Cembalo scrivano: differenze tra le versioni

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{{U|pagina=Giuseppe Ravizza|argomento=scienza|verso=a|data=febbraio 2014}}
 
[[File:Cembalo_scrivano.jpg|thumb|upright=1.4|Cembalo scrivano di Ravizza]]
Il '''cembalo scrivano''' èfu iluno primodei veroprimi prototipomodelli di [[macchina per scrivere]]. Fu inventato dall'avvocato [[Novara|novarese]] [[Giuseppe Ravizza]] ([[1811]] – [[1885]]) ed è la [[macchina]] di [[scrittura]] più completa fino alla comparsa della [[Remington Arms|Remington]] Mod. 1 ([[1873]]), includendo in sé tutte le caratteristiche principali delle successive macchine da scrivere. Il nome deriva dalla somiglianza con i tasti del [[pianoforteclavicembalo]], epiù ancheancora - quanto ai colori - con quelli del [[clavicembalopianoforte]].
 
== Storia ==
Nel [[1837]] il Ravizza, prendendo spunto dal ''[[Tacheografo|Tachigrafo]]'' dell'ing. [[PieroPietro Conti (1796-1856)|Pietro Conti]] di [[Cilavegna]] ([[1796]] – [[1856]]), una macchina capace di scrivere premendo dei tasti, incominciò a concepire e realizzare il suo ''Cembalocembalo scrivano'', così chiamato perché si basava sul meccanismo del [[pianoforte]]. Dopo alcuni anni, il 14 settembre [[1855]], con l'''Attestato di privativa industriale'' dell'Ufficio Centrale di [[Torino]] (vol. n. 103), ottenne il [[brevetto]] per la sua macchina<ref>{{Cita|Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, ''Dal cembalo scrivano alla scrittura elettronica'', 1985|p. 1887|Dal cembalo scrivano alla scrittura elettronica}}.</ref>. Nel brevetto veniva indicata come "cembalo scrivano, ossia macchina da scrivere a tasti" e veniva descritta la "tastiera a 32 tasti quadrati, in due linee sovrapposte, lettere in mezzo e interpunzioni ai lati". A ciascun tasto corrispondeva un [[martelletto]] e l'insieme dei martelletti era disposto in cerchio (prima ''[[cesta delle leve]])''. La macchina presentava, inoltre, il telaio portafoglio mobile, il nastro [[inchiostro|inchiostratore]] (fino a quel momento veniva utilizzato un tampone per inchiostrare i tasti di scrittura), un dispositivo per fissare l'[[interlinea]] e il campanello indicatore di fine riga<ref name="Daniele Casalegno p. 4">{{Cita|Daniele Casalegno, ''Uomini e computer'', 2013|cap. 4|Uomini e computer}}.</ref>. Era composta da quasi 600 pezzi in [[legno]] e circa 100 in [[Ottone (lega)|ottone]] e risultava piuttosto pesante e poco maneggevole.
 
In quel periodo il giornale di [[GenovaTorino]], ''[[La Stampa]]'' pubblica un articolo sull'avvocato Giuseppe Ravizza e la sua invenzione, descrivendone il funzionamento e i vantaggiavantaggi che avrebbe portato:
 
{{citazione
|...Il congegno del Ravizza è una macchinetta con piccola tastiera simile a quella dei cembali, coi tasti inscritti in ordine alfabetico di tutte le lettere e interpunzioni; battendo i quali tasti successivamente e con celerità restano stampati su di una carta qualunque entro la macchina le lettere e i segni corrispondenti ai tasti toccati, con caratteri, ordine ed allineamento propri della stampa.
 
Questo sostituire dei mezzi meccanici ai naturali nell’uffizio della scrittura produrrà grandi vantaggi, imperocché, come il Ravizza suole saviamente dire, se l’invenzione di Guttemberg col riprodurre e moltiplicare lo scritto grandemente giovò ad accelerare il progresso del pensiero umano, anche la prima produzione dello scritto agevolata coi mezzi meccanici darà utilissimi risultalirisultati.
 
