Vittorio Anedda e Katmer: differenze tra le pagine

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{{Gastronomia
[[File:Vittorio Anedda.jpg|miniatura|destra|Ritratto di Vittorio Anedda, in una foto degli [[Anni 1950|anni '50]]]]
|nome = Katmer
{{Bio
|immagine = Turkish katmer.jpg
|Nome = Vittorio (noto Giovanni)
|didascalia= Katmer di Sivas
|Cognome = Anedda
|SessoIPA = M
|altri nomi = Katlama, Kattama
|LuogoNascita = Orroli
|paese = Turchia
|GiornoMeseNascita = 25 giugno
|paese2 = Kazakistan
|AnnoNascita = 1876
|paese3 = Uzbekistan
|LuogoMorte = Orroli
|paese4 = Tagikistan
|GiornoMeseMorte = 18 dicembre
|paese5 = Kirghizistan
|AnnoMorte = 1959
|paese6 = Turkmenistan
|Epoca = 1800
|Epoca2regione = 1900
|zona =
|Attività = dirigente d'azienda
|categoria = dolce
|Nazionalità = italiano
|riconoscimento =
|PostNazionalità = , primo cultore, scopritore e studioso del [[Nuraghe Arrubiu]] di [[Orroli]], Ispettore onorario Antichità e Belle Arti e Cavaliere dell'[[Ordine al merito della Repubblica italiana]]
|Didascaliaingredienti =
|varianti =
}}
[[File:Katmer (sweet).jpg|thumb|Katmer come dessert in [[Turchia]], con [[kaymak]] (dentro) e [[pistacchio|pistacchi]] (sopra).]]
== Biografia ==
Il '''Katmer'''<ref name="Isin2013">{{cita libro|autore=Mary Isin|titolo=Sherbet and Spice: The Complete Story of Turkish Sweets and Desserts|url= http://books.google.com/books?id=YHj-Mdv432UC&pg=PA181|data= 8 Gennaio 2013| editore=I.B.Tauris|isbn=978-1-84885-898-5|p=181|lingua=Inglese}}</ref><ref>http://www.nisanyansozluk.com/?k=katmer&x=0&y=0</ref> o '''Katlama'''<ref name="Isin2013"/> (che significa piegare o piegato in turco<ref>http://www.tdk.gov.tr/index.php?option=com_gts&kelime=KATLAMA</ref>) è un pane piatto nella [[cucina turca]] e nelle cucine dei paesi dell'[[Asia centrale]].<ref name="KingNoble1996">{{Cita libro|autore=John S. King|autore2=John Noble|autore3=Andrew Humphreys|titolo=Central Asia.: Kasachstan, Usbekistan, Turkmenien, Kirgisien, Tadschikistan.|url= http://books.google.com/books?id=8csuAQAAIAAJ|anno=1996| editore=Lonely Planet Publications|isbn=978-0-86442-358-0|lingua=Inglese}}</ref> In Kirghizistan si chiama Kattama.<ref name="Stewart2002">{{Cita libro|autore=Rowan Stewart|titolo=Kyrgyzstan: Tian Shan: Heartland of Central Asia|url= http://books.google.com/books?id=E6nn6ccbUHEC|anno=2002| editore=Airphoto International/Odyssey|isbn=978-962-217-675-1|lingua=Inglese}}</ref><ref name="Hanks2005">{{Cita libro|autore=Reuel R. Hanks|titolo=Central Asia: A Global Studies Handbook|url= http://books.google.com/books?id=7qEgs9ZL7LgC&pg=PT439|data= 1 Gennaio 2005| editore=ABC-CLIO|isbn=978-1-85109-656-5|p=439|lingua=Inglese}}</ref> In Turchia, il katmer è più comune ad [[Afyon]]<ref name="Friedland2008">{{Cita libro|autore=Susan R. Friedland|titolo=Food and Morality: Proceedings of the Oxford Symposium on Food and Cookery 2007|url= http://books.google.com/books?id=xYpRi5gLZHIC&pg=PT283|anno=2008| editore=Oxford Symposium|isbn=978-1-903018-59-0|p=283|lingua=Inglese}}</ref> (città famosa per il suo [[kaymak]]), [[Gaziantep]]<ref name="Isin2013"/> e [[Sivas]].<ref name="Üçer2006">{{Cita libro|autore=Müjgân Üçer|titolo=Anamın aşı tandırın başı: Sivas mutfağ̮ı : il merkezi ve ilçe yemekleri : gelenek, görenek, inançlar ve sözlü kültür|url= http://books.google.com/books?id=DMLfAAAAMAAJ|anno=2006| editore=Kitabevi|lingua=Turco}}</ref> A [[Urfa]], la parola ''katmer'' è usata per indicare il [[baklava]].<ref name="Isin2013"/> È un pane che si presenta a strati (''kat'').<ref name="Isin2013"/> È anche preparato in versione dolce.
=== Famiglia ===
Nacque nel 1876 da Salvatore (figlio di Giuseppe) e Anna Irene Caria in una famiglia di proprietari terrieri residenti da generazioni nel comune di [[Orroli]], in [[Sardegna]]. Da parte di madre è nipote di Francesco Caria, direttore delle Dogane a [[Cagliari]] nel periodo a cavallo tra il XIX e il XX secolo. Primogenito di quattro fratelli (Angelo, Costantino, Vittorio e Francesco) e tre sorelle (Lorenza, Massimina e Carmela), fu particolarmente legato al fratello [[Costantino Anedda|Costantino]] (1891 - 1972), direttore minerario, proprietario terriero e [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]] di [[Arma di artiglieria|artiglieria]] durante il [[prima guerra mondiale|primo conflitto mondiale]], col quale tra l'altro condivise l'esperienza professionale nell'[[Indocina francese]]. Il 10 settembre 1910 sposò Maria Carelli e dal matrimonio nacquero due figli: Bruno (1911 - 1978), ingegnere minerario, già dirigente dell'Istituto minerario di [[Iglesias]] e direttore del Corpo delle miniere sarde, e Bice<ref>Gianni Onano, Sul solco della memoria, Vittorio Anedda, il padre del Gigante Rosso e intrepido avventuriero, Cagliari, Arkadia Editore, 2018</ref>.
 
