Guerra di Crimea e Venere (astrologia): differenze tra le pagine

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{{F|astrologia|febbraio 2010}}
{{nota disambigua|l'omonimo conflitto bizantino del 988|Guerra di Crimea (988)}}
{{venere}}
{{Infobox conflitto
'''Venere''' è il secondo pianeta del [[sistema solare]] in ordine di distanza dal [[Sole]]. In [[astrologia]], indica la capacità affettiva, i sentimenti, la sensibilità, la diplomazia, la sessualità, le inclinazioni ad attività artistiche nonché il talento musicale dell'individuo. In altre parole, Venere indica il modo di amare e il gusto estetico delle persone, per estensione del significato è anche il modo di curare sé stessi. Indica anche la sorella, l'amante.
|Tipo = Guerra
[[File:Venus - De Sphaera - Biblioteca Estense lat209 - f9v.jpg|left|upright=1.3|thumb|Illustrazione delle caratteristiche di Venere nel trattato ''[[De Sphaera]]'']]
|Nome del conflitto = Guerra di Crimea
== Caratteristiche e posizioni ==
|Parte_di =
[[Immagine:Venus astrology.png|upright=0.5|left|thumb|Simbolo astrologico di Venere, il cui ideogramma è passato a indicare il [[Cellula gametica|gamete]] [[femmina|femminile]] nelle [[scienze naturali]].]]
|Immagine = Combat dans la gorge de Malakoff, le 8 septembre 1855 (par Adolphe Yvon).jpg
Secondo l'astrologia, Venere è il pianeta governatore dei segni del [[Toro (astrologia)|Toro]] ([[Domicilio astrologico |domicilio]] notturno) e della [[Bilancia (astrologia)|Bilancia]] ([[Domicilio astrologico |domicilio]] diurno), con le relative [[case astrologiche]] (II e VII casa, case del denaro e delle relazioni personali). Nonostante gli aspetti antitetici di questi segni (il primo è deciso e godereccio, il secondo è indeciso e intellettuale), essi hanno comunque in comune il gusto per il bello e il lusso, il bisogno di amare e l'amore per le arti e la musica, e sono proprio queste le caratteristiche peculiari di questo pianeta.
|Didascalia = La battaglia per il bastione di Malachov dell'8 settembre 1855, fase finale dell'assedio di Sebastopoli e del conflitto.
|Data = 4 ottobre [[1853]] – 1º febbraio [[1856]]
|Luogo = Penisola russa di [[Penisola di Crimea|Crimea]], [[principati danubiani]], frontiera russo-turca dell'Armenia e della Georgia, [[Mar Baltico]].
|Casus = Disputa fra Russia e Francia sul controllo dei [[Terra santa|luoghi santi]] della cristianità in territorio turco.
|Esito = Sconfitta della Russia.
|Mutamenti_territoriali = [[Trattato di Parigi (1856)]]: autonomia dei principati danubiani dalla [[Impero ottomano|Turchia]] e cessione della [[Bessarabia]] meridionale dalla Russia alla [[Principato di Moldavia|Moldavia]].
|Schieramento1 = {{Bandiera|RUS}} [[Impero russo]]
|Schieramento2 = {{bandiera|Impero ottomano|dim=21}} [[Impero ottomano]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[Secondo Impero francese|Francia]]<br />{{Bandiera|GBR}} [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Regno Unito]]<br />{{SAR 1851-1861}}
|Comandante1 = {{Bandiera|RUS}} [[Michail Dmitrievič Gorčakov|Michail D. Gorčakov]]<br />{{Bandiera|RUS}} [[Pavel Stepanovič Nachimov|Pavel S. Nachimov]]<br />{{Bandiera|RUS}} [[Ivan Fëdorovič Paskevič|Ivan F. Paskevič]]<br />{{Bandiera|RUS}} [[Aleksandr Sergeevič Menšikov|A. S. Menšikov]]
|Comandante2 = {{bandiera|Impero ottomano|dim=21}} [[Omar Pascià]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud|A. de Saint-Arnaud]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[François Certain de Canrobert|F. de Canrobert]]<br />{{Bandiera|FRA}} [[Aimable Pélissier|A. J. J. Pélissier]]<br />{{Bandiera|GBR}} [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|F. Somerset Raglan]]<br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} [[Alfonso La Marmora]]
|Effettivi1 = {{Bandiera|RUS}} 350.000 all'inizio delle ostilità su 800.000 mobilitabili.<ref>{{Cita|Taylor|p. 113}}</ref>
|Effettivi2 = {{bandiera|Impero ottomano|dim=21}} 300.000 circa.<ref>All'inizio del conflitto. {{Cita|Arnold|p. 146}}</ref><br />{{Bandiera|FRA}} 150.000 circa.<ref name =Arnold-39>{{Cita|Arnold|p. 39}}</ref><br />{{Bandiera|GBR}} 51.000 in campo nel novembre 1855.<ref>Quando la guerra iniziò il ''Commissariat Department'' britannico era in grado di equipaggiare, trasportare e rifornire 30.000 uomini. {{Cita|Arnold|p. 31}}</ref><br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} 18.058.<ref>Effettivi del corpo di spedizione piemontese sul campo dal maggio 1855, al quale bisogna aggiungere 3.496 cavalli e 36 cannoni. {{Cita|Pieri|p. 586}}</ref>
|Perdite1 = {{Bandiera|RUS}} 256.000 per tutte le cause, di cui 128.000 morti per la guerra.<ref name=Arnold-39 />
|Perdite2 = {{bandiera|Impero ottomano|dim=21}} Cifre disponibili non affidabili.<ref name=Arnold-39 /><br />{{Bandiera|FRA}} Oltre 14.000 fra morti e feriti in battaglia. Dai 30.000 ai 40.000 morti per colera e altre malattie nei primi tre mesi del 1856.<ref name =Arnold-38-39>{{Cita|Arnold|pp. 38-39}}</ref><br />{{Bandiera|GBR}} A seconda delle fonti dai 19.500 ai 21.000 morti (di cui 15.700–16.300 per malattie).<ref name=Arnold-38-39 /><br />{{Bandiera|ITA 1861-1946}} 17 morti e 170 feriti in guerra, oltre ad almeno 1.300 morti per malattie.<ref>{{Cita|Pieri|pp. 586-587}}</ref>
|Perdite3 =
|Note = Le cifre degli effettivi si riferiscono alle forze coinvolte nel conflitto.
}}
{{Campagnabox Guerra di Crimea}}
{{Campagnabox Guerre russo-ottomane}}
 
Secondo l'astrologia tradizionale Venere è in [[esaltazione (astrologia)|esaltazione]] in [[Pesci (astrologia)|Pesci]], in [[Esilio (astrologia)|esilio]] in [[Ariete (astrologia)|Ariete]] e [[Scorpione (astrologia)|Scorpione]], in [[caduta (astrologia)|caduta]] in [[Vergine (astrologia)|Vergine]].
La '''guerra di Crimea''' (all'epoca chiamata '''Guerra d'Oriente''') fu un [[guerra|conflitto]] combattuto dal 4 ottobre [[1853]] al 1º febbraio [[1856]] fra l'[[Impero russo]] da un lato e un'alleanza composta da [[Impero ottomano]], [[Secondo Impero francese|Francia]], [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Gran Bretagna]] e [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] dall'altro. Il conflitto ebbe origine da una disputa fra Russia e Francia sul controllo dei [[Terra santa|luoghi santi]] della cristianità in territorio ottomano.
 
Essendo il secondo pianeta del [[sistema solare]] dopo [[Mercurio (astronomia)|Mercurio]], Venere si trova tra la [[Terra]] e il [[Sole]]. Per questo motivo, visto dalla Terra, si distanzia dal Sole per non più di 46° sul cerchio zodiacale. Visto che ogni segno occupa un angolo di 30° nella ruota dello [[zodiaco]], ne deriva che Venere si trova sempre entro i 2 segni precedenti e i 2 successivi a quello del Sole. Sempre per la vicinanza al Sole, è molto facile che appaia retrogrado, ovvero che visto dalla Terra sembri indietreggiare sulla sua [[orbita (astronomia)|orbita]] rispetto alla sua direzione normale (in senso progrado) a causa del contemporaneo movimento della Terra intorno al Sole.
Quando la [[Impero ottomano|Turchia]] accettò le proposte francesi, la Russia nel luglio 1853 la attaccò. La Gran Bretagna, temendo l'espansione russa verso il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], si unì alla Francia ed entrambe si mossero per difendere la Turchia, dichiarando guerra alla Russia nel marzo del [[1854]]. L'[[Impero austriaco|Austria]] appoggiò politicamente le potenze occidentali e il [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], nel timore che la Francia si legasse troppo all'Austria, nel gennaio 1855 inviò un contingente militare al fianco dell'esercito anglo-francese dichiarando a sua volta guerra alla Russia.
[[File:Venus pentagramm.png|upright=1.5|thumb|Il [[pentagramma (geometria)|pentagramma]] disegnato da Venere secondo la visuale [[geocentrismo|geocentrica]] della [[Terra]], situata al centro di esso, e del cerchio tracciato dal [[Sole]]]]
===Archetipo della vita===
Archetipo dell'[[amore]] e della [[vita]], Venere nel suo percorso tra la Terra e il [[Sole (astrologia)|Sole]] disegna una [[pentalfa|stella a cinque punte]] perfettamente regolare,<ref>[http://archive.oapd.inaf.it/othersites/venere/ESO/edu1_app4.htm Pentagramma di Venere] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130228122504/http://archive.oapd.inaf.it/othersites/venere/ESO/edu1_app4.htm |date=28 febbraio 2013 }}.</ref> che i [[pitagorici]], cultori della [[musica delle sfere]], vedevano riflessa nelle forme vegetali della natura: ogni segmento del [[pentagramma (geometria)|pentagramma]] infatti risulta suddiviso dagli altri in una [[sezione aurea]], rinvenibile nei numeri e nelle geometrie delle piante.<ref>[http://www.rudolfsteiner.it/articoli/biodimanica/25_gennaio_boriosi_antroposofia.pdf Cenni di astronomia di Venere e Mercurio].</ref>
 
== Venere nei segni ==
Il conflitto si svolse soprattutto nella penisola russa di [[Crimea]], dove le truppe alleate misero sotto assedio la città di [[Sebastopoli]], principale base navale russa del [[mar Nero]]. Dopo vani tentativi dei russi di rompere l'assedio (battaglie di [[battaglia di Balaklava|Balaklava]], di [[battaglia di Inkerman|Inkerman]], della [[battaglia della Cernaia|Cernaia]]) e l'[[battaglia di Malachov|attacco finale]] degli alleati, Sebastopoli fu abbandonata dai difensori il 9 settembre 1855, portando alla sconfitta della Russia.
La posizione di Venere nel tema natale dell'individuo influenza il suo modo di amare, quindi di vivere le relazioni affettive con gli altri, a prescindere dal segno solare. Questo significa che la descrizione classica delle relazioni personali e dei talenti di un segno può non corrispondere completamente alla realtà per chi possiede venere in un segno diverso. Per esempio un [[Vergine (astrologia)|Vergine]] imprudente nell'iniziare una relazione ha molto probabilmente venere in [[Leone (astrologia)|Leone]], un [[Capricorno (astrologia)|Capricorno]] eccessivamente attratto sessualmente da uomini e/o donne, tanto da frenare a fatica l'eccitazione, ha sicuramente Venere in [[Scorpione (astrologia)|Scorpione]], un [[Toro (astrologia)|Toro]] infedele probabilmente ha una Venere in [[Gemelli (astrologia)|Gemelli]].
[[File:Fontaine de jouvence - De Sphaera - Biblioteca Estense lat209 - f10r.jpg|thumb|upright=1.3|Fontana della giovinezza: rappresentazione delle attività governate simbolicamente da Venere]]
=== Ariete ===
In Ariete, segno di fuoco e dell'impulsività, Venere è focosa ed irruente. La persona che ha questa posizione nel suo oroscopo si lascia trasportare nelle passioni amorose, a volte con più di una persona. La ricerca di partner che soddisfino questo desiderio è spesso affannosa e va dall'estasi e idealizzazione fino al tormento, poiché ci si lascia coinvolgere senza riflettere. Ma quando la persona si innamora e raggiunge il suo obiettivo, ricopre di attenzioni il suo partner, salvo poi interrompere all'improvviso per una lite; quindi l'impulsività porta alla ricerca di un partner senza soppesarne i difetti, salvo in momenti di lucidità. Le persone con venere in ariete non brillano per tatto e diplomazia: sono estremamente dirette, al punto da poter risultare sgarbate. Trattandosi di una venere dai tratti maschili (il segno dell'ariete è governato da [[marte (astrologia)|Marte]]), nelle donne questa posizione indica un forte bisogno di sesso.
 
