== Declino e scomparsa della Fortezza ==
Nel [[1797]] Asola entrò a far parte della [[Repubblica Cisalpina]] e con la successiva annessione all'[[Austria]], nel [[1815]], in seguito al [[Congresso di Vienna]], il territorio asolano fu definitivamente accorpato alla [[Provincia di Mantova (Lombardia austriaca)|provincia di Mantova]], confermando l'ormai esaurita valenza strategica della fortezza.
Escluso ormai da tempo qualsiasi progetto di aggiornamento, ma anche un sistematico piano di interventi manutentivi, alcune partì della fortezza furono affittate, come per esempio la '''''Rocca''''', considerata ''<nowiki>''di cattiva vecchia architettura per la quale il difetto è massimo ed irrimediabile''</nowiki>'', all'interno della quale fu richiesta la possibilità di coltivare viti e gelsi.
Nel [[1803]] si assistette al crollo dì un tratto di mura di ragione comunale ''<nowiki>''a monte della fortezza''</nowiki>'', e la decisione della municipalità di autorizzare lavori di demolizione nella rocca fu rimandata in seguito alle decisioni superiori che dichiaravano ''<nowiki>''nazionali tutti i forti e posti militari''</nowiki>''. La fortezza di Asola fu però, poco dopo, definita ''<nowiki>''incapace di difesa e fuori dal novero delle piazze e posti militari da conservarsi per la sicurezza dello stato''</nowiki>.''
Considerata l'intenzione del governo di procedere all'alienazione, il comune ne chiese il possesso per poter garantire la conservazione del fossato, degli spalti e delle mura, oggetto di continuo asporto di materiali che ne comprometteva la stabilità. Pur prive di qualsiasi valore militare, le strutture risultavano, infatti, fondamentali per preservare e proteggere l'abitato dalle frequenti esondazioni del Chiese. la fortezza fu acquisita ma con il vincolo di non poter apportare alcuna alterazione in assenza di autorizzazione statale, e di dover cedere tali opere senza alcun corrispettivo nel caso si fosse presentata la necessità di dover erigere una quale opera di fortificazione. La rocca, in parte demolita, fu invece venduta già nel 1804, a Galeazzo Daino. Negli anni successivi le nuove destinazioni d'uso dei torrioni, del Ossuto, l'abbattimento di tratti di cortina ma anche la lottizzazione e la definizione di aree verdi con pubblici passeggi furono i temi di un di-battito che trovavo ragione nelle nuove esigenze di decoro urbano. la ridefinizione dei tracciati d'accesso alla città determinò invece la demolizione delle opere poste a difesa delle porte. Si inserisce in que-sto contesto il progetto, del 1817, di ampliamento di porta Fuori e la realizzazione di una piazza semicircolare, delimitata e contornata da alberature, posta all'esterno della porta stessa, così come qualche anno più tardi, sistemato il ponte sul Chiese e realizzato il rettifilo stradale, progetto di rifacimento dell'omonima porta, in parte demolita per Asola, mappa del Catasto Lombardo-Veneto, 1831 - 1838 (ASMn, Catasto Lombardo-Veneto, Mappe, Asola, cartella 1) ragioni di pubblica sicurezza, sospeso però nel 1823.
l'asporto non autorizzato 1 materiali dalle mura e i contratti d'affitto degli spalti tracciano la storia degli anni successivi. Nel .),k, AI -- - 9,-- 1839 era in atto un contenzioso tra l'amministrazione ,,,,4..,,, ../... _ ... ... > . bm - comunale e don Giovan Battista Osma, proprietario della -9,- t- rocca, per una serie di scavi do lui eseguiti all'interno del :„. a- complesso e la demolizione di tre contrafforti delle mura ›.t.... .. di proprietà del comune che cingevano la rocca sui ver-i santi nord ed est, in contrasto con gli accordi stipulati al momento della vendita della rocca e che crearono gravi r1/4 :, -,- problemi di stabilità. - , ,t „ wigA31 I cambiamenti politici e amministrativi che seguirono ;. , l'annessione al Regno di Sardegna (poi Regno d'Italia) 7t... affrettarono la definitiva scomparsa dell'antica fortezza. All'inizio degli anni Sessanta, infatti, la difficile situazio-
fotografia (collezione priàà)
ne economica e in particolare il bisogno di fornire lavoro Asola, Porta Orientale 1905 (aggi inizio Via Libertà . e pane ai poveri, indusse l'amministrazione comunale a deliberare, per ragioni di pubblica utilità, lavori di abbas-samento degli spalti inferni a mezzogiorno della città. Interventi giustificati dalla volontà di garantire una maggiore venti-lozione all'abitato e di realizzare un comodo e ameno passeggio per la popolazione. Qualche anno più tardi si deliberava la demolizione e ricostruzione delle porte cittadine a causa del loro indecoroso aspetto. indetto un libero concorso, pervennero due soli progetti, uno dei quali successivamente ritirato. La commissione giudicatrice non espresse alcun giudizio e iniziata la demolizione delle porte e io vendita dei materiali fu dato l'incarico all'architetto Carlo Visioli di Cremona per un progetto dì ricostruzione. Il 29 luglio 11873 il perito agrimensore Giovanni Torreggiarsi presentava il disegno di due barriere.
Qua 4ine del secolo quello che rimaneva della quattrocentesca cinta difensiva uesdk, allo viluppo e all'espansione urbana. Le esigenze del disegno della dttà moderno presero il sopravvento; il ridisegno della rete viaria, l'arrivo della ttunvio e la necessità di nuove costruzioni portarcito progressivamen-te n% demolizione e allo conseguente definitiva canbilazione di quanto ximanevn delle antiche mura, del fossato, dei torrioredella rocca e delle pexte che per secoli avevano caratterizzato il disegno della fortezza. Percorrendo le vie della CM si possono ancora riconoscere, accanto a evi-(lenti dislivelli del terreno, alcuni tratti di mura inglobati in più recenti co-stnvzhni assieme all'imponente torrione di viale Brescia e alle chiavi di volto delle porte d'ingresso alla città. Frammenti che, assieme alla memoria (munta nelle carte d'archivio, ricompongono la storia della fortezza di Asola, nel periodo di massimo splendore definita terra tanto grossa, forte, et tanto bene munita et de artegliaria et gente.
divenne sempre più elemento di ostacolo alla
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