Enza Sampò e Duomo di Caorle: differenze tra le pagine

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{{Edificio religioso
{{F|professionisti televisivi italiani|arg2=giornalisti italiani|marzo 2017|}}
|NomeEdificio = Duomo di Santo Stefano Protomartire
{{Bio
|Immagine = 2018-09-26 Duomo di Caorle 02.jpg
|Nome = Enza
|Didascalia = Facciata e campanile della cattedrale di Caorle
|Cognome = Sampò
|SessoLarghezza = F
|Città = [[Caorle]] ([[Città metropolitana di Venezia|VE]])
|LuogoNascita = Torino
|SiglaStato = ITA
|GiornoMeseNascita = 14 febbraio
|Latitudine = 45.59905
|AnnoNascita = 1939
|Longitudine = 12.88969
|LuogoMorte =
|Religione = [[Chiesa cattolica romana|Cattolica]]
|GiornoMeseMorte =
|AnnoConsacr = [[XI secolo]], poi riconsacrato nel [[1665]]
|AnnoMorte =
|StileArchitett = [[Architettura romanica|Romanico]] e [[Architettura bizantina|bizantino]]-[[ravennate]]
|Epoca = 1900
|InizioCostr = [[XI secolo]]
|Epoca2 = 2000
|FineCostr = [[1038]]
|Attività = conduttrice televisiva
|Attività2 = giornalista
|Nazionalità = italiana
|PostNazionalità = attiva in [[RAI Radiotelevisione Italiana|RAI]] dal [[1957]]
|Immagine = Giorgio Vecchietti - Enza Sampò 1972.JPG
|Didascalia = Enza Sampò con il giornalista [[Giorgio Vecchietti]] in una puntata della trasmissione televisiva ''Paese mio'' (1972)
}}
 
Il '''duomo di Caorle''', già [[cattedrale]] della soppressa [[diocesi di Caorle]] fino al [[1807]], è un edificio a [[Basilica|pianta basilicale]] costruito intorno all'anno [[1038]] a [[Caorle]], cittadina sul [[Mare Adriatico]] della [[città metropolitana di Venezia]]. È dedicato a [[Stefano protomartire|santo Stefano Protomartire]].
È stata una delle conduttrici di ''[[Uno mattina]]'' ed ha collaborato con la trasmissione ''[[Cominciamo bene]]'' su [[Rai 3]].
 
== BiografiaStoria ==
{{citazione|... In essa non altro di antico presentamente rimane se non che la chiesa di S. Stefano rifabbricata nel 1038, poi racconciata più volte o guastata. Vi si vede un'antica pala d'argento lavorata bizzarramente, e tempo fa vedevasi anche qualche pezzo delle mura di Caorle a doppio giro verso il porto, e di alcune massicce torri. Conserva però il suo Vescovo.|Jacopo Filiasi, Memorie storiche de' Veneti primi e secondi Tomo III, 1811}}
Debutta nel 1957 con lo spettacolo televisivo per giovani ragazze ''[[Anni verdi (programma televisivo)|Anni verdi]]'', mentre l'anno seguente affianca [[Febo Conti]] ne ''[[Il circolo dei castori]]''. Assieme a [[Enzo Tortora]] conduce i collegamenti esterni della trasmissione itinerante ''[[Campanile sera]]'' nel [[1959]]. Di queste esperienze ricorda la difficoltà nel trovare l'approvazione del compagno di lavoro nel primo caso, degli abitanti dei paesi dove era inviata nel secondo. Lei è forse la prima donna che in televisione non si limita a fare la valletta o l'annunciatrice ma ha "diritto di parola".
[[File:Duomo Caorle 20080124.jpg|300px|thumb|left|Parte alta della facciata e campanile]]
 
Il duomo di Caorle sorge dalle rovine di una preesistente basilica paleocristiana, come testimoniano i numerosi reperti rinvenuti e conservati sia all'interno che nel giardino della casa canonica (ex palazzo vescovile); tra essi si annoverano modanature floreali, capitelli e tronchi di colonna, altari e lapidi, che richiamano gli stili bizantino-ravennati già presenti nella [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Torcello)|cattedrale di Torcello]] e nella [[Basilica di San Marco (Venezia)|basilica di San Marco]].<br />
Presenta il [[Festival di Sanremo 1960]] assieme a [[Paolo Ferrari (attore)|Paolo Ferrari]]. Nel [[1964]] assieme a [[Mike Bongiorno]] conduce ''[[Cordialmente (programma televisivo)|Cordialmente]]''. Appare anche nelle prime sequenze del film di [[Alberto Sordi]] ''[[Scusi, lei è favorevole o contrario?]]'' (1966) come intervistatrice. Nei primi [[anni 1970|anni settanta]] conduce con [[Giorgio Vecchietti]] la trasmissione ''[[Paese mio]]'', sorta di viaggio fra le bellezze artistiche del ''Bel Paese'', mentre nel [[1976]] presenta, con [[Giancarlo Dettori]], il varietà ''[[Insieme, facendo finta di niente]]''.
Secondo l'interpretazione storica più accreditata, sebbene non priva di dispute, l'erezione della sede episcopale risalirebbe al VI secolo. A testimonianza di ciò si cita una missiva di [[papa Gregorio Magno]] all'[[esarca]] [[Ravenna|ravennate]] Mariniano, datata [[598]]<ref name="filiasi">Jacopo Filiasi, Memorie storiche de' Veneti primi e secondi Tomo III, 1811</ref><ref name="bottani">Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, 1811, nella Tipografia di Pietro Bernardi (Venezia)</ref><ref name="musolino">Giovanni Musolino, Caorle Sacra, 1967, La Tipografica (Venezia)</ref><ref name="caorlesacra">Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, 2012, Marcianum Press (Venezia)</ref>. Narra infatti il Filiasi: «Ella [...] ebbe Vescovo prima di ogni altra isola veneziana dal Pontefice S. Gregorio verso il 598». Essendo l'attuale edificio datato, secondo tutte le fonti storiche, [[1038]], chiaramente doveva esistere una cattedrale preesistente per la residenza del vescovo. Ed in effetti il perimetro di detta basilica fu rinvenuto durante i restauri che interessarono il complesso negli [[anni 1950|anni cinquanta]].
 
Non esistendo notizie certe della data di consacrazione della cattedrale, il [[vescovo]] [[Diocesi di Caorle#Serie dei vescovi|Pietro Martire Rusca]], al termine di imponenti lavori di restauro<ref name="caorlesacra" />, riconsacrò l'edificio il [[30 agosto]] [[1665]], come recita la lapide, un tempo affissa all'esterno, che ora si trova sulla parete della navata sinistra del duomo:
La sua notorietà cresce anche grazie alle imitazioni di [[Alighiero Noschese]] che insiste molto sul suo modo di parlare non sempre comprensibile. Viene inoltre ingaggiata da un importante marchio di detersivi per una campagna pubblicitaria che si protrae per diversi anni. Nel [[1982]] è stata la prima conduttrice su [[Rai 2|Raidue]] del programma pomeridiano per ragazzi ''[[Tandem (programma televisivo)|Tandem]]'', a cui prende parte un giovanissimo [[Fabrizio Frizzi]]. Nel [[1983]] ha condotto il quiz ''[[Tivutrenta]]''.
{{citazione|D.O.M.<br />LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI<br/>FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVS·<br/>CONSECRAVIT·<br/>MARINO VIZZAMANO PRÆTORE<br/>
M·D·C·L·XV·III CAL SEP·|A Dio ottimo massimo - al levita Stefano protomartire - fra' Pietro Martire Rusca vescovo - consacrò - essendo podestà Marino Vizzamano - 1665, 3 (giorni alle) calende di settembre}}
Secondo l'uso romano di scrivere le date, la data di consacrazione del duomo da parte del vescovo Rusca è il 1665, tre giorni prima delle [[calende]] di [[settembre]], vale a dire il 30 agosto (data in cui tuttora la comunità parrocchiale ricorda la Dedicazione del duomo). Il vescovo pose anche dodici croci in terra cotta a memoria del solenne rito, cui presero parte musici provenienti da [[Venezia]]<ref name="musolino" />.
 
Ulteriori e diverse sono le testimonianze che i vescovi hanno lasciato nella cattedrale e in diverse altre chiese di Caorle: dai diversi stemmi, dipinti o scolpiti in cattedrale, a ricordo di particolari eventi, alle tombe che alcuni vescovi hanno voluto in cattedrale, ai numerosi arredi sacri conservati nel [[Museo del tesoro del Duomo di Caorle|museo parrocchiale]] (ricavato nella ex cappella vescovile). L'ultimo vescovo di Caorle, [[Giuseppe Maria Peruzzi]], fu traslato a [[Chioggia]] l'[[11 gennaio]] [[1809]], a seguito della soppressione della diocesi da parte del governo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]]<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />, che fu in seguito ratificata il [[1º maggio]] [[1819]] da [[papa Pio VII]] con la bolla ''De salute Dominici gregis'', e il territorio fu annesso al [[patriarcato di Venezia]]. Caorle, tuttavia, continua ad essere [[sede titolare|sede vescovile titolare]]; attualmente l'[[arcivescovo]] di [[Diocesi di Caorle|Caorle]] è il [[Nunzio apostolico]] in [[Ungheria]], [[monsignor]] Juliusz Janusz
Nello stesso anno su [[Rai 2|Raidue]] nella fascia di mezzogiorno riprende il programma ''Cordialmente'', già condotto negli anni Sessanta. Nella stagione [[1984]]-[[1985]] ha condotto sullo stesso canale e nella stessa fascia orario il programma ''[[Che fai, mangi?]]'', sostituito nella stagione successiva da una nuova edizione di ''Cordialmente''. Nel [[1987]] conduce insieme a [[Mario Pastore]] la rubrica ''[[Prima edizione (programma televisivo)|Prima edizione]]'', rassegna stampa del mattino di Raidue. Nel [[1988]] conduce su Raitre ''[[Io confesso (programma televisivo)|Io confesso]]'', esempio di TV verità che, nonostante i buoni ascolti, non viene riproposto perché ritenuto troppo invasivo, se non addirittura morboso.
 