=== Toro ===
Il [[Congresso di Parigi]] del 1856 stabilì le condizioni di pace, avvicinando politicamente il Regno di Sardegna alla Francia e favorendo quel processo di intese che porterà nel 1859 alla [[Seconda guerra d'indipendenza italiana|seconda guerra di indipendenza]].
Venere in Toro (il suo domicilio) è una delle più sensuali e femminili. Cerca stabilità e costanza in amore, non è portata ai colpi di fulmine e il suo ''erotismo mira al piacere fisico più che alla trasgressione.''
 
=== Gemelli ===
== Il contesto e gli antefatti ==
Venere in Gemelli è portata istintivamente al flirt. Curiosa e spiritosa, si stanca facilmente delle relazioni troppo statiche e prevedibili.
Dopo il periodo di gravi [[Primavera dei popoli|disordini e rivoluzioni del 1848-1849]], seguì il tempo della pace europea. Il suo simbolo fu la [[Grande esposizione delle opere dell'industria di tutte le Nazioni di Londra|Grande esposizione di Londra]] del [[1851]]. L'Austria e la [[Regno di Prussia|Prussia]] erano in discreti rapporti e collaboravano al mantenimento della [[Confederazione germanica]], mentre, nello stesso 1851 in Francia [[Napoleone III di Francia|Luigi Napoleone]] annullava la costituzione per poi assumere i pieni poteri. Quasi contemporaneamente anche l'Austria revocava la costituzione, dando così la sensazione che la [[reazione (politica)|reazione]] avesse alla fine trionfato e che le logiche del [[Congresso di Vienna]] e della [[Santa Alleanza]] si fossero ristabilite<ref>{{Cita|Taylor|pp. 89-90}}</ref>.
 
=== Cancro ===
Inoltre, Luigi Napoleone, non contento della carica di principe presidente, il 2 dicembre 1852 si proclamò imperatore dei francesi. Egli, però, con il titolo di Napoleone III, emulo dello zio [[Napoleone Bonaparte]], si considerò insoddisfatto dell'assetto dell'Europa, cominciando a mettere in pericolo la stabilità del continente<ref>{{Cita|Taylor|p. 90}}</ref>.
Venere in Cancro è tra le più sensibili e vulnerabili. Nel rapporto di coppia cerca soprattutto affetto, intimità e protezione. Può avere un eccessivo bisogno di conferme e continue oscillazioni di umore.
 
=== La disputa sui Luoghi santiLeone ===
Venere in Leone esprime il sentimento in maniera orgogliosa, con tratti altezzosi e spesso narcisistici. Si desidera essere amati unicamente ed incondizionatamente per quello che si è, e non ammette né difetti né infedeltà da parte del partner, che deve essere sempre all'altezza della situazione in ogni circostanza.
[[File:Alfred Dedreux - Portrait équestre de Napoléon III.jpg|thumb|left|upright=0.8|[[Napoleone III di Francia]] fu uno dei protagonisti della crisi sui Luoghi santi che portò alla guerra di Crimea.<ref>Dipinto di [[Alfred de Dreux]].</ref>]]
 
=== Vergine ===
Già durante il corso del 1852, nel [[Vicino Oriente]], si era delineata una situazione di crisi. Nella sua ricerca di prestigio e per favorirsi l'appoggio dei [[Clero|clericali]] francesi, Luigi Napoleone appoggiò la pretesa dei monaci cattolici di controllare i [[Luoghi Santi]]. Ciò lo mise in contrasto con lo zar [[Nicola I di Russia]] che aveva analoghe aspirazioni per i componenti della sua [[Chiesa ortodossa]]. Ne seguì un periodo di tensione che si concluse alla fine del 1852 con la notizia che l'Impero ottomano (minacciato dalla flotta francese) cedeva all'iniziativa di Luigi Napoleone<ref>{{Cita|Taylor|pp. 93-94}}</ref>.
Venere in Vergine è mentale, idealista, puntigliosa, e diffidente. Può amare con grande tenacia, e sebbene non generi personalità sessualmente focose, non ostacola tale impeto se generato da altri pianeti, si limita a trattenerne la manifestazione finché non si ha la certezza che il partner si confaccia ai propri bisogni, che si basano sull'unità di intenzioni, e su grande stima e affetto. Bisognosa di costante rassicurazione, tuttavia risponde con stima indefessa e amore assoluto e instancabile laddove trovi un partner di cui fidarsi. Di partenza egoista e aspra, diventa romantica e perfino sperimentatrice e trasgressiva quando ratifica la certezza di avere a che fare con un partner capace di vedere la spiritualità anche nelle cose più terrene
 
=== Bilancia ===
Fu una vittoria diplomatica della Francia e Nicola I, per riscattarsi, inviò alla fine di febbraio del 1853 nella capitale dell'Impero ottomano, [[Costantinopoli]], una missione speciale guidata dal principe [[Aleksandr Sergeevič Menšikov]]. Costui chiese ai turchi il protettorato russo su tutte le popolazioni ortodosse dell'impero ottomano, basandosi arbitrariamente sul [[Trattato di Küçük Kaynarca]] del 1774, che in realtà non prevedeva alcun diritto di protezione. Il tutto fu accompagnato da voci di mobilitazione dell'esercito in Russia meridionale e da una imponente parata della flotta di [[Sebastopoli]]<ref>{{Cita|Taylor|pp. 96-98}}</ref>.
Venere in Bilancia è nel suo domicilio secondario, ed esprime tutte le sue caratteristiche di eleganza e desiderio di piacere.
 
=== Scorpione ===
Napoleone III non poté resistere alla provocazione e la flotta francese ebbe l'ordine di raggiungere l'isola greca di [[Salamina (isola)|Salamina]]. I turchi d'altro canto resistevano alle richieste di Menšikov che, il 21 maggio 1853, lasciò Costantinopoli assieme al personale diplomatico russo. L'azione di Menšikov mutò la politica della Gran Bretagna. Il 2 giugno, infatti, su disposizione del Primo ministro conservatore [[George Hamilton Gordon, IV conte di Aberdeen|Aberdeen]], la flotta inglese fu inviata al largo dei [[Dardanelli]], dove pochi giorni dopo fu raggiunta dalla flotta francese<ref>{{Cita|Taylor|pp. 99-100}}</ref>.
 
La Venere in Scorpione dona un'elegante sensualità ed un misterioso fascino, soprattutto alle donne, ma in negativo chi ha la Venere in questo segno tende ad amare troppo ardentemente il proprio partner, a tal punto da farsi del male. Essendo un segno fisso è tra i più fedeli dello zodiaco.
=== I russi entrano nei principati danubiani ===
Nicola I era sicuro di essere appoggiato, almeno diplomaticamente, dall'Austria e dalla Prussia e, nello stesso tempo, non considerava reali i pericoli di una mobilitazione delle flotte di Francia e Gran Bretagna. Egli continuò così ad alimentare la crisi e il 2 luglio [[1853]] il suo esercito attraversò il fiume [[Prut]] per occupare i principati danubiani di [[Principato di Moldavia|Moldavia]] e [[Principato di Valacchia|Valacchia]], [[protettorato|vassalli]] dell'Impero ottomano. L'esercito turco ripiegò senza combattere fino al [[Danubio]].
 
=== Sagittario ===
A questo punto l'Austria, che dipendeva per il suo commercio estero dal Danubio, si allarmò per l'atteggiamento russo e il suo ministro degli Esteri [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Karl Buol]] presentò alla Russia delle nuove concessioni ai cristiani, stabilite da Austria, Prussia, Francia e Gran Bretagna, alle quali poteva sottostare la Turchia senza pericolo per la sua indipendenza. Quest'ultima, d'altro canto, il 20 luglio 1853, offriva ai russi di impegnarsi a mantenere in perpetuo le concessioni già fatte ai cristiani. [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] però insistette affinché la disputa rimanesse fra la Russia e la Francia, per cui la nota di Buol stabilì che il governo turco non avrebbe mutato le condizioni dei cristiani «senza previ accordi con i governi di Francia e Russia». Il ministro degli Esteri russo [[Karl Vasil'evič Nessel'rode|Karl Nessel'rode]] accettò la nota il 5 agosto. I turchi invece si dimostrarono insoddisfatti e, alla fine, la rifiutarono<ref>{{Cita|Taylor|pp. 101-103}}</ref>.
{{...}}
 
=== Capricorno ===
Ansioso di dimostrare che la Russia aveva vinto la disputa diplomatica, Nessel'rode il 7 settembre 1853 dichiarò che la nota di Vienna dava alla Russia la protezione delle popolazioni ortodosse turche. Questa interpretazione forzata irritò Francia e Gran Bretagna, che tra il 22 e il 23 settembre decisero che le loro flotte avrebbero attraversato lo stretto dei [[Dardanelli]]. A questo punto, il 4 ottobre, la Turchia, che si sentiva sempre più spalleggiata dalle due potenze occidentali, dichiarò guerra alla Russia. Quattro giorni dopo il governo inglese respinse il progetto diplomatico di Buol e ordinò alla sua flotta di raggiungere Costantinopoli. Quando le navi inglesi e francesi arrivarono nel porto della capitale ottomana la Turchia ruppe gli indugi e attaccò, il 23 ottobre, i russi sul Danubio<ref>{{Cita|Taylor|pp. 103-106}}</ref>.
 
Qui il sentimento si sviluppa nel tempo, partendo con molta lentezza. Si può arrivare ad avere rapporti molto solidi e duraturi, ferma restando la difficoltà di lasciarsi andare.
== La guerra sul Danubio e nel Mar Nero (ottobre 1853 - luglio 1854) ==
[[File:Battle-of-sinope.jpg|thumb|left|upright=1.3|Le navi russe (a destra) colpiscono quelle turche nella [[battaglia di Sinope]].<ref>Dipinto di [[Ivan Konstantinovič Ajvazovskij]].</ref>]]
[[File:Black sea crimean war.jpg|thumb|upright=1.3|Il teatro principale della guerra di Crimea. A sinistra, tra Moldavia e Russia, il fiume Prut e, più a sud, a segnare il confine meridionale della Valacchia, il Danubio.]]
 
