Provincia di Ascoli Piceno e Poz: differenze tra le pagine

(Differenze fra le pagine)
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Luigi936 (discussione | contributi)
Provincia: Ascoli Piceno, Bilancio demografico anno 2018, Comuni popolazione, Comuni più popolosi, Popolazione aitanti al 30 novembre 2018
 
m Annullate le modifiche di 91.253.194.7 (discussione), riportata alla versione precedente di IrishBot
Etichetta: Rollback
 
Riga 1:
{{AvvisounicodeDisambigua}}
== Codici ==
{{Divisione amministrativa
* POZ – [[codice aeroportuale IATA]] dell'[[aeroporto di Poznań-Ławica Henryk Wieniawski]], [[Polonia]]
|Nome=Provincia di Ascoli Piceno
* poz – codice [[ISO 639-3]] delle [[lingue maleo-polinesiache]]
|Nome ufficiale=
|Panorama=544AscoliPPrefettura.JPG
|Didascalia=[[Palazzo del Governo (Ascoli Piceno)|Palazzo San Filippo]], sede della Provincia.
|Bandiera=Provincia di Ascoli Piceno-Gonfalone.png
|Stemma=Provincia di Ascoli Piceno-Stemma.png
|Stato=ITA
|Grado amministrativo=2
|Divisione amm grado 1=Marche
|Capoluogo=[[Ascoli Piceno]]
|Amministratore locale=Sergio Fabiani
|Partito=centrosinistra
|Data elezione=30-10-2018
|Data istituzione=
<!-- Coordinate di: Ascoli Piceno -->
|Altitudine=
|Superficie=1228.27
|Note superficie=
|Abitanti=207313
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2018gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 30 novembre 2018.
|Aggiornamento abitanti=30-11-2018
|Sottodivisioni=[[provincia di Ascoli Piceno#Comuni|33 comuni]]
|Divisioni confinanti= [[Provincia di Macerata|Macerata]], [[Provincia di Fermo|Fermo]], [[Provincia di Teramo|Teramo]], [[Provincia di Rieti|Rieti]], [[Provincia di Perugia|Perugia]]
|Lingue=
|Codice postale=63100, 6306x, 6307x, 6308x, 6309x
|Prefisso=[[0736]], [[0735]], [[0734]]
|Codice catastale=
|Immagine localizzazione=Ascoli Piceno in Italy.svg
|Didascalia mappa=
|Incipit=no
}}
La '''provincia di Ascoli Piceno''' è un [[ente locale (ordinamento italiano)|ente locale]] [[Province d'Italia|territoriale]] delle [[Marche]] che conta {{formatnum:207313}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/>.
 
== Altro ==
Ha per capoluogo la [[Ascoli Piceno|città omonima da cui il nome]], mentre la sede amministrativa legale si trova presso il [[Palazzo del Governo (Ascoli Piceno)|Palazzo del Governo]].<ref>{{cita web|url=http://www.provincia.ap.it/provincia/file/statuto.pdf|titolo=Art. 2 dello Statuto della Provincia di Ascoli Piceno|accesso=10 aprile 2010|formato=pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101129221749/http://provincia.ap.it/provincia/file/statuto.pdf|dataarchivio=29 novembre 2010}}</ref>
* ''[[POZ (rivista)|POZ]]'' – rivista statunitense dedicata ad un pubblico di persone sieropositive
 
I suoi abitanti sono comunemente denominati [[piceni]],<ref>[[Fernando Palazzi]], ''Novissimo dizionario della lingua italiana'', IV appendice, Milano, 1957.</ref> in ricordo dell'antico popolo italico di cui la preromana ''Asculum'' fu capitale.<ref>La tradizionale considerazione, risalente almeno a [[Verrio Flacco|Flacco]], di Ascoli come ''caput gentis'', in quanto luogo d'approdo della migrazione picena, è testimoniata in: {{cita libro|nome=Alessandro|cognome=Naso|titolo=I Piceni|anno=2000|editore=Longanesi|città=Milano}} ISBN 88-304-1599-5</ref> Altrettanto comune, specie localmente, è l'utilizzo in senso stretto del toponimo Piceno per indicare la provincia di Ascoli.<ref>[http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/ascoli/cronaca/2010/02/03/288565-rivedere_circoscrizioni.shtml Un uso del toponimo ''Piceno'' in questo senso] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100205183722/http://ilrestodelcarlino.ilsole24ore.com/ascoli/cronaca/2010/02/03/288565-rivedere_circoscrizioni.shtml |data=5 febbraio 2010 }} sul ''[[Resto del Carlino]]''.</ref>
 
== Geografia fisica ==
[[File:Provincia di Ascoli Piceno.jpg|thumb|upright=1.4|Mappa fisica e topografica della Provincia di Ascoli Piceno]]
Bagnata a est dal [[mare Adriatico]], la provincia di Ascoli Piceno è la più meridionale delle Marche e confina con tre regioni: l'[[Abruzzo]] ([[provincia di Teramo]]) a sud, il [[Lazio]] ([[provincia di Rieti]]) a sud-ovest e l'[[Umbria]] ([[provincia di Perugia]]) a ovest. Il confine abruzzese è segnato nel tratto orientale dal fiume [[Tronto]], il cui bacino include anche i comuni laziali di [[Amatrice]] e [[Accumoli]], che però non sono mai appartenuti amministrativamente al Piceno. Interamente transtruentini sono invece i comuni di [[Folignano]] e [[Maltignano]], storici baluardi della città di Ascoli.
{{doppia immagine verticale|left|Monte Vettore.jpg|PortodAscoli Maiella.jpg|180|Il [[Monte Vettore|Vettore]] (2.476&nbsp;m)|L'Adriatico a [[San Benedetto del Tronto]]}}
 
Entro la regione Marche la provincia confina inoltre a nord con la [[provincia di Fermo]] (lungo il corso dell'[[Aso (fiume)|Aso]]) e a ovest con quella di [[Provincia di Macerata|Macerata]] (lungo lo spartiacque [[Appennino umbro-marchigiano|appenninico]]: la frontiera amministrativa si situa infatti fra il comune di [[Montemonaco]] e quello di [[Castelsantangelo sul Nera]], appartenente al bacino del [[Tevere]]).
 
Il territorio provinciale è prevalentemente [[collina]]re (62,4%), ma entro i limiti amministrativi delle Marche il Piceno possiede comunque la più alta percentuale di aree [[montagna|montuose]]: il 37,6% (suddiviso fra i comuni di [[Acquasanta Terme]], [[Arquata del Tronto]], [[Comunanza]], [[Montegallo]], Montemonaco, [[Roccafluvione]]), contro il 34,5% di [[provincia di Ancona|Ancona]], il 32,3% di Macerata, il 31,1% di [[provincia di Pesaro e Urbino|Pesaro e Urbino]], il 9,1% di Fermo.<ref>[[ISTAT]], {{collegamento interrotto|1=[http://statistica.regione.marche.it/LinkClick.aspx?fileticket=7A1O%2b133leQ%3d&tabid=119&mid=494&forcedownload=true ''Elenco comuni marchigiani e zone altimetriche di appartenenza''] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, 2001 (in formato .xls).</ref> La provincia include la cima più elevata della regione, il [[Monte Vettore|Vettore]] (2.476&nbsp;m), e possiede un'ampia fascia preappenninica che culmina nella vetta dell'[[Monte Ascensione|Ascensione]] (1.108&nbsp;m) situata appena a nord del capoluogo. Trascurabile è invece la striscia di territorio [[pianura|pianeggiante]] che si snoda lungo la costa per circa 20&nbsp;km.
 
L'alto Piceno è suddiviso fra le [[comunità montane]] del [[Comunità Montana del Tronto|Tronto]] e dei [[Comunità Montana dei Sibillini|Sibillini]] (quest'ultima ricaduta in parte nella provincia di Fermo dopo la sua istituzione nel [[2004]]). La zona è occupata dalle vette principali della sottocatena dei [[Sibillini]], con il [[lago|bacino glaciale]] del [[Lago di Pilato]] (monte Vettore) che si caratterizza per ospitare il minuscolo crostaceo [[endemismo|endemico]] detto [[chirocefalo del Marchesoni]]. Il territorio montano provinciale forma anche parte dei [[parchi nazionali]] dei [[Parco nazionale dei Monti Sibillini|Sibillini]] e del [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga|Gran Sasso e Monti della Laga]].
 
Il terreno agricolo produce i frutti tipici delle coltivazioni mediterranee, fra cui l'[[olivo]] e la [[Vitis|vite]]. Fra i prodotti principali si ricordano l'[[Oliva Ascolana del Piceno|oliva ascolana]] e il [[vino]] [[Rosso Piceno Superiore]], la cui zona di produzione è esclusiva della provincia e ha il suo cuore nel crinale settentrionale della media e bassa [[valle del Tronto]]. Tale crinale è percorso dall'omonima ''Strada del Rosso Piceno Superiore'' (SP 1) che collega [[Offida]] a [[San Benedetto del Tronto|San Benedetto]] attraverso i comuni di Offida (Borgo Miriam), [[Ripatransone]] (Messieri e San Savino) e [[Acquaviva Picena]].
[[File:Province of Ascoli Piceno SRTM.png|thumb|upright=1.2|Mappa topografica della provincia]]
 
Lungo la costa si incontrano le stazioni balneari di [[Cupra Marittima]], [[Grottammare]] e San Benedetto del Tronto. Quest'ultima, seconda città della provincia per popolazione, è anche uno dei maggiori [[Porto|porti]] [[pesca (attività)|pescherecci]] dell'Adriatico e d'[[Italia]]. Un quarto comune costiero è [[Massignano]], che possiede una frazione sul litorale ([[Marina di Massignano]]), mentre il capoluogo è in collina.
 
==== Passi e valichi ====
<div style="font-size:90%; border:0px; padding:0px; margin-left:1em; margin-right:0px;margin-bottom:0px; text-align:center">
{| class="wikitable" style="width:50%;"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! Nome
! Altitudine (m)
|-
| [[Forca Canapine]]
| align=right|1.541
|-
| [[Forca di Presta]]
| align=right|1.550
|-
|}
</div>
 
== Storia ==
=== Preistoria ===
{{vedi anche|Piceni}}
Il ritrovamento di schegge e amigdale intorno alla città di [[Ascoli Piceno]] attesta la presenza umana fin dall'[[età della pietra]], rappresentata nel [[Paleolitico inferiore]] e [[Paleolitico medio|medio]] dai protoantropi e dall'[[uomo di Neanderthal]] e a partire dal [[Paleolitico superiore]] dall'uomo moderno proveniente dall'[[Europa Orientale]], di cultura Aurignaziana e Bertoniana inizialmente, che poi riceve più recentemente influssi dall'[[Anatolia]] e dal [[Medio Oriente]], con l'introduzione 6000 anni fa dell'[[agricoltura]] e della [[Cultura della ceramica cardiale|ceramica cardiale]] da parte delle popolazioni [[Neolitico|neolitiche]] della [[Mezzaluna Fertile]].<ref>S. Balena, op. cit., pag. 44.</ref> Varie sono le tracce lasciate dall'uomo nell'[[età del bronzo]] e del [[Età del ferro|ferro]], quando nel territorio giunsero popolazioni di lingua [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]] provenienti dalle [[Mar Nero|steppe pontiche]], che sovrapponendosi alle popolazioni mediterranee di cultura neolitica andarono a formare i primi popoli [[italici]], di cui i [[Piceni]] facevano parte. Questi ultimi, originari della [[Sabina]], penetrarono lungo la valle del Tronto e fondarono vari insediamenti, guidati secondo la leggenda dal [[Pico Marzio|picchio]] sacro al dio [[Marte (divinità)|Marte]].
 