{{vedi anche|Diocesi di Caorle}}
Nel [[1989]] riceve il [[Premio simpatia]], cioè l'[[Oscar capitolino]] per la solidarietà. Dal [[1990]] al [[1992]] conduce tre edizioni di ''[[Scrupoli]]'' e successivamente ''[[I suoi primi quarant'anni]]'', trasmissione dedicata alla [[storia della televisione]] italiana. Sempre nel [[1992]] ha inoltre lavorato con [[Vittorio De Sisti]] per la realizzazione del film ''[[Un inviato molto speciale]]'', dove ha interpretato la parte di se stessa.
 
== Architettura ==
Nella stagione [[2004]]-[[2005]] ha condotto [[Uno mattina]] insieme a [[Franco Di Mare]], [[Sonia Grey]], [[Caterina Balivo]] ed [[Eleonora Daniele]]. Quest'ultima la sostituirà l'anno successivo per volere dell'allora Direttore di Raiuno, [[Fabrizio Del Noce]]. Nonostante non sia mai stata assunta direttamente ma sempre come collaboratrice è rimasta nell'immaginario collettivo come un volto della RAI, soprattutto di quella televisione garbata e ironica, capace di informare ma anche di rassicurare il pubblico.
[[File:2018-09-26 Duomo di Caorle 03.jpg|thumb|left|Facciata del Duomo e campanile visti da nord (sul pavimento è possibile scorgere il perimetro della chiesa delle Grazie)]]
=== La cattedrale ===
La struttura architettonica del duomo è a [[pianta basilicale]] a tre [[Navata|navate]]. La chiesa è costruita lungo la congiungente [[ovest]] - [[est]], con l'entrata sul lato ovest, come era tradizione nella costruzione degli edifici sacri cristiani, in modo che sacerdoti e fedeli, durante la [[Liturgia cattolica|liturgia]], guardassero tutti verso oriente.
 
==== VitaL'antica privatachiesa delle Grazie ====
Davanti alla cattedrale sorgeva una chiesa, pure a pianta basilicale a tre navate, deditata alla [[Madonna delle Grazie]]. La chiesa era orientata lungo la congiungente [[nord]] - [[sud]], con l'entrata sul lato nord. Internamente le navate erano sparate da due file ciascuna di tre pilastri in [[marmo di Carrara]]<ref name="bottani" />. Vi era custodito un altare dedicato alla [[Madonna della neve]]<ref name="musolino" /> e, tra i pezzi d'arte più importanti, si ricorda una pala attribuita al [[Tintoretto]] raffigurante [[San Nicola di Myra|San Niccolò vescovo]] e il [[Battistero|fonte battesimale]] in pietra risalente al [[XVI secolo|1500]]. Tuttavia, all'inizio dell'[[XIX secolo|ottocento]] versava in condizioni precarie e fu decisa la sua demolizione; il Battistero fu trasferito nella cattedrale (ove si trova tuttora) mentre la pala del Tintoretto fu consegnata ad uno dei fabbriceri del duomo, tale Angelo Rossetti<ref name="bottani" />.
{{cn|È vedova dello scrittore [[Ottavio Jemma]] e ha tre figli. Secondo i giornali del tempo ha avuto delle brevi relazioni con [[Emilio Fede]] (da lei stessa confermata ma interrotta dalla infedeltà di lui) e con [[Umberto Eco]] (descritta come un rapporto molto romantico).}}
 
La chiesa delle Grazie era collegata alla facciata del duomo da un atrio, già demolito all'inizio del XIX secolo<ref name="bottani" /><ref name="caorlesacra" />, mentre l'abside centrale entrava nella struttura del [[Campanile di Caorle|campanile]]. A testimonianza di ciò, sulla parte nord del campanile si può osservare una struttura ad arco, riempita con mattoni in cotto, ad interrompere l'originaria struttura in [[pietra d'Istria]] che costituisce il basamento della torre. Secondo il Bottani la struttura della chiesa delle Grazie era la stessa dell'odierna cattedrale, tanto da ipotizzare che possa esserne servita da modello nella ricostruzione dell'antica basilica paleocristiana<ref name="bottani" />. Con i restauri che hanno interessato piazza Vescovado nel [[1999]] (in occasione del [[Giubileo del 2000|giubileo]]), è stato riportato alla luce il perimetro di quest'antica chiesa, poi ricoperto con pietre bianche.<br/><br/>
== Programmi televisivi ==
* ''Anni Verdi'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1957)
* ''Il circolo dei castori'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1958)
* ''[[Campanile sera]]'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1959)
* ''Un giorno, una storia'' (Rai)
* ''[[Festival di Sanremo 1960]]'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1960)
* ''Ho trovato per voi...'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1963)
* ''Quindici minuti con...'' ([[Rai 2| Secondo]], 1965)
* ''Cordialmente'' ([[Rai 2| Secondo]], 1964-1969, [[Rai 2]], 1985-1986)
* ''Spazio'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1970-1973)
* ''Lanterna Magica'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1970)
* ''I Persuasori Animati'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1971)
* ''...e ti dirò chi sei'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1971)
* ''Capolavori da salvare'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1971)
* ''Paese Mio'' ([[Rai 1 | Nazionale]], 1972)
* ''Scena contro scena'' ([[Rai 1 | Rete 1]], 1976-1977)
* ''Indagine conoscitiva'' ([[Rai 1 | Rete 1]], 1976)
* ''Insieme, facendo finta di niente'' ([[Rai 1 | Rete 1]], 1976)
* ''[[Tandem (programma televisivo)| Tandem]]'' (Rai 2, 1982)
* ''TivùTrenta'' (Rai 1, 1983)
* ''Che fai, mangi?'' (Rai 2, 1984-1985)
* ''Io confesso'' (Rai 3, 1988)
* ''Prima Edizione'' (Rai 2, 1987-1989)
* ''Sta arrivando la bufera'' (Rai)
* ''La mia guerra'' (Rai, 1990)
* ''Scrupoli'' (Rai 2, 1990-1992)
* ''I suoi primi 40 anni'' (Rai 2, 1993-1994)
* ''Fra le righe'' (Rai 2, 1995)
* ''Mattina in Famiglia'' (Rai 2, 1995-2002) - Autrice
* ''Donne al bivio'' (Rai 1, 1997)
* ''La grande occasione'' (Rai 3, 2001) - Autrice
* ''Casa RaiUno'' (Rai 1, 2002-2004) - Autrice
* ''[[Unomattina]]'' (Rai 1, 2004-2005)
* ''[[Cominciamo bene | Cominciamo Bene - Album]]'' (Rai 3, 2005-2006)
* ''[[Cominciamo bene | Cominciamo Bene - Indice di Gradimento]]'' (Rai 3, 2006-2008)
 
==== Esterno ====
== Programmi radiofonici ==
[[File:Duomo Ingresso.jpg|300px|thumb|right|L'ingresso principale della cattedrale]]
* ''Le piace il classico?'' ([[Radio 2| Secondo]], 1968-1969)
Esternamente la facciata, esposta ad ovest, si presenta semplice e austera, seguendo uno stile prevalentemente romanico: le navate laterali sono divise da quella centrale da due robusti contrafforti. In corrispondenza della navata centrale, sotto il timpano, si aprono in asse due [[Rosone|rosoni]], il più grande al centro della parte superiore, e due altri rosoni sono ricavati nella parte superiore di ciascuna navata laterale, sotto il tetto spiovente. Nel registro inferiore sono situate le tre porte d'ingresso, sormontate tutte da architravi marmoree. Quello del portone centrale reca la seguente iscrizione in latino:
* ''Dalla vostra parte'' ([[Radio 2| Secondo]], 1973-1975)
{{citazione|VT VICIIS PVRGES MENTEMQVE VIRTUTIBVS ORNES HANC AEDAS SACRAM PECCATOR SEDVLVS AVLAM|O peccatore, se vuoi liberarti dai vizi e ornarti di virtù, frequenta assiduamente questa santa aula}}
* ''In diretta da Via Asiago'' ([[Radio 1| RadioUno]], 1976)
Ai piedi del portone centrale è invece riportata l'iscrizione
{{citazione|NON BONVS HIC BONVS REQVIESCIT CORPORE SOLVM<br />SPIRITVI REQVIEM DA DEVS OMNIPOTENS<br />PASTOR ERAT DICTV SED MERCENARIVS ACTV<br />TALI PARCE PIE DOMINE DEPRECOR IPSE MISER|Non buono questo Bono riposa solo con il corpo, allo spirito dà riposo Dio Onnipotente. Era detto pastore ma di fatto mercenario, a questo tale perdona o pio Signore, te ne prego io stesso misero.}}
ossia il testamento spirituale di un vescovo di nome Buono. Secondo il Musolino, due vescovi di [[Diocesi di Caorle|Caorle]] ebbero nome Buono, il primo associato a un documento del [[1074]] mentre il secondo attestato in un altro documento del [[1262]]<ref name="musolino" />; secondo Gusso e Gandolfo, l'epitaffio sarebbe riferito al più antico dei due<ref name="caorlesacra" />.
[[File:2018-09-26 Duomo di Caorle 05.jpg|300px|thumb|right|Duomo di Caorle, lato esposto a nord]]
 