=== Aquario ===
Dopo la dichiarazione di guerra della Turchia alla Russia, l'esercito ottomano (uno dei più antiquati d'Europa) occupò [[Calafat]], sul Danubio, il 28 ottobre 1853. L'armata turca, al comando di [[Omar Pascià]], si trincerò quindi lungo il corso del fiume e attese la reazione del comandante russo [[Michail Dmitrievič Gorčakov]], che il 4 novembre, con 9.000 soldati, attaccò senza successo i 3.000 turchi trincerati ad [[Oltenița]]. A questo primo scontro ne seguirono altri in altre località, come [[Măcin]] e [[Giurgiu]], dove i russi fallirono ancora il passaggio del fiume<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 13-15, 147}}</ref>.
Venere in Acquario dona un bisogno di libertà nelle relazioni, che vengono viste come prigioni per ogni individuo che possiede questa venere; l'amore in questo segno viene visto come amicizia e l'amicizia come amore.
 
=== Pesci ===
Le navi dello Zar, invece, conseguirono una brillante vittoria nel [[Mar Nero]]. Il 30 novembre 1853, infatti, la flotta dell'ammiraglio [[Pavel Stepanovič Nachimov]] sorprese nel porto di [[Sinope]] una squadra turca di 12 vascelli da guerra e la annientò. Le fortificazioni di Sinope non erano allertate e, favorite dalla nebbia, le navi russe compirono una strage: perirono negli incendi dai 4.000 ai 5.000 marinai turchi e durante le sei ore della [[Battaglia di Sinope|battaglia]] anche alcune zone della città andarono distrutte<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 16}}</ref><ref>{{Cita|Arnold|pp. 135-136}}</ref>.
{{...}}
 
==Note==
Il “massacro di Sinope” colpì sensibilmente l'opinione pubblica occidentale. Ciò consentì ai governi di Francia e Gran Bretagna di far passare il [[Bosforo]] alle loro flotte, che il 4 gennaio 1854 entrarono nel Mar Nero a protezione delle navi turche. Otto giorni dopo, al ministro degli Esteri russo [[Karl Vasil'evič Nessel'rode|Nessel'rode]] veniva intimato da Londra e Parigi di mantenere la flotta dello Zar ferma a Sebastopoli<ref>{{Cita|Taylor|pp. 106-107}}</ref><ref name =Ffrench-147>{{Cita|Ffrench Blake|p. 147}}</ref>. Il 27 febbraio le due potenze inviarono un [[ultimatum]] alla Russia con la richiesta di ritirarsi dai [[principati danubiani]]. Al rifiuto russo si profilò con chiarezza il loro intervento nella guerra<ref>{{Cita|Taylor|p. 109}}</ref>.
<references/>
 
{{Astrologia occidentale}}
Nei principati danubiani intanto, dopo aver subito un'altra sconfitta a [[Cetate (Dolj)|Cetate]] il 5 gennaio, i russi tre giorni dopo riuscirono a passare il Danubio presso la foce (in [[Dobrugia]]), per fermarsi un centinaio di chilometri più a sud di fronte al [[Vallo di Traiano]] utilizzato dai turchi a scopo difensivo<ref name =Ffrench-147 />.
{{portale|astrologia}}
 
[[Categoria:Pianeti dell'astrologia occidentale]]
=== La Francia e la Gran Bretagna entrano in guerra ===
La situazione internazionale era la seguente: lo zar [[Nicola I di Russia]] aveva bisogno di una Turchia docile per la sicurezza dei suoi confini meridionali, [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] di un successo per consolidare la sua posizione interna, e il governo inglese di una Turchia indipendente e autonoma per la sicurezza del Mediterraneo orientale e dei suoi possedimenti in Asia. A Vienna, intanto, un progetto di alleanza con le due potenze occidentali del ministro degli Esteri austriaco [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Buol]] fu sabotato dall'opposizione dei militari, che valutarono la posizione geografica dell'Austria troppo esposta in un eventuale conflitto contro la Russia<ref>{{Cita|Taylor|pp. 109, 111}}</ref>.
 
Il 23 febbraio 1854 (quattro giorni prima dell'ultimatum alla Russia) reparti dell'esercito britannico lasciarono l'Inghilterra. L'11 marzo salpò per il [[Mar Baltico|Baltico]] una squadra navale inglese, alla quale seguì il 19 l'invio di truppe francesi in Turchia e il 20 la partenza di una squadra francese, anch'essa per il Baltico<ref name=Ffrench-147 />. Tra il 27 e il 28 marzo 1854 la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Russia e il 10 aprile stipularono un'alleanza limitata (come era d'uso all'epoca) al conflitto che in quel momento le vedeva coinvolte.
 
=== L'assedio di Silistra e l'arrivo degli alleati in Bulgaria ===
[[File:Victorious sally by the Turkish garrison of Silistria.jpg|thumb|upright=1.3|Una stampa popolare dell'epoca illustra un episodio dell'assedio di Silistra.]]
Constatati gli scarsi risultati ottenuti nei principati danubiani, durante l'inverno lo zar Nicola I sostituì il comandante Gorčakov con il generale [[Ivan Fëdorovič Paskevič]]<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 17}}</ref>.
 
Costui decise di conquistare la città di [[Silistra]] a 75&nbsp;km a ovest del Vallo di Traiano, dietro al quale si trinceravano i turchi. L'assedio cominciò il 14 aprile 1854 e in tre settimane la città, sulla sponda destra del Danubio, fu completamente circondata. La guarnigione turca contava fra gli 8.000 e i 12.000 uomini, mentre le truppe assedianti da 30.000 passarono gradualmente a 50.000 unità. I bombardamenti e gli assalti russi si susseguirono alternativamente per settimane<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 19}}</ref>.
 
Le truppe alleate (di Francia e Gran Bretagna) erano intanto sbarcate a [[Gallipoli (Turchia)|Gallipoli]]. Napoleone III ordinò al comandante del corpo di spedizione francese, [[Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud|Armand de Saint-Arnaud]] di prendere contatti con il suo omologo britannico, il generale [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|FitzRoy Somerset Raglan]], e con il comandante turco [[Omar Pascià]], per sostenere al meglio le forze ottomane in [[Storia della Bulgaria ottomana|Bulgaria]]. Durante il colloquio, i tre comandanti decisero che il contingente anglo-francese sarebbe sbarcato a [[Varna]] per sostenere il fianco destro dello schieramento turco. Le operazioni di imbarco dalla Turchia cominciarono il 28 maggio<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 19-20}}</ref>.
 
Quando il corpo di spedizione alleato arrivò a Varna l'assedio di Silistra era al culmine, i russi lanciavano un attacco dopo l'altro, ma senza successo. Essi erano già con sei settimane di ritardo rispetto ai tempi di espugnazione previsti da Paskevič, il quale, l'8 giugno, rimise nelle mani di Gorčakov il comando dell'armata. Il 22 i russi tentarono l'assalto finale, invano. Lo stesso Gorčakov fu ferito nei combattimenti e il giorno dopo gli assedianti abbandonarono Silistra iniziando la ritirata a nord del Danubio<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 20}}</ref>.
 
Il 7 luglio le forze turche attaccarono i russi a [[Giurgiu]]. L'armata di Gorčakov si ritirò ancora verso nord, attraverso [[Bucarest]], e abbandonò i principati danubiani ripassando il fiume Prut il 28 luglio 1854<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 20-21, 148}}</ref>.
 
== Il fronte russo-turco del Caucaso ==
[[File:The Armenian Front During the Crimean War, 1853-56.gif|thumb|upright=1.3|Le operazioni nella zona della frontiera orientale della Turchia.]]
I turchi, prima ancora della dichiarazione di guerra alla Russia, effettuarono incursioni attraverso il confine orientale della [[Georgia]] e dell'[[Armenia]]. Nell'agosto 1853 subirono però una sconfitta presso il forte di Bayazid e i russi avanzarono in [[Anatolia]], su [[Kars]]. Solo l'offensiva dei ribelli mussulmani dell'[[Imam Shamil]] dal [[Caucaso]] in direzione di [[Tbilisi]] distolse le truppe dello Zar dall'avanzare ancora, consentendo ai turchi di riprendersi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 24-25}}</ref>.
 
In ottobre le truppe ottomane occuparono la fortezza di frontiera russa di San Nicola, in Georgia, mentre Shamil conseguiva ulteriori successi nella zona di Tblisi. Da Kars i turchi tentarono allora un'offensiva verso Alexandropol (oggi [[Gyumri]]), ma furono sconfitti a [[Akhaltsikhe]] e a Ongusli, presso Kars. Senza che uno dei due avesse prevalso sull'altro, alla fine di novembre entrambi gli schieramenti tornarono nei loro acquartieramenti, in attesa della buona stagione<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 25}}</ref>.
 
Nell'estate 1854 la campagna riaprì con la cattura da parte delle forze navali anglo-turche di due forti russi sulla sponda orientale del Mar Nero: Sukhom Kaleh e Redout Kaleh. Alcune altre posizioni furono catturate da Shamil e dai suoi ''[[basci-buzuk]]''. Il 29 luglio i turchi furono di nuovo sconfitti al confine e i russi si aprirono un varco verso [[Erzurum]]. Più a est, a Kars, il 7 agosto la guarnigione turca fu attirata fuori dalle mura e battuta dalla cavalleria russa. Tuttavia, grazie all'arrivo di rinforzi (da [[Trebisonda]] e [[Batum]]) e a Shamil, che con 20.000 uomini minacciò Tblisi dai monti del [[Daghestan#Storia|Daghestan]], i turchi si ripresero e i russi furono fermati e costretti a ritirarsi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 27-28}}</ref>.
 
== La guerra nel Mar Baltico (marzo - dicembre 1854) ==
[[File:Sketches in the Baltic 1854.jpg|thumb|upright=1.3|Le navi britanniche bombardano la fortezza russa di Bomarsund, nel Mar Baltico.]]
L'11 marzo 1854, ancora prima dell'inizio delle ostilità, una squadra navale britannica salpò per il [[Mar Baltico]] al comando dell'ammiraglio [[Charles John Napier]]. Poiché la maggior parte delle navi era schierata in [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]], la squadra del Baltico era composta inizialmente da sole 15 unità<ref>4 navi a vapore (''screw-ships of the line''), 4 navi da blocco (''blockships''), 4 [[Fregata (nave)|fregate]] e 3 piroscafi con ruota a pale (''paddle steamers'').</ref> e aveva come meta il [[Golfo di Finlandia]] (che con la [[Granducato di Finlandia|Finlandia]] apparteneva allo Zar). Qui la flotta russa era presente con una cinquantina di navi<ref>26 navi a vela di linea, 10 fregate, 7 piccoli brigantini (''brigs'') e 9 navi a vapore.</ref> e numerose piccole imbarcazioni<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 31-32}}</ref>. Il 12 aprile la squadra di Napier salpò da [[Copenaghen]] e, in attesa che il tempo migliorasse, attraccò a [[Stoccolma]], dove l'ammiraglio inglese si incontrò con il re [[Oscar I di Svezia]] al quale chiese, senza successo, di rompere la sua neutralità<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 32-33}}</ref>.
 
