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== Collegamenti esterni modificati ==
{{nota disambigua||Scanderbeg (disambigua)|Scanderbeg|Skanderbeg}}
{{P|eccessivi toni agiografici|militari|arg2=nobili|giugno 2017}}
{{F|militari|arg2=nobili|giugno 2017}}
{{Citazione|Non vi porto la libertà: l'ho trovata qui, tra voi|''Scanderbeg'' agli Albanesi, appena rientrato in [[Albania]] dopo la defezione dai Turchi.}}
{{Infobox militare
|Nome = Giorgio Castriota ''Scanderbeg''<br />''Gjergji Kastrioti''
|Immagine = Gjergj Kastrioti.jpg
|Didascalia =
|Soprannome =
|Forza_armata =
|Guerre = Guerra albanese-turca
|Battaglie = Battaglia di Dibra<br />Assedio di Danja<br />Battaglia di Oranico<br />Battaglia nella pianura del Kosovo<br />Battaglia di Croia<br />Assedio di Sfetigrad<br />Battaglia di Berati<br />Battaglia di Moçad<br />Battaglia di Albulena<br />Battaglia di Mat<br />Assedio lago di Ocrida<br />Assedio di Kashar<br />Battaglia di Modrich<br />Battaglia di Scutari<br />Battaglia di Durazzo
|Comandante_di = [[Albania]], [[Lega di Lezha]]
|Nato = {{bandiera|ALB|dim=30}} [[Kruja]] ([[Albania]]),<br />6 maggio [[1405]]
|Morto = [[Alessio (Albania)|Alessio]] ([[Albania]]),<br />17 gennaio [[1468]] (63 anni)
|Frase_celebre = Non vi porto la libertà: l'ho trovata qui, tra voi!
|Nemici = [[Impero ottomano|Turchi]]
|Innovazioni =
}}
{{Bio
|Nome = Giorgio
|Cognome = Castriota
|PostCognomeVirgola = detto '''Scanderbeg'''
|PreData = ''Gjergj Kastrioti Skënderbeu'' in [[Lingua albanese|albanese]], اسکندر بگ ''İskender Beğ'' in [[Lingua turca ottomana|turco-ottomano]]
|Sesso = M
|LuogoNascita = Kruja
|GiornoMeseNascita = 6 maggio
|AnnoNascita = 1405
|LuogoMorte = Alessio
|LuogoMorteLink = Alessio (Albania)
|GiornoMeseMorte = 17 gennaio
|AnnoMorte = 1468
|Attività = condottiero
|Attività2 = patriota
|Nazionalità = albanese
}}
Gentili utenti,
Tra le figure più rappresentative del [[XV secolo]], fu [[Sovrani dell'Albania|principe albanese]] e [[re d'Epiro]], abile condottiero e diplomatico, che unì i [[Principato d'Albania (Medioevo)|principati d'Albania]] animando la resistenza degli [[albanesi]] e bloccando per decenni l'avanzata dei [[Impero ottomano|turchi-ottomani]] verso l'[[Europa]]<ref>L'ardua resistenza ai tentativi di conquista dell'Impero ottomano consentì nel frattempo agli stati europei di organizzare l'esercito, che sconfisse alle porte di Vienna le falangi turche e fermò definitivamente i loro avanzare in Europa.</ref>. [[Eroe nazionale]] dell'Albania e degli albanesi, difese il suo paese dall'invasione [[Impero ottomano|ottomana]], per tale motivo ottenne da [[Papa Callisto III]] gli appellativi di ''Atleta di Cristo e [[Defensor Fidei|Difensore della Fede]]'', le sue gesta ispirarono nei secoli le rapsodie, la letteratura, le arti e mantennero vivo negli albanesi lo spirito di libertà.
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== Biografia ==
*Aggiunta del link all'archivio https://www.webcitation.org/6j31Z2JSt?url=http://www.history.ac.uk/publications/office/custodes1544 per http://www.history.ac.uk/publications/office/custodes1544
=== Origini e gioventù ===
[[File:Coa Kastrioti Family.svg|thumb|left|upright|Stemma araldico dei Castriota]]
Giorgio Castriota nacque da [[Giovanni Castriota]] (Gjon Kastrioti), principe di [[Kruja|Croia]], e da [[Vojsava Tripalda]]. Tra la fine del [[XIV secolo]] e i primi decenni del [[XV secolo]] l'Albania fu occupata dalle forze ottomane, le quali dovettero subito reprimere le rivolte dei principi albanesi. Giovanni Castriota fu uno dei signori, ribelli all'occupazione ottomana, contro cui il [[sultano]] [[Murad II]] infierì più pesantemente, poiché Giovanni era uno tra i potenti e perseveranti condottieri avversi alla occupazione. Le forze ottomane catturarono i quattro figli maschi di Giovanni: Stanisha, Reposh, Costandin e Giorgio e li tennero come ostaggi, conducendoli alla corte di [[Edirne|Adrianopoli]]. Due di loro morirono, probabilmente uccisi, uno si fece monaco, mentre il quarto, Giorgio, combatté per i turchi.
Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.