Ai lati del portone principale stanno due bassorilievi bizantini con iscrizioni in greco. Secondo un recente studio<ref name="mason">Mara Mason, Le sculture sulla facciata del Duomo di Santo Stefano a Caorle e un bottino della Crociata a Costantinopoli, in La Parola del Passato, Rivista di studi antichi, Vol. 380, 2011, Macchiaroli editore (Napoli)</ref> i due bassorilievi sarebbero stati trasportati a Caorle in seguito alla [[Quarta Crociata]] nel [[1204]] e rappresenterebbero sant'Agatonico, martire della [[Bitinia]] vissuto nel [[IV secolo]], e [[San Giorgio]], in luogo dell'interpretazione tradizionale che vedrebbe nel secondo santo la figura di [[Guglielmo I di Tolosa|San Guglielmo di Tolosa]]<ref name="musolino" /><ref name="libroduomo">Alessandro Mozzambani e Giulio Pavesi, Caorle, il duomo e il museo, 1982, Artegrafica s.r.l., Verona</ref><ref name="caorlesacra" />, a motivo dell'iscrizione in greco che un tempo vi si leggeva, interpretata come «<small>GEOELMEON</small>»<ref name="egger">R. Egger, Historisch-epigrafische Studien in Venezien</ref>. Altri studi recenti<ref name="ferrazza">[http://www.viagginellastoria.it/jesolo/il_mistero_del_soldato_di_caorle.pdf Ferruccio C. Ferrazza, Il mistero del soldato di Caorle, 2008] </ref><ref name="derubeis">Flavia De Rubeis, 2012</ref>, propendono invece per l'identificazione con [[San Teodoro di Amasea]]. In ogni caso entrambi i bassorilievi rappresentano un importante collegamento con la cultura orientale e non escludono (anzi, rafforzano) l'ipotesi che con queste opere possano essere arrivate da [[Costantinopoli]] anche reliquie preziose, quali il [[cranio]] e parti della mano di [[Santo Stefano protomartire]] e un braccio di [[Santa Margherita di Antiochia]].
 
Incastonate al muro esterno della facciata, all'altezza dell'architrave centrale, si trovano otto mensole in pietra d'Istria, che un tempo sorreggevano il porticato esterno tra il duomo e la chiesa delle Grazie. Infine, sotto il portone d'ingresso si trovano cinque tombe appartenute ad altrettanti nobili famiglie caprulane, tra le quali le famiglie Gallo, Rossi e Pacchiaffo. In una sesta urna sono state riposte nel 1999 le ossa rinvenute durante i restauri effettuati in occasione del giubileo, probabilmente provenienti dal cimitero, un tempo posto di fronte a sud della piazza, davanti al campanile<ref name="caorlesacra" />.
 
La parte esterna della navata destra è decorata, nella parte superiore, da una serie di archetti intrecciati, mentre la navata sinistra è sorretta da quattro contrafforti. Sul retro, l'[[abside]] centrale sporge verso l'esterno in una struttura cilindrica decorata con sei grandi archi a doppia [[archivolto|ghiera]], tre dei quali ospitano ciascuno una finestra a monofora, la centrale più grande delle due laterali. In corrispondenza della parete sud della navata centrale si aprono altre sette monofore più strette, mentre due monofore si trovano sia sulla parete nord della navata laterale sinistra che sulla parete sud di quella destra. Il timpano della navata centrale culmina, sia in corrispondenza della facciata che in corrispondenza dell'innesto dell'abside, con una croce in ferro battuto sostenuta da un'[[ogiva]] in pietra.
 
L'altezza complessiva dell'edificio, ossia dal suolo alla sommità della navata centrale, è di 13,66 metri, mentre dal pavimento alla sommità delle navate laterali l'altezza è di 6,66 metri. La lunghezza della navata centrale, dal portone d'ingresso all'abside centrale, è di 40,36 metri. Infine la larghezza complessiva (dalla parete esposta a nord della navata laterale sinistra a quella esposta a sud della navata laterale destra) è di 20,66 metri<ref name="bottani" />.
 
==== Interno ====
[[File:Duomo di Caorle interno.jpg|thumb|left|Interno della cattedrale visto dall'alto della navata centrale]]
All'interno del duomo si riconosce la fusione degli stili architettonici [[Arte romanica|romanico]] e [[Arte ravennate|bizantino-ravennate]]. Le tre navate sono separate dalle due centrali da due file ciascuna costituita di 5 colonne alternate a 6 pilastri. Le colonne, realizzate in marmo, presentano [[Capitello|capitelli]] [[Stile corinzio|corinzi]] o di forma cubica con spigoli smussati, elemento questo molto frequente nelle chiese in stile bizantino come ad esempio la [[Basilica di San Marco]] a [[Venezia]]. I capitelli sono tutti sormontati da [[Pulvino|pulvini]] in cui ancora oggi si riconoscono alcuni importanti resti di [[niellatura]]. Allo stesso modo, i pilastri si presentano a pianta quadrata a forma di croce, e realizzati in mattoni di terra cotta. Parimenti alle colonne, sono sormontati da [[Cimasa|cimase]] ugualmente niellate. Le file di colonne e pilastri sostengono ciascuna dieci [[Arco (architettura)|archi a tutto sesto]], a doppia ghiera dal lato esposto verso la navata centrale e a ghiera singola in quelli esposti verso le navate laterali. Il numero delle colonne ammonta in totale a dodici, chiaro riferimento al numero degli [[Apostoli]]. A questo proposito si noterà che, affinché anche il numero totale dei pilastri salga a dodici, le parti di parete dell'abside centrale ove posano gli ultimi due archi sono decorate con mattoni in cotto, in modo da dare l'impressione dei pilastri e portare così il loro numero a dodici.
 
[[File:Venice 0O3A9701 (10247145414).jpg|thumb|left|Altare della cripta della Basilica di San Marco a Venezia (in particolare si possono notare i capitelli delle colonne a sinistra, cubici con gli spigoli smussati)]]
Il soffitto si presenta a [[Capriata|capriate lignee]], sorrette da mensole in pietra d'Istria che sporgono dalle pareti. In corrispondenza della navata centrale le capriate sono intere, mentre le navate laterali sono coperti da semi capriate. Poco sopra il portone d'ingresso, si legge su uno degli assi orizzontali delle capriate della navata centrale, l'iscrizione
{{citazione|RESTV·RATM· DIE · VIII MENSIS · · IANVARII · M·D·LXIII}}
che ricorda il restauro del soffitto completato l'[[8 gennaio]] [[1563]], sotto il governo del vescovo [[Egidio Falcetta]]<ref name="caorlesacra" />.
 
Tutte e tre le navate terminano con un presbiterio, rialzato di tre gradini rispetto al piano della chiesa, e con un abside; di queste soltanto la centrale sporge all'esterno della struttura, mentre quelle delle navate laterali sono contenute nella muratura. I presbiteri delle navate laterali sono separati da quello della navata centrale con due balaustre in pietra risalenti al [[XVII secolo|seicento]], un tempo chiuse a separare il presbiterio centrale dal resto della navata. In origine la balaustra era sostituita da un'[[iconostasi]], di cui le balaustre marmoree sono conservate tutt'oggi in Duomo e nell'annesso [[Museo del tesoro del Duomo di Caorle|museo parrocchiale]]. Sei tavole delle quindici tavole originali, dipinte agli inizi del Trecento da artista prossimo a [[Paolo Veneziano]], sono pure conservate nel museo del Duomo<ref name="caorlesacra" />. Alcuni documenti dell'Archivio Patriarcale di Venezia recentemente pubblicati provano che le icone erano originariamente quindici, con il Cristo affiancato dagli apostoli, Santo Stefano e San Michele<ref name="F.L. Bossetto, L 2007 pp. 83-94">F.L. Bossetto, L'iconostasi della cattedrale di Caorle: nuove osservazioni a partire da alcuni documenti dell'Archivio Storico Patriarcale di Venezia, in Le arti a confronto col sacro: metodi di ricerca e nuove prospettive d'indagine interdisciplinare, atti del convegno (Padova, 31 maggio-1º giugno 2007), Padova 2009, pp. 83-94.</ref>. In corrispondenza di ciascuna delle due absidicole laterali si apre una finestra a monofora, mentre tre sono quelle che si aprono in corrispondenza dell'abside centrale, la quale, ospitando l'altare maggiore della chiesa, risulta rialzata di ulteriori tre gradini rispetto ai presbiteri delle navate laterali ed è introdotta da un arco trionfale sorretto da colonne corinzie. Il catino è separato dal tamburo con un fregio marmoreo di stile orientaleggiante L'altare maggiore è rialzato di un ulteriore gradino, portando così a sette i gradini che separano l'altare maggiore rispetto al pavimento della navata.
 