Come previsto dai piani operativi, dopo aver attaccato il naviglio mercantile e alcuni depositi costieri russi a maggio, gli alleati decisero di catturare la fortezza di Bomarsund, nelle [[Isole Åland]]. Le forze disponibili per l'operazione anfibia consistevano principalmente in 10.000 soldati francesi comandati dal generale [[Achille Baraguey d'Hilliers]]<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 33-34}}</ref>.
 
Lo sbarco, al quale parteciparono anche alcuni reparti inglesi, fu effettuato poco a nord della fortezza l'8 agosto 1854. Il 13 il bombardamento anglo-francese ebbe inizio e nei giorni seguenti i soldati alleati conquistarono le posizioni principali. La fortezza di Bomarsund si arrese senza condizioni, e le isole Åland furono offerte alla [[Svezia]], che le rifiutò<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 34-35}}</ref>.
 
Diversamente, Napier giudicò impossibile attaccare sia la fortezza di [[Kronštadt]], di fronte a [[San Pietroburgo]], sia quella di [[Suomenlinna]] (Sveaborg) al largo di [[Helsinki]]. Per questo, il 22 dicembre, fu richiamato in patria dall'ammiragliato britannico<ref>{{Cita|Arnold|p. 90}}</ref>.
 
== La prima fase delle operazioni in Crimea (giugno - dicembre 1854) ==
La decisione di attaccare Sebastopoli fu presa quasi interamente dal ministro della Guerra britannico [[Henry Pelham-Clinton, V duca di Newcastle|Newcastle]]. Costui, il 28 giugno 1854 inviò al comandante del corpo di spedizione inglese, [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|Raglan]], una lettera privata nella quale scriveva che il governo presieduto da [[George Hamilton Gordon, IV conte di Aberdeen|Aberdeen]] era dell'opinione che appena i francesi fossero stati pronti si poteva porre sotto assedio Sebastopoli<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 38}}</ref>.
 
Il corpo di spedizione inglese di stanza a [[Varna]] era composto dalle seguenti unità:
* 1ª Divisione, al comando di [[Giorgio, duca di Cambridge|Giorgio di Hannover duca di Cambridge]];
* 2ª Divisione, al comando di [[George De Lacy Evans]];
* 3ª Divisione, al comando di [[Richard England]];
* 4ª Divisione, al comando di [[George Cathcart]];
* Divisione leggera, al comando di [[George Brown]];
* Divisione di Cavalleria, al comando di [[George Bingham, III conte di Lucan]]<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 169-170}}</ref>.
 
D'accordo con l'alleato, [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] telegrafò al generale [[Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud|Saint-Arnaud]] ordinandogli di prepararsi ad imbarcare gli uomini a Varna<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 39}}</ref>.
 
Il corpo di spedizione francese comprendeva inizialmente le seguenti unità:
* 1ª Divisione, al comando di [[François Certain de Canrobert]];
* 2ª Divisione, al comando di [[Pierre Joseph François Bosquet]];
* 3ª Divisione, al comando di [[Napoleone Giuseppe Carlo Paolo Bonaparte]];
* 4ª Divisione, al comando di [[Élie Frédéric Forey]];
* Due brigate di cavalleria<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 41-42, 172}}</ref>.
 
Dopo numerose difficoltà dovute a casi di colera e al maltempo, il 7 settembre 1854 il contingente anglo-franco-turco salpò da Varna. Sette giorni dopo, Il 14, iniziarono le operazioni di sbarco in Crimea nel golfo di Kalamitskij<ref>''Calamita Bay'' per gli inglesi.</ref> presso [[Eupatoria]], ad una cinquantina di chilometri a nord di Sebastopoli. Non ci fu alcuna reazione dei russi e il 19 gli alleati cominciarono a marciare verso sud. Solo nel pomeriggio ci fu un primo contatto con il nemico e la mattina dopo fu chiaro che i gli uomini dello Zar si erano schierati sulla difensiva dietro il corso del fiume [[Alma (fiume ucraino)|Alma]]<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 44-48}}</ref>.
 
=== La battaglia dell'Alma ===
{{vedi anche|Battaglia dell'Alma}}
[[File:Raglan.jpg|left|upright=0.8|thumb|Il comandante delle forze britanniche in Crimea [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|Lord Raglan]] aveva perso un braccio nella battaglia di Waterloo.<ref>Fotografia scattata durante la guerra di Crimea.</ref>]]
[[File:Plan of the Battle of the Alma. George Dodd. Pictorial history of the Russian war 1854-5-6.jpg|thumb|upright=1.3|Un disegno dell'epoca con la disposizione delle forze contrapposte alla [[battaglia dell'Alma]].]]
Attendeva gli alleati dietro il fiume [[Alma (fiume ucraino)|Alma]] il 20 settembre [[1854]] un'armata guidata dal comandante supremo delle forze imperiali russe, generale [[Aleksandr Sergeevič Menšikov]]. Essa era composta da 3 divisioni (16ª, 17ª e 14ª) alle quali si aggiunsero numerose unità minori, fra cui 4 reggimenti di cavalleria (2 di [[Ussaro|ussari]] e 2 di [[cosacchi]])<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 173}}</ref>.
 
I russi si opposero all'avanzata nemica sulle alture sopra la sponda meridionale del fiume. Gli alleati, con i francesi che attaccavano sulla destra, presso la foce dell'Alma, e gli inglesi sulla sinistra, furono respinti durante un primo attacco che fu lanciato alle 13. La battaglia proseguì e consistette in un violento scontro diretto fra i due schieramenti. La maggior parte dei combattimenti generati dagli alleati fu di iniziativa degli inglesi che attaccarono il fronte principale russo, mentre i francesi assalivano il nemico sul suo fianco sinistro, dalle alture sopra la foce del fiume. La battaglia terminò alle 15,40 con i russi che si ritiravano verso [[Sebastopoli]]<ref name =Arnold-10>{{Cita|Arnold|p. 10}}</ref>.
 
[[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|Raglan]] aveva intenzione di avanzare subito, ma la fanteria era esausta; [[Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud|Saint-Arnaud]] comunicò che non avrebbe potuto inviare fanteria e che le munizioni per l'artiglieria erano esaurite. L'inseguimento fu quindi abbandonato nonostante 12.000 francesi e 6.000 turchi non fossero stati impiegati nella battaglia. Le forze russe coinvolte furono: 42.000 fanti, 6.000 soldati di cavalleria e 80-90 cannoni. I soldati alleati erano invece circa 63.000. Tra morti e feriti i russi persero nella battaglia fra i 5.500 e i 5.700 uomini; gli inglesi circa 2.000 e i francesi circa 1.300<ref name =Arnold-10 />.
 
=== L'avvicinamento degli alleati a Sebastopoli ===
L'avanzata degli alleati riprese il 23 settembre 1854. In questo periodo il comandante del corpo di spedizione francese, [[Armand Jacques Leroy de Saint-Arnaud|Saint-Arnaud]], si ammalò di colera, mentre sull'altro fronte, i russi, dopo la sconfitta dell'Alma si erano ritirati a Sebastopoli. Qui Menšikov ordinò l'affondamento delle navi all'ancora per bloccare l'entrata dal mare agli alleati: i marinai russi sbarcati si aggregarono ai difensori e dalle imbarcazioni vennero recuperati cannoni e munizioni da utilizzare nella difesa della città<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 64-65}}</ref>.
 
Il 26 gli inglesi occuparono il piccolo ma importante porto di [[Balaklava]], a sud di Sebastopoli, mentre nel campo francese il generale [[François Certain de Canrobert|Canrobert]] aveva preso il posto di Saint-Arnaud malato che, mentre gli alleati raggiungevano la periferia di Sebastopoli, fu imbarcato in gravi condizioni per tornare in patria. Non riuscì però mai a rivedere la Francia, poiché morì durante il viaggio il 29 settembre 1854<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 66}}</ref>.
 
I russi, intanto, approfittando dell'attendismo alleato e coordinati dal colonnello del genio [[Ėduard Totleben]], rinforzarono le difese di Sebastopoli. La causa del ritardo alleato era dovuta alla cautela francese e alla convinzione dell'esperto in fortificazioni britannico, il generale [[John Fox Burgoyne]], che prima dell'assalto le difese dovevano essere indebolite dall'azione dell'artiglieria pesante<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 67}}</ref>.
 
Fatto sta che le difese di Sebastopoli dal giorno in cui gli alleati le raggiunsero al 6 ottobre si rafforzarono notevolmente<ref>I russi a Sebastopoli passarono da 16.000 uomini a 38.000 uomini; e i cannoni che difendevano il lato di terra della città dai 172 originari a 341. Contro queste difese gli alleati riuscirono a schierare 126 cannoni (53 francesi e 73 inglesi), inclusi 18 mortai pesanti.</ref>. Solo alle 6,30 del 17 ottobre, iniziò il primo bombardamento della città. La risposta dell'artiglieria russa fu immediata ed ebbe come conseguenza la distruzione di un deposito di munizioni francese con una spaventosa esplosione. Da parte alleata ci fu anche il mancato coordinamento con la flotta. Cessato lo scontro, nonostante i danni provocati dai cannoni inglesi, i risultati del bombardamento alleato furono modesti e nessun assalto ebbe luogo<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 70-72}}</ref>.
 
=== La battaglia di Balaklava ===
{{vedi anche|Battaglia di Balaklava}}
[[File:Map of port of Balaklava and route to Sevastopol 1855.png|thumb|upright=1.3|L'area di Sebastopoli, a nord, e di Balaklava, a sud.]]
[[File:William Simpson - Charge of the light cavalry brigade, 25th Oct. 1854, under Major General the Earl of Cardigan.jpg|thumb|left|upright=1.3|La carica della Brigata Leggera di cavalleria inglese contro i cannoni russi alla [[battaglia di Balaklava]].]]
 
Il porto di [[Balaklava]], occupato con facilità dagli inglesi il 26 settembre 1854, era diventato la principale base logistica degli alleati e il comandante russo [[Aleksandr Sergeevič Menšikov|Menšikov]] decise di aprirsi un varco nelle difese nemiche per occuparlo. Egli concentrò quindi un contingente di circa 20.000 uomini a nord-est del porto, nella zona del villaggio di Chorgun.
 
Le unità russe al comando del generale [[Pavel Liprandi]], passato il fiume [[Čërnaja (tributario del Mar Nero)|Cernaia]], alle 5 del 25 ottobre occuparono le colline di Kamara piazzandovi 30 cannoni. Nella prima fase della battaglia i russi occuparono anche le colline di Fedyukhin e la strada d'altura di Vorontsov, di modo da avere il controllo sia della cosiddetta “Valle Nord”, sia della “Valle Sud”, localizzate entrambe a settentrione di Balaklava<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 74}}</ref><ref name =Arnold-17>{{Cita|Arnold|p. 17}}</ref>.
 
