a esplosivo 149/35 Mod 32
Nel [[1911]] muore Giuseppe Bennet, la madre rimane sola con Max e le due figlie avute dal suo matrimonio con Bennet.
* granata a doppio effetto 149/40 Mod 35
 
* granata perforante 149/35
===Gli esordi===
* granata da esercitazione
Max viene assunto nel [[1914]] al [[Corriere della Sera]] come segretario particolare di [[Renato Simoni]]. Max in quel periodo si avvicina alla [[corrente futurista]] milanese e con lo [[pseudonimo]] di Massimo Campigli pubblica sulla rivista [[Lacerba]] un saggio, "Parole in libertà", che lui stesso definirà anni dopo, nel manoscritto "Scrupoli", essere stato uno "sciocchezzaio futurista".
}}
 
</div>
===L'esperienza bellica===
Il cannone 149/40 Mod 35 era fornito di una bocca da fuoco di lunghezza 6 m in acciaio, con l'anima ricambiabile a freddo in un'ora. L'otturatore era a vitone cilindrico con anello plastico di chiusura, il caricamento avveniva tramite una cucchiaia, che permetteva l'inserimento del proietto nella culatta con una alzo massimo di 20°. Il sistema di sparo era a percussione a ripetizione, con possibilità di tiro solo nel primo arco (tiro diretto). Il congegno di mira era a cannocchiale panoramico, con alzo e linea di mira indipendenti. Il munizionamento era a cartoccio, senza bossolo<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 142</ref>.
All'ingresso in [[prima guerra mondiale|guerra]] dell'[[Italia]] contro gli "[[Imperi Centrali]]", Campigli si arruola volontario avendo prima fatto la domanda per ottenere la [[cittadinanza (diritto)|cittadinanza]] italiana. Inviato prima presso il 54º Fanteria ad [[Ivrea]], combatte con il grado di sottotenente col 133º Fanteria sull'[[Isonzo]] e sul [[Carso]].
 
Nell'agosto del [[1916]] viene fatto prigioniero e rinchiuso nella fortezza di "Sigmundsherberg", a nord di [[Vienna]]. Riesce a fuggire dalla prigionia e raggiunge [[Mosca (Russia)|Mosca]] nel giugno [[1917]], dopo aver attraversato l'[[Ungheria]], la [[Moldavia]] e l'[[Ucraina]]. Da [[Mosca (Russia)|Mosca]], allo scoppio della "[[Rivoluzione d'Ottobre]]", si trasferisce a [[Murmansk]] da cui raggiungerà in ottobre [[Londra]].
 
===Il primo impiego===
Tornato a [[Milano]], gli viene concessa la cittadinanza italiana per valor militare e viene riassunto dal [[Corriere della Sera]].
Nel mese di giugno del [[1919]] viene inviato dal [[Corriere della Sera]] a [[Parigi]] e in qualità di corrispondente si appoggia alla redazione del "Matin". Il giornale gli passava uno stipendio decoroso, ma per poter vivere la sua vita da giornalista la notte e da [[pittore]] di giorno ed aiutare anche la famiglia a [[Firenze]], è costretto ad abitare prima in uno squallido studio in Rue Daguere e poi in Rue d'Alesia.
Abitando a Montparnasse, frequenta il ''Cafè "Dôme"'', ritrovo di artisti.
 
===La carriera artistica===
[[Immagine:Builders by Massimo Campigli.JPG|thumb|Palais des Nations, Ginevra]]
Nel [[1921]] partecipa al ''Salon d'Automne'' con il dipinto "L'arrotino". Nel [[1922]] vende alcune sue opere al noto mercante d'arte parigino Leonce Rosenberg.
 
Nel gennaio del [[1923]] per la prima volta espone a [[Roma]], con una prefazione di [[Emilio Cecchi]], alla "Casa d'aste Bragaglia". Partecipa a Parigi al "Salon d'Automne" del 1923.
 
Nel 1925 sarà presente al "Salon des Indèpendants", al "Salon des Tuileries", e al" Salon d'Automne ". Nel [[1926]] espone a [[Milano]] alla "Prima Mostra del Novecento".
 
Nel mese di dicembre si sposa con la prima moglie, la pittrice [[romania|rumena]] Magdalena Radulesco detta: "Dutza".
 