=== Carriera =Note==
<references/>
Dopo la licenza tecnico-commerciale alla Scuola italiana all'estero di [[Tunisi]] e il diploma di Perito minerario conseguito alla Scuola Mineraria di [[Iglesias (Italia)|Iglesias]], completò nel 1922 gli studi in Ingegneria mineraria presso l'École Spéciale des Travaux Publics, du bâtiment et de l'industrie di [[Parigi]].
 
[[Categoria:OrroliCucina turca]]
Tra il [[1906]] e il [[1930]] ha ricoperto numerosi incarichi di direzione di miniere in [[Tunisia]], nell'[[Taso|isola di Thasos]] in [[Grecia]], nell'Iglesiente in [[Sardegna]], a [[Gavorrano]] in [[Toscana]] e nell'[[Indocina francese]]. Negli anni trenta, rientrato stabilmente in Sardegna, svolse la libera professione come tecnico in ambito minerario ed edilizio e si dedicò allo studio del territorio nel circondario di [[Orroli]], con particolare riferimento al sito archeologico del [[Nuraghe Arrubiu]], collaborando con [[Antonio Taramelli]], [[Giovanni Lilliu]], [[Ercole Contu]]. Effettuò numerose analisi e studi geologici di diverse aree della Sardegna, in particolare del territorio del [[Sarcidano]], pubblicando una lunga serie di articoli in riviste specializzate quali i "Resoconti dell'Associazione Mineraria Sarda" e "Cagliari economica", periodico a cura della [[Camera di Commercio]] di [[Cagliari]]. Collaborò inoltre con i geologi [[Silvio Vardabasso]], [[Antonio Cavinato]], [[Enzo Beneo]], fornendo studi e analisi sul territorio orrolese.
[[Categoria:Pani dolci]]
 
Nel 1935 divenne Presidente della [[Casse rurali|Cassa Rurale di Prestiti]] di Orroli, incarico che ricoprì fino al 1959.
 
Più volte impegnato nell'amministrazione locale ad Orroli, fu [[Commissario Prefettizio]] dal 1949 al 1952 (periodo in cui si occupò anche della progettazione e attuazione del nuovo Piano regolatore comunale), Presidente della Commissione Pascoli dal 1932 al 1935 (cosiddetta "Comunella", autorità incaricata di dirimere le controversie tra pastori e affittuari di terreni) e Capo del [[Compagnia barracellare|Corpo dei Barracelli]]. Nominato Ispettore Onorario alle Antichità dal 1951 al 1959, nel 1953 fu insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'[[Ordine al Merito della Repubblica Italiana]].
 
=== Studi sul Nuraghe Arrubiu ===
[[File:Nuraghe Arrubiu.JPG|miniatura|sinistra|Il Nuraghe Arrubiu in una foto del 2010]]
Tra gli anni venti e gli anni cinquanta del XX secolo Vittorio Anedda ebbe modo di studiare e valorizzare il monumento del proprio paese natio, il [[Nuraghe Arrubiu]] di [[Orroli]]. Il 9 agosto 1922 pubblicò su [[Il Giornale d'Italia (1901-1976)|''Il Giornale d'Italia'']] la prima descrizione del sito archeologico, redatta in occasione della visita ad Orroli dell'allora direttore del Museo Archeologico di Cagliari, professore [[Antonio Taramelli]].
 
La descrizione del Nuraghe effettuata da Vittorio Anedda, comprensiva di rilievi e planimetrie del monumento, è la prima ad essere stata fatta, precedendo di oltre trent'anni gli articoli scientifici dedicati al sito archeologico<ref>Fulvia Lo Schiavo, Mauro Perra, ''Il nuraghe Arrubiu di Orroli. Vol. 1: torre centrale e il cortile B: il cuore del gigante rosso'', Cagliari, Arkadia Editore, 2017</ref>.
 