Vicino alle entrate delle navate laterali si aprono due cappelle; la cappella di destra, dedicata a [[Sant'Andrea]], è più grande di quella di sinistra, dedicata a [[San Rocco]]. In prossimità dei presbiteri delle navate laterali, sulle pareti perimetrali si aprono due porte: quella della navata di destra conduce verso la [[sacrestia]] ed la casa canonica, ex palazzo vescovile; quella della navata di sinistra conduce verso l'esterno.
 
Lungo le navate laterali e sotto le absidicole erano custoditi sette altari laterali<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />:
* l'altare dell'[[Assunzione della Vergine Maria|Assunta]], sotto l'absidicola della navata sinistra, smontato negli [[anni 1970|anni settanta]] e trasportato quale altare maggiore nel [[Santuario della Madonna dell'Angelo]];
* l'altare di [[Sant'Andrea]], sotto l'absidicola della navata destra, oggi collocato nella cappella laterale che si apre nella navata laterale destra;
* gli altari della [[Madonna del Carmine]] e della [[Madonna del Rosario]], presso la navata laterale sinistra;
* gli altari di [[Sant'Antonio di Padova]], [[Sant'Antonio abate]] e dello [[Spirito Santo]], presso la navata laterale destra.
Alcuni di questi altari furono venduti negli [[anni 1920|anni venti]] alla [[Basilica dell'Assunzione della Vergine del Monte Santo]], un tempo in territorio [[Italia|italiano]], oggi in territorio [[Slovenia|sloveno]], per far fronte ai gravosi restauri della cattedrale per i danni subiti nel [[primo dopoguerra]].
 
=== Il Campanile ===
[[File:Caorle campanile.jpg|thumb|Il caratteristico campanile del Duomo di Caorle]]
Staccato dalla Cattedrale si staglia il sontuoso e caratteristico campanile, risalente anch'esso all'XI secolo. La forma cilindrica (che richiama gli influssi ravennati riconoscibili ad esempio nel campanile di [[Basilica di Sant'Apollinare in Classe|Sant'Apollinare in Classe]] a [[Ravenna]] e nell'antico campanile di [[Tessera (Venezia)|Tessèra]]) sormontata da cuspide conica lo rende unico al mondo, per struttura architettonica ed età storica. Come testimonia lo storico Filiasi<ref name="filiasi" />, la struttura del campanile è probabilmente sorta sopra il basamento di uno dei torrioni delle mura difensive della città, che arrivavano fino al complesso della cattedrale. Testimonianza di ciò è il basamento in pietra d'Istria che si può ancor oggi ammirare, interrotto soltanto in corrispondenza del lato esposto a nord, ove si addossava la chiesa delle Grazie. Nato probabilmente come torre di avvistamento, data anche la sua posizione privilegiata rispetto al mare, è alto 42 metri<ref name="dx.doi.org">{{Cita pubblicazione|nome=Giordano|cognome=Teza|titolo=Geometric characterization of a cylinder-shaped structure from laser scanner data: Development of an analysis tool and its use on a leaning bell tower|rivista=Journal of Cultural Heritage|volume=14|numero=5|pp=411–423|accesso=2017-08-16|doi=10.1016/j.culher.2012.10.015|url=https://dx.doi.org/10.1016/j.culher.2012.10.015|nome2=Arianna|cognome2=Pesci}}</ref>, e l'alternarsi armonioso di bifore, monofore e colonnine lo rende uno splendido esempio di stile gotico. In particolare, la canna cilindra, alta 28 metri, è suddivisa in sette piani, con un raggio medio di circa 3,3 metri. La cuspide, sorretta da un dado cilindrico alto 1,5 metri e di raggio 2,8 metri, è alta 10 metri ed è sormontata da una croce in ferro con bandierina segna-vento, alta circa 2,5 metri.
 
La loggia campanaria, in alto, consta di 4 bifore, ed è separata esternamente dal resto del tronco da una modanatura a triangoli rovesciati; la sezione sottostante è costituita da otto monofore. Quindi la sezione centrale, costituita da bifore e monofore cieche, costituisce una seconda loggia, architettonicamente la più importante dell'intero complesso. Procedendo verso il basso i registri si ripetono a specchio; prima altre otto monofore e, nella zona più bassa, quattro bifore. In corrispondenza del secondo registro si trovava un orologio, che anticamente scandiva il tempo per i pochi abitanti della cittadina veneziana; questo fu asportato nel durante i restauri all'inizio del XX secolo. Internamente i registri sono ora divisi tramite solai in calcestruzzo armato (ad eccezione del secondo, tuttora in legno), realizzati nel quadro di recenti lavori di consolidamento e collegati da scale in legno; nell'ultimo registro si trovano tre campane in bronzo.
 
Il campanile è una [[torre pendente]]: è infatti inclinato di circa 1,4° in direzione Est-Sud-Est<ref name="dx.doi.org" /> (circa 1/3 dell'inclinazione di [[Torre di Pisa|quello di Pisa]]).
 
{{vedi anche|Campanile del Duomo di Caorle}}
 
== Arte ==
Preziose e numerose sono le opere d'arte conservate nel duomo, tra dipinti, sculture e i resti lapidei provenienti dall'antica basilica sopra cui l'odierno edificio fu edificato.
=== Navata centrale ===
[[File:Cattedrale Caorle Interno.jpg|300px|thumb|left|La navata centrale del Duomo di Caorle]]
Sopra il portone principale, a corredo della struttura che sorregge le [[Organo a canne|canne dell'organo]], si trova la statua di [[Santo Stefano Protomartire]], patrono della chiesa e della [[Diocesi di Caorle|diocesi]]<ref name="bottani" /><ref name="niero">Antonio Niero, I loca sanctorum di Caorle, 1988</ref>. La statua faceva parte dell'altare maggiore barocco<ref name="caorlesacra" />, che comprendeva, oltre a quella di Santo Stefano, le statue di [[Santa Margherita di Antiochia|Santa Margherita]] e [[Gilberto di Sempringham|San Gilberto]], ora trasferite nel [[Santuario della Madonna dell'Angelo]].
 
Ai lati del rosone maggiore sono affrescati alla parete due [[Stemma|stemmi]] risalenti al [[XVII secolo]]: a destra spicca quello della città di [[Caorle]], recante l'[[San Michele arcangelo|Arcangelo San Michele]] vigilante sulla rocca e la scritta «COMMVNITAS CAPRVLARVM», mentre a sinistra i resti dello stemma del podestà Costantino Zorzi, come si può intuire dai resti di iscrizione oggi rimasti:
{{citazione|COSTA(ntinus) GEOR(gius) PRA(etore)}}
A destra del portone d'ingresso si trova invece il grande affresco raffigurante [[San Cristoforo]] datato [[XV secolo]]<ref name="caorlesacra" />; il Santo è rappresentato nell'atto di guadare un corso d'acqua, con un bastone nella mano destra e il [[Bambino Gesù]] sulla spalla sinistra, mentre quest'ultimo lo sorregge afferrandone una ciocca di capelli con la mano destra e sorregge il globo con la mano sinistra. Alla sinistra del portone è appesa una tela che raffigura il martirio di [[San Sebastiano]], opera del [[1929]] del pittore Teodoro Gianniotti.
 
[[File:Cattedrale Caorle Pietà.jpg|300px|thumb|left|Pietà astile in legno dorato (XVIII secolo)]]
Addossato ad uno dei pilastri che dividono la navata centrale dalla navata destra è collocato il busto marmoreo di [[papa Giovanni XXIII]], dono dei fratelli Guido e Giampaolo Gusso, già aiutanti del papa, a memoria del profondo legame tra [[Caorle]] e le sue devozioni e il papa buono, opera dello scultore Guarino Roscioli. Il sostegno del busto reca la seguente iscrizione<ref name="libroduomo" />:
{{citazione|CITTÀ DEL VATICANO 3.6.1972
DONATO ALLA PARROCCHIA DI CAORLE
DA GUIDO E GIAMPAOLO GUSSO
FAMILIARI DI GIOVANNI XXIII
QUESTA IMMAGINE SEGNO
DI SPERANZA E DI AMORE.
RICORDO DI LUMINOSO PONTIFICATO.
MEMORI E GRATI OFFRONO
E RACCOMANDANO AI CITTADINI DI CAORLE}}
Sempre sotto le arcate che separano la navata centrale da quella destra si trova un'insegna processionale in legno dorato, datata [[XVIII secolo]]<ref name="caorlesacra" />, raffigurante il Cristo morto e deposto dalla croce sulle ginocchia di un Angelo (simbolo di Caorle), con ai piedi altre teste di angeli. Sotto le arcate che invece separano la navata centrale da quella sinistra si trova la statua in legno dorato raffigurante la [[Assunzione della Vergine Maria|Madonna Assunta]] tra Angeli, anch'essa datata [[XVIII secolo]] e proveniente dall'antico [[Oratorio (architettura)|oratorio]] dell'Assunta che un tempo sorgeva in piazza Vescovado, demolito nell'[[XIX secolo|ottocento]]<ref name="musolino" />.
 
