Concesso il 20 Novembre 1428 dal Comune di Asola alla Comunità di Beverara e Acquanegra di poter estrarre acqua dal Chiese con lo scavo di una Seriola per comodo degli abitanti, altra concessione fu da tra per l’apertura dell’argine al Comune di Acquanegra nel 1444 sulle proprietà di Rozo Battista, in questo modo, si scavò e si alimentò un fossato detto Seriola regolando le acque con un “serradore”. Il 5 Agosto 1454 fu istituita una infituetica perpetua concessa da Giovanni de Folengis di Mantova, procuratore di Antonia di Bertone di Capriano ai rappresentanti della Comunità di Acquanegra dell’acqua della Seriola nel territorio di Asola per il valore di Lire 32 e degli edifici pertinenti per l’annuale affitto di 7 Ducati e mezzo.
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Raddrizzato il percorso de l fiume Chiese nel 1481 e nel 1493, per meglio controllare il corso dell’acqua e ricavarne terreno fertile, questa concessione portò del malcontento nella popolazione asolana per l’uso che il Comune di Beverara e Acquanegra ne ricavavano senza versare delle gabelle al Comune di Asola.
Concesso dal marchese Federico Gonzaga il 14 Luglio 1531 di poter scavare una Seriola prendendo l’acqua dal Chiese , per meglio alimentare il fossato nei periodi di secca, l’II Aprile 1532 gli acquanegresi crearono un “seraglio” sul letto del Chiese per avere acqua anche nel periodo estivo. Potenziato nel 1537 con una chiusa nonostante le proteste del conte Arrivabene di Canneto, proprietario dei terreni di Corte Medulfe che spesso erano allagati.
Il 18 Ottobre 1544 i contrasti andarono sempre più aumentando per i danni che la “chiusa” procurava nei terreni coltivati e per questo i seragli di legno sul Chiese, nel 1549 furono potenziati con uno sbarramento più sostenuto. Il 28 Giugno 1550 il Provveditore Veneto di Asola inviava una duca le alla comunità di Acquanegra per togliere la diga, Il 23 Agosto 1550 Antonio Turco cancelliere del Provveditore, ordina di otturare la “chiusa” sul Chiese, Il 7 Agosto 1551 Paride Rosa, podestà di Asola, ritorna a parlare della “chiusa” costruita sul lette del Chiese per i danni che va arrecando alle popolazioni di quel luogo ordinando al Comune di Beverara ed Acquanegra che sia soppressa, Il 14 Ottobre 1551 si mandino nuove disposizioni relative alle responsabilità degli abitanti di Acquanegra per i danni compiuti dalla “chiusa”, come sarà rinnovato il 13 Maggio 1552. Il 5 Agosto 1556 il Consiglio di Asola stende una stima dei danni creati dalla “chiusa”, Il 24 Maggio 1560 I Rettori d i Asola inviano una lettera al Doge di Venezia per intervenire sulla “chiusa” nel Chiesa dagli uomini di Beverara e Acquanegra. Il 13 Giugno 1560 il nobile Giovanni Daina notaio del podestà di Asola relaziona una mancanza d’interventi circa la rimozione della chiusa, Il 21 Giugno 1560 il nobile Giovanni Antonio Pederzoli di Asola notaio del podestà di Asola ritorna a descrivere i danni della “chiusa”, Il 26 Giugno 1560 si trascrive il Decreto concesso da Girolamo Prioli doge di Venezia a Giovanni Matteo Bembo, capitano di Brescia, riguiardante i disagi provocati dalla “chiusa” costruita dagli uomini di Acquanegra. Il 26 Novembre 1561 si comunica la responsabilità degli uomini di Acquanegra nell’inondazione fatta dal Chiese a causa della “chiusa” da lor o costruita sul Chiese. Il 28 Ottobre 1562 il Podestà di Asola Benedetto Foresto, prende dei provvedimenti per i danni creati dall’inondazione del Chiese a causa della “chiusa” degli Acquanegresi. Il 12 Luglio 1569 La comunità invia una lettera a Giovanni Emo capitano di Brescia che intervenga verso il Provveditore di Asola Alessandro Dolfino per informarlo delle intenzioni che hanno gli uomini di Acquanegra sulla “chiusa”. Il 17 Dicembre 1572 il Doge di Venezia Aloisio Moncenigo, concedeva a carico degli abitanti di Beverara ed Acquanegra di fare una “raza” (diga) nel letto del fiume che già preesisteva nel 1550, quando il 3 Luglio si ebbero già lamentele dai capi del Consiglio di Acquanegra al Provveditore di Asola per la rimozione abusiva dei sostegni posti sul letto del fiume da uomini di Asola.