Dagli studi sul [[Nuraghe Arrubiu]] nacque inoltre il rapporto di amicizia e la collaborazione tra Vittorio Anedda e il professore [[Giovanni Lilliu]], considerato il massimo conoscitore della [[civiltà nuragica]], con il quale collaborò agli scavi del villaggio "Su Putzu" di [[Orroli]]. Nel maggio del 1950, nell'ambito dell'escursione archeologica ad Orroli programmata a valle del Congresso internazionale di Studi Sardi, [[Giovanni Lilliu]] e Vittorio Anedda illustrarono i risultati delle prime scoperte negli scavi tra i nuraghi di [[Orroli]]. Le notizie e le informazioni fornite da Anedda verranno poi riprese dall'archeologo [[Ercole Contu]], che pubblicò nel 1952 un pezzo sul monumento in "Studi Sardi" dal titolo "La fortezza nuragica di Nuraghe Orrubiu (Nuoro)". Nell'articolo di Contu si fa riferimento alla visita di Taramelli ad Orroli nel 1918, guidato da Vittorio Anedda, nonchè alla descrizione del sito archeologico fatta su ''Il Giornale d'Italia'' nel 1922. Contu afferma come "la notizia destò allora meraviglia ed incredulità" ma la cosa cadde tuttavia "nella dimenticanza"; per avere "un'altra breve descrizione" del nuraghe bisognerà aspettare quindi la pubblicazione dell'articolo ''Una visita di studiosi di archeologia ad Orroli in un importante villaggio preistorico: il grandioso complesso del nuraghe "Arrubiu"'' su ''Il Quotidiano Sardo'' del 14 gennaio 1950, sempre ad opera di Anedda<ref>Ercole Contu, ''La fortezza nuragica di Nuraghe Orrubiu presso Orroli (Nuoro)'', Studi Sardi, X-XI (1950-1951), 1952</ref>. In tale articolo, Vittorio Anedda raccontò del sopralluogo nell'area archeologica del professore [[Gennaro Pesce]], sovrintendente alle Antichità della Sardegna e del professore [[Giovanni Lilliu]], direttore degli scavi nel villaggio preistorico di Orroli, offrendo una accurata descrizione del sito. Nel 1952 Vittorio Anedda partecipò a Roma al II Convegno nazionale degli Ispettori Onorari alle Antichità dove ebbe modo di far conoscere scritti, foto e disegni sul monumento orrolese, facendosi promotore di specifiche visite di ricercatori al sito. Per l'avvio dei primi interventi di scavo nell'area archeologica del Nuraghe Arrubiu bisognerà tuttavia attendere il 1981. Le campagne di scavo proseguirono fino al 1996, per poi essere riprese a partire dal 2012.
 
L'attività di studio del Nuraghe Arrubiu da parte di Vittorio Anedda venne citata anche dallo scrittore [[Marcello Serra]] nella sua opera più importante, ''Sardegna, quasi un continente'', pubblicata nel 1958, dove parlò di Anedda come di "un archeologo istintivo e geniale che per molti lustri, con passione incompresa, ma con singolare sagacia, ha frugato fra queste pietre, individuando e rilevando tutta la zona nuragica"<ref>Marcello Serra, ''Sardegna, quasi un continente'', Cagliari, Editrice Sarda F.lli Fossataro, 1958</ref>.
 
==Dediche==
* A lui è stata dedicata la Via Vittorio Anedda nel Comune di [[Orroli]].
 
==Onorificenze==
{{Onorificenze
|immagine=ITA OMRI 2001 Cav BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
|collegamento_onorificenza=Ordine al merito della Repubblica italiana
|motivazione= in considerazione di particolari benemerenze
|luogo=Roma, 2 giugno 1953. Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri.
}}
* Ispettore Onorario Antichità e Belle Arti (1951 - 1959)
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore1=Gianni Onano|titolo=Sul solco della memoria, Vittorio Anedda il Padre del Gigante Rosso e intrepido avventuriero|editore=Arkadia Editore|città=Cagliari|anno=2018|isbn=978-88-68511951}}
* {{cita libro|autore1=Fulvia Lo Schiavo|autore2=Mauro Perra|titolo=Il nuraghe Arrubiu di Orroli. Vol. 1: torre centrale e il cortile B: il cuore del gigante rosso|editore= Arkadia Editore|città=Cagliari|anno=2017|isbn=978-88-68511-500}}
* {{cita libro|autore1=Marcello Serra|titolo=Sardegna: quasi un continente|editore= Editrice sarda F.lli Fossataro|città=Cagliari|anno=1958}}
 
==Voci correlate==
*[[Orroli]]
*[[Nuraghe Arrubiu]]
*[[Giovanni Lilliu]]
*[[Ercole Contu]]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|storia}}
 
[[Categoria:Orroli]]