Importanti vestigia picene si rinvengono tanto nell'[[Ager Asculanus|agro ascolano]] e [[Ager Truentinus|truentino]], quanto nel più settentrionale [[Ager Cuprensis|agro cuprense]], particolarmente generoso di reperti [[epigrafi]]ci, manifatturieri e [[necropoli|tombali]]. Si ricordano le necropoli di Cupra Marittima, Offida e [[Spinetoli]] (età del ferro), i cui scavi hanno portato alla luce materiale di notevole valore [[archeologico]], e le migliaia di manufatti dell'età del bronzo restituiti dal ''[[Cuprae Mons]]'' (Ripatransone), testimoni di un elevato livello tecnico di lavorazione del metallo e della ceramica.
 
=== Antichità ===
A partire dalla colonizzazione romana la storia della provincia ascolana ruota essenzialmente intorno alle vicende che videro protagonista il capoluogo e ai rapporti di questo con i centri circostanti. [[Plinio il Vecchio]] nella ''[[Naturalis historia]]''<ref>Plinio il Vecchio, ''[http://la.wikisource.org/wiki/Naturalis_Historia/Liber_III#111 Naturalis Historia]'', III, 111.</ref> descrive la città e il territorio come segue.
[[File:Cupra.jpg|thumb|upright=0.7|La dea [[Cupra]] degli antichi Piceni in un dipinto del [[Adolfo De Carolis|De Carolis]] nel [[palazzo del Governo (Ascoli Piceno)|palazzo del Governo]] di Ascoli: nella mano sinistra la figura reca una tipica armilla]]
 
{{Citazione|(...) la colonia di Ascoli, la più illustre nel Piceno|Plinio il Vecchio, ''Naturalis historia''|(...) colonia Asculum, Piceni nobilissima|lingua=la}}
 
Ascoli, culla della civiltà dei [[Piceni]], sorge sulla [[via Salaria]] alla confluenza del fiume [[Tronto]] con il [[Castellano (torrente)|torrente Castellano]], circondata dal [[monte Ascensione]] a nord, dai [[monti Sibillini]] ad ovest e dai [[Monti della Laga]] a sud; a est si apre la vallata del Tronto che giunge fino al mare. Sulla posizione geografica particolarmente favorevole alla difesa della città scrive [[Strabone]]:<ref>Strabone, ''[http://remacle.org/bloodwolf/erudits/strabon/livre54.htm Geografia]'', V, 4, 2.</ref>
 
{{Citazione|All'interno c'è ... Ascoli Piceno, luogo fortificato ... e le circostanti montagne inaccessibili agli eserciti.|Strabone, ''[[Geografia (Strabone)|Geografia]]''|Ἔστι δ´ ἐν τῇ μεσογαίᾳ ... τὸ Ἄσκλον τὸ Πικηνόν, ἐρυμνότατον χωρίον ... καὶ τὰ περικείμενα ὄρη στρατοπέδοις οὐ βάσιμα.|lingua=grc}}
 
Nella prima metà del [[III secolo a.C.]] Ascoli e il suo territorio divennero parte del sistema egemonico romano, ma con la caduta dei [[Gracchi]], e dopo l'assassinio del [[tribuno della plebe|tribuno]] [[Marco Livio Druso (tribuno)|Druso]], il malcontento per la mancata risoluzione del problema agrario e della concessione della cittadinanza<ref>Nel [[90 a.C.]] il [[Senato romano]] emanò la ''[[Lex Iulia de civitate]]'' concedendo la cittadinanza ai latini e agli alleati italici non ribelli o belligeranti nei confronti di Roma.</ref> ([[91 a.C.]]) sfociò nella ribellione contro [[Roma]] e nell'inizio della [[guerra sociale]]. Questo evento rappresentò il momento più significativo della storia civica antica. La città subì quindi l'assedio (che durò circa un anno) e la distruzione da parte di [[Gneo Pompeo Strabone|Pompeo Strabone]]. Risorse tuttavia in età imperiale e divenne la più importante del [[Regio V Picenum|Piceno]], assumendo le prerogative di centro amministrativo della regione e legando il suo destino a quello dell'[[Impero romano]]. In epoca imperiale nel territorio dell'attuale provincia, oltre ad ''Asculum Picenum'', erano presenti altri centri urbani di più piccole dimensioni: ''Cupra Maritima'' nella costa nord-orientale, ''Truentum'' alle foci del Tronto e l'insediamento di ''Novana'', attestato solo da fonti scritte e quindi non facilmente collocabile nel territorio (forse si trovava nella parte settentrionale dell'attuale provincia, nei pressi di [[Montedinove]]).
 
=== Medioevo ===
Dopo la decadenza imperiale Ascoli mantenne un regime autonomo fino a quando, in [[Regni romano-barbarici|epoca barbarica]], fu raggiunta dai [[Goti]] di [[Alarico I]] ([[405]]). Il condottiero germanico, oltrepassando il [[Po]] e [[Bologna]], scese lungo gli Appennini e penetrò nell'area picena restandovi cinque anni. Da qui mosse alla volta di Roma che conquistò con il [[sacco di Roma (410)|sacco]] del 24 agosto [[410]]. Il re dei [[Visigoti]] giunse fin sotto le mura di Ascoli, ma vista la solidità delle difese cittadine rinunciò all'attacco. Secondo la tradizione popolare, mentre Alarico stava cercando il punto più favorevole per introdursi in città, apparvero sulle mura di cinta [[sant'Emidio]] e i suoi compagni. Il re, spaventato dall'apparizione, desisté dal suo intento.
 
Ascoli scampò anche alla distruzione di [[Attila]] nel [[452]], poiché il re degli [[Unni]] la evitò conoscendo la determinazione e la forza con cui la città l'avrebbe combattuto. [[Ataulfo]] la visitò, ma anche questi rinunciò ad attaccarla per l'evidente saldezza delle difese. Si accontentò allora di provvedere ai rifornimenti necessari al suo esercito saccheggiando le campagne vicine. Nel sessantennio compreso tra i regni di [[Teodorico il Grande|Teodorico]], re degli [[Ostrogoti]], e del generale [[Vitige]] Ascoli visse un periodo di pace. [[Belisario]], nel [[540]], la assoggettò all'[[Impero bizantino]], e nel [[544]] [[Totila]], conquistati i castelli della vallata del Tronto, se ne impadronì con l'assedio che la costrinse alla resa.
 
Liberatisi della dominazione gotica gli ascolani tornarono a governarsi autonomamente. In seguito il duca [[Faroaldo I]] a capo dei [[Longobardi]] conquistò l'intera Marca e cinse d'assedio la città espugnandola e distruggendola per la seconda volta ([[578]]). Il duca mise in atto inoltre un feroce saccheggio che privò Ascoli delle sue ricchezze e ne abbatté mura, torri e palazzi, incorporandola poi territorialmente al [[Ducato di Spoleto]].
 
Dall'anno [[599]] la regina [[Teodolinda]], sovrana cattolica consorte di [[Agilulfo]], favorì l'opera di ricostruzione della città e dei suoi castelli. Il territorio fu governato per 196 anni dai [[gastaldato|gastaldi]] del Ducato di Spoleto, finché nel [[773]] [[Ildebrando]] assoggettò il ducato alla Santa Sede. Nel [[744]] [[Carlo Magno]] disgiunse Ascoli dal Ducato di Spoleto e, ponendola sotto la protezione della Santa Sede, la costituì in [[Comitato ascolano|Contea ascolana]]. In questo periodo furono donati da [[Ancarano (Italia)|Ancarano]] al Capitolo della [[cattedrale di Sant'Emidio]], guidata dal vescovo Justolfo, i castelli di [[Maltignano]] e [[Nereto]] (il primo destinato al Capitolo, il secondo alla città),<ref>S. Balena, op. cit. pag. 167.</ref> i quali passarono sotto la competenza del territorio ascolano.
 
Grazie alle disposizioni del [[Privilegium Ottonianum]], che ratificava l'accordo raggiunto tra impero e papato, a partire dall'anno [[1010]] si aprì per il comprensorio della città un nuovo capitolo di storia. Il governo episcopale del territorio fu istituito da [[papa Sergio IV]], che affidò la Contea ascolana al vescovo Emmone. Questi riunì in sé l'esercizio del potere ecclesiastico e secolare e il controllo delle rispettive giurisdizioni con l'ausilio di suoi vicari e viceconti (consoli e senatori nominati tra gli appartenenti alle famiglie nobili della città o del contado).
 
Più tardi l'imperatore [[Corrado II il Salico|Corrado II]] concesse ad Ascoli il privilegio di battere moneta e di organizzare mercati e fiere nel comprensorio della diocesi e della contea ([[1037]]). Grazie alla munificenza e agli atti di liberalità dei vescovi, la contea vide il fiorire di acquedotti, ospedali, monasteri, ponti e nuove torri.<ref>Si ricorda che il vescovo Bernardo II dispose la costruzione di oltre ottantadue [[torre|torri]] gentilizie, che furono abbattute tra le novantuno distrutte nel [[1242]] durante il sacco di Federico II.</ref> Il governo episcopale ascolano, garantista delle libertà civili del contado, ebbe termine nell'anno [[1212]].
 
