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'''Il termine neocolonialismo''' cominciò ad apparire negli anni ‘50 per definire le forme di dipendenza politica, sociale, culturale ed economica che gli ex stati coloniali riuscivano ad esercitare sui propri antichi possedimenti territoriali in [[Asia]] e soprattutto in [[Africa]]. <ref>{{Cita news|autore=|titolo="neocolonialismo" in Encyclopedia of Marxism|pubblicazione=|data=|urlarchivio=http://https://www.marxists.org/glossary/terms/n/e.htm}}</ref>
Il termine è stato poi meglio definito dal premier indonesiano [[Sukarno]] in occasione della [[Conferenza di Bandung]] del 1955, e ripreso nella Terza Conferenza dei popoli [[panafricanismo|panafricani]] tenutasi ad [[Il Cairo]] nel 1961.
[[Kwame Nkrumah]] (1909 – 1972), leader indipendentista e successivamente primo presidente del [[Ghana]] (1960 – 1966), dopo aver condotto il suo paese all'indipendenza, coniò il termine “neocolonialismo” che fece la sua comparsa nel 1963 nel preambolo dell’[[Organizzazione dell’unità africana]]. In seguito è stato anche il titolo del suo libro uscito nel 1965 “Neo-Colonialism, the Last Stage of Imperialism”[1], in cui viene richiamata la teoria dell'[[imperialismo]] di [[Lenin]].▼
▲[[Kwame Nkrumah]] (1909 – 1972), leader indipendentista e successivamente primo presidente del [[Ghana]] (1960 – 1966), dopo aver condotto il suo paese all'indipendenza, coniò il termine “neocolonialismo” che fece la sua comparsa nel 1963 nel preambolo dell’[[organizzazione dell'unità africana|Organizzazione dell’unità africana]].
==Controllo economico==▼
Il problema principale per i Paesi con un passato da colonialista, è quello di continuare a mantenere il controllo economico sulle nazioni che sono riusciti ad ottenere l'indipendenza politica.▼
In seguito è stato anche il titolo del suo libro uscito nel 1965 “Neo-Colonialism, the Last Stage of Imperialism” <ref>{{Cita news|autore=Kwame Nkrumah|titolo=Neo-Colonialism: The Last Stage of Imperialism|pubblicazione=|data=1965|urlarchivio=http://www.marxists.org/subject/africa/nkrumah/neo-colonialism/}}</ref>, in cui viene richiamata la teoria dell'[[imperialismo]] di [[Lenin]].
Fin dalla fase della decolonizzazione di questi territori, sono stati stipulati degli accordi commerciali in grado di stabilire l'assetto e lo sviluppo di queste ex colonie.▼
▲==Controllo economico e politico==
Lo stesso Nkrumah indicò alcuni di questi aspetti: l’unione doganale e monetaria delle nazioni ex coloniali, la nascita di mercati comuni, la costruzione e la costituzione di basi militari e di forniture belliche, con lo scopo di istituire regimi conservatori tramite lo strumento del colpo di stato e dell'assassinio politico.▼
▲Il problema principale per i
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Una delle principali vittime del sistema di dipendenza neo coloniale è il continente africano, da parte soprattutto della Francia e della Gran Bretagna. ▼
▲Lo stesso Nkrumah indicò
La creazione dell'''Organisation Commune Africaine et Mauricienne'' (OCAM), divenuta poi [[OCAMM]], che comprendeva la maggior parte dei Paesi francofoni, non è servita a integrare le economie dei Paesi che ne facevano parte, ma solo a mantenere saldo il legame con la Francia, razionalizzando e centralizzando tutta l’intera economia.▼
▲Una delle principali vittime del sistema di dipendenza neo coloniale è il continente africano,
Tutte queste nazioni che ne fanno parte esportano in Francia, o nell'Unione Europea, in una quantità molto superiore rispetto a quanto avviene con i partner africani aderenti all'OCAM.▼
==Le ex colonie francesi==
Per lo stesso discorso riguardano le istituzioni monetarie, come la ''Banque centrale des États de l'Afrique de l'Ouest'' e la ''Banque centrale des États de l'Afrique equatoriale et du Cameroun'', trasformatasi poi in ''Banque des États de l'Afrique centrale'', sostanzialmente sotto il controllo della Francia, tramite accordi commerciali che permettono con facilità la circolazione delle merci francesi. ▼
▲La creazione dell' ''Organisation Commune Africaine et Mauricienne'' (OCAM) nel 1965, divenuta poi [[OCAMM]],
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Uno dei casi più particolari è quello costituito dalla [[Repubblica Sudafricana]], la quale ha esercitato a lungo un ruolo sub imperialista sul piano regionale, violando il mandato fiduciario da parte dell'ONU, ed estendendo il suo controllo tramite l'annessione della [[Namibia]]. Impose un controllo assoluto ed economico su Paesi come: [[Botswana]], [[Lesotho]], [[Swaziland]], [[Malawi]] e [[Mozambico]] attraverso l’esportazione di capitale e l'importazione della forza-lavoro a basso costo.▼
===Il caso del Sudafrica===
▲Uno dei casi più particolari è quello costituito dalla [[Repubblica Sudafricana]], la quale ha esercitato a lungo un ruolo sub imperialista sul piano regionale, violando il mandato fiduciario da parte dell'ONU, ed estendendo il suo controllo tramite l'annessione della [[Namibia]]
Negli anni '80 impose un controllo assoluto ed economico su Paesi come: [[Botswana]], [[Lesotho]], [[Swaziland]], [[Malawi]] e [[Mozambico]] attraverso l’esportazione di capitale e l'importazione della forza-lavoro a basso costo.
