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{{Edificio religiosocivile
|nome edificio = Villa-Seminario Barbarigo
|NomeEdificio = Chiesa dei Santi Defendente e Rocco
|Immagine immagine = Clusone, Oratorio di San Defendenteseminario 012.JPGjpg
|didascalia =
|Regione = {{IT-LOM}}
|SiglaStato paese = ITA
|divamm1 = Lombardia
|Latitudine =
|città = Clusone
|Longitudine
|cittàlink =
|Religione = [[Chiesa cattolica|Cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|indirizzo =
|Città = [[Clusone]]
|stato = in uso
|AnnoConsacr =
|periodo costruzione = XX secolo
|Architetto =
|inaugurazione = 1934
|StileArchitett =
|demolito =
|InizioCostr = [[1470]]
|distrutto =
|FineCostr = [[1471]]
|ricostruito =
|DedicatoA = [[San Defendente]] e [[San Rocco]]
|stile =
|uso =
|altezza =
|costo =
|architetto =
|ingegnere =
|appaltatore =
|costruttore =
|proprietario =
|committente =
}}
 
La '''Villa-Seminario Barbarigo''' è stato il [[Seminario#Organizzazione|Seminario minore]] di [[Clusone]], dal [[1934]] fino agli [[anni 60]]. Attualmente ''Villa Barbarigo'' è la sede di tre [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|Istituti di Scuola Superiore]]: l'Istituto d'Istruzione Superiore "Andrea Fantoni", l'Istituto CFP Alberghiero e l' Istituto d'Istruzione Superiore "Tarcisio Pacati".
La '''chiesa dei Santi Defendente e Rocco''', o come più spesso detta '''chiesa di San Defendente''', è un edificio religioso eretto durante la [[peste|pestilenza]] degli [[Anni 1470|anni Settanta del Quattrocento]] a [[Clusone]], in [[Val Seriana]] in [[provincia di Bergamo]].
 
== Storia ==
L'ex [[Seminario#Organizzazione|seminario minore]] di [[Clusone]] è denominato ''Villa Barbarigo'' in onore di [[Gregorio Barbarigo|san Gregorio Barbarigo]], [[vescovo]] di [[Diocesi di Bergamo|Bergamo]] dal [[1657]] al [[1664]]. Voluto dalla [[Diocesi di Bergamo]] come residenza estiva per gli aspiranti al [[sacerdozio]] che frequentavano il [[Seminario vescovile Giovanni XXIII|Seminario di Bergamo]], divenne poi nel [[1934]] anche sede del [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|Ginnasio Inferiore]] e seminario minorile per gli scolari delle ultime due classi elementari e delle cinque successive, ospitando sino a trecento persone, tra gli alunni, professori insegnanti e addetti ai servizi. I terreni su cui sorge furono acquistati negli anni [[anni 20]] del [[XX secolo|'900]] dall’[[arciprete]] di [[Clusone]] monsignor Attilio Plebani, su richiesta del [[vescovo]] [[Luigi Maria Marelli]] e con l’opera di monsignor [[Adriano Bernareggi]].
La [[Consacrazione|dedicazione]] della chiesa ai santi [[san Defendente|Defendente ]] e [[san Rocco|Rocco]] è fatta risalire, o all'anno della sua costruzione [[1471]], o all'epidemia di [[peste]] che colpì la [[Val Seriana]] nel [[1477]]<ref>{{cita web|url=https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-13-bergamo/citta-2227-clusone/7216-chiesa-di-san-defendente/notizie-storiche#tab|titolo=Notizie storiche - Chiesa san Defendente (Clusone)|editore=Necrologie - repubblica.it|accesso=7 giugno 2018}}</ref>. I due [[santo|santi]] sono i [[patrono|patroni]] protettori dalle epidemie; a questi due santi si rivolsero costantemente i cittadini [[Clusone|clusonesi]] per scampare al pericolo del [[peste|morbo]]. Per ringraziarli della protezione ottenuta, i cittadini fecero costruire questa chiesa come [[ex voto]] e fin da subito le sue pareti cominciarono ad accogliere immagini dei santi più venerati e invocati dagli abitanti; vi troviamo riprodotti nelle iscrizioni degli [[ex voto]] sotto le immagini votive nomi di note famiglie cittadine, alcune delle quali figuravano tra i membri della ''Confraternita dei santi Defendente e Rocco'' che faceva capo a questa chiesa fin dalla fondazione. Nella [[Visita pastorale|visita apostolica]] del cardinal [[Federico Borromeo|Borromeo]] nel [[1575]], la chiesa viene definita ''Oratorio quasi Campestre'', a significare che si trovava nel [[contado]], fuori dal centro cittadino che ospitava il polo religioso, civile e manifatturiero. Questo non significa che l’area non avesse rilevanza. La chiesa sorgeva proprio fuori dalle [[Mura (fortificazione)|mura difensive]] e dalla porta di ''Cima Clusone'', poi diventata porta San Defendente, e si configurava come un umportante luogo di fede sull’asse viario da cui entravano e uscivano mercanti, militari, pellegrini e cittadini di [[Clusone]].<ref>{{cita web|url=https://www.artesacraclusone.it/san-defendente/|titolo=San Defendente|editore=Arte Sacra Clusone|accesso=7 giugno 2018}}</ref>
 
