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{{Edificio civile
|nome edificio = Mulini di Asola
|immagine = Mulini 01.jpg
|didascalia = Asola - Vecchi Mulini
|paese = ITA
|divamm1 = {{IT-LOM}}
|città = [[Asola]]
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
|indirizzo = Via Strada Bassa per Casalmoro
|stato = abbandono
|ricostruito =
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|periodo costruzione = [[XV secolo]]
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}}
 
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Nel [[1367]] fu scavata la [[Fossa Magna]] su ordine di [[Bernabò Visconti]], signore del territorio asolano, per tracciare il confine con il mantovano e fu anche usata per alimentare diversi mulini.
 
Ad Asola nel [[1408]] il capitano ''Guastaformula'' ordinò la costruzione di un mulino fuori della cinta muraria.
 
È citata l’esistenza di un mulino già nel [[1488]], che fu distrutto del marchese ''Francesco Gonzaga'' che ambiva alla conquista della [[Fortezza di Asola]] con ogni mezzo: questo sarà ricostruito dal podestà ''Giovanni Ducco'' per ordine del Doge di Venezia [[Francesco Foscari]]. Si realizzava anche uno scolo ''<nowiki>''il Gambino''</nowiki>'' dove l’acqua serviva per alimentare le “acque nere” che ancora stagnavano per le contrade della città.
 
Nel [[1574]] si edificò il ponte in mattoni per facilitare il passaggio dei mortai delle truppe che transitavano dirette verso [[Brescia]]. Accanto si edificò una casa del doganiere che sarà poi demolita nel [[1924]].
 
Con la caduta della [[Repubblica di Venezia]] avvenuta il [[1797]], [[Asola (Italia)|Asola]] divenne proprietaria del mulino che proteggeva ponendovi delle guardie fisse con nuove modeste abitazioni per le famiglie dei guardiani.
 
Nel [[1811]] i mulini, come gli altri del territorio, furono tutti messi in vendita, dovendo recuperare denaro per troppe spese di casermaggio dei soldati. Nel solo centro abitato si crearono ben otto caserme.
 
Nel [[1906]] vi furono modifiche alle ruote dei mulini con la sostituzione delle pale di legno con nuove pale in ferro ad opera della ''Ditta Beatini'' di [[Asola (Italia)|Asola]].
 
Nel [[1924]] si demoliscono alcune abitazioni accanto al mulino, per ordine del sindaco ''Francesco Vergani'', per far posto ai nuovi '''lavatoi pubblici:''' attingendo acqua pulita dalla vicina [[Fossa Magna]] si alimentava il vaso ''Gambino'' che attraversava la città e portava acqua nei terreni della ''<nowiki>''golena di Gavardo''</nowiki>'' prosciugata dai suoi acquitrini.
 
Il mulino cessò la sua funzione nel [[1975]] e dopo lavori di ristrutturazione ospita moderni uffici. Oggi il mulino rimane un simbolo e punto di riferimento storico nonostante la mancanza d’acqua.