Hilf al-fudul: differenze tra le versioni
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Per rendere il patto cogente e sacralizzato, i membri si recarono alla [[Kaʿba]] e attinsero l'acqua del pozzo di [[Zemzem]] bagnandoci la [[Pietra Nera]]. Dopodiché ogni partecipante la bevve. Quindi sollevarono la mano destra sulle loro teste per mostrare che si voleva agire congiuntamente a tal fine.<ref name = Lings/> Il patto sarebbe stato scritto<ref>La tradizione qui cede il passo alla fantasia, perché la lingua usata sarebbe dovuta essere una lingua straniera (conosciuta e capita da un'esigua minoranza in tutta Mecca), visto che l'arabo scritto era ben lungi dall'aver ricevuto un accettabile standard che ne rendesse agevole la lettura e la comprensione, vista l'esistenza di un gran numero di [[omografi]] e la normale assenza di [[vocale|vocali]].</ref> e collocato all'interno della Kaʿba, per porlo sotto la protezione del dio [[Hubal]].<ref>[[Joseph Chelhod]], "La foi jurée et l'environnement désertique", su: ''Arabica'', 38 (1991), 3, p. 301.</ref>
Tra quanti parteciparono alla riunione e sottoscrissero l'accordo vi fu anche il futuro [[profeta]] [[Maometto]], non più che ventenne (ma forse più giovante di 2 o 4 anni). Più tardi, una volta annunciato l'[[Islam]], il Profeta rivendicò con orgoglio quella sua partecipazione e la validità del patto, senza dare peso al fatto che esso fosse stato sottoscritto da non-musulmani.<ref name = R20/> Si dice che anche [[Abū Bakr]], poco più giovane di Maometto, avesse preso parte alla cerimonia.<ref name = R20/> Tale presunzione è basata sul fatto che la casa di ʿAbd Allāh b. Jaʿdān fosse stata di proprietà di un componente
Un motivo per la sottoscrizione del patto fu la volontà di alcuni mercanti, normalmente discriminati dall'[[oligarchia]] meccana, di incoraggiare i commerci con gli [[yemen]]iti, che erano volutamente tenuti lontano dal [[Hijaz]] per timore di una concorrenza certamente assai pericolosa per i maggiorenti di Mecca,<ref>[[William Montgomery Watt]], ''Muhammad. Prophet and Statesman'', Oxford, Oxford University Press, p. 9</ref> che operano per svalutarne il portato.
==Retaggio==
[[al-Husayn ibn 'Ali]], minacciato una volta, in epoca [[omayyade]], dal governatore di [[Medina]], in quanto il nipote del Profeta pensava di aver subito un provvedimento ingiusto, obiettò che avrebbe sottoposto il caso ai membri dei clan che avevano a suo tempo sottoscritto l<nowiki>'</nowiki>''Ḥilf al-fuḍūl''.<ref>[[M. Th. Houtsma]], ''E.J. Brill's First [[Encyclopaedia of Islam]]'', 1913-1936, p. 307.</ref>
==Note==
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