Il 30 Dicembre 1573 La Comunità di Asola vende una parte dei diritti alla Comunità di Acquanegra per costruire una chiusa sul fiume Chiese in contrada “Grimoni” e di poter estrarre acqua dalla “chiusa” per un valore di scudi 1300 d’oro, oltre al livello annuo pattuito. Il proprietario di corte gavardo, Giovanni Battista Gavardo fa un espesto per i lavori che si stanno facendo sulla diga dagli uomini di Acquanegra. Altri documenti interessanti, li trovo il 12 Agosto 1769 quando i deputati di Asola rilasciano una licenza a favore della Comunità di Acquanegra per poter usufruire tramite la “chiusa” delle acque del fiume Chiese. Il 9 Marzo 1779 il nobile asolano Francesco Giovanni Roccio vuole interferire sull’attività della “chiusa”. Il 9 Maggio ed il 25 Settembre 1793 si compiono i primi inalzamenti degli aregini nella zona d’imboccatura della Seriola nel Chiese e attorno alla “chiusa” per proteggere il bosco e le proprietà adiacenti. L’11 Febbraio ed il 4 Dicembre 1800 si fanno riparazioni alla “chiusa” e all’argine per i danni lasciati dalla piena. Il 9 Novembre ed il 4 Dicembre 1803 L’ing. Francesco Somenzari verifica la stabilità della diga e dei serragli della Seriola, mentre nel 1810 si concede di poter pescare nelle acque della chiusa. Il 14 Ottobre 1812 Antonio Schiantarelli scrive una lettera al podestà di Acquanegra per lamentare danni causati dalla “chiusa” sul fiume Chiese ai fondi (?) di proprietà di Giovan Battista Locatelli. Il 23 Febbraio 1822 si stende una copia della concessione del 30 Dicembre 1573 da parte della comunità di Asola con la comunità di Acquanegra, del diritto di fare una “chiusa” sul fiume Chiese per estrarre acqua, come concordato dal Duca Guglielmo Gonzaga di Mantova …..ecc….ecc.
Il 3 Dicembre 1875 ed il 22 Febbraio 1876 l’Ing. Civile di Acquanegra Aristide Ferrari, stende un carteggio con disegni, relativo alla costruzione di uno stabile in muratura sul fiume Chiese nel punto dove si dovrebbe edificare nuove”chiuse”con sopra una casa del custode. Il 3 Gennaio 1876 si stende una perizia dei prezzi ed un capitolo generale per l’appalto di una nuova costruzione di una “chiusa” in muratura sul fiume Chiese in sostituzione delle chiuse di legno danneggiate. Il 5 Aprile 1876 la Prefettura di Mantova trasmette al Comune di Acquanegra un manifesto da esporre al pubblico per appaltare la costruzione di una “chiavica” con sopra una casa del custode dove apre la Seriola dove già esiste una preesistente. Il 27 Febbraio 1877 con Decreto ministeriale si autorizza il Comune di Acquanegra a costruire una nuova “chiusa” stabile sul fiume Chiese, mentre il 2 la Prefettura di Mantova comunica al Sindaco di Acquanegra la concessione di costruire una “chiusa” stabile con edificio per scopi industriali ed irrigui che possa servire anche per mulini, macine e segherie. L’8 Luglio 1888 la Prefettura di Mantova, comunica al s indaco di Acquanegra l’avvenuta autorizzazione della conversione della “chiusa instabile in una stabile e en sul fiume Chiese. Il 30 Agosto, 1890 dal carteggio leggo, leggo che il Comune di Acquanegra assegna i lavori per la “chiusa” presso le proprietà di Camporeggio al capomastro Vincenzo Fasani. Il 12 Agosto 1890 sono terminati i lavori del Fasani. Il 13 Settembre 1892 a seguito di una perizia affidata dal Comune di Acquanegra all’ing. Domizio Panini di Redondesco, viene segnalato un inadeguamento al funzionamento dell’opera dell’opera da lui progettata alla “chiusa”, che saranno rivisti per ordine della Prefettura il 7 Agosto 1893, mentre il 19 Maggio ed il 16 Dicembre 1894 si fanno solleciti per i pagamenti delle opere realizzate.
Ecc. …..ecc…..
Nel 1918 a seguito del Decreto del 14 Luglio 1531 e del Decreto del Doge rilasciato il 23 giugno 1533, oltre a quello del 17 Dicembre 1572, nel 1967 si ricostruisce la nuova Diga sul fiume Chiese che nel 1960 la furia delle acque torrenziali del Chiese, durante l’annuale piena portò la distruzione della chiusa e della sua “passerella” oltre a devastare il territorio agricolo. Solo nel 1975 temendo nuovi danni, la Comunità di Acquanegra proprietaria della diga e della chiusa, per meglio salvaguardare le terre basse delle Monaghe e delle Medulfe, oltre all’incolumità della popolazione di Acquanegra e Beverara, creano un nuovo sbarramento in ce mento armato sul fiume Chiese, visto i danni del 1969, 1970.
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