Venne inaugurato il [[29 ottobre]] [[1934]] con una solenne cerimonia a cui presero parte autorità ecclesiastiche e civili, oltre che le rappresentanze degli altri Seminari della [[Regione ecclesiastica Lombardia|Lombardia]]. La benedizione del nuovo edificio fu impartita dal cardinal [[Alfredo Ildefonso Schuster|Ildefonso Schuster]], [[Arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]], affiancato dai vescovi Merelli e [[Adriano Bernareggi|Bernareggi]] e da numerosi prelati, tra cui monsignor [[Papa Giovanni XXIII|Angelo Roncalli]] (futuro [[papa]]), monsignor [[Gustavo Testa|Gustavo Testa]] (divenuto poi vescovo), monsignor Attilio Plebani (arciprete di Clusone).
Con il decreto del [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno d'Italia napoleonico]] del 25 aprile [[1806]] la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternita]] di san Rocco e san Defendente che gestiva la chiesa, venne abolita ed essa, rimasta di proprietà della parrocchia fu chiusa al culto. Il 3 giugno [[1809]] fu venduta al [[demanio]] che la adibì a [[polveriera]] e a deposito. Nel [[1863]] fu riaperta al culto per un breve periodo di tempo, poi la chiesa fu nuovamente chiusa, cadendo nell'abbandono con gravi danni alla struttura agli affreschi interni ed esterni.
 
La funzione educativa del [[seminario]] continuò fino agli [[Anni 1970|anni ‘70]] del [[XX secolo|'900]]. A [[Clusone]] i seminaristi godevano di un ambiente funzionale e confortevole con servizi adeguati alle esigenze, sia nel periodo scolastico che nella stagione estiva. Esclusi i permessi per il ritorno in famiglia, uscivano dal [[seminario]] per effettuare passeggiate nei dintorni accompagnati dagli educatori (i [[Prefetto#Prefetti nella Chiesa cattolica|prefetti]]) e per partecipare alle funzioni religiose più importanti celebrate nella [[parrocchia]] di [[Clusone]], comprese le [[Processione|processioni]].
Acquistata nel [[1878]] dall'arciprete Rizzoli, la chiesa di san Defendente ebbe una serie di opere di restauro strutturale, anche con la dotazione di un nuovo campanile; venne riaperta al culto nel [[1894]]. Dopo il [[1904]] venne nuovamente abbandonata, riaprendo solamente nell'agosto [[1971]], in seguito a dei lavori di restauro.
 
La [[Clusone|popolazione clusonese]] accedeva invece al [[seminario]] in occasione dell’annuale ''Accademia'' (recita di [[Canto|canti]] e [[Poesia|poesie]]) fissata per la [[Maria (madre di Gesù)|Festa dell’Immacolata]], l’[[8 dicembre]], e per la partecipazione alla [[messa]] della [[Natale|notte di Natale]], unica celebrazione nella zona.
Tra il [[1995]] e il [[2004]] ulteriori restauri, interni ed esterni, hanno portato alla luce altri affreschi risalenti ai secoli [[XV secolo|XV]] e [[XVI secolo|XVI]].
 
