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Nel [[1988]] ottiene il “Premio Internazionale [[Saatchi & Saatchi]] per giovani artisti” in occasione della prima edizione che si era tenuta al Palazzo delle Stelline di [[Milano]]. Qui il giovane Fermariello viene notato dal gallerista napoletano [[Lucio Amelio]] che nel [[1989]] gli permette di realizzare la prima esposizione personale nella propria galleria di [[Napoli]].
 
In seguito realizza diverse mostre personali, come quella alla Galleria Il Capricorno di Venezia nel [[1990]] alla Galerie Yvon Lambert di Parigi nel [[1992]]. È presente nel [[1991]] alla mostra ''Metropolis'' alla International Kunstausstellung di Berlino e alla mostra ''Les pictographes al Musée de l’Abbaye Sainte-Croix'' di Les Sables-d’olonne dove Didier Ottinger lo invita ad esporre i suoi lavori accanto a dipinti di Klee, Miró, Picasso, Penck, Sanejouand.
 
Nel [[1993]], a 32 anni, viene chiamato da [[Achille Bonito Oliva]] percuratore partecipare alladella [[XLV Esposizione Internazionale [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|BiennaleXLV Esposizione Internazionale d’Arte Venezia]] e gli viene affidata una sala personale nel Padiglione Italia. Neldedicata 1995ai esponetrittici, nellain mostracui Opusespone Alchemicola allasua Galleriaopera Inpiù Arcofamosa: dii Torino''Guerrieri''.
 
Nel [[1995]] espone nella mostra ''Opus Alchemico'' alla Galleria In Arco di Torino e nel 1996 partecipa alla mostra Ultime Generazioni in occasione della [[XII Quadriennale nazionale d'arte di Roma]] al [[Palazzo delle Esposizioni]].
 
Nel [[1999]] a [[Castel dell'Ovo]] a [[Napoli]] realizza delle installazioni galleggianti che riproducono naufraghi in mare, dal titolo ''Avviso ai naviganti''<ref>{{Cita web|url=http://www.sergiofermariello.com/2014/?project=avviso-ai-naviganti|titolo=Avviso ai naviganti}}</ref>, nuovamente esposte nel 2004 nel porto di New York.<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/07/04/fermariello-masse-migranti-che-vanno-da-napoli.html|titolo=Fermariello: 'masse migranti' che vanno da Napoli al Brasile}}</ref>
 
Nel [[2001]] realizza per la stazione [[Quattro Giornate (metropolitana di Napoli)|Quattro Giornate]] della metropolitana di [[Napoli]] le ''Sequenze di guerra e di caccia''.<ref>{{Cita web|url=http://www.anm.it/index.php?option=com_content&task=view&id=128&Itemid=179|titolo=Quattro giornate - Sergio Fermariello - Guerrieri}}</ref>
 
Nel [[2016]] diffonde ''La Terra di nessuno''<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=50s2nznwbnY|titolo=Sergio Fermariello La Terra di Nessuno 2016}}</ref>, un corto in cui racconta la creazione dell'istallazione omonima sulla spiaggia di [[Castel Volturno]], realizzata tra il 2014 e il 2015 con l'aiuto di dieci operai extracomunitari.<ref>{{Cita web|url=https://www.agi.it/cultura/nella_terra_di_nessuno_di_sergio_fermariello_arte_e_migranti_su_youtube-1180769/news/2016-10-20/|titolo=Nella 'Terra di nessuno' di Fermariello, arte e migranti su Youtube}}</ref> L'istallazione, visibile dall'alto, è composta di teli neri che formano la figura di un migrante disteso sulla battigia.<ref>{{Cita web|url=http://www.tgcom24.mediaset.it/2017/video/l-omaggio-di-sergio-fermariello-ai-migranti_3019818.shtml|titolo=Lʼomaggio di Sergio Fermariello ai migranti
Lʼistallazione di Sergio Fermariello sulla spiaggia di Castelvolturno}}</ref>
 