Alla corte del sultano, Giorgio Castriota si distinse per capacità e intelligenza; parlava perfettamente, oltre all'[[lingua albanese|albanese]], il [[Lingua turca|turco]] e il [[Lingua latina|latino]]. Divenne esperto nell'uso delle armi, nonché di [[strategia militare]]; a soli diciassette anni divenne generale dei giannizzeri, corpo principale dello schieramento musulmano. Guadagnò a tal punto la stima e la fiducia del sultano, che questi gli diede il nome اسکندر ''İskender'' (Alessandro) بگ ''[[Bey (carica)|Beg]]'', che gli albanesi nazionalizzarono in Skënderbeg(u), forma moderna Skënderbej/beu ''"nuovo principe Alessandro"'' (con riferimento ad Alessandro Magno).<ref>{{cita|Sbrana, 2016|p. 36}}.</ref>
Saluti.—[[:en:User:InternetArchiveBot|'''<span style="color:darkgrey;font-family:monospace">InternetArchiveBot</span>''']] <span style="color:green;font-family:Rockwell">([[:en:User talk:InternetArchiveBot|Segnala un errore]])</span> 21:07, 17 ago 2019 (CEST)
=== La lotta per l'indipendenza albanese ===
Dopo una serie di imprese militari portate a termine brillantemente al servizio dei turchi, la fama del giovane Castriota giunse in [[Albania]] e si iniziò a sperare in un suo ritorno in patria. Emissari della sua famiglia lo raggiunsero di nascosto nel quartier generale del sultano e lo informarono della drammatica situazione degli albanesi, senza ottenere apparentemente risultati.
Il sultano diede incarico a Scanderbeg di affrontare una coalizione di eserciti cristiani a maggioranza ungherese, guidati dal signore di [[Transilvania]] [[János Hunyadi]] ("Il Cavaliere bianco"), per riprendersi la [[Serbia]], che il nobile ungherese aveva liberato dagli Ottomani. Scanderbeg, influenzato dalle suppliche della sua gente, disattese gli ordini del sultano e tramite un suo uomo fidato mandò un messaggio segreto a Hunyadi dove gli diceva che aveva intenzione di abbandonare l'esercito turco nello scontro. Così fu, la notte prima degli scontri Scanderbeg abbandonò l'esercito turco che fu sconfitto da Hunyadi. Poi, assieme ad altri suoi 300 fedelissimi albanesi, che appartenevano al suo settore nell'esercito turco, decise di combattere per la causa nazionale albanese; con il suo gruppo di soldati si riprese il castello di [[Croia]], radunò i nobili e diede inizio all'attività di recupero del territorio occupato dai turchi. In rapidissima successione conquistò tutte le fortezze che erano state occupate. L'aquila nera bicipite su fondo rosso, già vessillo del padre Giovanni, sventolò su Croia. Da allora questo stendardo rappresentò la bandiera nazionale albanese.
Scanderbeg, conquistata la fortezza di Croia, si autoproclamò vendicatore della propria famiglia e del proprio Paese, pronunciando queste famose parole: «Non fui io a portarvi la [[libertà]], ma la trovai qui, in mezzo a voi», abbracciò la religione cristiana della famiglia ed il 28 novembre [[1443]] fu incoronato Principe d'Albania.<ref>{{cita|Sbrana, 2016|p. 38}}.</ref>
=== Guerra contro i turchi ===
{{Vedi anche|Battaglia di Torvioll|Lega di Alessio}}
[[File:Battle of Varna (Amman)2.jpg|thumb|Xilografia di una battaglia tra le forze albanesi di Giorgio Castriota e le forze turco-ottomane]]
Il 2 marzo [[1444]], nella [[cattedrale di San Nicola (Alessio)|cattedrale di San Nicola]], Scanderbeg organizzò un grande convegno con la maggior parte dei principi albanesi e con la partecipazione del rappresentante della [[Repubblica di Venezia]]; qui egli fu proclamato, all'unanimità, guida della nazione albanese. Intanto il sultano [[Murad II]], furioso per il tradimento del suo protetto, inviò contro gli albanesi un potente esercito guidato da Alì Pascià, alla testa, si disse, di 100.000 o addirittura 150.000 uomini. Lo scontro con le forze notevolmente inferiori di Scanderbeg avvenne, quali che fossero le consistenze numeriche, il 29 giugno [[1444]], a [[Battaglia di Torvioll|Torvioll]]. I turchi riportarono una netta sconfitta. Il successo di Scanderbeg ebbe vasta risonanza oltre il confine albanese e arrivò fino alle orecchie di [[Papa Eugenio IV]], il quale ipotizzò addirittura una nuova [[crociata]] contro l'[[Islam]], guidata da Scanderbeg<ref>[http://www.mondimedievali.net/personaggi/scanderbeg.htm Giorgio Castriota Scanderbeg, di Barbara Barletta, Personaggi del Medioevo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.nobili-napoletani.it/Castriota.htm Famiglia Castriota Scanderbech<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.instoria.it/home/scanderbeg.htm InStoria - Scanderbeg<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>. L'esito dello scontro rese ancora più furibondo il sultano, che ordinò a [[Firuz Pascià]] di distruggere Scanderbeg e gli albanesi; così, il comandante ottomano partì alla testa di 15.000 cavalieri. Il Castriota lo attese alle gole di [[Prizren]] il 10 ottobre [[1445]] e ancora una volta uscì vincitore. Le azioni di Scanderbeg divennero celebri in tutto l'Occidente; delegazioni del papa e di [[Alfonso V di Aragona|Alfonso d'Aragona]] giunsero in Albania per celebrare la straordinaria impresa. Scanderbeg si guadagnò i titoli di "difensore impavido della [[civiltà occidentale]]" e "atleta di Cristo".
[[File:Assault on Turkish encampment.jpg|thumb|Incisione di un assalto albanese su un campo ottomano]]
Ma [[Murad II]] non si rassegnava. Allora dispose, agli ordini di [[Mustafà Pascià]], due eserciti per un complessivo di 25.000 uomini, di cui una metà era di cavalieri, che si scontrarono con gli albanesi il 27 settembre [[1446]]; l'esito fu disastroso, 5000 soldati ottomani furono uccisi e 300 furono fatti prigionieri: a stento si salvò Mustafà Pascià.