Il primo [[Rettore (ecclesiastico)|rettore]] del [[seminario]] fu don Marco Farina. Nel [[1944]] gli successe don Giovanni Stefano Baronchelli, nel [[1951]] don Bruno Foresti, nel [[1967]] don Giuseppe Cesani (pro-rettore), nel [[1970]] don Gianni Carminati (pro-rettore).
==Descrizione==
[[File:Clusone san defendente tetto.jpg|sinistra|thumb|La chiesa di San Defendente vista dall'alto]]
La struttura architettonica assai semplice, a [[navata]] unica, [[Arco (architettura)|arco]] trionfale ad [[ogiva]] e [[presbiterio]] [[Volta (architettura)|voltato]] a [[Crociera (architettura)|crociera]], ricalca lo schema delle chiese tardo [[XV secolo|quattrocentesche]] diffuse sul territorio<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00208/|titolo=Chiesa di S. Defendente|editore=Lombardia Beni Culturali|accesso=7 giugno 2018}}</ref>. Il piccolo [[campanile]] e il portico a tre [[campata|campate]] edificato alla fine del [[XVI secolo|Cinquecento]], sono elementi caratterizzanti la chiesa. Le tre campate del portico sono addossate all’originaria [[facciata a capanna]], occultandone quindi gli affreschi del primo [[XVI secolo|Cinquecento]]. Questo elemento architettonico era funzionale ad ospitare i fedeli che non trovavano posto all’interno. Le due finestrelle, anch’esse [[XVI secolo|cinquecentesche]], sono state aperte per consentire la contemplazione dell’altare e la preghiera anche senza entrare e per dare più luce all'ambiente.<ref>{{cita web|url=https://myvalley.it/2016/12/clusone-segreti-san-defendente/|titolo=Clusone, i segreti di San Defendente|editore=myValley.it|accesso=7 giugno 2018}}</ref>
 
Il numero degli aspiranti al [[sacerdozio]], notevolmente diminuito negli [[Anni 1970|anni ’70]], portò alla chiusura della struttura da parte della [[Diocesi di Bergamo|diocesi]]. Nel [[1973]] la proprietà venne alienata dall’[[Provincia di Bergamo|Amministrazione provinciale di Bergamo]], che la acquisì per farne un [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|polo scolastico superiore]], funzione tuttora attiva.
===Esterno===
Gli affreschi votivi di questo oratorio furono commissionati da coloro che ricevettero [[Grazia (teologia)|grazie]] e guarigioni per [[intercessione]] dei [[santo|santi]]. Gli affreschi sono per la maggior parte [[ex voto]] che raccontano il sentimento religioso e la vita quotidiana della comunità di [[Clusone]].
 
=== Il periodo della guerra ===
====La Natività con i santi Defendente e Rocco====
In questo affresco, che vede in primo piano la [[Sacra Famiglia]] con i due santi patroni, si trova uno scorcio di vita quotidiana nello sfondo paesaggistico: pastori, pecore, paesaggio a terrazze su cui si muovono i pastori e, tra essi, la curiosità di un suonatore di [[baghèt]]. L'affresco è datato nel [[cartiglio]] dell’angelo al [[1517]].<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 110-111}}</ref>
 