==== Il periodo comunale ====
[[File:544AscoliPPrefettura.JPG|thumb|upright=1.3|[[Palazzo del Governo (Ascoli Piceno)|Palazzo del Governo]] (sede legale della provincia)]]
 
Sul finire del [[XII secolo]] Ascoli si eresse a [[libero comune]] ([[1183]]) e nominò suo primo podestà Berardo di Massio da Lisciano. Il Capitolo ascolano era invece guidato da suo fratello, l'arcidiacono Rinaldo di Massio. I poteri civili erano attribuiti all'autorità comunale, mentre il vescovo esercitava la supremazia spirituale. La città conobbe in età comunale un notevole accrescimento urbanistico e demografico raggiungendo un florido sviluppo civile ed economico. Alla metà del [[XIII secolo]] ([[1250]]) risalirebbero, di fatto, le norme statutarie del comune trascritte nel [[1377]].<ref>Le norme statutarie ascolane furono stampate da fra Giovanni da [[Teramo]] nel convento di Santa Maria di Solestà nel [[1496]].</ref>
 
Oltre ad Ascoli crescevano intanto anche altri centri del territorio, in particolare [[Offida]] e [[Ripatransone]] (libero comune dal [[1205]]), due forti castelli variamente coinvolti nelle guerre tra Ascoli e Fermo e tra Chiesa e Impero. Dal Duecento in poi furono soprattutto le vicissitudini di Ascoli e Fermo a segnare la storia del potere e delle istituzioni nella Marca tra la caduta degli [[Hohenstaufen|Svevi]] e il ritorno del dominio della Chiesa. Tutte le città del Piceno furono alternativamente [[guelfi|guelfe]] e [[ghibellino|ghibelline]], tendendo ad allearsi di volta in volta con la fazione prevalente; ma il declino imperiale e la [[cattività avignonese]] favorirono, nel Trecento, l'avvento di numerosi avventurieri e generarono momenti di forte tensione tra le parti.
 
Il capoluogo fu assoggettato a [[Federico II di Svevia|Federico II]] nel [[1242]]. Il re penetrò all'interno delle mura sollecitato dai ghibellini e, col pretesto di punire la fazione guelfa, distrusse Ascoli per la terza volta. Nel [[1290]] [[papa Niccolò IV]], ascolano, con bolla pontificia istituì l'Università cittadina, che affiancò lo ''Studio Ascolano'' noto come ''Collegio dei Dottori''. Il comune, sebbene straziato da lotte intestine, riuscì ad accrescere il proprio potere industriale e ad allargare i traffici commerciali confederandosi con [[Perugia]], [[Siena]] e [[Firenze]], e nel [[1326]] stipulò un trattato commerciale con la [[Repubblica di Venezia]].
 
Al contempo fronteggiava gli attacchi di Fermo, città rivale fin dai tempi della guerra sociale, quando aveva appoggiato Strabone nella conquista di Ascoli. I contrasti si originavano da rivendicazioni di predominio territoriale e di natura commerciale. [[Ottone IV di Brunswick|Ottone IV]] aveva concesso a Fermo (1º dicembre [[1211]]) il dominio esclusivo del litorale piceno compreso fra il [[Tronto]] ed il [[Chienti]], ma Federico II arretrò il confine fermano dal Tronto al [[Ragnola]] e concesse il Tronto ad Ascoli. L'imperatore infatti aveva consentito agli ascolani la costruzione di un porto sulla sinistra della foce del fiume. Nel [[1316]] [[papa Giovanni XXII]] concesse l'autorizzazione alla realizzazione del [[porto d'Ascoli]], ma i fermani lo distrussero solo pochi anni dopo la sua entrata in funzione. Le ostilità tra ascolani e fermani si protrassero per oltre centocinquant'anni e coinvolsero anche [[Acquaviva Picena|Acquaviva]], [[Offida]] e [[Ripatransone]], formando una “scacchiera” di alleanze sul territorio.<ref>La più vicina Offida fu alleata di Fermo che, sempre nella valle del Tronto, contava sul castello di Acquaviva; Ripatransone, pur essendo compresa nel Comitato fermano, era alleata di Ascoli.</ref>
 
==== Le signorie ====
Il regime comunale di Ascoli vide la sua fine all'inizio del [[XIV secolo]] quando, a causa delle lotte interne tra famiglie rivali ed il dispendio di energie per le guerriglie combattute contro Fermo, si aprì la strada all'instaurazione di dispotiche signorie. Queste si succedettero sotto diversi domini tra i quali quello del ghibellino Giovanni Vannibene<ref>S. Andreantonelli, op. cit. pag. 155.</ref> della famiglia Dal Monte<ref>A. Rodilossi, op. cit. pag. 23.</ref> che governò la città tra il [[1318]] ed il [[1319]]. A questi seguì la tirannia di [[Galeotto I Malatesta]], nominato dagli ascolani ''Capitan Generale dell'Armi Cittadinesche'', cui fu affidato il comando della guerra contro Fermo. Il condottiero arrivò nel [[1348]] e fu cacciato nel [[1353]].
 
Le [[Costituzioni egidiane]], promulgate a [[Fano]] nel [[1357]], furono redatte da [[Egidio Albornoz]] che ricevette l'incarico dal pontefice di compilare una topografia dettagliata dei castelli e delle città della Marca che ricadevano nella soggezione dello Stato Pontificio. Al fine di stabilire il rapporto gerarchico di sottomissione con lo Stato fu necessario distinguere tutti i centri che, avendo un rapporto diretto con Roma, godevano di autonomia locale e quelli che, appartenendo allo Stato della Chiesa, erano soggetti ai domini delle città di Fermo e di Ascoli. Tali Costituzioni furono applicate con valore di legge e sancirono i principi amministrativi tesi a regolamentare i territori dipendenti dalla Santa Sede. Il loro dispositivo prevedeva che ogni centro urbano possedesse un proprio statuto comunale sebbene soggiacessero comunque alla legislazione della Chiesa e ristabilirono il ritorno del governo dello Stato Pontificio anche sul territorio ascolano. Definirono Ascoli come una tra le città: «''maiores et magis nobiles''» delle Marche.
 
Si ricorda anche la tirannia ghibellina di Filippo di Massa dei Tibaldeschi, ghibellino, che governò gli ascolani per un solo anno tra il [[1360]] ed il [[1361]].<ref>G. Marinelli, op. cit. p. 336.</ref> Questi appartenne ad un ramo della dinastia [[Norcia|norcina]] insediatasi ad Ascoli ed ebbe un palazzo tra [[piazza Arringo]] e [[Piazza del Popolo (Ascoli Piceno)|piazza del Popolo]]. Il suo casato si imparentò con i Massio da Lisciano e strinse legami con le locali famiglie nobiliari dei Dal Monte e degli Sgariglia. Filippo Tibaldeschi, capeggiando un cospicuo gruppo di fuoriusciti, nella notte del 4 luglio [[1360]], si impadronì con prepotenza del governo della città assaltando la residenza del governatore Bentivoglio fuori sede per ragioni di Stato. Dopo aver sbaragliato ed ucciso il corpo di guardia si fece nominare dai suoi sostenitori ''Conte e Signore di Ascoli'' il giorno successivo (5 luglio). L'esercizio del suo potere si contraddistinse per despotismo ed efferatezza. L'anno seguente, l'8 luglio [[1361]], il cardinale Egidio Albornoz, dopo aver scomunicato i Tibaldeschi, inviò nella città picena un contingente di forze armate al fine di dare man forte agli avversari interni del Signore ascolano. I papalini appiccarono incendi alle residenze dei filippisti e lo stesso tiranno si vide costretto ad abbandonare Ascoli cercando riparo presso i Barnabò Visconti, Signori di Milano, ma il Tibaldeschi non riuscì mai a raggiungerli perché morì a [[Pisa]] ucciso a causa della delazione di un suo scudiero.
 
La città tornò sotto il dominio della Chiesa e fu governata da [[Gomez Albornoz|Pedro Gómez Alvarez de Albornoz]], vicario pontificio e nipote del cardinale Egidio, fino al [[1376]]. All'epoca imperversavano sul territorio numerose tirannie cittadine, trovando appoggio nella [[Lega fiorentina]] avversaria del papa. In mano alla Santa Sede restavano le sole Ascoli e Ripatransone. Il 27 febbraio però Ascoli si rivoltò contro il Gomez, costringendolo a barricarsi entro la cittadella. All'assedio corsero i ghibellini locali, con Rinaldo di Monteverde, capitano di ventura che fu signore di Fermo fino al [[1379]] ([[Boffo da Massa]] un Tibaldeschi, Giovanni Conti e Filippo Bastoni). Accorse anche un esercito di mercenari bretoni e inglesi al soldo del papa.<ref>Non è chiaro se gli assedianti siano venuti allo scontro con i mercenari; in questo caso, comunque, parrebbe logico collocare l'evento non al principio dell'assedio (27 febbraio), come si trova in alcune fonti, ma presso il termine di esso (tra il 16 ottobre e il 13 dicembre).</ref>
Gomez Albornoz, nonostante l’esercito ghibellino fosse agguerrito e forte di numerosi soldati, riuscì ad aver salva la vita e a sfuggire alla cattura. In suo aiuto accorse l’esercito del papa che convinse i comandanti ghibellini a desistere dal portare a termine l’impresa.
L'impegno in Ascoli impedì al Monteverde di partecipare all'assedio di [[Ripatransone|Ripa]] in maggio: fu il primo dei due assalti subiti dal castello e fu respinto dal comandante Carusino. Il 13 settembre i ghibellini tornarono meglio organizzati, con lo stesso Rinaldo, subendo però una nuova sconfitta a causa sia della tradizionale solidità degli assediati sia dell'imperizia degli assedianti: uno dei loro comandanti, Tommaso di Jacobuzio Politi, finì ucciso dalle sue stesse truppe per gli errori commessi, pur avendo vantato una perfetta conoscenza del sistema difensivo.<ref>La sua famiglia infatti era originaria proprio di Ripatransone.</ref> Il 13 dicembre, al termine di dieci mesi d'assedio, il Gomez capitolò,<ref>A. di Niccolò, ''Cronache della città di Fermo (1176-1557)'', Firenze, 1870, pag. 120-122.</ref><ref>A. De Santis, ''Ascoli nel Trecento'' (volume II), Grafiche Cesari, Ascoli Piceno, 1988, pag. 174-198.</ref> pur riuscendo a salvarsi la vita. Ma le signorie ghibelline locali, avvantaggiatesi della lontananza del papa, non erano destinate a durare; la stessa presenza dell'esercito pontificio sul territorio provocò defezioni nelle loro file. Ascoli tornò alla Santa Sede, trovandosi al fianco di Ancona, di [[Camerino]] e della stessa Fermo contro Rinaldo, che fu cacciato dai fermani nel [[1379]] e poco dopo decapitato.
 
Sul finire del secolo, nel [[1390]], [[papa Bonifacio IX]] concesse alla città di Ascoli il diritto all'autogoverno ottenuto a seguito del pagamento di un tributo di 2000 fiorini d'oro annui.
 