Le imprese di Scanderbeg, tuttavia, preoccupavano i [[Repubblica di Venezia|veneziani]] che, vedendo in pericolo i traffici nel frattempo stabiliti con i turchi, si allearono con il sultano per contrastare il Castriota. La battaglia del 3 luglio [[1448]] vide la sconfitta dei veneziani, che si vendicarono radendo al suolo la [[fortezza di Balsha]].
Successivamente, il 4 ottobre del 1448 Scanderbeg firmò un trattato di pace con i veneziani, anche perché il comandante ungherese [[Hunyad]] avanzò con il suo esercito in [[Kosovo]] e invitò Skanderbeg a unirsi nella battaglia contro il sultano. Ma Scanderbeg non riuscì a partecipare a questa battaglia, perché gli fu impedito dal re serbo [[Đurađ Branković]], il quale si era alleato con il sultano [[Murad II]].<ref name="Frashëri2002pp160-161">{{harvnb|Frashëri|2002|pp=160–161}}</ref><ref name="Vaughan1954">{{Cita libro|cognome=Vaughan|nome=Dorothy Margaret|titolo=Europe and the Turk: a pattern of alliances, 1350-1700|url=http://books.google.com/books?id=whkOAQAAMAAJ|p=62|accesso=12 settembre 2012|data=1º giugno 1954|editore=AMS Press|isbn=978-0-404-56332-5}}</ref><ref name="Sedlar1994">{{Cita libro|cognome=Sedlar|nome=Jean W.|titolo=East Central Europe in the Middle Ages, 1000-1500|url=http://books.google.com/books?id=ANdbpi1WAIQC&pg=PA393|accesso=12 settembre 2012|anno=1994|editore=University of Washington Press|isbn=978-0-295-97290-9|p=393}}</ref><ref name=Babinger1992p40>{{harvnb|Babinger|1992|p=40}}</ref> A causa di ciò, Scanderbeg si vendicò, distruggendo villaggi serbi lungo il suo cammino, per essergli stato impedito di unirsi alla causa cristiana.<ref name="Frashëri2002pp160-161"/><ref name=Setton1978p100>{{harvnb|Setton|1978|p=100}}{{Citazione|Scanderbeg intended to go “personalmente” with an army to assist Hunyadi, but was prevented from doing so by Branković, whose lands he ravaged as punishment for the Serbian desertion of the Christian cause.}}</ref> Quando Scanderbeg riuscì a raggiungere Hunyad, questo era stato già sconfitto dai turchi.<ref>Malcolm, Noel, ''Kosovo: A Short History'', 1998, pp. 89-90</ref>
Nel giugno del [[1450]], Murad II in persona intervenne contro l'Albania alla testa di 150.000 soldati, assediando il castello di Croia. I turchi persero metà dell'esercito e il comandante [[Firuz Pascià]] venne ucciso da Scanderbeg. Ma, anche se le straordinarie vittorie avevano inferto profonde ferite alle forze e all'orgoglio turco, avevano pure indebolito le forze albanesi; allora il Castriota decise di chiedere aiuto ad Alfonso d'Aragona, che si rese disponibile, riconoscendo a Scanderbeg il merito di essersi fatto carico di una durissima lotta contro i turchi, che inquietavano molto la corona napoletana.
[[Maometto II]], successore di Murad, si rese conto delle gravi conseguenze che l'alleanza degli albanesi con il [[Regno di Napoli]] poteva far nascere; decise quindi di mandare due armate contro l'Albania: una comandata da [[Hamza Bey]], l'altra da [[Dalip Pascià]]. Nel luglio del [[1452]] queste due armate furono annientate e, mentre Hamza Bey fu catturato, Dalip Pascià morì in battaglia.
Altre incursioni turche si tramutarono in sconfitte: [[Skopje]] il 22 aprile del [[1453]], [[Oranik]] nel [[1456]], valle del fiume Mati il 7 settembre [[1457]]. Infine, nel corso del [[1458]], in una serie di scontri scaturiti da offensive portate questa volta da Scanderbeg, altre tre armate turche furono sbaragliate. La fama di Scanderbeg fu incontenibile, anche per il fatto che gli uomini a sua disposizione non furono mai più di 20.000. Al sultano turco non rimase altro che chiedere di trattare la pace, ma il Castriota rifiutò ogni accordo e continuò la sua battaglia<ref>{{Cita libro|autore=Attilio Vaccaro|titolo=Per una lettura dell’Albania medievale e delle guerre antiturche nei Balcani|anno=2011|città=Soveria Mannelli}}</ref>.
=== Le imprese militari in Italia ===
Nel [[1459]] si recò in [[Italia]] per aiutare [[Ferdinando I di Napoli|Ferdinando I]], [[re di Napoli]], figlio del suo amico e protettore Alfonso d'Aragona, nella lotta contro il rivale [[Giovanni II di Lorena|Giovanni d'Angiò]] ed il suo esercito.
Intanto, altre due armate turche, comandate da [[Hussein Bey]] e [[Sinan Bey]], nel febbraio del [[1462]] mossero contro gli albanesi, costringendo Scanderbeg a rientrare in tutta fretta in patria, per guidare il suo esercito. Una furiosa battaglia ebbe luogo presso Skopjë, e si concluse con la sconfitta dei turchi, tanto da far retoricamente dire che il sogno di Maometto II di far giungere il potere musulmano fino a Roma s'era allora infranto. L'atto finale fu un trattato di pace firmato il 27 aprile [[1463]] tra Maometto II e il Castriota.