Nel [[1927]] ormai può vivere della sua [[pittura]]; lascia l'incarico che aveva al "[[Corriere della Sera]]" ed espone a [[Parigi]], [[Zurigo]], [[Dresda]], [[Amburgo]] e [[Amsterdam]].
 
Nel mese di agosto fa un viaggio con la moglie Dutza in Italia per visitare i parenti a [[Firenze]]. Sempre in estate si reca a Roma e visitando il [[Museo nazionale etrusco di Villa Giulia]] sarà sconvolto dall'[[arte etrusca]], tanto da fargli rinnegare le opere dipinte negli anni precedenti, che lui stesso definirà "tentativi contraddittori".
 
Trascorre poi la fine dell'estate in [[Romania]]. Espone a: [[Lipsia]], [[Parigi]], [[Madrid]] e a [[Mosca (Russia)|Mosca]]. Il suo dipinto del [[1925]] "Le cucitrici" viene acquistato ed esposto a [[Mosca (Russia)|Mosca]] al "Museo d'Arte Occidentale", sarà quindi esposto a partire dal [[1948]] al Museo "[[Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo]]".
 
Campigli nel [[1936]] a [[Milano]] sposa, in seconde nozze, la [[scultura|scultrice]] Giuditta Scalini. In gennaio espone a [[New York]] alla "Julian Levy Gallery" e il successo ottenuto gli procura una serie di ritratti da parte dei suoi collezionisti americani.
 
Nel mese di marzo, inizia la decorazione del padiglione italiano dell'"Esposizione Universale". Durante l'estate rientra da [[New York]] con il transatlantico "Vulcania", per eseguire a Milano un grande affresco al Palazzo di Giustizia.
 
Campigli, aiutato da Giuditta, lavora per più di cinque mesi a [[Padova]] per decorare l'atrio del "[[Palazzo Liviano|Liviano]]" con un [[affresco]] di trecento metri quadrati. L'artista scriverà nel [[1940]]:
 
{{Citazione|... Ho preferito trattare l'[[archeologia]] come fonte di conoscenze storiche, artistiche e di pensiero politico. Il mio [[affresco]] rappresenta infatti una idealizzazione del sottosuolo d'Italia, materiato di cose antiche, opere d'arte monumenti e anche di combattenti accatastati. Gli archeologi scavano trovano oggetti e libri, nell'[[affresco]] del Liviano io rinuncio ad ogni partito preso formale polemico e ciò perché mi rendo conto della funzione sociale della pittura monumentale...}}
 
Campigli e Giuditta aspettano un figlio. Per sottrarsi ai bombardamenti di [[Milano]] si recano a [[Venezia]] ospiti del poeta [[Diego Valeri]].
 
A [[Venezia]] Giuditta darà alla luce il 23 gennaio [[1943]] il figlio Nicola. Ritornati a [[Milano]] Campigli si dedica molto alla [[litografia]]. Illustra le "Poesie" di [[Paul Verlaine]] per le edizioni della "Conchiglia". Prepara la personale alla "Galleria del Cavallino" a [[Venezia]]. Partecipa all'"Esposizione d'Arte Contemporanea" alla "Galleria d'Arte Moderna" di [[Roma]].
L'affusto in batteria poggiava su due code ed una piattaforma che formava la base del sottoaffusto, a cui era fissato il carrello di traino, che quindi aumentava la massa del complesso in batteria. Le code potevano essere regolate sia sul piano orizzontale sia su quello verticale, permettendo quindi al pezzo di adattarsi al terreno, conservando comunque la verticalità dell'affustino. Le estremità delle code terminavano con due portavomeri, imperniati in modo da permettere il migliore adattamento al terreno. L'affusto era composto dalla culla, dalla slitta col freno di rinculo e recuperatori e affustino. Gli orecchioni erano anteriori alla culla<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 143</ref>. Il brandeggio della bocca era ottenuto facendo ruotare l'affustino sul sottoaffusto, tramite volantino, mentre l'elevazione era ottenuta tramite due settori dentati e rocchetti, che agivano su una ruota elicoidale.
 