Questa politica di espansionismo messa in atto dalla Repubblica Sudafricana, fino ad arrivare alla vittoria di [[Nelson Mandela]], fu promossa dagli interessi dell'industria mineraria locale, ed anche dal capitale occidentale a cui essa era fortemente legata.
▲Questa politica di espansionismo messa in atto dalla Repubblica Sudafricana, fino ad arrivare alla vittoria di [[Nelson Mandela]], fu promossa dagli interessi dell'industria mineraria locale, ed anche dal capitale occidentale a cui essa era fortemente legata.
La Repubblica Sudafricana è stata fonte di sostegno degli interessi economici e strategici delle potenze occidentali, o almeno fino all'instaurazione del regime dell'[[apartheid]], il quale garantiva il lavoro a basso costo, ed ha portato il Paese in una situazione di crisi e ad un isolamento dalla comunità internazionale, che lo rese completamente inaffidabile.
==La guerra fredda==
Durante il XX° secolo, nel corso del conflitto ideologico tra gli [[Stati Uniti d'America]] e l'[[Unione Sovietica]], entrambi i Paesi e i loro [[stato satellite|stati satelliti]] sono stati accusati di
Questo scontro ha incluso anche gli stati clienti nei paesi decolonizzati.
Il [[Patto di Varsavia]], [[Cuba]], l'[[Egitto]] sotto il controllo di [[Gamal Abdel Nasser]] (1956-70) ecc.
Negli anni '60, sotto il comando del Presidente [[Mehdi Ben Barka]], la ''Conferenza Tricontinentale'' cubana (ossia un'Organizzazione di Solidarietà di cui ne fanno parte l'Asia, l'Africa e l'America Latina), riconobbe e supportò la validità della rivoluzione anti colonialista come un mezzo per i popoli colonizzati del [[Terzo Mondo]] a raggiungere l'autodeterminazione. Questo irritò gli Stati Uniti e la Francia.
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Questo viola la [[Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare]], che riconosce l'importanza della pesca per le comunità locali e insiste sul fatto che gli accordi di pesca del governo con le imprese straniere devono avere come obiettivo solo per quanto riguardano le scorte in eccesso.
==I Paesi più sfruttati==
<ref>{{Cita news|autore=|titolo=''GRAIN.org'' releases data set with over 400 global land grabs|pubblicazione=|data=|urlarchivio=https://www.grain.org/article/entries/4479-grain-releases-data-set-with-over-400-global-land-grabs}}</ref> Il continente africano è senza dubbio una delle vittime più sfruttate da parte delle multinazionali provenienti da tutto il mondo.
Dal 2006 al 2012 si sono accaparrate circa 35 milioni di ettari sottratti per lo più ai coltivatori minori, questa pratica viene definita come [[land grabbing]].
<ref> {{Cita news|autore=|titolo=Africa: Rising for the few|pubblicazione=|data=2015|urlarchivio=https://www.oxfam.org/sites/www.oxfam.org/files/world_economic_forum_wef.africa_rising_for_the_few.pdf}} </ref> Nell'anno 2010 sono stati sottratti all'Africa all'incirca 11 miliardi di dollari americani grazie soprattutto a dei metodi utilizzati dalle multinazionali non pagando le dovute tasse e quindi lasciando senza entrate i governi africani: questo pratica è chiamata '' trade mispricing'', e consiste di stabilire, da parte di una compagnia, dei prezzi artificiali sui beni o servizi con lo scopo di evitare ogni tipo di tassazione.
Queste compagnie multinazionali sono riuscite ad evitare un ammontare di tasse pari a 40 miliardi di dollari statunitensi.
L'Africa è principalmente l'obbiettivo primario dei cosiddetti ''land grabbers'', ma sono presi di mira anche Paesi come l'America Latina, l'Asia e l'Europa dell'est.
===Etiopia===
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==Bibliografia==
* [
* [http://www.marxists.org/subject/africa/nkrumah/neo-colonialism/ ''Neo-Colonialism: The Last Stage of Imperialism'', di Kwame Nkrumah] <small>URL consultato a gennaio 2017.</small>
* Mateo Madridejos, ''Colonialismo e neocolonialismo'', Novara(ITA), De Agostini, 1977
* De Michelis Ferrari Masto Scalettari, ''No global'', Zelig, 2001
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* [http://www.europeana.eu/portal/it/record/2048022/Athena_Plus_ProvidedCHO_Istituto_Sturzo__Roma_oai_sturzo_it_spogliogenerale_1969_19690718_26_3_ilkeno.html?q=NEOCOLONIALISMO Il Kenya di fronte al neocolonialismo] <small>URL consultato a gennaio 2017.</small>
[[:Categoria: Colonialismo]]
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