Tuttavia, il progresso dei russi verso Balaklava fu bloccato dagli inglesi che in minoranza numerica si opposero con la Brigata Pesante (''Heavy Brigade'') e il 93º Reggimento ''Highlanders'' a due attacchi della cavalleria nemica. A questo punto il comandante britannico [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|Lord Raglan]] vide dalle colline sopra Sebastopoli i russi rimuovere i cannoni dalla strada di Vorontsov. Ciò lo indusse a comandare alla Brigata Leggera di cavalleria (''Light Brigade'') di attaccarli. Il primo ordine fu poco chiaro e il secondo comportò una carica lungo la “Valle Nord” diretta contro i cannoni russi, cosicché dei 673 uomini che vi parteciparono il 40% morì o rimase ferito (il famoso episodio della “carica dei 600”)<ref name =Arnold-17 />.
 
Al termine della battaglia, che vide l'impiego anche della cavalleria francese, i russi non riuscirono ad arrivare a Balaklava ma rimasero in possesso della strada di Vorontsov. Questa perdita è considerata la causa delle difficoltà sugli approvvigionamenti che gli alleati ebbero durante i mesi successivi. In ogni caso i russi si ritirarono oltre il fiume Cernaia all'inizio di dicembre del 1854, lasciando la strada agli inglesi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 79}}</ref>.
 
Il giorno dopo la battaglia di Balaklava, il 26 ottobre 1854, Menšikov dispose una ricognizione armata sul lato dello schieramento alleato opposto a Balaklava. Sulle alture cioè che si affacciano sulla foce della Cernaia, presso il centro di [[Inkerman]]. L'attacco, che divenne noto come “la piccola Inkerman” (''Little Inkerman'') fu un successo per i britannici. I russi però raccolsero preziose informazioni sulle forze in campo e una settimana dopo, il 5 novembre, lanciarono un attacco massiccio sulle stesse posizioni che prese il nome di [[battaglia di Inkerman]].
 
=== L'offensiva russa a Inkerman ===
{{vedi anche|Battaglia di Inkerman}}
[[File:Menshikov A S-by Kruger.jpg|thumb|upright=0.8|[[Aleksandr Sergeevič Menšikov|Aleksandr S. Menšikov]] fu comandante delle forze russe fino alla sostituzione con Michail Gorčakov.<ref>Dipinto di [[Franz Krüger]].</ref>]]
[[File:British General Cathcart death at Inkerman.jpg|thumb|left|upright=1.3|Il comandante della 4ª Divisione britannica [[George Cathcart]] cade nella battaglia di Inkerman.]]
 
Il piano di Menšikov, che puntava a liberare Sebastopoli dall'assedio, prevedeva un attacco condotto da due colonne di soldati. La prima proveniente da Sebastopoli con 19.000 uomini e un'altra proveniente dal ponte di Inkerman, sulla Cernaia, con 16.000 uomini. Inizialmente la nebbia rese difficile per entrambi gli schieramenti distinguere gli eventi. La prima fase durò dalle 5,45 alle 7,30 circa, durante la quale gli attacchi russi furono contenuti su tutta la linea. La colonna da Sebastopoli perse il suo comandante (il generale Soimonov) e partecipò poco alle fasi successive. Alzatasi la nebbia i russi si trovarono avvantaggiati nell'orientarsi ma divennero facile bersaglio degli ottimi fucilieri inglesi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 85, 91-92}}</ref>.
 
A questo punto il comando russo fu affidato al generale Pëtr Andreevič Dannenberg (1792-1872) che reiterò gli attacchi. Intorno alle 8,30 l'intervento dei francesi sulla destra dello schieramento britannico stabilizzò la situazione che stava per diventare critica. Gli inglesi infatti avevano perso circa la metà della loro forza impiegata di 4.700 uomini e il comandante della 4ª Divisione [[George Cathcart]] che era stato ucciso in battaglia. I russi, invece, disponevano di 8.000 uomini in prima linea, 100 cannoni in batteria e 9.000 soldati di riserva. Messe in campo anche le truppe fresche, gli uomini dello Zar furono quasi sul punto di conquistare il punto cruciale della difesa alleata, l'altura di ''Home Ridge'', ma alla fine furono respinti<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 94, 96}}</ref>.
 
Il punto di svolta della battaglia ci fu intorno alle 10, quando sul fianco destro dello schieramento alleato arrivarono i cannoni da 18 libbre francesi con 2.000 uomini del generale [[Pierre Joseph François Bosquet|Bosquet]]. Fra le 12,00 e le 13,00 gli inglesi contrattaccarono e costrinsero i russi ad abbandonare il campo<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 96-98}}</ref>.
 
Delle forze attaccanti di circa 40.000 uomini, i russi persero 10.729 uomini, fra morti, feriti e prigionieri<ref>Incluso 6 generali e 256 ufficiali.</ref>. Gli inglesi ebbero 597 morti e 1.860 feriti; i francesi 130 morti e 750 feriti<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 99-100}}</ref>.
 
Sebastopoli non fu liberata dall'assedio e si creò una situazione di stallo. La battaglia ebbe conseguenze negative per entrambi gli schieramenti: fece svanire la speranza degli alleati di conquistare Sebastopoli prima dell'inverno, impedì qualsiasi ulteriore offensiva dei russi, e fiaccò lo spirito dei britannici che persero ottimi soldati e ufficiali, la cui qualità non fu recuperata con i rimpiazzi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 100}}</ref>.
 
== Il ruolo dell'Austria e i “Quattro punti” ==
[[File:Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein.jpg|thumb|left|upright=0.8|Il ministro degli Esteri austriaco [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Karl Buol]] appoggiò politicamente gli alleati e propose soluzioni di pace favorevoli all'Austria.]]
In Europa centrale, intanto, il ministro degli Esteri austriaco [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Buol]], dopo aver firmato un accordo di alleanza con la [[Prussia]] (20 aprile 1854), determinò la sensazione che un ingresso dell'[[Impero austriaco|Austria]] in guerra al fianco di [[Secondo impero francese|Francia]] e [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Gran Bretagna]] fosse imminente. Buol prese contatti con il ministro degli Esteri francese [[Édouard Drouyn de Lhuys]], conservatore, e ai primi di luglio del 1854 furono redatti i 4 punti che dominarono il corso diplomatico della guerra. I “Quattro punti”, dei quali i primi due erano molto favorevoli all'Austria, dovevano essere accettati dalla [[Impero russo|Russia]] affinché si potessero aprire le trattative di pace:
 
1) I [[principati danubiani]] dovevano essere protetti da una garanzia europea; 2) La navigazione sul [[Danubio]] doveva essere libera; 3) Le restrizioni all'accesso di navi da guerra europee nel [[Mar Nero]] previste dalla Convenzione degli stretti del 1841<ref>Firmato dalle potenze europee e dalla Turchia a Londra il 13 luglio 1841.</ref> dovevano essere riviste; 4) I russi dovevano abbandonare le loro pretese di protettorato sui sudditi cristiani della [[Impero ottomano|Turchia]]<ref>{{Cita|Taylor|pp. 113-116}}</ref>.
 
Quando, due mesi dopo, iniziarono le operazioni militari in Crimea, dei quattro punti solo il terzo appariva da ottenere completamente poiché gli altri erano stati, tacitamente o meno, già accettati dalla Russia. La guerra nella penisola di Crimea fu combattuta quindi per il terzo punto e sulla questione della potenza navale russa nel Mar Nero e nel Mediterraneo, questione importante soprattutto per l'equilibrio delle potenze europee e solo secondariamente per la Turchia e il [[Vicino Oriente]]<ref>{{Cita|Taylor|p. 116}}</ref>.
 
Con lo stallo militare seguito alla battaglia di Inkerman, il ruolo dell'Austria divenne più importante. Gli alleati, infatti, per continuare con qualche probabilità di successo l'assedio di Sebastopoli avevano bisogno della minaccia di un'azione austriaca contro la Russia, di modo che il grosso dell'esercito dello Zar rimanesse in [[Galizia (Europa Centrale)|Galizia]]<ref>{{Cita|Taylor|p. 119}}</ref>.
 
La Russia intanto non aveva ancora formalmente accettato i quattro punti e il 22 ottobre, L'Austria, allo scopo di concludere un accordo con gli alleati per costringere la Russia a farlo, mobilitò l'esercito contro lo Zar. Il 28 novembre i russi cedettero sui quattro punti e il 2 dicembre l'Austria firmò un trattato di alleanza con Francia e Gran Bretagna. Tale accordo, che conteneva ancora la clausola che avrebbe obbligato l'Austria ad entrare in guerra se la Russia non avesse accettato i quattro punti, fu esclusivamente un gesto politico<ref>{{Cita|Taylor|p. 120-122}}</ref>.
 
Nonostante ciò, la Francia, che premeva per un aiuto diretto dell'Austria, concluse il 22 dicembre 1854 con quest'ultima un accordo segreto impegnandosi a mantenere lo [[status quo]] in Italia nel caso di collaborazione austriaca nel Vicino Oriente. Tale accordo spinse la Francia a chiedere al [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] di non approfittare di un eventuale impegno dell'Austria lontano dall'Italia. Anzi, una decisione piemontese di inviare un contingente nel Vicino Oriente avrebbe rafforzato gli alleati e dato sicurezza all'Austria<ref>{{Cita|Taylor|pp. 122-123}}</ref>.
 
== L'intervento del Regno di Sardegna al fianco degli alleati ==
[[File:Crimean War 1854-56 Q71523.jpg|thumb|upright=0.8|[[Alfonso La Marmora]] fu il comandante del corpo piemontese che Cavour volle inviare in Crimea. La foto è di quel periodo.]]
[[File:Crimean War Piedmont and Russia by Redenti.jpg|thumb|left|upright=1.5|Il piccolo Piemonte e la grande Russia visti dal giornale satirico torinese ''[[Il Fischietto]]'' del 3 marzo 1855.]]
 
Il progetto di un coinvolgimento piemontese era stato sottoposto dagli inglesi al presidente del Consiglio del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]], [[Camillo Benso, conte di Cavour|Cavour]], già il 14 aprile [[1854]]. Il [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Piemonte]] aveva risposto che se l'Austria avesse dichiarato guerra alla Russia, le avrebbe dato la sicurezza di non agire nei suoi confronti inviando 15.000 uomini (un terzo dell'esercito) contro i russi. Cavour riteneva infatti che l'isolamento piemontese dovuto ad una stretta alleanza tra Francia e Austria avrebbe significato la fine delle speranze di un Regno di Sardegna allargato al [[Regno Lombardo-Veneto|Lombardo Veneto]]. Con la non belligeranza dell'Austria la questione, tuttavia, si insabbiò<ref>{{Cita|Taylor|p. 123}}</ref>.
 
Quando però i combattimenti in Crimea si fecero più aspri, gli inglesi tentarono di nuovo e il 13 dicembre 1854 giunse al governo piemontese una richiesta di truppe. Cavour fu per l'accettazione immediata. Il ministro degli Esteri [[Giuseppe Dabormida]], invece, per l'accettazione condizionata al dissequestro dei beni dei lombardi perseguitati dall'Austria e rifugiati in Piemonte. Vienna aveva infatti sequestrato i beni nel Lombardo Veneto di coloro che erano scappati nel Regno di Sardegna<ref>{{Cita|Taylor|p. 124}}</ref>.
 