===Il secondo periodo parigino===
Togliendo le casse dei vomeri l'affusto poteva essere ruotato a 360°, permettendo così libertà di manovra ai veicoli di traino, che non erano costretti ad allineare il pezzo con la piazzola.
Nel mese di giugno [[1949]] lascerà [[Milano]] per trasferirsi con tutta la famiglia a [[Parigi]] in Rue Delambre, nel cuore di Montparnasse. Nel mese di maggio espone per la prima volta alla "Galerie de France". A [[New York]] in giugno espone al "[[Museum of Modern Art di New York]]" sei importanti dipinti e compare accanto ai nomi più prestigiosi dell'arte italiana nella rassegna: ''"Twenty-century Italian Art"''.<ref>{{Cita web|url=http://www.moma.org/d/c/checklists/W1siZiIsIjMyNTY2OCJdXQ.pdf?sha=fb710b1f993b19fe |titolo=Twentieth-Century Italian Art |autore=James THRALL SODY and Alfred H. DAUR, JR. |sito=moma.org |data= |lingua=En |accesso=5 marzo 2017}}</ref>
 
Nel periodo [[1949]]-[[1950]], accetta di partecipare alla formazione dell'importante [[collezione Verzocchi]] sul tema del lavoro, e realizza, insieme ad un autoritratto, ''L'architrave''. La [[collezione Verzocchi]] è conservata oggi alla [[Pinacoteca Civica di Forlì]].
Il traino avveniva in due carichi, uno con il carrello affusto che trasportava l'affusto stesso con code e vomeri ed uno con il carrello cannone, che trasportava la bocca da fuoco e la relativa slitta. Il traino, in particolari condizioni favorevoli ed a bassa velocità, poteva essere fatto anche con un carico unico. Il pezzo poteva essere anche scomposto in quattro carichi per il traino in montagna.
 
La mostra più importante del [[1963]] sarà una grande Antologica a [[Venezia]] nelle sale dell'"Ala Napoleonica" in [[Piazza San Marco]]. Nel mese di giugno [[1958]] alcune opere saranno visibili prima a [[Copenaghen]] e poi alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di [[Roma]].
==La produzione==
Ormai Campigli frequenta sempre più lo studio di [[Saint-Tropez]].
Contrariamente ad altri pezzi d’artiglieria di nuova generazione sviluppati in Italia negli anni ’30, la messa a punto del 149/40 fu relativamente rapida, tanto che nel [[1939]] gran parte dei cannoni richiesti con la prima commessa era stata consegnata al Regio Esercito; tuttavia, altri 132 pezzi ordinati nel [[1938]] subirono numerosi ritardi ed un'ulteriore commessa per 590 pezzi fu cancellata<ref name=CF09 />. Solo 52 tubi anima di riserva per le bocche da fuoco già allestite furono completati tra il [[1940]] e il [[1941]]<ref>F. Cappellano, op. cit, pag 139</ref>. In realtà parte dello stato maggiore del Regio Esercito riteneva che il sostegno fornito dall’[[artiglieria]] pesante avesse un ruolo secondario nella guerra di movimento, pertanto la priorità era assegnata ai pezzi controcarro, contraerei, divisionali e di corpo d’armata, di più elevata mobilità<ref>Relazione dei generali Rossi, Frongia e Torresan, citata da F. Cappellano, op. cit pag 140.</ref>.
 
===I riconoscimenti===
In seguito alle prospettive di sospensione l’Ansaldo tentò di realizzare un [[semovente da 149/40]], utilizzando lo scafo dei del carro P40 dal novembre [[1941]], ma il prototipo fu pronto solo nel [[1943]]; il mezzo fece le prove di tiro a [[Genova]] nel luglio dello stesso anno, e dopo l’8 settembre fu requisito dai Tedeschi.
Nel mese di ottobre viene nominato dal Presidente della Repubblica [[Giovanni Gronchi]] "Commendatore al Merito della Repubblica".
Nel mese di maggio [[1961]] a [[Parigi]] esce la monografia di A. Chastel intitolata "Les Idoles de Campigli" e Marcel Arland espone le ultime litografie alla "Galerie La Hune". La rassegna biennale "France - Italie" dedica a Campigli il posto d'onore con una grande antologica. Dopo le personali di [[Monaco di Baviera]], di [[Melbourne]], di [[Sydney]] e di [[Parigi]] prepara con entusiasmo l'Antologica che [[Milano]] gli dedicherà al "Palazzo Reale".
Già da tempo Accademico della "Reale Accademia del Belgio", gli viene conferita a [[Roma]] nel [[1965]] la nomina di: "Accademico di San Luca".
 