Nella storia del seminario di Clusone si ricordano dei fatti salienti avvenuti nel periodo della [[Seconda guerra mondiale]]:
====Madonna in trono con Bambino tra i santi Martino e Defendente====
* la requisizione, sia pure parziale, tra il [[luglio]] [[1944]] e l’[[aprile]] [[1945]], dell’ambiente da parte delle autorità civili per ospitare una [[Colonia estiva|colonia]] di bambini italiani;
[[File:Clusone, Oratorio di San Defendente 10.JPG|thumb|[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] in trono con [[Bambino Gesù|Bambino]] tra i santi [[Martino di Tours|Martino]] e [[san Defendente|Defendente]]]]
* l’ospitalità, verso fine [[febbraio]] [[1945]], a un comando di 60 soldati [[Germania|tedeschi]], con 600 prigionieri [[Russia|russi]];
Il trittico, dipinto nel [[1514]] campeggia sulla [[facciata]] ed è di grandi dimensioni. Nell’iscrizione si identifica l’autore, Gelmo de Galopis, pittore [[Clusone|clusonese]] morto durante la pestilenza del [[1516]]. La [[Maria (madre di Gesù)|vergine]] col bambino è rappresentata [[Attributi araldici di posizione#In maestà|in maestà]] con grande cura dei particolari, accanto a lei [[san Defendente]] con una sontuosa armatura e [[giornea]] da parata, [[palma del martirio]] e spada. La presenza di [[Martino di Tours|san Martino]] è legata, come la diffusione del suo culto nella [[Val Seriana|valle]], alla soggezione di queste terre al monastero di [[Tours]], in seguito alla donazione di [[Carlo Magno]] del [[774]].<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 107-110}}</ref>
* l’episodio di maggior rilievo è quello relativo alla giornata del [[27 aprile]] [[1945]], quando avvenne all'interno del [[seminario]] lo scontro tra l’attiva [[Partigiano|formazione partigiana]] di [[Rovetta]] (con il [[parroco]] del paese Don Bravi) e i [[Wehrmacht|tedeschi]], arroccati tra le [[Muratura|mura]] del [[seminario]] stesso.<ref>*{{cita libro|autore=A. Bendotti, E. Ruffini|titolo=Gli ultimi fuochi: 28 aprile 1945, a Rovetta|città=Vilminore di Scalve|data=2008|pagina=58}}</ref>
 
== Architettura ==
====Crocifissione con i santi Rocco e Sebastiano – La santissima Trinità====
All’ edificazione, su progetto dell’[[architetto]] Giulio Paleni, parteciparono ben quattro ditte (Oberti - Gritti, Quarti – Remondi) che ultimarono i lavori in tempi rapidissimi (dal [[giugno]] [[1933]] all’[[ottobre]] [[1934]]), utilizzando anche [[manodopera]] locale.
L’episodio della [[Crocifissione di Gesù|crocifissione]] cui assistono i due santi protettori in caso di peste si può leggere in due modi: in orizzontale, esaminando i dettagli della scena con il [[Cristo]] sulla grande croce lignea e i dischi del sole e luna ai lati, il volo degli [[angelo|angeli]] che raccolgono il [[Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo|Preziosissimo Sangue]] e in verticale, quando si osserva la raffigurazione della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] con [[Dio Padre]] con gesto da giudice circondato dagli strumenti della [[Passione di Gesù|Passione]], la colomba dello [[Spirito Santo]] nel mezzo tra [[Dio]] e il [[Figlio di Dio|Figlio]]; il messaggio di questo tema è quello della [[Salvezza (Bibbia)|salvezza]] attraverso la croce. Il tema degli strumenti della Passione di Cristo ricorre tre volte negli affreschi esterni della chiesa: la Trinità, il piccolo [[Medaglione (architettura)|medaglione]] sopra la [[lunetta]] con il Cristo nel [[Santo Sepolcro|sepolcro]] e la [[Pietà (teologia)|Pietà]] nella piccola lunetta sovrapporta dell’ingresso laterale sud.<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 111-112}}</ref>
 
Ubicato in felice posizione tra il verde dei prati, ai piedi del [[Montagna|monte]] Cimiero, in luogo riparato dai venti e ben esposto al sole, il complesso (costato poco più di 2 milioni di [[Lira (moneta)|lire]]) risultò degno di ammirazione per la sobria eleganza delle linee, per l’ampiezza e luminosità dei locali interni e per l’amenità del paesaggio circostante.
====San Francesco da Paola====
Questo è un affresco datato al [[1597]]. L'immagine rappresenta la visione del [[Francesco da Paola|santo]] che indica la [[Maria (madre di Gesù)|vergine]]. Dal tratto pittorico e dallo stile potrebbe trattarsi di un affresco ad opera del pittore [[Clusone|clusonese]] [[Domenico Carpinoni]].<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 115-116}}</ref>
 