Più tardi, nel [[1395]], Matteo Acquaviva, duca d'[[Atri]], forte del sostegno dei ghibellini fuoriusciti, attaccò la città ascolana e la conquistò. Questi riuscì a governare per un solo anno prima di essere cruentemente scacciato. Nei primi anni del XV secolo, [[papa Innocenzo III]] cedette Ascoli in feudo al re di Napoli Ladislao che l'affidò al suo delegato Andrea Matteo Acquaviva. Per mantenere il regime di feudalità il re si vide costretto a diminuire le gabelle e ad accordare franchigie, dopo che l'Acquaviva fu minacciato di scomunica da [[Gregorio XII]]. Venuto a mancare il re, il figlio naturale di Francesco il Vecchio, [[Conte da Carrara]], occupò la città riuscendo, due anni più tardi, a farsi nominare Signore di Ascoli. [[Papa Martino V]], nel [[1426]], favorito anche dalla fazione guelfa, pose termine all'asservimento napoletano e ricondusse la città sotto il governo della Chiesa.
 
Tra le varie dominazioni che si avvicendarono nella città è da citare anche quella di [[Francesco Sforza]] che assoggettò Ascoli nel dicembre del [[1433]] e da cui si allontanò nel gennaio del [[1434]], dopo aver ottenuto il trattato di resa della città, lasciando a capo del governo suo fratello Giovanni. Questo fu un periodo tra i più bui della storia del capoluogo piceno. Lo Sforza, proveniente dalla [[Romagna]], impiegò solo 18 giorni per la conquista dell'intero territorio della [[Marca anconitana|Marca]]. La rapidità dell'occupazione fu favorita dalla resa delle cittadine marchigiane, tranne [[Montolmo]], presa dal medesimo con l'assalto del 18 dicembre. Fu nominato da [[Eugenio IV]] gonfaloniere a vita della Santa Romana Chiesa, titolo che gli conferì il potere della riscossione di censi, tasse, gabelle e fitti. In seguito, lo stesso papa lo fregiò della nomina di ''Marchese della Marca''. Intanto tra gli ascolani cresceva il malcontento per il governo tirannico instaurato da Giovanni Sforza, ceduto in seguito da questi al fratello uterino Rinaldo, ed iniziarono a susseguirsi nella città vari tentativi di ribellione soffocati puntualmente da feroci ed efferate repressioni.
 
Il dominio sforzesco della Marca, che si sarebbe protratto per un quindicennio, cominciò a incrinarsi dopo l'insurrezione di [[Tolentino]]. Benché sedata, questa sommossa ebbe immediata eco in un tumulto dei guelfi di [[Ripatransone]] ([[1442]]). In risposta ai disordini lo Sforza - al comando di truppe fermane particolarmente ostili ai ripani - si determinò a invadere il castello. Vi riuscì nonostante la sua proverbiale imprendibilità, portandovi il saccheggio e l'incendio (21-23 settembre). In seguito però fu costretto a ricostruirlo per la sua importanza strategica nella guerra contro [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]] ([[1443]]). La scelta gli fu fatale: dopo aver cinto i ribelli in un nuovo assedio ([[1444]]), il suo esercito finì sbaragliato da una sortita degli uomini di [[Battaglia di Santa Prisca|Santoro Pucci]] il 18 gennaio seguente.<ref>Pietro Castellano, ''[http://books.google.it/books?id=TyYVAAAAQAAJ&pg=PA442 Lo Stato Pontificio ne' suoi rapporti geografici, storici, politici]'', Roma, 1837.</ref>
 
Frattanto gli animi dei rivoltosi ascolani, già in subbuglio, presero definitivamente fuoco in seguito all'ordine dello Sforza di giustiziare Gioacchino Saladini. La sommossa decisiva fu organizzata da Pietro di Vanne Ciucci, signore di [[Castel di Luco]] che meditava di uccidere il tiranno, ed esplose nell'estate del [[1445]]. Al comando di circa cento uomini, radunati tra i montanari provenienti anche da villaggi limitrofi all'[[Acquasanta Terme|Acquasantano]], Ciucci partì alla volta di Ascoli nella notte tra il 9 e il 10 agosto. Una volta penetrato in città si trovò supportato anche dagli ascolani che si unirono ai suoi insorti, ed assaltò il palazzo del governatore. Nell'incursione uccise Rinaldo, insieme ad altre 24 persone presenti nella residenza tra sentinelle e servitù, e restituì la sicurezza di Ascoli alla sovranità della Chiesa. Il popolo ascolano lo proclamò liberatore della patria.
 
L'insurrezione di Ascoli segnò un altro passo verso la liberazione del Piceno, e l'azione del Ciucci, confermando la vulnerabilità dello Sforza, determinò ulteriormente le restanti città e castelli del territorio a sbarazzarsi della dominazione. Il 24 novembre la rivolta contro [[Alessandro Sforza]] divampò anche a [[Fermo]], la città che più a lungo era rimasta fedele agli sforzeschi.
 
Ascoli, dopo la liberazione dal governo degli Sforza, al fine di riconciliare le due fazioni dei ''Bencontenti'' e dei ''Malcontenti'' ricorse alla mediazione di [[san Giacomo della Marca|Giacomo della Marca]] sia nel [[1456]], sia nel [[1472]], ma gli interventi del religioso non produssero pace duratura fra i due schieramenti. Altra figura rilevante per il capoluogo fu quella di Domenico da Leonessa che contribuì, nel gennaio del [[1458]], all'istituzione del locale Monte di Pietà, il più antico d'Italia.
 
Nel [[1474]] gli ascolani inviarono al papa una loro delegazione per ottenere la [[Libertas Ecclesiastica]], già concessa dalla Santa Sede ad Ancona e [[Jesi]], per instaurare il governo repubblicano. La corte pontificia prendeva tempo, [[Sisto V]] rispose di meditare sulla richiesta mediante l'invio di una lettera agli Anziani il 22 marzo [[1482]]. Gli ascolani ormai stanchi di attendere, non rivelarono al popolo il vero contenuto della missiva, divulgando, al contrario, che lo Stato Pontificio aveva accolto la loro istanza. Qualche tempo dopo il papa venuto a conoscenza della situazione inviò una seconda lettera in cui chiedeva ai Magistrati di Ascoli di riportare il governo allo «''stato primiero''». In seguito, il pontefice accettò lo stato di fatto e, con la bolla del 18 luglio [[1482]], omologò la concessione. Il governo instaurato, autonomo da Roma, durò fino al [[1502]] e, sebbene, segnò un periodo di sviluppo economico, non produsse effetti pacificatori tra le lotte interne e le agitazioni dei fuoriusciti. Tra questi si trovava anche Astolfo [[Guiderocchi]], nobile ascolano, che riuscì a tornare in città e ad instaurare la sua tirannia nel [[1498]]. La cittadinanza, per liberarsene, invocò l'aiuto di [[papa Giulio II]] che, nel [[1504]], lo sostituì con un commissario pontificio. Il governatore, su ordine dello stesso papa, fu arrestato e condotto prigioniero nella rocca di [[Forlì]]. Ad Ascoli rimasero, però, dei suoi sostenitori che continuarono a porre in essere disordini nella città. Nel Natale del [[1535]] si barricarono all'interno del [[palazzo dei Capitani del Popolo]], il commissario Giambattista Quieti, per sedare la rivolta, fece dare alle fiamme l'edificio. Questo evento produsse danni sia alla struttura che agli archivi storici custoditi all'interno del fabbricato.
 
=== Età moderna ===
Durante il [[XVI secolo]], [[papa Paolo III]], successore di [[Clemente VII]], si occupò del governo ascolano nominando un nuovo commissario ed operò per il restauro della [[Forte Malatesta|fortezza malatestiana]] affidandone l'esecuzione ad [[Antonio da Sangallo il Giovane]].
 
I commissari pontifici non governarono, tuttavia, sempre con moderazione ed equità, attirando, talvolta, le ire delle fazioni e del popolo. Un efferato episodio, a tal proposito, avvenne nel [[1555]], quando all'interno della sagrestia del duomo cittadino fu ucciso il vicecommissario ascolano Sisto Bezio, ricordato come un uomo «''aspro e prepotente''», che disattese le direttive moderate e pacifiche indicate da Giulio III. Il pontefice stesso ordinò la punizione dei congiurati ed obbligò il comune ascolano a versare la multa di 9000 scudi.
 
Durante il [[Seicento]] negli accadimenti della storia cittadina non si annoverano momenti di particolare rilievo. Fu un periodo relativamente tranquillo se si considera che cessarono le guerre con i territori vicini, si sopirono le lotte tra fazioni rivali e ripresero vigore le [[corporazioni delle arti e mestieri]] dell'età comunale.
 
A questo secolo seguì il [[XVIII secolo|XVIII]] ed anche nella città di Ascoli arrivarono gli ideali proclamati dai [[Rivoluzione francese|rivoluzionari francesi]] di [[Liberté, Égalité, Fraternité]]. Il motto del pensiero d'oltralpe fu accolto con entusiasmo dal popolo maggiormente incline ed attento ai segni dei tempi che cambiano. Nel [[1799]] giunsero le truppe franco-cisalpine ed i repubblicani locali piantarono l'[[albero della libertà]] in piazza del Popolo<ref>S. Balena, op. cit. pag. 446.</ref>, ma le loro speranze furono ben presto deluse dai comportamenti perpetrati dai francesi che depredarono chiese e conventi, smantellarono la [[fortezza Pia]] e pretesero il pagamento di forti indennizzi. Queste angherie e vessazioni determinarono le ragioni dell'insorgenza popolare contro le prepotenze subite dalla dominazione napoleonica. Contro l'oppressione ed il dispotismo giacobino si levarono il popolo di Ascoli e delle montagne vicine che trovarono in [[Giuseppe Costantini]], meglio noto come ''Sciabolone'', la loro figura di riferimento. Egli comandò i montanari insorti contro il governo repubblicano instaurato dai francesi e condusse la guerriglia nel territorio ascolano. La sua banda divenne ben presto la più nota e temibile della montagna e seppe guadagnarsi il rispetto del generale napoleonico D'Argoubet con cui sottoscrisse la pace a [[Mozzano]] del [[1799]].
 
Tra il [[1820]] ed il [[1821]], il diffondersi delle società segrete coinvolse alcuni cittadini ascolani che seguirono il generale Pepe contro gli austriaci. Nel [[1824]] Ascoli fu prescelta come sede capoluogo di una delle sei delegazioni della regione Marche. Seguirono drammatici anni compresi tra il [[1848]] ed il [[1849]] quando, dopo l'occupazione austriaca fu riconsegnata al governo della Santa Sede. Nel biennio spesso si tennero in città manifestazioni patriottiche e partenze di contingenti di cittadini volontari alla volta della [[Lombardia]] per la difesa di Roma.
 