La battaglia decisiva fu combattuta ad [[Orsara di Puglia]] il 18 agosto 1462, dove l'esercito italo-francese fu battuto. Il duca Giovanni d'Angiò a stento riuscì a riparare in Francia. Il conte Piccinino fu ucciso.
Ferdinando I nel [[1464]], in segno di riconoscimento per l'aiuto ricevuto da Scanderbeg, lo nominò "Generale della Casa d'Aragona"<ref>{{cita|Sbrana, 2016|p. 198}}.</ref>e gli concesse i feudi di [[Monte Sant'Angelo]], [[Trani]] e [[San Giovanni Rotondo]].
=== Il ritorno nei Balcani e la morte ===
Intanto, la morte di [[papa Pio II]] ad [[Ancona]], il 14 agosto [[1464]], determinò il fallimento di una [[crociata]] che il Pontefice aveva in mente e che teneva in grande apprensione il sultano. Quest'ultimo, dopo aver fatto costruire nel giugno-luglio 1466 la fortezza di Elbasan, "''avamposto che resistette a tutti gli attacchi degli albanesi''",<ref>[[Robert Mantran]], ''Storia dell'impero ottomano'', Lecce, Argo, 1999, p. 113.</ref> nel settembre del [[1464]] incaricò [[Sceremet bey]] di muovere contro gli albanesi; ma i turchi furono nuovamente sconfitti. Il figlio di Sceremet bey fu catturato e rilasciato a fronte di un grosso riscatto.
L'anno dopo, scongiurato il pericolo della crociata, il sultano mise insieme un poderoso esercito, affidandolo a un traditore albanese, che era stato cresciuto allo stesso modo di Scanderbeg, [[Ballaban Pascià]]. Ma anche quest'impresa fallì: l'esercito turco, in prossimità di [[Ocrida]], fu messo in fuga dalle forze albanesi.
Ancora una volta, nella primavera del [[1466]], Maometto II, riunite forze imponenti, mosse contro gli albanesi e cinse d'assedio Croia; una serie di scontri furiosi, nel corso dei quali Ballaban Pascià fu ucciso, portarono Scanderbeg a un'ennesima e straordinaria vittoria. Maometto II, ostinatissimo nella sua lotta contro il Castriota, riorganizzò nuovamente il suo esercito e, nell'estate del [[1467]], pose di nuovo l'assedio a Croia, ma, dopo innumerevoli tentativi di attacco alla città, dovette rassegnarsi a sgombrare il campo.
La ostinazione di Maometto II si spiega facilmente col fatto che l'Albania non poteva essere aggirata; lasciarsi alle spalle intatta l'Albania di Scanderbeg sarebbe stato un errore strategico notevole: qualunque avanzata dell'esercito ottomano verso l'Europa cristiana lo avrebbe esposto al sicuro attacco alle spalle da parte di Scanderbeg e Maometto II si sarebbe trovato tra due fronti; per di più, Scanderbeg era divenuto un vero esperto in agguati e contrattacchi e conosceva a perfezione le debolezze dell'esercito ottomano.
Nonostante i successi in molte imprese, alcune delle quali assolutamente straordinarie, Scanderbeg si rese conto che resistere alla pressione turca diventava sempre più difficile. La stessa preoccupazione convinse il [[Doge (Venezia)|doge di Venezia]] a inviare [[Francesco Cappello Grimani]] da Scanderbeg per organizzare una difesa comune; ma l'ambasciatore veneziano non poté portare a termine l'incarico, perché Scanderbeg morì improvvisamente di [[malaria]], il 17 gennaio [[1468]].
=== Le fonti storiche ===
[[File:Barleti historia.jpg|thumb|Copertina della "Storia della vita e delle gesta di Scanderbeg Principe [[epiro]]tico"]]
[[File:Blancus frontpage.JPG|thumb|Biografia di Giorgio Castriota pubblicato a Venezia da [[Frang Bardhi]], 1636]]
[[File:Barletius Historia de vita Scanderbegi (1743).jpg|thumb|Barletius, "Storia della vita di Scander-beg", 1743]]
La prima biografia di Giorgio Castriota è opera di [[Marinus Barletius|Marin Barleti]], un sacerdote cattolico di [[Scutari]], contemporaneo del Castriota. Egli si basò su testimonianze di alcuni dei valorosi condottieri al seguito del “primo cavaliere” e su documenti ufficiali dell'archivio di [[Venezia]], dove Barleti si era rifugiato dopo la caduta di Scutari sotto il dominio turco ottomano. Scritta in latino, la ''Historia de vita et gestis Scanderbegi, Epirotarum principis'' venne pubblicata a [[Roma]] all'inizio del [[XVI secolo]] (1508-1510).
Un secolo più tardi [[Giovanni Maria Biemmi]], prete di [[Brescia]], trovò una biografia di Scanderbeg scritta da un autore anonimo di [[Tivari]], che venne battezzato “il Tivarese” da [[Fan Stilian Noli]]. Il manoscritto originale dell'opera del Tivarese, datato [[1480]], è andato perduto: lo si conosce soltanto da riferimenti e citazioni del libro di Biemmi intitolato ''Istoria di Giorgio Castrioto Scander-Begh''.