I francesi erano con Cavour e, per non inimicarsi gli austriaci, insistettero affinché l'aiuto piemontese fosse senza condizioni. Dello stesso avviso era re [[Vittorio Emanuele II d'Italia|Vittorio Emanuele II]] che minacciò il governo di sostituirlo con uno di conservatori se non avesse concluso l'alleanza. Poiché Cavour era deciso a firmare, Dabormida si dimise e il presidente del Consiglio assunse anche la carica di ministro degli Esteri. Il Regno di Sardegna si unì così all'alleanza anglo-francese e il 26 gennaio [[1855]] stipulò una convenzione militare<ref>{{Cita|Taylor|pp. 124-125}}</ref>.
 
Con questa convenzione Cavour ottenne anche la garanzia sulla salvaguardia dei territori piemontesi. All'articolo 6, infatti, si legge che la Francia e la Gran Bretagna «garantiscono l'integrità degli Stati di S. M. il Re di Sardegna e s'impegnano a difenderli contro ogni attacco per la durata della presente guerra»<ref>Ettore Anchieri (a cura di), ''La diplomazia contemporanea, raccolta di documenti diplomatici (1815-1956)'', Cedam, Padova, 1959, p. 36</ref>. Il riferimento era ovviamente ad un'eventuale aggressione dell'Austria.
 
Il corpo di spedizione piemontese partì da [[Genova]] il 25 aprile 1855. Era formato da 2 divisioni per un totale di 18.058 uomini e 3.496 cavalli, ossia 3.000 uomini in più del convenuto. Comandava il corpo di spedizione il generale [[Alfonso La Marmora]]; le due divisioni erano agli ordini del generale [[Giovanni Durando]] e del generale [[Alessandro La Marmora]], fratello di Alfonso e fondatore dei [[bersaglieri]]. Dopo una breve sosta a Costantinopoli, ai primi di maggio i piemontesi sbarcarono a Balaklava, disponendosi a fianco degli inglesi; qui dovettero subito lottare con il colera che, fra gli altri, colpì mortalmente Alessandro La Marmora<ref>{{Cita|Pieri|pp. 585-586}}</ref>.
 
== L'assedio di Sebastopoli e la diplomazia ==
{{vedi anche|Assedio di Sebastopoli (1854-1855)}}
[[File:Sevastopol.jpg|thumb|upright=1.3|L'assedio di Sebastopoli fu uno dei più lunghi e cruenti del XIX secolo.<ref>Dipinto di George Baxter (1804-1867).</ref>]]
[[File:Siege of Sevastopol by Franz Alekseyevich Roubaud.jpg|thumb|upright=1.3|L'assedio visto dalla parte dei russi in una ricostruzione dell'inizio del XX secolo.<ref>Particolare di un dipinto di Franc Alekseevič Rubo (1856-1928).</ref>]]
 
[[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] insisteva che l'onore imperiale non sarebbe stato soddisfatto senza la conquista di [[Sebastopoli]], principale base navale russa del Mar Nero, e per questo la Francia mirò ad evitare le trattative di Vienna alle quali era stata invitata a partecipare con la Gran Bretagna<ref>{{Cita|Taylor|p. 128}}</ref>.
 
Il contingente francese, al comando di [[François Certain de Canrobert|Canrobert]], si era intanto rinforzato, contando all'inizio del 1855, 8 divisioni, organizzate nel modo seguente:
* 1º Corpo del generale [[Aimable Pélissier]], con la 1ª Divisione, al comando di [[Élie Frédéric Forey]]; la 2ª Divisione, al comando di Charles Levaillant (1794-1871); la 3ª Divisione, al comando di Pâté; la 4ª Divisione, al comando di Charles Marie Joseph Marius de Salles (1803-1858).
* 2º Corpo del generale [[Pierre Joseph François Bosquet]], con la 1ª Divisione, al comando di Marie Joseph Guillaume Bouat (1802-1859); la 2ª Divisione, al comando di [[Jacques Camou]]; la 3ª Divisione, al comando di Joseph Decius Nicolas Mayran (1802-1855); la 4ª Divisione, al comando di Joseph Dulac (1795-1870)<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 114}}</ref>.
 
D'altronde i russi erano lungi dal darsi per vinti. il 17 febbraio [[1855]] infatti lanciarono un attacco sulla base di [[Eupatoria]], presso la quale gli alleati erano sbarcati 5 mesi prima. La città fu difesa valorosamente dai turchi comandati da [[Omar Pascià]], e due assalti sulla destra e sulla sinistra del centro abitato furono respinti con gravi perdite dei russi. [[Aleksandr Sergeevič Menšikov|Menšikov]], la cui reputazione era già gravemente offuscata, aveva deciso di attaccare Eupatoria per evitare ulteriori sbarchi alleati nella zona e ottenere una facile vittoria sui turchi. Dopo tre ore di combattimenti, invece, le sue forze subivano 800 morti e si ritiravano. Menšikov fu sostituito poco dopo dal principe [[Michail Dmitrievič Gorčakov]], che tornò in auge dopo la sconfitta nei [[principati danubiani]] dell'anno precedente<ref>{{Cita|Arnold|pp. 61-62}}</ref>.
 
Il 2 marzo 1855 lo zar [[Nicola I di Russia|Nicola I]] morì. Salì al trono suo figlio [[Alessandro II di Russia|Alessandro II]], che decise di continuare la guerra.
 
Dopo il primo bombardamento su [[Sebastopoli]] del 17 ottobre 1854, gli alleati, il 9 aprile 1855 iniziarono il secondo<ref>Il numero di cannoni era il seguente: inglesi 138, francesi 362, russi 998.</ref>. Un contingente russo che era uscito dalla città per sferrare un secondo attacco a Eupatoria tornò indietro all'inizio del bombardamento, il quale proseguì per quasi 2 settimane. Terminato il bombardamento [[FitzRoy Somerset, I barone Raglan|Lord Raglan]] fece pressioni affinché si assaltasse Sebastopoli con la fanteria, ma il comandante francese Canrobert si rifiutò adducendo istruzioni di Napoleone III, che ora diceva di voler partire per la Crimea<ref name="Cita|Ffrench Blake|pp. 123-124">{{Cita|Ffrench Blake|pp. 123-124}}</ref>.
 
=== La conferenza di Vienna ===
[[File:Fronte di sebastopoli.jpg|thumb|left|upright=1.3|Le linee inglesi di fronte a Sebastopoli in una delle prime fotografie di reportage di guerra.<ref>Autore [[Roger Fenton]].</ref>]]
 
Durante l'assedio di Sebastopoli si svolse a [[Vienna]] dal 15 marzo 1855 una conferenza fra [[Impero austriaco|Austria]], [[Secondo Impero francese|Francia]], [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|Gran Bretagna]], [[Impero russo|Russia]] e [[Impero ottomano|Turchia]], durante la quale si capì che i russi non avrebbero accettato una limitazione della loro flotta. La Gran Bretagna chiese dunque alla Russia in quale modo intendeva rispettare il 3° dei “Quattro punti”, quello sulla revisione del trattato del 1841 che regolava gli equilibri navali del Mar Nero. Il rappresentante russo decise di scrivere a San Pietroburgo e il 2 aprile la conferenza fu sospesa. Quando riprese, il 17, Francia e Gran Bretagna proposero alla Russia la “neutralizzazione” del Mar Nero<ref>Cedomir Antic, ''Neutrality as Independence. Great Britain, Serbia and the Crimean War'', 9788671790512, Belgrade : Institute for Balkan Studies, 2007.</ref>: tutte le navi da guerra russe e turche dovevano scomparire. La Russia non accettò<ref>{{Cita|Taylor|pp. 129-130}}</ref>.
 
Venendo incontro alla Russia, il ministro degli Esteri austriaco Buol propose una flotta russa di pari forza rispetto a quella di prima della guerra e la possibilità per le navi francesi e inglesi di entrare nel Mar Nero per bilanciarla. Il 16 aprile, però, Napoleone III era arrivato a Londra dove era stato accolto entusiasticamente e dove si convinse che l'alleanza della Gran Bretagna valeva la pena di una guerra seria. Sulla proposta austriaca, appoggiata anche dal ministro degli Esteri francese [[Édouard Drouyn de Lhuys|Drouyn]], Napoleone III dapprima fu esitante poi, sentiti l'ambasciatore inglese Cowley<ref>Henry Wellesley, I conte di Cowley (1804-1884).</ref> e il ministro della Guerra [[Jean Baptiste Philibert Vaillant|Vaillant]], si rifiutò di presentarla alla Russia. Drouyn si dimise e al suo posto fu nominato [[Alexandre Florian Joseph Colonna Walewski|Alexandre Walewski]] (che era per la pace a tutti i costi)<ref>{{Cita|Taylor|pp. 130-131}}</ref>.
 
Quando la conferenza di Vienna si riunì di nuovo, il 4 giugno, l'ambasciatore russo [[Aleksandr Michajlovič Gorčakov|Gorčakov]] rifiutò ogni limitazione della flotta russa e i rappresentanti occidentali ruppero le trattative. L'Austria, ora, avrebbe potuto attaccare la Russia, e invece l'esercito austriaco fu smobilitato il 10 giugno: l'alleanza conservatrice di Francia e Austria era durata meno di 6 mesi<ref>{{Cita|Taylor|p. 131}}</ref>.
 
=== Le operazioni nel Mar d'Azov ===
L'8 maggio il contingente piemontese al comando di Alfonso La Marmora giunse a Balaklava, affiancando le forze britanniche. Quelle francesi invece cambiavano improvvisamente comandante. Napoleone III aveva infatti avuto una controversia di ordine strategico con il comandante Canrobert, il quale ritenne impossibile eseguire delle azioni ordinategli dall'imperatore. Il 19 maggio il comandante francese si dimise e al suo posto fu nominato il generale [[Aimable Pélissier]]. Costui, nonostante il parere contrario di Napoleone III, il 22 maggio, condusse una brillante operazione nel Mar d'Azov. L'azione portò alla conquista di [[Kerč']] e di Enikale, alla cattura di un centinaio di cannoni nemici, alla distruzione di arsenali e magazzini, e all'apertura del [[Mar d'Azov]] alle cannoniere inglesi che causarono gravi danni al commercio russo<ref name="Cita|Ffrench Blake|pp. 123-124"/>.
 
=== I primi assalti a Sebastopoli ===
[[File:Map of Sebastopol lines 1855.png|thumb|left|upright=1.3|In una carta francese le fortificazioni russe in difesa di Sebastopoli in verde, le trincee francesi in blu e quelle inglesi in rosso.]]
[[File:Aimable Pelissier.jpg|thumb|upright=0.8|Il generale [[Aimable Pélissier]], comandante delle forze francesi nel periodo cruciale dell'assedio di Sebastopoli.]]
 
La città di [[Sebastopoli]] nel [[1855]] era assediata dagli eserciti alleati per tre quarti, poiché la grande rada a nord, per la sua ampiezza, impediva un accerchiamento completo. I francesi, che occupavano le due ali dell'assedio lasciando agli inglesi il centro, avevano intrapreso una lotta per la cattura delle posizioni esterne di fronte al [[Baluardo|Bastione]] Centrale (a sud ovest della città) e al ''Bastion du Mât'' (in francese) o ''Flagstaff Bastion'' (in inglese)<ref>Letteralmente “Bastione dell'Asta della bandiera”.</ref>, a sud della città<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 120-121, 125}}</ref>.
 