Sotto al pavimento del presbiterio centrale si trova la tomba del [[vescovo]] [[Diocesi di Caorle#I vescovi|Giovanni Vincenzo De Filippi]] ([[1718]]-[[1738]]), recante il seguente epitaffio:
{{citazione|NON IACET IN TVMVLO
NVDVM SINE NOMINE
CORPVS
QVOD CVNCTIS CONVENIT
VRNA CAPIT
NOMEN
SI QVÆRIS
QVÆRES
QVO VIXERIT ANNO
MDCCXXVII|Non giace nel tumulo un corpo nudo senza nome, se cerchi il nome di chi tutti convengono contiene l'urna, cerca chi è vissuto nell'anno 1727}}
[[File:Caorle affresco.jpg|thumb|right|Polittico affrescato del XIV secolo, particolare della Madonna del latte (parete destra del presbiterio centrale)]]
Sulla parete laterale sinistra del presbiterio centrale si trova affrescato lo stemma del vescovo [[Diocesi di Caorle#I vescovi|Giuseppe Maria Piccini]] ([[1644]]-[[1648]]), entro una struttura arricchita con pinnacoli in cui si scorgono le figure di due santi, [[San Rocco]] ed un altro santo di incerta attribuzione. Sulla parete laterale destra, invece, in mezzo ad una struttura formata da archi sorretti da colonne che idelmente continua le arcate della chiesa, si può osservare un polittico affrescato datato [[XIV secolo]] recante le figure di un santo vescovo (di incerta attribuzione), di [[San Giovanni evangelista]], della [[Madonna del latte]] e della [[Maria Maddalena|Maddalena]]. Sotto, all'altezza dell'altare maggiore, si osservano su sfondo rosso alcuni graffiti di epoca medioevale, che principiano con la data [[1387]], anno in cui, secondo il Gatari, la città di Caorle venne espugnata dall'arcidiacono Simone de' Gavardi e data alle fiamme<ref name="gatari">Andrea Gatari, in Rerum Italicarum scriptores, 1730, vol. XVII</ref>. Per una interpreta interpretazione si rimanda al libro Caorle Sacra<ref name="caorlesacra" />.
 
[[File:Duomo di Caorle - Altare_maggiore.jpg|thumb|right|L'abside centrale e l'altare maggiore. Sullo sfondo la [[Pala d'oro (Caorle)|Pala d'oro]]]]
L'abside è dominata dall'imponente [[Crocifisso]] ligneo [[XV secolo|quattrocentesco]], un tempo posto sopra l'iconostasi<ref name="musolino" /> ed ora sospeso tramite funi appese alle travi del soffitto. Il crocifisso è compreso fra due lampade votive moderne realizzate in stile bizantino. Sotto al crocifisso giace l'altare maggiore, consacrato nel [[1975]] dal [[patriarcato di Venezia|patriarca di Venezia]] [[Cardinale|card.]] [[Albino Luciani]], in sostituzione del vecchio altare. Sul paliotto frontale sono rappresentati, a [[bassorilievo]] su lamina di bronzo, i Santi patroni della città (Santo Stefano, Santa Margherita e San Gilberto), insieme alle scene [[Bibbia|bibliche]] del [[Sacrificio di Isacco]] e della [[Visitazione]]. Ai lati sono riportate le figure dei santi [[papa Pio X|Pio X]] e [[papa Giovanni XXIII|Giovanni XXIII]], insieme alle scene bibliche dell'[[Arcangelo Raffaele]] soccorrente e del [[Abele|Sacrificio di Abele]]. Sul retro, infine, vi è infissa una [[croce greca]] in ottone decorata con pietre preziose.
 
Installata in fondo all'abside vi è la [[Pala d'oro (Caorle)|Pala d'oro]], una pala di argento dorato sbalzato e cesellato, comprendente 6 formelle. Le due più esterne rappresentano le figure dell'[[Arcangelo Gabriele]] e della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine orante]], che insieme completano la scena dell'[[Annunciazione]], e sono datate [[XIII secolo]]<ref name="caorlesacra" />. Le altre quattro rappresentano nell'ordine [[San Daniele|San Daniele profeta]], il [[Cristo pantocratore]], Santo Stefano protomartire e l'[[Apostolo]] [[San Paolo apostolo|San Paolo]]. Queste figure, tutte di incerta attribuzione (eccetto la figura del Cristo in trono) sono fatte risalire al [[XIV secolo]]. La pala è dono della [[Regina di Cipro]], [[Caterina Cornaro]], che, naufragata nella zona di Caorle attorno nel [[1489]] e salvata da alcuni pescatori, volle ringraziare la comunità cittadina con il prezioso arredo. Il catino absidale era un tempo ricoperto da un grande affresco [[XVI secolo|cinquecentesco]], rappresentante Cristo Pantocratore, [[San Marco]] ed altri santi, insieme alla scena del salvataggio della regina Cornaro. Oggi, tuttavia, rimangono visibili solo alcuni frammenti di tali affreschi (come il frammento di vangelo del leone di San Marco), in quanto cancellati poco dopo (attorno al [[XVII secolo|1600]]) per la ''sconcezza delle espressioni'' e l'inadeguatezza dell'opera<ref name="musolino" />.
{{Vedi anche|Pala d'oro (Caorle)}}
 
=== Navata sinistra ===
[[File:2018-09-26 Duomo di Caorle 13.jpg|300px|thumb|left|Scorcio della navata sinistra]]
In prossimità della porta d'ingresso della navata sinistra si apre la cappella laterale di [[San Rocco]], contenente un altare con la statua del santo, una scultura in legno risalente al [[XVIII secolo]]<ref name="caorlesacra" /> un tempo facente parte dell'omonimo oratorio che sorgeva adiacente al muro perimetrale del palazzo vescovile, dove, dopo i restauri del [[1999]], è stato realizzato un piccolo [[chiostro]] aperto al pubblico. La statua raffigura il santo con il bastone del [[pellegrino]] nella mano sinistra, mentre con la destra, come da [[iconografia]] tradizionale, indica la piaga della [[peste]] riportata sulla gamba sinistra. Ai suoi piedi il cane con in bocca il tozzo di pane, spesso associato alla raffigurazione del santo, il quale indossa il mantello del pellegrino e riporta sul bracciale destro un emblema con incise le lettere S ed R intrecciate. La nicchia e la mensa dell'altare di San Rocco derivano dall'altare maggiore del [[Santuario della Madonna dell'Angelo]], smembrato in seguito alla traslazione in quella chiesa dell'altare dell'Assunta che si trovava in Duomo, proprio in fondo alla navata sinistra.
 
Dopo la cappella di San Rocco, sul muro perimetrale si aprono due nicchie, decorate con fregi in pietra risalenti al [[IX secolo]]<ref name="caorlesacra" /> e contenenti le statue del [[Sacro Cuore di Gesù]] e della [[Madonna delle Grazie]], entrambe opere del [[XX secolo]]. Tra le due nicchie si trova una lapide, compresa tra due [[patere]] circolari risalenti al [[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]] raffiguranti un'[[aquila]] che attacca una [[lepre]] scarnita. La lapide reca lo stemma del vescovo Pietro Carlo che ricorda il rifacimento del palazzo vescovile:
{{citazione|PETRVS CARLO VENETVS
EPVS CAPRVLAR NICOLAI
F.SVI AC POSTERV DECORI
ET COMMODO PROSTRATOS
HOS MVROS A FVNDAMEN
TIS EREXIT KL
OCTOBRI
M CCCC L XXXX|Pietro Carlo veneto Vescovo di Caorle a decoro e comodo di Nicola suo fratello e dei posteri questi muri prostrati eresse dalle fondamenta le Calende di Ottobre 1490}}
Sopra la nicchia della Madonna delle Grazie è invece posta la lapide di riconsacrazione della cattedrale posta dal vescovo Pietro Martire Rusca nel [[1665]] (e riportata sopra).
 
Procedendo verso l'absidicola sinistra, si trova il dipinto su tela raffigurante la scena della [[Natività di Maria]], opera del [[XVII secolo]], secondo Gusso e Gandolfo attribuita al pittore Marin Donato da Palmanova<ref name="caorlesacra" />; in esso la Santa Vergine neonata è posta sopra le ginocchia di una levatrice, vestita con abiti rosso e blu, mentre sullo sfondo si stagliano le figure di [[Gioacchino (padre di Maria)|San Gioacchino]], a sinistra, e [[Anna (madre di Maria)|Sant'Anna]].
 