Col cembalo scrivano si otterrà risparmio di tempo, perché l’uso della tastiera, acquistatane la pratica, produrrà lo scritto nella terza o quarta parte del tempo che abbisogna per farlo a penna; risparmio di fatica, essendo più agevole lo scorrere a modo dei suonatori con ambe le mani su di una tastiera che non, con disagio della vista, del petto e delle braccia, costringere la penna al continuo lavorio di circoli e linee, di virgole e punti; ed acquisteremo inoltre negli scritti, siano originali o copie, il benefizio della stampa, sempre migliore della scrittura e della calligrafia.
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Di altre utilità ci avverte il Ravizza laddove si voglia usare del cembalo scrivano negli uffici telegrafici per imprimere le lettere dei dispacci con celerità e non appena indicati dagli apparecchi telegrafici; come pure mettendo il cembalo scrivano in luogo della stenografia, promettendoci egli che la scrittura meccanica, con reticenze ed aggiunte di alcuni congegni, darà una stenografia celere quanta la usata oggidì, e, quello che più importa, testo leggibile da persona qualsiasi.
 
Per ultimo vi hanno casi nella vita dell’uomo in cui impossibile o malagevole riesce l’uso della penna, come nei viaggi e nelle infermità della mano destra, degli occhi e dello stomaco. Il cembalo scrivano con lettere scolpilescolpite a rilievo nei tasti verrà in aiuto all’infermo che voglia scrivere...
|Articolo uscito su, ''La Stampa di Genova'', 18??
}}
 
Poco dopo la pubblicazione della notizia, venne rivendicata la priorità dell'invenzione a favore di [[Celestino Galli]] di [[Carrù]] ([[1803]] – [[1868]]), che costruì per primo la macchina, nel [[1831]],<ref>{{Cita|Giuseppe Sacchi e vari economisti italiani, ''Annali universali di Statistica'',Vol. CXXIV, 1885|p. 103|Annali universali di Statistica}}.</ref> chiamandola ''[[Potenografo]]''.
 
Nel [[1856]] il modello n. 9 del Cembalo scrivano venne presentato dal Ravizza alla ''Commissione per l'Esposizione Industriale'' di [[Novara]], accompagnato da una ''Memoria del Cembalo scrivano e della scrittura meccanica'', scritta dallo stesso. Siccome Il posizionamento orizzontale del foglio non permetteva di leggere immediatamente ciò che si scriveva, venne presentata come ''Cembalo Scrivano a Scrittura Invisibile''. La sua invenzione non suscitò alcun interesse nei visitatori, anzi passò piuttosto inosservata. In premio il Ravizza ottenne solo una medaglia.
 
Ravizza costruì ben 16 modelli, finché nel 1881 riuscì a realizzare il ''Cembalo a scrittura visibile,'' nel quale riuscì a disporre verticalmente il foglio di carta, permettendo così di poter [[lettura|leggere]] lo scritto man mano che lo si scriveva. Anche quest'ultimo prototipo passò quasi inosservato, ottenendo solo una menzione onorevole all'''Esposizione di Milano'' dello stesso anno.<ref>{{Cita| name="Daniele Casalegno, ''Uomini e computer'', 2013|capp. 4|Uomini e computer}}<"/ref>
 
I vari prototipi, oltre che a Novara (1856), furono esposti a Torino (1857), Firenze (1861), Londra ( 1865) e Milano (1881), dove Ravizza ricevette varie medaglie di merito, di bronzo e di argento.<ref>{{Cita|Filiberto Vignini, ''Al genio italiano è dovuta...'', 1959|p. 27|Filiberto Vignini}}.</ref>
 
Nessuno dei modelli realizzati dal Ravizza venne però [[Processo di produzione industriale|prodotto industrialmente]], perché a quel tempo nessuno riuscì a capire l'importanza dell'[[Invenzione (tecnologia)|invenzione]] e, tantomeno, prevederne il futuro sviluppo. A quel tempo solo pochi Iolo consideravano utile ed alcuni lo criticarono, nominandolo “pianoforte della bambola". L'unico che immaginò l'utilità dell'invenzione fu l’americanol'americano [[Christopher Latham Sholes]] ([[1819]] – [[1890]]). Questi, nel [[1867]], costruì un prototipo per la vecchia fabbrica di armi [[Remington Arms|Remington]], la quale, a partire dal [[1875]], aggiunse "la macchina per scrivere" ai suisuoi prodotti: Il successo fu tale, che ne vennero costruitecostruiti in serie, milioni di esemplari<ref>{{Cita|Renato Caporali e Michele Lauro, '' Invenzioni e scoperte dalle origini ai nostri giorni'', 2002|p. 152|Invenzioni e scoperte}}.</ref>.
 