== Stile ==
La sua ricerca parte dal recupero delle memorie familiari, concetto che si estende poi agli [[Archetipo|archetipi]] universali nell’ottica di recupero [[Memoria collettiva|memoria colletiva]] inconscia. [[Achille Bonito Oliva]], nel [[1995]], affermava che l’opera di Fermariello: <blockquote>«sembra voler deporre fuori da ogni arbitrio impositivo, una diversa circolazione dell’immaginario collettivo che parte dall’impulso creativo dell’artista, incontra il corpo sociale per rimbalzare come un primitivo boomerang in una molteplicità di direzioni, tante quante sono quelle della vita e dell’arte».<ref>{{Cita libro|titolo=Sergio Fermariello. Senza ridere e senza piangere, opere 1988-2005|editore=Gli Ori|p=33}}</ref></blockquote>Nelle sue opere giovanili a partire dalle foto in [[bianco e nero]] del passato familiare, inizia a delineare lo stile pittorico che caratterizzerà tutta la sua arte: le sue opere si compongono di una fitta rete di segni reiterati, ingigantiti fino a far risultare il quadro come uno sfondo omogeneo e sgranato, informe, come a riprodurre l’effetto di [[zoom]]. Così Fermariello descrive la propria arte:<blockquote>«Intrecciavo linee creando differenze di chiaroscuro a seconda dei passaggi e delle sovrapposizioni della trama, come mezzo per raggiungere un significato, il senso recondito dell'immagine che si andava formando. Usavo il segno come si usano le parole per raccontare una storia. Ricordo ancora l´ultimo dei miei fogli monocromi, tutta superficie, tutto fondo, e il mio gesto con la penna, reiterato, ossessivo, che non delineava più profili, ma era ricoperto da una moltitudine di frecce senza più un bersaglio, di domande senza più risposta. Era come se mi trovassi al cospetto di un cumulo di armi, lance accatastate su una pira, bandiere sfilacciate, che si abbandonano al nemico in segno di resa. La risposta andava cercata nella domanda, come il monaco zen che non distingue, nel coltivare il suo giardino di sabbia, tra il frutto dei suoi sforzi e la disciplina della sua pratica».<ref>{{Cita web|url=http://napoli.repubblica.it/dettaglio/il-pittore-di-storie/1849221/2|titolo=Sergio Fermariello il pittore di storie}}</ref></blockquote>Questa tecnica viene amplificata nelle figure dei ''Guerrieri'' stilizzati, che a partire dall’esposizione alla [[Biennale di Venezia]] nel 1993, diventano un elemento cardine della sua produzione artistica. Figure armate di lancia e scudo, reiterate come i caratteri di una scrittura, sempre uguali, costituiscono la fitta trama del disegno. Segni che da pura figurazione si trasformano in simboli, dove la coazione a ripetere è da intendersi come malattia, compulsione ossessiva.<ref>«La coazione a ripetere dello stesso soggetto - chiarisce l´artista - è metafora della malattia, delle compulsioni ossessive, dei virus che usano "codici" sottraendoli a tessuti ordinati con tecnica persecutoria. Ma cosa sono i virus se non masse invisibili, armate, antenati senza permesso di soggiorno che nei sintomi delle malattie chiedono di noi e, soprattutto, cosa ne resta di loro?» - Sergio Fermariello in ''[http://napoli.repubblica.it/dettaglio/il-pittore-di-storie/1849221/2 Sergio Fermariello il pittore di storie]''</ref> Osservando bene i suoi guerrieri, si può notare che nella lancia si individua una “I” e nello scudo una “O”, come se ci si ponesse la domanda “Chi sono io?” e un eco rispondesse “IO, IO, IO…”. In realtà il guerriero rappresenta una persona che fragilmente nasconde la propria identità. Da lontano le piccole figure non si riescono a decifrare: solo avvicinandosi all’opera ci si rende conto che sono dei guerrieri, e quindi, metonimicamente, rappresentano la guerra, come se si trattasse di un monito a non avvicinarsi.<ref>{{Cita web|url=http://www.interviu.it/gallery/fermariello/avviso1.htm|titolo="Il diverso esilio": un naufragio, un approdo}}</ref>
 