=== Età contemporanea ===
{{vedi anche|Dipartimento del Tronto|Delegazione apostolica di Ascoli}}
[[File:Province of Ascoli Piceno boundary changes.gif|thumb|Evoluzione storica della provincia di Ascoli Piceno dal [[1816]] al [[2009]]]]
 
Con l'[[Napoleone Bonaparte#La campagna d'Italia|avvento]] di [[Napoleone]] (fine [[XVIII secolo|XVIII]]-inizio [[XIX secolo]]) lo [[Stato della Chiesa]] fu smembrato fra gli stati satelliti della [[Francia]] e lo stesso [[Primo Impero francese|Impero francese]]. Il Piceno, unito ai territori di [[Fermo]] e (inizialmente) [[Camerino]], formò la suddivisione amministrativa del [[dipartimento del Tronto]], prima nella [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] e poi nel [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia]]. Il dipartimento aveva per capoluogo Fermo, mentre Ascoli era sede di un distretto suddiviso nei cantoni di Ascoli, [[Montalto delle Marche|Montalto]] e [[Offida]].
 
Intervenuta la [[Restaurazione]], il [[papa Pio VII]] riformò la pubblica amministrazione dello Stato della Chiesa con ''[[motu proprio]]'' "[[Quando per ammirabile disposizione]]" del 6 luglio [[1816]],<ref>{{cita web|url=http://books.google.it/books?id=wyIsAAAAYAAJ&printsec=frontcover&source=gbs_v2_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|titolo=Motu proprio “Quando per ammirabile disposizione” sull'organizzazione dell'amministrazione pubblica|accesso=9 maggio 2010}}</ref> suddividendo il territorio pontificio in diciassette [[Suddivisioni amministrative dello Stato Pontificio in età contemporanea|delegazioni apostoliche]] più la [[comarca di Roma]]. Le delegazioni o province erano distinte in tre classi. Il territorio marchigiano fu ripartito in sei delegazioni: [[Delegazione di Camerino|Camerino]], [[Delegazione di Urbino e Pesaro|Urbino e Pesaro]], [[Delegazione di Ancona|Ancona]], [[Delegazione di Macerata|Macerata]], [[Delegazione di Fermo|Fermo]] e [[Delegazione di Ascoli|Ascoli]].
 
Il ''motu proprio'' di [[Leone XII]] datato 5 ottobre [[1824]] dispose la riunione di otto delegazioni pontificie in quattro nuove province: Spoleto e Rieti, Viterbo e Civitavecchia, Macerata e Camerino, [[Delegazione di Fermo e Ascoli|Fermo e Ascoli]].<ref name=MAAS>{{cita web|cognome=Morichetti (a cura di)|nome=Giuseppe|titolo=Documento dell'Archivio di Stato di Ascoli Piceno|url=http://www.maas.ccr.it/PDF/Ascolipi.pdf|accesso=9 maggio 2010|pagina=397}}</ref><ref>{{cita web|url=http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=profist&Chiave=144|titolo=Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche}}</ref> Tuttavia, il riparto territoriale definitivo fu emanato solo con il successivo ''motu proprio'' del 21 dicembre [[1827]], che precisò i confini della delegazione di Fermo e Ascoli scorporandone [[Gualdo]], [[Loro Piceno|Loro]], [[Mogliano]], [[Petriolo]] e [[Sant'Angelo in Pontano]] e aggregandovi [[Montegranaro]], [[Monte San Pietrangeli]] e [[Sant'Elpidio a Mare]]. Ristabilì inoltre il tribunale di Ascoli, soppresso tre anni prima.<ref name=MAAS/> Le nuove delegazioni riunite si aggiungevano all'unica delegazione “bicipite” preesistente (quella di Urbino e Pesaro); la doppia denominazione corrispondeva a un preciso assetto amministrativo, poiché il delegato risiedeva in uno dei capoluoghi, mentre nell'altro era previsto un luogotenente con funzioni specifiche. Nella provincia di Fermo e Ascoli il delegato era insediato a Fermo. In ogni delegazione l'amministrazione dei comuni prevedeva un consiglio comunale (composto da un numero di membri proporzionale alla popolazione residente) e una magistratura.
 
In questo modo si definirono i confini della provincia di Ascoli Piceno che sarebbero stati ereditati dal [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]], salvo soltanto il regolamento di confini con il [[Regno delle Due Sicilie]] che nel [[1852]] determinò, tra l'altro, la cessione di [[Ancarano (Italia)|Ancarano]]. L'unità della provincia venne però a cessare con [[Gregorio XVI]], che divise nuovamente Ascoli da Fermo. In seguito [[papa Pio IX]], con l'editto del 22 novembre [[1850]] redatto dal cardinal [[Giacomo Antonelli]]<ref>[http://books.google.it/books?id=WklAAAAAYAAJ&pg=PA51#v=onepage&q&f=false Editto di Pio IX redatto dal cardinal Giacomo Antonelli (22 novembre 1850)]</ref> dando seguito al ''motu proprio'' emesso dal pontefice il 12 settembre [[1849]], riformò il sistema delle delegazioni prevedendo quattro legazioni più il [[Circondario di Roma (Stato Pontificio)|circondario di Roma]]. La [[Legazione delle Marche]] era a sua volta suddivisa nelle tradizionali sei delegazioni istituite da Pio VII (Urbino e Pesaro, Ancona, Macerata con Loreto, Camerino, Fermo, Ascoli). L'atto distingueva cinque classi di comuni in base alla popolazione residente, rappresentata proporzionalmente dal numero dei consiglieri nominati.<ref>Le classi comunali e i consiglieri nominati erano così individuati: la prima classe comprendeva i comuni con più di 20.000 abitanti (36 consiglieri); la seconda quelli con più di 10.000 abitanti (30 consiglieri); la terza quelli con più di 5.000 abitanti (24 consiglieri); la quarta quelli con più di 1.000 residenti (16 consiglieri), la quinta quelli con meno di 1.000 abitanti (10 consiglieri).</ref> Come già previsto anche nell'editto del 1816, i consiglieri erano scelti dal delegato, approvati dal Cardinal Prefetto della Consulta e sottoposti al parere della Congregazione.
 
L'[[Unità d'Italia]] determinò di nuovo la riunione delle due province, ma questa volta il capoluogo fu individuato nella città di Ascoli Piceno, mentre Fermo restava sede di un circondario. [[Vittorio Emanuele II]], con il regio decreto n. 4302, del 19 settembre [[1860]], nominava [[Lorenzo Valerio]], politico piemontese e governatore della [[provincia di Como]], quale «''Nostro Commissario Generale straordinario nelle Provincie delle Marche''»<ref>[http://augusto.agid.gov.it/gazzette/index/download/id/1860225_PM RD 4302/1860, G.U. n. 225]</ref>. Questi dipendeva dal Ministero dell'Interno ed aveva «''sottoposte a se tutte le autorità nelle provincie delle Marche''». Valerio, accettata la carica, stabilì per le giornate del 4 e 5 novembre [[1860]] le consultazioni per il [[Plebisciti risorgimentali|Plebiscito]] che avrebbe accolto, con il favore del 99,1 dei voti validi, l'annessione delle Marche al [[Regno di Sardegna]], come emesso dal successivo regio decreto n. 4500<ref name=Collezione>''Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari'', cit.</ref>, emanato il 17 dicembre 1860. A questo seguì il regio decreto n. 4495 di [[Eugenio Emanuele di Savoia-Villafranca|Eugenio di Savoia-Villafranca]] del 22 dicembre 1860<ref name=Collezione/> istitutivo della provincia di Ascoli che fu nominata capoluogo e divenne una delle provincie della regione. Il territorio di competenza fu composto da due circondari quello di Ascoli e quello di Fermo, suddivisi a loro volta rispettivamente in sei e sette mandamenti, i primi rappresentati da diciotto consiglieri provinciali ed i secondi da ventidue. Al decreto fu unita la relazione redatta dall'allora ministro dell'Interno [[Marco Minghetti]] che spiegava le ragioni del dispositivo contenuto nel documento. La scelta ricadde sulla città ascolana per l'ubicazione della sua centralità geografica e strategica idonea a controllare il territorio del versante centrale che affaccia sul mare Adriatico compreso tra il [[Chienti]] e il [[Vomano]]. Lo stesso decreto descriveva Ascoli come una città garantista degli ideali patriottico-risorgimentali e di dimostrata fede liberale. Le ragioni profilate non furono ben accolte e condivise dai fermani che manifestarono il loro malcontento per la scelta del capoluogo e forti della loro maggioranza numerica di rappresentanti, appigliandosi al secondo articolo del decreto, si avvalsero della facoltà di proporre al governo, durante la prima sessione del consiglio provinciale, di cambiare la sede da Ascoli a Fermo.
 
Argomentarono adducendo varie motivazioni tra cui quella riguardante i territori dell'ex regno borbonico. Nelle intenzioni del [[decreto Minghetti]] (22 dicembre [[1860]]) la nuova provincia avrebbe dovuto includere anche parte del [[Provincia di Teramo|Teramano]], ma il progetto restò lettera morta. I consiglieri fermani rivendicarono la riunione dei mandamenti di [[Accumoli]], [[Amatrice]] e Ancarano alla provincia di Ascoli sebbene la decisione non ebbe esito positivo per il veto posto dalle autorità governative. Nella vivace riunione consigliare del 13 marzo [[1862]] i fermani trattarono nuovamente per ottenere lo spostamento del capoluogo nella loro città. Il testo conclusivo del verbale della seduta di quel Consiglio Provinciale evidenziava l'importanza delle ragioni storiche, economiche, sociali e topografiche (in quanto Ascoli trovandosi sul tracciato della via Salaria garantiva un rapido collegamento con la capitale) affinché la nomina restasse alla città. Le polemiche si trascinarono ancora in molte sedute ed anche negli anni successivi. Il circondario di Fermo fu soppresso nel [[1927]] dalla riforma amministrativa [[fascismo|fascista]].
 
Il [[XX secolo]] e soprattutto il [[secondo dopoguerra]] videro in provincia l'espansione della città di [[San Benedetto del Tronto]], che grazie alla pesca e alle attività collaterali acquistò sempre maggiore importanza sul territorio e a livello nazionale. Contestualmente crebbe la vitalità industriale della [[valle del Tronto]], che divenne un agglomerato urbano senza quasi soluzione di continuità (snodantesi tra il capoluogo e [[Porto d'Ascoli]] nei centri di [[Marino del Tronto]], [[Campolungo (Ascoli Piceno)|Campolungo]], [[Villa Sant'Antonio (Ascoli Piceno-Castel di Lama)|Villa Sant'Antonio]], [[Villa San Giuseppe (Colli del Tronto)|Villa San Giuseppe]], [[Pagliare (Spinetoli)|Pagliare]], [[Stella (Monsampolo del Tronto)|Stella]], [[Centobuchi]]) e assurse a fulcro dell'economia provinciale.
 