Il 6 giugno 1855 iniziò il terzo bombardamento di Sebastopoli<ref>furono impiegati 159 cannoni inglesi, 436 francesi e 1.174 russi.</ref>. L'obiettivo dei francesi era quello di catturare la zona di fronte al bastione di Malachov, quello degli inglesi il terreno di fronte all'altrettanto importante ''Redan'' (per gli inglesi) o ''Grand Redan'' (per i francesi)<ref>”Redan”, termine passato dal francese all'inglese come sinonimo di “[[baluardo]]” e “bastione”. In questo caso il termine inglese “Redan” è utilizzato per denominare uno specifico fortilizio di Sebastopoli.</ref> a sud est della città. Si susseguirono fino al 9 giugno tre attacchi alleati che ebbero tutti successo, nonostante i disperati contrattacchi russi. La conquista dei principali bastioni di Sebastopoli sembrò più vicina<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 125}}</ref>.
 
L'assalto vero e proprio ai baluardi iniziò dieci giorni dopo. Il 18 giugno, il giorno dopo l'inizio del quarto bombardamento, i francesi attaccarono infatti Malachov e gli inglesi il ''Redan''. Il risultato fu un fallimento su entrambi i fronti. Su quello inglese l'artiglieria cessò il fuoco in un momento cruciale e su quello francese la divisione del generale Mayran attaccò prematuramente subendo gravi perdite. Pélissier ritirò le truppe francesi e alle 8,30 la battaglia era già conclusa. Gli inglesi persero 1.500 uomini (tra morti e feriti); i francesi contarono 1.600 feriti e 1.500 morti tra cui il generale Mayran<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 126}}</ref>.
 
La posizione degli alleati era difficile anche per un'altra circostanza: il colera e la febbre si diffondevano e colpivano soldati e ufficiali, fra i quali Lord Raglan che morì il 28 giugno. Poiché il generale [[George Brown]], il comandante più anziano, era già malato e di ritorno in patria, Il 1º luglio assunse il comando del corpo di spedizione britannico il generale [[James Simpson (militare)|James Simpson]]. D'altra parte, sul fronte russo, il generale del genio [[Ėduard Totleben]] il 20 giugno fu ferito e non poté più partecipare alla guerra<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 126-127}}</ref>.
 
=== La battaglia della Cernaia ===
{{vedi anche|Battaglia della Cernaia}}
[[File:Battle of the Tchernaya, August 16th 1855.PNG|thumb|left|upright=1.3|Il contrattacco francese presso il ponte Traktir sulla Cernaia il 16 agosto 1855.]]
[[File:Crimea Cernaia DeStefani.JPG|thumb|upright=1.3|La [[battaglia della Cernaia]] consentì al corpo di spedizione piemontese di distinguersi nella guerra di Crimea.]]
Nel tentativo di alleggerire l'assedio di Sebastopoli, il 16 agosto 1855 il capo dell'esercito russo, [[Michail Dmitrievič Gorčakov|Gorčakov]], lanciò un attacco con 4 divisioni di fanteria e 2 brigate di artiglieria da nord, attraverso il fiume [[Čërnaja (tributario del Mar Nero)|Cernaia]]. La linea del fiume era tenuta dai francesi con un caposaldo al centro, oltre il ponte Traktir. I piemontesi erano alla loro destra, di fronte al villaggio di Chorgun, ed erano appoggiati da una batteria britannica di cannoni da 32 libbre. La colonna di destra russa era comandata dal generale Read (di origini scozzesi) e quella di sinistra da [[Pavel Liprandi]]. La 7ª Divisione russa ebbe il primo contatto con i piemontesi che furono spinti al di là della Cernaia<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 127}}</ref>.
 
Al centro, il generale Read portò l'attacco principale della 12ª Divisione sul ponte Traktir. L'assalto riuscì a cacciare indietro i francesi, ma l'avanzata russa sulle pendici delle colline Fediukine fu contrastata da un contrattacco francese alla baionetta. Inoltre, il tentativo russo di dividere i francesi e i piemontesi fu sventato dal generale La Marmora che dispose la propria fanteria sulla linea dell'acquedotto sostenendola con la cavalleria. Qui un ultimo assalto russo di un battaglione di [[Odessa]] fu respinto con gravi perdite per gli attaccanti sulla linea dell'acquedotto<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 127-128}}</ref>.
 
I numeri delle perdite della battaglia della Cernaia, alla quale parteciparono 40.000 russi, 27.000 francesi e 10.000 soldati del Regno di Sardegna, variano secondo le fonti. Per i russi si contano dai 6.000 ai 10.000 fra morti e feriti; per i francesi da 227 a 300 fra morti e dispersi, oltre a 1.200 feriti circa; per i piemontesi si parla invece di 14 morti, 46 dispersi e 170 feriti. Altre fonti riportano perdite alleate (tra morti e feriti) per complessivi 1.761 uomini<ref name =Ffrench-128>{{Cita|Ffrench Blake|p. 128}}</ref><ref>{{Cita|Arnold|pp. 140-141}}</ref><ref>{{Cita|Pieri|p. 587}}</ref><ref>{{Cita|Giglio|p. 587}}</ref>.
 
Dopo la loro sconfitta, i russi cominciarono a gettare un ponte di barche sul lato nord del porto di Sebastopoli. Sintomo che la loro fiducia nel tenere la città era in calo e preparavano la ritirata<ref name=Ffrench-128 />.
 
=== La caduta di Sebastopoli ===
{{vedi anche|Battaglia di Malachov}}
[[File:Vernet - La prise de Malakoff.jpg|thumb|upright=0.8|Un ufficiale inglese rende omaggio alla bandiera francese dopo la [[battaglia di Malachov]].<ref>Dipinto di [[Horace Vernet]].</ref>]]
[[File:Courtine de Malakoff, 8 septembre 1855 par Adolphe Yvon.jpg|thumb|left|upright=1.3|L'assalto francese alle mura di Malachov.<ref>Dipinto di Adolphe Yvon (1817-1893).</ref>]]
[[File:The Crimean War, 1854 - 1856 Q71234.jpg|thumb|left|upright=1.3|La postazione del ''Grand Redan'' dopo la conquista degli alleati.]]
 
Gli alleati iniziarono il quinto bombardamento di Sebastopoli il 17 agosto [[1855]] durante la battaglia della Cernaia. Seguì una settimana di allarmi e cannoneggiamenti. Ciò che gli alleati speravano fosse l'ultimo assalto fu pianificato per il 5 settembre. Quel giorno iniziò il sesto bombardamento sulla città, condotto da 592 cannoni francesi e 183 britannici; fino a quel momento il più pesante della storia<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 128-129}}</ref>.
 
Il bastione di Malachov risultava essere la chiave della difesa russa, per cui l'attacco principale fu concentrato in quella direzione. L'assalto degli inglesi, al centro, sarebbe stato guidato dal generale William John Codrington (1804-1884). Quello dei francesi si sarebbe diviso fra l'ala sinistra e l'ala destra dello schieramento d'assedio: a sinistra, sotto il comando di Charles de Salles (1803-1858), i soldati di Napoleone III avrebbero attaccato il Bastione Centrale e il ''Bastion du Mât''; a destra, gli uomini del generale [[Pierre Joseph François Bosquet|Pierre Bosquet]] avrebbero attaccato Malachov, il ''Petit Redan'' e il ''Rideau'' (''The Curtain'' per gli inglesi)<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 129}}</ref>.
 
Alle 8 di mattina dell'8 settembre, tre mine francesi da oltre una tonnellata e 300&nbsp;kg di esplosivo furono fatte esplodere presso il bastione di Malachov. Le trincee degli assedianti erano state portate a meno di 25 metri dal baluardo e a mezzogiorno le truppe del generale [[Patrice de Mac-Mahon]] saltarono su e furono nel forte. I russi contrattaccarono, ma non riuscirono a rioccupare le posizioni perse. Sulla destra gli uomini del generale [[Joseph Édouard de La Motte-Rouge|Joseph de La Motte-Rouge]] (che aveva preso il comando della 2ª Divisione) penetrarono nel ''Rideau'', ma sul ''Petit Redan'' la divisione di Joseph Dulac (1795-1870) fu respinta subendo gravi perdite. Pélissier ordinò allora di concentrare tutti gli sforzi su Malachov<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 130}}</ref>.
 
Sul lato sinistro invece, l'attacco francese al Bastione Centrale fallì completamente. Al ''Redan'' gli inglesi non ebbero migliore sorte: come il 18 giugno, furono fatti bersaglio dall'artiglieria russa. Solo pochi inglesi riuscirono a penetrare nella fortezza, poi il panico dilagò e un contrattacco nemico causò la loro ritirata. Nessun assalto successivo fu organizzato. Durante la notte, tuttavia, si verificò una tremenda esplosione dopo che alcuni inglesi erano riusciti a penetrare nel ''Redan''. Il magazzino del bastione saltò in aria e alle 4 di mattina anche la ''Flagstaff Battery'' fu distrutta<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 130-131}}</ref>.
 
Allo spuntare del giorno 9 settembre i russi, perso il bastione di Malachov, cominciarono a lasciare la città e si ritirarono verso nord sul ponte di barche. Essi distrussero alle loro spalle Fort Paul, all'ingresso del porto sud, e diverse costruzioni. L'assedio di Sebastopoli era durato 11 mesi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 131}}</ref>, le perdite sofferte nell'assalto finale furono pesanti: 10.000 uomini fra gli alleati e 13.000 fra i russi<ref>{{Cita|Arnold|p. 133}}</ref>.
 
== La fine della guerra in Anatolia orientale ==
[[File:The Siege of Kars, 1855.gif|thumb|upright=1.3|L'assedio russo della città turca di Kars nel 1855.]]
La caduta di [[Sebastopoli]] permise alle forze turche di soccorrere i contingenti assediati in [[Anatolia]] orientale da tutta l'estate, a [[Kars]] e [[Erzerum]]. Il comandante delle forze a Kars, il britannico William Fenwick Williams (1800-1883) si trovava ora di fronte alle forze russe del generale Nikolaj Nikolaevič Murav'ëv-Karsskij (1794-1866)<ref>Il cognome prima delle vicende di Kars era Murav'ëv, trasformato poi in Murav'ëv-Karsskij come ricompensa per la conquista della città turca.</ref>. Le difese di Kars consistevano in fortini comunicanti fra loro attraverso basse mura, troppo estese per consentire un'adeguata protezione. Dato il protrarsi dell'assedio, inoltre, i 17.000 uomini della guarnigione avevano problemi di approvvigionamenti<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 133}}</ref>.
 
Il 16 giugno 1855 Murav'ëv aveva lanciato il suo primo attacco a Kars da est. I turchi lo avevano respinto con notevole sorpresa dei russi, che si erano poi abbandonati a scorrerie interrompendo la strada con la città di Erzerum, anch'essa, da agosto, direttamente minacciata. Il 7 di quel mese un secondo attacco dei russi a Kars da sud-est si era concluso in un altro fallimento. Dal 1º settembre, tuttavia, Williams aveva dovuto dimezzare le razioni valutando di poter resistere ancora due mesi<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 135}}</ref>.
 
I tentativi di organizzare i soccorsi agli assediati di Kars procedettero lentamente. Inglesi e francesi si opposero alla partenza dei turchi dalla Crimea fino alla fine dell'assedio di Sebastopoli e comunque non prima del 29 settembre. Proprio quel giorno Murav'ëv lanciò un massiccio attacco su Kars da nord-est con 30.000 uomini che furono accolti da un intenso fuoco di fucileria e artiglieria. I difensori resistettero ancora. Persero circa 1.000 soldati fra morti e feriti, mentre i russi contarono 6.000 caduti<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 135-136}}</ref>.
 