Il [[1966]] è un anno molto difficile per Campigli: Giuditta muore, in luglio, a Saint-Tropez, dopo una lunga malattia. Il successo è ormai cosa acquisita, mostre personali a: [[Tokyo]], [[Osaka]], [[Parigi]], [[Roma]] e [[Milano]]. Le sue opere sono esposte nelle principali rassegne internazionali. Dal [[1967]] Campigli divide la sua vita tra lo studio di Saint-Tropez e quello di [[Roma]], mentre [[Parigi]] viene sempre più abbandonata.
==L'impiego==
L'impiego del pezzo era previsto per le azioni dell'artiglieria di armata, quindi per l'interdizione lontana (controbatteria, spianamento e repressione)<ref name=CF10>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 10</ref>, tuttavia, considerando la mancanza di trattori adatti, inizialmente, nel settembre [[1940]], il pezzo fu assegnato al ''XXXIII [[Battaglione|gruppo]]'', con la funzione di [[artiglieria costiera]]<ref name=CF10 />. Nel 1941 furono costituiti tre gruppi mobili (''XXXI'', ''XXXII'' e ''XXXIV'') su tre [[Compagnia (militare)|batterie]] ed un reparto logistico. Nell’aprile [[1941]] il ''XXXIII gruppo'' fu motorizzato ed inviato in Jugoslavia alle dipendenze della ''2ª Armata''.
 
La sera del 31 maggio [[1971]] è stroncato da [[infarto|attacco cardiaco]] a Saint-Tropez.
===Il Fronte africano settentrionale===
[[File:149-40 batteria.JPG|thumb|upright=1.4|Batteria di 149/40 in [[Libia]]]]
Il XXXIII gruppo fu assegnato nel giugno 1941 all'8º raggruppamento d'artiglieria d'armata, con il ''LII gruppo'' (152/37) e ''CXXXI'' e ''CXLVII'' (entrambi su 149/28). Il raggruppamento arrivò in Libia a partire dall'ottobre 1941, e fu assegnato al ''XXI corpo d'armata''. Lo schieramento fu studiato in modo tale da poter colpire, utilizzando la massima gittata dei pezzi, il porto di [[Tobruch|Tobruk]]<ref name=CF13>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 13</ref>, ma, appena presa posizione, il raggruppamento fu costretto a contrastare l'offensiva britannica del 21 novembre, tanto che il 23 novembre, dopo che due pezzi da 149/40 erano stati messi fuori uso dalla controbatteria nemica, fu ordinato il ripiegamento dell'intero raggruppamento che, comunque, già dal 26 novembre riprendeva le azioni di fuoco sulla cinta fortificata di Tobruk, con azioni che continuarono fino all'esaurimento delle munizioni il 6-7 dicembre. Il ripiegamento su [[Ain el-Gazala]], lungo la [[via Balbia]], si prolungò fino a [[Derna (Libia)|Derna]] ed [[el-Agheila]].
 
== Massimo Campigli nei musei ==
Con la controffensiva del gennaio 1942 seguì il Corpo di manovra in Cirenaica, appoggiando con le proprie batterie sia la ''[[101ª Divisione motorizzata "Trieste"|Divisione "Trieste"]]'' sia la ''[[132ª Divisione corazzata "Ariete"|Divisione "Ariete"]]'', infine nel marzo- aprile 1942 il gruppo fu assegnato tatticamente alla [[27ª Divisione fanteria "Brescia"|Divisione Brescia]] (''X Corpo d'armata'')]<ref name=CF14>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 14</ref>. In maggio, in vista dell'[[Battaglia di Ain el-Gazala|offensiva di Gazala]], il ''XXXIII gruppo'' passò alle dipendenze del ''XX Corpo d'armata'', il 20 giugno fu impegnato contro le fortificazioni di Tobruk ed il 26-28 dello stesso mese fu impegnato contro [[Marsa Matruh]], sotto gli attacchi della ... che distrusse due trattori<ref name=CF15>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 15</ref>.
 