Un'altra testimonianza sulla vita di Castriota fu quella di Giovanni Musachio ([[Gjin Muzaka]]), appartenente alla famiglia feudale che governava la città di [[Berat]]. Gjin Muzaka combatté accanto a Skanderbeg e visse in [[Albania]] ancora per undici anni dopo la morte dell'eroe; più tardi si trasferì a [[Napoli]] dove scrisse il libro ''Historia dhe trashegimi brez mbas brezi te familjes se Muzakeve'' (''Historia e Genealogia della casa Musachia'') nella quale narra le vicende di cui fu testimone diretto. Nel [[XIX secolo]] studiosi di nazionalità diverse, accantonando le tante opere dei due secoli precedenti, si sono occupati delle fonti originali conservate negli archivi del [[Vaticano]], di [[Venezia]], di [[Ragusa (Croazia)|Ragusa]] e di [[Istanbul]]. La scoperta di questi documenti ha posto sotto una luce diversa la vita e l'opera di Scanderbeg. Alcuni di questi studiosi lo nominano nelle loro lunghe e generiche opere che trattano il periodo in cui i turchi dominarono i Balcani. Altri, come l'inglese [[Clement Moors]], il francese [[Camille Paganelle]], il tedesco [[Z. Pisko]], hanno scritto lunghe biografie su Castriota. Il lavoro maggiore si deve agli eruditi Thalloczy, Jireçek e Shufflay, i quali raccolsero e pubblicarono una collezione di documenti che costituisce un'opera monumentale per l'[[Albania]] del [[XIX secolo]].
== Leggende ==
{{F|militari|arg2=patrioti|data=ottobre 2008}}
* Durante una furente battaglia contro i turchi che si prolungò oltre il tramonto, lo Scanderbeg ordinò ad alcuni suoi soldati di recuperare un gregge di capre, fece legare delle torce accese alle loro corna e le liberò in direzione delle file dei soldati turchi a notte inoltrata. I turchi, credendo di essere assaliti da preponderanti forze nemiche, batterono in ritirata. Per l'importante servigio reso dall'animale, Scanderbeg decise di assumerlo come suo emblema e raffigurarlo sul [[Elmo di Scanderbeg|suo elmo]].
* Nel suo letto di morte, Scanderbeg ordinò, fra tutte le persone riunite accanto a lui, a un bambino di andare fuori, raccogliere tanti pezzetti di legno e di queste farne un mazzo. Al suo ritorno, Scanderbeg sfidò i presenti a spezzare questo mazzo, ma nessuno di essi riuscì nell'impresa. Fu così che il principe disse allora al giovane di disfare il mazzo e romperli uno per volta... Concluse dicendo: "Con questo gesto, io, vi volevo dimostrare che se restate tutti uniti nessuno potrà mai spezzarvi, ma dividendovi anche un solo bambino potrà condurvi alla morte". Detto questo spirò.
* Appena diffusasi la notizia della morte di Scanderbeg, i turchi decisero di assalire le forze albanesi in virtù del basso morale che l'avvenimento aveva generato. I luogotenenti albanesi allora decisero di ricorrere a un singolare stratagemma: presero dal letto di morte il corpo esanime del loro condottiero e lo issarono sul suo cavallo, spronandolo in battaglia con dietro tutto il suo esercito. I turchi, sentitisi ingannati dalla falsa notizia circa la sua morte, batterono in ritirata.
== Arte, musica e letteratura ==
=== Monumenti ===
[[File:Trevi - p Scanderbeg casa 1180941.JPG|thumb|Palazzetto Castriota, con il suo ritratto, sito in Vicolo Scanderbeg a [[Roma]] (XV secolo)]]
[[File:Piazza Albania.JPG|thumb|[[Statua equestre|Monumento equestre]] di Castriota in [[piazza Albania]] a [[Roma]] (1940)]]
[[File:Lapide marmorea S Nicolò dei Greci.jpg|thumb|Lapide marmorea in onore a Scanderbeg nella Parrocchia italo-albanese di [[Chiesa della Martorana|San Nicolò]] nel [[centro storico]] di [[Palermo]] (1968)]]
[[File:Skanderbegstatue (Cosenza).jpg|thumb|Busto di Giorgio Castriota su Corso Plebiscito nel [[centro storico]] di [[Cosenza]] (1988)]]
[[File:Lezhe.jpg|thumb|Mausoleo di Scanderbeg ad [[Alessio (Albania)|Alessio]] in [[Albania]] (1981), costruito sui ruderi della Chiesa di San Nicola del XIV secolo]]
Numerosissimi sono i monumenti (statue equestri, busti, lapidi celebrative) in Albania e Kosovo, così come nelle zone albanesi della Macedonia, del Montenegro e, in misura minore, in Grecia.
In Italia:
* Il palazzetto a [[Roma]] dove risiedette Scanderbeg negli anni 1465-1466 porta ancora il suo nome e la sua immagine dipinta nel medaglione sopra il portone<ref>[http://www.palazzoscanderbeg.com/it/storia-residenza-storica-roma.html Palazzo Scanderbeg, Roma]</ref><ref>[[Giggi Zanazzo]], nel suo ''Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma'', Torino 1908, gli dedica la nota 236, come segue:
«Veramente li romaneschi lo chiameno ''Scannabbécchi'': ma è llo stesso.<br />
Guasi da piede a la salita de Montecavallo, a ddritta de cchi la scénne, prima de svortà' pper annà' a Ssant'Anastasio e Ttrèvi, c'è un vicoletto che ddà ssopre a 'na piazzetta chiamata Scannabbécchi (Scanderbeg).
Mbè' llì, ssempre a mmano ddritta, c'è una casa indove sur portone c'è un ritratto d'un vecchio co' ttanto de bbarba e un tòrcolo in testa.<br />
Que' ritratto sarebbe 'sto Scannabbécchi in persona, che ttanto tempo fa, scappato da la Turchia pe' nun morì' impalato, se rifuggiò a Roma, se comprò quela casa, ciabbitò ttanto tempo e cce morì.<br />
Chi ddice che sii stato un re, chi un gran generale, chi una cosa e cchi ll'antra.<br />
Er fatto sta, e è, cche pprima de morì', sse fece fa' quer ritratto sur portone, e passò quela casa a l'eredi cor patto che tutte le vorte che er su' ritratto se fussi scassato o ruvinato, je l'avesseno fatto aridipigne de bber nôvo.