Verso la metà di ottobre, rinforzi turchi sbarcarono a [[Trebisonda]], si misero in marcia verso l'interno ma si fermarono a Erzerum. Probabilmente i pascià erano intenzionati a vendicarsi delle rivelazioni di Williams riguardo alla loro corruzione e alla loro disonestà. Un ulteriore sbarco si ebbe a [[Sukhumi]]; da lì all'inizio di novembre i turchi avanzarono su [[Kutaisi]] (200&nbsp;km a nord di Kars). Fin quando, il 25 novembre, senza più cibo e numerosi casi di colera scoppiati fra i suoi soldati, il generale Williams si arrese a Murav'ëv<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 136-137}}</ref>.
 
== La ripresa delle operazioni navali (marzo - novembre 1855) ==
[[File:The Bombardment of Sveaborg, 9 August 1855 by John Wilson Carmichael.jpg|thumb|upright=1.3|L'arsenale del porto russo di Suomenlinna (Sveaborg) esplode durante il bombardamento della flotta anglo-francese il 9 agosto 1855.<ref>Dipinto di John Wilson Carmichael (1800-1868).</ref>]]
 
Le operazioni nel [[Mar Baltico]] ripresero nella primavera del 1855. L'ammiraglio inglese [[Charles John Napier]] era stato rimpiazzato da [[James Whitley Deans Dundas]] che comandava una squadra salpata dall'Inghilterra a marzo per bloccare i porti russi nel [[golfo di Finlandia]] e composta da una ottantina di navi<ref>19 navi a vapore e un veliero di linea, 14 fregate, 12 piccole navi a vapore, 21 cannoniere a vapore e 15 navi da assedio (''mortar boats'').</ref>. A queste unità i francesi aggiunsero altre 16 imbarcazioni<ref>3 navi di linea, 3 fregate e 10 piccole cannoniere.</ref><ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 138}}</ref>.
 
Giunte le navi nella zona delle operazioni, il forte russo di [[Loviisa]], nella [[Finlandia]] meridionale, fu catturato: 122 cannoni furono rimossi e la fortezza fatta saltare. Sorte simile toccò al non lontano forte di [[Hamina]] le cui artiglierie furono ridotte al silenzio, le truppe sconfitte e la città incendiata. Il 9 agosto 1855 le due flotte alleate bombardarono pesantemente la base navale fortificata russa di [[Suomenlinna]] (Sveaborg), di fronte a [[Helsinki]]. Dopo tre ore l'arsenale principale dell'isola saltò in aria. L'attacco fu ripetuto il 10 e l'11 agosto: la maggior parte dei cantieri e dei magazzini fu distrutta; 23 piccole navi furono incendiate e una nave di linea semiaffondata<ref>{{Cita|Ffrench Blake|p. 139}}</ref>.
 
Il resto della campagna nel Baltico vide le navi alleate attaccare il naviglio mercantile russo, bloccare i porti commerciali e colpire le difese costiere. La flotta si ritirò a novembre. Azioni navali vennero effettuate dalla flotta inglese anche nel [[Mar Bianco]] e, con minore successo, nel nord dell'[[oceano Pacifico]]<ref>{{Cita|Ffrench Blake|pp. 139-140}}</ref>.
 
== Le trattative di pace e il congresso di Parigi ==
{{vedi anche|Congresso di Parigi}}
[[File:Edouard Dubufe Congrès de Paris.jpg|thumb|upright=1.3|Il [[Congresso di Parigi]]. Il primo delegato a sinistra è [[Camillo Benso conte di Cavour|Cavour]], il terzo [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Buol]]. Il terzo seduto da sinistra è [[Alexandre Florian Joseph Colonna Walewski|Walewski]], seguono [[George Villiers, IV conte di Clarendon|Clarendon]] e Aali<ref>Mehmed Emin Aali Pascià (1815-1871). Diplomatico turco, ex Ministro degli Esteri.</ref>. L'ultimo personaggio a destra è il piemontese [[Salvatore Pes, marchese di Villamarina|Villamarina]].<ref>Dipinto di [[Édouard Louis Dubufe]].</ref>]]
 
La diplomazia, che aveva continuato ad operare per tutto il corso della guerra, nell'estate del [[1855]] mise in campo [[Charles de Morny]] un grande industriale e speculatore francese che vedeva nella [[Impero russo|Russia]] un buon terreno per i suoi affari e per quelli della [[Secondo Impero francese|Francia]]. Costui entrò in contatto con i russi e tentò di indurli ad un accordo<ref>{{Cita|Taylor|p. 133}}</ref>.
 
I francesi, accertatisi per mezzo di Morny delle condizioni che i russi avrebbero accettato, le suggerirono al ministro degli Esteri austriaco [[Karl Ferdinand von Buol-Schauenstein|Buol]], ed infine le presentarono agli inglesi. Queste condizioni, concordate fra Buol e i francesi il 14 novembre 1855, erano una versione più accurata dei Quattro Punti. Buol aveva corretto il primo punto a favore dell'Austria, stabilendo che la Russia doveva cedere la [[Bessarabia]] meridionale in modo da essere allontanata dal [[Danubio]]; mentre al terzo punto andò la clausola di smilitarizzare il [[Mar Nero]], sia da parte russa che da parte turca<ref>{{Cita|Taylor|p. 134}}</ref>.
 
Su queste basi l'Austria inviò un ultimatum alla Russia il 15 dicembre. La Russia rispose cercando di perdere tempo, ma Buol il 5 gennaio [[1856]] rifiutò la risposta. Il 15 si tenne in Russia il consiglio della corona decisivo nel quale il ministro degli Esteri [[Karl Vasil'evič Nessel'rode|Nessel'rode]] convinse i presenti ad accettare incondizionatamente le proposte austriache<ref>{{Cita|Taylor|pp. 135-136}}</ref>.
 
Gli inglesi insistettero su una rapida convocazione del congresso di pace per essere liberi di minacciare una ripresa della guerra in primavera. I preliminari di pace furono firmati il 1º febbraio 1856. La guerra di Crimea era finita. Essa aveva avuto risultati incerti nel [[Vicino Oriente]], ma decisivi in Europa: aveva infranto il mito e la potenza della Russia che aveva battuto [[Napoleone Bonaparte]]<ref>{{Cita|Taylor|p. 137}}</ref>. Nello stesso tempo la tradizionale alleanza tra Austria e Russia cominciò ad incrinarsi, mentre l'ordine uscito dal [[Congresso di Vienna]] quarant'anni prima iniziò ad essere messo in discussione.
 
Il [[Congresso di Parigi|congresso di pace]] per la Crimea si riunì a Parigi dal 25 febbraio al 16 aprile [[1856]] e stabilì le clausole per l'autonomia di [[Principato di Moldavia|Moldavia]] e [[Principato di Valacchia|Valacchia]] che, liberate dal [[protettorato]] russo, rimanevano formalmente nell'[[Impero ottomano]] al quale venne anche assicurata l'integrità territoriale.
Il [[Trattato di Parigi (1856)|trattato]] che ne scaturì dispose la smilitarizzazione del [[Mar Nero]] e la cessione da parte della Russia della zona della [[Delta del Danubio|foce del Danubio]] ([[Bessarabia]] meridionale) a favore della Moldavia. Durante il congresso il Primo ministro del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] [[Camillo Benso conte di Cavour|Cavour]] ottenne che per la prima volta in una sede internazionale si ponesse la questione italiana, avviando quel processo che porterà alla [[seconda guerra di indipendenza]] e al periodo decisivo del [[Risorgimento]].
 
== Influenza culturale ==
Grazie ai primi inviati di guerra, il conflitto fu il primo ad essere costantemente seguito dalle popolazioni delle nazioni coinvolte. Su tali basi di popolarità la guerra di Crimea ispirò vari componimenti.
* Lo scrittore russo [[Lev Nikolaevič Tolstoj]] partecipò all'assedio di Sebastopoli e ne trasse l'ispirazione nel 1855 per i ''[[Racconti di Sebastopoli]]''.
* Una delle opere più famose del poeta britannico [[Alfred Tennyson]] è ''The Charge of the Light Brigade'', scritta nel 1855 e ispirata alla carica della Brigata Leggera inglese nella battaglia di Balaklava. A sua volta la poesia ispirò nel 1983 il gruppo musicale [[Iron Maiden]] che nell'album ''[[Piece of Mind]]'' presentò il brano ''The Trooper''.
* Lo scrittore italiano [[Iginio Ugo Tarchetti]] fu autore nel 1866 del romanzo antimilitarista ''[[Una nobile follia]]'' ambientato in Crimea durante il conflitto.
* L'episodio della battaglia di Balaklava fu oggetto di tre film, tutti intitolati ''The Charge of the Light Brigade''. Il primo, un cortometraggio americano, risale addirittura al 1912; il secondo, conosciuto in Italia con il titolo ''[[La carica dei seicento]]'', uscì nelle sale nel 1936, ed è probabilmente il più famoso dei tre; il terzo, ''[[I seicento di Balaklava]]'' del 1968, è una produzione britannica che non ebbe il successo sperato, forse per la concomitanza dell'uscita con l'attualità della [[guerra del Vietnam]].
* Il romanzo di [[fantascienza]] [[ucronia|ucronica]] ''[[Il caso Jane Eyre]]'' di [[Jasper Fforde]] del 2001 è ambientato nel 1985 in un [[mondo immaginario]] in cui la guerra di Crimea non è ancora terminata.
 
== Note ==
{{Note strette}}
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore=Guy Arnold|titolo=The A to Z of the Crimean War|città=Lanham-Toronto-Plymouth|editore=The Scarecrow Press|anno=2010|isbn=978-0-8108-7630-9|cid=Arnold|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Val Ffrench Blake|titolo=The Crimean War|città=Barnsley (South Yorkshire)|editore=Pen & Sword Books Limited|anno=2006|isbn=978-1-84415-449-4|cid=Ffrench Blake|lingua=en}}
* {{Cita libro|autore=Vittorio Giglio|titolo=Il Risorgimento nelle sue fasi di guerra, Vol. I |città=2 voll, Milano|editore=Vallardi|anno=1948|isbn=no|cid=Giglio}}
* {{Cita libro|autore=[[Piero Pieri]]|titolo=Storia militare del Risorgimento|città=Torino|editore=Einaudi|anno=1962|isbn=no|cid=Pieri}}
* {{Cita libro|autore=[[Alan John Percival Taylor]]|titolo= L'Europa delle grandi potenze. Da Metternich a Lenin (The Struggle for Mastery in Europe 1848-1918)|città=Bari|editore=Laterza|anno=1961|isbn=no|cid=Taylor}}
 
== Voci correlate ==
* [[Corpo di Spedizione Sardo in Crimea]]
* [[Età vittoriana]]
* [[Russia sotto Nicola I]]
* [[Politica estera russa dopo la guerra di Crimea]]
* [[Medaglia britannica di Crimea]]
* [[Ossario italiano di Crimea]]
 
== Altri progetti ==
{{Interprogetto|commons=Crimean War}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|guerra|Risorgimento}}
 
[[Categoria:Guerra di Crimea| ]]