Il territorio della provincia ascolana ha subito una drastica decurtazione nell'anno [[2004]], quando con la [[legge]] 11 giugno dello stesso anno, n. 147<ref>[http://www.parlamento.it/parlam/leggi/04147l.htm Legge 11 giugno 2004 n. 147] Norma istitutiva della Provincia di Fermo, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 138 del 15 giugno 2004</ref>, [[Fermo]] è divenuta capoluogo dell'omonima nuova [[Provincia di Fermo|provincia]] operante dal 2009. Il territorio fermano ha riunito un totale di 40 comuni di cui 38 a nord dell'[[Aso (fiume)|Aso]] e due a sud del medesimo fiume (Pedaso e Campofilone) sotto una nuova amministrazione. Questa variazione ha ricostituito il territorio fermano in confini parzialmente diversi da quelli del 1860.
 
Ultimamente si è parlato più volte di una possibile annessione dei comuni teramani della [[Val Vibrata]] e di [[Valle Castellana]]<ref>[http://www.rivieraoggi.it/2010/07/08/95804/%C2%ABvogliamo-la-val-vibrata-nelle-marche%C2%BB/ «Vogliamo la Val Vibrata nelle Marche» « Riviera Oggi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.rivieraoggi.it/2010/10/11/102433/val-vibrata-nelle-marche-%C2%ABora-e-possibile%C2%BB/ Val Vibrata nelle Marche? «Ora è possibile» « Riviera Oggi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> e dei comuni laziali di [[Accumoli]] e [[Amatrice]]<ref>[http://www.ilrestodelcarlino.it/ascoli/politica/2010/06/09/343204-amatrice_provincia.shtml Il Resto Del Carlino - Ascoli - Amatrice in provincia di Ascoli? Si punta al referendum<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> alla provincia di Ascoli Piceno. Il 7 luglio [[2010]] è stata presentata a [[Nereto]] la richiesta di annessione dei 12 comuni vibratiani alla provincia marchighiana tramite [[referendum]]. Un primo tentativo di avvicinamento di [[Amatrice]] ad Ascoli Piceno è quello della partecipazione del primo alla [[Quintana di Ascoli Piceno|Quintana]] del [[2011]]<ref>[http://www.rivieraoggi.it/2010/07/12/96031/ad-amatrice-ci-sara-il-referendum-vogliono-passare-ad-ascoli/ Ad Amatrice ci sarà il referendum: vogliono passare ad Ascoli « Riviera Oggi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
=== Onorificenze ===
La provincia di Ascoli Piceno è tra gli [[Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione|enti decorati al valor militare per la guerra di liberazione]], insignita il 9 aprile [[1973]] della [[Medaglia d'Oro al Valor Militare|Medaglia d'oro al valor militare]] per la propria attività nella [[Resistenza italiana|lotta partigiana]] durante la [[seconda guerra mondiale]]<ref>{{cita web|url=http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=18357|titolo=Sito della Presidenza della Repubblica italiana}}</ref>:
 
{{Onorificenze
|immagine = Valor militare gold medal BAR.svg
|nome_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|collegamento_onorificenza = Medaglia d'oro al valor militare
|motivazione = Fedele ai valori già espressi nel corso dell'epopea risorgimentale, le popolazioni picene opposero strenua ed accanita resistenza all'oppressione delle forze germaniche insediatesi col tradimento nel territorio nazionale in seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943. Già il 12 settembre l'insurrezione degli ascolani si unì alla reazione del locale presidio militare come risposta all'intimazione di resa da parte di unità tedesche dando inizio a moti di ribellione che durarono fino alla liberazione dell'intera provincia. In nove mesi di dura e aspra lotta emersero fulgidi episodi quali il combattimento sostenuto da forze partigiane a [[Colle San Marco]], in cui dal 3 al 5 ottobre caddero trenta giovani cittadini, gli scontri in Castel di Croce, Pozza, Fermo, Montefortino, Umito, Montemonaco e nella zona costiera. I duecentosettantotto caduti in combattimento o fucilati, il gran numero di feriti e deportati, gli arresti e le distruzioni tra un regime di terrore instaurato dalle forze di occupazione, diedero il segno di quanto valore ed eroismo sappiano esprimere genti tradizionalmente pacifiche, quali quelle ascolane, per amore della libertà e della giustizia, a difesa della Patria, contro la prepotenza e l'oppressione. Provincia d'Ascoli Piceno, 9 settembre 1943 – 20 giugno 1944
|luogo = Roma, 9 aprile [[1973]]
}}
 
== Cultura ==
=== Il dialetto ===
{{Vedi anche|Dialetto ascolano|Dialetti abruzzesi settentrionali}}
Nel multiforme panorama dei [[dialetti marchigiani]] le parlate picene o aso-truentine costituiscono un gruppo afferente al tipo [[Dialetti abruzzesi|abruzzese]] ([[Dialetti italiani meridionali|meridionale intermedio]]) piuttosto che a quello [[Dialetti italiani mediani|mediano]]. Nei comuni settentrionali, però, l'influsso marchigiano si fa schietto e lungo la [[Valdaso]] determina una fascia di parlate chiaramente ascrivibili, seppur con qualche peculiarità, al [[Dialetto maceratese-fermano-camerte|maceratese-fermano-camerte]]. Alcuni comuni di confine, come [[Montalto delle Marche]], possono presentare una bipartizione del proprio vernacolo fra il modello ascolano e quello fermano.
 
Complessivamente i dialetti del Piceno si dividono in tre sottogruppi eterogenei, tutti comunque caratterizzati da un complesso vocalismo. Il truentino (tipo [[San Benedetto del Tronto|sambenedettese]]), specialmente litoraneo, è in questo senso la variante estrema, potendo giungere a una piena rotazione delle vocali toniche. Risalendo la [[valle del Tronto]] si intensificano gli influssi del [[Ascoli Piceno|capoluogo]], che sconfinano anche nei comuni limitrofi del [[Provincia di Teramo|teramano]], caratterizzandosi per la sistematica dittongazione metafonetica. Il gruppo nordorientale di transizione, infine, deve alla sua posizione geografica la realizzazione in alcuni dialetti ([[Ripatransone|ripano]], ma su questa scia anche [[Cossignano|cossignanese]] e [[Grottammare|grottese]]) di un esito inusuale: si tratta infatti del primo e più clamoroso caso riconosciuto di declinazione del verbo nelle [[lingue romanze]].<ref>[[Touring Club Italiano|TCI]], ''[http://books.google.it/books?id=rHG3RDL3GOYC&pg=PA63#v=onepage&q&f=false Guida d'Italia]'', ''Marche'', Milano, 2001.</ref> La scoperta di questo fenomeno si deve a uno studioso locale, il montefiorano Francesco Egidi,<ref>[[Michele Loporcaro]], {{collegamento interrotto|1=[http://www.reference-global.com/doi/abs/10.1515/zrph.1996.112.3.458 ''Un caso di coniugazione per genere del verbo finito in alcuni dialetti della montagna modenese e bolognese''] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}.</ref> che fu anche autore di un ''Dizionario dei dialetti piceni fra Tronto e Aso''.<ref>Francesco Egidi, ''Dizionario dei dialetti piceni fra Tronto e Aso'', 1965.</ref>
 
=== Monumenti e luoghi d'interesse ===
La [[Cattedrale di Sant'Emidio|cattedrale di Ascoli Piceno]], il [[Battistero di San Giovanni (Ascoli Piceno)|battistero di San Giovanni]], la [[Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio (Ascoli Piceno)|chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio]] e la [[Chiesa di Sant'Agostino (Montalto delle Marche)|chiesa di Sant'Agostino di Montalto delle Marche]] sono considerati [[monumento nazionale]] [[italia]]no.
 
==== Biblioteche ====
<!-- Solo struttura
 
{| {{subst:prettytable|width=80%|text-align=center|font-size=90%}}
|- bgcolor="#EFEFEF"
! {{simbolo|Provincia di Ascoli Piceno-Stemma.png|30}}
! {{simbolo|Open book 01.svg|30}} Biblioteche
|-
| comune
| biblioteca
|}
 
-->
 
==== Architetture religiose ====
<!-- ATTENZIONE: inserire nella tabella SOLO le chiese con un articolo o una fotografia presente su Wikipedia -->
[[File:La Cattedrale di San Emidio in Ascoli Piceno Italy.jpg|thumb|[[Cattedrale di Sant'Emidio]]]]
[[File:Battistero_di_San_Giovanni_Ascoli_Piceno.jpg|thumb|[[Battistero di San Giovanni (Ascoli Piceno)|Battistero di San Giovanni]]]]
[[File:Chiesa_dei_Santi_Vincenzo_e_Anastasio_di_Ascoli_Piceno_-_facciata.jpg|thumb|[[Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio (Ascoli Piceno)|Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio]]]]
 
{| class="wikitable"
|-
! Comune
! Chiese, santuari e oratori
|-
| rowspan=28 | [[Ascoli Piceno]]
| [[Cattedrale di Sant'Emidio]]
|-
| [[Battistero San Giovanni]]
|-
| [[Chiesa di Sant'Agostino (Ascoli Piceno)|Chiesa di Sant'Agostino]]
|-
| [[Chiesa dell'Angelo Custode (Ascoli Piceno)|Chiesa dell'Angelo Custode]]
|-
| [[Chiesa di Sant'Angelo Magno]]
|-
| [[Chiesa di San Cristoforo (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Cristoforo]]
|-
| [[Chiesa del Santissimo Crocifisso dell'Icona]]
|-
| [[Chiesa di San Francesco (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Francesco]]
|-
| [[Chiesa di San Giacomo Apostolo (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Giacomo Apostolo]]
|-
| [[Chiesa di San Gregorio Magno (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Gregorio Magno]]
|-
| [[Chiesa di Sant'Ilario (Ascoli Piceno)|Chiesa di Sant'Ilario]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio (Ascoli Piceno)|Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria della Carità (Ascoli Piceno)|Chiesa di Santa Maria della Carità]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria del Carmine (Ascoli Piceno)|Chiesa di Santa Maria del Carmine]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria delle Donne]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria Intervineas]]
|-
| [[Chiesa di Santa Maria del Lago]]
|-
| [[Chiesa di Sant'Onofrio (Ascoli Piceno)|Chiesa di Sant'Onofrio]]
|-
| [[Chiesa di San Pietro in Castello]]
|-
| [[Chiesa di San Pietro martire (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Pietro martire]]
|-
| [[Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (Ascoli Piceno)|Chiesa dei Santi Pietro e Paolo]]
|-
| [[Chiesa di San Salvatore di Sotto]]
|-
| [[Chiesa di San Tommaso Apostolo (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Tommaso Apostolo]]
|-
| [[Chiesa di San Venanzio (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Venanzio]]
|-
| [[Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio (Ascoli Piceno)|Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio]]
|-
|[[Chiesa di San Vittore (Ascoli Piceno)|Chiesa di San Vittore]]
|-
| [[Tempietto di Sant'Emidio alle Grotte]]
|-
| [[Tempietto di Sant'Emidio Rosso]]
|-
| rowspan=2 | [[San Benedetto del Tronto]]
| [[Cattedrale di Santa Maria della Marina]]
|-
| [[Chiesa di San Benedetto Martire]]
|-
| [[Cupra Marittima]]
| [[Chiesa di Santa Maria in Castello (Cupra Marittima)|Chiesa di Santa Maria in Castello]]
|-
| [[Montalto delle Marche]]
| [[Concattedrale di Santa Maria Assunta (Montalto delle Marche)|Concattedrale di Santa Maria Assunta]]
|-
| [[Montegallo]]
| [[Chiesa di Santa Maria in Lapide]]
|-
| [[Ripatransone]]
| [[Duomo di Ripatransone|Concattedrale di San Gregorio Magno e Santa Margherita]]
|} <!-- chiudo tabella -->
 