Quer tale de l'eredi che nun avessi mantienuto er patto, aveva da perde la casa.<br />
Infatti, doppo tanto tempo, si cce fate caso, è ritratto se mantiè' ssempre nôvo, perché li padroni de la casa a' l'effìggia de Scannabbécchi ogni tanto je ce danno una ritoccata.»</ref>, sebbene non offra testimonianze delle sue gesta, ma ospiti oggi il "Museo Nazionale delle Paste Alimentari". In [[piazza Albania]] una [[statua equestre]] gli è dedicata, opera dello scultore [[Romano Romanelli]] del [[1940]].
* A [[Firenze]], nella [[Galleria degli Uffizi]], c'è uno storico dipinto (1552 - 1568) di Giorgio Castriota, opera dell'artista [[Cristofano dell'Altissimo]]<ref>[http://www.polomuseale.firenze.it/inv1890/scheda.asp?position=1&ninv=16 Polo Museale Fiorentino - Inventario 1890. Dell'Altissimo Cristofano, ritratto di Giorgio Castriota Scanderbeg, Galleria degli Uffizi, Firenze.]</ref><ref>[http://www.culturaitalia.it/opencms/it/temi/viewItem.jsp?language=it&case=&id=oai%3Apolomuseale.firenze.it%3A1890%3A16 Cultura Italia, un patrimonio da esplorare - Galleria degli Uffizi, Firenze, ritratto di Giorgio Castriota Scanderberg.]</ref>.
* Ad Auletta (SA) è presente il Castello Marchesale della famiglia Maioli Castriota Scanderbech. ''Durante la prima metà del Novecento il Castello ha accolto come ospiti anche l’ultimo Re d’Italia, Umberto II di Savoia, e sua moglie Maria José.''
* In [[Umbria]], presso il Castello di Castelleone, un'antica fortezza feudale di origini medioevali nei pressi di Deruta (Perugia), è presente una statua equestre a dimensioni naturali di Giorgio Castriota Scanderbeg. La grande scultura è posizionata sulla cima della cosiddetta Torre Longobarda del castello, risalente al XII sec. Secondo recenti ricerche storiche svolte presso gli Archivi Vaticani e la Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, il Castriota, proprio dalla sommità di quest'antica torre, avrebbe incitato i perugini alla Crociata contro i turchi di cui l'aveva incaricato [[papa Pio II|Pio II]] e che lo aveva indotto, attorno agli anni 1465/66, a risalire da Roma la Valle del Tevere fino a Perugia Vecchia.
* A [[Fermo]] nella Sala dei Ritratti al Palazzo dei Priori si trova un ritratto di Skanderbeg che fa parte d'una collezione donata ai Priori di Fermo, si presume nel [[XVI secolo]], da [[papa Sisto V]]. Con l'iniziativa del Consigliere Comunale Granit Muçaj nel 28 maggio 2005 per celebrare 600 anni della sua nascita è stata inaugurata una piazza intitolata "Giorgio Castriota Scanderbeg Eroe Albanese". Due anni dopo, al 25 novembre 2007, per l'occasione della festa Nazionale Albanese 95º anniversario d'indipendenza, con il contributo del imprenditore Nebi Muçaj e dell'Associazione Skanderbeg a Fermo, è stato inaugurato il busto dell'eroe (opera è del scultore Artan Peqini ed è fondato in bronzo). Sei anni dopo in questa piazza a [[Fermo]], è stato costruito il Monumento dell'Eroe Nazionale Albanese, che consiste in un piazale pavimentata incirca 200 metri quadri opera dell'Arch. Francesco Alocco, inaugurato il 24 novembre 2013 con la partecipazione del Presidente del Parlamento Albanese on. Ilir Meta.
* Il [[Palazzo Castriota]] o Palazzo del Tufo, ubicato a [[Napoli]], è uno dei principali palazzi monumentali della città. Si trova in via Santa Maria di Costantinopoli e costituisce un bell'esempio di architettura rinascimentale e barocca. L'edificio, che appartenne ai Castriota de Scanderbeg, presenta una facciata ornata mediante un semplice parametro in mattoni con alto basamento sul quale si apre il portale a conci alterni in marmo.
* Nella città di [[Palermo]], nella zona in stile [[Art Nouveau|liberty]] tra piazza Croci e il [[Teatro Politeama (Palermo)|Teatro Politeama Garibaldi]], gli è dedicata una via (Via Giorgio Castriota). Sempre nella città di Palermo, nella Parrocchia Italo-Albanese di [[rito bizantino]] [[Chiesa della Martorana|S. Nicolò dei Greci alla Martorana]], in pieno [[centro storico]], una [[lapide]] marmorea posta nel [[1968]] (periodo in cui nelle comunità albanesi di Sicilia vi erano grandi festeggiamenti in onore dell'eroe d'Albania) dai papàdes/sacerdoti dell'[[Eparchia di Piana degli Albanesi]] (tra cui - per volere di - Papàs [[Matteo Sciambra]], Papàs Ignazio Parrino, l'Eparca Giuseppe Perniciaro) e da intellettuali, albanologi e studiosi quali ad esempio [[Ernest Koliqi]], Padre Giuseppe Zef Valentini, Rosolino Petrotta, Giuseppe Schirò Clesi, onora e ricorda le solenni celebrazioni del cinquecentenario della morte di Scanderbeg a Palermo.