Gli ambienti sono 80, distribuiti su 4 piani; comprendono aule scolastiche, sale, appartamenti per i superiori, otto dormitori, bagni, infermeria, lavanderia, guardaroba e una palestra. Sono collegati da [[Corridoio|corridoi]] ariosi e ben illuminati: intorno vasti cortili, campi da gioco, [[Tappeto erboso|prato]] e [[bosco]]. Una casetta adiacente al fabbricato ospitava la famiglia di un [[agricoltore|contadino]] che allevava mucche e animali da cortile e coltivava un orto fornendo prodotti freschi per il consumo alimentare interno.
====Immagini: esterno====
<Gallery>
L’ingresso principale dell’edificio è posto al primo piano alla base del [[campanile]], elemento architettonico centrale che si innalza tra le due ali simmetriche; si affaccia su una monumentale [[balcone|balconata]] circolare a cui si accede da una [[Gradinata|doppia gradinata]] in pietra ed è in corrispondenza con l’entrata della [[cappella]] alla quale fu dedicata, all’epoca della costruzione, una cura particolare.
File:Clusone san defendente prospetto.jpg
File:Clusone defendente cristoforo.jpg
File:Clusone defendente crocifissione 06.jpg
File:Clusone defendente defendes 06.jpg
File:Clusone defendente lunetta.jpg
File:Clusone, Oratorio di San Defendente 02.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente 03.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente 04.JPG
</gallery>
 
La chiesetta (ora è un [[auditorium]]) ricca di [[Marmo|marmi]] e decorazioni a [[mosaico]], presentava nel centro dell’[[abside]] un [[Altare|altare a mensa]] rivolto verso i [[Fedeltà (Bibbia)|fedeli]] (novità assoluta nella diocesi, per l’epoca) e un [[tabernacolo]] d’argento, sospeso al [[baldacchino]] con una colomba eucaristica sovrastante. Fu dotata di arredi ed elementi sacri in stile antico, offerti da anonimi benefattori e di un [[Organo (strumento musicale)|organo]] della ditta Balbiani.
===Interni===
L’interno della chiesa mostra solo una parte degli [[affresco|affreschi]] che un tempo dovevano ricoprire buona parte delle pareti della [[navata]]. Sotto l'[[intonaco]] delle pareti sono infatti presenti almeno tre strati affrescati, risalenti agli anni [[Anni 1530|Trenta]] e [[Anni 1540|Quaranta]] del [[XVI secolo|Cinquecento]].
 
== Note ==
Un elemento che colpisce il visitatore all’interno della chiesa è la ripetitività delle immagini dei [[santo|santi]], soprattutto [[San Rocco]] (26 volte) e [[San Defendente]] (25 volte); nel [[Medioevo]] le figure del santo non sono sentite come sovrabbondanza, ma come [[preghiera]] ripetuta e coem continua richiesta di protezione. Nelle tante [[Rappresentazione (arti figurative)|effigi]] di [[San Defendente]] presenti nella chiesa, ci sono varie tipologie di rappresentazione, sulla base di diversi modelli [[Iconografia|iconografici]]. [[San Defendente]] viene rappresentato come: soldato con armatura all’antica, soldato con armatura cinquecentesca, giovane in abiti civili in rapporto al costume dell’epoca in cui sono stati realizzati gli [[ex voto]].<ref>{{cita libro|autore=Luigi Olmo|titolo=Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore|anno=1906|pagine=75-76}}</ref>
<references/>
 
==== San DefendenteBibliografia ====
*{{cita libro|autore=|titolo=Adriano Bernareggi: vescovo di Bergamo 1932/1953|editore=Edizioni del Seminario|città=Bergamo|data=1979}}
L'affresco è posto sulla sinistra della parete nord della chiesa. Nella raffigurazione il [[san Defendente|santo]] è rappresentato in maniera regale: questo è dovuto all’abito e al bastone decorati, e ai numerosi accessori dell’abbigliamento, come catene d’oro e polsini. che conferiscono all’immagine un gusto aristocratico e cortese, segno di una committenza raffinata. La mazza chiodata che tiene in mano diventa simbolo di regalità ed indica il tentativo dell’imperatore Massimiano di colpirlo; infatti secondo la leggenda si dice che l’imperatore abbia scagliato una mazza verso San Defendente e che miracolosamente la mazza lo abbia schivato e sia andata a deporsi ai sui piedi, in modo tale che il santo potesse raccogliere lo scettro dell’imperatore e proclamare la vittoria del Cristianesimo sul culto pagano.
*{{Cita news|autore=|titolo=Il Seminario di Clusone. Ricordi e testimonianze|pubblicazione=Alere|data=1984|pp=}}
*{{Cita news|autore=S. Baronchelli|titolo=Il Seminario ieri e oggi: Venticinquesimo del Seminario di Bergamo|pubblicazione=Alere|data=1993|pp=}}
*{{cita libro|autore=|titolo=Monsignor Marco Farina: un prete nel cuore della città|città=Bergamo|data=2005}}
*{{cita libro|autore=A. Bendotti, E. Ruffini|titolo=Gli ultimi fuochi: 28 aprile 1945, a Rovetta|città=Vilminore di Scalve|data=2008}}
 