==== Castelli ====
[[File:Casteldiluco03.jpg|thumb|[[Castel di Luco]]]]
{| class="wikitable"
|-
! Comune
! Castelli
|-
| [[Acquasanta Terme]]
| [[Castel di Luco]]
|-
| [[Acquaviva Picena]]
| [[Rocca di Acquaviva Picena|Fortezza degli Acquaviva]]
|-
| [[Arquata del Tronto]]
| [[Rocca di Arquata del Tronto|La Rocca]]
|-
| rowspan=3 | [[Ascoli Piceno]]
| [[Castel Trosino]]
|-
| [[Forte Malatesta]]
|-
| [[Fortezza Pia]]
|-
| [[Carassai]]
| [[Rocca Monte Varmine]]
|-
|}
 
==== Musei ====
[[File:Bonomi Gera facciata.jpg|thumb|upright|Museo civico di Ripatransone - Palazzo Bonomi Gera]]
{| class="wikitable"
|-
! Comune
! Musei
|-
| rowspan="8"| [[Ascoli Piceno]]
| [[Pinacoteca civica (Ascoli Piceno)|Pinacoteca civica]]
|-
| [[Galleria d'arte contemporanea Osvaldo Licini|Galleria d'arte contemporanea "Osvaldo Licini"]]
|-
| [[Museo dell'arte ceramica (Ascoli Piceno)|Museo dell'arte ceramica]]
|-
| [[Museo dell'Alto Medioevo (Ascoli Piceno)|Museo dell'Alto Medioevo]]
|-
| [[Cartiera papale|Musei della Cartiera papale]]
|-
| [[Museo archeologico statale di Ascoli Piceno|Museo archeologico statale]]
|-
| [[Museo diocesano (Ascoli Piceno)|Museo diocesano]]
|-
| [[Chiesa di Sant'Ilario (Ascoli Piceno)|Emygdius museum]]
|-
| rowspan="2"| [[Ripatransone]]
| [[Museo civico di Ripatransone]]
|-
| [[Museo civico archeologico Cesare Cellini|Museo civico archeologico "Cesare Cellini"]]
|-
| rowspan="1"| [[Cupra Marittima]]
| [[Museo malacologico piceno]]
|}
 
==== Monumenti ====
[[File:Palazzo dell'Arengo in Ascoli PicenoIMG 0037.JPG|thumb|Facciata del Palazzo dell'Arengo]]
{| class="wikitable"
|-
! Comune
! Monumenti
|-
| rowspan=17 | [[Ascoli Piceno]]
| [[Chiostro Maggiore di San Francesco]]
|-
| [[Eremo di San Marco]]
|-
| [[Lavatoio pubblico di Ascoli Piceno|Fonte di Sant'Emidio]]
|-
| [[Grotte dell'Annunziata]]
|-
| [[Loggia dei Mercanti (Ascoli Piceno)|Loggia dei Mercanti]]
|-
| [[Palazzo dell'Arengo]]
|-
| [[Palazzo Bonaparte (Ascoli Piceno)|Palazzo Bonaparte]]
|-
| [[Palazzo dei Capitani del Popolo]]
|-
| [[Palazzetto Longobardo]]
|-
| [[Palazzo del Governo (Ascoli Piceno)|Palazzo del Governo]]
|-
| [[Palazzo Malaspina (Ascoli Piceno)|Palazzo Malaspina]]
|-
| [[Porta della Musa]]
|-
| [[Porta Romana (Ascoli Piceno)|Porta Romana]]
|-
| [[Porta Solestà]]
|-
| [[Porta Tufilla]]
|-
| [[Torre degli Alvitreti]]
|-
| [[Torre degli Ercolani]]
|}
 
==== Teatri ====
[[File:Ascoli_Piceno_2015_by-RaBoe_105.jpg|thumb|Teatro Ventidio Basso]]
{| class="wikitable"
|-
! Comune
! Teatri
|-
| rowspan="4"|[[Ascoli Piceno]]
| [[Teatro Ventidio Basso]]
|-
| [[Teatro dei Filarmonici]]
|-
| [[Teatro romano di Ascoli Piceno|Teatro romano]]
|-
| [[Auditorium Emidio Neroni]]
|-
| [[Offida]]
| [[Teatro Serpente Aureo]]
|-
| [[Ripatransone]]
| [[Teatro Luigi Mercantini]]
|}
 
=== Feste e sagre ===
==== Manifestazioni ====
* febbraio: Storici [[carnevale|carnevali]] di [[Carnevale di Ascoli|Ascoli]], Castignano e [[Carnevale di Offida|Offida]]. Quest'ultimo include la seguita tradizione del ''Bove finto'' e dei ''Vëlurdë''.
* aprile: ''[[Ottava di Pasqua]]'' a [[Ripatransone]]. Festa in onore della [[Madonna di Loreto|Madonna di San Giovanni]], con il [[Cavallo di fuoco]], un'antica ([[1682]]) tradizione di spettacolo pirotecnico realizzato tramite la sagoma di un cavallo imbottito di petardi esplosi in aria e tra la folla.
* aprile-maggio: ''Fritto misto all'italiana'' di [[Ascoli Piceno]]. Manifestazione gastronomica che si svolge nella centralissima piazza Arringo, composta da stands che permettono di degustare fritti provenienti da tutta Italia.
* maggio-giugno-luglio: ''Festival dell'Appennino''. Escursioni, concerti, spettacoli, degustazioni, nei luoghi più suggestivi delle montagne picene, a cavallo tra il [[Parco nazionale dei Monti Sibillini]] e il [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga|Parco&nbsp;nazionale del&nbsp;Gran&nbsp;Sasso&nbsp;e Monti della Laga]].
* luglio-agosto: [[Torneo cavalleresco della Quintana]] di Ascoli Piceno. Rievocazione storica di rilievo nazionale che culmina nella giostra equestre.
* agosto: ''Sponsalia'' ad Acquaviva Picena, primi giovedì, venerdì e domenica del mese. Rievocazione storica del matrimonio di Forasteria degli Acquaviva e Rinaldo dei Brunforte a.d. 1234.
* agosto: ''Ascoliva Festival'' di Ascoli Piceno. Manifestazione gastronomica dedicata all'[[Olive ascolane|oliva fritta all'ascolana]], specialità della ''Città delle cento torri'' e del territorio piceno.
* agosto: ''Templaria Festival'' di [[Castignano]]. Rievocazione storica con riproduzione di ambienti medievali, musica e spettacoli dell'epoca.
* ottobre:'' Fiera degli uccelli'' di [[Comunanza]]. Grande mostra di specie aviarie con espositori da tutta Italia.
* dicembre-gennaio: ''Presepi viventi'' di Comunanza; [[Castel Trosino]]; [[Force]]; [[Grottammare]]; [[Maltignano]]; di [[Porchia]].
 
=== Enogastronomia ===
{{Vedi anche|Cucina marchigiana|Cucina ascolana}}
 
==== Gastronomia ====
{{...}}
 
==== Vini ====
{{Vedi categoria|Vini DOC della provincia di Ascoli Piceno}}
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
{{Demografia/Provincia di Ascoli Piceno}}
 
Dopo lo scorporo della [[Provincia di Fermo]] la popolazione è passata da 350.000 a circa 198.000 abitanti;
considerando soltanto la superficie attuale della Provincia di Ascoli Piceno, dall'Unità d'Italia ad oggi ogni censimento decennale ha registrato un incremento della popolazione.
 
== Amministrazione ==
{{Tmp|ComuniAmminPrec}}
Nelle elezioni a [[suffragio ristretto]] del [[2014]], è stato eletto per la presidenza della Provincia [[Paolo D'Erasmo]] ([[Partito Democratico (Italia)|PD]]). Nel 2018 il candidato del centro sinistra Sergio Fabiani.
 