* Un busto di Castriota è presente nel [[centro storico]] di [[Cosenza]], realizzato da [[Odhise Paskali]], il più importante [[artista]] e scultore albanese del [[XX secolo]]. Fu donato dalla [[Repubblica Popolare Socialista d'Albania]] alla [[città]] di Cosenza nel [[1968]] e sistemato nel 1978, su richiesta dell'on. Mario Brunetti, nella piazza XXV Luglio (vicino a piazza Cappello), poi nel [[1988]], su richiesta di papàs Antonio Bellusci, primo parroco della chiesa italo-albanese del Santissimo Salvatore, fu spostato nella sede attuale, in Corso Plebiscito, nei pressi della [[parrocchia]] di [[rito bizantino]] per solennizzare il decimo anniversario dell'erezione della parrocchia “personale” per gli [[albanesi]] ivi residenti a [[Cosenza]].
* In molte delle colonie albanesi d'Italia, gli ''[[arbëreshë]]'', storicamente già dal XVIII secolo piazze o vie/corsi principali sono dedicati a Giorgio Castriota Scanderbeg, come ad esempio nei centri di: [[San Costantino Albanese]], [[San Paolo Albanese]] ([[Basilicata]]); [[Portocannone]] ([[Molise]]); [[San Marzano di San Giuseppe]] ([[Puglia]]); [[Plataci]], [[Lungro]], [[San Demetrio Corone]], [[Frascineto]], [[Santa Sofia d'Epiro]], [[Spezzano Albanese]] ([[Calabria]]); [[Piana degli Albanesi]], [[Biancavilla]] ([[Sicilia]]); [[Villa Badessa]] ([[Abruzzo]]) ; ecc. Sono numerose nelle medesime anche busti, statue e affreschi celebrativi dell'eroe albanese.
Nel resto del mondo:
* Un'antica epigrafe (1502) in latino, misto al dialetto volgare locale, è presente al monastero della Trinitat di [[València]], in [[Spagna]].
* Un monumento<ref>{{Cita web |url=https://picasaweb.google.com/lh/photo/0ApQHF4YcZ48Kusmi1hJGQ?feat=directlink |titolo=Immagine del Monumento di Scanderbeg a Bruxelles. |accesso=17 febbraio 2013 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160528041007/http://picasaweb.google.com/lh/photo/0ApQHF4YcZ48Kusmi1hJGQ?feat=directlink |dataarchivio=28 maggio 2016 |urlmorto=sì }}</ref> a Scanderbeg è stato inaugurato nel 1968 a [[Bruxelles]], in [[Belgio]], dagli immigrati albanesi per celebrare i 500 anni della sua morte.
* A [[Parigi]], in [[Francia]], in occasione del cinquecentenario nel 1968, con la presenza di varie comunità albanesi d'Italia, di Grecia, di Albania, Kosovo, Montenegro e Macedonia, è stata inaugurata la piazza Giorgio Castriota Scanderbeg.
* A [[Ginevra]], in [[Svizzera]], è stata eretta una statua il 1º novembre del 1997.
* A [[Pristina]], in [[Cossovo]], dopo la [[Guerra del Kosovo|guerra]], è stata inaugurata da [[Ibrahim Pjetër Rugova]] nel 2001 una nuova statua equestre dell'artista J. Paco.
* A [[Rochester Hills]], [[Michigan]], presso St. Paul Albanian Parish, è stato eretto nel 2005 il primo monumento a lui dedicato degli [[Stati Uniti]].
* A [[Skopje]], in [[Macedonia del Nord]], il monumento è stato inaugurato il 28 novembre del 2006.
* A [[Londra]], in [[Inghilterra]], è stata inaugurata nel 2012, in occasione del Centenario dell'indipendenza dell'Albania dai turchi, un busto e così intitolatagli la piazza omonima.
=== Musica ===
* Il 22 giugno [[1718]] il compositore [[Antonio Vivaldi]] mise in scena al [[Teatro della Pergola]] di [[Firenze]] il dramma ''[[Scanderbeg]]'' su libretto di [[Antonio Salvi]].
* Il 27 ottobre [[1735]] l<nowiki>'</nowiki>''[[Académie Royale de Musique]]'' mise in scena a [[Parigi]] la ''[[tragédie-lyrique]] Scaderberg'' [sic], su libretto di [[Antoine Houdar de La Motte]] e musica di [[François Francœur]] e [[François Rebel]].
=== Letteratura ===
Dopo la [[prima guerra mondiale]] padre [[Fan Stilian Noli]], prete ortodosso, filosofo, storico e scrittore albanese, pubblicò nel [[1921]] l'opera ''Historia e Skënderbeut'' (La storia di Skanderbeg), riscuotendo ben presto una straordinaria popolarità, al punto d'essere quasi imparata a memoria da tutti gli studenti delle scuole dell'[[Albania]] libera. Dopo la [[seconda guerra mondiale]] pubblicò un altro libro sulla storia di Castriota in lingua inglese, un'analisi scientifica e critica delle opere di tutti i precedenti autori che avevano scritto la biografia dello Scanderbeg.<ref>Fan S. Noli, ''George Castrioti Scanderbeg (1405–1468)'', New York, International Universities Press, 1947; in italiano: ''Scanderbeg'', trad. da Alessandro Laporta e Halil Myrto, Lecce, Argo, 1993.</ref> In questo lavoro del [[1947]] Noli cercò di distinguere i fatti storici dalle leggende e dai pregiudizi, interpretando e ponendo Castriota allo stesso livello di un comandante di guerriglia dei tempi più moderni.
Nel [[1937]] [[Thanas Gegaj]] presentò una tesi in francese, nell'Università belga di [[Louvain]], intitolata ''L'Albanie et l'invasion au XVe siècle''.