=== I ''Guerrieri'' ===
Allo stesso modo si può vedere nell’opera ''Senza titolo'' conservata nella collezione "Terrae Motus" alla [[Reggia di Caserta]] come Il leggero segno con cui l’artista esegue il motivo dei guerrieri genera una fitta trama bianca su fondo nero. Qui l’elemento arcaico e [[Primoriale|primordiale]] invade lo spazio collettivo e la sovrapproduzione di segni ipnotici e dinamici crea una frattura con il tempo lineare, riconducendo a una lettura circolare dell’opera, così come avviene in tutti i lavori di Fermariello, dai quali riemerge ciò che è stato rimosso. Gli ideogrammi impiegati sono, contestualmente, caricati dall’artista di implicazioni personali, oltre che di metafore e riferimenti archetipici.<ref>{{Cita libro|titolo=Terrae Motus: la collezione Amelio alla Reggia di Caserta|editore=Skira|pp=166-167}}</ref>Questi segni oltre a creare un impatto visivo estremamente suggestivo allo stesso tempo si pongono come metalinguaggio: quello di Fermariello è un segno ricco di significati allegorici che, alla fine, lo impoveriscono fino a ridurlo a forma originaria e primitiva.
Questa tecnica viene amplificata nelle figure dei ''Guerrieri'' stilizzati, che a partire dall’esposizione alla [[Biennale di Venezia]] nel 1993, diventano un elemento cardine della sua produzione artistica. Figure armate di lancia e scudo, reiterate come i caratteri di una scrittura, sempre uguali, costituiscono la fitta trama del disegno. Segni che da pura figurazione si trasformano in simboli, dove la coazione a ripetere è da intendersi come malattia, compulsione ossessiva.<ref>«La coazione a ripetere dello stesso soggetto - chiarisce l´artista - è metafora della malattia, delle compulsioni ossessive, dei virus che usano "codici" sottraendoli a tessuti ordinati con tecnica persecutoria. Ma cosa sono i virus se non masse invisibili, armate, antenati senza permesso di soggiorno che nei sintomi delle malattie chiedono di noi e, soprattutto, cosa ne resta di loro?» - Sergio Fermariello in ''[http://napoli.repubblica.it/dettaglio/il-pittore-di-storie/1849221/2 Sergio Fermariello il pittore di storie]''</ref> Osservando bene i suoi guerrieri, si può notare che nella lancia si individua una “I” e nello scudo una “O”, come se ci si ponesse la domanda “Chi sono io?” e un eco rispondesse “IO, IO, IO…”. In realtà il guerriero rappresenta una persona che fragilmente nasconde la propria identità. Da lontano le piccole figure non si riescono a decifrare: solo avvicinandosi all’opera ci si rende conto che sono dei guerrieri, e quindi, metonimicamente, rappresentano la guerra, come se si trattasse di un monito a non avvicinarsi.<ref>{{Cita web|url=http://www.interviu.it/gallery/fermariello/avviso1.htm|titolo="Il diverso esilio": un naufragio, un approdo}}</ref>
 
Allo stesso modo si può vedere nell’opera ''Senza titolo'' conservata nella collezione "Terrae Motus" alla [[Reggia di Caserta]] come Il leggero segno con cui l’artista esegue il motivo dei guerrieri genera una fitta trama bianca su fondo nero. Qui l’elemento arcaico e [[Primoriale|primordiale]] invade lo spazio collettivo e la sovrapproduzione di segni ipnotici e dinamici crea una frattura con il tempo lineare, riconducendo a una lettura circolare dell’opera, così come avviene in tutti i lavori di Fermariello, dai quali riemerge ciò che è stato rimosso. Gli [[ideogrammi]] impiegati sono, contestualmente, caricati dall’artista di implicazioni personali, oltre che di metafore e riferimenti archetipici.<ref>{{Cita libro|titolo=Terrae Motus: la collezione Amelio alla Reggia di Caserta|editore=Skira|pp=166-167}}</ref>Questi segni oltre a creare un impatto visivo estremamente suggestivo allo stesso tempo si pongono come metalinguaggio: quello di Fermariello è un segno ricco di significati allegorici che, alla fine, lo impoveriscono fino a ridurlo a forma originaria e primitiva.
 