=== Musei in Italia ===
In luglio il gruppo raggiunse [[El Alamein]], dove combatté praticamente quotidianamente, operando anche, il 10 luglio, a tiro diretto contro reparti meccanizzati britannici<ref name=CF15 />. Nella [[Seconda battaglia di El Alamein|terza battaglia di El Alamein]] il ''XXXIII gruppo'' combatté fino al 28 ottobre, quando la linea pezzi fu raggiunta dai corazzati nemici, ma venne ricacciata da un contrattacco della ''[[133ª Divisione corazzata "Littorio"|Divisione "Littorio"]]'', a partire dal 1º novembre il gruppo operò con la ''[[90. leichte Infanterie-Division (Wehrmacht)|90ª Divisione leggera]]'' tedesca, ma, al termine della ritirata, il 1º dicembre a [[Sirte (Libia)|Sirte]], era ridotto a due batterie in scarse condizioni di efficienza<ref name=CF16>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 16</ref>. Le condizioni del gruppo peggiorarono ulteriormente, tanto che a fine dicembre restavano solo due cannoni efficienti, saliti a quattro grazie ad interventi di riparazione, rimasero in linea, sia pure con meno di un'unità di fuoco di munizioni.
==== Emilia-Romagna ====
* [[Galleria d'arte moderna Ricci Oddi]] di [[Piacenza]], 1 opera
* [[Palazzo Romagnoli (Forlì)|Palazzo Romagnoli]] di [[Forlì]], 1 opera
 
===Il= FronteFriuli russoVenezia Giulia ====
* [[Museo di Arte Moderna e Contemporanea]] di [[Udine]]
Il ''XXXI gruppo'', costituito nell'agosto [[1941]] su tre batterie (92ª, 93ª e 94ª), fu assegnato al ''9º raggruppamento di artiglieria d'armata'' nel maggio del [[1942]] e nel luglio dello stesso iniziò il trasferimento a Nikitovka, alla fine di agosto la 93ª batteria fu sostituita dalla 177ª, su obici [[Ansaldo 210/22 Mod. 1935|210/22]]. Il 3 ottobre il gruppo passò alle dipendenze del ''2º raggruppamento d'armata''<ref name=CF11>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 11</ref>.
 
==== Lazio ====
Il ''XXXII gruppo'' fu costituito nel febbraio 1942 ed assegnato al ''9º raggruppamento'', a metà luglio fu schierato sul fronte del [[Don (fiume russo)|Don]]. Il 20 settembre passò alle dipendenze del XXIX corpo d'armata tedesco. Successivamente venne assegnato come rinforzo al ''Corpo d'Armata alpino''<ref name=CF11 />.
* [[Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea]] di [[Roma]]
 
==== Lombardia ====
IL ''XXXIV gruppo'', costituito nel febbraio 1942 su ''89ª'', ''90ª'', e ''94ª batteria'' venne assegnato al ''9º raggruppamento'' fu trasferito in luglio in Russia ed assegnato al ''XXXV Corpo d'armata''<ref name=CF12>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 12</ref>.
* [[Museo del Novecento]] di [[Milano]], 2 opere
* [[Pinacoteca di Brera]] di [[Milano]]
* [[Casa-museo Boschi Di Stefano]] di [[Milano]], 4 opere
* [[Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (Bergamo)|Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea]] di [[Bergamo]]
 
==== Liguria ====
L'impiego dei tre gruppi nel corso dell'inverno fu pesantemente condizionato dalla penuria di carburante, sebbene fosse stato emanato l'ordine esplicito di conservare almeno 100&nbsp;km di autonomia "intangibile"<ref>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 12 e nota 19</ref>. Inoltre l'eccessivo diradamento delle batterie, strettamente legato alla lunghezza eccessiva del fronte da difendere rese problematica la manovra di fuoco delle artiglierie<ref name=CF12 />. Il risultato fu che la resistenza dei gruppi di artiglieria, nonostante la perdita di 72 ufficiali e 1957 artiglieri<ref>Motivazione della Medaglia d'argento al 9º Raggruppamento d'Artiglieria di Corpo d'Armata</ref> e nonostante {{citazione|Il e XXXIV gruppo a Tscherckowo, ridotti a poche centinaia di artiglieri, ricostittuivano un nucleo di raggruppamento che si distingueva per efficienza e combattività, sia nella difesa come nell'epica sortita|Motivazione della Medaglia d'argento al 9° Raggruppamento d'Artiglieria di Corpo d'Armata}}
 
* [[Museo d'arte di Palazzo Gavotti]] di [[Savona]]
===Dopo l'armistizio e nell'Esercito Italiano===
Successivamente all'[[Armistizio di Cassibile|8 settembre]] tre pezzi furono requisiti dai tedeschi, che li denominarono''15 cm K 408(i)'', mentre altri 13 giunsero dall'Ansaldo nel corso dell'occupazione e vennero utilizzati come artiglierie costiere<ref>F. Cappellano, op. cit. pag 141</ref>.
 