== Comuni ==
{{vedi anche|Armoriale dei comuni della provincia di Ascoli Piceno}}
Appartengono alla provincia di Ascoli Piceno i seguenti 33 comuni:
{| class="wikitable" style="font-size:100%;width:100%;text-align:center;"
|- bgcolor=EFEFEF
! Comune !! Popolazione ab.<br /><small>(30 novembre 2018)<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/></small> !! Superficie km² !! Stemma
|-
| [[Acquasanta Terme]] || 2.699 || 138,06 || [[File:Acquasanta Terme-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Acquaviva Picena]] || 3.748 || 20,90 || [[File:Acquaviva Picena-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Appignano del Tronto]] || 1.731 || 22,99 || [[File:Appignano del Tronto-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Arquata del Tronto]] || 1.082 || 92,56 || [[File:Arquata del Tronto-Stemma.svg|25x25px]]
|-
| [[Ascoli Piceno]] || 48.209 || 160,51 || [[File:Ascoli Piceno-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Carassai]] || 1.023 || 22,31 || [[File:Carassai-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Castel di Lama]] || 8.588 || 10,97 || [[File:Castel di Lama-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Castignano]] || 2.720 || 38,90 || [[File:Castignano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Castorano]] || 2.319 || 14,08 || [[File:Castorano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Colli del Tronto]] || 3.714 || 5,94 || [[File:Colli del Tronto-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Comunanza]] || 3.055 || 54,07 || [[File:Comunanza-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Cossignano]] || 928 || 15,06 || [[File:Cossignano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Cupra Marittima]] || 5.368 || 17,19 || [[File:Cupra Marittima-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Folignano]] || 9.150 || 14,77 || [[File:Folignano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Force]] || 1.259 || 34,20 || [[File:Force-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Grottammare]] || 16.095 || 17,66 || [[File:Grottammare-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Maltignano]] || 2.342 || 8,16 || [[File:Maltignano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Massignano]] || 1.645 || 16,39 || [[File:Massignano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Monsampolo del Tronto]] || 4.599 || 15,49 || [[File:Monsampolo del Tronto-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Montalto delle Marche]] || 2.044 || 34,10 || [[File:Montalto delle Marche-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Montedinove]] || 508 || 11,89 || [[File:Montedinove-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Montefiore dell'Aso]] || 2.041 || 28,08 || [[File:Montefiore dell'Aso-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Montegallo]] || 481 || 48,59 || [[File:Montegallo-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Montemonaco]] || 552 || 67,52 || [[File:Montemonaco-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Monteprandone]] || 12.676 || 26,38 || [[File:Monteprandone-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Offida]] || 4.939 || 49,21 || [[File:Offida-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Palmiano]] || 185 || 12,54 || [[File:Palmiano-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Ripatransone]] || 4.211 || 74,16 || [[File:Ripatransone-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Roccafluvione]] || 1.970 || 60,80 || [[File:Roccafluvione-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Rotella]] || 848 || 27,17 || [[File:Rotella-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[San Benedetto del Tronto]] || 47.369 || 25,31 || [[File:San Benedetto del Tronto-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Spinetoli]] || 7.220 || 12,41 || [[File:Spinetoli-Stemma.png|25x25px]]
|-
| [[Venarotta]] || 1.995 || 30,03 || [[File:Venarotta-Stemma.png|25x25px]]
|-
! Provincia di Ascoli Piceno || 207.313 || 1.228,23 || [[File:Provincia di Ascoli Piceno-Stemma.png|25x25px]]
|}
==== Comuni più popolosi ====
[[File:Provincia di Ascoli Piceno-Gonfalone.png|thumb|upright=0.5|Gonfalone della provincia]]
{| class="wikitable" style="font-size:90%"
|- bgcolor=EFEFEF
!Stemma
!Immagine
!Comune
!Popolazione ab.<br /><small>(30 novembre 2018)<ref name="template divisione amministrativa-abitanti"/></small>
!Superficie km²
!Densità ab./km²
|-
|align=center|[[File:Ascoli Piceno-Stemma.png|40x40px]]
|[[File:Ascoli Piceno.jpg|200x200px]]
|[[Ascoli Piceno]]
|align=right|48.209
|align=right|158,02
|align=right|305,08
|-
|align=center|[[File:San Benedetto del Tronto-Stemma.png|40x40px]]
|[[File:Rotondagiorginisbt.jpg|200x200px]]
|[[San Benedetto del Tronto]]
|align=right|47.369
|align=right|25,41
|align=right|1 864,19
|-
|align=center|[[File:Grottammare-Stemma.png|40x40px]]
|[[File:Grottammare 2013 by-RaBoe 002.jpg|200x200px]]
|[[Grottammare]]
|align=right|16.095
|align=right|17,66
|align=right|911,38
|-
|align=center|[[File:Monteprandone-Stemma.png|40x40px]]
|[[File:Monteprandone 22 aprile 2015.JPG|200x200px]]
|[[Monteprandone]]
|align=right|12.676
|align=right|26,38
|align=right|480,52
|}
 
==== Comunità montane ====
* [[Comunità montana dei Sibillini]]
* [[Comunità montana del Tronto]]
 
==== Parchi naturali ====
* [[Parco nazionale dei Monti Sibillini]]
* [[Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga]]
* [[Riserva naturale regionale Sentina]]
 
==== Gemellaggi ====
La provincia di Ascoli Piceno è gemellata con:
* {{Gemellaggio|Croazia|Spalato}}
* {{Gemellaggio|Gran Bretagna|Derbyshire}}
* {{Gemellaggio|Cina|Provincia di Jianhu}}
* {{Gemellaggio|ESP|Provincia di Saragozza}}
* {{Gemellaggio|Romania|Distretto di Galați}}
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
File:Ascoli0001.jpg|[[Ascoli Piceno]] - [[Palazzo dei Capitani del Popolo]]
File:Forte Malatesta e Ponte di Cecco.jpg|[[Ascoli Piceno]] - [[Forte Malatesta]] ed il [[Ponte di Cecco]]
File:La Cattedrale di San Emidio in Ascoli Piceno Italy.jpg|[[Ascoli Piceno]] - [[Cattedrale di Sant'Emidio]]
File:Casteldiluco01.jpg|[[Castel di Luco]]
File:Acquavivapicena03.jpg|[[Acquaviva Picena]] - Facciata della chiesa di San Rocco
File:Acquavivapicena07.jpg|[[Acquaviva Picena]] - Torre dell'orologio
File:Arquata 2006 rocca 1.jpg|[[Arquata del Tronto]] - La rocca
File:Grottamare scorcio2.jpg|[[Grottammare]] - Scorcio del vecchio incasato
File:Ascoli pilato.jpg|[[Monti Sibillini]] - [[Lago di Pilato]]
File:Monteprandone04.jpg|[[Monteprandone]] - Chiesa di San Nicolò
File:Ripatransone04.jpg|[[Ripatransone]] - Torre del [[Duomo di Ripatransone|Duomo]]
File:Sanbenedettodeltronto06.jpg|[[San Benedetto del Tronto]] - Il faro
File:Offida12.jpg|[[Offida]] - [[Chiesa di Santa Maria della Rocca]]
</gallery>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*''Collezione Celerifera delle Leggi, Decreti, Istruzioni e Circolari pubblicate nell'anno 1861 ed altre anteriori,'' anno XLI, parte prima, Tipografia Editrice di Enrico Dalmazzo, Piazzetta e via San Domenico 2, Torino 1861, pp.&nbsp;1–2, 12, 23;
*[[Attilio Zuccagni-Orlandini|Attilio Zuccagni Orlandini]], ''Dizionario Topografico dei Comuni d'Italia compresi entro i confini naturali dell'Italia'', Società Editrice Di Patrii, documenti storico-statistici, Firenze, 1864, pp.&nbsp;82–83;
* Antonio Rodilossi, ''Ascoli Piceno città d'arte'', "Stampa & Stampa" Gruppo Euroarte Gattei, Grafiche STIG, Modena, 1983, pp.&nbsp;13–15, 21-24;
* [[Automobile Club d'Italia]], ''Guida turistica e cartografica delle province d'Italia'' (volume III), ACI, Roma, 1990, p.&nbsp;30;
*Antonio De Santis, ''Ascoli nel Trecento'', vol. II (1350 - 1400), Collana di Pubblicazioni Storiche Ascolane, Ascoli Piceno, Grafiche D'Auria, ottobre 1999, pp.&nbsp;174–198;
* Secondo Balena, ''Ascoli nel Piceno - storia di Ascoli e degli ascolani'', Società Editrice Ricerche s.a.s., Via Faenza 13 Folignano, Ascoli Piceno, stampa Grafiche D'Auria, edizione dicembre 1999, pp.&nbsp;44, 119, 127, 149, 154, 156, 167, 181, 207, 211, 226-227, 229, 234-236, 238, 241, 245-247, 267-268, 316, 329-330, 334-335, 345, 347, 350, 367, 418, 420, 422, 446, 451-452, 461, ISBN 88-86610-11-4;
* AA.VV., ''La Provincia di Ascoli Piceno - dallo Stato Unitario all'Europa Unita'', Edito dall'Amministrazione Provinciale di Ascoli Piceno, D'Auria Industrie Grafiche S.p.A, Ascoli Piceno, marzo 2004, pp.&nbsp;37–43, 45-46, 51-53, 71-73, 557-560, 565;
* [[Sebastiano Andreantonelli]], ''Storia di Ascoli'', Traduzione di Paola Barbara Castelli e Alberto Cettoli – Indici e note di Giannino Gagliardi, Ascoli Piceno, G. e G. Gagliardi Editori, Centro Stampa Piceno, giugno 2007, pp.&nbsp;155, 243;
* Giuseppe Marinelli, ''Dizionario Toponomastico Ascolano'' - ''La Storia, i Costumi, i Personaggi nelle Vie della Città'', D'Auria Editrice, Ascoli Piceno, marzo 2009, pp.&nbsp;311–313, 335-336;
* Settimio Virgili, ''Rinaldo da Monteverde'', in: AA.VV., ''Personaggi piceni'' (volume II), Andrea Livi editore, Fermo, 2009, pp.&nbsp;168–172.
*C. Trevisani, ''Mercenario da Monteverde: storia italiana del secolo decimoquarto'', Tipografia italiana, 1850
*M. Cellini, ''Documenti di storia italiana'', 1870
*V. V. Brancadoro, ''Notizie storiche e statistiche di Massa nella provincia di Fermo raccolte e pubblicate dal cav. Vincenzio Vitali Brancadoro socio di varie accademie'', Tipografia del Paccasassi, 1860
*P.C. C. De Carolis, ''Memorie istoriche di Castignano'', Bartolini, 1792
*G. P. Polini, ''Storia di Carassai'', Liguori editore, Napoli 1975
*G. Polini, ''Boffo da Massa. Racconto istorico del Secolo XIV'', Egidi editore, Montefiore dell'Aso, 1888
*G. Colucci, ''Delle antichità picene dell'abate Giuseppe Colucci patrizio camerinese'', dai torchi dell'autore, 1796
*G. B. Ripamonti, ''Gentile da Mogliano storia picena del secolo 14. raccontata da G. B. Ripamonti'', Tip. Natalucci, 1876
*''Effemeridi della città di Fermo e suo antico stato'', tip. dei fratelli Rossi, 1846
*Niccola Pansoni, ''Boffe da Masse: XXIV sonetti in dialetto cossignanese con note storiche. La presa di Cossignano A.D. 1370'', Tip Barigelletti, 1925
*S. Virgili e F. Regi, ''Personaggi Piceni, Studi e saggi dei quaderni dell’ASAF n. 4'' - Centobuchi (AP) 2000
*G. Moroni Romano, ''Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da s. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi ...'', Tipografia Emiliana, 1852
*G. Petrelli, ''Cenni istorici per la terra di Mogliano con genealogia e vita di Gentile 2. e 3. suoi signori su documenti raccolti e cronologicamente disposti da Giulio Petrelli di detto luogo'', Tipografia Badaloni, 1860
*E. Dehò, ''Paesi marchigiani'', Industrie grafiche, 1910
 
== Voci correlate ==
* [[Dipartimento del Tronto]]
* [[Delegazione apostolica di Ascoli]]
* [[Antiche unità di misura del circondario di Ascoli Piceno]]
* [[Presidenti della Provincia di Ascoli Piceno]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Province of Ascoli Piceno|n=Categoria:Ascoli Piceno}}
 
== Collegamenti esterni ==
*{{cita web|url=http://www.provincia.ap.it/provincia/file/statuto.pdf|titolo=Statuto della provincia di Ascoli Piceno|accesso=15 aprile 2010|formato=pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20101129221749/http://provincia.ap.it/provincia/file/statuto.pdf|dataarchivio=29 novembre 2010}}
 
{{Suddivisioni dell'Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|Marche}}
 
[[Categoria:Provincia di Ascoli Piceno| ]]