== Mostre personali ==
* Galleria [[Lucio Amelio]], [[Napoli]], 1989
* Galleria Protiron, [[Spalato]], 1989
* Galleria Il Capricorno, [[Venezia]], 1990
* Galleria Albrecht, [[Monaco]], 1990
* Galleria [[Lucio Amelio]], [[Napoli]], 1991
* [[:en:Yvon_Lambert_Gallery|Galerie Yvon Lambert]], [[Parigi]], 1992
* Galleria Il Capricorno, [[Venezia]], 1992
* Galleria [[Lucio Amelio]], [[Napoli]], 1992
* Sala personale Padiglione Italia, [[Esposizione internazionale d'arte di Venezia|XLV Biennale Internazionale d'Arte]], Venezia, 1993
* Galleria Il Capricorno, [[Venezia]], 1993
* [[Museo d'arte contemporanea Sannio|Opificio d'Arte Contemporanea]], [[Benevento]], 1995
* ''Opus Alchemico,'' Galleria In Arco, Torino1995[[Torino]], 1995
* Galleria Sergio Tossi Arte Contemporanea, [[Prato (Italia)|Prato]], 1995
* ''Contemporanea 2,'' [[Villa Olmo]], Como, 1996
* Galleria [[Lucio Amelio]], Napoli, 1996
* ''Avviso ai naviganti,'' [[Castel dell'Ovo|Castel dell’Ovo]] , [[Napoli]], 1999
* ''Inox'', [[Castel Sant'Elmo|Castel Sant’Elmo]], [[Napoli]], 2004<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2004/10/02/fermariello-sant-elmo.html|titolo=Fermariello a Castel Sant'Elmo}}</ref>
* Castel Sant’Elmo, Napoli, 2004
* [[Palazzo delle Arti di Napoli|PAN Palazzo delle Arti di Napoli]], 2009<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/10593|titolo=Sergio Fermariello migranti - Palazzo delle Arti di Napoli}}</ref>
* ''Innamòrati/innamoràti di Napoli'', [[Museo nazionale di Capodimonte|Museo di Capodimonte]], 2017<ref>{{Cita web|url=http://www.museocapodimonte.beniculturali.it/innamorati-innamorati-di-napoli-a-capodimonte/|titolo=Innamòrati / innamoràti di Napoli a Capodimonte}}</ref>
 
== Bibliografia ==
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* Jan Wagner (a cura di)'', Terrae Motus alla Reggia di Caserta'', Napoli, Electa, 1992; ISBN: 8860425654
* Mario Franco, ''[http://napoli.repubblica.it/dettaglio/il-pittore-di-storie/1849221/2 Sergio Fermariello il pittore di storie]'', Repubblica Napoli, 2010;
* Sergio Fermariello, ''Sergio Fermariello: avviso ai naviganti'', Torino, Allemandi, 2005; ISBN:9788842213086
 
* Rosa Cuccurullo (a cura di), ''Sergio Fermariello Volume 1 di Collana di perle,'' Cava de' Tirreni, Area Blu Edizioni, 2015; ISBN: 9788898660322
* AA.VV., ''Sergio Fermariello - inox'', Napoli, Electa, 2004; ISBN: 9788851002688
* Paparoni Demetrio, ''Sergio Fermariello - La terra di nessuno'', Napoli, Skira, 2017; ISBN: 8857232263
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== Collegamenti esterni ==
* [http://www.interviu.it/fermariello.htm Sergio Fermariello] su Interviu.it