==== Sicilia ====
I pochi cannoni che sopravvissero alla guerra furono reinseriti nel materiale in servizio solo nel [[1952]], comunque non furono costituite unità organiche che utilizzassero tali pezzi. Il 149/40 fu radiato ufficialmente dalla linea nel [[1969]]. Gli unici due pezzi conservati si trovano al [[Museo nazionale dell'artiglieria]] a [[Torino]] ed al [[Sacrario dei caduti d'oltremare]] a [[Bari]]. Il prototipo del semovente è conservato presso l'Aberdeen Proving Ground nel [[Maryland]]<ref name=CF11 />.
* [[Galleria d’arte moderna]] di [[Palermo]]
 
====Toscana====
==Confronto con armamenti similari==
* [[Galleria d'arte moderna (Firenze)|Galleria d'arte moderna]] di [[Firenze]]
Il pezzo 149/40 aveva prestazioni confrontabili con quelle dei cannoni utilizzati da alleati ed avversari, nei confronti del tedesco [[15 cm K 18]] la sua minore gittata era compensata da un peso inferiore ed un arco di tiro orizzontale maggiore, nei confronti del [[M1 155 mm Long Tom|M1A1]] statunitense (155/45) con una gittata uguale ed uguale arco di tiro orizzontale, peso minore, ma arco di tiro verticale inferiore<ref name=CF08>Cappellano, Formiconi, art. cit. pag 8</ref>.
* [[Museo Novecento]] di [[Firenze]], 1 opera
* [[Collezione Roberto Casamonti]] di [[Firenze]], 1 opera
* [[Palazzo delle Muse|GAMC]] di [[Viareggio]], 1 opera
 
==== Trentino-Alto Adige ====
{| class="wikitable" style="font-size:90%;width:100%;float:lefttext-align:left;"
* [[Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|Museo d'arte moderna e contemporanea]] di [[Trento]] e di [[Rovereto]]
|-bgcolor="grey"
|<span style="color:white"> '''Pezzo'''||<span style="color:white">149/40<ref>Cappellano, op. cit. pag 145</ref></span></span>||<span style="color:white">15&nbsp;cm K 18<ref>http://forum.axishistory.com/viewtopic.php?f=70&t=157927, url consultato il 14/0)/2011</ref></span>||<span style="color:white">M1A1 "Long Tom"<ref>Ian V. Hogg, ''The guns 1939-45'', tradotto da N. Pignato come ''I cannoni 1939-45'', Albertelli edizioni, Parma, 1970</ref></span>||<span style="color:white">155&nbsp;mm GPF<ref>http://freepages.military.rootsweb.ancestry.com/~cacunithistories/155mmgpf.htm, url consultato il 15/09/2011</ref></span>
|-
||''Calibro (mm)''||149||149||155||155
|-
||''Peso in batteria (t)''||11,4||12,6||12,6||13,0
|-
||''Gittata massima (m)''||23700||24825||23500||16733
|-
||''Peso del proietto (kg)''||46||43||43||43
|-
||''Velocità iniziale (m/s)''||800||865||853||708
|}
 
==== Veneto ====
La cadenza di tiro era pari a quella del 15&nbsp;cm K 18, con 1 colpo al minuto come cadenza normale (pari a 60 colpi orari), elevabili in condizioni di tiro sostenuto anche a 2-3 colpi al minuto (fino quindi a 120 colpi orari). Invece il M1A1 statunitense aveva una cadenza di tiro di 1 colpo ogni 2 minuti (30 colpi orari), arrivando a 2 colpi al minuto solo in condizioni di tiro sostenuto.
* [[Peggy Guggenheim Collection|Galleria Peggy Guggenheim]] di [[Venezia]]
* [[Ca' Pesaro|Ca' Pesaro]] di [[Venezia]], 6 opere
* [[Galleria d'arte moderna Carlo Rizzarda|Galleria d'arte moderna Carlo Rizzarda]] di [[Feltre]], 3 opere
 
Il traino era effettuato dalla trattrice pesante [[Breda TP32]], come tutte le artiglierie d'armata in dotazione al Regio Esercito.
 