All'eroe nazionale dell'Albania e alla sua epopea sono riferite decine di leggende e tradizioni locali, e dedicate numerose opere di narrativa: tra queste meritano di essere ricordati il ''George Kastioti Scanderbeg'' del [[1962]] di [[Naim Frashëri]], considerato il fondatore della letteratura nazionale albanese, il romanzo ''Kështjella'' (I Tamburi della Pioggia, lett. La Fortezza) del [[1970]], del più noto scrittore contemporaneo albanese, [[Ismail Kadare]]. La presenza di Scanderbeg in Italia è stata raccontata nel romanzo storico Skanderbeg-La campagna d'Italia di [[Alban Kraja]]. Gli atti eroici di Scanderbeg, di suo figlio Giovanni e di suo nipote Giorgio Castriota i Ri sono raccontati sotto forma romanzata nel libro ''Il mosaico del tempo grande'' di [[Carmine Abate]].
=== Cinema ===
* ''[[Skanderbeg (film)|Skanderbeg]]'', di [[Sergej Iosifovič Jutkevič]] ([[1954]]), fu presentato al [[Festival di Cannes]] del 1954 e vinse il titolo come miglior regista.
==Galleria d'immagini==
<gallery>
Image:KHM_Wien_A_127_-_Helmet_of_Skanderbeg.jpg|L'[[elmo di Scanderbeg]] conservato presso il museo [[Kunsthistorisches Museum|Kunsthistorisches]] di [[Vienna]].
Image:Skanderberg's helmet and sword in the Kunsthistorisches Museum of Vienna..jpg|L'elmo e la spada di Castriota, [[Vienna]].
Image:Brosen_tirana_skanderbeg.jpg|La statua di Giorgio Castriota nella piazza principale di [[Tirana]].
Image:Skanderbeg Monument in Krujë.jpg|La statua commemorativa di Scanderbeg a [[Croia]], [[Albania]].
Image:07Albanien Kruje Museum01.jpg|Museo Nazionale ''Gjergj Kastrioti Skënderbeu'', [[Croia]].
Image:07Kruje Museum02.jpg|Blocco scultoreo degli albanesi e di Castriota nel Museo a lui dedicatogli.
Image:Skanderbeg Grave in Lezha.jpg|Tomba-Mausoleo di Giorgio Castriota ad [[Alessio (Albania)|Alessio]], [[Albania]].
Image:2007 skenderbeu.jpg|Statua equestre di Castriota Scanderbeg a [[Pristina]], [[Kosovo]].
Immagine:Skenderbeg-Debar-monument.jpg|Statua di Castriota Scanderbeg a [[Debar]], [[Repubblica di Macedonia|Macedonia]].
Immagine:Skenderbeg Skopje.jpg|Particolare della statua equestre di Castriota a [[Skopje]], [[Repubblica di Macedonia|Macedonia]].
Image:Roma_Skanderbeg2.jpg|Statua di Giorgio Castriota a [[piazza Albania]], [[Roma]], definito "Impavido difensore della civiltà occidentale".
Immagine:5000 lek obverse.jpg|L'eroe nazionale d'Albania nei 5000 [[Lek albanese|Lek albanesi]].
</gallery>
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* Jaho Brahaj - Skender Sina, ''Gjergj Kastrioti Skënderbeu'', Tirana 1967.
* Papàs Lino Bellizzi, ''Giorgio Kastriota Skanderbeg'' - Monografia su Villa Badessa.
* Monica Genesin, Joachim Matzinger e Giancarlo Vallone (a cura di), ''The Living Skanderbeg. The Albanian Hero between Myth and History'', Amburgo, Verlag Dr. Kovač, 2010.
* [[Alban Kraja]], ''Skenderbeg - La Campagna d'Italia'', Roma-Rimini 2003.
* Anton Logoreci, ''The Albanians'', Londra 1977.
* Fan S. Noli, ''Scanderbeg'', trad. da Alessandro Laporta e Halil Myrto, Lecce, Argo, 1993.
* Oliver Jens Schmitt, ''Skanderbeg. Der neue Alexander auf dem Balkan'', Ratisbona, Friedrich Pustet, 2009.
* [[Giorgio Sfranze]], ''Paleologo Grandezza e caduta di Bisanzio'', Palermo, Sellerio 2008, ISBN 88-389-2226-8
* Tajar Zavalani, ''Historia e Shqipërisë'', 2 vol., Londra 1961-1966.
* ''Deuxième Conférence des études albanologiques à l'occasion du 5e centenaire de la mort de Georges Kastriote Skanderbeg'' (Tirana, 12-18 gennaio 1968), Tirana 1969-1970.
* Danilo Sbrana, ''Skanderberg'', Bari, Laterza, 2017, ISBN 978-88-6674-164-0
== Voci correlate ==
* [[Arbëreshë]]
* [[Castriota]]
* [[Battaglia di Torvioll]]
* [[Elmo di Scanderbeg]]
* [[Giovanni Castriota]]
* [[Ordine di Skanderbeg]]
* [[Storia dell'Albania]]
* [[Skanderbeg l'eroe albanese]]
* [[Scanderbeg (opera)]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|http://www.castriotascanderbeg.it/|I Castriota Scanderbeg principi d'Albania}}
* {{cita web|autore=Gabriele Campagnano|http://zweilawyer.com/2017/03/17/giorgio-castriota-scanderbeg-la-monografia-completa/|Giorgio Castriota Scanderbeg: la Monografia Completa|2018-01-10}}
* [https://web.archive.org/web/20071101002804/http://video.google.com/videoplay?docid=-7485574608371052031&q=skenderbeu&hl=en Film "Skënderbeu"] - Kinostudio Shqipëria e Re
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[[Categoria:Eroi nazionali]]
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