[[File:2018-09-26 Duomo di Caorle 12.jpg|300px|thumb|right|Cappella di San Rocco presso la navata laterale sinistra]]
Sempre sulla parete della navata sinistra si trovano dei lacerti di un trittico affrescato [[XIV secolo|trecentesco]], definito di [[Scuola di Giotto|scuola giottesca]]<ref name="caorlesacra" />, raffigurante [[Santa Caterina di Alessandria]], [[San Nicola di Myra]] e [[San Rocco]]. Questo particolare affresco si presenta molto rovinato, ed è stato portato alla luce soltanto nel [[2010]], non essendovi notizia nelle fonti storiche della sua presenza. Secondo le foto più antiche, è possibile che vi fosse stato appoggiato sopra uno dei sette altari laterali sopra citati.
 
Successivamente sono posti tre quadri di scuola veneta:
* [[Pala d'altare|pala]] della [[Pentecoste]], datata [[XVII]] secolo<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />, facente parte dell'omonimo altare laterale;
* pala di [[Sant'Antonio da Padova]], inglobata nell'omonimo altare laterale, opera del [[XVII secolo]] attribuita alla scuola [[Vicenza|vicentina]] del Magonza<ref name="libroduomo" />;
* pala della [[Madonna del Carmine]], raffigurante la Vergine Santa nell'atto di imporre lo scapolare a [[San Simone Stock]], datata [[1793]]<ref name="caorlesacra" />.
 
Sopra la porta laterale che dà verso l'esterno è posta una lapide in lingua latina, che ricorda l'antico privilegio concesso agli arcipreti di Caorle, dopo la soppressione del Capitolo della Cattedrale e la rinuncia da parte dei capi famiglia del diritto di eleggere da soli il proprio parroco; prima il [[patriarcato di Venezia|patriarca]] [[Angelo Giuseppe Roncalli]] assicurò all'arciprete il titolo di canonico onorario della [[Basilica di San Marco (Venezia)|Basilica metropolitana di San Marco]], in seguito, eletto [[papa]], gli concesse la facoltà di celebrare quattro messe pontificali all'anno; questo diritto vige tuttora. Un analoga iscrizione, tradotta in italiano, è posta nella sacrestia del Duomo.
 
In corrispondenza dell'absidicola sinistra sono posti i resti di un antico sepolcro, appartenuto a tale Costantino e datato tra il [[IX secolo|IX]] e il [[X secolo]]<ref name="caorlesacra" /><ref name="derubeis" />. Quindi si trova il dipinto del Salvataggio di [[San Pietro|Pietro]], che alcuni attribuito alla scuola di [[Tiziano]] e datato [[XVI secolo]]<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />.
 
L'absidicola laterale sinistra si presenta finemente decorata da affreschi. Il catino dell'abside conserva un sontuoso affresco, datato [[XIV secolo]], che rappresenta la [[Madonna con Bambino|Vergine col Bambino]] e ai lati [[Santo Stefano (martire)|Santo Stefano protomartire]] (patrono della città) e [[San Lorenzo martire|San Lorenzo]]. Ai piedi si vedono i membri della confraternita dell'[[Assunzione di Maria|Assunta]], che proprio qui avevano il loro altare, prostrati in adorazione. Il tamburo è decorato con degli archi dipinti, sotto ciascuno dei quali sono posti alcuni stemmi; vi si riconoscono lo stemma del vescovo Giovanni Vincenzo de Filippi, sepolto nel presbiterio della navata centrale, il [[leone di San Marco]] e lo stemma del [[papa Sisto V]], probabilmente una testimonianza lasciata dal vescovo [[Diocesi di Caorle#I vescovi|Girolamo Righetto]], nominato alla sede caprulana a [[Roma]] proprio da questo papa, che aveva in precedenza diretto l'inquisizione veneziana, quale riconoscimento per le sue doti di scrittore e di cartografo<ref name="musolino" />. All'ombra dell'abside si trova il [[Tabernacolo]], in stile moderno, che ricalca la copertina di un antico [[evangeliario]] bizantino, recante una croce greca decorata con pietre preziose. Ai lati quattro figure di santi, realizzate in bassorilievo su tavola di bronzo.
 
Sotto il Tabernacolo si trova l'[[Ara|ara sacrificale]] [[Età romana|romana]] risalente al [[I secolo]], appartenuta alla famiglia Licovia, come vi si può leggere nell'iscrizione. Si ritiene<ref name="bottani" /><ref name="musolino" /> che questa famiglia risiedesse a Caorle nel periodo in cui questa città era ancora il porto della città di [[Concordia Sagittaria|Julia Concordia]]. Davanti al Tabernacolo è posto, infine, un altare marmoreo moderno, con ai piedi una lapide recante l'elenco dei [[parroco|parroci]] [[arciprete|arcipreti]] del Duomo dopo la soppressione della diocesi nel [[1819]].
 
=== Navata destra ===
[[File:2018-09-26 Duomo di Caorle 11.jpg|300px|thumb|Scorcio della navata destra]]
Passando infine alla navata laterale destra, vi si incontra innanzitutto, in prossimità della porta d'ingresso, la cappella di [[Sant'Andrea Apostolo|Sant'Andrea]], così denominata perché custodisce l'omonimo altare, detto anche altare della [[Divina Misericordia|Misericordia]], risalente al [[XVIII secolo]] e recante le statue del titolare Sant'Andrea al centro, [[San Giovanni Battista]] a sinistra e [[San Domenico di Guzman]] a destra. Sul palliotto frontale si scorge l'emblema della Confraternita della Misericordia, cui apparteneva questo altare, raffigurante la [[Maria (madre di Gesù)|Vergine Santa]] che avvolge col suo manto due confratelli<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />. Sempre all'interno della cappella vi si trova una nicchia, in cui è custodita la statua lignea di [[Sant'Antonio di Padova]] opera del [[veneziano]] [[Guido Cadorin]]<ref name="libroduomo" />. Di fronte è stata affissa una lapide recante l'elenco di alcuni sacrestani del duomo.
 
Lungo la parete della navata destra si aprono due nicchie, anch'esse decorate con fregi marmorei datati [[IX secolo|IX]]-[[XI secolo]], contenenti le statue della [[Madonna di Lourdes]] e [[San Giuseppe]]. Tra le due nicchie si trova affissa una lapide in memoria di Stefano Boni, canonico della cattedrale all'epoca dei vescovi Francesco Antonio Boscaroli ([[1674]]-[[1679]]) e Domenico Minio ([[1684]]-[[1698]]), voluta dal suo confratello canonico Niccolò Bianconi, oggi quasi del tutto illeggibile. Secondo il Bottani<ref name="bottani" /> essa recita
{{citazione|D.O.M.
STEPHANVS BONI EXIMIVS ART DOC E PRIVS VNI
DEINDE IN PATRIA DIV MEDICEM LVCVLENTER EXERCITVS
NDEM SVI COMPOS ANIMAR MEDELAE PROSPICERE MALVIT
ADEO VT INITIATVS SACRIS ET CANONICATV IN HAC CHATEDR
INSIGNITVS MVLTIFORMI DOCTRINA MORIB INTEGRIS SIN-
GVLARI MODESTIA PIET SVMA / ET HAC PRAECIPVE IN GRA-
TIOSO PAVPER PATROCINIO EMINERET TAM DIGNO EX VTERO
FRATRI NICOLAVS BLANCONVS PHIL ET MED DOCT GRATI
ANIMI MVNIA OBEVNDO HOC VERITATIS ET BENEVOLENTIAE AR-
GVMENTVM IN NOVO LAPIDE INCIDI MANDAVIT AN SAL
M DCXCVIIII XIV KAL FEBR|Stefano Boni esimio dottore nelle arti dapprima a Venezia, poi in patria dedito alla medicina per un lungo tempo, quindi desideroso di dedicarsi alla cura delle anime dei suoi compagni, a tal punto da essere iniziato al sacro e insignito del canonicato in questa cattedrale per la multiforme dottrina, integrità di costumi, singolare modestia, somma pietà (e questo specialmente nel gratuito patrocinio dei poveri) in modo si degno da sovrastare l'amore per un fratello di sangue. Niccolò Bianconi, dottore in filosofia e medicina, con animo grato condividendone il peso diede mandato di incidere in nuova lapide questa verità e argomento di benevolenza. Anno della Salvezza 1699, 14 giorni alle calende di febbraio.}}
 
Sopra la nicchia di San Giuseppe si trova invece affissa la lapide che commemora, in questo stesso posto, l'erezione di un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova da parte del vescovo Pietro Martire Rusca, che ammonisce i suoi successori affinché ad esso fossero celebrate delle [[Messa|Messe]]:
{{citazione|ILL.{{apici e pedici|p=MI}} ET RMI EPI CAPRVLEN.
VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS
QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S. ANTONII CELEBRARI
CVRANTO
TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN.
DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR.
FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN.
EREXIT VNIVIT DISPOSVIT|Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì, dispose}}
 
[[File:Ultima cena lazzarini.jpg|400px|thumb|left|L'Ultima cena di Gregorio Lazzarini]]
Continuando dalla porta d'ingresso all'absidicola, presso il muro della navata destra si trova affisso un trittico su tavola, detto Trittico di San Rocco<ref name="libroduomo" /> e datato [[XVII secolo]], raffigurante al centro [[San Vincenzo Ferrer]], a sinistra [[Santa Margherita di Antiochia]] e a destra [[San Rocco]] (questi ultimi due patroni della città). Adiacente è posta la tela dell'[[Ultima cena]], attribuita a [[Gregorio Lazzarini]], maestro del [[Giambattista Tiepolo|Tiepolo]] e donata alla cattedrale dal canonico Stefano Boni, sopra citato<ref name="musolino" />. La scena ritrae [[Gesù Cristo|Cristo]] riunito con gli [[Apostoli]] durante l'Ulitma cena, mentre rivela che uno di loro lo avrebbe tradito. Vi si riconoscono le figure di [[San Pietro]], alla destra di Cristo, e [[San Giovanni evangelista]], alla sinistra, mentre [[Giuda Iscariota]], così come indicato dalla mano del [[Redentore]] è l'apostolo posto sulla sinistra della composizione, di spalle rispetto all'osservatore. Una particolarità dell'opera è il servitore (forse il ritratto dello stesso Boni), con le vesti dei colori tradiazionalmente associati a Cristo (ossia il rosso e il blu).
 