=== Musei all'estero ===
==Note==
==== Europa ====
{{references|2}}
* Musei del Vaticano, Città del Vaticano
* Museo de Bellas Artes, Bilbao, Spagna
* Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Parigi, Francia
* Musée National d'Art Moderne, Centre Pompidou, Parigi, Francia
* Kunsthaus Zurich, Zurigo, Svizzera
* Von der Heydt-Museum, Wuppertal, Germania
* Kröller-Müller Museum, Oterlo, Paesi Bassi
* Stedelijk Museum, Amsterdam, Paesi Bassi
* Estorick Collection of Modern Italian Art, Londra, Regno Unito
* Moderna Museet, Stoccolma, Svezia
* Finnish National Gallery, Ateneum Art Museum, Helsinki, Finlandia
* Narodna Galerija, Moderna Galerija, Lubiana, Slovenia
* [[Museo Nazionale (Varsavia)|Museo Nazionale]], Varsavia, Polonia
* Museo dell'Eremitage, San Pietroburgo, Russia
* Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv, Israele
 
==== Resto del mondo ====
==Bibliografia==
* Boca Raton Museum of Art, Boca Raton, USA
*Filippo Cappellano, ''Le artiglierie del Regio Esercito nella Seconda Guerra Mondiale'', Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 1998. ISBN 88-87372-03-9
* Philadelphia Museum of Art, Philadelphia, USA
*Filippo Cappellano e Paolo Formiconi, ''Il cannone da 149/40 Mod. 35'', su ''Storia Militare'' N°216, Sett. 2011, pag 4-17
* The University of Michigan Museum of Art, Michigan, USA
* The City Art Museum, St. Louis, USA
* Virginia Museum of Fine Art (The Catesby Jones Collection), Richmond, USA
* MOMA (Museum of Modern Art), New York, USA
* MAC USP (Museu de Arte Contemporânea da Universidade de São Paulo), São Paulo, Brasile
* Ikeda Museum of 20th Century Art, Shizuoka, Giappone
 
==Voci correlateNote ==
<references />
*[[149/40 (semovente)|Semovente 149/40]]
 
==Altri progetti==
==Collegamenti esterni==
{{interprogetto|q}}
*{{cita web|http://www.regioesercito.it/armi/149-40_35.htm|Scheda da regioesercito.it.}}
 
== Collegamenti esterni ==
{{Artiglieria italiana II GM}}
* {{cita web | 1 = http://www.campigli.org/ | 2 = Sito ufficiale | accesso = 2 gennaio 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120913063817/http://www.campigli.org/ | dataarchivio = 13 settembre 2012 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://campigli.org/scrupoli-book.lit | 2 = "Scrupoli" di Massimo Campigli E_Book | accesso = 6 gennaio 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110725132908/http://campigli.org/scrupoli-book.lit | dataarchivio = 25 luglio 2011 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|url=http://video.google.com/videoplay?docid=9151925208434599324#|titolo=(Video Massimo Campigli il grande solitario, prodotto dalla 3M Italia a cura di Nicola Campigli)}}
* {{cita web|url=http://www.campigli.org/cgi-bin/news_frontend.cgi?operation=nadji&find_=./|titolo=news e curiosità|accesso=21 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160309180714/http://www.campigli.org/cgi-bin/news_frontend.cgi?operation=nadji&find_=.%2F|dataarchivio=9 marzo 2016|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.hermitagemuseum.org/fcgi-bin/db2www/descrPage.mac/descrPage?selLang=English&indexClass=PICTURE_EN&PID=GJ-9138&numView=1&ID_NUM=1&thumbFile=%2Ftmplobs%2FDT8IVFMUNTTP9G8Y6.jpg&embViewVer=last&comeFrom=quick&sorting=no&thumbId=6&numResults=2&tmCond=campigli&searchIndex=TAGFILEN&author=Campigli%2C%26%2332%3BMassimo|titolo=The State Hermitage Museum|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.mart.tn.it/gallery.jsp?area=42&ID_LINK=96&page=68|titolo=Museo d'Arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110810035039/http://www.mart.tn.it/gallery.jsp?area=42&ID_LINK=96&page=68|dataarchivio=10 agosto 2011}}
* {{cita web|url=http://legislature.camera.it/frameset.asp?content=%2Faltre_sezionism%2F8180%2F8187%2F8239%2F8551%2Falbum_nuovo.asp%3F|titolo=Camera dei deputati Roma}}
* {{cita web|http://www.xseven.it/artisti/campigli/index.php|Xseven Art}}
 
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{{Portale|biografie|pittura}}
 
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