==Altri progetti==
==== Serie di tre raffigurazioni di San Rocco ====
{{interprogetto}}
[[File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 16.JPG|destra|thumb|[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] in trono con [[Bambino Gesù|Bambino]]]]
{{Clusone}}
Il [[san Rocco|santo]] è rappresentato con un vestito da [[Pellegrinaggio|pellegrino]], un bastone, una bisaccia, sandali e cappello; sulla coscia sinistra è visibile il segno della peste che ha contratto. Accanto a lui viene raffigurato un cane che gli porta del pane. All'interno dell'[[iconografia]] di [[san Rocco]] è sempre presente un cane. Egli contrasse la peste, ma nonostante il suo impegno verso il prossimo, nessuno mostrò l’intenzione di aiutarlo. A dispetto del bene e dell’altruismo dimostrato, Rocco venne cacciato lontano dal centro cittadino. Decise cosi di rifugiarsi in una grotta per pregare in solitudine. L’unico che da quel momento gli fece compagnia, andando a trovarlo ogni giorno, fu un cane che gli portava sempre un pezzo di pane, fino a quando Rocco non guarì definitivamente. Una volta guarito l’uomo proseguì la propria opera di aiuto accompagnato dal suo fedele cagnolino.
Le tre raffigurazioni del [[san Rocco|santo]] sono presenti sulla destra della parete sud della chiesa e sono:
*[[san Rocco]] a sinistra, giovane, con la mano destra mostra il bubbone della [[peste]], con la mano sinistra tiene il bastone del [[Pellegrinaggio|pellegrino]] alla cui sommità è appeso un cappello da viandante;
*[[san Rocco]] in centro, con le mani giunte in segno di preghiera. Sotto la veste si può vedere il bubbone, simbolo che identifica il santo e lo caratterizza;
*[[san Rocco]] a destra mentre guarda davanti a lui un piccolo cane che ha in bocca un pezzo di pane.<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 105-107}}</ref>
 
{{portale|architettura|Bergamo}}
==== Madonna in trono col Bambino ====
Questo è un affresco votivo risalente al tardo [[XV secolo|Quattrocento]], il pittore che l’ha realizzato è sconosciuto ma probabilmente ha avuto rapporti con [[Giacomo Borlone de Buschis]]. Si possono notare i volti sorridenti e dolci del [[Bambino Gesù|Bambino]] e della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. Sulle mani del [[Bambino Gesù|Bambino]] poggia un uccellino che rappresenta la liberazione, sia dalla malattia, che dal peccato.<ref>{{cita|Iorio, Scandella|pp. 107-110}}</ref>
 
====Immagini: interno====
<Gallery>
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 01.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 04.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 09.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 12.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 08.JPG
File:Clusone, Oratorio di San Defendente, Interior frescos 10.JPG
</gallery>
 
==Note==
<references/>
 
<nowiki>[[Categoria:Clusone]]
==Bibliografia==
[[Categoria:Seminari cattolici d'Italia]]
* {{cita libro|autore=Luigi Olmo|titolo=Memorie storiche di Clusone e della Valle Seriana Superiore|anno=1906}}
</nowiki>
* {{cita libro|autore=Giorgio Gusmini|titolo=La chiesa arcipresbiterale plebana di Clusone ed i suoi arcipreti: notizie storico-cronologiche|anno=1909}}
* {{cita libro|autore=Nicola Morali|autore2=[[Tito Terzi]]|titolo=Clusone|editore=Edizioni Ferrari Clusone|data=1972}}
* {{cita libro|autore=Patrizia Iorio, Mino Scandella|titolo=La chiesa dei Santi Defendente e Rocco a Clusone: dove l'arte diventa preghiera|editore=Circolo Culturale Baradello|città=Clusone|anno=2016|cid=Iorio, Scandella}}