Sopra il dipinto dell'Ultima cena, leggermente decentrato verso sinistra, si trova il sarcofago marmoreo del vescovo Daniele de Rossi ([[XVI secolo]]), con l'annessa lapide posta dal nipote Sebastiano de Rossi, a lui succeduto sulla cattedra di Caorle:
{{citazione|R.{{apici e pedici|p=M}}I D. D. DANIELIS DE RVBEIS · DE ·
BVRANO · EPI CAPRVL · HIC REQ-
VIESCVNT OSSA · SEBASTIANVS
NEPOS EPS CARVL ·
POSVIT ·|Del Reverendissimo Signor Don Daniele De Rubeis da Burano vescovo di Caorle qui riposano le ossa. Sebastiano nipote vescovo di Caorle pose.}}
 
[[File:Affresco Santa Lucia Caorle.jpg|300px|thumb|left|Affresco di Santa Lucia (XIV secolo)]]
Vicino all'Ultima cena si trova la tela di [[Rita da Cascia|Santa Rita]], opera del [[1955]] del contemporaneo Marco Novati<ref name="libroduomo" />, accostata, tramite una cornice affrescata con un motivo floreale, all'affresco di [[Santa Lucia da Siracusa|Santa Lucia]], del [[XIV secolo]]. La Santa è rappresentata con i consueti emblemi del [[Martirio (cristianesimo)|martirio]], ossia la corona e la palma nella mano sinistra. Nella destra, invece, regge un piatto con due occhi. Sullo sfondo si può osservare la città di [[Caorle]] con i due campanili, quello [[Campanile del Duomo di Caorle|cilindrico]] del duomo e quello [[Campanile del Santuario della Madonna dell'Angelo|quadrangolare]] della [[Santuario della Madonna dell'Angelo|chiesa dell'Angelo]]. Tutt'intorno alla figura principale, con 10 riquadri accompagnati da resti di didascalie, si svolge la storia della vita della santa, seguendo la tradizionale agiografia del codice greco di Papadoupolos e gli [[Atti dei Martiri]].
 
La porta che conduce alla [[sacrestia]] è sormontata da un'iscrizione posta dal vescovo Francesco Andrea Grassi per ricordare l'ampliamento del palazzo vescovile:
{{citazione|EPISCOPALE PALATIVM
PRINCIPIS ET CIVITATIS SVBSIDIO RESTAVRATVM
FRANCISCI GRASSO EPISCOPI CAPRVLARVM
DE SVO REGIMINE OPTIME MERITI
MAIORI AMPLIATVM LARGITIONE
REDDITIB ETIAM MENSAE PERVIGILI AVCTIS SEDVLITATE
ANNO 1703|Palazzo episcopale con il sussidio dei principi e della città restaurato, per i maggiori meriti di Francesco Grasso vescovo di Caorle sotto il suo governo ottimamente ampliato anche con l'aumento delle rendite della mensa ricolmato di vigile zelo nell'anno 1703}}
Sotto all'arco dell'absidicola destra si trova il [[Battistero|fonte battesimale]], in marmo, della seconda metà del [[XVI secolo|1500]], eretto sotto il governo del vescovo Girolamo Righettino, come recitano le iscrizioni che circondano la vasca e il basamento:
{{citazione|R.{{apici e pedici|p=MI}} D.{{apici e pedici|p=NI}} HIER. RIGH.{{apici e pedici|p=NI}} CAPRVL. EPI SOLICITVDINE
CIVIVM POPVLORVMQVE PIETATE
SVB R.D. ANT. A TVR PL. ET CL. HIER. BAL. PRÆT.
HOC SACRVM VAS FABRICATVM CONSTRVCTM ERECTVMQ. FVIT
M·D·LXXXVII DIE XXIII MESIS·IANVARII|Con la sollecitudine del Reverendo Signor Girolamo Righettino vescovo di Caorle, la pietà della città e dei popoli, sotto il reverendo signor Antonio Da Torre pievano e il chiarissimo podestà Girolamo Balbo, questo sacro vaso fu fabbricato, costruito ed eretto, 1587, il giorno 23 del mese di gennaio}}
Intorno alla vasca sono anche posti, scolpiti in pietra, gli stemmi del vescovo Girolamo Righettino, della città di Caorle, della [[Repubblica di Venezia]] (recante sotto la sigla P. C. del podestà di Caorle Girolamo Balbo) e del parroco Antonio da Torre. La copertura del Battistero, così come la grande lastra in bronzo lavorata in bassorilievo appesa alla parete, raffigurante il [[Battesimo di Gesù]] da parte di [[San Giovanni Battista]], sono opere dello scultore Igino Legnaghi del [[1975]]<ref name="musolino" />.
[[File:Cattedrale Caorle Battistero.jpg|400px|thumb|right|Battistero della cattedrale presso l'absidicola destra]]
 
Infine, sulle lunette dell'arco che introduce all'absidicola si scorge la scena dell'[[Annunciazione]], con l'[[Arcangelo Gabriele]] a sinistra e la Vergine Annunciata a destra, due affreschi datati [[XVI secolo]]<ref name="musolino" /><ref name="caorlesacra" />.
 
== Organo a canne ==
 
Il Duomo è dotato di [[Organo (strumento musicale)|organo a canne]]. In origine questo era posto sopra una cantoria realizzata nella controfacciata della navata centrale, poi rimossa con i restauri effettuati nel [[1950]]. L'organo meccanico fu successivamente posto in corrispondenza del coro dell'altare maggiore. Infine, in seguito alla demolizione dell'altare tridentino e all'edificazione di un altare rispondente ai canoni [[Concilio Vaticano II|post-conciliari]], il corpo canne fu separato e posto su una struttura realizzata sopra il portone principale d'ingresso, mentre la [[Consolle (organo)|consolle]] fu posizionata nel [[presbiterio]] della navata laterale destra.
 
==== Dagli anni 1970 al 2015 ====
 
Dai restauri che hanno interessato il Duomo negli [[Anni 1970|anni settanta]] fino al periodo recente, l'organo passò da una [[Sistema di trasmissione (organo)|trasmissione]] di tipo meccanico ad una di tipo elettro-pneumatico: la consolle, alimentata elettricamente, inviava gli impulsi al corpo canne tramite cavi elettrici posati sotto il pavimento. Il costruttore che realizzò la transizione è ignoto. La consolle comprendeva due tastiere di 61 note ciascuna (grand'organo ed espressivo) ed una pedaliera di 30 note. La composizione fonica era la seguente:
 
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|Ripieno IV || 1.1/3''
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Flauto camino || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 8'
|-
|Viola gamba || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Coro viole || 8'
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Basso || 8'
|-
|}
|}
 
==== Dal 2015 ====
Nel [[2015]] l'organo è stato oggetto di un possente lavoro di restauro ad opera della ditta Zanin di [[Codroipo]]. Il corpo canne è stato ampliato e la consolle è passata da due a tre tastiere, con l'aggiunta di numerosi registri in derivazione. La trasmissione rimane di tipo elettronico. La composizione fonica dell'organo attuale è la seguente:
{| border="0" cellspacing="0" cellpadding="20" style="border-collapse:collapse;"
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''I - ''Grand'Organo'''''
----
|-
|Principale || 16'
|-
|Principale I || 8'
|-
|Principale II || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XII || 2.2/3'
|-
|XV || 2'
|-
|Ripieno V || 1.1/3'
|-
|Bordone || 16'
|-
|Dulciana || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto armonico || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Voce umana || 8'
|-
|Fagotto || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Cornetto IV || 4'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''II - ''Positivo'''''
----
|-
|Principale || 8'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Flauto || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|Flauto || 2'
|-
|XIX || 1.1/3'
|-
|XXII || 1'
|-
|Sesquialtera II || 2.2/3'
|-
|Oboe || 8'
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''III - ''Espressivo'''''
----
|-
|Bordone || 16'
|-
|Principale || 8'
|-
|Ottava || 4'
|-
|XV || 2'
|-
|Ripieno II || 1.1/3'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Nazardo || 2.2/3'
|-
|Flautino || 2'
|-
|Terza || 1.3/5'
|-
|Viola || 8'
|-
|Voce celeste || 8'
|-
|Fagotto || 16'
|-
|Oboe || 8'
|-
|Clarone || 4'
|-
|Tremolo
|-
|}
| style="vertical-align:top" |
{| border="0"
| colspan=2 | '''Pedale'''
----
|-
|Contrabbasso || 16'
|-
|Quinta || 10.2/3'
|-
|Basso || 8'
|-
|Quinta || 5.1/3'
|-
|Ottava || 4'
|-
|Ripieno III || 2.2/3'
|-
|Subbasso || 16'
|-
|Bordone || 8'
|-
|Flauto || 4'
|-
|Fagotto || 16'
|-
|Tromba || 8'
|-
|Clarone || 4'
|-
|}
|}
 
== Il Museo parrocchiale ==
{{vedi anche|Museo del tesoro del Duomo di Caorle}}
[[File:Museo liturgico Caorle.jpg|400px|thumb|right|Sala principale del Museo parrocchiale]]
Nella ex-cappella vescovile si trova ora il museo liturgico, che contiene importanti [[reliquie]] e preziosi arredi sacri che hanno fatto la storia della cattedrale; fu inaugurato il [[13 settembre]] [[1975]] dal [[cardinale]] [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] [[Albino Luciani]]<ref name="libroduomo" />, anch'egli, come il predecessore [[Angelo Giuseppe Roncalli]] molto legato alla cittadina di Caorle.
 