== Brevetti ==
* {{Cita brevetto|inventore = Ravizza cav . avv. Giuseppe di Novara|altri = Fantoni Carlo e Co. di Genova|assegnatario = |lingua = it|titolo = Macchina da scrivere a scrittura visibile|numeropubblicazione = 15061|url_numeropubblicazione = http://augusto.digitpa.gov.it/gazzette/index#giorno=28&mese=4&anno=1883|ufficio = Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio|data = 28 aprile 1883|cid = 15061}}
 
== Note ==
{{<references}}/>
 
== Voci correlate ==
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* {{Cita libro|titolo = Uomini e computer: Storia delle macchine che hanno cambiato il mondo|url = http://books.google.it/books?id=dX3b8QAZC2IC&pg=PT46&dq=novara+%22cembalo+scrivano%22&hl=it&sa=X&ei=K-H2UsDzLur14QSDl4GAAQ&ved=0CDUQ6AEwAQ#v=onepage&q=novara%20%22cembalo%20scrivano%22&f=false |autore = Daniele Casalegno|anno = 2013|editore = Hoepli|isbn = 978-88-203-5770-2|cid = Uomini e computer}}
* {{Cita libro|titolo = Tecniche di indagine documentale|url = http://books.google.it/books?id=r_tfAgAAQBAJ&pg=PA105&dq=%22cembalo+scrivano%22&hl=it&sa=X&ei=Odn2Uv2iI-ai4gTGm4DICg&ved=0CDQQ6AEwATgK#v=onepage&q=%22cembalo%20scrivano%22&f=false|p = 105|autore = Marco Fasbender Jacobitti|anno = 2010|editore = CISC|isbn = 978-88-904855-0-3|cid = Tecniche di indagine documentale}}
* {{Cita libro|titolo = Camillo Olivetti. Alle radici di un sogno|url = http://books.google.it/books?id=e2Cgy2AiEIQC&pg=PA76&dq=cembalo+scrivano&hl=it&sa=X&ei=F2X2UoTOGtPxhQfY5oCACQ&ved=0CE8Q6AEwBg#v=onepage&q=cembalo%20scrivano&f=false|p = 76|autore = [[Laura Curino]]|autore2 = [[Gabriele Vacis]] |anno = 2009|editore = Ipoc|isbn = 978-88-95145-94-5|cid = Camillo Olivetti|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20140222151058/http://books.google.it/books?id=e2Cgy2AiEIQC&pg=PA76&dq=cembalo+scrivano&hl=it&sa=X&ei=F2X2UoTOGtPxhQfY5oCACQ&ved=0CE8Q6AEwBg#v=onepage&q=cembalo%20scrivano&f=false|dataarchivio = 22 febbraio 2014}}
* {{Cita libro|titolo = Invenzioni e scoperte dalle origini ai nostri giorni|url = http://books.google.it/books?id=Z9lTfmKXoGMC&pg=PA152&dq=%22cembalo+scrivano%22&hl=it&sa=X&ei=zNb2Ut2RFaOI4ASztoCQCw&ved=0CDwQ6AEwAg#v=onepage&q=%22cembalo%20scrivano%22&f=false|p = 152|curatore = Renato Caporali|curatore2 = Michele Lauro |anno = 2002|editore = Giunti Editore|isbn = 978-88-09-02409-0|cid = Invenzioni e scoperte}}
* {{Cita testo|titolo = Relazione dei giurati e giudizio della R. Camera di agricoltura e commercio ...|url = http://books.google.it/books?id=wWArwMGlcGUC&pg=PA169&dq=%22cembalo+scrivano%22&hl=it&sa=X&ei=Odn2Uv2iI-ai4gTGm4DICg&ved=0CDoQ6AEwAjgK#v=onepage&q=%22cembalo%20scrivano%22&f=false |p = 169|autore = AA.VV |editore = Stamperia dell'unione tipografico-editrice|anno = 1860|città = Torino|cid = Relazione dei giurati}}