Il museo è composto da due stanze; nella prima sono conservate le opere d'arte più importanti. Subito dopo l'entrata si può ammirare la splendida croce capitolare, croce astile di argento realizzata nel [[1534]], come inciso sul basamento: da un lato è collocato il [[crocifisso]], con [[Dio Padre]] sopra, la [[Maria Maddalena|Maddalena]] sotto e ai lati sinistro e destro la ''deesis'', ovvero la [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]] e [[San Giovanni evangelista]]; dall'altro lato si vede [[Santo Stefano (martire)|Santo Stefano]], patrono della città, e i quattro [[evangelisti]] ai quattro estremi.
 
Sulla parete destra della sala principale sono poste sei tavole raffiguranti sei apostoli, icone risalenti al [[XIII secolo|XIII]]-[[XIV secolo]] ed attribuite ad un artista forse prossimo a [[Paolo Veneziano]], chiamato ''Maestro di Caorle''. Si ritiene che tale artista sia stato attivo non solo in zona, poiché al medesimo Maestro di Caorle sono attribuite due tavole con figure di Santi attualmente conservate nella [[Pinacoteca Civica di Forlì]]<ref>Giordano Viroli, ''Pittura dal Duecento al Quattrocento a Forlì'', Nuova Alfa Editoriale 1998, pp. 155 (testo); 166-170 (immagini).</ref>. Le sei tavole del Museo costituivano (insieme ad altre nove, ora disperse) l'antica [[iconostasi]], che divideva un tempo il presbiterio dal resto della navata centrale<ref name="F.L. Bossetto, L 2007 pp. 83-94"/>.<br />
 
In quattro teche da esposizione sono raccolte numerose reliquie di santi; le più importanti sono la reliquia del [[cranio]] di [[Santo Stefano (martire)|Santo Stefano]], il braccio destro di [[Santa Margherita di Antiochia]] e frammenti ossei di [[San Gilberto di Sempringham]], ed una reliquia, capolavoro di oreficeria veneziana del [[XIV secolo]], contenente secondo la tradizione della terra calpestata da Gesù sanguinante durante la salita al calvario (detto dunque del [[Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo|Preziosissimo Sangue]]). Oltre alle reliquie, sono conservati diversi ostensori in argento ed argento dorato (uno dei quali donato dall'ultimo vescovo [[Giuseppe Maria Peruzzi]] nella prima metà dell'[[XIX secolo|Ottocento]]). Appese a tutte le altre pareti della stanza, delle teche conservano numerosi [[Piviale|piviali]], [[Pianeta (liturgia)|pianete]], [[Stola (liturgia)|stole]] e [[Manipolo (cattolicesimo)|manipoli]], alcune recanti [[stemmi]] dei [[Diocesi di Caorle|vescovi di Caorle]], mentre altre teche contengono preziose [[Cartagloria|Carteglorie]] in argento, e contenenti frammenti di testi liturgici di età barocca.
 
In fondo ad una seconda sala, in un'apposita teca da esposizione, sono conservati preziosi cimeli appartenenti a [[papa Giovanni XXIII]], quali la [[veste talare]], lo [[zucchetto]], le pantofole e un cero processionale da lui stesso donato a Caorle in occasione di una ricorrenza mariana, insieme a una sua reliquia. Vi sono inoltre alcuni cimeli e vesti sacre appartenuti ai papi [[papa Pio XII|Pio XII]], [[papa Paolo VI|Paolo VI]], [[papa Pio X|Pio X]] e [[papa Benedetto XIV|Benedetto XIV]]. Degno di particolare attenzione, infine, è il modellino in scala del duomo, realizzato da un parrocchiano, esposto al centro della sala minore.
 
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Immagine:30021 Caorle, Metropolitan City of Venice, Italy - panoramio (15).jpg|Il duomo e il campanile visti da Campo del Duomo
Immagine:Caorle Kirche.jpg|Il duomo e il campanile visti dalla spiaggia di levante
Immagine:Cattedrale Caorle Altarmaggiore.jpg|Altare maggiore della cattedrale allestito per le solennità. Si può notare, in primo piano, il paliotto con gli stemmi di [[San Pio X]] e di [[papa Giovanni XXIII|San Giovanni XXIII]]]]
Immagine:2018-09-26 Duomo di Caorle 09.jpg|Interno del duomo (particolare della navata centrale vista dal portone di ingresso)
Immagine:Cattedrale_Caorle_Navata_Centrale.jpg|Veduta della navata centrale dall'altare maggiore. A destra del portone di ingresso l'affresco di [[San Cristoforo]]
Immagine:Cattedrale_Caorle_Insieme.jpg|Scorcio interno della cattedrale visto dalla navata destra
Immagine:2018-09-26 Caorle 27.jpg|Resti di affresco dell'[[oratorio (architettura)|oratorio]] di [[San Rocco]], muro esterno della casa canonica (ex palazzo vescovile)
Immagine:Incendio del campanile.jpg|«Incendio» del [[Campanile di Caorle|campanile del duomo]]
Immagine:Arciprete Caorle Lapide.JPG|Traduzione della lapide posta nella navata sinistra, che illustra i privilegi concessi all'arciprete pro-tempore del duomo di Caorle, sagrestia della cattedrale
Immagine:Croce capitolare Caorle fronte.jpg|Fronte della croce del capitolo della cattedrale: è rappresentato il [[Crocifisso]] con ai lati la [[Maria madre di Gesù|Vergine]] e [[San Giovanni Battista]], in alto il [[Dio Padre]] e in basso la [[Maria Maddalena|Maddalena]]
Immagine:Croce capitolare Caorle retro.jpg|Retro della croce del capitolo della cattedrale: è rappresentato [[Santo Stefano Protomartire]] con ai lati la [[San Marco evangelista|San Marco]] e [[San Luca evangelista|San Luca]], in alto il [[San Giovanni evangelista]] e in basso la [[San Matteo evangelista|San Matteo]]
</gallery>
 
== Note ==
<references />
 
== Voci correlate ==
* [[Campanile del Duomo di Caorle]]
* [[Museo del tesoro del Duomo di Caorle]]
* [[Diocesi di Caorle]]
* [[Caorle]]
* [[Duomo]]
* [[Cattedrale]]
* [[Santuario della Madonna dell'Angelo]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|b_preposizione=sulla|b_etichetta=disposizione fonica dell'organo a canne|preposizione=sul}}
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | 1 = http://www.magicoveneto.it/Venezia/Caorle/C01.htm | 2 = Il campanile e la Cattedrale di Caorle | accesso = 8 settembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090401124923/http://www.magicoveneto.it/Venezia/Caorle/C01.htm | dataarchivio = 1º aprile 2009 | urlmorto = sì }}
* {{cita web | 1 = http://www.caorle.com/duomo/index.htm | 2 = Panoramica del Duomo di Caorle | accesso = 8 settembre 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20080111070917/http://www.caorle.com/duomo/index.htm | dataarchivio = 11 gennaio 2008 | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://sbmp.provincia.venezia.it/mir/musei/caorle/home.htm|Il museo liturgico di Caorle}}
* {{cita web |1=http://www.caorleduomo.altervista.org |2=Parrocchia Santo Stefano Protomartire di Caorle |accesso=24 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180324204001/http://caorleduomo.altervista.org/# |dataarchivio=24 marzo 2018 |urlmorto=sì }}
 
{{portale|architettura|cattolicesimo|Venezia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|Festival di Sanremo|televisione}}
 
[[Categoria:PresentatoriArchitetture romaniche del Festival di SanremoVeneto|Caorle]]
[[Categoria:ConduttoriChiese televisividedicate dia Raisanto 1Stefano degli anni 1950protomartire|Caorle]]
[[Categoria:Conduttori televisiviChiese di Rai 1 degli anni 1960Caorle]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1970Caorle]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 1 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 2 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 3 degli anni 1980]]
[[Categoria:Conduttori televisivi di Rai 3 degli anni 2000]]